LA BAGARRE LATITA, FUGGITIVI ANCORA A NOZZE
Un’altra tappa è passata senza che nulla di eclatante succedesse. Era il giorno del primo arrivo in salita ma, complice un’ascesa non particolarmente difficile, i nomi più attesi non hanno messo fuori il naso dal gruppo, aspettando che la selezione avvenisse naturalmente, provocata esclusivamente dalla velocità impressa dal gruppo nel finale, visto che non si sono visti attacchi tra chi puntava al successo finale. Così è andata in porto la fuga di giornata, come successo il giorno prima: la vittoria è andata al colombiano Arredondo, lo statunitense Gaimon ha avuto gioco facile nel conservare la maglia di leader
Seconda tappa del Tour de San Luis senza bagarre tra i big. È questa la prima osservazione che si trae al termine della prima frazione con arrivo in salita della corsa argentina. Tuttavia, è necessario sottolineare due aspetti legati al tracciato, partendo dal fatto che la tappa presentava un percorso che, seppur in quota, non prevedeva difficoltà sostanziali e questo ha permesso al gruppo di controllare agevolmente il vantaggio della fuga, partira dopo soli 4 chilometri di corsa. In secondo luogo, la salita finale, seppur di prima categoria, non poteva vantare né il chilometraggio, né le pendenze che permettono di evidenzare grosse differenze tra gli uomini di classifica. I 4 Km finali, con una pendenza media del 6,7%, non presentavano infatti strappi in grado di esaltare gli scattisti, né la lunghezza necessaria per un logoramento di coloro che non sono in forma.
Conferma di tutto ciò è offerta dalla nuova classifica generale che vede ancora al comando il vincitore della tappa di ieri, seguito a 1:47 da De Maar, caduto ieri insieme all’argentino Messineo che si è dovuto ritirare proprio per i postumi della caduta.
La corsa ha visto una fuga partita a soli 4 chilometri dal via, quando se ne sono andati Jonathan Guzmán (Seleccion Chile), Jorge Alberto Giacinti (San Luis – Somos Todos), Cristian Martinez (San Luis – Somos Todos), Sebastian Jose Tolosa (Buenos Aires Provincia), Sebastian Martin Junior Trillini (Seleccion Argentina): quattro argentini su cinque fuggitivi, di cui due della squadra di San Luis, a riprova dell’importanza che la corsa riveste nel paese. Da segnalare che Giacinti conquistò la classifica generale nella prima edizione della corsa e salì sul podio nei due anni successivi. Il gruppo, però, contrariamente a quanto aveva fatto ieri, non ha lasciato che gli attaccanti conseguissero un margine incolmabile e, infatti, il vantaggio massimo si è arrestato a 5 minuti.
Il primo GPM di terza categoria, posto al chilometro 68 di gara, è stato conquistato dall’argentino Martinez seguito dai connazionali Giacinti e Tolosa. Poco dopo il passaggio sono rimasti in testa in quattro: molla, infatti, Trillini che si lascia riprendere dal gruppo. I traguardi volanti posti al Km 83 ed al Km 131 sono stati entrambi conquistati da Sebastian Tolosa seguito da Giacinti e Guzman. Poco più avanti anche Tolosa si lasciava sfilare dalla fuga, mentre il gruppo cominciava ad accelerare grazie al lavoro della squadre degli uomini di classifica, circostanza che faceva desistere anche Martinez dal tentativo di portare la fuga al traguardo. Restavano davanti in due, Guzman e Giacinti, che venivano, però, ripresi proprio ai piedi dell’ascesa finale.
Gli ultimi cinque chilometri sono stati teatro di attacchi che non hanno coinvolto gli uomini di classifica; sulle prime rampe ci ha provato il nostro Damiano Caruso che non è riuscito nel tentativo di evasione, mentre diversamente è andata per lo statunitense Peter Stetina e il colombiano Julian David Arredondo che facevano il vuoto con un allungo ai due 2 Km dall’arrivo e procedevano in accordo sino allo sprint. Qui lo statunitense, che sembrava aver in mano la vittoria, veniva superato dal colombiano proprio sulla linea del traguardo, mentre terzo si piazzava un altro colombiano, l’attesissimo Nairo Quintana che conferma le sue doti di scalatore regolando il gruppo dei migliori, negli ultimi metri in recupero sui fuggitivi, che avevano tagliato il traguardo solo 3 secondi prima. Quarto ancora un colombiano, Darwin Atapuma e quinto un ottimo Domenico Pozzovivo che regge il ritmo dei big nell’ultimo chilometro. Nei primi dieci anche Santaromita e Caruso. Con il gruppo dei miglori è giunto anche il leader della generale che conserva, quindi, un buon vantaggio sugli avversari.
