PEDERSEN MAESTOSO SUL MONTE BERICO, L’ARENA DI DEL TORO SI TINGE SEMPRE PIÙ DI ROSA
Grande favorito per la vittoria odierna, Pedersen non smentisce le attese e conquista a Vicenza la sua quarta tappa al Giro d’Italia 2025. Dal canto suo Del Toro continua pian piano a rosicchiare secondi e a consolidare la sua maglia rosa
La tredicesima tappa del 108esimo Giro d’Italia si svolge interamente nella pianura veneta, con partenza da Rovigo e arrivo a Vicenza dopo 181 chilometri. Uno sguardo superficiale al percorso potrebbe far pensare che si tratti di una tappa destinata a chiudersi con una volata di gruppo, ma uno sguardo più attento rivela un finale molto complicato, caratterizzato da un circuito di 20 chilometri disegnato sui Colli Berici, anello che contiene due “muri”: la salita di Arcugnano, che è sostanzialmente lunga un chilometro con pendenza media del 9% e punte del 13%, e poi il traguardo al santuario di Monte Berico, questo da affrontare due volte, con caratteristiche analoghe, circa 1 chilometro con pendenza media dell’8% e punte del 12%. Questa salita è anche GPM di 4° categoria, mentre lungo la tappa se ne affronteranno altri due, pure di 4° categoria: dopo 31 chilometri il Passo Roverello, un’altura nei colli Euganei che si raggiunge dopo una salita di oltre 3 chilometri con pendenza del 6% e punte del 12%, e poi il passaggio a San Giovanni in Monte al chilometro 135, circa 5 chilometri al 7% con punte del 14%.
Si parte verso le 13, con tempo nuvoloso ma senza pioggia. In maglia rosa è il giovane messicano Isaac Del Toro (UAE Team Emirates – XRG) con 33 secondi di vantaggio sul compagno di squadra Juan Ayuso; la classifica è ancora molto corta e tutti i favoriti della vigilia sono racchiusi in circa 3 minuti. Nel giro di pochi chilometri parte una fuga con 9 corridori, nessuno dei quali è abbastanza avanti in classifica da destare qualche preoccupazione nel gruppo. Tra i fuggitivi va segnalato almeno il nostro Lorenzo Milesi (Movistar Team), due anni fa campione del mondo Under 23 a cronometro. In breve tempo il vantaggio del gruppetto cresce sino a superare i due minuti all’inizio della prima salita, il Passo Roverello: i distacchi rimangono immutati al GPM, dove transita per primo il nostro Mattia Bais (Team Polti VisitMalta), mentre il gruppo resta sempre compatto. A tirarlo sono gli uomini di Wout Van Aert (Team Visma | Lease a Bike), Mads Pedersen (Lidl – Trek) e Thomas Pidcock (Q36.5 Pro Cycling Team), tra i favoriti per la vittoria di tappa.
La corsa prosegue senza particolari scossoni sino ai piedi della salita di San Giovanni in Monte, quando il gruppetto dei fuggitivi si sfalda e tutti, tranne Lorenzo Germani (Groupama – FDJ), vengono ripresi a poco a poco. La salita frantuma il gruppo, dal quale esce Christian Scaroni (XDS Astana Team), finalmente in evidenza dopo che il suo brillante inizio di stagione è stato bruscamente interrotto da una caduta alle Strade Bianche. Scaroni riesce a riprendere Germani e transita primo sul GPM; sulla discesa la coppia si avvantaggia sul gruppo che si va ricompattando. All’ingresso del circuito di Vicenza il vantaggio è di circa un minuto, che potrebbe anche bastare per il successo di tappa se dietro i grandi nomi non dovessero muoversi per tempo. Il gruppo, sempre tirato dagli uomini di Pidcock e Pedersen, non sembra comunque intenzionato a lasciare troppo spazio ai fuggitivi, che iniziano la prima salita al Monte Berico con una quarantina di secondi di vantaggio. Nessuno dei due è un grande scalatore e in cima, dove passa per primo Scaroni, il vantaggio si è ridotto a una trentina di secondi. A questo punto inizia a tirare la UAE, forse in previsione di uno scatto di Del Toro o di Ayuso sull’ultima salita. Invece accade l’inevitabile: prima Germani e poi Scaroni vengono ripresi sulla salita di Arcugnano, nonostante il secondo riesca a transitare primo in cima (dove c’è un traguardo con abbuoni) con ancora un paio di metri su Ayuso e Del Toro nell’ordine. A giudicare dall’impegno profuso da questi due corridori, nessuno di loro sembra disposto, almeno non ancora, a cedere all’altro i gradi di capitano della squadra. In discesa riescono a prendere un piccolo vantaggio Mathias Vacek (Lidl – Trek) e il grande Romain Bardet (Team Picnic PostNL), mentre nel gruppo inizia a muoversi Van Aert e nelle prime posizioni si porta anche Pedersen. A 3 chilometri dalla fine Vacek e Bardet raggiungono i 15 secondi di vantaggio e a 2 chilometri ne mantengono 10. Quando finalmente arrivano ai piedi della salita di Monte Berico ne hanno ancora 8, e inizialmente sembrano in grado di resistere al ritorno al gruppo. Ma così non è: a 500 metri vengono ripresi e ai 300 metri, sulla rampa finale, parte lo sprint del gruppo, dal quale, sfoderando una potenza impressionante, esce con decisione Pedersen. Van Aert gli è subito a ruota, ma nonostante uno sforzo ai limiti del sovrumano il danese riesce a mantenere mezza bicicletta di vantaggio e va a vincere la sua quarta tappa. Alle spalle dei due fuoriclasse si difende benissimo proprio Del Toro, che a sua volta riesce a staccarsi e ad arrivare terzo a due secondi; a 5 secondi arriva il resto del gruppo, composto da circa 35 corridori divisi in più tronconi, e tra questi corridori ci sono tutti i primi della classifica generale. Primo degli italiani è Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious), settimo. Grande vittoria dunque per Pedersen, che rafforza la sua leadership nella classifica a punti, e maglia rosa confermata per Del Toro, che porta a 38 secondi il suo vantaggio su Ayuso. Tappa tutto sommato interlocutoria, con un bel finale che però non è ancora riuscito a chiarire chi siano i corridori che lotteranno per la vittoria finale, e chi invece cederà sulle prime salite importanti.
Andrea Carta

Pedersen e Van Aert impegnati nello sprint in cima alla ripida rampa del Monte Berico (foto Dario Belingheri/Getty Images)
23-05-2025
maggio 23, 2025 by Redazione
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GIRO D’ITALIA
Il danese Mads Pedersen (Lidl – Trek) si è imposto nella tredicesima tappa, Rovigo – Vicenza, percorrendo 180 Km in 3h50′24″, alla media di 46.875 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Wout van Aert (Team Visma | Lease a Bike) e di 2″ il messicano Isaac Del Toro (UAE Team Emirates – XRG). Miglior italiano Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious), 7° a 5″. Del Toro è ancora in maglia rosa con 38″ sullo spagnolo Juan Ayuso (UAE Team Emirates – XRG) e 1′18″ sull’italiano Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious)
GRANDE PRÉMIO INTERNACIONAL BEIRAS E SERRA DA ESTRELA (Portogallo)
L’uruguaiano Guillermo Thomas Silva (Caja Rural – Seguros RGA) si è imposto nella prima tappa, Almeida – Penamacor, percorrendo 191.2 Km in 4h30′44″, alla media di 42.374 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Fernando Barceló (Caja Rural – Seguros RGA) e il tedesco Bruno Kessler (REMBE | rad-net). Nessun italiano in gara. Silva è il primo leader della classifica con 4″ su Barceló e 6″ su Kessler
TOUR OF JAPAN
L’eritreo Nahom Zeray (JCL Team UKYO) si è imposto nella quinta tappa, Fuji Speedway – Mount Fuji, percorrendo 66.6 Km in 2h09′48″, alla media di 30.786 Km/h. Ha preceduto di 6″ l’italiano Alessandro Fancellu (JCL Team UKYO) e di 23″ l’australiano Benjamin Dyball (Victoire Hiroshima). Fancellu è tornato leader della classifica con 21″ sull’italiano Simone Raccani (JCL Team UKYO) e 1′13″ su Dyball
RONDE DE L’ISARD (Under23)
L’italiano Ludovico Maria Mellano (XDS Astana Development Team) si è imposto nella terza tappa, Aspet – Salies-du-Salat, percorrendo 142.9 Km in 3h35′33″, alla media di 39.788 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Manu Guerinel (Paris Cycliste Olympique) e il tedesco Louis Leidert (Lidl – Trek Future Racing). Il belga Jarno Widar (Lotto Development Team) è ancora leader della classifica con 9″ sul britannico Huw Buck Jones (Bourg-en-Bresse Ain Cyclisme) e 13″ sull’italiano Mattia Negrente (XDS Astana Development Team)
VUELTA A BURGOS FEMINAS
La norvegese Mie Bjørndal Ottestad (Uno-X Mobility) si è imposta nella seconda tappa, Villalba de Duero – Roa de Duero, percorrendo 122 Km in 3h02′56″, alla media di 40.015 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’elvetica Marlen Reusser (Movistar Team) e di 18″ l’olandese Lorena Wiebes (Team SD Worx – Protime). Miglior italiana Elisa Balsamo (Lidl – Trek), 4° a 18″. La Ottestad è la nuova leader della classifica con 2″ sulla Reusser e 9″ sulla Wiebes. Miglior italiana la Balsamo, 4° a 17″
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): ROVIGO – VICENZA
maggio 23, 2025 by Redazione
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I cacciatori di tappe già si fregano le mani da giorni. Quella odierna di Vicenza sarà un’occasione d’oro per gli uomini che avranno l’ardire di andare in fuga perché oggi avranno carta bianca e potranno arrivare al traguardo con parecchi minuti di vantaggio.
