L’ETERNO VOIGT METTE TUTTI IN FILA

maggio 17, 2013 by Redazione  
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La quinta tappa del Tour of California va al tedesco Jens Voigt (Radioshack) che, con un allungo negli ultimi 5 chilometri, anticipa la volata del gruppetto inseguitore regolato da Tyler Farrar (Garmin-Sharp) davanti a Thor Hushovd (BMC).
Cambia invece la classifica generale con Tejay Van Garderen che sorpassa Jannis Acevedo, oggi giunto attardato causa ventagli.

Foto copertina: il tedesco Voigt taglia in solitaria il traguardo di Avila Beach (foto Jonathan Devich)

Quando ci si aspetta poco o nulla da una tappa ecco che succede sempre qualcosa, e oggi è addirittura cambiata la leadership in classifica generale con Tejay Van Garderen che è da oggi la nuova maglia gialla della corsa. L’azione che ha permesso di sbarazzarsi di Jannis Acevedo si è maturata grazie ad una super mossa di squadra, la BMC, la quale ha colto il momento giusto per azionare i ventagli spaccando il gruppo e staccando il colombiano.
Quinta frazione che partiva da Santa Barbara e terminava ad Avila Beach dopo aver pedalato per 185 chilometri e che altimetricamente presentava un percorso semplice salvo un GPM di seconda categoria ma posizionato praticamente in partenza di tappa, per il resto invece tutta pianura.
In avvio parte praticamente subito la fuga “buona”, composta da tre corridori: De Gendt (Vacansoleil-DCM), Chun Feng (Champion System) e Jones (Bissel Cycling). Questo terzetto in testa alla corsa arriverà a guadagnare un vantaggio massimo di circa sette minuti, ma dopo metà gara l’inseguimento del gruppo si farà più insistito.
Tuttavia quella che doveva essere una tappa “normale” con il solito e tranquillo rincorrere del plotone, oggi c’è stato un diversivo, perché nel tratto pianeggiante il gruppo ha trovato un elemento, talvolta pericoloso come poi si scoprirà, con cui i corridori han dovuto condividere la propria fatica: il vento. E Jannis Acevedo, fin lì molto attento, commette una grossa disattenzione come quella di lasciare le primissime posizione per rimanere nella pancia del gruppo, errore che non commette la BMC, che a quel punto mette in moto il suo piano non perdendo tempo ad alzare la velocità in testa al plotone.
L’effetto di tale azione ha effetti dirompenti: il gruppo si sfalda in tanti piccoli “tronconi” e il capoclassifica si stacca.
A questo punto la BMC continua a tirare e l’aver staccato la maglia gialla aumenta il morale dei corridori di rossonero vestiti, e da lì non si fermeranno fino al traguardo.
Dopo aver ripreso la fuga iniziale, la situazione è rimasta compatta con il primo gruppetto comprendente Hushovd, Frank, Van Garderen, Rogers, Sagan, Farrar e altri dieci che aveva un vantaggio di un minuto sul drappello comprendente Acevedo.
Nel finale uno strappetto posto a 5 chilometri dal traguardo offre un’occasione ghiotta per chi non avesse possibilità in vista di un arrivo allo sprint. E uno di questi è Jens Voigt che parte non appena la strada inizia a spianare e, vista la mancanza di corridori a disposizione dei capitani, il fuggitivo prende subito spazio.
Nell’avvicinamento al traguardo si è vista tutta la grinta di questo esperto corridore, che non ha mai smesso di pigiare sui pedali fino agli ultimi 50 metri, quando si è voltato per guardare all’indietro e, non vedendo gli inseguitori, ha potuto alzare le braccia.
Dopo sei secondi giunge il primo gruppetto che viene regolato da Tyler Farrar precedendo Hushovd, Sagan, Matthews, McCarthy, Candelario, Rogers, Irizar e Van Garderen.
La maglia gialla di Acevedo taglia il traguardo con un ritardo di 1′07” e per effetto di tale ritardo perde il simbolo del primato, che ora passa allo statunitense Tejay Van Garderen.
Domani è prevista una delle due tappe decisive per conoscere meglio chi potrà aggiudicarsi il Tour of California, con una cronometro individuale con partenza e arrivo a San José lunga una trentina di chilometri di cui gli ultimi tre in salita.

Paolo Terzi

BUSSETO – CHERASCO: ALLEGRISSIMO CON BRIO

maggio 17, 2013 by Redazione  
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Seconda tappa di trasferimento consecutiva alla corsa rosa, che attende di tornare sulle montagne con una lunga frazione aperta a diverse soluzioni. In gran parte pianeggiante, l’altimetria si ravviverà nel finale, con quattro ascese consecutive che ispireranno attacchi a iosa tra i cacciatori di tappe, anche se non andrà esclusa del tutto la possibilità di un arrivo allo sprint, seppure con un gruppo decisamente setacciato dalle difficoltà del finale. Possibilità, dunque, per un velocista ben equipaggiato, per un finisseur o per un uomo da fuga, mentre i big si riposeranno per altre ventiquattrore.

