ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI PLAN DI MONTECAMPIONE

maggio 26, 2014 by Redazione  
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Anche quest’anno ilciclismo.it, proporrà, poche ore dopo la conclusione della tappa, l’oramai tradizionale almanacco zeppo di golosità: cominceremo dalla rassegna stampa internazionale, passando poi il parere dei tifosi, la colonna sonora del giorno, le previsione del tempo per la tappa successiva, le “perle” dei telecronisti, il Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e il ricordo di un Giro passato (abbiamo scelto il 1964, l’ultimo dei due Giri vinti da Anquetil).

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Italia

Montecampione, Aru vola! Uran soffre ma tiene la rosa (Gazzetta dello Sport)

Giro: a Montecampione vince Fabio Aru. Uran resta in rosa (Corriere della Sera)

Regno Unito

Fabio Aru finds peak of powers in mountains as Rigoberto Urán extends lead (The Time)

Aru claims biggest win of his career (The Daily Telegraph)

Francia

Aru, un sacré numéro – Mais qui est donc Fabio Aru? (L’Equipe)

Spagna

Aru explota en Montecampione (AS)

Aru gana en Montecampione (Marca)

Fabio Aru se reivindica y Urán sigue sufriendo (El Mundo Deportivo)

Belgio

23-jarige Aru zorgt voor Italiaanse hoogdag, Uran blijft in het roze – Ritwinnaar Aru: ‘Een droom die uitkomt’ (De Standaard)

Aru se révèle à Montecampione lors de la 15e étape du Giro (L’Avenir)

Giro: l’Italien Fabio Aru remporte la 15e étape au sommet du Montecampione (La Dernière Heure/Les Sports)

Giro (15e étape): l’Italien Aru s’impose devant Duarte et Quintana, Uran toujours en rose (Sudinfo.be)

Paesi Bassi

Beklimming Giro prooi voor Aru – Quintana weer dichter bij roze trui – Kelderman, Poels zakken iets (De Telegraaf)

Lussemburgo

Aru stellt Bergsteigerqualitäten unter Beweis (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)

Italiener Aru gewinnt 15. Etappe (Tageblatt)

Germania

Giro: Uran weiter in Rosa – Evans verliert Zeit (Berliner Zeitung)

Canada

Italy’s Fabio Aru wins 15th Giro stage (The Globe and Mail)

Colombia

Urán aleja a sus rivales y es más líder del Giro de Italia (El Tiempo)

Rigoberto Urán aumenta su ventaja en el Giro de Italia (El Espectador)

Australia

Cadel Evans ready for the fight (The Age)

Evans remains hopeful of Giro success (The Australian)

BOX POPULI

Ogni giorno qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Previsioni sulla tappa, alla luce di Oropa?

Nebe1980: Secondo me ci sarà una fuga ma bisogna vedere quanto guadagnano e quanti sono. Sul Plan secondo me attaccherà ancora Pozzovivo più a meno a 2 o 3 Km dall’arrivo. Quintana potrebbe adottare anche la stessa tattica di oggi e rimandare il grande attacco alla tappa della Val Martello ma secondo me dovrebbe muoversi già da domani con una azione decisa anche perchè poi lunedì c’è il riposo e può recuperare lo sforzo. Uran tenterà di andare regolare ma visto che domani i 3 chilometri finali sono i più duri vedremo se oggi ha tentato di non forzare troppo oppure se non ha risposto a pozzovivo perchè era alla frutta

Howling Wolf14: Si guarderanno in volto sino a dopo Alpiaz. Poi se compariranno tangibili segni di fatica sul ghigno di qualcuno si accenderà la battaglia, sennò non ci saranno emozioni sino a 2-3 km dalla cima. Non basta fare lo scattino alla Pozzovivo o partire da lontano come Rolland ed Hesjedal. Bisogna avere poi resistenza. Si possono guadagnare 30″ e se tutto va bene mantenerli sino all’arrivo. Se va male, si fa ogni volta la fine del topolino. C’è livellamento di valori, non si riesce a guadagnare più di tanto in salita. E sprecando energie con gli attacchi si finisce poi con il pagare attacchi ed interessi. E’ più assennato sedersi senza fretta sulla riva del fiume ed aspettare che passi il cadavere del nemico.

Nebe1980: Se ragionassero tutti così avremmo un sacco di gente seduta sulla riva del fiume e nessun cadavere che passa.
Un discorso del genere lo può fare Uran che ha un vantaggio considerevole sugli altri (ma non scordiamoci di Evans che è secondo a pochi secondi) ma uno che ha tre minuti di ritardo non può aspettare. Poi ripeto domani magari si può tentare un attacco negli utlimi Km dato che è la soluzione più logica che la tappa propone, però in val martello sul grappa e sulla panarotta bisogna muoversi prima, non si può aspettare solo lo zoncolan

nisky: Ah i gregari di una volta! Una volta ai -5 si arrivava al massimo in 8/9 oggi ieri e domani sono in 20

Mauro Facoltosi: Vittoria di Aru. Si stacca Uran che, però, conserva la maglia. Commenti?

Nebe1980: Continuo a rimanere basito della condotta di gara di Quintana, fa lo scattino poi quasi si ferma nonostante la maglia rosa sia in chiara difficoltà, uno con il suo ritardo che ha la fortuna di vedere la maglia rosa staccarsi dovrebbe andare a tutta fino all’arrivo, oltretutto domani è pure riposo. Ottimo Aru, se mantiene la condizione è da podio

n@po: Non è che lo faccia apposta. E’ al limite. Ha una classe clamorosa che gli permette di andar comunque fortissimo anche quando non è al top. PS: Chi ha vinto a MonteCampione Nome Omen ha sempre fatto doppieta Giro-Tour… fate voi
PPS: questi sei sono tutti potenziali vincitori a trieste:
1) Uran
2) Evans a 1′03″
3) Majka a 1′50″
4) Aru a 2′24″
5) Quintana a 2′40″
6) Pozzovivo a 2′42″

Howling Wolf14: Grande condizione, personalità, scelta di tempo. Pensavo che alla sua prima esperienza Fabio Aru si limitasse a correre sulle ruote, in attesa di sbocciare in una prossima edizione, ma debbo dire che mi ha positivamente impressionato. Sono curioso di vederlo nella terza settimana della corsa, che è la più critica, specie per un giovane. Non soccomberà. E sono certo che ci regalerà qualche altra impresa. Anche se non è forte come lui a cronometro – ma potrà migliorare – mi ricorda in qualche maniera Felice Gimondi, che al primo anno da pro, nel 1965, ottenne il 3° posto al Giro d’Italia. Gimondi aveva 23 anni nel ‘65, ora Aru ne ha poco più. E una splendida carriera davanti a sé.
Quintana, in attesa di arrivare al top della forma, e in attesa che gli avversari calino ulteriormente, sta facendo delle prove. Oggi s’è accorto di poter staccare facilmente Evans, Keldermann e Pozzovivo, di mettere in difficoltà Uran e Majka. Il Giro si decide la prossima settimana: se gli avversari di Quintana non cresceranno e se il colombiano migliorerà la propria condizione ha ancora la possibilità di rincorrere la maglia rosa. E forse il suo avversario più importante potrebbe diventare proprio Aru. Certo che il sardo per la terza settimana è un po’ un’incognita, ma speriamo possa tenere. Non tanto per vincere il Giro, quanto per confermarsi come grande promessa, anzi come grande realtà per le corse a tappe del futuro.
Io escluderei fin da ora Majka e Pozzovivo. Majka non è un vincente, secondo me sarà già tanto per lui arrivare nei Top Five. Pozzovivo è un duro, ma alla distanza molla sempre qualcosa. Ogni giorno. Quando si farà ancor più sul serio potrà pagare di più.

Nebe1980: martedì prevista neve su gavia e stelvio…

n@po: Hesjedal favorito essendo canadese!!

Howling Wolf14: Fino a 3 centimetri, sullo Stelvio, più o meno attorno alle 14.

Salitepuntocià: Stavolta son d’accordo con hw, bisogna centellinarsi… con sti percorsi duri ma “non duri”, ingannevoli, tanti arrivi in salita ma nessun tappone vero e proprio, bisogna sapersi gestire e accumulare come piccole formichine… Quintana non è che è fuori forma, è al top o quasi, ha preparato tuto sul giro, ma si sta gestendo, se ieri avesse strafatto, oggi avrebbe perso tanto, vedi pozzovivo, che comunque se deve diventare un campione ha il tempo per recuperare col riposo, se non lo è ancora, perderà altro terreno… Ci vuole anche continuità per vincere un GT e mai sottovalutare gli avversari, anche Hinault si trovò in difficoltà contro Visentini e Contini,Panizza… ma poi vinse. Merckx e altri grandi, anche loro a volte han perso tappe da gente italica o scalatori non campioni, ma gli Hinault etc erano anche continui, mentre i vari Contini etc non lo erano, se no sarebbero stati anche loro dei grandi. Quintana al top non è tanto inferiore a Froome… per vincere il Giro bisogna essere al top o vicini al top, senza sottovalutare ciclisti inferiori, perchè possono avere le loro giornate d’oro, e quindi gestendosi Quintana puo arrivare almeno con 1′ di distacco ai piedi dello zoncolan da Uran, poi glieli rifila. Complimenti ad Aru, anche saltasse, ha gia fatto molto, in un ciclismo che non piu come una volta, ove i giovani emergevano, oggi è piu difficile, e spero la stampa e i tifosi, non lo crocefiggano se non salirà sul podio, e lo sappiano aspettare, battere Quintana su un salitone cosi lungo è mica male, bisogna vedere appunto se sarà un exploit o l’inizio di una grande carriera ma senza fretta.

Nebe1980: Si ma continui a non rispondere a quel che dico io. Ossia se Uran recupera una condizione ottimale e sullo Zoncolan non si stacca o perde poco, il non aver forzato quando era in difficoltà sarà stata la mossa perdente. Uno come Uran che ripeto non è scarso in salita, se va in difficoltà va attaccato a fondo perchè non è detto che si ripresenti un altro momento di difficoltà.
La cronoscalata: non dimenticate che Uran in cima alla salita della crono era il miglior tempo tra gli uomini di classifica quindi non è affatto detto che perda molto sul grappa, potrebbe anzi addirittura vincere. proprio perchè non sai come ti sentirai il giorno dopo devi cercare di guadagnare finchè stai bene. vedi Uran, ha guadagnato tanto a crono e ora può gestirsi e non dannarsi l’anima a rispondere colpo su colpo a tutti gli allunghi e può anche prendersi il lusso di pagare qualcosa. E’ lui che ha speso tanto a crono che può risparmiarsi, non gli altri che devono recuperare. E ripeto non sta scritto da nessuna parte che Quintana darà un minuto a Uran sullo Zoncolan, anzi la pendenza potrebbe addirittura far sì che vengano fuori distacchi minimi perchè non si riesce a scattare e quindi sei costretto a salire regolare

Nebe1980: Secondo me se ci fosse stato Puritone in forma sarebbe stato con Quintana e Rolland fino a un chilometro dall’arrivo poi avrebbe fatto uno dei suoi megascatti e sarebbe arrivato su Aru a doppia velocità (poi bisognava vedere se ci arrivava prima del traguardo)

Profpivo: Aru mi sta stupendo, da tempo non si vedeva un’azione così incisiva in montagna, non il solito scatto di 50 metri ma una progressione a tutta per almeno 500 metri. Merita un grossissimo applauso, se resta coi piedi per terra può diventare davvero l’uomo da grandi giri per i prossimi 10 anni. Non credo possa vincere questo Giro, ma può giocarsi il podio con Majka e Evans.
Uran sta cercando di gestire il vantaggio ma oggi secondo me ha sbagliato a seguire Aru, ha rischiato di piantarsi ma ha comunque reagito bene limitando i danni su Quintana. Che dimostra di essere in crescendo di condizione, nell’ultima settimana penso lo vedremo attaccare con decisione. Per me è un duello tra lui e Uran per la vittoria finale. Invece Pozzovivo sta calando, come spesso gli capita nei grandi giri, non lo vedo nemmeno sul podio.
Ancora ottimo Rolland, peccato per tutti i minuti che ha preso nelle prime tappe, altrimenti poteva essere anche lui della partita. Ma è sicuramente il corridore che ci sta facendo divertire di più in questo Giro.

DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

L’esercito del surf (Catherine Spaak)

L’ultima salita (canzone su Pantani dei Nomadi)

a cura di DJ Jorgens

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Ponte di Legno – Val Martello

Ponte di Legno: pioggia moderata (0,8 mm), 10,3°C (percepiti 9°C), vento debole da WNW (6-10 Km/h), umidità al 92%
Santa Caterina Valfurva (36,9 Km) : pioggia moderata (0,7 mm), 8,5°C (percepiti 7°C), vento debole da NNW (7-13 Km/h), umidità al 91%, quota 0°C a 2610m, limite della neve a 2210m (Gavia 2618m)
Bormio (49 Km) : pioggia debole (0,5 mm) e schiarite, 12,8°C (percepiti 10°C), vento moderato da NNW (11-20 Km/h), umidità al 87%
Passo dello Stelvio – CIMA COPPI (2758m, 70,3 Km) : neve debole (0,3 cm), 0°C (percepiti -5°C), vento moderato da NNW (16-28 Km/h), umidità al 94%, quota 0°C a 2630m, limite della neve a 2280m
Lasa – T.V. (104,5 Km) : pioggia debole (0,6 mm), 16,5°C, vento debole da NW (5-14 Km/h), umidità al 89%
Martello (1267m – 126,1 Km) : pioggia debole (0,5 mm) e schiarite, 12,7°C, vento debole da NW (6-15 Km/h), umidità al 87%, quota 0°C a 2690m, limite della neve a 2320m (traguardo a 2059m)

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

Garzelli (ricordando la tappa del 1998): “Martinelli ha vinto con Pantani in ammiraglia”
Conti: “Una tappa come questo”
Pancani: “Oggi mi aspetto di più di uomini di classifica”
De Stefano: “Le scelte della BMC hanno scelto di puntare”
Conti: “Sul rettilineo d’arrivo di quel porfido”
Intervistatore alla partenza: “Gli 11 Km finali oggi come te li immagini?” (l’ascesa del Plan è lunga il doppio)
Altimetria della tappa RAI: altimetria della tappa di Sestola spacciata per quella della tappa di oggi (con i nomi Valdengo e Plan di Montecampione piazzati dove invece dovevano esserci Lugo e Sestola)
Pancani: “6 minuti e 50 il lavoro del gruppo”
Martinello: “Il ricordo di Titta Pasinetti a cui inviamo un abbraccio” (previa esumazione)
Pancani: “Le varie organizzazioni della cura del dettaglio”
Professor Fagnani: “Sui siti meteo si possono seguire le condizioni dell’atmosfera”
Lelli: “Ha le ruote da profilo da 60″
Pancani (parlando della tappa di Pescara del 2013): “La tappa conclusa nel capoluoogo abruzzese” (è L’Aquila)
Pancani: “La maglia rosso”
Pancani, congedando Massimiliano Lelli: “Grazie Andrea”
Martinello: “La testa comincerà a salire verso Montecampione tra qualche chilometro”
Scinto: “La tappa di Canavese” (Rivarolo Canavese)
Scinto: “E’ giusto che prendino un po’ di vento in faccia”
Pancani: “Rodel Agudelo” (Rodolfo Andrés Torres Agudelo)
Martinello: “In 25 secondi c’è il meglio di questo 97° Giro d’Italia” (in realtà, in quel momento il gruppo maglia rosa era a 25″ dalla testa della corsa)
Martinello: “Traguardo di Europa” (Oropa)
Martinello: “Gallerie antifrana” (paravalanghe)
Intervistatore all’arrivo: “Fabiaru”
De Stefano: “Tappa di Montecatini” (Montecassino)
Sentita al Processo: “Giro di riposo”
Scarponi: “Il mio Giro ha preso una piega”
Saronni: “So quant’è dura le ferite che hai”
Televideo: “Aru si stacca negli ultimi 3 Km” (ma hanno visto la corsa riavvolgendo il nastro?)
Televideo: “Pellizzotti” (Pellizotti)

IL GIRO DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

Ordine d’arrivo della quindicesima tappa, Valdengo – Plan di Montecampione

1° Luka Mezgec
2° Andrea Fedi a 12″
3° Iljo Keisse s.t.
4° Eugenio Alafaci s.t.
5° Michel Koch s.t.

