LA FUGA PREMIA CUMMINGS

agosto 31, 2012 by Redazione  
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Nella tredicesima tappa della Vuelta riesce finalmente ad arrivare una fuga, che premia una poderosa azione negli ultimi chilometri del britannico Stephen Cummings (BMC), precedendo i validi compagni d’avventura (Meyer, Flecha, Clarke, Gerdemann e De Gendt). Protagonista della fuga anche il nostro Elia Viviani, tagliato fuori nel finale ma comunque autore di un’ottima prova. I big della classifica hanno goduto di una giornata di riposo in vista finalmente delle prime vere montagne.

Foto copertina: Cumming arriva tutto solo a Ferrol (foto Bettini)

In questa Vuelta a España costellata da arrivi in salita disegnati su misura per i corridori di casa e senza ancora una vera tappa di montagna nonostante i corridori siano ormai arrivati agli sgoccioli della seconda settimana (la prima sarà lunedì con la sedicesima tappa), l’ultima giornata interamente in Galizia è stata interlocutoria in vista delle tappe movimentate dei prossimi tre giorni. La Santiago de Compostela – Ferrol (172,8 Km) non presentava infatti alcun GPM, per quanto diversi saliscendi caratterizzassero il percorso.
Nella prima fase di corsa ci sono stati diversi tentativi di fuga, anche da parte di gruppi numerosi e con attivi anche alcuni velocisti, decisi a tentare in tutti i modi di spezzare l’egemonia di John Degenkolb (Argos-Shimano), ma il gruppo ha sempre ricucito. Finalmente al Km 34 prende corpo il tentativo di sette ottimi corridori: Juan Antonio Flecha Giannoni (Sky), Linus Gerdemann (Radioshack-Nissan), Simon Clarke e Cameron Mayer (Orica-GreenEdge), Thomas De Gendt (Vacansoleil-DCM), Stephen Cummings (BMC) e il nostro Elia Viviani (Liquigas-Cannondale), desideroso anch’egli di anticipare la volata. Grazie al lavoro dell’Argos-Shimano il gruppo sembra riuscire a tenere sotto controllo la fuga, il cui vantaggio non supera mai i 3’50”.
Al primo sprint intermedio di A Laracha (Km 72,5) transita per primo De Gendt davanti a Viviani e Gerdemann, conservando ancora più di 3’ sugli inseguitori. Tuttavia la squadra del favoritissimo Dagenkolb riceve cambi solo da parte della Lotto-Belisol – con intensità solo nell’ultima ora di corsa – e così i sette uomini davanti riescono a gestirsi al meglio, mantenendo ancora a 30 Km dal traguardo un margine appena inferiore ai 2’. Il passaggio su un lungo ponte esposto al vento spezza la coda del gruppo principale, che resta attardata e fatica moltissimo a rientrare, riuscendoci solo una parte.
Uno strappo a 18 Km dall’arrivo, poco dopo il primo passaggio da Ferrol, comporta un rimescolamento delle posizioni nel gruppo e la fuga trova qualche nuova speranza di andare in posto, in quanto con soli 15 Km da fare il vantaggio ammonta ancora a 59”. L’Argos-Shimano si sfalda dopo il lunghissimo lavoro e dal gruppo si muove Paolo Tiralongo (Astana), costringendo Dagenkolb a richiudere addirittura in prima persona in salita sugli attacchi. Riesce ad andarsene un terzetto composto da Andrey Kashechkin (Astana), Daniel Moreno (Katusha) e Gert Steegmans (OmegaPharma-QuickStep), mentre a 6 Km dal traguardo scatta Flecha sfruttando un ennesimo tratto di leggera salita. Rientra sullo spagnolo Cummings e poi progressivamente anche tutti gli altri fuggitivi tranne Viviani, il migliore del lotto in volata. Il secondo sprint intermedio di Catabois (167,8 Km) viene volato via nella bagarre, con Flecha che precede Cummings e De Gendt. Prova ad andarsene in solitaria Stephen Cummings quando mancano 3,5 Km: riesce a sorprendere i compagni d’avventura, tenendo a distanza di pochi metri Meyer e Flecha con una caparbia resistenza e tagliando il traguardo a braccia alzate. Termina secondo Meyer e terzo Flecha, con poi Clarke, Gerdeman e De Gendt. Il gruppo viene regolato dal solito Dagenkolb, che vince la volata per i punti della maglia verde davanti a Allan Davis (Orica-GreenEdge) e Ben Swift (Sky).
Nella classifica generale non è cambiato niente e Joaquin Rodriguez (Katusha) affronterà così in maglia rossa l’inizio delle maggiori asperità, a partire dalla quattordicesima tappa di domani: 149,2 Km da Palais de Rei al Puerto de Ancares, con cinque GPM (non impossibili) e l’arrivo in salita.

