UNA TAPPA AMLETICA

febbraio 10, 2020 by Redazione  
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Alla vigilia della cronometro di Valdobbiadene va in scena una tappa di difficile interpretazione. Non è facile fare un pronostico sugli esiti di una giornata che potrebbe premiare un velocista abile a rimanere a galla nei finali più complicati, di quelli che danno parecchio filo da torcere alle loro formazioni, oggi chiamate sia a tenere a bada i fuggitivi di giornata, sia a guardarsi le spalle dalle “pugnalate” che i finisseur sanno assestare a tradimento su colli come quelli che punteggeranno il finale di Monselice.

Se Amleto fosse di casa nel castello di Monselice e fosse appassionato di ciclismo già ce lo immaginiano aggirararsi nelle stanze del maniero arrovellato dal dubbio, che stavolta non sarà lo storico “Essere o non essere” ma il più pratico “tappa per velocisti o azione di un finisseur”? Perché la frazione che terminerà nella cittadina veneta è tra le più indefinibili per quel che concerne il pronostico finale. Verrebbe da dire, di primo acchito, che questa è tappa per sprinter per via dei suoi 190 Km quasi totalmente pianeggianti, dai quali spuntano come funghetti due salite che non arrivano a malapena ai 4 km di lunghezza. Se si guardano con più attenzione i dati delle due ascese si scopre, però, che presentano entrambe pendenze non estreme ma in grado di rimanere nelle gambe dei velocisti, se si pensa che sono piazzate nel finale di gara e che, una volta ritrovata la pianura negli ultimi 11 Km, si percorrerà una strada poco filante poiché disegnata lungo il piede dei Colli Euganei, assecondandone il limite geografico con un andamento tortuoso che mal si sposerà con le operazioni di recupero del gruppo sui fuggitivi di giornata o sui finisseur che saranno riusciti a lasciare la compagnia sulle precedenti ascese.
Questa tappa prenderà ancora le mosse dalla riviera romagnola con il tratto iniziale da pedalare da Cervia in direzione di Ravenna, dov’è previsto il passaggio del gruppo sulla circonvallazione che eviterà l’ingresso nella cittadina celebre per i suoi monumenti d’epoca paleocristina e bizantina che ne hanno fatta la “capitale del mosaico”.
Lasciato il ravennate per la provincia di Ferrara, il percorso di gara sfiorerà il seicentesco Santuario della Celletta, uno dei pochi monumenti a essere risparmiati dal terremoto che, pochi anni dopo la sua costruzione, nel 1624 distrusse quasi completamente la vicina Argenta, violento al punto da provocare uno tsunami nel Po di Primaro e addirittura la liquefazione del terreno sabbioso circostante il paese. L’aspetto moderno del duomo del paese, intitolato a San Nicolò e al cui interno è ospitata la tomba di Don Giovanni Minzoni, è però dovuto a un altro dramma che colpì Argenta, il bombardamento alleato del 12 aprile 1945 che provocò danni non meno ingenti rispetto a quelli causati dal sisma e che è ricordato da un cimitero di guerra qui voluto dagli alleati.
Raggiunta la frazione di Consandolo – nei cui pressi si può ammirare la delizia estense di Benvignante, patrimonio dell’umanità dell’UNESCO dal 2000 insieme alla città di Ferrara – si cambierà direzione di marcia per portarsi a Portomaggiore, centro che offre al turista un’altra “delizia”, quella del Verginese, per poi dirigersi verso il Polesine, nel quale si giungerà dopo aver superato il corso del Po alle porte di Polesella. Fu questo uno dei centri maggiormente colpiti dalla disastrosa alluvione del 1951, otto anni dopo esser stato scena di un altro evento drammatico, ma fortunatamente solo di finzione, perché è alle porte di Polesella che nel 1943 Luchino Visconti aveva girato la scena del mortale incidente della protagonista femminile di Ossessione, uno dei capolavori del celebre regista milanese, considerato come una delle pellicole che diede vita al filone del neorealismo.
Nel frattempo la corsa sarà entrata in Veneto, regione universalmente conosciuta anche per le sue ville (e proprio a Polesella, presso l’argine del Po, si trova Villa Morosini, affascinante location per indimenticabili matrimoni), e s’imboccheranno i veloci rettilinei pianeggianti che condurranno a Rovigo, dove il gruppo “ballerà” sui sampietrini del centralissimo Corso del Popolo, dove si transiterà al cospetto dei due simboli della cittadina, le torri Donà e Grimani.
Avvicinandosi velocemente al gran finale si toccherà quindi Stanghella, primo comune della provincia di Padova a esser attraversato dal gruppo e paese di residenza dell’ex corridore Massimo Ghirotto, che fino al 2018 è stato commentatore in moto del Giro d’Italia per Radio Rai e che in carriera ha conquistato tre tappe al Giro (Felino 1991, Oropa 1993 e Bra 1994) e due al Tour (e di queste ultime si ricorda ancora oggi a distanza di 32 anni quella rocambolescamente conquistata nel 1988 a Guzet-Neige, sui Pirenei, che aveva praticamente perduto a poche centinaia di metri dall’arrivo, quando i corridori che lo precedevano e lo avevano staccato in salita persero tempo infilandosi per sbaglio nella deviazione riservata alle ammiraglie).
Quando mancheranno 45 Km al traguardo i “girini” già giungeranno a Monselice, dove si transiterà nel centro cittadino, a due passi dal romano-gotico Castello Cini, che in apertura abbiamo immaginato abitato da Amleto e che a sua volta è dominato dagli imponenti resti del più vetusto maniero detto “Mastio Federiciano”. I Colli Euganei già si stagliano all’orizzonte ma prima di raggiungerli bisognerà “trangugiare” ancora una dozzina di chilometri sul velluto della pianura, transitando in questo frangente di corsa particolarmente adrenalinico le località termali di Battaglia e di Galzignano, quest’ultima conosciuta anche per la presenza in località Valsanzibio di Villa Barbarigo, ammirata soprattutto per il suo giardino all’italiana, recentemente insignito del titolo di più bello d’Europa. È giunta l’ora di cogliere i due velenosi funghetti finali e il primo di questi è il Roccolo, 3.7 Km al 8.3% e salita simbolo dello scomparso Giro del Veneto, corsa organizzata per l’ultima volta nel 2012, anche se – quando questa aveva il suo epilogo in Prato della Valle a Padova – generalmente veniva affrontata dal versante che i “girini” percorreranno in discesa. Non ci sarà nemmeno il tempo di apprezzarne l’aroma perché ci sarà solo iun brevissimo intervallo prima di assaporare il fungo successivo, che si coglierà dopo aver toccato il centro di Cinto Euganeo, adagiato ai piedi dell’omonimo monte, punteggiato da cave di trachite che ci ricordano come questa elevazione un tempo emergesse dal fondo del mare e si fosse creata in seguito ad un’eruzione vulcanica. Il gruppo imboccherà ora la strada che condurrà verso Arquà Petrarca, che ha questo nome perché il famoso poeta aretino vi trascorse gli ultimi quattro anni di vita; i “girini” non raggiungeranno, però, l’ultimo buen ritiro di colui che fu anche tra i primi esseri umani a salire sul Mont Ventoux, da lui scalato per scopi “mistici” il 26 aprile 1336 (ma dal boscoso versante nord); per loro sarà riservata la decisamente meno probante ascensione verso i 227 metri del borgo di Calaone, il cui castello – oggi scomparso – fu dimora della storica famiglia Este durante le cruente lotte con i padovani e prima del definitivo trasferimento a Ferrara in seguito alla sconfitta del loro “nemico numero uno”, il temuto condottiero Ezzelino III da Romano. Superato anche questo scoglio – 3.2 Km al 6.3% – rimarranno solo il tuffo verso la piccola città d’arte di Este e poi i chilometri finali veloci ma non troppo per togliere tutti i dubbi sull’esito di una delle ultime frazioni tranquille del Giro d’Italia 2020. Il giorno dopo ci sarà la cronometro di Valdobbiadene, poi inizieranno finalmente le montagne alpestri e la musica cambierà decisamente.

