YATES SALE IN CATTEDRA SULLE MONTAGNE DEGLI EMIRATI
Adam Yates (Mitchelton-Scott) domina la terza frazione dell’UAE Tour, tappa che aveva il traguardo designato sulla Jebel Hafeet dopo 184 chilometri percorsi dalla linea di partenza dell’Al Qudra Cycle Track di Dubai. Il britannico su una salita lunga 10.8 km con una pendenza media del 5.4% demoliva la concorrenza, lasciando ad oltre un minuto Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates). Per Yates tappa e primato in classifica
Tappa animata dalla classica fuga di giornata composta da quattro ciclisti, l’italiano Umberto Marengo (Vini Zabù KTM) e i belgi Victor Campenaerts (NTT Pro Cycling), Jasper De Buyst (Lotto Soudal) e Stijn Steels (Deceuninck-Quick Step). Il vantaggio degli attaccanti sfiorava i 6′ nei primi 40 chilometri di gara, con il gruppo che controllava senza fatica. Da segnalare nel gruppo solo alcune cadute, la prima delle quali coinvolgeva Emanuel Buchmann (Bora Hansgrohe) e Domenico Pozzovivo (NTT Pro Cycling), che sono comunque riusciti a proseguire la gara. La seconda caduta, sempre senza conseguenze, era provocata da un addetto al percorso e vedeva finire a terra Gianluca Brambilla (Trek-Segafredo) e Carlos Rodríguez (Ineos). Intanto calava inesorabilmente il gap dei fuggitivi, che venivano riassorbiti dal gruppo a 10.7 km dall’arrivo, in prossimità dell’inizio della salita finale verso la Jebel Hafeet.
Col gruppo compatto le formazioni dei favoriti di giornata, la Mitchelton-Scott di Adam Yates e il CCC Team di Ilnur Zakarin, scandivano il passo facendo tante vittime. Si staccavano dopo poche centinaia di metri i velocisti, tra i quali il capoclassifica Caleb Ewan (Lotto Soudal). Si staccava subito subito anche Chris Froome (Ineos), per il quale la condizione fisica migliore era ancora molto lontana. Dopo un tentativo innocuo di Quentin Jauregui (AG2R La Mondiale), riassorbito un chilometro più avanti, si staccava uno dei favoriti di giornata, Wout Poels (Bahrain McLaren), mentre all’arrivo mancavano 7.5 km. Víctor de la Parte (CCC Team) partiva all’attacco mentre tutti guardavano al suo capitano Zakarin, e qualche metro più tardi lo seguiva da Merhawi Kudus (Astana). Ai meno 6 km lo spagnolo aveva 10″ sull’eritreo e 25″ sul gruppo. Sfruttando un bel lavoro in testa al gruppo di Tsgabu Grmay (Mitchelton-Scott), Adam Yates (Mitchelton-Scott) piazzava uno scatto micidiale a cui solo Alexey Lutsenko (Astana) e David Gaudu (Groupama-FDJ) riuscivano a rispondere in un secondo momento. I tre andavano a riprendere e a staccare Kudus e De la Parte, mentre da dietro Alejandro Valverde (Movistar) andava in netta difficoltà non riuscendo neppure a tenere il ritmo del gruppetto inseguitore. Yates, in forma smagliante, attaccava nuovamente a 5 km dal traguardo guadagnando metri sui due inseguitori. Dal gruppetto all’inseguimento usciva in ritardo Tadej Pogačar (UAE Team Emirates), che si portava su Gaudu e Lutsenko ai meno 4.5 km.
Yates continuava nel suo attacco spingendo forte sui pedali, mentre da dietro Pogačar guadagnava sugli altri due. La vittoria di giornata andava dunque ad uno strepitoso Adam Yates, che giungeva con ben 1’03” di vantaggio su Pogačar, il quale può recriminare di non essersi fatto trovare pronto al primo attacco di Yates. Terzo a 1’30” si piazzava Lutsenko, che precede con lo stesso tempo Gaudu e Rafał Majka (Bora Hansgrohe). Sesto a 1’56”, Diego Ulissi (UAE Team Emirates) si confermava migliore italiano della corsa vincendo la volatina di un gruppetto nel quale erano presenti Patrick Konrad (Bora Hansgrohe), Gorka Izagirre (Astana), Jesús Herrada (Cofidis), Edward Dunbar (Ineos) e Wilco Kelderman (Team Sunweb). Con i 2’38” di ritardo accusato oggi Valverde e Giulio Ciccone (Trek – Segafredo) dicono addio alla lotta per la classifica finale. A 3′54” si piazzava un deludente Wout Poels (Bahrein-McLaren) mentre ancor più alto era il distacco comprensibilmente patito da Froome, giunto al traguardo quasi 11 minuti dopo l’arrivo di Yates.
Tra due giorni ci sarà un altro arrivo al termine della salita affrontata oggi mentre domani si tornerà in pianura per la quarta frazione, interamente disegnata sulle strade di Dubai, 173 km con partenza dallo Zabeel Park e traguardo presso il centro commerciale City Walk.
