BIANCO, VERDE E ROS…SELER

marzo 31, 2011 by Redazione  
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Sono i tre protagonisti dell’ultima giornata della Tre Giorni di La Panne: il bianco verde della maglia Liquigas che sfreccia al mattino grazie alla poderosa volata di Jacopo Guarnirei e poi Rosseler che si aggiudica la crono del pomeriggio e scalza Westra dal comando della generale.

Foto copertina: Rosseler in azione nella decisiva crono pomeridiana (foto Bettini)

Non ce ne vorrà il vincitore 2011 della Tre Giorni di La Panne, Sebastien Rosseler e tutta la sua squadra, ma ci sentiamo sempre italiani prima di tutto ed, allora, invece di partire dalla crono di 14.7 chilometri di De Panne, vogliamo rendere omaggio a chi ha vinto la prima semitappa di giornata, vale a dire il nostro Jacopo Guarnieri.
Un successo inatteso ed uno dei pochi lampi tricolore di questa corsa “al nord”, se si fa eccezione di Tiziano Dall’Antonia nei giorni scorsi e di Federico Canuti quest’oggi. Il velocista della Liquigas, ala prima affermazione stagionale in una squadra piena zeppa di capitani, non ha avuto paura quando ha provato ad andarsene Canuti (Colnago-CSF) che è arrivato a guadagnare 20 secondi ad otto chilometri dal termine. E non ha avuto paura nemmeno negli ultimi duemila metri di tappa quando, dopo aver ripreso il coraggioso marchigiano di Reverberi, si sono avvantaggiati in quattro con Grivko (Astana) pronto a dannarsi l’anima pur di tentare il colpo d’astuzia. L’ucraino è stato ripreso a cinquecento metri dal traguardo quando la volata era stata già lanciata, seppur in confusione totale. Ma, nel freddo e nella pioggia di De Panne, il più lesto è stato l’uomo Liquigas-Cannondale che ha contenuto ampiamente il tentativo di rimonta di Galimzyanov, vincitore ieri a Koksijde ed un Jimmy Casper che, dopo qualche passaggio a vuoto, ha messo la testa fuori dal guscio.
Per la generale, invece, la frazione aveva già regalato emozioni con il belga De Backer abile a prendersi 2” di abbuono ad un traguardo volante e togliere così, anche solo per qualche ora, la maglia bianca di leader a Westra. Il vento, la pioggia ed il freddo hanno notevolmente condizionato questa frazione, tant’è che a partire per la crono si sono presentati appena in 56 togliendo di mezzo tutti quelli che non hanno preso il via al mattino, chi si è ritirato strada facendo e chi è finito fuori tempo massimo. Una vera ecatombe.
Al pomeriggio, sempre nelle strette stradine di De Panne, c’era in palio la maglia bianca di leader ed il successore di David Millar nell’albo d’oro. Le previsioni davano una possibile lotta a due fra Rosseler (RadioShack) e Westra (Vacansoleil) con quest’ultimo che doveva amministrare otto secondi di vantaggio. Tagliato fuori dai giochi, per la scarsa attitudine al cronometro, il leader parziale De Backer (Skil-Shimano).
Molto bravo nella prima parte Canuti che chiude con 19’22” una crono caratterizzata nella seconda parte del percorso da un forte vento contrario. Per almeno una mezz’oretta, il giovane della Colnago rimane in testa prima della scesa in campo dei big. All’intermedio il primo a mettergli le ruote davanti è Bodnar avvantaggiato di quattro secondi, ma poi chiuderà dietro, mentre al traguardo il dispiacere di perdere il primato glielo dà Greg Henderson per un solo decimo di secondo. Oramai tutti i big sono sul percorso e si distinguono molto bene Grabsch, Flens e Kwiatkowski ma, il più veloce, è proprio Rosseler che chiude la prima parte di percorso con 12’16”, dieci secondi in meno di Flens. Westra ci prova in tutte le maniere a stringere i denti, ma al rilevamento cronometrico ha già dieci secondi di ritardo e, di fatto, la maglia di leader è già svanita.
Il capitano, in questa gara, del Team RadioShack invece chiude in scioltezza con 18’31”, un tempo che gli sarà sufficiente per la doppietta tappa-gara. Westra ed il compagno di squadra del leader, il giovane polacco Kwiatkowski, chiudono entrambi con quattordici secondi di ritardo, mentre Sylvain Chavanel è il quarto a diciotto secondi. Ed il podio di tappa è anche quello di classifica generale. Da segnalare una brutta caduta di Terpstra (Quick Step) che ha dovuto abbandonare la corsa: per lui problemi ad una spalla e probabilmente addio al Fiandre. Già, perché adesso è tempo di pensare solo a quello.

