JOAO RODRIGUES VINCE LA VOLTA AO ALGARVE 2021
Joao Rodrigues (Team W52/FC Porto) approfitta della caduta nella quarta tappa di Ethan Hayter (Team INEOS Grenadiers) e lo beffa nella quinta ed ultima tappa sull’Alto de Malhao.
Nonostante la concomitanza con le prime due tappe del Giro d’Italia, la Volta ao Algarve, recuperata a Maggio dopo essere stata rinviata lo scorso Febbraio causa covid, ha offerto un discreto spettacolo nelle cinque tappe che si sono disputate dal 5 al 9 Maggio. La partecipazione non è stata delle migliori, visto che le squadre WT erano tutte impegnate nella corsa rosa, ma nemmeno delle più anonime, visto che comunque nel sud del Portogallo si sono recate sette squadre della massima serie. In particolare ai nastri di partenza era presente Rui Costa (UAE Team Emirates), tra i più forti ciclisti portoghesi ed anche ex campione del mondo su strada, che però ha dovuto alzare immediatamente bandiera bianca nella prima tappa a causa di una caduta. Delle cinque tappe in programma, due si sono concluse in volata, la prima da Lagos a Portimao e la terza da Faro a Tavira. In entrambe la vittoria è andata a Sam Bennett (Team Deceuninck Quick Step). Le altre tre sono state decisive per la classifica generale e la conseguente vittoria finale. Nella seconda, sullo strappo finale di Foia, ha vinto Ethan Hayter (Team INEOS Grenadiers), che indossava la maglia gialla di leader. Sembrava tutto in discesa per il britannico, anche perché nella quarta tappa a cronometro di Lagoa, lunga poco più di 20 km e vinta da Kasper Asgreen (Team Deceuninck Quick Step), stava disputando un’ottima prova contro il tempo, ma una curva verso sinistra a circa 2 km dall’arrivo tradiva il ciclista dell’INEOS che cadeva rovinosamente a terra, battendo violentemente la parte sinistra del corpo e finendo la corsa nelle vicinanze di un guardrail che gli avrebbe anche potuto arrecare danni peggiori. Hayter risaliva in bici e concludeva la prova, restando in maglia gialla con soli 12 secondi di vantaggio su Joao Rodrigues (Team W52/FC Porto). Era così l’ultima tappa che decideva l’esito finale della breve corsa a tappe portoghese, da Albufeira all’Alto de Malhao di 170 km. Il forcing della W52/FC Porto sulla salita finale non lasciava scampo all’incerottato Hayter. Su pendenze in costante doppia cifra nel tratto centrale della salita, Elie Gesbert (Team Arkea Samsic) e lo stesso Rodrigues si involavano lasciandosi alle spalle gli altri ed andandosi a contendere la vittoria. Era Gesbert a vincere mentre Rodrigues si piazzava secondo. Hayter giungeva soltanto decimo a 21 secondi di ritardo da Gesbert. Era così Rodrigues a trionfare nella corsa di casa, con 9 secondi di vantaggio su Hayter e 28 secondi di vantaggio su Asgreen. Chiudevanp la top five della generale Jonathan Lastra (Team Caja Rural) in quarta posizione ed Elie Gesbert (Team Arkea Samsic) in quinta posizione.
Antonio Scarfone

Joao Rodrigues vince la Volta ao Algarve 2021 (foto: Getty Images)
MERLIER, UN BELGA IN PARADISO NEL GIORNO DEL RICORDO DI WEYLANDT
La prima volata del Giro d’Italia sorride a Tim Merlier. Nel giorno in cui ricorre il 10 anniversario della morte di Wouter Weylandt, il belga in forza all’Alpecin-Fenix, al suo esordio assoluto al Giro d’Italia, centra subito il bersaglio grosso a Novara al termine di una volata senza storia in cui ha battuto un buon Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka-Assos) e il redivivo Elia Viviani (Cofidis). Alle loro spalle Dylan Groenewegen (Jumbo-Visma), rientrato proprio ieri alle corse al termine della lunga squalifica dovuta ai fatti dell’ultimo Giro di Polonia, e Peter Sagan (Bora-Hansgrohe). Pochi cambiamenti nella classifica generale, che vede sempre in testa Filippo Ganna (Ineos Grenadiers) con 13″ su Edoardo Affini (Jumbo-Visma) e 16″ su Tobias Foss, altro corridore della Jumbo.
