VAN AERT VINCE LA TAPPA DEL VENTO, YATES ANCORA IN GIALLO
Van Aert, ancora lui! A Lavaur bis dell’olandese in una tappa con i ventagli protagonisti. Yates conserva la maglia gialla.
Doveva essere una tappa di avvicinamento ai Pirenei e invece la settima tappa da Millau a Lavaur è stata finora quella più vibrante del Tour 2020. Dopo un inizio in cui la Bora Hansgrohe ha messo il turbo facendo fuori praticamente tutti i velocisti, negli ultimi 30 km l’improvvisa accelerazione della INEOS Grenadiers provoca ventagli che mettono in difficoltà alcuni nomi caldi della classifica generale come Richie Porte (Trek – Segafredo), Mikel Landa (Bahrain – McLaren) e Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates). La vittoria arride in una volata ristretta a Wout Van Aert (Jumbo-Visma), alle seconda affermazione al Tour 2020. Adam Yates (Mitchelton Scott) resta in maglia gialla alla vigilia del week end sui Pirenei.
Si era partiti da Millau per arrivare a Lavaur dopo 186 km. Una prima parte di tappa con tre GPM poteva dare alla fuga di giornata la possibilità di evadere, ma gli ultimi 70 km in discesa e in pianura dovevano consentire alle squadre dei velocisti un comodo inseguimento, anche perché la classifica della maglia verde è ancora molto aperta con Sam Bennett (Deceuninck Quick Step) e Peter Sagan (Bora Hansgrohe) in lotta serrata ma con buoni outsider alle loro spalle. Dopo la partenza la fuga di giornata non partiva immediatamente e così Benoît Cosnefroy (Team AG2R) aveva la possibilità di transitare in prima posizione sulla Côte de Luzençon, primo GPM di giornata posto dopo soli 9 km. Dopo lo scollinamento era il team Bora Hansgrohe ad imporre un ritmo elevato che spezzava il gruppo in molti tronconi. La maggior parte dei velocisti pativa il ritmo imposto dalla squadra di Peter Sagan: quelli maggiormente in difficoltà erano Giacomo Nizzolo (NTT Cycling), Elia Viviani (Cofidis), Cees Bol (Sunweb), Alexander Kristoff (UAE-Team Emirates) e Caleb Ewan (Lotto Soudal). Bennett cercava di resistere all’impeto della Bora e, pur segnalato in difficoltà, si trovava nel primo drappello inseguitore, che aveva 35 secondi di ritardo dal gruppo maglia gialla, costituito da appena un centinaio di unità dopo circa 40 km dal via. Dopo la prima ora di corsa erano stati percorsi poco più di 46 km. Il gruppo maglia gialla aveva 1 minuto e 10 secondi di vantaggio sul gruppo della maglia verde e 2 minuti e 45 secondi di vantaggio su un terzo gruppo, nel quale era presente la maggior parte dei velocisti. Stando così le cose, soltanto Bennett sembrava al momento l’unico tra le ruote veloci che aveva qualche chance di rientrare sul gruppo di testa, anche perché non era lontano l’inizio del Col de Peyronnenc, seconda difficoltà altimetrica prevista nella tappa odierna. Al traguardo intermedio di Saint-Sernin-sur-Rance, posto al km 58, era Matteo Trentin (CCC) ad imporsi su Sagan. A 100 km dal termine la situazione sembrava ormai cristallizzata. Il gruppo maglia gialla aveva 3 minuti e mezzo di vantaggio sul gruppo di Bennett e 6 minuti e 15 secondi di vantaggio su quello dei velocisti. Thomas de Gendt (Lotto Soudal), dopo aver preso qualche metro di vantaggio, scollinava per primo sul Peyronnenc. L’azione del ciclista belga proseguiva ed il gruppo maglia gialla lasciava fare. De Gendt si aggiudicava così anche il successivo GPM della Côte de Paulhe, posta al km 97.5. A 45 km dal termine il belga aveva 50 secondi di vantaggio sul gruppo maglia gialla, poi veniva ripreso a 35 km dall’arrivo. Un’improvvisa accelerazione del team INEOS Grenadiers rompeva a sua volta il gruppo maglia gialla in tre mini gruppetti. A farne le spese erano, tra gli uomini di classifica, Landa, Porte e Pogačar, che al termine della tappa lasceranno per strada 1 minuto e 21 secondi. Stesso distacco anche Richard Carapaz (INEOS Grenadiers), che restava attardato a sua volta a causa di una foratura. La volata ristretta la vinceva Van Aert su Edvald Boasson Hagen (NTT Cycling) e Bryan Coquard (B&B Hotels Vital Concept). L’olandese conquista così la seconda vittoria al Tour 2020 e fa un bel passo avanti nella classifica della maglia verde, che vede ora al primo posto Sagan. In classifica generale Yates conduce con 3 secondi di vantaggio su Primož Roglič (Jumbo Visma) e 9 su Guillaume Martin (Team Cofidis). Domani è in programma l’ottava tappa con i Pirenei protagonisti. Da Cazères-sur-Garonne a Loudenvielle sono 141 i chilometri da percorrere, molto intensi per la presenza di due GPM di prima categoria e uno classificato “Hors Catégorie”, il difficile Port de Balès, concentrati nell’ultima settantina di chilometri. A 11 Km dall’arrivo, sull’ultimo GPM in programma, il Col De Peyresourde, sono previsti anche gli abbuoni temporali del “Point Bonus”, per cui vedremo come i big di classifica interpreteranno la tappa e se in particolare quelli che oggi hanno perso terreno avranno voglia di attaccare per recuperare il terreno perduto.
