26-05-2011

maggio 26, 2011 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

L’italiano Eros Capecchi (Liquigas-Cannondale) si è imposto nella diciottesima tappa, Morbegno – San Pellegrino Terme, percorrendo 151 Km in 3h20′38″, alla media di 45,157 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Marco Pinotti (HTC-Highroad) e il belga Seeldraeyers. Lo spagnolo Alberto Contador Velasco (Saxo Bank Sungard) conserva la maglia rosa, con 4′58″ e 5′45″ sugli italiani Michele Scarponi (Lampre – ISD) e Vincenzo Nibali (Liquigas-Cannondale).

AN POST RAS (Irlanda)
Il neozelandese Myron Simpson (nazionale) si è imposto nella quinta tappa, Castletownbere – Blarney, percorrendo 166 Km in 3h42′44”, alla media di 44,717 Km/h. Ha preceduto di 4″ il britannico Horton e il tedesco Burgel. Miglior italiano Bernardo Riccio (D’Angelo & D’Antenucci), 4°. Il lituano Gediminas Bagdonas (Belgium An Post Sean Kelly) ha conservato la testa della classifica, con 1′16″ sull’ucraino Sheydyk e sul bulgaro Mihaylov. Miglior italiano Bernardo Riccio (D’Angelo & D’Antenucci), 39° a 20′17″

BAYERN – RUNDFAHRT
Il tedesco John Degenkolb (HTC-Highroad si è imposto nella seconda tappa, Freystadt – Bad Gögging, percorrendo 206,5 Km in 5h10′03”, alla media di 39,961 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Kittel e il norvegese Edvald Boasson Hagen (Sky Procycling). Miglior italiano Adriano Malori (Lampre – ISD), 58°. Boasson Hagen conserva la testa della corsa con 4″ Degenkolb e 8″ su Kittel. Miglior italiano Malori, 59° a 14″.

TOUR DE BELGIQUE
Il tedesco André Greipel (Omega Pharma-Lotto) si è imposto nel prima tappa, Lochristi – Knokke-Heist, percorrendo 162,5 Km in 3h38′14”, alla media di 44,676 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Van Hummel e il belga Vantomme. Miglior italiano Alessandro Proni (Acqua & Sapone), 12°. Greipel è il nuovo leader della classifica, con 2″ e 3″ sui belgi Gilbert e Cornu.
Miglior italiano Proni, 19° a 20″.

TOUR DE KUMANO (Giappone)
L’argentino Ariel Maximiliano Richeze (D’Angelo & Antenucci – Nippo) si è imposto nel prologo, circuito di Shingu City, percorrendo 0,7 Km in 51”, alla media di 49,411 Km/h. Ha preceduto di 81 e 99 centesimi i giapponesi Fujioka e Nishitani. Due italiani in gara, entrambi della D’Angelo & Antenucci – Nippo: Giuseppe Muraglia è 57° a 5″, Fortunato Baliani 65° pure a 5″.

TOUR OF TRAKYA (Turchia)
Lo sloveno Andi Bajc (Manisaspor Cycling Team) si è imposto nella prima tappa, circuito di Tekirdag, percorrendo 111,8 Km in 2h48′01″, alla media di 39,924 Km/h. Ha preceduto allo sprint il turco Kücükbay e di 1″ il tedesco Keuser, distanziati di 4″ e 7″ nella prima classifica generale,

IL GIUSTO EROS

maggio 26, 2011 by Redazione  
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In una delle frazioni più pazze degli ultimi anni del Giro, a San Pellegrino Terme si impone Eros Capecchi, vincendo la volata della fuga a tre con Pinotti e Seeldrayers. In classifica non cambia niente, anche se Dario Cataldo recupera più di tre minuti al gruppo. E domani si sale ancora prepotentemente con l’arrivo in salita di Macugnaga.

Foto copertina: Capecchi primo al traguardo di San Pellegrino Terme (foto Bettini)

Non vinceva una corsa da più di tre anni ma, visto il traguardo conseguito oggi, gli può star bene anche tutta questa attesa.
Al Giro d’Italia è il giorno di Eros Capecchi, aretino di Terontola che rianima un po’ anche il bilancio della Liquigas che fino ad ora aveva dovuto masticare solo bocconi amari aggrappandosi alle prove altalenanti di Vincenzo Nibali. Da domani tornerà a ricoprire il suo ruolo, quello di onesto gregariato, ma intanto oggi è giusto celebrare questo ragazzone toscano che si è portato a casa una delle tappe più pazze degli ultimi anni del Giro d’Italia. Già, perché chiudere 151 chilometri in poco più di tre ore di corsa non può che essere da matti. Quei matti, almeno una cinquantina, che volevano andare in fuga e per settanta chilometri non ci sono riusciti facendo chiudere la prima ora di corsa con 53 km/h di media. Alla fine i battistrada hanno chiuso sui 46, numero altrettanto incredibile e non è detto che, in un Giro tremendo come quello del 150°, queste fatiche non possano rimanere nelle gambe già da domani quando si salirà verso Macugnaga.
Gran caldo e tappa velocissima con la fuga che non riesce ad andare via nonostante ci provino un po’ tutti, a partire dai bergamaschi purosangue (vedi Vanotti) o quelli acquisiti (Kiryenka).
Nello strappo verso Bergamo Alta il gruppo si spezza in diversi tronconi e davanti rimangono una cinquantina con dentro tutti i migliori che però si rialzano mentre i rincalzi tirano a tutta e se ne va un gruppetto di 17 con dentro Losada, Sastre, Bakelandts, Carrara, Pinotti, Vicioso, Tankink, Pasamontes, Seeldrayers, Cataldo, Downing, Navarro, Gatto, Brambilla, Deignan, Capecchi e Tiralongo. Al loro inseguimento ci vanno Pineau, Hernandez e Kozonchouk che nel giro di un paio di chilometri rientrano sui primi. Vantaggio che subito schizza a 4 minuti, solo che di accordo nel plotoncino non c’è traccia e quindi si avvantaggiano in sei rispetto a tutti gli altri con dentro Pineau (Quick Step), Brambilla (Colnago-CSF), Pinotti (HTC), Capecchi (Liquigas), Seeldrayers (Quick Step) e Downing (Sky).
L’inizio della salita di Ganda miete vittime visto che in testa rimangono Capecchi, Pinotti e Seeldrayers, mentre tutti gli altri si staccano, il secondo gruppetto è già con 1’20” di ritardo ed il plotone a più di quattro minuti. Dagli inseguitori prova ad evadere Tiralongo (Astana) che cerca, nei limiti del possibile, di sfruttare le sue caratteristiche di scalatore ma riesce a recuperare un minutino ai tre al comando e poi si pianta. Brambilla, invece, si gestisce maggiormente, li tiene ad un tiro di schioppo (20”) ma in discesa è proprio l’uomo Astana a riprenderlo ed i due arriveranno insieme a San Pellegrino. Il gruppo oramai procede a velocità di crociera con Scarponi che, per non saper ne leggere ne scrivere, mette in testa Niemec a fare l’andatura e nessuno scatta.
I tre in fuga non hanno particolari problemi a mantenere il vantaggio e si arriva agli ultimi tre chilometri quando inizia il surplace visto che, in almeno due occasioni, Capecchi, Pinotti e Seeldrayers tirano eccessivamente i freni. Nessuno scatto ed è volata con Pinotti che prova a partire lungo ma l’uomo Liquigas rimonta bene e ai meno 30 metri si mette già ad esultare.
Secondo il bergamasco Pinotti, poi il belga della Quick Step e ad 1’20” la coppia Brambilla-Tiralongo. Gruppo tranquillo a 6’04”.
Domani si torna a salire prepotentemente verso Macugnaga. Vedremo se Contador lascerà qualche briciola agli avversari oppure no.

Saverio Melegari

MORBEGNO – SAN PELLEGRINO TERME: E SE CENERENTOLA DIVENTASSE MATRIGNA?

maggio 26, 2011 by Redazione  
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La prima impressione inganna, almeno a chi non ha l’occhio esperto e navigato. Questa di San Pellegrino potrebbe essere una tappa che, se sottostimata, farà piangere più d’un corridore. Il Ganda è un valico non troppo appariscente, non duro ma tosto, come ha giustamente sottolineato Alfredo Martini. Una discesa molto discontinua, inoltre, interverrà a complicare la vita a chi, lassù, dovrà impegnarsi in un’affannosa operazione di riaggancio.