La seconda tappa del Giro, da Stupinigi a Novara per un totale di 179 km, rappresenteva la prima grande occasione per i velocisti. Il percoso, che si articolava attraverso ben 6 province piemontesi, era un lungo piattone interrotto da qualche breve strappetto nell’Astigiano. Su uno di questi, a Montechiaro d’Asti (km 95,2), era posto l’unico gpm di giornata (4 categoria). Gli ultimi 70 km tornavano ad essere completamene piatti fino al traguardo di Novara. L’ultima curva, posta ai 1500 metri, immetteva in un tratto finale non del tutto privo di insidie: un sottopasso a 1 km dal traguardo, una rotonda ai -700m e un’ultima semicurva ai 300m dall’arrivo.
La tappa è stata caratterizzata dalla lunga fuga di 3 corridori italiani: Filippo Tagliani (Androni Giocattoli-Sidermec), Umbergo Marengo (Bardiani-CSF-Faizanè) e Vincenzo Albanese (Eolo-Kometa). Il terzetto è partito poco dopo il via ufficiale e grazie al disinteresse del gruppo è riuscito a guadagnare un margine rassicurante nel giro di poche pedalate: al km 4 il loro vantaggio aveva già superato il limite psicologico del minuto.
Lo scenario è cambiato intorno al km 10, quando gli uomini della Ineos hanno preso decisamente la testa del gruppo con l’intenzione di non lasciare troppo vantaggio alla fuga e il distacco si è così stabilizzato per qualche chilometro intorno ad 2′45”. Nelle fasi successive però i fuggitivi hanno ricominciato a guadagare toccando un vantaggio massimo di 5′15” intorno al km 50. Proprio a quel punto in testa al gruppo hanno fatto capolino Thomas De Gendt (Lotto-Soudal) e alcuni uomini di Alpecin-Fenix e Jumbo-Visma. L’andatura del plotone è aumentata visibilmente e come diretta conseguenza il vantaggio dei tre battistrada è crollato al di sotto dei 3 minuti nel giro di 10 km.
La corsa si è quindi nuovamente stabilizzata con i 3 fuggitivi costretti a difendere un margine per niente rassicurante. Consci del fatto che l’azione non aveva possibilità di giungere al traguardo, i battistrada hanno gestito le forze in vista del gpm di Montechiaro d’Asti che assegnava la prima maglia blu del Giro. Lo sprint è stato vinto da Vincenzo Albanese che ha regalato la prima soddisfazione alla Eolo-Kometa, squadra all’esordio assoluto al Giro d’Italia. Dietro, il gruppo procedeva tranquillamente con un gap ormai inferiore ai 2 minuti.
A 76 km dall’arrivo, proprio Albanese è stato vittima di una foratura che lo ha costretto a perdere contatto dagli altri due fuggitivi e ad essere poi ripreso dal gruppo.
Tagliani e Marengo hanno invece proseguito la loro azione guadagnando addirittura qualche secondo (2′20” ai -70), prima di essere nuovamente riavviciniati dal plotone (1′35” ai -50) che però non era intenzionato a riprendere subito la coppia di testa. E così il duo è riuscito a giocarsi anche il primo traguardo voltante di giornata, posto a Tricerro (a 39,6 km dall’arrivo) e che assegnava punti validi per la maglia ciclamino. Ad avere la meglio è stato Tagliani, mentre poco dietro la volata per la terza posizione veniva vinta da Fernando Gaviria (UAE Team Emirates) davanti ad Elia Viviani (Cofidis).
I due battistrada sono stati ripresi ai -26 poco prima del secondo traguardo volante, posto a Vercelli e che al contrario del primo assegnava abbuoni per la classifica generale. La volata ha coinvolto direttamente I primi della generale e ha visto prevalere la maglia rosa di Filippo Ganna (Ineos Grenadiers) che così ha conquistato I 3” di abbuono transitando davanti a Remco Evenepoel (Deceunick-Quick Step) e Gianni Moscon (Ineos Grenadiers).
Negli ultimi 20 chilometri si è assistito al solito lavoro di preparazione per la volata che ha coinvolto le formazioni dei principali velocisti: la Lotto-Soudal (con il solito De Gendt protagonista) di Caleb Ewan, l’Alpecin-Fenix per Tim Merlier, la Bora-Hansgrohe per Peter Sagan, la Jumbo-Visma per Dylan Groenewegen e la Cofidis di Elia Viviani.