Giuseppe Scarfone

Il bis di Van Aert arriva nella pazza tappa di Lavaur (Getty Images Sport)
GIRO D’ITALIA UNDER23: NEI DUE GIORNI DEDICATI AI VELOCISTI VITTORIA PER MILAN E MEUSS
Dopo le salite della quarta tappa il Giro Giovani è tornato ”affaire” per le ruote veloci; così a Rosà, ieri, si è imposto il friulano Jonathan Milan (Cycling Team Friuli), mentre oggi a Colico è stato la volta del belga Jordi Meeus (SEG Racing Academy)
Ieri con la Marostica-Rosà e oggi la tappa di Colico il Giro d’Italia Under23 è ritornato affare per velocisti. Nella cittadina veneta lo sprint irresistibile del friulano Jonathan Milan (Cycling Team Friuli) gli ha permesso di avere la meglio su Jordi Meeus (SEG Racing Academy) e sul britannico Jake Stewart (Equipe Cycliste Continentale Groupama-FDJ). Ovviamente nulla è cambiato in classifica generale, dove Thomas “Tom” Pidcock (Trinity Road Racing) rimaneva in vetta.
Oggi si cambiava regione, trasferendo armi e bagagli sulle rive del Lago di Como, dove era in programma il periplo del Lario con partenza e arrivo a Colico.
Ad essere più veloce di tutti è stato colui che aveva già collezionato due secondi posti in questa edizione del Giro, ovvero il belga Jordi Meeus (SEG Racing Academy), che ha preceduto il leader della classifica dei traguardi volanti Cristian Rocchetta (General Store) e il connazionale Arne Marit (Lotto Soudal Development Team). Per quanto riguarda la classifica generale nessun problema invece per il suddito di sua Maestà Pidcock (Trinity Road Racing), che ha mantenuto la maglia rosa sempre davanti agli italiani Kevin Colleoni (Biesse Arvedi) e Giovanni Aleotti (Cycling Team Friuli).
Da domani si cambia musica con una due giorni destinata a stabilire il degno vincitore di questo Giro d’Italia Under23.
La penultima frazione è la tappa delle “Tre V” ovvero Valsassina, Valtellina e Valchiavenna. La prima ospiterà la partenza, che avverrà in quel di Barzio, poi si attraverserà in pianura la bassa Valtellina prima di dirigersi verso la Valchiavenna, dove si affronterà la lunga e decisiva salita verso i 1.908 metri di altitudine di Montespluga, poco sotto il celebre valico, lunga quasi 30 km e caratterizzata da una pendenza media del 5.7%, con punte del 10%
Mario Prato

La volata di Meuss a Colico (© Giro d'Italia U23)
LUTSENKO ILLUMINA L’AIGOUAL, ARU SI ACCENDE SULLA LUSETTE
La sesta tappa del Tour 2020 arride alla fuga di otto ciclisti (tra i quali l’italiano Daniel Oss). Sul Col de la Lusette, ultima insidiosa asperità altimetrica odierna, Alexey Lutsenko (Astana) scatta nel punto più duro e va a vincere sul Mont Aigoual dopo una bella azione personale. Sulla stessa ascese bel tentativo di Fabio Aru (UAE-Team Emirates), che guadagna quasi un minuto prima di esser ripreso. Adam Yates (Mitchelton Scott) resta agevolmente in maglia gialla. Domani a Lavaur sono attesi i velocisti.
Sono 191 i km che si dipanano da Le Teil a Mont Aigoual nella sesta tappa del Tour de France 2020 ed è inedita la salita finale che fa la sua prima apparizione al Tour al termine di una tappa senza asperità altimetriche per i primi tre quarti del percorso. Ad una quarantina di km dal termine, però, prima il Cap de Coste e poi il Col de Mouzères faranno da antipasto al Col de la Lusette, salita di prima categoria lunga quasi 12 km che presenta un tratto centrale di 2 km al 12%. Dopo lo scollinamento, si risalirà verso il già citato Mont Aigoual che presenta pendenze molto più facili e che non è neanche classificato come GPM; resta il fatto che se il ritmo imposto sulla Lusette sarà stato elevato, e magari ci sono stati anche attacchi da parte di qualcuno d’importante, oggi assisteremo ad un finale non banale che potrebbe scavare dei solchi nella classifica generale. Non scartiamo a priori neanche il successo della fuga, dopo la tappa di ieri che ha visto una sorta di no contest e che, a parte la vittoria di Wout van Aert (Jumbo-Visma), verrà ricordata per la penalità di 20 secondi inflitta a Julian Alaphilippe (Deceuninck Quick Step) per rifornimento irregolare. Il francese perde così la maglia gialla a favore di Adam Yates (Mitchelton Scott), che oggi dovrà quindi difenderla su un arrivo non banale. Subito dopo la partenza da Le Teil si formava la fuga di giornata composta da otto ciclisti: Nicolas Roche (Sunweb), Neilson Powless (EF Education First), Edvald Boasson Hagen (NTT Cycling), Rémi Cavagna (Deceuninck-Quick Step), Greg Van Avermaet (CCC), Jesús Herrada (Cofidis), Alexey Lutsenko (Astana) e Daniel Oss (Bora Hansgrohe), unico italiano presente nel tentativo. Il gruppo dava il via libera agli attaccanti, dei quali quello messo meglio in classifica era Van Avermaet, che ha 3 minuti e 17 secondi di ritardo da Yates. Al km 27 la fuga faceva registrare 3 minuti e mezzo di vantaggio sul gruppo ed in questo momento il belga era maglia gialla virtuale. Il vantaggio della fuga aumentava progressivamente e dopo 80 km saliva a 6 minuti e 30 secondi. Boasson Hagen si aggiudicava il traguardo volante di Saint-Hippolyte-du-Fort, posto al km 125.5. A 50 km dal termine la fuga aveva 5 minuti e 40 secondi di vantaggio sul gruppo, tirato da Jumbo Visma e Mitchelton Scott. Roche transitava in prima posizione sul Cap de Coste, primo GPM in programma posto al km 146. Il ritmo in testa al gruppo inseguitore era nel frattempo aumentato ed il vantaggio della fuga scendeva progressivamente. Sul Col de Mouzères, secondo GPM della tappa odierna posto al km 163, Roche scollinava ancora in prima posizione mentre il vantaggio della fuga sul gruppo maglia gialla era sceso a 2 minuti e 55 secondi. In testa al gruppo il forcing della INEOS Grenadiers aveva dato i suoi frutti. Lutsenko e Powless restavano da soli in testa alla corsa a circa 18 km dall’arrivo. Il kazako provava l’azione personale e restava da solo al comando a meno di 17 km dall’arrivo, nel tratto più duro del Col de Lusette. Dal gruppo maglia gialla era nel frattempo evaso un redivivo Fabio Aru (UAE-Team Emirates), che si metteva tutto solo all’inseguimento degli uomini in fuga. Il solo uomo di classifica, o presunto tale, in difficoltà era Sergio Henao (EF Education First), il quale restava nelle ultime posizioni del gruppo maglia gialla. Lutsenko scollinava in prima