Mauro Facoltosi

RINGRAZIAMENTI

Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

I VALICHI DELLA TAPPA

Sella di Torreglia (116 metri). Valicata dalla SP 43 “Speronella” tra Torreglia e Castelnuovo, nel corso del tratto iniziale della salita del Roccolo

Valico del Roccolo (393 metri). Quotato 358 sulle carte del Giro d’Italia, è valicato da una strada che mette in comunicazione Torreglia con Faedo. Mai affrontato alla Corsa Rosa, è stato spesso inserito nel tracciato del Giro del Veneto.

Passo Roverello (269 metri). Valicato dalla SP 99 “Cingolina” tra Galzignano Terme e Faedo. In corrispondenza del valico si stacca la strada che sale al Roccolo, dal quale proveranno i corridori in discesa.

Sella di Cinto Euganeo (75 metri). Valicato dalla SP 21 “del Poeta” (chiaro riferimento nel nome a Petrarca) tra Fontanafredda e Cinto Euganeo.

Sella di Calaone (227 metri). Quotata 229 metri sulle cartine del Giro d’Italia, vi sorge l’omonimo borgo, frazione del comune di Baone.

Nota

Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

FOTOGALLERY

Saline di Cervia

Cervia, Basilica di San Vitale

Argenta, Santuario della Celletta

Delizia Estense di Benvignante

Portomaggiore, Delizia Estense del Verginese

Le drammatiche scene finali di “Ossessione” girate a Polesella (si rimanda al sito www.davinotti.com per una visione ingrandita dell’immagine)

Le drammatiche scene finali di “Ossessione” girate a Polesella (si rimanda al sito www.davinotti.com per una visione ingrandita dell’immagine)

Polesella, Villa Morosini

Rovigo, le due torri simbolo della città viste da Corso del Popolo

Monselice, Castello Cini

Valsanzibio di Galzignano Terme, uno scorcio del giardino di Villa Barbarigo

Scorcio dei Colli Euganei (sulla sinistra il Monte Cinto soprastante Cinto Euganeo)

Arquà Petrarca, casa di Francesco Petrarca (tripadvisor.com)

Arquà Petrarca, casa di Francesco Petrarca (tripadvisor.com)

Este, Castello Carrarese

La collina del Mastio Federiciano dominante il centro di Monselice, in trasparenza, l’altimetria della tredicesima tappa del Giro 2020 (www.euganeamente.it)