La sfera di cristallo non fa parte della nostra dotazione e non siamo in grado di “spoilerarvi” chi vincerà a Vicenza, ma quasi con assoluta certezza possiamo dirvi che oggi non si imporrà un velocista e molto probabilmente non vedremo alzare le braccia al cielo un uomo di classifica. Il saliscendi dei Colli Berici e soprattutto la rampa finale verso il Santuario di Monte Berico – mille metri al 7.1% con un picco al 12% – toglieranno di mezzo gli sprinter mentre al massimo potrebbe ispirare la zampata di qualche big intenzionato ad arraffare qualche secondo, come ha fatto la maglia rosa Del Toro ieri pomeriggio al traguardo volante di Brescello. In soldoni tutto ciò rende molto concreta la possibilità che oggi la fuga di giornata riesca ad andare fino al traguardo, un fatto raro al Giro di quest’anno perchè finora vistosi solo sabato scorso a Castelraimondo, quando si impose Luke Plapp. Considerato il disegno del finale le squadre dei velocisti non saranno interessate nè a controllare la corsa, nè a lavorare per ridurre il vantaggio dei fuggitivi, lasciando il compito alle formazioni dei corridori di classifica, i quali potrebbe però puntare solo a qualche azione sulle rampe finali, pure disinteressandosi della fuga, che così potrebbe arrivare a Vicenza con parecchi minuti di vantaggio. Certo non dovrebbero farne parte uomini pericolosi per la classifica e qui siamo certi di azzeccare due nomi di ciclisti che avranno tutto l’interesse ad entrare in questo tentativo, anche perchè particolarmente attrezzati per far bene nel finale; ci stiamo riferendo all’attuale leader della classifica a punti Mads Pedersen e al belga vincitore a Siena Wout Van Aert, che al momento sono molto distanti dalla leadership di Isaac Del Toro avendo entrambi un passivo che subita l’ora di ritardo.
Venendo al concreto del tracciato di gara, questo si aprirà con un primo settore pianeggiante di circa 30 Km che si concluderà con l’attraversamento dei Colli Euganei, dove si andrà ad affrontare la salita del Passo Roverello (3.4 Km al 6.7%). Si tornerà quindi in pianura rimandendovi per altri 80 Km, tratto che anticiperà il gran finale sui Colli Berici, sui quali sono disegnati i conclusivi 60 Km, introdotti dalla salita di San Giovanni in Monte (5 Km al 6.6% con i primi 1500 metri al 9.3%). 25 Km più avanti ci sarà il primo passaggio sulla rampa verso Monte Berico, seguito da un circuito conclusivo di una ventina di chilometri che ha in serbo anche l’ascesa di 1.8 Km al 6.6% verso Arcugnano, dove saranno messi in palio gli abbuoni del “Red Bull Km”, una fase che potrebbe rivelarsi molto interessante nel caso la fuga non riuscisse ad andare in porto. In tal caso ci aspetta un altro finale “scoppiettante”, così come lo sono stati quelli delle tappe di Siena e Castelnuovo ne’ Monti.
Mauro Facoltosi

La ripida rampa verso il Santuario di Monte Berico a Vicenza e l’altimetria della tredicesima tappa (www.appartamentopalladio140.com)
I VALICHI DELLA TAPPA
Passo Roverello (269 metri). Valicato dalla Strada Provinciale 99 “Cingolina” tra Galzignano Terme e Faedo. Nel 2020 vi transitò in discesa il Giro nel finale della tappa Cervia – Monselice, vinta dal toscano recente maglia rosa Diego Ulissi. In quell’occasione il gruppo proveniva dal soprastante GPM del Roccolo, sul quale era transitato in testa il francese Geoffrey Bouchard
SALA STAMPA
Italia
Giro, sprint inedito a Viadana: blitz di Kooij, Del Toro si tiene la rosa
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Van Aert je Kooiju serviral zmago. Roglič izgubil sekundi (Van Aert ha servito la vittoria a Kooi. Roglič ha perso un secondo)
Delo
Regno Unito
Kooij sprints to stage 12 glory as Del Toro retains pink jersey (Kooij vola verso la gloria della 12a tappa mentre Del Toro conserva la maglia rosa)
The Guardian
Francia
Bien lancé par Van Aert, Kooij s’impose au sprint (Ben lanciato da Van Aert, Kooij vince in volata)
L’Équipe
Spagna
Van Aert asiste, Kooij remata (Assist di Van Aert, Kooij conclude)
AS
Belgio
Olav Kooij dankt ijzersterke Wout van Aert na lange lead-out en knalt naar eerste ritzege in de Giro (Olav Kooij ringrazia il solido Wout van Aert dopo un lungo “lend-out” e conquista la prima vittoria di tappa del Giro)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Weer Nederlands succes in Giro d’Italia: Olav Kooij sprint naar zege in 12e etappe (Altro successo olandese al Giro d’Italia: Olav Kooij vola verso la vittoria nella 12a tappa)
De Telegraaf
Germania
Kooij gewinnt zwölfte Etappe – Kanter Siebter (Kooij vince la dodicesima tappa, Kanter settimo)
Kicker
Repubblica Ceca
Drama až v závěru. Van Aert rozjel Kooijovi spurt a Visma slaví další vítězství (Il dramma è solo alla fine. Van Aert dà il via allo sprint di Kooij e la Visma festeggia un’altra vittoria)
Mladá Fronta Dnes
Usa
Kooij wins 12th stage of Giro d’Italia in sprint finish, Del Toro keeps overall lead (Kooij vince la 12a tappa del Giro d’Italia in volata, Del Toro mantiene la testa della classifica generale)
The Washington Post
Colombia
Egan Bernal ‘salió vivo’ de las caídas y los fuertes vientos en la etapa 12 del Giro de Italia, cerca del top 10 (Egan Bernal è sopravvissuto alle cadute e al forte vento della dodicesima tappa del Giro d’Italia, sfiorando la top 10)
El Tiempo
Ecuador
Olav Kooij gana la etapa 12 del Giro de Italia 2025 y Richard Carapaz llega en puesto 29 (Olav Kooij vince la dodicesima tappa del Giro d’Italia 2025, con Richard Carapaz al 29° posto)
El Universo
Messico
Del Toro sigue líder en el Giro de Italia; aumenta su ventaja sobre Ayuso (Del Toro resta leader del Giro d’Italia; aumenta il suo vantaggio su Ayuso)
La Jornada
Australia
Groves misses out as flying Dutchman Kooij wins at Giro (Groves non ce l’ha fatta, l’olandese volante Kooij vince al Giro)
The West Australian
GLI ORARI DEL GIRO
13.05: partenza da Rovigo
13.45-13.55: GPM di Passo Roverello
14.10-14.20: traguardo volante di Noventa Vicentina
15.00-15.20: traguardo volante di San Bonifacio
16.00-16.20: GPM di San Giovanni in Monte
16.30-16.55: primo passaggio dal traguardo e GPM
16.45-17.10: traguardo volante di Arcugnano (con abbuoni)
17.00-17.25: arrivo a Vicenza (Santuario di Monte Berico)
METEO GIRO
Rovigo : cielo coperto, 16°C, vento moderato da E (16-35 Km/h), umidità al 60%
Noventa Vicentina (traguardo volante – Km 50.6): nubi sparse, 16°C, vento moderato da E (12-26 Km/h), umidità al 65%
San Bonifacio (traguardo volante – Km 93.8): nubi sparse, 18°C, vento moderato da SE (9-25 Km/h), umidità al 56%
San Giovanni in Monte (GPM – Km 135.1): nubi sparse, 18°C, vento moderato da E (10-26 Km/h), umidità al 56%
Vicenza : nubi sparse, 17°C, vento moderato da E (8-24 Km/h), umidità al 56%
DISCOGIRO
Tu che m’hai preso il cuor (Katia Ricciarelli)
GIRO AL CONTRARIO
L’ordine d’arrivo della dodicesima tappa
1° Lucas Plapp
2° Francisco Muñoz a 4′08″
3° Alessandro Verre a 4′39″
4° Martin Marcellusi a 5′01″
5° Afonso Eulalio a 5′35″
Classifica generale
1° Alexander Krieger
2° Niklas Märkl a 17′06″
3° Jensen Plowright a 18′16″
