LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): VERBANIA – VALLE SPLUGA (ALPE MOTTA)

maggio 29, 2021 by Redazione  
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È l’ultima occasione per gli avversari di Bernal per metterlo in crisi in montagna, dopo la crisi patita dal colombiano a Sega di Ala. Ieri all’Alpe di Mera Yates non è riuscito a metterlo in difficoltà come l’altro giorno, pur avendo guadagnato quasi mezzo minuto; oggi le dovrà tentare tutte se vorrà vincere il Giro, ma non sarà facile

Quella odierna sarà l’ultima possibilità per gli scalatori, e soprattutto per il britannico Simon Yates, per tentare di mettere in difficoltà Egan Bernal. La maglia rosa pareva inattaccabile dopo le prove di forza dimostrate dal colombiano a Campo Felice, a Montalcino, sullo Zoncolan e sul Giau. Il giorno dopo il riposo, però, il durissimo arrivo in salita a Sega di Ala ci aveva mostrato uno scenario differente, con la maglia rosa in sofferenza dopo l’attacco di Yates, riuscito a guadagnare quasi un minuto. E un’altra trentina di secondi il britannico li ha conquistati ieri sull’Alpe di Mera, fermandosi a 2′49″ dal primato di Bernal, un “tesoretto” temporale che sembra comunque ancora consistente. Non sarà facile “demolirlo”, anche perchè le salite del tappone italo-elvetico non hanno la possanza del Giau, della Sega di Ala e dell’Alpe di Mera, soprattutto sotto l’aspetto delle pendenze. Potrebbero comunque lasciare il segno e contribuire ad aiutare la selezione innescata da eventuali e attesi attacchi dello scalatore britannico. L’inclinazione media del Passo del San Bernardino, per esempio, è “solo” del 6.2%, ma è distribuita su ben 23.7 Km che fanno dell’ascesa elvetica la più lunga del Giro 2021. Anche la quota potrà avere un certo peso perché in vetta al passo si supererà di 65 metri la quota 2000 e ancora più in alto si salirà per raggiungere il successivo Passo dello Spluga (2115 metri) al termine di un’ascesa nettamente più breve della precedente, ma fornita di una pendenza media di poco superiore (8.9 Km al 7.3%). Rientrati in italia gli ultimi giochi di classifica in salita si faranno nella parzialmente inedita ascesa finale verso l’Alpe Motta, suddivisa in due rampe distinte all’altezza del passaggio da Madesimo, dove la strada diventerà pianeggiante per un buon chilometro. I due tratti di ascesa – il primo di 4 Km, il secondo lungo poco meno di 2.5 Km – presentano una pendenza media molto simile, attorno all’8,6%, anche se in realtà i dati della porzione conclusiva dell’ascesa sono mitigati da una progressiva perdita d’inclinazione nel tratto che precede il traguardo: quell’ultimo settore debutterà con 1000 metri al 10% medio sul quale chi sarà alla frutta rischierà di fare una bella indigestione di salite, anche se a così poco dall’arrivo forse non si potrà perder molto tempo dai corridori che lo precedono (sempre che la luce non si sia spenta molto prima).

I tornanti del Passo dello Spluga e l’altimetria della diciannovesima tappa (www.sondriotoday.it)

I tornanti del Passo dello Spluga e l’altimetria della diciannovesima tappa (www.sondriotoday.it)

L’ANGOLO DELLA STORIA

L’Alpe Motta, frazione più alta del comune di Campodolcino, ospiterà il Giro per la prima volta, ma la salita conclusiva in passato è già stata affrontata alla Corsa Rosa poiché per raggiungere il traguardo si dovrà obbligatoriamente transitare da Madesimo, dove già due tappe si sono concluse. Il “battesimo” ciclistico di questa località avvenne nel 1965 con un durissimo tappone d’alta montagna il cui finale coincide con quello della frazione disegnata quest’anno. Era il 3 giugno e il mattino i corridori presero il via dalla località elvetica di Saas Fee con la prospettiva di percorrere sotto il maltempo qualcosa come 282 Km infarciti di quattro grandi passi alpini: prima di San Bernardino e Spluga si dovevano, infatti, raggiungere i 2429 metri del Furkapass (che, tra due settimane, sarà affrontato anche nella tappa conclusiva del Tour de Suisse) e poi anche i 2106 metri del San Gottardo. A non farsi intimorire dalla pioggia fu la maglia rosa Vittorio Adorni che, nonostante i più di 6 minuti di vantaggio su Italo Zilioli, rispondendo a un attacco di Michele Dancelli dopo il San Bernardino salutò tutti è s’involò verso il traguardo, dove giunse quasi tre minuti e mezzo prima di Vito Taccone, portando a 11’26” il suo vantaggio su Zilioli: quando, tre giorni più tardi, il corridore parmense sarà consacrato a Firenze vincitore del Giro la Gazzetta titolò “È il più bel rosa dopo Coppi”. Più in sordina passò l’arrivo del Giro a Madesimo nel 1987, ancora soffocato dalle polemiche che qualche giorno prima erano scaturite dopo la tappa di Sappada, quello dello storico attacco dell’irlandese Stephen Roche ai danni del suo capitano in maglia rosa Roberto Visentini. La tappa valtellinese, che stavolta proponeva l’ascesa finale integrale da Chiavenna dopo esser saliti in precedenza sul Passo San Marco, terminò con il successo di Jean-François Bernard, astro nascente del ciclismo francese che il mese successivo al Tour si piazzerà terzo a 2′13″ da Roche dopo essersi imposto nella cronoscalata al Mont Ventoux e nell’altra prova contro il tempo di Digione. La sua carriera ad alti livelli, però, terminerà l’anno successivo a causa di una caduta rimediata proprio al Giro nella tappa di Borgo Valsugana, che gli consentirà di correre ancora ma senza più raggiungere le alte vette che la sua classe gli avrebbe permesso di conquistare.

CIAK… SI GIRO

In questa rubrica ieri si era parlato di film ispirati ai romanzi di Piero Chiara, il romanziere originario di Luino che nel 1976 pubblicò il suo libro di maggior successo, “La stanza del vescovo”, ambientato sul Lago Maggiore. Inevitabilmente – anche se, talvolta, nel cinema capita il contrario – si scelse lo stesso lago quando l’anno successivo il regista Dino Risi ne fece un film che sarà presentato fuori concorso al Festival del Cinema di Cannes. Protagonisti ne furono Ugo Tognazzi, Ornella Muti e alcune tra le bellezze più suggestive del Verbano, come l’Eremo di Santa Caterina del Sasso e i castelli di Cannero, manieri innalzati tra l’XI secolo e il XII secolo su due isolotti rocciosi situati nel bel mezzo del lago: mancando quest’anno un’ultima tappa in linea da vivere a ritmo turistico nei chilometri iniziali (domani la frazione conclusiva sarà a cronometro) il gruppo potrebbe scegliere il tratto iniziale della frazione di Valle Spluga per una sorta di passerella, trovando così il tempo di gettare una fugace occhiata verso i castelli che Tognazzi e la Muti raggiunsero per un romantico pic-nic quarantaquattro anni fa.