Saverio Melegari

Il successo di Guarnieri a De Panne, nella semitappa disputata stamattina (foto Bettini)

Il successo di Guarnieri a De Panne, nella semitappa disputata stamattina (foto Bettini)

UN RUSSO IN DELIRIO

marzo 31, 2011 by Redazione  
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A sorpresa la seconda tappa della Tre Giorni di La Panne va a Denis Galimzyanov che a Koksijde mette la sua ruota davanti a tutti, battendo nettamente Degenkolb e Sagan. Ma la notizia del giorno è la cotta di Greipel sul Kemmelberg che lascia il via libera per la generale alla coppia Westra-De Backer. Domani gran finale con altra volata e crono

Foto copertina: Galimzyanov “abbraccia” il traguardo di Koksijde (foto Bettini)

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Da metà 2010 è stato la controfigura russa di Francesco Gavazzi. Non ce ne voglia il corridore della Lampre-ISD, ma fra i battuti ed i piazzati eccellenti degli ultimi mesi in salsa “vodka” dobbiamo metterci proprio il velocista della Katusha Galimzyanov. Una volta quinto, poi secondo, poi settimo, visto che ci siamo decimo, poi terzo. Ma, mai, lassù in cima.
Ha dovuto aspettare di arrivare in faccia al mare del Nord per sgambettare nel modo giusto, alzare le braccia al cielo e tirare fuori dalla bocca quella linguaccia come a dire: “adesso esisto anche io!”.
Una tappa, la seconda della Tre Giorni di La Panne, che sembra strizzare l’occhio ai velocisti ma che nasconde una insidia, nemmeno troppo mascherata: il Kemmelberg, il muro-simbolo della Gand-Wevelgem, affrontato l’ultima volta proprio domenica scorsa. Con davanti già una fuga con due minuti di vantaggio sul plotone composta da Delage, Martias, Caethoven, Howard ed il “solito” Ignatiev, nel gruppo a dare battaglia ci ha pensato quel Lieuwe Westra (Vacansoleil) che ieri a Zottegem aveva chiuso secondo e che si sta dimostrando in ottima forma.
A lasciarci le penne, il leader della generale Andrè Greipel e favorito numero uno per la vittoria odierna ma, il capitano dell’Omega Pharma-Lotto, è rimasto imbottigliato nelle retrovie, ha perso l’attimo buono ed una volta che i migliori avevano scavato il solco ha alzato bandiera bianca: tant’è che è arrivato al traguardo con un ritardo di 5’09”.
In testa alla corsa, invece, sui cinque si riportavano altri quindici pronti a darsi battaglia ed oltre a Westra, anche Bozic, Scherlinckx, Oss e Dall’Antonia. Ed è proprio l’uomo Vacansoleil a prendersi un po’ di abbuoni qua e là, anche se l’azione che sembra decisiva parte intorno ai meno cinquanta dal traguardo con un terzetto che prende il largo: Engoulvent (Saur-Sojasun), Van Groen (Willems) e Van Keirsbulk (Quick Step). Al primo giro sul traguardo di Koksijde, i tre hanno poco più di un minuto di vantaggio sul gruppo ma, quando Engoulvent inizia a mostrare segnali di stanchezza, è Van Groen a rompere gli indugi ed andarsene in avanscoperta solitaria a trenta chilometri dall’arrivo.
La sua sembra un’azione importante e decisiva ma non ha fatto i conti con un nemico spietato: il vento contrario. Gli altri due vengono ripresi dal gruppo dei migliori ad undici chilometri dall’arrivo con 36” di vantaggio. L’uomo della Willems torna a riassaporare anche i 50” ai meno sette, ma in poco più di 2000 metri, perde quasi tutto il vantaggio sotto la spinta di Astana, HTC, Liquigas e Fdj. Il vento si fa sempre più forte e lo sfortunato belga viene ripreso a 1.300 metri dal traguardo, ma la vittoria morale di giornata va senz’altro a lui. Nella volata, non ci sono treni ma tanti battitori liberi e così ai cinquecento metri prova l’allungo Vaitkus che, però, funge da apripista per Galimzyanov che gli battezza la ruota: il russo della Katusha esce ai 130 metri, supera Vaitkus e va a vincere agevolmente mettendosi alle spalle la sorpresa Degenkolb, un Sagan in ombra ed il velocista dell’Astana che aveva fatto da apripista. Miglior italiano è Manuel Belletti (15°).
Come detto, cambia la classifica generale con una coppia a parimerito: Westra e De Backer. Verosimilmente si scorneranno nella seconda semitappa di domani, 14 chilometri a cronometro, anche se tutti gli altri sono molto vicini: Degenkolb e De Groen a due secondi, Sagan e Muravyev a quattro, Bole a cinque, Delage a sei e poi il grosso del gruppo a soli otto secondi con dentro cronoman di un certo peso come Downing, Wyss, Rosseler, Grivko ed il nostro Manuel Quinziato. Domattina, però, prima semitappa con 111 chilometri pianeggianti con qualche altro secondo di abbuono sparso lungo il percorso. E potrebbe risultare molto prezioso.

