IMPRESA DI FUGLSANG, FUNAMBOLO DELLE ARDENNE

aprile 28, 2019 by Redazione  
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Jakob Fuglsang, sfruttando una grande condizione e un Team Astana in versione corazzata, vince la sua prima Classica Monumento. “Doyenne” ancora indigesta per Julian Alaphilippe. Buona prova di Vicenzo Nibali e soprattutto di Davide Formolo, secondo al traguardo.

Si è corsa oggi l’ultima classica di primavera, la Liegi-Bastogne-Liegi, la più antica tra le classiche, disputata interamente nella regione della Vallonia fin dal 1892. La “Doyenne” (in italiano la “Decana”) è anche l’ultima corsa del trittico delle Ardenne, dopo Freccia Vallone e Amstel Glod Race. È La corsa che racchiude tutto, l’Alfa e l’Omega, la prima delle Classiche come anzianità e l’ultima di primavera, disputata quando si chiude la pagina delle grandi classiche del Nord e si comincia a pensare ai Grandi Giri. È la centocinquesima edizione, 256 chilometri da percorrere e undici “côtes” da superare con un finale innovativo perchè la corsa è tornata a concludersi a Liegi e non più sulla collina di Ans, in quella Liegi dove abitano molti emigrati italiani e proprio per questo la “Doyenne” è stata definita anche come la “corsa degli italiani, nonostante l’ultima vittoria azzurro risalga oramai al 2007 quando fu vinta da Danilo Di Luca.
Sotto un cielo grigio e plumbeo, con una temperatura fredda e qualche goccia di pioggia, i corridori partivano da Liegi alle 10:30. Al via non c’era il campione uscente Bob Jungels (Deceuninck – Quick Step), assente per scelta di squadra, mentre erano presenti Alejandro Valverde (Movistar), Wout Poels (Sky), Daniel Martin (UAE-Team Emirates) e Philippe Gilbert (Deceuninck – Quick Step), corridori che avevano vinto in passato la Liegi e in particolare lo spagnolo ambiva al quinta successo in carriera nella “Decana”.
Subito dopo la partenza si susseguivano numerosi tentivi di attacco. Tra i tanti, alla fine riuscivano ad evadere dal controllo del gruppo Julien Bernard (Trek-Segafredo), Lilian Calmejane (Total Direct Énergie), Tobias Ludvigsson (Groupama-FDJ), Andrea Pasqualon (Wanty-Gobert), Jérémy Maison (Arkéa-Samsic), Kevin Deltombe (Sport Vlaanderen Baloise), Kenny Molly e Mathijs Paaschens (Wallonie Bruxelles). Fabio Felline (Trek-Segafredo) era, invece, il primo corridore costretto al ritiro, in una stagione piuttosto deludente per il piemontese, lontana dai fasti che lo avevano portato a vincere la classifica a punti alla Vuelta di Spagna del 2016, dove aveva preceduto nella speciale classifica Nairo Quintana di 3 punti. Si ritiravano anche Martin e soprattutto Valverde, che alzava bandiera bianca quando di chilometri al traguardo ne mancavano 103, mentre sfumava per lui il sogno di eguagliare il record di successi di Eddy Merckx alla Liegi.
I fuggitivi riuscivano a raggiungere un vantaggio di 10 minuti, ma sotto l’impulso della Deceuninck, il gap accumulato si andava via via riducendo chilometro dopo chilometro. Mentre il gruppo principale si allungava pericolosamente, i fuggitivi perdevano pezzo dopo pezzo. Tra gli attaccanti allungava un vivacissimo Julien Bernard, che andava a scollinare da solo sulla salita dello Stockeau.
Con Bernard da solo in testa alla corsa e i suoi ex compagni di fuga assorbiti dal gruppo, quando mancavano 74 chilometri alla linea d’arrivo iniziavano le scaramucce tra i big. Si avvantaggia un gruppetto di una ventina di ciclisti tra i quali c’erano Greg Van Avermaet (CCC Team), Cesare Benedetti (Bora-Hansgrohe), Enric Mas e Philippe Gilbert (Deceuninck – Quick Step), Sergio Henao (Team-UAE Emirates) e Antonio Nibali (Bahrein-Merida), i quali riprendevano un coriaceo Bernard. Dopo qualche centinaio di metri, però, il gruppo si ricongiungeva grazie all’impulso della Movistar, annullando così l’azione di un Van Avermaet propositivo. Il belga non era riuscito a portare via un gruppetto di attaccanti a causa anche del team spagnolo che dopo l’abbandono di Valverde lavorava per Mikel Landa.
Ai meno 64 scattava Tanel Kangert (Ef Education First); l’estone, che fino ad oggi aveva corso una prima parte di stagione anonima, veniva seguito dall’ex compagno di squadra Omar Fraile (Astana), che si metteva alla sua ruota con la funzione di stopper, non offrendo nessun cambio. I due sulla Côte du Maquisard venivano raggiunti da un gruppettino di attaccanti composto da Michael Albasini (Mitchelton-Scott), Benoît Cosnefroy (Ag2r La Mondiale), David De La Cruz (Sky), Winner Anacona e Carlos Verona (Movistar), Bjorg Lambrecht (Lotto Soudal), Alessandro De Marchi (CCC Team) e Damiano Caruso (Bahrein Merida). La Bahrein stava entrando in ogni tentativo di attacco di giornata, segno della buona condizione fisica di Vincenzo Nibali. Lo “Squalo” non era mai riuscito a vincere la Liegi, andandoci vicino nel 2012, quando arrivò secondo, beffato all’ultimo chilometro dal kazako Maxim Iglinsky. Non facevano parte nel gruppetto i corridori della Deceuninck, che si trovavano invece in testa al secondo gruppo a guidare l’inseguimento. A causa di un problema meccanico era costretto a staccarsi De La Cruz, mentre i suoi ex compagni d’avventura raggiungevano i 50” di vantaggio quando di chilometri al traguardo ne mancavano 43.
Senza grossi scossoni – fin qui dove le notizie più importanti erano state il ritiro di Valverde e una Bahrein-Merida ”elettrica” con Vincenzo Nibali attento sempre nelle prime parti del gruppo – si giungeva a 37 chilometri dal traguardo sulla mitica Côte de la Redoute, salita simbolo della Liegi. Kangert allungava ulteriormente tra gli attaccanti, mentre Anacona veniva ripreso dal gruppo, che inseguiva a 35” di ritardo e nel quale si vedevano in testa uomini della Movistar, della Deceuninck e della Bahrein. La Redoute, intanto, rischiava di mietere una vittima illustre, nientemeno che Philippe Gilbert. Il campione belga, nativo proprio del paese dove ha inizio la salita, riusciva a resitere in coda al gruppo aggrappandosi con le unghie e con i denti al corridore che lo precedeva. Resistevano anche corridori veloci, ma non proprio ”passisti-scalatori”, come Michael Matthews (Team Sunweb) e Van Avermaet, segno che l’andatura non era delle più intense. Infatti, nessuno dei favoriti di giornata aveva provato ad inventarsi qualcosa sulla Redoute, asciando i favoriti principali di giornata, Jakob Fuglsang (Astana) e Julian Alaphilippe (Deceuninck Quick-Step) al coperto tra i propri gregari.
Sulla Côte des Forges attaccava Patrick Konrad (Bora-Hansgrohe), che raggiungeva Kangert in testa alla corsa; successiva i due venivano raggiunti da Daryl Impey (Mitchelton-Scott) e Tim Wellens (Lotto Soudal). Il quartetto acquisiva 15” di vantaggio dal plotone guidato dall’Astana, che nel frattempo aveva ripreso Albasini, Caruso, De Marchi e Anacona. Con questa composizione della corsa e con la pioggia che aveva ripreso a bagnare i corridori, a 16 chilometri dall’arrivo iniziava l’ultima côte di giornata, la Roche-aux-Faucons.
Sulla “salita dei falchi” un’Astana in versione tritacarne guidava il gruppo all’inseguimento del quartetto. Una volta ripresi partiva Fuglsang e solo Michael Woods (EF Education First) e Davide Formolo (Bora-Hansgrohe) riuscivano a tenere le ruote del danese, mentre Alaphilippe si faceva sorprendere. Perdevano terreno, staccandosi definitivamente, Matthews e Van Avermaet. L’azione dell’Astana aveva sparigliato la corsa e gli inseguitori non riuscivano ad organizzarsi, mentre Fuglsang accellerava nuovamente staccando prima Woods e poi Formolo, restando da solo a 13 chilometri dalla fine.
Alaphilippe usciva mestamente dalla corsa mentre da dietro, Landa, Nibali, Adam Yates (Mitchelton-Scott), Dylan Teuns (Bahrein-Merida), David Gaudu (Groupama-Fdj) e Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe) avevano trovato la giusta collaborazione per provare un disperato inseguimento. Fuglsang dimostrava, però, di avere una condizione e una lucidità straordinaria, quest’ultima palesatasi a 3 Km dal traguardo quando il danese slittava sul cordolo in cemento a bordo strada e riusciva a non cadere con un’impresa degna di un equilibrista. E intanto guadagnava anche terreno sugli inseguitori, arrivando ad avere 25” di vantaggio su un generoso Davide Formolo, saliti poi a 27″ sul ritrovato traguardo di Liegi mentre terzo a quasi un minuto era un altro uomo della Bora-Hansgrohe, il tedesco Schachmann, che batteva Adam Yates allo sprint. Poco più dietro si piazzava ottavo Nibali, prestazione non male in chiave Giro d’Italia per il siciliano, reduce da un grande Tour of the Alps.
Come detto all’inizio, la “Doyenne” è l’Alfa e l’Omega, la corsa dove i nodi vengono al pettine. All’Amstel Fuglsang e Alaphilippe vennero beffati da Mathieu Van Der Poel in un finale beffardo. Alaphilippe si riscattava alla Freccia Vallone, mentre Fuglsang si prendeva oggi la sua personale rivincita. Il ciclismo toglie, il ciclismo da, specie ai coraggiosi e agli avventurieri come un grande Jakob Fuglsang.

