GIUGNO 2021, DI GIRO IN TOUR

maggio 31, 2021 by Redazione  
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Neanche il tempo di “digerire” il Giro ed è già ora della scorpacciata di corse che a giugno tirano idealmente la volata al Tour. Causa Olimpiadi, quest’anno la corsa francese si svolgerà con una settimana di anticipo rispetto alle date tradizionali e questo ha portato a uno slittamento all’indietro di tutte le gare che la precedono. Così il Delfinato, che solitamente scattava sette giorni dopo la fine della Corsa Rosa, vedrà svolgersi la prima tappa in contemporanea con la crono conclusiva del Giro.

Il Giro non è ancora finito ma è già ora di sintonizzarsi sulle rotte del Tour de France. A causa delle date delle Olimpiadi di Tokyo la corsa francese è stata, infatti, anticipata di una settimana e così la partenza della Grande Boucle avverrà quest’anno il 26 giugno, meno di un mese dopo la fine della Corsa Rosa. Ovviamente lo stesso trattamento hanno subito anche le gare che tradizionalmente anticipano la corsa francese e questo a portato ad una sovrapposizione, per sole ventiquattrore, del Giro con il Critérium du Dauphiné (30 maggio – 6 giugno), la corsa che nell’ultimo decennio è diventata una sorta di prova generale del Tour e che solitamente prende il via una settimana dopo la fine del Giro. Così il 30 giugno, mentre a Milano si svolgerà la cronometro conclusiva della Corsa Rosa, a più 600 Km di distanza scatterà la 74a edizione del Delfinato che, come nelle ultime due stagioni, prenderà il via dalla zona del Massiccio Centrale. Dopo Aurillac nel 2019 e Clermont-Ferrand lo scorso anno stavolta sarà Issoire a ospitare la tappa d’apertura, un movimentato circuito di 182 Km che prevede in particolare la salita della Côte du Château de Buron (3.2 Km al 6.8%) da ripetere tre volte, l’ultima a circa 15 Km dal traguardo. Si tratta di un percorso che mette l’acquolina in bocca ai finisseur, i quali il giorno dopo già dovranno lasciare il testimone agli uomini di classifica pur non essendo di montagna la frazione che condurrà in 173 Km da Brioude (paese natale di Romain Bardet, che non potrà essere della partita in quanto impegnato al Giro) a Saugues, dove si giungerà 7 Km dopo aver superato la cima della salita della foresta di Pourcheresse (7 Km al 6.4%). I velocisti avranno una sola freccia al loro arco e la potranno sparare il terzo giorno di gara sul rettilineo della poco impegnativa Langeac – Saint-Haon-Le-Vieux, 172.5 Km che prevedono solo un paio di facili “côtes” nella prima parte del tracciato. Si entrerà nel vivo l’indomani con l’immancabile tappa a cronometro, che si disputerà tra Firminy a Roche-la-Molière pedalando per quasi 16 Km e mezzo su di un tracciato veloce ma non troppo, privo di vere e proprie salite ma che non si può nemmeno definire pianeggiante per la presenza di quattro brevi tratti in pedalabile ascesa, il più lungo dei quali misura 2.4 Km e presenta una pendenza media del 4.4%. Prima delle tappe decisive si disputerà un’ultima frazione di trasferimento tra Saint-Chamond e Saint-Vallier, 175 km che non dovranno comunque essere trascurati da chi punta alla vittoria finale perché tra le modeste difficoltà altimetriche che li punteggiano spicca con decisione il muro della Côte du Montrebut, 1300 metri al 12.1% che si dovranno scavalcare a 12 Km dall’arrivo e che saranno resi più selettivi dalla strada stretta. Negli ultimi tre giorni sono collocate le tappe di montagna che da sempre sono il tratto distintivo della corsa francese e che sono inserite in crescendo di difficoltà. Si comincerà con il poco impegnativo arrivo in salita a Le Sappey-en-Chartreuse, costituito da una prima rampa di 3.7 Km al 5.4% e da una seconda di 3.3 Km al 6.2%; il tutto sarà preceduto dall’ascesa al Col de Porte (7.4 Km al 6.8%), in vetta al quale (ma si saliva dal più difficile versante opposto) lo scorso anno terminò la seconda tappa del Delfinato, vinta dallo sloveno Primož Roglič e rimasta prevalentemente impressa nella memoria dei corridori per la violenta grandinata che si scatenò al momento dell’arrivo e che lasciò grossi lividi sulle spalle di diversi ciclisti. Come avviene da diversi anni, soprattutto da quando il compito di allestire il palcoscenico del Delfinato è passato dalle mani del quotidiano “Le Dauphiné libéré” a quelle dello staff organizzativo del Tour de France, sarà proposta un’anteprima della prossima edizione della Grande Boucle nel corso della penultima tappa che, prima dell’impegnativo arrivo in salita ai 2072 metri de La Plagne (17 Km al 7.5%), vedrà i corridori testare la poco nota salita del Col du Prè (12.6 Km al 7.6%), che con l’adiacente e più conosciuto Cormet de Roselend (5.7 Km al 6.5%) il 4 luglio sarà affrontata nel secondo tappone alpino, la Cluses-Tignes: in questo caso non si tratta, però, di una novità perchè il Prè era già stato inserito nel tracciato del Tour nel 2018, in occasione della tappa della Rosière vinta da Geraint Thomas. E sempre a proposito di Tour anche nell’ultima frazione del Delfinato ci si dovrà confrontare con una storica salita della corsa francese, oltre che una delle più dure della catena alpina: è il Col de Joux-Plaine, 11.6 Km all’8.5% che emetteranno l’ultima sentenza nel finale della La Léchère-Les-Bains - Les Gets, 147 Km infarciti di altre sei ascese, tra le quali quella che condurrà al traguardo.

Lo stesso giorno della consacrazione del successore del colombiano Daniel Martínez nell’albo d’oro del Delfinato prenderà il via l’84a edizione del Giro di Svizzera (6-13 giugno), che pure sembra strizzare l’occhio agli scalatori nonostante la presenza di quasi 35 Km da percorrere contro il tempo. L’unica frazione nella quale gli uomini della montagna dovranno realmente stringere i denti sarà la cronometro d’apertura, che non è un solito prologo ma una prova di 11 Km disegnata sulle pianeggianti strade di Frauenfeld, resa filante anche dall’abbondante presenza, nella seconda parte del percorso, di tratti da percorrere in rettilineo. Colline in serie caratterizzeranno i finali delle prime due frazioni in linea – quest’anno non ci saranno tappe disegnate per i velocisti – e in particolare interessante si annuncia il finale della Neuhausen am Rheinfall - Lachen per la presenza della salita della Steineggstrasse (2.4 Km all’8,2% con all’interno 1500 metri al 10% di pendenza media) da superare a circa 8 Km dal traguardo; non meno tormentato sarà, comunque, anche il tratto conclusivo della successiva tappa di Pfaffnau che, seppur priva di grandi inclinazioni, non presenterà mai un momento nel quale tirare il fiato negli ultimi 70 Km. Il quarto giorno di gara il traguardo sarà collocato nella nota stazione di sport invernali di Gstaad, ma la tappa che vi giungerà non sarà da classifica perché l’unica salita che si affronterà sarà il pedalabile passo Saanenmöser (7.5 Km al 4.4%), da superare a 10 Km dall’arrivo ricalcando il finale di una tappa del Tour de Suisse 2018 che terminò con il successo del danese Christopher Juul Jensen, che anticipò di otto secondi la volata del gruppo compatto. Il giorno successivo quella frazione si ripartì dalla stessa Gstaad alla volta dell’arrivo in salita di Leukerbad e sarà così anche quest’anno, con la differenza che stavolta la poco impegnativa ascesa finale (8 Km al 5.4%) sarà immediatamente preceduta da quella più difficle di Erschmatt (7.6 Km all’8,6%). Lontane dal traguardo saranno piazzate le salite previste l’indomani nel corso della Andermatt – Disentis/Sedrun, che attraverserà la parte settentrionale del Canton Ticino affrontando subito dopo la partenza il Passo del San Gottardo dal versante settentrionale (9 Km al 7,2%) e ad una trentina di chilometri dall’epilogo il più lungo ma anche più morbido Passo del Lucomagno (18.5 Km al 5.5%). A questo punto si disputerà la seconda cronometro, benevola verso gli scalatori perché nell’affrontare i 23 Km della prova contro il tempo bisognerà salire fino ai 2046 dell’Oberalppass (9.5 Km al 6.5%) prima di planare verso Andermatt, che l’indomani ospiterà ancora il Tour de Suisse. La corsa si concluderà, infatti, con una tappa d’alta montagna in circuito che, dopo aver riscalato in partenza dai versanti opposti l’Oberalppass (10.7 Km al 5.6%) e il Lucomagno (16.6 Km al 5.2%), avrà il suo momento clou nel ritorno sul San Gottardo – salendovi stavolta da Airolo (13.2 Km al 6.7%) ma senza percorrere l’impegnativa strada in pavé della Val Tremola – prima di far ritorno ad Andermatt con una discesa conclusiva di quasi 15 Km.