Luigi Giglio

Adam Yates lascia la compagnia degli avversari risalendo la Jebel Hafeet (foto Bettini)
EWAN SI RIPRENDE HATTA, ANCORA SUO IL TRAGUARDO SUL MURO EMIRATINO
Caleb Ewan si dimostra velocista con gli attribuiti ripigliandosi di forza il difficile arrivo sul muro di Hatta, dove si era già imposto l’anno scorso. Se dodici mesi fa erano stati Matteo Moschetti e Matteo Moschetti a soccombere all’australiano, stavolta i battuti sono l’irlandese Sam Bennett e Arnaud Démare, con Diego Ulissi quarto e miglior italiano al traguardo. Domani primo dei due arrivi in salita alla Jebel Hafeet
Era il grande favorito e non ha tradito le attese. Il re di Hatta Dam è anche quest’anno l’australiano Caleb Hewan (Lotto Saudal), che scatta negli ultimi cento metri assieme a Sam Bennet (Deceuninck-Quick Step) superandolo nei pressi del traguardo posto sull’imponente diga. Ed è un colpo doppio, perché il piccolo “aussie” si prende anche il comando della generale. La seconda tappa dell’UAE Tour, 168 km, prende il via con Pascal Ackermann (Bora Hansgrohe) al comando dopo la poderosa vittoria in volata nella prima frazione.
Si cambia completamente scenario in una tappa caratterizzata da un dislivello superiore ai 1500 metri. Percorso con strade molto larghe prima del nervoso finale: un corto e tremendo muro al 15,2% con punta massima al 17%.
Stesso leit motiv di ieri con i due portacolori della Vini Zabù KTM – l’italiano Leonardo Tortomasi, maglia nera in quanto leader della classifica degli sprinters, e lo sloveno Veljko Stojnić – in fuga a partire dalle prime battute. Il loro vantaggio massimo sarà di 3’10” ai -60 dall’arrivo.
Sotto un vento insidioso a tirare sono in primis la Lotto Saudal e la Cofidis per cercare di riprendere i due fuggitivi.
Ai – 48 la gamba di Stojnić cede e Tortomasi resta da solo a cercare di resistere all’assalto del plotone guidato all’interno della brulla e selvaggia catena del Majar, dalla Movistar con l’ex iridato Alejandro Valverde. Ai -24 dall’arrivo viene ripreso Tortomasi e il gruppo torna, dunque, compatto.
La strada inizia a salire costantemente. La Movistar è ancora impegnata a fare selezione. Ackermann, Mark Cavendish (Bahrain McLaren) e altri uomini veloci si staccano cercando di risparmiarsi per le prossime tappe.
Quando mancano dieci chilometri provano ad andarsene Nicola Conci (Trek-Segafredo ) ed il belga Campenaerts (NTT) mentre a sorpresa, ma non troppo, molla anche Chris Froome (Team Ineos), che a fine tappa accuserà un passivo di quasi 4 minuti.
È l’Astana ora a lavorare con Omar Fraile. Il vantaggio dei battistrada arriva sino ai 20 secondi, poi l’incedere del gruppo si fa sempre più incalzante ed i due vengono ripresi ai 3 km e mezzo dal traguardo.
Si fa vedere il trenino della Jumbo-Visma, Gorza Izagirre tira per l’Astana e anche la Lotto Saudal si porta davanti quasi al completo per Caleb Ewan.
Si arriva agli ultimi, tremendi, 100 metri. Bennet cerca di sorprendere Ewan, che però gli si incolla immediatamente. Tenta di seguirli Andrea Vendrame (AG2R La Mondiale), ma i due hanno un’altra velocità. Ewan passa Bennet negli ultimi 40 metri e va a vincere con 2″ di vantaggio; dopo altri 2″ giunge sulla linea del traguardo un gruppetto di una quarantina di corridori tutti classificati con lo stesso tempo, regolato da Arnaud Démare (Groupama – FDJ) su Diego Ulissi (UAE-Team Emirates), il figlio d’arte Rick Zabel (Israel Start-Up Nation) e Vendrame.
Nella generale dell’UAE Tour in testa è ora Ewan con 12’ secondi di vantaggio su Bennet e 16” su Arnaud Démare.
Domani terza frazione, la più lunga dell’UAE Tour, con il primo dei due arrivi in salita. La Al Qudra Cycle Track – Jebel Hafeet di 184 km prevede infatti l’oramai ben nota ascesa alla seconda montagna per altitudine degli Emirati Arabi Uniti, 10.8 km al 5.4% per arrivare fino a 1025 metri di quota, luogo dove lo scorso anno e nel 2019 è giunto primo Valverde.
Vito Sansone

Caleb Ewan "aggredisce" con piglio deciso le arcigne pendenze del muro di Hatta (Getty Images)
PRIMAVERA D’ORO DI QUINTANA SULLE STRADE DELLA PROVENZA
La 52esima edizione del Tour des Alpes Maritimes et du Var va ad uno scatenato Nairo Quintana, già dominatore del Tour de la Provence. Il colombiano dell’Arkéa-Samsic, vincitore della seconda tappa con arrivo in cima al Col d’Èze, precede nella classifica finale Romain Bardet (Ag2r La Mondiale) e Richie Porte (Trek-Segafredo).
La corsa francese, precedentemente nota come Tour du Haut Var, quest’anno si è allargata anche al Dipartimento delle Alpi Marittime. Il percorso che ne è venuto fuori è stato a dir poco impegnativo con tre arrivi in salita su tre tappe. La start-list è stata di conseguenza caratterizzata dalla presenza di numerosi scalatori, tra cui spiccavano i nomi di Nairo Quintana (Arkéa-Samsic), recente vincitore sulle stesse strade del tour regionale, Romain Bardet (Ag2r La Mondiale), Thibaut Pinot (Groupama-FDJ) e Richie Porte (Trek-Segafredo).