Luigi Giglio

ORDINE D’ARRIVO

1 Jakob Fuglsang (Den) Astana Pro Team 6:37:37
2 Davide Formolo (Ita) Bora – Hansgrohe 0:00:27
3 Maximilian Schachmann (Ger) Bora – Hansgrohe 0:00:57
4 Adam Yates (GBr) Mitchelton – Scott
5 Michael Woods (Can) EF Education First
6 David Gaudu (Fra) Groupama – FDJ
7 Mikel Landa Meana (Spa) Movistar Team
8 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain – Merida 0:01:00
9 Dylan Teuns (Bel) Bahrain – Merida 0:01:05
10 Wout Poels (Ned) Team Sky 0:01:26
11 Tim Wellens (Bel) Lotto Soudal 0:01:29
12 Michal Kwiatkowski (Pol) Team Sky
13 Patrick Konrad (Aut) Bora – Hansgrohe
14 Jay Mc Carthy (Aus) Bora – Hansgrohe
15 Carlos Betancur (Col) Movistar Team
16 Julian Alaphilippe (Fra) Deceuninck – Quick – Step
17 Laurens De Plus (Bel) Team Jumbo – Visma
18 Tadej Pogačar (Slo) Uae Team Emirates
19 Guillaume Martin (Fra) Wanty – Gobert Cycling Team
20 Daniel Felipe Martinez Poveda (Col) EF Education First
21 Romain Bardet (Fra) AG2R La Mondiale
22 Ilnur Zakarin (Rus) Team Katusha Alpecin
23 Daryl Impey (RSA) Mitchelton – Scott 0:02:09
24 Anthony Perez (Fra) Cofidis, Solutions Credits
25 Rudy Molard (Fra) Groupama – FDJ
26 Toms Skujins (Lat) Trek – Segafredo
27 Bjorg Lambrecht (Bel) Lotto Soudal
28 Jesus Herrada (Spa) Cofidis, Solutions Credits
29 Sergio Luis Henao Montoya (Col) UAE Team Emirates 0:02:12
30 Jan Bakelants (Bel) Team Sunweb 0:02:13
31 Valentin Madouas (Fra) Groupama – FDJ 0:02:15
32 Tanel Kangert (Est) EF Education First 0:02:17
33 Gorka Izagirre Insausti (Spa) Astana Pro Team 0:02:26
34 Giulio Ciccone (Ita) Trek – Segafredo 0:02:28
35 Michael Matthews (Aus) Team Sunweb 0:03:03
36 Matej Mohoric (Slo) Bahrain – Merida 0:03:15
37 Odd Christian Eiking (Nor) Wanty – Gobert Cycling Team 0:03:34
38 Enrico Battaglin (Ita) Team Katusha Alpecin
39 Diego Ulissi (Ita) UAE Team Emirates
40 Simon Clarke (Aus) EF Education First
41 Alessandro De Marchi (Ita) CCC Team 0:03:37
42 Eliot Lietaer (Bel) Wallonie Bruxelles 0:04:11
43 Tom-Jelte Slagter (Ned) Team Dimension Data
44 Carlos Verona Quintanilla (Spa) Movistar Team
45 Benoit Cosnefroy (Fra) AG2R La Mondiale
46 G Lawson Craddock (USA) EF Education First
47 Davide Villella (Ita) Astana Pro Team 0:06:05
48 Quentin Pacher (Fra) Vital Concept – B&B Hotels 0:06:53
49 Tao Geoghegan Hart (GBr) Team Sky 0:06:56
50 Tom Dumoulin (Ned) Team Sunweb
51 Marc Hirschi (Swi) Team Sunweb
52 Greg Van Avermaet (Bel) CCC Team
53 Cesare Benedetti (Ita) Bora – Hansgrohe 0:08:22
54 Omar Fraile Matarranz (Spa) Astana Pro Team 0:09:20
55 Luis León Sanchez (Spa) Astana Pro Team
56 Ion Izaguirre Insausti (Spa) Astana Pro Team
57 Damiano Caruso (Ita) Bahrain – Merida
58 Philippe Gilbert (Bel) Deceuninck – Quick – Step
59 Enric Mas Nicolau (Spa) Deceuninck – Quick – Step
60 Damien Howson (Aus) Mitchelton – Scott
61 Nicola Conci (Ita) Trek – Segafredo
62 Thomas Sprengers (Bel) Sport Vlaanderen – Baloise 0:09:48
63 Louis Vervaeke (Bel) Team Sunweb
64 Aurélien Paret Peintre (Fra) AG2R La Mondiale
65 Dmitrii Strakhov (Rus) Team Katusha Alpecin 0:10:36
66 Lawrence Warbasse (USA) AG2R La Mondiale
67 David De La Cruz Melgarejo (Spa) Team Sky 0:11:32
68 Winner Andrew Anacona (Col) Movistar Team 0:11:59
69 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal
70 Michael Albasini (Swi) Mitchelton – Scott
71 Andrey Amador (CRc) Movistar Team
72 Antonio Nibali (Ita) Bahrain – Merida
73 José Gonçalves (Por) Team Katusha Alpecin 0:13:11
74 Michal Golas (Pol) Team Sky
75 Edward Dunbar (Irl) Team Sky
76 Mikael Cherel (Fra) AG2R La Mondiale
77 Jonas Koch (Ger) CCC Team
78 Koen Bouwman (Ned) Team Jumbo – Visma
79 Roman Kreuziger (Cze) Team Dimension Data
80 Salvatore Puccio (Ita) Team Sky
81 Nils Politt (Ger) Team Katusha Alpecin
82 Luis Angel Mate Mardones (Spa) Cofidis, Solutions Credits
83 Paul Martens (Ger) Team Jumbo – Visma
84 Bert-Jan Lindeman (Ned) Team Jumbo – Visma
85 Benjamin King (USA) Team Dimension Data 0:17:39
86 Nathan Haas (Aus) Team Katusha Alpecin
87 Justin Jules (Fra) Wallonie Bruxelles
88 Josef Černý (Cze) CCC Team
89 Michael Gogl (Aut) Trek – Segafredo
90 Tomasz Marczynski (Pol) Lotto Soudal
91 Pieter Serry (Bel) Deceuninck – Quick – Step
92 Imanol Erviti (Spa) Movistar Team
93 Romain Sicard (Fra) Total Direct Energie
94 Petr Vakoč (Cze) Deceuninck – Quick – Step
95 Clément Chevrier (Fra) AG2R La Mondiale 0:24:12
96 Romain Hardy (Fra) Team Arkea – Samsic
97 Luka Pibernik (Slo) Bahrain – Merida
98 Pavel Kochetkov (Rus) Team Katusha Alpecin
99 Arnaud Courteille (Fra) Vital Concept – B&B Hotels
100 Jacques Willem Janse Van Rensburg (RSA) Team Dimension Data
101 Marcus Burghardt (Ger) Bora – Hansgrohe

La Liegi 2019 porta la firma di un grande Jakob Fuglsang (foto Bettini)

La Liegi 2019 porta la firma di un grande Jakob Fuglsang (foto Bettini)

TOUR OF THE ALPS, LA SKY VINCE CON SIVAKOV, SALUTA E SE NE VA

aprile 26, 2019 by Redazione  
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La quinta ed ultima tappa del Tour of the Alps 2019 premia la fuga di giornata. È Fausto Masnada (Androni Giocattoli) ad imporsi nettamente a Bolzano con un attacco a circa un chilometro dal traguardo che lascia di sasso il compagno d’avventura Carlos Quintero (Manzana Postobón). Pavel Sivakov (Sky) vince con autorità la breve corsa alpina.