Se volessimo abbinare a ciascuna frazione del 96° Giro d’Italia una colonna sonora, per la tappa numero 13 il gioco è presto fatto: dovrà obbligatoriamente essere un sottofondo verdiano ad accompagnare i “girini” lungo i 242 Km che condurranno il gruppo fin a Cherasco. Si partirà, infatti, da quella Busseto – dove il Giro aveva già reso omaggio a Giuseppe Verdi nel 2001, in occasione del centenario della morte – universalmente nota per aver dato i natali al celebre compositore. Anche stavolta la sosta della carovana rosa sarà legata a un anniversario, poiché saranno trascorsi 200 anni dal 10 ottobre del 1863, il giorno nel quale i bussetani udirono, provenenti dalla modesta casetta in frazione Roncole, i primi vagiti di “Beppino”, strepitii destinati col tempo a tradursi nelle note che composero i celebri melodrammi messi in musica dal Maestro. Quando il sindaco darà il “la” alla quotidiana fatica, davanti ai corridori si leverà il sipario su di una atto che, per continuare a ricorrere alla terminologia musicale, si può definire “allegrissimo con brio”. Allegrissimo significa molto rapido, proprio come dovrebbe essere lo svolgimento di questa frazione, tracciata in gran parte tenendo il righello in posizione orizzontale: per 189 Km non s’incontrerà nemmeno l’ombra di un cavalcavia e il gruppo premerà lesto sui pedali senza troppa difficoltà, magari con una partenza “razzo”, come quelle divenute abitudinali in questi ultimi anni. Il “brio” lo daranno le colline che punteggeranno gli ultimi 50 Km, nei quali non si troverà più la strada piana, se non negli ultimi 6000 metri. A differenza della precedente tappa di Treviso, stavolta per le operazioni dei “treni” non ci sarà praticamente spazio e il governo della corsa sarà più complicato, pur non potendosi scartare a priori l’ipotesi di un arrivo allo sprint. Una parte dei velocisti ha, infatti, imparato a districarsi nei finali più complicati, arrivando a imporsi su traguardi che, fino a una ventina di anni fa, erano considerati per loro proibitivi. La vicinanza delle quattro salite previste al traguardo moltiplicherà, comunque, i tentativi di chi cercherà la gloria – sia nel gruppo, sia nell’eventuale plotoncino di uomini in fuga – e, senza il “catenaccio” imposto dai treni, aumenteranno anche la possibilità di condurli a buon fine, in una delle ultime giornate interlocutorie di questa edizione della corsa rosa.
Lasciata subito la provincia di Parma, il gruppo transiterà dopo una decina di chilometri da Cortemaggiore (paese natale dell’ex ciclista Ellis Rastelli, vincitore della prima tappa in linea del citato Giro del 2001, Giulianova – Francavilla al Mare), centro conosciuto per l’unica benzina italiana “D.O.C.”, estratta da un piccolo giacimento petrolifero scoperto nelle campagne dall’AGIP, e che merita una fermata per aggirarsi nelle strade del suo nucleo antico rinascimentale, tra le quali spiccano le chiese di Santa Maria delle Grazie e dell’Annunziata, conservante un interessante ciclo d’affreschi di Giovanni Antonio de’ Sacchis, noto come “Il Pordenone”. Si giungerà in seguito nella “Primogenita”, la città di Piacenza, così soprannominata perché nel 1848 fu la prima città italiana a decretare, in seguito ad un plebiscito, l’annessione al Regno di Sardegna, primo tassello della completa Unità che si compirà ufficialmente il 17 marzo del 1861 e che si completerà con la sconfitta dell’impero austro-ungarico nella prima guerra mondiale (1918). Un vanto per questa cittadina che offre al turista diverse attrattive, a partire dalla centralissima Piazza dei Cavalli, l’inevitabile punto di partenza di una visita che deve contemplare, per concentrarci solo sui principali monumenti, i palazzi Comunale (detto “Il Gotico”) e Farnese, il duomo, le basiliche di Sant’Antonino, San Savino e San Sisto mentre chi predilige l’arte moderna non dovrà farsi mancare un giro nelle sale della Galleria Ricci-Oddi.
Dopo Piacenza si proseguirà sulla SS 10 “Padana Inferiore” e con lunghi rettifili pianeggianti si sfiorerà il centro di Sarmato, dove un santuario dedicato a San Rocco fu costruito nel XVI secolo sulla grotta nella quale, secondo la tradizione, si trascinò il santo pellegrino francese (era originario di Montpellier) dopo aver contratto la peste assistendo gli ammalati della città e nella quale fu visitato dal cane del signore del luogo, che giornalmente gli recava un tozzo di pane sottratto dalla mensa del suo padrone.
Dopo Castel San Giovanni il gruppo farà il suo ingresso in Lombardia, che sarà attraversata per una quarantina di chilometri sfiorando al piedi le prime colline dell’Oltrepò Pavese e toccando centri come Stradella, noto per la produzione di fisarmoniche, e Broni, piccola località termale nella quale da diversi anni si è stabilito Evgenij Berzin, l’ex corridore russo che vinse il Giro nel 1994. Alle porte di Casteggio si confluirà sul tracciato della Milano – Sanremo, che sarà ricalcato fedelmente per circa 30 Km. Sono le fasi iniziali della “classicissima” che, dopo il via dal capoluogo lombardo, si accinge a entrare in Piemonte mentre prende velocemente corpo la classifica “fuga della prima ora”, solitamente destinata a esaurirsi tra i Capi e il Poggio. Qualunque sia la corsa, agonistica, amatoriale ma anche una semplice sgambata, si avverte sempre un sottile brivido a percorrere queste strade, poste a diretto contatto con i colli del tortonese, le terre della vita e degli allenamenti di Girardengo e dei fratelli Coppi, ai quali si eleverà il ricordo. In particolare, impossibile sarà non pensare a Fausto mentre la carovana attraverserà Tortona, nel cui ospedale l’Airone dischiuse le ali alle 8.45 del 2 gennaio 1960 e dove il Giro si “dissocerà” dalla Sanremo e proseguirà la sua rotta tagliando nel mezzo la piana di Marengo, nel cui cuore sorge il centro, piccolo ma carico di storia, di Bosco Marengo. Qui nacque Antonio Ghislieri, il cardinale che fu eletto papa nel 1566 e che fu il primo pontefice ad adottare il tradizionale abito bianco; suo concittadino, decisamente meno illustre, fu Luigi Giacobbe, corridore che gareggiò tra i professionisti dal 1926 al 1936 e che portò a casa, entrambe conseguite nel 1931, la tappa di Cuneo del Giro (il primo che prevedeva l’assegnazione della maglia rosa) e la Tre Valli Varesine. Qui, soprattutto, il 14 giugno 1800 fu combattuta una storica battaglia tra le truppe della Seconda Coalizione e Grande Armata di Napoleone, che ne fu la vincitrice, in occasione della quale il cuoco di campo dell’imperatore francese creò un piatto divenuto in seguito uno dei capisaldi della gastronomia piemontese, il pollo alla Marengo, cucinato con funghi e gamberi di fiume, ingredienti che il cuciniere andò a raccattare nei dintorni del campo di battaglia.
Sfiorata la grandiosa cittadella militare di Alessandria, fortificazione del XVIII secolo candidata all’ingresso nella lista dei Patrimoni mondiali dell’UNESCO e sulla quale il 10 marzo 1821 si vede per la prima volta nella storia dell’Italia risorgimentale sventolare il tricolore, si lascerà la pianura padana per inoltrarsi tra le colline – sono quelle del Monferrato queste, poi nel finale si arriverà sulle Langhe – lasciandole, però, ancora per molto ai margini del tracciato. Infatti, dinanzi ai corridori ci saranno ancora una settantina circa di chilometri assolutamente pianeggianti da percorrere, mentre si passerà dall’alessandrino all’astigiano e da questo alla “Provincia Granda”, quella di Cuneo, così chiamata perché è quella più estesa del Piemonte mentre è la terza in Italia dopo quelle di Bolzano e Foggia. Raggiunta Alba, città di croccanti nocciole, odorosi tartufi e inebrianti vini, finirà la “pacchia” e si accederà al gran finale di questa frazione, disegnato sulle strade delle Langhe e introdotto dalla salita verso il centro collinare di Diano d’Alba, la più impegnativa delle quattro in programma. Non si salirà, infatti, dalla provinciale ma da una strada secondaria, più stretta e diretta, che supera i 250 metri di dislivello previsti in 2,8 Km, affrontando una pendenza media del 9,4% e incontrando un picco massimo del 16,7%. Superato l’unico GPM di giornata e terminata la discesa, si riprenderà subito a salire verso Roddino, in vista del quale si scollinerà dopo aver affrontato altri 5,7 Km all’insù, più pedalabili dei precedenti essendo la media del 5,7%. Sinuosamente si planerà poi sulla località di villeggiatura di Monforte d’Alba e successivamente su Barolo, uno dei capoluoghi enologici d’Italia, dominato dal castello dei Marchesi Falletti, nelle cui stanze fu ospite Silvio Pellico dopo la prigionia allo Spielberg e odierna sede dell’Enoteca Regionale del Barolo. All’uscita da questo centro avrà inizio l’ascesa di Vergne, penultima difficoltà di giornata, la più semplice con i suoi 2 Km al 5,1%, seguita dalla planata nella valle del Tanaro. Subito se ne risalirà la riva opposta per affrontare gli ultimi momenti difficili della tappa, poco più di duemila metri al 5,4% (strappi fino all’11,7%) per arrivare nel centro storico di Narzole, presso il quale nel 1943 fu scoperta una necropoli risalente all’età del ferro, ritrovamento che ampliò il panorama archeologico della zona, che offre anche gli scavi dell’antica città romana di Julia Augusta Bagiennorum , la capitale della popolazione ligure dei Bagienni , situati non lontani dall’odierno centro di Bene Vagienna.
Dai tempi dell’impero romano rientriamo adesso precipitosamente al 17 maggio 2013 del Giro che ora volgerà al termine con gli ultimi 6 Km, dritti e pianeggianti, verso Cherasco. Questa città, fondata nel 1243 e che festeggerà con l’approdo della corsa rosa i suoi 770 anni di vita, sarà il terminal di una delle ultime giornate di vero trasferimento del Giro, una tappa che i “big” della classifica trascorreranno con controllata tranquillità nella pancia del gruppo, attenti a non spendere più energie di quelle che costerà l’elevato chilometraggio previsto dalla seconda tappa più lunga del Giro. Da domani si riprenderà a salire per davvero, con prepotenza.

MODIFICHE AL PERCORSO
Modificato il finale, sostituendo le salite di Diano d’Alba e Roddino con quella di Tre Cuni (10,1 Km al 4,8% max 11%). Rimangono, invece, le due successive di Vergne e Narzole. Il chilometraggio passa da 242 a 254 Km, facendo di questa frazione la più lunga del Giro.

Mauro Facoltosi

FOTOGALLERY

Foto copertina: Cherasco, arco del Belvedere (www.bandierearancioni.it)

Busseto, casa natale di Giuseppe Verdi (panoramio)

Busseto, casa natale di Giuseppe Verdi (panoramio)

Cortemaggiore, Chiesa dellAnnunziata (www.visitacastellarquato.it)

Cortemaggiore, Chiesa dell'Annunziata (www.visitacastellarquato.it)

Piacenza, Duomo (www.musicafotopoesia.com)

Piacenza, Duomo (www.musicafotopoesia.com)

Stradella, chiesa della Versa (panoramio)

Stradella, chiesa della Versa (panoramio)

Bosco Marengo, il museo dedicato alla battaglia napoleonica (www.lapulceonline.it)

Bosco Marengo, il museo dedicato alla battaglia napoleonica (www.lapulceonline.it)

La cittadella di Alessandria (www.corriere.it)

La cittadella di Alessandria (www.corriere.it)

Alba (panoramio)

Alba (panoramio)

Barolo, castello dei marchesi Falletti (panoramio)

Barolo, castello dei marchesi Falletti (panoramio)

Bene Vagienna, scavi di Julia Augusta Bagiennorum (www.provincia.cuneo.it)

Bene Vagienna, scavi di Julia Augusta Bagiennorum (www.provincia.cuneo.it)

16-05-2013

maggio 17, 2013 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA
Il britannico Mark Cavendish (Omega Pharma – Quick Step) si è imposto nella dodicesima tappa, Longarone – Treviso, percorrendo 134* Km in 3h01′47″ alla media di 44,228 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Bouhanni e lo sloveno Bouhanni. Miglior italiano Giacomo Nizzolo (RadioShack – Leopard), 4°. L’italiano Vincenzo Nibali (Astana Pro Team) è ancora maglia rosa con 41″ sull’australiano Evans e 2′04″ sul colombiano Urán Urán.
* effettivi 126 Km, in seguito alla spostamento della partenza di 5 Km e alla bonifica degli ultimi 3 Km

AMGEN TOUR OF CALIFORNIA

Il tedesco Jens Voigt (RadioShack – Leopard) si è imposto nella quinta tappa, Santa Barbara – Avila Beach, percorrendo 185,7 Km in 4h41′16″ alla media di 39,613 Km/h. Ha preceduto di 6″ lo statunitense Farrar e il norvegese Hushovd. Miglior italiano Marco Pinotti (BMC Racing Team), 49° a 1′07″. Lo statunitense Tejay Van Garderen (BMC Racing Team) è il nuovo leader della classifica con 42″ sull’australiano Rogers e 50″ sul colombiano Acevedo Colle. Miglior italiano Marco Pinotti (BMC Racing Team), 64° a 26′44″

ROYAL SMILDE OLYMPIA’S TOUR (Paesi Bassi)

L’olandese Jeff Vermeulen (Metec – TKH Continental Cyclinteam) si è imposto nella terza tappa, Ulft – Gendringen, percorrendo 157,8 Km in 3h28′10″ alla media di 45,483 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Stroetinga e Teunissen. Vermeulen è il nuovo leader della classifica con 3″ sul connazionale Vermeltfoort e 12″ sul connazionale Van der Zwet.