posizione sul Col de la Lusette e si avviava ad una meritata vittoria. Il ciclista kazako vinceva così in solitaria sul Mont Aigoual al termine di una tappa dove la fuga del mattino riusciva a giungere fino alla fine per la prima volta in questa edizione del Tour. Herrada chiudeva in seconda posizione a 55 secondi da Lutsenko mentre terzo era Van Avermaet a 2 minuti e 15 secondi da Lutsenko. Poco meno di 40 secondi più tardi Julian Alaphilippe (Deceuninck Quick Step) regolava allo sprint il gruppo maglia gialla dal quale Aru, che era stato ripreso dopo aver guadagnato quasi un minuto, perdeva 8 secondi appena, segno di una condizione in crescita seppur non ancora ottimale. In classifica generale Yates (resta in maglia gialla con 3 secondi di vantaggio su Primož Roglič (Jumbo Visma) e 7 su Tadej Pogačar (UAE Team Emirates). Domani è in programma la settima tappa da Millau a Lavaur, per un totale di 168 km. La prima metà di tappa presenta un percorso piuttosto nervoso con tre GPM da scalare, di cui due di terza categoria. La seconda metà è invece quasi del tutto pianeggiante, con i velocisti che avranno una nuova possibilità di giocarsi la vittoria in volata.
Giuseppe Scarfone

Lutsenko tutto solo sull'Aigoual (Getty Images Sport)
VAN AERT SHOW A PRIVAS, ALAPHILIPPE RESTA IN GIALLO
A Privas, al termine di una tappa oggettivamente sonnolenta, Wout Van Aert (Jumbo Visma) ravviva il finale andando a imporsi allo sprint su Cees Bol (Sunweb) e Sam Bennett (Deceuninck QUick Step). Julian Alaphilippe (Deceuninck Quick Step), maglia gialla, viene penalizzato di 20 secondi per rifornimento irregolare e perde le insegne del primato, finite sulle spalle di Adam Yates (Mitchelton Scott). Riuscirà a riprenderle domanti al termine dell’insidiosa salita di Mont Aigoual?
La quinta tappa del Tour 2020, 183 km da Gap a Privas, strizza l’occhio ai velocisti che però nel finale devono affrontare due GPM, entrambi di quarta categoria, che potrebbero appesantire le gambe. In più, l’arrivo è in leggera pendenza e presenta una semicurva verso sinistra al termine di una carreggiata non larghissima e contenente alcune rotonde. Insomma, se lo sprint pare scontato, bisognerà fare molta attenzione anche perché le squadre dei big vorranno proteggere i capitani e cercheranno di restare nelle prime posizioni del gruppo. La giornata iniziava con l’annuncio dell’UCI che assegnava ufficialmente i Mondiali 2020 a Imola, dopo la rinuncia di Martigny per le insufficienti misure di garanzia per l’emergenza Covid. La tappa iniziava in modo abbastanza soft, senza attacchi immediati. Soltanto Kasper Asgreen (Deceuninck Quick Step) provava una timida azione personale, che veniva annullata quasi subito. Il gruppo non lasciava partire la fuga anche perché il traguardo volante di L’Épine, posto al km 47.5, offriva punti allettanti in ottica classifica maglia verde. Era Sam Bennett (Deceuninck Quick Step) ad aggiudicarselo ed a vestire virtualmente la maglia verde. La cronaca, piuttosto scarna, non faceva registrare molto, se si eccettua qualche “visita” dei ciclisti più acciaccati alla macchina del dottore, tra cui quella di Thibaut Pinot (Groupama FDJ) per farsi assistere alla spalla destra, ancora dolorante dopo la caduta nella prima tappa di Nizza. Sul Col de Serre Colon, primo GPM posto al km 130, transitava in prima posizione Benoît Cosnefroy (AG2R), che rafforzava il vantaggio nella speciale classifica della maglia a pois. Dopo il cartello dei 30 km dall’arrivo il gruppo iniziava finalmente ad imporre un ritmo più elevato, in vista del complicato finale. Erano Bora-Hansgrohe, INEOS Grenadiers e Jumbo Visma le squadre più attive in testa, con il gruppo che si allungava in una lunga fila indiana. Richard Carapaz (INEOS Grenadier) era vittima di una foratura a 22 km dall’arrivo. Cosnefroy si aggiudicava anche il secondo GPM di giornata, la Côte de Saint-Vincent-de-Barrès, posto al km 167. Anche Mads Pedersen (Trek Segafredo) era vittima di una foratura ma riusciva a riprendere le ruote del gruppo. A 8 km dall’arrivo una nuova e più decisa accelerazione della INEOS allungava ulteriormente il gruppo. Era la Sunweb la formazione maggiormente rappresentata in testa al gruppo per preparare la volata a Cees Bol. L’olandese sembrava avere la meglio ma alle sue spalle rimontava Wout Van Aert (Jumbo Visma), che per mezza ruota aveva la meglio proprio su Bol mentre terzo era Sam Bennett (Deceuninck Quick Step). Chiudevano la top five Peter Sagan (Bora Hansgrohe) in quarta posizione e Jasper Stuyven (Trek Segafredo) in quinta. Italia oggi abbastanza deludente con il primo classificatp, Giacomo Nizzolo (NTT Cycling), soltanto undicesimo. Van Aert così ottiene la prima vittoria al Tour 2020, seconda in totale per la sua squadra dopo l’affermazione di Primož Roglič a Orcières-Merlette. La classifica generare resta inizialmente invariata nelle prime posizioni con Julian Alaphilippe (Deceuninck Quick) in maglia gialla con 4 secondi di vantaggio su Adam Yates (Mitchelton Scott) e 7 secondi su Roglič. Successivamente la giuria decide di penalizzare di 20 secondi il corridore francese per rifornimento non autorizzato, avendo preso una borraccia da un massaggiatore della sua formazione quando mancavano 17 Km al traguardo (il regolamento non consente tali rifornimenti negli ultimi 20 Km): in seguito a tale penalità Alaphilippe è sceso dal primo al 16° posto della classifica generale con 15″ di ritardo da Yates, al quale è stata consegnata la maglia gialla, vestita dal britannico con 3″ su Roglič e 7″ sullo sloveno Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates). Domani è in programma la sesta tappa da Le Teil a Mont Aigoual. E’ lunga 191 km e presenta per i primi tre quarti di percorso pianura a perdita d’occhio. Le cose si fanno interessanti negli ultimi 45 km, quando due GPM di terza categoria faranno da antipasto alla scalata finale, che si concentra in una prima parte davvero tosta caratterizzata dal Col de la Lusette, quasi 12 km ad oltre il 7% di pendenza media. I restanti 12 km sono intervallati da una breve discesa e da un nuovo tratto in salita al 5-6%. La scena se la prenderanno di nuovo i big e la classifica generale potrebbe subire qualche interessante variazione.
