27-07-2016
luglio 27, 2016 by Redazione
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POSTNORD DANMARK RUNDT – TOUR OF DENMARK
L’italiano Daniele Bennati (Tinkoff) si è imposto nella prima tappa, Herning – Esbjerg, percorrendo 198.2 Km in 4h32′29″, alla media di 43.643 Km/h. Ha preceduto di 3″ il danese Würtz Schmidt e di 16″ l’olandese Hofland. Bennati è il primo leader della classifica con 9″ su Würtz Schmidt e 24″ su Hofland
TOUR DE WALLONIE
Il belga Dries Devenyns (IAM Cycling) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Engis – Dison, percorrendo 183.9 Km in 4h33′56″, alla media di 40.280 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Vanendert e il russo Shalunov Miglior italiano Matteo Trentin (Etixx – Quick Step), 25° a 35″. Devenyns si impone in classifica con 6″ sul connazionale Meersman e 6″ sul russo Kuznetsov. Miglior italiano Trentin, 28° a 1′35″
TOUR ALSACE
Lo statunitense Curtis White (Rally Cycling) si è imposto nel prologo, circuito di Sausheim, percorrendo 7.1 Km in 9′05″, alla media di 46.899 Km/h. Ha preceduto di 4″ l’elvetico Spengler e il belga Van Breussegem. Miglior italiano Filippo Fortin (GM Europa Ovini), 30° a 17″. White è il primo leader della classifica con 4″ su Spengler e Van Breussegem. Miglior italiano Fortin, 30° a 17″
VOLTA A PORTUGAL EM BICICLETA / LIBERTY SEGUROS
Il portoghese Rafael Ferreira Reis (W52-FC Porto-Porto Canal) si è imposto nel prologo, circuito di Oliveira de Azeméis, percorrendo 3.6 Km in 4′42″, alla media di 45.957 Km/h. Ha preceduto di 3″ il connazionale Silva Brandão e di 4″ il connazionale Gonçalves Maciel. Miglior italiano Rinaldo Nocentini (Sporting Clube de Portugal/Tavira), 9° a 7″. Ferreira Reis è il primo leader della classifica con 3″ su Silva Brandão e 4″ su Gonçalves Maciel. Miglior italiano Nocentini, 9° a 7″
DOOKOLA MAZOWSZA
Il polacco Adrian Banaszek (VERVA ActiveJet Pro Cycling Team) si è imposto nel prologo, circuito di Varsavia (Służewiec), percorrendo 2.5 Km in 2′50″, alla media di 52.941 Km/h. Ha preceduto di 2″ il connazionale Gradek e di 3″ il tedesco Beyer. Unico italiano in gara Matteo Spreafico (Kolss BDC Team), 44° a 12″. Banaszek è il primo leader della classifica con 2″ su Gradek e 3″ su Beyer. Unico italiano in gara Spreafico, 44° a 12″
TOUR OF QINGHAI LAKE (Cina)
Lo sloveno Marko Kump (Lampre – Merida) si è imposto anche nella decima tappa, Tianshui – Pingliang, percorrendo 240 Km in 5h31′08″, alla media di 43.487 Km/h. Ha preceduto allo sprint il kazalo Gidich e l’italiano Nicolas Marini (Nippo – Vini Fantini). L’ucraino Vitaly Buts (Kolss BDC Team) è ancora leader della classifica con 4″ sul connazionale Lagkuti e 25″ sull’italiano Alberto Cecchin (Team Roth)
26-07-2016
luglio 27, 2016 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR DE WALLONIE
L’italiano Matteo Trentin (Etixx – Quick Step) si è imposto nella quarta tappa, Aubel – Herstal, percorrendo 177.1 Km in 4h18′08″, alla media di 41.165 Km/h. Ha preceduto allo sprint il lituano Bagdonas e il belga Gianni Meersman (Etixx – Quick Step), ancora leader della classifica con 6″ sul connazionale Claeys e 9″ sul russo Kuznetsov. Miglior italiano Trentin, 31° a 1′03″
TOUR OF QINGHAI LAKE (Cina)
Lo sloveno Marko Kump (Lampre – Merida) si è imposto nella nona tappa, circuito di Tianshui, percorrendo 100 Km in 2h00′13″, alla media di 49.910 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Nicolas Marini (Nippo – Vini Fantini) e il kazalo Gidich. L’ucraino Vitaly Buts (Kolss BDC Team) è ancora leader della classifica con 1″ sul connazionale Lagkuti e 22″ sull’italiano Alberto Cecchin (Team Roth)
25-07-2016
luglio 25, 2016 by Redazione
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TOUR DE WALLONIE
Il belga Dimitri Claeys (Wanty – Groupe Gobert) si è imposto nella terza tappa, Braine-l’Alleud – Vielsalm, percorrendo 200.6 Km in 4h36′35″, alla media di 43.517 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Gianni Meersman (Etixx – Quick Step) e il francese Hivert. Miglior italiano Matteo Trentin (Etixx – Quick Step), 43° a 57″. Meersman è il nuovo leader della classifica con lo stesso tempo di Claeys e 3″ sul russo Kuznetsov. Miglior italiano Trentin, 36° a 1′07″
TOUR OF QINGHAI LAKE (Cina)
Giorno di riposo
PRUEBA VILLAFRANCA-ORDIZIAKO KLASIKA
Il britannico Simon Yates (ORICA-BikeExchange) si è imposto nella corsa spagnola, circuito di Ordizia, percorrendo 165.7 Km in 3h49′50″, alla media di 43.257 Km/h. Ha preceduto di 34″ lo spagnolo Madrazo Ruiz il russo Vdovin. Unico italiano classificato Francesco Gavazzi (Androni Giocattoli – Sidermec), 41° a 6′01″
TOUR DE FRANCE 2016 – LE PAGELLE
luglio 25, 2016 by Redazione
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Faccio affidamento alla bontà dei lettori nel capire la mia difficoltà nel dover scrivere le pagelle del Tour più noioso, banale e soporifero che ricordi. Perciò nei giudizi che trovate di seguito ho tenuto conto non solo delle prestazioni e dei risultati oggettivamente conseguiti dai ciclisti ma anche delle potenzialità rimaste inespresse e quindi delle aspettative andate deluse.
Una cosa, però, mi preme sottolineare: non è la prima volta che in tempi recenti la più grande corsa a tappe, nonché terzo evento sportivo mondiale dopo Olimpiadi e Campionato del Mondo di Calcio, esibisce un’organizzazione, a volte, precaria al punto da mettere a rischio o l’incolumità dei corridori o il corretto svolgimento della prova. Taluni ’spettacoli’, fortunatamente, al Giro non si sono mai verificati.