Mentre sarà in corso di svolgimento il Tour de Suisse i riflettori torneranno ad accendersi sulla Francia per la Route d’Occitanie (10-13 giugno), quarantaseiesima edizione della gara che fino al 2017 era nota con il nome di Route du Sud e costituisce un’alternativa al Delfinato nell’avvicinamento al Tour de France, soprattutto per chi gradisce una gara nel complesso meno impegnativa del Criterium. Le ultime due tappe, quelle decisive, si disputeranno sui Pirenei e saranno introdotte da altrettante frazioni secondarie, la prima della quale presenta un percorso di media montagna, con il Col de Fontfroide (12 Km al 6.5%) da superare a una settantina di chilometri dal traguardo di Lacaune-les-Bains, a sua volta preceduto da un tratto conclusivo di 14 Km in lievissima ascesa. La seconda sarà la tappa più semplice, quasi del tutto priva di difficoltà altimetriche negli ultimi 100 Km, anche se l’arrivo ad Auch non sarà di semplice gestione per i velocisti in quanto posto al termine di un breve strappo che inizierà sotto lo striscione dell’ultimo chilometro. La tappa regina sarà la terza, che avrà in menù la mitica ascesa al Tourmalet (19 Km al 7.4%) a una cinquantina di chilometri dalla partenza da Pierrefitte-Nestalas e l’arrivo presso la stazione di sport invernali di Le Mourtis, la cui strada d’accesso – in salita per 12.7 Km al 6.3% – coincide in gran parte con quella di un altro storico colle del Tour, il Menté (celebre soprattutto per la rovinosa caduta dello spagnolo Luis Ocaña al Tour del 1971, che lo costrinse al ritiro in maglia gialla quando stava dominando la corsa con un vantaggio incolmabile su Eddy Merckx). A decretare il vincitore dovrebbe, però, essere la conclusiva frazione di Duilhac-sous-Peyrepertuse, che proporrà l’inedito arrivo in salita al castello di Peyrepertuse, poco meno di 5 Km all’8.1% che saranno preceduti dall’altrettanto breve, ma meno impegnativa, ascesa del Grau de Maury (4 Km al 6.2%).

Di certo, pur non presentando un tracciato durissimo, calamiterà le attenzioni degli appassionati anche la 27a edizione del Giro di Slovenia (9-13 giugno) perché ai nastri di partenza si schiererà il vincitore uscente del Tour de France Tadej Pogačar, che potrebbe anche fare un pensierino alla vittoria nella corsa di casa. Il primo giorno saranno protagonisti i velocisti sul traguardo di Rogaška Slatina, poi si cambierà scenario con l’arrivo della seconda frazione a Celje, dove il traguardo sarà posto al termine della breve ma ripida salita al castello che sovrasta la cittadina, 2 Km al 7.2% che fanno gola ai finisseur. Riconsegnato il palcoscenico agli sprinter in quel di Krško. si disputerà al penultimo giorno la tappa più impegnativa, disegnata a pochi chilometri dal confine con l’Italia. Dopo la partenza da Ajdovščina si arriverà nella vicina Nova Gorica, dove il traguardo non sarà posto nel centro della cittadina attraversata durante la tappa di Gorizia dell’ultimo Giro d’Italia ma sulle alture soprastanti: qui si affronteranno in rapida successione due ripide salite dalle caratteristiche di muro, quella di Ravnica (2.7 Km al 10.7%) e quella della Sveta Gora, una verticale di 2500 metri al 13.5% di media in cima alla quale si concluderà questa frazione. L’indomani spazio alla classica passerella di fine corsa sul tradizionale traguardo dell’ultimo giorno di Novo Mesto, che offrirà la terza occasione ai velocisti.

L’ultima corsa a tappe di un certo interesse prima della partenza del Tour sarà l’Adriatica Ionica Race (15-17 giugno), il cui tracciato non è ancora stato svelato, poi il 20 giugno andrà in scena il campionato nazionale, che si correrà tra Bellaria-Igea Marina e Imola, dove si arriverà dopo aver affrontato per cinque volte la salita della Cima Gallisterna (2700 metri al 6.5% contenenti un muro di 1000 metri al 12%), che lo scorso anno fu il fulcro del circuito del mondiale vinto da Julian Alaphilippe.

Non ci saranno solo i professionisti a rendere interessante il mese di giugno, perché nello stesso periodo si svolgerà la 44a edizione del Giro d’Italia Giovani Under 23 (3 – 12 giugno), riservato a quei corridori che fino a qualche decennio fa venivano definiti “dilettanti”. Le prime cinque frazioni si disputeranno in Emilia-Romagna, con la partenza della prima tappa da Cesenatico e l’arrivo dopo 144 Km a Riccione, dove si giungerà al termine di un tracciato collinare che non dovrebbe impedire l’arrivo allo sprint. Interessante, anche se non ai fini della classifica finale, si annuncia il finale della seconda frazione perché si andrà a Imola affrontando a 10 Km dal traguardo la pocanzi citata salita della Cima Gallisterna. Si farà quindi ritorno a Cesenatico per una frazione in circuito di 132 Km che ricalcherà il tracciato medio della Gran Fondo Nove Colli, che lo scorso anno aveva festeggiato quella che avrebbe dovuto essere la 50a edizione (poi annullata per pandemia) ospitando sul tracciato completo una frazione del Giro dei professionisti, vinta dall’ecuadoriano Jhonatan Narváez: per i dilettanti i colli da affrontare saranno quattro e il più impegnativo sarà il Barbotto, 4.6 Km all’8% da superare a 42 Km dall’arrivo. A questo punto il gruppo si sposterà dalla Romagna all’Emilia per le prime due tappe che vedranno protagonisti i corridori che punteranno alla vittoria finale, una cronometro individuale totalmente pianeggiante di 25 Km disegnata tra Sorbolo Mezzani e Guastalla e successivamente la Fanano – Sestola di 142 Km, il cui finale sarà lo stesso della tappa recentemente conquistata dallo statunitense Joe Dombrowski al Giro dei professionisti, con la breve ma ripida ascesa del Colle Passerino (4.3 Km al 9.9%) piazzata a ridosso del traguardo. Questa sarà anche la prima di cinque frazioni consecutive riservate agli scalatori, che il giorno dopo avranno dalla loro parte l’ascesa di Selvino, a dire il vero non troppo pendente (12 Km al 5.3%), da scavalcare a 20 Km dall’arrivo della giornata più lunga di questa edizione poiché si dovranno percorrere 177 Km per andare da Bonferraro di Sorgà a San Pellegrino Terme. L’indomani la Valtellina ospiterà la tappa regina, che scatterà da Sondrio per raggiungere in circa 120 Km i 2020 metri sul livello del mare del Lago di Campo Moro, traguardo posto al termine di un’interminabile ascesa di quasi 30 Km al 5.4% di pendenza media (7.6% nel tratto più impegnativo di 12.7 Km) che tre anni fa era stata affrontata a cronometro al Giro d’Italia femminile, cronoscalata vinta dalla fortissima olandese Annemiek van Vleuten. In salita saranno anche i finali delle frazioni seguenti, con l’ottava che dall’Aprica condurrà in 115 Km ad Andalo (14.6 km al 5.5%) e la nona che prenderà il via da Cavalese per transitare dai 2031 metri del Passo Valles (19 Km al 4.9%, con gli ultimi 4 Km all.8.8%) a una ventina di chilometri dalla partenza e terminare con la doppia ascesa al Nevegal (12.5 Km al 4.5%). L’ultimo atto, 163 Km da San Vito al Tagliamento a Castelfranco Veneto, offrirà la seconda occasione ai velocisti, per i quali l’unica insidia sarà rappresentata dal pavé del breve rettilineo d’arrivo di Piazza Giorgione, lo stesso che ha già ospitato l’epilogo di due frazioni del Giro dei “grandi”, vinte rispettivamente da Silvio Martinello nel 1991 e da Mario Cipollini nel 1999.