Classifica generale

1° Jetse Bol
2° Arnaud Courteille a 38″
3° Svein Tuft a 6′15″
4° Michael Hepburn a 10′34″
5° Kenny Dehaes a 12′17″
Miglior italiano: Eugenio Alafaci, 9° a 27′26″

L’ULTIMO GIRO DI ANQUETIL
Tuffo nella storia del Giro del 1964, il secondo e ultimo conquistato dall’asso francese Jacques Anquetil. Ci condurranno indietro di 50 anni i titoli del quotidiano “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it

16a TAPPA: MONTEPULCIANO – LIVORNO (199 Km)

BITOSSI GIUNGE SOLO SUL TRAGUARDO DI LIVORNO
La classifica del Giro ha subito una scossa: Fontona è secondo a 1’06” dalla Maglia rosa – Anquetil ha trovato un nuovo avversario – Gli “assi” hanno sbagliato tattica – Quattro corridori in fuga per 180 Km: il gruppo reagisce soltanto nel finale
Il fuoriclasse francese si è battuto con il consueto coraggio ma i migliori italiani hanno disputato una corsa di attesa che ha permesso a Fontona di rimontare parecchie posizioni in graduatoria – L’episodio decisivo dopo diciotto chilometri di gara – Scappano Bitossi, Pelizzoni, Fontona e Franchi che raggiungono un vantaggio di nove minuti – All’arrivo i quattro atleti si classificano nell’ordine con brevi distacchi – Al quinto e sesto posto Carlesi e Adorni con un ritardo di 5’52” – Il plotone guidato da Zilioli a 6’15”

Nota sulla planimetria: Al momento di andare in stampa Torriani non aveva ancora stabilito il finale del Giro. Per questo motivo la planimetria propone i due progetti aperti in quel momento.

ARCHIVIO ALMANACCO
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Raduno di partenza

1a tappa: Belfast (cronosquadre)

2a tappa: Belfast (seconda tappa)

3a tappa: Armagh – Dublino

4a tappa: Giovinazzo – Bari

5a tappa: Taranto – Viggiano

6a tappa: Sassano – Montecassino

7a tappa: Frosinone – Foligno

8a tappa: Foligno – Montecopiolo

9a tappa: Lugo – Sestola

10a tappa: Modena – Salsomaggiore Terme

11a tappa: Collecchio – Savona

12a tappa: cronometro Barbaresco – Barolo

13a tappa: Fossano – Rivarolo Canavese

14a tappa: Agliè – Oropa

Unistantanea del dopotappa di Montecampione: Hesjedal sieda a terra stremato subito dopo aver tagliato il traguardo (foto Bettini)

Un'istantanea del dopotappa di Montecampione: Hesjedal sieda a terra stremato subito dopo aver tagliato il traguardo (foto Bettini)

25-05-2014

maggio 25, 2014 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

L’italiano Fabio Aru (Astana Pro Team) si è imposto nella quindicesima tappa, Valdengo – Plan di Montecampione, percorrendo 225 Km in 5h33′05″, alla media di 40,530 Km/h. Ha preceduto di 21″ il colombiano Duarte Arevalo e di 23″ il colombiano Quintana Rojas. Il colombiano Rigoberto Urán Urán (Omega Pharma – Quick Step) è ancora maglia rosa, con 1′03″ sull’australiano Evans e 1′50″ sul polacco Majka. Miglior italiano Aru, 4° a 2′24″

TOUR OF NORWAY

Il norvegese Alexander Kristoff (Team Katusha) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Gjøvik – Hønefoss, percorrendo 166 Km in 4h04′40″, alla media di 40,708 Km/h. Ha preceduto allo sprint il lussemburghese Drucker e il tedesco Ciolek. Miglior italiano Daniele Bennati (Tinkoff-Saxo), 10° a 6″. Il polacco Maciej Paterski (CCC Polsat Polkowice) si impone in classifica con 3″ sull’antillano De Maar e 9″ sull’olandese Mollema. Miglior italiano Bennati, 35° a 17′05″.

RONDE DE L’ISARD (Francia)

Il russo Alexander Foliforov (Itera – Katusha) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Foix – St Girons, percorrendo 130,4 Km in 3h46′12″, alla media di 34,588 Km/h. Ha preceduto di 56″ il francese Latour e il belga Benoot. Il belga Louis Vervaeke (Lotto Belisol U23) si impone in classifica, con 1′22″ sul francese Le Lavandier e 1′49″ su Benoot.

PARIS – ARRAS TOUR

Il britannico Daniel Mclay (Lotto – Belisol U23) si è imposto nella terza ed ultima tappa, circuito di Arras, percorrendo 170 Km in 3h50′06″, alla media di 44,328 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Bovenhuis e l’italiano Filippo Baggio (Nankang – Fondriest – Franco Gomme). Il belga Maxime Vantomme (Roubaix Lille Métropole) si impone in classifica con 5″ sul francese Barbier e 6″ sul francese Duval. Miglior italiano Baggio, 46° a 1′22″.

WORLD PORTS CLASSIC (Paesi Bassi / Belgio)

L’olandese Ramon Sinkeldam (Team Giant – Shimano) si è imposto nella seconda ed ultima tappa, Anversa – Rotterdam, percorrendo 160,5 Km in 3h27′02″, alla media di 46,514 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Theo Bos (Belkin Pro Cycling Team) e il neozelandese Henderson. Miglior italiano Matteo Pelucchi (IAM Cycling), 9°. Bos si impone in classifica con lo stesso tempo di Sinkeldam e 5″ sul russo Porsev. Miglior italiano Pelucchi, 9° a 12″.

SIMAC OMLOOP DER KEMPEN

L’australiano Luke Davison (Synergy Baku Cycling Project) si è imposto nella corsa olandese, circuito di Veldhoven, percorrendo 200 Km in 4h21′17″, alla media di 45,927 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli olandesi Roosen e Teunissen. Unico italiano in gara Piero Baffi (Leopard Development Team), 93° a 6′39″

AN POST RAS (Irlanda)

L’italiano Davide Ballerini (Team Idea) si è imposto nell’ottava ed ultima tappa, Newbridge – Skerries, percorrendo 134,3 Km in 2h58′07″, alla media di 45,240 Km/h. Ha preceduto di 38″ il tedesco Klemme e il canadese Naud. L’austriaco Clemens Fankhauser (Tirol Cycling Team) si impone in classifica, con 25″ sul britannico Peters e 45″ sul canadese Hamilton. Miglior italiano Ricardo Pichetta (Team Idea), 9° a 2′57″.

TOUR OF JAPAN

L’italiano Niccolò Bonifazio (Lampre – Merida) si è imposto nella sesta ed ultima tappa, circuito di Tokyo, percorrendo 112,7 Km in 2h22′14″, alla media di 47,541 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo sloveno Bole e l’australiano Clarke. L’iraniano Mirsamad Pourseyedigolakhour (Tabriz Petrochemical Team) si impone in classifica con 1′51″ su Bole e 3′48″ sull’iraniano Mizbani Iranagh. Miglior italiano Valerio Conti (Lampre – Merida), 16° a 14′13″.

GIRO CICLISTICO DELLE PESCHE NETTARINE DI ROMAGNA

L’italiano Jakub Mareczko* (Viris Maserati) si è imposto nella terza ed ultima tappa, Sassoleone – Faenza, percorrendo 147 Km in 3h20′09″, alla media di 44,067 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Nicolas Marini* (Zalf Euromobil Désirée Fior) e di 1″ l’italiano Luca Muffolini* (Gavardo Tecmor). L’italiano Iuri Filosi* si impone in classifica con 1′34″ sull’italiano Simone Sterbini* (Team Pala Fenice) e 1′39″ sull’italiano Gianni Moscon* (Zalf Euromobil Désirée Fior)

* dilettante

SUL MONTE NASCE UN CAMPIONE

maggio 25, 2014 by Redazione  
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Fabio Aru stacca tutti sull’ascesa di Montecampione, coglie la prima vittoria da professionista e lancia la sua candidatura per la vittoria finale del Giro d’Italia. Secondo posto, a 21’’, per Duarte, che precede di misura Quintana e Rolland. Uran perde 42’’, incrementando però il vantaggio su Evans e Majka. La nuova generale vede il colombiano in rosa con 1’03’’ su Evans, 1’50’’ su Majka, 2’24’’ su Aru e 2’40’’ su Quintana.

Nel Giro in cui tutti aspettano Quintana, all’indomani della tappa che aveva incoronato Pozzovivo quale principale speranza italiana, è invece Fabio Aru, 23 anni e 0 vittorie da professionista fino ad oggi pomeriggio, a firmare il più bel gesto atletico delle prime due settimane di corsa. L’assolo che infiamma finalmente una gara vissuta sin qui all’insegna dell’attesa nasce a poco meno di 3 km dal traguardo, quando i favoriti si erano già sparpagliati lungo la via di Montecampione, e davanti rimaneva un drappello composto dalla maglia rosa, dai connazionali Duarte e Quintana, da Rolland e dallo stesso sardo. Una breve fase di stallo ha offerto ad Aru l’occasione di raccogliere le energie residue e allungare per la seconda volta in meno di un chilometro, tagliando le gambe ai più quotati sudamericani e al sempre coraggiosissimo francese, anche oggi primo uomo di classifica ad esporsi.
Che quella di oggi potesse essere la tappa giusta per assistere ad un po’ più di azione lo si era capito già ai piedi dell’ascesa finale, quando Omega Pharma – Quickstep, Ag2r, BMC e Europcar si erano schierate in massa agli avamposti del gruppo, imponendo un passo allegro inedito nei giorni scorsi. Cunego, Cardoso, Bouet, Rodriguez, Geschke, Torres Agudelo, Le Bon, Hansen, Felline, Paolini, Barbin e Ratto, promotori della fuga della prima ora, sono stati così costretti ad abbandonare ogni speranza di vittoria già all’imbocco della salita, mentre Arredondo, Zardini e Pirazzi timbravano l’attacco quotidiano. A 10 km dal termine è stato Deignan a provarci, sempre tenuto però sotto controllo dal lavoro di un encomiabile Brambilla e di un Rogers finalmente utile anche alla causa di Rafal Majka, dopo la prodezza di Savona.
Con il gruppo ridotto ad una quindicina di unità, è stato il solito Pierre Rolland, come detto, ad accendere la battaglia, suscitando una risposta sorprendentemente brillante e decisa da parte di Uran, apparso vulnerabile appena ventiquattro ore fa. Il secondo allungo del francese ha ricevuto il via libera degli altri big, la cui indecisione consentiva intanto anche a Pellizotti, Moreno e Duarte di avvantaggiarsi.
Deignan, dopo qualche chilometro di straordinaria ispirazione, si è spento all’improvviso, venendo rapidamente rimontato da Rolland e Duarte, mentre Aru spezzava la quiete, trascinandosi dietro soltanto la maglia rosa. Pozzovivo, Majka e Kelderman, capaci ieri di distanziare il capoclassifica, scivolavano oggi indietro, mentre Evans confermava la sensazione di essere il meno competitivo in salita fra i residui pretendenti al successo finale. Quintana, ancora una volta titubante, rispondeva soltanto in un secondo momento, riuscendo comunque a ricucire in maniera convincente.
I cinque di cui si diceva si sono così ritrovati assieme per qualche istante, prima dell’affondo con il quale Aru ha rimescolato una volta di più le previsioni su un Giro che ha sin qui avuto molti difetti, ma non certo quello di essere facilmente leggibile. Il sardo – va detto – ha potuto beneficiare di una fase di marcamento fra i compagni di viaggio, ma il valore della sua azione è stato certificato dall’incapacità di Quintana di rifarsi sotto dopo aver finalmente rotto gli indugi, a 2 km circa dal traguardo. Il distacco fra il battistrada e l’uomo da battere, seguito da un Rolland troppo affaticato per offrire collaborazione, ha continuato a crescere, lentamente ma con continuità, così come quello fra la coppia e la maglia rosa, staccata nel frattempo anche da un Duarte che fugava qualsiasi ipotesi di alleanze trasversali fra colombiani.
Proprio il meno atteso fra i sudamericani ha chiuso più forte di tutti, riuscendo a saltare Quintana e Rolland con le ultime pedalate, cogliendo un secondo posto, a 21’’ dall’eroe di giornata. Uran, che ha dato anche oggi l’impressione di aver evitato con astuzia e saggezza danni più ingenti, ha pagato alla fine 42’’, riuscendo tuttavia ad incrementare il proprio margine sui due più vicini concorrenti: Majka, 6°, gli ha reso 15’’; Evans, 10°, addirittura 31’’. Nel mezzo, il sorprendente duo Pellizotti – Moreno (+1’08’’ dal vincitore), ed Hesjedal, capace di regolare un sestetto comprendente, oltre all’australiano, anche Pozzovivo, Kelderman, Kiserlovski e Deignan. Oltre 1’ più indietro tutti gli altri, a cominciare da un Basso la cui seconda controprestazione in due giorni rappresenta la fine di ogni ambizione di alta classifica.
La nuova generale vede dunque Uran portare a 1’03’’ il margine su Evans e a 1’50’’ quello su Majka, il cuo podio è ora minacciato da Aru, staccato di 2’24’’. Quintana è ora 5°, con 2’40’’ di ritardo, davanti a Kelderman (+2’42’’) e Pozzovivo (+3’04’’), entrambi usciti molto ridimensionati dalla frazione odierna. Rolland, il cui indice di gradimento presso il pubblico è ormai alle stelle, è 8° a 4’47’’, e si candida quale principale animatore dell’infernale ultima settimana di Giro. Kiserlovski, in ripresa rispetto a ieri, rende 5’44’’, mentre Poels (+6’32’’) è ormai prossimo a cedere il posto in top 10 ad Hesjedal (+6’44’’).
Dopo il terzo ed ultimo riposo, la corsa incontrerà martedì gli ostacoli più imponenti: per la terza volta nella storia, si proverà a salire nella stessa giornata su Gavia e Stelvio, prima della lunga ascesa verso il traguardo di Val Martello. Se il tempo sarà più clemente rispetto ai due tentativi precedenti – ultimo dei quali lo scorso anno, sullo stesso tracciato -, potremmo scoprire se il 2014 potrà già essere l’anno di Fabio Aru.

