TOUR NOSTRUM – 21a TAPPA: FONTAINEBLEAU – PARIGI

luglio 31, 2011 by Redazione  
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Dopo il “Giro Nostrum” abbiamo provato a metterci nei panni anche di Christian Prudhomme e a tracciare un ipotetico percorso del Tour de France. L’unico filo conduttore è stato, come per la corsa rosa, il quarantennale dell’adozione della Convenzione sul Patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO. Non ci siamo basati sulle candidature ufficiali, con l’esclusione di Liegi e della tappa pirenaica della Pierre-Saint-Martin. Seguiteci

21a TAPPA: FONTAINEBLEAU – PARIGI

Il nostro Tour è giunto al suo atto finale, la consueta passerella ad uso e consumo dei velocisti, che presenta una marcia d’avvicinamento alla capitale francese meno “sonnolenta” rispetto a quanto visto negli ultimi anni. Ci sarà lo spazio per gli ultimi sprint della montagna, mentre abbiamo anticipato all’esterno del circuito finale l’ultimo traguardo volante, quello che si solito si disputava sugli Champs Elysées, ad un tiro di schioppo dall’Arco di Trionfo.

Siti UNESCO
Fontainebleau: palazzo e parco di Fontainebleau, foresta di Fontainebleau (riserva della biosfera)
Parigi: argini della Senna, Tour Saint-Jacques (Strade francesi per Santiago de Compostela)

Mauro Facoltosi

Di seguito, tabella di marcia, altimetria* e planimetria*
*queste ultime relative al solo tratto in linea

21a_tappa

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ARCHIVIO TOUR NOSTRUM

1a tappa: Liegi (cronosquadre)
2a tappa: Tongres / Tongeren – Longwy
3a tappa: Longwy – Nancy
4a tappa: Nancy – Troyes
5a tappa: Troyes – Vézelay
6a tappa: Avallon – Arc-et-Senans
7a tappa: Lons-le-Saunier – Chambery
8a tappa: Albertville 1992 – Sestriere 2006
9a tappa: Bardonecchia – Station de Vars
10a tappa: Guillestre – Orange
11a tappa: Avignone – Mont Ventoux
12a tappa: Arles – Parc National des Cévennes (Florac)
13a tappa: Sète – Port-Barcarès
14a tappa: Argelès-sur-Mer – Bourg-Madame
15a tappa: Alp – Llivia (cronometro individuale)
16a tappa: Mont-Louis – Le Chioula
17a tappa: Saint-Girons – Cirque de Gavarnie – Mont Perdu
18a tappa: Argelès-Gazost – La Pierre Saint-Martin (Arette)
19a tappa: Auch – Montignac (Grotte di Lascaux)
20 tappa: Les Ulis – Versailles

30-07-2011

luglio 31, 2011 by Redazione  
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CLASICA CICLISTA SAN SEBASTIAN (Spagna)
Il belga Philippe Gilbert (Omega Pharma-Lotto) si è imposto nella classica spagnola, percorrendo 234 Km in 5h48′52″, alla media di 40,244 Km/h. Ha preceduto di 12″ lo spagnolo Barredo Llamazales e di 14″ il belga Van Avermaet. Miglior italiano Simone Ponzi (Liquigas-Cannondale), 12° a 2′05″.

DOOKOLA MAZOWSZA (Polonia)
Il polacco Mateusz Komar (BDC Team) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, circuito di Szydlowiec, percorrendo 166 Km in 3h58′54″, alla media di 41,691 Km/h. Ha preceduto di 2′06″ e 2′30″ i connazionali Skarzynski e Robert Radosz (BDC Team). Quest’ultimo si impone nella classifica finale, con 1″ su Selig e 3″ sul polacco Jezowski.

TOUR ALSACE
Il russo Alexey Tsatevitch (Itera – Katusha) si è imposto nella quarta tappa, Illzach – Mulhouse, percorrendo 169,9 Km in 4h02′32″, alla media di 42,031 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Blain e il tedesci Schäfer. Il belga Niels Albert (BKCP – Powerplus) ha conservato la testa della classifica, con 8″ e 10″ sui francesi Bideau e Le Boulch

TOUR DO RIO (Brasile)
Il brasiliano Magno Nazaret (Funvic-Pindamonhangaba) si è imposto nella quarta tappa, Teresopolis – Rio Das Ostras, percorrendo 197,6 Km in 4h41′15″, alla media di 42,154 Km/h. Ha preceduto di 10″ il connazionale Nascimento e lo statunitense Wren. Miglior italiano Alessandro Mazzi (Petroli Firenze-Cycling Team), 18° a 10′07″. Il colombiano Juan Suarez (EPM-UNE) ha conservato la testa della classifica, con 27″ e 30″ sui colombiani Castaneda e Beltran. Miglior italiano Marco Coledan (Trevigiani), 17° a 13′31″.