Mauro Facoltosi

I SITI DELLE CORSE

Critérium du Dauphiné

www.criterium-du-dauphine.fr/en

Tour de Suisse

www.tourdesuisse.ch

Route d’Occitanie

www.laroutedoccitanie.fr

Giro di Slovenia

https://tourofslovenia.si/en

Adriatica Ionica Race

https://airace.it

Campionati italiani di ciclismo su strada

https://imola-er2020.it

Tour de France

www.letour.fr/en

Il Col de Joux Plan sarà la salita regina del Delfinato 2021 (wikipedia)

Il Col de Joux Plan sarà la salita regina del Delfinato 2021 (wikipedia)

E’ ANCORA FUGA AL DELFINATO. A SAUGUES VINCE POSTLBERGER CHE SI VESTE ANCHE DI GIALLO

maggio 31, 2021 by Redazione  
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Una fuga di cinque uomini partita dopo una decina di km caratterizza la seconda tappa del Delfinato. Tra questi, Lucas Postlberger (Team Bora Hansgrohe) accelera sul penultimo GPM a circa 8 km dall’arrivo e rende vano l’inseguimento del gruppo, regolato al traguardo da un convincente Sonny Colbrelli (Team Bahrain Victorious). Postlberger è anche la nuova maglia gialla.

La seconda tappa del Giro del Delfinato può già dire molto sui pretendenti alla vittoria finale, visto che lungo i 173 km da Brioude a Saugues sono presenti cinque GPM. In particolare dopo i primi 45 km vi sarà pochissima pianura e crediamo proprio che questa sarà una tappa per colpi di mano ed attacchi a ripetizione. Anche i fuggitivi potrebbero avere un’altra ottima chance per giocarsi la tappa e Brent van Moer (Team Lotto Soudal) in maglia gialla è proprio lì a testimoniare quanto detto, alla luce di quanto accaduto nella prima tappa. La fuga di giornata si formava dopo una decina di km dalla partenza grazie all’azione di cinque ciclisti: Lucas Postlberger (Team Bora Hansgrohe), Anthony Delaplace (Team Arkea Samsic), Matthew Holmes (Team Lotto Soudal), Shane Archbold (Team Deceuninck Quick Step) e Robert Power (Team Bikeexchange). Il gruppo dopo aver lasciato andare la fuga imprimeva un ritmo tale da non far lievitare eccessivamente il suo vantaggio. In particolare era il Team INEOS Grenadiers a farsi vedere nelle prime posizioni del gruppo. Sul primo GPM di giornata, il Col de Peyra Taillade, Holmes scollinava per primo. L’australiano concedeva il bis poco più tardi, scollinando in prima posizione anche sulla Cote de la Vachellerie. Sul successivo traguardo volante di Esplantas era invece Postlberger a transitare in prima posizione. A circa 60 km dalla conclusione Power alzava bandiera bianca e si rialzava. I quattro fuggitivi rimasti iniziavano a scalare la Cote d’Auvers con un vantaggio di 3 minuti sul gruppo, tirato da Ineos e Bahrain Victorious. Era Power a scollinare in prima posizione. A 30 km dall’arrivo il vantaggio della fuga era di 2 minuti e 25 secondi. Postelberger e Archbold avevavo guadagnato una ventina secondi di vantaggio su Delaplace e Holmes. Dal gruppo maglia gialla provava l’attacco la coppia della Trek Segafredo formata da Stuyven e Pedersen ma il belga ed il danese si rialzavano dopo un paio di km. Postlberger aumentava il ritmo in testa e staccava Archbold. A 15 km dall’arrivo l’austriaco aveva 2 minuti e 30 secondi di vantaggio sul gruppo e si apprestava a scalare il quarto e penultimo GPM della Cote de la Foret de Pourcheresse. Christopher Froome (Team Israel StartUp Nation) e la maglia gialla Brent van Moer si staccavano nella salita. Postlberger scollinava con 50 secondi di vantaggio sul gruppo tirato dall’INEOS Grenadiers. Ben O’Connor (Team AG2R Citroen) subito dopo lo scollinamento si metteva all’inseguimento di Postlbergher, che dopo una breve discesa iniziava l’ultima salita del GPM della Cote de Masset. A 2 km dall’arrivo l’austriaco continuava a mantenere un vantaggio di circa 20 secondi sul gruppo ridotto ad una trentina di unità. Postlberger vinceva sul traguardo di Saugues con 11 secondi di vantaggio sul gruppo regolato da Sonny Colbrelli (Team Bahrain Victorious) mentre terzo era Alejandro Valverde (Team Movistar). Chiudevano la top five Kasper Asgreen (Team Deceuninck Quick Step) in quarta posizione e Sven Erik Bystrom (UAE Team Emirates) in quinta posizione. Postlberger ottiene la prima vittoria stagionale ed è anche la nuova maglia gialla davanti a Colbrelli e Valverde. Domani è in programma la terza tappa da Langeac a Saint-Haon-Le-Vieux. Le principali difficoltà altimetriche sono nella prima metà del tracciato, con due GPM da scalare. Gli ultimi 60 km sono sostanzialmente in pianura, se si eccettua proprio il finale, posto su uno zampellotto di circa 2 km al 3.5%. Un arrivo per uomini esplosivi in cui però anche qualche velocista potrebbe dire la sua.

Giuseppe Scarfone

La vittoria di Lucas Postlberger a Saugues (foto: Getty Images)

La vittoria di Lucas Postlberger a Saugues (foto: Getty Images)

31-05-2021

maggio 31, 2021 by Redazione  
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CRITÉRIUM DU DAUPHINÉ

L’austriaco Lukas Pöstlberger (Bora – Hansgrohe) si è imposto nella seconda tappa, Brioude – Saugues, percorrendo 172.8 Km in 4h25′20″, alla media di 39.075 Km/h. Ha preceduto di 11″ l’italiano Sonny Colbrelli (Bahrain – Victorious) e lo spagnolo Alejandro Valverde Belmonte (Movistar Team). Pöstlberger è il nuovo leader della classifica con 12″ su Colbrelli e 20″ su Valverde

TOUR DU CAMEROUN

Il bulgaro Petar Dimitrov (nazionale bulgara) si è imposto nella terza tappa, Bangangté – Nkongsamba, percorrendo 98.5 Km in 2h35′02″, alla media di 38.121 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Borislav Ivanov (nazionale bulgara) e Martin Papanov (nazionale bulgara). Nessun italiano in gara. Il bulgaro Yordan Andreev (Martigues SC-Payden & Rygel) è ancora leader della classifica con lo stesso tempo del francese Alexandre Léonien (Martigues SC-Payden & Rygel) e 2″ sul camerunense Clovis Kamzong (SNH Vélo Club)

IL DELFINATO INIZIA CON UNA FUGA VINCENTE. VAN MOER, TAPPA E MAGLIA AD ISSOIRE

maggio 31, 2021 by Redazione  
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Brent Van Moer (Team Lotto Soudal), reduce della fuga di giornata, resiste all’inseguomento del gruppo, rallentato dal complicato circuito finale di Issoire, e coglie la prima vittoria in carriera, vestendo anche la maglia gialla.

La 73° edizione del Giro del Delfinato si svolge in otto tappe dal 30 Maggio al 6 Giugno. Il percorso strizza l’occhio agli scalatori ed è condito da una cronometro individuale vallonata in cui anche i meno abili nella sfida contro il tempo potranno dire la loro. Essendo una classica corsa di preparazione al Tour de France, che partirà da Brest il prossimo 26 Giugno, la lista partenti contiene nomi di spessore che attendiamo anche alla Grande Boucle. Faro della corsa, come quasi sempre capita di questi tempi, è l’INEOS Grenadiers, che porta nel Delfinato una tripletta di altissimo livello formata da Richie Porte, Geraint Thomae e Tao Geoghegan Hart. Il Team Movistar risponde con un’altra tripletta niente male: Enric Mas, Miguel Angel Lopez ed Alejandro Valverde possono senz’altro contrastare lo squadrone britannico. Altri nomi da tenere in massima considerazione sono quelli di David Gaudu (Team Groupama FDJ), Sepp Kuss (Team Jumbo Visma), Wilco Kelderman (Team Bora Hansgrohe) e Nairo Quintana (Team Arkea Samsic). La prima tappa da Issoire ad Issoire è lunga poco più di 188 km e presenta nel finale un circuito di 37 km da ripetere tre volte, sul quale svettano in rapida successione i due GPM della Cote du Chateau de Buron e il Col de la Croix de Garde. La fuga partiva dopo pochi km dal via ed era formata da quattro uomini: Brent Van Moer (Team Lotto Soudal), Ian Garrison (Team Deceuninck-QuickStep), Patrick Gamper (Team Bora-Hansgrohe) e Cyril Gautier (B&B Hotels). Nonostante gli sforzi del gruppo per rintuzzare la fuga, principalmente da parte del team Bikeexchange e del Team AG2R Citroen, proprio nell’impegnativo circuito finale Van Moer riusciva a scrollarsi di dosso i compagni di fuga ed ad involarsi verso la prima vittoria della carriera, per di più in una corsa Pro Tour. Il giovane belga tagliava a braccia alzate il traguardo di Issoire con 25 secondi di vantaggio sul gruppo regolato da Sonny Colbrelli (Team Bahrain Victorious), mentre terzo era Clement Venturini (Team AG2R Citroen). Chiudevano la top five Jasper Stuyven (Team Trek Segafredo) in quarta posizione e Kaden Groves (Team Bikeexchange) in quinta posizione. Il classifica generale Van Moer si veste di giallo con 30 secondi di vantaggio su Colbrelli e 32 secondi di vantaggio su Venturini. Domani è in programma la seconda tappa da Brioudes a Saugues che misura 173 km ed in cui si dovranno affrontare cinque GPM. E’ senza dubbio una frazione impegnativa dal punto di vista altimetrico che già potrebbe svelare i pretendenti per la vittoria finale del Giro del Delfinato 2021.