GLAVA TOUR OF NORWAY (Norvegia)

Il norvegese Alexander Kristoff (Katusha Team) si è imposto anche nella seconda tappa, Kongsberg – Skien, percorrendo 179 Km in 4h11′12″ alla media di 42,755 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Boasson Hagen e Holst Enger. Miglior italiano Matteo Pelucchi (IAM Cycling), 9°. Kristoff è ancora leader della classifica con 8″ su Boasson Hagen e 15″ sul danese Reihs. Miglior italiano Pelucchi, 11° a 20″.

RONDE DE L’ISARD (Francia – dilettanti)
Il francese Romain Guyot (Vendée U – Cyclisme) si è imposto nella prima tappa, circuito di Boulogne, percorrendo 162,6 Km in 4h07′02″ alla media di 39,492 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Orbe Urrutia e di 14″ lo spagnolo Barbero Cuesta. Unico italiano in gara Ignazio Moser (BMC Development Team), 40° a 2′52″. La prima classifica vede in testa Guyot con 1″ su Orbe Urrutia e 20″ su Barbero Cuesta. Moser 40° a 3′02″.

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI TREVISO

maggio 16, 2013 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Come negli ultimi anni, dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; i punti salienti della tappa a venire; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1963. Seguiteci.

Foto copertina: piove e il raduno di partenza lo si fa al coperto (foto Bettini)

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Italia

Tris Cavendish a Treviso. E Wiggins affonda sotto il diluvio(Gazzetta dello Sport)

12esima tappa a Cavendish. Nibali resta in rosa (Corriere della Sera)

Regno Unito

Mark Cavendish wins stage 12 of the Giro (The Independent)

Giro d’Italia hopes dashed for sick Bradley Wiggins (The Times)

Cavendish registers 100th career win as Wiggins toils in Giro (The Daily Telegraph)

Francia

Cavendish rit, Wiggins pleure (L’Equipe)

Spagna

Cavendish suma cien triunfos y Wiggins, enfermo, pierde 3:17 (AS)

Mark Cavendish se pone a cien (Marca)

Wiggins sigue hundiéndose (El Mundo Deportivo)

Belgio

Troisième succès de Cavendish au Giro (Le Soir)

Cavendish sprint naar honderdste zege, Wiggins definitief uitgeteld (De Standaard)

Wiggins déclare souffrir d’une infection pulmonaire (L’Avenir)

La passe de trois pour Cavendish (La Dernière Heure/Les Sports)

100e succès officiel pour Mark Cavendish (Sudinfo.be)

Paesi Bassi

Derde ritzege Cavendish (De Telegraaf)

Germania

Cavendish sprintet zum 100. Sieg (Berliner Zeitung)

Cavendish holt dritten Etappensieg (Westdeutsche Allgemeine Zeitung)

Lituania

R. Navardauskas finišavo su pagrindine grupe, M. Cavendishas iškovojo šimtąją karjeros pergalę Lietuvos Rytas

Canada

Cavendish wins rainy 12th stage at Giro d’Italia (The Globe and Mail)

USA

Cavendish Wins 12th Stage of Giro d’Italia (The New York Times)

Colombia

Rigobero Urán sigue tercero en el Giro, tras etapa que ganó Cavendish (El Tiempo)

Rigoberto Urán se mantiene tercero en el Giro de Italia (El Espectador)

Australia

Wiggins’ loss is Evans’ gain (The Age)

Wiggins falls off pace in Giro (The Australian)

Cavendish sprints to 100th win (Herald Sun)

BOX POPULI

Ogni giorno, a partire dalla prima tappa, qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Secondo voi le due salite previste nel finale, che hanno belle pendenze e strada stretta, potrebbero dar grossi problemi alle squadre dei velocisti e influire sullo sprint? In caso di volata chi potrebbe imporsi su questo circuito, che sarà affrontato su strade bagnatissime? Non escludo l’eventualità che i tempi per la classifica vengano presi al primo passaggio

Pudra: Oltre alla squadra di Cavendish chi ha interesse nell’arrivare in volata?
quelle di Bouhanni, Viviani, Goss e pochi altri… ma non è meglio che attaccano anche loro (intendo le loro squadre). Non so quanti ritiri ci siano stati e quanto siano ancora forti le squadre, ma non darei per scontato un arrivo in volata, dato che Cavendish ha vinto le prime due tappe veloci e può anche essere che le altre squadre cambino tattica.

MirkoBL: Visto come piove (passano a neanche 15 km da casa mia e non sono nemmeno uscito per andare a vederli passare perché è improponibile), secondo me ci sarà una tranquilla processione fino all’arrivo.

Profpivo: Giù come birilli sul secondo tornante del Fadalto… sta venendo giù tanta di quell’acqua da far paura!

Nebe1980: la pioggia complica tutto, peccato non ci sia una discesa vicino all’arrivo
comunque queste tappe così disegnate sono inutili. Il muro di ca del poggio andava messo a due o tre Km dall’arrivo. Piazzato lì non serve a nulla.

Jack.ciclista: Serve a fare pubblicità ai titolari del ristorante! E’ una tappa per velocisti, è già tanto che abbiamo messo due salitelle buone solo per fare da spot alla provincia.

Nebe1980: Le tappe per velocisi sono inutili. Io metterei sempre quqalche collinetta o salitella vicina all’arrivo. O meglio farei tappe con salitelle vicine all’arrivo su cui i velocisti possono resistere. (es Milano Sanremo col poggio) ma comunque tappe dove non ci si può limitare a far lavorare la squadra per entrare in azione solo negli ultimi 200 metri, tappe che i velocisti possono vincere ma in cui devono faticare per arrivare in volata invece che limitarsi a tenere la fuga a bagnomaria per poi raggiungerla a tre Km dall’arrivo quando vanno a 60 all’ora ed è impossibile evadere. Con qualche collinetta a 4 o 5 Km dall’arrivo dovrebbero resistere ad attacchi di altri uomini e la battaglia sarebbe interessante mentre così le tappe per velocisti sono una noia mortale

Jack.ciclista: Già. Anche io non sopporto i velocisi. E nemmeno i velocisti! Tutti a casa, non dovrebbero nemmeno partecipare alle corse a tappe. E nemmeno alle classiche. Se uno è un velocista che si dedichi solo alla pista.

Vittorio P.: Ecco il risultato di troppe salite e una crono non per specialisti. Wiggins, uno dei grandi attesi e protagonisti, di cui tutte le TV internazionali parlabano, è fuori. Ok, non starà bene, ma se ci fosse stata una bella crono da 60 km piatta, ora magari aveva 1 minuti di vantaggio su Nibali e il tutto era molto più interessante.
Macché, pure la cronoscalata hanno messo! A che serve invitare campioni stranieri, cronoman, velocisti, ecc. ecc. se volete solo montagne! Facciamo direttamente un GP dello scalatore e sono tutti felici e contenti. Puah! Forza Wiggins, ripijati. E viva le cronometro piatte.

Nebe1980: Ottimo!!! Wiggins staccato. Molto bene! Ora se vuole salvare il suo giro d’Italia deve attaccare a fondo in montagna. Se ci riuscirà tanto di cappello.
Una domanda Mauro. Ma visto che vi era la neutralizzazione del tempo ai tre dall’arrivo vorrei capire una cosa. I fuggitivi ai 3 Km all’arrivo avevano dei secondi di vantaggio. Vanno calcolati o no? Perchè se nn vanno calcolati che neutralizzazione è? Se vanno calcolati ci sarebbe la singolare situazione di un vincitore di tappa che prende dei secondi dai fuggitivi che ha raggiunto e battuto

Nebe1980: Troppe salite? Ma sinora hanno fatto solo in Montasio di salita seria e li ha perso solo 30 sec. Il tempo Wiggins non lo ha persao in salita ma in discesa e in discesa bagnata. Le crono da 60 Km piatte sono assurde e non lemettono più neppure al tour. Le crono piatte vanno eliminate del tutto ci vogliono crono vallonate e di non più di 40 Km

MirkoBL: Per la tappa conta l’ordine d’arrivo sulla linea del traguardo, per il tempo conta quello preso ai -3 km. Infatti per Cavendish il tempo è di 3. 1′ 47″, per i 5 fuggitivi è 3. 1′ 37″. Comunque Cav in volata è veramente impressionante.
Non avrà forse questi grandi avversari, ma quando ha accelerato ha preso 5 metri agli altri in un lampo.