Saverio Melegari

30-03-2011

marzo 31, 2011 by Redazione  
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KBC-DRIEDAAGSE DE PANNE – KOKSIJDE
Il russo Denis Galimzyanov (Katusha Team) si è imposto nella seconda tappa, Oudenaarde – Koksijde, percorrendo 219 Km in 5h08′18″, alla media di 42,620 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Degenkolb e lo slovacco Sagan. Miglior italiano Manuel Belletti (Colnago – CSF Inox), 15°. L’olandese Lieuwe Westra (Vacansoleil-DCM Pro Cycling Team) è il nuovo leader della classifica, con lo stesso tempo del belga De Backer. Terzo a 2″ Degenkolb, miglior italiano Belletti, 11° a 8″.

TOUR DE MAROC
Sesta tappa suddivisa in due semitappe.
Il mattino, il marocchino Tarik Chaoufi (nazionale marocchina) si è imposto nella prima semitappa, Azilal – Kelaa Sraghna, percorrendo 110 Km in 3h03′15″, alla media di 36,016 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Leonardo Pinizzotto (Miche – Guerciotti) e il burkinese Ouedraogo. Il sudafricano Johann Rabie (Team Bonitas) ha conservato la testa della corsa, con lo stesso tempo del connazionale Impey e del marocchino Jelloul. Miglior italiano Gianluca Randazzo (Miche – Guerciotti), 5° a 39″.
Il pomeriggio, il turco Aksoy Ismail (Brisaspor Turkiye) si è imposto nella seconda semitappa, Kelaa Sraghna – Beni Mellal, percorrendo 116 Km in 2h07′02″, alla media di 54,788 Km/h. Ha preceduto allo sprint i sudafricani Rabie e Brown. Miglior italiano Giuseppe Di Salvo (Miche – Guerciotti), 7°. Invariata la classifica

29-03-2011

marzo 30, 2011 by Redazione  
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KBC-DRIEDAAGSE DE PANNE – KOKSIJDE
Il tedesco André Greipel (Omega Pharma-Lotto) si è imposto nella prima tappa, Middelkerke – Zottegem, percorrendo 194 Km in 4h22′33″, alla media di 44,334 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Westra e il kazako Muravyev. Miglior italiano Manuel Belletti (Colnago – CSF Inox), 12°. Nella prima classifica Greipel precede di 3″ il belga De Backer e di 5″ Westra. Belletti 15° a 11″.

TOUR DE MAROC
Il turco Eyüp Karagöbek (Konya Torku Seker Spor – Vivelo) si è imposto nella quinta tappa, Marrakech – Azilal, percorrendo 174 Km in 4h07′12″, alla media di 42,233 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Aksoy e il bulgaro Andonov Petrov. Miglior italiano Gianluca Randazzo (Miche – Guerciotti), 13° a 55″. Il sudafricano Johann Rabie (Team Bonitas) ha conservato la testa della corsa, con lo stesso tempo del connazionale Impey e del marocchino Jelloul. Miglior italiano Gianluca Randazzo (Miche – Guerciotti), 5° a 39″.