Giuseppe Scarfone

Van Aert vince la quinta tappa del Tour (Getty Images Sport)
SULLE PRIME MONTAGNE TOM PIDCOCK NON SI LASCIA SFUGGIRE L’OCCASIONE ROSA
La prima tappa di montagnba è andata in archivio con la vittoria del britannico Tom Pidcock. Il giovane portacolori del team Trinity Road Racing dopo essersi fatto vedere nelle tappe scorse ha rotto gli indugi ed è andato a mettere il primo sigillo alla conquista del Giro d’Italia Under 23.
Nel novero dei pretendenti alla rosa finale il nome del britannico Tom Pidcock (Trinity Road Racing) era uno di quelli più quotati e oggi il talento britannico ha dimostrato che tutti i suoi estimatori hanno veramente di che gioire. La tappa odierna era sicuramente la prima che chiamava alla tenzone coloro che ambiscono al successo finale in quel dell’Aprica e i “galletti” presenti nel “pollaio” del Giro Under 23 non si sono fatti scappare l’occasione per mettere sulla strada il loro valore.
In una giornata caratterizzata finalmente da condizioni atmosferiche favorevoli la corsa è iniziata fin da subito con scatti e controscatti, anche se senza molto costrutto. All’intergiro di Soave è transitato per primo Cristian Rocchetti (General Store), già detentore della maglia blu della relativa classifica.
Ma è stato all’inizio della lunga ascesa che conduceva al Passo del Branchetto che sono iniziate le grandi manovre con l’attacco di cinque corridori, ovvero Samuele Zoccarato (Colpack Ballan), Daan Hoole (SEG Racing Academy), Andrea Cantoni (#inEmiliaRomagna Cycling Team), Martin Marcellusi (Mastromarco Sensi Nibali) e Mattia Guasco (NTT). È stata la primo di una serie di azioni che ha condotto i migliori a giocarsi la tappa e la leadership di classifica. Ripreso Cantoni, ultimo dei cinque fuggitivi andati in avanscoperta, si sono susseguiti altri attacchi. Matteo Carboni (Biesse Arvedi) scollina per primo e poi a breve da Carlos Garcia e Jokin Murguialday (Caja Rural), Andrea Pietrobon (CTF) e dal non ancora stanco Zoccarato, transitato in testa al successivo GPM. La loro azione termina 10 Km più avanti poi, sulla salita che conduce al traguardo di Bolca, Pidcock se ne è andato senza venire più ripreso. Si devono così accontentare delle posizioni di rincalzo Kevin Colleoni (Biesse Arvedi) e Giovanni Aleotti (CTF), che hanno completato il podio di giornata con ritardi rispettivamenti di 22 e 37 secondi. Andrea Fusaz, Ds del terzo classificato ha così commentato la prova del suo ragazzo: “Sappiamo che il Giro d’Italia si vince evitando i mille imprevisti che ogni giorno si incontrano sulla strada. I nostri ragazzi nei giorni scorsi hanno fatto un grande lavoro per proteggere Giovanni da cadute, fughe e guai meccanici. Purtroppo nei giorni scorsi una caduta gli ha causato alcune importante contusioni ma sta stringendo i denti e, oggi, alla prima occasione utile, si è confermato tra i migliori del gruppo. La strada per l’Aprica è ancora lunga e, certamente, ci saranno altre occasioni per attaccare e per provare a conquistare la maglia rosa. L’importante è aver dato il segnale che la condizione fisica è buona e che siamo pronti a lottare fino all’ultimo colpo di pedale per il successo finale”.
Come era facilmente prevedibile oggi Luca Colnaghi ha ceduto le insegne del comando e per questo nelle sue parole non c’è tristezza. Anzi, trasudano ancora l’entusiasmo per essere stato il primo del suo Team ad indossare la maglia di leader al Giro Under: “Vestire anche solo per un giorno la maglia rosa è stata una emozione unica. Una bellissima esperienza che sono orgoglioso di aver regalato a questo fantastico team. Oggi alla partenza è stato bello salutare i tanti amici e stringere la mano ad alcuni grandi campioni come Mario Cipollini”. Per lui c’è stata ancora la soddisfazione di mantenere la maglia rossa di leader della classifica a punti.