DALLA PIOGGIA SPUNTA BARGUIL… CON TAPPA E MAGLIA!

agosto 31, 2012 by Redazione  
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Il francese Warren Barguil anticipa sul traguardo di Valloire gli altri cinque sopravvissuti dopo la scalata al Col du Télègraphe. Il francese, oltre alla tappa, conquista anche la maglia gialla di leader della classifica generale. Bene gli italiani, rappresentati da un buon Cattaneo che tiene le ruote degli altri favoriti sulla lunga salita.

Foto copertina: l’arrivo di Barguil a Valloire (foto alpes.france3.fr)

La prima frazione di montagna di questo Tour de l’Avenir ha già proclamato i suoi verdetti, dicendoci chi può ancora vincere e chi, invece, dovrà riprovare il prossimo anno. L’inizio di questa quarta tappa ha uno sviluppo meno combattuto rispetto alle precedenti e dopo pochi chilometri si forma già il trio che monopolizzerà la corsa fino alle pendici del Télègraphe, composto dallo sloveno, e campione d’Europa, Tratnik, dal kazako Lutsenko e dal lettone Skujins. I tre vanno d’amore e d’accordo sperando che il gruppo lasci a loro qualche possibilità di vincere la tappa, ma dietro le squadre dei favoriti, tra le quali un’Italia compatta trainata dalla maglia a pois Villella, tengono il vantaggio sempre ai limiti dei 3 minuti, togliendo quella poca dose di speranza dei fuggitivi di giocarsela sul traguardo. Così, davanti, c’è chi come il lettone Skujins che decide di cambiare obiettivo, passando dalla vittoria di tappa al farsi la scorpacciata di tutti i GPM presenti sul percorso; poca roba perché passando per primo sui due colli di 3a categoria sarebbe comunque superato da chi si fosse aggiudicato il GPM del Télègraphe (così come infatti è poi successo), ma viste le altimetrie delle prossime tappe potrà aumentare il suo budget di punti se avrà ancora coraggio. Ai piedi del Télègraphe è la squadra francese che conduce il gruppo in caccia dei tre battistrada, ormai in balia del ricongiungimento.
Discorso valido solo per Skujis e Tratnik, perché il kazako Lutsenko fa valere le sue qualità di buon scalatore (vincitore di una tappa al recente Giro di Val d’Aosta) e, sulle prime rampe della salita, molla i due e tenta l’avventura solitaria.
Il gruppo inseguitore, appena iniziati gli 11 chilometri all’8 % di pendenza media, esplode, formando piccoli gruppetti. L’andatura elevata e la pioggia fanno le prime vittime, fra le quali il leader della corsa Dillier, e a sette chilometri il primo gruppetto inseguitore raggiunge il kazako, che si stacca subito ma arriverà al traguardo con un ritardo di solo un minuto e mezzo. Davanti rimangono in sette: Olivier (Olanda), Chernetskiy e Tatarinov (Russia), Warbasse (U.S.A), Barguil (Francia), Chamorro (Colombia) e il nostro Mattia Cattaneo. In cima al Télègraphe passa per primo Chamorro, che conquisterà anche la maglia a pois della classifica della montagna.
La pioggia fa un’altra vittima, perché durante la brevissima discesa che conduce a Valloire si stacca l’americano Warbasse. All’ultimo chilometro sembra prospettarsi una volata a sei, ma il francese Barguil con una stoccata da finisseur anticipa di 2 secondi sul traguarda Cattaneo & Co. Dietro il gruppetto dei sei, arrivano a una ventina di secondi una decina di corridori fra i quali McCarthy, Zilioli e Penasa e l’americano Warbasse. Più in ritardo arrivano altri possibili come l’americano Boswell (a 32 secondi), il belga Wellens (a 58 secondi), Jungels (a più di 7 minuti) e Van Poppel (addirittura a 10 minuti). In classifica generale, la maglia gialla passa al francese Barguil, che fa bottino intero, davanti al colombiano Chamorro e l’olandese Olivier; risalgono posizioni anche gli azzurri con Cattaneo in sesta posizione, Zilioli in decima e Penasa in quindicesima.
Domani altra tappa di montagna, con la Madeleine (19 km all’8 %) a 70 chilometri dall’arrivo e se il clima è come quello di oggi, in discesa potrà succedere qualcosa; l’arrivo è in salita a Les Saisies, segnato come GPM di 1a categoria. Lo spettacolo è assicurato.