La collina del Mastio Federiciano dominante il centro di Monselice, in trasparenza, l’altimetria della tredicesima tappa del Giro 2020 (www.euganeamente.it)

10-02-2020

febbraio 10, 2020 by Redazione  
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PETRONAS TOUR DE LANGKAWI (Malaysia)

Il costaricense Kevin Manuel Rivera Serrano (Androni Giocattoli – Sidermec) si è imposto nella quarta tappa, Putrajaya – Genting Highlands, percorrendo 156.1 Km in 4h18′55″ alla media di 36.17 Km/h. Ha preceduto di 10″ l’italiano Danilo Celano (Team Sapura Cycling) e di 43″ il russo Artem Ovechkin (Terengganu Inc. TSG Cycling Team). Celano è il nuovo leader della classifica con 30″ sul kazako Yevgeniy Fedorov (Vino – Astana Motors) e 35″ su Ovechkin

A BESSÈGES LA VERA ÉTOILE È COSNEFROY

febbraio 10, 2020 by Redazione  
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La cinquantesima edizione dell’Étoile de Bessèges va al francese Benoît Cosnefroy (Ag2r La Mondiale) che precede, dopo cinque tappe, di 13” Alberto Bettiol (EF Pro Cycling) e di 14” il connazionale Alexis Brunel (Groupama-FDJ).

Questa breve corsa a tappe francese è ormai da tradizione un appuntamento costante di inizio stagione e presenta cinque frazioni con percorsi variegati, dalle volate alla cronometro passando anche per un impegnativo arrivo in salita, novità dell’edizione 2020. E alla fine il vincitore non può che essere un corridore completo, che sappia andare forte un po’ dappertutto.
La tappa di apertura, con partenza ed arrivo in quel di Belleguarde, ha visto la vittoria solitaria del francese Alexys Brunel (Groupama-FDJ), che ha saputo approfittare della situazione confusionaria del finale, causata dal vento che ha provocato la rottura del gruppo in numerosi ventagli. Brunel è partito ai meno 3 ed è riuscito a resistere al ritorno di Benoît Cosnefroy (Ag2r La Mondiale), partito sullo strappo finale, mentre al terzo posto si è classificato Baptiste Planckaert (Vlaanderen-Baloise), staccato di tre secondi.
La seconda tappa, partita da Milhaud e giunta a Poulx dopo 156 chilometri di corsa, si è conclusa allo sprint ed è stata vinta dal danese Magnus Cort Nielsen (EF Pro Cycling), che è riuscito a precedere con una gran rimonta il norvegese Edvald Boasson Hagen (NTT), in testa fino a cinque metri dalla linea d’arrivo, e il belga Tom Devriendt (Circus-Wanty Gobert).
La terza tappa, con partenza e arrivo in quel di Bessèges per un totale di 158 chilometri, ha un finale a sorpresa grazie ai quattro fuggitivi che ci credono talmente tanto da riuscire ad arrivare in testa all’ultimo chilometro, anche se a giocarsi la vittoria in volata rimarranno in due e a spuntarla sarà il belga De Bondt (Alpecin-Fenix) davanti a Georg Zimmermann (CCC), mentre il gruppo viene regolato dopo due secondi da Cort Nielsen.
La quarta frazione presenta, invece, un percorso decisamente complicato con il ripido arrivo in salita sul Mont Boucquet, dove a trionfare, dopo una lunga fuga, è l’australiano Ben O’Connor (NTT), che stacca di 16” il connazionale Simon Clarke (EF Pro Cycling) e il polacco Kamil Kamil Małecki (CCC), mentre al quarto posto giunge il primo del gruppo, l’italiano Alberto Bettiol (EF Pro Cycling), per il quale l’appuntamento con la vittoria è solo rimandato.
Si arriva alla cronometro finale di Alès con Cosnefroy al comando con 24” su Brunel e 40″ su Bettiol. La cronometro lunga solo dieci chilometri e prevede una salita finale di un paio di chilometri. Ed è su questo tracciato che la vittoria attende il corridore toscano: Bettiol sfodera una prestazione super, tanto da arrivare al traguardo in debito d’ossigeno, e precede di 9” Cort Nielsen e di 15” l’ex campione della specialità francese Pierre-Roger Latour (Ag2r La Mondiale). La classifica definitiva vede ancora al comando il francese Cosnefroy, il quale si aggiudica l’Étoile de Bessèges precedendo davanti di 13″ Bettiol e di 14″ l’ex capoclassifica Brunel.

