SUPERPIPPO ”MONDIALE” A PLOUAY
Grand’Italia nella semiclassica bretone a partire da Filippo Pozzato che dimostra ancora una volta il suo eccellente stato di forma beffando con una superba rimonta negli ultimi metri Giacomo Nizzolo e Samuel Dumoulin e lanciando la sua prepotente candidatura a un ruolo importante nella rassegna iridata di Firenze. In grande evidenza anche Daniele Bennati ed Elia Viviani che chiudono 5° e 7° oltre a Giovanni Visconti ed Enrico Gasparotto, protagonisti nelle fasi finali della corsa.
Foto copertina: Pozzato surclassa tutti a Plouay (foto Bettini)
La 78a edizione del Gp Ouest-France di Plouay, divenuta a partire dal suo inserimento nell’allora circuito Pro Tour nel 2005 la terza corsa in linea transalpina per importanza dopo Parigi-Roubaix e Parigi-Tours, si è disputata sulla distanza di 243 km e 9 giri di un circuito di 27 km, lo stesso della passata stagione, con partenza e arrivo nel piccolo centro bretone, caratterizzato dalle ascese, in verità piuttosto pedalabili, della Côte de Lezot in avvio e dell’appena più impegnativa Côte de Ty Marrec, 1,4 km al 5,2% con la vetta posta a 4 km dal traguardo. Un percorso dunque adatto ai passisti veloci che si sono presentati al via in massa a partire da Ian Stannard e Geraint Thomas (Team Sky), leader della formazione britannica in assenza del campione uscente Edvald Boasson Hagen impegnato alla Vuelta, passando per José Joaquìn Rojas (Movistar), Alexander Kristoff (Katusha), Tony Gallopin (RadioShack), Borut Bozic (Astana), Thor Hushovd e Greg Van Avermaet (Bmc), Lars Boom (Belkin), Matti Breschel (Saxo-Tinkoff), il vincitore dell’edizione 2010 Matthew Goss (Orica-GreenEdge), Arnaud Démare (Fdj) e John Degenkolb (Argos-Shimano) con Alexandr Kolobnev (Katusha), Sylvain Chavanel e Michal Kwiatkowski (Omega-QuickStep), Christophe Riblon (Ag2r), Wilco Kelderman (Belkin), Arnold Jeannesson (Fdj), il secondo di un anno fa Rui Alberto Faria da Costa (Movistar) e Thomas Voeckler (Europcar), che ha impressionato al Tour de Poitou-Charentes aggiudicandosi la tappa a cronometro e la classifica generale, pronti a dire la loro in caso di corsa più selettiva del previsto. Anche l’Italia, che ha conquistato Plouay nel 1997 con Andrea Ferrigato, nel 2000 con Michele Bartoli e nel 2006 con un ancor giovane Vincenzo Nibali, si è presentata con diverse frecce al proprio arco quali Giovanni Visconti (Movistar), Giacomo Nizzolo (RadioShack), Francesco Gavazzi ed Enrico Gasparotto (Astana), Daniel Oss (Bmc), Filippo Pozzato e Damiano Cunego (Lampre-Merida) e Marco Marcato (Vacansoleil).
