LA BAGARRE LATITA, FUGGITIVI ANCORA A NOZZE

gennaio 22, 2014
Categoria: News

Un’altra tappa è passata senza che nulla di eclatante succedesse. Era il giorno del primo arrivo in salita ma, complice un’ascesa non particolarmente difficile, i nomi più attesi non hanno messo fuori il naso dal gruppo, aspettando che la selezione avvenisse naturalmente, provocata esclusivamente dalla velocità impressa dal gruppo nel finale, visto che non si sono visti attacchi tra chi puntava al successo finale. Così è andata in porto la fuga di giornata, come successo il giorno prima: la vittoria è andata al colombiano Arredondo, lo statunitense Gaimon ha avuto gioco facile nel conservare la maglia di leader

Seconda tappa del Tour de San Luis senza bagarre tra i big. È questa la prima osservazione che si trae al termine della prima frazione con arrivo in salita della corsa argentina. Tuttavia, è necessario sottolineare due aspetti legati al tracciato, partendo dal fatto che la tappa presentava un percorso che, seppur in quota, non prevedeva difficoltà sostanziali e questo ha permesso al gruppo di controllare agevolmente il vantaggio della fuga, partira dopo soli 4 chilometri di corsa. In secondo luogo, la salita finale, seppur di prima categoria, non poteva vantare né il chilometraggio, né le pendenze che permettono di evidenzare grosse differenze tra gli uomini di classifica. I 4 Km finali, con una pendenza media del 6,7%, non presentavano infatti strappi in grado di esaltare gli scattisti, né la lunghezza necessaria per un logoramento di coloro che non sono in forma.
Conferma di tutto ciò è offerta dalla nuova classifica generale che vede ancora al comando il vincitore della tappa di ieri, seguito a 1:47 da De Maar, caduto ieri insieme all’argentino Messineo che si è dovuto ritirare proprio per i postumi della caduta.
La corsa ha visto una fuga partita a soli 4 chilometri dal via, quando se ne sono andati Jonathan Guzmán (Seleccion Chile), Jorge Alberto Giacinti (San Luis – Somos Todos), Cristian Martinez (San Luis – Somos Todos), Sebastian Jose Tolosa (Buenos Aires Provincia), Sebastian Martin Junior Trillini (Seleccion Argentina): quattro argentini su cinque fuggitivi, di cui due della squadra di San Luis, a riprova dell’importanza che la corsa riveste nel paese. Da segnalare che Giacinti conquistò la classifica generale nella prima edizione della corsa e salì sul podio nei due anni successivi. Il gruppo, però, contrariamente a quanto aveva fatto ieri, non ha lasciato che gli attaccanti conseguissero un margine incolmabile e, infatti, il vantaggio massimo si è arrestato a 5 minuti.
Il primo GPM di terza categoria, posto al chilometro 68 di gara, è stato conquistato dall’argentino Martinez seguito dai connazionali Giacinti e Tolosa. Poco dopo il passaggio sono rimasti in testa in quattro: molla, infatti, Trillini che si lascia riprendere dal gruppo. I traguardi volanti posti al Km 83 ed al Km 131 sono stati entrambi conquistati da Sebastian Tolosa seguito da Giacinti e Guzman. Poco più avanti anche Tolosa si lasciava sfilare dalla fuga, mentre il gruppo cominciava ad accelerare grazie al lavoro della squadre degli uomini di classifica, circostanza che faceva desistere anche Martinez dal tentativo di portare la fuga al traguardo. Restavano davanti in due, Guzman e Giacinti, che venivano, però, ripresi proprio ai piedi dell’ascesa finale.
Gli ultimi cinque chilometri sono stati teatro di attacchi che non hanno coinvolto gli uomini di classifica; sulle prime rampe ci ha provato il nostro Damiano Caruso che non è riuscito nel tentativo di evasione, mentre diversamente è andata per lo statunitense Peter Stetina e il colombiano Julian David Arredondo che facevano il vuoto con un allungo ai due 2 Km dall’arrivo e procedevano in accordo sino allo sprint. Qui lo statunitense, che sembrava aver in mano la vittoria, veniva superato dal colombiano proprio sulla linea del traguardo, mentre terzo si piazzava un altro colombiano, l’attesissimo Nairo Quintana che conferma le sue doti di scalatore regolando il gruppo dei migliori, negli ultimi metri in recupero sui fuggitivi, che avevano tagliato il traguardo solo 3 secondi prima. Quarto ancora un colombiano, Darwin Atapuma e quinto un ottimo Domenico Pozzovivo che regge il ritmo dei big nell’ultimo chilometro. Nei primi dieci anche Santaromita e Caruso. Con il gruppo dei miglori è giunto anche il leader della generale che conserva, quindi, un buon vantaggio sugli avversari.
La prima indicazione che può trarsi da questa tappa è che i big hanno provato a scaldare i motori, ma non si è visto nessun vero allungo, nessuno scatto, nessun tentativo di avvantaggiarsi sugli avversari. Tuttavia nel chilometro finale vi è stato un signficativo aumento del ritmo che ha messo alla frusta il gruppo dei migliori, ridottosi a venti unità, con distacchi dell’ordine di poche manciate di secondi tra i migliori.
I colombiani hanno quindi monopolizzato i primi posti di questa tappa, dimostrando ancora una volta le loro doti di scalatori, Nairo Quintana ha dimostrato di esserci e di essere un serio pretendente alla vittoria finale anche perché nell’ultimo Tour de France ha fatto capire che a cronometro non è fermo, pur non essendo uno specialista delle corse contro il tempo, che sono sempre state il tallone d’Achille dei forti scalatori colombiani.
La tappa di domani presenta un profilo ondulato, ma senza grandi difficoltà e le squadre dei velocisti cercheranno di non perdere ancora un’ occasione per portare il loro uomo di punta nella migliore posizione per lo sprinti.
I big, a questo punto, per darsi battaglia attenderanno il duro arrivo in salita al Cerro el Amago e la cronometro per specialisti di venerdì prossimo, che ha visto l’anno scorso un’ottima prova dello “Squalo dello stretto”.

Benedetto Ciccarone

Arrendondo svetta per primo sul Mirador del Potrero (foto Bettini)

Arrendondo svetta per primo sul Mirador del Potrero (foto Bettini)

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