Paolo Terzi

30-08-2012

agosto 31, 2012 by Redazione  
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VUELTA A ESPANA

Lo spagnolo Joaquim Rodríguez Oliver (Katusha Team) si è imposto nella dodicesima tappa, Vilagarcía de Arousa – Dumbría (Mirador de Ézaro), percorrendo 190,5 Km in 4h24′32″, alla media di 43,208 Km/h. Ha preceduto allo sprint di 8″ e 13″ i connazionali Contador Velasco e Valverde Belmonte. Miglior italiano Rinaldo Nocentini (AG2R La Mondiale), 12° a 36″. Rodríguez Oliver (Katusha Team) ha conservato la testa della classifica, con 13″ su Contador Velasco e 51″ sul britannico Froome. Miglior italiano Eros Capecchi (Liquigas – Cannondale), 13° a 6′47″.

TOUR DE L’AVENIR

Il francese Warren Barguil ( Argos – Shimano) si è imposto nella quarta tappa, Seyssel – Valloire, percorrendo 157,6 Km in 4h11′52″, alla media di 37,543 Km/h. Ha preceduto di 2″ il russo Tatarinov e il colombiano Chamorro. Miglior italiano Mattia Cattaneo (Trevigiani Dynamon Bottoli), 6° a 2″. Barguil è il nuovo leader della classifica, con 1″ su Chamorro e 2″ sull’olandese Olivier. Miglior italiano Cattaneo, 6° a 9″.

TOUR DO RIO (Brasile)

L’argentino Edgardo Simón (Real Cycling Team) si è imposto anche nella seconda tappa, Volta Redonda – Três Rios, percorrendo 162 Km in 3h50′56″, alla media di 42,090 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo sloveno Ilešič e il brasiliano Da Silva Ramos. Miglior italiano Daniele Callegarin (Team Type 1 – Sanofi), 7°. Simón ha conservato la testa della classifica con 13″ su Da Silva Ramos e 15″ sull’italiano Davide Gomirato (Petroli Firenze).

TOUR OF EAST JAVA (Indonesia)
L’iraniano Hossein Nateghi (Tabriz Petrochemical) si è imposto nella seconda tappa, Singosari – Kab. Tulungagung, percorrendo 125,6 Km in 2h57′19″, alla media di 42,5 Km/h. Ha preceduto allo sprint il malaysiano Saleh e il kazako Lyalko. Il cinese Ying Hon Ronald Yeung ha conservato la testa della classifica con 26″ sull’indonesiano Nur Hidayat e 31″ il kazako Tsissaruk.

RODRIGUEZ-CONTADOR, E’ SFIDA A DUE

agosto 31, 2012 by Redazione  
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Il catalano trionfa secondo pronostico sulle tremende rampe di Mirador de Ézaro e rafforza la maglia rossa ma il madrileno 2° a 8” tiene testa al leader della Katusha, ed entrambi guadagnano terreno su Valverde 3° a 13” e soprattutto Froome 5° a 23” e preceduto anche da Gesink. Giornata discreta per i colori azzurri con Nocentini, Tiralongo, Capecchi e Cunego tutti nei primi 20.

Foto copertina: Rodriguez svetta sull’alto del Mirador de Ézaro (foto Bettini)