Paolo Terzi

Il podio della 50a edizione della corsa francese (foto Bettini)

Il podio della 50a edizione della corsa francese (foto Bettini)

JAYCO HERALD SUN TOUR: VITTORIA FINALE DI JAI HINDLEY, UNO SPICCHIO DI GLORIA ANCHE PER DAINESE

febbraio 10, 2020 by Redazione  
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Podio tutto australiano per la Generale dello Jayco Herald Sun Tour, ultima tappa a Kaden Groves e un successo per l’italiano Alberto Dainese

In concomitanza con le altre corse a tappe di inizio febbraio si è disputato in quel di Melbourne l’atto finale dello Jayco Herald Sun Tour.
L’ultimo traguardo è andato a Kaden Groves della “locale” Mitchelton-Scott che ha preceduto allo sprint il compagno di squadra Dion Smith. La terza piazza è andata invece a Moreno Hofland (EF Pro Cycling), che ha preceduto Michael Rice (ARA Pro Racing Sunshine Coast) e Mihkel Räim (Israel Start-Up Nation), limitandoci ai primi cinque dell’ordine d’arrivo.
I riflettori prontamente puntati sul vincitore di tappa sono stati successivamente orientati su coloro che negli scorsi giorni si sono contesi la leadership nella Classifica Generale. Parliamo cioè di colui che è stato capace di imporsi in tutti e due i traguardi in salita in programma, il ventitreenne australiano Jai Hindley (Sunweb), che è salito sul podio accompagnato dai connazionali Sebastian Berwick (St. George Continental Team) e Damien Howson (Mitchelton-Scott), staccati rispettivamente di a 17″ e 36”. Completano la TopTen Neilson Powless (EF Pro Cycling) a 1′, Jay Vine (Nero Continental) a 1’28”, Jesse Ewart (Sapura) a 1’32”, Michael Storer (Sunweb) a 1’59”, Thomas Lebas (Kinan Cycling Team) a 2’02”, Rudy Porter (Korda Mentha Real Estate Australia) a 2’41” e James Oram (Black Spoke Pro Cycling Academy) a 2’50”. Per trovare l’unico rappresentante del ciclismo italico presente a quelle latitudini bisogna scendere fino al 61° posto, dove si è attestato il portacolori della Sunweb Alberto Dainese, che ha avuto l’onore di vincere la prima tappa e di indossare seppur temporaneamente la maglia di leader
Detto dell’atto finale riavvolgiamo idealmente il nastro per andare a vedere cosa è successo tra il 5 e l’8 febbraio.
La corsa il 5 febbraio si era avviata, come già detto nel segno di Alberto Dainese che ha preceduto nella volata finale della Nagambie-Shepparton Groves, Hofland, Mihkel Räim (Israel Start-Up Nation) e Godfrey Slattery (Korda Mentha Real Estate Australia).
Il giorno successivo si è disputata la Beechworth-Falls Creek, primo arrivo in salita della corsa, Jai Hindley che ha cominciato a gettare le basi per il successo finale, precedendo allo sprint colui che già vinse su quel traguardo nel 2017, Damien Howson (Mitchelton-Scott) e Sebastian Berwick (St. George Continental Team); a seguire Neilson Powless (EF Pro Cycling) a 13″, Michael Storer (Sunweb) a 37″, Jesse Ewart (Sapura) a 49″, James Whelan (EF Pro Cycling) e Jay Vine (Nero Continental) a 1’01”, Thomas Lebas (Kinan Cycling Team) a 1’05” e Robert Power (Team Sunweb) a 1’09”.
Il 7 febbraio è stata la volta della Bright-Wangaratta, frazione vallonata al termine della quale Alberto Dainese si è dovuto inchinare a Groves (Mitchelton-Scott), con Hofland, Rice e Michael Freiberg (ARA Pro Racing Sunshine Coast), nella top five.
Il penultimo giorni di gara si disputava la seconda tappa di montagna da Mansfield al Mount Buller, traguardo dove la maglia gialla Hindley ha nuovamente dettato legge imponendosi davanti a Berwick e Vine (Nero Continental), terzo a 9″. Seguono Ewart a 17″, Powless, Nicholas Schultz (Mitchelton-Scott) e Howson 22″, James Piccoli (Israel Start-Up Nation) e Marcos García (Kinan Cycling Team) a 23″ e Lebas a 30″.
Questa edizione della corsa australe si è decisamente corsa nel segno del Team Sunweb, anzi per meglio dire nel segno dei giovani della formazione tedesca. Alberto Dainese, classe ’98 e unico italiano al via, ha centrato un primo e un secondo posto su tre volate disputate e solo nell’ultima tappa ha chiuso fuori dalla topten piazzandosi quindicesimo. Il classe ’96 Jai Hindley, oltre alla classifica generale si è portato a casa anche quella dei Gran Premi della Montagna, mentre le classifiche a punti, dei giovani e a squadre sono rispettivamente state conquistate da Benjamin Hill (BridgeLane), da Berwick e proprio dalla Sunweb, la squadra del vincitore della 67a edizione della corsa australiana.

Mario Prato

La vittoria di Alberto Dainese nella tappa dapertura (foto Con Chronis)

La vittoria di Alberto Dainese nella tappa d'apertura (foto Con Chronis)

JAKOBSEN IN VOLATA NEL GIORNO DEL TRIONFO DI POGAČAR

febbraio 9, 2020 by Redazione  
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Nella tappa conclusiva Fabio Jakobsen (Deceuninck – Quick Step) si impone in volata su Dylan Groenewegen (Jumbo Visma). Invariate le posizioni di classifica generale con il nastro nascente sloveno in forza alla UAE Team Emirates a conquistare la Valenciana.