Giuseppe Scarfone

Larrivo in solitaria di Brent Van Moer a Issoire (Getty Images)

L'arrivo in solitaria di Brent Van Moer a Issoire (Getty Images)

IL GIRO CHE VERRÀ (e altro ancora)

maggio 31, 2021 by Redazione  
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Il Giro è finito, ma già qualche piccolo spiraglio si apre sulla prossima edizione della Corsa Rosa

Un Giro è finito e uno nuovo ne sta per cominciare. Conclusa l’edizione 2021 della Corsa Rosa gli organizzatori inizieranno nelle prossime settimana e comporre le tessere del puzzle che andrà a comporre il tracciato del Giro dell’anno venturo, il cui percorso sarà svelato a novembre. L’ha rivelato ieri Mauro Vegni, direttore della corsa forse al suo ultimo anno di attività (si vocifera che Urbano Cairo vorrebbe Davide Cassani al suo posto), che ha anche anticipato che il 2022 potrebbe anche essere l’anno della partenza dall’Ungheria, già prevista per la scorsa edizione e annullata a causa della pandemia: potrebbero aiutare in tal senso i tre giorni in rosa di Attila Valter, che hanno oltremodo galvanizzato i magiari. Mal che vada, la Grande Partenza da Budapest verrebbe nuovamente rinviata e, stando alle indiscrizioni del giornalista piemontese Beppe Conti, il Giro partirebbe dalle Marche. C’è ora da unire i vari tasselli del puzzle, le numerose candidature pervenute sulla scrivania di Vegni, anche se con tutta probabilità non sarà possibile accontentare tutti l’anno prossimo e qualche municipio voglioso di Giro dovrà attendere altri dodici mesi. Cominciamo dal Piemonte dove hanno richiesto la Corsa Rosa Santena e Asti, che si è proposta per una tappa a cronometro. Dalla Ligura si sono fatti avanti due centri balneari del savonese, Albisola e Albenga, mentre in Lombardia si punta a riportare il Giro in Valtellina, a Livigno per la precisione. L’Alto Adige sarà della partita (ma ancora non sono stati fatti i nomi delle località che dovrebbe ospitare il Giro), mentre succulente candidature arrivano dal Veneto, dove ci sarà una sorta di ballottaggio tra le Tre Cime di Lavaredo, il Nevegal e la zona dell’Alpago (ma anche Possagno, che si trova vicina al Monte Grappa, ha richiesto il Giro perchè nel 2022 cadrà il 200° anniversario della scomparsa del celebre scultore Antonio Canova, nativo di questo centro). In Emilia si è fatta avanti Reggio Emilia, dalla Toscana tutto tace mentre in Umbria sono ancora in pole position Foligno e Perugia (stavolta per una cronometro tra i due centri), ma si è fatta sentire anche Terni. In Lazio si vorrebbe riportare il Giro sul Terminillo a dodici anni dall’ultimo arrivo, mentre dal vicino Abruzzo è tutto un fiorire di candidature: la corsa è stata richiesta all’Aquila, Spoltore, Francavilla al Mare e ai Prati di Tivo, mentre da anni viene avanzata la proposta – finora rimasta inesaudita – di una cronometro lungo la Riva dei Trabocchi, percorsa anche quest’anno nel finale delle tappa di Termoli. Latitano le candidature del sud, ma comunque hanno già bussato alle porte della Gazzetta il centro molisano di Carpinone, quello campano di Monte di Procida, quello pugliese di Rutigliano e la città calabrese di Crotone.
La proposta più affascinante arriva ancora una volta dal friulano Enzo Cainero che, dopo aver riportato per l’ennesima volta il Giro sullo Zoncolan, ora ha in mente una difficilissima cronoscalata con arrivo fissato in uno dei luoghi più spettacolari del Friuli, il Monte Santo di Lussari, al quale si arriverebbe percorrendo un lungo e difficile tratto di strada bianca.

Il santuario costruito sulla sommità del Monte Santo di Lussari (www.borghistorici.it)

Il santuario costruito sulla sommità del Monte Santo di Lussari (www.borghistorici.it)

CIAK… SI GIRO

Il Giro è finito ma c’è ancora un film del quale vogliamo parlarvi e non poteva che essere “Totò al Giro d’Italia”, girato nel 1948 dal regista umbro marchigiano Mario Mattoli. Non lo faremo in questa pagina, rinviandovi all’articolo che Mauro Facoltosi scrisse lo scorso anno rivelando molti segreti sulla produzione di quella pellicola.

http://www.ilciclismo.it/2009/?p=51781

Una scena di Totò al Giro dItalia (www.davinotti.com)

Una scena di "Totò al Giro d'Italia" (www.davinotti.com)

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo ventunesima tappa, Senago – Milano

1° Einer Rubio
2° Nicola Venchiarutti a 30″
3° Harm Vanhoucke a 40″
4° Natnael Tesfazion a 46″
5° Marton Dina s.t.

Classifica generale

1° Riccardo Minali
2° Attilio Viviani a 6′09″
3° Matteo Moschetti a 6′28″
4° Alexander Krieger a 10′47″
5° Umberto Marengo a 16′43″

Maglia nera: Egan Bernal, 143° a 5h35′49″

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Fabretti: “Quello che abbiamo voluto portarvi sui vostri teleschermi sono stati i colori, i rumori e i PROFUMI del Giro d’Italia”
Orlando: “Minali lo stiamo seguendo dalla prima pedalata, da quando ha staccato dalla rampa di lancio”
Fabretti: “Dieci chilometri cavi” (di cavi)
Borgato: “È riuscito a salvare la curva”
Cassani: “Un paio di curve non le ha fatte benissime”
Borgato: “È sceso dal manubrio”
Pancani: “Bettiol è un corridore che ci ha fatto vivere tra emozioni forti”
Ganna: “Non riuscivo ad agganciare il pedalino”
Genovesi: “Un circuito che correvano i ciclisti”
Pancani: “È un’opinione mio”
Pancani: “L’ordine di partenza della classifica generale rovesciata”
Pancani: “Arrivo all’Alpe di Motta (Alpe Motta)
Pancani: “La cronometro conclusivo”
De Stefano: “Uno scenario naturale meraviglioso” (il Duomo di Milano non è una meraviglia della natura)
Genovesi: “La tasca di Ascoli Piceno”
Borgato (parlando di De Marchi): “La sua vittoria è stata l’espressione di una carriera” (non ha ottenuto vittorie di tappa, ha vestito per due giorni la maglia rosa)
Pancani: “Ganna veniva dal terzo posto alla Sanremo, parliamo di cronometro” (Ganna si è piazzato 64° alla Sanremo, terzo si era piazzato qualche giorno prima nell’ultima tappa a cronometro della Tirreno-Adriatico)
Televideo RAI: “Non ne approfitta Affini” (ne dubito, ha trovato chi è andato meglio di lui)

DISCOGIRO

Oh gloria Inmarcesible! (inno nazionale colombiano)

30-05-2021

maggio 30, 2021 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

L’italiano Filippo Ganna (INEOS Grenadiers) si è imposto nella ventunesima ed ultima tappa, cronometro individuale Senago – Milano, percorrendo 30.3 Km in 33′48″, alla media di 53.787 Km/h. Ha preceduto di 12″ il francese Rémi Cavagna (Deceuninck-Quick Step) e di 13″ l’italiano Edoardo Affini (Team Jumbo-Visma). Il colombiano Egan Arley Bernal Gómez (INEOS Grenadiers) si impone in classifica con 1′29″ sull’italiano Damiano Caruso (Bahrain – Victorious) e 4′15″ sul britannico Simon Philip Yates (Team BikeExchange).