Appare come la “Cenerentola” tra le tappe di montagna che caratterizzeranno il gran finale del Giro 2011, la frazione tutta lombarda che trasferirà il gruppo dalla Valtellina alla Val Brembana circuendo le Prealpi Orobie…. Invece, chi la sottovaluterà passerà poi la notte successiva a rotolarsi nel letto, mangiandosi le mani dalla rabbia e pensando a colei che potrebbe essersi rivelata più “matrigna” del previsto, la Morbegno – San Pellegrino Terme. Quel Passo di Ganda che svetta sull’altimetria a 30 Km dal traguardo, quale unica rilevante difficoltà di gara (Bergamo Alta a parte), sembrerebbe una salita non particolarmente pericolosa, ma se un grande vecchio del calibro di Alfredo Martini l’ha definita “tosta” dopo aver dato una semplice occhiata al grafico, allora non ci sarà tanto da distrarsi. I dati estrapolati dalle cartine ufficiali parlano di 9200 metri all’insù, inclinati al 7,3% e con un picco al 15% negli ultimi 2,2 Km, che corrispondono proprio al tratto più duro (media del 9,8%). Dura, in effetti, lo è, non esagerata a dire il vero, ma sia oramai agli sgoccioli di un Giro esigente e un momento no potrebbe essere pagato a caro prezzo. Tra l’altro, non sarà gioco facile andare a recuperare il terreno perduto perché la discesa non agevola affatto queste operazioni, almeno nella prima parte. Non si è scelto, infatti, di andar giù per la strada più diretta, ma percorrendo un percorso secondario che saltabecca per un po’ in quota, spezzando la planata con strappetti talvolta velenosi. Quando questa diverrà più compatta, si correrà su di una discesa meno insidiosa, non particolarmente pendente ma che non dovrà per questo essere affrontata con le antenne abbassate. Si tratta pur sempre della discesa – o almeno, il tratto terminale di essa – che decise l’edizione 1976 del Giro d’Italia, quella delle Torri del Vajolet e del corretto duello tra Felice Gimondi e il belga Johan De Muynck, maglia rosa in carica nella penultima tappa, tracciata tra le Terme di Comano e Bergamo valicando i passi di Croce Dominii e di Zambla. È dopo quest’ultimo che accadde il fattaccio, una caduta a ruoli invertiti rispetto al giorno di Longarone, con De Muynck a terra e Gimondi a ricambiare il favore attendendone il rientro (salvo poi giustiziarlo allo sprint nella “sua” Bergamo). Maglia rosa salvata anche stavolta, dunque, ma non è ancora finita….
Dissipate le nebbie rose della storia, torniamo a concentrarci sul tracciato della tappa n° 18 che, levate le difficoltà degli ultimi 65 Km di gara, presenterà un tracciato più culturale che impegnativo, che andrà a toccare località collegate al ricordo di alcuni dei più illustri lettarati italiani, da Tommaso Grossi a Leonardo Da Vinci, da Alessandro Manzoni a Gaetano Donizzetti.
L’avvio sarà in pianura e tale il percorso rimarrà per la quasi totalità dei primi 90 Km di gara. Si partirà da Morbegno, il centro principale della bassa Valtellina, e nel tratto iniziale si seguirà il tracciato dell’antica Via Valeriana che, parallela al corso dell’Adda e alla statale dello Stelvio, si snoda ai piedi della cosiddetta “Costiera dei Cech”. Il toponimo, che identifica le primissime pendici del versante retico, farebbe riferimento ad una passata dominazione franca, ma secondo alcuni studiosi deriverebbe dalla fatica che incontrarono i missionari che per primi convertirono al cristianesimo i valligiani, piuttosto restii ad abbracciare la nuova religione e per questo considerati “ciechi” alla luce divina.
Giunti sulle rive del Lario, si rimarrà al cospetto delle acque del Lago di Como per quasi 40 Km, seguendone il ramo di Lecco, quello “che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli”. Passato Colico il tracciato s’internerà brevemente per doppiare la deliziosa penisoletta di Piona che, protendendosi a mò di virgola nelle acque del Lario, va a costituire un piccolo laghetto a parte, al cui imbocco si affaccia il Priorato di Piona, abbazia fondata nel XII secolo da un gruppo di monaci cluniacensi ed oggi abitata da una comunità cisternense.
Giunti a Bellano – paese natale di Tommaso Grossi, scrittore e poeta che fu amico del Porta e del Manzoni – il gruppo transiterà ai piedi delle Grigne, “i maggior sassi schoperti chessi truovno in questi paesi”. Così le definì Leonardo Da Vinci nel Codice Atlantico, dopo che le ebbe scalate per visitarvi la “Ghiacciaia di Moncodeno”, grotta all’interno della quale la neve si conservava fino ad estate inoltrata ed era per questo utilizzata come “frigorifero” dalle genti dell’epoca e come cava di ghiaccio da inviare a Milano. Il genio toscano passerà poi il testimone ad Alessandro Manzoni quando si giungerà nella natia Lecco e poi, abbandonate le rive lariane, in vista del piccolo lago di Garlate (cui seguirà quello di Olginate): subito prima il gruppo transiterà per l’unica località della zona espressamente citata nei “Promessi Sposi”, quel sobborgo lecchese di Pescarenico che l’estro del Manzoni trasformò nel paese di Renzo e Lucia. Non lontano da questo luogo, sull’abitato di Somasca (frazione di Vercurago troneggiano i ruderi del maniero che sarebbe stato, secondo la tradizione, la dimora di Francesco Bernardino Visconti, personaggio che pure ispirò il Manzoni per uno dei più celebri protagonisti del romanzo, al punto che oggi l’edificio è comunemente identificato come il “castello dell’Innominato”.
Cambiano decisamente le “arie” passando dal lecchese alla provincia di Bergamo poiché, arrivati alle porte del capoluogo provinciale, le parole lasceranno lo spazio alla musica, quando si salirà in città altà transitando sulla soglia del modesto scantinato dal quale, il 29 novembre del 1797, “siccome gufo presi il mio volo”. Così il celebre compositore Gaetano Donizetti parlava dei suoi poveri natali nel Borgo Canale, tra le cui case i “girini” transiteranno quasi al termine dell’ascesa, affrontata dall’inedito versante di San Martino della Pigrizia, meno ripido e sconnesso rispetto alla tremenda Boccola. Sarà, invece, la stessa dei finali del Lombardia la panoramica discesa lungo il Viale delle Mura che condurrà a “Bèrghem de Hóta”, la città bassa, originatasi dall’unione di borghi un tempo isolati e posti a cavallo delle vie di comunicazione che collegavano la pianura alle valli montane. Una di queste ultime, la Val Seriana, sarà ora risalita nel suo tratto iniziale, ma, di fatto, si tornerà a pedalare sul piano sino ai piedi del Passo di Ganda. In questo tratto si andrà ad attraversare l’importante centro industriale di Alzano Lombardo e poi quello di Nembro, conosciuto dagli appassionati del pedale come “campo base” per l’ascensione verso Selvino, la località di sport invernali più vicina a Bergamo, momento irrinunciabile della gran fondo intitolata a Felice Gimondi e, in due occasioni, traguardo di tappa della corsa rosa, un finale “autografato” da nomi di prestigio del ciclismo (Delgado nel 1988, Rominger nel 1995). Giunti in quel di Gazzaniga – siamo ad un tiro di schioppo da Vertova, il paese di Giuseppe Guerini, l’eroe dell’Alpe d’Huez al Tour del 1999 – ci si alzerà dal fondovalle per andare a scollinare ai 1060 metri dell’unico GPM giornaliero e poi planare nell’altopiano che collega la citata Selvino con Aviatico e che un tempo era solcato dalla “Via Mercatorum”, l’unica strada che in epoca medioevale permetteva di andare da Bergamo all’alta Val Brembana, caduta in declino dopo l’apertura della “Via Priula” per la Valtellina. Seguendo quest’antico itinerario due tratti in ascesa (un secco strappo di mezzo chilometro fortemente pendente e un altro più pedalabile lungo circa un chilometro) spezzeranno la discesa viaggiando verso Serina, il centro principale dell’omonima valle, dove si confluirà sulla strada che scende dallo Zambla, valico aperto verso Clusone e la Val Seriana. A questo punto mancheranno appena una quindicina di chilometri al traguardo, nei quali vedremo sicuramente pedalare col cuore in gola tutti coloro che avranno avuto la disavventura d’imbattersi in una matrigna chiamata Ganda.

I VALICHI DELLA TAPPA

Valico. Non segnalato sul testo di riferimento “Valichi stradali d’Italia” (Georges Rossini, Ediciclo), è valicato dal vecchio tracciato della SS 36 “del Lago di Como e dello Spluga”, tra Colico e Dorio. Separa la penisola di Piona dalle pendici delle Prealpi Orobie e vi si stacca la strada per la località Olgiasca e la stessa abbazia.

Passo di Ganda (1056m). Valicato dalla strada che mette in comunicazione Gazzaniga con Selvino e Aviatico, è quotato 1060 sulle cartine del Giro 2011.

Selletta di Cantul (1020m). Valicato dalla strada che mette in comunicazione Selvino con Aviatico. Coincide con il bivio al quale si stacca la strada per Gazzaniga. I corridori vi transiteranno in discesa, circa 3 Km dopo aver scollinato il Ganda. Quotato 1012 sulle cartine del Giro 2012.

Mauro Facoltosi

FOTOGALLERY

Foto copertina: il casinò di San Pellegrino Terme (panoramio)

Morbegno, Ponte di Ganda sul fiume Adda (www.fotografieitalia.it)

Morbegno, Ponte di Ganda sul fiume Adda (www.fotografieitalia.it)

Abbazia di Piona (www3.varesenews.it)

Abbazia di Piona (www3.varesenews.it)

Uno scorcio della ghiacciaia di Moncodeno, sulle Grigne (www.geocaching.com)

Uno scorcio della ghiacciaia di Moncodeno, sulle Grigne (www.geocaching.com)

Pescarenico (Lecco) e il Resegone sullo sfondo (www.solotravel.it)

Pescarenico (Lecco) e il Resegone sullo sfondo (www.solotravel.it)

Vercurago, i ruderi del Castello dell’Innominato (eternauta66.blog.kataweb.it)

Vercurago, i ruderi del Castello dell’Innominato (eternauta66.blog.kataweb.it)

Bergamo Alta vista dal Borgo Canale (panoramio)

Bergamo Alta vista dal Borgo Canale (panoramio)

Le pendici che da Gazzaniga conducono verso il Passo di Ganda (panoramio)

Le pendici che da Gazzaniga conducono verso il Passo di Ganda (panoramio)

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI TIRANO

maggio 26, 2011 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: il commento tecnico alle tappe di montagne, dalla voce di un ex corridore di prestigio che scoprirete tra qualche giorno; la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; la rubrica tricolore di N@po; le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1961. Seguiteci.

Foto copertina: alla partenza da Feltre arriva in visita Oscar Pereiro (foto Bettini)

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Ulissi vince a tavolino. Declassato Visconti(Gazzetta dello Sport)

Giro, Visconti declassato: la tappa va a Ulissi (Corriere dello Sport-Stadio)

Visconti stripped of win after sprint push (The Independent)

Visconti ‘attacks’ Ulissi on stage 17 win (The Daily Telegraph)

Ulissi profite du Cadeau (L’Equipe)

Contador : “La course est loin d’être finie” (Le Monde)

Lastras no pudo dedicar la victoria a Xavi Tondo (AS)

A Lastras le faltó un empujón (Marca)

Visconti pasa primero por meta y Ulissi gana la etapa (El Mundo Deportivo)

Ulissi finalement déclaré vainqueur de la 17e étape (Le Soir)

Ulissi vainqueur, Visconti déclassé (Sud Presse)

Ulissi gagne la 17e étape du Giro (L’Avenir)

Ulissi krijgt zege na tumultueuze spurt, Bakelants vierde (De Standaard)

Sastre : “Je dois accepter mon niveau…”(La Dernière Heure/Les Sports)

Boze Visconti: ‘Ulissi deed de deur dicht’ (Het Nieuwsblad)

Kamikaze-spint in Giro (De Telegraaf)

Spain’s Contador Holds Big Lead in Giro d’Italia(The New York Times)

Alberto Contador maintains Giro lead after stage 17 (USA Today)

Controversy mars Giro finish (The Age)

Australian’s Giro badge of courage (The Daily Telegraph – Australia)

Judges hand Ulissi stage win (The Australian)

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Nibali ci proverà in discesa?