4° Gerben Thijssen a 20′46″
5° Gijs Van Hoecke a 22′15″
Miglior italiano Enrico Zanoncello, 6° a 23′01″
L’ULTIMO GIRO DI MAGNI
Riviviamo l’edizione 1955 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose per la terza ed ultima volta in carriera Fiorenzo Magni
26 MAGGIO 1955 – 12a TAPPA: NAPOLI – SCANNO (216 Km)
GEMINIANI CONQUISTA LA «MAGLIA ROSA» NELLA TAPPA DI SCANNO VINTA DA NENCINI
Coppi racconta perchè non ha reagito
Astrua giunto primo è distanziato dalla giuria – Crollo di Monti che retrocede al dodicesimo posto in classifica generale, mentre Magni sale al terzo e Coppi al quarto – Defilippis, uno dei più attivi animatori delia tappa, cede nell’ultima salita – “Se fossi l’uomo di qualche anno fa avrei scatenato la controffensiva”
22-05-2025
maggio 22, 2025 by Redazione
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GIRO D’ITALIA
L’olandese Olav Kooij (Team Visma | Lease a Bike) si è imposto nella dodicesima tappa, Modena – Viadana (Oglio-Po), percorrendo 172 Km in 3h55′40″, alla media di 43.791 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Casper van Uden (Team Picnic PostNL) e il britannico Ben Turner (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling Team), 10°. Il messicano Isaac Del Toro (UAE Team Emirates – XRG) è ancora in maglia rosa con 33″ sullo spagnolo Juan Ayuso (UAE Team Emirates – XRG) e 1′09″ sull’italiano Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious)
TOUR OF JAPAN
L’italiano Simone Raccani (JCL Team UKYO) si è imposto nella quarta tappa, circuito di Iida, percorrendo 120.9 Km in 3h06′01″, alla media di 38.997 Km/h. Ha preceduto di 2″ il britannico Mark Stewart (Team Solution Tech – Vini Fantini) e di 47″ l’italiano Valerio Conti (Team Solution Tech – Vini Fantini). Raccani è il nuovo leader della classifica con 2″ su Stewart e 9″ sull’italiano Alessandro Fancellu (JCL Team UKYO)
RONDE DE L’ISARD (Under23)
Il belga Jarno Widar (Lotto Development Team) si è imposto nella seconda tappa, Luz-Saint-Sauveur – Cauterets, percorrendo 132.1 Km in 3h09′20″, alla media di 41.866 Km/h. Ha preceduto di 6″ gli italiani Mattia Negrente (XDS Astana Development Team) e Ludovico Maria Mellano (XDS Astana Development Team). Widar è il nuovo leader della classifica con 8″ sul britannico Huw Buck Jones (Bourg-en-Bresse Ain Cyclisme) e 12″ su Negrente
VUELTA A BURGOS FEMINAS
L’olandese Lorena Wiebes (Team SD Worx – Protime) si è imposta nella prima tappa, Burgos – Poza de la Sal, percorrendo 125 Km in 3h22′31″, alla media di 37.034 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiana Elisa Balsamo (Lidl – Trek) e la belga Lotte Kopecky (Team SD Worx – Protime). La Wiebes è la prima leader della classifica con 4″ sulla Balsamo e 6″ sulla Kopecky
OLAV KOOIJ VINCE A VIADANA. ISAAC DEL TORO CONSERVA LA MAGLIA ROSA
Nella scontata volata di Viadana, arrivo della dodicesima tappa de Giro 2025. Olav Kooij (Team Visma Lease a Bike) vince di mezza ruota la volata davanti a Casper van Uden (Team Picnic PostNL) e Ben Turner (Team INEOS Grenadiers). Isaac Del Toro (UAE Team Emirates XRG) conserva la maglia rosa
Il Giro d’Italia 2025 si addentra nella seconda settimana con una tappa – la dodicesima – apparentemente disegnata per i velocisti ma il cui percorso rivela qualche insidia. SI parte da Modena a e si arriva a Viadana dopo 172 km. Le insidie di cui parlavamo sono concentrate grosso modo dal km 35 al km 95 in cui i ciclisti troveranno due gpm di terza categoria (Baiso e Borsea) ed una strada con diversi saliscendi. Se partirà una fuga consistente le squadre dei velocisti dovranno saper dosare le forze, non dargli troppo vantaggio e riprenderla negli ultimi 70 km totalmente pianeggianti. Finora nelle due volate di massa già disputatesi in questo Giro si sono avute le vittorie di Casper van Uden (Team Picnic PostNL) a Lecce e di Kaden Groves (Team Alpecin Deceuninck) a Napoli. Resta il fatto che al termine di questa tappa Isaac Del Toro (UAE Team Emirates) continuerà a vestire senza grossi patemi la maglia rosa. Dopo la partenza da Modena si registravano le prime fasi di corsa concitate con diversi ciclisti che attaccavano per andare in fuga. Dopo 4 km si formava un terzetto in testa con Giosuè Epis (Team Arkea B&B Hotels), Andrea Pietrobon (Team Polti VisitMalta) e Manuele Tarozzi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Nel giro di un paio di km i tre battistrada aumentavano decisamente il vantaggio sul gruppo maglia rosa che si disinteressava, almeno per il momento, dell’inseguimento. Tarozzi scollinava in prima posizione sul primo gpm di Baiso posto al km 40.5 mentre Pietrobon si aggiudicava il primo traguardo volante di Felina posto al km 59.5. Tarozzi scollinava in prima posizione sul gpm di Borsea, dopodichè iniziava il lungo tratto pianeggiante che conduceva al traguardo di Viadana con il gruppo che teneva costantemente nel mirino i tre battistrada. Epis vinceva il traguardo volante di Sant’Ilario d’Enza posto al km 118.6 mentre Pietrobon si aagiudicava il terzo ed ultimo traguardo volante di Brescello posto al km 139.1. A 26 km dalla conclusione la fuga veniva ripresa ed iniziavano le grandi manovre tra le squadre dei velocisti per la volata finale. La Visma Lease a Bike dominava gli ultimi km specialmente con Wout van Aert che lanciava alla perfezione Olav Kooij. Il ciclista olandese batteva di mezza ruota Casper van Uden (Team Picnic PostNL) che aveva provato ad anticipare la volata mentre terzo era Ben Turner (Team INEOS Grenadiers). Chiudevano la top five Mads Pedersen (Team Lidl Trek) in quarta posizione e Kaden Groves (Team Alpecin Deceuninck) in quinta posizione. Per Kooij è la quarta vittoria stagionale mentre la classifica generale vede sempre in maglia rosa Isaac Del Toro davanti ad Ayuso e Tiberi. Domani è in programma la tredicesima tappa da Rovigo a Vicenza di 181.4 km con un finale esplosivo adatto a finisseur e velocisti più che resistenti e dove anche gli uomini di classifica possono dire la loro. L’arrivo a Vicenza sul Monte Berico (800 metri al 7.6 di pendenza media) sarà garanzia di spettacolo.
Antonio Scarfone

Olav Kooij vince a Viadana (foto: Getty Images)
LE TRASMUTAZIONI DI BISMANTOVA: DALLO SBRINDELLIO SBUCA CARAPAZ
Il pezzo forte della seconda settimana intrattiene ma non troppo. Tappa che cambia faccia più volte, specchio di un Giro promettente ancora in cerca di identità.
“¡Latinoamérica!” esclama il colombiano Nairo Quintana quando gli si chiede un commento sulla tappa di cui è stato protagonista, ma che ha perso assieme agli altri compagni di fuga giusto nel finale, travolti sull’ultima salitella dal gruppo in rimonta – e proprio in quell’istante esatto, dal cuneo dei migliori già stirati sotto un passo sferzante si è fiondato a vincere con lunga azione da finisseur l’ecuadoriano Carapaz.
Ah, America Latina. Quanta ce n’è nella tappa di oggi, una tappa di sogni che si trasmutano in altro e poi in altro ancora, ricordandoci quella vecchia domanda – “un sogno che non si realizza è solo una bugia o è qualcosa di ancor peggiore?”.