Vittorio P: Mettiamoci in testa che non siamo più negli anni ‘90-’00 Indurain-Berzin-Armostrong, cioè NON ESISTONO PIU’ cronoman talmente forti che distruggono i GT.
Oggi, in cui evidentemente il tasso di doping è inferiore, le crono fanno molta meno selezione che nel recente passato. La salita è tornata principe. E quindi, per giustificare un Montasio-Galibier-Jafferau-Tre Cime-Gavia-Stelvio-Val Martello secondo voi bastano 55 km di crono vallonata? Risposta: no.
(E la situazione è ancora peggiore se si pensa che la 2a corno è addirittura “scalata”. Orrore). Quanto sarebbe assai più interessante se il giro avesse avuto una prima crono di 60 km piatta. Io non dico di togliere le salite. per carità, dico che è più importante avere i BIG stranieri e, soprattutto, creare un percorso equilibrato capace di esaltare il corridore più forte e che dia suspance, possibilmente, fino alla fine.

Mauro Facoltosi: Wiggins è malato (polmonite) Non ho potuto vedere il dopotappa, ma preparando la rassegna stampa dei quotidiani stranieri, mi sono imbattuto nel giornale spagnolo As, sul quale si dice che Wiggins ha una polmonite (se non ho tradotto male)

Gnaldi: Ho ascoltato per poco i commenti alla radio sulla tappa e mi è venuto il latte alle ginocchia. Commenti del tipo “il Giro non è facile come il Tour”, “eh, il Giro è un’altra cosa!”, “al Giro ogni giorno può accadere qualcosa”. Commenti da campanile che sinceramente mi danno davvero fastidio, così come mi danno fastidio i giubili per il ritardo di Wiggins. Ma se il Tour è così facile, perché i corridori nostrani non lo vincono da una vita (escludendo per pietà il Tour di Pantani) ? Se continuiamo con questo provincialismo davvero alla fine a correrlo non ci verrà più nessuno se non i corridori di casa nostra. E fra l’altro tutto questo sminuisce invece l’ottima prestazione di Nibali. Ma se il primo si chiamasse Li Yang a me andrebbe bene lo stesso, basta che se le meriti (e per inciso credo Nibali se lo meriti).

MirkoBL: Che Wiggins non stia bene lo si vede: non ha mai avuto la condizione dello scorso anno e in più si sono acuiti i problemi che ha in discesa col bagnato (probabilmente ben mascherati al Tour, visto che non ci sono state discese bagnate). Oggi non riusciva a tenere le ruote nemmeno in pianura, non può essere solo una questione di paura. O forse patisce in maniera molto forte il maltempo.
Però ci andrei cauto con la questione della polmonite: si è passato da raffreddore a influenza ed adesso a questa novità. Secondo me la verità sta nel mezzo.

Howling Wolf 14 (risposta Vittorio P.): Caro V.P., ormai anche nel ciclismo dobbiamo fare i conti con un po’ di teste calde. Il ciclismo è sempre stato lo sport della misura, dell’equilibrio, della sobrietà. Ora c’è qualcuno che vuole inoculare nel mondo della bici il virus del tifo, delle contrapposizioni e via dicendo. Il mio auspicio è che rimangano solo episodi e personaggi isolati, perché radicalizzando le posizioni, a volte in maniera ottusa, ossessiva e non tecnicamente sostenibile, si rischia di rovinare la storia e lo spirito di questo meraviglioso sport.

Howling Wolf 14 (risposta a Nebe1980): Certo che il vantaggio dei 5 fuggitivi viene calcolato. E’ normale. Logico. Ma non è la prima volta che in un ordine di arrivo chi arriva prima di un altro può avere un tempo più alto. A volte quando avvengono delle cadute nelle volate del gruppo di testa prima che chi è finito a terra si rialzi passa magari un altro gruppetto con dei corridori che raggiungono il traguardo prima di quelli caduti. Così il 115° arriva con un distacco di 1′15″ e il 116° arriva con lo stesso tempo del vincitore. E’ normale, ma è sempre stato così, almeno da quando le cadute negli ultimi 3 km vengono neutralizzate.

Howling Wolf 14 (risposta a Nebe1980): Certo che il vantaggio dei 5 fuggitivi viene calcolato. E’ normale. Logico. Ma non è la prima volta che in un ordine di arrivo chi arriva prima di un altro può avere un tempo più alto. A volte quando avvengono delle cadute nelle volate del gruppo di testa prima che chi è finito a terra si rialzi passa magari un altro gruppetto con dei corridori che raggiungono il traguardo prima di quelli caduti. Così il 115° arriva con un distacco di 1′15″ e il 116° arriva con lo stesso tempo del vincitore. E’ normale, ma è sempre stato così, almeno da quando le cadute negli ultimi 3 km vengono neutralizzate.

Howling Wolf 14 (risposta a Gnaldi): Bravo GNaldi, quoto tutto, ma proprio tutto, ciò che hai scritto. Non aggiungo altro, se non che sono contento e orgoglioso che ci sia gente che sa vedere le cose con i propri occhi senza essere influenzata da commentatori pelosi.

Howling Wolf 14 (risposta a Mauro Facoltosi): Ne parlava già la France Presse nel primo pomeriggio di oggi.
“Bradley Wiggins soffre di un’infezione polmonare. L’ha annunciato il suo team, la Sky. L’inglese, 4° in classifica, al momento non si sente “molto bene”. “Le ultime 24 ore – ha spiegato Wiggo alla partenza da Longarone – sono state yn po’ problematiche. Ho un’infezione polmonare. Spero di rimettermi, di star bene tra qualche giorno». «Fortunatamente in questi tre giorni ci sono tappe in cui non c’è grande agonismo, così posso sperare di rimettermi».
Wiggins non è il solo della Sky a non star bene. Anche Dario Cataldo è stato male nella prima parte del Giro. «La maggior parte dei corridori del team sono stati malati – sottolinea Wiggins – ma nel giro di tre-quattro giorni hanno superato i problemi, ora stanno meglio».” (AFP)

Nebe1980: Spero che Wiggins superi i problemi e che si riprenda alla grande per sferrare un serio attacco in montagna per tentare di recuperare lo svantaggio e che dimostri a me e a tutti quelli che lo criticano dicendo che non sa attaccare, che ci sbagliamo. Detto ciò però bisogna dire che in effetti giro e tour sono diversi e non devono snaturarsi solo per far venire i big. I big vanno più al tour perchè si vince di più ma il tour è una corsa diversa dal giro. Molta pianura, molto cronometro, salite più lunghe ma meno pendenti. Tutte caratteristiche adatte a corridori come Wiggins che mal sopportano le forti pendenze e che amano le cronometro. Quindi è ovvio che per Wiggins il tour sia più semplice da affrontare rispetto al giro

in collaborazione con gli utenti del Forum dello scalatore (www.salite.ch)

DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

La canzone del sole (Battisti)…. quel che mancava oggi… e con la speranza che ci sia domani, dopo e ancora dopo

a cura di DJ Jorgens

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Busseto – Cherasco

Busseto : pioggia moderata (0,8 mm), 16,3°C (percepiti 15°C), venti deboli da SE (8 Km/h), umidità al 87%
Rottofreno (Km 47,8): pioggia moderata (0,9 mm), 16,4°C, venti deboli da SE (8 Km/h), umidità al 86%
Pontecurone – Rifornimento (Km 101,7 ): poco nuvoloso con qualche goccia di pioggia, 18,2°C, venti deboli da SE (3-18 Km/h), umidità al 71%
Nizza Monferrato (Km 161,5) : poco nuvoloso con possibilità di deboli e isolate piogge, 19,5°C (percepiti 18°C), venti moderati da SSE (11-30 Km/h), umidità al 58%
Alba – Traguardo volante (Km 201,5) : temporale con pioggia moderata (0,8 mm) e schiarite, 18,9°C, venti deboli da WNW (6 Km/h), umidità al 65%
Cherasco : temporale con pioggia moderata (0,9 mm) e schiarite, 15,9°C, venti deboli da NW (9 Km/h), umidità al 75%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

De Stefano: “Siamo qui, ben riparati dalla tenda che ci sostiene”
Martinello: “Trasferimento di neutralizzazione”
Conti: “Arrivare in diretti” (arrivare direttamente, senza affrontare il circuito”
Conti: “Vito Favero è stato reso celebre dal Tour del 1958, che lo sfiorò” (collisione evitata?)
Vito Favero: “Sono tutti che vanno più per terra” (Giro giro tondo)
De Stefano: “Il tempo verrà preso sugli ultimi 3 Km” (e allora cosa facevano a fare i 131 Km precedenti?)
De Luca: “Cambio di bicicletta di ruota”
De Luca: “L’asfalto è allagato”
De Luca: “Pioggia che fa male in faccia talmente è forta”
Martinello: “Questo immagine è eloquente”
Martinello: “I primi 5 Km sono state neutralizzate”
Martinello: “Un dettaglio per far capire qualche goccia”
Televideo: “Mezgek” (Mezgec)

Infine, non è uno strafalcione ma merita di essere segnalata questa bellissima frase di Martinello, spronato a fare un paragone con il calcio (dove una partita non sarebbe mai stata incominciata, nelle condizioni di gara viste oggi al Giro)

“Questo è uno sport, il calcio è un gioco”

IL GIRO DI GOMEZ
Come al Tour dello scorso anno, in questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

12a tappa: Longarone – Treviso

1° Edwin Alcibiad Avila Vanegas
2° Wilson Alexander Marentes Torres a 2′03″
3° Jarlinson Pantano a 9′54″
4° Robinson Eduardo Chalapud Gomez s.t.
5° Stefano Locatelli s.t.

