VUELTA A ESPAÑA 2014 – LA “TERCERA SEMANA”
settembre 5, 2014 by Redazione
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È la settimana più dura delle tre, destinata a definire i connotati della sessantanovesima edizione della Vuelta. In questi sette giorni la parte del padrone le faranno ancora le montagne, con tapponi decisamente “nutriti” nei quali vedremo i corridori affrontare i sesti gradi della Camperona, la mitica ascesa verso i Laghi di Covadonga, quella meno nota (ma non meno impegnativa) di Somiedo, le infide e ventose colline galiziane e il duro Puerto de Ancares, ultima chiamata all’appello per gli scalatori alla vigilia della cronometro conclusiva. Fore troppo corta, però, perché possa essere decisiva
14a TAPPA: SANTANDER – LA CAMPERONA (VALLE DE SABERO) (200,8 Km)
La settimana decisiva della Vuelta si apre con l’ennesimo arrivo in salita, un’altra meta inedita per la corsa a tappe spagnola che oggi pianterà le tende nella Valle di Sabero, al termine della seconda tappa più lunga di quest’edizione. Il traguardo sarà collocato ai 1600 metri della Camperona, montagna della Cordigliera Cantabrica sulla quale si giungerà dopo aver affrontato un’ascesa double-face di poco più di 8 Km. Se i primi 5 Km non presenteranno soverchie difficoltà – fin lì la pendenza media sarà del 4% – gli ultimi 3000 metri punteranno dritti verso il cielo e proporranno l’epilogo di tappa più aspro della Vuelta 2014, con 405 metri di dislivello ancora da affrontare e inclinazioni da sveglia, 13,9% la media e 22% la massima. Prima del muro finale i corridori dovranno affrontare altri due GPM, troppo lontani dall’arrivo per poter risultare rilevanti, anche se potrebbero rimanere nelle gambe i quasi 21 Km d’ascesa del Puerto de San Glorio, la più lunga tra le 40 salite ufficiali previste dall’intero percorso della Vuelta. Inedita la Camperona, non lo è Santander che ha già accolto 34 arrivi di tappa della corsa spagnola, ospitata sin dalla prima edizione (1935), quando vi si concluse la seconda frazione, vinta dallo spagnolo Antonio Escuriet. L’ultimo a imporsi è stato un italiano, Alessandro Petacchi nel 2003, e prima di lui gli altri nostri connazionali a imporsi nel capoluogo della Cantabria, la romana ‘’Portus Victoriae‘’, sono stati Giovanni Lombardi nel 2002, Mariano Piccoli nel 2000, Gianluca Pianegonda nel 1995, Alessio Di Basco nel 1994, Guido Bontempi nel 1991 e Francesco Moser nel 1984.
15a TAPPA: OVIEDO – LAGOS DE COVADONGA (152,2 Km)
Prima della scoperta dell’Angliru era la salita simbolo della Vuelta quella diretta ai Laghi di Covadonga, un’ascesa che poteva e può ancora essere definita l’Alpe d’Huez spagnola. Battezzata per la prima volta in tempi relativamente recenti, per la precisione il 2 maggio del 1983 (fino al 1994 la corsa a tappe iberica si disputata in primavera), divenne subito un ingrediente irrinunciabile se si pensa che nei trent’anni successivi è stata inserita ben 18 volte nel tracciato. A far scoccare il classico “colpo di fulmine“ non furono soltanto i numeri dell’ascesa (12,2 Km, 890 metri di dislivello, una pendenza media del 7,2% e una massima del 17,5%) ma anche la bellezza della zona d’arrivo, nel bel mezzo del Parco Nazionale dei Picos de Europa, il primo creato in Spagna, luogo dove finora mai nessun italiano sì è mai imposto: il primo a “domare“ i Lagos fu lo spagnolo Marino Lejarreta nel 1983, l’ultimo il suo connazionale Antonio Piedra nel 2012 e, in mezzo, si segnalano le affermazioni di Pedro Delgado, Luis Herrara e Laurent Jalabert, tutti e tre in grado di imporsi due volte su questo traguardo. Anche la città di partenza, Oviedo, è una meta frequente della Vuelta e fino ad oggi è stata in 9 occasioni sede d’arrivo, tra le quali ci piace ricordare la seconda tappa dell’edizione del 1956: quel giorno s’impose Angelo Conterno, che a Oviedo conquistò quella maglia amarillo che porterà fino a Bilbao, quell’anno meta dell’ultima tappa, primo italiano a conquistare la Vuelta.
16a TAPPA: SAN MARTÍN DEL REY AURELIO – LA FARRAPONA (Lagos de Somiedo) (160,5 Km)
Cambiano i “lagos“ ma non la musica in questa Vuelta che, anzi, oggi alzerà decisamente i toni per mettere in scena quella che, a ragione, è stata definita la tappa regina dell’edizione 2014. I numeri parlano chiaro e mettendo insieme quelli dei cinque GPM in programma lungo i 160 Km del tracciato ne esce una “macrosalita“ di quasi 52 Km, denotata da una pendenza media globale del 7,2%. Per com’è costruita la tappa e per il tipico andazzo visto nelle tappe di montagna del recente passato, c’è la seria possibilità che i big snobbino le prime quattro asperità e concentrino le loro azioni nel tratto finale dell’ascesa verso il traguardo, comunque in grado anche da sola di provocare una buona selezione, anche perché a quel punto i corridori avranno nelle gambe le asperità precedenti. Sono proprio le ultime due ascese le più impegnative, con 10 Km all’8,5% del Puerto de San Lorenzo prima e quindi i 16,5 Km al 6,2% della Farrapona, che è già stata affrontata alla Vuelta del 2011, quando su questo traguardo – allora inedito – si affermò l’estone Rein Taaramäe, mentre la maglia di leader rimaneva per l’ultimo giorno sulle spalle del britannico Wiggins che il giorno dopo, sull’Angliru, lascerà definitivamente le insegne del primato allo spagnolo Cobo Acebo. San Martín del Rey Aurelio, comune nato nel 2007 dalla fusione dei centri di El Entrego, Sotrondio e Blimea, accoglierà la Vuelta per la prima volta nella sua giovane storia.
MARTEDÌ 9 SETTEMBRE – GIORNO DI RIPOSO
17a TAPPA: ORTIGUEIRA – A CORUÑA (190,7 Km)
È l’ultima occasione che avranno a disposizione i velocisti e per questa giornata si preannuncia grande e faticoso lavoro per le loro squadre. Frazioni come quella che terminerà alla Coruña, infatti, non sono di facile gestione e non soltanto per i continui saliscendi che proporrà il tracciato di una tappa che ricorda nel disegno certe frazioni collinari della Tirreno-Adriatico. Oggi, infatti, si correrà per lunghissimi tratti in vista della costa oceanica e bisognerà fare i conti con il vento, variabile che è all’ordine del giorno nelle zone costiere della Galizia, la regione che ospiterà questa e le rimanenti quattro giornate di gara della Vuelta. Quanto possa essere forte il vento a queste latitudini lo dimostra proprio l’ultima delle 11 tappe finora terminate alla Coruña, comune che si situa all’estremità nordoccidenteale della penisola iberica: quel giorno, era il 1995, l’organizzazione fu costretta ad annullare tutta la prima parte della tappa, vinta dal tedesco Wüst, perché le forti folate misero addirittura in pericolo l’incolumità dei corridori. Verrà, invece, iscritto per la prima volta nella nomenclatura della Vuelta il nome di Ortigueira, località galiziana conosciuta agli appassionati di musica folk celtica per l’organizzazione di un apposito festival, che qui si tiene del 1978.
18a TAPPA: A ESTRADA – MONTE CASTROVE (MEIS) (157 Km)
Un’altra bella razione di vento attende oggi i corridori, nei lunghi tratti costieri che conduranno verso i chilometri conclusivi di questa tappa di media montagna che si concluderà con la doppia scalata al Monte Castrove. Ancora un arrivo in salita si para all’orizzonte e, a questo punto, entrerà in gioco anche il progressivo declino delle energie generali, essendo ormai nel pieno della terza settimana di gara. Per questo motivo la salita finale, che dovrà essere presa di petto due volte nel volgere di 23 Km, potrebbe rivelarsi più impegnativa del previsto e i suoi 7 Km al 7%, con punte fino al 16%, riservare sgradite sorprese a qualcuno. Sia A Estrada, sia Meis debuttano come sedi di tappa alla Vuelta e anche l’ascesa al Castrove è una novità assoluta, mai affrontata prima nemmeno come GPM di passaggio.
19a TAPPA: SALVATERRA DO MIÑO – CANGAS DO MORRAZO (180,5 Km)
Il percorso odierno è ancora di media montagna ma, molto probabilmente, oggi non vedremmo i big della classifica in azione. Il tracciato consente minori margini di movimento agli scalatori rispetto a quello della tappa del Castrove e, anche per risparmiare energie preziose, si preferirà prendere una mezza giornata di riposo prima di dare l’ultimo assalto alla maglia “roja“ l’indomani, nella tappa d’alta montagna che terminerà sul duro Puerto de Ancares. Oggi spazio ai fuggitivi, dunque, e a tutti quelli che finora saranno rimasti a bocca asciutta. Il tentativo nascerà, come sempre, nei chilometri iniziali e poi, superato indenne il GPM del Monte da Groba, che lo scorso anno fu primo arrivo in salita alla Vuelta (primo Nicolas Roche e maglia rossa a Nibali), si selezionerà sull’ascesa al Monte Faro, piazzata a 15 Km dall’arrivo. Le pendenze di quest’ultima difficoltà di giornata (4,7 Km al 7%), però, potrebbero comunque ispirare anche interessanti azioni nel gruppo dei migliori, se qualcuno vorrà provare a rendere la corsa dura, avrà ancora nel mirino l’alta classifica e non vorrà attendere il tappone dell’Ancares. Come le due località di tappa del giorno precedente, anche per Salvaterra do Miño e Cangas do Morrazo si tratterà della prima volta.
20a TAPPA: SANTO ESTEVO DE RIBAS DE SIL – PUERTO DE ANCARES (185,7 Km)
Dall’antico monastero di Santo Estevo de Ribas de Sil, costruito prima del X secolo e per la prima volta “abbracciato“ dalla Vuelta di Spagna, prende il via l’ultima tappa di montagna, estrema occasione per gli scalatori per tentare di scardinare la classifica generale alla vigilia della frazione conclusiva. La tappa presenta 4 colli da scavalcare, sui quali spiccano gli ultimi due, il primo classificato di 1a categoria e il secondo appartenente all’esclusiva categoria “especial“, riservata alle ascese più dure e blasonate e che in quest’edizione annoverava soli due nomi, i Lagos di Covadonga e questo traguardo al Puerto de Ancares. Essendo l’ultimissima occasione e in previsione di una cronometro finale molto corta – e, per questo motivo, forse inutile ai fini della classifica – bisognerà sfruttarla appieno e non attendere, come si è visto spesso nei tapponi di questi ultimi anni, titubare e attendere l’ultima ascesa per sferrare gli attacchi decisivi. Anche perché i 10 Km al 6,7% del penultimo colle, l’Alto de Folgueiras de Aigas, potrebbero far più male del previsto quando sì è agli sgoccioli di una corsa a tappe lunga più di 3000 Km. Terminata la discesa subito si riprenderà a salire verso l’Ancares, valico che la Vuelta ha scoperto in tempi recenti, scalato per la prima volta nel 2011 come GPM di passaggio nel corso della tappa Sarria – Ponferrada e immediatamente riproposto l’anno successivo come arrivo di tappa, conquistato dallo spagnolo Joaquín Rodríguez Oliver. Stavolta l’ascesa sarà ancora più impegnativa rispetto alla tappa vinta dal popolare “Purito“ perché si salirà di ulteriori 3 Km, fino al valico vero e proprio, affrontando complessivamente 12,7 Km all’8,7% di pendenza media ed un picco al 18%
21a TAPPA: CIRCUITO DI SANTIAGO DE COMPOSTELA (cronometro individuale – 9,7 Km)
La Vuelta “tradisce“ Madrid e quest’anno non conclude il suo lungo viaggio nella capitale spagnola, bensì a Santiago de Compostela. Era successo l’ultima volta nel 1993 e anche in quell’occasione l’ultimo atto fu una frazione contro il tempo con il traguardo fissato nella meta ultima del celebre “Cammino“. Le tappe del 1993 e del 2014 non saranno, però, lontanamente paragonabili tra di loro perché, se la frazione che chiuse la Vuelta di 21 anni era una vera e propria cronometro di quasi 45 Km, quella del 2014 sarà più che altro una “passerella“ di poco meno di 10 Km che potrebbe rivelarsi inutile e che ricorda la tappa finale del Giro d’Italia del Centenario (2009), una quindicina di chilometri disegnati nella stupenda cornice di Roma. La speranza degli organizzatori, probabilmente, è che l’Ancares non abbia detto l’ultima parola sulla classifica e che tutto si giochi in questi 10 Km che favoriscono i passisti grazie ad un tracciato completamente pianeggiante e poco tortuoso. Sul far della sera di domenica 14 settembre scopriremo se, all’ombra della basilica intitola all’apostolo San Giacomo il Maggiore, questi ultimi colpi di pedale saranno serviti per cambiare il volto alla 69a Vuelta a España.
Mauro Facoltosi

Uno degli spettacolari laghi di Covadonga (www.celoriu.com)
VUELTA A ESPAÑA 2014 – LA “SEGUNDA SEMANA”
agosto 29, 2014 by Redazione
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Sono un crescendo di difficoltà le tre settimane della Vuelta 2014. Archiviati i primi sette giorni di “studio”, culminati con l’arrivo in salità di giovedì all’Alto Cumbres Verdes, la seconda settimana proporrà tre appuntamenti segnati in rosso sui “roadbooks” di ciascuna formazione. Si comincerà domenica 31 agosto con l’arrivo in salita ad Aramón Valdelinares al quale seguiranno a ruota, affrontata anche la prima giornata di riposo, la tappa a cronometro di Borja e quindi l’inedito traguardo al santuario di San Miguel de Aralar, posto al termine di una ripida ascesa dal fondo cementato.
8a TAPPA: BAEZA – ALBACETE (207 Km)
Siamo solo all’ottava tappa, quattordici ne mancano alla conclusione ma questa sarà già la terzultima occasione per i velocisti, categoria non molto apprezzata dagli organizzatori della Vuelta, per la quale, dopo di questo, ci saranno a disposizione solo i traguardi di Logroño e della Coruña. Anche per questo motivo s’è pensato di non caricare eccessivamente di difficoltà altimetriche queste tre rimanenti frazioni e, oggi, percorrendo i 207 Km verso Albacete, nella tappa più lunga dell’edizione 2014, s’incontreranno al massimo dislivelli talmente modesti che anche il termine di “zampellotti“ appare esagerato. Gli ultimi 70 Km, poi, saranno tutti un’interminabile e dolcissima planata verso Albacete, il centro capoluogo dell’omonima provincia, dove all’ombra della gotico-rinascimentale cattedrale di San Giovanni Battista per la ventesima volta nella storia si concluderà una tappa della Vuelta, un elenco inaugurato dallo spagnolo Julián Berrendero nella prima tappa dell’edizione del 1942 e per ora chiuso dal suo connazionale Isidro Nozal nel 2003, passando per le affermazioni di Stefano Allocchio nel 1989 e di Alessandro Petacchi nel 2003. Dal canto suo Baeza, centro iscritto tra i patrimoni dell’umanità dell’UNESCO per la sua struttura urbanistica rinascimentale ottimamente conservata, debutterà quest’anno come sede di tappa.