L’ultima tappa del Tour of the Alps 2019 vede la partenza da Caldaro e l’arrivo a Bolzano dopo 148 km. Collalbo e San Genesio sono gli ultimi due GPM sui quali si potrà assistere alla battaglia tra i big di classifica. Pavel Sivakov (Sky) veste la maglia ciclamino ed il secondo posto del compagno Tao Geoghegan Hart sembra chiudere il discorso per la vittoria di un ciclista dello squadrone britannico, prossimo a chiudere i battenti ed a rigenerarsi, per così dire, con il nuovo sponsor Ineos. Pare difficile che Rafał Majka (Bora Hansgrohe) e Vincenzo Nibali (Bahrain Merida), subito dietro in classifica generale, possano impensierire la coppia suddetta, nonostante abbiano mostrato di avere una gamba niente male in salita. Dopo la partenza da Caldaro si formava una maxi fuga composta da 18 ciclisti. Tra gli italiani presenti si segnalavano Dario Cataldo (Astana), Fausto Masnada (Androni Giocattoli), Ivan Santaromita (Nippo Vini Fantini), Edoardo Zardini e Simone Velasco (Neri Sottoli). Era Roland Thalmann (Vorarlberg) a vincere lo sprint intermedio situato al km 26 presso il lago di Caldaro. Il gruppo era tirato dal Team Sky ed aveva un ritardo di 3 minuti sui fuggitivi. Al km 69 in testa alla corsa restavano in sette. Oltre ai già citati Cataldo, Masnada e Thalmann, si segnalava la presenza di Carlos Quintero (Manzana Postobón), Nikita Stalnov (Astana), Mikel Bizkarra (Euskadi Basque Country – Murias) ed Álvaro Cuadros (Caja Rural). Quintero scollinava per primo sul GPM di Collalbo al km 84.2. La fuga aumentava il vantaggio sul gruppo inseguitore nella discesa successiva e tutta la Sky si portava in testa a tirare per evitare che Masnada, maglia ciclamino virtuale, potesse fare qualche scherzetto. Infatti, a circa 40 km dal termine la testa della corsa, composta da Masnada e Quintero, aveva 6 minuti e 40 secondi di vantaggio sul gruppo. Nel frattempo si registrava la caduta di Majka in disceva che complicava e non poco il rientro del polacco nel gruppo della maglia ciclamino, che riusciva a tornare in gruppo grazie ad un paio di compagni di squadra. A 36 km dalla conclusione Masnada e Quintero avevano ancora 6 minuti e 20 secondi di vantaggio sul gruppo. Quintero scollinava per primo anche sul GPM di San Genesio mentre il gruppo maglia ciclamino, ridotto a non più di una decina di unità, scollinava a sua volta a 4 minuti e 50 secondi di ritardo. Nibali scattava nel tratto di falsopiano successivo allo scollinamento, nel quale la strada saliva ancora prima di iniziare la vera e propria discesa verso Bolzano a 24 km dal termine; con il siciliano rimaneva la coppia Sky Geoghegan Hart-Sivakov. Anche Jan Hirt (Astana) e Mattia Cattaneo (Androni Giocattoli) rientravano sul terzetto davanti a loro, mentre un po’ più dietro si trovava Majka, evidentemente non al meglio dopo la caduta e l’affannoso recupero. Masnada e Quintero davano tutto quello che avevano nella discesa e negli ultimi 9 km in pianura che precedevano il traguardo di Bolzano; dietro Sivakov doveva ringraziare Geoghegan Hart che si accollava il lavoro principale nel rintuzzare sulla testa della corsa. Masnava allungava su Quintero a poco più di un chilometro dall’arrivo e trionfava tutto solo all’arrivo ottenendo così la seconda vittoria personale al Tour of the Alps 2019. Quintero si classificava secondo a 7 secondi mentre Velasco era terzo a 1 minuto e 31 secondi. Il gruppo maglia ciclamino veniva regolata da Alexis Vuillermoz (AG2R) dopo 2 minuti e 14 secondi. Pavel Sivakov vince così l’edizione 2019 del Tour of the Alps precedendo di 27 secondi il compagno di squadra Geoghegan Hart e di 33 secondi Nibali. Chiude la top five della generale la coppia Androni Giocattoli Cattaneo-Masnada, rispettivamente in quarta e quinta posizione. Sivakov vince anche la maglia bianca di miglior giovane, mentre la maglia a pois di leader degli scalatori va a Sergio Samitier (Euskadi Basque Country – Murias). Con la fine del Tour of the Alps si apre a maggio la stagione dei GT con il Giro d’Italia assoluto protagonista. La corsa rosa vedrà l’ultimo antipasto nel Giro di Romandia, in programma dal 30 Aprile al 5 Maggio, prima dell’attesa partenza dell’11 Maggio da Bologna.

Giuseppe Scarfone

Il podio del Tour of the Alps 2019 (foto Bettini)

Il podio del Tour of the Alps 2019 (foto Bettini)

LIEGI-BASTOGNE-LIEGI 2019 – I FAVORITI

aprile 26, 2019 by Redazione  
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È l’ultima delle grande classiche del nord, poi le grande firme del ciclismo cominceranno a indirizzare le proprie attenzioni sui Grandi Giri. Qui i favoriti per la vittoria nella 105a edizione della “Doyenne”, che quest’anno ritroverà lo storico traguardo di Liegi “sacrificando” le due salite conclusive che costituivano una presenza fissa nel tracciato della corsa vallone fin dal 1991, le “côtes” di Saint-Nicolas e di Ans

25% – JULIAN ALAPHILIPPE: Impossibile non metterlo come favorito per la Liegi-Bastogne-Liegi dopo le ultime uscite. La Deceuninck – Quick Step come al solito sarà al via in versione corazzata, un motivo in più per il francese per essere il più quotato come favorito di giornata.

15% – VINCENZO NIBALI: La Deceuninck – Quick Step sarà il faro dela corsa e per beffarli ci vorrà un colpo di genio. Chi meglio del siciliano potrà tentarlo? Uscito dal Tour of the Alps con una buona gamba, forse è arrivato finalmente il momento giusto per vendicare la beffa del 2012, quando venne battuto dal solo Iglinskij?

15% – JAKOB FUGLSANG: Protagonista al’Amstel Gold Race e alla Freccia Vallone, in una stagione dove sembra attraversare uno dei momenti più floridi della sua carriera. Domenica non sarà da sottovalutare.

10% – MAXIMILIAN SCHACHMANN: Ha le qualità per far bene, forse gli manca quel pizzico d’esperienza, ma in una corsa aperta e difficile come la Liegi-Bastogne-Liegi tutto può succedere.

10% – MICHAŁ KWIATKOWSKI: Al momento non sembra essere al top. Corridore esperto, dal curriculum di tutto rispetto, in settimana non ha dimostrato di avere la gamba per tenere testa al duo Alaphilippe-Fuglsang. Dovrà affidarsi alla sua fantasia e al suo estro.

5% – BOB JUNGELS: Vincitore in carica della Liegi, il lussemburghese sarà una delle punte della Deceuninck – Quick Step. Se gli avversari marcheranno Alaphilippe, il buon Bob avrà altissime chance di ripetere il bis.

5% – ROMAIN BARDET: Il francese ha questa corsa nel cuore, tante top ten e un terzo posto conquistato l’anno scorso. Il nuovo percorso potrebbe favorirlo.

5% – ALEJANDRO VALVERDE: Lo spagnolo, campione del mondo in carica, ha l’esperienza, la classe e la testa per vincere la sua quinta Liegi-Bastogne-Liegi. Il motore, però, no.

5% – PHILIPPE GILBERT: Dopo Alaphilippe e Jungels c’è lui, il fuoriclasse belga che quindici giorni fa ha trionfato a Roubaix. Vinse a Liegi nel 2011, da tenere d’occhio.

1% – MICHAEL WOODS: Il canadese l’anno scorso arrivò secondo, quest’anno vincere sembrerebbe ancora più difficile.

1% – TOM DUMOULIN: L’olandese, nonostante la sua classe, non ha mai sfondato nelle corse di un giorno. Che sia arrivato il momento giusto?

1% – MICHAEL MATTHEWS: Se non uscirà una corsa dura l’olandese, che sugli strappi non è proprio l’ultimo arrivato, potrebbe dire la sua.

1% – BJORG LAMBRECHT: Sulle Ardenne, in questa settimana, il giovane belga della Lotto-Soudal ha dimostrato di essere un osso duro. Possibile outsider.

1% – ADAM YATES: La Freccia Vallone di mercoledì è l’unica corsa che ha steccato in questo 2019 dove sta correndo da grande protagonista. La Roche aux Faucons sarà per lui un trampolino di lancio davvero ghiotto.

Luigi Giglio

NIBALI LE PROVA TUTTE, MA VINCONO ANCORA GLI SKY

aprile 25, 2019 by Redazione  
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Il forcing impresso dalla Bahrain Merida e dallo stesso Vincenzo Nibali sul Passo Predaia riduce all’osso il gruppetto della maglia ciclamino che si presenta sul traguardo di Cles con quattro unità. Tao Geoghegan Hart (Sky) batte in una volata ristretta proprio Nibali, ottenendo la seconda vittoria personale nella breve corsa alpina. Pavel Sivakov (Sky) conserva con tranquillità prima posizione alla vigilia dell’ultima tappa.

La Forcella di Brez ed il Passo Predaia sono le due difficili salite che caratterizzano la quarta tappa del Tour of the Alps 2019 da Baselga di Pinè a Cles. Il chilometraggio non eccessivo (134 km) invita gli attaccanti di giornata a provarci fin dalla partenza e vedremo se sarà la volta buona per la fuga, dopo che nelle tappe precedenti la vittoria se la sono sempre giocata i big di classifica, con le squadre World Tour (e specialmente il Team Sky) a fare la voce grossa, se si eccettua la “fagianata” di ieri che nel finale ha consentito a Fausto Masnada (Androni Giocattoli) di ottenere una bella vittoria parziale. In effetti, all’inizio la fuga non riusciva a decollare a causa del ritmo molto elevato. Il gruppo trasitava compatto al traguardo volante di Mezzolombardo (Km 30), al quale Matthias Krizek (Felbermayr – Simplon Wels) transitava per primo. Poco dopo la fuga riusciva finalmente a concretizzarsi grazie all’azione di otto ciclisti: Alex Aranburu (Caja Rural), Andrey Zeits (Astana), Alexis Vuillermoz (AG2R), Aldemar Reyes (Manzana Postobón), Antonio Nibali (Bahrain Merida), Élie Gesbert (Arkéa Samsic), Sergio Samitier (Euskadi Basque Country – Murias) ed Edoardo Zardini (Neri Sottoli – Selle Italia – KTM). Al km 50 il gruppo aveva un ritardo di 2 minuti e 40 secondi. Sulla Forcella di Brez, primo GPM in programma, era Samitier a scollinare in prima posizione mentre il gruppo, tirato dal Team Sky, inseguiva a 45 secondi di ritardo. All’inizio del Passo Predaia era la Bahrain Merida a prendere le prime posizioni del gruppo; il ritmo aumentava e Vincenzo Nibali scattava a 4 km dallo scollinamento, raggiungendo e superando i fuggitivi. La Sky con Chris Froome nuovamente in versione gregario si riportava sul siciliano, trainando con sè la maglia ciclamino Pavel Sivakov e Tao Geoghegan Hart. Anche Rafał Majka (Bora Hansgrohe) riusciva a tenere il ritmo dei migliori mentre i corridori del Team Astana erano un po’ più dietro. Nibali scattava nuovamente a 2 km e mezzo dal GPM e questa volta Froome alzava bandiera bianca lasciandosi sfilare. In testa alla corsa restavano in quattro, con Majka che scollinava in prima posizione sul GPM di Passo Predaia. Alla fine della discesa, a circa 8 km dall’arrivo, il quartetto di testa aveva 45 secondi di vantaggio sul primo gruppo inseguitore, nel quale l’Astana cercava disperatamente di riportare davanti Jan Hirt, secondo in classifica generale. A meno di 5 km dall’arrivo la strada tornava a impennarsi ed era ancora Nibali a scattare imperterrito. I più immediati inseguitori erano cronometrati a una ventina di secondi di ritardo. A poco più di 3 Km dall’arrivo a scattare era quindi Majka ma, nonostante gli sforzi profusi, veniva ripreso dal terzetto alle sue spalle a 700 metri dal traguardo. La volata ristretta premiava Geoghegan Hart che batteva Nibali e Majka, mentre il gruppo inseguitore era regolato da Froome dopo 40 secondi. Il britannico ottiene così la seconda vittoria al Tour of The Alps 2019 mentre Sivakov resta saldamente al comando della classifica generale con 27 secondi di vantaggio proprio sul compagno di squadra e con 31 secondi di vantaggio su Majka. Chiudono la top five della generale Nibali e Hirt, rispettivamente quarto a 33 secondi e quinto a 48 secondi. Domani è in programma l’ultima tappa della breve corsa alpina da Caldaro a Bolzano. Sono due i GPM che i ciclisti dovranno affrontare: Collalbo, di seconda categoria (Km 84), sale a gradoni e non farà moltissima selezione, mentre sulla salita successiva di San Genesio Atesino, ben più impegnativa, assisteremo agli ultimi attacchi nei confronti della maglia ciclamino.