Christopher Froome: capitano di una squadra apparsa ancora più invincibile rispetto alle passate edizioni, non è mai però sembrato debordante, nonostante la classifica generale finale evidenzi un distacco netto dagli avversari. Di questa sua partecipazione forse si ricorderanno l’invenzione di un nuovo stile per affrontare le discese, grazie al quale ha vinto la seconda tappa pirenaica, e la corsa a piedi verso Chalet Reynard. Voto: 10
Romain Bardet: una partecipazione in linea con i risultati ottenuti nelle passate edizioni fino all’acuto nella penultima tappa alpina, grazie al quale ha scalato la classifica e ottenuto un prestigioso secondo posto nella generale. Qualche anno fa avevo coniato per Bardet e Pinot la definizione di “scalatorino” per indicare un bravo scalatore ma non dotato della potenza per scavare grossi distacchi in montagna. Questo Tour lo ha confermato, perchè mi sembra che un risultato migliore lo stesso Bardet non lo avesse previsto. Voto: 9
Nairo Quintana: aldilà dei timidi allunghi sul Mont Ventoux ha condotto una gara nel più totale anonimato, limitandosi a stare il più possibile incollato alla ruota di Froome. Forse i lunghi mesi di allenamento in Colombia, lontano dalle competizioni, non gli hanno dato la brillantezza necessaria in gara. Tuttavia, l’impressione è che per lui e per la squadra il posto sul podio costituisse un risultato già più che soddisfacente. Voto: 5
Adam Yates: compirà 24 anni i primi giorni di agosto e senz’altro nemmeno lui pensava di poter giungere nei primi cinque al Tour quest’anno. Vincitore a sorpresa di una Classica di San Sebastian e di un Giro di Turchia, è stato a lungo sul podio virtuale per poi pagare un po’ di distacco dai migliori sulle Alpi. Sul podio di Parigi sale comunque come trionfatore nella classifica destinata al miglior giovane. Voto: 9
Richie Porte: finalmente non si è arenato sulle prime montagne e, se non fosse rimasto attardato pesantemente dalla sfortuna nella prima settimana di corsa, avrebbe potuto benissimo salire sul podio e forse insidiare la supremazia di Froome. Rimane a lui l’onore di aver provato in un paio di occasioni a mettere in difficoltà lo strapotere del Team Sky. Voto: 8
Alejandro Valverde: non finisce mai di stupire questo ciclista che, a 36 anni suonati, dopo una primavera corsa da assoluto protagonista con la vittoria alla Freccia Vallone e in una tappa alpina al Giro d’Italia, al termine del quale si è tolto la soddisfazione di salire sul terzo gradino del podio, in questa Grande Boucle corsa in appoggio a Quintana ha sfiorato un paio di volte il successo di tappa ed ha concluso sesto nella generale. Chapeau! Voto: 9
Joaquim Rodríguez: a 37 anni non è più in grado di reggere il ritmo dei migliori in salita, tuttavia riesce – grazie ad una azione coraggiosa nell’ultima tappa alpina – ad aggiudicarsi il settimo posto finale, con lo stesso distacco di Louis Meintjes. Ha annunciato il ritiro a fine stagione e la sua voglia di soffrire in montagna mancherà di certo al pubblico del ciclismo. Voto: 7
Louis Meintjes: dopo aver vinto da quasi sconosciuto la Settimana Coppi e Bartali, dominando l’impegnativa tappa regina, in questa edizione coglie un ottavo posto che, a soli 24 anni, può far sperare in un futuro da vincitore. A differenza del suo coetaneo Yates, il corridore della Lampre ha evidenziato ottime doti da scalatore e di recupero sulle tre settimane. La condotta passiva che ha tenuto in corsa è apparsa più dettata dal timore reverenziale verso i più blasonati avversari che non dalla mancanza di gambe. Voto: 8
Daniel Martin: non gli è mancata la voglia di attaccare ma, non essendo un ciclista da gare a tappe, i suoi tentativi, a volte velleitari, non sono andati a buon fine, come spesso invece gli è accaduto nelle più prestigiose e dure gare in linea. Il nono posto finale non può modificare il giudizio su queste sue caratteristiche tecniche. Sarebbe opportuno nel futuro abbandonare l’idea di curare la classifica generale per concentrarsi sulle vittorie di tappa. Voto: 6
Roman Kreuziger: trovatosi a dover supplire l’assenza imprevista di Contador., dovuta ad una caduta, riesce ad agguantare il decimo posto finale nell’ultima tappa alpina grazie al lavoro eccezionale di un generosissimo e straripante Peter Sagan (allo slovacco Campione del Mondo e vincitore della Maglia Verde Voto: 10 e lode) e alla contemporanea debacle del nostro Fabio Aru (Voto: 4). Voto: 6
Francesco Gandolfi
ALENTOUR DU TOUR… A PARIGI
luglio 24, 2016 by Redazione
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Cambia nome in occasione del Tour, ma è sempre la consueta rubrica-contenitore del dopo tappa, che vi accompagnerà giorno per giorno, da Mont-Saint-Michel a Parigi. Trovete una rassegna stampa “breve”, i commenti dei tifosi, la colonna sonora del giorno, la presentazione della tappa del giorno dopo e i possibili scenari agonistici di gara, le previsioni meteo, gli strafalcioni dei telecronisti, il Tour visto all’incontrario e il ricordo del passato
IL POKER D’ASSI
Breve rassegna stampa dai paesi del “poker d’assi” del Tour 2016, Contador, Froome, Quintana e l’accoppiata Nibali / Aru. In aggiunta l’Equipe e i quotidiani dei vincitori di giornata e delle maglie gialle di turno
Vincenzo Nibali / Fabio Aru: Italia
Super Greipel sui Campi Elisi. Scatta la festa di Froome – Froome III, il suo Tour in sei mosse – A Froome il Tour della noia. Quintana giù, Aru acerbo – Froome, dedica a Nizza: “Sport importante per una società libera” – Tour de France, Greipel: “Ho scelto la ruota giusta”… (Gazzetta dello Sport)
Tour de France, re Chris Froome brinda a champagne durante la gara
Contador: Spagna – RITIRATO
El Tour de Froome 2016 (AS)
¡Très Froome! – Froome: “¡Viva el Tour, viva Francia!” – Quintana: “Logramos al menos uno de los objetivos” – El Tour, en 10 datos – Valverde: “A la vejez subo más al podium” – Purito: “Este Tour lo he disfrutado” – El ‘nueve’ ideal del Tour 2016 (Marca)
Froome III, rey de Francia – André Greipel, el más rápido en el reino de Froome – Pantano era el preferido por los aficionados, pero Sagan lo ha hecho todo bien – Purito Rodríguez, el primero en París – El mejor deseo de Chris Froome – Quintana no irá a los Juegos de Río (El Mundo Deportivo)
Froome: Regno Unito
Froome makes history to claim his third Tour de France title (The Independent)
Tour de France 2016 final stageChris Froome crowned winner as Andre Greipel retains final stage – Yates becomes the first ever British winner of the white jersey (The Daily Telegraph)
Quintana: Colombia
Nairo sube por tercera vez al podio. ¡Felicidades, campeón! – Járlinson Pantano y Sergio Luis Henao también ganaron el Tour – Los 10 podios de Nairo en la élite del ciclismo mundial – Chris Froome, rumbo a ser leyenda en el Tour de Francia – Un día llegará el ‘Sueño Amarillo’ para Nairo – André Greipel ganó la última etapa del Tour de Francia 2016 (El Tiempo)
Nairo logra histórico podio en el Tour de Francia 2016, Froome de nuevo campeón – “Seguimos soñando con el amarillo y creo que algún día se va a dar”: Nairo – Los hechos para recordar que dejó el Tour de Francia 2016 – Nairo Quintana no estará en los Juegos Olímpicos – Aplausos para Nairo Quintana – La contundente respuesta de Winner Anacona al presidente Santos (El Espectador)
Francia
Froome, un bonheur triple – Champs-Élysées, monde impitoyable – Nombre record de coureurs à Paris – Voeckler, coureur préféré des Français – Le discours émouvant de Froome – La galaxie Froome – Coquard: “Je n’ai pas crevé une fois du Tour…” – Bardet: “Il faut savourer” – Laporte: “Froome, un champion” (L’Equipe)
Germania
Froome zum dritten Mal Gesamtsieger – Greipel gewinnt letzte Etappe (Berliner Zeitung)
Greipel siegt bei Froomes Triumphfahrt bei Tour de France (Westdeutsche Allgemeine Zeitung)
DISCOTOUR: la colonna sonora della tappa del Tour scelta per voi da ilciclismo.it
“Samba De Janeiro” (Bellini)
a cura di DJ Jorgens
LA TAPPA CHE VERRA’ – 1a TAPPA: DÜSSELDORF (13 Km)
“Le Tour est fine, vive le Tour!” Un’edizione della Grande Boucle si è conclusa e già un’altra, la 104esima, si palesa all’orizzonte. Il tracciato lo scopriremo solo ad ottobre, quando ci sarà la presentazione al Palais de Congrès di Parigi, ma già si conoscono le modalità della partenza, annunciate da mesi dagli organizzatori. Il Grand Départ si terrà per ventiduesima volta nella storia del Tour al di fuori dai confini francesi: l’ultima volta è stato nel 2015 quando la corsa partì da Utrecht, in Olanda, mentre l’anno prossimo toccherà alla metropoli tedesca di Düsseldorf, teatro di una crono d’apertura lunga, 13 Km completamente pianeggianti in parte tracciati lungo le rive del Reno. L’indomani la seconda frazione scatterà ancora da Düsseldorf e, affrontata una facilissima salita di 4a categoria subito dopo la partenza (il Grafenberg), si concluderà in una località al momento non ancora ufficializzata, anche se quasi sicuramente si tratterà di una cittadina del Belgio, mentre anche il Lussemburgo potrebbe successivamente accogliere il Tour prima dell’ingresso in Francia
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa
Garzelli: “Se il regolamento non avesse applicato…”
De Stefano: “Una strada così potente” (squadra)
Garzelli: “Dopo il Tour del Giro d’Italia”
Pancani: “Tre euro per il terzo della classifica” (il terzo in classifica riceve diecimila euro)
Martinello: “Ha pedalato con la salita di Geraint Thomas” (la bicicletta)
Pancani: “Andriamo a rivedere quel Tour”
Martinello: “Questo gran parte dell’elenco”
Martinello: “Corridori che sono in attacco”
Martinello: “Tra poco sentiremo un momento tradizionale al Tour de France, il suono della campana dell’ultimo giro” (a dire il vero, non è caratteristica solo del Tour ma di tutte le corse che terminano in circuito, anche nelle categorie giovanili)
Televideo: “Jense” (Janse Van Rensburg)
Sportal.it: “Fuori dai giochi il francese Coquard, caduto nell’ultimo chilometro” (era caduto molto prima)
Sportal.it: “Champs Elysee” (Champs-Élysées)
IL TOUR DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!
