VUELTA A ESPANA (1a settimana)

agosto 28, 2012 by Redazione  
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1a TAPPA (18-08)

Il team spagnolo Movistar Team si è imposto nella prima tappa, cronometro a squadre di Pamplona, percorrendo 16,5 Km in 18′51″, alla media di 52,520 Km/h. Ha preceduto di 10″ il team belga Omega Pharma – Quick Step e il team olandese Rabobank Cycling Team. Le due formazioni italiane in gara, Liquigas – Cannondale e Lampre – ISD, si sono rispettivamente piazzate 14° a 41″ e 16° a 54″. Lo spagnolo Jonathan Castroviejo Nicolas (Movistar Team) è il primo leader della classifica, con lo stesso tempo dei connazionali Bazan e Intxausti Elorriaga. Miglior italiano Dario Cataldo (Omega Pharma-Quickstep), 8° a 10″.

2a TAPPA (19-08)

Il tedesco John Degenkolb (Argos Oil – Shimano) si è imposto nella seconda tappa, Pamplona – Viana, percorrendo 181,4 Km in 4h38′40″, alla media di 39,057 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Davis e il britannico Swift. Miglior italiano Elia Viviani (Liquigas – Cannondale), 4°. Lo spagnolo Castroviejo Nicolas ha conservato la testa della classifica, con lo stesso tempo del colombiano Quintana Rojas e dello spagnolo Bazan. Miglior italiano Alessandro Ballan (BMC Racing Team), 10° a 10″.

3a TAPPA (20-08)

Lo spagnolo Alejandro Valverde Belmonte (Movistar Team) si è imposto nella terza tappa, Faustino V – Eibar (Arrate), percorrendo 155,3 Km in 3h49′37″, alla media di 40,580 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Rodríguez Oliver e il britannico Froome. Miglior italiano Eros Capecchi (Liquigas – Cannondale), 7° a 6″. Lo spagnolo Valverde Belmonte è il nuovo leader della classifica, con 18″ e 19″ sui connazionali Intxausti Elorriaga e Rodríguez Oliver. Miglior italiano Capecchi, 12° a 59″.

4a TAPPA (21-08)

L’australiano Simon Clarke (Orica – GreenEDGE) si è imposto nella quarta tappa, Barakaldo – Estación de Valdezcaray, percorrendo 160,6 Km in 4h30′26″, alla media di 35,632 Km/h. Ha preceduto di 2″ il tedesco Martin e di 22″ il kazako Bazayev. Miglior italiano Damiano Cunego (Lampre – ISD), 25° a 1′04″. Lo spagnolo Joaquim Rodríguez Oliver (Katusha Team) è il nuovo leader della classifica, con 1″ su Froome e 5″ sullo spagnolo Contador Velasco. Miglior italiano Capecchi, 22° a 1′35″.

5a TAPPA (22-08)

Il tedesco John Degenkolb (Argos Oil – Shimano) si è imposto nella quinta tappa, circuito di Logroño, percorrendo 168 Km in 4h10′37″, alla media di 40,220 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Daniele Bennati (RadioShack – Nissan) e il belga Meersman. Lo spagnolo Rodríguez Oliver (Katusha Team) ha conservato la testa della classifica, con 1″ su Froome e 5″ su Contador Velasco. Miglior italiano Capecchi, 22° a 1′35″.

6a TAPPA (23-08)

Lo spagnolo Joaquim Rodríguez Oliver (Katusha Team) si è imposto nella sesta tappa, Tarazona – Jaca, percorrendo 175,4 Km in 4h35′22″, alla media di 38,218 Km/h. Ha preceduto allo sprint di 5″ Froome e di 10″ Valverde Belmonte. Miglior italiano Capecchi, 5° a 19″. Rodríguez Oliver (Katusha Team) ha conservato la testa della classifica, con 10″ su Froome e 36″ su Contador Velasco. Miglior italiano Capecchi, 16° a 2′06″.

7a TAPPA (24-08)

Il tedesco John Degenkolb (Argos Oil – Shimano) si è imposto nella settima tappa, Huesca – Alcañiz (Motorland Aragón), percorrendo 164,2 Km in 3h48′30″, alla media di 43,116 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Viviani e l’australiano Davis. Lo spagnolo Rodríguez Oliver (Katusha Team) ha conservato la testa della classifica, con 10″ su Froome e 36″ su Contador Velasco. Miglior italiano Capecchi, 14° a 2′06″.