GIRO DELLE VALLI CUNEESI

L’elvetico Oliver Hofstetter (VC Mendrisio) si è imposto nella prima tappa, Costigliole Saluzzo – Revello, percorrendo 167,3 Km in 3h37′44″, alla media di 46,102 Km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Serebryakov e l’italiano Marco Amicabile (Team Delio Gallina)

GILBERT, ENNESIMO ASSOLO

luglio 30, 2011 by Redazione  
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Il belga conquista il quattordicesimo successo di un 2011 trionfale imponendosi a San Sebastian, grazie ad una micidiale sparata a 3 km dal traguardo. Barredo coglie la seconda piazza anticipando di pochi metri un drappello di sette uomini regolato da Van Avermaet. Deludenti le prove degli italiani, con Basso staccatosi sull’ultima salita e Cunego rimasto indietro non appena la corsa si è accesa. Migliore degli azzurri Simone Ponzi, 12°.

Foto copertina: l’esultanza di Philippe Gilbert al momento dell’arrivo in solitaria a San Sebastian (foto Susi Goetze)

Deve essere un’esperienza estremamente frustrante correre contro il Philippe Gilbert di questa stagione. Perché l’impressione è che, a prescindere dal tipo di percorso e dalla condotta tattica degli avversari – guardinga come all’Amstel Gold Race e alla Freccia Vallone o aggressiva come alla Liegi e oggi a San Sebastian -, non ci sia scampo quando il belga decide che è giunto il momento di passare all’azione e di prendersi l’ennesimo successo di un 2011 trionfale.
Molti uomini quotati hanno oggi provato a scombinare i piani del vallone, muovendosi in prima persona sull’Alto de Jaizkibel, quando il destino infelice della fuga del mattino era già chiaro. È stato Nicolas Roche ad accendere la miccia, quando al traguardo mancavano 43 km, spianando la strada a due attacchi di Samuel Sanchez, chiamato a sfatare la maledizione che vuole la Euskaltel incapace di imporsi sulle strade di casa. Le azioni dell’asturiano, sganciatosi in vista della cima in compagnia di Vanendert e Devenyns, hanno selezionato il gruppo dei favoriti, ma non hanno scavato divari sufficienti ad evitare che i grandi si ricompattassero nella successiva discesa. Il più illustre assente dal nutrito plotone riformatosi ad una trentina di chilometri dal termine è stato Damiano Cunego, ancora una volta deludente in una corsa che mai è riuscito a digerire, a dispetto della buona condizione messa in mostra nel finale di Tour, e di un tracciato sulla carta cucito addosso al veronese.
Dopo un tratto pianeggiante caratterizzato da numerosi ma poco pericolosi tentativi di outsider, con Stijn Devolder capace di guadagnare anche una trentina di secondi in solitaria, è toccato all’Alto de Arkale, ultima e a conti fatti più incisiva ascesa di giornata, operare la selezione decisiva, restringendo a soli dieci uomini il lotto dei contendenti. A Vanendert e Zubeldia, evasi in quest’ordine lungo la salita, si sono infatti aggiunti Gilbert, Sanchez, Joaquim Rodriguez, Uran, Barredo, Van Avermaet, Devenyns e Frank Schleck, trovando subito un’intesa che ha spento sul nascere qualsiasi velleità di rientro da parte degli inseguitori, tra cui figurava un Ivan Basso parso piuttosto brillante sulle prime rampe della salita.
A rompere l’armonia instauratasi nel drappello di testa è stato Carlos Barredo, evaso a 8 km dalla conclusione, ma mai andato oltre la decina di secondi di vantaggio. Ben più decisa è stata invece l’azione con cui Philippe Gilbert, approfittando dell’ultimo dente di giornata, a 3 km e mezzo dal traguardo, ha levato di ruota di forza la compagnia, incluso un Samuel Sanchez fiondatosi al suo inseguimento, ma incapace non soltanto di chiudere sullo scatenato belga, ma anche su Barredo, sempre in seconda posizione.
Il rientro sul leader Euskaltel prima di Haimar Zubeldia e poi del resto degli ex battistrada, anziché segnare l’inizio di una collaborazione che comunque ben difficilmente avrebbe potuto rintuzzare l’attacco di Gilbert, ha portato ad una fase di stallo che ha definitivamente sancito il trionfo del vallone, che ha potuto concedersi 300 metri di passerella, conservando ancora 12’’ di margine. Più vicino spettatore del quattordicesimo successo stagionale di Gilbert è stato proprio il bravissimo Barredo, mentre Van Avermaet ha regolato Purito e Devenyns nello sprint per il gradino più basso del podio. Migliore degli azzurri è stato al traguardo Simone Ponzi, 12°, giunto con il secondo gruppo a 2’05’’.
Mancano ormai gli aggettivi per definire il Philippe Gilbert attuale, dominante in gare di un giorno come neppure Paolo Bettini era mai riuscito ad essere in una singola stagione. Più significativo, forse, è far notare come si tratti per il belga della sesta classica di prestigio conquistata quest’anno (dopo Montepaschi Strade Bianche, Freccia del Brabante, Amstel Gold Race, Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi, cui andrebbe aggiunto anche il campionato nazionale in linea), la terza della ex Coppa del Mondo. Proprio quest’ultima può fornire un altro parametro eloquente: con il successo di oggi, Gilbert sarebbe salito a 370 punti in classifica, dopo sei prove su dieci; cifra con cui avrebbe vinto tutte le edizioni della CdM con 100 punti per vittoria tranne quella del 1998, in cui Michele Bartoli si impose con 416, raccolti però per circa metà dopo San Sebastian. Per il resto, Bettini, Zabel, Museeuw, Boogerd, Vandenbroucke, Rebellin, Dekker, Van Petegem, Tchmil e tutti gli altri non hanno saputo accumularne altrettanti in dieci prove.
Gli uomini da classiche si daranno ora appuntamento ad Amburgo, il 21 agosto prossimo, data che coinciderà però con quella della seconda tappa della Vuelta. Probabili dunque numerose defezioni, tra cui forse quella dello stesso Gilbert, che potrebbe puntare sul GT spagnolo per preparare il Mondiale di Copenaghen. Mondiale che ad onor del vero appare un po’ troppo facile per le caratteristiche del belga, contro il quale però, ora come ora, non vorremmo mai essere costretti a scommettere, a prescindere da percorso e avversari.