Ugo Tognazzi e Ornella Muti veleggiano verso i Castelli di Cannero ne La stanza del vescovo (www.davinotti.com)

Ugo Tognazzi e Ornella Muti veleggiano verso i Castelli di Cannero ne "La stanza del vescovo" (www.davinotti.com)

Cliccate qui per scoprire le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/la-stanza-del-vescovo/50001544

METEO GIRO

Le previsioni meteo per la tappa del giorno

Verbania : poco nuvoloso, 23.4°C, vento debole da SSE (8 Km/h), umidità al 48%
Locarno (Km 33.6) : cielo sereno, 24.7°C, vento debole da S (8 Km/h), umidità al 52%
Roveredo (Km 65.1) : cielo sereno, 24.9°C, vento debole da W (8 Km/h), umidità al 53%
San Bernardino (paese) (Km 98.8) : nubi sparse con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 15.3°C, vento moderato da NW (12-14 Km/h), umidità al 43%
Passo dello Spluga (Km 134.9) : poco nuvoloso, 11°C, vento moderato da NNW (16-22 Km/h), umidità al 42%
Valle Spluga (Alpe Motta)*: cielo sereno con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 15.4°C, vento moderato da NNW (14-20 Km/h), umidità al 42%

* previsioni relative al centro di Madesimo (1534 metri), dal quale si transita a 2 Km dall’arrivo (traguardo a quota 1727 metri)

GLI ORARI DEL GIRO

11.15: inizio diretta su Raisport
12.15: inizio diretta su Eurosport1
12.20: partenza da Verbania
12.50-12.55: traguardo volante di Cannobio
14.00: inizio diretta su RAI 2 (a circa 65 Km dalla partenza)
14.20-14.30: inizio salita Passo San Bernardino
15.15-15.40: GPM del Passo San Bernardino
15.40-16.05: inizio salita Passo dello Spluga
16.05-16.40: GPM del Passo dello Spluga
16.30-17.05: inizio salita finale
16.45-17.25: traguardo volante di Madesimo
16.55-17.30: arrivo all’Alpe Motta

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo diciottesima tappa, Rovereto – Stradella

1° Samuele Rivi
2° Samuele Zoccarato s.t.
3° Nicola Venchiarutti s.t.
4° Albert Torres s.t.
5° Max Walscheid s.t.

Classifica generale

1° Riccardo Minali
2° Matteo Moschetti a 6′59″
3° Attilio Viviani a 7′20″
4° Alexander Krieger a 11′15″
5° Umberto Marengo a 17′51″

Maglia nera: Egan Bernal, 144° a 4h56′44″

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Rizzato: “La nostra motocronaca segna 27 gradi”
Borgato: “Il suo ritardo non è cosi lontano”
Pancani: “Gruppo che va a punteggiare questa bellissima discesa”
Cassani: “Yates è in buona ancora condizione”
Genovesi: “San Giulio e San Giuliano partirono er portare le chiese nell’Europa meridionale”
Genovesi: “Prestigissimo premio”
Pancani: “Passo della Colma, salita inedita” (è già stata affrontata nel 1992)
Rizzato: “Vedono passare il panorama ai lati della strada”
Borgato: “Si stanno rivedendo la stessa cosa”
Pancani: “Arriva adesso Simon Yates” (era già arrivato da un minuto)
Televideo RAI: “Precede Almeida e Bernal di 11 secondi” (Bernal ne ha persi 28)
Televideo RAI: “Yates vince precedendo di 10 secondi Almeida e di 27″ Egan Bernal” (ne hanno rispettivamente persi 11 e 28)
Televideo RAI: “Bernal, scortato dal team, aspetta gli ultimissimi km per riportarsi nel gruppo” (con lui era rimasto un solo compagno di squadra e non si è riportato sul gruppo semplicemente perchè davanti a lui c’era solo Yates, che non è riuscito a raggiungere; e nel finale lo ha staccato anche Almeida)

DISCOGIRO

Marcia funebre, Fryderyk Chopin (dedicata alla vittime dell’incidente del Mottarone)

28-05-2021

maggio 28, 2021 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

Il britannico Simon Philip Yates (Team BikeExchange) si è imposto nella diciannovesima tappa, Abbiategrasso – Alpe di Mera (Valsesia), percorrendo 166 Km in 4h02′55″, alla media di 41.002 Km/h. Ha preceduto di 11″ il portoghese João Pedro Gonçalves Almeida (Deceuninck – Quick Step) e di 28″ il colombiano Egan Arley Bernal Gómez (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain – Victorious), 4° a 42″. Bernal Gómez è ancora maglia rosa con 2′29″ su Caruso e 2′49″ su Yates.

BOUCLES DE LA MAYENNE

Il francese Arnaud Démare (Groupama – FDJ) si è imposto nella seconda tappa, Vaiges – Évron, percorrendo 173 Km in 4h11′32″, alla media di 41.267 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Niccolò Bonifazio (Team Total Direct Énergie) e il norvegese Kristoffer Halvorsen (Uno-X Pro Cycling Team). Il tedesco Philipp Walsleben (Alpecin-Fenix) è ancora leader della classifica con 12″ su Démare e 16″ sullo spagnolo Diego Rubio Hernández (Burgos-BH). Miglior italiano Bonifazio, 7° a 26″

TOUR DE LA MIRABELLE

L’irlandese Rory Townsend (Canyon dhb SunGod) si è imposto nella prima tappa, Pont-à-Mousson – Lesménils, percorrendo 158.8 Km in 3h45′54″, alla media di 42.178 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Joseph Pidcock (Equipe continentale Groupama-FDJ) e il francese Axel Zingle (CC Etupes). Due italiani in gara: Lorenzo Germani (Groupama-FDJ Conti) 67° a 49″, Filippo Fortin (Team Vorarlberg) 106° a 5′14″. Il norvegese Idar Andersen (Uno-X Pro Cycling Team) è ancora leader della classifica con lo stesso tempo dell’elvetico Théry Schir (Swiss Racing Academy) e di Townsend. Germani 66° a 1′04″, Fortin 96° a 5′21″

TOUR OF ESTONIA

L’estone Karl Patrick Lauk (nazionale estone) si è imposto nella prima tappa, Tallin – Tartu, percorrendo 193.3 Km in 4h07′36″, alla media di 46.841 Km/h. Ha preceduto di 7″ il polacco Marceli Boguslawski (Mazowsze Serce Polski) e di 8″ il greco Polychronis Tzortzakis (Kuwait Pro Cycling Team). Due italiani in gara: Andrea Peron (Team Novo Nordisk) 17° a 34″, Umberto Poli (Team Novo Nordisk) 40° a 58″. Lauk è il primo leader della classifica con 11″ su Boguslawski e 12″ su Tzortzakis. Peron 17° a 44″, 40° a 1′08″

TOUR OF JAPAN

Il giapponese Nariyuki Masuda (Utsunomiya Blitzen) si è imposto nella prima tappa, Fuji International Speedway – Mount Fuji, percorrendo 78.8 Km in 2h35′52″, alla media di 30.334 Km/h. Ha preceduto di 11″ il francese Thomas Lebas (Kinan Cycling Team) e di 44″ il connazionale Masaki Yamamoto (Kinan Cycling Team). Nessun italiano in gara. Masuda è il primo leader della classifica con 11″ su Lebas e 44″ su Yamamoto

INTERNATIONALE LOTTO THÜRINGEN LADIES TOUR (Donne)

La belga Lotte Kopecky (Liv Racing) si è imposta nella quarta tappa, circuito di Dörtendorf, percorrendo 101 Km in 2h29′43″, alla media di 40.476 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Lucinda Brand (Trek-Segafredo Women) e la tedesca Liane Lippert (Team DSM). Miglior italiana Marta Cavalli (FDJ Nouvelle Aquitaine Futuroscope), 5° a 6″. La Brand è la nuova leader della classifica con 4″ sulla Kopecky e 8″ sulla danese Emma Norsgaard Jørgensen (Movistar Team). Miglior italiana la Cavalli, 15° a 1′41″

SULL’ALPE DI MERA SCOCCA L’ORA DI YATES. BERNAL RESTA IN MAGLIA ROSA

maggio 28, 2021 by Redazione  
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Sull’Alpe di Mera è battaglia tra i big di classifica dopo che la fuga di giornata viene ripresa proprio all’imbocco della salita finale. Simon Yates (Team Bikeexchange) scatta a poco più di 6 km dall’arrivo e mantiene un vantaggio tra i 20 e i 30 secondi che gli permette di vincere ed accorciare in classifica generale su Egan Bernal (Team INEOS Grenadiers), oggi giunto terzo ma abile a sapersi gestire. Domani ultimo tappone alpino sull’Alpe Motta prima della cronometro conclusiva di Milano.