Domani la quinta tappa partirà da Marostica per arrivare dopo 133 km a Rosà, proponendo un tracciato che fa il “verso” a quello del campionato nazionale professionisti recentemente conquistato da Giacomo Nizzolo. Per quattro volte dovrà, infatti, essere superata la salita della Rosina, con l’ultimo passaggio situato a poco meno di 40 Km dal traguardo. A meno di sorprese i favoriti dovrebbe essere i velocisti.
Mario Prato

La vittoria di Pidcock a Bolca (www.bicitv.it)
ROGLIČ, VITTORIA DI CLASSE E POTENZA A ORCIÈRES-MERLETTE
Sul traguardo di Orcières-Merlette Primož Roglič (Jumbo Visma) è autore di una progressione impressionante negli ultimi metri che non dà scampo agli avversari diretti. Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) è secondo mentre Guillaume Martin (Cofidis) chiude in terza posizione. Grazie agli abbuoni Roglič sale al terzo posto in classifica generale, sempre comandata da Julian Alaphilippe (Deceuninck Quick Step)
La quarta tappa del Tour 2020 propone l’arrivo in salita ad Orcières-Merlette, località famosa nel ciclismo perché qui nel 1971 si consumò una clamorosa crisi di Eddy Merckx che lasciò la bellezza di quasi nove minuti a Luis Ocaña. Si tratta di una salita di prima categoria, 7 km al 6,7% di pendenza media, sulla quale potremo assistere alle prime scaramucce tra i pretendenti alla maglia gialla. Prima della scalata finale i ciclisti dovranno affrontare altri quattro GPM, ma tutti altimetricamente più agevoli visto che sono di terza o di quarta categoria. Dopo la partenza da Sisteron si formava immediatamente la fuga di giornata, composta da sei ciclisti: Nils Politt e Krists Neilands (Israel Start-Up Nation), Mathieu Burgaudeau (Total Direct Énergie), Alexis Vuillermoz (AG2R-La Mondiale), Tiesj Benoot (Sunweb) e Quentin Pacher (B&B Hotels-Vital Concept). Il gruppo lasciava fare e dopo 20 km il vantaggio dei sei sfiorava i 4 minuti. Con il passare dei chilometri il gruppo iniziava a organizzare l’inseguimento. La squadra maggiormente impegnata era la Deceuninck Quick Step, con Rémi Cavagna e Tim Declercq ad alternarsi in testa per mantenere la fuga a distanza di sicurezza. Il lungo falsopiano che portava alla scalata del Col du Festre, prima asperità della tappa, includeva il traguardo volante di Veynes, posto al km 51,5, vinto da Politt. Pacher, invece, transitava per primo sul Festre. A 70 km dall’arrivo il vantaggio della fuga era di 3 minuti e 10 secondi. Sulla successiva Côte de Corps era ancora Pacher a scollinare in prima posizione. A 50 km dall’arrivo il vantaggio della fuga era sceso a 2 minuti e 35 secondi. Sulla Côte de l’Aullagnier Pacher transitava ancora per primo, con il gruppo che inseguiva con 2 minuti e 40 secondi di ritardo. In un tratto in discesa Benoot era vittima di una caduta che lo estrometteva dalla fuga. Sulla Côte de Saint-Léger-les-Mélèzes, penultima ascesa in programma, era Neilands a scollinare in prima posizione, prima di essere ripreso all’inizio dell’ultima salita, a circa 7 km dall’arrivo. Dries Devenyns e Bob Jungels erano gli ultimi compagni rimasti a scortare la maglia gialla Julian Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step). Era Pierre Rolland (B&B Hotels-Vital Concept) a rompere gli indugi ed a scattare a 4 km e mezzo dall’arrivo. Il francese veniva ripreso dono circa 500 metri di assolo, poi Wout Van Aert (Jumbo Visma) faceva un gran forcing a 3 km dall’arrivo, con tre ciclisti dell’INEOS Grenadiers alle sue spalle. Van Aert si faceva da parte a poco meno di 2 km dall’arrivo e quindi era Sepp Kuss (Jumbo Visma) a prendere la testa della corsa ed a consentire a Primož Roglič di portarsi in pole position per la volata finale. Era proprio lo sloveno che, con una progressione impressionante condotta senza alzarsi dalla sella, metteva tutti in fila ed andava a vincere battendo il connazionale Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates), mentre terzo era Guillaume Martin (Cofidis). Chiudevano la top five Nairo Quintana (Arkéa-Samsic) e Alaphilippe, rispettivamente quarto e quinto. In 16 giungevano con lo stesso tempo ed erano perciò da registrare alcuni ritardi, come quello di Emanuel Buchmann (Bora Hansgrohe) giunto a 9 secondi da Roglič. Andava peggio a gente come Alejandro Valverde (Movistar), a 21 secondi di ritardo, ed alla coppia colombiana Martínez-Higuita dell’EF Education First, classificata con 28 secondi di ritardo. In classifica generale Alaphilippe conserva la maglia gialla con 4 secondi di vantaggio su Adam Yates (Mitchelton Scott) e 7 su Roglič. Domani la quinta tappa, di trasferimento verso il Massiccio Centrale, si svolgerà da Gap a Privas. Sono due i GPM da affrontare, entrambi di quarta categoria e posti negli ultimi 50 km di corsa. Sembra una tappa favorevole ai velocisti, che però dovranno essere capaci di saper leggere il finale visto che gli ultimi 7 km sono in costante ascesa al 2-3% e la linea del traguardo è posta al termine di un’ampia semicurva di 500 metri.
Giuseppe Scarfone

Roglič lanciato a testa bassa verso il successo nella seconda tappa di montagna del Tour 2020 (Getty Images)
EWAN, GIMKANA VINCENTE NEL VENTO A SISTERON. ALAPHILIPPE RESTA IN GIALLO
A Sisteron, in una volata caratterizzata dal forte vento contrario, Caleb Ewan (Lotto Soudal) s’impone su Sam Bennett (Deceuninck QUick Step) e Giacomo Nizzolo (NTT Cycling). Domani prima tappa con arrivo in salita a Orcières-Merlettes, località famosa per la crisi di Eddy Merckx al Tour del 1971.