Per il terzo giorno consecutivo la Vuelta rimane in Galizia con la 12a tappa, 190,5 km da Vilagarcía de Arousa a Mirador de Ézaro quasi interamente pianeggianti ma con l’arrivo posto in cima a un vero e proprio muro di 2 km con pendenza media del 13% e punte vicine addirittura al 30%, ideale per le caratteristiche della maglia rossa Rodriguez (Katusha), indubbiamente il miglior corridore del mondo su questo tipo di arrivi come ha dimostrato in questa stagione alla Freccia Vallone e in diverse altre occasioni. La formazione guidata da Valerio Piva si è dunque incaricata di tenere cucita la corsa chiudendo su tutti gli innumerevoli tentativi di fuga dei primi 70 km che hanno avuto come protagonisti tra gli altri Cataldo (Omega-QuickStep), De Gendt (Vacansoleil), Moncoutiè (Cofidis) e Gerdemann (RadioShack), finchè non sono riusciti ad andarsene quattro ottimi corridori come Astarloza (Euskaltel), Moinard (Bmc) e De Weert (Omega-QuickStep), in grado in passato di piazzarsi nei primi 15 nella classifica generale del Tour de France, e Cameron Meyer (Orica-GreenEdge), già in grande evidenza nella tappa di Collada de la Gallina: la Katusha ha forse sottovalutato l’azione concedendo fino a 7′ di margine ai battistrada che sarebbero certamente arrivati davanti al traguardo se negli ultimi 30 km non avesse preso il comando delle operazioni la Movistar di Valverde, che ha aumentato notevolmente l’andatura permettendo al gruppo di riportarsi a pochi secondi dagli uomini di testa ai piedi dello strappo finale.
Dopo un velleitario tentativo di Jeannesson (Fdj) il primo ad accelerare con una certa decisione è stato Anton (Euskaltel) che ha raggiunto e superato i fuggitivi rimanendo per un breve tratto solo in testa alla corsa ma immediatamente dopo si è mosso Rodriguez alla ruota del quale ha resistito il solo Contador (Saxo Bank-Tinkoff), apparso molto più pimpante rispetto ai primi giorni di Vuelta, con Valverde a qualche decina di metri, Anton che è scivolato indietro e soprattutto Froome (Sky) ad arrancare intorno alla 10a posizione, anche perchè aveva iniziato la salita piuttosto indietro, e il suo compagno Henao che invece di restargli al fianco ha tentato in solitudine di riportarsi sui due spagnoli al comando: vedendo le difficoltà del britannico Contador si è portato in testa e vi è rimasto fino a 200 metri dal traguardo quando Rodriguez ha sferrato la sua tipica fucilata andando a imporsi agevolmente con 8” sul madrileno, 13” su un Valverde forse meno brillante del previsto, 20” su un Gesink (Rabobank) inatteso a questi livelli dopo la performance non esaltante nella crono di Pontevedra e 23” su un Froome che ha recuperato terreno nel finale ma che conferma di non essere più l’atleta dominante del Tour de France. In ogni caso tutti gli uomini di classifica sono arrivati entro il minuto di distacco da Purito e tra questi Nocentini (Ag2r) 12° a 36” e Capecchi (Liquigas) 15° a 39” in compagnia di Tiralongo (Astana) mentre Cunego (Lampre), apparso in leggera crescita rispetto alle precedenti giornate, si è piazzato 19° a 52” con a ruota il compagno Anacona al termine di una discreta rimonta nell’ultimo tratto di salita.
La nuova classifica generale vede Rodriguez e Contador prendere il largo nei confronti di Froome e Valverde con il catalano che guida ora con 13” sul madrileno, 51” sul britannico e 1′20” sul murciano mentre Gesink è 5° a 2′59”, Moreno 6° a 3′29” e Roche 7° a 4′22”; i tre arrivi in salita consecutivi di Puerto de Ancares, Lagos de Covadonga e Cuitu Negru saranno decisivi ma prima i big avranno un attimo di respiro nella 13a tappa, 172,8 km da Santiago de Compostela a Ferreol adatti a una fuga da lontano anche se non è da scartare l’ipotesi di un arrivo a ranghi compatti in cui Degenkolb sarebbe nuovamente l’uomo da battere.

Marco Salonna

29-08-2012

agosto 30, 2012 by Redazione  
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VUELTA A ESPANA

Lo svedese Fredrik Carl Wilhelm Kessiakoff (Astana Pro Team) si è imposto nell’undicesima tappa, cronometro Cambados – Pontevedra, percorrendo 39,4 Km in 52′36″, alla media di 44,943 Km/h. Ha preceduto allo sprint di 17″ lo spagnolo Contador Velasco e di 39″ il britannico Froome. Miglior italiano Matteo Montaguti (AG2R La Mondiale), 34° a 2′53″. Lo spagnolo Joaquim Rodríguez Oliver (Katusha Team) ha conservato la testa della classifica, con 1″ su Contador Velasco e 15″ su Froome. Miglior italiano Eros Capecchi (Liquigas – Cannondale), 15° a 5′56″.

TOUR DE L’AVENIR

L’austriaco Lukas Pöstlberger (RC Arbö Gourmetfein Wels) si è imposto nella terza tappa, Pont-d’Ain – Annemasse, percorrendo 155,2 Km in 3h23′51″, alla media di 45,680 Km/h. Ha preceduto allo sprint il norvegese Breen e il lussemburghese Jungels. Miglior italiano Enrico Barbin (Trevigiani Dynamon Bottoli), 11° a 29″. L’elvetico Silvan Dillier ha conservato la testa della classifica, con 1″ sull’italiano Davide Villella (Team Colpack) e 7″ sul norvegese Bystrøm.

TOUR DO RIO (Brasile)

L’argentino Edgardo Simón (Real Cycling Team) si è imposto nella prima tappa, Rio de Janeiro – Angra dos Reis, percorrendo 152 Km in 3h58′32″, alla media di 38,233 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Davide Gomirato (Petroli Firenze) e il brasiliano Da Silva Ramos, distanziati di 4″ e 6″ nella prima classifica generale.

TOUR OF EAST JAVA (Indonesia)
Il cinese Ying Hon Ronald Yeung si è imposto nella prima tappa, Probolinggo – Singosari, percorrendo 84,4 Km in 2h03′41″, alla media di 40,94 Km/h. Ha preceduto di 19″ l’indonesiano Nur Hidayat e di 22″ il kazako Tsissaruk, distanziati di 26″ e 31″ nella prima classifica generale.