La prima indicazione che può trarsi da questa tappa è che i big hanno provato a scaldare i motori, ma non si è visto nessun vero allungo, nessuno scatto, nessun tentativo di avvantaggiarsi sugli avversari. Tuttavia nel chilometro finale vi è stato un signficativo aumento del ritmo che ha messo alla frusta il gruppo dei migliori, ridottosi a venti unità, con distacchi dell’ordine di poche manciate di secondi tra i migliori.
I colombiani hanno quindi monopolizzato i primi posti di questa tappa, dimostrando ancora una volta le loro doti di scalatori, Nairo Quintana ha dimostrato di esserci e di essere un serio pretendente alla vittoria finale anche perché nell’ultimo Tour de France ha fatto capire che a cronometro non è fermo, pur non essendo uno specialista delle corse contro il tempo, che sono sempre state il tallone d’Achille dei forti scalatori colombiani.
La tappa di domani presenta un profilo ondulato, ma senza grandi difficoltà e le squadre dei velocisti cercheranno di non perdere ancora un’ occasione per portare il loro uomo di punta nella migliore posizione per lo sprinti.
I big, a questo punto, per darsi battaglia attenderanno il duro arrivo in salita al Cerro el Amago e la cronometro per specialisti di venerdì prossimo, che ha visto l’anno scorso un’ottima prova dello “Squalo dello stretto”.
Benedetto Ciccarone

Arrendondo svetta per primo sul Mirador del Potrero (foto Bettini)
QUANDO L’AUSTRALIA CHIAMA, GERRANS RISPONDE
Nella prima tappa del Tour Down Under il Campione nazionale australiano Simon Gerrans brucia in una volata a ranghi ridotti il campione nazionale tedesco Andrè Greipel. Dietro ai primi due troviamo un altro australiano, Stele Von Hoff (Garmin-Sharp) e un italiano, il toscano Diego Ulissi, autore di un buon debutto stagionale. Gerrans, ovviamente è il primo leader della corsa australiana.
Che fosse in forma lo si poteva intuire dalla vittoria nel campionato nazionale su strada di una settimana fa, ma che potesse vincere subito la prima tappa e battere Greipel in volata era meno facile da prevedere. Eppure è stato possibile principalmente per la presenza di parecchi saliscendi che, posti nelle vicinanze del traguardo, hanno mandato le gambe del tedesco in acido lattico. Per quanto riguarda la tappa si partiva da Nuriootpa per giungere ad Angston dopo 135 chilometri di gara, in cui hanno fatto capolino anche le prime salite, presenti soprattutto negli ultimi quindici chilometri, tra cui un salita di prima categoria, il Menglers Hill; dopodiché discesa e un po’ di pianura prima degli ultimi tre chilometri contraddistinti da una leggera pendenza.
Nella prima parte della tappa il gruppo ha voluto lasciare spazio, come solito, alla fuga da lontano: i due atleti riusciti nell’intento sono stati i due australiani Will Clarke (Drapac Team) e Neil Van der Ploeg (Unisa). I due uomini al comando hanno potuto raggiungere un vantaggio massimo di 3′30″, troppo esiguo per sperare che il gruppo non potesse riprenderli prima del traguardo; però il fattaccio temuto dai fuggitivi avveniva ancor prima che la corsa entrasse nel vivo, dato che al traguardo mancavano ancora più di venti chilometri dal traguardo.