Classifica generale

1° Mattia Gavazzi
2° Jack Bodridge a 8′06″
3° Rafael Andriato a 15′17″
4° Edwin Alcibiad Avila Vanegas a 16′55″
5° Miguel Minguez Ayala a 17′16″

QUELLA VOLTA CHE SI PARTI’ DA NAPOLI
Tuffo nella storia del Giro del 1963, il primo e finora unico partito da Napoli. Ci condurranno indietro di 50 anni i titoli del quotidiano “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it

12a TAPPA: BIELLA – LEUKERBAD – 30 maggio 1963

TACCONE VINCE LA TAPPA, BALMAMION MAGLIA ROSA
Dopo i successi nelle tappe di Asti e Oropa – Per la terza volta consecutiva l’abruzzese primo al traguardo – Ieri a Leukerbad, in Svizzera, si sono nuovamente affermati gli scalatori – Pace fatta tra Adorni e Taccone
Il piccolo scalatore ha vinto anche il Gran Premio della Montagna sul Passo del Sempione, precedendo Adorni e Zancanaro – La salita finale ha provocato una seconda selezione – Massignan continua a deludere – La gioia di Balmamion – Ripetuto l’ordine di arrivo di Oropa – Il secondo arrivato riconosce la superiorità del rivale – Pellicciari ricoverato in ospedale a Gattinara per capogiri – Grave caduta di Durante nella discesa del Sempione

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ARCHIVIO ALMANACCO
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Raduno di partenza

1a tappa: Napoli

2a tappa: Ischia – Forio (cronosquadre)

3a tappa: Sorrento – Marina di Ascea

4a tappa: Policastro Bussentino – Serra San Bruno

5a tappa: Cosenza – Matera

6a tappa: Mola di Bari – Margherita di Savoia

7a tappa: San Salvo – Pescara

8a tappa: Gabicce Mare – Saltara (cronometro)

9a tappa: Sansepolcro – Firenze

10a tappa: Cordenons – Altopiano del Montasio

11a tappa: Tarvisio (Cave del Predil) – Vajont

I DUE VOLTI DELLA GRAN BRETAGNA: CAV FA 100, WIGGO SPROFONDA

maggio 16, 2013 by Redazione  
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Terzo successo in questo Giro d’Italia e centesimo in carriera per il velocista dell’Omega-QuickStep che si impone sotto la pioggia a Treviso davanti a Nacer Bouhanni e Luka Mezgec mentre il vincitore del Tour 2012, influenzato, perde contatto nella discesa del Montello e chiude con 3′17” di ritardo dalla lotta per la maglia rosa. Lunga fuga di cinque atleti tra cui Fabio Felline e Marco Marcato ripresi a soli 400 metri dal traguardo.

Foto copertina: i due volti della 12a tappa del Giro, quello beato tra le miss di Cavendish e quello sofferente di Wiggins nel dopotappa (foto Bettini)

La 12a tappa del Giro d’Italia, 134 km da Longarone a Treviso, si presentava come una delle più agevoli di questa edizione sia per il chilometraggio ridotto sia per il percorso in gran parte pianeggiante se si eccettuano lo strappo piuttosto breve di Cà del Poggio nella fase iniziale e la salita del Montello, già teatro dei campionati del mondo del 1985, posta comunque a 41 km dal traguardo ma a rendere impegnativa la corsa è stato ancora un maltempo che dopo due giorni di tregua è tornato ad abbattersi ai corridori sotto forma di una pioggia incessante dal primo all’ultimo metro. A differenza di quanto accaduto nella tappa del Vajont la fuga ha preso il largo fin dalle prime battute con Maurits Lammertink (Vacansoleil), Fabio Felline (Androni), Bert De Backer (Argos-Shimano), il vincitore di Firenze Maxim Belkov (Katusha), ai quali si è successivamente aggiunto Marco Marcato, voglioso di ben figurare sulle strade di casa, che hanno acquisito fino a 3′ su un gruppo in cui ben presto le maglie dell’Astana di Vincenzo Nibali sono state rimpiazzate in testa da quelle della Cannondale di Elia Viviani e soprattutto da quelle dell’Omega-QuickStep di Marc Cavendish, che si è imposto davanti al veronese nelle due precedenti volate a ranghi compatti di Napoli e Margherita di Savoia, e la situazione è rimasta sostanzialmente invariata fino in cima al Montello se si eccettua il momento in cui Bradley Wiggins (Team Sky), come più volte accaduto in questo Giro d’Italia quando l’asfalto era bagnato, ha perso contatto in un breve tratto in discesa a 90 km dal traguardo prima di essere riportato dentro dai compagni, prodromo del dramma che si consumerà dalla picchiata verso Giavera fino al traguardo: il vincitore dell’ultimo Tour de France, che si scoprirà nel dopo corsa essere influenzato e pertanto a forte rischio di abbandonare la corsa rosa, ha nuovamente perso terreno insieme a una trentina di altri corridori e questa volta l’aiuto dei gregari, rimasti tutti al suo fianco ad eccezione dei colombiani Rigoberto Uràn e Sergio Henao, è servito a poco di fronte a un plotone che proseguiva ad andatura forsennata sia per infliggere il maggior distacco possibile al britannico, con la Bmc di Cadel Evans in prima linea nel menare la danza, sia per andare a riprendere i fuggitivi che, favoriti dalle condizioni meteo e ancora con parecchia benzina nel serbatoio in virtù della brevità del percorso, proseguivano di gran carriera nella loro azione, mentre Wiggins faticava addirittura nei tratti rettilinei a tenere le ruote dei compagni di squadra e chiuderà con un ritardo di 3′17”, uscendo definitivamente dalle zone alte della classifica generale.
Sebbene il loro vantaggio si fosse ridotto a soli 25” all’ingresso del circuito finale di Treviso, il cui primo passaggio sotto la linea bianca era posto ai -7,5 km, il quintetto al comando ha venduto carissima la pelle e solo ai 400 al traguardo sono stati inghiottiti dal plotone, con Felline ultimo ad arrendersi: come a Margherita di Savoia Cavendish è stato pilotato alla grande da Matteo Trentin e Gert Steegmans con l’enfant du pays Sacha Modolo (Bardiani-Csf), molto sfortunato nella prima metà del Giro, pronto a posizionarsi alla ruota di Cannonball e tentare di saltarlo: intelligentemente il britannico si è lanciato spostandosi leggermente verso destra ciò ha fatto sì che il 26enne di Conegliano rimanesse chiuso, entrasse in contatto con Nacer Bouhanni (Fdj) che rinveniva dalle retrovie e fosse costretto a smettere di pedalare, ma in ogni caso nulla avrebbe potuto di fronte al campione del mondo di Copenhagen che negli ultimi 100 metri ha sprigionato tutta la propria potenza imponendosi davanti al campione francese, a Luka Mezgec (Argos-Shimano), a Giacomo Nizzolo (RadioShack), a Brett Lancaster (Orica-GreenEdge) e a Manuel Belletti (Ag2r) mentre Viviani è rimasto nelle retrovie non andando oltre il 16° posto. Con questo successo Cavendish ha tagliato il traguardo delle 100 vittorie in carriera, nonchè delle 13 al Giro d’Italia e delle 39 in totale nelle grandi corse a tappe, numeri che fanno spavento se si pensa che lo sprinter dell’isola di Man compirà 28 anni il prossimo 21 maggio: dal canto suo Nibali esce ulteriormente rafforzato da una giornata al termine della quale conserva la maglia rosa con 46” su Evans, 2′04” su Uràn, 2′12” da Robert Gesink (Blanco) e 2′13” su Michele Scarponi (Lampre-Merida), soprattutto per via di una corazzata Sky divenuta spuntata, con il solo colombiano a far paura: prima delle grandi montagne del weekend i corridori dovranno ora affrontare la frazione più lunga del Giro, 254 km da Busseto, in omaggio al bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, a Cherasco in gran parte pianeggianti ma con una serie di saliscendi nel finale in cui anche i big dovranno tenere gli occhi aperti.

Marco Salonna

THANKS TO GOD, FARRAR IS BACK!

maggio 16, 2013 by Redazione  
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Piacevole ritorno alla vittoria in questa quarta tappa del Tour of California perché finalmente si sblocca anche Tyler Farrar (Garmin-Sharp). Il corridore statunitense della Garmin ha preceduto nella volata finale il connazionale Ken Hanson (Optum Kelly) e il belga Gianni Meersman (Omega-Quick Step). Jannis Acevedo, invece, conserva facilmente il primato della corsa californiana.