Ordine d’arrivo 21a tappa, Chantilly – Parigi
1° Vegard Breen
2° Fabrice Jeandesboz a 2′15″
3° Romain Sicard a 2′16″
4° Oliver Naesen a 2′43″ (distacco annullato)
4° Lawson Craddock a 2′45″
Miglior italiano: Matteo Bono, 51° a 6′17″ (distacco annullato)
Classifica generale
1° Sam Bennett
2° Lars Ytting Bak a 15′56″
3° Leigh Howard a 22′01″
4° Bernhard Eisel a 26′07″
5° Daniel Mclay a 27′00″
Miglior italiano: Davide Cimolai, 7° a 37′37″
ALL’ASSALTO DEL VENTOUX
Una delle tappe più temute di questa edizione sarà la 12a, quella che – il 14 luglio, giorno della festa nazionale francese – si arrampicherà sul temuto Mont Ventoux. E’ una frazione che giunge nel 65° anniversario della prima scalata al “Gigante della Provenza” ed è proprio a quell’edizione del Tour, disputata nel 1951 e vinta dall’elvetico Hugo Koblet, che ci ricondurranno i i titoli del quotidiano “La Stampa” per il nostro tradizionale appuntamento con il ricordo di un Tour passato
29 LUGLIO 1951 – 24a TAPPA: VICHY – PARIGI (354 Km)
KOBLET HA VINTO IL TOUR – DELEDDA HA BATTUTO MAGNI NELLA VOLATA A DUE A PARIGI
Lo svizzero ha controllato con la sua classe tutte le fasi della corsa – Ultima delusione sull’ultimo traguardo – 5 punti del bilancio italiano
Coppi rientra oggi in Italia passando per Torino – Bartali corre in Belgio – Un gesto falso – Geminiani a Gino – 1° Superiorità di Koblet – 2° Malattia di Magni – 3° Crisi di Coppi – 4° Tenacia di Bartali – 5° Buon comando di Binda
ARCHIVIO ALMANACCO
Selezionare la voce “Tour de France″ nel menù “Corse” (in home, sopra la copertina)

Il palazzo dell'Eliseo, residenza del presidente della repubblica francese, situato a lato della celebre ed omonina avenue, teatro del tradizionale circuito conclusivo del Tour de France (/www.ilpost.it)
24-07-2016
luglio 24, 2016 by Redazione
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TOUR DE FRANCE
Il tedesco Andrè Greipel (Lotto Soudal) si è imposto nella ventunesima ed ultima tappa, Chantilly – Parigi, percorrendo 113 Km in 2h43′08″, alla media di 41.561 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo slovacco Sagan e il norvegese Kristoff. Miglior italiano Davide Cimolai (Lampre – Merida), 11°. Il britannico Christopher Froome (Team Sky) è la maglia gialla finale con 4′05″ sul francese Bardet e 4′21″ sul colombiano Quintana Rojas. Miglior italiano Fabio Aru (Astana Pro Team), 13° a 19′20″
TOUR DE WALLONIE
Il belga Boris Vallée (Fortuneo – Vital Concept) si è imposto nella seconda tappa, Saint-Ghislain – Le Roeulx, percorrendo 182.7 Km in 4h18′50″, alla media di 42.351 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Tom Boneen (Etixx – Quick Step) e il russo Maikin. Miglior italiano Matteo Trentin (Etixx – Quick Step), 4°. Boneen è ancora leader della classifica con 6″ su Vallée e 9″ sul russo Kuznetsov. Miglior italiano Trentin, 17° a 16″
TOUR OF QINGHAI LAKE (Cina)
L’italiano Nicolas Marini (Nippo – Vini Fantini) si è imposto nell’ottava tappa, Ledu – Linxia, percorrendo 235 Km in 5h19′18″, alla media di 44.159 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Jakub Mareczko (Wilier – Southeast) e Francesco Chicchi (Androni Giocattoli – Sidermec). L’ucraino Vitaly Buts (Kolss BDC Team) è ancora leader della classifica con 1″ sul connazionale Lagkuti e 23″ sull’italiano Alberto Cecchin (Team Roth)
GRAND PRIX DE LA VILLE DE PÉRENCHIES
Il belga Timothy Dupont (Verandas Willems Cycling Team) si è imposto nella corsa francese, circuito di Pérenchies, percorrendo 163.2 Km in 3h32′25″, alla media di 46.098 Km/h. Ha preceduto allo sprint i francesi Barbier e Van Haverbeke. Ritirato l’unico italiano in gara, Claudio Catania (T.Palm – Pôle Continental Wallon)
BIS DI GREIPEL SUI CAMPI ELISI
Il tedesco ripete il successo del 2015 sul traguardo parigino, precedendo Sagan e Kristoff allo sprint. Nessun inconveniente per Chris Froome, che conquista così il suo terzo Tour de France negli ultimi quattro anni, secondo consecutivo. Sul podio, al suo fianco, Bardet e Quintana.
Per la seconda volta consecutiva, la tradizionale volata degli Champs-Elysées sorride ad André Greipel, già vincitore dodici mesi fa su Bryan Coquard. Uno sprint lineare e pulito, quello del tedesco, la cui formazione ha pilotato autorevolmente il gruppo fino ai 600 metri finali, quando è stata soppiantata dal trenino Katusha. Jacopo Guarnieri, in particolare, è riuscito ad imboccare al comando l’ultima curva, a 400 metri dal termine, con Alexander Kristoff ben piazzato alla sua ruota. Il norvegese, che a Berna aveva gettato al vento un successo pressoché acquisito sbagliando completamente il tempo del colpo di reni, è stato questa volta risucchiato molto prima, pochi istanti dopo essere rimasto al vento. Greipel, partito a ruota di Kristoff, è schizzato al comando, e soltanto negli ultimissimi metri Sagan ha abbozzato una rimonta, buona però soltanto per chiudere a mezza bicicletta dal campione nazionale tedesco.
È così sfumata, per lo slovacco, la possibilità di una clamorosa tripla premiazione nella cornice più bella del Tour: l’iridato di Richmond dovrà accontentarsi (fra moltissime virgolette) di maglia verde – con record personale di punti, seconda quota più alta di sempre dopo quella di André Darrigade del 1959, quando per la vittoria si assegnavano però 100 punti – e riconoscimento come supercombattivo della Grande Boucle. Risultati che fotografano solo in parte la grandezza della prova del fuoriclasse di Zilina, capace di entusiasmare prima per la capacità di ragionare fuori dagli schemi sempre più rigidi del ciclismo contemporaneo che per le doti atletiche, pure senza pari in gruppo.