La fuga di giornata, che ha caratterizzato gran parte della corsa e che è arrivata ad avere fino a 16′30” di margine su un gruppo che ha comunque sempre controllato saldamente la situazione, è stata portata avanti da Natnael Berhane (Europcar), Vegard Stake Laengen (Bretagne-Séché), Christophe Laborie (Sojasun) e Julien Fouchard (Cofidis) con l’Astana, nelle cui fila si è distinto un Valerio Agnoli al rientro dopo una frattura a una costola che gli ha impedito di partecipare alla Vuelta, che si è incaricata dell’inseguimento coadiuvata in seguito da Bmc, Ag2r e da un’Omega-QuickStep particolarmente determinata finchè, all’inizio del penultimo giro del circuito, con i battistrada ormai senza più alcuna chance di arrivare davanti al traguardo malgrado il loro vantaggio superasse ancora i 2 minuti, è iniziata la corsa vera. Il primo ad accendere la miccia ai -50 dalla conclusione è stato Cyril Gautier (Europcar) e da quel momento in avanti innumerevoli tentativi si sono susseguiti, senza che però nessuno riuscisse a fare la differenza con il gruppo che non ha mai avuto un ritardo superiore a un centinaio di metri. Ci ha provato dapprima Pavel Brutt (Katusha), al quale si sono accodati tra gli altri Manuel Quinziato (Bmc) e Cristiano Salerno (Cannondale), poi Manuele Boaro (Saxo-Tinkoff) insieme a Luke Durbridge (Orica-GreenEdge), quindi sulla penultima ascesa alla Côte de Ty Marrec Mirko Selvaggi (Vacansoleil), autore di una bella progressione che ha sancito la fine dell’avventura dei quattro al comando e rimasto davanti a tutti per una decina di chilometri. In seguito se ne è andato un plotoncino portato via dall’astro nascente transalpino Romain Bardet (Ag2r) e dall’altro francese Fabien Schmidt (Saur-Sojasun) e, infine, all’inizio dell’ultima tornata è stata la volta Dries Devenyns (Omega-QuickStep), marcato stretto da un Tom Dumoulin (Argos-Shimano) che avendo Degenkolb alle spalle non ha collaborato facendo fallire l’attacco del belga. All’interno del gruppo, comprendente ancora almeno un centinaio di atleti, ha invece preso in mano la situazione la Lotto-Belisol di Jürgen Roelandts.
L’azione più significativa è stata quella prodotta a 14 km dal traguardo da un brillante Giovanni Visconti che si è avvantaggiato insieme a un altro ottimo passista come Kristjan Koren (Cannondale) e a Tim Wellens (Lotto-Belisol), arrivando ad avere 15” di margine ma lo scarso impulso dato dal giovane scalatore fiammingo, sempre in funzione di Roelandts, e il gran lavoro della Bmc hanno fatto in modo che il gruppo ritornasse sotto ai piedi della Côte de Ty Marrec; sul tratto più duro dell’ascesa Jérôme Pineau (Omega-QuickStep) ha operato un forcing per lanciare Kwiatkowski alla cui accelerazione hanno replicato Degenkolb, che dunque ha scelto di non attendere la volata, Van Avermaet, Breschel e i nostri Oss, Marcato e Gasparotto che, approfittando di un attimo di rallentamento, ha tentato di partire in contropiede. Il più forte tra questi atleti si è però dimostrato Van Avermaet, già grande protagonista al Giro del Colorado pur avendo dovuto fare i conti con sua maestà Peter Sagan, che si è riportato sull’ex campione italiano e ha tirato dritto, dando l’impressione di poter ripetere il numero di Boasson Hagen un anno fa. L’ultimo chilometro si è però rivelato fatale al belga che è stato riassorbito da un gruppo ancora molto nutrito nel quale Nizzolo ha lanciato per primo lo sprint ma nulla ha potuto di fronte all’incredibile rimonta di Filippo Pozzato che, dopo essere rimasto per un attimo chiuso, ha operato da oltre la 10a posizione un’accelerazione travolgente che lo ha portato a superare via via tutti quelli che lo precedevano e ad avere la meglio anche sul milanese della RadioShack negli ultimi 50 metri. Per il 31enne di Sandrigo si tratta del terzo successo stagionale, nonchè il secondo della Lampre-Merida al Gp Ouest-France dopo quello di Grega Bole nel 2011. Alla luce del grande stato di forma mostrato nell’ultimo mese in cui si è aggiudicato anche la Coppa Agostoni ed è stato protagonista all’Eneco Tour e al Gp di Amburgo, è lecito considerarlo come una pedina fondamentale nello scacchiere tricolore al Mondiale di Firenze, quantomeno in supporto ad altri possibili leader, anche se va detto che il circuito iridato è ben altra cosa rispetto a quello di Plouay e forse è troppo esigente per le caratteristiche del vicentino. La grande giornata per i colori azzurri è stata completata dal secondo posto di Nizzolo, dal 5° di Daniele Bennati (Saxo-Tinkoff) alle spalle della sorpresa di giornata Samuel Dumoulin (Ag2r), 3° davanti a Roelandts, e dal 7° di Elia Viviani che ha chiuso in scia a Hushovd mentre hanno chiuso la top ten Francisco Ventoso (Movistar), Bozic e Degenkolb. l prossimi appuntamenti con il calendario World Tour, a parte la Vuelta giunta alla sua seconda settimana, si svblgeranno in Canada dove saranno in programma, ispettivamente il 13 e il 15 settembre, i Gran Premi del Québec e di Montréal.