La diciannovesima tappa che inizialmente doveva misurare 176 km ed invece è stata accorciata a 166, tagliando la scalata del Mottarone dopo la tragedia della funivia e il giustificato appello al rispetto delle vittime, parte da Abbiategrasso e termina sull’Alpe di Mera. Quest’ultima concentra praticamente tutte le difficoltà altimetriche della tappa odierna visto che i GPM di Gignese e del Passo della Corna, di quarta e di terza categoria, non presentano pendenze tali da poter provocare sconquassi. In particolare i durissimi tre km finali della salita conclusiva, con pendenze costantemente al di sopra del 10%, ci diranno se Egan Bernal (Team INEOS Grenadiers) ha superato la crisi patita sulla Sega di Ala e soprattutto se Adam Yates (Team Bikeexchange) ha concrete chance di rimonta sul colombiano, anche in considerazione delle ultime due tappe di sabato e domenica. Il primo tentativo di fuga dopo la partenza da Abbiategrasso veniva portato da cinque ciclisti intorno al km 30. I cinque in testa erano Louis Vervaeke e Dries De Bondt (Team Alpecin Fenix), Eduardo Sepulveda (Team Androni Giocattoli), Fabio Felline (Team Astana) ed Andrea Pasqualon (Team Intermarchè Wanty Gobert). Il gruppo rientrava sugli attaccanti trainato dal Team Movistar. Dopo circa 50 km riuscivano ad evadere sei ciclisti: oltre a Pasqualon, sempre presente, erano presenti nel nuovo tentativo Larry Warbasse (Team AG2R Citroen), Nicola Venchiarutti (Team Androni Giocattoli), Giovanni Aleotti (Team Bora Hansgrohe), Mark Christian (Team EOLO Kometa) e Quinten Hermans (Team Intermarchè Wanty Gobert). Questa era l’azione giusta per la fuga di giornata. Il gruppo restava comunque a distanza di sicurezza dai fuggitivi, visto che il Team Bikeexchange prendeva le redini del comando, impedendo alla fuga di dilatare il suo vantaggio. Christian si aggiudicava il primo GPM di Gignese posto al km 83 mentre Pasqualon transitava in prima posizione sul successivo traguardo volante di Baveno. Gianluca Brambilla (Team Trek Segafredo) era costretto al ritiro a causa di una caduta. Il gruppo maglia rosa aumentava l’andatura ed allo scollinamento sul Passo della Colma, sul quale transitava Warbasse in prima posizione, il ritardo rispetto ai fuggitivi era di circa un minuto e mezzo. Era forte ormai il sospetto, se non la certezza, che i big di classifica si sarebbero dati battaglia sull’Alpe di Mera anche per la vittoria di tappa. Erano in particolare gli uomini della Deceuninck Quick Step a fare il forcing in testa al gruppo. Christian si aggiudicava il secondo traguardo volante di Scopetta. I fuggitivi iniziavano la salita finale con un vantaggio di circa 20 secondi sul gruppo maglia rosa. Christian era l’ultimo dei fuggitivi ad essere ripreso dal gruppo a 7 km dall’arrivo. Il primo dei big a scattare era Joao Almeida a 6 km e mezzo dalla conclusione. Ai meno 6 rispondeva Simon Yates (Team Bikeexchange). L’inglese trainava con sé George Bennett (Team Jumbo Visma), Damiano Caruso (Team Bahrain Victorious) e Alexander Vlasov (Team Astana). Il britannico accelerava nuovamente e faceva il vuoto. A 4 km dall’arrivo Yates aveva 30 secondi di vantaggio sul gruppo maglia rosa. Sia Castroviejo che Martinez lavoravano alla grande per Bernal. A 2 km dal termine Yates aveva ancora 20 secondi di vantaggio sulla coppia Bernal-Almeida. Yates dava tutto per vincere la tappa e riusciva a tagliare il traguardo con 11 secondi di vantaggio su Almeida e 28 secondi di vantaggio su Bernal. Caruso quarto e Vlasov quinto chiudevano la top five a 32 secondi di ritardo da Yates. In classifica generale Bernal è sempre in maglia rosa con 2 minuti e 29 secondi di vantaggio su Caruso e 2 minuti e 49 secondi di vantaggio su Yates, che domani ha la possibilità di sorpassare il siciliano. Domani è in programma la ventesima tappa da Verbania all’Alpe Motta per un totale di 164 km. Si correrà per tre quarti del percorso, dal km 22 al km 135, in territorio svizzero. I tre GPM in programma, tutti di prima categoria, sono compresi nella seconda parte del tracciato e saranno decisivi per l’assestamento della classifica generale, che potrebbe anche subire qualche cambiamento nelle prime posizioni.

Giuseppe Scarfone

La vittoria di Simon Yates sullAlpe di Mera (foto: Getty Images Sport)

La vittoria di Simon Yates sull'Alpe di Mera (foto: Getty Images Sport)

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): ABBIATEGRASSO – ALPE DI MERA (Valsesia)

maggio 28, 2021 by Redazione  
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La crisi patita mercoledì pomeriggio dalla maglia rosa Egan Bernal sull’ascesa dell’Alpe di Mera è stato solo un momento passeggero oppure dietro c’è la stanchezza che si sta accumulando dopo due settimane di Giro d’Italia? A dissipare questo dubbio ci penserà oggi un altro difficile arrivo in salita

L’inaspettata crisi di Bernal sulla salita della Sega di Ala ha riaperto un Giro che sembrava andare nel senso unico della vittoria schiacciante dello scalatore colombiano. E così ora c’è molta più attesa oggi per l’inedito approdo all’Alpe di Mera, che si raggiungerà percorrendo un’ascesa che può quasi essere considerata una gemella di quella trentina. Questa misurava 11.2 Km e presentava una pendenza media del 9.8%, mentre i primi 500 metri e gli ultimi 2 Km era decisamente pedalabili; la salita valsesiana, invece, non presenta mai tratti che consentiranno di rifiatare ed è lunga poco più del tratto duro della Sega di Ala, mentre le pendenza media è di quasi un grado inferiore: sono comunque 9.7 Km al 9% che avranno il loro “non plus ultra” nel picco al 14% che si raggiungerà a poco meno di 3 Km dalla conclusione. Come nella tappa disputata due giorni fa l’ascesa finale non si affronterà “liscia” poiché sarà preceduta da altri due Gran Premi della Montagna, comunque più facili rispetto al San Valentino: si tratta del Passo della Colma (7.5 Km al 6.4%) e della precedente ascesa all’Alpe Agogna di Gignese (12.8 Km al 2.9%), inserita nel tracciato soli pochi giorni fa in sostituzione della più impegnativa salita al Mottarone (15 Km al 6.7%), tolta dal tracciato in rispetto delle vittime dell’assurdo ncidente avvenuto domenica scorsa sulla funivia che saliva da Stresa.