L’ultima frazione della Vuelta Valenciana partiva a pancia in giù e con velocità molto alta, tanto che ogni tentativo di fuga non riusciva a nascere. Bisognava aspettare il chilometro quindici di corsa per vedere formarsi un quartetto al comando composto da Sergio Samitier (Movistar), Hugo Houle (Astana), Francesco Romano (Bardiani-CSF-Faizanè) e Jon Agirre (Equipo Kern Pharma), che riuscivano a guadagnare un minuto di vantaggio. Il plotone all’inseguimento era subito comandato dai team che volevano giocarsi la vittoria di tappa in volata, ovvero Deceuninck – Quick Step per Fabio Jolobsen e Jumbo Visma per Dylan Groenewegen. La condotta di corsa era così presto congelata fin verso l’epilogo allo sprint. La fuga veniva riassorbita inesorabilmente subito dopo esser transitati dal cartello che indica i meno 7 km dal traguardo. A condurre le operazioni in testa si portavano ancora una volta i Deuceninck, questa volta apparsi più compatti a testimoniare la voglia di rivalsa del loro uomo veloce. Sul rettilineo di arrivo era Davide Ballerini (Deceuninck – Quick Step) a fare da ultimo uomo a Fabio Jakobsen, che partiva lungo cercando l’anticipo sui rivali in volata. Nonostante il grande sforzo nel mantenere una velocità alta il campione nazionale neerlandese riusciva a non farsi saltare da Groenewegen, come accaduto nella prima frazione della corsa. È così grazie a questa prova di forza Jakobsen riusciva a far sua la tappa conclusiva della corsa spagnola proprio davanti al rivale Groenewegen, mentre terzo si piazzava John Degenkolb (Lotto Soudal). Nonostante questa sconfitta Groenewegen riusciva a far sua la maglia della classifica a punti. In classifica generale nulla cambiava e lo sloveno Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates) si confermava leader, facendo sua anche la maglia di miglior giovane. Salivano con lui sul podio Jack Haig (Mitchelton Scott), secondo, e Teo Geoghegan Hart (INEOS), terzo.

Antonio Scarfone

Il podio della Vuelta Valenciana 2020 (foto Bettini)

Il podio della Vuelta Valenciana 2020 (foto Bettini)

09-02-2020

febbraio 9, 2020 by Redazione  
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VOLTA A LA COMUNITAT VALENCIANA (Spagna)

L’olandese Fabio Jakobsen (Deceuninck – Quick Step) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Paterna – Valencia, percorrendo 97.7 Km in 2h04′32″ alla media di 47.07 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Dylan Groenewegen (Team Jumbo-Visma) e il tedesco John Degenkolb (Lotto Soudal). Miglior italiano Davide Ballerini (Deceuninck – Quick Step), 8°. Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates) si impone in classifica con 6″ sull’australiano Jack Haig (Mitchelton-Scott) e sul britannico Tao Geoghegan Hart (Team INEOS). Miglior italiano Gianni Moscon (Team INEOS), 11° a 1′19″.

ÉTOILE DE BESSÈGES (Francia)

L’italiano Alberto Bettiol (EF Pro Cycling) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, circuito a cronometro di Alès, percorrendo 10.9 Km in 15′13″ alla media di 42.98 Km/h. Ha preceduto di 9″ il danese Magnus Cort Nielsen (EF Pro Cycling) e di 15″ il francese Pierre-Roger Latour ( AG2R La Mondiale). Il francese Benoît Cosnefroy (AG2R La Mondiale) si impone in classifica con 13″ su Bettiol e 14″ sul connazionale Alexys Brunel (Groupama – FDJ)

GP MANAVGAT (Turchia)

Il bielorusso Branislau Samoilau (Minsk Cycling Club) si è imposto nella corsa turca, circuito di Manavgat, percorrendo 114.3 Km in 2h43′49″ alla media di 41.86 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’ucraino Anatoliy Budyak (Wibatech Merx 7R) e di 51″ il turco Onur Balkan (Salcano-Sakarya). Nessun italiano in gara

PETRONAS TOUR DE LANGKAWI (Malaysia)

Il tedesco Max Walscheid (NTT Pro Cycling) si è imposto nella terza tappa, Temerloh – Kuala Lumpur, percorrendo 162.5 Km in 3h51′42″ alla media di 42.08 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Riccardo Minali (NIPPO DELKO One Provence) e il turco Ahmet Örken (Team Sapura Cycling). Il kazako Yevgeniy Fedorov (Vino – Astana Motors) è ancora leader della classifica con 9″ sul thailandese Thurakit Boonratanathanakorn (Thailand Continental Cycling Team) e 1′17″ su Walscheid. Miglior italiano Giovanni Lonardi (Bardiani-CSF-Faizanè), 13° a 1′33″

JAYCO HERALD SUN TOUR (Australia)

L’australiano Kaden Groves (Mitchelton-Scott) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, circuito di Melbourne, percorrendo 89.1 Km in 1h58′38″ alla media di 45.06 Km/h. Ha preceduto allo sprint il neozelandese Dion Smith (Mitchelton-Scott) e l’olandese Moreno Hofland (EF Pro Cycling). Unico italiano in gara Alberto Dainese (Team Sunweb), 15°. L’australiano Jai Hindley (Team Sunweb) si impone in classifica con 17″ sul connazionale Sebastian Berwick (St George Continental Cycling Team) e 36″ sul connazionale Damien Howson (Mitchelton-Scott). Dainese 61° a 36′21″

BAUHAUS SI RIPRENDE TUTTO, SUO IL SAUDI TOUR

febbraio 9, 2020 by Redazione  
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La quinta ed ultima tappa del Saudi Tour va al tedesco Phil Bauhaus (Bahrain-Mclaren) che supera allo sprint il francese Nacer Bouhanni (Arkéa-Samsic) e la sorpresa di giornata, l’olandese Arvid De Kleijn (Riwal Readynez).