Il Tour 2020 parte per la terza ed ultima volta da Nizza ma questa volta si dirige ad ovest e dopo 198 km arriva a Sisteron, caratteristico paese dell’Alta Provenza. La tappa presenta nella prima metà un andamento nervoso, con pianura pressoché assente, tre GPM di terza categoria e perciò possibilità di fughe, anche numericamente consistenti. Nella seconda metà, invece, il tracciato si addolcisce e l’ultimo GPM di quarta categoria posto a una cinquantina di chilometri dall’arrivo non dovrebbe scoraggiare più di tanto l’inseguimento delle squadre dei velocisti, che devono fare di necessità virtù e approfittare delle occasioni a loro riservate in un tracciato che non lascia loro molte chance. Julian Alaphilippe (Deceuninck Quick Step) parte da Nizza in maglia gialla e oggi non dovrebbe avere problemi a conservarla. La fuga di giornata si formava poco dopo la partenza da Nizza; i suoi promotori erano Anthony Perez (Cofidis), Jérôme Cousin (B&B Hotels-Vital Concept) e Benoît Cosnefroy (Team AG2R-La Mondiale). Dopo 12 km dalla partenza il terzetto di testa aveva già 3 minuti di vantaggio su un gruppo ancora piuttosto sonnolento. L’ascesa verso il Col du Pilon, posto al km 55, era caratterizzata da una pioggia battente che non impediva a Perez di battere Cosnefroy e permettere così al francese della Cofidis di indossare virtualmente la maglia a pois. Alle spalle della fuga era la Deceuninck a scandire l’inseguimento. Il gruppo scollinava con meno di 2 minuti di ritardo. Il successivo Col de la Faye vedeva ancora la lotta serrata tra Perez e Cosnefroy per aggiudicarsi i punti della speciale classifica ed era ancora Perez ad avere la meglio sull’avversario diretto. Il gruppo maglia gialla scollinava a sua volta con 1 minuto e 57 secondi di ritardo dai fuggitivi. Cousin restava da solo in testa al km 71 dopo che Perez e Cosnefroy decidevano di lasciarsi sfilare e riprendere dal gruppo. A 120 km dall’arrivo Cousin aveva aumentato il vantaggio su gruppo a 4 minuti. A metà tappa il vantaggio del francese era sceso a 2 minuti e mezzo. Cousin scollinava sul Col des Lèques, posto al km 117, con 3 minuti di vantaggio sul gruppo. Nel frattempo terminava anzitempo il Tour di Perez, vittima di una caduta in discesa che lo costringeva al ritiro a causa della frattura della clavicola. Il gruppo aumentava l’andatura ed a 60 km dal termine il vantaggio di Cousin era sceso ad 1 minuto e 55 secondi. Si registravano alcune forature come quelle di Sam Bennett (Deceuninck Quick Step) e di Giacomo Nizzolo (NTT Cycling), attesi oggi in volata. Cousin scollinava per primo sul Col de l’Orme, ultimo GPM di giornata a 47 km dalla conclusione. Cousin faceva suo anche il traguardo volante di Dignes-Les-Bains, posto al km 160.5, e infine veniva ripreso a 16 km dall’arrivo. A questo punto iniziavano le grandi manovre per la volata. In una rotonda a 6 km dall’arrivo si segnalavano le cadute di Wout Van Aert (Jumbo Visma) e di Cosnefroy. Nel rettilineo finale, con un forte vento contrario, era Caleb Ewan (Team Lotto Soudal) ad avere la meglio su Sam Bennett e Giacomo Nizzolo (NTT Cycling). Il piccolo australiano era abile nelle ultime decine di metri ad infilarsi con una vera e propria gimkana in uno spazio strettissimo ed a superare verso sinistra l’irlandese, ottenendo così la prima vittoria al Tour 2020. Da registrare nella top ten anche l’ottavo posto di Matteo Trentin (CCC) ed il decimo di Niccolò Bonifazio (Total Direct Énergie). La classifica generale non cambia con Alaphilippe che conserva la maglia gialla con 4 secondi di vantaggio su Adam Yates (Mitchelton Scott) e 7 su Marc Hirschi (Sunweb). Domani è in programma la quarta tappa da Sisteron ad Orcières-Merlette, la prima che prevede un arrivo in salita, peraltro di prima categoria, dopo che i ciclisti ne avranno già percorsi quattro, concentrati in un’ottantina di chilometri. Sarà questo un test molto importante per controllare la forma dei ciclisti più attesi, molti dei quali sono reduci da acciacchi vari, accumulati già all’inizio del Tour o preesistenti (vedi Pinot, Roglič, Quintana, Buchmann e Bernal). Lì dove Eddy Merckx ebbe la celebre crisi nel Tour del 1971, chissà se assisteremo ad altre simili débâcle…
Giuseppe Scarfone

La vittoria di Ewan a Sisteron (foto Bettini)
COLNAGHI FA IL BIS E SI COLORA DI ROSA
Giornata storica al Giro d’Italia Under23. Il lecchese Luca Colnaghi grazie alla vittoria odierna, la seconda in due giorni, indossa la prima maglia rosa nella storia della Zalf Desirè Fior.