Il Sacro Monte di Varallo e l’altimetria della diciottesima tappa (www.avvenimenti.org)

Il Sacro Monte di Varallo e l’altimetria della diciottesima tappa (www.avvenimenti.org)

L’ANGOLO DELLA STORIA

A differenza di Sega di Ala, l’approdo all’Alpe di Mera costituisce un traguardo nuovissimo per il ciclismo professionistico. Non è la prima volta, però, che una corsa arriva lassù perché negli anni ’80 vi terminarono due frazioni del Giro della Valsesia, corsa per dilettanti che si disputò a tappe dal 1980 al 2003 e in linea dal 2004 al 2012, l’anno dell’ultima edizione, nella quale si piazzò secondo Fabio Aru, che poche settimane più tardi sarebbe passato professionista con l’Astana. Nel 1985 s’impose in classifica l’attuale commentatore RAI Marco Saligari, che dodici mesi più tardi iniziò da leader anche l’edizione successiva vincendo la tappa d’apertura. Il giorno dopo era in programma per la prima volta nella storia l’arrivo all’Alpe di Mera, la cui strada d’accesso era stata asfaltata da pochi mesi e permetteva all’epoca di giungere fino all’Alpe Trogo, dalla quale nella tappa di oggi si transiterà quando mancheranno circa 2 Km e mezzo al traguardo. Lassù Saligari sarà costretto a lasciare le insegne del primato al suo compagno di squadra Ivan Luca Menni, che oltre a vincere la tappa gli succederà qualche giorno più tardi nell’albo d’oro del Giro della Valsesia. Anche il vincitore su questo traguardo nel 1989, Marco Lanteri, poi si imporrà nella classifica generale: si tratta di un binomio – vittoria all’Alpe di Mera e primato nella classifica finale – che si ripeterà anche nel 2021?

CIAK… SI GIRO

Proprio ai piedi del Mottarone il gruppo sfiorerà l’incantevole borgo di Orto San Giulio, dedalo di viuzze pittorescamente affacciato sull’omonimo lago nel quale il gruppo, per ovvie ragioni, non può avventurarsi. In quel reticolo di stradine, però, in passato ci si sono inoltrate con i loro ingombranti mezzi di ripresa numerose troupe che poi hanno immortalato questo delizioso borgo nelle loro produzioni. In particolare la zona del Cusio fu scelta per tradurre per il grande schermo tre romanzi dello scrittore varesino Piero Chiara, “La banca di Monate” (1976), “Il piatto piange” (1974) e “Una spina nel cuore” (1986). Mentre nel primo non compare Orta, se non fugacemente sullo sfondo di una scena (fu prevalentemente girato nella vicina Omegna, dalla quale i “girini” transiteranno prima d’intraprendere l’ascesa al Passo della Colma), le altre due pellicole offrono abbondati scorci della cittadina piemontese, tra i quali si vedono aggirarsi attori del calibro di Aldo Maccione e del grande comico Erminio Macario, alla sua penultima interpretazione al cinema. In “Una spina del cuore”, invece, il ruolo del protagonista sarà interpretato da Anthony Delon, figlio del divo francese Alain.

La scena del comizio che ne Il piatto piange sarà disturbata dalla comparsa del protagonista Mario Tonini (Maccione) in costume adamitico: siamo nella centralissima Piazza Mario Motta ad Orta San Giulio (www.davinotti.com)

La scena del comizio che ne "Il piatto piange" sarà disturbata dalla comparsa del protagonista Mario Tonini (Maccione) in costume adamitico: siamo nella centralissima Piazza Mario Motta ad Orta San Giulio (www.davinotti.com)

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https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/il-piatto-piange/50001248

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/una-spina-nel-cuore/50025691

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/la-banca-di-monate/50015332

METEO GIRO

Le previsioni meteo per la tappa del giorno

Abbiategrasso: poco nuvoloso, 23°C, vento moderato da E (12-13 Km/h), umidità al 54%
Borgomanero (Km 57.2) : nubi sparse, 21.4°C, vento debole da E (6 Km/h), umidità al 48%
Gignese – GPM (Km 83) : nubi sparse, 20°C (percepiti 21°C), vento debole da SSE (6 Km/h), umidità al 44%
Cesara (Km 118) : nubi sparse, 20.7°C, vento debole da SSE (4 Km/h), umidità al 46%
Alpe di Mera: cielo coperto, 14.6°C, vento debole da SW (4-10 Km/h), umidità al 61%

GLI ORARI DEL GIRO

11.00: inizio diretta su Raisport
12.30: inizio diretta su Eurosport1
12.35: partenza da Abbiategrasso
14.00: inizio diretta su RAI 2 (a circa 50 Km dalla partenza)
14.45-15.00: GPM di Alpe Agogna (Gignese)
15.00-15.20: traguardo volante di Baveno
15.55-16.15: GPM di Passo della Colma
16.25-16.50: traguardo volante di Scopetta
16.30-17.00: inizio salita finale
17.00-17.30: arrivo all’Alpe di Mera

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo diciottesima tappa, Rovereto – Stradella

1° Mauro Schmid
2° Callum Scotson s.t.
3° Julius van den Berg s.t.
4° Pieter Serry s.t.
5° Dries De Bondt s.t.

Classifica generale

1° Riccardo Minali
2° Matteo Moschetti a 5′31″
3° Attilio Viviani a 5′52″
4° Alexander Krieger a 13′28″
5° Umberto Marengo a 16′23″

Maglia nera: Egan Bernal, 147° a 4h30′34″

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Borgato: “È stato bellissimo questi continui attacchi”
Pancani: “È scivolato a meno 18 minuti il gruppo”
Cassani: “Bettiol sta guadagnando nei canfronti di Cavagna”
Rizzato: “Ti rimangono mentalmente in memoria”
Garzelli: “Curioso le parole che gli lancia con lo sguardo”
Borgato: “Questa finale di tappa”
Professor Fagnani: “Rottofreno è una zona dell’Oltrepò Pavese” (Rottofreno è in Emilia, l’Oltrepò Pavese in Lombardia”
Borgato: “Cavagna provà a vincere” (proverà)
Rizzato: “Una linguetta d’asfalto”
Pancani: “Radio Informazione” (Radio Informazioni)
Pancani: “La meraviglia di questa inquadratura che cercava la nostra discesa con il gruppo”
Pancani: “Bettiol quando vince fa dei capolavoro”
Pancani: “Stefano Ondani”

DISCOGIRO

Omaggio a Carla Fracci

27-05-2021

maggio 27, 2021 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

L’italiano Alberto Bettiol (EF Education – Nippo) si è imposto nella diciottesima tappa, Rovereto – Stradella, percorrendo 231 Km in 5h14′43″, alla media di 44.04 Km/h. Ha preceduto di 17″ l’italiano Simone Consonni (Cofidis, Solutions Crédits) e l’irlandese Nicolas Roche (Team DSM). Il colombiano Egan Arley Bernal Gómez (INEOS Grenadiers) è ancora maglia rosa con 2′21″ sull’italiano Damiano Caruso (Bahrain – Victorious) e 3′23″ su britannico Simon Philip Yates (Team BikeExchange).