POSTLBERGER..CHE NUMERO!! SCATTA, ALLUNGA E VINCE IN VOLATA.

agosto 30, 2012 by Redazione  
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E’ stato il protagonista principe della giornata l’austriaco Postlberger. Il corridore della RC Arbö Gourmetfein Wels è evaso dal gruppo subito dopo l’ultimo GPM di giornata, è riuscito a agguantare quel che rimaneva del drappello in fuga ed stato raggiunto da altri uomini fuoriusciti dal gruppo (tra i quali il lussemburghese Jungels, uno dei favoriti per la vittoria finale), che poi ha giustiziato allo sprint. Un’impresa da segnarsi in una giornata che, a sera, ha visto ancora l’elvetico Dillier in maglia gialla, vestita sempre con il secondo che al mattino lo separava dall’italiano Villella.

Foto copertina: il successo di Postlberger ad Annemasse (cyclismactu.net)

Si sapeva che non sarebbe stata tappa da sbadiglio, ma quello che ha fatto il giovanissimo austriaco Lukas Postlberger (appena vent’anni per lui) è da memorizzare per bene.
Oggi era una tappa che misurava 155 chilometri con un colle di 3a categoria ai meno 30 dall’arrivo seguito da altre difficoltà non segnalate come GPM.
L’inizio è stato, come al solito, velocissimo e con la fuga di giornata che stentava a partire con numerosi corridori a tentare l’avventura; non è riuscito nemmeno il primo GPM di 4a categoria, 15 chilometri dopo la partenza, a favorire quel gruppetto di corridori che avessero provato ad andare via di potenza, ma a transitare sulla Côte de Bettant per primo è l’italiano Villella, intenzionato a mantenere la leadership della classifica della montagna.
Al chilometro 46 in cinque riescono a sfuggire dal controllo serrato del gruppo, guidato dalla squadra svizzera: Stuyven (Belgio), Jensen (Norvegia), Fominykh (Kazakhistan), Wilson (Stati Uniti) e Orjuela (Colombia) che raggiungono un vantaggio di 2 minuti e 50 secondi al chilometro 97, nella zona del rifornimento.
Con questo distacco il gruppo può controllare più o meno comodamente il ritardo dai fuggitivi, segno che potrebbe succedere qualcosa d’interessante di lì a poco.
All’attacco della Côte de Frangy il vantaggio dei 5 atleti al comando è intorno al minuto, e visto che il destino era segnato sia Orijuela che Wilson decidono di alzare bandiera bianca.
Dietro, intanto, l’alta andatura impressa dalla testa del gruppo causa un po’ di selezione, sbriciolandolo, e in meno di 2 chilometri si avvicina ulteriormente agli altri 3 battistrada rimasti in testa alla corsa e lasciando che il belga Stuyven si aggiudichi l’ultimo di GPM di giornata.
Non appena il gruppo transita sul GPM pochi istanti dopo il belga, fuoriesce con potenza l’austriaco Postlberger che di slancio riprende prima gli ultimi attaccanti e successivamente, non pago dello sforzo appena effettuato, rilancia da solo tentando la fuga solitaria.
Dopo qualche chilometro, però, rientrano su di lui altri due corridori: il norvegese Breen e il lussemburghese Jungels, uno dei favoriti di questo Tour de l’Avenir, e al traguardo mancano ancora 18 chilometri.
Dietro sono la Svizzera, del capo classifica Dillier, e l’Olanda, di Hofland e Van Poppel, a guidare la caccia al terzetto in fuga.
I tre corridori, comunque, passano il triangolo rosso con la convinzione di potersi giocare la vittoria senza che quel che rimane del gruppo possa dare alcun fastidio.
Nella volata ristretta è l’austriaco Postlberger a imporsi davanti a Breen e Jungels.
A 29 secondi arriva il gruppo composto da una settantina di corridori e regolato dall’olandese Van Poppel, arrivato secondo ieri, seguito da Tulik (Francia) e Polanc (Slovenia).
Per il ventenne austriaco è la seconda vittoria stagionale dopo aver vinto il campionato nazionale valido anche per i professionisti, dando l’idea della forza che ha questo ragazzo.
Per gli italiani bene Barbin, undicesimo, e con Cattaneo, Penasa, Zilioli e Villella (che conserva il comando della classifica della montagna) nel gruppo principale.
Domani prima tappa di montagna di 157 chilometri con l’arrivo a Valloire dopo aver scalato il Col du Télègraphe e con il GPM ai meno 3 dall’arrivo; lì non ci si potrà più nascondere.

Paolo Terzi.

KESSIAKOFF OROLOGIO SVIZZERO, PURITO SALVA LA ROJA

agosto 29, 2012 by Redazione  
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Con una prestazione analoga a quella che gli ha consentito di imporsi a Gossau nella corsa a tappe elvetica il 32enne svedese si aggiudica l’impegnativa crono di Pontevedra con 17” su Contador e 39” su Froome, che non riescono a strappare la leadership della generale un superlativo Rodriguez che chiude 7° a 1′16”. Ottima prova anche per Valverde 4° a 1′08”, molto indietro gli azzurri.