Matteo Novarini

ORDINE D’ARRIVO

1 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 5:33:06
2 Fabio Andres Duarte Arevalo (Col) Colombia 0:00:21
3 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team 0:00:22
4 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar
5 Rigoberto Uran Uran (Col) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:00:42
6 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 0:00:57
7 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli 0:01:08
8 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha
9 Ryder Hesjedal (Can) Garmin Sharp 0:01:13
10 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team
11 Wilco Kelderman (Ned) Belkin Pro Cycling Team
12 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale
13 Robert Kiserlovski (Cro) Trek Factory Racing
14 Philip Deignan (Irl) Team Sky
15 Ivan Basso (Ita) Cannondale 0:02:17
16 Steve Morabito (Swi) BMC Racing Team
17 Wout Poels (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:03:13
18 Andre Fernando Cardoso (Por) Garmin-Sharp
19 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr 0:03:19
20 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale
21 Jose Herrada (Esp) Movistar 0:03:30
22 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team 0:03:39
23 Adam Hansen (Aus) Lotto Belisol 0:04:45
24 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol
25 Perrig Quemeneur (Fra) Team Europcar 0:05:03
26 Igor Anton Hernandez (Spa) Movistar Team 0:05:14
27 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team 0:05:16
28 Michele Scarponi (Ita) Astana Pro Team 0:05:19
29 Alberto Losada Alguacil (Spa) Team Katusha
30 Matteo Rabottini (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo 0:05:58
31 Edoardo Zardini (Ita) Bardiani-CSF
32 Marc Goos (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:06:55
33 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale 0:07:04
34 Nicolas Roche (Irl) Tinkoff-Saxo 0:07:08
35 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo
36 Emanuele Sella (Ita) Androni Giocattoli 0:07:42
37 Brent Bookwalter (USA) BMC Racing Team 0:07:49
38 Eduard Vorganov (Rus) Team Katusha 0:08:59
39 Sander Armee (Bel) Lotto Belisol 0:09:07
40 Evgeny Petrov (Rus) Tinkoff-Saxo 0:09:15
41 Ivan Rovny (Rus) Tinkoff-Saxo
42 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:09:36
43 Stefano Pirazzi (Ita) Bardiani-CSF 0:09:41
44 Rodolfo Andres Torres Agudelo (Col) Colombia 0:09:56
45 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida
46 Sebastian Henao Gomez (Col) Team Sky
47 Gianluca Brambilla (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:10:34
48 Julian David Arredondo Moreno (Col) Trek Factory Racing 0:10:56
49 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano 0:11:05
50 Vladimir Gusev (Rus) Team Katusha 0:11:07

CLASSIFICA GENERALE

1 Rigoberto Uran Uran (Col) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 63:26:39
2 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team 0:01:03
3 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 0:01:50
4 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:02:24
5 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team 0:02:40
6 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:02:42
7 Wilco Kelderman (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:03:04
8 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar 0:04:47
9 Robert Kiserlovski (Cro) Trek Factory Racing 0:05:44
10 Wout Poels (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:06:32
11 Ryder Hesjedal (Can) Garmin Sharp 0:06:44
12 Ivan Basso (Ita) Cannondale 0:07:42
13 Steve Morabito (Swi) BMC Racing Team 0:08:48
14 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale 0:10:45
15 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli 0:11:02
16 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr 0:13:08
17 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol 0:13:37
18 Matteo Rabottini (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo 0:14:25
19 Fabio Andres Duarte Arevalo (Col) Colombia 0:14:46
20 Jose Herrada (Esp) Movistar 0:14:59
21 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida 0:19:45
22 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team 0:19:53
23 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:20:19
24 Gianluca Brambilla (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:26:05
25 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo 0:26:15
26 Diego Ulissi (Ita) Lampre-Merida 0:26:19
27 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano 0:28:14
28 Andre Fernando Cardoso (Por) Garmin-Sharp 0:30:24
29 Nicolas Roche (Irl) Tinkoff-Saxo 0:39:44
30 Davide Malacarne (Ita) Team Europcar 0:43:07
31 Sebastian Henao Gomez (Col) Team Sky 0:43:14
32 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha 0:47:12
33 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team 0:48:04
34 Jarlinson Pantano (Col) Colombia 0:48:06
35 Jan Polanc (Slo) Lampre-Merida 0:48:22
36 Bjorn Thurau (Ger) Team Europcar 0:49:06
37 Serge Pauwels (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:49:24
38 Mikel Landa Meana (Spa) Astana Pro Team 0:49:50
39 Maxime Bouet (Fra) AG2R La Mondiale 0:51:01
40 Ivan Santaromita (Ita) Orica Greenedge 0:51:58
41 Francis Mourey (Fra) FDJ.fr 0:52:07
42 Marc Goos (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:53:59
43 Dario Cataldo (Ita) Team Sky 0:55:24
44 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale 0:56:38
45 Sander Armee (Bel) Lotto Belisol 0:57:52
46 Pawel Poljanski (Pol) Tinkoff-Saxo 0:58:45
47 Alberto Losada Alguacil (Spa) Team Katusha 1:00:00
48 Enrico Battaglin (Ita) Bardiani-CSF 1:00:11
49 Riccardo Zoidl (Aut) Trek Factory Racing 1:01:21
50 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida 1:03:10

Fabio Aru urla la sua gioia allarrivo di Montecampione (foto Bettini)

Fabio Aru urla la sua gioia all'arrivo di Montecampione (foto Bettini)

VALDENGO – PLAN DI MONTECAMPIONE: LASSU’ DOVE LA VIA CRUCIS DIVENNE RISURREZIONE

maggio 25, 2014 by Redazione  
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Un’altra giornata nel nome del Pirata. Ventiquattrore dopo Oropa, il Giro proporrà ancora un traguardo che consacrarò il mito di Marco Pantani, quello posto in cima all’interminabile ascesa verso Montecampione. La tappa avrà uno spessore differente da quella che l’ha preceduta ed anche rispetto alla frazione del 1998, perché stavolta la marcia d’avvicinamento alla Valcamonica sarà totalmente pianeggiante. Ma non è detto che questo sia un vantaggio per i corridori: anche la pianura nasconde insidie e l’altro precedente sul monte bresciano, datato 1982, sotto questo aspetto parla chiaro. Anzi, chiarissimo.

Plan di Montecampione, un altro nome che pulsa di mito. Lassù, il 4 giugno del 1998, fu scritto l’atto culminante della trionfale marcia rosa di Marco Pantani, una marcia che, strada facendo, da gloriosa aveva preso i connotati di una vera e propria Via Crucis, resa ancora più viva dalla “forma” che il corpo di Marco prese al momento di tagliare il traguardo, quando allargò le braccia senza sollevarle, disegnando così una sorta di croce. Per lo scalatore di Cesenatico i dolori veri erano cominciati quattro giorni prima quando, nella cronometro di Trieste, beccò 3’26” in 40 Km dal favoritissimo Alex Zülle, l’elvetico che aveva iniziato il Giro in rosa imponendosi nel prologo di Nizza e che dalla sua aveva anche la prova contro il tempo del penultimo giorno a Lugano. Il corridore svizzerò, però, si sciolse letteralmente come neve al sole quarantottore più tardi nel tappone dolomitico di Selva di Valgardena, crollato proprio sotto i colpi inferti da Pantani sul Fedaia, aiutato dal bergamasco Guerini al quale poi lascerà la vittoria “consolandosi” con la conquista dell’agognata maglia rosa. Tolto di mezzo quello che si pensava fosse l’avversario più pericoloso Pantani si troverà, però, a fare i conti con un osso ancor più duro, Pavel Tonkov: vincitore del Giro l’anno precedente, Marco non riuscirà a scrollarselo di dosso l’indomani, trascinandoselo sin sul traguardo dell’Alpe di Pampeago, ascesa durissima che il Giro affrontava per la prima volta, che taglierà al secondo posto, vedendo il russo avvicinarsi pericolosamente in classifica, 2° ad appena 27”. Rimaneva, a quel punto, una sola tappa utile al “Pirata”, proprio quella che giungeva a Montecampione, località turistica della bassa Valcamonica che già aveva “indirizzato” l’edizione del 1982 e che si apprestava ancora esser decisivo giudice dell’edizione 1998. Fu quella la vera e propria “Via Crucis”, con Marco che percorse quasi tutti i 243 Km in programma come Cristo lungo la strada con il Calvario, con la pesante ombra del russo sempre sulle sue spalle. Fai della Paganella, Passo Ballino, Tiarno di Sopra e poi i quasi 2000 metri del Goletto di Cadino furono “stazioni” alle quali nessuno dei due cadde e anche la dura e interminabile ascesa finale scivolò letteralemente sotto i loro pedali senza che nulla accadesse… fin quando Marco, a 2300 metri, dopo aver compiuto un ultimo atto sacrificale, lo sbarazzarsi dell’inutile orpello del diamantino al naso, diede fondo con la forza della disperazione alle esigue energie rimaste nel serbatoio e riuscì a e demolire il demone russo, ricacciandolo indietro di 57” e iniziando di slancio un percorso di “resurezzione” che, due giorni più tardi, gli consentirà di distanziare l’avversario anche a cronometro.
Con questo “curriculum” la salita di Montecampione non poteva mancare nel programma del Giro che ricorderà Marco a 10 anni dalla scomparsa, proposta immediatamente dopo Oropa, un’altro dei traguardi sacri del ciclismo targato Pantani, un 1-2 che non mancherà di far selezione e di suscitare emozioni anche al di fuori del gruppo. La tappa che i “girini” si appresenteranno a percorrere il prossimo 25 maggio avrà un peso tecnico totalmente differente rispetto alla frazione disputata nel 1998, solo apparentemente più leggero perché i 200 Km di strada pianeggiante che condurrano ai piedi del Plan potrebbero riservare il classico “rovescio della medaglia”. Anche al Giro d’Italia, per decenni abituato a partenze decisamente soporifere, da qualche anno si vedono ogni giorno velocità razzo nei chilometri iniziali, tipiche del Tour de France, e una simile condotta di gara, che in questa frazione avrà terreno fertile, potrebbe chiedere il dazio al momento d’iniziar l’ascesa finale. È proprio quel che accadde il 2 giugno del 1982, quando la corsa rosa affrontò per la prima volta Montecampione, al termine di una tappa brevissima, 85 Km appena, ma come questa completamente pianeggiante prima d’intraprendere l’ascesa finale. Quel giorno il francese Hinault correva con il dente avvelenato per aver perso la maglia rosa il giorno prima e, considerato il basso chilometraggio in programma, prima del via fece compiere alla propria squadra un lungo allenamento a tutta velocità, in modo da schierarla alla partenza già “carburata” rispetto alle formazioni avversarie. Abbassata la bandierina, il francese fece partire nuovamente i suoi a tutta, una tattica che diede i suoi frutti appena cominciò la salita finale, all’epoca più breve, allorchè il capoclassifica Contini si spense subito e Hinault tornò lestamente a issarsi al vertice della classifica.
Lasciata Valdengo, il gruppo percorrerà i primi 50 Km ancora sulle strade del Piemonte, attraversando le risaie del vercellese, dove si toccheranno i centri di Rovasenda, vi si trova uno dei castelli meglio conservati della regione, e di Carpignano Sesia. Attraversata Oleggio, dove si può visitare la chiesa protoromanica di San Michele, il gruppo varcherà sull’omonimo ponte il fiume Ticino, entrando così in Lombardia, che quest’anno non avrà l’onore d’ospitare la conclusione della corsa rosa, prevista in quel di Trieste. Le prime pedalate sul suolo della regione che ha tenuto a battesimo il Giro il 13 maggio del 1909 saranno percorse sulle strade del basso Varesotto, incontrando località più note per i loro meriti industriali che per le pagine d’arte che consentono di sfogliare. Busto Arsizio, altrimenti nota come la “Manchester d’Italia”, offre al turista, per esempio, la basilica di San Giovanni Battista e il pregevole santuario di Santa Maria di Piazza, costruito nel ‘500 ispirandosi alle architetture del Bramante. Un altro interessante santuario, dedicato questo alla Beata Vergine dei Miracoli e affrescato internamente da Gaudenzio Ferrari e Bernardino Luini, si può ammirarlo nella vicina Saronno, conosciuta ai più per gli amaretti (o l’amaretto, a seconda dei gusti). La corsa poi transiterà a nord di Milano, giungendo in Brianza e toccandone il centro principale, quella Monza che per cinque anni – dal 1990 al 1994 – è stata il capolinea del Giro di Lombardia, quando, dopo aver affrontato l’immancabile Ghisallo, la “classica delle foglie morte” proponeva quale ultima difficoltà il Lissolo, la breve ma ripidissima ascesa simbolo della Coppa Agostoni, gara che quest’anno traslocherà dalla tradizione collocazione agostana per spostarsi a settembre, più prossima alla data del mondiale. Qui i “girini” toccheranno con mano una delle due glorie artistiche della cittadina lombarda (l’altra è la mitica Corona Ferrea, conservata nel locale Duomo), la neoclassica Villa Reale costruita tra il 1777 e il 1780 su disegno di Giuseppe Piermarini e che, originariamente “Arciduale”, prese l’attuale nome nel 1805 in seguito alla nomina di Eugenio di Beauharnais a vicerè del neonato Regno d’Italia napoleonico e che poi conserverà quando, dopo l’Unità, sarà incamerata tra i beni di Casa Savoia, particolarmente prediletta da re Umberto I°, il sovrano che sarà assassinato presso la villa il 29 luglio del 1900. Procedendo in costante pianura, il gruppo veleggerà in direzione della provincia di Bergamo, giungendovi dopo aver superato il corso dell’Adda a Trezzo sull’Adda, località dove si trova uno dei più rilevanti esemplarsi della cosiddetta “archeologica industriale”, la centrale idroelettrica Taccani, fatta costruire nel 1906 dall’imprenditore Cristoforo Benigno Crespi per fornire l’energia elettrica necessaria all’attività del cotonificio che aveva allestito nella vicina Crespi d’Adda, villaggio operaio appositamente costruito e che costituisce un’insolita e interessante meta turistica: dal 1995 iscritto nell’elenco dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO, era stato progettato ispirandosi a simili villaggi eretti negli anni precedenti nell’Inghilterra della rivoluzione industriale (la chiesa parrocchiale è la riproduzione della citata chiesa di Santa Maria di Busto Arsizio) ed è stato in due occasioni anche set cinematografico, con l’eclettico Mausoleo dei Crespi che, per esempio, campeggia nel centro del cimitero cittadino e che fa bella mostra di sé nelle sequenze iniziali di “Macabro”, film horror firmato da un maestro del genere, Lamberto Bava. Il prossimo obiettivo del gruppo sarà il passaggio da Bergamo che accoglierà i “girini” attorno al 140° Km di gara con il passaggio sulle strade della città “de hota”, la parte bassa dove si trovano il “Sentierone”, il viale lastricato che costituisce il tradizionale epilogo di tutte le grandi competizioni ciclistiche con arrivo a Bergamo, il Teatro Donizetti e l’Accademia Carrara, la cui prestigiosa pinacoteca riaprirà i battenti nel prossimo autunno dopo un lunghissimo restauro iniziato nel 2008 (nel frattempo le principali opere della raccolta sono esposte nel Palazzo della Ragione, a Bergamo Alta). Ora la corsa saluterà la pianura padana ma non cambierà nulla sotto le ruote e per un’altra sessantina di chilometri si pedalerà sul velluto, anche quando la carovana s’infilerà nella Val Cavallina, lo stretto corridoio che mette in comunicazione la pianura del Po con la Val Camonica, ben conosciuto ai cicloamatari che lo utilizzano come utile palestra di riscaldamento prima d’affrontare le salite più celebri della zona, il Colle Gallo – una sorta di Ghisallo minore, con un santuario dedicato alla Madonna dei ciclisti – e quella durissima verso i Colli di San Fermo, che fu arrivo di tappa al Giro d’Italia del 1983, quando lassù s’impose Alberto Fernández, il corridore spagnolo che l’anno successivo perse la vita in un incidente automobilistico e che è annualmente ricordato alla Vuelta, dove gli è intitolata la salita più alta della corsa. All’inizio di questo tratto si attraverserà il principale centro della valle, Trescore Balneario, frequentato per cure termali e nel quale, all’interno della Villa Suardi, si trova l’interessante cappella omonima, affrescata nel 1524 da Lorenzo Lotto. Lambendo l’area dove si trova la Riserva Naturale Valle del Freddo (così chiamata perché, nonostante la quota d’appena 350 metri, il particolare microclima permette la crescita di piante avvezze a quote decisamente più elevate, come le stelle alpine), si uscirà dalla Val Cavallina con un tratto in veloce discesa che spezzerà per un attimo la pianura e farà planare il gruppo sulle rive del Lago d’Iseo, giusto il tempo di una “toccata e fuga” sul lungolago di Lovere, centro che offre uno dei più antichi musei della Lombardia, le Gallerie dell’Accademia di belle arti Tadini. Entrato in Valcamonica, il gruppo si appresterà ora a vivere gli ultimi scampoli di “tranquillità” di questa tappa che, prima d’affrontare la salita verso Montecampione, dovrà macinare l’ultima ventina di chilometri in pianura, viaggiando in direzione di Boario, una delle più note località curative d’Italia, nel cui parco termale si collocano quattro sorgenti naturali, tra le quali la più fotografata è quella dell’Antica Fonte, grazie al padiglione in stile liberty eretto all’inizio del secolo scorso da Amerigo Marazzi.
Poco oltre il cartello dei -19 all’arrivo ecco il deciso cambio di scenario con la pianura che lascerà unicamente lo scenario alla salita, una delle più esigenti di quest’edizione e non solo per il carico di pathos che si porta in dote dal 4 giugno 1998. Mai estrema (la pendenza massima è del 12%), la salita è dura sin dai chilometri iniziali, i soli che furono affrontati nel giorno della vendetta di Hinault perché nel 1982 ci si fermò ad Alpiaz, la più bassa tra le due zone che costituiscono il comprensiorio di Montecampione, dopo aver affrontato 10,5 Km all’8,2%. Qui giunti, i “girini” si troveranno poco oltre metà dell’opera poiché davanti a loro mancheranno ancora 8 Km da percorrere per giungere al Plan, quelli più impegnativi. Dopo una breve flessione, la salita riprenderà piglio e tornerà a farsi “sentire” negli ultimi 5 Km, denotati da una pendenza media dell’8,7%.
È lassù che il “Pirata” si privò del brillante diamantino per ritrovarsi tra le mani una ben più preziosa e rosacea perla.