CRITÉRIUM DU DAUPHINÉ

Il belga Brent Van Moer (Lotto Soudal) si è imposto nella prima tappa, circuito di Issoire, percorrendo 181.8 Km in 4h13′00″, alla media di 43.115 Km/h. Ha preceduto di 25″ l’italiano Sonny Colbrelli (Bahrain – Victorious) e il francese Clément Venturini (AG2R Citroën Team). Van Moer è il primo leader della classifica con 30″ su Colbrelli e 32″ su Venturini

BOUCLES DE LA MAYENNE

Il francese Arnaud Démare (Groupama – FDJ) si è imposto anche nella quarta ed ultima tappa, Méral – Laval, percorrendo 181 Km in 4h14′55″, alla media di 42.602 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Daniel McLay (Team Arkéa Samsic) e il francese Bryan Coquard (B&B Hotels p/b KTM). Miglior italiano Niccolò Bonifazio (Team Total Direct Énergie), 6°. Démare è si impone in classifica con 17″ sul tedesco Philipp Walsleben (Alpecin-Fenix) e 24″ sul norvegese Kristoffer Halvorsen (Uno-X Pro Cycling Team) . Miglior italiano Niccolò Bonifazio (Team Total Direct Énergie), 7° a 34″

TOUR DE LA MIRABELLE

Il norvegese Erlend Blikra (Uno-X Pro Cycling Team) si è imposto nella terza ed ultima tappa, Lunéville – Damelevières, percorrendo 189.5 Km in 4h36′07″, alla media di 41.178 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Axel Zingle (CC Etupes) e l’italiano Filippo Fortin (Team Vorarlberg). In gara anche l’italiano Lorenzo Germani (Groupama-FDJ Conti), 79° a 1′37″. Il norvegese Idar Andersen (Uno-X Pro Cycling Team) si impone in classifica con 3″ sull’olandese Sjoerd Bax (Metec – Solarwatt p/b Mantel) e 7″ sul connazionale Jan Maas (Leopard Pro Cycling). Germani 60° a 12′09″, Fortin 95° a 25′36″

GP SLOVENIA

L’italiano Mirco Maestri (Bardiani-CSF-Faizanè) si è imposto nella corsa slovena, Kamnik – Cerklje na Gorenjskem, percorrendo 173.6 Km in 3h52′28″, alla media di 44.806 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’austriaco Felix Ritzinger (WSA KTM Graz) e il ceco Michal Schlegel (Elkov – Kasper)

FYEN RUNDT – TOUR OF FUNEN

Il danese Niklas Larsen (Uno-X Pro Cycling Team) si è imposto nella corsa danese, circuito di Middelfart, percorrendo 206.1 Km in 4h30′24″, alla media di 45.732 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Rasmus Bøgh Wallin (CO:PLAY-Giant) e Kasper Andersen (ColoQuick). Nessun italiano in gara

ORLEN NATION GRAND PRIX (Polonia) (Under23)

L’olandese Marijn Van den Berg (nazionale olandese) si è imposto anche nella seconda ed ultima tappa, circuito di Białystok, percorrendo 124.6 Km in 2h33′49″, alla media di 48.603 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Kim Heiduk (nazionale tedesca) e l’olandese Mick van Dijke (nazionale olandese). Miglior italiano Luca Coati (nazionale italiana), 18° a 31″. Van den Berg si impone in classifica con 8″ su Heiduk e 16″ sul ceco Pavel Bittner (nazionale ceca). Miglior italiano Coati, 14° a 51″.

TOUR OF JAPAN

Il giapponese Aoki Kawano (Yowamushi Pedal Cycling Team) si è imposto nella terza tappa, circuito di Tokyo, percorrendo 112 Km in 2h16′44″, alla media di 49.147 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Marino Kobayashi (Matrix Powertag) e di 26″ il connazionale Keitaro Sawada (Sparkle Oita Racing Team). Nessun italiano in gara. Il giapponese Nariyuki Masuda (Utsunomiya Blitzen) si impone in classifica con 11″ sul francese Thomas Lebas (Kinan Cycling Team) e 44″ sul connazionale Masaki Yamamoto (Kinan Cycling Team).

TOUR DU CAMEROUN

Il burkinabé Paul Daumont (nazionale burkinese) si è imposto nella seconda tappa, Ntui – Ombessa, percorrendo 111.4 Km in 2h49′53″, alla media di 39.345 Km/h. Ha preceduto di 19″ l’olandese Peter Merx (Global Cycling Team) e il connazionale Souleymane Koné (nazionale burkinese). Nessun italiano in gara. Il bulgaro Yordan Andreev (Martigues SC-Payden & Rygel) è ancora leader della classifica con 4″ su Koné e sul francese Alexandre Léonien (Martigues SC-Payden & Rygel)

INTERNATIONALE LOTTO THÜRINGEN LADIES TOUR (Donne)

L’olandese Lorena Wiebes (Team DSM) si è imposta nella sesta ed ultima tappa, circuito di Gotha, percorrendo 97.8 Km in 2h28′28″, alla media di 39.524 Km/h. Ha preceduto allo sprint la belga Lotte Kopecky (Liv Racing) e di 2″ la svedese Emilia Fahlin (FDJ Nouvelle Aquitaine Futuroscope). Miglior italiana Marta Cavalli (FDJ Nouvelle Aquitaine Futuroscope), 42° a 20″. L’olandese Lucinda Brand (Trek-Segafredo Women) si impone in classifica con 9″ sulla Kopecky e 18″ sulla danese Emma Norsgaard Jørgensen (Movistar Team). Miglior italiana la Cavalli, 14° a 2′21″

COPPA DELLA PACE – TROFEO FRATELLI ANELLI (Under23)

L’olandese Daan Hoole (SEG Racing Academy) si è imposto corsa italiana, circuito di Sant’Ermete, percorrendo 172 Km in 4h08′00″, alla media di 41.612 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Stan Van Tricht (SEG Racing Academy) e l’italiano Federico Guzzo (Zalf Euromobil Désirée Fior)

UNA SCHEGGIA DI VETRO NON INGANNA GANNA NEL GIORNO DEL TRIONFO DI BERNAL

maggio 30, 2021 by Redazione  
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Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers) vince col brivido la cronometro finale di Milano davanti a Remi Cavagna (Team Deceuninck Quick Step) ed Edoardo Affini (Team Jumbo Visma). Egan Bernal vince il Giro d’Italia 2021 davanti a Damiano Caruso e Simon Yates.

Nella cronometro finale da Senago a Milano, lunga 30 km e 300 metri, si decidevano gli ultimi verdetti del Giro 2021. Per quanto riguarda la classifica generale, con le prime tre posizione ormai cristallizzate, era interessante la lotta per il quarto posto ed il quinto posto, con Aleksander Vlasov (Team Astana), non proprio un fulmine nelle prove contro il tempo, braccato a breve distanza da Daniel Martinez (Team INEOS Grenadiers) e Joao Almeida (Team Deceuninck Quick Step). Il russo era artefice di una prova tutto sommato discreta per i suoi standard. Chiudendo in diciannovesima posizione con il tempo di 35 minuti e 14 secondi riusciva a mantenere il quarto posto dagli attacchi di Almeida e Martinez. Proprio Martinez riusciva a confermarsi in classifica generale in quinta posizione, nonostante l’ottima prova di Almeida che lo impensieriva fino alla fine. Il portoghese chiudeva in quinta posizione con il tempo di 35 minuti e 15 secondi, dietro Ganna, Cavagna, Affini e Sobrero, ma veniva beffato in classifica generale, totalizzando lo stesso tempo di Martinez ma da questi sopravanzato per una questione di centesimi. Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers) confermava la sua strapotenza nelle prove contro il tempo. Nonostante una foratura che lo costringeva a cambiare bici in corsa a circa tre km dall’arrivo in Piazza Duomo, il campione del mondo della specialità era l’unico a scendere sotto i 34 minuti, facendo fermare il cronometro a 33 minuti e 48 secondi. Alle sue spalle , a 34 minuti netti, si piazzava in seconda posizione Remi Cavagna (Team Deceuninck Quick Step). Il francese sembrava poter avere la meglio su Ganna, ma prendeva una curva diritta a circa 300 metri dall’arrivo che gli faceva perdere l’equilibrio, e soprattutto, a occhio e croce, gli stessi secondi che aveva perso Ganna nel cambio bici. In terza posizione Edoardo Affini (Team Jumbo Visma), a 13 secondi da Ganna, confermava l’ottimo momento dei cronomen italiani, certificato anche dal quarto posto di Matteo Sobrero (Team Astana), a 14 secondi di ritardo da Ganna. Per quanto riguarda le primissime posizioni della classifica generale Damiano Caruso (Team Bahrain Victorious), diciassettesimo al traguardo, rosicchiava 30 secondi alla maglia rosa Egan Bernal (Team INEOS Grenadiers), che chiudeva in ventiquattresima posizione. Il giovane talento colombiano vince meritatamente il Giro d’Italia 2021 con 1 minuto e 29 secondi di vantaggio su Caruso e 4 minuti e 15 secondi di vantaggio su Simon Yates (Team Bikeexchange). Per quanto riguarda le altre classifiche Geoffrey Bouchard (Team AG2R Citroen) vince quella GPM, Peter Sagan (Team Bora Hansgrohe) quella a punti ed ancora Egan Bernal quella di miglior giovane. Infine l’INEOS Grenadies vince la classifica a squadre. Prima del secondo GT dell’anno, il Tour de France, che partirà da Brest il 26 Giugno, il calendario internazionale vede adesso un interessante doppio appuntamento con Criterium del Delfinato, iniziato proprio oggi, e Giro di Svizzera, dal 6 al 13 Giugno. Saranno da seguire anche Giro del Belgio e Giro di Slovenia, entrambi in programma dal 9 al 13. I grandi nomi attesi per la Grande Boucle, tra cui Tadej Pogacar, Primoz Roglic, Geraint Thomas, Richie Porte, Julian Alaphilippe e Wout Van Aert, per nominarne qualcuno, ultimeranno la preparazione in queste corse.