Foto copertina: Kessiakoff in azione nella crono di Pontevedra (foto Bettini)

In una Vuelta fatta su misura per gli scalatori anche l’unica cronometro individuale presente nelle tre settimane, 39,4 km da Cambados a Pontevedra, presentava un tracciato tutt’altro che per specialisti con solo i primi 13 km e gli ultimi 8 pianeggianti e nel mezzo l’Alto Monte Castrove, 10 km di ascesa abbastanza impegnativa nel tratto iniziale e più pedalabile verso la vetta per una pendenza media vicina al 5%, e i successivi 8 km di discesa. Il successo parziale è andato, piuttosto a sorpresa malgrado al Giro di Svizzera si era imposto in una cronometro dal disegno altimetrico molto simile in quel di Gossau battendo sua maestà Cancellara, allo svedese Kessiakoff (Astana), che dopo un Tour de France in cui aveva combattuto fino all’ultimo per la maglia a pois con Voeckler è uscito di classifica fin dalle prime tappe di montagna della Vuelta, evidentemente per dare il meglio proprio nella prova contro il tempo, e dopo un avvio di gara piuttosto controllato ha fatto la differenza nel tratto in salita e ha ulteriormente incrementato il vantaggio nel finale chiudendo con 18” su Contador (Saxo Bank-Tinkoff) e 37” su Froome (Sky), grandi favoriti della vigilia: il madrileno, in testa al rilevamento intermedio del km 13 per poi essere superato da Kessiakoff, può comunque essere soddisfatto per aver scavalcato nella classifica generale il britannico, che nei confronti del rivale ha pagato una minore attitudine nell’affrontare le curve oltre a una forma che sembra in leggero calo rispetto a quella straripante del Tour. Entrambi però non hanno fatto i conti con Purito Rodriguez (Katusha), che dopo aver accusato un distacco di 39” da Contador al primo intertempo ha come prevedibile limitato i danni in salita e soprattutto si è superato negli ultimi 16 km a lui meno favorevoli chiudendo 7° a 1′16” da Kessiakoff, immediatamente alle spalle della coppia della Movistar composta da un altrettanto convincente Valverde , 4° a 1′08” e ancora più brillante del catalano sull’Alto Monte Castrove, e da uno strepitoso Intxausti 5° a 1′09” mentre 6° a 1′15” si è piazzato lo specialista australiano Porte (Sky).
Per quanto riguarda gli altri uomini di classifica, sempre più lontani comunque dalla zona podio, il migliore è stato Talansky (Garmin) 9° a 1′24” anche se leggermente sotto tono rispetto alle previsioni, seguito da Gesink (Rabobank), il cui 12° posto a 1′42” desta però perplessità in virtù del fatto che, come accaduto più volte in stagione, è stato al livello dei migliori in pianura mentre ha perso moltissimo in salita e la stessa considerazione la si può fare per il suo compagno Mollema, solo 38° a 2′59” e lontano parente dell’atleta che ha sfiorato il podio alla Vuelta 2011. Ottima invece la prova di Moreno (Katusha) 15° a 2′02” e più che discrete quelle di Ten Dam (Rabobank), 20° a 2′20”, Roche (Ag2r) 21° a 2′21” e del giovane colombiano Anacona (Lampre) che alla sua prima impegnativa crono da professionista ha chiuso 30° a 2′49” facendo nettamente meglio del compagno Niemiec 59° a 4′01”; tra le delusioni di giornata il campione del mondo Tony Martin (Omega-QuickStep), 11° a 1′39” sia pure su un percorso poco adatto alle sue caratteristiche, Monfort (RadioShack) 27° a 2′40” e Anton (Euskaltel), che dopo un avvio di Vuelta negativo e i segnali incoraggianti di Andorra ha compiuto un brusco passo indietro chiudendo 49° con un distacco di 3′38”. Non ci si attendevano grandi cose dagli italiani con Montaguti (Ag2r) che ha chiuso 34° a 2′54” precedendo di 4” il campione nazionale di specialità Cataldo (Omega-QuickStep), mentre gli uomini di classifica Nocentini (Ag2r) e Capecchi (Liquigas) hanno fatto quel che hanno potuto terminando rispettivamente al 45° e 46° posto con distacchi di 3′30” e 3′32” da Kessiakoff.
La nuova generale vede Rodriguez che contro le previsioni ha salvato la maglia rossa con 1” su Contador, 16” su Froome e 59” su Valverde, che sarebbe tuttora in linea con gli altri tre se non avesse perso 50” nella tappa di Valdezcaray a causa della caduta e del successivo attacco del Team Sky; Purito avrà ora una grande occasione per incrementare il vantaggio nella 12a tappa, 190,5 km da Vilagarcía de Arousa a Mirador de Ézaro con un muro finale di 2 km al 13% cucito su misura per il catalano, anche se i suoi avversari diretti e il Gilbert visto sul Montjuic tenteranno di vendere cara la pelle.