Foto copertina: il ritorno al successo dello statunitense Farrar (foto Jonathan Devich)

Da inizio stagione Tyler Farrar era riuscito nell’impresa di ottenere quattro secondi e due terzi posti ma mai una vittoria: oggi il corridore è stato allo stesso tempo caparbio e potente, caratteristiche che gli hanno così permesso di vincere la volata e di togliere quello 0 dalla casella delle vittorie. Si spera inoltre che questa affermazione lo aiuti a sbloccarsi anche nella grandi corse a tappe dato che non vince frazioni di un grande giro dal Tour de France 2011.
Quarta tappa che presentava tutte le premesse di un arrivo in volata perché salvo due GPM, entrambi molto semplici, per il resto si sarebbe pedalato su un percorso complessivamente pianeggiante.
Sin dalla partenza la velocità è stata elevata, fino al quindicesimo chilometro quando si forma un drappello di fuggitivi in testa alla corsa composto da sei corridori: Beyer (Champion System), Baldwin e Pipp (Bissel Cycling), Cooper (Optum Kelly), Brown (Bontrager) e Stemper (5 Hour Energy); i battistrada, vista la presenza di Baldwin che in generale dista 3 minuti da Acevedo, non riusciranno a guadagnare un granché sul gruppo, mantenendo un gap sempre al di sotto dei quattro minuti.
Tuttavia le squadre delle ruote veloci non volevano farsi scappare un’occasione del genere e dopo un attimo di tentennamento, l’inseguimento si fa da subito serrato con Cannondale, Omega-Quick Step e Garmin che lavorano sodo in testa al gruppo.
Quando mancavano 18 chilometri al traguardo e con i fuggitivi molto vicini, tra i battistrada se ne andava Brown staccando tutti gli altri; mentre anche dal gruppo uscivano due corridori: Jens Voigt (Radioshack) e Lucas Euser (Unitedhealthcare) e con l’inserimento di Peter Sagan, che non impiegheranno molto tempo per riprendere il corridore in testa alla corsa, Brown.
Nonostante ciò, volata doveva essere e volata è stata, con la situazione che rientra a 7 chilometri dall’arrivo quando il gruppo torna compatto. Ma ai meno 2 chilometri e mezzo tenta la sortita Mattew Brammaier, campione nazionale irlandese della Champion System; purtroppo per lui il gruppo non mollerà e lo riprenderà a soli 500 metri dal traguardo, proprio quando parte la volata.
In testa c’è la Optum Kelly con Zwizanski pronto a lanciare la volata al compagno Hanson, il quale parte non appena si scosta Zwizanski; ma per lui non c’è gloria perché da dietro rinviene un altro americano, Tyler Farrar, che non ha problemi ad affiancarlo prima, e superarlo poi.
É quindi Tyler Farrar che si aggiudica la tappa davanti a Ken Hanson e Gianni Meersman; mentre completano la Top Ten: Boeckmans (Vacansoleil-DCM), Sagan (Cannondale), Matthews (Orica,-Greenedge), Hushovd (BMC), Chavanel (Omega-Quick Step), Vennel (Bissel Cycling) e Stuyven (Bontrager).
Nessun cambiamento invece per quanto riguarda la classifica generale, che vede sempre Acevedo al comando.
Domani in programma ancora una tappa che dovrebbe vedere un altro sprint, prima delle tappe finali che decideranno la classifica.

Paolo Terzi.

LONGARONE – TREVISO: IL RICHIAMO DELLA FORESTA

maggio 16, 2013 by Redazione  
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Si ritorna in pianura, i velocisti scalpitano. Ma la marcia d’avvicinamento allo sprint non sarà facile perché di difficoltà pullula anche il tracciato di questa tappa, movimentata da tre brevi ascese che, però, metteranno a dura prova i treni, a causa della presenza di pendenze importanti, coniugate a strade strette. Non è detto che si riesca ad arrivare tutti assieme sul traguardo di casa Pinarello!

Le montagne sono alle spalle. Se ne riparlerà fra tre giorni e ora davanti ai “girini” si socchiuderà la pianura. Non sarà, però, una porta spalancata alla volata quella che si troveranno di fronte i corridori al via da Longarone perché la marcia verso Treviso, agevole nel chilometraggio (127 Km, è la più breve tra le diciotto frazioni in linea), vivrà con ben chiaro il richiamo della “foresta” del Giro d’Italia, le salite. Strada facendo Mauro Vegni ne ha piazzate tre e saranno un bel banco di prova per le formazioni degli sprinter che, uscite dal “bosco”, avranno appena 25 Km di strada per organizzare al meglio i treni e rientrare sui fuggitivi. Generalmente il loro ingresso in scena avviene attorno ai -50 dall’arrivo, ma a quel punto si sarà da poco superato l’ostacolo più duro di giornata, il muro di Ca’ del Poggio, e qualche elemento utile potrebbe essere rimasto appiedato da quelle pendenze. Più avanti ci si troverà a fare i conti con il Montello, meno duro dell’ascesa precedente ma comunque in grado di dare un’altra bella frustata al gruppo.
Di strada piatta non ci saranno solo quei 25 Km finali e, infatti, i corridori ne assaggeranno anche in partenza, con uno start vellutato da Longarone che si protrarrà nei primi 16 Km, prevalentemente tracciati nella valle del Piave. Lasciato il corso del fiume sacro alla Patria il tracciato della 12a tappa proporrà la prima delle tre salite in programma effettuando una breve escursione sulle prime pendici dell’Alpago, la regione storico-geografica del bellunese nella quale si trova la foresta del Cansiglio, estesa sull’omonimo altopiano, conosciuto anche per essere stato, per alcuni anni, meta delle vacanze estive dell’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga. La meta del Giro sarà il centro di Pieve d’Alpago, dove si giungerà dopo aver affrontato una salita corta (3,6 Km) ma intensa (7,8% la media, 13% la massima), che non sarà valida per la classifica del GPM. La discesa porterà prima verso le rive del lago di Santa Croce, bacino d’origine naturale ma esteso nella superficie dall’uomo che l’ha sbarrato con una diga e l’ha trasformato nel più vasto dei laghi veneti (escluso il Garda che, però, è in “comproprietà” con Trentino e Lombardia), e poi, superata la Sella di Fadalto, in direzione di Vittorio Veneto, la città simbolo del successo italiano nella prima guerra mondiale. È presso questo centro che, tra il 23 ottobre e il 3 novembre del 1918, fu combattuta la battaglia che decise le sorti del conflitto e che terminò con la fatale sconfitta dell’esercito austro-ungarico, sancita ufficialmente la sera stessa del 3 dall’armistizio firmato a Villa Giusti (Padova). Siamo alle soglie della pianura ma non sarà ancora l’ora di riprenderne il discorso poiché, di lì a breve, si dovrà fare i conti con le arcigne rampe di Ca’ del Poggio, verticale di mille metri al 12,3% sulla quale potremmo attenderci qualche sorpresa, soprattutto da parte di qualche corridore che non la conosce bene. Non si tratta, infatti, di una novità poiché il Giro ci si è già arrampicato nel 2009 (era la tappa di Valdobbiadene vinta da Petacchi) mentre l’anno successivo ha costituito il “clou” del circuito dei campionati italiani, il secondo dei tre “tricolori” conquistati da Giovanni Visconti.
Subito dopo inizierà la seconda porzione di pianura, lunga poco meno di 25 Km, durante la quale il gruppo sfreccerà veloce ai piedi dei colli che danno il celebre Prosecco. L’ultimo tratto si snoderà tra il corso del Piave e le pendici del Montello, la modesta ma vasta collina originata dallo “scontro” geologico tra il contenente europeo e l’Asia e che costituisce un vero e proprio paradiso per il cicloturista. La rete di stradine che lo solcano, localmente dette “prese”, permette, infatti, di pedalare costantemente nel verde, senza l’assillo del traffico, e consente di combinare e variare gli itinerari, a seconda del mezzo e del grado d’allenamento: le ventuno prese, tutte numerate in numeri romani, offrono un numero doppio di versanti, collegati tra loro da una strada dorsale, una vasta gamma di pendenze – da quelle più tenere fino al picco del 17% della “presa XVI sud” – e anche la possibilità di cimentarsi su qualche tratto sterrato. Per il passaggio del Giro gli organizzatori hanno scelto la Presa XIV (versante nord), detta “Via della Vittoria”, che punta dritta al culmine della collina, il Colesel Val dell’Acqua (371 metri), con un andamento bifronte. L’ascesa, lunga 3,3 Km, si presenta con il suo volto più cattivo, poiché nei primi 1400 metri la strada sale al 10,2% medio, con un massimo del 13%. Nel restante tratto di 2 Km la pendenza scivola al 3,7%, anche se si alternano con frequenza monconi pedalabili ad altri decisamente più impegnativi, mentre la strada non larghissima metterà in fila il gruppo. Inclinazioni più gradevoli presenta la successiva discesa che, lasciata la strada per Nervesa e il Sacrario del Montello (vi riposano le salme di oltre 9000 soldati italiani deceduti durante la prima guerra mondiale), confluirà contromano su quello che fu il circuito dei campionati del mondo del 1985, conquistati dall’olandese Zoetemelk, la più “anziana” maglia iridata della storia dall’alto dei suoi 38 anni. Si finirà di scendere a Giavera, dove ci fu il rettilineo d’arrivo del ricordato mondiale, quando inizieranno gli ultimi, scorrevoli chilometri di questa tappa. Con un tracciato fattosi ora snello i “girini” punteranno velocemente su Arcade e Spresiano, dove imboccheranno la veloce SS 13 dirigendosi di gran carriera verso Treviso. Qui i velocisti avranno la possibilità di interrompere il loro digiuno – perdurante d’oramai una settimana – su di un rettilineo permeato di storia ciclistica perché, per la prima volta nella storia, una tappa arriverà a pochi passa dallo storico negozio della Pinarello. Una finale ad alta gradazione ciclistica per una tappa interlocutoria… ma non troppo!