Giuseppe Scarfone

Continua il dominio degli Sky al Tour the Alps, anche se oggi Nibali lha fatto traballare non poco (foto Bettini)

Continua il dominio degli Sky al Tour the Alps, anche se oggi Nibali l'ha fatto traballare non poco (foto Bettini)

ALAPHILIPPE E FUGLSANG, GLI ETERNI RIVALI ANCORA PROTAGONISTI AL FIANDRE

aprile 24, 2019 by Redazione  
Filed under 6) FRECCIA VALLONE, News

Alaphilippe ha vinto, con i favori del pronostico, l’edizione 2019 della Freccia Vallone, battendo in volata Jakob Fuglsang che aveva tentato di anticipare lo sprint e anticipando di 6 secondi un ottimo Diego Ulissi, apparso in grande spolvero. Come da copione, si è deciso tutto all’ultima scalata al muro di Huy, sul quale il francese ha avuto anche qualche difficoltà ad imporsi sul suo terreno di caccia ideale.

Era già accaduto alla Strade Bianche ed all’Amstel Gold Race, anche se con esiti diversi, di vedere Julian Alaphilippe (Deceuninck – Quick Step) e Jakob Fuglsang (Astana Pro Team) in lotta per conquistare la vittoria.
Alla Strade Bianche Alaphilippe era riuscito a conquistare il successo mentre, per quanto riguara l’Amstel, è ancora vivissimo il ricordo dei due litiganti che, a furia di studiarsi in un quasi surplace negli ultimi chilometri, si sono fatti infinocchiare dall’arrembante gruppetto inseguitore che, fino a pochi minuti prima dell’inizio della pantomima, sembrava essere tagliato fuori dai giochi. La verità è che il povero Fuglsang, dopo aver tentato invano di staccare il compagno di avventura conscio del fatto di non avere la minima speranza in volata contro il francese, ha ovviamente pensato bene di far mancare al transalpino qualsiasi tipo di collaborazione. Alaphilippe, dal canto suom non si è voluto sobbarcare il lavoro ed il risultato è stato quel che abbiamo visto, non senza una certa soddisfazione, il giorno di Pasqua.
Oggi le cose sono andate diversamente,perché ai piedi del muro di Huy si sono presentati circa 30 corridori, ma sono stati ancora una volta i due eterni rivali ad accendere i fuochi d’artificio e a giocarsi la vittoria. Per il francese, stavolta, la questione è stata meno facile di quanto si potesse pensare perchè l’avversario danese ha tentato di piazzare il colpo del ko nel punto più duro del muro di Huy, la terribile “esse” ai 250 metri dal traguardo nella quale la pendenza media schizza oltre il 20%. Passato quell’ostico tratto Alaphilippe ha superato Fuglsang negli ultimi metri, ma ha dovuto comunque dar fondo a tutte le sue risorse per avere ragione del danese.
Alle loro spalle un ottimo Diego Ulissi (UAE-Team Emirates) è riuscito a conquistarsi il terzo gradino del podio, andando a precedere Bjorg Lambrecht (Lotto Soudal) e Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe), che si conferma un cliente scomodissimo in chiave Liegi.
La corsa ha visto sin da subito tentativi di fuga e non ci è voluto molto per vedere sottrarsi al controllo del gruppo Joey Rosskopf (CCC Team), Robin Carpenter ( Rally UHC Cycling) e Kenneth Van Rooy (Sport Vlaanderen-Baloise). A costoro si sono aggiunti successivamente prima Tom Wirtgen (Wallonie-Bruxelles) e poi Koen Bouwman (Jumbo-Visma), che era partito in insieme a Sergio Rodríguez (Euskadi Basque Country – Murias), rialzatosi inspiegabilmente prima del ricongiugimento.
Il vantaggio dei fuggitivi arriva vicino ai 6 miunuti, ma un’accelerazione decisa dei Deceuninck – Quick Step, che mettono anche in difficoltà parte del gruppo a causa del vento, riduce di molto il gap fino a portarlo sotto i 4 minuti.
Sulla Côte d’Ereffe partono Cesare Benedetti (Bora-Hansgrohe), Willie Smit (Katusha-Alpecin), Pierre-Luc Périchon (Cofidis) e Damiano Caruso (Bahrain-Merida), che nel corso del secondo giro del circuito finale vanno a riprendere Wirtgen e Van Rooy, che avevano perso contatto dalla testa durante la prima ascesa del muro di Huy. A questo gruppo si aggiungono Nathan Haas (Katusha-Alpecin), Tomasz Marczyński (Lotto Soudal), Tom-Jelte Slagter (Dimension Data) e Michael Gogl (Trek-Segafredo).
Durante questa tornata lo sfortunato Ion Izagirre (Astana) patisce prima un problema meccanico e poi una caduta, uscendo di scena. Più ingloriosa, invece, è la fine di Peter Sagan (Bora-Hansgrohe) e Daniel Martin (UAE Team Emirates), i quali si staccano quando mancano ancora 35 chilometri alla conclusione.
Non è ancora finita perché, subito prima di imboccare per la seconda volta la rampa finale, finiscono a terra tre uomini importanti come Adam Yates (Mitchelton-Scott), Roman Kreuziger (Dimension Data) e Domenico Pozzovivo (Bahrain-Merida), costretto al ritiro e al quale sarà riscontrata in ospedale una commozione cerebrale.
Sul muro cerca avvantaggiarsi un folto gruppo di uomini composto da Enric Mas (Deceuninck-Quick Step), Carlos Verona (Movistar), Lambrecht, Tim Wellens (Lotto Soudal), Damien Howson (Mitchelton-Scott), Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), Davide Formolo, Jay McCarthy e Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe), Wout Poels (Sky), Slagter, Rudy Molard (Groupama-FDJ), Sergio Henao, Ulissi, Gorka Izagirre e Luis León Sánchez (Astana), Dylan Teuns (Bahrain-Merida), Alessandro De Marchi e Rosskopf (CCC Team), Eliot Lietaer (Wallonie Bruxelles) e Mario González (Euskadi Basque Country – Murias). Il livello di qualità presente in questo gruppo costringe gli uomini del favorito Alaphilippe a chiudere il prima possibile. Dopo il ricongiugimento, ci provano Marczyński e Matej Mohorič (Bahrain-Merida) ma, anche in questo caso, il tentativo viene stoppato da Enric Mas che, con una trenata incredibile, riduce il gruppo principale ad una trentina di unità.
Sul muro finale si mettono in testa Michał Kwiatkowski (Sky) e Ulissi, ma è Fugslang che, sulla famosa “esse” con pendenze da capogiro, prova la frustata. Alaphilippe è lestissimo ad agganciare la ruota del danese ed a infilarlo in volata, con Ulissi che riesce a conquistare il gradino più basso del podio.
La beffa pasquale ha sortito i suoi effetti e stavolta Alaphilippe ha centrato la vittoria anche se, in questo caso, a scanso di equivoci ha preferito adottare una tattica meno spregiudicata, mirando a tenere cucita la corsa.
A questo punto non ci resta che aspettare l’ultimo atto del trittico delle Ardenne che andrà in scena domenica in quel di Liegi prima di mettere temporaneamente in pausa le classiche per entrare nella stagione dei grandi giri.