Gibosimoni: Se manda un gregario in fuga potrebbe già provarci nella discesa del Tonale, visto che ha già dimostrato che può fare la differenza anche su una discesa non tecnica.
Però non vorrei che venisse staccato prima: ricordiamoci che prima di una discesa c’è la salita, anche se le probabilità sono minime, visto che si tratta del Tonale. Altrimenti l’alternativa sarebbe tentare giù da Aprica, ma gli ultimi 8 Km pianeggianti da solo potrebbe non reggerli, visto che dietro Contador potrà contare su i compagni diretti (con lui rimarranno almeno un paio di gregari) e quelli “indiretti”, tutta la coalizione Iberica. 8 Km da solo al vento in leggera salita alla terza settimana sono tanti, se arriva con 40/50″ soltanto.

Succhiaruote: Io credo che a questo punto Contador non si preoccupi affatto del minutino che Nibali potrebbe rifilargli in discesa. In caso di attacco del siciliano, mi aspetto che sia la Lampre a tirare per ricucire. La lotta ormai è per il secondo posto.

Mauro Facoltosi: Chi ha compiuto la scorrettezza? Ulissi, Visconti o tutti e due?

Pedale Pazzo: Finalmente fuga. Finalmente Italiani. Finalmente un corno..
Ma come si fa a fare una volata così? C’è strada bella e larga e dritta e si vanno a incasinare.
Ha vinto Visconti ma per me deve essere squalificato.
Era dietro a Ulissi, aveva tutta la strada e va ad infilrsi tra le transenne ed Ulissi.
Era nettamente più forte, poteva prendersi tutta la strada a destra.
Ha sbagliato Visconti, anche perchè Ulissi era davanti e non ha cambiato traiettoria..stava seguendo la sua linea secondo me.

Profpivo: Infatti lo hanno squalificato, per fortuna. Ha fatto una volata assurda, aveva la gamba per vincere con una bici di vantaggio.

Gibosimoni: Finalmente Italia. Ulissi pur essendo giovane, è stato MOLTO furbo con un pizzico di malizia. Visconti mi sta molto simpatico, e sta anche vicino a me: ma stavolta non ho proprio capito perchè essendo 30 volte più veloce è voluto andare a infilarsi fra Diego e le transenne quando aveva TUTTA la carreggiata sulla destra libera dove avrebbe passato tranquillamente il mio conterraneo.
Ulissi era davanti, chi è davanti ha sempre ragione, ha diritto di spostarsi tranquillamente e a suo piacimento a meno che non ostacoli palesemente e volontariamente la corsa di un avversario. Stavolta è partito defilato ed è andato lentamente avvicinandosi alle transenne: secondo me giusto dare la vittoria a Ulissi, Visconti e il suo direttore sportivo dovrebbero pensare alla immensa ingenuità di Giovanni.
Finalmente Italia, anche nel male.

Hotdogbr: nulla da aggiungere, giusto il declassamento di Visconti e la vittoria di Ulissi che non ha fatto niente di irregolare

Howling Wolf14: La mia prima impressione è che la prima irregolarità sia stata commessa da Ulissi. Però non ho ancora visto il replay della volata. Magari è stata un’impressione sbagliata. Non mi pare che la scorrettezza di Visconti sia stata peggio di quella di Ulissi. Ora, comunque, cerco di rivederla.

Howling Wolf14: Scinto: “andavano squalificati entrambi”. Secondo me, Scinto ha ragione. Ulissi andava squalificato sicuramente, su Visconti ho qualche dubbio. Ma forse andavano squalificati entrambi.

Profpivo: Ulissi si è spostato, ma molto leggermente, in maniera lecita e molto meno nettamente, per esempio, di quello che ha fatto Petacchi a Parma. Non c’è discussione, secondo me. Altrimenti bisognerebbe squalificare quasi tutti i vincitori di tappa. Oltretutto il gesto di Visconti è stato molto pericoloso, lo ha spinto con violenza e per poco non lo butta per terra.

Howling Wolf14: Per te non ha superato il limite, per me sì. La valutazione va fatta a prescindere da ciò che ha fatto Petacchi con Cavendish. Anche perché, se ricordi bene, quando Cavendish venne stretto da Petacchi disse che in altre circostanze, quando ciò che aveva fatto Petacchi lo aveva fatto lui, Cavendish, era stato squalificato.
Quando Ulissi ha visto arrivare Visconti, a velocità maggiore, sulla sinistra, ha chiuso verso le transenne. Non so se di tanto o di poco. Ma ha chiuso. A te sembra poco, a me sembra a sufficienza per essere squalificato. E lasciamo stare Petacchi, sennò ogni volta – come chiedeva Cavendish – dobbiamo andarci a rivedere lo sprint del giorno pria, e poi quello del giorno prima ancora e così via.

Pedale Pazzo: Riguardandola più volte mi sembra che Ulissi lievemente stia già andando verso le transenne ancor prima che Visconti lo affianchi (cioè quando era ancora a ruota).
Segue la sua traittoria. Poi probabilmente si accorge di Visconti e di certo con malizia non fa nulla per agevolarlo, ma non credo si possa considerare una scorrettezza questa.
Visconti paga l’ingenuità, quando sei nettamente più forte non puoi permetterti errori di questo tipo.

Profpivo: E’ impossibile andare perfettamente in linea retta quando si sta facendo uno sprint. Ulissi è già posizionato sulla sinistra, a non più di un metro dalle transenne, e non compie alcuno scarto improvviso, si sposta al massimo di 20 centimetri, spostamento assolutamente fisiologico perchè non si possono fare le volate col righello in mano. E’ chiaro che a quel punto lo spazio è chiuso, Visconti non doveva andarsi ad infilare da quella parte. In ogni caso, Ulissi o meno, Visconti va squalificato perchè non si tolgono le mani dal manubrio per metterle addosso agli avversi. E su questo direi che ci possono essere pochi dubbi.

Howling Wolf14: Non ho rivisto la volata, per ora. Domanda: ma quando Visconti ha staccato le mani dal manubrio ha colpito Ulissi oppure è stato semplicemente un gesto di rabbia, finito nel vento?

Profpivo: Se rivedrai il replay (soprattutto quello dall’alto) vedrai che probabilmente cambierai idea… Comunque lo spinge due volte, una prima leggermente e la seconda con molta forza. Non è un gesto di stizza nè un movimento fatto per rimanere in piedi e non cadere.

Howling Wolf14: Se lo spinge, sicuramente va squalificato. Se invece avesse alzato la mano per mandarlo a quel paese, allora no, tutt’al più avrebbe dovuto essere multato.
Se mi convinco, allora, che la squalifica di Visconti è legittima, devo convincermi, ora, ed è un po’ più dura, che Ulissi non abbia commesso scorrettezze. Solitamente mi fido della mia prima impressione, ed è stata quella di chi ha stretto in maniera marcata verso le transenne, però non ho avuto il privilegio, finora, di poter rivedere lo sprint. Né ho potuto sentire il parere di Martinello, che solitamente non sbaglia.

Profpivo: Martinello dice che non ci sono scorrettezze di Ulissi… anch’io vedendo la volata in diretta avevo avuto l’impressione che l’avesse stretto alle transenne, ma il replay dall’alto chiarisce il tutto. In ogni caso il mondo è bello perchè ci sono tante opinioni

Gibosimoni: 1 Prima di ogni considerazione, la colossale ingenuità è di Visconti, che arrivando a bomba si va a infilare in 50 cm spazio transenne – Ulissi pur avendo tutta la strada libera sulla destra;
2 Se chi è davanti ha diritto di traiettoria, Ulissi ha fatto la sua volata ed essendo davanti non gli possiamo dire niente, soprattutto perchè – maliziamente, ma la malizia non è da squalifica – scarta di 30/50 cm verso le transenne, capendo l’ingenuità di Visconti;
3 Stesso movimento, meno accentuato, di Petacchi a Parma, ma anche lì dovemmo dare ragione allo Spezino per la sopracitata ragione;
4 E’ ovvio, essere davanti non significa poter tagliare da un lato all’altro della strada improvvisamente, ma quando qui come a Parma si tratta di scarti di 50 cm tutto è lecito.
Sta nel corridore che è dietro a trovare la migliore traiettoria, trovandosi dietro. Capisco la grande voglia di vincere di Giovanni, ma è ingiustificata la violenta reazione di Visconti e un briciolo di boria quando intervistato tempestivamente da Piacente – se c’è una scintilla in corsa i telecronisti Rai sono subito pronti con la benzina – dice che una volata così per un giovane non è accettabile. Come già detto, Visconti sta a 10 Km da casa mia, mi è molto simpatico, ma a meno di grossi retroscena in corsa come dice lui, oggi mi è caduto molto in basso.
E comunque vince un altro mio conterraneo, Diego Ulissi di Cecina.
Lotta tutta Toscana e quindi finalmente Italiana al Giro. Bene così !!

MirkoBL: Secondo me Ulissi non ha fatto nulla di scorretto. Se l’avessero squalificato, allora avrebbero dovuto squalificare anche Petacchi a Parma e il 95% dei velocisti in un qualsiasi arrivo.
Visconti è stato un pollo, era nettamente più veloce e avrebbe vinto se avesse continuato la volata sulla destra di Ulissi, vento o non vento.
Piuttosto, con la spinta ha rischiato di tirare giù anche Lastras, che si è salvato solo perché era abbastanza distante da Ulissi.

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

BIANCO, ROSSO E VERDE

Rubrica semiseria sul Giro 2011, a cura di N@po che giornalmente assegnerà le maglie secondarie ai protagonisti della corsa rosa.

Maglia Bianca: Geox. Ad un certo punto tirano come matti per difendere il settimo posto di Menchov.Atteggiamento che è l’immagine del loro giro… un giro di-sastre.

Maglia rossa: Visconti. Vince, ma alza le mani un po troppo presto e nel modo sbagliato… intempestivo.