Marco Salonna
01-09-2013
settembre 1, 2013 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
VUELTA A ESPAÑA
Lo spagnolo Daniel Moreno Fernández (Katusha Team) si è imposto nella nona tappa, Antequera – Valdepeñas de Jaén, percorrendo 163,7 Km in 4h18′57″, alla media di 37,930 Km/h. Ha preceduto di 4″ i connazionali Valverde Belmonte e Rodríguez Oliver. Miglior italiano Rinaldo Nocentini (AG2R La Mondiale), 6° a 9″. Moreno Fernández è il nuovo leader della classifica con 1″ sull’irlandese Roche e 20″ sull’italiano Vincenzo Nibali (Astana Pro Team).
GP OUEST FRANCE – PLOUAY
L’italiano Filippo Pozzato (Lampre – Merida) si è imposto nella corsa francese, circuito di Plouay, percorrendo 243 Km in 5h59′54″, alla media di 40,511 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Giacomo Nizzolo (RadioShack – Leopard) e il francese Dumoulin.
SCHAAL SELS
Il belga Pieter Jacobs (Topsport Vlaanderen – Baloise) si è imposto nella corsa belga, circuito di Merksem, percorrendo 200,1 Km in 4h33′01″, alla media di 43,975 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Van Staeyen e Planckaert. Ritirato Danilo Napolitano (Accent.jobs – Wanty), unico italiano in gara.
RABO RONDE VAN MIDDEN-NEDERLAND
Il tedesco Sebastian Forke (Team NSP – Ghost) si è imposto nella corsa olandese, circuito di Utrecht, percorrendo 197,6 Km in 4h18′45″, alla media di 45,820 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Van Trijp e il tedesco Schweizer. Due italiani in gara, entrambi del Leopard – Trek Continental Team: Eugenio Alafaci (Leopard – Trek Continental Team) 6°, Piero Baffi 16°.
CROATIA-SLOVENIA
L’austriaco Riccardo Zoidl (Team Gourmetfein Simplon) si è imposto nella corsa croato-slovena, Zagabria – Novo Mesto, percorrendo 179,7 Km in 4h07′03″, alla media di 43,643 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Hrinkow e lo sloveno Stimulak. Miglior italiano Federico Pozzetto (Tirol Cycling Team), 4° a 7″.
TOUR OF BULGARIA
Due tappe disputate nel primo giorno di gara.
Il mattino, il tedesco Phil Bauhaus (Team Stölting) si è imposto nella prima tappa, Sofia – Zlatitza, percorrendo 70 Km in 1h29′58″, alla media di 46,684 Km/h. Ha preceduto allo sprint il serbo Stevic e l’ucraino Buts, distanziati di 2″ e 4″ nella prima classifica generale.
Il pomeriggio, l’ucraino Vitaliy Buts (Kolss Cycling Team) si è imposto nella seconda tappa, Zlatitza – Kazanlak, percorrendo 117 Km in 2h37′20″, alla media di 44,618 Km/h. Ha preceduto allo sprint il polacco Kirpsza e Bauhaus. Buts è il nuovo leader della classifica, con lo stesso tempo di Bauhaus e 4″ su Kirpsza.
TOUR DO RIO (Brasile)
Lo brasiliano Gregory Panizo (Funvic Brasilinvest – São José dos Campos) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Rio das Ostras – Rio de Janeiro, percorrendo 180,7 Km in 3h42′53″, alla media di 48,644 Km/h. Ha preceduto di 6″ i connazionali Da Rosa e Ferraz Affonso. Miglior italiano Andrea Peron (Team Novo Nordisk), 8° a 1′13″. In classifica si impone lo spagnolo Óscar Sevilla Ribera (EPM – UNE) con 7″ sul connazionale Veloso e 1′38″ sul colombiano Ortiz Caro. Miglior italiano Luigi Miletta (Vini Fantini – Selle Italia), 15° a 4′44″.