Benedetto Ciccarone

ORDINE D’ARRIVO

1 Julian Alaphilippe (Fra) Deceuninck-QuickStep 4:55:14
2 Jakob Fuglsang (Den) Astana Pro Team
3 Diego Ulissi (Ita) UAE Team Emirates 0:00:06
4 Bjorg Lambrecht (Bel) Lotto Soudal 0:00:08
5 Maximilian Schachmann (Ger) Bora-Hansgrohe
6 Bauke Mollema (Ned) Trek-Segafredo
7 Patrick Konrad (Aut) Bora-Hansgrohe
8 Michael Matthews (Aus) Team Sunweb
9 Jelle Vanendert (Bel) Lotto Soudal 0:00:11
10 Enrico Gasparotto (Ita) Dimension Data
11 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team
12 Benoit Cosnefroy (Fra) AG2R La Mondiale
13 Romain Bardet (Fra) AG2R La Mondiale
14 Dylan Teuns (Bel) Bahrain-Merida
15 Laurens De Plus (Bel) Team Jumbo-Visma
16 Michal Kwiatkowski (Pol) Team Sky
17 Tim Wellens (Bel) Lotto Soudal 0:00:15
18 Guillaume Martin (Fra) Wanty-Gobert 0:00:19
19 Rudy Molard (Fra) Groupama-FDJ 0:00:23
20 Sergio Henao (Col) UAE Team Emirates 0:00:25
21 Alessandro De Marchi (Ita) CCC Team
22 Wout Poels (Ned) Team Sky 0:00:30
23 Simon Clarke (Aus) EF Education First 0:00:36
24 Jesus Herrada (Spa) Cofidis, Solutions Credits 0:00:38
25 Giulio Ciccone (Ita) Trek-Segafredo 0:00:42
26 Rui Costa (Por) UAE Team Emirates 0:00:45
27 Davide Formolo (Ita) Bora-Hansgrohe
28 Damien Howson (Aus) Mitchelton-Scott 0:00:56
29 Gorka Izagirre Insausti (Spa) Astana Pro Team 0:01:24
30 Enric Mas (Spa) Deceuninck-QuickStep 0:01:45
31 Alexey Lutsenko (Kaz) Astana Pro Team
32 Thomas Sprengers (Bel) Sport Vlaanderen-Baloise 0:01:47
33 Carlos Betancur (Col) Movistar Team
34 Serge Pauwels (Bel) CCC Team
35 Dimitri Peyskens (Bel) Wallonie Bruxelles
36 Sébastien Reichenbach (Swi) Groupama-FDJ 0:01:57
37 Mikael Cherel (Fra) AG2R La Mondiale 0:01:59
38 Mathias Frank (Swi) AG2R La Mondiale 0:02:01
39 Jay Mc Carthy (Aus) Bora-Hansgrohe
40 Valentin Madouas (Fra) Groupama-FDJ 0:02:02
41 Joseph Rosskopf (USA) CCC Team 0:02:06
42 Nathan Haas (Aus) Katusha-Alpecin 0:02:07
43 Carlos Verona (Spa) Movistar Team 0:02:29
44 Luis León Sanchez (Spa) Astana Pro Team
45 Eliot Lietaer (Bel) Wallonie Bruxelles
46 David Gaudu (Fra) Groupama-FDJ 0:02:41
47 Tomasz Marczynski (Pol) Lotto Soudal 0:03:22
48 Tom-Jelte Slagter (Ned) Dimension Data
49 Matej Mohoric (Slo) Bahrain-Merida
50 Dries Devenyns (Bel) Deceuninck-QuickStep 0:04:52
51 Larry Warbasse (USA) AG2R La Mondiale 0:05:36
52 Robert Gesink (Ned) Team Jumbo-Visma 0:05:45
53 Tadej Pogacar (Slo) UAE Team Emirates 0:06:01
54 Damiano Caruso (Ita) Bahrain-Merida 0:06:19
55 Michael Woods (Can) EF Education First
56 Winner Anacona (Col) Movistar Team 0:06:24
57 Davide Villella (Ita) Astana Pro Team
58 Andrey Amador (CRc) Movistar Team
59 Anthony Perez (Fra) Cofidis, Solutions Credits
60 Nicolas Roche (Irl) Team Sunweb 0:06:27
61 Mario Gonzalez Salas (Spa) Euskadi Basque Country-Murias 0:06:30
62 Toms Skujins (Lat) Trek-Segafredo 0:06:47
63 August Jensen (Nor) Israel Cycling Academy 0:07:26
64 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:07:27
65 Luis Angel Mate Mardones (Spa) Cofidis, Solutions Credits
66 Odd Christian Eiking (Nor) Wanty-Gobert
67 Kevin Deltombe (Bel) Sport Vlaanderen-Baloise
68 Fabien Doubey (Fra) Wanty-Gobert 0:07:33
69 Michael Gogl (Aut) Trek-Segafredo 0:07:34
70 Jan Bakelants (Bel) Team Sunweb
71 Sander Armee (Bel) Lotto Soudal
72 Julien Simon (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:07:37
73 José Gonçalves (Por) Katusha-Alpecin 0:07:40
74 Romain Seigle (Fra) Groupama-FDJ 0:07:47
75 Nathan Brown (USA) EF Education First 0:07:48
76 Thomas Degand (Bel) Wanty-Gobert
77 Tosh Van Der Sande (Bel) Lotto Soudal 0:07:57
78 Cesare Benedetti (Ita) Bora-Hansgrohe 0:08:00
79 Julien Bernard (Fra) Trek-Segafredo
80 Paul Martens (Ger) Team Jumbo-Visma
81 Dylan van Baarle (Ned) Team Sky
82 Louis Vervaeke (Bel) Team Sunweb
83 Gregor Mühlberger (Aut) Bora-Hansgrohe
84 Enrico Battaglin (Ita) Katusha-Alpecin 0:08:22
85 Koen Bouwman (Ned) Team Jumbo-Visma 0:08:50
86 Jonas Koch (Ger) CCC Team 0:08:54
87 Petr Vakoc (Cze) Deceuninck-QuickStep 0:09:15
88 Pierre Luc Perichon (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:09:49
89 Robin Carpenter (USA) Rally UHC Cycling
90 Ruben Guerreiro (Por) Katusha-Alpecin 0:10:29
91 Tobias Ludvigsson (Swe) Groupama-FDJ 0:10:53
92 Marco Minnaard (Ned) Wanty-Gobert
93 Colin Joyce (USA) Rally UHC Cycling 0:10:58
94 Omar Fraile (Spa) Astana Pro Team
95 Ryan Anderson (Can) Rally UHC Cycling
96 Daniel Turek (Cze) Israel Cycling Academy
97 Aaron Verwilst (Bel) Sport Vlaanderen-Baloise 0:11:10
98 Mathijs Paasschens (Ned) Wallonie Bruxelles 0:11:18
99 Aurélien Paret Peintre (Fra) AG2R La Mondiale 0:11:37
100 Michael Valgren Andersen (Den) Dimension Data 0:11:38
101 Sean Bennett (USA) EF Education First 0:11:55
102 Tom Wirtgen (Lux) Wallonie Bruxelles 0:16:45

Per il secondo anno consecutivo Julian Alaphilippe fa sua la Freccia Vallone (foto Bettini)

Per il secondo anno consecutivo Julian Alaphilippe fa sua la Freccia Vallone (foto Bettini)

MASNADA CALA L’ASSO A BASELGA, SIVAKOV ANCORA SIGNORE DELLE ALPI

aprile 24, 2019 by Redazione  
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A un chilometro dall’arrivo di Baselga di Pinè, Fausto Masnada (Androni Giocattoli) scatta dallo scarno gruppo della maglia ciclamino mantenendo un vantaggio che gli consente di ottenere la prima vittoria stagionale nella tappa più corta del Tour of the Alps 2019. Pavel Sivakov (Sky) resta saldamente in testa alla classifica generale alla vigilia delle ultime tappe che presentano le maggiori difficoltà altimetriche, anche se non sono previsti arrivi in salita.

La terza tappa del Tour of the Alps è la più corta dell’edizione 2019 visto che misura poco più di 106 km. Si parte da Salorno e si arriva a Baselga di Pinè. Sono due i GPM che i ciclisti dovranno affrontare, al km 55 ed al km 80. Il finale presenta la salita di Montagnaga che, pur non essendo classificata come GPM, potrebbe dare vita a qualche azione interessante tra i big di classifica. La lotta per la maglia ciclamino pare ormai una questione a due tra Pavel Sivakov (Sky), attuale leader della corsa, e Jan Hirt (Astana). Il corridore ceco può contare su una squadra sulla carta più forte e compatta rispetto a quella del russo e vedremo cosa ci dirà la corsa. Invece, Vincenzo Nibali (Bahrain Merida) e Rafał Majka (Bora Hansgrohe) dovranno darsi da fare e anche tanto se vogliono sperare di insidiare le primissime posizioni della classifica. Dopo la partenza da Salorno si formava una fuga piuttosto numerosa formata da ben 12 ciclisti: Antonio Nibali (Bahrain Merida), Manuele Boaro (Astana), Evgeny Shalunov (Gazprom Rusvelo), Élie Gesbert (Arkéa Samsic), Nicola Bagioli ( Nippo Vini Fantini Faizanèi), Carlos Quintero (Manzana Postobón), Francesco Gavazzi (Androni Giocattoli), Joel Nicolau (Caja Rural), Fernando Barceló (Euskadi Basque Country – Murias), Simone Velasco (Neri Sottoli – Selle Italia – KTM), Michele Corradini e Marco Tizza (nazionale italiana). Corradini si aggiudicava il traguardo volante di Palù di Giovo, posto al km 23.8, mentre Quintero si aggiudicava il GPM di Brusago, posto al km 55. Sul secondo GPM del Lago di Santa Colomba attaccavano Nibali jr e Gesbert, che transitava in prima posizione. Alle loro spalle ad una decina di secondi inseguivano i reduci della fuga mentre il gruppo, tirato dall’AG2R, era segnalato a 1 minuto e 20 secondi. I primi inseguitori rientravano sui due battistrada ma Gesbert non si dava per vinto e rilanciava. Il francese veniva affiancato da Barceló, costituendo una nuova coppia di testa che veniva infine ripresa dal gruppo a circa 8 km dall’arrivo. Iniziava a questo punto la salita verso Montagnaga. La lotta era tra i big di classifica con la Sky in superiorità numerica. Restavano in sette a circa 4 km dall’arrivo, momento nel quale terminava la salita ed inizia il tratto in quota che conduceva al traguardo: si trattava di Tao Geoghegan Hart, Sivakov e Chris Froome della Sky, Vincenzo Nibali (Bahrain Merida), Mattia Cattaneo (Androni Giocattoi), Hirt e Majka. Un Froome in versione gragario tirava il gruppo, su cui nel frattempo erano rinvenuti anche Aleksandr Vlasov (Gazprom Rusvelo), Fausto Masnada (Androni Giocattoli) e Dario Cataldo (Astana). Era Masnada a contrattaccare a poco più di un chilometro dall’arrivo ed a trionfare tutto solo sul traguardo di Baselga di Pinè, conquistando così la sua prima vittoria stagionale. Il gruppetto della maglia ciclamino veniva regolato dopo 4 secondi da Geoghegan Hart mentre Majka chiudeva il podio di giornata. In classifica generale tutto rimane invariato nelle prime posizioni con Sivakov che resta in maglia ciclamino con 8 secondi di vantaggio su Hirt e 23 secondi su Cattaneo. Domani è il programma la quarta tappa da Baselga di Pinè a Cles per un totale di 134 km. I ciclisti saranno attesi da due GPM molto insidiosi: il primo, Forcella di Brez (km 73), presenta tratti in doppia cifra che si faranno sentire senz’altro nelle gambe, anche perchè al km 115 si affronterà il Passo Predaia, altra salita da non sottovalutare.