Marco Salonna.

OLANDA, OLANDA, OLANDA: GLI OLANDESI FANNO TRIPLETTA

agosto 29, 2012 by Redazione  
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Pronostico rispettato, stavolta: volata doveva essere e volata è stata. Ripresa la fuga di giornata, l’epilogo della terza giornata di gara – la seconda in linea dopo il prologo d’apertura – ha parlato e a lungo olandese: lo sprint, infatti, ha visto tre corridori provenienti dal paese dei tulipani monopolizzare i piani alti dell’ordine d’arrivo, rimasti immutati per quel che riguarda la classifica. Domina ancora, quindi, l’elvetico Dillier, tallonato a un secondo dal nostro Villella.

Foto copertina: Hofland si impone a Châtillon-sur-Chalaronne (foto Jean-Pierre Balfin, leprogres.fr)

La seconda tappa di questo Tour de l’Avenir era adatta agli uomini veloci, e dopo l’imboscata dei quattro di ieri, volata è stata. Come sempre la partenza è stata a razzo con frequenti scatti e controscatti a tenere il gruppo in tiro, ma dopo 22 km la fuga parte con la speranza per il gruppo, stavolta, di essere ripresa.
I fuggiaschi sono tre: l’argentino Sepulveda (Selezione UCI), il kazako Umberkov e il neo campione europeo Under 23, lo sloveno Tratnik.
Al chilometro 26 era piazzato l’unico e facile GPM di giornata vinto dall’argentino Sepulveda che raggiunge così a quota 1 punto il leader della classifica della montagna, il nostro Villella. Dietro il gruppo controlla costantemente il vantaggio dei battistrada grazie alle tirate dei compagni dello svizzero Dillier, leader della corsa, lasciando ai 3 davanti un vantaggio esiguo mantenendolo sui 3 minuti. A 50 chilometri all’arrivo le squadre dei velocisti si fanno consegnare il testimone dagli svizzeri nel guidare l’inseguimento, segnando la comparsa di corridori tedeschi, per il ventunenne plurivincitore stagionale Nikias Arndt, e di corridori olandesi, per Hofland e Van Poppel, in testa al gruppo. A 21 chilometri dall’arrivo il vantaggio dei fuggitivi scende per la prima volta sotto i 2 minuti per l’impulso dei tedeschi e degli olandesi, abbassando così le speranze dei tre di arrivare al traguardo; ma non del tutto perché il gruppo riuscirà nel ricongiungimento solo a 2 chilometri dall’arrivo.
Finalmente gli sprinters possono sfoggiare tutta la loro potenza sul rettilineo finale, dove gli olandesi fanno una volata poderosa realizzando addirittura la tripletta: primo Hofland, secondo il sempre presente Van Poppel e terzo Wippert che lascia fuori dal podio altri attesi velocisti come il tedesco Koch (quarto), l’austriaco Sokol (quinto) e l’altro tedesco Arndt (sesto).
Nei primi dieci anche due italiani: ottavo Andrea Fedi e nono Enrico Barbin (rispettivamente secondo e primo all’ultimo Gran Premio della Liberazione).
In testa alla classifica generale c’è sempre lo svizzero Dillier che conserva sempre 1” su Davide Villella.
Da segnalare anche la velocità media della tappa: i corridori hanno percorso i 139 chilometri della tappa a 45 km/h, che sicuramente rimarranno nelle gambe di qualcuno nelle prossime tappe.
Domani terza tappa che presenta terreno adatto a qualche agguato, con i primi 100 km pianeggianti ma con gli ultimi 50 puntellati da salitelle, compreso un GPM di 3a categoria ai meno 30 dall’arrivo.

Paolo Terzi

28-08-2012

agosto 28, 2012 by Redazione  
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VUELTA A ESPANA

Il tedesco John Degenkolb (Argos Oil – Shimano) si è imposto nella decima tappa, Ponteareas – Sanxenxo, percorrendo 190 Km in 4h47′24″, alla media di 39,666 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Bouhanni e l’italiano Daniele Bennati (RadioShack – Nissan). Lo spagnolo Joaquim Rodríguez Oliver (Katusha Team) ha conservato la testa della classifica, con 53″ sul britannico Froome e 1′00″ sullo spagnolo Contador Velasco. Miglior italiano Eros Capecchi (Liquigas – Cannondale), 12° a 3′40″.

TOUR DE L’AVENIR

L’olandese Moreno Hofland (Rabobank Continental Team) si è imposto nella seconda tappa, Le Parc des Oiseaux – Châtillon-sur-Chalaronne, percorrendo 141 Km in 3h03′38″, alla media di 46,070 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Van Poppel e Wippert. Miglior italiano Andrea Fedi (Team Simaf Carrier Wega Truck Italia Valdarno), 7°. L’elvetico Silvan Dillier ha conservato la testa della classifica, con 1″ sull’italiano Davide Villella (Team Colpack) e 7″ sul norvegese Bystrøm.