È stata una sfida a puntate, si è delineata piano piano ed è terminata proprio sul traguardo finale della prima edizione del Giro dell’Arabia Saudita. È stato appassionante, quasi quasi potrebbe sembrare che entrambi si meritino di vincere, ma il vincitore c’è. E parla tedesco. Phil Bauhaus (Bahrain-Mclaren) ha fatto bottino pieno nell’ultima tappa, aggiudicandosi sia lo sprint di giornata, sia la classifica generale.
Descrivere questa quinta ed ultima tappa è compito semplice perché totalmente pianeggiante, con l’unica incognita vera da queste parti che è il vento, oggi rimasto alla porta.
I corridori partivano molto forte e la fuga, composta da quattro corridori – Ion Irisarri (Caja Rural-Seguros RGA), Ángel Madrazo (Burgos-BH), Nigel Ellsay (Rally Cycling) e Richard Jones (Ribble Weldite) – riusciva a formarsi solo dopo una quarantina di chilometri, guadagnando successivamente un vantaggio massimo vicino ai sei minuti, con il gruppo in apparente controllo.
Il traguardo si avvicinava sempre di più e di pari passo calava anche il vantaggio dei fuggitivi. Tutti sono consapevoli che il momento decisivo sarà la volata finale perchè, in virtù degli abbuoni, chi la vincerà porterà a casa anche anche la classifica generale. I battistrada venivano ripresi a meno di cinque chilometri dal traguardo, quando ormai la volata era ufficialmente inevitabile. Si arrivava dunque anche oggi allo sprint, preparato dalle squadre dei due avversari: è la Bahrain-Mclaren di Bauhaus a prendersi le posizioni di vertice, con un certo Mark Cavendish in versione ultimo uomo per il velocista tedesco. Bauhaus partiva, ma Bouhanni non si lasciava sorprendere; entrambi se la potevano ancora giocare e nessuno mollava. Il tedesco sentiva che il francese poteva superarlo e prendeva ad ondeggiare con la bici, sembrava ostacolarlo ma alla fine vinceva lui. Bouhanni protestava, ma non c’era nulla da fare. Il vincitore è ufficialmente Phil Bauhaus, che quindi precedeva Bouhanni e Arvid De Kleijn (Riwal Readynez), che azzeccava un piazzamento quasi imprevedibile. Dietro di loro si classificavano Timothy Dupont (Circus-Wanty Gobert), Imerio Cima (Gazprom-RusVelo), Matteo Malucelli (Caja Rural-Seguros RGA), Youcef Reguigui (Terengganu Inc. TSG), Reinardt Janse van Rensburg (NTT), Carlos Barbero (NTT) e Jetse Bol (Burgos-BH).
In classifica generale tornava definitivamente leader Bauhaus, che si aggiudicava il primo Saudi Tour, precedendo di due secondi Bouhanni e di 13” Rui Costa (UAE Emirates).

Paolo Terzi

Phil Bauhaus (foto Bettini)

Phil Bauhaus (foto Bettini)

TRA BAUHAUS E RUI COSTA SPUNTA BOUHANNI

febbraio 9, 2020 by Redazione  
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La quarta tappa del Saudi Tour va al francese Nacer Bouhanni (Arkéa Samsic) che precede in volata Niccolò Bonifazio (Total Direct Énergie) ed il kazako Yevgenyi Gidich (Astana), ed è proprio il transalpino che balza al comando della classifica generale.

E così si è sbloccato anche Nacer Bouhanni (Arkéa Samsic). Da quest’anno accasatosi in un team ambizioso come l’Arkéa Samsic, visto l’arrivo di Elia Viviani (Cofidis) nella sua ex squadra il velocista francese ha voluto partire subito forte dando segnali concreti anche nelle tappe precedenti, anche se di fatto finora si era limitato ad alcuni piazzamenti. Oggi invece ha colto un successo importante, approfittando della lotta che si è accesa tra Phil Bauhaus (Bahrain – McLaren) e Rui Costa (UAE-Team Emirates) in classifica generale.
Questa quarta tappa che portava il gruppo ad Al Mazuhimiya dopo 137 chilometri di gara, offriva l’occasione di qualche attacco per la presenza di una salitella, da ripetere due volte e lunga quasi quattro chilometri, il cui ultimo passaggio era posto a 25 chilometri dalla conclusione.
Dopo la partenza si formava la fuga di giornata, composta da sette corridori, che contraddistingueva la fase centrale e che aveva vita corta perché nel frattempo in seno al gruppo si verificano una serie di attesi attacchi. In particolare all’ultimo passaggio della salita l’UAE Team Emirates scioglieva le riserve e attaccava di forza per togliere di mezzo le ruote veloci ed in particolare il leader della corsa Bauhaus. Valerio Conti e Rui Costa riuscivano così a portare via un gruppetto di attaccanti, che sulle prime sembrava essere avviato al successo, ma che non aveva fatto i conti con un’altimetria che favoriva gli inseguitori. A otto chilometri dalla conclusione l’ex campione del mondo rilanciava ancora l’azione in compagnia di Fabien Doubey (Circus-Wanty Gobert) per cercare di guadagnare il più possibile sul gruppo, tirato a tutta dagli uomini della Bahrain-Mclaren. Il tentativo di Rui Costa terminava, con l’onore delle armi, ai meno due dal traguardo, e a quel punto la corsa non poteva che concludersi con uno sprint tra i velocisti rimasti: la vittoria così andava a Bouhanni che, grazie ad uno sprint di forza, riusciva a precedere un ottimo Niccolò Bonifazio (Total Direct Énergie), che testimonia la bontà della sua condizione, e il kazako Yevgenyi Gidich (Astana). Completavano l’ordine d’arrivo Damiano Cima (Gazprom-RusVelo), Ivo Oliveira (UAE Team Emirates), Adrien Garel (B&B Hotels-Vital Concept), Orluis Aular (Caja Rural-Seguros RGA), Stephen Bassett (Rally Cycling), Vladislav Kulikov (Gazprom-RusVelo) e Bauhaus che, dopo aver corso tutto il giorno spendendosi per la causa della sua leadership, veniva spodestato dagli abbuoni conquistati sul traguardo da Bouhanni: la nuova classifica, infatti, vedeva comandare il francese con un vantaggio di due secondi sul tedesco e di cinque secondi su Rui Costa. Domani ultima tappa, decisamente adatta ad una volata generale, con gli abbuoni che potrebbero ancora decidere e ribaltare la classifica generale.