ALLA FACCIA DEL VELOCISTA

marzo 29, 2011 by Redazione  
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Andrè Greipel vince la prima tappa della Tre Giorni di La Panne dopo una fuga molto lunga ed anticipando di pochissimo il ritorno del gruppo. Scaltro e reattivo nel momento giusto, il tedesco coglie la seconda vittoria stagionale, mentre per la generale tutto è molto aperto.

Foto copertina: Greipel trionfa sul traguardo di Zottegem (foto Bettini)

Aveva fatto il salto, quest’inverno, dall’HTC all’Omega Pharma per portare incette di successi alla squadra belga, da sempre abbastanza ricca economicamente ma avara di vittorie, anche parziali, se si esclude Gilbert. Però il 2011 di Andrè Greipel era iniziato sotto una cattiva stella: qualche difficoltà di troppo nelle prime gare della stagione e la rocambolesca caduta nella ricognizione della cronosquadre della Tirreno-Adriatico erano prove di sfiga, eccezion fatta per la tappa conquistata a metà febbraio in Portogallo alla Vuelta Algarve.
Invece, oggi, a Zottegem il “tedescone” dell’Omega Pharma-Lotto ha rimesso le cose in chiaro prendendosi la prima tappa della Tre Giorni di La Panne grazie ad uno sprint. E fin qui, nessuna novità. Peccato che la volata, con il gruppo alle calcagna, sia arrivata dopo quasi quaranta chilometri di fuga e questo sta a dimostrare il suo stato di forma. Da segnalare, contestualmente, una brutta caduta per Leif Hoste (Katusha) che ha sbattuto violentemente il volto a terra ed è stato costretto al ritiro: da valutare la sua partecipazione al Fiandre di domenica.
Una prima tappa spettacolare nei 194 chilometri fra Middelkerke e Zottegem, con il circuito finale farcito di diversi muri interessanti a fare da epilogo a quella che in teoria doveva essere la frazione che dava subito un’impronta alla classifica generale. Ed invece tutto rimane in equilibrio.
Prima parte di gara caratterizzata dalla fuga di dodici elementi con dentro gente come Gusev, Greipel, Muravyev, Saramontis, Delage ed altri. Negli ultimi cinquanta chilometri sarà sempre una gara a fisarmonica con la fuga che ad un tratto sembra morire, quando rientrano Steegmans e Westra ed il plotone principale a soli 15”. Poi la Francaise des Jeux smette di tirare ed in pochi chilometri il vantaggio arriva addirittura ad 1’30”. Ai meno trenta, sul Leberg, si mette in testa Quinziato per favorire la sparata di Ballan (più da manovre in vista del Fiandre che con la volontà di giocarsi la tappa), ma la trenata dell’ex iridato spezza di nuovo il plotone, la fuga tira un attimo il fiato ed il distacco torna di nuovo sui 20”. Prima del Valkenberg, ai -28 dal traguardo, si sfalda la fuga e davanti rimangono in quattro: Westra (Vacansoleil), Greipel (Omega Pharma-Lotto), Muravyev (RadioShack) e Gusev (Katusha). Il gruppo ha rallentato di nuovo, anche se nel frattempo sono usciti altri uomini fra cui l’unico italiano a mettersi realmente in mostra in questa frazione, vale a dire Tiziano Dall’Antonia.
Con un vantaggio elevato l’obiettivo davanti è dichiarato: fare fuori in qualche modo Greipel, decisamente il più veloce del lotto dei quattro. Sull’Eikenmolen Muravyev prova a forzare ed il gruppo sembra definitivamente tagliato fuori, ma arriva l’ultima sorpresa: improvvisamente Lampre, Quick Step e Verandas-Willems vanno in testa e menano di brutto tant’è che da 1’20” ai -15 si passa ai 14” a 6000 metri dal traguardo. La fuga sembra non avere più forza, il gruppo mena e prima Chavanel e poi Chainel provano a rientrare sui battistrada senza riuscirci. Si arriva agli ultimi due chilometri con soli 5” di vantaggio, sembra fatta per il gruppo ed invece, nonostante davanti continuino a voltarsi troppe volte indietro, riescono ad arrivare. Greipel, vista la mala parata, prende in seconda posizione l’ultima curva ed ai 350 metri dal traguardo è costretto ad aprire il gas. Gli altri, un po’ perché non ne hanno più ed un po’ perché non sono veloci, si arrendono quasi senza lottare e così il tedesco può vincere quasi in solitudine. Secondo Westra, terzo Muravyev e quarto Gusev mentre la volata del gruppo viene vinta da Romain Feillu davanti a Sagan e Hondo. Stranamente, però, la giuria considera tutti con lo stesso tempo (decisione discutibile) e così nella generale ci sono solo i distacchi degli abbuoni durante la tappa. Greipel è primo con 3” su De Backer (Skil) e cinque su Westra (Vacansoleil), mentre tutto il gruppo è lontano undici secondi.
Domani seconda tappa, più lunga ma più facile, da Oudenaarde a Koksijde di 219 chilometri.