Giuseppe Scarfone

Fausto Masnada firma la prima vittoria italiana al Tour of The Alps 2019 (foto Bettini)

Fausto Masnada firma la prima vittoria italiana al Tour of The Alps 2019 (foto Bettini)

ENTRA IN SCENA SIVAKOV, TAPPA E MAGLIA PER IL RUSSO

aprile 23, 2019 by Redazione  
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Ancora Sky protagonista al Tour of the Alps. Questa volta è Pavel Sivakov ad imporsi a Scena in un finale combattutissimo costellato da scatti e controscatti. Il giovane talento russo ha la meglio su Jan Hirt (Astana) mentre più staccati arrivano big come Vincenzo Nibali (Bahrain Merida), Rafał Majka (Bora Hansgrohe) e Chris Froome (Sky). Sivakov è anche la nuova maglia ciclamino.

Il Passo di Monte Giovo, salita di 17 km al 6.5% di pendenza media, è il GPM più impegnativo della seconda tappa del Tour of the Alps, la Reith im Alpbacht – Scena di 178.7 km. Anche se dallo scollinamento mancheranno ancora oltre 40 km all’arrivo, per la maggior parte in discesa, ci aspettiamo che la corsa esploderà sulle sue rampe che conducono fino a quasi 2100 metri di quota, anche perchè ieri sono bastati 3 km scarsi con pendenze superiori al 10% per vedere l’azione determinante della prima tappa, con un vivacissmo Vincenzo Nibali (Bahrain Merida) che in qualche modo ha avvantaggiato Tao Geoghegan Hart (Sky), attuale maglia ciclamino che dovrà oggi difendere la leadership. Dopo la partenza si formava la fuga di giornata grazie all’azione di Rubén Acosta (Nippo Vini Fantini), Juan José Amador (Manzana Postobón), Sergio Samitier (Euskadi Basque Country – Murias), Filippo Rocchetti (Colpack), Giovanni Visconti ed Edoardo Zardini (Neri Sottoli – Selle Italia – KTM). Samitier si aggiudicava il primo GPM di Tulfes posto al km 60.5. Dopo 70 km di corsa il vantaggio della fuga era di 5 minuti e 10 secondi sul gruppo. Sul Monte Giovo restavano da soli in testa Zardini e Samitier. Era Samitier a scollinare in prima posizione ed a lanciarsi in discesa, mentre il gruppo della maglia fucsia inseguiva con circa 40 secordi di ritardo e un Nibali ancora molto attivo e spesso in testa a tirare. Nikita Stalnov (Astana) usciva dal gruppo inseguitore a 19 km dall’arrivo ed era il primo a raggiungere Zardini, che si era staccato da Samitier. Lo spagnolo veniva a sua volta ripreso dal gruppo a 12 km dal termine. Il primo a contrattaccare era Mattia Cattaneo (Androni Giocattoli) ma l’Astana non si faceva sorprendere e riprendeva il ciclista lombardo nel giro di qualche centinaio di metri. A 3 km dal termine era la volta di Pavel Sivakov (Sky) che con uno scatto più deciso, per di più con la strada in costante salita, si avvantaggiava su un gruppo ormai ridotto all’osso. Jan Hirt (Astana) riusciva a riprendere Sivakov a meno di 2 km dal traguardo, quando la coppia Androni all’inseguimento – a Cattaneo si era aggiunto Fausto Masnada – aveva una decina di secondi di ritardo. Con una progressione costante Sivakov si toglieva Hirt dalla sua ruota e vinceva sul traguardo di Scena con 4 secondi di vantaggio sullo sloveno. Più staccato Cattaneo giungeva a 17 secondi da Sivakov. Ancora più staccati Majka e Nibali (Team Bahrain Merida), che tagliavano la linea d’arrivo 30 secondi dopo l’arrivo del corridore russo, alla prima vittoria stagionale. Sivakov indossa ora la maglia fucsia con un vantaggio di 8 secondi su Hirt e di 33 secondi su Cattaneo. Domani è in programma la terza tappa da Salorno a Baselga di Pinè per un totale di 106.3 km. Il percorso prevede due GPM, uno di seconda ed uno di terza categoria, ed è sostanzialmente ondulato, con la salita di Montagnaga che termina a 4 km dall’arrivo e che deciderà verosimilmente il vincitore della tappa.

Giuseppe Scarfone

Team Sky ancora protagonista al Tour of the Alps dopo la vittoria nella prima tappa di Tao Geoghegan Hart; ora è di scena a Scena Pavel Sivakov (foto Bettini)

Team Sky ancora protagonista al Tour of the Alps dopo la vittoria nella prima tappa di Tao Geoghegan Hart; ora è di scena a Scena Pavel Sivakov (foto Bettini)

TAO GEOGHEGAN HART PRIMO LEADER DELLE ALPI

aprile 22, 2019 by Redazione  
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Nella prima tappa del Tour of the Alps il giovane Tao Geoghegan Hart (Sky) vince una volata ristretta dopo una bella azione di Vincenzo Nibali (Bahrain Merida) a meno di 20 km dall’arrivo. Il britannico indossa anche la prima maglia gialla.

Vincenzo Nibali (Bahrain Merida) e Chris Froome (Sky) sono i nomi più blasonati inseriti nella starting list del Tour of the Alps 2019. Il siciliano ha nel mirino il prossimo Giro d’Italia mentre il britannico punta al Tour de France e per questi motivi la breve corsa alpina dovrebbe fare da preparazione ad entrambi i corridori i quali, almeno sulla carta, non dovrebbero entrare nella bagarre per la vittoria finale. Oltre a Bahrain Merida e Sky sono presenti altre tre squadre WT, Astana, AG2R e Bora Hansgrohe. C’è particolare curiosità per il capitano di quest’ultima, Rafał Majka, che ha già partecipato finora a diverse corse spagnole, ottenendo un dignitoso settimo posto al Giro di Catalogna. Il resto delle squadre alla partenza è completato da nove formazioni Professional e cinque Continental, oltre a una giovanissima selezione della nazionale italiana. Il percorso sorride agli scalatori, anche se non è presente un vero e proprio arrivo in salita. La prima tappa si disputa attorno alla cittadina tirolese di Kufstein per un totale di 144 km. Il finale è complicato dalla doppia ascesa di Hinterthiersee, uno zampellotto di circa 3 km con pendenze che superano il 10% e che dovrebbe togliere dalla lotta per la vittoria finale i velocisti puri. La prima fuga del Tour of The Alps era promossa da Maximilian Kuen (Vorarberg Santic), Patrick Gamper (KTM Tirol Cycling), Matthias Krizek (Felbermayr) ed Emil Dima (Giotti Victoria). Dima conquistava il GPM di Mariastein, posto al km 46, mentre con 5 minuti di ritardo inseguiva il gruppo, in testa al quale Astana e Sky scandivano un ritmo costante. A metà tappa il vantaggio dei fuggitivi era sceso a meno di 3 minuti; anche la Bahrain Merida si era fatta viva nelle prime posizioni del gruppo. Krizek si aggiudicava il traguardo volante di Bad Haring, posto al km 90. A 30 km dal termine il gruppo aveva un ritardo inferiore ai 2 minuti. Krizek e Dima restavano in testa sulla prima delle due ascese verso Hinterthiersee. Era Dima a scollinare in prima posizione, con il gruppo, tirato dalla Bora Hansgrohe, che transitava con un minuto di ritardo circa dal rumeno, che si rialzava e veniva superato da Krizek. Dal gruppo inseguitore si segnalava un contrattacco di Andreas Schillinger (Bora Hansgrohe) e Georg Zimmermann (Tirol KTM Cycling), che rientravano sul primo gruppo inseguitore a circa 15 secondi di ritardo da Krizek. Iniziava la seconda scalata di Hinterthiersee che, pur non essendo valida ai fini della classifica dei GPM, dava la scossa definitiva alla tappa. Era l’Astana a fare il forcing decisivo che annullava fuga e contrattacchi precedenti. Era, però, Nibali a partire a 14 km dal traguardo. Alla sua ruota si portavano la coppia Sky Sivakov – Hart e Majka (Bora Hansgrohe). L’Astana si produceva, però, in un inseguimento efficace e riusciva a tornare sui quattro in fuga a circa 3 km dall’arrivo. La volata di un gruppetto ridotto ad una quindicina di unità vedeva la vittoria di Tao Geoghegan Hart che anticipava Alex Aranburu (Caja Rural) e Roland Thalmann (Vorarlberg Santic). Nella top ten da segnalare il nono posto di Giovanni Carboni (Bardiani CSF). Hart ottiene così la prima vittoria stagionale conquistando anche la prima maglia gialla di leader della classifica generale con un vantaggio di 6 secondi su Thalmann e di 10 secondi su Pello Bilbao. Domani è in programma la seconda tappa da Reith im Alpbachtal a Scena. Il facile GPM di Tulfes farà da antipasto al ben più impegnatico Passo di Monte Giovo (2094 metri), a poco più di 40 km dalla conclusione, sul quale potremo assistere alle prime vere scaramucce tra i big di classifica.

Giuseppe Scarfone

Il britannico Tao Geoghegan Hart, compagno di squadra di Chris Froome, vince la prima frazione dellex Giro del Trentino (foto Bettini)

Il britannico Tao Geoghegan Hart, compagno di squadra di Chris Froome, vince la prima frazione dell'ex Giro del Trentino (foto Bettini)

CALEB EWAN VINCE L’ULTIMA TAPPA. IL TURCHIA È DI GROßSCHARTNER

aprile 21, 2019 by Redazione  
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Ultima tappa con finale al fulmicotone a Istanbul. L’ultimo nome iscritto nell’albo d’oro di questa edizione è stato quello di Caleb Ewan, che nel tortuoso finale ha messo in mostra uno smagliante stato di forma. Vittoria finale per Felix Großschartner, primo austriaco ad far sua una corsa a tappe valida per il World Tour.