Mauro Facoltosi

RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

FOTOGALLERY

Valdengo, castello (www.liquida.it)

Valdengo, castello (www.liquida.it)

Castello di Rovasenda (panoramio)

Castello di Rovasenda (panoramio)

Oleggio, chiesa di San Michele (www.fotografieitalia.it)

Oleggio, chiesa di San Michele (www.fotografieitalia.it)

Busto Arsizio, Santa Maria di Piazza

Busto Arsizio, Santa Maria di Piazza

Villa Reale, Monza (www.scopriremilano.it)

Villa Reale, Monza (www.scopriremilano.it)

Centrale idroelettrica Taccani, Trezzo sullAdda (panoramio)

Centrale idroelettrica Taccani, Trezzo sull'Adda (panoramio)

Il cimitero del villaggio operaio di Crespi dAdda visto in Macabro (www.davinotti.com)

Il cimitero del villaggio operaio di Crespi d'Adda visto in 'Macabro' (www.davinotti.com)

Bergamo Bassa, il Sentierone (www.aegeebergamo.eu)

Bergamo Bassa, il 'Sentierone' (www.aegeebergamo.eu)

Trescore Balneario, Cappella Suardi (tripadvisor.com)

Trescore Balneario, Cappella Suardi (tripadvisor.com)

Lovere, lAccademia Tadini vista dal lago (www.borghitalia.it)

Lovere, l'Accademia Tadini vista dal lago (www.borghitalia.it)

Inquadratura notturna dellAntica Fonte di Boario Terme (www.mi-lorenteggio.com)

Inquadratura notturna dell'Antica Fonte di Boario Terme (www.mi-lorenteggio.com)

Plan di Montecampione (www.skiinfo.it)

Plan di Montecampione (www.skiinfo.it)

Pantani taglia il traguardo di Montecampione e, in trasparenza, le altimetrie delle tappe del 1998 e del 2014

Pantani taglia il traguardo di Montecampione e, in trasparenza, le altimetrie delle tappe del 1998 e del 2014

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI OROPA

maggio 25, 2014 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Anche quest’anno ilciclismo.it, proporrà, poche ore dopo la conclusione della tappa, l’oramai tradizionale almanacco zeppo di golosità: cominceremo dalla rassegna stampa internazionale, passando poi il parere dei tifosi, la colonna sonora del giorno, le previsione del tempo per la tappa successiva, le “perle” dei telecronisti, il Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e il ricordo di un Giro passato (abbiamo scelto il 1964, l’ultimo dei due Giri vinti da Anquetil).

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Italia

Battaglin vince ad Oropa. Uran rimane in rosa (Gazzetta dello Sport)

Giro: Battaglin conquista Oropa, Uran rimane in rosa (Corriere della Sera)

Regno Unito

Battaglin takes fight to favourites (The Time)

Francia

Rolland dans le top 10 – Battaglin, un outsider au sommet(L’Equipe)

Spagna

Triunfo de Battaglin en Oropa – Quintana: “Por fin empiezo a sentir mejor las piernas”(AS)

Quintana saca tajada en Oropa – El Santuario de Pantani (Marca)

Urán flaquea en Oropa pero sigue de líder – Quintana, más optimista tras la subida a Oropa(El Mundo Deportivo)

Belgio

Victoire de l’Italien Battaglin, le Belge Tim Wellens 9e (Le Soir)

Battaglin wint dramatische Giro-etappe (De Standaard)

Giro : la 14e étape pour Battaglin, Wellens dans le Top 10, Uran perd un peu de terrain (L’Avenir)

L’Italien Enrico Battaglin remporte la 14e étape du Giro (La Dernière Heure/Les Sports)

L’Italien Battaglin s’impose dans la 14e étape du Giro (Sudinfo.be)

Paesi Bassi

Dramatisch ongeluk in Giro (De Telegraaf)

Lussemburgo

Battaglin gewinnt Bergankunft in Oropa (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)

Battaglin gewinnt 14. Etappe (Tageblatt)

Germania

Giro: Uran verteidigt Rosa bei Tagessieg von Battaglin (Berliner Zeitung)

Canada

Battaglin wins Giro stage as leader Uran suffers (The Globe and Mail)

USA

Uran’s Lead Shrinks at Giro d’Italia (The New York Times)

Colombia

Urán sigue de líder del Giro y Nairo descontó – Exciclistas aconsejan a Urán para que no pierda el liderato en el Giro – ‘Las sensaciones comienzan a mejorar’: Nairo Quintana (El Tiempo)

Jarlinson Pantano, tercero en una etapa donde Urán mantuvo el liderato – Nairo Quintana: he sentido mejor las piernas y eso es buena señal (El Espectador)

Australia

Evans makes up time on Giro leader (The Age)

Uran keeps Giro lead over Evans (The Australian)

Evans closes gap on Giro leader (Herald Sun)

BOX POPULI

Ogni giorno qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Previsioni sulla tappa?

n@po: Oggi ci sono 5 corridori che si marcheranno stretti: Uran, Evans, Majka, Pozzovivo e Quintana. Poi ci sono coloro che, se aspettano, vengono bastonati, a prescindere, nel finale. Dunque sul Noveis i vari Basso, Hesjedal, Aru, Rolland e compagnia potrebbero provare a dileguarsi (magari contando sul supporto di compagni già in fuga). Anche perchè domani sarà tappa con salita a sfinimento senza alcuna possibilità tattica alternativa. Chi vuole inventare qualcosa può farlo oggi e martedì tempo permettendo. Il resto saranno tappe per gli scalatori più in forma.

Alefederico: Ieri al traguardo Aru era distrutto (dopo una tappa tutto sommano insulsa). Ho paura che abbia esaurito le energie e oggi non mi stupirei di vederlo arrivare in grave ritardo. Non dimentichiamoci che questo ragazzo è molto giovane.

Howling Wolf14: Sarebbe un peccato. Ripongo in lui molte speranze…

Profpivo: A Noveis Petacchi che fa l’andatura…. distacchi minimi anche oggi, credo

nisky: tappa già insulsa a 52 km dal traguardo?sembrerebbe di si!quando i velocisti stanno in gruppo e al fianco della maglia rosa……ma se sti corridori vengono a fare i cicloturisti non potrebbero andare ad altre corse?cioè gruppo compatto dopo due salite impegnative non è roba da professionisti!e roba da scampagnata domenicale! e pure la c è piùbattaglia!se questo è il trend del giro 2014 siamo in netto peggioramento rispetto al 2012 e al 2013 di per se già abbastanza deludenti

nisky: ma che tristezza!scattino dei 3km di pozzovivo e quintana e fin qui tutto bene!poi?maglia rosa in lieve difficoltà e quintana non da cambi e nonostante lo scatto di 3km non han la forza di fare la diff e fanno tirare izaguirre che era in fuga?ma voglion guadagnare o difendersi?sarà tutto vero:squadre più forti, medie elevate livellazione delle prestazioni!ok vero ma una volta avevan più “palle”!quando si partiva si andava a tutta fin all arrivo

Mauro Facoltosi: Vittoria di Battaglin. Nel suo piccolo la sua rimonta nel finale ricorda quella, su più grande scala, di Pantani nel 1999. Pozzovivo e Quintana staccano Uran, che salva la maglia rosa. Commenti?

Salitepuntocià: grandissimo Battaglin, ultimo km intelligente. Povero Cataldo… gli sta bene per la Sky, ma però mi dispiace per lui che da sportivo non ha pianto dopo il finale, e ha atto i complimenti 2 volte aBattaglin senza tirare scuse, deve essere una brava persona. Per il resto Quintana ha scoperto la durezza del giro e ha fatto bene a non forzare, anzi ha seguito la ruota di uno scatenato Pozzovivo e l’ha pure staccato… Uran non ha addittivi in piu rispetto l’anno scorso, è evindentemente migliorato a cronometro ma peggiorato in salita, piu umano insomma, e attaccabilissimo, domani c’è una salita piu facile ma lunga e Quintana puo rosicchiare ancora qualche secondo, ricordiamo che le uniche tappe veramente dure da “minuti” sono la crono del grapa e lo zoncolan, il resto son tappe da scatti nel finale ,non caisco perchè meravigliarsi, l’ho gia scritto alla presentazione che non è cosi durissimo come sembra, lo è rispetto al tour ma mica ci vuole tanto, ma rispetto ai giri 2010,2006 e anche 2011 non è durissimo sto giro, duro si, ma solo 2 tappe da “minuti”

nisky: le tappe da minuti ci sono se uno attacca da minuti!se uno attacca gli ultimi tre chilometri e fa tirare il gregario che era in fuga che minuti vuoi recuperare?Una volta i corridori avevan più palle indipendentemente
da tappe e altro!non servono fenomeni ma gente che attacca tipo rolland e hejsedal oggi!peccato che sian lontani in classifica ma il giro è ancora pieno di tappe dove si può far qualcosa!guarda per esempio la tappa del fauniera 99 corsa con sti fenomeni da twitter e radiolina per far la tappa avrebbero aspettato gli ultimi due km della madonna del colletto!

Nebe1980: Perfettamente d’accordo

n@po: Se sulk Noveis, come avrebbe dovuto, Ag2r faceva un andatura allegra, oggi Uran era fuori classifica e non solo lui. Pozzovivo è il migliore in salita ma non deve sbagliare. Adesso deve difendere il minuto su Quintana (l’unico che pu salire al suo livello) e lasciare alla squadra il compito di avvelenare le gambe agli avversari (2 minuti si recuperano in un attimo tra Montecampione, Grappa, Panarotta, ValMartello e Zoncolan). Occhio anche ad Aru che credo stia acquisendo fiducia. Bella la volata di Battaglin. Il gruppo a spasso su Noveis e Bielmonte è scena INDECENTE che mai si sarebbe vista al tour. Una vergogna totale. Grazie a Rolland ed Hesjedal che hanno dimostrato di avere personalità. Basso invece non ci prova nemmeno…..

nisky: ma hai visto basso all arrivo?cosa volevi provasse?

Profpivo: Molto più divertente la lotta per la tappa che quella per la classifica. Battaglin ha dimostrato gambe e testa, bellissima vittoria.
Uran è andato in affanno, è arrivato senza più gambe… però alla fine Pozzovivo attaccando è arrivato con Aru e Majka e addirittura staccato da Quintana. Sarei curioso di sapere i tempi di ascesa perché francamente mi sembravano tutti molto al gancio, a parte Quintana. Un applauso a Rolland e Hesjedal che almeno ci hanno provato… Sinceramente non ho capito come ha corso la Trek, non fanno andare in fuga Arredondo per poi spremerlo a inizio di Oropa in favore di Kiserlovski che poi si stacca da tutti gli altri uomini di classifica, bah…

Nebe1980: Non so se Uran sarebbe uscito di classifica, secondo me lui ha anche cercato un po’ di salvare la gamba. Sullo scatto di Pozzovivo, Uran è andato via regolare non si è dannato ad inseguire e alla fine ha perso solo 25 secondi.
Sono comunque d’accordo sulla indecenza dello spettacolo visto su noveis e bielmonte. Ottimo Rolland è la seconda volta che prova da lontano.
Vediamo se nella frazione di Val Martello che non ha pianura dall’inizio ed ha salite lunghe e dure, si farà un ritmo serio

Salitepuntocià: ripeto ciò che ho scritto gia alla presentazione: ci son solo 2 tappe da “minuti” _ è come prevedere una vittoria della Juventus contro il Sassuolo, il percorso non è durissimo, non vedo perchè fare sforzi oggi ma anche domani e in val martello… la condotta intelligente è aspettare gli ultimi km e rosicchiare secondi, tanto le tappe che contano sono 2, e quindi sia Pozzovivo che Quintana devono risparmiare energie, ma anche gli altri, non vedo dove sia la meraviglia, nei GT moderni è cosi’, al Tour 2011 manco c’erano gli scattini, poi fecero 2 tappe memorabili sulle uniche tappe che si poteva farle, alla vuelta idem, tutto si decideva sull’angliru , a che serve spomparsi prima e nel nome di chi? Non serviva nulla oggi attaccare sul Noveis ne fare grande andatura… Roland e heisedal per me han un po lasciato fare, liberi di agire, con il gruppo che ,l’avete detto voi, andava piano, avrebbero dovuto guadagnare anche 3′

n@po: Se sei superiore in salita, devi cercare di setacciare il numero dei potenziali avversari. E’ vero che, a parte ValMartello, le altre tappe paiono senza rischi e solo da sparata finale. Ma con 7\8 aspiranti avversari (senza escludere Rolland e Hesjedal), un colpo di mano di qualche squadra scendendo dallo Stelvio (o dalla sella razzo-basta incappare in una foratura) e il giro se ne va. Attualmente Pozzovivo e Quintana sembrano i favoriti che, passetto per passetto, tappa dopo tappa, rosicchieranno tempo a coloro che stanno davanti. Ma basta una distrazione, un incidente nel momento sbagliato, e si ritroveranno 4\5 squadre di aspiranti maglie rosa al contrattacco. Se avessero scremato la concorrenza, da domani si potevano focalizzare uno contro l’altro o comunque su un numero molto più ridotto di avversari. E senza spendere più degli altri.

nisky: beh chiaro! Ognuno la pensa a modo suo! Simoni se la pensava come te non avrebbe mai levato la maglia a garzelli sull appennino e pantani col fasopiano dell aprica mai avrebbe attaccato sul mortirolo ma solo su santa cristina e magari in discesa! Ecc! Sai cos è? Che tu la pensi così perché probabilmente se fossi stato professionista avresti fatto a gara con puritone sperando in qualche miracolo! Un attacchetto ai trecento metri rimandando a domani! Tu per attaccare avresti avuto bisogno di tappe per te senza esser in grado di interpretare quelle a disposizione……tutto qua

MirkoBL: Certo che leggere che Montecampione è più facile di Oropa, che ha addirittura 4 km duri…

Mauro Facoltosi: Forse il riferimento era alla tappa nel suo complesso. E sotto questo aspetto la Agliè – Oropa vince il confronto con la Valdengo – Montecampione

MirkoBL: Nel ciclismo odierno sono le tappe che fanno più danni in classifica.

Nebe1980: beh su questo ho dei dubbi, comunque anche se fosse, ciò non toglie che sia orripilante

Howling Wolf14: Ne sono convinto anch’io. Purtroppo. Arriveranno tutti insieme. Saranno ancora in tanti a metà salita. Poi penso che si apriranno le danze. E’ una tappa fatta apposta per chi ne ha. E si vedrà anche chi ha recuperato dopo le fatiche di oggi.

nisky: La tappa di domani è una tappa che ci sta! Questo è il percorso e a chi non comoda si accomodi su altri lidi!non si possono aver solo tapponi! Il tappone era oggi ed era disegnato bene! Un simoni un garzelli un contador un savoldelli in ritardo sarebbero andati non rolland e hesjedal! Tanto de gent e petacchi in salita non facevan paura neanche a bouhanni! Aime nessuno ha sfruttato la tappa odierna, anzi s è fatto un pisolino fino ai meno 4! Poi si può dir a b c e anche z! Ma la verità è che sia ci siano sia non ci siano le opportunità non le coglie nessuno! Si rimanda a domani! E poi a domani! E poi a domani epoi ci si ritrova con hesjedal vincitore del giro senza che nessuno l abbia mai attaccato! E’ il periodo dei regolaristi! Nessuno attacca più indipendentemente dalle tappe e cosi chi cede dieno vince

n@po: Basso deve essere arrivato molto tardi PS: Però se fa tirare la squadra, prima di Biella, per inseguire coloro coi quali doveva essere….. qualcosa non quadra.

Howling Wolf14: La Cannondale è sempre stata un’armata brancaleone. Apparentemente unita, ma protagonista di azioni scriteriate. Solo di facciata. Non mi meraviglio. Basso ha i suoi limiti, d’accordo, ma i tecnici del team sono incapaci.

Howling Wolf14: Se domani non fai fare un po’ di pianura per smaltire le tossine, prima di Montecampione si ritira metà gruppo. E poi spiegatemi quale altro percorso si poteva fare per arrivare dal Biellese al Lago d’Iseo.

nisky: Basso è ufficialmente un ex ciclista di alto livello! I tempi in cui duellava con armstrong e ullrich son lontani anni luce! Deve solo rendersi che può far l onesto luogotenente e basta e invecenogni anno ci fa vedere e credere che sara protagonista

nebe1980: La tappa di domani ci stia o meno è orribile. Io leverei tappe del genere esattamente come molti leverebbero le cronoscalate, ognuno come la pensa.
Non si possono avere solo tapponi è vero ma in questo giro di tapponi veri (sui 200 Km con 5 o 6 colli seri) non ce n’è neppure uno, l’unico che ne ha la pervenza è Val Martello ma la tappa è corta solo 139 km. Comunque per Montecampione non è che ci voleva per forza un tappone, bastava fare una tappa come quella del 98 con fai della paganella e crocedomini

nebe1980: 1) la pianura per smaltire le tossine altrimenti si ritira metà gruppo. Allora la prossima settimana con panarotta, grappa e zoncolan si rtireranno i 3/4 del gruppo, se dopo un tappone si deve recuperare come si fa a reggerne tre consecutivi?