BOUCLES DE LA MAYENNE

Il tedesco Philipp Walsleben (Alpecin-Fenix) si è imposto nella prima tappa, Le Genest-Saint-Isle – Ambrières-les-Vallées, percorrendo 175 Km in 3h59′48″, alla media di 43.786 Km/h. Ha preceduto di 7″ lo spagnolo Diego Rubio Hernández (Burgos-BH) e di 11″ il francese Arnaud Démare (Groupama – FDJ). Miglior italiano Alessandro Fedeli (DELKO), 29° a 17″. Walsleben è il primo leader della classifica con 16″ su Rubio Hernández e 22″ su Démare. Miglior italiano Fedeli, 29° a 32″

TOUR DE LA MIRABELLE

Il norvegese Idar Andersen (Uno-X Pro Cycling Team) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro di Tomblaine, percorrendo 3.1 Km in 3′41″, alla media di 50.497 Km/h. Ha preceduto di un centesimo l’elvetico Théry Schir (Swiss Racing Academy) e di sei centesimi l’irlandese Rory Townsend (Canyon DHB Sungod). Due italiani in gara: Filippo Fortin (Team Vorarlberg) 29° a 7″, Lorenzo Germani (Groupama-FDJ Conti), 79° a 15″. Andersen è il primo leader della classifica con lo stesso tempo di Schir e Townsend. Fortin 29° a 7″, Germani 79° a 15″

INTERNATIONALE LOTTO THÜRINGEN LADIES TOUR (Donne)

L’olandese Lucinda Brand (Trek-Segafredo Women) si è imposta nella terza tappa, circuito di Schleiz, percorrendo 116.5 Km in 3h18′52″, alla media di 35.149 Km/h. Ha preceduto di 2″ la danese Emma Norsgaard Jørgensen (Movistar Team) e la belga Lotte Kopecky (Liv Racing). Miglior italiana Marta Cavalli (FDJ Nouvelle Aquitaine Futuroscope), 12° a 6″. La Norsgaard Jørgensen è ancora leader della classifica con 6″ sulla Brand e 12″ sulla Kopecky. Miglior italiana la Cavalli, 16° a 1′33″

BETTIOL S’INVENTA UN ALTRO FIANDRE SULLE STRADE DELL’OLTREPO’

maggio 27, 2021 by Redazione  
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La pronosticatissima fuga della diciottesima tappa da Rovereto a Stradella arride ad Alberto Bettiol (Team EF Education First) che raggiunge Remi Cavagna (Team Deceuninck Quick Step) sull’ultimo strappetto di Canneto Pavese, a circa 6 km dall’arrivo, rivivendo i fasti del Giro delle Fiandre 2019. Il toscano stacca il francese e va a vincere tutto solo sul traguardo di Stradella. Bernal conserva agevolmente la maglia rosa.

Inserita tra due tapponi alpini davvero esigenti, la diciottesima tappa del Giro 2021 da Rovereto a Stradella è la classica tappa della settimana finale in cui i big possono rifiatare, anche se sono pur sempre 231 km ed il finale presenta alcuni zampellotti che culminano nel muro di Cigognola, a 14 km dall’arrivo, con pendenze che arrivano al 14% e sul quale qualcuno potrebbe anche attaccare. Una tappa che comunque strizza l’occhio ai fuggitivi della prima ora. In molti proveranno ad inserirsi nella fuga di giornata ed in base al numero dei fuggitivi ed al comportamento del gruppo sapremo se i fuggitivi riusciranno a contendersi la tappa. Prima della partenza si registravano due forfait pesanti, quello di Remco Evenepoel (Team Deceuninck QUick Step) e quello di Giulio Ciccone (Team Trek Segafredo). Il giovane talento belga e l’abruzzese erano costretti ad alzare bandiera bianca dopo i postumi della caduta di ieri. Dopo vari attacchi si formava l’azione che avrebbe caratterizzato la tappa. Una maxi fuga di 23 ciclisti fuori classifica prendeva il largo intorno al km 30. L’elenco era il seguente: Andrea Vendrame (Team AG2R Citroen), Gianni Vermeersch (Team Alpecin Fenix), Simon Pellaud, Andrii Ponomar e Natnael Tesfatsion (Team Androni Giocattoli), Samuele Battistella e Gorka Izagirre (Team Astana), Filippo Zana (Team Bardiani CSF), Simone Consonni (Team Cofidis), Remi Cavagna (Team Deceuninck Quick Step), Alberto Bettiol (Team EF Education Nippo), Francesco Gavazzi e Samuele Rivi (Team EOLO Kometa), Wesley Kreder (Team Intermarchè Wanty Gobert), Patrick Bevin (Team Israel StartUp Nation), Stefano Oldani (Team Lotto Soudal), Dario Cataldo (Team Movistar), Nikias Arndt, Nico Denz e Nicolas Roche (Team DSM), Jacopo Mosca (Team Trek Segafredo) e Diego Ulissi e Max Richeze (UAE Team Emirates). Il più ‘pericoloso’ in classifica generale era Gorka Izagirre con oltre 55 minuti di ritardo da Egan Bernal (Team INEOS Grenadiers). In questo modo la fuga aveva la via libera totale da parte del gruppo. Dopo 120 km la fuga aveva 10 minuti di ritardo sul gruppo maglia rosa. Vermeersch si aggiudicava il primo traguardo volante di Cremona posto al km 134.2. A 50 km dall’arrivo il ritardo del gruppo era superiore ai 14 minuti. Il primo attacco sulla prima delle quattro salitelle era portato da Zana e Battistella, a cui si aggiungeva Denz. A poco più di 30 km dall’arrivo in testa si avvantaggiava un sestetto formato da Izagirre, Bettiol, Bevin, Oldani, Bettiol e Mosca. Sul GPM di Castana, di quarta categoria, il gruppo di testa si ricompattava. A 26 km dall’arrivo partiva Cavagna. Nel giro di mezzo km il francese guadagnava una quindicina di secondi sugli immediati inseguitori. Al suo inseguimento si portavano Roche e Bettiol. Cavagna scollinava con 25 secondi di vantaggio sugli immediati inseguitori. A 15 km dalla conclusione Cavagna aveva aumentato il proprio vantaggio sugli immediati inseguitori, che ora erano distanti 33 secondi. Bettiol aumentava l’andatura e metteva nel mirino Cavagna. Il francese aveva 12 secondi di vantaggio su Bettiol. Cavagna transitava in prima posizione sul traguardo volante di Broni. Alle sue spalle Roche aveva raggiunto Bettiol. Ma il toscano aumentava l’andatura e raggiungeva il francese a poco meno di 7 km dall’arrivo. Cavagna si staccava a poche centinaio di metri dallo scollinamento dell’ultima salitella di Canneto Pavese. Bettiol dava tutto nella discesa finale ed andava a vincere in solitaria a Stradella. Simone Consonni regolava in seconda posizione il primo gruppo dei battuti a 17 secondi da Bettiol, mentre Roche era terzo. Chiudevano la top five Arndt e Ulissi, rispettivamente quarto e quinto. Il gruppo maglia rosa giungeva a oltre 23 minuti di ritardo. Bettiol ottiene la prima vittoria stagionale mentre in classifica generale resta tutto invariato con Egan Bernal in maglia rosa davanti a Damiano Caruso (Team Bahrain Victorious) e Simon Yates (Team Bikeexchange). Domani è in programma la diciannovesima tappa da Abbiategrasso all’Alpe di Mera, per un totale di 166 km. Il GPM del Mottarone, tagliato nel rispetto delle vittime della tragedia occorsa domenica scorsa, viene sostituito con il GPM di quarta categoria di Gignese. Il finale ricalca invece quello originario. Il Passo della Colma, posto al km 127.4 farò da antipasto alla ben più impegnativa Alpe di Mera: quasi 10 km di ascesa al 9% di pendenza media. La domanda è una sola: Simon Yates può davvero insidiare il primo posto di Egan Bernal? Domani sapremo.