La prima frazione, la più semplice delle 3 in programma, da Le Cannet a Grasse per un totale di 186,8 km, prevedeva un percorso molto vallonato grazie alla presenza di due GPM di 3a categoria e numerosi altri strappi. La salita finale, circa 3 km al 5,7%, non era di quelle che potevano accendere la bagarre tra i favoriti.
La fuga formatasi nei primi chilometri di gara vedeva la presenza di Anthony Perez (Cofidis), Reinardt Janse van Rensburg (NTT Pro Cycling Team), Nigel Ellsay (Rally Cycling) e Anthony Turgis (Total Direct Énergie). Il vantaggio dei fuggitivi è salito rapidamente, toccando i 6′ dopo circa 50 km, e si è mantenuto più o meno costante nei chilometri successivi. Il risveglio del gruppo è avvenuto solo negli ultimi 50 km. L’azione di Ag2r La Mondiale, EF Pro Cycling e Arkéa-Samsic ha ridotto il gap solo parzialmente: ai -20 i fuggitivi potevano vantare ancora quasi 4 minuti sul gruppo. I battistrada, rimasti nel frattempo in 3 visto che il canadese Ellsay aveva perso le ruote, sono quindi transitati ai -10 con un vantaggio di 2′20”. Il trio ha così avuto modo di approcciare la salita finale con un margine molto rassicurante (ben 1′20” ai -3) che li metteva al sicuro da rimonte.
Ad inizio salita un allungo di Perez riusciva a mandare in difficoltà Janse van Rensburg, che si staccava. I due francesi rimasti al comando si sono a lungo controllati, perdendo buona parte del vantaggio. Alla fine a spuntarla è stato il corridore della Cofidis che ha quindi preceduto di 2” Turgis e di 4” l’australiano Michael Storer (Sunweb). Quarta piazza per Pinot (a 6”), che ha regolato il gruppo dei migliori.
La seconda tappa, 175,7 km da Pégomas al Col d’Èze, era più corta ma anche altimentricamente più dura della prima. Il percorso presentava dopo 75 km il GPM di Levens (3a cat), seguito dal Col de Saint Roch (6,5 km al 6,4%, 2a categoria) al km 119 e dalla Côte de Peille (6,5 km al 6,7%, non valida per la classifica degli scalatori) al km 154. La salita finale, abitualmente affrontata alla Parigi-Nizza, rappresentava il primo banco di prova per i big.
La fuga di giornata, partita dopo 50 km, era composta da 8 corridori: Arnaud Courteille (B&B Hotels-Vital Concept), Georg Zimmermann (CCC Team), Michael Gogl (NTT Pro Cyling), Sean Bennett (EF Pro Cycling), Alessandro Fedeli (Nippo Delko One Provence), Matthijs Paasschens (Bingoal-Wallonie Bruxelles), Emil Vinjebo (Riwal Readynez) e Damien Lüscher (Swiss Racing Academy).
I fuggitivi hanno raggiunto un vantaggio massimo di circa 4′ (ai -70), dopodichè è iniziata la lenta rimonta del gruppo principale. Ai 30 è stata l’Arkéa-Samsic a prendere la testa del plotone imponendo un ritmo che li ha portati a raggiungere i battistrada lungo la salita di Peille, in cima alla quale anche il leader della classifica Perez aveva perso contatto dai migliori.
Si è giunti quindi al Col d’Èze con un gruppo già selezionato. Ai -3 il primo atteso attacco di Quintana, a cui ha risposto Pinot. Poco dopo un nuovo attacco del colombiano faceva il vuoto. Quintana ha rapidamente accumulato un vantaggio importante, vincendo la tappa con 40” su un gruppo di ben 22 corridori regolato da Simon Clarke (EF Pro Cycling) davanti a Lilian Calmejane (Total Direc Énergie), Pinot e Fausto Masnada (CCC Team). Quintana è così salito anche in testa alla classifica generale con un margine di 38” su Storer e di 40” su Clarke, Pinot e altri 15 corridori.
La terza ed ultima tappa, solo 136 km da La Londe-les-Maures al Mont Faron, prevedeva l’arrivo in cima allo storico traguardo del defunto Giro del Mediterraneo, 5,7 km all’8,4% a concludere una tre giorni molto impegnativa. I primi 100 km, a differenza di quanto visto nelle prime die tappe, erano abbastanza semplici e prevedevano il GPM del Col du Corps de Gardes, collocato pochi chilometri prima dell’arrivo sul Mont Faron, la salita più dura della corsa francese.
La corsa, partita con un Quintana saldamente al comando della classifica generale, ha visto protagonisti 12 fuggitivi: Adrien Garel (B&B Hotels-Vital Concept), Lars van der Berg (Groupama-FDJ), Julien Trarieux (Nippo Delko One Provence), Jesper Schultz (Riwal Readynez) e Julien Bernard (Trek-Segafredo), partiti al chilometro zero e ai quali si sono poi aggiunti Nans Peters (Ag2r La Mondiale), Fabien Grellier (Total Direct Énergie), Reinardt Janse van Rensburg (NTT Pro Cycling), Eddy Fine (Cofidis), Kenny Molly (Bingoal-Wallonie), Samuel Leroux (Natura4Ever-Roubaix) e Nicholas Zukowsky (Rally Cycling).