9a TAPPA: CARBONERAS DE GUADAZAÓN – ARAMÓN VALDELINARES (185 Km)
Dopo la tappa della Zubia si tornerà a parlare di montagna nella giornata che proporrà la Cima Fernández, ovvero la salita più elevata della Vuelta, intitolata alla memoria dello scalatore spagnolo Alberto Fernández, deceduto in un incidente stradale nel 1984, all’età di 29 anni, e che in carriera aveva conquistato una tappa alla Vuelta (a Castellar de Nuch nel 1983) e due al Giro (a Campitello Matese e a Colli San Fermo, sempre nel 1983). Quest’anno lo speciale riconoscimento sarà attribuito al vincitore della tappa poiché i 1975 metri del traguardo saranno il punto più elevato toccato dai corridori, al termine di un’ascesa di 8 Km al 6,6% di pendenza media, che presenta i tratti più impegnativi nel finale (2 Km all’8,5% prima del chilometro conclusivo facilissimo). Molto probabilmente i big attenderanno la salita finale, tentando al massimo una prima accelerata per sfoltire il gruppo sul colle immediatamente precedente, l’Alto de San Rafael (11,5 Km al 4,2%), il cui scollinamento è posizionato a 5,5 Km dall’attacco dell’ultima difficoltà di giornata. Carboneras de Guadazaón, comune della comunità autonoma della Castiglia-La Mancia, accoglierà per la prima volta il Giro di Spagna, mentre la stazione invernale di Aramón Valdelinares è stata sede di tappa nel 2005, al termine di una frazione vinta dallo spagnolo Roberto Heras, che poi s’imporrà anche nella classifica finale, successo annullato in seguito ad una positività all’EPO e restituitogli solo nel 2012.
LUNEDÌ 1 SETTEMBRE – GIORNO DI RIPOSO
10a TAPPA: REAL MONASTERIO DE SANTA MARÍA DE VERUELA – BORJA (cronometro individuale – 36,7 Km)
È l’unica occasione che avranno a disposizione i passisti in questa edizione della Vuelta per metter più minuti possibili tra di loro e gli scalatori, naturali favoriti per il successo finale, poiché la crono dell’ultimo giorno a Santiago di Compostela misurerà appena 10 Km e, probabilmente, non sarà utile nemmeno per definire i gradini più bassi del podio. Bisognerà, dunque, dare tutto nei quasi 37 Km di questa frazione contro il tempo che, tra l’altro, non sarà per loro del tutto agevole perché nei primi 11 Km si dovrà pedalare in salita per passare dai 655 metri della partenza, prevista presso l’abbazia cistercense di Santa María de Veruela (neofita della Vuelta così come il traguardo di Borja), ai 1000 metri spaccati dell’Alto del Moncayo che presenterà salita vera – anche se non impossibile – solamente negli ultimi 2,2 Km, caratterizzati da una pendenza media del 5,5%. La musica cambierà diametralmente nei rimanenti 25,4 Km che, pur essendo la discesa vera e propria limitata a un breve tratto immediatamente successivo allo scollinamento, avranno la fisionomia di una costante planata, fin sul traguardo di Borja, nel paese d’origine del famoso casato dei Borgia, e consentiranno ai cronoman di recuperare il tempo eventualmente perduto nella prima parte.
11a TAPPA: PAMPLONA – SANTUARIO DE SAN MIGUEL DE ARALAR (153,4 Km)
Ci sarà una sola tappa pirenaica nell’edizione 2014 della Vuelta ma quasi sicuramente lascerà il segno la doppiamente inedita scalata al santuario romanico di San Miguel de Aralar. I suoi 10 Km saranno affrontati per la prima volta nella storia e, altra novità, saranno quasi tutti pavimentati in cemento, con l’asfalto che, salutato a inizio ascesa, tornerà a far capolino sotto le ruote solamente negli ultimi 300 metri. Nel recente passato della Vuelta ci sono già state salite dal finale cementato (Cuitu Negru, Bola del Mundo), ma si era trattato di tronconi non così lunghi. Non si raggiungeranno le punte di pendenza estreme di quei traguardi, ma il particolare fondo – unito ai non trascurabili numeri di questa salita, che presenta una pendenza media del 7,5% e un picco del 14%, raggiunto a circa 1,5 Km dal traguardo – farà di questa una delle frazioni più importanti dell’edizione 2014 della corsa a tappe iberica. Prima di questo finale il tracciato proporrà un’altra salita, ma il Puerto de Lizarraga è troppo pedalabile e lontano dal traguardo e, dunque, la gara si accenderà esclusivamente lungo l’ascesa finale o in prossimità di essa. Inedito, come detto, l’arrivo al santuario di San Miguel de Aralar, Pamplona è, invece, una vecchia conoscenza della Vuelta con 23 tappe disputate tra il 1947 e il 2012, quando la corsa spagnola si aprì proprio nel capoluogo della Navarra con una cronometro a squadre vinta dalla Movistar. Mai nessun italiano si è imposto su questo traguardo che nel 1996 fu proposto anche al Tour de France (successo di Laurent Dufaux) e che era stato previsto anche durante la Vuelta del 1968 (sarebbe stata la 24a volta), quando la tappa fu sospesa e annullata a causa dello scoppio di una bomba lungo la discesa dal Puerto de Urbasa.
12a TAPPA: CIRCUITO DI LOGROÑO (166,4 Km)
Dopo 48 ore prevedibilmente intense sul piano agonistico, la Vueltà proporrà una sorta di giorno di riposo in corsa. La dodicesima frazione sarà, infatti, la più facile tra le 18 tappe in linea previste quest’anno. Il tracciato si annuncia semplicissimo, sotto tutti gli aspetti, a partire da quello planimetrico poiché si gareggerà in un circuito semicittadino di una ventina di chilometri, che dovrà essere ripetuto otto volte. Il grafico altimetrico sarà movimentato solo da una lievissima increspatura, collocata quasi a metà dell’anello, che non farà né gola, né paura a nessuno: l’esito più probabile per questa giornata sarà l’arrivo allo sprint, come quello vinto dal tedesco Degenkolb a Logroño nel 2012, quando la quinta tappa della Vuelta si disputò proprio su questo stesso circuito. Fu l’ultimo dei 15 traguardi finora disputati nel capoluogo della comunità autonoma della Rioja, dal 2012 insignita anche del titolo di capitale gastronomica della nazione spagnola. In precedenza qui si erano imposti, tra gli altri, gli italiani Ernesto Bono nel 1962 e Nicola Minali nel 1995, mentre il primo fu lo spagnolo Delio Rodríguez nel 1941.
13a TAPPA: BELORADO – OBREGÓN (PARQUE DE CABÁRCENO) (188,7 Km)
La seconda settima di Vuelta si chiuderà con una frazione di media montagna che pare la fotocopia di quella disputata, al terzo giorno di gara, viaggiando verso Arcos de la Frontera. Come in quella tappa si uscirà dalla fase altimetricamente più rilevante (tre GPM consecutivi, due di 3a e uno di 2a categoria) a una quarantina di chilometri dall’arrivo, in vista del quale si dovrà superare uno strappo che, a differenza di quello affrontato nel finale di Arcos, è più ripido e non coinciderà con l’arrivo ma culminerà quando mancheranno circa 1700 metri alla conclusione. Quella tappa era terminata con una volata di 45 corridori (contando anche quelli arrivati distaccati di 7″), mentre stavolta ci saranno più chanches per i fuggitivi, anche perché le squadre probabilmente punteranno a risparmiare energie in vista delle tre impegnative frazioni di montagna previste nei giorni successivi. Belorado, piccolo comune della comunità autonoma della Castiglia e León, ospiterà per la prima volta sulle sue strade la Vuelta, mentre all’interno del Parco della Natura di Cabárceno – conosciuto soprattutto per la sua fauna, che vi vive in regime di semilibertà – si è già conclusa una tappa nel 1996, vinta dopo una lunga fuga dall’italiano Biagio Conte, oggi ancora in gruppo essendo uno dei direttori sportivi della Cannondale Pro Cycling.
Mauro Facoltosi

Il santuario di Santuario di San Miguel de Aralar, traguardo dell'undicesima tappa della Vuelta 2014 (www.ojodigital.com)
VUELTA 2013 & 2014: LE STARTING LIST A CONFRONTO
agosto 23, 2014 by Redazione
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Nonostante il forfait last minute del campione uscente Chris Horner e quella già annunciata da tempo di Vincenzo Nibali, sarà una Vuelta stellare quella che si accinge a prendere il via da Jerez de la Frontera e basta citare per questo i nomi di Chris Froome, Alberto Contador, Joaquim Rodríguez, Nairo Quintana e Alejandro Valverde in chiave classifica generale e quelli di Peter Sagan, Fabian Cancellara e Philippe Gilbert per quanto riguarda i successi parziali; di seguito analizziamo i roster di ciascuna delle 22 formazioni in gara, 19 delle quali presenti già nel 2013, confrontate con quelle della passata stagione da cui si evince una netta crescita della qualità complessiva dei corridori al via.
MOVISTAR 2013: Alejandro Valverde, Eros Capecchi, Imanol Erviti, Iván Gutiérrez, José Herrada, Beñat Intxausti, Pablo Lastras, Javier Moreno, Sylwester Szmyd.
MOVISTAR 2014: Alejandro Valverde, Javier Moreno, Adriano Malori, José Herrada, Gorka Izagirre, Jonathan Castroviejo, Imanol Erviti, Nairo Quintana, Andrey Amador.
Nel 2013 vi era un uomo di classifica importante come Valverde, reduce da un buon Tour chiuso al 9° posto malgrado diversi minuti persi nella tappa dei ventagli, ma questa volta accanto al murciano, che ha parzialmente deluso alla Grande Boucle ma si è riscattato a San Sebastiàn, vi è colui che probabilmente è il principale favorito di questa Vuelta, ovvero un Quintana che dopo il trionfo del Giro ha preparato a puntino la corsa a tappe iberica aggiudicandosi la Vuelta a Burgos. Per quanto riguarda i gregari, probabilmente i vari Malori, Gorka Izagirre, Castroviejo e Amador non garantiscono quelle punte di rendimento in salita che garantivano sulla carta Capecchi e Intxausti più di uno Szmyd già in declino nella passata stagione, ma di sicuro sono superiori in pianura; pertanto nel complesso la formazione del 2014 è chiaramente superiore.
AG2R 2013: Domenico Pozzovivo, Julien Bérard, Carlos Betancur, Steve Chainel, Mikael Cherel, Ben Gastauer, Lloyd Mondory, Matteo Montaguti, Rinaldo Nocentini.
AG2R 2014: Carlos Betancur, Maxime Bouet, Hubert Dupont, Damien Gaudin, Patrick Gretsch, Yauheni Hutarovich, Lloyd Mondory, Rinaldo Nocentini, Sébastien Turgot.
La perdita di Pozzovivo per una recente caduta in allenamento è pesantissima per la compagine transalpina che, alla luce delle pessime condizioni di forma in cui, come peraltro nel 2013, sembra essere Betancur, rischia di trovarsi senza un uomo in grado di fare classifica. E’ vero che per il resto Bouet e Dupont sono due discreti scalatori, che un anno fa non erano al via, e Hutarovich può dire la sua nelle volate (complice anche l’assenza di una grande concorrenza), ma l’assenza di Pozzovivo fa sì che la formazione del 2013 abbia una preferenza, sia pure lieve.
ARGOS-SHIMANO 2013: Niklas Arndt, Warren Barguil, Johannes Froehlinger, Thierry Hupond, Reinardt Janse Van Rensburg, Tom Peterson, Georg Preidler, Ramon Sinkeldam, Tom Stamsnijder.
GIANT-SHIMANO 2014: Niklas Arndt, Warren Barguil, Lawson Craddock, John Degenkolb, Johannes Froehlinger, Chad Haga, Koen De Kort, Tobias Ludvigsson, Ramon Sinkeldam.
Rispetto alla passata stagione la formazione olandese può contare su un Barguil molto cresciuto (forse non per poter puntare a una top ten nella generale ma di sicuro per dire la sua nelle tappe di montagna, come avvenuto nella scorsa edizione della Vuelta), su un Arndt che a sua volta ha compiuto il salto di qualità per quanto riguarda le volate, su un buon cronoman come Ludvigsson ma soprattutto su un corridore vincente come Degenkolb che nel 2012 si era aggiudicato ben 5 tappe. L’unica perdita di una certa entità è quella di un buon scalatore come Preidler, ma nel complesso la formazione attuale è nettamente superiore.
ASTANA 2013: Vincenzo Nibali, Janez Brajkovic, Jakob Fuglsang, Andriy Grivko, Maxim Iglinskiy, Tanel Kangert, Paolo Tiralongo, Alessandro Vanotti, Andrey Zeits.
ASTANA 2014: Fabio Aru, Mikel Landa, Tanel Kangert, Paolo Tiralongo, Daniil Fominykh, Andrea Guardini, Alexey Lutsenko, Andrey Zeits, Jacopo Guarnieri.
Sebbene la sua preparazione per la corsa spagnola non fosse stata propriamente ideale, un anno fa Nibali si è presentato al via per vincere cosa che difficilmente, al di là degli exploit del Giro d’Italia, potrà fare un Aru apparso peraltro in ritardo di condizione al Giro di Polonia. Complessivamente con Brajkovic e Fuglsang oltre ai riconfermati Kangert e Tiralongo la formazione del 2013 aveva più qualità in salita sebbene Landa, più adatto comunque alle brevi corse a tappe, possa avere punte di rendimento superiori. In compenso nella compagine attuale sono presenti Guardini – ovvero il corridore più veloce al via della Vuelta, sebbene questo non implichi necessariamente suoi successi nelle frazioni che si concluderanno allo sprint – e una valida spalla come Guarnieri. Tuttavia Nibali, anche prima della consacrazione avvenuta all’ultimo Tour, è pur sempre Nibali e pertanto accordiamo una preferenza sia pure lieve alla compagine di un anno fa.
BELKIN 2013: Bauke Mollema, Theo Bos, Graeme Brown, Stef Clement, Juan Manuel Garate, Luis Leon Sánchez, David Tanner, Laurens Ten Dam, Robert Wagner.
BELKIN 2014: Stef Clement, Laurens Ten Dam, Robert Gesink, Moreno Hofland, Martijn Keizer, Wilco Kelderman, Paul Martens, Maarten Tjallingii, Robert Wagner.
Nella formazione del 2013 erano al via due potenziali uomini da top ten, peraltro entrambi reduci dal Tour, come Mollema e Ten Dam mentre in quella attuale ve ne sono tre: Gesink è un’incognita dopo la recente operazione al cuore ma ha dato buoni segnali al Giro di Polonia e potrebbe far valere la sua freschezza, Kelderman ha brillato al Giro e potrebbe ripetersi anche a una Vuelta in cui ha affinato al meglio la condizione al Tour of Utah; Hofland, per quanto riguarda le volate, non è inferiore a Bos anche se potrebbe avere un treno non all’altezza di quello del connazionale che poteva contare su Brown e Tanner. L’unica assenza pesante è quella di un cacciatore di tappe come Luis Leon Sánchez: nel complesso, però, la formazione attuale ha qualcosa in più.
BMC 2013: Philippe Gilbert, Yannick Eijssen, Martin Kohler, Sebastian Lander, Klaas Lodewyck, Dominik Nerz, Marco Pinotti, Ivan Santaromita, Danilo Wyss.
BMC 2014: Cadel Evans, Dominik Nerz, Philippe Gilbert, Samuel Sánchez, Rohan Dennis, Larry Warbasse, Danilo Wyss, Manuel Quinziato, Steve Morabito.
Difficilmente Sánchez ed Evans, sebbene soprattutto l’australiano sia apparso in ottima condizione aggiudicandosi due tappe consecutive al Tour of Utah, potranno puntare a qualcosa in più di un posto tra i primi 10; in ogni caso offrono certamente più garanzie in chiave classifica generale rispetto a quelle che offrivano Santaromita e il comunque riconfermato Nerz nella scorsa Vuelta. Considerando che Morabito, Dennis e Quinziato sono a loro volta atleti di qualità superiore rispetto a coloro di cui prendono il posto – eccezion fatta per Pinotti che, però, non era al top della condizione nel 2013 – e che Gilbert pur non essendo più quello straripante di un tempo è comunque un eccellente cacciatore di tappe, la compagine del 2014 è di gran lunga superiore.