Matteo Novarini

29-07-2011

luglio 30, 2011 by Redazione  
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DOOKOLA MAZOWSZA (Polonia)
Il polacco Jaroslaw Kowalczyk (Wielkopolska Regionalna) si è imposto nella terza tappa, Zwolen – Szydlowiec, percorrendo 161 Km in 3h45′48″, alla media di 42,781 Km/h. Ha preceduto i connazionali Kirpsza (allo sprint) e Jezowski (di 4″). Il tedesco Rudiger Selig (Jenatec-Cycling) è tornato in testa alla classifica, con 2″ e 3″ sui polacchi Jezowski e Radosz.

TOUR ALSACE
Il francese Arnaud Demare (C.C. Nogent sur Oise) si è imposto nella terza tappa, Colmar – Carspach, percorrendo 146 Km in 3h33′00″, alla media di 41,126 Km/h. Ha preceduto allo sprint i russi Krasnov e Tsatevitch. Il belga Niels Albert (BKCP – Powerplus) ha conservato la testa della classifica, con 8″ e 10″ sui francesi Bideau e Le Boulch

TOUR DO RIO (Brasile)
Il colombiano Juan Suarez (EPM-UNE) si è imposto nella terza tappa, Three Rivers – Teresópolis, percorrendo 120,3 Km in 2h53′16″, alla media di 41,658 Km/h. Ha preceduto di 22″ i connazionali Castaneda e Beltran. Miglior italiano Simone Fruini (Petroli Firenze-Cycling Team), 18° a 3′40″. Suarez è il nuovo leader della classifica classifica, con 16″ sul brasiliano Andriato e 26″ su Castaneda. Miglior italiano Marco Coledan (Trevigiani), 14° a 3′46″.