Giuseppe Scarfone

La vittoria di Alberto Bettiol a Stradella (foto: Getty Images Sport)

La vittoria di Alberto Bettiol a Stradella (foto: Getty Images Sport)

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): ROVERETO – STRADELLA

maggio 27, 2021 by Redazione  
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È l’ultima tappa facile del Giro 2021, una frazione di trasferimento tra le grandi giornate di montagna che però non terminerò con un arrivo allo sprint. Le colline che interromperanno la linea retta della pianura negli ultimi 35 Km, infatti, toglieranno di mezzo i velocisti, le cui squadre quasi certamente oggi si disinteressaranno al lavoro in testa al gruppo. Favoriti i fuggitivi, ma non va escluso l’arrivo di un gruppo risicato dalle ondulazioni dell’Oltrepò Pavese e nemmeno un tentativo a sorpresa di qualche uomo di classifica sul ripido strappo di Cicognola

Ricordate la tappa di Asti dello scorso anno, quella della protesta dei corridori alla partenza di Morbegno per la sua eccessiva lunghezza? Quella frazione si collocava esattamente nel mezzo tra due impegnativi tapponi (quelli dei Laghi di Cancano e del Sestriere) ed era destinata ai velocisti ma, dopo lo spostamento del via ad Abbiategrasso in accoglienza delle lamentele di parte del gruppo, andò a finire che fu la fuga a riuscire a giungere per prima al traguardo. Anche la tappa che oggi arriverà a Stradella è molto simile perché è la più chilometrica (anche se non in maniera abbondante rispetto a quella astigiana), per la sua collocazione nel mezzo delle montagne (ieri Sega di Ala, domani l’Alpe di Mera) e per i probabilissimi esiti di gara. Stavolta a rompere le uova nel paniere ai velocisti sono stati gli organizzatori che, dopo una prima parte di gara totalmente pianeggiante, hanno inserito proprio a ridosso del traguardo una serie di difficoltà altimetriche che tarperanno loro le ali (infatti, non essendo più previste tappe a loro dedicate dopo quella di Verona, molti sprinter hanno da tempo fatto le valigie e se ne sono tornati a casa). Se, arrivati al 196° Km di gara, si fosse proseguiti dritti sulla Strada Statale 10 si sarebbe raggiunto il traguardo in un paio di chilometri e per i velocisti ci sarebbe stata una possibilità in più per disputarsi una vittoria di tappa. Invece, gli ultimi 35 Km vedranno il gruppo pedalare tra i colli ammantati di vigneti dell’Oltrepò Pavese, affrontando in rapida successione quattro brevi ascese. La prima sarà quella di Montù Beccaria, costituita da due brevi e pedalabili rampe separata da un tratto intermedio in falsopiano. Dopo l’altrettanto facile salita di Castana, l’unica che metterà in palio i punti per la classifica degli scalatori, si affronterà l’ascesa più difficile, il piccolo muretto di Cicognola, 1400 metri al 7.5% (dei quali i primi 500 al 9.8%) che potrebbero ispirare anche il tentativo di un uomo di classifica, agevolato anche dalla sede stradale piuttosto stretta. In un finale ad alta intensità pochi chilometri più avanti s’incontrerà il traguardo volante ad abbuoni di Broni, collocato proprio al piede dell’ultima difficoltà di giornata, la salita verso Canneto Pavese, 2 Km al 6% che culmineranno a poco meno di 5 Km dal traguardo. Quando si ritroverà la pianura mancheranno solo 3 Km alla linea d’arrivo.

Le colline dell’Oltrepò Pavese e l’altimetria della diciassettesima tappa (www.doctorwine.it)

Le colline dell’Oltrepò Pavese e l’altimetria della diciassettesima tappa (www.doctorwine.it)

L’ANGOLO DELLA STORIA

Si contano sulle punta delle dita le tappe che si sono svolte tra i celebri vigneti dell’Oltrepò e in una di queste occasioni l’arrivo era fissato a Stradella. L’anno era il 1994, quello della consacrazione di Marco Pantani nel celebre tappone dell’Aprica, che si disputò il giorno precedente l’arrivo nella cittadina pavese. Il finale era lo stesso della frazione odierna, anche se era prevista la sola ascesa a Canneto, inserita in un circuito e da ripetere due volte. Come accadrà anche quest’anno arrivò la fuga e a imporsi fu l’italo-inglese Maximilian Sciandri, che vinse con l’inganno dopo aver raccontato una bugia a Fabiano Fontanelli: gli fece credere di non averne più e che avrebbe lasciato la vittoria al corridore romagnolo, il quale s’impegnò in un’inutile volata per poi vedersi precedere dal corridore che l’aveva buggerato. Tre anni prima la salita di Canneto era stata affrontata nel tratto iniziale di una delle più impegnative cronometro della storia del Giro, 66 Km che prevedevano anche la pedalabile ascesa del Passo del Carmine a metà percorso e addirittura un muro nel finale, quello di Montalto Pavese: contro tutti i pronostici il percorso finì per esaltare la maglia rosa di turno, il toscano Franco Chioccioli, che riuscì a staccare di 52 secondi il favorito Gianni Bugno e di 1’02” Claudio Chiappucci. Altre due frazioni terminate nella zona dell’Oltrepò, visitandone però la zona montana, furono quelle di Voghera del 1979 e di Varzi del 1977, rispettivamente conquistate dallo svedese Bernt Johansson e dal toscano Giancarlo Tartoni.

CIAK… SI GIRO

Chissà quante volte vedendo un film sui pirati v’è venuta la voglia di partire anche voi all’arrembaggio per quei lontani luoghi; magari ci siete anche andati e siete tornati a casa delusi per non aver ritrovato gli stessi scorci che vi avevano affascinato sul grande schermo. Ma c’è un perché e non c’era nemmeno il bisogno di allontanarsi dall’Italia per ammirarli. I film italiani di quel filone, infatti, furono in realtà girati in casa sia per questioni economiche, sia per sfruttare l’opportunità che era stata offerta dalla fondazione nel 1954 della Nuova Benaco Film in quel di Lazise. È, infatti, nella nota località affacciata sulla sponda veneta del Lago di Garda – che oggi il gruppo sfiorerà a una cinquantina di chilometri dalla partenza da Rovereto – che furono girate pellicole le cui azioni nella finzione filmica si svolgevano a migliaia di chilometri di distanza. Così il porto al quale sbarca il capitano Luis de Monterey ne “I pirati della costa” è quello di Lazise e nello stesso luogo Sansone viene sottoposto a una prova di forza ne “Sansone contro i pirati”.

Lesotico porto al quale sbarca capitano Luis de Monterey ne I pirati della costa è in realtà quello nostrano di Lazise (www.davinotti.com)

L'esotico porto al quale sbarca capitano Luis de Monterey ne "I pirati della costa" è in realtà quello nostrano di Lazise (www.davinotti.com)

È sempre il porto di Lazise, qui visto in Sansone contro i pirati” (www.davinotti.com)

È sempre il porto di Lazise, qui visto in "Sansone contro i pirati” (www.davinotti.com)

Cliccate qui per scoprire le altre location del film

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/i-pirati-della-costa/50042231

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/sansone-contro-i-pirati/50010961

METEO GIRO

Le previsioni meteo per la tappa del giorno

Canazei : cielo sereno, 23.6°C, vento debole da SW (9-10 Km/h), umidità al 57%
Lazise (Km 53) : cielo sereno, 21°C, vento debole da WSW (8-11 Km/h), umidità al 63%
Asola (Km 99.3) : cielo sereno, 24.6°C, vento debole da W (5 Km/h), umidità al 48%
Cremona – traguardo volante (Km 134.2) : cielo sereno, 25.4°C, vento debole da WNW (5-6 Km/h), umidità al 43%
Castel San Giovanni (Km 186.9) : poco nuvoloso, 25.1°C (percepiti 26°C), vento debole da NW (4 Km/h), umidità al 41%
Stradella: cielo sereno, 24.6°C, vento debole da WNW (4 Km/h), umidità al 40%

GLI ORARI DEL GIRO

10.30: inizio diretta su Raisport
11.30: inizio diretta su Eurosport1
11.35: partenza da Stradella
14.00: inizio diretta su RAI 2 (a circa 100 Km dalla partenza)
14.45-15.00: traguardo volante di Cremona
16.10-16.40: inizio tratto collinare
16.30-17.00: GPM di Castana
16.40-17.10: strappo di Cicognola
16.50-17.20: traguardo volante di Broni
17.00-17.30: arrivo a Stradella

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo diciassettesima tappa, Canazei – Sega di Ala

1° Matteo Moschetti
2° Max Walscheid a 27″
3° Michael Hepburn a 56″
4° Albert Torres a 1′42″
5° Christopher Juul-Jensen s.t.