MODIFICHE AL PERCORSO
Modificato il versante d’ascesa a Pieve d’Alpago (5,8 Km al 5,7%, max 17,2%), nel finale si affronterà un circuito di 7,5 Km da ripetere una volta.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Sella di Fadalto (489m). Separa il Col Visentin dal Cansiglio ed è valicata dalla SS 51 “di Alemagna”, tra il lago di Santa Croce e Negrisiola (Vittorio Veneto). È quotata 488 sull’atlante stradale del TCI e 487 sulle cartine del Giro 2013. Il Giro vi è transitato spesso, senza mai effettuare traguardi GPM: l’ultimo passaggio è avvenuto nel 2006, nel corso della tappa Pordenone – Passo San Pellegrino, vinta dallo spagnolo Juan Manuel Gárate.

Sella di Mire (220m). Vi transita la SP 86, tra Corbanese e Refrontolo. Il giro vi transiterà in discesa, provenendo da San Pietro di Feletto, dopo aver affrontato il GPM del muro di Ca’ del Poggio. Il Giro vi è transitato nel 2009, nel corso della citata tappa di Valdobbiadene.

FOTOGALLERY

Foto copertina: Treviso come Venezia… si va per rii (playerdue.com)

Longarone, la nuova chiesa costruita dopo il disastro del Vajont (panoramio)

Longarone, la nuova chiesa costruita dopo il disastro del Vajont (panoramio)

Uno scorcio dellaltopiano del Cansiglio (www.magicoveneto.it)

Uno scorcio dell'altopiano del Cansiglio (www.magicoveneto.it)

Lago di Santa Croce (www.veneto.to)

Lago di Santa Croce (www.veneto.to)

Vittorio Veneto, castello di San Martino (www.mondimedievali.net)

Vittorio Veneto, castello di San Martino (www.mondimedievali.net)

I vigneti del Prosecco (www.mastercibovino.it)

I vigneti del Prosecco (www.mastercibovino.it)

La chiesa di Santa Maria della Vittoria, posta presso lo scollinamento della Presa XIV del Montello (panoramio)

La chiesa di Santa Maria della Vittoria, posta presso lo scollinamento della Presa XIV del Montello (panoramio)

Il sacrario del Montello (www.magicoveneto.it)

Il sacrario del Montello (www.magicoveneto.it)

Giavera del Montello, 1 settembre 1985, Zoetemelk è campione del mondo di ciclismo (www.colnago.com)

Giavera del Montello, 1 settembre 1985, Zoetemelk è campione del mondo di ciclismo (www.colnago.com)

15-05-2013

maggio 16, 2013 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA
Il lituano Ramunas Navardauskas (Garmin – Sharp) si è imposto nell’undicesima tappa, Tarvisio (Cave del Predil) – Vajont 1963/2013, percorrendo 182 Km in 4h23′14″ alla media di 41,484 Km/h. Ha preceduto di 1′08″ l’italiano Daniel Oss (BMC Racing Team) e di 2′59″ l’italiano Stefano Pirazzi (Bardiani Valvole – CSF Inox). L’italiano Vincenzo Nibali (Astana Pro Team) è ancora maglia rosa con 41″ sull’australiano Evans e 2′04″ sul colombiano Urán Urán.

AMGEN TOUR OF CALIFORNIA

Lo statunitense Tyler Farrar (Garmin – Sharp) si è imposto nella quarta tappa, Santa Clarita – Santa Barbara, percorrendo 134,6 Km in 3h14′09″ alla media di 41,596 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Hanson e il belga Meersman. Miglior italiano Matteo Tosatto (Team Saxo-Tinkoff), 45°. Il colombiano Javier Alexis Acevedo Colle (Jamis – Hagens Berman) è ancora leader della classifica con 12″ sullo statunitense Van Garderen e 27″ sull’irlandese Deignan. Miglior italiano Marco Pinotti (BMC Racing Team), 72° a 25′54″

ROYAL SMILDE OLYMPIA’S TOUR (Paesi Bassi)

L’olandese Arno Van der Zwet (Koga Cycling Team) si è imposto nella seconda tappa, Rhenen – Alkmaar, percorrendo 173,3 Km in 3h37′07″ alla media di 47,891 Km/h. Ha preceduto di 2″ i connazionali Vermeulen e Wippert. L’olandese Coen Vermeltfoort (Cyclingteam De Rijke – Shanks) è ancora leader della classifica con 4″ su Vermeulen e 6″ su Van der Zwet.

GLAVA TOUR OF NORWAY (Norvegia)

Il norvegese Alexander Kristoff (Katusha Team) si è imposto nella prima tappa, Fredrikstad – Sarpsborg, percorrendo 190,3 Km in 4h41′59″ alla media di 40,491 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Boasson Hagen e il francese Hinault. Miglior italiano Kristian Sbaragli (MTN Qhubeka), 5°. Kristoff è il primo leader della classifica con 4″ su Boasson Hagen e 6″su Hinault. Sbaragli 6° a 10″.

LA NONA SINFONIA DI PETER SAGAN

maggio 16, 2013 by Redazione  
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Nona vittoria stagionale e decima di tappa al Tour of California per Peter Sagan (Cannondale). Il fenomeno slovacco ha battuto tutti allo sprint nella terza tappa della corsa americana riuscendo a precedere l’australiano Micheal Mattews (Orica -Greenedge) e l’americano Tyler Farrar (Garmin-Sharp). Nessun problema, invece, per Janier Acevedo che conserva agevolmente la sua maglia di leader.

Foto coperina: il nono successo del 2013 per lo slovacco della Cannondale (foto Jonathan Devich)

Finalmente anche Sagan ottiene la sua vittoria di tappa in questa edizione del Tour of California. Lo slovacco ci aveva provato anche nella prima tappa ma in quell’occasione solo la sfortuna gli aveva impedito di vincere, oggi invece tutto è andato nel verso giusto e nella volata finale ha trovato il modo di ottenere un’altra vittoria, la nona stagionale, nonostante si trovasse troppo indietro quando è partito lo sprint.
Innanzitutto iniziamo col dire che questa terza tappa partiva da Palmdale e terminava a Santa Barbara dopo 177 chilometri offrendo un percorso che si poteva adattare ad un finale allo sprint nonostante la presenza di quattro GPM ma tutti di 4a categoria e naturalmente se prima si fosse domata la fuga di giornata.
Sin dalla partenza la velocità è stata elevata non permettendo a qualunque azione di prendere il largo, e per di più sempre nelle fasi iniziali, a causa di una caduta, il gruppo si divide in due tronconi, nel primo è presente Tejay Van Garderen mentre Jannis Acevedo è rimasto intruppato nel secondo e costretto ad inseguire, ma per sua fortuna la situazione si placa ed il gruppo riesce a compattarsi in un unico blocco dopo il primo Gran Premio della Montagna.
Di lì a poco partirà anche la fuga di giornata, composta ancora una volta da quattro corridori: l’ex maglia gialla Lieuwe Westra (Vacansoleil), Beyer (Champion System), Mannion (Bontrager) ed in particolare Andy Schleck (Radioshack) tornato a pedalare decentemente e sul viatico del ritorno verso i livelli che gli competono. I battistrada, pur non avendo grandi possibilità di arrivare fino in fondo, riusciranno a guadagnare un vantaggio massimo sempre vicino ai tre minuti, non di più, perché dietro il gruppo non concede nulla e dai meno cinquanta all’arrivo il lavoro di squadre come Cannondale, Garmin e Omega-Quick Step si fa sempre più intenso rendendo sempre più inevitabile il ricongiungimento che avviene a 13 chilometri dall’arrivo.
Così si fa sempre più spianata la possibilità di assistere ad una volata e all’ultimo chilometro ormai si ha la certezza di un arrivo allo sprint.
Negli ultimi mille metri la situazione diventa sempre di più infuocata con l’Orica Greenedge che prende in mano la situazione, ed è proprio un portacolore della squadra australiana che lancia la volata a Micheal Mattews, ma prima, prevedendo una tale mossa, Thor Hushov aveva tentato di anticipare ai 300 metri, vanamente perché già 100 metri dopo il norvegese era stato risucchiato dal gruppo. Il primo che riprende e salta Hushovd è Mattews che si ritrova al comando pronto ad alzare le braccia, ma presto si accorgerà che un corridore è sulla sua scia pronto a superarlo e costui è proprio Sagan che salta l’australiano con un progressione fulminea negli ultimi 70 metri, oltremodo sufficiente per aggiudicarsi la tappa davanti proprio a Mattews mentre in terza posizione si classifica Tyler Farrar.
Completano la Top Ten, in ordine: Meersman (Omega-Quick Step), Van Poppel (Vacansoleil-DCM), Hushovd (BMC), Candelario (Optum Kelly), Chavanel (Omega.Quick Step), Dempster (Netapp-Endura) e Morkov (Saxo Bank-Tinkoff).
Nulla cambia invece in classifica che vede sempre al comando il colombiano Javier Acevedo (Jamis Hagens-Berman).
Domani in programma una tappa che dovrebbe risultare ancora una volta adatta alla ruote veloci.