Maglia verde: Ulissi. Oggi è ufficialmente cominciata la sua personale odissea; alla domanda: chi ha stretto Visconti in volata? Tutti hanno prontamente risposto: Nessuno!!

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della Morbegno – San Pellegrino Terme

Morbegno: piogge deboli (0,3 mm), 21,1°C (percepiti 22,5°C), venti deboli da SE (4 Km/h), umidità al 82%
Lecco (Km 55,4): poco nuvoloso, 24,2°C (percepiti 26°C), venti deboli da ESE (3-6 Km/h), umidità al 66%
Bergamo – T.V. (Km 91,8): nuvole sparse, 25,7°C (percepiti 28°C), venti moderati, umidità al 54%
Aviatico (Km 124,8): poco nuvoloso con possibilità di deboli e isolati piovaschi, 21,1°C (percepiti 23°C), venti deboli da SO (2-5 Km/h), umidità al 62%
San Pellegrino Terme: poco nuvoloso, 26,2°C, venti moderati, umidità al 53%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Anche quest’anno spazio agli strafalcioni dei telecronisti

Mauro Vegni, replicando scherzosamente ad una battuta di Bartoletti: “Il via lo da solo Paolo Belli, cazzo!”
Bartoletti: “Pronoba la grafica” (ancora! Ma che “parola di Vegni” vuole dire?)
Plastina, presentando il nuovo tracciato della crono di Milano: “Si attraversa il cimitero maggiore” (e i morti applaudono)
Pancani: “Prima giornata di alta montagna, quella del Grossglockner” (e ridacce!! ETNA! E-T-N-A!)
Martinello: “Ottiene che cominciano a scattare”
Pancani: “Torniamo con le immagini in diretta” (erano in diretta da un’ora)
Pancani: “1901, il Giro di Simoni”
Pancani, correggendosi per la gaffe sopra fatta: “Scusate, sono andato troppo in là” (infatti, siamo ancora nel 1791)
Intervento al Processo: “Il regolamento, bisogna levare le mani dal manubrio”
Scinto: “Io avrei squalificato anche il primo, Ulissi” (il primo era proprio Visconti)
Nibali: “àprica” (aprìca)
Savoldelli: “Come ha spiegato più volte Silvio Martinello in volata” (commento DALLA corsa?)
Martinello: “Protagonista della figa” (ci mancava)
Cassani: “Il gruppo potrebbe rimanere di 40-50 unità”
Televideo RAI: “Quint’ultima tappa”, ” Jesus Hermandez” (Hernandez), ” Kanstantsin Sivtov” (Sivtsov)

I TITOLI DELL’UNITA’

Ecco come l’Unità presentò ai propri lettori le gesta dei partecipanti al Giro del Centenario dell’Unità (1961). Altimetrie e grafice dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessi selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)

Tappa Vicenza – Trieste

TRIS DI VAN LOOY
A Trieste per la terza volta Rik impone il suo sprint
Poichè all’arrivo una caduta di Poblet, Battistini e Junkermann ha spezzato il gruppo in due tronconi Van Looy e Pambianco hanno guadagnato 20″ ad Anquetil e Gaul rimasti bloccati nel secondo troncone – Anche Trapè vittima di una caduta – Ciampi costretto al ritiro da una indigestione – Fiorisce la polemica sulle “squadre sorelle” – Van Looy non è al servizio di nessuno

Riposo a Trieste

IL “GIRO” HA RIPOSATO PENSANDO ALLE MONTAGNE
Domani la tappa alpina e dopodomani quella alpina
Tre sono gli uomini sui quali i tecnici puntano: Gaul, Anquetil, Van Looy – Tuttavia non si possono trascurare Pambianco, Suarez, Nino Defilippis e Junkermann – L’incognita rappresentata da Imerio Massignan

ARCHIVIO ALMANACCO
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

1a tappa Venaria Reale – Torino
2a tappa Alba – Parma
3a tappa Reggio Emilia – Rapallo
4a tappa Genova Quarto dei Mille – Livorno
5a tappa Piombino – Orvieto
6a tappa Orvieto – Fiuggi
7a tappa Maddaloni – Montevergine di Mercogliano
8a tappa Sapri – Tropea
9a tappa Messina – Etna
10a tappa Termoli – Teramo
11a tappa Tortoreto Lido – Castelfidardo
12a tappa Castelfidardo – Ravenna
13a tappa Spilimbergo – Grossglockner
14a tappa Lienz – Monte Zoncolan
15a tappa Conegliano – Gardeccia Val di Fassa
16a tappa Belluno – Nevegal

A WESTRA IL PROLOGO MA GILBERT FA GIA’ PAURA

maggio 26, 2011 by Redazione  
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Il fuoriclasse vallone, al rientro dopo la trionfale campagna delle Ardenne, sfiora il successo lungo i 5,6 km di Buggenhout che aprono il Giro del Belgio ma è battuto per meno di 1” dallo specialista olandese della Vacansoleil mentre l’altro belga Cornu si piazza al 3° posto. Buone prove anche per Greipel, Boonen e Pozzato mentre perde terreno Devolder.

Foto copertina: la premiazione di Westra (www.ispaphoto.com)

La 93a edizione del Giro del Belgio, tornato a far parte stabilmente del calendario internazionale dal 2002 dopo 11 anni di assenza, ha in Philippe Gilbert (Omega Pharma) la stella assoluta; accanto a lui il suo compagno Greipel, l’ex campione del mondo Boonen e Steegmans (Quick Step), Bos, Mollema e il rientrante Breschel (Rabobank), Van Avermaet, Burghardt e Quinziato (BMC), i nostri Pozzato e Paolini (Katusha), in rotta con Tchmil che li ha esclusi dalla formazione Giro d’Italia e dal prossimo Tour de France, Davis e Gasparotto (Astana), Cornu (Topsport Vlandeeren), Vogondy (Cofidis), Van Hummel (Skil Shimano) e il vincitore delle edizioni 2008 e 2010 Devolder (Vacansoleil), a caccia di un tris finora mai riuscito a nessuno: unica formazione italiana al via l’Acqua&Sapone che ha nel tunisino Chtioui, già protagonista nella passata edizione, l’uomo di punta.
La corsa si è aperta con un prologo di 5,6 km a Buggenhout caratterizzato da sole 7 curve lungo il percorso e adatto dunque agli specialisti; a spuntarla è stato infatti l’olandese Westra (Vacansoleil) che conquista il secondo successo stagionale dopo quello della Classica Loire-Atlantique e dopo diversi piazzamenti in prove contro il tempo. Al secondo posto battuto di 76 centesimi è giunto Gilbert che non è riuscito a bissare il successo nella prima tappa dell’edizione 2010 a Eeklo, arrivato però in una frazione in linea, ma dimostra di essere sulla giusta strada in vista del Tour de France cui non partecipa dal 2008 mentre sul gradino più basso del podio è salito con un distacco di 2” l’altro belga Cornu (Topsport Vlaanderen), ex campione del mondo a cronometro under 23 e vittorioso anche nella prova contro il tempo nel Giro del Belgio di un anno fa. 4° a 4” è giunto Langeveld (Rabobank), 5° e 6° a 7” Wynants (Rabobank) e Debusschere (Omega Pharma Lotto), 7° e 8° a 8” Lemoine (Saur) e Boonen e 9° a 9” Greipel, che come il belga ha approfittato della brevità del percorso per far valere le sue doti di velocista e grazie agli abbuoni potrà andare a caccia della maglia di leader nei prossimi giorni. Il migliore dei nostri è stato Pozzato 17° a 12” mentre Quinziato e Gasparotto hanno accusato un distacco di 14” e 15” facendo comunque meglio di un deludente Devolder che ne ha accumulati 17.
La prima tappa in linea, 162,5 km da Lochristi a Knokke-Heist, sarà dedicata interamente ai velocisti ma, essendo previsto vento forte, potrebbe venire condizionata dai ventagli.

Marco Salonna

25-05-2011

maggio 25, 2011 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

L’italiano Diego Ulissi (Lampre – ISD) si è imposto nella diciasettesima tappa, Feltre – Tirano, percorrendo 230 Km in 5h31′51″, alla media di 41,585 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Lastras Garcia e l’italiano Giovanni Visconti (Farnese Vini – Neri Sottoli), inizialmente giunto primo e poi retrocesso per una scorrettezza allo sprint. Lo spagnolo Alberto Contador Velasco (Saxo Bank Sungard) conserva la maglia rosa, con 4′58″ e 5′45″ sugli italiani Michele Scarponi (Lampre – ISD) e Vincenzo Nibali (Liquigas-Cannondale).

AN POST RAS (Irlanda)
Il lituano Gediminas Bagdonas (Belgium An Post Sean Kelly) si è imposto nella quarta tappa, Castleisland – Castletownbere, percorrendo 142 Km in 3h42′59”, alla media di 38,209 Km/h. Ha preceduto allo sprint il neozelandese Archbold e l’australiano Shaw. Miglior italiano Henry Frusto (D’Angelo & D’Antenucci), 31°. Bagdonas ha conservato la testa della classifica, con 1′16″ sull’ucraino Sheydyk e sul russo Mihaylov. Miglior italiano Bernardo Riccio (D’Angelo & D’Antenucci), 42° a 20′17″

BAYERN – RUNDFAHRT
Il norvegese Edvald Boasson Hagen (Sky Procycling) si è imposto nella prima tappa, Pfarrkirchen – Freystadt, percorrendo 223,2 Km in 5h20′26”, alla media di 41,793 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Schulze e l’australiano Haussler. Miglior italiano Giacomo Nizzolo (Leopard Trek), 6°. La prima classifica vede in testa Boasson Hagen con 4″ su Schulze e 5″ sul francese Bouet. Nizzolo 11° a 10″.

TOUR DE BELGIQUE
L’olandese Lieuwe Westra (Vacansoleil-DCM Pro Cycling Team) si è imposto nel prologo, circuito di Buggenhout, percorrendo 5,6 Km in 6′36”, alla media di 50,909 Km/h. Ha preceduto di 71 centesimi e di 1″ i belgi Gilbert e Cornu. Miglior italiano Filippo Pozzato (Katusha Team), 17° a 12″. In classifica distacchi dilatati di un secondo per tutti.