Paolo Terzi

Bouhanni vince la penultima tappa della corsa saudita (foto Bettini)

Bouhanni vince la penultima tappa della corsa saudita (foto Bettini)

POGAČAR, CLASSE E CORAGGIO SULLA SIERRA DE BERNIA. LO SLOVENO VINCE ED IPOTECA LA VALENCIANA

febbraio 8, 2020 by Redazione  
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Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) si fa beffe degli avversari e delle arcigne pendenze in doppia cifra della Sierra de Bernia compiendo un capolavoro di classe e coraggio che gli vale la vittoria solitaria e l’ipoteca sulla classifica generale finale. Delude Alejandro Valverde (Movistar) che si stacca quasi subito. Domani passerella finale a Valencia con lo sloveno ad un passo dal primo titolo stagionale.

Oggi era in programma la tappa più attesa della Volta a la Comunitat Valenciana, da Calp ad Altea attraverso cinque GPM che delineeranno definitivamente la classifica generale. In particolare l’arrivo sulla Sierra de Bernia, rappresentava senza ombra di dubbio la difficoltà maggiore non solo per la breve corsa spagnola, ma per tutte le corse che si sono svolte finora in questo inizio di stagione. Del resto, 5 km con una pendenza media del 12% e punte superiori al 20% non vengono percorsi tutti i giorni, specialmente a inizio Febbraio. Vedremo quali e quanti ciclisti si daranno battaglia non solo per la vittoria parziale ma soprattutto per quella finale, con Jack Haig (Mitchelton Scott) che partiva da Calp indossando la maglia amarillo ma con uno stuolo di avversari – ben sette – che avevano lo stesso tempo dell’australiano e che vorranno anch’essi dire la loro, a partire dai motivatissimi Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) ed Alejandro Valverde (Movistar). La tappa iniziava sotto un sole primaverile e la fuga prendeva subito piede grazie all’azione di sette ciclisti: Tim Declercq (Deceuninck Quick Step), Greg Van Avermaet e Nathan Van Hooydonck (CCC), Pello Bilbao (Bahrain McLaren), Gonzalo Serrano (Caja Rural – Seguros RGA), Jorge Cubero (Burgos BH) e Giovanni Carboni (Bardiani CSF). Dopo 20 km dalla partenza il vantaggio della fuga era di 1 minuto e 20 secondi. Cubero, in difficoltà, veniva ripreso dal gruppo intorno al km 25, quando iniziavano le prime insidie altimetriche. In testa al gruppo si alternavano uomini della Mitchelton Scott e della Movistar. Serrano nel frattempo si aggiudicava il GPM del Coll de Rates, posto al km 26.5. Lo spagnolo della Caja Rural non si accontentava e completava il suo personale enplein di giornata transitando in prima posizione sui successivi alti di Benimantell, Confrides e Tudons. Il gruppo, terminate le quattro asperità della prima metà tappa, imponeva un ritmo più elevato nelle seconda parte del tracciato e si avvicinava progressivamente ai fuggitivi, i quali restavano in quattro ai meno 10. Un inesauribile Van Hooydonck lavorava per Van Avermaet con Declerq e Bilbao costantenente a ruota. A 8 km dal termine il vantaggio dei quattro di testa era di una quarantina di secondi sul gruppo, tirato in modo particolare da Astana, Movistar, UAE Team Emirates e Mitchelton Scott. Ai meno 5 iniziava la salita finale e il primo a cedere del quartetto di testa era Van Hooydonck. Van Avermaet tentava l’allungo a meno di 4 km dal termine. Era l’INEOS a ricucire sul belga a circa 3 km dall’arrivo. A questo punto, con il gruppo maglia amarillo ridotto ad una ventina di unità, Pogačar (UAE Team Emirates) non si faceva pregare e lanciava il suo attacco a 3 km dall’arrivo. Il giovane talento sloveno allungava fino a portare il proprio vantaggio a oltre 10 secondi su pendenze costantemente in doppia cifra. Inaspettatamente, tra i big il primo ad alzare bandiera bianca era proprio Valverde, mentre Pogačar si involava tutto solo verso la vittoria solitaria. Lo sloveno tagliava il traguardo con 6 secondi di vantaggio su du un redivivo Wout Poels (Bahrain Merida) mentre in terza posizione si piazzava Tao Geoghegan Hart (INEOS). Chiudevano la top five Daniel Martin (Israel Start-Up Nation) e l’ex maglia amarillo Haig. Gianni Moscon (INEOS), primo italiano all’arrivo, chiudeva in quattordicesima posizione a 1′12″ mentre un deludente Valverde era soltanto sedicesimo a 1′14″ da Pogačar. Lo sloveno ottiene così la sua seconda vittoria stagionale alla Volta a la Comunidat Valenciama e, soprattutto, torna ad issarsi al vertice della classifica generale ad un passo dalla vittoria finale, conducendola con 6 secondi di vantaggio su Haig e Geoghegan Hart. Domani la corsa spagnola si concluderà con la quinta ed ultima tappa per velocisti, disegnata per un totale di 98 Km da Paterna a Valencia, la più classica delle passerelle che preludono alla volata finale.