8a TAPPA (25-08)

Lo spagnolo Alejandro Valverde Belmonte (Movistar Team) si è imposto nell’ottava tappa, Lleida – Andorra (Collada de la Gallina), percorrendo 174,7 Km in 4h06′39″, alla media di 42,497 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Rodríguez Oliver e Contador Velasco. Miglior italiano Rinaldo Nocentini (AG2R La Mondiale), 13° a 1′02″. Lo spagnolo Rodríguez Oliver (Katusha Team) ha conservato la testa della classifica, con 33″ su Froome e 40″ su Contador Velasco. Miglior italiano Capecchi, 12° a 3′20″.

9a TAPPA (26-08)

Il belga Philippe Gilbert (BMC Racing Team) si è imposto nella nona tappa, Andorra – Barcellona, percorrendo 196,3 Km in 4h45′28″, alla media di 41,258 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Rodríguez Oliver e di 7″ l’italiano Paolo Tiralongo (Astana Pro Team). Lo spagnolo Rodríguez Oliver (Katusha Team) ha conservato la testa della classifica, con 53″ su Froome e 1′00″ su Contador Velasco. Miglior italiano Capecchi, 12° a 3′40″.

27-08-2012

agosto 28, 2012 by Redazione  
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TOUR DE L’AVENIR (prologo – disputato il 27-08)

L’australiano Jay McCarthy (Team Jayco – AIS) si è imposto nel prologo, circuito di Dole, percorrendo 3,5 Km in 4′14″, alla media di 49,606 Km/h. Ha preceduto di 1″ il danese Hansen e di 2″ il tedesco Steigmiller. Dillier è il nuovo leader della classifica, con 1″ su Villella e 7″ sul norvegese Bystrøm. Miglior italiano Davide Villella (Team Colpack), 22° a 10″.

TOUR DE L’AVENIR (1a tappa – disputata il 27-08)

L’elvetico Silvan Dillier si è imposto nella prima tappa, Dole – Belleville-sur-Saône, percorrendo 178,5 Km in 4h07′55″, alla media di 43,2 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Villella e lo sloveno Stimulak. Dillier è il nuovo leader della classifica, con 1″ su Villella e 7″ sul norvegese Bystrøm.

LA FUGA VA: DILLIER SVERNICIA L’ITALIANO VILLELLA

agosto 28, 2012 by Redazione  
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Si attendeva lo sprint ma la prima tappa in linea del Tour de l’Avenir ha dimostrato che non bisogna mai dare nulla di scontato nelle corse destinate ai professionisti. Si pensava che il momento cruciale, con queste premesse, sarebbe stato il GPM piazzato a 20 Km dall’arrivo e, invece, la corsa si è decisa ben prima, con una fuga da lontano che ha raggiunto i 5 minuti di vantaggio, un distacco che ben presto si è rilevato irrecuperabile. Il traguardo, dove il gruppo è giunto con quasi un quasi un minuto di ritardo, se lo sono giocati i compagni d’avventura, con l’elvetico Dillier che ha preceduto allo sprint l’italiano Davide Villella.

Foto copertina: la volata che ha “sigillato” la prima tappa (foto James Startt, sportbreizh.com)