CAJA RURAL 2013: David Arroyo, Javier Aramendia, André Cardoso, Fabricio Ferrari, Marcos Garcia, Francesco Lasca, Antonio Piedra, Amets Txurruka, Ivan Velasco.
CAJA RURAL 2014: Luis Leon Sánchez, David Arroyo, Francesco Lasca, Javier Aramendia, Amets Txurruka, Pello Bilbao, Antonio Piedra, Lluís Guillermo Mas, Karol Domagalski.
Non vi sono grossi cambiamenti tra le due formazioni con Arroyo che punterà a un posto tra i primi 10 della generale, Txurruka e Piedra ad azioni di lunga gittata nelle tappe di montagna e Lasca a piazzamenti nelle frazioni che si concluderanno allo sprint. Ma nella formazione attuale vi è un Sánchez che, sebbene non sia più l’atleta di qualche stagione orsono, fa comunque sì che il roster del 2014 sia preferibile.
CANNONDALE 2013: Ivan Basso, Guillaume Boivin, Tiziano Dall’Antonia, Lucas Sebastian Haedo, Paolo Longo Borghini, Maciej Paterski, Daniele Ratto, José Cayetano Sarmiento, Cameron Wurf.
CANNONDALE 2014: George Bennett, Peter Sagan, Paolo Longo Borghini, Matthias Krizek, Alessandro De Marchi, Oscar Gatto, Guillaume Boivin, Damiano Caruso, Maciej Bodnar.
Nel 2013 Basso, che aveva saltato il Giro d’Italia, si è presentato al via della Vuelta con ambizioni di chiudere sul podio o quantomeno di avvicinarlo, cosa che nè Caruso nè Bennett nè De Marchi sono in grado di fare. Tuttavia questi tre atleti citati fanno sì che la qualità media della compagine attuale in montagna sia superiore a quella di un anno fa, dove Basso era affiancato solo dal talento inespresso Sarmiento. E’, soprattutto, la presenza di Sagan, al di là di una stagione fin qui buona non eccezionale, a far sì che la formazione del 2014 sia di gran lunga superiore.
COFIDIS 2013: Jérome Coppel, Yohann Bagot, Cyril Bessy, Nicolas Edet, Luis Angel Mate, Adrien Petit, Stéphane Poulhies, Nico Sijmens, Romain Zingle.
COFIDIS 2014: Yoann Bagot, Jérome Coppel, Romain Bardy, Gert Joeaar, Christophe Le Mével, Guillaume Levarlet, Luis Angel Mate, Romain Zingle, Daniel Navarro.
Dopo il ritiro al Tour de France, in cui comunque non si stava comportando male, Navarro si presenta alla Vuelta con ambizioni di top ten che non poteva avere nessuno dei componenti del roster del 2013; se teniamo conto che anche Coppel, pur non essendo più il corridore che a inizio carriera sembrava poter capitanare la nouvelle vague del ciclismo francese, appare comunque in ripresa rispetto alla passata stagione e che per il resto non vi sono cambiamenti di rilievo, la formazione attuale ha decisamente qualcosa in più.
FDJ 2013: Thibaut Pinot, Arnaud Courteille, Kenny Elissonde, Alexandre Geniez, Laurent Mangel, Cédric Pineau, Anthony Roux, Geoffrey Soupe, Jussi Veikkanen.
FDJ 2014: Thibaut Pinot, Nacer Bouhanni, Kenny Elissonde, Geoffrey Soupe, Cédric Pineau, Murilo Fischer, Laurent Mangel, Johan Le Bon, Anthony Roux.
Un anno fa Pinot era arrivato alla Vuelta reduce da un Tour in cui aveva deluso sui Pirenei per poi abbandonare la corsa, mentre questa volta ci arriva forte del suo 3° posto alla Grande Boucle anche se le energie spese in Francia potrebbero venire a mancare in Spagna; come alternativa per la generale c’è Elissonde, che non è cresciuto come ci si aspettava ma che vanta ora nel suo palmarés il successo in cima all’Angliru nella scorsa Vuelta mentre manca nella formazione attuale un terzo uomo da salita all’altezza di Geniez. Tuttavia la presenza di un velocista vincente come Bouhanni fa sì che la squadra del 2014 sia superiore
GARMIN SHARP 2013: Daniel Martin, Caleb Fairly, Tyler Farrar, Koldo Fernández, Alex Howes, Michel Kreder, Nick Nuyens, Alex Rasmussen, Johan Vansummeren.
GARMIN SHARP 2014: André Cardoso, David Millar, Daniel Martin, Ryder Hesjedal, Koldo Fernández, Andrew Talansky, Nathan Brown, Nathan Haas, Johan Vansummeren.
Per quanto riguarda gli arrivi in volata la formazione di un anno fa aveva qualcosa in più con Brown che non può essere messo sullo stesso piano di Farrar, sebbene quest’ultimo comunque già non fosse più il corridore vincente di qualche stagione prima, senza dimenticare una valida spalla come Kreder. Il discorso cambia se guardiamo gli uomini in grado di essere protagonisti in montagna, poichè nel 2013 vi era il solo Daniel Martin, reduce peraltro da un Tour in cui era crollato nella terza settimana, mentre ora sono presenti un buon scalatore come Cardoso, due big come Hesjedal e Talansky (sebbene il primo non sia più quello che vinse il Giro nel 2012 e il secondo non potrà essere al top dopo le cadute che l’hanno costretto al ritiro al Tour) e, soprattutto, Martin dovrebbe essere in condizioni nettamente migliori rispetto alla passata stagione. Se ci aggiungiamo un Millar che potrebbe sorprendere nelle due prove a cronometro se ne evince che la compagine attuale abbia decisamente qualcosa in più.
KATUSHA 2013: Joaquim Rodríguez, Giampaolo Caruso, Vladimir Gusev, Vladimir Isaychev, Dmitry Kozontchuk, Alberto Losada, Daniel Moreno, Luca Paolini, Angel Vicioso.
KATUSHA 2014: Joaquim Rodríguez, Giampaolo Caruso, Sergei Chernetckii, Alexandr Kolobnev, Dmitry Kozontchuk, Alberto Losada, Daniel Moreno, Yuri Trofimov, Eduard Vorganov.
A differenza di quella di un anno fa – in cui Isaychev, Vicioso e Paolini avrebbero potuto giocarsi le proprie carte nelle frazioni meno impegnative, mentre ora come battitore libero vi è il solo Kolobnev che non è più quello di alcune stagioni fa – la formazione attuale è interamente votata alla causa di Rodríguez che ha avuto una stagione difficile con il ritiro al Giro per via di una caduta e un Tour passato a inseguire la condizione ma che a San Sebastiàn è apparso sulla strada giusta per tornare quello dei giorni migliori. Al suo fianco avrà il fedelissimo Moreno, che è in grado di andare a caccia di successi personali nonchè di chiudere a sua volta almeno nella top ten della generale, e in seconda battuta Losada e un Trofimov che potrebbe, però, pagare le fatiche del Tour. Il valore aggiunto fa sì che la formazione del 2014 abbia una lieve preferenza potrebbe essere Caruso che ha disputato un’ottima stagione, è reduce da un buon Giro di Polonia e potrebbe tornare a brillare in una grande corsa a tappe come gli era accaduto a inizio carriera.
LAMPRE-MERIDA 2013: Michele Scarponi, Winner Anacona, Matteo Bono, Luca Dodi, Massimo Graziato, Manuele Mori, Ariel Richeze, Simone Stortoni, Diego Ulissi.
LAMPRE-MERIDA 2014: Winner Anacona, Valerio Conti, Damiano Cunego, Elia Favilli, Roberto Ferrari, Przemyslaw Niemiec, Filippo Pozzato, Ariel Richeze, José Serpa.
Nella formazione del 2013 vi era un solo uomo in grado di dire la sua in montagna, peraltro più per le tappe che per la classifica generale, vale a dire Scarponi, mentre in quella attuale vi sono un Anacona che, come dimostra il 3° posto al Tour of Utah, arriva in condizioni nettamente migliori rispetto a un anno fa, un Niemiec che è un potenziale uomo da top ten, un altro valido scalatore come Serpa e un Cunego il cui rendimento è una grossa incognita, sia per la recente caduta al Giro di Polonia, sia perchè è da due anni che non riesce a essere competitivo in una grande corsa a tappe. Per quanto riguarda le volate non ci sarà solo Richeze in grado di ottenere piazzamenti ma anche Ferrari, mentre a livello di cacciatori di tappe sia Pozzato che Favilli non valgono Ulissi ma nel complesso, e nonostante la clamorosa esclusione dell’ultimo minuto del campione uscente Horner, la compagine attuale ha qualcosa in più.
LOTTO-BELISOL 2013: Bart De Clercq, Francis De Greef, Adam Hansen, Gregory Henderson, Vicente Reynes, Jurgen Van De Walle, Tosh Van Der Sande, Jelle Vanendert, Dennis Vanendert.
LOTTO-BELISOL 2014: Maxime Monfort, Jurgen Van Den Broeck, Sander Armee, Vegard Breen, Bart De Clercq, Jens Debusschere, Adam Hansen, Gregory Henderson, Pim Ligthart.
Sulla carta sono Monfort e Van Den Broeck, più di un De Clercq autore di una stagione fin qui da dimenticare (a differenza di quella scorsa quando arrivava alla Vuelta reduce da buone prestazioni al Tour de France), i due atleti che puntano a una top ten nella generale che sembra, comunque, fuori dalla portata di entrambi; per quanto riguarda i successi parziali Debusschere e Ligthart potrebbero avere qualcosa in più di Reynes e di un Jelle Vanendert che pure nelle ultime due stagioni ha dato qua e là qualche segno di ripresa dopo i fasti del 2011 e un successivo periodo buio. Nel complesso la formazione del 2014 è lievemente superiore, fermo restando il fatto che entrambe appaiono piuttosto modeste.
OMEGA-QUICKSTEP 2013: Tony Martin, Kevin De Weert, Andrew Fenn, Gianni Meersman, Serge Pauwels, Pieter Serry, Zdenek Stybar, Guillaume Van Keirsbulck, Kristof Vandewalle.
OMEGA-QUICKSTEP 2014: Tom Boonen, Gianluca Brambilla, Nikolas Maes, Tony Martin, Wouter Poels, Pieter Serry, Rigoberto Urán, Martin Velits, Carlos Verona.
Stybar e Meersman sono due cacciatori di tappe importanti che vengono meno e il Boonen attuale non è al loro livello ma in chiave classifica generale non c’è paragone tra le due formazioni, con Urán che dopo il secondo posto del Giro sembra aver raggiunto la maturità per puntare al podio alla Vuelta e avrà al fianco due gregari di qualità che già si sono distinti nella corsa rosa come Poels e Brambilla. Chiara preferenza, dunque, alla compagine attuale, tanto più se si considera che Tony Martin è arrivato al top della sua carriera.
ORICA-GREENEDGE 2013: Simon Gerrans, Sam Bewley, Simon Clarke, Baden Cooke, Mitchell Docker, Leigh Howard, Christian Meier, Michael Matthews, Wesley Sulzberger.
ORICA-GREENEDGE 2014: Adam Yates, Brett Lancaster, Cameron Meyer, Johan Esteban Chaves, Ivan Santaromita, Michael Matthews, Mitchell Docker, Sam Bewley, Simon Clarke.
Nei suoi primi tre anni di esistenza la formazione australiana, per quanto riguarda le grandi corse a tappe, ha sempre puntato alle cronosquadre o ai successi parziali nelle frazioni meno impegnative, cosa che farà anche nel 2014 con un Matthews che tenterà di ripetersi dopo un grande Giro d’Italia. La novità è che con Adam Yates e Chaves – e in terza battuta con un Santaromita reduce, però, da una stagione piuttosto opaca – questa formazione sarà competitiva anche nelle tappe più dure e non basta la presenza di Gerrans a mettere quello di un anno fa sullo stesso piano; decisamente superiore dunque il roster attuale.
RADIOSHACK 2013: Fabian Cancellara, Matthew Busche, Ben Hermans, Chris Horner, Markel Irizar, Robert Kiserlovski, Yaroslav Popovych, Gregory Rast, Haimar Zubeldia.
TREK 2014: Fabian Cancellara, Haimar Zubeldia, Jesse Sergent, Fabio Felline, Yaroslav Popovych, Bob Jungels, Jasper Stuyven, Kristof Vandewalle, Julián Arredondo.
Alla vigilia della Vuelta 2013 Horner non era certo un candidato per la vittoria ma un semplice outsider da top ten della generale, così come Kiserlovski e Zubeldia, mentre ora, considerando che il giovane Arredondo non ha nella continuità di rendimento il suo punto di forza e che dopo il Giro d’Italia non si è praticamente più visto, l’unico uomo di classifica rimane il basco che, però, in carriera non è mai riuscito ad andare forte in Spagna dopo un Tour di alto livello come quello appena conclusosi. Due cronomen come Sergent e Vandewalle, in aggiunta al solito Cancellara, sono garanzia di competitività nella cronosquadre inaugurale e inoltre sono al via due talenti emergenti come Jungels e, in misura minore, il nostro Felline: pertanto possiamo dare un giudizio di approssimativa parità tra le due formazioni.
TEAM SKY 2013: Sergio Luis Henao, Edvald Boasson Hagen, Dario Cataldo, Vasil Kiryienka, Christian Knees, Salvatore Puccio, Luke Rowe, Rigoberto Urán, Xabier Zandio.
TEAM SKY 2014: Christopher Froome, Dario Cataldo, Philip Deignan, Peter Kennaugh, Vasil Kiryienka, Christian Knees, Mikel Nieve, Luke Rowe, Kanstantin Siutsou.
Dopo aver vinto il Tour de France con Froome la compagine britannica si era presentata un anno fa con l’obiettivo di puntare ai successi parziali, principalmente con i due colombiani Urán, che pure era reduce dal 2° posto del Giro ma che non era arrivato alla Vuelta al top della condizione in quanto puntava forte sul Mondiale di Firenze, ed Henao nelle tappe di montagna e con Boasson Hagen in quelle meno impegnative. Invece, la formazione attuale è decisamente votata alla classifica generale con Froome a caccia di riscatto dopo le cadute che l’hanno costretto ad abbandonare il Tour de France, Nieve che se potesse effettuare la sua corsa potrebbe puntare a una top ten e Kennaugh e Deignan, oltre ai riconfermati Cataldo e Kiryienka, in grado a loro volta di supportare al meglio il loro leader quando la strada sale. Indubbiamente superiore il roster del 2014
SAXO-TINKOFF 2013: Roman Kreuziger, Rafal Majka, Michael Mørkøv, Evgeni Petrov, Nicolas Roche, Chris Anker Sørensen, Nicki Sørensen, Matteo Tosatto, Oliver Zaugg.
TINKOFF-SAXO 2014: Alberto Contador, Michael Valgren, Daniele Bennati, Jesús Hernández, Sérgio Paulinho, Ivan Rovny, Chris Anker Sørensen, Matteo Tosatto, Oliver Zaugg.
Se dovessimo guardare solo i nomi o meglio il nome di Alberto Contador non avremmo dubbi ad attribuire una preferenza alla formazione attuale, anche se per il resto, malgrado Bennati sia in grado di dire la sua almeno quanto Mørkøv sia in grado di dire la sua negli arrivi in volata, il roster del 2013 sia decisamente superiore con Kreuziger, Majka e Roche tutti sulla carta in grado di chiudere nei primi 10 della generale e Chris Sørensen decisamente più in condizione rispetto a questa stagione, in cui è stato costretto ad abbandonare il Giro per una caduta e da allora non è più stato competitivo. Dopo la frattura alla tibia del Tour de France e la partecipazione in extremis alla Vuelta difficilmente Contador potrà puntare alla classifica generale, ma una volta ritrovata una buona condizione potrà comunque puntare ad aggiudicarsi una delle tappe di montagna e pertanto attribuiamo quantomeno una parità tra le due formazioni.