Era un quarto di secolo che l’Appenino Tosco Emiliano attendeva il ritorno del San Pellegrino in Alpe, dalle parti del Giro del Diavolo, luogo di schiaffoni e giravolte fra, appunto, santi pellegrini e satanassi. Piccolissime Ande rosse di devozione e comunismo. La speranza, per la riapparizione mistica di questa ascesa giustamente leggendaria quanto a durezza, era che anche al Giro d’Italia partisse qualche schiaffone e s’innescasse qualche diabolico giro narrativo, nonostante i cento o quasi km alle spalle e cento da fare, divisi dal GPM come un gigantesco spartiacque, pianura di qua, mangia e bevi di là, il monumentale valico proprio di mezzo.
C’è il giovanissimo messicano Del Toro in maglia rosa a 21 anni, anche se il suo capitano sarebbe lo spagnolo Ayuso, maggiore di un solo anno e fra i favoritissimi alla partenza. Ayuso è finito acciaccato, Del Toro risulta poco collaudato sulle tre settimane; e poi: uno dei due capoccia del team, Matxin, pure spagnolo, ha in Ayuso il proprio pupillo, però Del Toro ha lo stesso procuratore (italiano) dell’onnipotente Pogi, il cui profilo “tagga in Instagram” una foto assieme al messicano. Investitura papale? Sorrisi e serpenti in squadra, il pubblico si frega le mani sperando in un culebrón (telenovela) di ripicche e tradimenti, un po’ meno gli atleti.
E poi ci sarebbe il grande rivale Roglic, vincitore nel 2023, che ha perso il suo più solido gregario (Jai Hindley, che addirittura il Giro lo aveva già vinto in prima persona pure lui nel 2022, e proprio all’ultimo giorno su Carapaz) e si trova quindi scortato, a corrente alternata, dal pur bravo scalatore italiano Pellizzari nelle vesti di scudiero più fidato. Roglic fra l’altro ha già fatto registrare una discreta quota parte del suo bilancio fisso di cadute con un paio di ruzzoloni non da poco, quindi anche lui è ammacatissimo come e più di Ayuso. Si attarda, recupera fulmineo, pare sganciato, rientra, un Giro finora enigmatico che tuttavia lo vede, guarda un po’, ancora in agguato nell’altissima classifica.
Tiberi e Ciccone le speranze italiane, e poi, come detto, ancora America Latina con altri due grandi campioni già vincitori del Giro: Egan Bernal (2021), sempre disciplinatissimo, sempre animato da una volontà d’acciaio, protagonista di un infinito ritorno verso i vertici del ciclismo dopo l’incidente potenzialmente mortale di qualche anno fa; e Carapaz (2019), che pure lui ha trascorso l’ultima mezza dozzina di stagioni a perdersi e ritrovarsi, a volte unico a tenere il passo di Pogi e Vingo in salita come nel 2021 o campione olimpico a Tokyo, altre volte ridimensionatosi a cacciatore di tappe extralusso magari con annessa maglia a pois, altre volte ancora mestamente attardato in un’abulia da poca gamba.
Da tutti questi si sogna uno squillo sull’Alpe di San Pellegrino, che svegli dal torpore tutti i diavoli del peloton e ci regali una corsa indemoniata nei cento km finali di discese, contropendenze, valli e agguati. Insomma, un tradimento di Ayuso al compagno leader in rosa, o un tradimento del gregario Del Toro al capitano spagnolo, oppure una rivoluzione campesina che scuota il vespaio e faccia cascare qualche testa coronata a favore dei peones, o al meno delle seconde linee, sia pure rientrando poi nei ranghi.
Questi i sogni del pubblico. I sogni del gruppo sono più modesti e concreti: macché classifica generale, macché tradimenti, siamo tutti già stracchi e un po’ sbatacchiati, niente ¡viva Zapata!, semmai “Viva la fuga!”. Che se ne vada una bella fuga e che si giochi la tappa.
Il problema però è che quando in gruppo sognano tutti quanti assieme, il sogno si fa rumoroso e affollato, scivoloso e profondo, convulso quasi, anche perché il sogno è lo stesso per tutti, ma nel sogno spazio per tutti non c’è: insomma, se tutti sanno che la fuga deve partire, finisce che non parte e non ci va nessuno. Perché chi resta fuori tira alla morte e riporta sotto il gruppo. Perché quando sembra chiaramente andata, allora dal gruppo anche i più dubbiosi si lanciano in avanti per agganciarla, e altri sulle loro ruote, e così facendo si tirano dietro quel che resta del gruppo grosso, e di nuovo siamo da capo, tutto da rifare. Trascorre così più di un’ora di gara sempre al di sopra dei 50 km/h nonostante sporadici strappetti e un fondovalle ascendente. Alla fine se ne va una fuga grande praticamente quanto il gruppo, quasi quaranta atleti che si precipitano contro le pendenze del San Pellegrino, da subito durissimo, come un fascio di particelle che si schianta contro un altro, sostanzialmente esplodendo in un caos di confusione tattica, pigrizia, opportunismo, e crisi immediate di chi alla fuga ci era arrivato già al gancio. Per capirci, sull’8-9% c’è in testa a tirare il colosso Pedersen per il suo gregario Vacek.
In meno di 3 km Lorenzo Fortunato, a caccia di punti pesanti per la maglia di miglior scalatore, capisce che così non va, e parte da solo. Saluti a tutti e cronoscalata solitaria. Bravo, folle e naturalmente fortunato, si prenderà in cima il bottino grosso e poi, tutto di guadagnato, in tal modo favorisce pure che si selezioni un bel quartetto di inseguitori, che lo raggiungeranno in discesa per proseguire assieme verso la meta: il più propositivo Pello Bilbao, compagno di Tiberi, che dà così adito a speranze fantasmagoriche di un attacco dell’italiano con testa di ponte davanti; il più solido in salita, Nairo Quintana, proprio lui, vincitore del Giro oltre dieci anni fa, probabilmente lo scalatore puro più forte della seconda metà degli anni ’10, in particolar modo quando il fondo la fa da padrone. C’è poi l’altresì granitico Poels, in supporto a Fortunato in casa Astana, e l’invece giovane australiano Plapp, trionfatore sabato scorso in una tappa molto simile. Ma la Storia non ama ripetersi: se non come sogno o incubo ricorrente, se non in America Latina o nelle Americhe Latine di tutto il mondo.
Il gruppo pare avviato a un controllo rigido da parte dallo squadrone UAE, perché oltre a Del Toro e Ayuso vi militano un altro paio di gregari che fanno pure classifica. Ma, proprio sulle rampe più dure, allunga secco Egan Bernal, con la maglia di campione colombiano da lui stesso disegnata ispirandosi a quelle dei grandi colombiani degli anni Ottanta. Lo sparpaglio è immediato, resta una decina scarsi di ciclisti. L’immagine è fantastica perché con tutti quegli uomini davanti che erano in fuga, e che ora stanno scivolando quasi all’indietro sulle pendenze impervie come in un cartone animato di scivoli insaponati… la confusione è subito enorme sulla strada. I migliori accelerano e rispondono a Bernal (poi supportato da Castroviejo che era in fuga), ma il trenino dei più forti deve serpeggiare fra i residuati della fuga che gli si parano davanti alla metà della velocità.
Chi c’è? Chi non c’è? Dov’è Roglic? In crisi i gemelli Yates (ciascuno in un superteam diverso)! Roglic isolato! Ayuso ingolfato! Reattivissimi Tiberi e Carapaz. Vuoi vedere che…?
Niente da fare. Allo scollinamento, ci si ferma, si scende tranquilli, che rientrino tutti i gregari. E con loro gli attardati. La rivoluzione non è oggi. Domani sicuramente no, e dopodomani men che meno. Pensiamoci forse per domenica prossima: dopo la Messa e il Grappa, o la grappa, magari. O martedì sul Santa Barbara, patrona del fuoco alle polveri. Grazie lo stesso Egan per averci fatto sognare: una tappa diversa sarebbe stata possibile.
E allora? Arriva la fuga? Vince Nairo? Vince Fortunato? Nemmeno, niente Nairo e niente fortuna. Perché, in una simmetria delirante, dopo aver tirato in salita per la prima metà del San Pellegrino in Alpe, e poi essersi arenato bello che sfondato, piomba dalle vette a tutte velocità un metorite ciclamino. Mads Pedersen riprende la testa del gruppo. E si mette a tirare. Supponiamo perché così magari il compagno e capitano per la classifica generale Ciccone potrebbe puntare alla tappa con relativi abbuoni. O semplicemente perché Pedersen sembra averci preso gusto, ha una gamba della madonna e gli altri dietro a stringere i denti. Il vantaggio della fuga evapora. Un lunghissimo ponte sul vasto greto di un piccolo fiume, il Secchia, basta da solo a tirar giù mezzo minuto fra i Gessi Triassici. Milioni di anni sono un nonnulla, figuriamoci trenta secondi. Carapaz mette pure lui la squadra. Presagi.