Il principale vincitore di giornata, in ogni caso, non può che essere Chris Froome, che, tagliando il traguardo in parata in compagnia del resto della corazzata Sky, 1’13’’ dopo Greipel, ha messo definitivamente le mani sul terzo Tour de France in carriera, secondo consecutivo. La vittoria forse meno sofferta delle tre, nella quale il keniano bianco non ha nemmeno avuto bisogno di sfoderare prestazioni mostruose in montagna, in mezzo alla mediocrità degli avversari, carenti di gambe e ancor più di coraggio. Al contempo, quello della tripletta è un successo che accresce lo status di Froome ben al di là del mero dato statistico, consegnandoci un corridore che, se in precedenza aveva impressionato per forza e capacità di soffrire, nella Grande Boucle appena conclusasi si è segnalato anche come il più corridore di classifica più fantasioso. L’azione in discesa verso Bagnères-de-Luchon e quella in pianura nella frazione di Montpellier hanno offerto i soli momenti nei quali la lotta per la maglia gialla si è davvero infiammata; azioni che, alla luce dello strapotere messo in mostra a cronometro e del facile controllo esercitato in salita, si sono rivelate a conti fatti non necessarie, ma che proprio per questo risultano per certi versi ancor più encomiabili.
Nessuno degli avversari, del resto, ha provato a scalfire la tranquillità del leader, ad eccezione di Romain Bardet, che, pur dopo una gara nel complesso meno spavalda rispetto alle abitudini, ha comunque guadagnato una meritata piazza d’onore con l’azione in discesa verso Saint-Gervais-Mont-Blanc. Tutti gli altri non si sono spinti al di là di qualche scatto negli ultimissimi chilometri dell’ultimo colle; un atteggiamento rinunciatario giustificato solo in minima parte dallo strapotere del Team Sky, messa del resto in condizione di non deviare mai dal copione a lei più gradito.
Senza voler intentare un processo nei confronti dei corridori, che sono ovviamente sempre padroni di decidere della loro corsa e che non hanno l’obbligo di intrattenere il pubblico a scapito del proprio risultato, occorre riflettere sulle ragioni di uno spettacolo avvilente come quello al quale abbiamo assistito nelle ultime tre settimane, e capire se si tratti di una semplice casualità, prodotta da una tempesta perfetta di favoriti fuori forma, infortuni e altre concause, o se esista la necessità di ragionare più a fondo. Non crediamo che il ciclismo e il Tour de France possano permettersi molte edizioni tanto inguardabili prima che una buona fetta di pubblico decida di rivolgersi altrove per trascorrere i suoi pomeriggi estivi, specie quella di chi si avvicina alla bicicletta in occasione di un paio di corse all’anno.
Se il problema risiede tutto nella pochezza degli avversari di Froome, la soluzione potrebbe venire da sé, attendendo che si affaccino corridori di altro calibro, o semplicemente che quelli già in gruppo tornino protagonisti alla Grande Boucle (pensiamo a Contador e Nibali su tutti). Ci pare tuttavia necessario interrogarsi sul ruolo che giocano in questa strenua difesa del piazzamento, ad esempio, i mefistofelici punteggi UCI, che rendono per molti fondamentale la difesa di una posizione di rincalzo.
Non esente da colpe, a nostro avviso, è anche il tracciato, nel quale la quantità delle tappe di montagna è stata giudicata più importante della qualità. Otto tappe di alta montagna più una cronoscalata costituiscono un menù che pare appetitoso al momento della presentazione, ma che induce spesso a procrastinare ogni iniziativa. Nel caso di questo Tour, i Pirenei sono stati bypassati in vista del Mont Ventoux, quest’ultimo in attesa della cronometro, il Grand Colombier in funzione delle Alpi, queste, infine, perché ormai la classifica era delineata e non restava che combattere per il piazzamento.
Negli ultimi anni, inoltre, il Giro d’Italia si è allontanato almeno in parte da arrivi in salita durissimi, proponendo perlopiù tappe di montagna in cui l’ascesa più impegnativa era seguita da una meno aspra. Una formula che ha favorito le ultime due splendide edizioni della Corsa Rosa, ma che Prudhomme, Gouvenou e compagni hanno totalmente ignorato: tanti arrivi in salita, in media molto duri, narcotizzando ogni possibilità di azione da lontano. Paradossalmente, la politica del risparmio, in materia di salite, è prevalsa soltanto quando si trattava di fornire trampolini di lancio per offensive a lunga gittata: nella frazione di Andorra, quando alla durissima Collada de la Gallina è stato preferito il più breve Beixalis, e in quella di Culoz, nella quale i versanti più ardui del Grand Colombier, capaci di spaccare una corsa quasi per selezione naturale, sono stati chirurgicamente evitati.
Nulla di tutto ciò, in ogni caso, deve sminuire il successo di un Froome che, con il passare del tempo e dei successi, va sempre più allontanando da sé l’aura di corridore costruito in laboratorio secondo il vangelo dei marginal gains, dimostrandosi un corridore a tutto tondo, il più degno di sfilare in giallo a Parigi.
Matteo Novarini
ORDINE D’ARRIVO
1 André Greipel (Ger) Lotto Soudal 2:43:08
2 Peter Sagan (Svk) Tinkoff Team
3 Alexander Kristoff (Nor) Team Katusha
4 Edvald Boasson Hagen (Nor) Dimension Data
5 Michael Matthews (Aus) Orica-BikeExchange
6 Jasper Stuyven (Bel) Trek-Segafredo
7 Ramunas Navardauskas (Ltu) Cannondale-Drapac
8 Christophe Laporte (Fra) Cofidis, Solutions Credits
9 Sam Bennett (Irl) Bora-Argon 18
10 Reinardt Janse Van Rensburg (RSA) Dimension Data
11 Davide Cimolai (Ita) Lampre – Merida
12 Daniel Mclay (GBr) Fortuneo – Vital Concept
13 Leigh Howard (Aus) IAM Cycling
14 Maximiliano Richeze (Arg) Etixx – Quick-Step
15 Anthony Roux (Fra) FDJ
16 John Degenkolb (Ger) Team Giant-Alpecin
17 Ramon Sinkeldam (Ned) Team Giant-Alpecin
18 Sep Vanmarcke (Bel) Team LottoNl-Jumbo
19 Michael Valgren (Den) Tinkoff Team
20 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team
21 Andriy Grivko (Ukr) Astana Pro Team
22 Roman Kreuziger (Cze) Tinkoff Team
23 Geoffrey Soupe (Fra) Cofidis, Solutions Credits
24 Oscar Gatto (Ita) Tinkoff Team
25 Daniel Martin (Irl) Etixx – Quick-Step
26 Jacopo Guarnieri (Ita) Team Katusha
27 Arthur Vichot (Fra) FDJ
28 Nairo Quintana (Col) Movistar Team
29 Jurgen Roelandts (Bel) Lotto Soudal
30 Stef Clement (Ned) IAM Cycling
CLASSIFICA GENERALE
1 Christopher Froome (GBr) Team Sky 89:04:48
2 Romain Bardet (Fra) AG2R La Mondiale 0:04:05
3 Nairo Quintana (Col) Movistar Team 0:04:21
4 Adam Yates (GBr) Orica-BikeExchange 0:04:42
5 Richie Porte (Aus) BMC Racing Team 0:05:17
6 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team 0:06:16
7 Joaquim Rodriguez (Spa) Team Katusha 0:06:58
8 Louis Meintjes (RSA) Lampre – Merida
9 Daniel Martin (Irl) Etixx – Quick-Step 0:07:04
10 Roman Kreuziger (Cze) Tinkoff Team 0:07:11
11 Bauke Mollema (Ned) Trek-Segafredo 0:13:13
12 Sergio Henao (Col) Team Sky 0:18:51
13 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:19:20
14 Sébastien Reichenbach (Swi) FDJ 0:24:59
15 Geraint Thomas (GBr) Team Sky 0:28:31
16 Pierre Rolland (Fra) Cannondale-Drapac 0:30:42
17 Mikel Nieve (Spa) Team Sky 0:38:30