EUSKALTEL 2013: Samuel Sánchez, Igor Anton, Jorge Azanza, Mikel Landa, Egoi Martínez, Mikel Nieve, Juan José Oroz, Pablo Urtasun, Gorka Verdugo.
EUROPCAR 2014: Romain Sicard, Natnael Berhane, Jérôme Cousin, Dan Craven, Jimmy Engoulvent, Vincent Jérôme, Yannick Martínez, Maxime Mederel, Bryan Nauleau.
Non può esserci paragone tra le due formazioni se si pensa che Sicard, proveniente proprio dalla Euskaltel, nella formazione basca avrebbe avuto almeno cinque corridori superiori a lui – ovvero Sánchez, Anton, Nieve, Landa e Verdugo – mentre nella Europcar è il capitano al di là di un discreto Giro disputato in appoggio a Rolland. Neppure nelle frazioni meno impegnative la compagine transalpina ha uomini in grado sulla carta di fare la differenza e, pertanto, è nettissima la superiorità della Euskaltel.
NETAPP-ENDURA 2013: Leopold König, Jan Bárta, Iker Camaño, David De La Cruz, Zakkari Dempster, Bartosz Huzarski, José Mendes, Daniel Schorn, Paul Voss.
MTN-QHUBEKA 2014: Sergio Pardilla, Gerald Ciolek, Merhawi Kudus, Louis Meintjes, Kristian Sbaragli, Daniel Teklehaimanot, Jay Robert Thomson, Jaco Venter, Jacques Janse Van Rensburg.
Difficilmente alla vigilia della scorsa edizione della Vuelta si poteva pensare che König potesse chiudere nella top ten, nè tantomeno migliorarsi al recente Tour de France, ma nel complesso offriva in montagna più garanzie sia dei talentuosi Kudus e soprattutto Meintjes, sia del più sperimentato Pardilla. Comunque la NetApp aveva in Mendes e De La Cruz altri due discreti scalatori e in Bárta e Huzarski due ottimi cronoman, mentre la Mtn-Qhubeka ha qualcosa in più in volata grazie a Ciolek. Nel complesso possiamo attribuire una sostanziale parità tra le due formazioni.
VACANSOLEIL 2013: Wouter Poels, Grega Bole, Thomas De Gendt, Juan Antonio Flecha, Johnny Hoogerland, Tomasz Marczynski, Markus Barry, Rafael Valls, Lieuwe Westra.
IAM CYCLING 2014: Marcel Aregger, Jonathan Fumeaux, Sébastien Hinault, Dominic Klemme, Pirmin Lang, Matteo Pelucchi, Aleksejs Saramotins, Johann Tschopp.
Non vi era nessun fuoriclasse nella Vacansoleil ma Poels, De Gendt, Marczynski e Valls erano sulla carta tutti atleti in grado di dire la loro in montagna, Flecha, Hoogerland e Westra nelle frazioni intermedie e Bole nelle volate, mentre per la Iam Cycling il solo Tschopp è in grado di rimanere vicino ai migliori quando la strada sale o, eventualmente, anticiparli da lontano come gli riuscì con successo sul Tonale al Giro 2010. Hinault e Pelucchi possono ottenere piazzamenti in volata comunque non superiori a quelli di Bole: netta dunque la superiorità della formazione olandese
Marco Salonna

Il gruppo in gara alla Vuelta 2013 (Tim De Waele)
VUELTA A ESPAÑA 2014 – LA “PRIMERA SEMANA”
agosto 22, 2014 by Redazione
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Ecco le tappe della prima settimana della Vuelta 2014, quelle nelle quali i favoriti cominceranno a studiarsi e ad affinare le armi sulle prime difficoltà del tracciato, in attesa dell’arrivo in salita di giovedì sull’Alto Cumbres Verdes. Ci sarà spazio anche per i velocisti e i finisseur e qualche strappo anche per saggiare la condizione dei rivali, come quello al 14% nel finale di Córdoba. Atto d’apertura la prima delle tre prove contro il tempo, la cronosquadre serotina di Jerez de la Frontera
1a TAPPA: JEREZ DE LA FRONTERA (12,6 Km – cronometro a squadre)
Per la quarta volta nella storia la Vuelta a España prende le mosse dalla quinta cittadina per popolazione dell’Andalusia, che era già sede della tappa d’apertura nel 1979, nel 1984 e nel 1992. In questi tre precedenti si disputò il classico cronoprologo (nel 1984 vinto da Francesco Moser, che di lì a due mesi avrebbe conquistato il suo primo e unico Giro d’Italia) ed anche stavolta il via sarà contro il tempo, ma con una formula diversa, quella della cronosquadre, come puntualmente avviene fin dal 2010. Il tracciato prescelto dagli organizzatori si presenta totalmente pianeggiante e proporrà l’unica insidia nelle curve, prevista nel numero di 25 circa. La prima formazione prenderà il via da Plaza del Mamelón poco dopo le 19 del 23 agosto mentre l’arrivo dell’ultima formazione in gara avverrà attorno alle 20.40 in Avenida Álvaro Domecq. Previsti circa 13 minuti di gara e una media che potrebbe facilmente superare i 55 Km/h. Oltre ai quattro precedenti citati Jerez ha accolto altri sette traguardi della Vuelta, tra i quali ricordiamo quelli conquistati da Nicola Milani nel 1996 (tappa Marbella – Jerez) e dalla Gatorade nel 1992 (cronosquadre Arcos de la Frontera – Jerez).
2a TAPPA: ALGECIRAS – SAN FERNANDO (174,4 Km)
È la prima delle cinque frazioni che gli organizzatori hanno riservato ai velocisti. Le difficoltà altimetriche saranno ininfluenti, poiché si dovranno affrontare solo un colle di 3a categoria subito dopo la partenza, l’Alto del Cabrito (340 metri, 9,2 Km al 3,1%), e altri due strappetti attorno a metà tappa, in zona rifornimento. In tutto il resto della tappa regnerà la pianura, con i tratti più insidiosi che cominceranno dopo il secondo dei due traguardi volanti ad abbuoni; gli ultimi 40 Km, infatti, si svolgeranno in prossimità delle rive dell’oceano, con tutti i rischi connessi alla possibilità che si verifichino ventagli e conseguenti fratture nel gruppo. Da segnalare che, all’imbocco dell’ultimo chilometro, i corridori si troveranno sotto le ruote un breve tratto in lievissima ascesa che potrebbe influire sull’esito della volata. Algeciras, cittadina andalusa affacciata sullo Stretto di Gibilterra, accoglierà la Vuelta per la prima volta dopo esser stata traguardo volante in occasione della tappa Cadice – Estepona del 1998 (sprint conquistato da Juan Carlos Vicario, tappa da Jaan Kirsipuu). San Fernardo, conosciuta anche come La Isla, accoglierà per la prima volta un arrivo dopo esser stata nel 1992 sede di partenza della prima semitappa della seconda tappa, terminata a Jerez con il successo allo sprint di Abdujaparov.
3a TAPPA: CADICE – ARCOS DE LA FRONTERA (197,8 Km)
Tolte le tre tappe a cronometro previste, le cinque destinate ai velocisti e le sette che il gruppo trascorrerà in montagna, rimangono sei giornate “alternative”, di quelle che si definiscono di media montagna. La prima sarà questa terza frazione di quasi 200 Km, la terza per lunghezza tra quelle previste quest’anno, che rappresenterà anche la prima occasione per i cacciatori di tappe, se la squadra della maglia “roja” di turno (o di chi è ben piazzato in classifica e ambisce alle insegne del primato) li lascerà andare. Il tentativo potrebbe nascere, come spesso avviene, nei chilometri iniziali, oppure nel tratto compreso tra l’82° e il 144° Km di gara, nel quale saranno concentrati i due traguardi volanti e i quattro GPM previsti quest’oggi, sui quali spicca per quota il Puerto del Boyar (1100 metri), impegnativo solamente negli ultimi 2 Km (media del 7%), ma troppo distante dal traguardo per essere definito risolutivo. Comunque vada a finire, a decidere le sorti di questa frazione sarà lo strappetto finale, circa 800 metri al 6%, che fa gola ai finisseur ma che potrebbe anche non respingere tutti i velocisti, poiché potrebbero rimanere davanti quelli più resistenti e abituati a far tutto da soli, senza l’ausilio delle proprie formazioni. La città di Cadice, dalla quale Cristoforo Colombo salpò in occasione del secondo e del quarto viaggio verso l’America, ha finora ospitato quattro partenze di tappa e tre arrivi (si imposero lo spagnolo Gelabert nel 1950, lo spagnolo Ocaña nel prologo che diede il via all’edizione del 1970 e l’olandese Blijlevens nel 1998). Il centro di Arcos de la Frontera, uno dei più pittoreschi della nazione, nel 1992 accolse la partenza di una cronosquadre terminata a Jerez e vinta dalla Gatorade.
4a TAPPA: MAIRENA DEL ALCOR – CÓRDOBA (164,7 Km)
La seconda tappa di media montagna della Vuelta 2014 si annuncia più interessante rispetto a quella disputata ventiquattrore prima e non solo perché, stavolta, le salite saranno più vicine al traguardo. Quest’ultimo fino a una quindicina di anni fa era terreno di caccia quasi esclusivo dei velocisti, quando non era proposto a cronometro. Un anno, poi, gli organizzatori scoprirono alle porte della città una salita non durissima (8 Km al 4,7%) ma dotata di un picco al 16% che cambiò la destinazione d’uso delle frazioni cordovesi. Se prima qui vincevano i Van Poppel, i Minali e i Freire, cominciarono poi a imporsi corridori del calibro dello scozzese David Millar, dell’italiano Leonardo Bertagnolli o dello slovacco Peter Sagan, che nel 2011 è stato l’ultimo a imporsi su questo traguardo. Tutto merito dell’Alto del Catorce por Ciento (il nome significa 14%, anche se, come detto, il picco massimo di pendenza è più elevato), che quest’anno svetta sull’altimetria a 26 Km dalla conclusione, classificato di 2a categoria e preceduto da un colle di 3a, l’Alto de San Jeronimo. Non va comunque esclusa a priori la possibilità che non si verifichi molta selezione e si arrivi allo sprint, come accadde nel 2008, quando Tom Boonen prevalse su Bennati e Zabel. Mentre Mairena del Alcor debutta nel tracciato della Vuelta, una storica città come Córdoba, patrimonio dell’umanità dell’UNESCO, è alla sua 19a “presenza”. Se l’ultimo a trionfare è stato, come detto, Sagan, il primo fu lo spagnolo Antonio Karmany nel 1959: in mezzo si collocano, tra le altre, le affermazioni di Endrio Leoni nel 1994, Nicola Minali nel 1996, Leonardo Bertagnolli nel 2005 e Paolo Bettini nel 2006.
5a TAPPA: PRIEGO DE CÓRDOBA – RONDA (180 Km)
Tornano in scena i velocisti in un’altra tappa a loro totalmente dedicata e nonostante le difficoltà altimetriche del finale che faranno della frazione di Ronda la più impegnativa tra quelle pensate per i virtuosi dello sprint. Priva di asperità di rilievo per la maggior parte del suo sviluppo, a parte l’intrusione di modesti e isolati zampellotti, a una ventina di chilometri dalla conclusione questa tappa proporrà una facile ascesa di 3a categoria, il Puerto El Saltillo (3,6 Km 4,4%), che potrebbe rimanere nelle gambe poiché solitamente i finali di tappa sono affrontati a tutta e, per qualcuno, anche un piccolo ostacolo talvolta si tramuta in un muro. Per esempio, c’è chi, tra gli sprinter, potrebbe patire il finale poiché non c’è solo il “Saltillo” ma un falsopiano lievemente ascendente negli ultimi 1500 metri, pur non potendosi parlare di salita in senso stretto. E big? Dopo due giornate i cui finali li avranno comunque costretti a stare guardinghi, probabilmente oggi si prenderanno una mezza giornata di riposo, in attesa della prima tappa di montagna, prevista per l’indomani. Priego de Córdoba, centro stretto attorno al medioevale castello dei Medinaceli, nel 1976 ospitò l’arrivo della seconda tappa, vinta dal lussemburghese Roger Gilson. Ronda, una delle più antiche cittadine dell’Andalusia, debutta come arrivo ma ha all’attivo due traguardi volanti, disputati nel 1995 (Francky Andreu, tappa Siviglia – Marbella vinta da Nicola Minali) e nel 1997 (Cédric Vasseur, tappa Jerez de la Frontera – Málaga, vinta da Marcel Wüst)
6a TAPPA: BENALMÁDENA – ALTO CUMBRES VERDES (LA ZUBIA) (167,1 Km)
E’ il giorno nel quale capiremo se il colombiano Nairo Quintana, grande favorito per il successo finale assieme al britannico Froome, si è schierato al via con la stessa condizione che ha palesato al Giro d’Italia e alla recente Vuelta a Burgos, che ha conquistato grazie alla vittoria nel tappone con arrivo in salita alle Lagunas de Neila. Oggi, infatti, per la prima volta i corridori in gara faranno i conti con le salite vere, dopo le scaramucce altrimetriche viste nelle giornate precedenti. Il menù del giorno proporrà tre GPM, con i riflettori puntati quasi esclusivamente sull’ultimo, che coinciderà anche con il primo degli otto arrivi in salita previsti dalla Vuelta 2014, in cima all’inedito Alto Cumbres Verdes. È un debuttante di “lusso”, a cinque stelle di difficoltà per via delle elevate pendenze che si registreranno su quest’ascesa breve (4,6 Km), dove ai disagi delle inclinazioni (10% di media negli ultimi 4000 metri, con un picco al 24%) si uniranno quelli dovuti alle linearità della strada che rimonta le prime pendici della Sierra Nevada praticamente senza incontrare mai curve. Su questa gara peserà molto anche la condotta che il gruppo terrà fin dall’inizio di questa tappa, tenendo conto che in precedenza si dovranno affrontare prima i 12,3 Km al 5,7% dell’Alto de Zafarraya e poi i 5,8 Km al 5,8% dell’Alto de Los Bermejales. Benalmádena, località turistica della “Costa del Sol”, è stata sede d’arrivo della 18a tappa della Vuelta del 1986, partita da Granada e vinta dal russo Viktor Demidenko. È, invece, la prima volta per La Zubia, il comune del quale è originario l’ex corridore Francisco Cabello, che ricordiamo vincitore della tappa di Brighton al Tour de France del 1994.
7a TAPPA: ALHENDÍN – ALCAUDETE (169 Km)
Consegnata alla storia la prima tappa difficile, la prima settimana della Vuelta 2014 si chiude con una frazione trabocchetto, di media montagna, nella quale potrebbe provarci chi è stato ricacciato indietro dalle ripide pendenze dell’Alto Cumbres Verdes. Il tracciato, privo di grandi pendenze, è adatto alle imboscate e la maglia “roja” di turno correrà con le antenne ben dritte se ci terrà a conservarla oppure, al contrario, conscia delle tappe più impegnative a venire, potrebbe anche decidere di lasciarla per qualche giorno. Lungo il cammino verso Alcaudete s’incontreranno diversi trampolini utili per dare il “la” a un tentativo, sui quali spiccano i due GPM in programma, l’Alto de Íllora (6,8 Km al 6,6%) e l’Alto Ahillo (12,1 Km al 4%). Quest’ultimo sarà affrontato in apertura del circuito finale, un anello vallonato di 56 Km che si concluderà con una dolce salitella in cima alla quale sarà collocato il traguardo, un altra linea d’arrivo tarata sulle misure dei finisseur. Ospiteranno per la prima volta la Vuelta sia Alhendín, centro della provincia di Granada nel quale è nato l’ex corridore Antonio Miguel Díaz, sia Alcaudete. L’ascesa verso quest’ultimo centro, però, in due occasioni è stata considerata traguardo GPM: primo passaggio nel 1981, quando Vicente Belda scollinò per primo nel corso della Écija – Jaén (vinta da Juan Fernández Martín); secondo passaggio nel 1994, quando il francese Luc Leblanc fece suo lo speciale traguardo della tappa Córdoba – Granada, conquistata dal suo connazionale Laurent Jalabert.