Il fuggitivi hanno raggiunto un vantaggio di oltre 5 minuti prima che la formazione del leader, l’Arkéa-Samsic, iniziasse a lavorare in testa al gruppo, riducendolo a 3′30” ai 30 dall’arrivo. Sul Col du Corps de Gard un’azione di Bernard ha spezzato il gruppo di testa. Il francese è riuscito a scollinare da solo, lanciandosi in solitaria verso l’imbocco dell’ascesa finale a cui è giunto con 3′40 “sul gruppo e una ventina di secondi sui primi inseguitori, ovvero Finè, Van der Berg, Peters, Grellier, Molly e Janse van Rensburg.
Lungo la salita finale Peters è scattato dal gruppetto degli inseguitori riportandosi sul connazionale ai -2. Peters e Bernard hanno così dato vita ad una serie di attacchi a ripetizione, finchè il corridore della Trek non ha avuto la meglio su quello dell’Ag2r con un attacco avvenuto ai -500. Bernard ha concluso la tappa con 3” su Peters, 42” su Lars van der Berg , 1′18” su Molly, 1′38” su Eddy Fine e 2′10” su Janse van Rensburg. Da segnalare che il vincitore della tappa è figlio dell’ex professionista Jean François Bernard, che proprio sul Mont Faron ha ottenuto due vittorie, la prima al Giro del Mediterraneo del 1986 e la seconda alla Parigi-Nizza dell’anno successivo, anche se in entrambi questi casi non si era trattato di tappe in linea come questa ma di cronometro.
Nel gruppo dei migliori Quintana si è nuovamente prodotto in un attacco a cui hanno resistito solo Bardet e Porte, trio giunto a 2′15” dal vincitore.
Nella classifica finale Quintana chiude con 40” di vantaggio su Bardet e Porte, che completano il podio. Seguono Tanel Kangert (EF Pro Cycling) a 56”, Nicolas Edet (Cofidis) a 59”, Pinot a 1′04”, Nicolas Roche (Sunweb) e Julien El Fares (Nippo Delko One Provence) ad 1′05”, Masnada ad 1′09” e Attila Valter (CCC Team) a 1′13”.
Il colombiano, così come aveva fatto pochi giorni fa nel Tour de la Provence, è stato letteralmente più forte degli avversari in salita dimostrando uno smalto che sembrava ormai perso negli ultimi anni in maglia Movistar. La facilità con cui ha fatto il vuoto sul Col d’Èze fa il paio con la perfomance di cui è stato protagonista appena 8 giorni fa su Mont Ventoux.
Difficile dire se Nairo sarà nuovamente in grado di lottare per la vittoria al Tour de France, ma sembra che la strada imboccata con il cambio di maglia sia quella buona.
Pierpaolo Gnisci

La vittoria di Quintana sul Col d'Èze (foto Bettini)
REMCO CHIAMA, JAKOB RISPONDE: FUGLSANG DOMINA IN ANDALUSIA
Il giorno della vittoria di Remco Evenepoel (Deceuninck-Quick Step) alla Volta ao Algarve è terminata anche la Vuelta a Andalucía, conquistata dal danese Jakob Fuglsang (Astana). Come nel caso del corridore belga, anche quello del danese è stato un dominio, iniziato con la vittoria nella prima tappa e proseguito con la presenza di Fuglsang nei piani alti degli ordini d’arrivo anche nelle altre cinque frazioni: sesto nella seconda, ancora vincitore nella terza, secondo nelle ultime due tappe, beffato per meno di un secondo nella crono conclusiva da parte del belga Dylan Teuns (Bahrain – McLaren)
Si è conclusa oggi una bella edizione della corsa andalusa con una breve crono di 13 km, disputata a Cala de Mijas su di un percorso tecnico e difficile da interpretare, complicati da strappi ed anche un tratto in sterrato. Alla fine si è imposto di un soffio il portacolori della Bahrain-McLaren Dylan Teuns sul leader della classifica Jakob Fuglsang (Astana), mentre terzo a 2″ si è piazzato Alex Edmondson della Mitchelton-Scott, Il danese dell’Astana si impone in classifica generale dimostrando una più che ottima condizione in vista delle gare che contano. Mikel Landa (Bahrain – McLaren), alla partenza di questa crono secondo in classifica, ha pagato lo storico, scarso feeling contro il tempo ma lascia la sensazione di un esordio convinto rispetto alla nuova stagione che lo vedrà finalmente vero capitano nei grandi giri di un’agguerrita Bahrain-McLaren. Quest’ultima si prende anche la quinta posizione con Pello Bilbao e questo dimostra come la squadra abbia cominciato col piede giusto la lunga stagione. Buon quinto il giovane statunitense, sempre sul pezzo questi giorni, Brandon McNulty (UAE-Team Emirates), va maluccio Ion Izagirre (Astana) mentre Jack Haig (Mitchelton-Scott) paga 24″ e si prende il secondo posto in classifica che era di Landa, giunto a 58″ e scivolato in terza posizione. Ancora male Marc Soler (Movistar) mentre il nostro Sonny Colbrelli (Bahrain – McLaren) coglie un buon decimo posto che ci fa sperare di vederlo pimpante nelle sue gare preferite.