Una violenta accelerazione di Edoardo Affini ai -2, ha decisamente allungato il gruppo sgretolando i vari treni che si erano appena composti. Ne è così venuto fuori uno sprint decisamente confuso e privo di punti di riferimento. Ai 700 metri dall’arrivo Simone Consonni (Cofidis) si è portato in testa col fine di tenere alta l’andatura con a ruota Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates), Elia Vivani e Fernando Gaviria. Ai 350 metri, terminato il lavoro di Consonni, è partito proprio Molano, intenzionato a lanciare il compagno Gaviria, ma alla sua ruota vi era Viviani e non il connazionale. Molano si è così rialzato, finendo tra l’altro per ostacolare proprio Gaviria. Dalla ruota di Viviani è invece partito Tim Merlier (Alpecin-Fenix). Il belga ha guadagnato il centro della sede stradale e si è prodotto in una volata che non ha lasciato scampo ad un ottimo Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka-Assos) e ad Elia Viviani che è riuscito a superare in extremis il rientrante Dylan Groenewegen (Jumbo-Visma). Alle loro spalle Peter Sagan (Bora-Hansgrohe), Matteo Moschetti (Trek-Segafredo), Filippo Fiorelli (Bardiani-CSF-Faizanè) e Lawrence Naesen (Ag2r Citroen Team). Chiudono la top ten di giornata Davide Cimolai (Israel Start Up Nation) e un deludente Caleb Ewan (Lotto-Soudal).
Poche variazioni in classifica generale. Filippo Ganna resta in maglia rosa e grazie all’abbuono conquistato al traguardo intermedio porta il suo vantaggio a 13” su Edoardo Affini, 16” su Tobias Foss (Jumbo-Visma) e 20” sulla coppia della Deceuninck-Quick Step formata da Remco Evenepoel e Joao Almeida. Seguono altri due corridori di Deceunick e Jumbo, ovvero Remi Cavagna e Jos Van Emden, entrambi a 21” di ritardo da Ganna.
Domani, la terza tappa porterà i corridori da Biella a Canale al termine di 190 km particolarmente mossi nel finale. I primi 110 km saranno quasi completamente piatti. Dopo lo sprint intermedio di Canelli (km 114) inizierà la prima vera salita di questo Giro, l’ascesa di Piancanelli (3a categoria, 4,9 km al 7,5% di pendenza media). Entrati in provincia di Cuneo, i corridori dovranno affrontare altri due gpm di 4 categoria in rapida successione: Castino (ai -45,5) e Manera (-36,2). Infine, prima del traguardo di Canale, vi sarà un ultimo strappetto, quello di Guarene (2,6 km al 7,1%), posto ad appena 15 km dal traguardo.
E’ probabile un arrivo in volata di una gruppo non eccessivamente folto, ma non sono da escludere colpi di mano e arrivi in solitaria.
Pierpaolo Gnisci

Merlier nel giorno di Weylandt (fonte:Getty Images)
ALL’ALBA DEL GIRO SBOCCIA ANCORA LA ROSA DI GANNA
Il Giro d’Italia ricomincia nello stesso modo in cui si era conclusa l’ultima edizione, ovvero con una vittoria di Filippo Ganna (Ineos Grenadier). Il campione del mondo della specialità ha dominato la breve crono d’apertura di Torino vicendo nettamente davanti al bravissimo Edoardo Affini (Jumbo-Visma) arrivato a 10” da Ganna ed al sorprendente Tobias Foss (Jumbo-Visma) giunto a 12”. Tra gli uomini di classifica molto bene Joao Almeida (Deceunick-Quick Step) arrivato 4° a 17”, il suo compagno Remco Evenepoel 7° a 18” e Alexandre Vlasov (Astana-Premier Tech), 11° a 24” da Ganna. Il corridore di Verbania torna quindi a vestire la maglia rosa al termine della prima tappa, esattamente come avvenuto a Palermo lo scorso anno.
La breve cronometro d’apertura, lunga appena 8,6 km, si articolava interamente nel centro di Torino. Il percorso era sostanzialmente pianeggiate e presentava alcuni lunghi rettilinei favorevoli agli specialisti. La partenza, posta nella splendida Piazza Castello, era seguita da una manciata di curve che culminavano con l’ingresso in Corso San Maurizio. Una volta giunti in riva al Po, la corsa entrava nel Parco del Valentino (intermedio posto davanti al Borgo Medioevale, al km 3,8) che caratterizzava tutto il tratto centrale della tappa e portava la corsa sulla sponda opposta del fiume. Infine, i corridori erano attesi dal lungo rettilineo finale di Corso Moncalieri al termine del quale era posto l’arrivo.