Mauro Facoltosi

La località di Cumbres Verdes, traguardo della prima tappa di montagna della Vuelta (www.granadanatural.com)
ALENTOUR DU TOUR… A PARIGI
luglio 27, 2014 by Redazione
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Cambia nome in occasione del Tour, ma è sempre la consueta rubrica-contenitore del dopo tappa, che vi accompagnerà giorno per giorno, da Leeds a Parigi. Trovete una rassegna stampa “breve”, i commenti dei tifosi, la colonna sonora del giorno, la presentazione della tappa del giorno dopo, le previsioni meteo, gli strafalcioni dei telecronisti, il Tour visto all’incontrario e il ricordo del passato .
I TRE TENORI
Breve rassegna stampa dai paesi dei tre “tenori” del Tour 2014, Nibali, Contador e Froome. In aggiunta l’Equipe e i quotidiani dei vincitori di giornata e delle maglie gialle di turno
Vincenzo Nibali: Italia – VINCITORE
Il Tour è di Nibali – Il ritratto di un campione – Enzo nel club dei giganti – La festa dell’ultimo giorno – Gimondi si emoziona e brinda per Nibali – Nibali: “Costruito questo successo da lontano” – Vuelta, Giro e Tour! – Il Giro vinto nel 2013 – La cavalcata gialla – Il trionfo di Parigi – Chi è lo Squalo: Passione e semplicità: così è iniziato tutto – Da pulce a Squalo: un vulcano di energia – Perché Nibali può stare con i giganti – Come Coppi e Pantani: tutto il giallo d’Italia (Gazzetta dello Sport)
Nibali, è l’ora del trionfo. Parigi incorona lo Squalo- Il papà di Nibali: «Mi disse smetto. Prese un ceffone e cambiò tutto» – Il messinese nel mito: è il sesto a vincere tutti i Grandi Giri (Corriere della Sera)
Contador: Spagna – RITIRATO
Kittel gana al sprint en la coronación de Nibali en París – Nibali: “Es el momento más bonito e importante de toda mi carrera” – Valverde: “Luché hasta el último día, no es un fracaso” – España acaba sin etapas y sin ciclistas en el podio de París – Prudhomme: “Sueño con un Tour con Nibali, Contador, Froome y Quintana” (AS)
La triple corona de Nibali. Ganador de Tour, Giro y Vuelta – (Marca)
Kittel gana la última etapa y Nibali, vencedor – Nibali: “He construido este triunfo escalón a escalón” – Nibali, una estrella en la tierra – Nibali, sexto ciclista que logra un triunfo en las tres grandes (El Mundo Deportivo)
Froome: Regno Unito – RITIRATO
Nibali wins Tour as Kittel takes final stage (The Independent)
Nibali closes in on Tour victory (The Time)
Kittel wins on Champs-Élysées as Nibali wins Tour (The Daily Telegraph)
Francia
Un maestro et deux ténors – Nibali : «Fantastique, fabuleux» – Peraud : «Jamais, je n’en avais rêvé» – Ça plane pour eux – Hollande félicite Peraud et Pinot (L’Equipe)
Germania (Marcel Kittel)
Kittel gewinnt Abschlussetappe in Paris – Nibali wird Toursieger – Kittel sprintet zum Rekord – Vincenzo Nibali: Chef im Clan der Sizilianer (Berliner Zeitung)
Vierter Etappensieg für Kittel – Nibali feiert den Toursieg – Der „Hai aus Messina“ beißt sich gegen alle durch – (Westdeutsche Allgemeine Zeitung)
DISCOTOUR: la colonna sonora della tappa del Tour scelta per voi da ilciclismo.it
Il canto degli italiani (Goffredo Mameli)
a cura di DJ Jorgens
LA TAPPA CHE VERRA’: TOUR 2015
Il Tour è finito ma gli organizzatori sono già da tempo al lavoro per allestire il palcoscenico dell’edizione 2015. Al momento si sa che la partenza verrà data da Utrecht, nei Paesi Bassi, con una cronometro di 14 Km, che la seconda tappa terminerà sull’isola di Neeltje Jans (sempre nei paesi bassi) e che la terza prenderà le mosse dalla cittadina belga di Anversa. Per tutte le altre “voci” sul percorso vi invitiamo a leggere l’
articolo che ilciclismo.it ha pubblicato alcuni giorni fa
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa
De Luca: “La cartina dove si sta svolgendo l’ultima tappa”
Garzelli: “Non sono giovanissime” (parlando di corridori uomini)
De Luca: “Zotemalk” (Zoetemelk)
Martinello: “In questa piccolo numero d’atleti”
Pancani: “Peraud chiude con novanta minuti di ritardo”
Martinello: “Fila delle ammilaglie”
Martinello: “Perod” (pronunciato senza accento”
Martinello: “Critiche abbastanza nascosti”
Martinello: “Una vittoria anche in 2014″
Pancani: “Per l’ultima voza”
Martinello: “Una latcrima”
Televideo: “Davide Cimolati” (Cimolai)
IL TOUR DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!
Ordine d’arrivo della ventunesima tappa, Évry – Parigi
1° Cheng Ji (Team Giant-Shimano)
2° Alexandre Pichot (Team Europcar) a 4′52″
3° Blel Kadri (AG2R La Mondiale) a 5′20″
4° Vasili Kiryienka (Team Sky) a 5′46″
5° Jesus Herrada Lopez (Movistar Team) a 7′26″
Miglior italiano Alessandro De Marchi (Cannondale), 27° a 8′08″
Classifica generale
1° Cheng Ji (Team Giant-Shimano)
2° Davide Cimolai (Lampre – Merida) a 50′26″
3° Elia Viviani (Cannondale) a 51′44″
4° Marcel Kittel (Team Giant-Shimano) a 55′57″
5° Jean Marc Marino (Cannondale) a 58′38″
ARCHIVIO ALMANACCO
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Il sole tramonte dietro l'Arco di Trionfo (www.capturetheworlds.com)
ALENTOUR DU TOUR… A PÉRIGUEUX
luglio 26, 2014 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Cambia nome in occasione del Tour, ma è sempre la consueta rubrica-contenitore del dopo tappa, che vi accompagnerà giorno per giorno, da Leeds a Parigi. Trovete una rassegna stampa “breve”, i commenti dei tifosi, la colonna sonora del giorno, la presentazione della tappa del giorno dopo, le previsioni meteo, gli strafalcioni dei telecronisti, il Tour visto all’incontrario e il ricordo del passato .
I TRE TENORI
Breve rassegna stampa dai paesi dei tre “tenori” del Tour 2014, Nibali, Contador e Froome. In aggiunta l’Equipe e i quotidiani dei vincitori di giornata e delle maglie gialle di turno
Vincenzo Nibali: Italia
Nibali, che la festa cominci – Nibali: “Realizzo un sogno. La gialla per mamma Pantani” – Crono a Tony Martin – Lo sforzo e la gioia sul podio- Lo Squalo morde pure la crono – Nibali: “Parigi da pelle d’oca” (Gazzetta dello Sport)
Nibali quarto nella cronometro: il Tour è tutto suo (Corriere della Sera)
Contador: Spagna – RITIRATO
Valverde, fuera del podio – “Las piernas no respondían” – Unzue: “Valverde volverá con otros objetivos” – Pinot: “Espero que el tercer puesto sea solo el principio” (AS)
Valverde, fuera del podio – Termina en la cuarta plaza – De Marchi, el ’supercombativo’ del Tour (Marca)
La misión imposible de Valverde (El Mundo Deportivo)
Froome: Regno Unito – RITIRATO
Vincenzo Nibali secures his maiden Tour title as fourth place in time-trial sees him ride to Paris glory on Sunday (The Independent)
Martin’s stage but Nibali’s Tour (The Time)
Nibali secures title as Martin claims stage 20 win (The Daily Telegraph)
Francia
Péraud et Pinot, un grand bravo! – Une première depuis 30 ans – Tony Martin «au rendez-vous» – Bardet : «Deux secondes, c’est rageant» – Valverde : «Mon corps a dit non» – De Marchi élu super combatif – Peraud «On va fêter ça» – Van Garderen «Je me sens mal pour Bardet» – Peraud et Pinot sur le podium (L’Equipe)
Germania (Tony Martin)
Tony Martin gewinnt Zeitfahren (Berliner Zeitung)
Tony Martin Sieger im Zeitfahren bei vorletzter Tour-Etappe (Westdeutsche Allgemeine Zeitung)
TOUR D’ENFANCE
Guida ai giovani in gara al Tour de France
a cura di Marco Salonna
Sebbene di fronte alla rimonta di un Jean-Christophe Péraud, molto più avvezzo di lui alle prove contro il tempo, non ci sia stato nulla da fare Thibaut Pinot si è reso protagonista, su di un percorso non certo adatto alle sue caratteristiche di scalatore, di un’ottima prova lungo i 54 km della Bergerac-Périgueux che ha chiuso al 12° posto, a 3′01” dall’inavvicinabile Tony Martin ma a solo 1′14” da Vincenzo Nibali, che ancora una volta è stato il migliore tra gli uomini di classifica, e nettamente davanti sia a Romain Bardet (con il quale è stato a lungo in lotta per la maglia bianca), sia soprattutto a quell’Alejandro Valverde che sembrava destinato a togliergli il gradino più basso del podio. Meritato, tuttavia, il terzo posto finale per il capitano della Fdj.fr se si considera che aveva perso 1′ nei confronti del murciano nei ventagli di Reims e che – pur palesando chiari limiti in discesa, ai quali ha intelligentemente sopperito cercando sempre di affrontarle con qualche secondo di margine sui diretti rivali e pur peccando, a volte, di generosità, il che lo ha portato talvolta ad avere flessioni negli ultimi chilometri – ha sempre cercato in quasi tutte le tappe di montagna di fare esplodere la corsa. Non sappiamo se davvero Pinot potrà essere il primo transalpino a vincere il Tour de France dopo Bernard Hinault, dal momento che nei prossimi anni dovrà vedersela oltre che con Nibali anche con Chris Froome, Alberto Contador e Nairo Quintana e in futuro con altri talenti emergenti tra i quali, magari, il nostro Fabio Aru; per il momento, insieme a Péraud che è di 13 anni più anziano, ha riportato la Francia su un podio che mancava dai tempi di Richard Virenque. Le sue doti di recupero dimostrate nella crono di Périgueux, unite a quelle di scalatore, fanno ben sperare.
BOX POPULI
Ogni giorno qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
Mauro Facoltosi: Primo come da programma Martin a 48,832 Km/h. Nibali 4° a 1′58″, Peraud 7° a 2′27″, Pinot 12° a 3′12″, Valverde 28° a 4′28″. Classifica: Nibali, Peraud 2° a 7′52″, Pinot 3° a 8′24″, 4° Valverde a 9′55″. Commenti?
Ceemo: Nibali, si dimostra solido anche nella crono. Disastroso Valverde che evidentemente non ne aveva più. Mollema oggi avrebbe perso anche da qualcuno del forum!
DISCOTOUR: la colonna sonora della tappa del Tour scelta per voi da ilciclismo.it
The Final Countdown (Europe)
a cura di DJ Jorgens
LA TAPPA CHE VERRA’: ÉVRY – PARIGI (137,5 Km)
Il Tour è arrivato all’ultimo passo del suo cammino, un passo di poco meno di 140 Km e dal suolo agevole. L’altimetria dell’ultima frazione ricalca quella solitamente proposta all’ultimo giorno di gara della Grande Boucle, con una prima parte dolcemente vallonata, anche se quest’anno non ci sarà il quasi tradizionale passaggio dalla vallata della Chevreuse, dove si andava ad affrontare gli ultimi GPM. Il traguardo della montagna ci sarà, comunque, anche in questa tappa, in vetta alla facilissima Côte de Briis-sous-Forges, ascesa lunga appena 800 metri (media del 5,2%) che s’incontrerà a 31 Km dal via. Toccati i comuni di Châtenay-Malabry e Issy-les-Moulineaux, sede rispettivamente dei più celebri laboratori francesi e degli uffici di ASO (la società che organizza il Tour), una quarantina di chilometri più avanti il gruppo farà il suo ingresso in Parigi, per poi transitare per la prima volta sul rettilineo d’arrivo 9,5 Km più avanti. Attorno alle 18 (la conclusione avverà un’ora più tardi) inizierà l’anello conclusivo sugli Champs-Élysées, quello tradizionale con l’aggiunta del girotondo attorno all’Arco di Trionfo, reintrodotto dopo molti anni in occasione dello scorso Tour. Settemila metri da ripetere 8 volte e che nel primo pomeriggio avrà accolto anche “La Tour by Tour de France”, gara riservate alle cicliste e che vuol rappresentare il primo gradino verso la rinascita del Tour de France femminile, che non viene più organizzata dal 2009. In entrambi i casi, sarà un occasione d’oro per i virtuosi della volata, sia che portino i pantaloni che la gonna.
METEO TOUR
Previsioni meteo della tappa del giorno successivo
Évry : poco nuvoloso, 26,7°C (percepiti 25°C), vento moderato da WNW (12-15 Km/h), umidità al 51%
Antony (60 Km): nuvole sparse con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 26,5°C (percepiti 24°C), vento moderato da WNW (15-20 Km/h), umidità al 51%
Parigi – 1° passaggio (83 Km): nuvole sparse con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 25,6°C (percepiti 23°C), vento moderato da WNW (15-21 Km/h), umidità al 52%
Parigi – arrivo : pioggia debole (0,1 mm) e schiarite, 24,5°C (percepiti 21°C), vento moderato da NW (16-21 Km/h), umidità al 57%
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa
Aiello (Eurosport): “Tony Barta” (Jan Barta)
Martinello: “Nonostrante”
Pancani: “La primo pezzo”
De Luca: “La cronometro della ventesima tappa”
Pancani: “La formazione belg.. Belkin” (la Belkin è olandese)
Martinello: “Il giorno in gara” (di gara)
Pancani: “Secondo intermadio”
De Luca: “La sua prestazione va a piazzarsi nei piani alti della classifica”
Pancani: “Richie Porte arriva al traguardo con una cronometro”
Martinello: “Thibaut Pinot si confermano”
Nibali: “L’arco del trionfo”
De Luca: “Parc de Prenz” (pronuncia di Parc des Princes)
IL TOUR DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!
Ordine d’arrivo della ventesima tappa, cronometro Bergerac – Périgueux
1° Luca Paolini (Team Katusha)
2° Mikael Cherel (AG2R La Mondiale) a 9″
3° Cheng Ji (Team Giant-Shimano) a 17″
4° Alex Howes (Garmin – Sharp) a 45″
5° Alessandro Vanotti (Astana Pro Team) a 48″
Classifica generale
1° Cheng Ji (Team Giant-Shimano)
2° Davide Cimolai (Lampre – Merida) a 41′01″
3° Elia Viviani (Cannondale) a 42′28″
4° Marcel Kittel (Team Giant-Shimano) a 46′32″
5° Jean Marc Marino (Cannondale) a 50′30″
L’ULTIMO TOUR DI MERCKX
Tuffo nella storia del Tour del 1974, il quinto ed ultimo conquistato dall’asso belga Eddy Merckx. Ci condurranno indietro di 40 anni i titoli del quotidiano “L’Unità!