Le classifiche minori sono conquistate dallo stesso Fuglsang (a punti), dal belga dell’Alpecin-Fenix Floris De Tier (GPM) e dalla citata Bahrain – McLaren (a squadre)
Matteo Conz

Il podio della corsa andalusa (Getty Images Sport)
EVENEPOEL PESCA UN’ALTRA PERLA IN ALGARVE
Nella cronometro individuale di Lagoa Remco Evenepoel (Deceuninck Quick Step) è capace di battere addirittura Rohan Dennis (Ineos), campione del mondo della specialità, e vince la breve corsa portoghese dimostrando di possedere qualità non comuni per un ciclista di vent’anni
Quando un ragazzo di 20 anni, al secondo anno da professionista, mette tutti in fila in una cronometro e relega al secondo posto nientemeno che il campione del mondo della specialità qualche riflessione è lecito farla. Remco Evenepoel (Deceuninck Quick Step) è uno dei talenti più promettenti del ciclismo su strada e segue a breve distanza Wout Van Aert (Jumbo-Visma) e Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix) che dopo aver vinto tutto nel ciclocross si sono dati al ciclismo su strada ottenendo degli ottimi risultati. Ma se Van Aert e Van der Poel hanno fatto sfoggio delle loro ottime doti nelle corse di un giorno, per Evenepoel lo spettro è più largo, visto che dopo la Vuelta a San Juan vince a mani basse anche la Volta ao Algarve. Parliamo di corse a tappe di una settimana, nelle quali un ciclista deve sapersi destreggiare in tutte le condizioni a cui è chiamato dal percorso, tappe pianeggianti, salite e cronometro. Ebbene, Evenepoel ha vinto la breve corsa portoghese – ottimamente assistito dalla Deceuninck Quick Step, diciamolo pure – senza mai mostrare il benchè minimo segno di cedimento, controllando gli avversari e chiudendo con la ciliegina sulla torta della vittoria nella cronometro finale. Rohan Dennis (Ineos) conduceva abbastanza nettamente sugli avversari con il tempo di 24 minuti e 17 secondi. Poi è partito per ultimo Evenepoel e gli ha dato mezzo secondo a chilometro, concludendo con il tempo di 24 minuti e 7 secondi. Si è trattato di una prova autoritaria di un ciclista che aveva vinto più o meno allo stesso modo in Sudamerica. Al terzo posto si piazza lo svizzero Stefan Küng (Groupama FDJ) a 19 secondi da Evenepoel. Il belga vince così la sua seconda corsa a tappe stagionale con 38 secondi di vantaggio su Maximilian Schachmann (Bora Hansgrohe) e 39 secondi su Miguel Ángel López (Astana). Chiudono la top five finale Rui Costa (UAE Team Emirates) e Tim Wellens (Lotto Soudal). Vincenzo Nibali (Trek Segafredo) è il migliore degli italiani e chiude al 12° posto, con 2 minuti e 2 secondi di ritardo da Evenepoel. Fabio Jakobsen (Deceuninck Quick Step) vince la classifica a punti, Dries De Bondt (Alpecin-Fenix) quella dei GPM ed Evenepoel, manco a dirlo, quella del miglior giovane, mentre la classifica a squadre è conquistata dalla INEOS. Marzo ci dirà adesso se anche nelle corse del Nord Evenepoel confermerà i continui progressi che sembrano poterlo proiettare già in giovane età nel gotha del ciclismo mondiale.
Giuseppe Scarfone

Evenepoel in azione nella cronometro conclusiva (Getty Images)
ACKERMANN TIRA LA VOLATA ALL’UAE TOUR 2020
Pascal Ackermann (Bora – Hansgrohe) vince in volata la prima tappa dell’UAE Tour. Secondo Caleb Ewan (Lotto-Soudal), sesto il giovane Alberto Dainese (Sunweb), primo italiano al traguardo. Nella top ten di giornata anche Jakub Mareckzo (CCC Team) e Andrea Vendrame (AG2R La Mondiale).
Ha preso oggi il via la seconda edizione dell‘UAE Tour con una frazione di 148 kmcompletamente pianeggiante che partiva e arriva a Dubai. Al via numerosi ciclisti di spessore tra i quali Chris Froome (Ineos), alla ricerca del riscatto dopo un 2019 nero a causa di un brutto infortunio che lo costrinse a terminare la stagione il 12 giugno. Per il keniano bianco il rientro alle corse è un bel punto di domanda e in casa Ineos valuteranno attentamente se ci sono le condizioni affinché le motivazioni e la forma fisica potranno ritornare quelle di un tempo; in caso negativo Froome dovrà accontentarsi di mettersi a disposizione dei compagni dei squadra Egan Bernal e Geraint Thomas. Assente per scelta il campione uscente in carica Primož Roglič (Jumbo-Visma). La tappa veniva caratterizzata da una fuga partira nei primi chilometri di gara, promossa da Nikolay Cherkasov e Cristian Scaroni (Gazprom-RusVelo), Veljko Stojnić e Leonardo Tortomasi (Vini Zabù KTM). Il margine massimo di vantaggio concesso dal gruppo è stato di poco superiore ai 3 minuti, con le formazioni dei velocisti che controllavano senza alcun problema. Quando il ritardo del gruppo scendeva sotto il minuto, a circa 35 km dal termine, Scaroni prima e Stojnić poi si rialzavano facendosi inglobare dal plotone inseguitore. Cherkasov e Tortomasi spingevano ancora sui pedali fino ai meno 14 km, quanto si dovevano arrendere al ritorno del gruppo.