La prima tappa in linea di questo Tour de l’Avenir era totalmente pianeggiante ad esclusione degli 20 km dove era posto l’unico GPM di giornata: un buon trampolino per chi volesse evitare lo sprint.
Almeno così si pensava, perché di fatto la corsa ha dimostrato l’irrazionalità di cui gode la categoria degli under 23 e premiando un drappello di sei corridori partiti a inizio tappa e regolati dallo svizzero Silvan Dillier che battuto il nostro Davide Villella, rimpinguato dal recente accordo con la Liquigas-Cannondale per un suo passaggio di categoria che avverrà tra 2 anni.
La corsa si è sviluppata con un inizio velocissimo fino a che il gruppo non ha mollato la presa lasciando andare i 6 corridori che poi si giocheranno la tappa: Stimulak, Van Poppel, Bystrom, Egested, Villella e Dillier, un sestetto di tutto rispetto ma che il gruppo, in questo caso, ha sottovalutato.
L’Australia è l’unico team che tenta un effimero inseguimento, ma i fuggitivi continueranno a guadagnare fino a raggiungere e superare i 5 minuti di vantaggio quando mancano ancora 140 chilometri al traguardo, costringendo così l’Australia a uno sforzo super per limitare i danni, consapevoli di non lasciare troppo vantaggio ad atleti come Van Poppel, già secondo all’Istrian Spring Trophy, una corsa Open quindi aperta anche ai prof, battuto da Eibegger ma dove si è lasciato alle spalle personaggi come Kump e Bileka.
Più tardi anche i francesi e tedeschi affiancano gli australiani nell’inseguimento dei fuggitivi, ma ormai la frittata è fatta.
Ai 50 km all’arrivo 2 battistrada perdono contatto: Van Poppel e Egested, ma da quel punto i fuggitivi riescono addirittura a guadagnare ulteriormente, dimostrazione che davanti non si è risparmiato nessuno, e forse è proprio così che Villella ha perso energie preziose per lo sprint finale.
Sul GPM, ai meno 20 km, il quartetto transita con 4′ sul gruppo, un distacco impossibile da recuperare per chiunque.
Davanti intanto comincia il rilassamento prima della volata ristretta, la quiete prima della tempesta.
I più veloci sono lo svizzero Dillier e l’italiano Villella che transitano sul traguardo proprio in questo ordine; e per i piazzamenti lo svizzero veste la maglia di leader strappata così a McCarthy, arrivato col gruppo regolato dall’olandese Wippert a 58”.
Domani altra tappa in apparenza per velocisti, ma saranno da mettere in preventivi gli attacchi da parte dei più coraggiosi che sui numerosi mangia e bevi proveranno ad anticipare il gruppo.

Paolo Terzi

L’AVENIR DECOLLA PARLANDO AUSTRALIANO

agosto 27, 2012 by Redazione  
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Con il successo dell’australiano Jay McCarthy è scattata da Dole l’edizione 2012 del Tour de l’Avenir, la versione “open” della Grande Boucle, aperta sia ai dilettanti, sia ai professionisti. Il prologo d’apertura è stato conquistato dal portacolori del team Jayco-AIS, che si è imposto con 1 secondo di vantaggio sul danese Hansen mentre il tedesco Steigmiller, staccato di un altro battito di ciglia, completa il podio della frazione iniziale. Dell’ordine di una ventina di secondi è il distacco dei due italiani che possono puntare alla vittoria finale, Cattaneo e Penasa.

Foto copertina: McCarthy indossa la prima maglia gialla /www.directvelo.com)

Nel velocissimo cronoprologo inaugurale di 3,5 km intorno a Dole, cittadina del dipartimento del Giura che tra l’altro è il paese d’origine del grande Louis Pasteur, è stata la giornata di Jay McCarthy .
Il portacolori dell’Australia ha coperto i 3,5 km in 04′14” alla media di 49 km/h relegando il secondo classificato, il danese Hansen, a meno di un secondo e il terzo, il tedesco Steigmiller, a 2”.
Per McCarthy è la sesta vittoria stagionale e che aggiunta al Tour of Wellington (dove vinse anche una tappa), al Trofeo Piva e a una vittoria di tappa sia al Toscana Terra di Ciclismo (l’ex Giro delle Regioni) che al Tour de Bretagne, dimostra che il ragazzo promette bene considerando che è ancora molto giovane con i suoi 20 anni.
Al secondo posto troviamo un altro giovane avvezzo a queste prove (ma nei velodromi), Lasse Norman Hansen, che a Londra ha vinto l’Omnium e che pure in Francia ha tentato di lasciare il segno, ma non è stato premiato dal cronometro.
Al terzo posto si classifica il tedesco Steigmiller, un passista che sa difendersi degnamente anche in salita.
I favoriti per la generale, per la brevità della prova, non hanno subito grandi distacchi, ma c’è chi può essere soddisfatto e chi no: tra i soddisfatti ci sono sicuramente gli olandesi, con Van Poppel e Hofland che sono riusciti a fare quarto e quinto, poi il belga Wellens (decimo) e il kazako Lutsenko (quindicesimo), ma anche il colombiano Chamorro se la cava abbastanza bene classificandosi in 32a posizione.
Chi ha pagato fin troppo in 3 km e mezzo sono l’americano Boswell che ha subito un distacco di 23” da McCarthy, e purtroppo i 2 italiani che hanno ambizioni di classifica, Cattaneo e Penasa, hanno perso rispettivamente 20 e 21”, ma siamo ancora alla prima tappa e il terreno per recuperare secondi è ampio.
Lunedì la prima tappa in linea di 172 km da Dole a Belleville-sur-Saône adatta ai velocisti, ma l’unico colle di 4a categoria è a soli 20 km dall’arrivo, e in questa categoria i colpi di mano sono all’ordine del giorno.