La vittoria di Luca Colnaghi sul traguardo di Mordano, in provincia di Bologna,è destinata a passare alla storia, seppur spicciola, di una società storica, che ha fatto il movimento dilettantistico in Italia, la Zalf Desirè Fior. Nonostante la più che pluriennale attività un atleta della società di Castefranco Veneto non aveva mai indossato la Maglia Rosa, simbolo del Giro d’Italia di categoria. Ci è riuscito oggi Luca Colnaghi che, non pago del successo di ieri, ha raccolto il bis nella Riccione-Mordano disputata oggi, un successo che gli ha permesso di salire in vetta alla classifica generale. Il ragazzo di Mandello del Lario, paese del lecchese noto per aver dato i natali ad uno dei simboli del motorismo italiano, la Moto Guzzi, si è imposto sul gruppetto di cinque attaccanti che si era creato in seguito proprio all’attacco dello stesso Colnaghi sull’ultimo GPM di giornata, quando mancavano più di 25 km al traguardo. La collaborazione dei cinque ha fatto sì che il gruppo inseguitore non riuscisse a colmare il gap e che sul traguardo di Mordano si presentassero in “formazione compatta”. I compagni di viaggio nulla hanno potuto contro Colnaghi, che ha regolato in volata il britannico Tom Pidcock (Trinity Road Racing) e l’austriaco Tobias Bayer (Tirol KTM Cycling Team).
“Ieri Luca ha confezionato un autentico capolavoro. Oggi si è addirittura superato andando a prendersi un altro bellissimo successo di tappa e conquistando addirittura la maglia rosa. Sono stati due giorni straordinari ed indimenticabili per tutta la nostra squadra, da pelle d’oca” ha commentato Ilario Contessa, DS della formazione veneta. “Non solo Luca ma tutta la squadra anche oggi ha corso in maniera impeccabile e siamo stati premiati nonostante non fosse facile riuscire a precedere avversari di altissimo livello come quelli presenti qui al Giro. Domani ripartiremo per la prima tappa di montagna con la serenità e con la consapevolezza di aver già raccolto tantissimo ma senza rinunciare a sognare in grande. Correremo giorno per giorno, per continuare a divertirci e a far divertire”.
La tappa odierna sembrava semplice ma si è dimostrata di tutt’altra caratura. La prima parte del percoso presentava una serie di strappi, resi ancora più impegnativi dalla forte pioggia. Per questo motivo il gruppo si è diviso in tre tronconi già dopo soli 10 km, tornando poi compatto a circa 60 km dall’arrivo, con una media di 47 km/h dopo le prime due ore di gara.
Il Monte Carla e la salita di Monticino hanno scatenato le ambizioni di molti. Al GPM il primo a transitare è stato Pidcock, mentre il GPM di Mazzolano ha premiato Bayer, che ha così conquistato la maglia verde di leader degli scalatori. In seguito si è formato il quintetto – con Bayer, Pidcock, Colnaghi, Henri Vandenabeele (Lotto Soudal), e Antonio Puppio (Kometa-Xstra Cycling Team) – che ha saputo arrivare fino al traguardo giocandosi il successo di tappa. Dopo 26 secondi Michele Gazzoli (Colpack-Ballan) ha regolato il gruppo.
Grazie alla vittoria odierna Colnaghi si è issato al vertice della classifica generale con un solo secondo di vantaggio su Vandenabeele, mentre Pidcock è terzo a 16″. Colnaghi è anche leader della classifica a punti, la cui maglia rossa sarà domani indossata da Pidcock. Bayer, come detto, si è portato in testa alla classifica dei GPM mente leader dei traguardi volanti è diventato Cristian Rocchetta (General Store-Essegibi-F.lli Curia). Il miglior giovane del Giro è al momento Edoardo Zambanini (Zalf Euromobil Désirée Fior) mentre l’ex maglia rosa Alejandro Ropero Molina (Kometa Xstra Cycling Team) è rimasto in testa alla speciale classifica della combinata.
Per la quarta tappa il Giro d’Italia U23 si sposterà in Veneto: si partirà da Bonferraro di Sorgà per arrivare a Bolca al termine della prima delle tre tappe di montagna. Da superare 2.750 metri di dislivello distribuiti in 159,6 km di gara, banco di prova per coloro che hanno ambizioni di classifica.
Il percorso è piatto per i primi 50 km, fino a Soave; da lì la strada comincerà a salire portando i corridori ai 1580 metri del GPM Passo del Branchetto (20 km al 5,3%). La corsa scenderà quindi su Bosco Chiesanuova prima di affrontare il GPM di 3a categoria della Bettola (3,8 km al 5,2%). Ancora discesa verso Badia Calavena, quindi l’ascesa di 2a categoria de La Collina (4,2 km al 6,8% di pendenza media) anticiperà di circa 8 Km l’ascesa finale di 4 Km al 7.6% che condurrà al traguardo di Bolca
Mario Prato

Strepitoso bis di Luca Colnaghi sulle bagnate strade del Giro d'Italia Under 23 (© Giro d'Italia U23
BRUSSEL CYCLING CLASSIC: MERLIER SI IMPONE ALLO SPRINT
E’ il belga Tim Merlier (Alpecin-Fenix) ad aggiudicarsi, in maglia di campione belga, la centesima edizione di quella che fu la Parigi-Bruxelles. La gara, dopo alcuni interessanti tentativi di anticipare lo sprint, si è risolta in volata: alle spalle di Merlier l’italiano Davide Ballerini (Deceunink), terzo posto per Nacer Bouhanni (Arkéa).
La gara, come da classico copione, si è svolta con una lunga fuga di sei uomini che ha caratterizzato 180 dei 203 km in programma. Cédric Beullens (Sport Vlaanderen – Baloise), Jasha Sütterlin (Sunweb), Loïc Vliegen (Circus-Wanty Gobert), Julien Duval (AG2R), Jan-Willem Van Schip (BEAT) e Julien Van den Brande (Tarteletto) sono gli uomini che hanno composto il drappello ripreso quando al traguardo mancavano circa 20 km. Ripresi i fuggitivi la corsa è entrata nel vivo con un interessante tentativo di fuga di Jasper Philipsen (UAE-Team Emirates), alle cui spalle si sono subito portati Aimé De Gendt (Circus-Wanty Gobert) e Ilan Van Wilder (Sunweb). Il terzetto non è però riuscito a scavare un deciso solco e il gruppo ha ricucito nel giro di dopo pochi chilometri. A quel punto Tim Merlier (Alpecin-Fenix) ha trionfato con una volata potente su Davide Ballerini (Deceunink) e Nacer Bouhanni (Arkéa). Florian Vermeersch (Lotto Soudal), Philipsen, Pascal Ackermann (Bora), Lawrence Naesen (AG2R), Romain Seigle (Groupama), Amaury Capiot ed Edward Planckaert (Sport Vlaanderen – Baloise) chiudono la top ten.