SVENTOLA IL TRICOLORE, MA IN SENSO CONTRARIO

maggio 25, 2011 by Redazione  
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Incandescente finale di 17° tappa al Giro d’Italia con Giovanni Visconti che alza un paio di volte le mani per farsi spazio nei confronti di Diego Ulissi: alla fine il campione italiano passa, vince sulla strada la frazione ma la giuria lo declassa al terzo posto. Nella generale non succede nulla di nuovo, se non la risalita di Sivtsov al quinti posto.

Foto copertina: volata ai quattro venti tra Visconti ed Ulissi (foto Bettini)

Non sappiamo se festeggiare la prima vittoria “di peso” nella carriera da professionista di Diego Ulissi, se accogliere con piacevole soddisfazione la terza vittoria italiana a questo Giro dopo quelle di Petacchi e Gatto oppure parlare della squalifica di Giovanni Visconti.
Partiamo da qui: il declassamento ci sta tutto ed è anche giusto che sia toccato solo a lui e non anche ad Ulissi, visto che comunque il livornese ha cambiato impercettibilmente la propria traiettoria ed il capitano della Farnese-Neri voleva passare laddove di posto non ce n’era. E’ stato un suo errore di valutazione ad inizio volata, così come poi l’errore l’ha commesso con la testa andando a smanacciare il due volte iridato juniores della Lampre che, oltretutto, ha mantenuto anche il sangue freddo di non replicare alle spinte, sennò addio vittoria.
“Sarebbe stato giusto che la vittoria fosse finita a Lastras” ha dichiarato Visconti a mente fredda ed onestamente non possiamo dargli torto al siciliano, perché lo spagnolo della Movistar si è dannato l’anima in questa fuga per cercare una vittoria importante, soprattutto nella ripida discesa dall’Aprica verso Tirano. Ma la vittoria se la meritava anche Giovanni Visconti che sulle rampe del Tonale, assieme a Sivtsov, ha mantenuto alto il ritmo del plotoncino di sedici in testa, altrimenti il forcing della Liquigas per rintuzzare l’enorme divario che li separava dall’uomo HTC avrebbe stravolto di nuovo la corsa.
Un po’ di cronaca: 230km da Feltre a Tirano con partenza a tutta per tentare la fuga che va via con dentro Sivtsov (HTC-Columbia) che vuole provare a recuperare in classifica e viaggia a più di 10 minuti, soprattutto dopo che la Saxo Bank molla gli ormeggi. E così, ci deve pensare la Liquigas che va davanti per contenere e recuperare il divario in quanto l’uomo HTC poteva risalire fino alla terza posizione in classifica, andando a scalzare dal podio proprio Nibali.
La fuga inizia il Tonale con 6’30” sul gruppo e il plotoncino davanti con sedici uomini con Visconti e Giordani (Farnese-Neri) che lavora egregiamente per il suo capitano in pianura prima di staccarsi, Ulissi (Lampre-ISD), Bakelandts (Omega Pharma-Lotto), Frank (BMC), Dupont e Gastauer (AG2R-La Mondiale), Taborre (Acqua&Sapone), Kiserlovski (Astana), Lastras (Movistar), Losada e Vorganov (Katusha), Engels (Quick-Step), Hernandez (Saxo Bank), Le Mevel (Garmin-Cervelo).
Oltre a Giordani, si stacca anche l’uomo Quick Step mentre davanti sono i soli Visconti e Sivtsov a tirare senza ottenere troppa collaborazione. Fra la discesa del Tonale ed un po’ di pianura diminuisce la rimonta della Liquigas che tiene la fuga a 3’40” diventando così meno pericolosa per il capitano dei biancoverdi.
Ma in testa l’accordo è inesistente e così, quasi nel tratto finale della salita verso l’Aprica, allungano in cinque: Lastras, Visconti, Frank, Bakelandts e Ulissi, ma poco dopo rientrano tutti. Nemmeno la discesa, pur affrontata dallo spagnolo della Movistar ad andatura sostenuta, riesce a far selezione nonostante dai 16 di partenza oramai siano rimasti in dieci.
Gli ultimi sei chilometri sono di pianura e Lastras prova ancora ad attaccare ai meno cinque ma chiude Taborre. L’azione decisiva arriva ai tremila metri dal traguardo con l’allungo di Bakelandts, chiuso da Ulissi e arrivano subito anche Lastras e Visconti, con dietro il solo Sivtsov che tiene alta l’andatura per guadagnare quanto più possibile nella generale. Si arriva così al lungo rettilineo di Tirano con le braccia alzate di Visconti non per festeggiare la vittoria ma per provare a spostare, con le cattive, Diego Ulissi di traiettoria. Il capitano della Farnese-Neri riuscirà a mettere il naso davanti ma, la giuria in diretta tv, lo squalifica aprendo al successo dell’uomo Lampre-ISD che riesce a tenere a bada la “remuntada” di Lastras. Appena dopo la linea del traguardo, il campione italiano è una furia. “Ho urlato dieci volte ad Ulissi ma mi ha buttato sulle transenne e non potevo evitarlo. Purtroppo era qualcosa da non fare, per di più per mano di un giovane che si è atteggiato in maniera sbagliata per tutto il giorno nel gruppetto”.
Da quel momento in poi, inizia un’altra gara: quella delle parole. Il primo ad andarci giù pesante è il ds della Farnese-Neri, Luca Scinto: “ha visto male il presidente di giuria” e la giornata-no per la squadra di San Baronto si chiude con l’incidente in macchina dello stesso Scinto. Poi tocca ad Ulissi dare la sua versione e quando fa l’ammissione di colpa alle verità di Visconti del suo comportamento (“è vero, ho fatto un po’ il furbetto durante la tappa”) scrosciano gli applausi per il corridore livornese.
Alla fine stretta di mano fra i due “protagonisti” di giornata e ci è sembrata un po’ meno fredda di quella fra Pisapia e la Moratti a Milano ma, si sa, che oramai conta soprattutto darsi la mano piuttosto che spiegarsi. Fa più audience, evidentemente.
Seppur nel modo meno nitido possibile, comunque, possiamo dire che oggi è nata la stella di Diego Ulissi. O meglio, il campioncino “Made in Livorno” si è riconfermato anche fra i professionisti dopo le grandi affermazioni da dilettante. Ha 22 anni, c’è tempo per crescere. E magari per vedere Giovanni Visconti che lo batte lealmente e di sole gambe nella prossima occasione di tete-a-tete.

Saverio Melegari

FELTRE – TIRANO: COI SAPORI DI MONTAGNA LA TRAVERSATA ALPINA CI GUADAGNA

maggio 25, 2011 by Redazione  
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Modificato il finale rispetto al programma originario, la frazione del Tonale e dell’Aprica dovrebbe, nonostante le ”premesse di nomenclatura”, risolversi come una normale tappa di trasferimento. Fuggitivi grandi protagonisti di giornata, dunque, mentre i corridori più attesi riposeranno nella pancia del gruppo, per riprendersi dalle fatiche della cronoscalata ed in attesa del delicato finale di San Pellegrino Terme. Per chi sarà sul posto, sembra proprio l’occasione giusta per ingannare il tempo dell’attesa allungando le gambe sotto i deschi.