TROFEO MARCO RUSCONI (dilettanti)
L’italiano Davide Villella (Cannondale) si è imposto nella corsa italiana, Rio das Ostras – Rio de Janeiro, percorrendo 158,4 Km in 3h42′28″, alla media di 42,721 Km/h. Ha preceduto di 2″ l’italiano Gianfranco Zilioli (Team Colpack) e il polacco Wisniowski.
MORENO, DOPPIA DOPPIETTA: SECONDA TAPPA E MAGLIA ROSSA
Lo scudiero di Joaquim Rodriguez stacca tutti sul muro di Valdepeñas de Jaen, sfilando per 1’’ la maglia rossa dalle spalle di Nicolas Roche, 4° a 8’’. Nel mezzo, a 4’’, Valverde e Purito. Buona difesa da parte di Nibali, giunto a 8’’ dal vincitore. Paga di più Ivan Basso, attardato di 15’’. Domani ritorno in alta montagna, con l’Alto de Monachil e traguardo sull’Alto Hazallanas.
Foto copertina: Daniel Moreno sul podio (foto Bettini)
La rampa di Valdepeñas de Jaen sembrava disegnata su misura per esaltare finalmente Joaquim Rodriguez, e invece è stato ancora una volta il Katusha di scorta a festeggiare: Daniel Moreno, già vincitore a Fisterra nella quarta tappa, bissa il successo sul muro che due anni fa incoronò Purito, impreziosendo il già notevole assolo con la conquista della maglia di leader. Il suo capitano – al momento da ritenere ancora tale in chiave graduatoria generale – ha oggi agito da scudiero, limitandosi a rintuzzare il contrattacco di Valverde, sufficiente a levare di ruota gli altri uomini di classifica, ma non a chiudere sul proiettile verde partito dopo pochi metri di salita.
La vittoria del madrileno, 32 anni fra quattro giorni, è stata il giusto premio ad un lavoro di squadra cominciato prima di metà percorso, quando la Katusha si è aggiunta alla BMC nella caccia a Luke Rowe, Lloyd Mondory, Francisco Javier Aramendia (di nuovo), Anthony Roux e Johnny Hoogerland, fuggitivi della prima ora. Il margine del quintetto, mai arrivato a superare i 7’, è stato agilmente controllato dalla coalizione russo-americana, fino al ricongiungimento – forse addirittura prematuro -, concretizzatosi a 25 km dal termine.
La scalata all’Alto de los Frailes, pedalabile antipasto dell’erta finale, è stata da subito animata dal contrattacco di Amets Txurruka, in breve raggiunto e staccato da Robert Kiserlovski; gli unici grattacapi sono stati però creati al gruppo da Edvald Boasson Hagen, partito in vista del GPM, e capace di costruire un vantaggio giunto a sfondare, nel tratto di saliscendi successivo, i 20’’. Luis Leon Sanchez ha vanamente tentato di unirsi al norvegese in discesa, venendo però riassorbito dal trenino Katusha, ormai in controllo esclusivo del plotone.
Boasson Hagen si è dovuto a sua volta arrendere a poco meno di 2 km dal termine, quando i big stavano ormai già combattendo per imboccare al meglio il muro. Paterski ha approcciato in testa l’ascesa, vedendosi però sfrecciare di fianco Moreno dopo pochi metri di scalata. Su pendenze che nel tratto centrale dello strappo arrivavano a sfiorare il 30%, lo scatto dello spagnolo poteva apparire prematuro, ed è probabilmente per questo che Valverde, già pluri-piazzato nella prima settimana, ha atteso ancora una volta qualche attimo di troppo per replicare. Rodriguez si è incollato alla ruota del murciano, negando qualsiasi collaborazione, mentre il resto del mondo, già tagliato fuori dalla lotta per la vittoria di tappa, si affannava per contenere i danni.