Giuseppe Scarfone

Filippo Ganna vince la cronometro finale di Milano (foto: Getty Images Sport)

Filippo Ganna vince la cronometro finale di Milano (foto: Getty Images Sport)

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): SENAGO – MILANO

maggio 30, 2021 by Redazione  
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Il Giro è arrivato al suo ultimo anno, la pianeggiante cronometro con arrivo in Piazza del Duomo a Milano. Difficilmente riuscirà a cambiare i volti del podio e la loro posizione, ma è ancora apertissima la lotta per un piazzamento nella top ten

Dopo l’ultima tappa di montagna nulla potrà più cambiare sul podio del Giro. Bernal è rimasto graniticamente in testa alla classifica dopo aver passato un brutto quarto d’ora all’ìnizio dell’ultima settimana sulla salita della Sega di Ala, Caruso ha distanziato Yates salendo verso l’Alpe Motta e il terzo posto del britannico è separato dall’abisso di quasi quattro minuti dal corridore attualmente quarto in classifica, il russo Aleksandr Vlasov. Ancora apertissima è, invece, la lotta per un “posto al sole” appena già dal podio e un piazzamento all’interno della top ten è comunque un qualcosa di prestigioso, anche se poi alla fine pochi se lo ricorderanno. In particolare il quarto (Vlasov), il quinto (Romain Bardet) e il sesto (Daniel Martínez) sono racchiusi in un fazzoletto di 49 secondi e non molto distante sono anche Hugh Carthy e João Almedia, rispettivamente a 26 e 54 secondi da Martínez. A delineare i piani bassi dell’alta classifica sarà la cronometro conclusiva, 30 filanti chilometri che da Senago condurranno dritti all’appodro conclusivo di Piazza del Duomo, movimentati da rare curve che consentiranno ad un corridore del calibro di Filippo Ganna di lanciarsi a tutta sulle strade della periferia meneghina, alla ricerca della seconda affermazione dopo quella ottenuta nella cronometro d’apertura a Torino.

Via Dante a Milano e l’altimetria della ventesima tappa (wikipedia)

Via Dante a Milano e l’altimetria della ventesima tappa (wikipedia)

L’ANGOLO DELLA STORIA

E con questa faranno 90: tante sono le volte nelle quali il Giro ha scelto il capoluogo lombardo quale sede d’arrivo. Milano è la “culla” del Giro, qui la corsa è nata nell’estate del 1908, da qui è partita la prima edizione il 13 maggio del 1909 e qui si è quasi sempre arrivati – tranne qualche eccezione – al termine della frazione conclusiva. Quest’ultima è stata più spesso in linea, con l’approdo situato – fin quando è stato agibile – sulla mitica pista del velodromo Vigorelli. In dodici occasioni, però, la tappa meneghina è stata a cronometro e sarebbero state tredici se nel 1967 una manifestazione di piazza (si protestava contro la guerra del Vietnam) non avesse impedito il cronoprologo in notturna che Torriani si era inventato per festeggiare la 50a edizione della Corsa Rosa: sarebbe stato il primo prologo in assoluto della storia del ciclismo, un primato che quello stesso anno sarà soffiato al Giro dal Tour de France. Così la prima cronometro con arrivo a Milano sarà quella disputata il giorno conclusivo del Giro del 1971, partita da Lainate e vinta dal danese Ole Ritter, recordman dell’ora in carica. Nel 1979, sempre all’ultimo giorno di corsa, si disputò la Cesano Maderno – Milano con arrivo sulla pista d’atletica dell’Arena Civica, lo stesso luogo dove 70 anni prima era terminata l’ultima tappa del primo Giro d’Italia: quel giorno era in maglia rosa Giuseppe Saronni, che vinse anche questa frazione distanziando di 15” Roberto Visentini e di 21” il grande rivale Francesco Moser. Il Giro del 1982 non terminò a Milano ma vi partì e per l’atto d’apertura fu scelta una cronosquadre di 16 Km che vide imporsi la Renault-Elf-Gitan, formazione del grande favorito Bernard Hinault, che partirà così in maglia rosa e in maglia rosa giungerà al conclusivo traguardo di Torino. Due anni più tardi si disputò il Giro del celebre sorpasso di Moser al francese Fignon nella conclusiva cronometro di Verona, edizione della corsa che aveva in precedenza proposto un’altra prova contro il tempo tra la Certosa di Pavia e Milano, pure vinta dal corridore trentino. Dodici mesi più tardi la gloria toccherà al suo rivale Saronni, vittorioso nel capoluogo lombardo con la sua Del Tongo-Colnago al termine della cronosquadre del terzo giorno, partita da Busto Arsizio, e nuovo capoclassifica, levando la maglia rosa proprio dalle spalle di Moser. Il 1992 sarà l’anno della cronometro meneghina più lunga perché per invogliare la presenza di Miguel Indurain, che si schierava per la prima volta in carriera al via del Giro, ne fu inserita all’ultimo giorno una lunga ben 66 Km: nonostante il chilometraggio, la fatica accumulata in tre settimane di corsa e la classifica oramai delineata a suo favore (aveva più di due minuti su Chiappucci), il fuoriclasse spagnolo volle scagliare un lampo della sua classe lanciandosi a tutta dalla Piazza Ducale di Vigevano e presentandosi al traguardo del Castello Sforzesco con quasi tre minuti di vantaggio su Guido Bontempi, dopo aver viaggiato a una media di 50.126 Km/h ed essersi preso il lusso di riprendere Chiappucci e poche centinaia di metri dall’arrivo. Nel nuovo millennio le conclusioni a cronometro in quel di Milano diventeranno più frequenti, preferendole alla tradizionale tappa conclusiva favorevole ai velocisti, e in ben tre occasioni risulteranno determinanti per la vittoria finale, con i ribaltoni in extremis tra Joaquim Rodríguez e Ryder Hesjedal nel 2012, tra Nairo Quintana e Tom Dumoulin nel 2017 e tra Jai Hindley e Tao Geoghegan Hart lo scorso anno. In tutto ne sono state disputate sei negli ultimi diciotto anni, conquistate da Serhij Hončar (2003), Marco Pinotti (2008 e 2012), David Millar (2011), Jos van Emden (2017) e Filippo Ganna (2020).

CIAK… SI GIRO

Davinotti, il sito dal quale abbiamo preso le segnalazioni che vi abbiamo proposto in questa rubrica, normalmente non prende in considerazione le scene girate in luoghi celebri che non hanno bisogno di presentazioni, come il Colosseo a Roma o Piazza San Marco a Venezia. Ci sono rarissime eccezioni e una di queste riguarda una celeberrima scena girata nel luogo dove il Giro terminerà anche quest’anno il suo cammino, Piazza del Duomo a Milano. È la scena del “noio volevam savuar”, una delle più spassose di “Totò, Peppino e la… malafemmina”, pellicola che racconta i maldestri tentativi dei fratelli Antonio e Peppino Caponi di impedire il matrimonio di un loro nipote con la ballerina Marisa Florian (Dorian Gray): è la “malafemmina” del titolo, alla quale scriveranno una strampalata lettera, altra scena cult del film che tra l’altro non era prevista dal copione e che fu improvvisata al momento dai due geniali attori, costringendo le maestranze a ripetere più volte il ciak perché gli operatori di scena non riuscivano a trattenere le risa. Poco prima di quella scena i due erano arrivati a Milano scendendo alla Stazione Centrale e da lì raggiungendo Piazza del Duomo, dove incontreranno un “ghisa” (interpretato dal ballerino Franco Rimoldi, il quale pure costrinse a far ripetere la scena a causa della “ridarola”) al quale chiederanno “Noio volevam savuar, per andare dove dobbiamo andare per dove dobbiamo andare??”. Noi, invece, sappiamo dome mandarvi: se guardate con attenzione la seconda foto, vedrete indicato da un circoletto rosso il punto dove si trovavano Totò e Peppino De Filippo.