Giuseppe Scarfone

Tadej Pogačar vince anche la tappa regina della breve corsa spagnola (foto Bettini)

Tadej Pogačar vince anche la tappa regina della breve corsa spagnola (foto Bettini)

08-02-2020

febbraio 8, 2020 by Redazione  
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VOLTA A LA COMUNITAT VALENCIANA (Spagna)

Lo sloveno Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates) si è imposto nella quarta tappa, Calp – Altea (Sierra de Bernia), percorrendo 170 Km in 4h22′03″ alla media di 38.92 Km/h. Ha preceduto di 6″ l’olandese Wout Poels (Bahrain – McLaren) e il britannico Tao Geoghegan Hart (Team INEOS). Miglior italiano Gianni Moscon (Team INEOS), 14° a 1′12″. Pogačar è tornato leader della classifica con 6″ sull’australiano Jack Haig (Mitchelton-Scott) e su Geoghegan Hart. Miglior italiano Moscon, 11° a 1′19″.

ÉTOILE DE BESSÈGES (Francia)

L’australiano Ben O’Connor (NTT Pro Cycling) si è imposto nella quarta tappa, Le Pont du Gard – Le Mont Bouquet, percorrendo 143 Km in 3h20′29″ alla media di 42.79 Km/h. Ha preceduto di 16″ il connazionale Simon Clarke (EF Pro Cycling) e il polacco Kamil Małecki (CCC Team). Miglior italiano Alberto Bettiol (EF Pro Cycling), 4° a 26″. Il francese Benoît Cosnefroy (AG2R La Mondiale) è il nuovo leader della classifica con 24″ sul connazionale Alexys Brunel (Groupama – FDJ) e 40″ su Bettiol.

SAUDI TOUR (Arabia Saudita)

Il tedesco Phil Bauhaus (Bahrain – McLaren) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Princess Nourah University – Al Masnak, percorrendo 144 Km in 3h18′57″ alla media di 43.43 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Nacer Bouhanni (Team Arkéa Samsic) e l’olandese Arvid de Kleijn (Riwal Readynez Cycling Team). Miglior italiano Imerio Cima (Gazprom – RusVelo), 5° Bauhaus si impone in classifica con 2″ su Bouhanni e 13″ sul portoghese Rui Alberto Faria da Costa (UAE-Team Emirates). Miglior italiano Manuele Boaro (Astana Pro Team), 12° a 32″

PETRONAS TOUR DE LANGKAWI (Malaysia)

L’australiano Taj Jones (ARA Pro Racing Sunshine Coast) si è imposto nella seconda tappa, Kuala Terengganu – Kerteh, percorrendo 175.5 Km in 4h05′29″ alla media di 42.89 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Max Walscheid (NTT Pro Cycling) e il francese Jérémy Lecroq (B&B Hotels – Vital Concept p/b KTM). Miglior italiano Riccardo Minali (NIPPO DELKO One Provence), 4°. Il kazako Yevgeniy Fedorov (Vino – Astana Motors) è ancora leader della classifica con 9″ sul thailandese Thurakit Boonratanathanakorn (Thailand Continental Cycling Team) e 1′23″ su Jones. Miglior italiano Mattia Viel (Androni Giocattoli – Sidermec), 9° a 1′30″

JAYCO HERALD SUN TOUR (Australia)

L’australiano Jai Hindley (Team Sunweb) si è imposto nella quarta tappa, Mansfield – Mount Buller, percorrendo 106.6 Km in 3h01′25″ alla media di 35.26 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Sebastian Berwick (St George Continental Cycling Team) e di 9″ il connazionale Jay Vine (Nero Continental). Unico italiano in gara Alberto Dainese (Team Sunweb), 77° a 16′52″. Hindley è ancora leader della classifica con 10″ su Berwick e 36″ sul connazionale Damien Howson (Mitchelton-Scott). Dainese 61° a 36′21″

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