Moreno, beffato ieri dall’anticipo di König, è stato così premiato dal passaggio ad una strategia più aggressiva, peraltro già vincente martedì; Valverde si è dovuto accontentare della piazza d’onore, staccato di 4’’, seguito da Purito. Roche, issatosi in vetta alla generale appena ventiquattro ore fa, si è difeso più che bene, cogliendo un 4° posto di giornata, ma gli 8’’ di ritardo hanno consegnato la leadership a Moreno per un solo secondo, grazie ai dieci di abbuono. Subito dietro, accreditato dello stesso tempo, hanno tagliato il traguardo Samuel Sanchez, Rinaldo Nocentini e Vincenzo Nibali, molto più convincente rispetto all’esibizione di ieri. Philippe Gilbert, dopo la quasi-vittoria di due giorni fa, ha lanciato un ulteriore segnale di ripresa, giungendo 8° a 13’’, vittima di un buco peraltro opinabile. 11°, invece, un buon Ivan Basso, i cui 15’’ di passivo rientrano ampiamente nei limiti dell’accettabile, su una salita tutt’altro che consona alle caratteristiche del varesino.
La nuova generale vede dunque Moreno al comando su Roche, con Nibali che approfitta del mezzo passo falso di Horner (17° a 18’’ oggi, 5° a 28’’ in graduatoria) per risalire sul podio virtuale, a 20’’ dal leader. Valverde è ora 4° a 22’’, e può dire di aver quasi annullato l’handicap della cronosquadre inaugurale. Purito sale al 6° posto, a 56’’, seguito da König, Zubeldia e Uran, ancora in top 10 malgrado i quasi 50’’ pagati oggi. Entra invece nei dieci un bravissimo Santaromita, sempre più degno portatore della maglia tricolore, appena davanti ad Ivan Basso.
La nuova fisionomia della classifica è verosimilmente destinata a durare un solo giorno: alla vigilia del primo riposo, la Vuelta affronterà infatti le due ascese più dure della prima metà di corsa, l’Alto de Monachil e l’Alto de Hazallanas. La seconda ospiterà il sesto traguardo all’insù in dieci tappe, dopo 15 km e 800 metri di scalata ad una media del 5% che non rende giustizia alla difficoltà dell’ascesa, contrassegnata nella seconda parte da ripetute punte in doppia cifra. Dopo tanti arrivi buoni al massimo per rosicchiare manciate di secondi, potrebbe essere questa la prima occasione per scavare divari più consistenti.
Matteo Novarini
CONTINUA IL MOMENTO D’ORO DI MODOLO
Dopo il successo alla Coppa Bernocchi Sacha Modolo concede il bis al Memorial Marco Pantani – Giro dell’Emilia. Felicissimo dopo il traguardo, l’atleta prossimo a vestire i colori della Lampre: “Per me è un onore vincere una gara intitolata al grande Marco, ci credevamo molto, io e i miei compagni, abbiamo cercato di gestire le salite e alla fine siamo riusciti a stare davanti per la volata”.
Foto copertina: Modolo lascia la sua firma anche sul Memorial Pantani (foto Bettini)
Tattica perfetta quella messa in pratica dalla Bardiani all’ultima edizione del Memorial Marco Pantani, da quest’anno accorpato al Giro di Romagna.
Comandati da Roberto Reverberi, gli uomini in azzurro hanno cercato di fare in modo regolare la prima parte di tracciato molto ostica, per poi recuperare sui fuggitivi nella parte finale del percorso, totalmente pianeggiante.
Un po’ per volta il gruppo ha recuperato sul drappello in fuga formato da quattordici corridori: Proni e Porsev, attaccanti della prima ora, Bongiorno, Durasek, Taborre, Pellizzotti, Facchini, Balloni, Sinkewitz, Mentjens, Firsanov, Felline, Finetto e Rabottini, usciti dal gruppo lungo l’ultima salita. Nel finale c’è stato poi il tempo per vedere un timido attacco di Dal Santo che ha provato ad anticipare una volata ormai ovvia. Sul traguardo di Cesenatico, luogo dove è cresciuto Pantani, è transitato con le braccia al cielo il veneto Modolo anticipando Enrico Rossi ed Andrea Piechele. Da segnalare l’ottima del neoprofessionista Andrea Zordan, da pochi giorni all’Androni come stagista in vista di passare di “ruolo” il prossimo anno, che ha concluso la gara all’ottavo posto.
Andrea Mastrangelo