Tocca salire alla Pietra di Bismantova, altare titanico baciato da sole su un fondo di nuvoloni neri. E ritorniamo all’incipit del pezzo. La fuga è immolata, Carapaz – che come li sceglie lui, gli attimi fuggenti, nessun’altro – parte mani basse, fuorisella e denti stretti. Del Toro accenna un non so che. No, non può, che resti nel recinto. Non tocca oggi la sfuriata. Carapaz guadagna mezzo minuto. Dietro tira la UAE. Trenta secondi sono un nonnulla: dopo la salita non c’è discesa, perché si arriva a Castelnovo ne’ Monti con cinque km di dentelli e saliscendi. Trenta secondi non sono niente quando ti insegue il gruppo dei migliori. Ma Carapaz è un cagnaccio e sul traguardo ci arriva con dieci secondi. Dieci secondi sono tutto! Con pure i dieci di abbuono risale un po’ la classifica e vai a sapere che cosa ci combinerà la terza settimana, se viene a galla il suo fondo naturale. Magari con la voglia da campione di Bernal. Magari con lo stoicismo di Quintana. Magari con il peso piuma che vola all’insù di Einer Rubio. Magari con un Del Toro unchained, per scelta della squadra… o del “perfido” procuratore (Del Toro che fa la volata per il secondo posto col torso letteralmente girato all’indietro, come cercando platealmente Ayuso, il giro del Diavolo insomma). Insomma, magari alla terza settimana si fa la Rivoluzione – o magari vince Roglic. E la Rivoluzione la lasciamo per la quarta settimana e i suoi illustrissimi, magnifici sognatori.
Gabriele Bugada

Carapaz vince ai piedi della spettacolare Pietra di Bismantova (foto Dario Belingheri/Getty Images)
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): MODENA – VIADANA
maggio 22, 2025 by Redazione
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Inizia la traversata della Pianura Padana per trasferire la carovana del Giro dagli Appennini alle Alpi. Oggi i protagonisti saranno i velocisti, ma attenzione al vento nel finale.
Chiusa la “pratica Appennini” il Giro guarda ora alle Alpi, sulle quali la Corsa Rosa sbarcherà domenica prossima. Nell’attesa del ritorno sulle montagne andranno in scena tre classiche tappe di trasferimento, frazioni interlocutorie ideali per i cacciatori di tappe (ed è il caso di quella che si correrà domani) o votate all’arrivo allo sprint, come accadrà oggi in quel di Viadana e tra un paio di giorni sul traguardo sloveno di Nova Gorica. Non sarà tutto in pianura il percorso odierno, però, perchè in partenza ci sarà un ultimo assaggio di appennini, sotto la forma delle tre pedalabili ascese che movimenteranno l’altimetria nei primi 100 Km. Superato il GPM di Borsea e percorsa la successiva discesa, più nessuna difficoltà farà la comparsa sotto le ruote nei rimanenti 70 Km, nei quali si dovrà soltanto fare attenzione alle “apparecchiature stradali”, cordoli, rotatorie e curve che sono sempre meritevoli di considerazione e in particolare l’inversione a U che a 450 metri dal traguardo introdurrà nel rettilineo d’arrivo, alla quale i corridori arriveranno quasi sicuramente ad altissima velocità, provenienti da un rettifilo lungo 2 Km. I veri problemi, però, potrebbero arrivare dal vento, spesso in agguato anche nella Pianura Padana e soprattutto nelle zone adiacenti ai corsi d’acqua, come il fiume Po che scorre placido accanto alla cittadina di Viadana: per domani pomeriggio sono attese folate fino a 44-45 Km/h che nel vorticoso finale di gara potrebbero innescare i temuti ventagli.
Mauro Facoltosi

Il fiume Po all’altezza di Viadana e l’altimetria della dodicesima tappa (Google Street View)
I VALICHI DELLA TAPPA
Sella Baiso (539 metri). Si trova nei pressi dell’omonima località. Il Giro vi è transita finora una sola volta, durante la tappa Montecatini Terme – Reggio Emilia del 2001, vinta dal veronese Pietro Caucchioli.
Maestà del Morto (537 metri), Sella di Castagneto (509 metri). Vengono toccate dalla Strada Provinciale 7 “Pratissolo – Felina” tra Baiso e Carpineti. Il Giro li ha attraversati nel 2001, durate la pocanzi citata tappa di Reggio Emilia
SALA STAMPA
Italia
Giro d’Italia, le classifiche: Carapaz recupera, Del Toro allunga su Ayuso
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Carapaz pustil vse za sabo. Roglič v času rožnate majice (Carapaz lasciò tutto alle spalle. Roglič al tempo della maglia rosa)
Delo
Regno Unito
Carapaz solos to stage 11 win as Del Toro stays in pink jersey (Carapaz vince da solo l’undicesima tappa, mentre Del Toro resta in maglia rosa)
The Guardian
Francia
Carapaz s’offre sa première victoire de la saison, Del Toro toujours en rose (Carapaz conquista la prima vittoria stagionale, Del Toro ancora in rosa)
L’Équipe
Spagna
Carapazo di nuovo
AS
Belgio
Richard Carapaz behaalt eerste seizoenszege na spannende finale in de Giro (Richard Carapaz conquista la prima vittoria stagionale dopo un emozionante finale del Giro)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Richard Carapaz wint met indrukwekkende uitbarsting 11e etappe Ronde van Italië (Richard Carapaz vince l’undicesima tappa del Giro d’Italia con uno scatto impressionante)
De Telegraaf
Germania
Carapaz gewinnt nach Attacke – Zwei Youngster führen Giro an (Carapaz vince dopo l’attacco – Due giovani guidano il Giro)
Kicker
Repubblica Ceca
Carapaz zaskočil na Giru soupeře, v posledním stoupání dne zaútočil a slaví (Carapaz sorprende i rivali al Giro, attacca sull’ultima salita della giornata e festeggia)
Mladá Fronta Dnes
Usa
Carapaz triumphs in Giro d’Italia stage 11 as Del Toro extends overall lead (Carapaz trionfa nell’undicesima tappa del Giro d’Italia, Del Toro aumenta il vantaggio nella classifica generale)
The Washington Post
Colombia
Giro de Italia: Nairo Quintana avisó en la montaña y Egan Bernal dio pelea en la etapa atrapante que ganó Carapaz (Giro d’Italia: Nairo Quintana protagonista in montagna ed Egan Bernal combattivo nell’avvincente tappa vinta da Carapaz.)
El Tiempo
Ecuador
¡Nadie detiene a la Locomotora del Carchi! Richard Carapaz gana la etapa 11 del Giro de Italia 2025 (Nessuno ferma la Locomotiva del Carchi! Richard Carapaz vince l’undicesima tappa del Giro d’Italia 2025)
El Universo
Messico
Del Toro mantiene la ‘maglia’ rosa en el Giro de Italia tras la etapa 11 (Del Toro conserva la maglia rosa al Giro d’Italia dopo l’undicesima tappa)
La Jornada
Australia
Carapaz special at Giro after Aussie breakway bid fails (Carapaz speciale al Giro dopo il fallimento del tentativo di fuga australiano)
The West Australian
GLI ORARI DEL GIRO
13.25: partenza da Modena
14.20-14.30: GPM di Baiso
14.45-14.55: traguardo volante di Felina
15.30-15.50: GPM di Borsea
16.00-16.20: traguardo volante di Sant’Ilario d’Enza
16.25-16.45: traguardo volante di Brescello (con abbuoni)
16.30-16.55: primo passaggio dal traguardo
17.00-17.30: arrivo a Viadana
METEO GIRO
Modena : cielo coperto, 20°C, vento moderato da SE (10-24 Km/h), umidità al 70%
Baiso (GPM – Km 40.5): pioggia debole (0.1 mm), 16°C, vento moderato da SO (14-32 Km/h), umidità al 69%
Sant’Ilario d’Enza (traguardo volante – Km 118.6): parzialmente nuvoloso, 21°C, vento moderato da SO (17-36 Km/h), umidità al 55%
Viadana: parzialmente nuvoloso, 20°C, vento moderato da SO (17-43 Km/h), umidità al 62%
DISCOGIRO
Colonna sonora dei film di Don Camillo (Alessandro Cicognini)
GIRO AL CONTRARIO
L’ordine d’arrivo dell’undicesima tappa
1° Paul Magnier
2° Josef Cerný s.t.
3° Maikel Zijlaard a 44″
4° Alexander Krieger s.t.