Paolo Terzi.

PELUCCHI SPAVENTA CAVENDISH, GENERALE A WESTRA

agosto 27, 2012 by Redazione  
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Grande prestazione del velocista brianzolo che nella tappa conclusiva del Giro di Danimarca è secondo solo al campione del mondo e si mette dietro di sè atleti del calibro di Greipel, Fenn e Kristoff mentre l’olandese non ha difficoltà a mantenere il primato ed ad aggiudicarsi la classifica generale davanti a Navardauskas e Boaro.

Foto copertina: Cavendish si impone nella tappa conclusiva del Danimarca (foto Bettini)

Come sempre accaduto nelle ultime stagioni il Giro di Danimarca si è concluso in quel di Frederiksberg al termine di una frazione di 165 km partita da Slagelse. L’intera corsa è stata controllata dal Team Sky che si è incaricato di chiudere sui fuggitivi Lander (Glud&Marstrand) e Haugaard (Nazionale danese) all’inizio del circuito finale e preparare lo sprint di Cavendish, che a differenza di quanto accaduto nelle giornate precedenti ha potuto lanciarsi senza intoppi e ha bissato il successo nel 2007 a Frederiksberg davanti a un sorprendente Matteo Pelucchi (Europcar), che si è concesso il lusso di precedere il vincitore delle prime due tappe Greipel (Lotto-Belisol), l’altro britannico Fenn (Omega-QuickStep) e il bronzo olimpico Kristoff (Katusha) con i due alfieri della Colnago-Csf Modolo e Coledan rispettivamente 7° e 10°. Nessun problema per Westra (Vacansoleil) che ha conservato la leadership della generale davanti a Navardauskas (Garmin) e a Manuele Boaro (Saxo Bank-Tinkoff) conquistando il quarto successo stagionale dopo la tappa di Mende alla Parigi-Nizza, il campionato olandese a cronometro e la prova contro il tempo di Kerteminde.

Marco Salonna

AVVISO AI LETTORI

agosto 27, 2012 by Redazione  
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Ci scusiamo con i lettori, ma problemi tecnici ci hanno impedito di pubblicare gli ordini di arrivo negli scorsi giorni.

La redazione

RUI COSTA CI PROVA, BOASSON HAGEN CI RIESCE

agosto 27, 2012 by Redazione  
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Il portoghese allunga sulla Côte de Ty Marrec e sembra lanciato verso il trionfo ma nulla può di fronte al campione norvegese che a 2 km dal traguardo si riporta sull’atleta della Movistar e lo lascia sul posto arrivando in solitudine a Plouay. Haussler regola gli inseguitori, nella top ten Marcato, Nizzolo e Paolini.

Foto copertina: Boasson si impone nella classifica corsa francese (www.ouest-france.fr)