Negli ultimi chilometri Deceuninck-Quick Step e Jumbo-Visma mettevano i propri uomini in testa al gruppo a dettare il ritmo; f ai meno due chilometri Luka Mezgec (Mitchelton-Scott) mette il suo trenino in testa al gruppo. Arrivati allo sprint dalla destra del trenino Mitchelton-Scott usciva un prepotente Pascal Ackermann (Bora – Hansgrohe) che di forza andava a vincere nettamente. Per il tedesco della Bora si tratta del secondo successo stagionale dopo quello ottenuto sette giorni fa nella Clásica de Almería. Seconda posizione per l’australiano Caleb Ewan (Lotto Soudal), terzo il francese Rudy Barbier (Israel Start-Up Nation), solo quarto l’atteso Dylan Groenewegen (Team Jumbo-Visma), partito lontanissimo; quinto è Luka Mezgec (Mitchelton-Scott) mentre sesto è il primo degli italiani, il neoprofessionista Alberto Dainese (Team Sunweb). Nella top ten di giornata si piazzano anche Jakub Mareczko (CCC Team) e Andrea Vendrame (AG2R La Mondiale), rispettivamente settimo e decimo. Il vero grande sconfitto di giornata è Fernando Gaviria (UAE-Team Emirates), ventesimo al traguardo. Da segnalare la prima uscita stagionale di Davide Formolo con la maglia di campione italiano.
Appuntamento a domani con la seconda tappa che da Hatta condurrà in 168 km vallonati alla soprastante diga, dove il traguardo sarà posto al termine di un breve ma ripidissimo muro sul muro di Hatta Dam, 100 metri al 15.2%, in cima al quale si sono sempre imposti velocisti di spessore, che saranno resistere nei finali più impegnativi.
Luigi Giglio

Pascal Ackermann vince la frazione d'apertura del Giro degli Emirati Arabi Uniti (foto Bettini)
ETAPA LOCA! VINCE HAIG MA LO SPETTACOLO E’ TUTTO PER LA SFIDA FUGLSANG-LANDA. BENE MCNULTY ED IZAGUIRRE, CEDE TEUNS
Showdown tra il leader della generale ed il ciclista basco durante la breve ma combattuta tappa da Villanueva Mesía a Granada vinta in volata da Jack Haig (Mitchelton-Scott) davanti al danese e al capitano del Team Bahrain McLaren.
La quarta tappa di 126,5 km della Ruta del Sol che prevede l’Alto del Purche (1° cat. 8,8 km al 7.8%)a 20 km dall’arrivo poteva sorridere alla fuga di giornata ma i big di classifica hanno dato vita ad una sfida senza quartiere. Pochissimo spazio quindi agli attaccanti che erano ben 18 (tra i quali ancora il nostro Damiano Caruso), tenuti a guinzaglio stretto dal gruppo guidato prevalentemente dalla Bahrain McLaren, la quale concede al massimo 3 minuti di vantaggio. A sorpresa il leader della classifica Jakob Fuglsang (Astana) attacca a circa 4 km dal GPM creando una forte selezione e mettendo in difficoltà il compagno Pello Bilbao, Brandon McNulty (UAE-Team Emirates) e Dylan Teuns (Bahrain – McLaren). In vista dello scollinamento rimangono davanti solo Fuglsang, Mikel Landa (Bahrain – McLaren) e Jack Haig (Mitchelton-Scott), che si involano in discesa per poi provare a turno attacchi durante l’ultimo chilometro. La volata viene lanciata Mikel Landa, sulla carta il meno esplosivo, la maglia gialla lo segue e lo salta con facilità, ma è Haig ad indovinare la giusta tempistica vincendo una tappa davvero divertente. Dietro, a 27 secondi, è McNulty (UAE-Team Emirates) a spuntarla su Ion Izagirre (Astana), mentre il gruppetto con Teuns e Marc Soler (Movistar) giunge ad 1’14”. Cambia la classifica generale con Fuglsang sempre leader con 14” su Landa e Haig che si prende la terza piazza a 35” e Izagirre la quarta ad 1’10”, mentre Teuns scende in sesta posizione a 1′45″, scavalcato anche da Bilbao, 5° a 1′44″.
Domani breve cronometro di 13 km nei dintorni di Cala de Mijas, caratterizzata da un paio di strappi e da un brevissimo tratto di strada sterrata. A meno di grossi guai, la Ruta del Sol appare saldamente in tasca a Fuglsang e ci sarà forse un rimescolamento nella top5, già comunque ben delineata.
Matteo Conz

L'australiano Haig si impone nella combattuta penultima tappa della Vuelta a Andalucía (foto Bettini)
LÓPEZ VINCE SULL’ALTO DO MALHÃO. EVENEPOEL RESTA IN MAGLIA GIALLA
Nella quarta tappa della Volta ao Algarve 2020 Miguel Ángel López (Astana) scatta a 500 metri dall’arrivo e non viene più ripreso dallo sparuto gruppetto di ciclisti che si gioca la vittoria. Al secondo posto si piazza Daniel Martin (Israel Start-Up Nation) mentre Remco Evenepoel (Deceuninck Quick Step), terzo all’arrivo, controlla la situazione e resta con autorevolezza al comando della classifica generale.