Sull’ultimo Gran Premio della Montagna sono la Sky di Richie Porte e la Garmin di Von Hoff a forzare il ritmo, ma la vera selezione si produceva quando in testa al gruppo scattava l’atleta di casa Adam Hansen (Lotto-Belisol), così facendo il plotone si era ridotto ad una settantina di unitá. Negli ultimi chilometri, nonostante l’ormai incombente volata, ci sono stati alcuni tentativi di contropiede, prima quello della coppia dell’Europcar Arashiro-Thurau, ripresa comunque all’ultimo chilometro, ed infine quello di Rory Sutherland (Saxo Bank-Tinkoff), durato fino ai 600 metri dal
traguardo.
In tutta questa situazione è stato formidabile il lavoro svolto dall’Orica Greenedge, che, oltre a riprendere ogni corridore che scattava, è riuscita a lanciare al meglio il suo leader, Simon Gerrans, il quale ha bruciare Andre Greipel, partito forse un attimo prima, solo negli ultimi venti metri. Dietro di loro Von Hoff, Ulissi, Bouet, Gavazzi, Geschke, Valls, Evans e Gesink. Dal dodicesimo al sessantanovesimo classificato la giuria ha quantificato un ritardo di 4″ nei confronti dei primi undici, penalizzando in questo modo atleti come Frank Schleck, Westra e Matthews.
Prevista per domani un’altra tappa abbastanza complicata a causa dei 150 chilometri di continui saliscendi previsti tra Prospect e Stirling, che verrá decisa probabilmente da un altro sprint a ranghi ristretti.
Paolo Terzi

La prima volata del Tour Down Under è firmata da Simon Gerrans (AFP)
21-01-2014
gennaio 21, 2014 by Redazione
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SANTOS TOUR DOWN UNDER (Australia)
L’australiano Simon Gerrans (Orica – GreenEDGE) si è imposto nella prima tappa, Nuriootpa – Angaston, percorrendo 135 Km in 3h20′34″, alla media di 40,385 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Greipel e l’australiano Von Hoff. Miglior italiano Diego Ulissi (Lampre – Merida), 4°. Gerrans è il primo leader della classifica con 5″ su Greipel e 7″ su Von Hoff. Miglior italiano Ulissi, 5° a 11″
TOUR DE SAN LUIS (Argentina)
Il colombiano Julián David Arredondo Moreno (Trek Factory Team) si è imposto nella seconda tappa, La Punta – Mirador del Potrero, percorrendo 170,6 Km in 4h13′21″, alla media di 40,402 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo statunitense Stetina e di 3″ il colombiano Quintana Rojas. Miglior italiano Domenico Pozzovivo ( AG2R La Mondiale), 5° a 5″. Lo statunitense Phillip Gaimon (Garmin – Sharp) è ancora leader della classifica con 1′47″ sull’antillano De Maar e 3′56″ sul canadese Meier. Miglior italiano Pozzovivo, 9° a 4′21″
20-01-2014
gennaio 21, 2014 by Redazione
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TOUR DE SAN LUIS (Argentina)
Lo statunitense Phillip Gaimon (Garmin – Sharp) si è imposto nella prima tappa, San Luis – Villa Mercedes, percorrendo 164 Km in 4h06′54″, alla media di 39,854 Km/h. Ha preceduto di 12″ l’argentino Contreras e di 1′17″ l’antillano De Maar. Miglior italiano Sacha Modolo (Lampre – Merida), 8° a 4′35″.
GAIMON INAUGURA IL SAN LUIS, BEFFATI I VELOCISTI
Doveva essere una frazione adatta ai velocisti, com’era stata la tappa d’apertura della scorsa edizione regolata alla sprint da Cavendish. Invece, una fuga ben assortita e un po’ di spaesamento in casa Omega Pharma per il ritiro di Petacchi, deputato a lanciare il britannico ma messo fuori gioco dalla gastrite, hanno condizionato l’esito della gara. La formazione belga ha, per questo, forse tentennato un po’ troppo nel prendene in mano le redini e non si è riusciti ad rientrare sugli attaccanti, tra i quali è prevalso lo statunitense Gaimon.
Inizia il Tour de San Luis, la prima importante corsa dell’anno 2014, con una rosa di partecipanti che non ha nulla da invidiare alle più importanti corse a tappe. Ben dodici le squadre word tour partecipanti con campioni come Nibali, Scarponi, Rodriguez e Quintana, Boonen e Gadret.