Il Presidential Cycling Tour of Turkey è ritornato a Istanbul, dove aveva preso il via sei giorni addietro. La tappa conclusiva non ha meso in luce particolari sorprese. Il belga Thimo Willems (Sport Vlaanderen) è andato a riprendersi la maglia di miglior scalatore dopo che il vincitore di ieri lo aveva retrocesso in seconda posizione. Al contraio, il turco Feritcan Şamlı (nazionale turca) non ha dovuto andare in fuga perché la Maglia bianca “Turkey Beauty” era già matematicamente sua.
La fuga odierna ha avuto vita facile grazie al disinteresse del plotone, interessato solo all’arrivare in prossimità dell’arrivo nel miglior modo possibile. A proporre la fuga e a tenerla viva per la quasi totalità del tracciato oggi abbiamo avuto, oltre al già citato Willems, anche Ahmet Akdilek (nazionale turca), Hayato Hoshida (Nippo-Vini Fantini-Faizanè), Mauricio Moreira (Caja Rural-Seguros RGA), Emerson Oronte (Rally UHC Cycling) e Lorenzo Fortunato (Neri Sottoli-Selle Italia-KTM), Il primo a rialzarsi è stato Moreira, ma gli altri cinque non si sono persi d’animo e, con cambi regolari e la comunione di intenti necessaria, hanno accumulato un bel vantaggio che ha iniziato a ridursi quando in testa al plotone si sono presentate la Lotto Soudal e la Deceuninck-Quick Step.
La fine della fuga è coincisa con l’inizio degli ultimi 5 km di corsa, quando Fortunato, Hoshida, Oronte e Willems sono stati raggiunti. Poco prima la stessa sorte era toccata anche al turco Akdilek.
In prossimità del finale, con tutti i primi della classifica nella testa del plotone per evitare rischi, ha provato l’allungo Sam Bennett, ma al portacolori della Bora-Hansgrohe, in maglia verde e vittima precedentemente di una foratura che lo ha costretto ad inseguire, sono mancate quelle gambe che gli avevano permesso lo stesso numero lo scorso anno sul traguardo di Istanbul. Le gambe non sono mancate, invece, a Caleb Ewan (Lotto Soudal), che ha dimostrato ancora una volta la sua dimestichezza con gli arrivi particolarmente ostici ai velocisti puri. La seconda piazza è andata a Fabio Jakobsen (Deceuninck – Quick Step) mentre Bennett è riuscito comunque a salire sul podio anche oggi. Completano la TopTen Simone Consonni (UAE-Team Emirates), Jon Aberasturi (Caja Rural – Seguros RGA), Enrique Sanz (Euskadi Basque Country – Murias), Christophe Noppe (Sport Vlaanderen – Baloise), il leader della classifica generale Felix Großschartner (Bora – Hansgrohe), Imerio Cima (Nippo Vini Fantini Faizanè) eD Eduard Michael Grosu (Delko Marseille Provence).
In classifica generale nulla è cambiato e così l’austriaco Großschartner ha potuto festeggiare il successso nella 55a edizione del Giro di Turchia precedendo di 19″ l’italiano Valerio Conti (UAE-Team Emirates) e di 25″ l’etiope Merhawi Kudus (Astana)

Mario Prato

Il podio del Giro di Turchia 2019 (foto Bettini)

Il podio del Giro di Turchia 2019 (foto Bettini)

VAN DER POEL CONFEZIONA UN’AMSTEL DI PASQUA CON IL FIOCCO

aprile 21, 2019 by Redazione  
Filed under 5) AMSTEL GOLD RACE, News

Vittoria sorprendente di Mathieu van der Poel (Coredon-Circus) con un numero nell’ultimo chilometro, quando i giochi sembravano già fatti. Astana e Deceuninck non riescono a fermare l’astro olandese. Ancora deludente Sagan (Bora-Hansgrohe).

Si è disputata oggi la cinquantaquattresima edizione dell’Amstel Gold Race, la classica della ”Birra” che con ben 35 “côtes” da affrontare nello scenario olandese del Limburgo, ha da sempre affascinato gli appassionati di questa disciplina sportiva. La prima classica vallonata di questa regione, che insieme alla Freccia Vallone e alla Liegi-Bastogne-Liegi forma un trittico di tutto rispetto, nel quale sport, storia, tradizione e spettacolo vanno a fondersi in una settimana di pura ”passione”. Ben 265,7 i chilometri che i partecipanti hanno dovuto affrontare prima di giocarsi le loro possibilità di vittoria all’arrivo posto a Valkenburg. Era la domenica di Pasqua e, come potrete leggere, è stata una giornata dal finale sorprendente, degno del miglior regalo che si possa trovare in uovo di Pasqua.
I ciclisti partivano in leggero ritardo, alle 10:40, da Maastricht, con il dorsale numero sulle spalle del danese Michael Valgren, vincitore dell’edizione della passata edizione. Dodici mesi fa in gara col Team Astana, quest’anno in maglia Dimension Data, Valgren non sembrerebbe aver assimilato il cambio di casacca a causa di una prima parte di stagione corsa sottotono e lontana dai fasti del 2018. Al via anche l’italiano Alberto Bettiol (EF Education First), vincitore due domeniche fa del Giro del Fiandre, e il campione del mondo in carica Alejandro Valverde (Movistar), quest’ultimo dal palmarès di primissimo livello, ma con nessuna Amstel Gold Race nel curriculum.
La fuga non riusciva a prendere subito il largo e vari tentativi venivano annullati dal gruppo, finché un piccolo drappello, tra nel quale c’era l’italiano Paolo Simion (Bardiani-CSF), riusciva a prendere il largo intorno al km 40. Più avanti questo piccolo gruppetto veniva raggiunto da altri fuggitivi che andavano a comporre un plotoncino di undici corridori che dopo 60 km di corsa, viaggiavano con un vantaggio di oltre 7 minuti sul gruppo inseguitore. Oltre a Simion lo componevano Grega Bole (Bahrain-Merida), Julien Bernard (Trek-Segafredo), Marcel Meisen (Corendon-Circus), Thomas Sprengers e Aaron Verwilst (Sport Vlaanderen Baloise), Michael Schär (CCC Teeam), Nick van der Lijke (Roompot-Charles), Tom Van Asbroeck (Israel Cycling Academy), Marco Minnaard e Jérôme Baugnies (Wanty-Gobert). Tra i corridori all’attacco da notare la presenza di un compagno di squadra di uno dei grandi protagonisti di giornata, l’olandese Mathieu van der Poel (Corendon-Circus). Anche Greg Van Avermaet (CCC Team), fuoriclasse non troppo incline all’Amstel, aveva mandato uno dei suoi fedelissimi nella fuga di giornata, segno che le intenzioni erano bellicose.
Il primo dei fuggitivi ad alzare bandiere bianca era proprio l’italiano Simion, costretto a staccarsi a causa dell’andatura elevata dei fuggitivi quando di chilometri al traguardo ne mancavano ancora 90. Il resto dei fuggitivi transitava per la seconda volta sul leggendario Cauberg con 4′50” di vantaggio sul gruppo, in quei frangenti guidato a tutta velocità dall’italiano Davide Villella (Astana), la cui azione faceva velocemente scendere il ritardo a 2′30”. Villella, che come corridore per le corse mosse di un giorno è sempre da tenere d’occhio, si era messo oggi a completa disposizione dei due più quotati compagni di squadra, Jakob Fuglsang e Alexey Lutsenko, quest’anno già plurivincitori tra tappe del Tour fo Oman, della Vuelta a Andalucía e della Tirreno-Adriatico.
A 43 Km dal traguardo, quando i fuggitivi erano ormai a soli 10” di distanza dal gruppo grazie al lavoro del Team Astana, Van der Poel attaccava sulla salita del Kruisberg. L’olandese provava l’azione a sorpresa da lontano, portandosi dietro non diversi corridori, come avrebbe voluto, ma il solo Gorka Izagirre (Astana) come stopper. I due venivano presto da Julian Alaphilippe (Deceuninck – Quick Step) e Jacob Fuglsang (Astana), esponenti delle due formazioni che in questo inizio di 2019 hanno mostrato una condizione e un’organizzazione tattica superiore alle altre. Mentre l’olandese veniva ripreso dal gruppo principale, il francese e il danese allungavano nuovamente e a 33 Km dal traguardo viaggiavano con 8″ su un terzetto di inseguitori composto da Matteo Trentin (Mitchelton-Scott), Michał Kwiatkowski (Sky) e Michael Woods (EF Education First), Van der Poel, per il quale sembravano essere finite lì le veilleità di vittoria odierna, era cronometrato a 40” assieme a Philippe Gilbert (Deceuninck – Quick Step), Michael Matthews (Sunweb), Van Avermaet, Wout Van Aert (Jumbo-Visma) e Lutsenko, rientrato dopo una caduta. Non faceva parte di questo gruppo Peter Sagan (Bora-Hansgrohe), autore dell’ennesima uscita stagionale infelice.
Sull’ultimo passaggio dal Cauberg, a 18,7 km dalla linea d’arrivo, Kwiatkowski forzava inultimente nel tentativo di raggiungere il duo di testa, azione che faceva staccare Woods prima e Trentin poi. il gruppo inseguitore, nel quale giustamente non tiravano Deceuninck – Quick-Step, Astana e Sky, non riusciva ad organizzare un adeguato inseguimento e viaggiava con quasi un minuto di ritardo, tanto che un altro dei favoriti di giornata, il tedesco Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe) usciva di prepotenza e si portava da solo all’inseguimento dei primi. Sotto l’arco dei 10 chilometri al traguardo Alaphilippe e Fuglsang, che collaboravano d’amore e d’accordo, passavano con 16” di vantaggio su Trentin, riuscito a riportarsi su Kwiatkowski, il quale che aveva pagato l’inutile sforzo di raggiungere il duo in testa da solo. Schachmann era a 30” e aveva guadagnato in pochi chilometri 15” sul resto del gruppo. Sapendo di essere meno forte allo sprint Fuglsang giustamente provava a staccare Alaphilippe sull’ultima salita, il Bemelerberg (900 metri al 4,6% di pendenza). Il francese dimostrava, però, una freschezza fisica non indifferente e rispondeva colpo su colpo. Se non erano serviti per staccare i francesi, gli attacchi del danese aveva avuto l’effetto di far aumentare il vantaggio dal duo Trentin-Kwiatkowski, ora cronometrato a 43″.
Diversi corridori uscivano dal gruppo a 3 km dall’arrivo e tra questi c’erano Alessandro De Marchi (CCC Team), Bauke Mollema (Trek-Segafredo), Simon Clarke (EF Education First) e nuovamente Van der Poel. Dopo aver provato ad attaccare a 43 Km dalla linea d’arrivo, il capitano della Coredon-Circus aveva aspettato solo i -3, decisione incomprensibile ai più poichè a questo punto i giochi sembravano per tutti ormai decisi. Ma, come vedremo, nell ciclismo tutto può succedere e non bisogna mai dare nulla per scontato.
Giunti sotto l’arco dell’ultimo chilometro Fuglsang e Alaphilippe, stanchi, si guardavano l’un l’altro, mentre Kwiatkowski, ripresosi, era a pochissimi secondi di distanza dal duo di testa. Proprio mentre il polacco sembrava poter tirare un sospiro di sollievo per aver completato l’inseguimento, da dietro spuntava un sorprendente Van der Poel, che in due chilometri aveva completamente annullato il gap. L’olandese non mostrava segni di affaticamento, nonostante la rincorsa appena portata a termine, e andava a vincere in volata di prepotenza, da vero dominatore. Secondo si piazzava Clarke, che era riuscito a tenere le ruote nell’inseguimento a Van der Poel, mentre terzo era Fuglsang e solo quarto si piazzava Alaphilippe. Primo degli italiani, al settimo posto, era De Marchi, mentre un ottimo Trentin si collocava decimo.
Dopo la vittoria alla Freccia del Brabante ecco un’altra vittoria di classe e potenza per il gioiellino olandese della Coredon-Circus, vittoria che fa aumentare ancora il rammarico per l’assenza forzata, causa mancato invito da parte di Aso, alla Parigi-Roubaix di domenica scorsa.