18 Stef Clement (Ned) IAM Cycling 0:38:57
19 Jarlinson Pantano (Col) IAM Cycling 0:38:59
20 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale 0:42:28
21 Emanuel Buchmann (Ger) Bora-Argon 18 0:47:40
22 Damiano Caruso (Ita) BMC Racing Team 0:48:23
23 Warren Barguil (Fra) Team Giant-Alpecin 0:52:14
24 Haimar Zubeldia (Spa) Trek-Segafredo 0:53:06
25 Ilnur Zakarin (Rus) Team Katusha 0:56:33
26 Tanel Kangert (Est) Astana Pro Team 1:03:59
27 Rafal Majka (Pol) Tinkoff Team 1:04:25
28 Wouter Poels (Ned) Team Sky 1:06:57
29 Tejay Van Garderen (USA) BMC Racing Team 1:12:06
30 Vincenzo Nibali (Ita) Astana Pro Team 1:19:59

André Greipel brucia Sagan e Kristoff (foto Tim de Waele/TDWSport.com)
ALENTOUR DU TOUR… A MORZINE
luglio 23, 2016 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Cambia nome in occasione del Tour, ma è sempre la consueta rubrica-contenitore del dopo tappa, che vi accompagnerà giorno per giorno, da Mont-Saint-Michel a Parigi. Trovete una rassegna stampa “breve”, i commenti dei tifosi, la colonna sonora del giorno, la presentazione della tappa del giorno dopo e i possibili scenari agonistici di gara, le previsioni meteo, gli strafalcioni dei telecronisti, il Tour visto all’incontrario e il ricordo del passato
IL POKER D’ASSI
Breve rassegna stampa dai paesi del “poker d’assi” del Tour 2016, Contador, Froome, Quintana e l’accoppiata Nibali / Aru. In aggiunta l’Equipe e i quotidiani dei vincitori di giornata e delle maglie gialle di turno
Vincenzo Nibali / Fabio Aru: Italia
Re Froome vince il Tour: tris. Cuore Nibali, tracollo Aru – Bravo Nibali! – Froome: “Non avevo gambe, ma il Tour è mio”. Quintana: “Un giorno vincerò io” – Nibali: “In discesa avevo un blocco. Mi sento bene, ora Rio”… (Gazzetta dello Sport)
Tour, crollo di Aru, ma Nibali tenta (invano) la zampata. E Froome va a Parigi da re
Contador: Spagna – RITIRATO
Ion Izagirre salva el honor y Froome se coronará en París (AS)
Izagirre salva el honor – Froome: “Estoy tan feliz como en mi primer Tour” – París reforzará su seguridad para la llegada del Tour – Izagirre: “Ganar en el Tour y en los Alpes es algo soñado” – Valverde: “¿Qué más podemos pedir?” – - Quintana: “El balance final del Tour es bueno” – Sagan, el más combativo del Tour (Marca)
Ion Izagirre salva el honor español y Froome abraza el amarillo de París – Froome: “Ganar mi tercer Tour de Francia es, sencillamente, increíble” – Izagirre: “Una victoria en el Tour y en los Alpes es algo sonado” – Quintana: “Al final el balance es bueno, aunque veníamos con más ambición” – Valverde: “¿Qué más podemos pedir?” – Una TV francesa insinua que Nibali lleva motor (El Mundo Deportivo)
Froome: Regno Unito
Froome in touching distance of his third Tour de France title (The Independent)
Chris Froome set to win his third Tour de France title after Jon Izagirre wins final mountain stage (The Daily Telegraph)
Froome all but seals third Tour triumph (The Times)
Quintana: Colombia
Nairo, tercer podio en el Tour; Pantano fue segundo en la etapa 20 – ‘Un podio en la mejor carrera del mundo es importante’: Nairo (El Tiempo)
Nairo Quintana se mantiene en el podio del Tour de Francia – Nairo: “Veníamos con más ambición, pero tenemos años para seguir probando” – “Jarlinson Pantano tiene un futuro prometedor”: Santiago Botero – “El Tour para Nairo llegará”: Santiago Botero – Unzúe: “Nairo es un prodigio, pero aún es un niño” -(El Espectador)
Francia
Bardet, podium assuré – Bardet: “Au-delà d’un rêve de gosse – Froome: “Des montagnes russes” – Alaphilippe “ne pouvait pas faire mieux” – Alaphilippe “content d’avoir tout donné” – Sagan élu super-combatif 2016 (L’Equipe)
BOX POPULI
Ogni giorno qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
Mauro Facoltosi: Crollo di Aru sul Joux Plane. Vittoria di Izagirre, Tour definitivamente a Froome. Commenti?
Nebe1980: Forse Nibali poteva anche farcela ma non ha preso rischi in discesa dato che punta alle Olimpiadi e direi che ha fatto bene, Ha dimostrato che la condizione sta arrivando
Nisky: c’è da fare un distinguo! Il Tour è il Tour e ogni tappa è stata spettacolare con spettacolo sempre di qualità! Grandi corridori belle azioni, ogni giorno una classica! Cavendish, Van Avermat, Doumulin, Pantano, Zakarin, Froome, Rui Costa, Nibali, Alaphilippe, ecc…… Con Morzine possiamo dire: uomini di classifica? non pervenuti. Selezione da dietro nemmeno oggi c’è stata e nella tappa migliore c’è stata una lenta e triste transumanza col solo Aru a squagliarsi, ma non per meriti altrui! Ho sentito Martinello dire che sarebbe il caso di diminuire il numero di corridori per squadra…..speriamo! Oramai è lampante… tra la crisi di protagonisti degni di spessore, tra una squadra che blocca in maniera esasperante la corsa. Il Tour comunque mi è piaciuto anche perchè disegnato bene e corso molto bene da tutti i corridori! Lo spettacolo della corsa nella corsa del Tour è la vera differenza col Giro! Qua si che si vedono numeri! Complimeti a Froome che ha corso a mezzo gas e applausi a Bardet! Il resto tutti picconati…. speriamo nel 2017 in un pò di competitività in più
Nebe1980: Applausi a Kreuziger che ha attaccato da inizio tappa arrivando anche virtualmente in seconda posizione. Non aveva grandi gambe ma comunque si è impegnato ci ha provato ed è da applaudire per il coraggio, lo stesso che è mancato ad altri. Quintana ha conquistato il podio non stando bene e senza attaccare mai, questo dato rappresenta un po’ la cartina al tornasole del fatto che i big sono stati un po’ nascosti secondo me per paura che Froome li bastonasse ancor più, quando il ritmo è salito o su scattini di Bardet, di Porte di Mollema Quintana si è sempre staccato, alla fine ha ammesso di non avere la condizione, di soffrire di allergia e addirittura ieri sembrava fosse vicino al ritiro.
Complimenti per aver resistito e per aver conquistato il podio pur non essendo in condizione. Bardet che invece ha attaccato ieri e non a un Km dall’arrivo ha conquistato la seconda piazza. Bravissimo ma ancora una volta proprio Bardet ha dimostrato non solo che si può attaccare ma anche che l’attacco paga (chiaro se hai le gambe), il suo attacco gli ha permesso di prendere la seconda posizione non solo il podio. Ottimo Valverde che dopo il podio al Giro ha mancato per un soffio la top five del Tour. Froome ha corso al risparmio senza mai rispondere agli allunghi nella seconda parte ma non gli si può dar torto dato che gli altri sono sembrati un po’ ingessati
Nebe1980: Il Giro è stato corso a medie elevate, ottima combattività tra Jungels, Kruijswijk, Chaves, Nibali, Valverde e anche Dumoulin all’aremogna. Corsa nella corsa del Tour quella è stata bella mi è piaciuta ma bisogna dire che questa possibilità è dovuta al fatto che la Sky ha fatto la corsa senza un grande interesse a tirare e questo ha favorito l’arrivo di una fuga in moltissime tappe. Quanto alle tappe di montagna a questo Tour erano più che al Giro ma al Giro i big si sono battuti a viso aperto e Nibali ha speso molto per vincere ed infatti al Tour specie nella prima parte era in sordina.