Cliccate qui per scoprire le altre location del film

Totò, Peppino De Filippo e Franco Rimoldi (il ghisa) in Piazza del Duomo a Milano in una della più celebri scene di Totò, Peppino e la... malafemmina (www.davinotti.com)

Totò, Peppino De Filippo e Franco Rimoldi (il "ghisa") in Piazza del Duomo a Milano in una della più celebri scene di "Totò, Peppino e la... malafemmina" (www.davinotti.com)

Indicato dal cerchio rosso, il punto di Piazza Duomo dove si trovavano Totò e Peppino nella celeberrima scena del Noio volevam savuar (www.davinotti.com)

Indicato dal cerchio rosso, il punto di Piazza Duomo dove si trovavano Totò e Peppino nella celeberrima scena del "Noio volevam savuar" (www.davinotti.com)

https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/toto-peppino-e-la-malafemmina/50000256

METEO GIRO

Le previsioni meteo per la tappa del giorno

Senago – partenza primo corridore: cielo sereno, 21.4°C, vento debole da SE (10 Km/h), umidità al 52%
Milano – arrivo maglia rosa: cielo sereno, 23.6°C, vento debole da ESE (8-9 Km/h), umidità al 41%

GLI ORARI DEL GIRO

12.00: inizio diretta su Raisport
13.45: partenza del primo corridore da Senago
14.00: inizio diretta su RAI 2 e arrivo del primo corridore a Milano
15.00: inizio diretta su Eurosport1
16.37: partenza della maglia rosa da Senago
17.15: arrivo della maglia rosa a Milano

GIROALCONTRARIO

L’ordine d’arrivo e la classifica generale visti dal punto di vista della maglia nera.

Ordine d’arrivo diciannovesima tappa, Verbania – Valle Spluga (Alpe Motta)

1° Davide Cimolai
2° Peter Sagan s.t.
3° Macej Bodnar s.t.
4° Albert Torres a 12″
5° Samuele Rivi a 16″

Classifica generale

1° Riccardo Minali
2° Matteo Moschetti a 6′59″
3° Attilio Viviani a 7′20″
4° Alexander Krieger a 10′46″
5° Albert Torres a 17′37″

Maglia nera: Egan Bernal, 143° a 5h34′03″

STRAFALGAR SQUARE

L’angolo degli strafalcioni dei telecronisti

Sito del Giro d’Italia: “Ma sarà da un altro lago, il Garda, che la frazione partirà” (si partiva da Verbania, sul Lago Maggiore)
Borgato: “La salita scende per due chilometri”
Pancani: “La maglia azzurra, la maglia che premia i migliori risultati dei Gran Premi della Montagna”
Rizzato: “Poco margine con il maglia rosa”
Borgato: “Oggi è più complato creare allenze”
Borgato: “Nella crono di domani può accadere tante cose”
Borgato: “Sta trovando una condizione questo finale di Giro”
Cassani: “Gli under23 non hanno potuto misurarsi”
Borgato: “Bardet, bocca aperta sulla ruota di Cataldo”
Pancani: “Ci sono troppe galleria”
Cassani: Quando Bardet cerca di portare sta seduto”
Borgato: “La Bahrain Victorius vanno a conquistare la seconda vittoria di tappa”
Pancani: “Oggi è stata emozioni forti”
Comunicato RCS: “ha tagliato il traguardo in solitaria alzate”

DISCOGIRO

Caruso (Lucio Dalla)

UN CARUSO IN PARADISO: DAMIANO VINCE SULL’ALPE MOTTA E BLINDA IL SECONDO POSTO IN CLASSIFICA GENERALE.

maggio 29, 2021 by Redazione  
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Il sogno più bello da vivere ad occhi aperti in cima all’Alpe Motta per Damiano Caruso (Bahrain Victorious) autore di una prova da campione, la più bella vissuta dal Giro 104, di concerto con il compagno di squadra Pello Bilbao, riesce a conquistare il primo successo di tappa al Giro d’Italia consolidando così il secondo posto in classifica dietro alla maglia rosa Egan Bernal in controllo grazie ad un maestoso Daniel Martinez (Ineos Grenadiers) rispettivamente secondo a 24” e terzo a 35”, attardato invece Adam Yates (Team BikeExchange) che arriva a 51” ma riesce a conservare il terzo posto in classifica generale.

Ultima tappa in linea ed ultima occasione per portare via una fuga con la speranza di arrivare all’arrivo, l’azione si concretizza poco prima del chilometro 30 quando su un allungo di Dries De Bondt e Louis Vervaeke (Alpecin-Fenix), Simon Pellaud (Androni Giocattoli – Sidermec) si portando sotto anche Vincenzo Albanese (Eolo-Kometa), Giovanni Visconti (Bardiani-CSF), Matteo Jorgenson (Movistar) e Taco van der Hoorn (Intermarché-Wanty-Gobert Matériaux), seguiti successivamente da da Nico Denz (Team DSM) e Felix Grossschartner (Bora-Hansgrohe). Ben nove uomini a comporre la fuga di giornata. Gli attaccanti guadagnano subito oltre 5’ di vantaggio, fino a che la Deceuninck-Quick-Step e il Team BikeExchange, si alternano in testa al gruppo maglia rosa per tenere la situazione sotto controllo. E’ questa la mossa in testa al gruppo maglia rosa che preannuncia battaglia tra gli uomini di classifica, ed infatti all’attacco della prima salita di giornata il gruppo ci arriva con un ritardo già marginale di 3’30” dai battistrada e plotone. Appena iniziano le prime rampe del GPM, in testa De Bondt termina il proprio lavoro così da favorire l’allungo del compagno di squadra Vervaeke, sulla cui ruota rimane il solo Grossschartner, mentre gli altri fuggitivi decidono di salire con il loro passo. Questa scelta sembra pagare, almeno per Visconti e Albanese, che rientrano sulla testa dopo una decina di chilometri di scalata formando un quartetto al comando. Dopo qualche altro chilometro rientra da dietro anche Pellaud, rallentato da un problema meccanico nella prima parte della salita. Dietro gli inseguitori sono tirati dal Team BikeExchange, distanziati a circa 3 minuti dal quintetto, mentre riassorbe uno alla volta gli altri membri della fuga di giornata. La situazione in testa al gruppo maglia rosa cambia quando il Team DSM inizia a imprimere un’andatura sostenuta in testa al gruppo facendo così diminuire il distacco a 50″ allo scollinamento sul Passo San Bernardino, in cui al GPM Visconti vince la volata con Albanese passando in prima posizione. In discesa è sempre il Team DSM ad imprimere ancora un’accelerazione alla corsa infatti Michael Storer, Chris Hamilton e Romain Bardet allungano, al terzetto si aggiunge la coppia dalla Bahrain Victorious formata da Pello Bilbao e Damiano Caruso. L’azione è interessante, nonostante dietro Egan Bernal è ben scortato dalla corazata Ineos ora a fare l’andatatura in discesa e proteggere il capitano. I cinque contrattaccanti riescono a rientrare sui fuggitivi, formando un gruppetto di dieci uomini al comando della corsa. Il gruppo maglia rosa termina la discesa con 23” di ritardo. L’azione in testa è buona, sarebbe stata molto più interessante se a darne impulso ci fosse stato anche Adam Yates (Team BikeExchange) o João Almeida (Deceuninck-QuickStep) ma i due dopo le fiamme di ieri oggi sono apparsi con le polveri bagnate. Con l’ascesa al Passo dello Spluga, davanti restano in sei: la coppia Caruso e Bilbao, l’altra coppia Bardet e Storer, ed infine Vervaeke e Grosschartner. Il vantaggio del gruppetto in testa continua a salire fino a raggiungere i 52” sulle prime rampe della salita. Nel frattempo, Vervaecke perde contatto dai battistrada e viene ripreso dal gruppo dal quale si staccano in tantissimi sotto l’impulso di Jonathan Castroviejo (Ineos-Grenadiers). In vista del GPM perde contatto Grosschartner, davanti restano in quattro con un vantaggio che scende a 45”. Dietro il gruppo maglia rosa è composto ormai dai soli Aleksandr Vlasov (Astana-PremierTech), Egan Bernal e Jonathan Castroviejo (Ineos Grenadiers), João Almeida (Deceuninck-QuickStep), Hugh Carthy (EF Education-Nippo), Tobias Foss (Jumbo-Visma), Felix Großschartner (Bora-Hangrohe) e Simon Yates (Team BikeExchange). Resta leggermente attardato in discesa Daniel Martínez, dopo un allungo di Aleksandr Vlasov (Astana-PremierTech) se ne accorge Bernal e fa rallentare il ritmo così da consentire il rientro del preziosissimo compagno di squadra da “spendere” verso la salita all’Alpe Motta. Al termine della discesa la situazione in corsa è cristallizzata, le due coppie davanti conservano 42” sul gruppo maglia rosa che ha ancora a disposizione due compagni di squadra. Sulle prime rampe dell’Alpe Motta, dopo aver tirato a lungo, si staccano dalla testa della corsa sia Storer sia Bilbao, bellissimo il gesto di Damiano Caruso che con due pacche sulla spalla ringrazia lo spagnolo per il lavoro svolto, rimangono così al comando i loro capitani Bardet e Caruso rispettivamente per Team DSM e Bahrain Victorious. Dietro termina il lavoro di Jonathan Castroviejo ed inizia quello di Daniel Martínez con Egan Bernal scortato negli ultimi chilometri di salita senza alcun segno di cedimento. Dicevamo delle polveri bagnate dei protagonisti di ieri ed infatti va in difficoltà per primo il portoghese Joao Almeida Deceuninck-Quick-Step. Alle spalle della coppia al comando restano così solamente Daniel Martínez, Egan Bernal e Simon Yates, mentre Hugh Carthy, Aleksandr Vlasov e un Joao Almeida che fa l’elastico, perdono a loro volta contatto per il gran ritmo del corridore colombiano. Davanti chi ci crede di più è Damiano Caruso, sguardo avanti e pedalata rotonda che gli permette di conservare 30” dagli immediati inseguitori, Bardet incollato a ruota non dà un cambio. Subito dopo il traguardo volante ai meno 3 finali dove le rampe tornano in doppia cifra il siciliano continua nel suo ritmo e Bardet non riesce questa volta a stare dietro. E’ il là verso il primo successo al Gior d’Italia in mezzo a due ali di folla prima della zona transennata dell’ultimo chilometro. Nello stesso, dietro, anche Simon Yates perde contatto dalla Maglia Rosa, con Martinez che usa le sue ultime energie fino a scortare il proprio capitano fin dentro l’ultimo chilometro, qui Egan Bernal parte tutto solo andando a riprendere e superare Bardet mentre Caruso ormai comincia a gustarsi il sapore della vittoria arrivando sul traguardo a braccia alzate. Bellissimo il gesto tattico ed atletico di Caruso, forse l’azione più bella del Giro d’Italia 2021 che consacra una carriera sempre al servizio degli altri. Domani si parte per l’ultima frazione, una cronometro di 30 Km da Senago a Milano, Bernal la maglia rosa deve gestire 1’:59” su Damiano Caruso e 3’:23” su Simon Yates troppo lontani per impensierirlo, il podio della corsa rosa ormai è blindato ancor più lontano infatti Aleksandr Vlasov (Astana-PremierTech) a 7’:07, quinto Romain Bardet (Team DSM) a 7’:48”.