La 76a edizione del Gp Ouest-France di Plouay, che negli ultimi anni è divenuta la terza corsa in linea transalpina per importanza dopo la Parigi-Roubaix e la Parigi-Tours, si è disputata sulla distanza di 243 km con 9 giri di un circuito di 27 km con partenza e arrivo nel piccolo centro bretone, leggermente modificato e forse meno impegnativo rispetto a quello delle passate edizioni ma comunque caratterizzato dalla pedalabile Côte de Lezot in avvio e dalla più arcigna Côte de Ty Marrec, 1,4 km con pendenze del 5,2% e punte oltre il 10 con la vetta posta a 4 km dal traguardo. Gli uomini da battere alla vigilia erano probabilmente Peter Sagan (Liquigas) e Thomas Voeckler (Europcar), già vincitore nel 2007, che avrebbero dovuto vedersela con Gerrans e Goss (Orica-GreenEdge), a segno rispettivamente nel 2009 e nel 2010, Rui Costa e Ventoso (Movistar), Chavanel (Omega-QuickStep), Van Avermaet (Bmc), Kolobnev (Katusha), Samuel Sanchez (Euskaltel), Matthews e Luis Leon Sanchez (Rabobank), Gallopin (RadioShack), Nuyens (Saxo Bank-Tinkoff), il trionfatore di Amburgo Demare (Fdj) e il campione uscente Bole (Lampre), arrivato però all’appuntamento in condizioni precarie a causa dei problemi di colecisti avuti in stagione; la formazione blufucsia aveva infatti come leader di giornate Ulissi, reduce dal successo nel Gp di Carnago, che insieme a Gavazzi (Astana), Belletti (Ag2r), Visconti (Movistar), Marcato (Vacansoleil), Paolini (Katusha), Appollonio (Sky) e Nizzolo (RadioShack) si è presentato al via per tentare di riportare il Gp di Plouay in Italia dopo il trionfo di un allora giovanissimo Vincenzo Nibali nell’edizione 2006.
La prima fuga di giornata è nata dopo pochi km ad opera dei francesi Gerard (Ag2r), Ladagnous (Fdj), Cazaux (Euskaltel), Mangel (Saur-Sojasun), Pichon (Bretagne), Kern e Charteau (Europcar), rimasti in avanscoperta per due terzi di gara con un vantaggio massimo di 9′18” su un gruppo nel quale a incaricarsi di chiudere sono state principalmente l’Orica-GreenEdge di Gerrans e Goss e la Liquigas di Sagan che però, forse per la prima volta in stagione, è incappato in una giornata storta tanto da essere costretto al ritiro. In ogni caso a 85 km dal traguardo i fuggitivi sono stati ripresi e non ha avuto migliore fortuna la successiva azione di Burghardt (Bmc) e Devenyns (Omega-QuickStep), dapprima in compagnia di Taaramae (Cofidis), Kuschynski (Katusha), Miyazawa (Saxo Bank), Devenyns (Omega-QuickStep), Jerome (Europcar) e Damuseau (Argos-Shimano) e successivamente rimasti in due dopo aver perso per strada i compagni d’avventura nel susseguirsi delle salite, che sono rimasti in avanscoperta fino a poco più di un giro dal termine prima di essere riassorbiti da un plotone ancora molto nutrito e guidato da Astana, RadioShack e Sky.
Il grande protagonista degli ultimi 30 km è stato Voeckler, sempre in prima linea nei tentativi che si sono susseguiti mentre a variare sono stati i corridori che lo accompagnavano con il gruppo rimasto sempre a brevissima distanza; l’alsaziano maglia a pois nell’ultimo Tour de France è rimasto dapprima con Coppel e Lemoine (Saur-Sojasun), Slagter (Rabobank), Hermans (RadioShack), il campione russo Vorganov (Katusha) e Pinotti (Bmc), abile a rinvenire con un’azione di forza dopo essere rimasto inizialmente fuori dal tentativo, e quindi con Martinez (Euskaltel), ancora Coppel e Galland, altro alfiere di un’attivissima Saur-Sojasun, ma a 8 km dal traguardo la RadioShack ha annullato l’azione e ai piedi dell’ultimo passaggio sulla Côte de Ty Marrec si è presentato un gruppo forte ancora di un centinaio di atleti.
Sul tratto più duro dell’ascesa è partito Rui Costa che è riuscito a guadagnare qualche metro su un gruppetto di una quindicina di unità comprendente tra gli altri Gerrans, Gallopin, Ulissi, Nuyens, il campione tedesco Wegmann (Garmin) e Boasson Hagen e a incrementare il vantaggio sul successivo falsopiano, complice il mancato accordo tra gli inseguitori: sembrava che nessuno avesse la forza per inseguire ma quando la strada è tornata pianeggiante il campione norvegese si è riportato in solitudine su Rui Costa e, dal momento che il portoghese sentendosi battuto allo sprint ha immediatamente smesso di tirare, si è prodotto a 2 km dal traguardo in una seconda grande sparata con cui ha lasciato sul posto il rivale andando a conquistare il suo settimo successo stagionale, nonchè il primo degli ultimi due mesi dopo essersi aggiudicato il campionato nazionale e aver disputato un grande Tour al servizio dei capitani Wiggins e Froome. Quantomeno Rui Costa, giunto con un ritardo di 5” dal vincitore, è riuscito a salvare il secondo posto dal ritorno di Haussler (Garmin), che ha regolato gli inseguitori davanti a Goss e Roelandts (Lotto-Belisol) con Marcato, Nizzolo e Paolini che hanno tenuto alti i colori azzurri chiudendo rispettivamente al 6°, 7° e 10° posto e complicando ulteriormente le scelte del ct Bettini in vista dei Mondiali di Valkenburg.

Marco Salonna

GILBERT TORNA GRANDE, RODRIGUEZ SEMPRE PIU’ IN ROSSO

agosto 26, 2012 by Redazione  
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Il belga della Bmc e il leader della Vuelta fanno il vuoto sullo strappo del Montjuic e arrivano in tandem sul traguardo di Barcellona dove Purito lascia la vittoria al rivale ma allunga prepotentemente in classifica generale rifilando tra distacco e abbuoni 17” a Valverde e 20” a Contador e Froome. Si rivede nelle zone alte Tiralongo 3°, bene anche Bennati 5°.