Il via ufficiale del Giro è stato dato alle 14.00 con la partenza del primo corridore, Filippo Tagliani, neoprofessionista in forza all’Androni Giocattoli.
La tappa è stata molto interessante sin dalle battute iniziali. Il primo tempo degno di nota è stato fatto segnare dal giovane David Dekker (Jumbo-Visma) che ha tagliato per primo il traguardo in 9′20” dopo aver ripreso proprio Tagliani, partito un minuto prima del neerlandese. Neanche un minuto dopo, Dekker è stato superato da uno dei favoriti, il belga Victor Campenaerts (Team Qhubeka-Assos) finito davanti al corridore della Jumbo per appena 73 centesimi. I cambi al vertice sono continuati nei minuti successivi grazie prima a Roger Kluge (Lotto-Soudal), che ha chiuso la prova in 9′17”, e poi a Jonathan Castroviejo (Ineos Grenadiers) arrivato con 2” di vantaggio sul tedesco.
Lo Spagnolo ha resistito alle buone prove di Nelson Oliveira (Movistar), secondo ad appena 1′93”, e di Alessandro De Marchi (Israel Start Up Nation), 4° ad 3”, ma nulla ha potuto contro la rimonta di Matthias Brandle (Israel Start-Up Nation) che dopo un primo intertempo non eccezionale ha saputo recuperare con gli interessi nel tratto finale chiudendo in 9′09”, con 5” di vantaggio sul Castroviejo.
Poco dopo è arrivato il turno di due degli uomini più attesi del Giro, ovvero Alexandre Vlasov (Astana-Premier Tech), sceso dalla pedana alle 15.14, e Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo) che ha preso il via un minuto dopo. Il russo è stato autore di una prova maiuscola giungendo a solo 2 secondi da Brandle e candidandosi immediatamente come uno principali aspiranti alla maglia rosa finale. Buono anche il tempo dello ‘Squalo’ che, nonostante la recentissima frattura al polso destro, è riuscito a limitare i danni chiudendo in 9′28”, appena 3 secondi dietro Pello Bilbao (Bahrain-Victorius).
Di lì a poco la leadership di Brandle è stata prima messa in pericolo da Gianni Moscon (Ineos Grenadiers), secondo a neanche 1” dall’austriaco, e poi è caduta di fronte alla sorprendente prestazione del giovane Tobias Foss (Jumbo-Visma), autore di una eccezionale finale con un tempo di 9′00”. Il numero del norvegese ha fatto subito capire che non sarebbe stato facile batterlo e la conferma è arrivata poco dopo quando ha concluso la prova Remi Cavagna (Deceunick-Quick Step), tra i favoriti della vigilia. Il francese ha condotto un’ottima crono ma si è dovuto accontentare della seconda piazza provvisoria a 5” da Foss.
Le sorprese però non si sono concluse qui. Dopo la buonissima prestazione di Davide Formolo (UAE Team Emirates), che ha concluso in 9′20”, è arrivato infatti l’ennesimo avvicendamento in testa alla classifica, stavolta grazie alla grande prestazione di Edoardo Affini (Jumbo-Visma) che ha saputo fare meglio di 3” rispetto al compagno di squadra Foss, passando in testa alla graduatoria provvisoria.
Il mantovano ha superato indenne gli arrivi di Alex Dowsett (Israel Start Up Nation), giunto con un tempo di 9′14”, e del compagno di squadra Jos Van Emden, 4° a 8” da Affini.
Nel frattempo, hanno preso il via anche molti dei principali favoriti alla vittoria finale. Tra questi il migliore è stato il portoghese Joao Almeida (Deceunick-Quick Step) capace di concludere in 3a posizione con un eccellente 9′04”. Discreta le prove di Egan Bernal (Ineos Grenadiers), arrivato a con un tempo di 9′26”, Simon Yates (Team BikeExchange), che ha concluso in 9′25”, George Bennett (Jumbo-Visma), giunto in 9′28”, e Jai Hindley (Team DSM) che ha fatto segnare un tempo di 9′33” . Male Daniel Martin (Israel Start Up Nation), che non è andato oltre un deludente 9′44” ed Emanuel Buchmann (Bora-Hansgrohe) autore di un brutto 9′43”.