Si aspettano dunque i grandi in questo primo test anche se, ovviamente, il Tour di San Luis, pur essendo corsa vera, è pur sempre collocata in un momento in cui i big sono all’inizio della preparazione.
Prima tappa e prima sorpresa; se nel 2013, su un tracciato pressochè identico a quello odierno, aveva alzato le braccia Mark Cavendish al termine di uno sprint a ranghi compatti, quest’anno è arrivata la fuga iniziale. Il primo segnale negativo per il velocista più quotato è stata la defezione del nostro Alessandro Petacchi che doveva essere l’ultimo uomo del treno della Omega Pharma per lanciare lo sprint di Cavendish, ma una gastrite lo ha costretto al ritiro.
Il tracciato era di quelli che piacciono ai velocisti, con una sola asperità, per nulla difficile, nella prima parte della tappa e poi tanta discesa fino al traguardo.
A soli 14 chilometri dal via ufficiale prendono il largo 5 uomini: Marc De Maar (UnitedHealthcare Presented by Maxxis), Emiliano Contreras (Selezione Argentina), Philip Gaimon (Garmin – Sharp), Leandro Carlos Messineo (San Luis – Somos Todos) e Julian Paulo Gaday Orozco (Buenos Aires Provincia). Ovviamente, le simpatie del pubblico di casa vanno tutte a Leandro Messineo in forza alla selezione di casa; nella fuga è però presente anche il giovanissimo Contreras (19 anni) anch’egli argentino. Il gruppo sembra non preoccuparsi troppo della fuga e sonnecchia lasciando che i 5 attaccanti riescano a raggiungere un vantaggio massimo intorno ai dodici primi.
E’ Julian Gaday ad aggiudicarsi il primo traguardo volante, mentre al gran premio della montagna di terza categoria dell’Alto Saladillo passa primo il futuro vincitore della tappa, Philippe Gaimon.
A cinquanta chilometri dall’arrivo salutano il gruppo altri tre uomini, Cristian Egidio Da Rosa (Clube Dataro de Ciclismo-Bottecchia), Adrian Alvarado (Selezione Cile) e Christian Meier (Orica GreenEDGE), che si portano all’inseguimento della testa della corsa senza riuscire a impensierire i battistrada che possono gestire un vantaggio considerevole. Gli ultimi 40 chilometri sono caratterizzati da un forte vento che ha causato non pochi problemi in gruppo, in seno al quale si sono rischiate diverse cadute. La caduta è invece arrivata ai quindici dal traguardo, quando si ritrovano al suolo De Maar e l’idolo di casa Messineo a causa di un’auto posteggiata male in una rotonda: i due restano staccati dalla testa della corsa e vani si rivelano i tentativi di rientro nonostante gli spettatori cerchino di animare il corridore argentino all’inseguimento, che non riesce mai a far scendere il ritardo sotto i 25 secondi. Nell’ultimo chilometro lo statunitense Philippe Gaimon trova lo spunto vincente riuscendo a distanziare il diciannovenne argentino Contreras di 12 secondi, aggiudicandosì così la prima tappa del Tour di San Luis e la maglia di leader della generale, mentre negli ultimi metri i due caduti desistono dall’inseguimento e giungono al traguardo con un ritardo di oltre un minuto: 1:17 per De Maar e 1:26 per Messineo. Giungono quindi i contrattaccanti con un passivo di 3:52 ed infine il gruppo in forte rimonta, regolato da Sasha Modolo a 4 minuti e mezzo.
Il gruppo non ha avuto una reazione immediata ed ha lasciato che la fuga prendesse il largo, le squadre dei velocisti non hanno preso in mano la situazione e nessuno ha voluto farsi carico dell’inseguimento, circostanza che ha determinato il buon esito della fuga. Mark Cavendish è addirittura stato notato spesso in coda al gruppo insieme al nostro Nocentini. I grandi non sono ovviamente usciti allo scoperto, ma potremmo vederli in azione nel finale della tappa di domani che proporrà il primo arrivo in salita della corsa ai 1247 metri del Mirador del Potrero de los Funes, GPM di prima categoria: 4 chilometri con una pendenza media del 6,7% dopo 170 chilometri di corsa e un GPM di terza categoria (Alto de Florida, 1110 metri), dopo circa settanta chilometri di gara.