Luigi Giglio

ORDINE D’ARRIVO

1 Mathieu Van Der Poel (Ned) Corendon – Circus 6:28:18
2 Simon Clarke (Aus) EF Education First 0
3 Jakob Fuglsang (Den) Astana Pro Team 0
4 Julian Alaphilippe (Fra) Deceuninck – Quick – Step 0
5 Maximilian Schachmann (Ger) Bora – Hansgrohe 0
6 Bjorg Lambrecht (Bel) Lotto Soudal 0
7 Alessandro De Marchi (Ita) CCC Team 0
8 Valentin Madouas (Fra) Groupama – FDJ 0
9 Romain Bardet (Fra) AG2R La Mondiale 0
10 Matteo Trentin (Ita) Mitchelton – Scott
11 Michal Kwiatkowski (Pol) Team Sky 0:00:02
12 Bauke Mollema (Ned) Trek – Segafredo
13 Rui Costa (Por) UAE Team Emirates 0:00:46
14 Greg Van Avermaet (Bel) CCC Team
15 Daryl Impey (RSA) Mitchelton – Scott 0:00:54
16 Michael Matthews (Aus) Team Sunweb
17 Jay Mc Carthy (Aus) Bora – Hansgrohe
18 Roman Kreuziger (Cze) Team Dimension Data
19 Dion Smith (NZl) Mitchelton – Scott
20 Kristian Sbaragli (Ita) Israel Cycling Academy
21 Robert Gesink (Ned) Team Jumbo – Visma
22 Diego Ulissi (Ita) UAE Team Emirates
23 Toms Skujins (Lat) Trek – Segafredo
24 Ben Hermans (Bel) Israel Cycling Academy
25 Enrico Battaglin (Ita) Team Katusha Alpecin
26 Patrick Konrad (Aut) Bora – Hansgrohe
27 Xandro Meurisse (Bel) Wanty – Gobert Cycling Team
28 Oliver Naesen (Bel) AG2R La Mondiale
29 Sergio Luis Henao Montoya (Col) UAE Team Emirates
30 Philippe Gilbert (Bel) Deceuninck – Quick – Step
31 Dylan Van Baarle (Ned) Team Sky
32 Rudy Molard (Fra) Groupama – FDJ
33 Dries Devenyns (Bel) Deceuninck – Quick – Step 0:04:02
34 Tom Van Asbroeck (Bel) Israel Cycling Academy 0:04:19
35 Gianni Vermeersch (Bel) Corendon – Circus
36 Nathan Haas (Aus) Team Katusha Alpecin
37 Grega Bole (Slo) Bahrain – Merida
38 Bryan Coquard (Fra) Vital Concept – B&B Hotels
39 Clement Venturini (Fra) AG2R La Mondiale
40 Dries Van Gestel (Bel) Sport Vlaanderen – Baloise
41 Enrico Gasparotto (Ita) Team Dimension Data
42 Huub Duijn (Ned) Roompot – Charles
43 Benoit Cosnefroy (Fra) AG2R La Mondiale
44 Maurits Lammertink (Ned) Roompot – Charles
45 Matej Mohoric (Slo) Bahrain – Merida
46 Lawrence Warbasse (USA) AG2R La Mondiale
47 Paul Martens (Ger) Team Jumbo – Visma
48 Nick Van Der Lijke (Ned) Roompot – Charles
49 Patrick Müller (Swi) Vital Concept – B&B Hotels
50 Mikael Cherel (Fra) AG2R La Mondiale
51 Marcel Meisen (Ger) Corendon – Circus
52 Michael Valgren Andersen (Den) Team Dimension Data
53 Marc Hirschi (Swi) Team Sunweb
54 Serge Pauwels (Bel) CCC Team
55 Thomas Sprengers (Bel) Sport Vlaanderen – Baloise
56 Marcus Burghardt (Ger) Bora – Hansgrohe
57 Wout Van Aert (Bel) Team Jumbo – Visma
58 Tomasz Marczynski (Pol) Lotto Soudal
59 Michael Albasini (Swi) Mitchelton – Scott
60 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal
61 G Lawson Craddock (USA) EF Education First
62 Gorka Izagirre Insausti (Spa) Astana Pro Team
63 Dylan Teuns (Bel) Bahrain – Merida
64 Luis León Sanchez (Spa) Astana Pro Team
65 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team
66 Diego Rosa (Ita) Team Sky
67 Alexey Lutsenko (Kaz) Astana Pro Team
68 Damiano Caruso (Ita) Bahrain – Merida
69 Alberto Bettiol (Ita) EF Education First 0:07:53
70 Sonny Colbrelli (Ita) Bahrain – Merida
71 Logan Owen (USA) EF Education First
72 Alex Howes (USA) EF Education First
73 Dennis Van Winden (Ned) Israel Cycling Academy
74 Quentin Pacher (Fra) Vital Concept – B&B Hotels
75 Floris De Tier (Bel) Team Jumbo – Visma
76 Mathias De Witte (Bel) Roompot – Charles
77 Simone Petilli (Ita) UAE Team Emirates
78 Carlos Barbero (Spa) Movistar Team
79 Michael Gogl (Aut) Trek – Segafredo
80 Michal Golas (Pol) Team Sky
81 Andrey Amador (CRc) Movistar Team
82 Cesare Benedetti (Ita) Bora – Hansgrohe
83 Tom-Jelte Slagter (Ned) Team Dimension Data
84 Jimmy Janssens (Bel) Corendon – Circus
85 Bert-Jan Lindeman (Ned) Team Jumbo – Visma
86 Pieter Weening (Ned) Roompot – Charles
87 Christopher Juul Jensen (Den) Mitchelton – Scott 0:07:56
88 Michael Schär (Swi) CCC Team 0:09:12
89 Julien Bernard (Fra) Trek – Segafredo
90 Mikkel Frølich Honoré (Den) Deceuninck – Quick – Step 0:10:59
91 Romain Seigle (Fra) Groupama – FDJ 0:11:17
92 Andrea Pasqualon (Ita) Wanty – Gobert Cycling Team
93 Clément Chevrier (Fra) AG2R La Mondiale
94 Odd Christian Eiking (Nor) Wanty – Gobert Cycling Team
95 Julien Vermote (Bel) Team Dimension Data
96 August Jensen (Nor) Israel Cycling Academy
97 Oscar Riesebeek (Ned) Roompot – Charles
98 Stijn Devolder (Bel) Corendon – Circus
99 Kevin Deltombe (Bel) Sport Vlaanderen – Baloise
100 Edward Dunbar (Irl) Team Sky
101 Jerome Baugnies (Bel) Wanty – Gobert Cycling Team
102 Koen Bouwman (Ned) Team Jumbo – Visma
103 Rick Zabel (Ger) Team Katusha Alpecin 0:13:09
104 Edward Theuns (Bel) Trek – Segafredo 0:13:39
105 Nicholas Schultz (Aus) Mitchelton – Scott 0:15:41
106 Wout Poels (Ned) Team Sky
107 Carlos Verona Quintanilla (Spa) Movistar Team
108 Lennard Kämna (Ger) Team Sunweb
109 Enrico Barbin (Ita) Bardiani Csf

Stremato per limpresa appena compiuta, Mathieu Van der Poel esulta da terra dopo aver conquistato lAmstel Gold Race (foto Bettini)

Stremato per l'impresa appena compiuta, Mathieu Van der Poel esulta da terra dopo aver conquistato l'Amstel Gold Race (foto Bettini)

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