AGGIORNAMENTO CRITERIUM POST TOUR

Cibel Na-Tourcriterium Saint-Niklaas (Belgio): Cadel Evans (BMC Racing Team)

28-07-2011

luglio 29, 2011 by Redazione  
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DOOKOLA MAZOWSZA (Polonia)
Il polacco Robert Radosz (BDC Team) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Kozienice, percorrendo 163 Km in 3h58′11″, alla media di 41,061 Km/h. Ha preceduto i connazionali Jezowski e Janiaczyk. Radosz è il nuovo leader della classifica, con 1″ sul tedesco Selig e 4″ sullo slovacco Jurco.

TOUR ALSACE
Il belga Niels Albert (BKCP – Powerplus) si è imposto nella seconda tappa, Strasburgo – Bischoffsheim, percorrendo 153,8 Km in 3h49′33″, alla media di 40,200 Km/h. Ha preceduto di 4″ i francesi Bideau e Le Boulch. Albert è il nuovo leader della classifica, con 8″ su Bideau e 10″ su Le Boulch

TOUR DO RIO (Brasile)
Il brasiliano Rafael Andriato (Petroli Firenze-Cycling Team) si è imposto nella seconda tappa, Volta Redonda – Three Rivers, percorrendo 165,7 Km in 4h04′02″, alla media di 40,740 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’argentino Edgardo Simon (Padaria Real-Caloi-Ceu Azul-Alimentos) e il brasiliano Pinheiro. Miglior italiano Andrea Dal Col (Trevigiani), 6°. Simon ha conservato la testa della classifica, con 4″ su Andriato e 16″ sull’italiano Marco Coledan (Trevigiani).

AGGIORNAMENTO CRITERIUM POST TOUR

Sørlandsparken Grand Prix (Norvegia): Philippe Gilbert (Omega Pharma-Lotto)
Ronde des Korrigans à Camors (Francia): Jérémy Roy (FDJ)
Criterium Herentals (Belgio): Philippe Gilbert (Omega Pharma-Lotto); Vincenzo Nibali (Liquigas-Cannondale) 2°, Ivan Basso (Liquigas-Cannondale) 4°.
Gala Tour de France Luxembourg (Lussemburgo): Fränk Schleck (Leopard Trek)
Sandefjord Grand Prix (Norvegia): Philippe Gilbert (Omega Pharma-Lotto)
Wateringse wielerdag (Paesi Bassi): Mark Cavendish (HTC-Highroad)

TOUR NOSTRUM – 20a TAPPA: LES ULIS – VERSAILLES (cronometro individuale)

luglio 28, 2011 by Redazione  
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Dopo il “Giro Nostrum” abbiamo provato a metterci nei panni anche di Christian Prudhomme e a tracciare un ipotetico percorso del Tour de France. L’unico filo conduttore è stato, come per la corsa rosa, il quarantennale dell’adozione della Convenzione sul Patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO. Non ci siamo basati sulle candidature ufficiali, con l’esclusione di Liegi e della tappa pirenaica della Pierre-Saint-Martin. Seguiteci

20a TAPPA: LES ULIS – VERSAILLES (cronometro individuale)

Il nostro personale Tour de France è arrivato al suo penultimo atto, una classica crono da fine Tour, 50 Km veloci (anche se non del tutto pianeggianti) e molto spettacolari, in particolar modo nei chilometri conclusivi. Si dovrà percorrere, infatti, un lungo tratto, ben 3 Km, all’interno della Reggia di Versailles, dapprima sfiorando i due castelli del Trianon e poi attraversando il parco della reggia. In quei frangenti si pedalerà costantemente sul pavè, con un piccola porzioncina di sterrato, giusto poche centinaia di metri per far provare anche al Tour l’ebbrezza delle strade bianche.

Siti UNESCO
Versailles: palazzo e parco di Versailles

Mauro Facoltosi

Di seguito, tabella di marcia, altimetria e planimetria

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ARCHIVIO TOUR NOSTRUM

1a tappa: Liegi (cronosquadre)
2a tappa: Tongres / Tongeren – Longwy
3a tappa: Longwy – Nancy
4a tappa: Nancy – Troyes
5a tappa: Troyes – Vézelay
6a tappa: Avallon – Arc-et-Senans
7a tappa: Lons-le-Saunier – Chambery
8a tappa: Albertville 1992 – Sestriere 2006
9a tappa: Bardonecchia – Station de Vars
10a tappa: Guillestre – Orange
11a tappa: Avignone – Mont Ventoux
12a tappa: Arles – Parc National des Cévennes (Florac)
13a tappa: Sète – Port-Barcarès
14a tappa: Argelès-sur-Mer – Bourg-Madame
15a tappa: Alp – Llivia (cronometro individuale)
16a tappa: Mont-Louis – Le Chioula
17a tappa: Saint-Girons – Cirque de Gavarnie – Mont Perdu
18a tappa: Argelès-Gazost – La Pierre Saint-Martin (Arette)
19a tappa: Auch – Montignac (Grotte di Lascaux)