Benedetto Ciccarone

Gaimon taglia vittorioso il primo traguardo del Tour de San Luis 2014
PEOPLE’S CHOICE: PRIME GIOIE, PRIMI DOLORI
Parte male la stagione per i nostri corridori che, alla prima gara importante, incassano un nono posto nell’ordine d’arrivo per Viviani e tanto dolore per Giovanni Visconti, coinvolto in una brutta caduta che lo terrà lontano dalle corse per parecchio tempo. A gioire oggi sono stati i tedeschi, che hanno trionfato con Kittel nella People’s Choice, la tradizionale corsa di lancio del Tour Down Under, e hanno piazzato un altro loro alfiere al secondo posto.
Si apre con questa antitesi la stagione ‘australiana’ di corse, il tradizionale appuntamento con la People’s Choice che fa da anteprima del Tour Down Under. Da una parte l’italiano Visconti (Movistar), vincitore lo scorso anno di due tappe al Giro, che dopo sette tornate ha dovuto abbandonare la corsa in seguito ad una caduta: gamba fratturata e conseguente operazione che lo terranno a lungo fuori dai giochi.
Dall’altra la grande volata di Kittel (Gian-Shimano), che appostato alla ruota del connazionale Greipel (Lotto-Belisol) lo beffa staccandolo di mezza bici, nonostante quest’ultimo fosse stato trainato in modo perfetto dal treno della sua squadra. Al terzo posto è poi giunto Ewan, della selezione astraliana.
Male, invece, l’Italia che coglie appena un nono posto con Elia Viviani (Cannondale) e che non si fa assolutamente notare durante tutto l’arco della corsa, se non per il brutto incidente di Visconti. Anche nella fuga che ha caratterizzato la maggior parte della gara, l’unica nota azzurra è stata la maglia Lampre del milanese Wackermann, giovane talento blu-fucsia che ha pedalato in testa per diversi giri assieme ad Haas (Garmin), Roux (FDJ) e Domont (AG2R), ripresi per opera degli uomini Sky e Lotto giusto in tempo per preparare la volata che ha poi visto trionfare Kittel.
Andrea Mastrangelo

Kittel trionfa nella gara dapertura del Tour Down Under (foto Tim de Waele/TDW Sport)
19-01-2014
gennaio 20, 2014 by Redazione
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PEOPLE’S CHOICE CLASSIC
Il tedesco Marcel Kittel (Giant-Shimano) si è imposto nella corsa australiana, circuito di Adelaide, percorrendo 50 Km in 1h04′34″, alla media di 46,463 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Greipel e l’australiano Ewan. Miglior italiano Elia Viviani (Cannondale), 9°.
VUELTA AL TÁCHIRA EN BICICLETA (Venezuela)
Il colombiano Pedro Antonio Herrera Moreno (Formesán – Bogotá Humana) si è imposto nella decima ed ultima tappa, Rubio – San Cristóbal, percorrendo 112,9 Km in 2h54′46″, alla media di 38,760 Km/h. Ha preceduto di 1′07″ il venezuelano Bravo e di 1′09″ il venezuelano Sequera. Miglior italiano Andrea Fedi (Neri Sottoli – Yellow Fluo), 4° a 2′19″. In classifica si impone il venezuelano Jimmi Jose Briceno Casto con 1′19″ sul connazionale Galviz e 1′34″ sul connazionale Murillo. Miglior italiano Lorenzo Di Remigio (MG Kvis – Trevigiani), 30° a 34′06″
TROPICALE AMISSA BONGO (Gabon)
Il belga Frédérique Robert (Wanty – Groupe Gobert) si è imposto anche nella settima ed ultima tappa, Owendo – Libreville, percorrendo 124 Km in 2h32′52″, alla media di 48,670 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Jans e l’eritreo Amanuel Mengstab. In classifica si impone l’eritreo Teweldemedhin Natnael Berhane (Team Europcar) con 1″ sullo spagnolo Sánchez Gil e 2″ sullo spagnolo García Etxeguibel.