I GPM di Picota, Barranco do Velho e Alte precedono le due scalate finali all’Alto do Malhão, per un totale di cinque salite che potrebbero essere foriere di grande spettacolo nella quarta tappa della Volta ao Algarve 2020, quella altimetricamente più impegnativa a dispetto dei 170 km, distanza non proprio proibitiva, che si dovranno percorrere. Remco Evenepoel (Deceuninck Quick Step) vuole stupire ancora e confermare la maglia gialla conquistata nella seconda tappa, su un arrivo altrettanto in salita e altrettanto impegnativo, visto che sono diversi i tratti in doppia cifra. La fuga di giornata, dopo la partenza da Albufeira, si formava intorno al km 12 grazie all’azione di Dries de Bondt (Alpecin-Fenix), David González (Caja Rural), Tom Devriendt (Circus-Wanty Gobert), Daniel Hoelgaard (Uno-X), Luís Mendonça e Tiago Antunes (Efapel), Rafael Lourenço (Kelly-InOutBuild-UDO), Daniel Freitas (Miranda-Mortágua) e João Rodrigues (W52-FC Porto). Al km 17 il vantaggio della fuga era di 2 minuti sul gruppo. Rodrigues si aggudicava i due traguardi volanti di Paderne e Loulè, posti rispettivamente al km 12.5 e al km 52.7. Antunes transitava in prima posizione sul GPM di Picota posto al km 60; invece era De Bondt ad aggiudicarsi quello successivo do Barranco do Velho, al km 132. Sul GPM di Alte Rodrigues se ne andava tutto solo lasciandosi alle spalle i compagni di fuga e scollinava con quasi 2 minuti di vantaggio sul gruppo, tirato dalla Deceuninck Quick Step. Al primo passaggio sull’Alto do Malhão, km 145.7 di gara, Rodrigues conservava la testa della corsa scollinando ancora una volta da solo, nonostante fosse in costante recupero il gruppo, dal quale era uscito un pimpante Vincenzo Nibali (Team Trek Segafredo), che però veniva ripreso nella successiva discesa. L’azione di Rodrigues nel frattempo si concludeva a 12 km dall’arrivo grazie ad una decisa accelerazione della Bora Hansgrohe, che lavorava per Maximilian Schachmann, secondo in classifica generale. Remco Evenepoel (Deceuninck Quick Step) si faceva trovare pronto alla ruota del campione nazionale tedesco. Il gruppo maglia gialla affrontava l’ultima ascesa dellAlto do Malhão forte di una trentina di unità, con la presenza di tutti gli uomini di classifica. Era il Team CCC ad imporre il forcing già nei primi tornanti, i più duri con punte vicine al 13%. La maglia gialla Evenepoel era sempre in quarta – quinta ruota a controllare la situazione. Il primo dei big a staccarsi era Geraint Thomas (INEOS), seguito a ruota dal compagno di squadra Michał Kwiatkowski. A meno di 3 Km dal traguardo l’Astana iniziava a sua volta il forcing con Luis León Sánchez, in appoggio a Miguel Ángel López. Ai meno 2 lo spagnolo si faceva sfilare ed era proprio López a partire all’attacco, seguito da Daniel Martin (Israel Start Up-Nation). Restavano una decina di ciclisti in testa a giocarsi la vittoria. López rilanciava a 500 metri dal traguardo ed andava ad imporsi con 2 secondi di vantaggio su Martin, mentre chiudeva il podio di giornata Evenepoel davanti a Shachmann, a 4 secondi da López. Il colombiano ottiene così la prima vittoria stagionale e dimostra una condizione già abbastanza buona, anche perchè ha già corso in Sudamerica. Buona anche la prova di Martin mentre Evenepoel controlla la situazione e conserva la maglia gialla con lo stesso tempo di Martin e di Schachmann. Domani è in programma la quinta ed ultima tappa delle breve corsa portoghese, una cronometro individuale di 20 km e 300 metri che si svolgerà attorno alla cittadina di Lagoa. Sarà sfida Evenepoel – Schachmann, ottimi cronomen, per la vittoria finale della Volta ao Algarve 2020, con il talento belga a nostro avviso favorito sul tedesco.
Giuseppe Scarfone

Miguel Ángel López vince la tappa regina della corsa lusitana (Getty Images Sport)
FUGLSANG DI GIUSTEZZA SU BILBAO E MCNULTY. LANDA PERDE ALTRI 8″.
Il danese non si ferma più e vince con sangue freddo nel tecnico finale di Úbeda, mentre il basco prova l’assalto sul tratto più duro dello strappo finale senza riuscirci. Secondo Pello Bilbao e terzo l’ottimo giovane Brandon McNulty in una tappa resa caotica dalle tortuosità del finale.
Il menù della terza tappa della Vuelta a Andalucíal prevede 177 Km da Jáen a Úbeda con ben 5 GPM, di cui due di prima categoria. L’ultimo GPM è il Puerto de Baeza (8,7 km al 5,5%) dove si scollina ai -13,5 km per poi approcciare l’arrivo con un continuo saliscendi fino allo svincolo per Úbeda ai -3.7 km, dal quale inizia uno strappo di 1,3 Km all’8,7%: è il terreno ideale per vedere ancora spettacolo sulle strade di Spagna ed infatti la frazione comincia con ripetuti attacchi e rimescolamenti che vedono al km 40 una fuga di addirittura 45 corridori, con tutti gli uomini di classifica presenti. Il gruppo guidato dalla Kern Pharma si danna per recuperare e a questo punto rimangono in testa dieci coraggiosi: Damiano Caruso (Bahrain – McLaren), Mikel Bizkarra (Fundación-Orbea), Lennard Hofstede (Jumbo-Visma), Enric Mas (Movistar), Floris De Tier, Jimmy Janssens e Louis Vervaeke (Alpecin-Fenix), Silvan Dillier (AG2R La Mondiale), Loïc Vliegen (Circus-Wanty Gobert) e Andrey Zeits (Mitchelton-Scott). Il plotone li tiene nel mirino e sull’ultimo GPM ci sono diversi attacchi e contrattacchi che lasciano solo tre corridori in avanscoperta – Caruso, De Tier e Mas – raggiunti poco dopo da Bizkarra e Dillier. Il quintetto ci prova ma sullo strappo finale escono i grossi calibri: Mikel Landa (Bahrain – McLaren) attacca di ritmo e lungo rapporto ma il leader della classifica Jakob Fuglsang e Ion Izagirre (Astana), Marc Soler (Movistar), Jack Haig (Mitchelton-Scott), Brandon McNulty (UAE-Team Emirates), Dylan Teuns e Pello Bilbao (Bahrain – McLaren) lo seguono. Entrati nella cittadina, il persorso si fa molto tecnico ed in testa vanno Haig e Teuns, ma all’entrata della curva ai -150 metri, dove c’era la deviazione delle ammiraglie, il belga va dritto portandosi dietro anche Haig. Nervi saldi, invece, per il leader Fuglsang che indovina tempi e traiettorie alla perfezione e vince con stile. Il suo margine in classifica su Landa è ora di 14″.