Da segnalare una caduta che ha coinvolto, tra gli altri, Ballerini e Bouhanni subito dopo l’arrivo e provocata dalla posizione infelice del traguardo, collocato all’altezza di una curva. Il francese, in particolare, sembrava parecchio dolorante.
Andrea Mastrangelo

Tim Merlier vince in maglia di campione nazionale belga la "vecchia" Parigi-Bruxelles (foto Bettini)
IL COMASCO COLNAGHI VINCE LA SECONDA TAPPA DEL GIRO UNDER23
La seconda tappa del Giro d’Italia Under23 che si concludeva a Riccione ha visto il successo del comasco Luca Colnaghi. Il portacolori della Zalf si è imposto grazie ad un colpo da finisseur dopo aver alimentato la fuga che ha caratterizzato il finale di gara. La tappa gara è stata caratterizzata in avvio da due cadute con relativi interventi della Giuria che ha neutralizzato un tratto del percorso.
Quest’ultima domenica di Agosto è stata la giornata della seconda tappa del Giro d’Italia Under23 ENEL che ha portato le promesse del ciclismo mondiale da Gradara a Riccione, una tappa che non presentava particolari difficoltà altimetriche, ma che è stata caratterizzata in avvio dalla pioggia, ospite indesiderata, che ha causato non poche difficoltà ai giovani ciclisti. Sono state ben due le cadute provocate dal maltempo che hanno costretto il Collegio di Giuria prima ad interrompere la gara e successivamente a neutralizzare un tratto di percorso. Con queste premesse la corsa vera e propria è cominciata al km 31, mentre al km 40 si è formata una fuga decisamente interessante. Ad alimentarla sono stati Lorenzo Ginestra (Aran Cucine Vejus), Sergio García (Kometa Xstra), Giacomo Ballabio (Iseo Serrature Rime Carnovali) e Joab Schneiter (Swiss Racing Academy), raggiunti rapidamente anche da Gabriele Porta (Delio Gallina Colosio Eurofeed). La presenza tra i 5 dello spagnolo compagno di squadra del leader della corsa Alejandro Ropero ha permesso al Team Kometa di risparmiare energie, lasciando il grosso del lavoro a Team Colpack-Ballan, Casillo Petroli Firenze Hopplà e Cycling Team Friuli, con questi ultimi a farsi carico del surplus di lavoro necessario a portarsi a solo 30” dai fuggitivi quando mancano 10 km al traguardo. La vicinanza del traguardo scalda le ambizioni sia degli attaccanti, sia degli inseguitori. Davanti prova la soluzione di forza Ginestra, mentre tra gli inseguitori si avvantaggiano Luca Colnaghi (Zalf Euromobil Désirée Fior) e Cole Davis (Hagens Berman Axeon). Questo rimescolamento ha fatto sì che davanti si sia formato un trio (Ballabio, Colnaghi e Ginestra) che guida la corsa con un esiguo vantaggio sugli inseguitori. A giocare la carta giusta è stato Colnaghi, che è riuscito a mantenere sul traguardo una manciata di metri sugli inseguitori, regolati da Jordi Meeus (SEG Racing Academy) su Jonathan Milan (Cycling Team Friuli) e Jake Stewart (Groupama-FDJ Continental).
“Già nella tappa di ieri avevo buone sensazioni. Oggi ho provato da lontano e il gruppo mi ha lasciato andare; nel finale ho visto che gli altri erano stanchi e ho deciso di tirare dritto. Gli ultimi metri con il gruppo alle spalle non sono stati facili ma il traguardo era sempre più vicino: ho stretto i denti e ce l’ho fatta” ha racconto il vincitore. “Questa vittoria è per la mia famiglia e per tutta la Zalf Euromobil Désirée Fior che in questi mesi mi ha accolto come una seconda casa e mi ha supportato al meglio. Da domani correrò alla giornata, quello che la strada mi offrirà cercherò di coglierlo al volo senza troppi pensieri” . Colnaghi al termine della tappa ha indossato la maglia rossa di leader della classifica a punti, oltre ad essersi portato a 10″ dalla maglia rosa, ancora vestita da Ropero. Per quanto riguarda le altre classifiche, Gabriele Benedetti (Casillo – Petroli Firenze – Hopplà) e Antonio Tiberi (Colpack Ballan) hanno rispettivamente conservato quellla maglia verde di leader degli scalatori e quella bianca di miglior giovane. Oltre alla vittoria di tappa Colnaghi si è portato al vertice della classifica a punti mentre Ropero veste anche la maglia multicolore della combinata e Ballabio è andato a conquistare quella blu dei traguardi volanti. Infine, il Team Colpack Ballan si è sostituo alla Casillo – Petroli Firenze – Hopplà in vetta alla classifica a squadre.,
Domani si disputerà la terza tappa, frazione che si svilupperà interamente in Emilia-Romagna con partenza da Riccione e arrivo a Mordano, il centro dove ha sede la Nuova Ciclistica Placci 2013 presieduta da Marco Selleri, la società organizzatrice del Giro U23. I ciclisti dovranno percorrere 150,5 chilometri per una frazione in gran parte pianeggiante ma che, all’altezza di Faenza, devia verso le colline per portare i corridori ad affrontare due GPM di 3a categoria negli ultimi 30 km, Monticino (3,5 km di salita, pendenza media 5,2%, punte all’11%) e Mazzolano (2,4 km di salita, pendenza media 5,3%, massima all’11%), prima di scendere verso Imola e successivamente portarsi a Mordano per il traguardo.
Mario Prato

Colnaghi a segno nella seconda tappa del Giro d'Italia Under 23 (www.photors.it)