18-01-2014
gennaio 19, 2014 by Redazione
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VUELTA AL TÁCHIRA EN BICICLETA (Venezuela)
Il venezuelano Jonathan Camargo (Kino Táchira-Royal Bike) si è imposto anche nella nona tappa, El Piñal – Casa del Padre, percorrendo 83,4 Km in 2h36′24″, alla media di 31,995 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Galviz e Murillo. Miglior italiano Lorenzo Di Remigio (MG Kvis – Trevigiani), 46° a 14′10″. Il venezuelano Jimmi Jose Briceno Casto (Loteria del Táchira) è ancora leader della classifica con 1′19″ su Galviz e 1′34″ su Murillo. Miglior italiano Di Remigio, 30° a 34′06″
TROPICALE AMISSA BONGO (Gabon)
Il belga Frédérique Robert (Wanty – Groupe Gobert) si è imposto nella sesta tappa, circuito di Port-Gentil, percorrendo 106 Km in 2h19′56″, alla media di 45,450 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Jans e il marocchino Chaoufi. Lo spagnolo Luis León Sánchez Gil (Caja Rural-Seguros RGA) è ancora leader della classifica con 1″ sul connazionale García Etxeguibel e 4″ sull’eritreo Berhane.
17-01-2014
gennaio 18, 2014 by Redazione
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VUELTA AL TÁCHIRA EN BICICLETA (Venezuela)
Il venezuelano Jonathan Camargo (Kino Táchira-Royal Bike) si è imposto anche nell’ottava tappa, Seboruco – Cerro El Cristo Rey, percorrendo 128,4 Km in 3h24′04″, alla media di 37,752 Km/h. Ha preceduto di 31″ il connazionale Jimmi Jose Briceno Casto (Loteria del Táchira) e di 1′03″ il connazionale Delgado. Miglior italiano Lorenzo Di Remigio (MG Kvis – Trevigiani), 30° a 13′59″. Briceno Casto è ancora leader della classifica con 1′25″ sul connazionale Galviz e 1′38″ sul connazionale Murillo. Miglior italiano Di Remigio, 26° a 19′56″
TROPICALE AMISSA BONGO (Gabon)
Il ruandese Bonaventure Uwizeyimana (nazionale ruandese) si è imposto nella quinta tappa, Lambaréné – Kango, percorrendo 140 Km in 3h16′31″, alla media di 42,744 Km/h. Ha preceduto di 5″ il marocchino Lahsaini e di 26″ il belga De Troyer. Lo spagnolo Luis León Sánchez Gil (Caja Rural-Seguros RGA) è ancora leader della classifica con 1″ sul connazionale García Etxeguibel e 7″ sull’eritreo Berhane.
16-01-2014
gennaio 17, 2014 by Redazione
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VUELTA AL TÁCHIRA EN BICICLETA (Venezuela)
Il venezuelano Jonathan Camargo (Kino Táchira-Royal Bike) si è imposto nella settima tappa, Coloncito – Colón, percorrendo 117,8 Km in 2h53′35″, alla media di 40,718 Km/h. Ha preceduto di 14″ i connazionali Jimmi Jose Briceno Casto (Loteria del Táchira) e Alarcón. Miglior italiano Lorenzo Di Remigio (MG Kvis – Trevigiani), 20° a 36″. Briceno Casto è il nuovo leader della classifica con 14″ sul connazionale Galviz e 43″ sul connazionale Murillo. Miglior italiano Lorenzo Di Remigio (MG Kvis – Trevigiani), 22° a 6′22″
TROPICALE AMISSA BONGO (Gabon)
L’eritreo Freqalsi Debesay Abrha (MTN Qhubeka) si è imposto nella quarta tappa, Lambaréné – Mouila, percorrendo 190 Km in 4h42′36″, alla media di 40,340 Km/h. Ha preceduto di 2″ il marocchino Lahsaini e di 3″ l’olandese Minnaard. Lo spagnolo Luis León Sánchez Gil (Caja Rural-Seguros RGA) è ancora leader della classifica con 1″ sul connazionale García Etxeguibel e 8″ sull’eritreo Berhane.