5° Olav Kooij a 51″
Miglior italiano: Mattia Cattaneo, 22° a 1′10″
Classifica generale
1° Alexander Krieger
2° Niklas Märkl a 16′17″
3° Jensen Plowright a 17′27″
4° Gerben Thijssen a 19′57″
5° Enrico Zanoncello a 22′12″
L’ULTIMO GIRO DI MAGNI
Riviviamo l’edizione 1955 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose per la terza ed ultima volta in carriera Fiorenzo Magni
25 MAGGIO 1955 – 11a TAPPA: ROMA – NAPOLI (242 Km)
GIORNATA DI LIBERTÀ PER I GREGARI CHE STACCANO GLI ASSI A NAPOLI
Sviene per la gioia e l’emozione il vincitore della volata all’Arenaccia
Nella volata è primo Zucconelli seguito da Piazza e Grosso – Albano in festa per il primato del “suo” Monti – Prima di Capua fuggono 6 corridori tra l’indifferenza del gruppo – La classifica generale non muta – Oggi la Napoli – Scanno (Km 216) – Guidava i trattori prima di fare il corridore – Dice di avere ventiquattro anni in piano… ma sessanta sulle salite – I guai di Coletto
21-05-2025
maggio 21, 2025 by Redazione
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GIRO D’ITALIA
L’ecuadoriano Richard Carapaz (EF Education – EasyPost) si è imposto nell’undicesima tappa, Viareggio – Castelnovo ne’ Monti, percorrendo 186 Km in 4h35′20″, alla media di 40.533 Km/h. Ha preceduto di 10″ il messicano Isaac Del Toro (UAE Team Emirates – XRG) e l’italiano Giulio Ciccone (Lidl – Trek). Del Toro è ancora in maglia rosa con 31″ sullo spagnolo Juan Ayuso (UAE Team Emirates – XRG) e 1′07″ sull’italiano Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious)
TOUR OF JAPAN
Il giapponese Rui Udagawa (Aisan Racing Team) si è imposto nella terza tappa, circuito di Mino, percorrendo 137.3 Km in 3h09′35″, alla media di 43.453 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’indonesiano Aiman Cahyadi (Terengganu Cycling Team) e il tedesco Jon Knolle (REMBE | rad-net). Miglior italiano Andrea D’Amato (JCL Team UKYO), 9° a 16″. L’italiano Alessandro Fancellu (JCL Team UKYO) è ancora leader della classifica con 16″ sul danese Mathias Bregnhøj (Terengganu Cycling Team) e 33″ sul giapponese Atsushi Oka (Utsunomiya Blitzen)
RONDE DE L’ISARD (Under23)
Il britannico Huw Buck Jones (Bourg-en-Bresse Ain Cyclisme) si è imposto nella prima tappa, Saint-Mont – Bagnères-de-Bigorre, percorrendo 149.2 Km in 3h30′02″, alla media di 42.619 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Victor Loulergue (Bourg-en-Bresse Ain Cyclisme) e il belga Niels Driesen (Lotto Development Team). Miglior italiano Simone Zanini (XDS Astana Development Team), 4°. Buck Jones è il primo leader della classifica con 4″ su Loulergue e 6″ su Driesen. Miglior italiano Zanini, 5° a 10″
LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): VIAREGGIO – CASTELNOVO NE’ MONTI
maggio 20, 2025 by Redazione
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Dopo 25 anni il Giro torna ad inerpicarsi sulle scoscese pendenze di San Pellegrino in Alpe. La durissima salita toscana sembra quasi relegata in un angolo, ma anche i molti chilometri che si dovranno percorrere per andare al traguardo e il San Pellegrino potrebbe comunque iservarci delle sorprese
È una tappa che gli appassionati di ciclismo attendevano da ben 25 anni. Dal 2000, infatti, il Giro non osava avventurarsi verso i 1600 metri e rotti del Passo di San Pellegrino in Alpe, salita tra le più dure della catena appenninica in virtù dei suoi quasi 14 Km d’ascesa all’8.8% di pendenza media, che relegano nel finale i tratti più aspri, sotto la forma di un troncone di 2.6 Km nel quale l’inclinazione media schizza al 12.1% e poi ancora più in alto fino a raggiungere un picco massimo del 19%. La gioia dei tifosi delle grandi salite si è, però, ben presto spenta nel vedere la collocazione che è stata data a questa salita, sulla quale si scollinerà quando al traguardo mancheranno ancora 92 Km. Messa così sembra una tappa mal disegnata, ma vi assicuriamo che potrà far danni se a qualche “big” si spegnesse d’improvviso la luce sulle rampe del San Pellegrino, che potrebbero esser sfruttata da quei corridori bisognosi di recuperare il tempo perduto: è il caso di Roglic, che ieri a crono ha già rintuzzato parte del distacco subito da Ayuso nella tappa di Siena, ma anche lo stesso corridore spagnolo potrebbe voler ricacciare indietro il rivale. E se qualche corridore fosse riuscito sulle prime a digerire il San Pellegrino, potrebbe poi soffrirne gli effetti nei rimanenti 92 Km, che prevedono una serie di salite non dure come la precedenti, ma sulle quale si rischia di perdere terreno. Nello specifico sono concentrate negli ultimi 50 Km e saranno introdotte dai pedalabili 11 Km al 4.9% verso il borgo di Toano, un nome che vi ricorderà qualcosa perchè lo scorso anno vi è terminata una tappa del Giro d’Italia femminile vinta dalla neozelandese Niamh Fisher-Black. Una quindicina di chilometri più avanti si andrà a caccia di abbuoni al traguardo volante di Villa Minozzo, collocato al termine di uno strappo di 3 Km al 5%, poi rimarrà solo la salita verso la Pietra di Bismantova, la montagna simbolo di Castelnovo ne’ Monti: i suoi 5.8 Km al 5.8% non sono durissimi ma non sono nemmeno “bruscolini” al termine di una tappa del genere e potranno essere considerati alla stregua di un arrivo in salita, poichè sotto lo striscione del GPM mancheranno soli 6.5 Km al traguardo, tratto conclusivo caratterizzato da un brevissima discesa e da altri due tronconi in ascesa piazzati negli ultimissimi 2000 metri. E il meteo anche oggi potrebbe condizionare la giornata, poichè le previsioni meteo annunciano pioggia dall’arrivo alla partenza, pur se in maniera meno intensa rispetto al temporale che ha bersagliato il finale della cronometro di Pisa.
Mauro Facoltosi

La Pietra di Bismantova presso Castelnovo ne’ Monti e l’altimetria dell’undicesima tappa (www.montagna.tv)
I VALICHI DELLA TAPPA
Colle di Montemagno (224 metri). Quotato 214 metri sulle cartine del Giro 2025, è valicato dalla Strada Provinciale 1 “Francigena” tra Camaiore e Monsagrati. Il Giro d’Italia vi è transitato in diverse occasioni ma solo lo scorso anno sì è deciso di rendere il passaggio valido come traguardo GPM, conquistato dal danese Michael Valgren nel finale della tappa Genova – Lucca (vinta dal francese Benjamin Thomas). Anche alla Tirreno-Adriatico è stato spesso inserito nel percorso, ma in una sola occasione fu assegnato in vetta il GPM: accadde nel 2018 nei chilometri iniziali della tappa Camaiore – Follonica, vinta dal tedesco Marcel Kittel dopo che sul Montemagno era scollinato per primo il valtellinese Nicola Bagioli.
Foce di Boccaia (1194 metri). Viene toccata durante la salita a San Pellegrino in Alpe
Passo del Pradaccio (1617 metri). Quotato 1623 sulle cartine del Giro 2025, è valicato dalla SP 71 “di San Pellegrino in Alpe ” tra San Pellegrino in Alpe e la Foce delle Radici. Questo è il nome ufficiale della salita che più comunemente viene chiamata “Passo di San Pellegrino in Alpe”, ma sono stati utilizzati anche i toponimi di Passo del Lagadello e di Passo del Giro del Diavolo. Scoperta nel 1989, questa durissima salita è stata finora inserite tre volte nel percorso della Corsa Rosa: nell’anno del debutto fu inaugurata dal belga Claude Criquielion durante la tappa La Spezia – Prato, vinta da Gianni Bugno; nel 1995 fu per la prima volta inserito nelle fasi chiave di una tappa del Giro, la Pietrasanta – Il Cicco conquistata dal bresciano Enrico Zaina, che aveva scollinato in testa anche la cima del San Pellegrino; nel 2000 farà doppietta anche il toscano Francesco Casagrande, primo al GPM e primo al traguardo della Prato-Abetone.