Nebe1980 (sul crollo di Aru): Pantani nel 95 andò in crisi nella tristissima giornata in cui Casartelli cadde nella discesa del Portet d’Aspet e prese 18 minuti. A Parigi arrivò tredicesimo, aveva 25 anni. Aru è tredicesimo, speriamo sia un auspicio ma Aru deve migliorare nel fondo anche se comunque ha fatto passi avanti perchè nella terza settimana apparte oggi non è andato male
Howling Wolf14: Al Tour alla terza settimana arrivano tutti stremati. Forse Aru ha pagato gli scatti della tappa di ieri. Ha molta grinta, ma per arrivare bene sino all’ultimo giorno dell’ultima settimana deve imparare a stare un po’ più sulle ruote. Chiha attaccato, in questo Tour, ha raccolto ben poco. In fondo l’unico ad aver concretizzato i propri sforzi, a parte Froome, è stato Bardet. Che con un solo attacco, ma deciso e cattivo, è riuscito a piazzarsi al 2° posto. Gli altri attaccanti, da Porte ad Aru, da Dan Martin a Mollema, ecc. alla fine hanno pagato dazio. O sono arrivati staccati, o sono addirittura scoppiati, oppure sono rimasti attaccati con lo sputo ai migliori. Molto meglio Quintana o Mentjes, che zitti zitti, senza spendere più di tanto, alla fine hanno ottenuto un ottimo piazzamento. Gli scatti si pagano, le cartucce sono limitate, le energie vanno tenute in serbo. Altro che spettacolo ciclistico. Qui lo spettacolo è nella resistenza. Smettiamola di chiedere lo spettacolo degli scatti. Quello va bene per i pistard, per gli stradisti conta il fondo, l’endurance.
Mauro Facoltosi: Nibali ha dichiarato che in discesa oggi ha avuto una sorta di blocco, forse a causa del ruzzolone in discesa di ieri.
Nisky: blocco….non può semplicemente aver trovato due più forti e magari più lucidi e con più fame di lui? Savoldelli era un discesista super! Gli altri se la giocano. Rio tra 15 giorni, tappe già vinte e rivinte, pioggia e bagnato, Izagirre e Pantano mica han vinto un Tour. Avevano più fame e stop
In collaborazione con il Forum dello Scalatore
DISCOTOUR: la colonna sonora della tappa del Tour scelta per voi da ilciclismo.it
“Non c’è più niente da fare” (Bobby Solo)
a cura di DJ Jorgens
LA TAPPA CHE VERRA’ – 21a TAPPA: CHANTILLY – PARIGI (113 Km)
Una pura formalità. Con i giochi per la classifica definitivamente chiusi sulle ultime salite, può essere semplicemente liquidata in questi termini la tappa conclusiva di un grande giro, che si svolgerà secondo il solito copione: i primi chilometri percorsi al rallentatore da un gruppo tutto sorrisi, mentre si fanno i complimenti alla maglia gialla, poi il lento crescere della velocità con l’approssimarsi alla sede d’arrivo e al circuito finale. L’ultima tappa del Tour 2016 prenderà le mosse da Chantilly e giungerà nella capitale francese dopo un tratto in linea di una sessantina di chilometri movimentato da un paio di collinette, sulle quali spicca la breve ma secca Côte de l’Ermitage, il cui chilometro scarso al 7% metterà in palio l’ultimo dei 58 GPM previsti quest’anno. Entrati nella “Ville Lumière” la corsa attraverserà il Bois de Boulogne prima di giungere sul tradizione circuito degli Champs-Élysées, 7 Km che dovranno essere inanellati 8 volte prima del prestigioso sprint che metterà i sigilli alla 103a edizione della Grande Boucle
ANTEPRIMA TOUR
L’abbiamo già vista un milione di volte: brindisi, sorrisi e andatura turistica fino all’imbocco del circuito dei Campi Elisi; quindi una sessantina di chilometri di gara vera, con qualche tentativo di fuga, che ad un certo punto sembrerà poter avere successo ma che verrà inesorabilmente raggiunto all’ultimo giro, lasciando spazio alla volata.
Ci piacerebbe assistere ad un finale diverso, ad un colpo di mano, ma purtroppo Vinokourov si è ritirato da un pezzo.
Favoriti: Kittel, Greipel, Cavendish
(A cura di Matteo Novarini)
METEO TOUR
Previsioni meteo della ventunesima tappa tappa, Chantilly – Parigi (113 Km)
Chantilly : cielo coperto, 24.1°C, vento moderato da W (10-14 Km/h), umidità al 53%
Côte de l’Ermitage – GPM (Km 32.5): nubi sparse con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 24.2°C, vento moderato da WNW (10-13 Km/h), umidità al 55%
Parigi – 1° passaggio (Km 58.5): cielo coperto, 24.9°C, vento moderato da WNW (10-14 Km/h), umidità al 50%
Parigi – arrivo: cielo coperto, 24.5°C, vento debole da WNW (8-12 Km/h), umidità al 52%
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa
Pancani: “Sulla pioggia è arrivata la corsa”
Garzelli: “Speriamo che nessun corridora”
Martinello: “Credo che Froome non abbia sbanderato la sua condizione”
Pancani: “Chissà che Giro sarebbe stato con Contador”
Pancani: “Christopher Poels” (Christopher Froome e Wouter Poels)
Martinello: “Pantani scattò sul Joux Plane che transitò al GPM”
Martinello: “Le multe vengono commissionate in franchi svizzeri”
Pancani: “Uomini di classìca” (classifica)
De Stefano: “Il cielo non promette niente di nuovo”
Garzelli: “Manca davvero molto tanto”
De Stefano: “La caduta di ieri di Stefano” (Froome)
Pancani (commentando l’azione di Nibali sul Joux Plane): “Queste sono azioni che ci danno grande coraggio in vista delle Olimpiadi”
Televideo: “Izaguirre” (Izagirre)
Sportal.it: “… nella Grande Boucle, che sabato si concluderà sul tradizionale circuito dei Campi Elisi” (sabato è oggi)
IL TOUR DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!
Ordine d’arrivo 20a tappa, Megève – Morzine
1° Tony Martin
2° Geoffrey Soupe a 51″
3° Adrien Petit s.t.
4° Maciej Bodnar a 1′19″
5° Edvald Boasson Hagen s.t.
Miglior italiano: Davide Cimolai, 36° a 2′11″
Classifica generale
1° Sam Bennett
2° Lars Ytting Bak a 15′56″
3° Leigh Howard a 22′01″
4° Bernhard Eisel a 26′07″
5° Daniel Mclay a 27′00″
Miglior italiano: Davide Cimolai, 7° a 37′37″
ALL’ASSALTO DEL VENTOUX
Una delle tappe più temute di questa edizione sarà la 12a, quella che – il 14 luglio, giorno della festa nazionale francese – si arrampicherà sul temuto Mont Ventoux. E’ una frazione che giunge nel 65° anniversario della prima scalata al “Gigante della Provenza” ed è proprio a quell’edizione del Tour, disputata nel 1951 e vinta dall’elvetico Hugo Koblet, che ci ricondurranno i i titoli del quotidiano “La Stampa” per il nostro tradizionale appuntamento con il ricordo di un Tour passato
27 LUGLIO 1951 – 22a TAPPA: AIX-LES-BAINS – GINEVRA (cronometro, 98 Km)
KOBLET NELLA TAPPA A CRONOMETRO SI CONFERMA II PIÙ FORTE DEL TOUR
Le trionfali di Ginevra all’asso elvetico, vincitore con quasi 5 minuti di vantaggio sul belga Decock – Generosa gara di Magni che si classifica al 4°posto – Coppi è 6° e Bartali 7° – La grande impresa – Bobet in ritardo – Disappunto di Fausto
28 LUGLIO 1951 – 23a TAPPA: GINEVRA – DIGIONE (197 Km)
IL TOUR SI CONCLUDE OGGI CON UNA TAPPA DI 320 CHILOMETRI
Primo a Digione il belga Derijcke* – Bartali ha vinto sul Col de la Faucille l’ultimo traguardo per il Premio della Montagna – Tregua fra gli assi – Biciclette “perdute”
*errore di stampa del quotidiano (si scrive Derycke)
ARCHIVIO ALMANACCO
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Il Col du Jpux Plane, ultima grande salite del Tour 2016 (foto Google Street View)
ANCHE A MORZINE IL SOLITO (NON) SPETTACOLO
Nemmeno l’ultima frazione alpina riesce a spezzare l’immobilismo del Tour de France più noioso della storia recente: nessun attacco da parte dei primi nove della classifica generale, malgrado i quattro colli in programma e il maltempo ad indurire ulteriormente la corsa. Il successo di tappa va a Jon Izagirre, che nella discesa finale si sbarazza di Pantano e Nibali. Crolla invece Fabio Aru, vittima forse di una crisi di fame e arrivato al traguardo ad oltre 17 minuti dal vincitore.