L’IMPLACABILE DEGENKOLB INGRANA LA QUARTA

agosto 28, 2012 by Redazione  
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Il giorno di riposo non cambia le gerarchie della Vuelta per quanto riguarda gli arrivi in volata con il tedesco che fa poker imponendosi sul traguardo in leggerissima ascesa di Sanxenxo davanti al campone francese Bouhanni e all’aretino Bennati mentre gli uomini di classifica restano al coperto in vista della crono di Pontevedra

Foto copertina: Degenkolb batte la quarta…. (foto AP)

Dopo il giorno di riposo e il trasferimento la Vuelta è ripartita dalla Galizia con la 10a tappa, 190 km da Ponteareas a Sanxenxo senza particolari difficoltà altimetriche se si esclude l’Alto de San Cosme affrontato nella fase iniziale. La corsa, disputata finalmente con temperature accettabili dopo il caldo torrido che aveva accompagnato i corridori fin dalla cronosquadre d’apertura a Pamplona, è vissuta sulla fuga partita immediatamente dopo il via ufficiale di Aramendia (Caja Rural), spessissimo all’attacco anche nelle frazioni precedenti, e Palomares (Andalucia) che al contrario, pur essendo a sua volta un habituè di questo tipo di azioni, non si era ancora visto avendo tentato di rimanere nelle zone medio-alte della classifica generale: sui battistrada hanno tentato di riportarsi dapprima Sijmens (Cofidis) e in seguito Keizer (Vacansoleil) e il campione olandese Terpstra (Omega-QuickStep) ma il gruppo ha in breve tempo chiuso sui contrattaccanti mentre ha lasciato fare ai due spagnoli che hanno potuto guadagnare oltre 6′ prima della reazione del plotone guidato dall’Argos-Shimano di Degenkolb, a segno tre volte su tre negli arrivi in volata disputati fin qui, e dall’Orica-GreenEdge di Davis, che ha portato all’inevitabile ricongiungimento a 33 km dall’arrivo.
Alla luce di un leggero vento laterale presente sul percorso il Team Sky, di gran lunga la squadra più attrezzata per questo tipo di azioni, si è portato al comando con il duplice intento di tenere davanti Froome e di tentare di fare selezione e una cinquantina di atleti hanno perso contatto ma tra questi non vi erano nè velocisti nè uomini di classifica ad eccezione di Cobo (Movistar), già distanziato comunque di oltre 7′ dalla maglia rossa Rodriguez (Katusha) e controfigura del corridore in grado di salire sul gradino più alto del podio di Madrid nella passata stagione, e di Henao (Sky), che era 14° a 3′54” dal leader ma in questa Vuelta svolge esclusivamente un ruolo di gregario. Negli ultimi 3 km sono entrate in azione l’Argos-Shimano e la RadioShack di Bennati, che però si è trovato allo scoperto troppo presto e ha atteso che fosse Degenkolb il primo a lanciarsi; il tedesco è partito a sua volta piuttosto lungo con alla ruota il campione francese Bouhanni (Fdj) e l’aretino e, malgrado la strada tirasse leggermente fino al traguardo, le posizioni sono rimaste tali fino alla linea bianca con lo sprinter dell’Argos-Shimano che ha colto il suo quarto successo dimostrando una superiorità ancora più netta che nelle volate precedenti, mentre a Bennati resta la magra consolazione di aver raccolto il quarto piazzamento nella top five in sei giorni. Ai piedi del podio hanno chiuso Meersman (Lotto-Belisol), Cardoso (Caja Rural) e Mondory (Ag2r) con Viganò (Lampre) 8° e Viviani (Liquigas), che ancora una volta ha pagato la mancanza di un treno in grado di portarlo nelle primissime posizioni nel finale, a chiudere la top ten.
La classifica generale alla vigilia della crono di 39,4 km da Cambados a Pontevedra vede sempre Rodriguez al comando con 53” su Froome, 1′00” su Contador (Saxo Bank-Tinkoff) e 1′07” su Valverde (Movistar), unici papabili al successo finale dal momento che gli altri da Gesink (Rabobank) 5° a 2′01” in giù non sembrano in grado di inserirsi; malgrado il percorso non lo penalizzerà più di tanto con il gpm di 3a categoria di Alto Monte Castrove è prevedibile che Purito perda la maglia rossa a discapito di uno tra Froome e Contador, che dovrebbero giocarsi anche il successo parziale con specialisti come il campione del mondo di specialità Tony Martin (Omega-QuickStep) e il giovane statunitense Talansky (Garmin).

Marco Salonna

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