Saverio Melegari

APELDOORN 2011, MONDIALI AUSTRALIANI (CON RIFLESSI AZZURRO-ARGENTEI)

marzo 29, 2011 by Redazione  
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La rassegna iridata, la prima con la stessa formula che sarà proposta ai giochi olimpici, regala molte sorprese e conferma il cambio della guardia nel dominio della pista. Infatti è l’Australia a dominare, vincendo ben otto titoli. L’italia ha portato a casa due medaglie, una d’argento con Viviani e una di bronzo con la Bronzini.

Foto copertina: Viviani nello Scratch che gli è valso la conquista della medaglia d’argento (CJ Farquharson/WomensCycling.net)

Sulla pista olandese di Apeldoorn si sono corsi i primi campionati del mondo disputati seguendo il programma delle prossime olimpiadi, ma con l’aggiunta (per fortuna) di alcune prove storiche come la Madison, la corsa a punti, l’inseguimento individuale, lo scratch e il chilometro da fermo.
Il divario fra prove olimpiche e prove non olimpiche è stato determinante. Purtroppo, come già da alcuni anni succedeva per il chilometro da fermo, le prove che non faranno parte del programma olimpico sono state di livello inferiore rispetto alle altre.
Pochi gli stradisti al via, l’Italia – felice eccezione – ha avuto per la prima volta dopo molto tempo diversi professionisti fra le sue fila (Viviani, Cimolai, Ermeti, Bertazzo) e, fra le donne, la campionessa del mondo Giorgia Bronzini che ha cercato, senza fortuna, di raddoppiare il suo iride.
La spedizione azzurra è tornata a casa con alcune notizie positive e altre negative. La prima notizia positiva è il numero di professionisti che si sono cimentati ai mondiali in pista, evento eccezionale per il movimento italiano, la seconda è stata la medaglia d’argento conquistata da Viviani nello scratch, giunta alla fine di una corsa molto tirata che ha visto primeggiare a sorpresa l’atleta di Hong Kong Kwok, in grado di anticipare il gruppo, ma sul quale, con un azione imperiosa stava per piombare un Viviani scatenato. Argento meritato, che profuma d’oro, un po’ come il bronzo di Giorgia Bronzini, favorita assieme alla Vos per la corsa a punti, ma imbrigliata nel gioco delle marcature, che hanno permesso ad atlete di secondo piano di guadagnare un giro, molti punti e i primi due posti del podio. Giorgia è stata però la prima delle “big”.
Mondiale da dimenticare, invece, per le prove olimpiche, sempre per quanto concerne le prestazioni azzurre. Nella velocità, sia maschile che femminile bisogna ripartire da zero, poichè i due cugini Ceci (Luca non viene più convocato dalla terza prova di coppa del mondo) non possono competere a livello internazionale: bisogna ripartire dagli juniores e investire come stanno facendo Australia, Gran Bretagna e Francia, dove, dopo qualche anno di difficoltà, sta nascendo una nuova covata di velocisti di prim’ordine, come il campione del mondo della velocità Bauge (riconfermatosi per il terzo anno definitivo, sancendo la fine dell’impero britannico di Sir Hoy) e come Sireau e d’Almeida che, con il campione del mondo della velocità, vincono la prova della velocità a squadre sulla Germania e la Gran Bretagna.
Anche i nostri inseguitori ancora non sono all’altezza e, se fra gli uomini il tempo è stato alto (ma il quartetto è stato rinnovato in molti “vagoni”), fra le donne il lavoro da fare è ancora di più; purtroppo non si può in una prova così tecnica sfruttare le stradiste con una buona predisposizione per la cronometro, ma bisogna lavorare sull’esercizio specifico e sui suoi automatismi.