E IL BRUTTO ANATROCCOLO DIVENTÒ CIGNO

luglio 28, 2011 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

La novantottesima edizione del Tour de France ha visto il trionfo dell’australiano Cadel Evans che, grazie ad una condotta di gara ineccepibile, riesce finalmente a scrollarsi di dosso l’appellativo di eterno secondo. Una corsa tanto incerta quanto entusiasmante che purtroppo nelle prime dieci tappe ha dovuto registrare l’abbandono a causa delle cadute di alcuni tra i protagonisti più attesi come Bradley Wiggins, Andreas Kloeden e, soprattutto, Alexandre Vinokourov. Per quanto riguarda le ruote veloci, Mark Cavendish ha ribadito il suo dominio negli sprint mentre gli italiani hanno concluso la Grand Boucle nell’anonimato, senza ottenere nessuna vittoria parziale e con Damiano Cunego migliore degli azzurri piazzatosi al settimo posto della classifica generale.

Foto copertina: Cadel Evans sugli Champs-Élysées (foto Bettini)

Cadel Evans: una stagione da incorniciare quella dell’australiano che si dimostra il corridore da corse a tappe più costante dell’anno con le vittorie in Tirreno – Adriatico, Giro di Romandia e Tour de France. Nella corsa francese si dimostra accorto e abile nell’evitare le cadute che caratterizzano da sempre le prime tappe; indomito sugli strappi (fa suo l’arrivo sull’arcigno Mur de Bretagne), si rivela capace di dirigere magistralmente la sua BMC nella cronometro a squadre. Mentre sui Pirenei si limita a controllare i diretti avversari, sulle Alpi mantiene i nervi saldi sia dopo l’attacco di Andy Schleck che negli istanti successivi l’incidente meccanico sul Telegraphe. In montagna è sempre lui a prendere in mano le sorti della corsa e la sua andatura sgraziata ma efficace, in salita, manda fuori giri quasi tutti i suoi avversari, tra cui Alberto Contador. La vittoria finale è la dimostrazione che questo atleta con un po’ meno sfortuna e con una squadra attrezzata a supportarlo nell’arco delle tre settimane sarebbe riuscito sicuramente a conquistare anche la Vuelta 2009, il Tour de France 2008 e, forse, quello 2007. Con la conquista della Grand Boucle rientra anche nel gotha di coloro che sono stati capaci di aggiudicarsi in carriera un Campionato del Mondo e un Tour de France, con la particolarità, però, che Cadel si è dimostrato un campione assoluto anche nelle gare di mountain-bike. Voto: 10 e lode.

Andy Schleck: da sacerdote del culto pantaniano non ho difficoltà a definire la vittoria del Fenicottero lussemburghese sul Lautaret un’impresa alla Pantani. Una vittoria splendida, indubbiamente la più emozionante degli ultimi anni. Un trionfo che meriterebbe il dieci in pagella ma data l’insicurezza e la sudditanza psicologica mostrata nelle tappe pirenaiche nei confronti del fratello maggiore, sembra più giusto attribuire un nove. I numeri per vestirsi di giallo a Parigi ce li ha anche se difficilmente si presenterà, in futuro, la possibilità di correre su di un percorso così favorevole agli scalatori come quello di questa edizione. Voto: 9.

Frank Schleck: a differenza del fratello non ha le doti per vincere un Tour de France e, in futuro, dovrà mettersi a disposizione di Andy sin dalle prime tappe (discorso che ripetiamo ormai da tre anni a questa parte) invece che coltivare la legittima ma alquanto irrealizzabile ambizione di vincere la corsa francese. Agguanta l’ultimo gradino del podio in extremis. Voto: 7,5.

