LA RATTO E’ DI BRONZO NEL TERZO MONDIALE DELLA VOS

settembre 29, 2013
Categoria: News

Ennesima conferma in terra toscana. Anche nella prova Donne Elite la vincitrice conferma quanto già ottenuto dodici mesi orsono in Danimarca. Seconda piazza per la svedese Johansson, terza per Rossella Ratto, prima italiana medagliata in questi mondiali fiorentini

Foto copertina: secondo mondiale consecutivo (terzo in carriera dopo Salisburgo 2006) per Marianna Vos (foto Bettini)

Marianne Voss, la regina del ciclismo mondiale, ha messo tutte alle spalle e si è guadagnata l’onore e l’onere di indossare anche per la stagione prossima ventura la maglia iridata, che aveva conquistato lo scorso anno a Valkenburg e che aveva vestito anche nel 2007. La prova odierna si è svolta secondo copione e, dopo una prima parte tranquilla, il terzo passaggio verso Fiesole ha solleticato le ambizioni di molte, con le azzurre in primo piano quando Francesca Cauz e Susanna Zorzi allungano e frazionano il plotone, dando fuoco alle polveri.
Il successivo strappo di Via Salviati ha invece ispirato ma senza successo l’olandese Brand e l’azzurra Ratto. Nel penultimo giro il passaggio verso Fiesole ha cominciato a delinearsi la fisionomia di come, da li a seguire, si sarebbe svolta la gara. Una serie di scatti e controscatti hanno portato un gruppo di 8 ad avvantaggiarsi: le olandesi Vos e Van Der Breggen, le italiane Guderzo, Longo Borghini e Ratto, la svedese Johansson, la statunitense Stevens e l’australiana Cromwell, raggiunte all’inizio dell’ultimo giro dalla tedesca Hausler, dalla russa Antoshina e dalla neozelandese Villumsen.
Le undici al comando affrontano l’ultima salita di Fiesole con il coltello tra i denti scollinado in 5 (Vos, Van Der Breggen, Johansson, Ratto e Stevens), raggiunte successivamente da Villumsen, Longo Borghini e Guderzo.
Con una situazione come questa i possibili scenari sono illimitati, il muro di Via Salviati rimane l’ultima possibilità per giocarsi le proprie carte ed evitare la roulette della volata. Infatti, sarà proprio l’ultima ascesa a tracciare le giuste gerarchie. Ad ulteriore prova della sua classe, la Vos affonda il colpo e si invola potente e regale verso il successo iridato, mentre le ultime a cedere con l’onore delle armi sono state la Ratto e la Johansson scollinando con 5”. Troppo il distacco per colmare il gap e così akle due inseguitrici non è rimasto altro che giocarsi le piazze d’onore con l’italiana costretta alla terza piazza. con la piccola soddisfazione sia per l’italiana che per la norvegese di aver conquistato la prima medaglia in questa edizione per la propria nazione.
Il terzo posto della Ratto corona comunque un gran lavoro portato avanti dalle azzurre, lavoro riconosciuto anche dalla stessa Vos “Vincere il secondo Mondiale di fila è stato molto difficile, più di quello dell’anno scorso, anche perché la nazionale italiana ha reso molto dura la corsa. All’inizio dell’ultimo giro avevo già in mente di attaccare in via Salviati e non a Fiesole, e così ho fatto. Ci tenevo molto a non perdere la maglia arcobaleno con cui ho corso per tutta la stagione e l’aiuto di Anna Van Der Breggen è stato fondamentale”. La forza della squadra azzurra è stata confermarta anche dalla Johansson: “Lo scatto di Marianne è stato particolarmente secco, irresistibile per me e Rossella. Abbiamo provato a riprenderla negli ultimi chilometri, ma lei è andata fortissimo. E’ stata dura trovarmi nel finale fra due squadre compatte come quella italiana e quella olandese, ma mente e gambe oggi hanno lavorato bene”.
Pure dalle parole soddisfatte di Rossella Ratto si evince la saldezza del gruppo Italia e le capacità strategica delle nostre atlete di leggere la corsa: “All’inizio dell’ultimo giro io e le altre azzurre in fuga abbiamo deciso che sarei stata a ruota di Marianne Vos fino alla fine e che le altre avrebbero attaccato prima. Ci tenevo a fare bene perché c’erano, ovviamente, tanti tifosi italiani qui e correre un Mondiale in un contesto da favola come Firenze non accade tutti i giorni: salire sul podio è un sogno realizzato”.

Mario Prato

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