Ecco un’altra giornata che gli appassionati di ciclismo di stazza a Tirano trascorreranno con le gambe sotto alla tavola, attendendo che si concluda una tappa abbastanza inutile nell’economia del Giro – a livello classifica, naturalmente – e che avrebbe potuto riservare un epilogo a sorpresa se pastoie legate alla sicurezza dei corridori non avessero avuto come effetto il taglio di uno spettacolare finale, tracciato sulla tortuosa strada panoramica della media Valtellina, lungo la quale il gruppo avrebbe potuto frantumarsi in tanti tocchetti, provato anche da un chilometraggio che rasentava i 250 Km. Poco male, ci sarà la possibilità di indugiare di più al desco, senza il rischio di perdersi palpitanti momenti di una gara che, è l’ipotesi più probabile, vedrà una fuga nascere nei chilometri iniziali e andare tranquillamente al traguardo, se le energie non si esauriranno prima. Difficilmente oggi i corridori di vertice si danneranno l’anima, essendo quasi impossibile riuscire a creare selezione su salite come il Tonale e l’Aprica, paragonabili a due grosse bolle di sapone poiché si tratta di grandi nomi del ciclismo ma abbastanza “vuoti” all’interno per quanto concerne le pendenze, soprattutto la seconda. Sono oramai passati i tempi nei quali le due ascese, affrontate in serie in un tracciato che era quasi la fotocopia di quello odierno, risultarono decisive per le sorti dell’edizione del Giro del 1967, che vide Anquetil capitolare e Gimondi in rosa al termine della Trento-Tirano: altri tempi, altri modi di correre, altri mezzi tecnici e fondi stradali meno scorrevoli rispetto a quelli di oggi. E se oggi non accadrà nulla di particolarmente interessante la “colpa” sarà anche un po’ del tracciato complessivo, che non proporrà più tappe tranquille negli ultimi dieci giorni di gara e che vedrà collocarsi questa “traversata alpina” – si veleggerà dalle Prealpi Feltrine alle Alpi Retiche – stretta tra due giornate particolarmente delicate, la cronoscalata al Nevegal e la tappa di San Pellegrino Terme. Dunque, tutto oggi giocherà a favore degli attaccanti di giornata che, mai come in quest’occasione, avranno l’opportunità di affiancare il loro nome, nell’albo d’oro del Giro, a quello di una località che, ai posteri, farà subito pensare ad un successo eccezionale, perché il toponimo di Tirano di primo acchito lo si lega a grandi frazioni montane, come quelle che videro imporsi su questo traguardo Marcello Mugnaini nel 1967 ed Emanuele Sella nel 2008.
Questa lunga giornata – alla fine saranno comunque 230 Km, nonostante il taglio del finale – vedrà i “girini” rimasti in gara dopo le frazioni dolomitiche radunarsi in quel di Feltre ed entrare ben presto in territorio trentino, subito dopo esser transitati per le famose “Scale di Primolano”, strada a tornanti che si insinua tra i resti di antiche forticazioni erette nel 1260 e poi ricostruite dagli austriaci nel 1860, laddove fino al 1918 transitava il confine tra il Regno d’Italia e l’Impero Austro Ungarico. È un luogo rimasto impresso anche nella storia del Giro per la brutta caduta che il 2 giugno del 1950, poco prima di affrontare quella salita (si procedeva in senso inverso rispetto a quest’anno, quando le “Scale” saranno percorse in discesa), coinvolse Fausto Coppi, fratturatosi bacino e pube nella tappa dove più lo si attendeva, i 270 Km che conducevano da Vicenza a Bolzano passando per i passi Rolle, Pordoi, Campolongo e Gardena, con nella mente l’impresa dell’anno precedente sulle strade della Cuneo – Pinerolo.
Per una quarantina di chilometri si pedalerà qundi, in lievissimo falsopiano ascendente, sul fondovalle della Valsugana, terra legata a doppio filo alle sorti della nostra nazione, sia per i trascorsi bellici, sia per aver aperto – il 3 aprile 1881 a Pieve Tesino – e chiuso – il 19 agosto 1954 a Borgo Valsugana – la parabola terrena di Alcide De Gasperi, per otto volte presidente del Consiglio dei Ministri e gran timoniere dell’Italia nelle difficili settimani di transizione dalla monarchia alla repubblica e per questo considerato da molti come un “padre della patria”.
Attraversata Levico Terme, la principale località turistica della valle, il gruppo uscirà “fora dalla Valsugana” andando ad affrontare la salita di Vigolo Vattaro, 2,6 Km all’8,2% con un picco del 15%, inserita anche nel percorso della tappa di Brescia dello scorso Giro d’Italia. Imboccata quindi la strada della Fricca, che scende dall’omonimo passo e dall’altopiano di Lavarone, si planerà sull’irredenta Trento, dove si transiterà ai piedi del principale complesso monumentale della regione, il Castello del Buoncosiglio. Concepito per scopi difensivi e originariamente chiamato Malconsey, in seguito diverrà la residenza dei principi-vescovi che regnarono su queste terre per quasi 800 anni mentre oggi è maniero d’onore dell’Ordine di Vittorio Veneto, in ricordo del processo qui tenuto nel 1916 e che si concluse con la condanna a morte degli irrendentisti Cesare Battisti, Fabio Filzi e Damiano Chiesa, eseguita in quella che è chiamata “Fossa dei Martiri”.
Un tratto pianeggiante di circa 25 Km precederà l’inizio della lunghissima ascesa verso il Tonale, sul quale si scollinerà una sessantina di chilometri più avanti. L’ascesa vera e propria, quella normalmente considerata tale, è limitata ai 15 Km finali, ma già da oltre un’ora il gruppo avrà iniziato lentamente a prendere quota, alzandosi gradatamente dalla piana rotaliana, terra di produzione del vino Teroldego. Nella prima parte si risalirà la Val di Non, famosa per le sue gustose mele e che offre al turista mete poco note ma non meno deliziose come il santuario di San Romedio e il lago di Tovel, che fino alla prima metà degli anni ’60 era conosciuto per la colorazione rossastra che assumevano le sue acque ad opera del “Glenodinium sanguineum”, un’alga la cui presenza era legata alle mandrie al pascolo e che è scomparsa in seguito alla modernizzazione delle modalità di trasferimento delle bestie verso gli alpeggi.
Dopo Cles, paese natale di Maurizio Fondriest, si cambierà valle e direzione, prendendo a risalire la Val di Sole verso il Tonale, valico che fu valicato per primi dai celti. Il passaggio di questi popoli è testimoniato dal nome stesso della valle, che non avrebbe a che fare con il sole ma sarebbe derivato dalla dea Sulis, protettrice delle acque che qui erano sfruttate anche per scopi termali. Sotto quest’aspetto la principale località della zona è Peio, che ricordiamo sede di tappa nella scorsa edizione del Giro, ai cui piedi inizierà il tratto più impegnativo dell’ascesa, caratterizzato comunque da pendenze non eccezionali, tra un medio del 6% e un massimo del 10%. Lassù, a 1883 metri di quota, il Giro scollinerà per la 25a volta nella storia dal 1933, anno nel quale fu istituita la classifica del GPM, confermando l’importanza di questo luogo come punto di transito, frequentato dopo i celti anche dai romani, dai franchi e dall’imperatore Federico I del Sacro Romano Impero (il celebre Barbarossa), quando nel 1166 scese in Italia per riconquistare la nostra nazione. La sua importanza strategica, quand’era ancora posto di frontiera, lo trasformò, infine, in terreno di battaglia, in ciascuna delle tre guerre d’indipendenza e, per l’ultima volta, durante il primo conflitto mondiale, dopo il quale fu eretto un sacrario in ricordo dei caduti per la libertà.
Planando nell’antica Dalaunia, nome col quale era un tempo conosciuta l’alta Valcamonica e dal quale deriva quello del centro di Ponte di Legno, il Giro entrerà in Lombardia, la regione più rappresentata dal tracciato di quest’edizione della corsa rosa, con tre arrivi di tappa ed un primo passaggio in occasione della frazione di Parma. La discesa finirà ad Edolo, dove subito si riprenderà a salire, diretti al Passo dell’Aprica, affrontandola dal suo versante più agevole, che vince poco meno di 500 metri di dislivello in una quindicina di chilometri, superando una pendenza media del 3,1% ed un massimo del 9%. Non si percorrerà, dunque, il tremendo muro di Santicolo (15%) che l’organizzazione scovò e propose nella scorsa edizione della corsa rosa, in occasione della tappa vinta da Michele Scarponi e che si concludeva proprio ai 1173 metri del passo, nel cuore di una delle più note stazioni alpine della regione, nata per un caso fortuito. Un incidente meccanico costrinse, infatti, una carovana di turisti diretti in Svizzera ad una sosta forzata che, rivelatasi piacevole, diventerà poi abituale, portando allo sviluppo turistico di Aprica, che oggi vanta oltre 50 Km di piste. Nel 1927 arriverà anche l’autonomia amministrativa, ottenuta staccandosi dal dirimpettaio comune di Teglio, un tempo il capoluogo della valle, come dimostrato dallo stesso toponimo Valtellina, che significa appunto “Valle di Teglio”. Questi trascorsi hanno lasciato parecchie testimonianze a Teglio (Palazzo Besta su tutte, ma anche l’antica chiesa di Sant’Eufemia, sotto la quale sono stati recentemente rinvenuti i resti di due edifici ancora più vetusti), ma questo centro è conosciuto ai più come patria dei pizzoccheri, locali tagliatelle preparate con il grano saraceno, graminacea originaria della regione dell’Himalaya ed introdotta nel 1600 in Valtellina, dove divenne ben presto una delle sue colture più tipiche, raccolta anche alle quote piuttosto elevate (Teglio è a circa 1000 metri sul livello del mare) grazie all’eccezionale esposizione a sud del versante retico. Oggi è utilizzato anche per la produzione della saporita polenta taragna e degli misconosciuti sciatt, delizione frittelline dal cuore di formaggio fuso, solitamente servite come antipasto e adagiate in un letto di cicoria.
Ci sarà, dunque, ampia possibilità di compensare una tappa che potrebbe anche rivelarsi noiosa. Magari ravvivandola con un buon bicchiere dei nettari locali, che scorrono placidi come l’Adda che, una volta terminata la discesa, accompagnerà le ultime pedalate di giornata.

I VALICHI DELLA TAPPA

Passo del Tonale (1883m). Ampio valico prativo aperto tra il Monticello e la Cima di Cadì, costituisce anche il punto di separazione tra i massicci dell’Adamello e dell’Ortles-Cevedale. Sede della principale stazione di sport invernali della provincia di Trento, è valicato dalla SS 42 “del Tonale e della Mendola”, tra Ponte di Legno e Vermiglio. Vi transita il confine tra Lombardia e Trentino-Alto Adige. Nel 1933 è stata l’ultima delle quattro salite chiamata a decretare la prima classifica degli scalatori, istituita quell’anno e conquistata da Alfredo Binda, che fece suo anche il GPM del Tonale e la relativa tappa (Bolzano – Milano), oltre alla maglia rosa finale. In seguito ci si è tornati altre 23 volte, mentre non si riuscì a salire nel 1989, quando fu annullata la tappa di Santa Caterina. L’ultimo scollinamento di passaggio ha visto in testa lo spagnolo Juan Manuel Gárate, nel corso della Trento – Aprica del 2006. Nel 1997 e nel 2010, vi si sono concluse due tappe, rispettivamente vinte dal colombiano José Jaime González Pico (noto nell’ambiente col soprannome di “Chepe”) e dall’elvetico Johann Tschopp. Il passaggio del Giro 2000 (tappa Selva di Valgardena – Bormio, vinta da Gilberto Simoni) vide in testa lo spagnolo José Enrique Gutiérrez Cataluña, ma non è contemplato nel conteggio dei GPM perché era valido solo come traguardo volante Intergiro.

Passo di Aprica (1113m). . Ampia sella pianeggiante, lunga quasi 3 Km, che mette in comunicazione la Valtellina con la Valcamonica tramite la Valle di Corteno. È valicato dalla SS 39 “dell’Aprica” e vi sorge l’omonima stazione di sport invernali, costituita dai tre nuclei di Madonna, Mavigna e San Pietro. Quotata 1173 sulle cartine del Giro 2011, è stata affrontata alla corsa rosa 9 volte come GPM, una come traguardo volante Intergiro (nel 1992, tappa Palazzolo sull’Oglio – Aprica vinta da Marco Saligari) e due come traguardo di tappa senza gran premio (nel 2006, quando Ivan Bassso s’impose in rosa nella Trento – Aprica e nella citata frazione dell’anno scorso). Il primo a transitare in testa sotto lo striscione GPM è stato Fausto Coppi, nel corso della tappa Locarno – Brescia del Giro del 1950, vinta da Luciano Maggini. In seguito hanno conquistato questo traguardo Vittorio Adorni nel 1962 (tappa Moena – Aprica), Bruno Vicino nel 1979 (Trento – Barzio, vinta da Amilcare Sgalbazzi), lo svizzero Stefan Joho nel 1988 (la mitica tappa del Gavia, Chiesa Valmalenco – Bormio, vinta dall’olandese Erik Breukink), il venezuelano Leonardo Sierra nel 1990 (Moena – Aprica), Ivan Gotti nel 1996 (Cavalese – Aprica), Mariano Piccoli nel 2000 (Bormio – Brescia, vinta da Biagio Conte) ed Emanuele Sella nel 2008 (Rovetta – Tirano).