Thomas Voeckler: va al di là di ogni umana immaginazione la prestazione che l’alsaziano ha offerto sulle strade di casa. Lui, che ha sempre sofferto le salite (persino gli strappi!), si è trovato a battagliare con i grandi del ciclismo mondiale sulle salite mitiche del Tour. Lui, che il miglior risultato alla Grand Boucle lo ha ottenuto nel famoso 2004 (18º posto), si è trovato a lottare per il podio. E lo avrebbe raggiunto, se solo non si fosse esaltato e non fosse andato a prendere Contador sul Telegraphe, un’azione che gli è rimasta terribilmente sulle gambe. A questo proposito merita una nota di biasimo il direttore sportivo Bernaudeau che avrebbe dovuto bloccare il tentativo scriteriato del suo corridore. Il “Fu T-Blanc” riesce comunque a resistere, nella cronometro conclusiva, al tentativo di recupero di Contador e a guadagnarsi una splendida quarta piazza nella classifica generale. Ora e più che mai è divenuto l’idolo non solo dei tifosi francesi di ciclismo, ma di tutta una nazione. Voto: 8,5.

Alberto Contador: era a caccia dell’accoppiata Giro e Tour ma il madrileno non sembra avere le qualità necessarie per riuscire nell’impresa. Oltre alle gambe che non girano a dovere anche la fortuna lo abbandona e, alla fine, deve accontentarsi della quinta posizione. L’attacco inscenato nella tappa dell’Alpe D’Huez con successiva debacle non fa che confermare il fatto che lo spagnolo non è uno scalatore puro, un grimpeur di razza ma uno scattista senza tenuta sulla distanza, come ho avuto già modo di dire è un centometrista non un maratoneta. Ha già annunciato che l’anno prossimo si concentrerà esclusivamente sul Tour, evitando di passare per l’Italia. Ce ne faremo una ragione. Voto: 6.

Samuel Sanchez: corre un Tour all’attacco, sia in salita che in discesa, e il coraggio, quando non si trasforma in follia, molto spesso paga. Infatti porta a casa uno splendido successo a Luz Ardiden e, grazie al secondo posto dietro a Pierre Rolland (voto: 9) nella tappa dell’Alpe D’Huez, conquista meritatamente anche la maglia di miglior scalatore. Ha dimostrato che l’oro olimpico vinto tre anni fa non è stato un caso. Voto: 8.

Damiano Cunego: la scelta di curare la classifica generale è ammirevole ma non si è dimostrata quella giusta. Un posto nei primi 10 della classifica non vale una vittoria di tappa prestigiosa, questo è fuori di dubbio. Damiano deve capire che è un corridore da corse in linea di razza mentre non si può dire la stessa cosa per quanto riguarda le gare a tappe, in cui si troverà sempre a dover lottare per le posizioni di rincalzo. Voto: 6,5.

Ivan Basso: che cosa dire del varesino? La speranza ad inizio Tour era che col passare delle tappe potesse ritrovare quel colpo di pedale che gli permise un anno fa di domare il Mostro della Carnia. Ci siamo illusi a Luz Ardiden che potesse perlomeno lottare per il podio, ma l’impressione è che Ivan invece di crescere di condizione sia calato con il trascorrere dei giorni. A fine corsa ha affermato che l’anno prossimo vorrà tornare in Francia per vincere. Glielo auguriamo ma l’anagrafe non è dalla sua parte. Voto: 4.

Philippe Gilbert: impressionante. Dopo la tripletta sulle Ardenne vince, domina la prima tappa e veste anche la maglia gialla. La facilità con cui vince è così disarmante da far paura, tuttavia spreca almeno altre due occasioni di vittoria di tappa nel corso delle tre settimane. Non si limita a vincere sugli strappi ma prova anche a mantenere una buona posizione in classifica generale, affermando che in futuro proverà a vincere il Tour. Altamente improbabile, ma non impossibile. Voto: 8.

Mark Cavendish:semplicemente il più forte sprinter al Mondo, anche grazie agli ineccepibili meccanismi del suo treno giallo (HTC, voto: 9) riesce ad aggiudicarsi cinque tappe. Prossima fermata: Copenhagen. Voto: 9.

Thor Hushovd: incontenibile il Campione del Mondo in quest’edizione del Tour de France, perso un po’ del suo spunto veloce ha saputo vincere due meravigliose tappe di montagna con azioni entusiasmanti. La maglia verde, obiettivamente, era impossibile da conquistare con un Cavendish in quelle condizioni ma le sue due vittorie hanno un peso specifico molto maggiore rispetto a quelle di Cannonball. Sarà un osso duro anche per i prossimi Mondiali perché si è confermato uno dei migliori fondisti in circolazione. Voto: 9.