Domani tappa breve (126,5 km) da Villanueva Mesía a Granada che presenta 3 GPM, l’ultimo dei quali è l’impegnativo Alto del Purche (1° cat. 8,8 km al 7.8%), sul quale si scollina a 20 km dall’arrivo. Si tratta di una tappa forse buona per una fuga oppure per un’azione architettata da chi non si è ancora arreso alla molto probabile vittoria finale di Fuglsang.
Matteo Conz

Fuglsang è il più agile di tutti nel tortuoso finale disegnato nel centro della cittadina di Úbeda (Getty Images)
BOL “ESPLODE” A TAVIRA, EVENEPOEL RESTA IN GIALLO
La volata di Tavira premia Cees Bol (Sunweb) che conquista la prima vittoria stagionale nella terza tappa della Volta ao Algarve 2020. Battuti Sacha Modolo (Alpecin Fenix) e Fabio Jakobsen (Deceuninck Quick Step). Remco Evenepoel (Deceuninck Quick Step) resta in testa alla classifica generale.
La terza tappa della Volta ao Algarve 2020 è anche la più lunga di questa edizione con i suoi 202 km. Si parte da Faro e si arriva a Tavira ma non ci sono insidie altimetriche tali da apportare cambiamenti alla classifica generale, comandata da Remco Evenepoel (Deceunick Quick Step) dopo l’exploit di ieri sull’Alto da Fóia. Si prevede una probabilissima volata di gruppo, anche perchè i due GPM in programma sono concentrati nei primi 80 km di corsa e non sembrano destare grosse preoccupazioni ai velocisti. Fabio Jakobsen (Deceuninck Quick Step) proverà quindi a bissare la vittoria conseguita nella prima tappa, anche se dovrà difendersi dalla voglia di rivalsa di gente come Elia Viviani (Cofidis), Alexander Kristoff (UAE Team Emirates) e, perchè no, dello stesso Matteo Trentim (CCC), terzo nella prima tappa dietro Jakobsen e Viviani. Dopo la partenza da Faro si formava la fuga di giornata grazie all’azione di Gotzon Martin (Fundación-Orbea), Aleksandr Grigorev (Atum General) e Tiago Antunes (Efapel). Dopo 6 km il vantaggio del terzetto di testa sul gruppo era di 1 minuto e 40 secondi. Martin si aggiudicava il primo traguardo volante di São Brás de Alportel, posto al km 18.4. Nel frattempo il gruppo non tirava più di tanto ed il vantaggio della fuga aumentava a 4 minuti dopo 20 km. Grigorev si aggiudicava il GPM di Portela da Corcha, posto al km 63.4, mentre Antuses transitava per primo sul successivo GPM di Cachopo, al km 78.3. Una volta terminate le maggiori asperità altimetriche il gruppo aumentava progressivamente il ritmo ed era il Team Cofidis a farsi vedere nelle prime posizioni. Martin si aggiudicava il secondo sprint intermedio di Alcoutim (Km 135), poi il gruppo riprendeva i fuggitivi a 22 km dall’arrivo sulla spinta del lavoro fatto da Cofidis e Deceuninck Quick Step. Una curva verso sinistra con rotatoria provocava una caduta in cui avevano la peggio tre ciclisti della Trek Segafredo, Koen De Kort, Jasper Stuyven ed Edward Theuns, i quali ripartivano dopo aver ricevuto immediata assistenza. Anche la UAE Team Emirates guadagnava le prime posizioni del gruppo per preparare la volata di Alexander Kristoff. La volata vedeva la vittoria di Cees Bol (Sunweb), che precedeva Sacha Modolo (Alpecin Fenix) e Jakobsen. Viviani concludeva soltanto in settima posizione. Bol ottiene così la prima vittoria stagionale mentre la classifica generale non subisce variazioni e vede Evenepoel sempre in maglia gialla davanti a Maximilian Schachmann (Bora Hansgrohe). Domani è in programma la quarta tappa da Albufeira all’Alto de Malhão (che verrà scalato due volte nel finale) con ben cinque GPM da affrontare e con un tracciato che presenta pochissima pianura. Vedremo chi, tra gli uomini di classifica, proverà ad attaccare Evenepoel ed eventualmente ad impensierirlo, anche se la cronometro finale di Lagoa si adatta perfettamente al belga che domani potrebbe pure ipotecare la vittoria finale.
Giuseppe Scarfone

Cees Bol vince la seconda delle due tappe riservate ai velocisti (Getty Images)