22a TAPPA: ORLÉANS – PARIGI (146 Km)
E CINQUE! EDDY MERCKX COME ANQUETIL – LUNGO SPRINT DI SERCU – RETROCESSO: 1° MERCKX – UNA PAGELLA ECCEZIONALE (E LA VOGLIA DI SMETTERE)
Stagione record: dopo il Giro d’Italia e il Giro della Svizzera, il campione belga ha fatto centro anche al Tour – Il guerriero stravince ma è stanco – Movimentato arrivo dell’ultima tappa del Tour – Giorgio Albani scrive: “Non è stato facile”
L’atleta della Brooklyn avrebbe, secondo la giuria, danneggiato Van Roosbroeck – Trionfo del fuoriclasse belga che festeggia due record nelle stessa giornata – Grossa prestazione dell’anziano Poulidor – Ottimo il quarto posto ottenuto dall’italiano Panizza – Il tecnico della “Molteni” per i lettori dell’”Unità” – Allo spagnolo E. Martinez il Tour dell’Avvenire – Terzo Mirri
ARCHIVIO ALMANACCO
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La cittadina di Périgueux (perigueux.fr)
ALENTOUR DU TOUR… A BERGERAC
luglio 26, 2014 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Cambia nome in occasione del Tour, ma è sempre la consueta rubrica-contenitore del dopo tappa, che vi accompagnerà giorno per giorno, da Leeds a Parigi. Trovete una rassegna stampa “breve”, i commenti dei tifosi, la colonna sonora del giorno, la presentazione della tappa del giorno dopo, le previsioni meteo, gli strafalcioni dei telecronisti, il Tour visto all’incontrario e il ricordo del passato .
I TRE TENORI
Breve rassegna stampa dai paesi dei tre “tenori” del Tour 2014, Nibali, Contador e Froome. In aggiunta l’Equipe e i quotidiani dei vincitori di giornata e delle maglie gialle di turno
Vincenzo Nibali: Italia
Tour: vince Navardauskas, spavento Nibali – Nibali, la Francia si inchina. Ma c’è anche qualche critica – Tinkov: “Nibali? Con Froome e Contador altra storia” – Nibali: “Voglio far divertire, non essere una leggenda” (Gazzetta dello Sport)
Tour, lo sprint è con il brivido:Nibali dribbla caduta nel finale (Corriere della Sera)
Contador: Spagna – RITIRATO
Navardauskas sorprende en un final de etapa accidentado – Valverde: “Tengo confianza en poder alcanzar el podio” – Nibali: “Correré la contrarreloj como un líder por respeto al Tour” – Unzué: “Valverde aún puede conseguir el segundo puesto” – José Joaquín Rojas: “Ha sido una expulsión injusta” (AS)
Navardauskas se exhibe en solitario bajo la lluvia – Atacó a falta de 13 kilómetros – (Marca)
Navardauskas vence en la meta de Bergerac – Valverde: “Tengo confianza en poder alcanzar el podio” – Nibali: “Correré la contrarreloj como un líder” – Eusebio Unzue:”Valverde puede volver al segundo puesto” (El Mundo Deportivo)
Froome: Regno Unito – RITIRATO
Navardauskas in late escape to win stage 19 (The Independent)
Navardauskas beats the rain for stage win (The Time)
Navardauskas seals first stage win (The Daily Telegraph)
Francia
Navardauskas tire son épingle du jeu – Nibali a «laissé filer» – Quand la pluie s’en mêle, le peloton s’emmêle…(L’Equipe)
Lituania (Ramunas Navardauskas)
Istoriją perrašęs R. Navardauskas laimėjo „Tour de France“ etapą (Lietuvos Rytas)
TOUR D’ENFANCE
Guida ai giovani in gara al Tour de France
a cura di Marco Salonna
Arriva in quel di Bergerac il riscatto in un Tour che, soprattutto a causa del ritiro di un Andrew Talansky partito con grandi aspettative dopo il successo al Giro del Delfinato, era stato fin qui da dimenticare per la Garmin-Sharp e il merito è di Ramunas Navardauskas, involatosi nella discesa bagnata della Côte de Monbazillac, ma anche di Tom Jelle Slagter che, dopo essere andato in fuga nelle prime battute con altri quattro corridori, è rimasto al comando fino a 10 km dal traguardo, dando un sia pure piccolo aiuto al lituano nel proseguire la sua azione. Il 24enne di Groningen, passato professionista nelle fila della Rabobank in un 2011 sfortunato, a causa di una bruttissima caduta nella tappa di Orvieto del Giro d’Italia che l’ha costretto a saltare l’intera stagione, è pian piano cresciuto negli anni successivi nei quali, grazie alla sua tenuta sulle brevi salite e a un buono spunto veloce, si è distinto sia nelle brevi corse a tappe – aggiudicandosi nel 2013 una tappa e la classifica generale del Tour Down Under e in questa stagione due tappe alla Parigi-Nizza – sia nelle classiche delle Ardenne nelle quali, sempre nel 2014, è stato 5° alla Freccia Vallone e 6° alla Liegi-Bastogne-Liegi. Anche il Tour de France è iniziato decisamente bene per il corridore olandese, corso sempre al fianco di Talansky anche in frazioni impegnative come quelle dei Vosgi, che ha avuto poi un calo di rendimento che non gli ha comunque impedito di essere ancora protagonista nella tappa di Bagnères-de-Luchon, chiusa al 9° posto, e appunto in quella di Bergerac. Attendiamocelo ora come possibile mina vagante nell’imminente Clásica San Sebastián e magari anche ai Mondiali di Ponferrada.
DISCOTOUR: la colonna sonora della tappa del Tour scelta per voi da ilciclismo.it
Scende la pioggia (Morandi)
a cura di DJ Jorgens
LA TAPPA CHE VERRA’: BERGERAC – PÉRIGUEUX (cronometro individuale – 54 Km)
L’11 luglio del 1994, viaggiando tra Périgueux e Bergerac, lo spagnolo Miguel Indurain si espresse con una delle più potenti cronometro della sua carriera, letteralmente “volando” i 64 Km in programma a 50,548 Km/h e infliggendo distacchi abissali agli avversari: due minuti netti al secondo classificato, l’elvetico Rominger, e più di 4 al terzo, il francese ex suo compagna di squadra De las Cuevas. Esattamente vent’anni dopo si tornerà sul luogo dell’impresa navarra, ma difficilmente, gareggiando sul percorso inverso, rivedremo una simile giornata di gara, per almeno tre motivi. Innanzitutto, perchè quella crono veniva affrontata prima di tutte le salite, con le forze generali ancora fresche, mentre ora saremo al termine di un Tour molto duro e corso sempre a tutta. In seconda battuta, non solo la direzione di marcia sarà opposta ma anche il tracciato di gara si presenterà disegnato in maniera differente: se la tappa del 1994 era dolcemente vallonata, questa avrà un tracciato più movimentato nel corso del quale, a partire dall’11° Km di gara, quattro salitelle interveranno a spezzare ritmo e pianura. Di certo influiranno non poco l’esito della gara, anche perchè si faranno più impegnative man mano che ci si avvicinerà al traguardo, preceduto di 6 Km dall’ascesa più rilevante, gli 1,4 Km al 6,4% della Côte de Coulounieix-Chamiers. Successo di tappa a parte, per il quale il grande favorito è il tre volte campione del mondo di specialità Tony Martin, e leadership di Nibali oramai corazzata di minuti e inattaccabile, l’interesse su questa tappa ruoterà principalmente attorno alla lotta per i gradini più bassi del podio: attualmente, infatti, tra il secondo e il quarto della generale ci sono appena 15″.
METEO TOUR
Previsioni meteo della tappa del giorno successivo
Bergerac – partenza primo corridore: poco nuvoloso, 22°C (percepiti 23°C), vento debole da W (5-6 Km/h), umidità al 88%
Bergerac – partenza Vincenzo Nibali: poco nuvoloso, 28,7°C (percepiti 27°C), vento moderato da NW (11-13 Km/h), umidità al 52%
Périgueux – arrivo primo corridore : cielo sereno, 23,1°C, vento debole da WSW (4-5 Km/h), umidità al 79%
Périgueux – arrivo Vincenzo Nibali : poco nuvoloso, 27,2°C (percepiti 26°C), vento moderato da NW (11-13 Km/h), umidità al 58%
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa
Garzelli: “Si starà tutto a vedere”
Adorni: “Quando ci sono molti velocista”
Adorni: “Per i velocisti oggi è l’ultima tappa” (e Parigi?)
Garzelli: “Scuoli differenti”
Pancani: “Mi lascia sospetta” (Francesca Pancani?)
Pancani: “Palcoscenico adatto per la seconda recita dei velocisti”
Pancani: “Non si poteva non far impensierire per le altezze”
Pancani: “Ponte sul Bergerac” (il fiume di Bergerac è la Dordogna)
Garzelli: “Manca una tappa meno”
Adorni: “L’ultimo chilometro era sempre delle cadute”
De Luca: “Vanotti Scarponi”
Di Rocco: “Santeromita” (Santaromita)
IL TOUR DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!
Ordine d’arrivo della diciannovesima tappa, Maubourguet (Pays du Val d’Adour) – Bergerac
1° Cheng Ji (Team Giant-Shimano)
2° Jack Bauer (Garmin – Sharp) a 3′34″
3° Arnaud Gérard (Bretagne – Seche Environnement) a 3′49″
4° Arnaud Démare (FDJ.fr) a 4′38″
5° Rébastien Reichenbach (IAM Cycling) a 4′44″
Miglior italiano Elia Viviani (Cannondale), 16° a 4′44″
Classifica generale
1° Cheng Ji (Team Giant-Shimano)
2° Davide Cimolai (Lampre – Merida) a 37′46″
3° Elia Viviani (Cannondale) a 40′13″
4° Marcel Kittel (Team Giant-Shimano) a 43′54″
5° Arnaud Gérard (Bretagne – Seche Environnement) a 47′03″
L’ULTIMO TOUR DI MERCKX
Tuffo nella storia del Tour del 1974, il quinto ed ultimo conquistato dall’asso belga Eddy Merckx. Ci condurranno indietro di 40 anni i titoli del quotidiano “L’Unità!
21a TAPPA (1a SEMITAPPA): VOUVRAY – ORLÉANS (112,5 Km)
21a TAPPA (2a SEMITAPPA): CIRCUITO DI ORLÉANS (cronometro individuale – 37,5 Km)
MERCKX PRIMO A ORLÉANS, E’ BATTUTO NELLA “CRONO”
Il Tour de France si conclude oggi
Nella prima semitappa il campione belga è fuggito a 10 Km dall’arrivo e ha guadagnato 1’25” sul plotone regolato in volata da Sercu – Nella seconda il connazionale Pollentier gli ha rifilato 9” – Tour-baby: tappa a Iwan Schmid
ARCHIVIO ALMANACCO
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Uno scorcio di Bergerac (camping-lachataigneraie24.com)
ALENTOUR DU TOUR… AD HAUTACAM
luglio 25, 2014 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Cambia nome in occasione del Tour, ma è sempre la consueta rubrica-contenitore del dopo tappa, che vi accompagnerà giorno per giorno, da Leeds a Parigi. Trovete una rassegna stampa “breve”, i commenti dei tifosi, la colonna sonora del giorno, la presentazione della tappa del giorno dopo, le previsioni meteo, gli strafalcioni dei telecronisti, il Tour visto all’incontrario e il ricordo del passato .
I TRE TENORI
Breve rassegna stampa dai paesi dei tre “tenori” del Tour 2014, Nibali, Contador e Froome. In aggiunta l’Equipe e i quotidiani dei vincitori di giornata e delle maglie gialle di turno
Vincenzo Nibali: Italia
Nibali domina sull’Hautacam. Non c’è storia, il Tour è suo (Gazzetta dello Sport)
Nibali vince sui Pirenei: “Padrone del Tour”. E Renzi twitta: chapeau (Corriere della Sera)
Contador: Spagna – RITIRATO
Valverde sale del podio tras una nueva exhibición de Nibali – Valverde: “Llevo varios días sufriendo. Voy al límite” – Rojas expulsado del Tour por apoyarse en los coches (AS)
Otro mordisco de CaNibali y Valverde pierde el podio – Exhibición del italiano (Marca)
Nibali sentencia el Tour y Valverde se cae del podio – Valverde:”Llevo días sufriendo” – El polaco Majka se asegura el maillot a puntos rojos de rey de la montaña (El Mundo Deportivo)
Froome: Regno Unito – RITIRATO
Nibali closes in on Tour glory (The Independent)
Nibali win extends overall lead (The Time)
Nibali’s domination continues in the mountains (The Daily Telegraph)
Francia
C’est CaNibali! (L’Equipe)
TOUR D’ENFANCE
Guida ai giovani in gara al Tour de France
a cura di Marco Salonna
Non può essere definito un giovane in senso assoluto dal momento che è nato il 12 agosto 1988, ed è pertanto escluso dai pretendenti alla maglia bianca, ma certamente Tejay Van Garderen può essere ancora definito tale dal punto di vista agonistico, anche perchè per la prima volta disputa il Tour de France come capitano, dopo che nel 2012 aveva iniziato come luogotenente di Cadel Evans per poi chiudere 5° nella generale, aggiudicandosi la classifica di miglior giovane, mentre un anno fa era partito con il ruolo di co-leader insieme all’australiano ma aveva fallito clamorosamente la prova, sfiorando il riscatto solo nella tappa dell’Alpe d’Huez, nella quale aveva visto sfumare il successo negli ultimi chilometri ad opera di Christophe Riblon. Lo statunitense di origini olandesi – che come principale successo in carriera vanta la classifica generale del Giro di California del 2013 e che, fin dai suoi esordi con l’HTC-Columbia e in seguito con la BMC, in cui milita tuttora, si è sempre ben comportato nelle brevi corse a tappe grazie alla sua capacità di andare molto forte a cronometro e di tenere bene in salita – ha cambiato preparazione rispetto alle passate stagioni, prendendosi una lunga pausa dopo il Giro di Romandia e partecipando prima della Grande Boucle a un Giro del Delfinato in cui non ha brillato più di tanto, piazzandosi 13°, ma, malgrado una caduta nella tappa di Nancy che gli ha fatto perdere 1′ nei confronti dei altri uomini di classifica e una bronchite che ne ha in parte condizionato il rendimento nei giorni successivi, è costantemente rimasto con i migliori in tutte le tappe di montagna, con l’eccezione, purtroppo, di quella di Bagnéres-de-Luchon, nella quale ha probabilmente risentito del precedente giorno di riposo e ha ceduto ben 3′36” compromettendo, forse definitivamente, le sue chances di salire sul podio di Parigi. Attualmente Van Garderen è 6° con un distacco di 11′34” dall’inavvicinabile Vincenzo Nibali mentre è di poco superiore ai 4′ quello da Thibaut Pinot, Alejandro Valverde e Jean-Christophe Péraud e, con a disposizione i 54 km a cronometro da Bergerac a Perigueux, non tutto è ancora perduto, soprattutto nei confronti del capitano della Fdj.fr, molto meno portato di lui per le prove contro il tempo, e del murciano, decisamente non brillante nelle tappe pirenaiche.
BOX POPULI
Ogni giorno qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
Mauro Facoltosi: Nibali attaccherà ancora, secondo voi?
n@po: Il punto chiave sarà la lunghissima e selettiva discesa del tourmalet. Lì attaccheranno gli ag2r dopo aver tentato di isolare Pinot sul tratto da LaMongie in poi, Lì attaccherà Valverde, Lì un eventuale problema per Nibali si trasformerebbe in 20km di falsopiano (spesso controvento) ad inseguire da solo. Necessari, dunque, uomini davanti che scollinino il tourmalet in anticipo.
Nebe1980: ono abbastanza d’accordo con te però devo dire che ho anche visto da parte di Valverde un atteggiamento molto attendista (quando mai?) e può essere che cerchi di risparmiarsi per dare tutto sull’Hautacam per tenere le ruote dei rivali per il secondo posto anche perchè c’è ancora la tappa a cronometro lunga e difficile ma si sa che la crono di fine giro fa meno distacchi rispetto a quelle all’inizio tra specilisti e non e soprattutto non è raro che invece che uno specialista vinca chi ha più energie residue soprattutto dopo un tour come quello di quest’anno in cui non vi erano i soliti dieci giorni di insopportabile piattume altimetrico.