Alessandro Petacchi: l’età e le recenti disposizioni del CONI gli hanno impedito di correre un Tour da protagonista. Voto: 4.

Francesco Gandolfi

VALLONIA, VAN AVERMAET SI AGGIUDICA L’ULTIMO SET

luglio 28, 2011 by Redazione  
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La partita di ping-pong è finita e il Giro della Vallonia si è consegnato nelle mani del suo leader, il belga Greg Van Avermaet che si è imposto nell’ultimo “set” si è imposto davanti all’olandese Van Leijen, l’altro primattore di questa corsa. La volata finale è stata, tra l’altro, una “summa” dell’edizione 2011 del Tour de Wallonie perchè ai primi tre posti si sono piazzati, nel preciso ordine di classifica, proprio coloro che già al mattimo occupavano i piani alti della generale.

Foto copertina: Van Avermaet bacia la maglia di leader subito dopo aver tagliato il traguardo dell’ultima tappa (www.rtbf.be)

L’arrivo dell’ultima tappa del Tour de Wallonie sul muro di Thuin era il terreno ideale per derimere la questione tra Van Avermaet e Van Leijenn su chi si sarebbe aggiudicato la breve corsa a tappe belga.
I due contendenti, accreditati alla partenza dello stesso tempo, non si sono fatti mancare la possibilità di sfidarsi a viso aperto mentre la strada saliva verso l’alto e conduceva al traguardo definitivo con il gruppo che li comprendeva oramai ridotto a una quindicina di unità.
Prima del duello tra i due primi della classe la tappa era stata caratterizzata dalla fuga di 7 elementi, ma il bottino in palio era però troppo grosso e la BMC, squadra della maglia gialla Van Avermaet, non si è potuta esimersi dal condurre l’inseguimento, con Alessandro Ballan ultimo a pilotare il belga verso la vittoria.
Il primo italiano sul traguardo è stato Stefano Garzelli, ottavo con lo stesso tempo del vincitore.
Leggermente ritardato Danilo Di Luca, ventiquattresimo a 13” e sceso nella generale in quindicesima posizione, mantenendo comunque lo status di primo degli italiani.
La trasferta della pattuglia di italiani alla corsa a tappe belga si è conclusa così con un solo successo di tappa, quello di Daniele Bennati, e la vittoria nella classifica degli scalatori con Mirko Selvaggi, capace di indossare la maglia bianca dalla prima all’ultima tappa.

Mario Prato

27-07-2011

luglio 28, 2011 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE WALLONIE
Il belga Greg Van Avermaet (BMC Racing Team) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Charleroi – Thuin, percorrendo 163,3 Km in 3h21′53″, alla media di 48,533 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Van Leijen e il belga Hermans. Miglior italiano Stefano Garzelli (Acqua & Sapone), 8°. In classifica si impone Van Avermaet, con 4″ su Van Leijen e 22″ su belga Hermans. Miglior italiano Danilo Di Luca (Katusha Team), 15° a 49″.

DOOKOLA MAZOWSZA (Polonia)
Lo slovacco Matej Jurco (Dukla Trencin Merida) si è imposto nella prima tappa, circuito di Nowy Dwór Mazowiecki, percorrendo 197 Km in 4h39′50″, alla media di 42,239 Km/h. Ha preceduto di 12″ il tedesco Rudiger Selig e il polacco Radosz. Selig è il nuovo leader della classifica, con 2″ su Jurco e 7″ su Radosz.

TOUR ALSACE
Il francese Geoffroy Soupe (FDJ) si è imposto nella prima tappa, Basilea – Huningue, percorrendo 142,7 Km in 2h57′43″, alla media di 48,178 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Chainel e l’olandese Bol, distanziati di 4″ e 6″ in classifica generale.

TOUR DO RIO (Brasile)
L’argentino Edgardo Simon (Padaria Real-Caloi-Ceu Azul-Alimentos) si è imposto nella prima tappa, Rio de Janeiro – Angra dos Reis, percorrendo 149,5 Km in 3h12′25″, alla media di 46,617 Km/h. Ha preceduto allo sprint il brasiliano Andriato e l’italiano Marco Coledan (Trevigiani), distanziati nella prima classifica di 7″ e 9″.