Foto copertina: Gilbert si impone sul traguardo di Barcellona (foto Susanne Goetze)

Dopo la cronosquadre di apertura a Pamplona e una settimana di tappe dedicate esclusivamente ai velocisti oppure agli uomini di classifica la Vuelta ha presentato una frazione adatta a diverse tipologie di atleti, 196,3 km da Andorra a Barcellona sostanzialmente pianeggianti prima della celebre collina del Montjuic, affrontata per la prima volta dal 1995 quando a dare spettacolo fu Laurent Jalabert che vinse la tappa e rafforzò la maglia amarillo poi mantenuta fino a Madrid, da scalare a 3 km dal traguardo. Un finale del genere faceva gola a tanti e consapevoli di ciò i corridori non hanno fatto il diavolo a quattro nelle prime fasi per andare in fuga ad eccezione di Buffaz (Cofidis), Maaskant (Garmin), Lindeman (Vacansoleil) e dell’immancabile Chacon (Andalucia), che sono scattati immediatamente dopo l’abbassamento della bandierina del via ufficiale e hanno avuto il via libera del gruppo che però non ha mai concesso troppo spazio, con diverse squadre ad alternarsi al comando ma su tutte, malgrado i fuggitivi fossero tutti molto lontani in classifica generale, la Katusha della maglia rossa Rodriguez, segnale inequivocabile delle intenzioni bellicose del catalano voglioso di regalare una nuova gioia a sè e ai propri tifosi.
Con i quattro uomini di testa ripresi a 25 km dal traguardo il gruppo è arrivato compatto a Barcellona dove con un’azione piuttosto difficile da interpretare Contador (Saxo Bank-Tinkoff), prima ancora che iniziasse l’ascesa del Montjuic, ha tentato la sortita venendo immediatamente riassorbito dagli uomini del Team Sky: sulle prime rampe è partito invece Ballan (Bmc) che ha dato il la al contrattacco di Rodriguez e del suo compagno Gilbert, che con una sparata irresistibile hanno saltato il campione del mondo di Varese e hanno fatto il vuoto alle loro spalle, dove il solo Roche (Ag2r) ha tentato invano di chiudere il gap mentre non c’è stata reazione da parte dei diretti avversari di Purito in classifica generale. Sulla carta un gruppo ben organizzato avrebbe comunque potuto rientrare nei 3 km conclusivi ma ormai le squadre si erano sfaldate e Gilbert e Rodriguez, che dopo un iniziale momento di esitazione hanno trovato l’accordo, hanno tirato dritto fino al traguardo dove il 30enne di Verviers, per la prima volta in stagione apparso ai livelli del magico 2011, ha regolato Purito che non ha neppure tentato di insidiarlo nello sprint, accontentandosi di raggranellare secondi e consolidare la sua maglia rossa. 3° a 7” ha chiuso un buon Tiralongo (Astana), che è evaso dal gruppo nelle ultime centinaia di metri e lancia la propria candidatura per una maglia azzurra ai Mondiali di Valkenburg dopo un avvio di Vuelta anonimo a causa della caduta nella cronosquadre che ha costretto al ritiro il suo compagno Gasparotto: a 9” hanno chiuso la rivelazione Marczynski (Vacansoleil), sempre a ridosso dei big anche nelle tappe di montagna, l’altro azzurro Bennati (RadioShack), che si conferma come uno dei velocisti che tengono meglio in salita, e Valverde (Movistar) mentre il grosso del gruppo dei migliori comprendente Froome (Sky), Contador e i nostri Nocentini (Ag2r) e Capecchi (Liquigas) ha chiuso con un distacco di 12”; ancora una volta non è stata invece una buona giornata per Cunego (Lampre), che si è fatto vedere nelle posizioni d’avanguardia del gruppo prima della scalata del Montjuic ma ha perso terreno nel finale chiudendo 60° a 41” da Gilbert. La classifica generale prima del giorno di riposo con Rodriguez leader con 53” su Froome, 1′00” su Contador e 1′07” su Valverde, margini che possono consentirgli di dormire sonni relativamente tranquilli in vista della cronometro di Pontevedra: prima della sfida contro il tic-tac sarà però in programma la 10a tappa, 190 km da Ponteareas a Sanxenxo in cui i nostri Viviani e Bennati tenteranno di rompere l’imbattibilità di Degenkolb negli arrivi in volata in questa Vuelta.