Antonio Scarfone

Caruso allattacco sullultima salita del Giro 2021 (Getty Images Sport)

Caruso all'attacco sull'ultima salita del Giro 2021 (Getty Images Sport)

29-05-2021

maggio 29, 2021 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

L’italiano Damiano Caruso (Bahrain – Victorious)si è imposto nella ventesima tappa, Verbania – Valle Spluga (Alpe Motta), percorrendo 164 Km in 4h27′53″, alla media di 36.732 Km/h. Ha preceduto di 24″ il colombiano Egan Arley Bernal Gómez (INEOS Grenadiers) e di 35″ il colombiano Daniel Felipe Martínez Poveda (INEOS Grenadiers). Bernal Gómez è ancora maglia rosa con 1′59″ su Caruso e 3′23″ sul britannico Simon Philip Yates (Team BikeExchange).

BOUCLES DE LA MAYENNE

Il francese Arnaud Démare (Groupama – FDJ) si è imposto anche nella terza tappa, Saint-Berthevin – Craon, percorrendo 182 Km in 4h18′48″, alla media di 42.195 Km/h. Ha preceduto allo sprint il norvegese Kristoffer Halvorsen (Uno-X Pro Cycling Team) e l’olandese Nils Eekhoff (Team DSM). Miglior italiano Matteo Malucelli (Androni Giocattoli – Sidermec), 16°. Démare è il nuovo leader della classifica con 2″ sul tedesco Philipp Walsleben (Alpecin-Fenix) e 14″ su Halvorsen. Miglior italiano Niccolò Bonifazio (Team Total Direct Énergie), 8° a 24″

TOUR DE LA MIRABELLE

L’olandese Sjoerd Bax (Metec – Solarwatt p/b Mantel) si è imposto nella seconda tappa, Neufchâteau – Saint-Amarin, percorrendo 177 Km in 4h28′25″, alla media di 39.565 Km/h. Ha preceduto allo sprint il neozelandese Laurence Pithie (Equipe continentale Groupama-FDJ) e il norvegese Idar Andersen (Uno-X Pro Cycling Team). Due italiani in gara: Lorenzo Germani (Groupama-FDJ Conti) 65° a 9′28″, Filippo Fortin (Team Vorarlberg) 107° a 20′15″. Andersen è ancora leader della classifica con 3″ su Bax e 7″ sull’olandese Jan Maas (Leopard Pro Cycling). Germani 64° a 10′32″, Fortin 104° a 25′36″

GRAND PRIX HERNING

Il danese Mads Østergaard Kristensen (ColoQuick) si è imposto nella corsa danese, circuito di Herning, percorrendo 195 Km in 4h26′21″, alla media di 43.927 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Magnus Bak Klaris (CO:PLAY-Giant) e di 2″ il connazionale Niklas Larsen (Uno-X Pro Cycling Team). Nessun italiano in gara

TOUR OF ESTONIA

L’estone Martin Laas (nazionale estone) si è imposto nella seconda ed ultima tappa, circuito di Tartu, percorrendo 163 Km in 3h55′23″, alla media di 41.549 Km/h. Ha preceduto di 3″ i polacchi Adrian Banaszek
(Mazowsze Serce Polski) e Maciej Paterski (Voster ATS Team). Ritirati i due italiani in gara, Andrea Peron (Team Novo Nordisk) e Umberto Poli (Team Novo Nordisk). L’estone Karl Patrick Lauk (nazionale estone) si impone in classifica con 7″ su Laas e sul greco Polychronis Tzortzakis (Kuwait Pro Cycling Team).

ORLEN NATION GRAND PRIX (Polonia) (Under23)

L’olandese Marijn Van den Berg (nazionale olandese) si è imposto nella prima tappa, circuito di Białystok, percorrendo 143.2 Km in 2h59′11″, alla media di 47.951 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Kim Heiduk (nazionale tedesca) e il ceco Pavel Bittner (nazionale ceca). Miglior italiano Luca Coati (nazionale italiana), 7°. Van den Berg è il primo leader della classifica con 4″ su Heiduk e 6″ su Bittner. Miglior italiano Coati, 7° a 10″

TOUR OF JAPAN

Lo spagnolo José Vicente Toribio Alcolea (Matrix Powertag) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Sagamihara, percorrendo 108.5 Km in 2h38′44″, alla media di 41.012 Km/h. Ha preceduto allo sprint i giapponesi Kazutoshi Kariya (Nihon University) e Genki Yamamoto (Kinan Cycling Team). Nessun italiano in gara. Il giapponese Nariyuki Masuda (Utsunomiya Blitzen) è ancora leader della classifica con 11″ sul francese Thomas Lebas (Kinan Cycling Team) e 44″ sul connazionale Masaki Yamamoto (Kinan Cycling Team).

TOUR DU CAMEROUN

Il bulgaro Yordan Andreev (Martigues SC-Payden & Rygel) si è imposto nella prima tappa, Yaoundé – Ayos, percorrendo 118.8 Km in 2h59′42″, alla media di 39.666 Km/h. Ha preceduto di 4″ il francese Alexandre Léonien (Martigues SC-Payden & Rygel) e il burkinabé Souleymane Koné (nazionale burkinese). Nessun italiano in gara. Andreev è il primo leader della classifica con 4″ su Léonien e Koné

INTERNATIONALE LOTTO THÜRINGEN LADIES TOUR (Donne)

L’olandese Lucinda Brand (Trek-Segafredo Women) si è imposta nella quinta tappa, circuito di Weimar, percorrendo 143.3 Km in 3h55′08″, alla media di 36.566 Km/h. Ha preceduto allo sprint la connazionale Lorena Wiebes (Team DSM) e la danese Emma Norsgaard Jørgensen (Movistar Team). Miglior italiana Marta Cavalli (FDJ Nouvelle Aquitaine Futuroscope), 19° a 14″. La Brand è ancora leader della classifica con 17″ sulla belga Lotte Kopecky (Liv Racing) e 18″ sulla Norsgaard Jørgensen. Miglior italiana la Cavalli, 14° a 2′03″

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