Il mondiale olandese ha inoltre confermato che l’Australia è ormai la nazione faro del movimento e lo dimostrano gli 8 titoli conquistati. L’atleta portabandiera è stata Anna Meares, capace di vincere l’oro nel keirin, nella velocità e nella velocità a squadre, strappando il titolo di donna più veloce del mondo alla Pendleton che ha ottenuto “solo” un bronzo nella velocità indivuduale. Ma l’Australia è fra le migliori nazioni anche nella velocità maschile, grazie al titolo conquistato da Perkins nel keirin che, con una volata tatticamente perfetta, ha vinto su Hoy (a cui non è bastato il vantaggio di avere Crampton come gregario di lusso durante la finale) e Mulder.
Nella Madison si riconfermano campioni del mondo Mayer e Howard, stradisti con la passione per la pista, capaci di vincere sulla sorprendente Repubblica Ceca e sull’Olanda dell’ex sprinter Bos, nonostante avessero tutti i pronostici e le attenzioni delle altre coppie puntati addosso.
L’nseguimento a squadre, così come l’inseguimento individuale (Bobridge) è stato vinto dai canguri che, probabilmente, solo a causa della lentezza della pista non sono riusciti a migliorare il record del mondo. L’omnium maschile è stato vinto da Freiberg, che con una prova regolarissima è riuscito a superare il neozelandese Archbold, favoritissimo della vigilia.
Buono è stato anche il mondiale della Bielorussia che, se in campo maschile non presenta atleti competitivi, in ambito femminile riesce sempre ad ottenere buoni risultati, con due ori conquistati, grazie alla prova della Panarina nei 500m da fermo e della Sharakova nella corsa a punti.
Solo un oro per gli ex dominatori dell’anello, i britannici. La loro nazionale ha ottenuto in totale nove medaglie, ma la sfortuna e la super potenza australiana ha fatto si che soccombesse e che in vista di Londra 2012 debba iniziare un lavoro serio per evitare la debacle di questi campionati del mondo. Il solo inseguimento a squadre donne sorride alla Gran Bretagna che vince davanti agli Stati Uniti in una gara vissuta a senso unico.
La Germania si salva grazie all’oro di Nimke nel chilometro da fermo e si mantiene ad alti livelli nella velocità a squadre, dove manca un atleta di punta che possa far fare il salto di qualità per vincere l’oro.
Il Canada grazie alla Witten ottiene un bel titolo nell’omnium femminile, che fa ben sperare in vista delle olimpiadi, considerato il margine con cui l’atleta ha vinto la prova. I cugini americani ringraziano la primatista del mondo sui 3000m Hammer che rivince il mondiale dell’inseguimento individuale davanti ad una combattiva Shanks, in lotta per il titolo fino alla fine.
La Colombia ha ottenuto un oro a sorpresa, grazie a Alcibiades Avila, che ha anticipato i favoriti e guadagnato un giro. Mayer le ha provate tutte per vincere, sprintando, attaccando e inseguendo, ma alla fine, nonostante abbia dimostrato di essere il più forte, si devuto accontentare della seconda posizione.
Finisce così la stagione invernale della pista. Il prossimo appuntamento sarà la seigiorni estiva di Fiorenzuola e poi gli italiani assoluti che aprirano la stagione 2011-2012, importantissima per sperare di qualificarsi alle olimpiadi. In questo momento l’unico atleta che sembra in grado di farlo è Elia Viviani che, se continuerà a racimolare punti nella prossima coppa del mondo, potrà sfoggiare l’azzurro sull’anello di Londra fra un anno e mezzo.

Matteo Colosio

CRISTIANA CAPOTONDI: GIRO, CHE PASSIONE

marzo 29, 2011 by Redazione  
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Il Giro dei 150 anni dell’Unità d’Italia è un evento che avviene una sola volta nella storia. Per questo RCS Sport ha scelto – dopo l’olandesina Yolanthe Cabau l’anno scorso, quando si era partiti da Amsterdam – una madrina nostrana e ha trovato in Cristiana Capotondi un vero esempio di pura italianità. L’abbiamo incontrata durante la presentazione delle maglie del Giro 2011 e gli abbiamo chiesto di raccontarci le sue emozioni sportive.

Foto copertina: Cristiana Capotondi e la maglia rosa (sport.sky.it)

Cristiana, un grande onore per te per un importantissimo evento.