Paolo Terzi

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI VAJONT

maggio 15, 2013 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Come negli ultimi anni, dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; i punti salienti della tappa a venire; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1963. Seguiteci.

Foto copertina: il Giro non è solo festa (qn.quotidiano.net)

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Italia

Vajont, il successo è di Navardauskas. Nibali è sempre in maglia rosa(Gazzetta dello Sport)

Doping, primo caso al Giro: fuori Georges (Corriere della Sera)

Regno Unito

French rider Sylvain Georges fails drugs test (The Independent)

Ramunas Navardauskas wins stage 11 of Giro d’Italia amid doping controversy (The Times)

Ramunas Navardauskuas wins stage 11 at Giro d’Italia (The Daily Telegraph)

Francia

La consolation de Garmin (L’Equipe)

Spagna

El lituano Navardauskas supo aprovechar bien la tregua (AS)

Intxausti no da tregua (Marca)

El ‘todoterreno’ Navardauskas gana la undécima etapa (El Mundo Deportivo)

Belgio

Victoire de Navardauskas en solitaire (Le Soir)

Navardauskas rondt vlucht succesvol af in Giro (De Standaard)

Le Lituanien Ramunas Navardauskas remporte la 11e étape (L’Avenir)

Navardauskas en baroudeur, Nibali reste en rose (La Dernière Heure/Les Sports)

Navardauskas profite de l’étape de transition (Sudinfo.be)

Navardauskas rondt vlucht succesvol af in Giro (Het Nieuwsblad)

Paesi Bassi

Navardauskas ritwinnaar in Giro (De Telegraaf)

Germania

Martens Fünfter in Erto – Navardauskas gewinnt Etappe (Berliner Zeitung)

Gretsch nach Solofahrt gestellt (Westdeutsche Allgemeine Zeitung)

Lituania

R. Navardauskas laimėjo 11-ąjį Giro d’Italia etapą (Lietuvos Rytas)

Canada

Lithuania’s Navardauskas wins 11th Giro stage with solo breakaway (The Globe and Mail)

USA

Navardauskas Giro Stage Win Boosts Garmin-Sharp Team (The New York Times

Colombia

Lituano Ramunas Navarduauskas ganó la etapa 11 del Giro de Italia (El Tiempo)

Rigoberto Urán se mantiene tercero en la general del Giro de Italia (El Espectador)

Australia

Ailing leaders welcome sprint stages at Giro (The Age)

Evans still second in Giro d’Italia (The Australian)

Evans hangs on to second in Giro (Herald Sun)

BOX POPULI

Ogni giorno, a partire dalla prima tappa, qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Oggi Hesjedal si è staccato anche in pianura. Secondo voi cosa gli sta succedendo?

Nebe1980: Non saprei, sembra quasi come Berzin che dopo aver vinto il giro del 94 strapazzando Indurain nelle cronometro e dopo essere arrivato secondo nel 95 è crollato nelle corse successive ed è sparito in breve dalle corse ciclistiche dopo che nel tour del 96 nella tappa di Pamplona arrivò con i velocisti e nel giro 97 prese 10 minuti sul Terminillo che è una salita molto facile.

Pedra85: Sino alla Liegi però stava abbastanza bene, o è andato in sovrallenamento oppure non sta bene

Nebe1980: Ma sai la Liegi è una corsa di un giorno, non si può fare un paragone. Anche a Marina di Ascea ha attaccato su una salitella, più che altro gli manca la durata perchè oggi ha perso su un terreno più facile di quello sul quale ha attaccato nella terza tappa

Howling Wolf14: Per l’argomento Berzin vatti a leggere la storia della Gewiss-Bianchi e del dottor Ferrari. Se ne parlava ieri. Tutti fenomeni: Berzin, Gotti, Argentin, Minali, Ugrumov, Riis, Furlan, Colombo & Co. bella. Bella vicenda, quella. Tienine conto almeno nelle considerazioni sul rendimento altalenante di quel pseudofenomeno russo.

in collaborazione con gli utenti del Forum dello scalatore (www.salite.ch)

DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Il Silenzio, in ricordo delle vittime del Vajont

a cura di DJ Jorgens

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Longarone – Treviso

Longarone : pioggia molto forte (6 mm), 13,1°C (percepiti 7°C), venti moderati da SE (22-25 Km/h), umidità al 97%
Vittorio Veneto (Km 45,1): pioggia molto forte (6,5 mm), 15,3°C (percepiti 10°C), venti moderati da SE (21-27 Km/h), umidità al 97%
Vidor – Traguardo volante (Km 79): temporale con pioggia molto forte (8,3 mm), 15,4°C (percepiti 9°C), venti moderati da SE (26-41 Km/h), umidità al 98%
Treviso: temporale con pioggia abbondante (2,5 mm), 18,3°C (percepiti 13°C), venti moderati da SE (26-33 Km/h), umidità al 92%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

SportWeek: “Si pedala dove 50 anni fa crollò la diga” (non è mai crollata e l’anno vista tutti, durante la diretta)
Zandegù: “L’ha presa sottogamba questo Giro d’Italia”
De Stefano: “Il Giro che ha vinto Wiggins e il Tour che lo aspetta oggi”
De Stefano, introducendo le immagini registrate della partenza: “Le immagini in diretta che ci arrivano dalla nostra motocronaca”
Pancani: “Stanno affrontendo”
Cassani: “Siamo a 5 minuti dalla fuga”
Pancani: “Undicesima tappa del Giro d’Italia, da Tarvisio a Vajont” (detta così sembra che arrivassero nel paese di Vajont, che esiste davvero ma si trova da tutt’altra parte del Friuli)
De Stefano: “E’ un traguardo della memoria quello che si corre oggi”
Mauro Corona: “Invece che tagliare un vincitore”
De Luca: “Come riescano ad andare sulle due ruotine delle biciclette” (correvano con le bici con le rotelle?)
Cassani: “Erto e Casso sono i comuni” (Erto e Casso è un comune, si chiama così)
Pancani: “Il finale degli ultimi metri”
Nibali: “La diga che andò giù” (hai letto SportWeek, vero?)
Sgarbozza, tentando di pronunciare il nome di Kangert: “Cangert”, “Canchert”
Pirazzi: “Stelvio in Val Martello”
Sgarbozza: “Sicuramonte”
Sgarbozza, pronosticando un probabile vincente per domani: “Vicioso” (”sicuramonte” non lui, visto che si è ritirato)
Pancani: “C’è l’attacco a due di due…”
Pancani: “La seconda vittoria della stagione dopo che, l’anno scorso…”
Televideo: “Evgueni Petrov” (Evgeni)
Televideo: “Benet Intxausti” (Benat)

IL GIRO DI GOMEZ
Come al Tour dello scorso anno, in questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

11a tappa: Tarvisio – Vajont

1° Edwin Alcibiad Avila Vanegas
2° Willem Wauters a 10″
3° Davide Appollonio s.t.
4° Stefano Locatelli a 4′17″
5° Mattia Gavazzi s.t.

Classifica generale

1° Mattia Gavazzi
2° Jack Bodridge a 9′16″
3° Rafael Andriato a 12′00″
4° Davide Appollonio a 15′36″
5° Adam Blythe a 17′45″

QUELLA VOLTA CHE SI PARTI’ DA NAPOLI
Tuffo nella storia del Giro del 1963, il primo e finora unico partito da Napoli. Ci condurranno indietro di 50 anni i titoli del quotidiano “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it

11a TAPPA: ASTI – OROPA – 29 maggio 1963

TACCONE SCATTA SULLA DURA SALITA DI OROPA E PRECEDE ALL’ARRIVO ADORNI E BALMAMION
Il corridore abruzzese ha ripetuto ieri il successo che aveva riportato martedì ad Asti – Oggi il Giro arriva in Svizzera – Pugilato in bicicletta tra Taccone e Pellicciari
Pochi secondi di distacco tra il vincitore ed i suoi rivali – L’italo-lussemburghese Martinato era in testa nel tratto iniziale della strada che porta al Santuario – Balmamion passa al secondo posto in classifica generale a 29 secondi dalla Maglia rosa Ronchini – Il Sempione (m. 2005) nella tappa odierna – Il dissenso è avvenuto prima del tratto finale – Il secondo corridore finisce a terra – Taccone multato per aver colpito l’avversario – Anche Adorni protesta col vincitore

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ARCHIVIO ALMANACCO
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Raduno di partenza

1a tappa: Napoli

2a tappa: Ischia – Forio (cronosquadre)

3a tappa: Sorrento – Marina di Ascea

4a tappa: Policastro Bussentino – Serra San Bruno

5a tappa: Cosenza – Matera

6a tappa: Mola di Bari – Margherita di Savoia

7a tappa: San Salvo – Pescara

8a tappa: Gabicce Mare – Saltara (cronometro)

9a tappa: Sansepolcro – Firenze

10a tappa: Cordenons – Altopiano del Montasio

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