Classifica generale

1° Riccardo Minali
2° Matteo Moschetti a 5′31″
3° Attilio Viviani a 5′52″
4° Maximiliano Richeze a 6′01″
5° Alexander Krieger a 13′28″

Maglia nera: Egan Bernal, 150° a 4h30′34″

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Borgato: “Questo ultima settimana di Giro”
Cassani: “Cambio biciclette per Martin”
Borgato: “Passo San Pellegrino” (San Valentino)
Pancani: “Gruppo che attraversa l’Adige” (lo stavano fiancheggiando)
Rizzato: “Corridore che fa l’ultima posizione del gruppo”
Garzelli: “Guarda rail”
Cassani: “Joger… Jorgensen” (Jorgenson)
Pancani: “Jorgensen” (vedi sopra)
Rizzato: “Ha 3-4 bici di ritardo”
Cassani: “Compagno di squadra di Inter” (la formazione belga Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux)
Pancani: “FAI, Fondo Ambientalista Italiano” (ambiente)
Genovesi: “Nell’ottocento l’attuale proprietario” (il conte Dracula?)
Genovesi: “Marzemino, vino che Mozart nel Don Giovanni aveva cantato” (Mozart era un compositore, non un cantante)
Rizzato: “Bettiol si volta per questo tratto dove spiana”
Rizzato: “Il duo Carthy-Bernal ha perso qualche metro” (non era Bernal ma Bardet)
Borgato: “Si forma la coppia Bernal-Ineos Grenadiers” (la Ineos è la squadra di Bernal)
Borgato: “Martinez si volta e Bernal gli parla alla radio”
De Stefano: “Si cade per riuscendo a rimanere in piedi”
Garzelli: “È andato fuori classifico”
Televideo: “Bowman” (Bouwman)

DISCOGIRO

Il cielo d’Irlanda (Fiorella Mannoia)

MARTIN DA SOLO A SEGA DI ALA, TANTE CRISI E CLASSIFICA CHE SCRICCHIOLA

maggio 26, 2021 by Redazione  
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Daniel Martin, al termine della giornata in fuga, resiste al ritorno degli uomini di classifica. Bernal passa un brutto quarto d’ora, ma si salva, molti uomini di classifica in crisi, Almeida in grande spolvero sta pagando la crisi di Sestola. Ciccone fuori classifica per i postumi di una caduta.