Mauro Facoltosi

FOTOGALLERY

Foto copertina: un fumante piatto di pizzoccheri (www.comune.senago.mi.it)

Feltre, Piazza Maggiore (www.feltrericostruita.it)

Feltre, Piazza Maggiore (www.feltrericostruita.it)

Le scale di Primolano (www. flickr.com)

Le scale di Primolano (www. flickr.com)

Trento, Castello del Buonconsiglio (www.italianvisits.com)

Trento, Castello del Buonconsiglio (www.italianvisits.com)

La Piana Rotaliana (http://www.cantinarotaliana.it)

La Piana Rotaliana (http://www.cantinarotaliana.it)

Santuario di San Romedio (http://www.girovagandointrentino.it)

Santuario di San Romedio (http://www.girovagandointrentino.it)

Il Lago di Tovel come appariva fino ad una cinquantina di anni fa (www.ongarda.com)

Il Lago di Tovel come appariva fino ad una cinquantina di anni fa (www.ongarda.com)

Passo del Tonale, sacrario (www. flickr.com)

Passo del Tonale, sacrario (www. flickr.com)

Aprica (www.neveitalia.it)

Aprica (www.neveitalia.it)

Teglio, la Torre de li beli miri (panoramio)

Teglio, la Torre <<de li beli miri>> (panoramio)

Tirano, il santuario della Madonna e il trenino rosso del Bernina (www.visual-italy.it)

Tirano, il santuario della Madonna e il trenino rosso del Bernina (www.visual-italy.it)

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI NEVEGAL

maggio 25, 2011 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: il commento tecnico alle tappe di montagne, dalla voce di un ex corridore di prestigio che scoprirete tra qualche giorno; la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; la rubrica tricolore di N@po; le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1961. Seguiteci.

Foto copertina: Contador in azione durante la cronoscalata (foto Bettini)

IL COMMENTO SULLA TAPPA DI MASSIMILIANO LELLI
Ve l’avevamo promesso, un grande campione del passato avrebbe commentato per noi le tappe di montagna del Giro 2011 a poche ore dala conclusione: sarà Massimiliano Lelli, professionista dal 1989 al 2004, vincitore della maglia bianca di miglior giovane al Giro del 1991, da lui concluso al 3° posto dopo aver conquistato due tappe.

BELLA GARA, SPETTACOLO E IL PODIO E’ FATTO

Oggi devo dire che la corsa mi è piaciuta molto, le cronoscalate offrono un bello spettacolo, secondo me è giusto avere una tappa di questo tipo, assieme ad una crono individuale e una a squadre offrono un bello scenario.
Oggi poi si sono giocati la vittoria i leader della generale, cosa che nelle crono non sempre riesce. Contador s’è consacrato mattatore della corsa rosa, indipendentemente dagli aiuti e dalle alleanza avute, sono cose che si son sempre viste, fanno parte del ciclismo e sono situazioni molto signorili, secondo me è giusto che ci siano. Poi non sono state così plateali come ho sentito dire nei giorni scorsi, è chiaro però che quando si è dietro si ha il dente avvelenato. Tutto normale.

Oggi mi ha sorpreso molto anche Scarponi, penso che ora sul podio ce lo potrò mettere, per il secondo posto dovrà ancora sudare perchè nella crono finale potrebbe perdere più di un minuto da Nibali e quindi la loro corsa è ancora tutta aperta, vedremo cosa succede nei prossimi giorni, anzi già domani perchè con quella discesa prima dell’arrivo sono sicuro che il siciliano si lancerà all’attacco, secondo me ci sta già pensando.
Nei cinque poi ci arriverà anche Rujano, col rimpianto di quei primi giorni corsi senza pensieri, sono contento per lui, però è un peccato.

Per i prossimi giorni prevedo due corse in una, probabilmente se ne andranno delle fughe che si giocheranno la vittoria. La seconda corsa se la giocheranno i big negli ultimi chilometri. Nelle fughe ci vedo bene Garzelli, che vincerà la maglia verde, ma soprattutto Di Luca e Sastre cercheranno il riscatto per un Giro corso senza acuti. Soprattutto mi aspetto la Geox che finora ha deluso, forse ha puntato troppo su due corridori in fase calante, vedremo.

Chiudendo colgo l’occasione per invitarvi tutti alla quinta edizione della Granfondo che organizzo a Manciano, in provincia di Grosseto, per il prossimo 12 giugno. Vi aspetto e buon fine Giro a tutti.

Massimiliano Lelli

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Contador, impressionante! Battuti Nibali e Scarponi(Gazzetta dello Sport)

Giro, tappa a Contador. Maglia rosa consolidata (Corriere dello Sport-Stadio)

Mountain time-trial victory widens Contador’s Giro lead (The Independent)

Contador edges closer to Giro win (The Daily Telegraph)

Contador toujours plus haut(L’Equipe)

Contador : “Très dur dans les premiers kilomètres” 24/05 (Le Monde)

Contador sentencia el Giro: “Va por ti, Tondo” (AS)

¡Ésta va por ti, Tondo!(Marca)

Contador remata el Giro (El Mundo Deportivo)

Alberto Contador remporte la 6e étape du Giro (Le Soir)

Alberto Contador remporte le contre-la-montre(Sud Presse)

Contador remporte le contre-la-montre en côte du Giro (L’Avenir)

Contador vliegt door tijdrit en verstevigt leidersplaats (De Standaard)

Alberto Contador remporte le contre-la-montre(La Dernière Heure/Les Sports)

Contador vliegt door tijdrit en verstevigt leidersplaats (Het Nieuwsblad)

Contador heerst in klimtijdrit (De Telegraaf)

Contador Dedicates a Victory to a Dead Rider (The New York Times)

Alberto Contador wins time trial, increases Giro lead (USA Today)

Contador wins again in Italy (Herald Sun)

Barren Giro showcases last-placed Aussie’s courage (The Age)

Contador gives rivals mountain to climb (The Daily Telegraph – Australia)

Contador flies ahead of the pack (The Australian)

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Hotdogbr: considerazioni sparse:

-su un percorso simile a quello di Oropa del 2007 i distacchi sono stati minori, un po’ perchè allora si veniva dalla dura tappa di Briancon e oggi dal giorno di riposo e un po’ perchè il livello medio dei corridori è più alto
-all’interno di questi distacchi contenuti Contador ha dato 34” a Nibali e nei successivi 34” ci sono 10 corridori questo per dare l’idea della superiorità dello spagnolo, e del resto se riesce a staccare tutti anche sul Gardeccia dopo 7 ore e mezza di corsa ci sta che in una cronoscalata vada a nozze
-prosegue la lotta per il podio tra Nibali e Scarponi, oggi forse ne esce leggermente meglio il marchigiano al di là dei 4” persi anche se in prospettiva resta favorito il siciliano, fossi nella Lampre farei di tutto anche se non è facile per tenere chiusa la corsa a Macugnaga perchè la sola tappa del Sestriere non basta a Scarponi per guadagnare quel tempo sufficiente per potersi difendere da Nibali nell’ultima crono. Sempre in casa Lampre ottima prova di Ulissi che conferma di avere un futuro radioso
-sarà durissima per tutti gli altri inserirsi sul podio a partire da Rujano che ha disputato una buona prova ma forse leggermente al di sotto delle sue possibilità specie nel tratto in salita, segnalazione in casa Androni per De Marchi
-come al solito Garzelli si conferma più che competitivo nelle cronoscalate e senza lo sforzo del Gardeccia sarebbe probabilmente arrivato 2°, accanto a lui molto bene anche Miholjevic che forse in passato non era mai arrivato nei primi 10 in una tappa
-come nel resto del Giro buona prova anche se non eccezionale di Kreuziger comunque non nuovo a ottime performances nelle cronoscalate, purtroppo continua a pagare i 2 minuti di troppo lasciati sullo Zoncolan, in casa Astana bene anche Tiralongo
-tutto sommato positiva la prestazione di Menchov che non è un superspecialista delle cronoscalate però ancora una volta ha perso terreno sia pure pochi secondi rispetto agli avversari diretti per il podio e difficilmente potrà inventarsi qualcosa di qui in avanti
-se Pinotti fosse stato al top avrebbe potuto fare molto meglio ma resta tra i favoriti della crono di Milano, malino invece Siutsou su una prova adatta a lui
-non è una sorpresa Samoilau che già a Oropa nel 2007 fu 12° e non lo è neppure la prova negativa di un fondista puro come Arroyo mai a suo agio nelle cronoscalate
-niente da fare per Rodriguez che ha tentato l’azzardo di partire con la bici da crono ma ha pagato dazio in salita, a differenza di altri però lui accenderà la miccia nei prossimi giorni a caccia di un successo di tappa
-la defaillance di Anton sul Fedaia non era dovuta solo al fatto che non è un fondista ma anche al fatto che la condizione inizia a scemare, da lui oggi ci si attendeva molto di più mentre ci può stare il ritardo di Nieve un po’ per la stanchezza di due giorni fa e un po’ perchè a differenza del compagno di squadra è un fondista, vedi vittoria a Cotobello nel tappone della Vuelta 2010
-non brillante Gadret che a questo punto più che attentare alla zona podio dovrà guardarsi alle spalle in prospettiva 4° posto da Menchov e Kreuziger molto più cronomen di lui, malino anche Dupont che è tornato nei suoi ranghi di corridore da 15° posto

Howling Wolf14: Cronoscalata inutile. Una delle tappe più inutili e insulse di questo Giro. Spiegatemi che senso ha inserire una cronoscalata in un percorso di un Giro già infarcito di salite. Si voleva che fosse decisiva? Non ha fatto altro che ribadire i valori in campo, esattamente com’erano già stabiliti la sera prima dalla classifica. Una giornata buttata via.