E’ un’onore per me essere la madrina di una evento importante come il Giro, soprattutto in contemporanea ad una ricorrenza storica come i 150 anni dell’Unità d’Italia. Devo dire grazie a RCS per avermi scelta.

C’è un ciclista per cui fai il tifo?

L’anno scorso ha vinto Ivan Basso quindi spero in un suo bis.

Cosa ti ha spinto ad essere la madrina del Giro?

Il fatto che io faccio molto sport, poi RCS Sport cercava per il Giro dei 150 anni dell’Unità d’Italia una madrina italiana. Ho la fortuna di conoscere qualcuno degli organizzatori ed eccomi qua.

Cosa provi dal passare da un set cinematografico a quello di un evento sportivo così importante?

La differenza fondamentale è semplice: si passa da una fatica psicologica ad un enorme sforzo fisico. Però la determinazione a fare bene il proprio lavoro è tanta e fondamentale in entrambi i casi.

Quando ti vedremo prossimamente?

Sto girando un film che uscirà a fine anno dove sarò protagonista. Però prima ci vedremo sicuramente al Giro!

Andrea Giorgini

GIRO D’ITALIA, ECCO LE MAGLIE DELL’UNITA’

marzo 29, 2011 by Redazione  
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Presentate al Martini Bar di Corso Venezia a Milano le maglie del Giro d’Italia 2011, che premieranno i leader delle varie classifiche della corsa Rosa. Una linea di abbigliamento che come sempre da alcuni anni è disegnata da Dolce & Gabbana. Presenti alla festa la madrina del Giro Cristiana Capotondi, che abbiamo intervistato, e Filippo Pozzato, uomo di punta del Team Katusha.

Foto copertina: la maglia rosa del centocinquantenario, con il colletto tricolore (www.civisonline.it)

Hanno preso forma le maglie del Giro dell’Unità d’Italia. La presentazione è avvenuta martedi sera nel centralissimo Martini Bar by Dolce & Gabbana di Corso Venezia a Milano, a pochi passi da Piazza Duomo, luogo dove il prossimo 29 maggio si concluderà l’edizione 2011 della Corsa Rosa. Numerosi gli invitati, a partire dall’attrice romana Cristiana Capotondi, che quest’anno sarà la madrina della manifestazione, e da Filippo Pozzato, unico ciclista presente.
Nessuna novità in fatto di colori, con la rossa che continuerà a rappresentare la classifica a punti (ha sostituito lo scorso anno la ciclamino), componendo il tricolore italico con le già consolidate maglia verde degli scalatori e bianca dei giovani. Una linea di abbigliamento che sarà disponibile a chiunque grazie al merchandising creato apposta per la Corsa Rosa.

Non manca molto al 7 maggio, data in cui con una cronosquadre il Giro partirà dalla reggia di Venaria Reale alla volta di Torino. Saranno 3 settimane speciali, un avvenimento che coinvolgerà milioni di appassionati che scenderanno in strada per acclamare i propri beniamini, coi più temerari che andranno ad assalire le grandi montagne del Giro su tutta la penisola – fino alla lontana Sicilia e allo spettacolare scenario dell’Etna – emulando i campioni. Campioni che su queste montagne dovranno sfidarsi per contendersi il vessillo più prestigioso, quella Maglia Rosa che per l’edizione 2011 avrà un significato ancora più speciale, soprattutto per i corridori italiani.

L’attesa cresce, le emozioni anche. E sono quelle che solo il Giro d’Italia sa offrire.

Andrea Giorgini

28-03-2011

marzo 29, 2011 by Redazione  
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TOUR DE TAIWAN
L’australiano Adam Semple (Drapac) si è imposto nella nona ed ultima tappa, Yilan – Yangmingshan, percorrendo 117,7 Km in 3h00′30″, alla media di 39,124 Km/h. Ha preceduto di 3″ i coreani Gu Jang e Gong. Miglior italiano Henry Frusto ( D’Angelo & Antenucci – Nippo), 19° a 1′08″. In classifica si impone l’austriaco Markus Eibegger (Tabriz Petrochemical Team), con 13″ sull’irlandese Mccann e 1′21″ sul giapponese Sano. Miglior italiano Frusto, 17° a 2′27″.