In ogni caso se qualcuno volesse tantare l’assalto alla gialla dovrebbe fare un attacco stile Quintana al giro, nella discesa del tourmalet con compagni per il tratto pianeggiante anche se Nibali non è Uran, perchè Nibali è fortissimo in discesa anche se sinora giustamente non ha rischiato e soprattutto allo stato attuale è il più forte in salita. In caso di situazione favorevole potrebbe tentare ancora l’affondo negli ultimi 2 o 3 Km tanto le montagne sono finite e avversari in grado di riprendere quei minuti a crono anche nell’ipotesi di una defaillance di Vincenzo non ce ne sono
N@po: Valverde ha interesse a far fuori Pinot più degli ag2r. Dunque se può farlo saltare giù dal Tourmalet lo farà. Il problema , vale anche per Nibali, è che se arrivi in fondo al tourmalet staccato (per una foratura o per scarsezza) poi, se non hai compagni performanti, nel tratto in falsopiano accumuli minuti o ti tocca spendere energie per tirare (roba che poi paghi con gli interessi nell’ultima salita).
Mauro Facoltosi: Ennesima impresa di Nibali. Pinot a 1′00″, Valverde a 2′00″- Commenti?
n@po: Grande Nibali su tutti i terreni. Vittoria meritatissima, non facile, a prescindere da chi c’era e chi non c’era. Da oggi SA che nulla gli è precluso..
PS: Ma quanto pagherei per sapere chi andava più forte in salita questo inverno, in allenamento, tra lui e Aru (io un sospetto ce l’ho..)
PPS: L’impresa di Nibali ha anestetizzato ogni altra emozione, ma un Tour disegnato così da schifo nel finale, ha rovinato la splendida metà iniziale. Alla fine ha fatto la vera differenza l’unica tappa vera (non per dilettanti o Astani bolliti… voto 9 agli Astani bolliti perchè ne son venuti fuori bene visti tutti gli acciacchi) ovvero quella di 237km malgrado avesse praticamente una salita e mezza. Io lo ripeto da sempre:vuoi tenere aperta una corsa a tappe? Mantenere la suspance? Inserisci SEMPRE un ultima tappa over 5000mt dislivello (dislivello classico delle granfondo impegnative) e almeno 225km di lunghezza. Allora può succedere di tutto. E non ci saranno problemi di recupero dato che si tratterebbe dell’ultima tappa impegnativa.
PPPS: Il che non toglie che a questo tour son mancate pure vere tappe da 4000mt di dislivello nella seconda metà della corsa.
Ceemo: Nibali sontuoso, e quasi “arrogante” nel suo volersi prendere anche la 4 tappa. Ma, visto anche i tempi di scalata si evince la bassa qualità dei suoi avversari che neanche hanno provato a replicare al suo attacco. Sul percorso non concordo con N@po. La tappa di ieri, corta e molto nervosa secondo me era disegnata benissimo per attacchi di squadra. Quella di oggi poteva e doveva avere qualche km in più, ma in generale questo Tour ha dimostrato uno dei più bei percorsi degli ultimi anni.
Gigilasegaperenn3: Quella di ieri era in effetti disegnata bene, anche se con alcune pecche (tanta per dirne una: in tappe del genere, spesso le fasi più calde sono date dalla partenza in salita, che ieri è mancata; sarebbe costato molto mettere il Menté all’inizio, visto che l’avevano pure aggirato il giorno prima?). A me le tappe con chilometraggio da Under 23 fanno venire l’orticaria per principio, però posso capire che da un punto di vista spettacolare potesse risultare interessante, e anche tatticamente si prestava a più scenari.
Il problema è che, accanto ad una tappa brevissima come quella di ieri, dovrebbe sempre esserci almeno un tappone che esalti le caratteristiche dei fondisti e consenta di creare grandi distacchi. In questo Tour non c’era niente del genere. La tappa con più dislivello era (credo) quella di Risoul, che come tappone alpino o supposto tale fa ridere, se paragonato ad altri nemmeno troppo distanti nel tempo.
DISCOTOUR: la colonna sonora della tappa del Tour scelta per voi da ilciclismo.it
Sei un mito (883)
The Winner Takes It All (Abba)
a cura di DJ Jorgens
LA TAPPA CHE VERRA’: MAUBOURGUET (Pays du Val d’Adour) – BERGERAC (208,5 Km)
Ci sono tappe che, come in una galleria degli specchi, cambiano aspetto a seconda dell’angolazione con le quali le si scruta e quella di Bergerac è di una di queste. Se fossimo alla terza tappa la “bolleremo” all’istante come frazione adatta ai velocisti, che di certo non si farebbero spaventare troppo dai 1300 metri al 7,6% della Côte de Monbazillac, l’unico GPM previsto dal percorso, piazzata a 13 Km dall’epilogo. Ma ora siamo alla terza tappa… dalla conclusione parigina e la prospettiva cambia diametralmente poichè siamo agli sgoccioli di un’edizione del Tour lunga 3664 Km e all’uscita da un esigente trittico pirenaico. Con i corridori decisamente più stanchi e le file più ridotte, ora diventerà più problematico per le squadre degli sprinter rimasti in gara ricucire sul tentativo di giornata, che potrebbe anche andare in porto. E anche in caso di ricucitura, su quella salitella dalle pendenze non tenerissime qualche sprinter potrebbe non riuscire a tenere le ruote del gruppo. Tra l’altro, le loro squadre dovranno fare tutto da sole perchè le formazioni dei big, invece, si disinteresseranno del tutto alla corsa e cercheranno di rifiatare in questa giornata che traghetterà la corsa verso l’unica cronometro individuale; di certo si riposerà l’Astana di Nibali, la cui leadership è oramai in una “botte di ferro” e nulla può più impensierirla. Occhi aperte solo alle cadute, i pericoli sono sempre dietro l’angolo, vuoi per la stanchezza accumulata (oggi si percorreranno oltre 200 Km), vuoi per le insidie del clima che per questa terz’ultima tappa ha in programma tanta, tanta pioggia.
METEO TOUR
Previsioni meteo della tappa del giorno successivo
Maubourguet : temporale con pioggia moderata (1,4 mm), 19,8°C, vento debole da W (4-6 Km/h), umidità al 89%
Condom (71,5 Km): pioggia moderata (0,7 mm), 20,6°C, vento debole da W (4-5 Km/h), umidità al 84%
Tonneins (Sprint – 130,5 Km): pioggia debole (0,5 mm), 21,1°C, vento debole da SW (3 Km/h), umidità al 82%
Bergerac: pioggia debole (0,5 mm), 21,3°C, vento debole da SSW (3 Km/h), umidità al 82%
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa
Pancani: “Vero e proprio frattura nella classifica”
Martinello: “La sua posizione è abbastanza lontano dal podio”
De Luca: “Ci stiamo avvicinando ad un Tourmalet di 17 Km”
Garzelli: “Un arrivo che tutti vorrebbero vincere”
De Luca: “Diamo modo di unirci a noi anche ai telespettatori di RAI 3″
Martinello: “La grande umiltà che la contraddistingue” (parlava di Alessandro De Marchi)
Pancani: “Il gran premio volante” (tirava vento?)
Pancani: “C’è una giostra che gira tra le moto dei fotografi”
Pancani: “Salita per arrivare al punto più alto del Tour” (Hautacam è a 1520 metri; sull’Izoard si era arriva a 2360 metri)
Pancani: “La sua quarta vittoria al Giro d’Italia”
Cassani: “4300 metri” (ricordando la lunghezza di un Tour da lui corso)
Garzelli: “Andai a provare la crono nella pomeriggio”
Garzelli: “L’orientazione della carovana del Tour” (dimensione)
De Luca: “Dicionnovesima”
Televideo: “Il mitico Tourmalet, conquistato da Kadri e Nieve”
Televideo: “Kruijwijk” ((Kruijswijk)
IL TOUR DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!
Ordine d’arrivo della diciottesima tappa, Tarbes – Hautacam
1° Davide Cimolai (Lampre – Merida)
2° Maciej Bodnar (Cannondale), s.t.
3° Michal Kwiatkowski (Omega Pharma-Quick Step), s.t.
4° Cheng Ji (Team Giant-Shimano) a 10″
5° Roger Kluge (IAM Cycling), s.t.
Classifica generale
1° Cheng Ji (Team Giant-Shimano)
2° Davide Cimolai (Lampre – Merida) a 25′12″
3° Elia Viviani (Cannondale) a 35′29″
4° Marcel Kittel (Team Giant-Shimano) a 37′11″
5° Jean Marc Marino (Cannondale) a 41′19″
L’ULTIMO TOUR DI MERCKX
Tuffo nella storia del Tour del 1974, il quinto ed ultimo conquistato dall’asso belga Eddy Merckx. Ci condurranno indietro di 40 anni i titoli del quotidiano “L’Unità!
20a TAPPA: SAINT-GILLES-CROIX-DE-VIE – NANTES (117 Km)
VIANEN PRIMO NELLA SCIA DELLA MOTO
Tour: più che mai indisturbata la marcia trionfale di Merckx
Per Sercu ancora il secondo posto – La tappa decisa da un allungo negli ultimissimi chilometri – Cinque spettatori investiti dall’auto della KAS – Tour-baby: Mytnik vince la “cronometro”
ARCHIVIO ALMANACCO
Selezionare la voce “Tour de France″ nel menù “Corse” (in home, sopra la copertina)

Salendo verso Hautacam (velopeloton.com)
ALENTOUR DU TOUR… AL PLA D’ADET
luglio 23, 2014 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Cambia nome in occasione del Tour, ma è sempre la consueta rubrica-contenitore del dopo tappa, che vi accompagnerà giorno per giorno, da Leeds a Parigi. Trovete una rassegna stampa “breve”, i commenti dei tifosi, la colonna sonora del giorno, la presentazione della tappa del giorno dopo, le previsioni meteo, gli strafalcioni dei telecronisti, il Tour visto all’incontrario e il ricordo del passato .
I TRE TENORI
Breve rassegna stampa dai paesi dei tre “tenori” del Tour 2014, Nibali, Contador e Froome. In aggiunta l’Equipe e i quotidiani dei vincitori di giornata e delle maglie gialle di turno
Vincenzo Nibali: Italia
Tour, brilla ancora Majka Nibali in pieno controllo – (Gazzetta dello Sport)
Contador: Spagna – RITIRATO
Majka vence y Valverde sufre para retener la segunda plaza – Valverde: “Peraud es ahora el rival más peligroso” – Contador anuncia que no correrá la Vuelta a España (AS)
Valverde, el superviviente – Mantiene el segundo puesto (Marca)
Majka suma su segunda etapa en el Tour – Valverde: “Ahora Peraud es el rival más peligroso” (El Mundo Deportivo)
Froome: Regno Unito – RITIRATO
Vincenzo Nibali strengthens hold on yellow jersey as Rafal Majka win stage 17 (The Independent)
Majka’s second stage (The Time)
Majka in Pole position for polka dot(The Daily Telegraph)
Francia
Peraud vers le podium, Majka au top – Contador forfait pour la Vuelta (L’Equipe)
Polonia (Rafał Majka)
Rafał Majka wygrywa drugi górski etap Tour de France. Samotnie pokonuje ostatnie metry Gazeta Wyborcza
TOUR D’ENFANCE
Guida ai giovani in gara al Tour de France
a cura di Marco Salonna
Non si può dire che quella ottenuta da Rafal Majka in cima al Pla d’Adet sia stata una vittoria a sorpresa, in considerazione di quanto fatto vedere sulle Alpi e anche del fatto che nella precedente frazione di Bagnéres-de-Luchon, vinta dal compagno Michael Rogers (insieme al quale sta costruendo un finale di Tour da incorniciare per una Tinkoff-Saxo ferita dall’abbandono di Alberto Contador), si era risparmiato giungendo al traguardo in forte ritardo, ma di sicuro lo scalatore di Zegartowice sta giorno dopo giorno impressionando, tanto che viene da chiedersi quale posizione occuperebbe in classifica generale se l’avesse curata fin dall’inizio, malgrado un dispendioso Giro d’Italia nelle gambe. Ad onor del vero, lungo le prime salite di giornata Majka non è apparso brillantissimo, complice probabilmente il fatto che una tappa di soli 124,5 km non si addice particolarmente alle sue caratteristiche di fondista, e sembrava che la sua maglia a pois dovesse ritornare sulle spalle di Joaquim Rodríguez, ma sulle rampe che portavano a Pla d’Adet il catalano si è eclissato mentre il polacco ha ritrovato tutta la sua forza, andando dapprima a togliersi di ruota uomini di classifica come Pierre Rolland, Fränk Schleck e Bauke Mollema, protagonisti con lui della fuga che ha caratterizzato la tappa, e nel finale a spegnere i sogni di un coraggioso Giovanni Visconti e vincere per distacco davanti al siciliano della Movistar. Non sappiamo se Majka sarà ancora davanti nell’ultima tappa pirenaica che si conclude in salita ad Hautacam e che prevede in precedenza la scalata al mitico Tourmalet, anche perchè in ottica maglia a pois sarebbe ideale per lui una fuga di uomini non interessati alla classifica degli scalatori, ma vincendo a Risoul dopo il secondo posto di Chamrousse ha dimostrato che anche il recupero non gli manca e dunque attendiamocelo nuovamente protagonista.
BOX POPULI
Ogni giorno qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
Mauro Facoltosi: Secondo voi su quale salita si accenderà la corsa tra i primi della classifica?
Nebe1980: Se qualcuno punta alla maglia gialla ( e sarebbe anche il caso) attaccherà sulla salita di Val Louron, se invece si punta solo alle posizioni di rincalzo si giocherà tutto sull’ultima ascesa
Mauro Facoltosi: Bis di Majka. Nibali stacca ancora tutti (Valverde perde altri 50″) e, come a Risoul, l’unico a riuscire a rimanere con lui è Peraud. Commenti?
Nebe1980: Mica male Giancristoforo! è a 8 secondi dal podio. Rafo dal canto suo dimostra che con una prima settimana migliore avrebbe potuto tentare la top ten giro / tour cosa che per ora sta riuscendo a Rolland anche se mancano due tappe importanti
N@po: astana oggi perfetta. Non ha sbagliato niente. Geniale sopratutto l’idea di piazzare DeMarchi in fuga per il finale.. (giuro che l’ho ‘pensata’ appena è scattato entrando nella fuga)
PS: Domani il tratto fine discesa tourmalet inizio Hautacam necessita ancora corridori Astana che scollinino il tourmalet davanti al gruppo Nibali.
DISCOTOUR: la colonna sonora della tappa del Tour scelta per voi da ilciclismo.it
Eh, Cumpari! (Julius La Rosa, Archie Bleyer), dedicata a Visconti e Nibali
a cura di DJ Jorgens
LA TAPPA CHE VERRA’: PAU – HAUTACAM (145,5 Km)
Estrema occasione per gli scalatori di accaparrarsi un posto al sole sui gradini più bassi del podio del Tour, perchè l’odierna tappa ha dimostrato che il più alto è saldamente sotto i piedi di Nibali, l’ultima delle sei tappa d’alta montagna del Tour 2014 proporrà due delle ascese più impegnative della catena pirenaica. Come in occasione della frazione del Pla d’Adet ci sarà l’abbinamento tra una salita storica ed una scoperta più recentemente ma già entrata con frequenza nella nomenclatura della Grande Boucle. Dopo una fase d’avvio vallonata, nel corso della quale si dovranno superare due GPM di 4a categoria, a 79 Km dalla partenza e a una settantina dalla conclusione (anche questa sarà una tappa relativamente breve, si percorreranno in tutto 145,5 Km), si attaccherò lo storico Col de Tourmalet, 17 Km al 7,3% per salire fino a 2115 metri di quota e aggiudicarsi anche lo speciale traguardo dedicato a Jacques Goddet, direttore del Tour per 50 anni, dal 1937 al 1987. Terminata la lunga discesa, ci si arrampicherà verso la stazione invernale di Hautacam percorrendo una salita di 13,6 Km al 7,8% che il Tour ha “battezzato” il 13 luglio del 1994, giorno del primo scatto in salita di Pantani sulle strade di Francia, un tentativo non andato a buon fine perchè il “Pirata” sarà ripreso dal francese Leblanc e dallo spagnolo Indurain, che lo precederanno di una ventina di secondi al traguardo.