Marco Salonna

FULMINE KRISTOFF, TRENO WESTRA

agosto 26, 2012 by Redazione  
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Giornata divisa in due parti al Giro di Danimarca con la medaglia di bronzo olimpica che conquista la breve semitappa in linea davanti a Fenn, Bos, Cavendish e Colbrelli mentre l’olandese domina la crono del pomeriggio davanti a Thomas e a un ottimo Boaro ed è il nuovo leader della generale.

Foto copertina: Westra in azione nella crono pomeridiana (CyclingPhoto.eu)

La quarta tappa del Giro di Danimarca è stata divisa in due con una frazione pianeggiante di 90 km al mattino dedicata in quel di Odense e una crono di 14,5 km decisiva per la classifica generale a Kerteminde. Come prevedibile la prima semitappa ha visto gli sprinter giocarsi il successo con la fuga di Joergensen (Saxo Bank-Tinkoff), Trusov (RusVelo) e Jensen (Blue Water) neutralizzata dal gruppo e Kristoff (Katusha) che ben spalleggiato dai compagni Porsev e Tsatevich ha avuto la meglio in un convulso finale
sul 22enne britannico Fenn (Omega-QuickStep) e su Bos (Rabobank) mentre i grandi favoriti Cavendish (Sky) e Greipel (Lotto-Belisol) sono rimasti chiusi e non sono andati oltre il 4° e il 10° posto con Sonny Colbrelli (Colnago-Csf) immediatamente alle spalle del campione del mondo.
La crono del pomeriggio è stata un monologo del campione olandese di specialità Westra (Vacansoleil) che ha fatto il vuoto dietro di sè infliggendo 18” a Thomas (Sky), al rientro dopo aver disputato le Olimpiadi su pista, 21” a un eccellente Manuele Boaro (Saxo Bank-Tinkoff), che potrebbe essere preso in considerazione dal ct Bettini per la prova contro il tempo di Valkenburg, 24” a Navardauskas (Garmin) e 27” al 19enne danese Folsach (Concordia Forsikring) mentre il leader della generale Nordhaug (Sky) non è andato oltre il 35° posto con un distacco di 1′01”. Westra ha anche ipotecato il successo finale del Giro di Danimarca balzando al comando della generale con 10” su Navardauskas, 14” su Boaro, 24” su Kristoff e 25” su Gaudin

Marco Salonna

VALVERDE, ALTRA VITTORIA ALL’ULTIMO RESPIRO

agosto 25, 2012 by Redazione  
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Dopo aver attaccato per primo, a 3 km dal traguardo, il murciano della Movistar conquista il secondo successo di tappa in questa Vuelta, compiendo insieme a Joaquim Rodriguez una clamorosa rimonta ai danni di Alberto Contador negli ultimi 300 metri. Purito rafforza la leadership, rifilando 15’’ più l’abbuono per il 2° posto ad un Chris Froome molto attivo, ma in netta difficoltà nell’ultimo chilometro.

Foto copertina: Valverde alza le braccia dopo la vittoriosa rimonta (foto AFP)