Mauro Facoltosi: con un corridore come Contador anche una crono piatta non avrebbe cambiato gli esiti di questa giornata

Howling Wolf14: Sono d’accordo con te. Ma la classifica non è fatta solo di Contador e gli altri. I distacchi nella cronoscalata sono stati talmente esigui, com’era prevedibile, da rivelarsi praticamente ininfluenti anche agli effetti della lotta per il 12° posto. Se il Giro d’Italia, come si è voluto dimostrare con i fatti, a partire dal tappone del Gardeccia, dev’essere una prova di resistenza, bisogna infilare a metà della seconda settimana una maxicrono di 80-85 km, in maniera che i corridori siano impegnati quasi 2 ore. Siamo qui a dire che non si devono porre limiti ai dislivelli, poi facciamo una ridicola cronotappetta in salita di 12 chilometri che impegna i corridori per mezz’ora. Forse andrebbe bene per la categoria allievi.

Buiaccaro: PAROLE SANTE!

Ceemo: Oggi ero sul Nevegal. A parte Contador che anche ad occhio avevo un paio di marce in più i valori si sono dimostrati estremamente livellati. A livello tecnico davvero una prova insignificante.
A livelli di presenze di tifosi però penso sia stata in assoluto la tappa dove ho visto più gente sul percorso. Considerato il giorno infrasettimanale davvero un successone.

Jack.ciclista: 2 ore di crono no, ma almeno una ci dovrebbe stare tutta! Una crono del genere vale il giorno di riposo: mettiamola come passerella senza farla contare per la classifica ed aboliamo un giorno di riposo!

MirkoBL: Solo poche parole: che spettacolo di gente! Tutti applauditi, dal primo all’ultimo.

Salitepuntocià: Una cronoscalata sarebbe decisiva in un giro equilibrato e con percorso facile o medio. Ma con altri 7 arrivi in salita,non serve, cosi breve.
Se proprio devono farla, che sia alternata anche a altre 3 crono piatte(compreso prologo) e la facciano tipo il Ventoux, bella lunga, ad esempio una crono da chatillon a Cervinia, piena di cambi di ritmo, anche la Valgardena non scherza con i cambi di ritmo, o piu regolari una trento-Bondone o il Bloackhaus farebbero distacchi enormi…

Hotdogbr: che non ci fossero grandi distacchi era abbastanza ovvio visto che la prova era di 12 km di cui solo 5 di salita vera ma del resto i distacchi non ci sono neppure in mole altre tappe, la cronoscalata però innanzitutto è spettacolare e in secondo luogo consente anche ai corridori forti in salita ma non dotati di fondo di esprimersi senza che nel complesso del Giro i fondisti siano penalizzati, e infatti i primi 10 della classifica sono arrivati tutti tra i primi 12 sul Gardeccia (le eccezioni sono Garzelli che era in fuga e Kruijswijk che comunque è 13°) e non ieri; semmai si poteva inserire un’altra tappa durissima, anche se poi c’era già con l’accoppiata Crostis-Zoncolan, ad esempio al penultimo giorno con Agnello-Izoard-Monginevro-Sestriere e ancora Sestriere invece del solo Finestre. D’accordo invece sul fatto che sia meglio metterla non dopo il giorno di riposo

Profpivo: Peccato per i soliti idioti che infestano le strade correndo a 2 centimetri dai corridori. Però c’era davvero un sacco di gente!

Patagonia63: Già.

Cmq per tutti coloro che disprezzano le cronoscalate, dico che, per gli spettatori, sono belle da vedere. Io, almeno, mi sono diverito. Ero ai meno 25 dall’arrivo e ho visto tanti corridori molto stanchi e tirati all’inverosimile. Cmq rispetto le idee di tutti, a chi non piacciono…pazienza. C’est le ciclisme mon frere.

Howling Wolf14: Le cronoscalate sono belle e interessanti se sono supportate da una valenza tecnica. Inserire una cronoscalata da mezz’ora tra due serie di tapponi da 7 ore con una media di 3500-4000 metri di dislivello non ha alcun significato tecnico.

Patagonia63: va ben, ci sta….il Giro è cmq interessante….avranno sbagliato gli organizzatori, ma, per me, la crono di ieri non era priva di significati tecnici.
Ho perfettamente dimostrato che il Giro è roba da scalatori, infatti i primi 5 di ieri sono ciclisti a loro agio quando pedalano col naso all’insù !
Senza Contador anche la crono di ieri sarebbe stata interessante per la classifica.

Howling Wolf14: Non sono d’accordo
Non credo che senza Contador la cronoscalata avrebbe avuto una valenza maggiore. I distacchi sono stati veramente esigui. Non ha deciso niente. Non avrebbe deciso niente. Non può decidere, non avrebbe potuto decidere. Il compito di decidere spetta ai tapponi di 7 ore, dove si mette alla prova la resistenza. I distacchi su una cronoscalata tra la gente che conta sono equiparabili agli abbuoni dei traguardi volanti.

MirkoBL: Io, infatti, l’avrei allungata di 5 km, facendola terminare in Faverghera; sarebbero stati altri 5 km impegnativi, al 7-8%.
In cima c’è spazio per l’arrivo, il resto delle strutture sarebbe benissimo potuto rimanere al piazzale, come fanno sullo Zoncolan.

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della Feltre – Tirano

Feltre : poco nuvoloso con possibilità di isolati e debolissimi piovaschi, 24,1°C (percepiti 26°C), venti deboli da E (6-8 Km/h), umidità al 45%
Levico Terme (Km 57,2): poco nuvoloso, 24,7°C (percepiti 26°C), venti deboli da ESE (7-8 Km/h), umidità al 47%
Mezzolombardo (Km 99,2): poco nuvoloso con possibilità di isolati e debolissimi piovaschi, 26,1°C (percepiti 28°C), venti moderati da SSW (6-11 Km/h), umidità al 57%
Passo del Tonale – GPM (Km 166,2): alternanza di piogge deboli (0,2 mm) e schiarite, 15,3°C, venti moderati da SW (10-18 Km/h), umidità al 63%
Aprica – GPM (Km 211,5): alternanza di piogge deboli (0,3 mm) e schiarite, 16,6°C, venti deboli da SW (6-12 Km/h), umidità al 70%
Tirano: alternanza di piogge deboli (0,4 mm) e schiarite, 23°C (percepiti 24°C), venti moderati da SW (10-17 Km/h), umidità al 72%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Anche quest’anno spazio agli strafalcioni dei telecronisti

De Stefano: “La cronometro di Nevegal”
De Stefano: “La ricostruzione della cronoscalata” (ricognizione)
De Stefano su Giulia Occhini (la “Dama Bianca”): “Giulia era del 23″ (è nata nel 22)
Voce narrante del servizio turistico su Belluno: “Domina la Valtellina”
Sgarbozza sulla lavagna: “Kruziger” (Kreuziger)
Battaglin: “Pelmares” (palmares)
Pancani su Pinotti al Giro del 2009: “Quella maglia rosa che gli era stata tolta da Cavendish nella cronosquadre al Lido di Venezia” (era la prima tappa, quindi non poteva indossare la maglia rosa in partenza)
Cassani: “Era caldo asfissiante” (c’era)
Pancani: “Convinto di fare una buona cronosquadre” (ma che tappa stavi seguendo?)
Pancani: “Per Contador si sta preparando a prendere il via”
Pancani: “E’ cambiata la classifica all’intermedio” (erano solo i passaggi intermedi)
Pancani: “Lo striscione dell’intermedio” (dove lo hai visto?, Allora stai davvero seguendo un’altra corsa)
Grafica RAI: “Joaquin Rodriguez” (Joaquim)
Pancani: “Pedalate attorno alle 95-96″ (de che?)
Pancani su Rujano: “Unico venezuelano a vincere una tappa al Giro d’Italia” (Leonardo Serra, 1990, Moena – Aprica)
Piacente, intervistando Scarponi e dandogli appuntamento all’ultima tappa di montagna: “Allora ci rivedremo al Gardeccia”
Intervento al Processo alla Tappa: “Olimpio Paolinelli, che vinse una tappa al Giro d’Italia” (mai successo)

I TITOLI DELL’UNITA’

Ecco come l’Unità presentò ai propri lettori le gesta dei partecipanti al Giro del Centenario dell’Unità (1961). Altimetrie e grafice dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessi selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)

A VICENZA UN VENETO: ZAMBONI – DEFILIPPIS SCAVALCA GAUL E VAN LOOY
Il “Cit” balza al quinto posto in classifica
Zamboni ha preceduto di 4″ Giusti, Benedetti, Schroeders, Fontana, Liviero e Pizzoglio, di 24″ Bailetti e Di Maria, di 28″ Padovan e Bruni, di 35″ Bono – Il gruppo con la maglia rosa e gli “assi” a 4 minuti

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ARCHIVIO ALMANACCO
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

1a tappa Venaria Reale – Torino
2a tappa Alba – Parma
3a tappa Reggio Emilia – Rapallo
4a tappa Genova Quarto dei Mille – Livorno
5a tappa Piombino – Orvieto
6a tappa Orvieto – Fiuggi
7a tappa Maddaloni – Montevergine di Mercogliano
8a tappa Sapri – Tropea
9a tappa Messina – Etna
10a tappa Termoli – Teramo
11a tappa Tortoreto Lido – Castelfidardo
12a tappa Castelfidardo – Ravenna
13a tappa Spilimbergo – Grossglockner
14a tappa Lienz – Monte Zoncolan
15a tappa Conegliano – Gardeccia Val di Fassa

24-05-2011

maggio 25, 2011 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

Lo spagnolo Alberto Contador Velasco (Saxo Bank Sungard) si è imposto nella sedicesima tappa, cronometro Belluno – Nevegal, percorrendo 12,7 Km in 28′55″, alla media di 26,351 Km/h. Ha preceduto di 34″ e 38″ gli italiani Vincenzo (Liquigas-Cannondale) e Michele Scarponi (Lampre – ISD). Contador conserva la maglia rosa, con 4′58″ su Scarponi e 5′45″ su Nibali.

AN POST RAS (Irlanda)
Il bulgaro Nikolay Mihaylov (France AVC Aix en Provence) si è imposto nella terza tappa, Kilrush – Castleisland, percorrendo 175 Km in 4h13′50”, alla media di 41,365 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’ucraino Sheydyk e di 15″ il britannico Williams. Miglior italiano Henry Frusto (D’Angelo & D’Antenucci), 38° a 2′32″. Il lituano Gediminas Bagdonas (Belgium An Post Sean Kelly) è il nuovo leader della classifica, con 1′16″ su Sheydyk e Mihaylov. Miglior italiano Bernardo Riccio (D’Angelo & D’Antenucci), 45° a 13′12″

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