APELDOORN 2011, MONDIALI AUSTRALIANI (CON RIFLESSI AZZURRO-ARGENTEI)

marzo 29, 2011
Categoria: Giro di pista, News

La rassegna iridata, la prima con la stessa formula che sarà proposta ai giochi olimpici, regala molte sorprese e conferma il cambio della guardia nel dominio della pista. Infatti è l’Australia a dominare, vincendo ben otto titoli. L’italia ha portato a casa due medaglie, una d’argento con Viviani e una di bronzo con la Bronzini.

Foto copertina: Viviani nello Scratch che gli è valso la conquista della medaglia d’argento (CJ Farquharson/WomensCycling.net)

Sulla pista olandese di Apeldoorn si sono corsi i primi campionati del mondo disputati seguendo il programma delle prossime olimpiadi, ma con l’aggiunta (per fortuna) di alcune prove storiche come la Madison, la corsa a punti, l’inseguimento individuale, lo scratch e il chilometro da fermo.
Il divario fra prove olimpiche e prove non olimpiche è stato determinante. Purtroppo, come già da alcuni anni succedeva per il chilometro da fermo, le prove che non faranno parte del programma olimpico sono state di livello inferiore rispetto alle altre.
Pochi gli stradisti al via, l’Italia – felice eccezione – ha avuto per la prima volta dopo molto tempo diversi professionisti fra le sue fila (Viviani, Cimolai, Ermeti, Bertazzo) e, fra le donne, la campionessa del mondo Giorgia Bronzini che ha cercato, senza fortuna, di raddoppiare il suo iride.
La spedizione azzurra è tornata a casa con alcune notizie positive e altre negative. La prima notizia positiva è il numero di professionisti che si sono cimentati ai mondiali in pista, evento eccezionale per il movimento italiano, la seconda è stata la medaglia d’argento conquistata da Viviani nello scratch, giunta alla fine di una corsa molto tirata che ha visto primeggiare a sorpresa l’atleta di Hong Kong Kwok, in grado di anticipare il gruppo, ma sul quale, con un azione imperiosa stava per piombare un Viviani scatenato. Argento meritato, che profuma d’oro, un po’ come il bronzo di Giorgia Bronzini, favorita assieme alla Vos per la corsa a punti, ma imbrigliata nel gioco delle marcature, che hanno permesso ad atlete di secondo piano di guadagnare un giro, molti punti e i primi due posti del podio. Giorgia è stata però la prima delle “big”.
Mondiale da dimenticare, invece, per le prove olimpiche, sempre per quanto concerne le prestazioni azzurre. Nella velocità, sia maschile che femminile bisogna ripartire da zero, poichè i due cugini Ceci (Luca non viene più convocato dalla terza prova di coppa del mondo) non possono competere a livello internazionale: bisogna ripartire dagli juniores e investire come stanno facendo Australia, Gran Bretagna e Francia, dove, dopo qualche anno di difficoltà, sta nascendo una nuova covata di velocisti di prim’ordine, come il campione del mondo della velocità Bauge (riconfermatosi per il terzo anno definitivo, sancendo la fine dell’impero britannico di Sir Hoy) e come Sireau e d’Almeida che, con il campione del mondo della velocità, vincono la prova della velocità a squadre sulla Germania e la Gran Bretagna.
Anche i nostri inseguitori ancora non sono all’altezza e, se fra gli uomini il tempo è stato alto (ma il quartetto è stato rinnovato in molti “vagoni”), fra le donne il lavoro da fare è ancora di più; purtroppo non si può in una prova così tecnica sfruttare le stradiste con una buona predisposizione per la cronometro, ma bisogna lavorare sull’esercizio specifico e sui suoi automatismi.
Il mondiale olandese ha inoltre confermato che l’Australia è ormai la nazione faro del movimento e lo dimostrano gli 8 titoli conquistati. L’atleta portabandiera è stata Anna Meares, capace di vincere l’oro nel keirin, nella velocità e nella velocità a squadre, strappando il titolo di donna più veloce del mondo alla Pendleton che ha ottenuto “solo” un bronzo nella velocità indivuduale. Ma l’Australia è fra le migliori nazioni anche nella velocità maschile, grazie al titolo conquistato da Perkins nel keirin che, con una volata tatticamente perfetta, ha vinto su Hoy (a cui non è bastato il vantaggio di avere Crampton come gregario di lusso durante la finale) e Mulder.
Nella Madison si riconfermano campioni del mondo Mayer e Howard, stradisti con la passione per la pista, capaci di vincere sulla sorprendente Repubblica Ceca e sull’Olanda dell’ex sprinter Bos, nonostante avessero tutti i pronostici e le attenzioni delle altre coppie puntati addosso.
L’nseguimento a squadre, così come l’inseguimento individuale (Bobridge) è stato vinto dai canguri che, probabilmente, solo a causa della lentezza della pista non sono riusciti a migliorare il record del mondo. L’omnium maschile è stato vinto da Freiberg, che con una prova regolarissima è riuscito a superare il neozelandese Archbold, favoritissimo della vigilia.
Buono è stato anche il mondiale della Bielorussia che, se in campo maschile non presenta atleti competitivi, in ambito femminile riesce sempre ad ottenere buoni risultati, con due ori conquistati, grazie alla prova della Panarina nei 500m da fermo e della Sharakova nella corsa a punti.
Solo un oro per gli ex dominatori dell’anello, i britannici. La loro nazionale ha ottenuto in totale nove medaglie, ma la sfortuna e la super potenza australiana ha fatto si che soccombesse e che in vista di Londra 2012 debba iniziare un lavoro serio per evitare la debacle di questi campionati del mondo. Il solo inseguimento a squadre donne sorride alla Gran Bretagna che vince davanti agli Stati Uniti in una gara vissuta a senso unico.
La Germania si salva grazie all’oro di Nimke nel chilometro da fermo e si mantiene ad alti livelli nella velocità a squadre, dove manca un atleta di punta che possa far fare il salto di qualità per vincere l’oro.
Il Canada grazie alla Witten ottiene un bel titolo nell’omnium femminile, che fa ben sperare in vista delle olimpiadi, considerato il margine con cui l’atleta ha vinto la prova. I cugini americani ringraziano la primatista del mondo sui 3000m Hammer che rivince il mondiale dell’inseguimento individuale davanti ad una combattiva Shanks, in lotta per il titolo fino alla fine.
La Colombia ha ottenuto un oro a sorpresa, grazie a Alcibiades Avila, che ha anticipato i favoriti e guadagnato un giro. Mayer le ha provate tutte per vincere, sprintando, attaccando e inseguendo, ma alla fine, nonostante abbia dimostrato di essere il più forte, si devuto accontentare della seconda posizione.
Finisce così la stagione invernale della pista. Il prossimo appuntamento sarà la seigiorni estiva di Fiorenzuola e poi gli italiani assoluti che aprirano la stagione 2011-2012, importantissima per sperare di qualificarsi alle olimpiadi. In questo momento l’unico atleta che sembra in grado di farlo è Elia Viviani che, se continuerà a racimolare punti nella prossima coppa del mondo, potrà sfoggiare l’azzurro sull’anello di Londra fra un anno e mezzo.

Matteo Colosio

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