Foce delle Radici (1529 metri). Nota anche come Passo delle Radici e quotata 1527 sulle cartine del Giro d’Italia 2023, vi transita l’ex Strada statale 324 “del Passo delle Radici” tra Pievepelago e Castelnuovo di Garfagnana. Inoltre vi confluisce la provinciale proveniente da San Pellegrino in Alpe. È stata affrontata cinque volte come GPM. Il primo corridore a espugnare la cima della Foce delle Radici è stato il bresciano Michele Dancelli durante la tappa La Spezia – Prato del Giro del 1967, vinta dallo stesso corridore. Nel 1971 sarà lo scalatore spagnolo Josè Manuel Fuente a scollinare in testa e anche in questo caso sarà il conquistatore delle Radici a far sua la tappa, partita da Forte dei Marmi e terminata con l’arrivo in salita a Pian del Falco, sopra Sestola. Fuente si imporrà anche nel 1974 nella tappa che prevedeva la Foce delle Radici (Modena – Il Ciocco), ma stavolta non sarà lo spagnolo a transitare per primo in vetta, conquistata dal ligure Giuseppe Perletto. Il penultimo corridore a mettere la firma sul valico tosco-emiliano sarà lo spagnolo Andrés Oliva nel 1976, nel corso della Porretta Terme – Il Ciocco che terminerà con la vittoria del belga Ronald De Witte. Infine, nel 2023 sarà il trentino Davide Bais a far sua questa montagna durante la tappa Scandiano – Viareggio, vinta dal danese Magnus Cort Nielsen
Valico Madonna di Pietravolta (1154 metri). Coincide con l’omonima località
Sella delle Vescie (1174 metri), Sella dell’Osteria al Monte (1172 metri). Toccata dalla Strada Provinciale 37 “di Frassinoro” tra Madonna di Pietravolta e Frassinoro
Selletta della Verna (734 metri). Toccata dalla Strada Provinciale 37 “di Frassinoro” tra Frassinoro e Montefiorino
Sella di Montefiorino (765 metri). Vi sorge l’omonimo abitato
Sella Toano (842 metri). Vi sorge l’omonimo abitato
Passo Collina (862 metri). Vi transita la Strada Provinciale 8 “Cerredolo – Toano – Villa Minozzo” tra Cerredolo e Toano
Sella Costabona (787 metri). Vi transita la Strada Provinciale 8 “Cerredolo – Toano – Villa Minozzo” tra Costabona e Villa Minozzo
Selletta Minozzo (672 metri). Quotata 680 metri sulle cartine del Touring Club Italiano, coincide con la località di villeggiatura di Villa Minozzo. Mai affrontato come GPM, il Giro d’Italia vi è transitato l’ultima volta nel 2001, nel corso della tappa Montecatini Terme – Reggio Emilia, vinta dal veneto Pietro Caucchioli: il passaggio da Villa Minozzo era valido come traguardo volante Intergiro, conquistato dall’umbro Fortunato Baliani.
SALA STAMPA
Italia
Il Giro a Pisa sotto il diluvio: crono a Hoole, Del Toro resta rosa ma Roglic gli recupera 1′07″
Gazzetta dello Sport
Slovenia
Hoole zmagal, Roglič iztržil največ (Vince Hoole, Roglič guadagna di più)
Delo
Regno Unito
Ayuso and Roglic close on Del Toro as Hoole prevails in Pisa (Ayuso e Roglic si avvicinano a Del Toro, Hoole prevale a Pisa)
The Guardian
Francia
Le chrono pour Hoole, Del Toro perd gros mais reste en rose (La crono a Hoole, Del Toro perde alla grande ma resta in rosa)
L’Équipe
Spagna
Ayuso acaricia el rosa (Ayuso accarezza il rosa)
AS
Belgio
Primoz Roglic profiteert van rotweer: dit zijn de nieuwe verschillen tussen de klassementsmannen na uitgeregende tijdrit (Primoz Roglic trae vantaggio dal maltempo: ecco le nuove differenze tra i contendenti alla classifica generale dopo la cronometro condizionata dalla pioggia)
Het Nieuwsblad
Paesi Bassi
Daan Hoole (26) stunt met zege in tijdrit Giro d’Italia en zorgt voor nieuw Nederlands succes (Daan Hoole (26) stupisce con la vittoria nella cronometro del Giro d’Italia e assicura un nuovo successo olandese)
De Telegraaf
Germania
Hoole gewinnt Zeitfahren – Del Toro verteidigt Rosa – Roglic macht Zeit gut (Hoole vince la cronometro – Del Toro difende Rosa – Roglic recupera tempo)
Kicker
Repubblica Ceca
Ayuso se přiblížil růžové, Vacek v dešti nebláznil. Časovku v Pise ovládl Hoole (Ayuso si è avvicinato al rosa, Vacek non si è dato per vinto sotto la pioggia. Hoole domina la cronometro di Pisa)
Mladá Fronta Dnes
Usa
Hoole wins Giro time trial on stage 10, Del Toro keeps overall lead (Hoole vince la cronometro del Giro nella 10a tappa, Del Toro mantiene la testa della classifica generale)
The Washington Post
Colombia
Egan Bernal se cayó, pero ‘sobrevivió’ a la lluvia y al piso mojado en la peligrosa contrarreloj del Giro de Italia (Egan Bernal è caduto, ma è sopravvissuto alla pioggia e alle condizioni umide nella pericolosa cronometro del Giro d’Italia)
El Tiempo
Ecuador
Daan Hoole gana la décima etapa del Giro de Italia y Richard Carapaz se mantiene entre los 10 mejores de la clasificación general (Daan Hoole vince la decima tappa del Giro d’Italia e Richard Carapaz rimane nella top 10 della classifica generale)
El Universo
Messico
Del Toro conserva la ‘maglia’ rosa en Pisa, presionado por Ayuso (Del Toro conserva la maglia rosa a Pisa, sotto la pressione di Ayuso)
La Jornada
Australia
Time trial triumph just eludes Aussies in Giro d’Italia (Il trionfo a cronometro sfugge agli australiani al Giro d’Italia)
The West Australian
GLI ORARI DEL GIRO
12.20: partenza da Viareggio
13.15-13.25: traguardo volante di Borgo a Mozzano
14.40-15.05: GPM di Alpe San Pellegrino
15.35-16.00: traguardo volante di Cerredolo
15.55-16.30: GPM di Toano
16.20-16.55: traguardo volante di Villa Minozzo (con abbuoni)
16.50-17.30: GPM di Pietra di Bismantova
16.55-17.35: arrivo a Castelnuovo ne’ Monti
METEO GIRO
Viareggio: pioggia debole (0.2 mm), 19°C, vento moderato da O (12-27 Km/h), umidità al 79%
Borgo a Mozzano (sprint – Km 46.3): pioggia debole (0.2 mm), 20°C, vento moderato da SO (6-22 Km/h), umidità al 68%
Alpe San Pellegrino (GPM – Km 93.6): pioggia debole (0.2 mm), 11°C, vento debole da SO (5-18 Km/h), umidità al 81%
Toano (GPM – Km 146.9): pioggia debole (0.4 mm), 16°C, vento debole da NO (5-19 Km/h), umidità al 73%
Castelnovo ne’ Monti: pioggia debole (0.9 mm), 17°C, vento debole da NO (4-19 Km/h), umidità al 72%
DISCOGIRO
Fiore di maggio (Zucchero Fornaciari)
GIRO AL CONTRARIO
L’ordine d’arrivo della decima tappa
1° Marco Brenner
2° Mikkel Honore a 6″
3° Alexander Cepeda 22″
4° Fabio Van den Bossche a 25″
5° Albert Torres a 39″
Miglior italiano: Kevin Colleoni, 8° a 58″
Classifica generale
1° Alexander Krieger
2° Niklas Märkl a 15′51″
3° Jensen Plowright a 17′01″
4° Gerben Thijssen a 19′31″
5° Enrico Zanoncello a 21′46″
L’ULTIMO GIRO DI MAGNI
Riviviamo l’edizione 1955 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose per la terza ed ultima volta in carriera Fiorenzo Magni
24 MAGGIO 1955 – 10a TAPPA: ROMA (Ponte Linaro) – ROMA (Ponte Linaro) (207 Km)*
*Sugli albi d’oro questa tappa è segnalata come Frascati – Frascati. In realtà Frascati era semplicemente luogo di passaggio del circuito, che ricalcò quello dei campionati del mondo disputati quello stesso anno (in quel caso l’arrivo era previsto proprio a Frascati)
MONTI NUOVA “MAGLIA ROSA” DEL GIRO DOPO LA VITTORIA DELLO SPAGNOLO RUIZ A ROMA
L’entusiasmo alla fine travolse tutto ed i corridori scomparvero nella calca
L’attacco del romano è stato scatenato all’ultimo dei dieci giri del circuito di Frascati – Disperata resistenza di Magni che scende al quarto posto nella classifica, preceduto anche da Geminiani e Nencini – Coppi conserva il sesto posto – Oggi si corre la Roma-Napoli (km. 242) – Un colloquio di Binda con Coppi, ma non si è parlato del Tour – Soddisfazione per il circuito – Ruiz è al suo quarto Giro e alla prima vittoria di tappa
LA PIOGGIA DI PISA FA “PENDERE” LA CRONO DALLA PARTE DI DAN HOOLE E ROGLIC
L’importante appuntamento con la prova contro il tempo che si concludeva nella spettacolare Piazza dei Miracoli di Pisa, all’ombra del Duomo, del battistero e soprattutto della Torre pendente, ha regalato la vittoria di tappa ad un outsider che è riuscito a spuntarla sullo specialista Tarling mentre tra i big l’orario ha favorito Roglic, che ha differenza di Ayuso e Del Toro ha disputato quasi tutta la prova su strada asciutta.