2) Per il perorso non c’erano chissà quali modifiche bastava una volta arrivati a Lovere invece che andare a boario si poteva voltare verso clusone e fare presolana e salven, quindi montecampione.

nisky: La tappa del 98 era una signora tappa…..domandare a zuelle! Io non l avrei proprio messa! Avrei fatto una tappa.mista nelle Orobie ma tant è! Chiaro che è inutile però per rendere omaggio a pantani han voluto mettere il plan che poi è pure un postaccio……oltre a essere una tappa x e’pure discutibile dal punto di vista paesaggistico (niente a che vedere coi vicini vivione gavia e crocedomini)! E comunque caro nebe non ti rodere eccessivamente per sti tapponi di 250km e 5000mt di dislivello! Non ne faranno più! Meglio mettersi il cuore in pace credimi!

nebe1980: Zulle è andato in crisi sul crocedomini ma se bene ricordi ai piedi del Plan c’era un gruppo con un settanta/ottanta corridori poi Pantani ha attaccato da subito e quindi la corsa è esplosa ma dubito che domani qualcuno sferri un attacco serio prima dei 3 all’arrivo 8se va bene). Quanto ai tapponi io non credo che non li metteranno più. Tu ai tempi di Moser e Saronni avresti previsto che 25 anni dopo ti saresti trovato un giro con 11 arrivi in salita e 70 Km a cronometro?

Vittorio P: La tappa di domani (Montecampione) ci sta. La tappa piatta con arrivo secco (duro), eccome se ci sta. Quello che non ci sta è disegnare troppe tappe in cui NON si può attaccare da lontano. La salita “dura”, è teoria storica fondata, deve essere la penultima. Su tappe lunghe, con 4-5 colli. In questa edizione non ce ne sono. In questo Giro, la tappa REGINA è chiaramente Val Martello, ricorda il trittico del Tour con Croix de Fer, Madeleine, Alpe d’Huez. Certo, quella pianura prima della salita finale a Val Martello può scoraggiare l’impresa singola, ma non i gruppetti arrembanti. La tappa di oggi era disegnata bene. Tappa dura, non durissima, con tre salite in sequenza, senza pianura nel finale. E credo che lo spettacolo di oggi, più che del percorso, sia figlio di due fattori:
1) atteggiamento remissivo dei corridori, paura
2) livellamento valori.
In realtà io non mi sento dì essere così severo con lo spettacolo visto oggi. Anzi, a tutt’oggi si è trattato di una tappa che ha riaperto la classifica. Il più forte in salita (Quintana) è quello più lontano dal primo; il primo (Uran) è quello che ha sofferto di più. Nel mezzo, Evans (un duro commovente!) e vari altri. Chiunque può vincere. La resistenza farà la differenza. Io mi godrò lo spettacolo, anche se, ripeto, ha questo Giro 2-3 errori grossolani di percorso. Infine, quanto a domani, ricordiamoci che la salita secca come il Plan di Montecampione può far male! (Ricordate Pantani sull’Alpe d’Huez nel ‘97…? E il Plan è più duro dell’Alpe). Vediamo!

Nebe1980: La tappa della Val Martello è da minuti, si parte subito in salita col Gavia e poi stelvio e val martello. Il punto chiave è la gestione del tratto tra fine discesa stelvio e inzio salita val martello (ovviamente in ottica attacco da lontano).
Non sono d’accordo su quel che dici sugli attacchi. Pozzovivo ha 2 minuti e Quintana 3. Uran però non è fermo in salita ricorda che l’anno scorso ha vinto al Montasio su pendenze importanti. Bisogna attaccarlo ad ogni occasione perchè 2 e 3 minuti sono tanti, magari ti avvicini e per poco non riesci a superarlo. Non si può aspettare sempre gli ultimi km
Pantani infatti attaccava sempre da lontano salvo quando era già davanti, quando aveva 4 minuti da Zulle dopo la crono attaccò sul fedaia poi c’era anche il Sella. Andar forte sulle prime salite serve a far fuori i gregari così poi quando uno attacca gli avversari che rimangono dietro non hanno i gregari che fanno l’andatura e perdono di più. I minuti si guadagnano così. Anche a me sarebbe piaciuto un giro con più tapponi ma il percorso è così e i distacchi sono quelli quindi bisogna fare i conti con questa situazione di corsa. Diciamo che attaccando solo sull’ultima salita si potrebbero avere rimpianti per non aver osato di più. Infine un appunto sulla orripilante tappa di domani, tutta pianura e poi una salita finale secca. Mah!!!

Howling Wolf14: Al cartografo del Giro danno incarico di realizzare un percorso di una grande corsa a tappe, non di un campionato dello scalatore. Visto che tu sei così appassionato di salite, dovresti proporre di riesumare il Trofeo dello Scalatore. Una corsa a tappe è un’altra cosa

Howling Wolf14: Mi sento di condividere buona parte delle tue osservazioni. Pochi nma sempre buoni gli interventi di Vittorio P. Ineccepibile la sottolineatura relativa all’”atteggiamento remissivo dei corridori, paura” e al “livellamento valori”. Inutile intestardirsi ad infarcire le tappe di salite, se poi i favoriti non si danno battaglia. Vi rendete conto che oggi, con 3-4 salite a disposizione, i grandi si sono sfidati solo negli ultimi 4-5 km di Oropa?

N@po: Anch’io considero del tutto valido il disegno di una tappa con la sola salita finale. E’ una tipologia di tappa differente dal tappone per scalatori fondisti. Qui gli scalatori si devono sorbire 200km di pianura ad alta velocità (se i passisti-scalatori li vogliono mettere in difficoltà). Più che altro, non andava duplicata con l’arrivo a Panarotta (dato che il sanpellegrino iniziale pare del tutto ininfluente).

nebe1980: Rispondo un po’ a tutti gli ultimi interventi. Condivido molte delle osservazioni di vittorio p. Innanzitutto condivido il fatto che la penultima salita deve essere quella più dura per invogliare ad attaccare da lontano, oppure può anche essere l’ultima con arrivo in discesa, poi ovviamente ci sta anche la tappa con la salita finale più dura delle altre. Vero che appunto un tappone così al giro non c’è ed è anche vero che la tappa regina è quella della Val Martello nonostante quel tratto dopo lo stelvio. La tappa di oggi non era male e condivido soprattutto il fatto che si trattava di una tappa dura ma non durissima. La salita secca può far male è vero anche se l’esempio di Pantani nel 97 ci sta fino ad un certo punto nel senso che Pantani faceva male a ogni salita in qualunque tipo di tappa. Su Howling che mi dice che il cartografo del giro non deve fare il trofeo dello scalatore faccio notare che aggiungere presolana e croce di salven tra l’altro entrambe dal versante più facile non cambiava il fatto che ci sarebbero stati comunque 190 Km di pianura solo si avrebbero avuto due salie facili sulle quali fare velocità per preparare poi un attacco sul Plan, non è che diventava un tappone. La presolana da clusone ha una pendenza media del 5% e massima del 9% mentre la croce di salven una media del 4%, quindi nulla di particolarmente duro, non è terreno da scalatori. Sul Panarotta condivido in pieno, io avrei fatto una tappa con Santa Barbara, Bondone da Aldeno e poi Panarotta, oppure se bisognava per forza arrivare dal san pellegrino si poteva evitare il redebus e arrivare a trento dalla via di cembra poi fare il bondone da lì quindi arrivare a levico terme dalla via di Vigolo vattaro

Salitepuntocià: Non cambio di una virgola sul tatticismo, non ci son tappe durissimea la tappa della valmartello non è da minuti (fra i big ovvio), ci son solo 2 tappe, di cui una a crono, da minuti. Lo Zoncolan anche da solo fa minuti,se affrontato a tutta come nel 2010. Se martedi gavia e stelvio all’inizio saranno fatte a passo d uomo e la valmartello gli attacchi saranno negli ultimi 2km i piu difficili. Fossi un ds , la tattica giusta è quella che i corridori stanno facendo, rosicchiare secondi e sparare tutto su Grappa e Zoncolan. Aspettative troppo alte forse, io trovo spettacolare finora questo giro perchè non m’aspettavo neppure gli attacchi d pozzovivo a sestola e ieri, e non m aspettavo una crono eccezionale di uranuran e altri. Ogni gg succede qualcosa in sti arrivi in salita succederà tutti i giorni, per i distacchi il grappa e lo zoncolan (se quintana è dietro in classifica, se è gia in rosa, non succederà granchè). Daltronde il ciclismo del presente è questo, per audinece è piu interessante la lotta sui secondi, incertezza, che vedere i domini stile contador 2011 o basso 2006 ,ove gia l’etna e la majelletta avevano trovato il vincitore del giro

nebe1980: e se Quintana non riuscisse a prendere 3 minuti su grappa e zoncolan? e se non riuscisse a staccare Uran? Mica è fermo in salita il buon rigoberto, al tour del Qatar lo ha staccato solo Froome, esattamente come Quintana che è stato staccato solo da Contador alla tirreno.
Oggi (anzi ieri dato che è passata mezzanotte) che avevano staccato Uran, Quintana avrebbe dovuto collaborare con Pozzovivo se ne aveva peerchè oggi che Uran ha patito si doveva cercare di prendere il più possibile perchè magari Uran ha pagato lo sforzo della crono e col giorno di riposo si riprende e non si fa più staccare, questo non lo sappiamo, non puoi riservarti le armi per le ultime 2 tappe perchè se c’è qualche intoppo in quelle hai perso, se invece cerchi di recuperare ogni volta che ne hai l’occasione se perdi sai che hai provato tutto.
Metti che Quintana dovesse perdere il giro per 20 secondi da Uran, avrà il rimpianto di non aver aiutato Pozzovivo ieri. Per quel che riguarda la tappa della Val Martello è chiaro che dipende da come la corri ma secondo me è la più dura del giro. Tre salite oltre i duemila metri in 140 Km senza respiro c’è solo quell’antipatico tratto di pianura tra stelvio e val martello che scoraggia un attacco da lontano. Poi dipende da come la corri è chiaro ma secondo me qualcuno che fa fare un ritmo forte alla squadra ci sarà e se qualcuno fa menare la squadra a tutta già dal gavia, vedrai che sulla val martello voleranno minuti a grappoli, poi è chiaro che se fanno gavia e stelvio come hanno fatto l’alpe noveis oggi allora arrivano in volata con Petacchi e Nizzolo che sprintano in Val Martello. Lo Zoncolan come dici tu fa distacchi se fatto a tutta come tutte le montagne. Non dimenticarti che Evans prese un minuto e 20 da basso non minuti a grappoli e ricorda che Nibali che non è proprio uno da Zoncolan ha preso pochi secondi dal Contador fenomeno del 2011 Infine ricorda che Uran vinse al Montasio con pendenze del 20% quindi non sappiamo come reagirà sullo zoncolan.

DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Due (Raf), dedicata alla doppietta dei Bardiani

Adesso pedala (Marco Pantani, sigla Giro d’Italia 1996)

a cura di DJ Jorgens

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Valdengo – Plan di Montecampione

Valdengo : nuvole sparse con qualche goccia di pioggia, 20,9°C, ento debole da ENE (5 Km/h), umidità al 57%
Lonate Pozzolo (54,5 Km) : nuvole sparse, 21,7°C, vento debole da ENE (5 Km/h), umidità al 55%
Monza (104,3 Km) : poco nuvoloso, 23,8°C, vento debole da E (8-9 Km/h), umidità al 51%
Bergamo (T.V. – 144,7 Km) : poco nuvoloso, 24,5°C (percepiti 23°C), vento moderato da ESE (11-12 Km/h), umidità al 44%
Boario Terme (198,5 Km) : poco nuvoloso, 25°C (percepiti 23°C), vento moderato da ESE (12-14 Km/h), umidità al 41%
Plan di Montecampione* : cielo sereno, 17,6°C (percepiti 16°C), vento moderato da ESE (10-13 Km/h), umidità al 41%
* previsioni relative ad Alpiaz (1107, 8 Km sotto l’arrivo)

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

De Stefano: “Primo GPS di giornata”
Professor Fagnani: “In alcuni la grande concentrazione di grandine” (blocchi da 100 Kg?)
Pancani: “Questa è la basilica nuova, costruita nel 1960″ (in quel momento era stata inquadrata la parte vecchia del complesso del Santuario di Oropa)
Martinello: “Oggi potrebbe essere il tentativo di Nairo Quintana”
Martinello: “Oltre 44 di media la prima corsa”
Martinello: “Nella prima tappa di montagna, a Sestola” (la prima era quella di Montecopiolo)
DS Cannondale su Paolo Longo Borghini: “E’ un professionista con la parola maiuscola” (urla sempre?)
Martinello: “Una voglia scaramantica”
Pancani, sul ritiro di Siutsou: “Un altro colpo per Siutsou” (per la sua squadra, la Sky).
Martinello, descrivendo il tratto iniziale della tappa di Montecampione: “Pianura o lievi saliscendi” (è tutta pianura)
Garzelli: “Potrebbe ritrovare la saluta”
Conti: “Tappa interessante in chiave futura per vedere le prossime”
Garzelli: “Speriamo sia asciutto il tempo”
De Stefano: “Questa prima avventura sulle salite del 97° Giro d’Italia” (eri in vacanza i giorni di Carpegna e Sestola?)
De Luca: “Per un attimo ci distraiamo con il panorama naturistico”
Pancani: “Aveva la mantellina infilata in un solo braccio”
Martinello: “Il corridore sulla quale”
De Luca: “La pendenza si fa sentire sui pedali dei corridori”
De Luca: “Ivan Santamorita” (Santaromita)
Benincasa (intervistatore all’arrivo): “Ci hai provato sulla canita” (salita)
Vegni: “Ieri con la cronometro” (l’altro ieri)
Battaglin: “Correre il Giro in seconda polposizione”
Martinello: “Cronometro da Barbaresco Barolo”
Garzelli: “Ce l’avrà molto dura per mantenere la maglia rosa”
Sentita al Processo: “C’è da cambiare qualcosa nel cibo che ha mangiato il giorno prima” (dopo lavanda gastrica)
Garzelli: “Gli spartitraffici” (il plurale è sempre spartitraffico)
Garzelli: “Una serie di contanti” (tornanti)
Televideo: “Pozzovivo dà scossa” (”da” non si accenta)
Televideo: “Belmonte” (Bielmonte)
Televideo: “Jarlsinson Pantano” (Bielmonte)

IL GIRO DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

Ordine d’arrivo della quattordicesima tappa, Agliè – Oropa

1° Jetse Bol
2° Mitchell Docker s.t.
3° Svein Tuft s.t.
4° Michael Hepburn s.t.
5° Fabio Felline s.t.

Classifica generale

1° Jetse Bol
2° Arnaud Courteille a 38″
3° Svein Tuft a 5′24″
4° Michael Hepburn a 9′43″
5° Kenny Dehaes a 10′46″
Miglior italiano: Eugenio Alafaci, 11° a 28′38″

L’ULTIMO GIRO DI ANQUETIL
Tuffo nella storia del Giro del 1964, il secondo e ultimo conquistato dall’asso francese Jacques Anquetil. Ci condurranno indietro di 50 anni i titoli del quotidiano “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it

15a TAPPA: ROMA – MONTEPULCIANO (214 Km)

DEFILIPPIS PRIMO A MONTEPULCIANO . DOMANI IL GIRO SULLE STRADE LIGURI
Da mercoledì’ a sabato – Sulle montagne del Piemonte le tappe decisive
Il trentaduenne corridore torinese ha ottenuto la prima vittoria della stagione staccando i compagni di fuga Maino, Trapè, Nardello e Brugnami sulla salita che precede il traguardo – Sventato da Anquetil (che resta Maglia rosa con vantaggio immutato) un deciso attacco di Balmamion – Prima della partenza da Roma i ciclisti erano stati ricevuti dal Papa – Oggi la 16a tappa, di 199 Km, con arrivo a Livorno

Nota sulla planimetria: Al momento di andare in stampa Torriani non aveva ancora stabilito il finale del Giro. Per questo motivo la planimetria propone i due progetti aperti in quel momento.