Dopo 19 tappe di inutile attesa, la ventesima – di fatto l’ultima a poter incidere sulla classifica generale, prima della passerella di Parigi –, ha degnamente sigillato il Tour de France meno avvincente e incerto della storia recente. Nemmeno uno fra i primi nove della classifica generale di stamane ha osato mettere il naso fuori dal gruppo, malgrado una graduatoria ancora corta, che lasciava aperte le porte del podio almeno fino a Valverde, 7° a 6’20’’ da Froome, distante 1’53’’ dalla terza piazza.
A muoversi sono stati invece il decimo (Mollema), l’undicesimo (Rodriguez) e il dodicesimo (Kreuziger), quest’ultimo addirittura lanciatosi nella fuga della prima ora. Con lui, nell’andirivieni di scatti susseguitisi fino al Col des Aravis, si sono avvantaggiati Henao, Erviti, Izagirre, Oliveira, Fuglsang, Nibali, Gastauer, Gautier, Gougeard, Kelderman, Bennett, Schleck, Stuyven, Pantano, Rolland, Slagter, Van Baarle, Konrad, Zakarin, Rui Costa, De Gendt, Gallopin, Chavanel, Jeandesboz, Alaphilippe, Edet, Juul-Jensen e Matthews, oltre al solito, impagabile Sagan, eletto anche supercombattivo del Tour de France.
La presenza del ceco, partito da Megève con 9’45’’ di ritardo dalla maglia gialla, e dunque poco più di cinque minuti dal podio, in altre occasioni sarebbe stata la scintilla per dare adito ad un avvio di tappa combattuto, o almeno per indurre qualcuno a scandire un passo più sostenuto di quello di assoluta tranquillità imposto dal Team Sky. Non nel Tour 2016, però, nel quale, come sempre, le formazioni di tutti gli uomini di classifica si sono mostrate tetragone a qualsiasi sollecitazione.
Il vantaggio del gruppo di testa, leggermente assotigliatosi, è così salito progressivamente su Aravis e Colombière, arrivando a toccare, in fondo alla picchiata su Scionzier, un massimo di 6’ circa. È stato allora che, mentre davanti Nibali si adoperava per alimentare l’azione, specie dopo essersi ritrovato in un drappello ristretto avvantaggiatosi rispetto al resto della comitiva, la Astana si è schierata in forze al comando del plotone, risolvendo i patemi di Ag2r, Movistar e BMC, il cui immobilismo stava mettendo a rischio piazzamenti anche più prestigiosi.
Il distacco è stato in effetti limato nel tratto di fondovalle che conduceva ai piedi del Col de la Ramaz, salita che rappresentava probabilmente, nella mente degli organizzatori, un trampolino sul quale chi avesse avuto intenzione di risalire la classifica all’ultima occasione utile avrebbe trovato terreno fertile. ASO non aveva però fatto i conti con gli attori (tutti rigorosamente non protagonisti) della Grande Boucle 2016: anche la Ramaz, come il Bisanne ieri, ha visto la Astana, con la timida compartecipazione della Ag2r, dettare un ritmo che aveva il solo merito di superare quello del trenino Sky, senza però produrre una reale selezione. Il solo a pagare dazio, tra i big, è stato infatti il povero Mollema, già in calo nei giorni scorsi dopo gli exploit della seconda settimana, e rallentato oggi dai postumi della caduta di ieri.
La successiva piccchiata, animata da un attacco a rotta di collo di Pantano e Alaphilippe, ha però vanificato il recupero operato fino ad allora dagli uomini in azzurro, scesi con la massima cautela sulla strada bagnata. A Taninges, quando mancavano 36 km al traguardo e 12 all’imbocco del Joux-Plane, la coppia al comando vantava addirittura 7’ sul plotone, che ne rendeva 6 anche al plotoncino comprendente Nibali e Kreuziger.
Orica-BikeExchange e Ag2r hanno finalmente preso l’iniziativa nel tratto pianeggiante, riportando il divario al di sotto dei 6’ in corrispondenza dell’inizio dell’ultimo colle del Tour 2016. Un colle per il quale nemmeno il più inguaribile dei pessimisti avrebbe mai potuto ipotizzare uno spettacolo avvilente come quello inflitto a spettatori e telespettatori dagli uomini di classifica.
L’impeto delle formazioni di Yates e Bardet si è esaurito dopo non più di un paio di chilometri di salita, lasciando ben presto spazio al solito trenino degli scudieri di Froome. Tanto è bastato, però, per porre fine a qualsiasi velleità di podio – o anche solo di top 5 o top 10 – di Fabio Aru, staccatosi da un gruppo forte ancora di una trentina di unità, forse a causa di una crisi di fame. Una débacle del tutto inattesa, che fa crollare al rango di fallimento un Tour de France nel quale il sardo, al di là dell’indubbia buona volontà, non ha probabilmente mai trovato la migliore condizione, né è riuscito a rendersi granché protagonista, in mezzo ad una generale mediocrità che gli avrebbe consentito di aspirare anche al ruolo di primo inseguitore di Froome.
Per assistere ad uno scatto, si è dovuto attendere il moto d’orgoglio di Mollema, uscito dal gruppo nello sconcerto generale ad un terzo circa della scalata. L’olandese ha guadagnato in breve una ventina di secondi, prima che la condizione fisica deficitaria tornasse a presentargli il conto.
Più o meno in concomitanza con la resa di Mollema è arrivato il secondo, più incisivo e ahinoi anche ultimo scatto da parte un uomo di classifica, portato da Joaquim Rodriguez. E poche cose dicono della pochezza di una corsa ciclistica come ridursi ad aspettare gli attacchi di Purito, professionista esemplare e di rara simpatia, ma non certo noto per le sue offensive all’arma bianca.
Il catalano ha impiegato poco a mettere fra sé e il gruppo 40’’ circa, smentendo – almeno in riferimento alla tappa di oggi – la leggenda dell’impossibilità di scattare di fronte al presunto ritmo forsennato della Sky. Raggiunto Ilnur Zakarin, Rodriguez si è accontentato di farsi scortare fino in cima dal compagno di squadra, vedendo in parte eroso il margine accumulato. La picchiata finale, affrontata dal plotone con l’usuale circospezione, ha dato però modo a Purito di incrementare di nuovo il vantaggio fino ai 48’’ finali, sufficienti per balzare dall’undicesimo al settimo posto.
Ad evitare che la diretta integrale del tappone alpino si trasformasse nell’occasione per una colossale pennica pomeridiana, ha fortunatamente provveduto la battaglia per il successo di tappa. La scarsa collaborazione nel gruppetto inseguitore aveva permesso a Pantano e Alaphilippe di approcciare l’ultima salita con un vantaggio vicino ai due minuti, e la coppia ha affrontato la prima metà del Joux-Plane come dando per scontato che la questione vittoria non riguardasse altri. Nel mezzo delle scaramucce fra i due, però, da dietro è risalito Vincenzo Nibali, evaso dal gruppetto di Kreuziger e capace di agguantare la testa della corsa a 3 km abbondanti dalla vetta, distanziandola quindi di lì a poche centinaia di metri.