METEO TOUR
Previsioni meteo della tappa del giorno successivo
Pau : nuvole sparse con possibilità di deboli ed isolate precipitazioni, 25°C (percepiti 26°C), vento debole da WNW (8 Km/h), umidità al 80%
Trébons (Sprint – 61,5 Km) : pioggia debole (0,1 mm) , 23,7°C, vento debole da WNW (5-6 Km/h), umidità al 82%
Col du Tourmalet (GPM – 2115 m – 95,5 Km)* : cielo sereno con possibilità di deboli ed isolate precipitazioni, 12,3°C, vento debole da SW (4 Km/h), umidità al 50%
Hautacam : previsioni non disponibili
* previsioni a quota 2865 metri (Pic du Midi de Bigorre)
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa
Pancani: “Trekt” (Trek)
De Luca: “L’arrivo odierno è in Italia”
Bugno: “Questi corridori si attaccherà tra di loro”
De Luca: “Vedremo una battaglia finale sull’ascesa finale”
Pancani: “In cima alla corsa il Tour ritornerà in territorio francese” (in cima al Col du Portillon)
Martinello: “Il team Astana si è messa davanti alla corsa”
Martinello: “Il team Sky è rimasto senza capitani da vincere”
Martinello: “Vedremo se oggi si rinconfermà”
De Luca: “Sta provendo a uscire dal gruppetto”
Martinello: “Staremo a vedere cosa compinerà”
Martinello: “I corridori possono vedere, tornante dopo tornante, sopra di loro”
Pancani: “La finale di questa salita”
Pancani: “Non proprio bellissima il taglio del traguardo”
Garzelli: “Il giorno della festa francesi”
De Luca: “Non è contento il viso”
Televideo: “Hautacham” (Hautacam)
Televideo: “Ripreso da Majka 2,4 Km dall’arrivo”
Televideo: “Nicholas Roche” (Nicolas)
IL TOUR DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!
Ordine d’arrivo della diciassettesima tappa, Saint-Gaudens – Saint-Lary / Pla d’Adet
1° Marcel Kittel (Team Giant-Shimano)
2° Tom Veelers (Team Giant-Shimano) a 1″
3° Adrien Petit (Cofidis, Solutions Credits) a 1′00″
4° Cyril Lemoine (Cofidis, Solutions Credits), s.t.
5° Marcel Sieberg (Lotto-Belisol), s.t.
Classifica generale
1° Cheng Ji (Team Giant-Shimano)
2° Davide Cimolai (Lampre – Merida) a 25′22″
3° Elia Viviani (Cannondale) a 34′26″
4° Marcel Kittel (Team Giant-Shimano) a 37′10″
5° Jean Marc Marino (Cannondale) a 40′16″
L’ULTIMO TOUR DI MERCKX
Tuffo nella storia del Tour del 1974, il quinto ed ultimo conquistato dall’asso belga Eddy Merckx. Ci condurranno indietro di 40 anni i titoli del quotidiano “L’Unità!
19a TAPPA (1a SEMITAPPA): PAU – BORDEAUX (195,5 Km)
19a TAPPA (2a SEMITAPPA): CIRCUIT DU LAC (cronometro individuale – 12,4 Km)
UN MERCKX AMARO E POLEMICO: “SIAMO TUTTI DELLE MARIONETTE…”
Mentre si appresta a vincere il suo quinto Giro di Francia
Campaner “gregario in libertà” di turno, primo a Bordeaux con 14’01” di Vantaggio – Eddy si aggiudica di poco la “cronometro” – Un interessante esperimento medico: Eddy Merckx “cavia” al Tour – Tour-baby: a Bordeaux vince Danguillaume*
*fratello del vincitore della tappe pirenaiche
ARCHIVIO ALMANACCO
Selezionare la voce “Tour de France″ nel menù “Corse” (in home, sopra la copertina)

La salita verso il Pla d'Adet (foto Flickr)
ALENTOUR DU TOUR… A BAGNÈRES-DE-LUCHON
luglio 23, 2014 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Cambia nome in occasione del Tour, ma è sempre la consueta rubrica-contenitore del dopo tappa, che vi accompagnerà giorno per giorno, da Leeds a Parigi. Trovete una rassegna stampa “breve”, i commenti dei tifosi, la colonna sonora del giorno, la presentazione della tappa del giorno dopo, le previsioni meteo, gli strafalcioni dei telecronisti, il Tour visto all’incontrario e il ricordo del passato .
I TRE TENORI
Breve rassegna stampa dai paesi dei tre “tenori” del Tour 2014, Nibali, Contador e Froome. In aggiunta l’Equipe e i quotidiani dei vincitori di giornata e delle maglie gialle di turno
Vincenzo Nibali: Italia
Tour, gran colpo di Rogers. Nibali resta in giallo – Un’auto ostacola Nibali – Nibali: “Così mangio gli avversari” (Gazzetta dello Sport)
Tour, Nibali «controlla» sui Pirenei: altro passo avanti verso Parigi (Corriere della Sera)
Contador: Spagna – RITIRATO
Ganó Rogers, atacó Pinot, aguantó Valverde, cedió Bardet – Valverde: “He dado un gran paso para estar en el podio” (AS)
Pinot tumba a Bardet – Valverde pudo seguirle y sigue segundo – (Marca)
Michael Rogers se lleva la etapa más larga del Tour – Valverde: “Un gran paso para el podio” (El Mundo Deportivo)
Froome: Regno Unito – RITIRATO
Rogers wins longest stage of the Tour (The Independent)
Rogers wins stage 16 of the Tour de France (The Time)
Rogers wins stage as Bardet’s hopes suffer (The Daily Telegraph)
Francia
La bonne affaire de Pinot – Rogers frustre les Europcar (L’Equipe)
Australia (Michael Rogers)
Australian claims stage 16 of Tour de France (The Age)
Rogers wins his first Tour stage (The Australian)
TOUR D’ENFANCE
Guida ai giovani in gara al Tour de France
a cura di Marco Salonna
Quella di Bagnéres-de-Luchon si è rivelata – sia in ottica podio di Parigi, sia in ottica maglia bianca – una giornata molto favorevole per Thibaut Pinot che ha distanziato di 1′34” Romain Bardet, al quale ha strappato la leadership nella classifica di miglior giovane, e di addirittura 3′36” Tejay Van Garderen che sarebbe stato molto pericoloso in virtù dei 54 Km della cronometro del penultimo giorno da Bergerac a Périgueux. Il 24enne di Mélisey – che in classifica ora è 3°, distanziato di 5′06” da Vincenzo Nibali e di 29” da Alejandro Valverde mentre precede di 1′02” Jean-Christophe Péraud – che, sia sui Vosgi, sia sulle Alpi, era stato molto competitivo ma senza mai dare queste dimostrazioni di forza, oggi ha impressionato lungo le ultime rampe del Port de Balés dove, dopo aver fatto tirare a tutta il bravissimo Arnold Jeannesson, ha fatto la differenza mettendo in difficoltà anche la maglia gialla, che in precedenza in questo Tour era stato tolto di ruota in salita solo da Alberto Contador negli ultimi metri della tappa di Gérardmer. Nella successiva discesa il capitano della Fdj.fr ha palesato le sue consuete carenze che hanno fatto sì che Nibali, Valverde e Péraud riuscissero a rientrare; ma, grazie anche all’apporto di Jérémy Roy, reduce dalla fuga di giornata, è riuscito a rimanere nella loro scia e a guadagnare terreno sugli altri rivali per la classifica generale. E’ vero che per poter salire sul podio Pinot avrà bisogno di guadagnare qualche minuto sia su Valverde che su Péraud, entrambi molto più forti di lui nelle prove contro il tempo, ma il terreno delle prossime tappe è decisamente favorevole allo scalatore francese che, se dimostrerà di avere la stessa condizione avuta lungo le rampe del Port de Balès e se riuscirà a rimanere con i migliori nelle discese di Portillon, Peyresourde e Val Louron-Azet e il giorno dopo in quella del Tourmalet, potrà tentare di fare la differenza sulle ascese di Saint-Lary-Soulan e Hautacam, in cima alle quali si concluderanno le prossime due tappe pirenaiche.
BOX POPULI
Ogni giorno qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
Mauro Facoltosi: Previsioni sulla tappa? Nibali proverà in discesa o si accontenterà del vantaggio accumulato?
Nebe1980: Non credo che Nibali attaccherà in discesa, ha un buon vantaggio e non avrebbe senso prendere rischi inutili, tuttavia la discesa è tecnica e qualcuno potrebbe patirla, nella lotta per il podio quindi qualcuno potrebbe attaccare ed in quel caso Nibali potrebbe affilarsi a costui ed andare all’arrivo. Certo che se qualcuno ha intenzione di puntare alla maglia gialla domani deve attaccare già dalle pendici del Bales, le possibilità di recupero ci sono ancora ma ogni tappa che passa si affievoliscono. Più che altro secondo me tenteranno di attaccare Pinot in discesa dato che il francese ha mostrato grossi limiti su quel terreno ed oggi è il giorno ideale per gli altri per tentare di rifilargli un distacco tale da far pensare ad un anticipato de profundis delle sue speranze podiesche
Mauro Facoltosi: Vittoria di Rogers. Nibali mantiene la gialla senza problemi (a parte una flessione a 50 metri dallo scollinamento del Bales, su uno scatto di Pinot) e arriva al traguardo con Valverde e lo stesso Pinot. Crollo di Van Garderen. Pinot sale al terzo posto della classifica. Commenti?
Nebe1980: ottimo Rogers quest’anno tre grandi vittorie e lui è un passista
non ho capito se sul gpm nibali ha avuto un piccolo cedimento sullo sprint di pinot o se si è sfilato per sistemarsi, prendere borracce ecc
N@po: L’Astana continua a confermarsi bollita. Non si capisce perchè, vista la situazione disastrosa, non mandino nelle fughe almeno un paio di corridori non cadaverici (tipo Westra e Kangert) per averli davanti quando conta. Non dovrebbero nemmeno collaborare alla fuga, dato che sarebbero a copertura della maglia gialla. Delusione Tj. L’ag2r va tenuta d’occhio impedendole fughe anche di comprimari.
Salitepuntocià: Nibali di fare la volata per il gpm non gliene fregava nulla. Anzi ha fatto bene a lasciarla a Pinot, gli si da contentino e erano anni che un francese non era cosi’ in alto in classifica.
DISCOTOUR: la colonna sonora della tappa del Tour scelta per voi da ilciclismo.it
I nostri auguri di buon compleanno al principe Giorgio (quello giusto!!!)
a cura di DJ Jorgens
LA TAPPA CHE VERRA’: SAINT-GIRONS – SAINT-LARY (PLA D’ADET) (124,5 Km)
Breve ma concentrata. Può essere definita così la seconda giornata pirenaica del Tour de France 2014, che farà percorrere a Nibali e avversari appena 124,5 Km, che si annunciano, però, intensi a livello difficoltà. Lasciati scivolare sotto le ruote i primi 50 Km, totalmente privi di asperità, i rimanenti 76 Km proporranno una dopo l’altro quattro ascese importanti, le prime due “pescate” dalla storia gloriosa del Tour de France e le altre, quelle più impegnative, frutto di scoperte più recenti. Si comincerà, dopo esser sconfinati per un tratto in territorio spagnolo, con gli 8,3 Km al 7,1% del Col du Portillon, affrontato per la prima volta nel 1957. Rientrati in Francia si andrà all’attacco dei 13,2 Km al 7,1% del Col du Peyresourde, che fu la prima salita del primo tappone pirenaico della storia, disputato il 21 luglio 1910 tra Bagnères-de-Luchon e Bayonne, vinto da Octave Lapize, colui che, in quell’occasione, definì “assassini” gli organizzatori del Tour. Subito dopo la tappa entrerà nel vivo con le ascese più “succose”, partendo dai 7,4 Km al 8,3% che condurrano ai 1580 metri del Col de Val Louron-Azet, ascesa scoperta nel 1991 con l’arrivo di tappa nell’omonima stazione invernale, dove si impose Chiappucci, anche se la prima scalata “totale” fino al soprastante Col d’Azet sarà proposta solo nel 1997. Superato il penultimo GPM a 22 Km dal traguardo, ci si tufferà in discesa verso Saint-Lary-Soulan, la località di villeggiatura dalla quale partirà l’ascesa finale verso la stazione invernale del Pla d’Adet, che sarà arrivo di tappa per la decima volta nella storia. In occasione della prima ascesa, nel 1974, fu il beniamino dei francesi Poulidor il migliore in vetta ai 10,2 Km al 8,3% di questa scalata che, finora, non hai visto trionfare un italiano. Che siano l’anno giusto per colmare questa lacuna?
METEO TOUR
Previsioni meteo della tappa del giorno successivo
Saint-Gaudens: cielo sereno, 24,5°C (percepiti 23°C), vento debole da NW (9-10 Km/h), umidità al 65%
Saint-Béat (Sprint – 31 Km): cielo sereno, 26°C (percepiti 28°C), vento debole da NNW (9-12 Km/h), umidità al 64%
Bagnères-de-Luchon (68,5 Km): cielo sereno, 25,2°C (percepiti 27°C), vento debole da NNW (10-12 Km/h), umidità al 66%
Saint-Lary-Soulan (centro – 112,5 Km): cielo sereno, 23,9°C (percepiti 22°C), vento moderato da NNW (10-12 Km/h), umidità al 67%
Pla d’Adet: previsioni non disponibili
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa
De Luca: “Il leader della maglia gialla”
Pancani: “Soppramominata”
Pancani: “Pordò de Bales” (Port de Bales)
Martinello (leggendo un messaggio in sovraimpressione): “Tanti auguri al principe Giorgio… deve essere un adetto di ASO” (oggi compiva un anno il principe George di Cambridge, figlio di William e Kate)
De Luca: “Megan Foss” (Megan Fox)
Pancani: “Per il tredicesimo giorno Vincenzo Nibali è partito da Carcassonne”
Martinello: “Col d’Azet (Col des Ares, l’Azet si scala domani)
Martinello: “La cadura ad Harrogate”
De Luca: “Rafa Majka” (Rafao)
Pancani: “Il montagna” (il Gran Premio della Montagna)
Martinello: “Moviterà” (Motiverà)
Martinello: “Corradore”
Martinello: “Prima che possa arrivare l’ammiraglia, l’ammiraglia non ci sarà più”
Martinello: “La volata fotofinish per il secondo posto”
Garzelli: “Grandissimo passista, scalatora”
Televideo: “Bagnére Luchon” (Bagnéres-de-Luchon)
IL TOUR DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!
Ordine d’arrivo della sedicesima tappa, Carcassonne – Bagnéres-de-Luchon
1° Alessandro Vanotti (Astana Pro Team)
2° Dmitriy Gruzdev (Astana Pro Team) a 1′44″
3° Alessandro De Marchi (Cannondale) a 2′56″
4° Luca Paolini (Team Katusha), s.t.
5° Vladimir Isaichev (Team Katusha), s.t.
Classifica generale
1° Cheng Ji (Team Giant-Shimano)
2° Davide Cimolai (Ita) Lampre – Merida a 24′26″
3° Elia Viviani (Cannondale) a 34′26″
4° Jean Marc Marino (Cannondale) a 36′22″
5° Marcel Kittel (Team Giant-Shimano) a 38′20″
L’ULTIMO TOUR DI MERCKX
Tuffo nella storia del Tour del 1974, il quinto ed ultimo conquistato dall’asso belga Eddy Merckx. Ci condurranno indietro di 40 anni i titoli del quotidiano “L’Unità!
18a TAPPA: BAGNÈRES-DE-BIGORRE – PAU (141,5 Km)
DANGUILLAUME VINCE ANCHE A PAU
Anche la diciottesima tappa sotto la perfetta regia di Merckx
Panizza 17° nella scia della maglia gialla
ARCHIVIO ALMANACCO
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Bagnères-de-Luchon vista dall'aereo (www.survoldefrance.fr)