ARCHIVIO ALMANACCO
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Raduno di partenza

1a tappa: Belfast (cronosquadre)

2a tappa: Belfast (seconda tappa)

3a tappa: Armagh – Dublino

4a tappa: Giovinazzo – Bari

5a tappa: Taranto – Viggiano

6a tappa: Sassano – Montecassino

7a tappa: Frosinone – Foligno

8a tappa: Foligno – Montecopiolo

9a tappa: Lugo – Sestola

10a tappa: Modena – Salsomaggiore Terme

11a tappa: Collecchio – Savona

12a tappa: cronometro Barbaresco – Barolo

13a tappa: Fossano – Rivarolo Canavese

Urán immerso in una nuvola di palloncini rosa al raduno di partenza di Agliè (foto Bettini)

Urán immerso in una nuvola di palloncini rosa al raduno di partenza di Agliè (foto Bettini)

24-05-2014

maggio 25, 2014 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

L’italiano Enrico Battaglin (Bardiani Valvole – CSF Inox) si è imposto nella quattordicesima tappa, Agliè – Oropa, percorrendo 164 Km in 4h34′41″, alla media di 35,823 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Dario Cataldo (Team Sky) e di 7″ il colombiano Pantano Gómez. Il colombiano Rigoberto Urán Urán (Omega Pharma – Quick Step) è ancora maglia rosa, con 32″ sull’australiano Evans e 1′35″ sul polacco Majka. Miglior italiano Domenico Pozzovivo (AG2R La Mondiale), 4° a 2′11″

TOUR OF NORWAY

L’olandese Bauke Mollema (Belkin-Pro Cycling Team) si è imposto nella quarta tappa, Brumunddal – Lillehammer, percorrendo 195,3 Km in 4h53′55″, alla media di 39,868 Km/h. Ha preceduto di 3″ il danese Hansen e di 6″ il norvegese Nordhaug. Miglior italiano Matteo Tosatto (Tinkoff-Saxo), 52° a 13′59″. L’antillano Marc De Maar (Unitedhealthcare Pro Cycling Team) è ancora leader della classifica con 3″ sul polacco Paterski e 6″ su Mollema. Miglior italiano Daniele Bennati (Tinkoff-Saxo), 46° a 17′02″.

RONDE DE L’ISARD (Francia)

Due tappe disputate nel terzo giorno di gara.
Il mattino, il francese Loïc Chetout (GSC Blagnac) si è imposto nella terza tappa, circuito di Boulogne sur Gesse, percorrendo 82,1 Km in 1h58′30″, alla media di 41,570 Km/h. Ha preceduto di 1″ il connazionale Dumourier e di 3″ il connazionale Thevenot. Il belga Louis Vervaeke (Lotto Belisol U23) è ancora leader della classifica, con 1′05″ sul francese Le Lavandier e 1′53″ sul belga Benoot.
Il pomeriggio, il team francese Vendée U-Pays de la Loire si è imposto nella terza tappa, cronometro a squadre di Boulogne sur Gesse, percorrendo 17,7 Km in 23′14″, alla media di 45,710 Km/h. Ha preceduto di 6″ il team russo Itera – Katusha e di 29″ il team belga Lotto – Belisol U23. Vervaeke (Lotto Belisol U23) è ancora leader della classifica, con 1′22″ su Le Lavandier e 1′53″ su Benoot.

PARIS – ARRAS TOUR

Il tedesco Fabian Schnaidt (Team Vorarlberg) si è imposto nella seconda tappa, Margny-lès-Compiègne – Beaurains, percorrendo 170 Km in 3h41′32″, alla media di 46,043 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Maxime Vantomme (Roubaix Lille Métropole) e il norvegese Hoelgaard. Miglior italiano Alfonso Fiorenza (Nankang – Fondriest – Franco Gomme), 10°. Vantomme è il nuovo leader della classifica con 5″ sul francese Barbier e 6″ sul francese Duval. Miglior italiano Filippo Baggio (Nankang – Fondriest – Franco Gomme), 52° a 1′26″.

WORLD PORTS CLASSIC (Paesi Bassi / Belgio)

Il tedesco André Greipel (Lotto Belisol Team) si è imposto nella prima tappa, Rotterdam – Anversa, percorrendo 195 Km in 4h41′11″, alla media di 41,610 Km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Porsev e l’olandese Bos. Miglior italiano Danilo Napolitano (Wanty – Groupe Gobert), 4°. La prima classifica vede in testa Greipel con 4″ su Porsev e 6″ su Bos. Miglior italiano Napolitano, 10° a 10″.

AN POST RAS (Irlanda)

Il britannico Liam Holohan (Madison Genesis) si è imposto nella settima tappa, Carrick-on-Suir – Baltinglass, percorrendo 147,7 Km in 3h47′47″, alla media di 38,905 Km/h. Ha preceduto di 46″ il neozelandese Schreurs e il britannico Partridge. Miglior italiano Davide Ballerini (Team Idea), 4° a 51″. L’austriaco Clemens Fankhauser (Tirol Cycling Team) è ancora leader della classifica, con 25″ sul britannico Peters e 45″ sul canadese Hamilton. Miglior italiano Ricardo Pichetta (Team Idea), 9° a 2′57″.

TOUR OF JAPAN

L’iraniano Ghader Mizbani Iranagh (Tabriz Petrochemical Team) si è imposto nella quinta tappa, circuito di Izu, percorrendo 146,4 Km in 4h14′13″, alla media di 34,553 Km/h. Ha preceduto di 3″ il britannico Carthy e l’iraniano Mirsamad Pourseyedigolakhour (Tabriz Petrochemical Team). Miglior italiano Luca Dodi (Lampre – Merida), 19° a 4′58″. Pourseyedigolakhour è il nuovo leader della classifica con 1′57″ sullo sloveno Bole e 3′48″ su Mizbani Iranagh. Miglior italiano Valerio Conti (Lampre – Merida), 16° a 14′13″.

CAMPIONATO NAZIONALE USA – CRONOMETRO

Taylor Phinney (BMC Racing Team) si è imposto nella prova a cronometro, circuito di Chattanooga, percorrendo 30,9 Km in 37′48″, alla media di 49,048 Km/h. Ha preceduto di 51″ Zirbel e di 1′24″ Williams.

GIRO CICLISTICO DELLE PESCHE NETTARINE DI ROMAGNA

L’italiano Simone Sterbini* (Team Pala Fenice) si è imposto nella seconda tappa, Cotignola – Palazzuolo sul Senio, percorrendo 147,5 Km in 3h34′39″, alla media di 41,230 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Iuri Filosi* (Team Colpack) e di 1′37″ l’italiano Gianni Moscon* (Zalf Euromobil Désirée Fior). Filosi è il nuovo leader della classifica con 1′34″ su Sterbini e 1′39″ su Moscon.

* dilettante

BATTAGLIN, MINI-PANTANI; TRABALLA IL ROSA DI URAN

maggio 24, 2014 by Redazione  
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Il vicentino rientra nel finale su Cataldo e Pantano e rimonta in extremis l’abruzzese in volata, regalando alla Bardiani la seconda vittoria di tappa consecutiva. Tra gli uomini di classifica, l’attacco di Pozzovivo mette in difficoltà la maglia rosa Uran, che concede secondi a tutti gli avversari diretti. Migliore fra i big Nairo Quintana, che lancia finalmente il segnale atteso da inizio Giro.

Su una salita indissolubilmente legata al nome di Marco Pantani, è fin troppo forte la tentazione di evocare il ricordo della leggendaria rimonta del Pirata nel ’99 per celebrare il successo ad Oropa di Enrico Battaglin, capace di scavalcare grappoli di fuggitivi negli ultimi chilometri di ascesa, e ancora di riprendere per i capelli una volata saldamente nelle mani di Dario Cataldo fino agli ultimi 50 metri. Il paragone – va da sé – sarebbe ciclisticamente blasfemo, ma pare comunque giusto esaltare, senza suggerire paralleli impossibili, il recupero tanto entusiasmante quanto improvviso del 24enne vicentino, a lungo dimenticato da tutti lungo i quasi 12 km di ascesa verso il primo traguardo alpino del Giro.
L’alfiere della Bardiani, al secondo successo consecutivo, dopo quello di Canola ieri, era stato fra gli artefici della maxi-fuga che ha contrassegnato la tappa, insieme a Valerio Agnoli, Axel Domont, Marco Frapporti, Emanuele Sella, Martijn Keizer, Manuel Quinziato, Paolo Longo Borghini, Jarlinson Pantano, Mattia Cattaneo, Jan Polanc, Tim Wellens, Julien Vermote, Ivan Santaromita, Albert Timmer, Perrig Quéméneur, Dario Cataldo, Edvald Boasson Hagen, Nicolas Roche, Danilo Hondo e Yonathan Monsalve. I ventuno, lasciati partire dal gruppo senza grande resistenza, hanno avuto la certezza di potersi giocare la tappa quando il loro margine è schizzato oltre l’ideale barriera dei 10’, potendosi così permettere di affrontare ad andatura quasi turistica la tremenda Alpe Noveis.
Le scaramucce sulla salita di Bielmonte non hanno sortito effetti, e per vedere il primo credibile tentativo si è dovuta attendere la successiva discesa, con l’allungo di Timmer e Quinziato. Il duo si è presentato con una quarantina di secondi di vantaggio ai piedi dell’erta conclusiva, finché il bolzanino è stato costretto alla resa da un problema al cambio, occorsogli poco lontano dal punto in cui un altro inconveniente rallentò Pantani quindici anni fa. Timmer ha così pedalato solo al comando per tre quarti di scalata, prima che Cataldo e Pantano, sbarazzatisi dei compagni di viaggio, lo raggiungessero e staccassero nel giro di poche centinaia di metri.
I due si sono scattati vicendevolmente in faccia fino ad un chilometro e mezzo dal traguardo, quando la sfida di gambe ha lasciato spazio a quella di testa. Il reciproco marcamento ha però sortito l’unico effetto di consentire il rientro di Polanc e dello stesso Timmer, pur troppo appesantito per illudere anche solo per un istante di poter essere un fattore allo sprint. Lo sloveno della Lampre, non appena rientrato, ha gettato al vento qualsiasi possibilità di successo sfiancandosi in un vano forcing fino ai 300 metri finali, quando da dietro è sbucato Enrico Battaglin.
Cataldo, il più generoso lungo la scalata, è parso il più fresco anche al momento di avviare la volata, e i primi 200 metri del rettilineo finale hanno confermato la sensazione: Pantano, affiancatosi per un attimo all’abruzzese, si è piantato a metà dell’opera, mandando in fumo milioni di giochi di parole e titoli ad effetto formatisi nelle menti dei giornalisti di tutto il mondo; Battaglin, forse colpevole di aver scelto un rapporto infelice, perdeva metri apparentemente decisivi. Come all’improvviso si era materializzato in scia al drappello di testa poco prima, però, il vicentino ha nello stesso modo invertito la tendenza, ritrovando la scia di Cataldo ad una cinquantina di metri dal traguardo, per poi passarlo di slancio e prendersi il secondo successo in carriera sulle strade rosa, dopo quello di Serra San Bruno della passata edizione.
Nell’impossibilità di commentare in dettaglio la scalata di Battaglin, della quale si sono potuti seguire soltanto il primo e l’ultimo chilometro, si può comunque esprimere soddisfazione nel ritrovare al meglio un giovane di indubbio talento, ma in grave difficoltà all’inizio di un 2014 che lo ha visto ottenere solo al Giro il primo piazzamento nei dieci.
Al di là della lotta per il successo parziale, alla 14a tappa si chiedeva soprattutto di fornire qualche indicazione sullo stato di forma dei favoriti, confrontatisi sin qui soltanto (a distanza) nella cronometro di giovedì. Qualche segnale è in effetti arrivato, anche se i distacchi, a conti fatti, sono rimasti entro proporzioni molto contenute.
A limitare le differenze è stato soprattutto il passo pseudo-amatoriale tenuto dal plotone sull’Alpe Noveis e nella prima metà dell’ascesa di Bielmonte, finché il solito Pierre Rolland, coadiuvato da Thurau, non ha provveduto a ridestare la corsa dal suo torpore. L’esempio del francese ha provocato un’improvvisa epidemia di coraggio in gruppo, suscitando la pronta replica del duo Garmin Haas – Hesjedal, di Riccardo Zoidl e di Gorka Izagirre, ricongiuntisi in breve agli uomini Europcar, e quella tardiva della coppia Bardiani Pirazzi – Zardini e di Matteo Rabottini, scollinati con una quarantina di secondi di ritardo. Il gruppo della maglia rosa, costretto ad una parziale reazione, pagava in cima 1’20’’.
Salendo verso Oropa, mentre Rolland ed Hesjedal salutavano la compagnia, vedendo alla fine ripagato il loro sforzo con una manciata di secondi recuperata agli altri big, il plotone veniva finalmente scosso dal primo forcing deciso, prodotto da Julian Arredondo. La Ag2r, ancora una volta la formazione più convincente in salita, ha prodotto ulteriore selezione grazie a Dupont e Vuillermoz, finché, a 4 km dal traguardo, Domenico Pozzovivo ha portato il primo attacco eccellente di giornata. L’allungo iniziale ha fatto fuori soltanto i luogotenenti, ma il secondo ha trovato risposta dal solo Nairo Quintana, lasciando sul posto la maglia rosa e tutti gli altri favoriti.
Il duo così formatosi, che pareva poter infliggere distacchi pesanti ai rivali di classifica, non è però mai davvero decollato, a causa del totale rifiuto di collaborare da parte di Quintana, che sta forse attingendo un po’ troppo alla sapienza di Alejandro Valverde. Nel finale, la coppia ha così dovuto subire la rimonta di altri big, benché il colombiano, grazie ad uno sprint che ha reso ancor più incomprensibile l’ostruzionismo di poco prima, sia riuscito alla fine a conservare un lieve margine sugli altri: Fabio Aru ha chiuso a 4’’ dall’uomo più atteso al Giro, tagliando il traguardo in compagnia di Pozzovivo; Majka e Kelderman, rimasto a lungo sospeso fra il duo all’attacco e il drappello maglia rosa, hanno pagato 8’’.
Il vero sconfitto di giornata, benché i danni siano stati a conti fatti limitati dal punto di vista cronometro, è proprio il trionfatore di due giorni fa, Rigoberto Uran, attardato alla fine di 25’’ da Quintana, e staccato di 5’’ nel finale anche da Cadel Evans, rimasto forse un po’ troppo a lungo nella scia del capoclassifica. Un risultato di per sé allarmante ma non decisivo, che getta però delle ombre su una supremazia che solo quarantotto ore fa era parsa schiacciante. Se il sudamericano crede ai ricorsi storici, può forse consolarsi pensando che, ventuno anni or sono, perfino Miguel Indurain andò in tilt in rosa sulle stesse rampe, prima di conquistare il suo secondo Giro.
La nuova generale, sempre comandata comunque da Uran, restringe di fatto a sette uomini la lotta per la maglia rosa: fino ad Aru (+3’16’’), passando per Evans (+32’’), Majka (+1’35’’), Pozzovivo (+2’11’’), Kelderman (+2’33’’) e Quintana (+3’04’’), tutti hanno dato l’impressione, in modi e in misure diverse, di poter minacciare il capoclassifica. Dietro Poels, ottavo ma destinato con ogni probabilità ad abbandonare ambizioni di classifica per esigenze di squadra, Rolland (+5’07’’) apre un quartetto di corridori, completato da Kiserlovski, Hesjedal e Basso, che lotteranno verosimilmente per posizioni di rincalzo, sia pur con prospettive diverse: rosee per il francese ed il canadese, che potrebbero puntare a traguardi parziali e sembrano aver trovato la gamba giusta, più plumbee per il croato e il varesino, bocciati dal primo vero test in salita.
Sapremo di più fra meno di ventiquattro ore, quando il Giro proseguirà a Montecampione il suo week-end pantaniano. Chissà che le strade che decisero il Giro ’98 non ispirino quel coraggio che oggi è mancato, e che invece, come il Pirata dimostrò quell’anno, può talvolta pagare.