Tutto sembrava apparecchiato per la prima vittoria italiana in questo Tour di vacche magre per il nostro ciclismo, finché, come la sagoma di Nibali era sbucata dalla pioggia alle spalle di Pantano e Alaphilippe, così quella di Izagirre ha fatto alle spalle del siciliano, trascinandosi dietro anche il colombiano, improvvisamente risorto.
I tre hanno percorso insieme l’ultimo tratto della salita e il successivo falsopiano, prima di lanciarsi nella difficile picchiata finale. Izagirre ha manifestato subito l’intenzione di assumersi tutti i rischi del caso, mentre Pantano andava a pochi centimetri dal terminare il suo splendido Tour in una scarpata. Nibali, che in altri tempi, su un simile terreno, avrebbe recitato la parte del mattatore, ha invece recitato oggi quella di Alex Zulle, perdendo immediatamente la ruota dello spagnolo, e poco dopo perfino quella del colombiano, malgrado le traiettorie sempre poco convenzionali di quest’ultimo. Probabile che nella prudenza (forse perfino eccessiva) del siciliano abbia pesato la caduta di ieri, oltre, naturalmente, alla prospettiva dell’appuntamento olimpico del 6 agosto: se Nibali ha sacrificato in nome di quello ogni ambizione di classifica al Tour, avrebbe avuto poco senso metterlo a repentaglio per un successo di tappa.
Izagirre ha potuto così regalare finalmente un sorriso alla Spagna, a sua volta uscita tutt’altro che soddisfatta dalla Grande Boucle, salvata soltanto dalla tenuta dei soliti Valverde e Rodriguez. Chi rimarrà invece a bocca asciutta sono gli spettatori, che invano hanno aspettato che le salite del Tour offrissero, almeno per un giorno, uno spettacolo all’altezza.
Matteo Novarini
CLASSIFICA DI TAPPA
1 Ion Izagirre (Spa) Movistar Team 4:06:45
2 Jarlinson Pantano (Col) IAM Cycling 0:00:19
3 Vincenzo Nibali (Ita) Astana Pro Team 0:00:42
4 Julian Alaphilippe (Fra) Etixx – Quick-Step 0:00:49
5 Rui Costa (Por) Lampre – Merida 0:01:43
6 Roman Kreuziger (Cze) Tinkoff Team 0:01:44
7 Wilco Kelderman (Ned) Team LottoNl-Jumbo 0:00:49
8 Joaquim Rodriguez (Spa) Team Katusha 0:03:24
9 Daniel Martin (Irl) Etixx – Quick-Step 0:04:12
10 Romain Bardet (Fra) AG2R La Mondiale
11 Nairo Quintana (Col) Movistar Team
12 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team 0:04:14
13 Adam Yates (GBr) Orica-BikeExchange
14 Louis Meintjes (RSA) Lampre – Merida
15 Rafal Majka (Pol) Tinkoff Team 0:04:17
16 Damiano Caruso (Ita) BMC Racing Team 0:04:18
17 Wouter Poels (Ned) Team Sky
18 Geraint Thomas (GBr) Team Sky
19 Sergio Henao (Col) Team Sky
20 Christopher Froome (GBr) Team Sky
21 Mikel Nieve (Spa) Team Sky
22 Richie Porte (Aus) BMC Racing Team
23 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale 0:04:44
24 Pierre Rolland (Fra) Cannondale-Drapac 0:04:51
25 Thomas De Gendt (Bel) Lotto Soudal 0:05:42
26 Luis Angel Mate (Spa) Cofidis, Solutions Credits 0:06:46
27 Daniel Moreno (Spa) Movistar Team 0:06:55
28 Jan Polanc (Slo) Lampre – Merida
29 Ilnur Zakarin (Rus) Team Katusha 0:07:03
30 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:07:09
CLASSIFICA GENERALE
1 Christopher Froome (GBr) Team Sky 86:21:40
2 Romain Bardet (Fra) AG2R La Mondiale 0:04:05
3 Nairo Quintana (Col) Movistar Team 0:04:21
4 Adam Yates (GBr) Orica-BikeExchange 0:04:42
5 Richie Porte (Aus) BMC Racing Team 0:05:17
6 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team 0:06:16
7 Joaquim Rodriguez (Spa) Team Katusha 0:06:58
8 Louis Meintjes (RSA) Lampre – Merida
9 Daniel Martin (Irl) Etixx – Quick-Step 0:07:04
10 Roman Kreuziger (Cze) Tinkoff Team 0:07:11
11 Bauke Mollema (Ned) Trek-Segafredo 0:13:13
12 Sergio Henao (Col) Team Sky 0:18:51
13 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:19:20
14 Sébastien Reichenbach (Swi) FDJ 0:24:59
15 Geraint Thomas (GBr) Team Sky 0:28:31
16 Pierre Rolland (Fra) Cannondale-Drapac 0:30:42
17 Mikel Nieve (Spa) Team Sky 0:38:30
18 Stef Clement (Ned) IAM Cycling 0:38:57
19 Jarlinson Pantano (Col) IAM Cycling 0:38:59
20 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale 0:42:28
21 Emanuel Buchmann (Ger) Bora-Argon 18 0:47:40
22 Damiano Caruso (Ita) BMC Racing Team 0:48:23
23 Warren Barguil (Fra) Team Giant-Alpecin 0:52:14
24 Haimar Zubeldia (Spa) Trek-Segafredo 0:53:06
25 Ilnur Zakarin (Rus) Team Katusha 0:56:33
26 Tanel Kangert (Est) Astana Pro Team 1:03:59
27 Rafal Majka (Pol) Tinkoff Team 1:04:25
28 Wouter Poels (Ned) Team Sky 1:06:57
29 Tejay Van Garderen (USA) BMC Racing Team 1:12:06
30 Vincenzo Nibali (Ita) Astana Pro Team 1:19:59

Jon Izagirre al traguardo di Morzine (foto Tim de Waele/TDWSport.com)
23-07-2016
luglio 23, 2016 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR DE FRANCE
Lo spagnolo Ion Izagirre Insausti (Movistar Team) si è imposto nella ventesima tappa, Megève – Morzine, percorrendo 146.5 Km in 4h06′45″, alla media di 35.623 Km/h. Ha preceduto di 19″ il colombiano Pantano Gómez e di 42″ l’taliano Vincenzo Nibali (Astana Pro Team). Il britannico Christopher Froome (Team Sky) è ancora maglia gialla con 4′05″ sul francese Bardet e 4′21″ sul colombiano Quintana Rojas. Miglior italiano Fabio Aru (Astana Pro Team), 13° a 19′20″
TOUR DE WALLONIE
Il belga Tom Boneen (Etixx – Quick Step) si è imposto nella prima tappa, Charleroi – Mettet, percorrendo 146.5 Km in 4h06′45″, alla media di 35.623 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Van Genechten e il francese Démare. Miglior italiano Matteo Trentin (Etixx – Quick Step), 4°. Boneen è il primo leader della classifica con 4″ su Van Genechten e sul russo Kuznetsov. Miglior italiano Matteo Trentin (Etixx – Quick Step), 10° a 10″
TOUR OF QINGHAI LAKE (Cina)
L’italiano Federico Zurlo (Lampre – Merida) si è imposto nella settima tappa, Qilian – Qingshizui, percorrendo 150 Km in 3h41′37″, alla media di 40.611 Km/h. Ha preceduto allo sprint il colombiano Perez e di 2″ l’iraniano Pourhashemi. L’ucraino Vitaly Buts (Kolss BDC Team) è ancora leader della classifica con lo stesso tempo del connazionale Lagkuti e 22″ sull’italiano Alberto Cecchin (Team Roth)