TOUR DE MAROC
L’ italiano Roberto Cesaro (Miche – Guerciotti) si è imposto nella quarta tappa, Ouled Berrehil – Marrakech, percorrendo 170 Km in 5h18′53″, alla media di 31,986 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo slovacco Mahdar e di 4″ il turco Bakirci. Il sudafricano Johann Rabie (Team Bonitas) ha conservato la testa della corsa, con lo stesso tempo del connazionale Impey e dell’italiano Gianluca Randazzo (Miche – Guerciotti).

BOONEN METTE LA CILIEGINA AD UNA GAND SPETTACOLARE

marzo 28, 2011 by Redazione  
Filed under 2) GAND - WEVELGEM, News

E’ stata una ridda di emozione l’ultima edizione della classica belga. Il continuo avvicendarsi delle situazioni di gara l’ha resa particolarmente appassionante agli occhi dei tifosi belgi che, si sa, hanno il palato fine. E’ andata a finire che si è arrivati comunque allo sprint, classica conclusione della Gand – Wevelgem, ma con un gruppo selezionato e privo dei velocisti più attesi. Tranne Boonen che non ha avuto nessuna difficoltà a regolare i più prossimi avversari, il primo dei quali è stato il nostro Bennati.

Foto copertina: la volata finale, con Boonen in pieno agone (foto Bettini)

L’edizione 2011 della Gand Wevelgem ha lasciato negli occhi dell’appassionato di ciclismo una serie di immagini che caratterizzano questo sport e che lo rendono così bello. Durante la corsa – specialmente quando mancavano una sessantina di km alla fine – si sono infatti mescolati continuamente scenari che l’hanno resa attraente e incerta fino alla linea del traguardo. In Belgio la variabilità del tempo accompagna spesso le gare ciclistiche ma, invece, questa volta è stata l’incertezza della corsa che, al contrario, ha animato una giornata meteorologicamente stabile. Pur nutrendo la sua fama di ‘sprinter classic’, includendo nella starting list diversi nomi ‘veloci’, la Gand Wevelgem comprendeva ai nastri di partenza anche uomini d’attacco, confermando in questo modo come tale corsa avrebbe potuto mantenere un andamento variegato. La fuga di giornata, ad esempio, già includeva un attaccante nato come Thomas Voeckler, al quale si univano Schmitz, Zingle, Timmer e Van Vooren. Il francese sembrava il più pimpante, tant’è che solo sul secondo passaggio del Monteberg alzava bandiera bianca mentre alle sue spalle facevano capolino Van Avermaet e Nuyens dopo un tentativo di un terzetto composto da Flecha, Boonen e Gilbert, abortito quasi subito. La corsa si animava quindi sull’ultimo passaggio del Kemmelberg, quando Sagan si lanciava deciso in testa. Alle sue spalle si creava un terzetto composto dal compagno di squadra Bodnar, Stannard e Sylvain Chavanel, che raggiungevano lo slovacco in discesa. A 35 km dalla fine i quattro in testa iniziavano ad aumentare il vantaggio sul gruppo, tirato a turno da BMC, Saxo, Omega Pharma e HTC, mentre la Quick Step nicchiava in sordina vista la presenza di Chavanel nel gruppo di testa. Il vantaggio massimo veniva segnato ai 26 Km dal termine, quando i quattro in testa riuscivano ad avere 42” sul gruppo. Una situazione simile a quanto visto ad Harelbeke il giorno prima, ma questa volta il gruppo decideva di aumentare il ritmo nell’impetuoso tentativo di risalita. Lo stesso Philippe Gilbert si metteva a tirare in testa , mentre una caduta con conseguente rallentamento metteva fuori gioco due nomi caldi per la vittoria finale come Hushovd e Cavendish. Si arrivava così ai meno 2 Km dall’arrivo con l’estremo tentativo di allungo di Stannard, con il gruppo ormai ad una decina di secondi di ritardo. A questo punto era proprio la Quick Step a prendere in mano le redini della corsa, visto che ormai Chavanel era stato risucchiato indietro insieme a Sagan e Bodnar. Era l’arrivo di un gruppo ristretto, dopo che anche l’inglese della Sky veniva raggiunto e superato ai 300 metri dal traguardo. Lo sprint vedeva così lo spunto vincente di Tom Boonen, che grazie ad una tattica di squadra ideale riusciva a imporsi su Bennati – finalmente uno squillo importante in una classica del nord per l’aretino della Leopard – e su Farrar.

Antonio Scarfone

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