Matteo Novarini

ORDINE D’ARRIVO
1 Enrico Battaglin (Ita) Bardiani-CSF 4:34:41
2 Dario Cataldo (Ita) Team Sky
3 Jarlinson Pantano (Col) Colombia 0:00:07
4 Jan Polanc (Slo) Lampre-Merida 0:00:17
5 Nicolas Roche (Irl) Tinkoff-Saxo 0:00:22
6 Albert Timmer (Ned) Team Giant-Shimano 0:00:26
7 Emanuele Sella (Ita) Androni Giocattoli 0:00:28
8 Mattia Cattaneo (Ita) Lampre-Merida 0:00:33
9 Tim Wellens (Bel) Lotto Belisol 0:00:39
10 Ivan Santaromita (Ita) Orica Greenedge 0:00:54
11 Martijn Keizer (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:01:17
12 Jonathan Monsalve (Ven) Neri Sottoli – Yellow Fluo 0:01:46
13 Ryder Hesjedal (Can) Garmin Sharp 0:02:22
14 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar 0:02:26
15 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team 0:02:39
16 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:02:43
17 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale
18 Wilco Kelderman (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:02:47
19 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo
20 Wout Poels (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:02:59
21 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team
22 Rigoberto Uran Uran (Col) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:03:04
23 Axel Domont (Fra) AG2R La Mondiale
24 Edvald Boasson Hagen (Nor) Team Sky 0:03:22
25 Igor Anton Hernandez (Spa) Movistar Team 0:03:27
26 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale 0:03:36
27 Valerio Agnoli (Ita) Astana Pro Team
28 Robert Kiserlovski (Cro) Trek Factory Racing
29 Mikel Landa Meana (Spa) Astana Pro Team
30 Gorka Izaguirre Insausti (Spa) Movistar Team 0:03:46
31 Riccardo Zoidl (Aut) Trek Factory Racing 0:03:53
32 Diego Ulissi (Ita) Lampre-Merida 0:04:01
33 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli 0:04:02
34 Ivan Basso (Ita) Cannondale
35 Julien Vermote (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:04:05
36 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:04:16
37 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr 0:04:27
38 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida 0:04:54
39 Fabio Andres Duarte Arevalo (Col) Colombia
40 André Cardoso (Por) Garmin Sharp
41 HERRADA Jose’ ESP MOV
42 Philip Deignan (Irl) Team Sky
43 Sebastian Henao Gomez (Col) Team Sky
44 Matteo Rabottini (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo 0:05:25
45 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol 0:05:37
46 Steve Morabito (Swi) BMC Racing Team
47 Marc Goos (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:06:38
48 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano
49 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo 0:08:24
50 Francesco Manuel Bongiorno (Ita) Bardiani-CSF

CLASSIFICA GENERALE
1 Rigoberto Uran Uran (Col) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 57:52:51
2 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team 0:00:32
3 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 0:01:35
4 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:02:11
5 Wilco Kelderman (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:02:33
6 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team 0:03:04
7 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:03:16
8 Wout Poels (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:04:01
9 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar 0:05:07
10 Robert Kiserlovski (Cro) Trek Factory Racing 0:05:13
11 Ivan Basso (Ita) Cannondale 0:06:07
12 Ryder Hesjedal (Can) Garmin Sharp 0:06:13
13 Steve Morabito (Swi) BMC Racing Team 0:06:53
14 Diego Ulissi (Ita) Lampre-Merida 0:07:21
15 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale 0:08:08
16 Matteo Rabottini (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo 0:09:09
17 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol 0:09:34
18 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr 0:10:31
19 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida 0:10:32
20 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli 0:10:36
21 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:11:25
22 HERRADA Jose’ ESP MOV 0:12:11
23 Fabio Andres Duarte Arevalo (Col) Colombia 0:15:13
24 Gianluca Brambilla (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:16:13
25 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team 0:16:56
26 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano 0:17:51
27 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo 0:19:49
28 Davide Malacarne (Ita) Team Europcar 0:24:32
29 André Cardoso (Por) Garmin Sharp 0:27:53
30 Jarlinson Pantano (Col) Colombia 0:29:31
31 Jan Polanc (Slo) Lampre-Merida 0:29:47
32 Bjorn Thurau (Ger) Team Europcar 0:30:31
33 Serge Pauwels (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:30:49
34 Nicolas Roche (Irl) Tinkoff-Saxo 0:33:18
35 Ivan Santaromita (Ita) Orica Greenedge 0:33:23
36 Sebastian Henao Gomez (Col) Team Sky 0:34:00
37 Dario Cataldo (Ita) Team Sky 0:36:49
38 Francis Mourey (Fra) FDJ.fr 0:37:41
39 Mikel Landa Meana (Spa) Astana Pro Team 0:38:17
40 Maxime Bouet (Fra) AG2R La Mondiale 0:39:57
41 Pawel Poljanski (Pol) Tinkoff-Saxo 0:40:10
42 Enrico Battaglin (Ita) Bardiani-CSF 0:41:36
43 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team 0:43:30
44 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida 0:44:35
45 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha 0:46:46
46 Marc Goos (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:47:46
47 Mauro Finetto (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo 0:47:48
48 Sander Armee (Bel) Lotto Belisol 0:49:27
49 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale 0:50:16
50 Riccardo Zoidl (Aut) Trek Factory Racing 0:50:27

Enrico Battaglin regola Cataldo ad Oropa (foto Roberto Bettini)

Enrico Battaglin regola Cataldo ad Oropa (foto Roberto Bettini)

AGLIE’ – OROPA: PEDIGREE D’EMOZIONI

maggio 24, 2014 by Redazione  
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Non ha grandi numeri ma la salita di Oropa è di quelle che suscitano sempre un brivido tra gli appassionati di ciclismo, sull’onda dei ricordi delle grandi giornate vissute lassù dal Giro d’Italia. Il ricordo di Taccone è oramai lontano nel tempo ma ancora vivi nel cuore sono quelli delle tappe disputate nel 1993 e nel 1999, protagonisti Indurain e Pantani. Per il ritorno al santuario biellese gli organizzatori hanno “mixato” gli ingredienti di quelle due storiche giornate, aggiungendovi l’inedita e durissima Alpe di Noveis. Chiamati a emulare le gesta del “Pirata” di Cesenatico, da oggi gli scalatori cominceranno a gongolare. Da qui a Trieste, per loro il percorso sarà tutto in salita!

Non ha apparenza né bellezza la salita verso Oropa. I numeri non sono certi quelli delle ascese che mandano in sollucchero gli “aficionados” a Mortirolo e similari e anche il luogo dove termina la scalata non è certo dei più gradevoli all’occhio, un ambiente dove predonima il verde della natura e il grigiore delle montagne circostanti e che è poco ingentilito dall’austera mole del santuario. Ma, a dispetto di tutto questo, l’arrivo a Oropa è di quelli che scatenano una ridda di emozioni che suscitano un piccolo brivido ogni qual volta si ripensa al “pedigree” di questo traguardo o quando si scopre che la corsa rosa ha deciso di tornare a issarci lo striscione d’arrivo. Tolta l’asettica cronoscalata disputata nel 2007 e vinta da Bruseghin, i tre precedenti arrivi al santuario sopra Biella avevano, infatti, sempre profondamente lasciato il segno sulla corsa e non solamente sul piano della classifica. La prima volta, il 29 maggio del 1963, si era esultato per la vittoria di uno dei beniamini dei tifosi italiani dell’epoca, quel Vito Taccone che il giorno prima aveva sorpreso tutti imponendosi allo sprint ad Asti e poi farà sue le tre successive frazioni (oltre ad Oropa, Leukerbad e Saint-Vincent), affermazioni alle quali affiancherà anche il tappone di Moena, una settimana più tardi. Bisognò aspettare 30 anni esatti per rivedere il Giro arrampicarsi lassù, in una delle giornate più emozionanti dell’edizione 1993: fu la tappa nella quale, per la prima volta in carriera da quando si era dimostrato un campione in grado di vincere Tour a raffica, l’apparentemente inossidabile Indurain dimostrò di essere umano e vacillò sotto gli attacchi del russo Ugrumov, perdendo 36” e salvando la maglia rosa per 58”, uno dei diciassette distacchi finali tra primo e secondo che saranno inferiori il minuto. Ma fu quel che accadde sul far della sera del 30 maggio del 1999 a scolpire a caratteri cubitali il nome di Oropa nell’Olimpo delle grandi salite, nobilitato dalla fantastica impresa di Pantani, capace di esorcizzare una foratura nella quale incappò all’inizio della salita e di ribaltare i verdetti di una giornata che per lui avrebbe dovuto essere infausta, anche perché gli avversari non stettero certamente con le mani in mano e lo attaccarono con veemenza. Sarebbe stato uno sgarbo nel confronto del “Pirata” di Cesenatico e di tutti quanti l’amarono non inserire quella strada nel Giro che ricorda il decennale della sua tragica scomparsa e, nel confezionare questa “tappa memoriale” gli organizzatori non hanno voluto dimenticare neppure la storica giornata vissuta sei anni prima, imbastendo un tracciato che prenderà un po’ dall’una e po’ dall’altra. Così la marcia d’avvicinamento a Biella ricalcherà in piccola parte le rotte che furono percorse dal gruppo nella tappa del 1999, mentre subito prima di Oropa si salirà a Bielmonte, proprio come si fece nel 1993, il tutto condito con l’ascesa a una durissima salita che il Giro non aveva mai affrontato, l’Alpe di Noveis.
Un debutto con il botto quelle delle Alpi al Giro 2014, dunque, perché questa sarebbe comunque una delle tappe più attese dal gruppo, di là del ricordo dello scalatore romagnolo. La giornata si aprirà ad Agliè, dove la carovana si radunerà presso il bel Castello Ducale, costruito nel ‘600 dal conte Filippo San Martino rielaborando una preesistente fortezza medioevale ed in seguito ceduto alla famiglia Savoia, per la quale il San Martino era stato consigliere della Madama Reale Cristina di Francia.
Non s’incontreranno difficoltà nei primi 24 Km di gara, ancora tracciati sulle strade del Canavese e nel corso dei quali si toccherà Ivrea, la città della Olivetti e della “Battaglia delle arance” (momento culminante del locale e storico carnavale), ricalcando parte del finale della tappa vinta lo scorso anno dallo spagnolo Intxausti. Il passaggio dalla provincia di Torino a quella di Biella avverrà in coincidenza della prima delle cinque ascese in programma, per rimontare con facili pendenze la Serra d’Ivrea (circa 6,5 Km al 5%), la lunga collina morenica d’origine glaciale che è anche una vera e propria oasi di pace e come tale è stata individuata da Enzo Bianchi per fondarvi nel 1965 la comunità monastica di Bose, costituita da monaci provenienti da diverse confessioni cristiane e che ha sede presso l’omonima frazione di Magnano. Planando con dolcezza il gruppo si porterà a Biella, dalla quale si transiterà una prima volta a 50 Km dal via, procendendo poi su di un tracciato che tornerà a essere abbastanza snello per un’altra trentina di chilometri, mantenendosi al margine tra la pianura padana e le prime elevazioni delle Prealpi Biellesi. In questo frangente il percorso sfiorerà, tra gli altri, il centro di Valdengo – dal quale, l’indomani, scatterà la tappa di Montecampione, altro tributo al “Pirata” – e quindi Curavecchia, frazione di Roasio presso la quale si trova il santuario romanico della Madonna dei Cerniori, al cui interno si trova un notevole affresco d’autore ignoto raffigurante la Madonna attorniata dagli apostoli e dagli angeli. A suggello di questo tratto interlocutorio si affronterà una facile salitella tra Sostegno (centro di produzione del vino DOC Bramaterra) e Azoglio che farà da preambolo al gran finale, con il tridente Noveis-Bielmonte-Oropa destinato a infilzare per bene i muscoli dei pretendenti al rosa soglio del Giro d’Italia. Per chi non sarà andato a visionarla in anteprima sarà una novità assoluta la durissima Alpe di Noveis, che mai aveva visti affrontati in una competizione ciclistica i suoi 8,9 Km al 7,9% che si devono superare per arrivare fino a 1099 metri di quota di quella che un tempo era definita la “Svizzera del Biellese” e che fu teatro di combattimenti durante il secondo conflitto mondiale, come ricorda il monumento eretto in memoria dei sette partigiani che vi furono fucilati. Fermandosi ai dati sopra elencati il “diavolo” non pare così brutto, ma solo perché capo e coda sono quasi “paradisiaci” ed è nella fase centrale che quest’ascesa esplode in tutta la sua cattiveria, sotto la forma di una pendenza media dell’11,4%, calcolata su di un tratto di 4,5 Km, mentre la massima si attesta attorno al 16%. Con una strada decisamente meno pendente rispetto a quella percorsa salendo (10,4 Km al 6,8%) i “girini” planeranno su Coggiola e da lì, senza il tempo di respirare, subito si riprenderà a salire, infilandosi su per una delle più spettacolari strade delle Alpi, la “Panoramica Zegna”, tracciata negli anni ’30 su iniziativa dell’industriale Ermenegildo Zegna e che attraversa l’omonima oasi offrendo spettacolari viste, come quella che si godono verso il Monte Rosa e le vicine cime della Valsesia. Questa penultima ascesa non avrà i numeri della precedente sul piano delle pendenze (in questo caso le inclinazioni sono 6,2% la media e 13% la massima), ma è lunga quasi venti chilometri e, affrontata subito dopo l’Alpe di Noveis, potrebbe rivelarsi più selettiva del normale. Raggiunta la stazione invernale di Bielmonte, nata nel 1957 con la costruzione della seggiovia che permette di raggiungere la cima del Monte Marca, inizierà l’altrettanto lunga discesa che, in una trentina di chilometri, ricondurrà il gruppo a Biella percorrendo la Valle del Cervo e sfiorando Rosazza, centro di villeggiatura dal quale si stacca una stretta e ripida strada panoramica, recentemente asfaltata, che permette di arrivare a Oropa transitando per la Galleria della Colma e il santuario di San Giovanni Battista d’Andorno, costruito nel XVII secolo inglobando in una chiesa barocca la grotta nella quale un pastore rinvenne una statua lignea del santo. Attaversato Sagliano Micca – paese natale del militare Pietro Micca, passato alla storia per l’atto di eroismo che gli costò la vita ma che consentì a Torino di resistere all’assedio francese del 1706 – a una dozzina di chilometri dall’arrivo il gruppo farà ritorno a Biella, percorrendo le strade del “Piano”, uno dei tre nuclei abitati che compongono la città, quello dove si trovano i più interessanti monumenti biellesi, il battistero di San Giovanni Battista e la chiesa di San Sebastiano. Da qui una funicolare, in esercizio dal 1885, permette di arrivare al cuore medioevale della città, il “Piazzo”, le cui strade sono state oggetto delle riprese di due film firmati da celebri attori comici, “Il tenente dei carabinieri” di Verdone nel 1984 e “Il principe e il pirata” di Pieraccioni nel 2001. Solo tre anni prima il “Pirata” era stato “Principe” della salita sui successivi 10,6 Km al 6,6%, nei quali la strada tornerà a puntare verso l’alto, inizialmente con pendenze abbastanza tranquille, costeggiando i confini del Parco della Burcina, polmone verde concepito nel 1849 sull’omonima collina, all’epoca brulla e oggi divenuta una riserva naturale speciale, conosciuta a livello mondiale per la fioritura di rododendri che vi ha luogo tra maggio e giugno. La deviazione per Favaro costituirà il momento più impegnativo dell’ascesa perché a cavallo di questa piccola località di villeggiatura si incontreranno le pendenze più feroci (1500 metri al 9,6% e 1 Km al 9,8%, separati da un breve interludio in pavè), quelle che bastarano a Ugrumov per far appannare la vista a Indurain nel 1993 e che scaraventarono Pantani dall’angoscia all’apoteosi nel 1999.
Una salita che ha il sapore del MITO.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Valico Taglio Grosso (595). Valicato dalla SS 338 “di Mongrando” tra Bollengo e Zubiena, è chiamato semplicemente “La Serra” e quotato 584 metri sulle cartine del Giro 2014. In passato è stato 4 volte traguardo della montagna, conquistato dallo spagnolo Miguel Poblet nel 1960 (tappa Saint-Vincent – Milano, vinta da Stablinski), da Claudio Bortolotto nel 1979 (Aosta – Meda, Porrini), dallo svedese Patrick Serra nel 1987 (Como – Pila, Millar) e da Paolo Bettini nel 1999 (Racconigi – Oropa, Pantani.)

Valico (460). Valicato dalla SP 236 tra Sostegno e Azoglio.