AGGIORNAMENTO CRITERIUM POST TOUR

Tour de Neuss (Germania): André Greipel (Omega Pharma-Lotto)
Welser Innenstadt Kriterium (Austria): Bernhard Eisel (HTC-Highroad)
Acht van Chaam (Paesi Bassi): Johnny Hoogerland (Vacansoleil – DCM); 5° Ivan Basso (Liquigas – Cannondale)
Nacht van Peer (Belgio): Jelle Vanendert (Omega Pharma-Lotto)

TOUR NOSTRUM – 19a TAPPA: AUCH – MONTIGNAC (Grotte di Lascaux)

luglio 27, 2011 by Redazione  
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Dopo il “Giro Nostrum” abbiamo provato a metterci nei panni anche di Christian Prudhomme e a tracciare un ipotetico percorso del Tour de France. L’unico filo conduttore è stato, come per la corsa rosa, il quarantennale dell’adozione della Convenzione sul Patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO. Non ci siamo basati sulle candidature ufficiali, con l’esclusione di Liegi e della tappa pirenaica della Pierre-Saint-Martin. Seguiteci

19a TAPPA: AUCH – MONTIGNAC (Grotte di Lascaux)

Le montagne sono definitivamente alle spalle, domani – giorno di vigilia della passerella parigina – ci sarà la seconda crono lunga, ma la tappa di trasferimento verso la capitale non sarà affatto… di trasferimento. Nel finale della terzultima frazione si mescoleranno, infatti, le difficoltà del chilometraggio (a sera si saranno percorsi poco meno di 265 Km) a quelle orografica della Dordogna, con continui saliscendi talvolta aspri e l’assenza di momenti nei quali tirare il fiato negli ultimi 20 Km, anche per la presenza di tratti di strada piuttosto stretta, che potrebbe selezionare naturalmente il gruppo, in particolar modo lungo la salita verso Côte du Domaine des Compouzines, che presenta i primi 1400 metri al 8,4%, con punte fino al 16%. Un finale che potrebbe riservare delle sorprese anche a livello classifica.

Siti UNESCO
Auch: cattedrale di Sainte-Marie (Strade francesi per Santiago de Compostela)
La Romieu: collegiata di Saint-Pierre (Strade francesi per Santiago de Compostela)
Agen: cattedrale di Saint-Caprais (Strade francesi per Santiago de Compostela)
La Bugue: Grotte de Bara-Bahau (siti preistorici e grotte dipinte della Valle della Vézère)
Les Eyzies-de-Tayac-Sireuil: Grotte de Font-de-Gaume, Grotte de la Mouthe, Grotte des Combarelles, Abri de Cro-Magnon, La Micoque, Laugerie-Basse, Laugerie-Haute, Grotte du Grand Roc, Grotte de Bernifal (siti preistorici e grotte dipinte della Valle della Vézère)
Marquay: Abri de Cap-Blanc e diverse altre grotte (siti preistorici e grotte dipinte della Valle della Vézère)
Montignac: Grotte de Lascaux, grotte du Regourdou (siti preistorici e grotte dipinte della Valle della Vézère)

Mauro Facoltosi

Di seguito, tabella di marcia, altimetria (in due parti) e planimetria

19a_tappa

dettaglio finale

plan_montignac

alt1_montignac

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ARCHIVIO TOUR NOSTRUM

1a tappa: Liegi (cronosquadre)
2a tappa: Tongres / Tongeren – Longwy
3a tappa: Longwy – Nancy
4a tappa: Nancy – Troyes
5a tappa: Troyes – Vézelay
6a tappa: Avallon – Arc-et-Senans
7a tappa: Lons-le-Saunier – Chambery
8a tappa: Albertville 1992 – Sestriere 2006
9a tappa: Bardonecchia – Station de Vars
10a tappa: Guillestre – Orange
11a tappa: Avignone – Mont Ventoux
12a tappa: Arles – Parc National des Cévennes (Florac)
13a tappa: Sète – Port-Barcarès
14a tappa: Argelès-sur-Mer – Bourg-Madame
15a tappa: Alp – Llivia (cronometro individuale)
16a tappa: Mont-Louis – Le Chioula
17a tappa: Saint-Girons – Cirque de Gavarnie – Mont Perdu
18a tappa: Argelès-Gazost – La Pierre Saint-Martin (Arette)

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