Fino a metà dell’ultima salita, si era avuto il timore che non sarebbe successo nulla, sembravano tutti timorosi e si aveva l’impressione che il ritmo Ineos non permettesse attacchi.
Simone Yates ha provato l’allungo nel tratto più duro della salita verso Sega di Ala e Bernal sembrava rispondere molto bene ma, a seguito di 3 o 4 accelerate, la maglia rosa si è accartocciata sulla bici ed ha cominciato a perdere terreno.
C’è stato un momento in cui il capoclassifica era quasi fermo sulle durissime pendenze, poi però si è ripreso ed è riuscito a contenere il distacco al di sotto del minuto da Yates che, all’ultimo chilometro, è andato anch’egli un po’ in difficoltà.
Ottimo Almeida che, non solo ha retto agli attacchi di Yates, ma è addirittura riuscito a staccarlo nel finale. Peccato che il portoghese abbia pagato un prezzo salatissimo a Sestola perché, vedendo il suo stato attuale di condizione, si può pensare che, grazie alla sue doti a cronometro, avrebbe potuto competere sino alla fine per la vittoria finale.
Caruso ha retto molto bene, è andato su regolare ed è riuscito a raggiungere Bernal nel momento della sua crisi, purtroppo non è riuscito a staccarlo ed alla fine gli ha fatto un po’ da gregario, ma doveva anche lui difendersi dagli attacchi di Yates.
Grave crisi per tutti gli altri uomini di classifica. Ciccone, investito da corridori caduti alle sue spalle, ha avuto prima un problema alla bici in un punto in cui le ammiraglie erano lontane, poi dopo l’inseguimento andato a buon fine, è andato in crisi sulle prime rampe della salita finale ed all’arrivo si è saputo che ha riportato conseguenza alla schiena da valutare, come da valutare sono anche le condizioni di Nibali, anche lui coinvolto nella caduta, che al traguardo non muoveva il braccio destro.
Grave crisi per tutti gli altri big: Carthy, Vlasov, Bardet giungono tutti con forti ritardi.
Yates conquista il podio ma, come ha detto il suo direttore sportivo, egli punta al primo posto e pertanto dovrà inventarsi qualcosa che non sia un attacco a 3 Km dall’arrivo, perché si tratta di recuperare oltre 3 minuti e di mettersi al riparo anche in vista della cronometro finale.
Servirà una azione da lontano da grosso distacco e visto ciò che rimane, essa è possibile solo nella penultima tappa.
Ovviamente, sull’Alpe di Mera, le pendenze sono superiori, ma in quella tappa, vista anche l’espunzione del Mottarone dal percorso, non è possibile impostare un attacco da grosso distacco.
Bernal infatti, alla fine si è salvato grazie a Martinez ed anche un po’ a Caruso.
Dopo il momento più difficile, la maglia rosa ha stretto i denti ed ha contenuto il distacco.
Ad un certo punto, Bernal era quasi fermo, se avesse proseguito a quel ritmo sarebbe arrivato al traguardo con un distacco ben oltre i due minuti e la sua maglia rosa sarebbe davvero a rischio, mentre ora può comunque contare su un cospicuo vantaggio.
La mente va ovviamente al 2018, quando Yates cedette qualcosina a Partonevoso per poi crollare il giorno dopo nel tappone con il Colle delle Finestre.
Questa volta Bernal ha dalla sua il fatto che domani ci sarà una tappa per recuperare, da Rovereto a Stradella, ma attenzione ai dentelli nel finale perché a questo punto tutto fa brodo.
Per quel che riguarda la tappa, Daniel Martin che sull’ultima salita si era liberato della compagnia di tutti i suoi amici fuggitivi, è riuscito a resistere alla bagarre scoppiata dietro. Ha fatto un gran numero perché negli ultimi chilometri, nonostante fosse in fuga dal mattino, ha sostanzialmente mantenuto invariato il suo vantaggio su Yates e solo Almeida è riuscito a rosicchiare qualcosa nel finale arrivando con soli 13 secondi di ritardo.
L’atteggiamento di Yates che ha messo la squadra davanti per molti chilometri ha fatto subito pensare che egli avesse in animo anche di tentare la vittoria di tappa che ancora gli manca in questo Giro.
Vlasov sembra invece avere grossi problemi a capire il suo reale stato di condizione visto che, poco prima di staccarsi, aveva messo Felline a tirare in testa al gruppo.
In ogni caso, un’altra volta a sgretolare il gruppo è stato il ritmo degli Ineos e soprattutto quello di Castroviejo che ha ridotto il plotone della maglia rosa ad uno sparuto drappello di unità con una spietata selezione da dietro. Questo conferma la solidità del team di Bernal che è stato accompagnato sino al traguardo da un Martinez che ha dato l’impressione di poter seguire Yates e che, nonostante tutto, è ancora in classifica al settimo posto con un solo minuto di ritardo dal quarto in cui c’è un Vlasov che in salita non è in grado di reggere il ritmo dei migliori.
La prima ora di corsa è stata affrontata ad oltre 54 di media, complice la lunga discesa dalla Val di Fassa prima e dalla Val di Fiemme poi, questo ha impedito ai vari attacchi di prendere il largo ma, sulla prima salita, riesce a formarsi un drappello di corridori dal quale alla fine prende corpo una fuga con 20 uomini: Jan HIRT, Andrea PASQUALON e Quinten HERMANS (Intermarché-Wanty-Gobert); James KNOX e Pieter SERRY (Deceuninck Quick Step); Alessandro COVI e Valerio CONTI (UAE Emirates); Simone RAVANELLI (Androni Giocattoli Sidermec); Antonio PEDRERO e Matteo JORGENSON (Movistar); Giovanni CARBONI (Bardiani CSF Faizanè); Felix GROßSCHARTNER (Bora Hansgrohe); Geoffrey BOUCHARD (AG2R Citroën);Gianni MOSCON (Ineos Grenadiers);Matteo BADILATTI (Groupama-FDJ); Dries DE BONDT (Alpecin Fenix); Jacopo MOSCA (Trek Segafredo); Edward RAVASI (Eolo Kometa); Luis León SÁNCHEZ (Astana); Daniel MARTIN (Israel).
Il gruppo lascia agli attaccanti un margine superiore ai 5 minuti, finché in testa non si portano gli uomini di Adam Yates.
Sulla salita verso Passo San Valentino, sia il gruppo maglia rosa che il gruppo dei battistrada si assottigliano notevolmente. Tra i fuggitivi, scollinano in testa in quattro Pedrero, Daniel Martin e Moscon, preceduti dalla maglia azzurra Bouchard che si era staccato, ma è riuscito a rientrare ai -2 per disputare lo sprint e guadagnare punti nella speciale classifica che guida.
Nel gruppo maglia rosa invece buona difesa di Evenepoel che benché staccato dalla prime rampe della salita va avanti in progressione e riesce a riaccodarsi al gruppo maglia rosa prima di scollinare.
Nella discesa, c’è da segnalare il rientro di Ravanelli e Carboni sulla testa della corsa, ma la vera notizia è la caduta in gruppo. Risultano coinvolti tra gli altri Nieve, Schultz, Evenepoel, Caruso, Nibali e Ciccone. Non riporta conseguenze Caruso che rientra subito, mentre Ciccone, pur risalito in sella rapidamente, accusa problemi meccanici alla bici, scuote il manubrio e non riesce a scendere in modo fluido. Le ammiraglie non sono a contatto con i corridori e l’abruzzese dovrà aspettare diversi minuti prima di essere raggiunto dall’automobile della squadra dalla quale riceverà un altro mezzo per proseguire la gara.
Evenepoel invece riporta conseguenze più pesanti ma, dopo un intervento dei medici, riesce a ripartire, come del resto anche Nibali.
Ciccone dopo il cambio bici riesce a rientrare in gruppo, sfruttando la scia della lunga coda della ammiraglie.
All’inizio della salita finale, il margine dei 6 di testa è di 2 minuti sul gruppo. La salita è molto dura, è quella di Passo Fittanze già affrontata al Giro del Trentino in passato, ma in questo caso il traguardo sarà a Sega di Ala, un paio di chilometri prima del valico.
Le pendenze arcigne dell’ascesa finale fanno il loro, il drappello dei battostrada si sfalda sotto gli attacchi di Martin che rimane da solo intesta alla corsa, mentre dietro il ritmo degli Ineos tornati in testa, fa molte vittime
I primi a staccarsi sono Vlasov e Ciccone che probabilmente accusa i postumi della caduta ed il peso dell’inseguimento, quindi cedono anche Bardet e Carthy che verrà raggiunto e superato da Vlasov.
La corsa esplode quando attacca Adam Yates, Bernal gli salta sulla ruota con apparente facilità, seguito da Martinez, pochi metri davanti c’è Almeida.
Il portoghese fa un po’ fatica a tenere le accelerazioni di Yates ma riesce sempre a rientrare in progressione. Ad un certo punto, Bernal si stacca e Martinez lo attende, incitandolo vistosamente nei momenti più delicati, mentre Yates e Almeida proseguono nella azione.
Bernal, quasi fermo, viene raggiunto da Caruso, a quel punto stringe i denti e riesce a mantenersi a contatto con il secondo della generale.
Martin resiste al ritorno della coppia Yates Almedia e trionfa, vincendo così una tappa in ognuno dei grandi giri, mentre Almeida parte sotto il triangolo rosso e lascia sul posto Yates che comincia ad essere anche lui provato.
Bernal limita i danni a 52 secondi da Yates e perde solo 3 secondi da Caruso e da un ottimo Ulissi. Lontani tutti gli altri big.
Yates ora ha preso la terza piazza ma, come si diceva all’inizio, ora arriva la parte più difficile. Appurato che Bernal non è inattaccabile, bisognerà inventarsi qualcosa di grande per tentare il ribaltone.

Benedetto Ciccarone

Il momento della crisi di Bernal sulla salita di Sega di Ala (Getty Images Sport)

Il momento della crisi di Bernal sulla salita di Sega di Ala (Getty Images Sport)

26-05-2021

maggio 26, 2021 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

L’irlandese Daniel Martin (Israel Start-Up Nation) si è imposto nella diciassettesima tappa, Canazei – Sega di Ala, percorrendo 193 Km in 4h58′38″, alla media di 39.303 Km/h. Ha preceduto di 13″ il portoghese João Pedro Gonçalves Almeida (Deceuninck – Quick Step) e di 30″ il britannico Simon Philip Yates (Team BikeExchange). Miglior italiano Diego Ulissi (UAE-Team Emirates), 4° a 1′20″. Il colombiano Egan Arley Bernal Gómez (INEOS Grenadiers) è ancora maglia rosa con 2′21″ sull’italiano Damiano Caruso (Bahrain – Victorious) e 3′23″ su Yates.

INTERNATIONALE LOTTO THÜRINGEN LADIES TOUR (Donne)

L’olandese Lorena Wiebes (Team DSM) si è imposta nella seconda tappa, circuito di Gera, percorrendo 125.1 Km in 3h24′12″, alla media di 36.758 Km/h. Ha preceduto di 1″ la danese Emma Norsgaard Jørgensen (Movistar Team) e la lussemburghese Christine Majerus (SD Worx). Miglior italiana Elena Cecchini (SD Worx), 24° a 1″. La Norsgaard Jørgensen è ancora leader della classifica con 10″ sulla belga Lotte Kopecky (Liv Racing) e 12″ sull’olandese Lucinda Brand (Trek-Segafredo Women). Miglior italiana la Cecchini, 21° a 1′21″

25-05-2021

maggio 26, 2021 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

Giorno di riposo

INTERNATIONALE LOTTO THÜRINGEN LADIES TOUR (Donne)

La danese Emma Norsgaard Jørgensen (Movistar Team) si è imposta nella prima tappa, circuito di Schmölln, percorrendo 88.9 Km in 2h17′42″, alla media di 38.736 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Lucinda Brand
(Trek-Segafredo Women) e la belga Lotte Kopecky (Liv Racing). Miglior italiana Elena Cecchini (SD Worx), 19° a 1′02″. La Norsgaard Jørgensen è la prima leader della classifica con 4″ sulla Brand e 6″ sulla Kopecky. Miglior italiana la Cecchini, 19° a 1′12″

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