Colle Craviolo (935), Bocchetta di Caulera (1080), Bocchetta di Puntiggie (1176), Bocchetta di Stavello (1206), Bocchetto di Luvera (1284), Bocchetta di Rubello (1332), Bocchetta di Margosio (1332). Valichi toccati lungo la scalata a Bielmonte da Trivero, percorrendo la SS 232 “Panoramica Zegna”.

Colle Moncerchio (1489). È lo scollinamento della salita di Bielmonte, quotata 1489 sulle cartine del Giro 2014. Nel 1993, in occasione del finora unico passaggio della corsa rosa, scollinò in testa lo spagnolo Abelardo Rondón mentre la tappa Torino – Oropa andò a Massimo Ghirotto.

Bocchetto di Sessera (1382). Separa il Monte Marca dal Monticchio ed è il punto terminale della SS 232 “Panoramica Zegna”, raggiunto qualche chilometro dopo aver superato la cima di Bielmonte. Dopo il bocchetto la strada prosegue come SP 115 e scende verso Rosazza.

Sella di Favaro (758). Si trova quasi al centro dell’omonimo abitato, toccato dal vecchio tracciato della strada che sale a Oropa.

RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

FOTOGALLERY

Castello Ducale di Agliè (plus.google.com)

Castello Ducale di Agliè (plus.google.com)

Ivrea, la Battaglia delle Arance (blog.in-bedandbreakfast.com)

Ivrea, la Battaglia delle Arance (blog.in-bedandbreakfast.com)

Magnano, monastero di Bose (www.nannimagazine.it)

Magnano, monastero di Bose (www.nannimagazine.it)

Curavecchia di Roasio, santuario della Madonna dei Cerniori (panoramio)

Curavecchia di Roasio, santuario della Madonna dei Cerniori (panoramio)

Uno degli spettacolari panorami offerti dallascesa verso Bielmonte (cycloclimbing.com)

Uno degli spettacolari panorami offerti dall'ascesa verso Bielmonte (cycloclimbing.com)

Rosazza (www.mondimedievali.net)

Rosazza (www.mondimedievali.net)

Santuario di San Giovanni Battista dAndorno (www.webalice.it)

Santuario di San Giovanni Battista d'Andorno (www.webalice.it)

Biella, battistero (www.musicafotopoesia.com)

Biella, battistero (www.musicafotopoesia.com)

Palazzo Gromo di Ternengo a Biella... ovvero la caserma dei carabinieri nel film I due carabinieri (www.davinotti.com)

Palazzo Gromo di Ternengo a Biella... ovvero la caserma dei carabinieri nel film 'I due carabinieri' (www.davinotti.com)

Fioritura di rododendri nel parco della Burcina (www.iguazuviaggi.it)

Fioritura di rododendri nel parco della Burcina (www.iguazuviaggi.it)

Cicloamatori al santuario di Oropa (www.michelemarziani.org)

Cicloamatori al santuario di Oropa (www.michelemarziani.org)

Pantani taglia il traguardo di Oropa e, in trasparenza, le altimetrie delle tappe del 1999 e del 2014 (www.lastampa.it)

Pantani taglia il traguardo di Oropa e, in trasparenza, le altimetrie delle tappe del 1999 e del 2014 (www.lastampa.it)

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI RIVAROLO CANAVESE

maggio 24, 2014 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Anche quest’anno ilciclismo.it, proporrà, poche ore dopo la conclusione della tappa, l’oramai tradizionale almanacco zeppo di golosità: cominceremo dalla rassegna stampa internazionale, passando poi il parere dei tifosi, la colonna sonora del giorno, le previsione del tempo per la tappa successiva, le “perle” dei telecronisti, il Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e il ricordo di un Giro passato (abbiamo scelto il 1964, l’ultimo dei due Giri vinti da Anquetil).

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Italia

A Rivarolo vince Canola. Uran resta maglia rosa. (Gazzetta dello Sport)

Regno Unito

Canola makes it lucky 13 in Giro d’Italia (The Time)

Canola sprints to victory (The Daily Telegraph)

Irlanda

Nicolas Roche’s Giro d’Italia diary: ‘The motorbike driver got fined but is still too close’ (Irish Independent)

Francia

Canola déjoue les pronostics – Place à la haute montagne!(L’Equipe)

Spagna

Urán sigue de líder del Giro – Urán inicia la defensa de su maglia rosa en Oropa (AS)

Canola remata la escapada del día y Urán sigue líder – La Madonna que empujó a Indurain (Marca)

Canola hace valer una larga escapada (El Mundo Deportivo)

Belgio

Giro : victoire Marco Canola avant d’aborder la montagne (Le Soir)

Canola verschalkt hagelbuien en sprintersploegen in de Giro (De Standaard)

Giro : Marco Canola surprend les sprinteurs et remporte la 13e étape – Un week-end 100% Pantani au Giro (L’Avenir)

Giro: victoire de I’Italien Marco Canola (La Dernière Heure/Les Sports)

Uran garde le maillot rose du Giro: le calme avant un week-end en montagne (Sudinfo.be)

Paesi Bassi

Sprintersploegen de mist in (De Telegraaf)

Lussemburgo

Canola überrascht Sprinter (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)

Germania

Giro: Canola schnappt Bouhanni Sprintsieg weg (Berliner Zeitung)

Repubblica Slovacca

Z trojice v úniku 13. etapy na Gire sa tešil Talian Canola (Pravda)

USA

Italian Wins Stage of Giro d’Italia (The New York Times)

Colombia

Llega la montaña al Giro de Italia, ¿atacará Nairo…? – Rigoberto Urán reconoce que no tiene nada seguro en el Giro – Urán sigue de líder del Giro; Marco Canola ganó la etapa 13 (El Tiempo)

Un fin de semana definitivo para Rigo – Rigoberto Urán mantiene la malla rosa tras la etapa 13 del Giro (El Espectador)

Australia

Uran still leads from Evans in Giro d’Italia (The Age)

Canola wins 13th Giro stage (The Australian)

BOX POPULI

Ogni giorno qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Previsioni sulla volata?

Howling Wolf14: Al 90% sarà volata di gruppo. Ma la speranza che prenda concretezza qualche fuga, e che il grosso la lasci andare, non è poi così remota. Vedremo anche oggi i Cannondale tirare come disperati e poi perdere per strada Viviani? Spero di non vedere trenini nel finale. Sono uno spettacolo desolante. Meglio una volata tutti contro tutti. C’è più incertezza e suspense.

Mauro Facoltosi: La fuga è andata. Vittoria di Marco Canola. Commenti?

Pedra85: Ho visto che ha grandinato sul percorso, questo ha influenzato la corsa?

Mauro Facoltosi: No, ha grandinato prima del passaggio dei corridori.

Howling Wolf14: Forse la tappa più brutta, finora. Beh, in fondo qualche tappa brutta e avara di emozioni in tre settimane ci sta…

Nebe1980: Meglio dell’ultima tappa irlandese

DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Sono in fuga (Lucio Dalla)

a cura di DJ Jorgens

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Agliè – Oropa

Agliè : poco nuvoloso con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 19,2°C, vento debole da ENE (3 Km/h), umidità al 64%
Biella – 1° passaggio (49,7 Km) : poco nuvoloso con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 20,8°C, vento debole da SE (3-8 Km/h), umidità al 53%
Coggiola (104,1 Km) : poco nuvoloso con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 20,8°C, vento debole da SSE (3-7 Km/h), umidità al 53%
Bielmonte (GPM – 1482m – 122,4 Km) : nuvole sparse con qualche goccia di pioggia, 13,8°C, vento debole da SSE (8 Km/h), umidità al 56%
Oropa (1142m) : nuvole sparse con qualche goccia di pioggia, 17,7°C, vento debole da S (4-9 Km/h), umidità al 53%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

De Stefano: “Indurain” (si stava riferendo ad Uran)
De Stefano: “Ancora oggi non riesce a recuperare completamente le dita dei piedi”
De Stefano: “Manu Belletti” (Manuel)
Viviani: “Chi perde, chi vince, lo si vedrà dopo la riga”
Martinello: “Primi località attraversate”
Martinello: “Passo Centro Croci”
Lelli: “E’ un tratto che il fondo stradale è bellissimo”
Martinello: “Pantani fece diventare famona” (famosa)
De Luca: “Vengono impiegati un po’ tutto il personale”
Professor Fagnani (radiocorsa): “Rador meteorologico”
Professor Fagnani (radiocorsa): “La Dora di Lanzo è un affluente del Po” (il fiume è la Stura di Lanzo)
Pancani: “13a tappa da Fossano e Rivarolo Canavese”
Martinello: “Fonali infuocati” (finali)
Martinello: “Tratti di stada”
Pancani: “Il loro vantaggio è sempre superiore ai 6 minuti” (era di 1′42″)
Pancani: “Di possibilità che arrivasse la fuga ce ne era una su un miliardo; oggi potrebbe essere l’occasione che arrivi la fuga su un miliardo”
Martinello: “I tre di fuga”
Pancani: “Angelo Canola” (Marco Canola, confusione con Angelo Tulik, uno dei tre fuggitivi)
Pancani: “A parte come Roberto Reverberi pensavamo”
Pancani: “Marco Reverberi” (crasi tra Marco Canola e il suo general manager Roberto Reverberi)
De Stefano (presentando Cassani): “Benvenuto al commissario tecnico del Giro d’Italia”
Roberto Amadio (team manager Cannondale): “Si è lasciata due minuti alla fuga”
Garzelli: “Lo scusante”
Garzelli: “E’ una tappa che qualcuno potrà perdere il Giro”
De Stefano: “Hanno lavorato perchè questa corsa non pregiudicasse la grandinata”
Televideo: “Baorut Bozic” (Borut Bozic)

IL GIRO DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

Ordine d’arrivo della tredicesima tappa, Fossano – Rivarolo Canavese

1° Mitchell Docker
2° Dennis Vanendert a 21″
3° Jetse Bol s.t.
4° Tom Stamsnijder s.t.
5° Robinson Eduardo Chalapud Gomez a 24″
Miglior italiano Emanuele Sella, 7° a 24″

Classifica generale

1° Jetse Bol
2° Arnaud Courteille a 38″
3° Svein Tuft a 5′24″
4° Michael Hepburn a 9′43″
5° Kenny Dehaes a 10′46″
Miglior italiano: Andrea Fedi, 9° a 25′34″

L’ULTIMO GIRO DI ANQUETIL
Tuffo nella storia del Giro del 1964, il secondo e ultimo conquistato dall’asso francese Jacques Anquetil. Ci condurranno indietro di 50 anni i titoli del quotidiano “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it

14a TAPPA: CASERTA – CASTEL GANDOLFO (210 Km)

VITTORIO ADORNI PRIMO A CASTELGANDOLFO DOPO UNA FUGA NEL FINALE CON BITOSSI
Soltanto dopo 175 Km dalla partenza da Caserta la corsa si è animata
Deludente la quattordicesima tappa del Giro – L’azione decisiva a sei chilometri dal traguardo – Il gruppo, con la Maglia rosa Anquetil e tutti i favoriti, a undici secondi – Praticamente immutata la situazione in classifica – Stamane i corridori ricevuti dal Papa prima del “via” della Roma-Montepulciano

Nota sulla planimetria: Al momento di andare in stampa Torriani non aveva ancora stabilito il finale del Giro. Per questo motivo la planimetria propone i due progetti aperti in quel momento.

ARCHIVIO ALMANACCO
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza

1a tappa: Belfast (cronosquadre)

2a tappa: Belfast (seconda tappa)

3a tappa: Armagh – Dublino

4a tappa: Giovinazzo – Bari

5a tappa: Taranto – Viggiano

6a tappa: Sassano – Montecassino

7a tappa: Frosinone – Foligno

8a tappa: Foligno – Montecopiolo

9a tappa: Lugo – Sestola

10a tappa: Modena – Salsomaggiore Terme

11a tappa: Collecchio – Savona

12a tappa: cronometro Barbaresco – Barolo

Sulla strada verso Rivarolo il gruppo ha trovato uninsolita compagna di viaggio: la grandine (foto Bettini)

Sulla strada verso Rivarolo il gruppo ha trovato un'insolita compagna di viaggio: la grandine (foto Bettini)

23-05-2014

maggio 23, 2014 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

L’italiano Marco Canola (Bardiani Valvole – CSF Inox) si è imposto nella tredicesima tappa, Fossano – Rivarolo Canavese, percorrendo 157 Km in 3h37′20″, alla media di 43,343 Km/h. Ha preceduto allo sprint il venezuelano Rodríguez e il francese Tulik. Il colombiano Rigoberto Urán Urán (Omega Pharma – Quick Step) è ancora maglia rosa, con 37″ sull’australiano Evans e 1′52″ sul polacco Majka. Miglior italiano Domenico Pozzovivo (AG2R La Mondiale), 4° a 2′32″

TOUR OF NORWAY

Il belga Sep Vanmarcke (Belkin-Pro Cycling Team) si è imposto nella terza tappa, Årnes – Budor, percorrendo 177,8 Km in 4h13′15″, alla media di 42,124 Km/h. Ha preceduto di 1″ lo svedese Larsson e di 4″ il lettone Smukulis. Miglior italiano Daniele Bennati (Tinkoff-Saxo), 49° a 2′10″. L’antillano Marc De Maar (Unitedhealthcare Pro Cycling Team) è ancora leader della classifica con 3″ sul polacco Paterski e 6″ su Larsson. Miglior italiano Bennati, 50° a 3′09″.

RONDE DE L’ISARD (Francia)

Il francese Lilian Calmejane (Vendée U-Pays de la Loire) si è imposto nella seconda tappa, Muret – Bagneres de Luchon, percorrendo 142,9 Km in 4h14′34″, alla media di 33,681 Km/h. Ha preceduto di 24″ il belga Louis Vervaeke (Lotto Belisol U23) e di 25″ lo statunitense Perrin. Vervaeke è il nuovo leader della classifica, con 1′05″ sul francese Le Lavandier e 1′53″ sul belga Benoot.

PARIS – ARRAS TOUR

Il team francese Roubaix Lille Métropole si è imposto nella prima tappa, cronometro a squadre Lens – Arras, percorrendo 28,1 Km in 35′10″, alla media di 47,493 Km/h. Ha preceduto di 9″ il team francese Vendée U-Pays de la Loire e di 16″ il team belga Lotto – Belisol U23. Unica formazione italiana in gara il team Nankang – Fondriest, 19° a 2′05″. Il francese Rudy Barbier (Roubaix Lille Métropole) è il primo leader della classifica con lo stesso tempo dei connazionali Duval e Kowalski. Miglior italiano Giacomo Forconi (Nankang – Fondriest), 71° a 1′20″.

AN POST RAS (Irlanda)

L’austriaco Markus Eibegger (Synergy Baku Cycling Project) si è imposto nella sesta tappa, Clonakilty – Carrick-on-Suir, percorrendo 167,9 Km in 4h15′11″, alla media di 39,477 Km/h. Ha preceduto allo sprint di 6″ il britannico Doull e di 7″ il canadese Bevin. Miglior italiano Matteo Collodel (Team Idea), 5° a 24″. L’austriaco Clemens Fankhauser (Tirol Cycling Team) è ancora leader della classifica, con 25″ sul britannico Peters e 45″ sul canadese Hamilton. Miglior italiano Ricardo Pichetta (Team Idea), 9° a 2′57″.

TOUR OF JAPAN

L’iraniano Mirsamad Pourseyedigolakhour (Tabriz Petrochemical Team) si è imposto nella quarta tappa, cronoscalata Subashiri – Fujisan, percorrendo 11,4 Km in 38′51″, alla media di 10,752 Km/h. Ha preceduto di 1′19″ il britannico Carthy e di 1′26″ il francese Monier. Miglior italiano Valerio Conti (Lampre – Merida), 17° a 4′02″. Lo sloveno Grega Bole (Vini Fantini Nippo) è il nuovo leader della classifica con 17″ su Pourseyedigolakhour e 22″ sul francese Lebas. Miglior italiano Pierpaolo De Negri (Vini Fantini – Nippo – De Rosa), 5° a 1′51″.

GIRO CICLISTICO DELLE PESCHE NETTARINE DI ROMAGNA

L’italiano Luca Pacioni* (Team Colpack) si è imposto nella prima tappa, Lugo – Imola, percorrendo 150,9 Km in 3h36′16″, alla media di 41,865 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Andrea Toniatti* (Zalf Euromobil Désirée Fior) e Alberto Tocchella* (Gavardo Tecmor), distanziati di 4″ e 6″ nella prima classifica generale.

*dilettante

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