Dopo il giorno di riposo, eccoci alla tappa a cronometro di metà giro e gli appassionati sanno quanto sia difficile affrontare una corsa contro il tempo dopo il giorno di riposo.
Si tratta di una prova di 28 chilometri, sostanzialmente pianeggiante dato che la breve ascesa presente nelle fasi centrali può essere considerata trascurabile, sia per chilometraggio, sia per pendenze.
La collocazione alla decima tappa è ottima in quanto arriva a metà Giro, a fare da spartiacque tra una prima parte movimentata e una seconda in cui saranno presenti le grandi salite e quindi a costituire una cesura, anche da punto di vista della classifica generale che, dopo la cronometro, acquista la fisionomia con cui ci si presenterà ai piedi delle montagne.
Il chilometraggio, invece, è decisamente insufficiente, specialmente considerando che l’altra prova contro il tempo prevista in questo giro misurava solo 13 chilometri. Con una situazione del genere, la prova di oggi doveva misurare non meno di 40/45 chilometri, in modo da portare il chilometraggio complessivo sui 60.
Vero che nei tempi moderni gli organizzatori dei grandi giri tendono a diminuire i chilometraggi nelle prove contro il tempo, tuttavia non si può ignorare che le crono aiutano a scavare distacchi che poi costringono chi li subisce ad attaccare senza ridursi agli scatti negli ultimissimi chilometri.
Piuttosto il problema principale delle cronometro che oggi ha inciso pesantemente è proprio il fatto che molti corridori non corrono con le stesse condizioni meteo e, specialmente in caso di piogge sparse, anche corridori che partono a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro possono trovare condizioni differenti e questo può essere determinante anche per la vittoria in un Giro d’Italia in caso di distacchi risicati.
Per quel che riguarda la vittoria di tappa essa è stata appannaggio di quei corridori che hanno corso del tutto all’asciutto. Il successo è andata a sorpresa a Daan Hoole (Lidl – Trek), che non era indicato tra i favoriti da nessun opinionista. L’olandese è riuscito a battere il superfavorito Joshua Tarling (INEOS Grenadiers), che è forse partito troppo veloce e ha pagato nel finale visto che al primo intertempo aveva un buon vantaggio.
Per quel che riguarda gli uomini di classifica, Primoz Roglic (Red Bull – BORA – hansgrohe) ha avuto il vantaggio di affrontare la prova quasi completamente all’asciutto e la cosa si è rivelata molto importante nel finale, tratto nel quale ha guadagnato su tutti gli avversari e in particolare su Juan Ayuso (UAE Team Emirates – XRG): al secondo intertempo, lo spagnolo aveva un vantaggio di 12 secondi sullo sloveno ma poi ha chiuso con un ritardo di 19 secondi, cedendo quindi 31 secondi in 8 chilometri, il che significa quasi 4 secondi al chilometro (più o meno quello che uno scalatore puro perde da uno specialista).
Egan Bernal (INEOS Grenadiers), caduto nella prima parte della prova, ha accusato un grave ritardo al primo intertempo (53 secondi da Roglic) ma si è ripreso nella seconda parte, chiudendo la prova con 1′43″ dallo sloveno, il che significa che Bernal ha accumulato 6 secondi al chilometro nei primi 8 Km e solo 2,5 nei 20 chilometri successivi. Considerando la caduta, la sua prova è stata ottima, visto che è stato tra quelli che hanno accusato meno ritardo dal capitano della Bora nella parte finale.
Al contrario di Bernal, Richard Carapaz (EF Education – EasyPost) è andato in calando, specialmente dal secondo intermedio all’arrivo: al primo intertempo accusava solo 21 secondi da Roglic (eccetto Ayuso, si era trattato del miglior risultato tra i big), al secondo il ritardo era lievitato a 48 secondi e addirittura a 1′37″ all’arrivo. L’ecuadoriano ha così preso da Roglic 2,6 secondi al chilometro nei primi 8 chilometri, 2,2 nei successivi 12 chilometri e ben 6 secondi al chilometro negli ultimi 8.
Per quel che riguarda gli italiani, si può dire che Giulio Ciccone (Lidl – Trek) ha disputato una prova tutto sommato sui suoi livelli: anche l’abruzzese ha pagato un dazio altissimo nel finale (4,75 secondi al chilometro da Roglic tra il secondo intertempo e l’arrivo) mentre nel tratto centrale, che prevedeva anche una dolcissima ascesa, è stato superlativo, limitando i danni che invece erano stati consistenti anche al primo intertempo. Alla fine, considerando le sue caratteristiche, il ritardo complessivo di 1′43″ da Roglic (3,6 secondi ai chilometro) può considerarsi in linea con le aspettative.
Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious), miglior italiano della classifica, è partito con la strada bagnata e questo sembra aver messo un po’ di timore al laziale, che non è andato bene nei primi chilometri accusando 29 secondi da Roglic al primo intermedio r perdendo 3,6 secondi al chilometro, troppi per uno come Tiberi che nelle prove contro il tempo se l’è sempre cavata egregiamente. Nel secondo tratto, invece, si è ripreso davvero bene, diminuendo addirittura a soli 17 secondi il distacco da Roglic (un secondo al chilometro meglio dello sloveno). Di nuovo, nel finale, la pioggia ha penalizzato il laziale che è tornato a perdere dallo sloveno, anche se non come nel primo tratto, cedendo alla fine 38 secondi in totale.
Infine, per quel che riguarda la coppia di testa della UAE, Ayuso è andato molto bene sino al secondo intermedio. Nei primi 8 chilometri, nonostante la pioggia, ha ceduto solo un secondo al chilometro a Roglic mentre, nel secondo tratto, gli ha inflitto addirittura un distacco di 20 secondi recuperando 1,6 secondi al chilometro. Anche nel caso di Ayuso, la pioggia battente nel finale ha influito non poco dato che negli ultimi 8 chilometri lo spagnolo non solo ha perso il vantaggio che aveva al secondo intertempo, ma ha anche accusato un distacco di 19 secondi all’arrivo, perdendo quindi 31 secondi negli ultimi 8 chilometri.
La maglia rosa Isaac Del Toro ha, invece, avuto qualche difficoltà, anche se forse, come ha affermato il suo direttore sportivo, ha badato a non prendere troppi rischi, specie nei primi 8 chilometri, lungo i quali ha lasciato ben 34 secondi a Roglic, un secondo peggio di Ciccone.
Al secondo intermedio, la maglia rosa si è ripresa recuperando addirittura 3 secondi a Roglic mentre, nel finale, a causa della pioggia intensa ha accusato un ulteriore ritardo di 36 secondi e ha chiuso a 1′07″ dallo sloveno.
La classifica generale, rivoluzionata nei distacchi più che nelle posizioni, vede ancora Del Toro in maglia rosa, ma il ritardo del compagno di squadra Ayuso è ora di soli 25 secondi, mentre Tiberi conserva la terza posizione con un ritardo di un minuto; a soli 2 secondi c’è Simon Yates (Team Visma | Lease a Bike), autore di una buona prova, mentre Roglic è in quinta posizione con 1′18″ di ritardo.
La coppia di gregari di lusso dell’UAE (Brandon McNulty e Adam Yates) al sesto e settimo posto mette ancor più in risalto la forza di questa squadra, orfana di Pogacar, e nondimeno in grado di piazzare quattro uomini in top ten. Scivolano in ottava e nona posizione Ciccone e Carapaz, che ora accusano rispettivamente 2′07″ e 2′10″ dalla maglia rosa.
Con questa situazione di classifica, si può star certi che Ciccone e Carapaz attaccheranno in montagna, ma anche un classico attendista come Roglic non potrà limitarsi allo scattino all’ultimo chilometro nelle tappe con arrivo in salita, anche perché non ci sono i classici arrivi che lui predilige. Tecnicamente, l’arrivo in salita vero è proprio c’è solo a San Valentino e a Sestriere ma, nel secondo caso, le pendenze sono tutt’altro che severe.
Domani, invece, è prevista una tappa molto interessante con la terribile ascesa all’alpe di San Pellegrino che, anche se piazzata a 93 chilometri dall’arrivo, potrebbe lasciare il segno nei successivi chilometri se affrontata a ritmo elevato. Come frazione sembra disegnata apposta per favorire una fuga, ma attenzione alla imboscate perché già a Siena si è visto cosa può accadere.
Benedetto Ciccarone

Hoole corre all'asciutto e vince la cronometro Lucca - Pisa (foto Dario Belingheri/Getty Images)