La Vuelta più bella della storia recente non si smentisce neppure nel quarto arrivo in salita nei primi otto giorni, in vetta alla breve ma ostica Collada de la Gallina. Per la terza volta, il finale si è risolto in un testa a testa fra i quattro pretendenti alla maglia rossa finale, sufficientemente forti e vicini da far dimenticare il non esaltante livello del contorno. A sorridere, come ad Eibar, sono stati soprattutto Alejandro Valverde, vittorioso come in terra basca, e Joaquim Rodriguez, secondo, stavolta senza rimpianti, al termine di una tappa che gli consente finalmente di prendere un minimo di margine sul più diretto inseguitore. Delusi, invece, Chris Froome e Alberto Contador, con quest’ultimo a trarre comunque le indicazioni più confortanti dopo l’allarmante controprestazione di Jaca, dove l’inglese aveva al contrario fornito prova di una brillantezza oggi venuta meno.
Come già nelle due occasioni cui si è accennato, i fantastici quattro si sono contesi, oltre a secondi chiave in ottica maglia rossa, anche il successo parziale, andando a raggiungere negli ultimi e più selettivi duemila metri di scalata Cameron Meyer, ultimo superstite di una fuga della prima ora che comprendeva anche Ramirez, Moinard, Buffaz, Aramendia e Keizer.
Malgrado il dispiegamento di forze del Team Sky, principale quando non unico promotore dell’inseguimento già ben prima dell’imbocco della salita finale, approcciata con il coltello fra i denti dai soliti Uran e Henao, è stato Valverde ad accendere la battaglia, sotto lo striscione dei tre chilometri al traguardo. Il cambio di ritmo è stato abbastanza violento da dissuadere tutti da una replica immediata, ma sono bastate poche centinaia di metri a Froome per riportare sotto Rodriguez, Contador e Moreno, malgrado il murciano della Movistar avesse trovato per qualche istante un gregario improvvisato nell’ex battistrada Ramirez.
Proprio il britannico, dopo qualche istante di studio, ha allungato in prima persona ad un paio di chilometri dal termine, trovando una resistenza convincente da parte del solo Contador. Il madrileno, però, ha rifiutato qualsiasi richiesta di collaborazione, malgrado sia Valverde sia il capoclassifica apparissero decisamente in affanno, costretti a mettersi al traino di Moreno per provare a rifarsi sotto. Vanificato così il vantaggio acquisito, gli stessi Froome e Contador sono stati costretti a replicare ad un affondo di Purito, prima che il leader Sky provasse una seconda volta poco dopo il triangolo rosso, stavolta con esito ben più modesto.
Forse proprio la minor incisività dell’accelerazione del nativo di Nairobi ha indotto Alberto – sino a quel momento insolitamente passivo – a provarci in prima persona, a 700 metri dalla linea bianca. Rodriguez e Valverde hanno ancora una volta delegato la risposta ad un Froome però chiaramente in riserva; soltanto a 300 metri dal traguardo i due spagnoli hanno realizzato che stavolta avrebbero dovuto far tutto da soli, quando il pur secco cambio di passo di JRo pareva ormai fuori tempo massimo. Sul più bello, tuttavia, per il battistrada si è improvvisamente spenta la luce, proprio mentre Valverde rilanciava ulteriormente l’andatura, scavalcava Rodriguez e andava in caccia del leader. Contador era ancora al comando all’ultimo tornante, ad una cinquantina di metri scarsi dallo striscione; nulla, in condizioni normali, ma la rampa di garage in cima alla quale era piazzato l’arrivo li ha resi sufficienti per consentire il sorpasso ai suoi danni tanto dell’Embatido quanto di Purito.
Costretto ad accontentarsi del terzo gradino del podio e a rinviare il ritorno alla vittoria dopo lo stop, l’uomo Saxo Bank potrà consolarsi con la riconquista dell’ideale scettro di favorito della corsa, per qualche giorno passato (non a detta tutti, per la verità) nelle mani di Froome: l’inglese ha infatti accusato qualcosa come 15’’ negli ultimi 300 metri, scivolando a 33’’ da Rodriguez in classifica generale, e conservandone appena sette e diciassette, rispettivamente, su Contador e Valverde, i più in difficoltà a Jaca.
Se i primi quattro restano comunque raccolti in meno di un minuto, e i rapporti di forza continuano a mutare da un giorno all’altro, non accenna invece a diminuire il gap fra questi e il resto del gruppo, anche oggi ben più evidente di quanto non dicano i 23’’ accusati da un comunque ottimo Moreno e i sei corridori giunti fra i 33 e i 44 secondi di distacco. Gesink continua ad occupare la piazza alle spalle dei papabili vincitori in classifica generale, attardato di 1’51’’, ma la sensazione è che l’olandese, mai in crisi ma sempre lontano dal dare l’idea di potersela giocare con i primi, sia destinato ad un piazzamento in top 10 – forse in top 5 – all’insegna dell’anonimato. Meglio allora i più altalenanti Moreno e Roche, 6° e 7°, non abbastanza continui ma capaci saltuariamente di dire la loro.
Si avvicinano intanto alla soglia ideale della 10a posizione Eros Capecchi, che già vi sarebbe ampiamente dentro senza la caduta di martedì, e un sorprendente Rinaldo Nocentini, oggi migliore degli italiani con un 13° posto a 1’02’’, 4’’ meglio dell’umbro della Liquigas. Molto allarmante, invece, l’ennesima prestazione incolore (aggettivo oggi eufemistico) di Damiano Cunego, 141° ad oltre 16’, a meno di un mese dal Mondiale di Valkenburg.

Matteo Novarini

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