La lotta per la tappa si è ravvivata solo nel finale con le partenze di Remco Evenepoel (Deceunick-Quick Step), al rientro dopo il pauroso capitombolo all’ultimo Giro di Lombardia, e del Campione del Mondo a cronometro, Filippo Ganna (Ineos Grenadiers). Il giovane fiammingo è partito subito forte, per poi pagare qualcosa nel finale, chiudendo in 9′06”. Ganna ha invece replicato il numero dello scorso anno, quando dominò la crono d’apertura di Palermo, concludendo una straordinaria cronometro con ben 10” di vantaggio su Edoardo Affini.
Nessuno dei corridori che hanno preso il via dopo di lui è riuscito ad inserirsi nella lotta per la tappa: Mikel Landa (Bahrain-Victorius) ha dimostrato ancora una volta che la crono non è la sua specialità, facendo registrare un 9′36”, mentre Romain Bardet (Team DSM) non ha saputo fare meglio (9′39”).
Ganna ha così vinto la sua 5a tappa al Giro d’Italia, la 4a cronometro consecutiva. Ottimo secondo posto per Edoardo Affini (a 10”) che ha regalato all’Italia un’inaspettata doppietta. Alle loro spalle Tobias Foss (a 13”), Joao Almeida (a 17”), Remi Cavagna e Jos Van Emden (a 18”). Chiudono la top ten di giornata (che coincide con la classifica generale) Remco Evenepoel e Max Walscheid (Team Qhubeka-Assos), entrambi arrivati con un distacco di 19”, Matthias Brandle (a 22”) e Gianni Moscon (a 23”).
Domani è in programma la seconda tappa, 179 km da Stupinigi a Novara. Sarà la prima grande occasione per i velocisti. Il percorso infatti prevede solo un gpm di 4a categoria a metà percorso (Montechiaro d’Asti) e tanta pianura.
Pierpaolo Gnisci

Ganna torna in rosa a Torino (fonte: Getty Images)
GIRO 2021 – I FAVORITI
SIMON YATES: Il britannico ha un conto aperto con il Giro d’Italia; nel 2018 dopo aver dominato in lungo e in largo fino alla diciottesima tappa finì per vedere i suoi sogni di gloria volare via grazie ad un numero portentoso di Chris Froome. Il suo avvicinamento alla Corsa Rosa è stata perfetto e la BikeExchange gli ha costruito un team con gregari affidabili quali Mikel Nieve, Tanel Kangert e un rampante Nick Schultz. POSSIBILITÀ: 30%
EGAN BERNAL: Dopo un 2020 da dimenticare il ciclista della Ineos Grenadiers vuole ritornare ad essere il corridore che ha dominato il Tour de France 2019. Il percorso della Corsa Rosa si adatta alle sue caratteristiche e a meno di cadute o infortuni sarà uno dei protagonisti per la vittoria finale fino alla fine. Nella prima parte di stagione ha corso poco ma con attenzione, avrà al suo fianco gregari come Pavel Sivakov, Ivan Sosa, Jonathan Castrovejo, Gianni Moscon e Filippo Ganna: la Ineos sarà la squadra più attrezzata di tutte. POSSIBILITÀ: 30%
JOÃO ALMEIDA: Il portoghese della Deceuninck – QuickStep è stata una delle più grandi sorprese dell’ultimo Giro d’Italia, cedendo solo nella tappa con arrivo ai laghi di Cancano. Considerando la sua giovane età e il fatto che si trovava al suo primo grande giro da professionista, le attese per Almeida son tante. Al via ci sarà anche il baby fenomeno Remco Evenepoel, compagno di squadra che può rivelarsi un’arma in più o una presenza ingombrante. POSSIBILITÀ: 15%
MIKEL LANDA: Il basco non è ancora riuscito ad imporsi una corsa di tre settimane nonostante le sue grandi qualità di scalatore. La Bahrein McLaren ha puntato molto su di lui e si aspetta un buon risultato al Giro. Uno dei gregari di montagna più affidabili in circolazione come Damiano Caruso sarà la sua ombra, mentre Pello Bilbao gli metterà un po’ di pressione. POSSIBILITÀ: 5%
ROMAIN BARDET: Il transalpino parteciperà a 31 anni al suo primo Giro d’Italia, le attese sono molte anche se sembrerebbe che il meglio è ormai alle spalle. Le sue caratteristiche sono perfette per come è disegnata la corsa, fantasia e coraggio non gli mancano. Chi vorrà vincere la Corsa Rosa dovrà fare i conti con lui. POSSIBILITÀ: 5%
JAI HINDLEY: Questo inizio di stagione è stato un disastro per il giovane australiano del Team DSM. Che si sia concentrato solo ed esclusivamente sul Giro d’Italia o senta la pressione dopo la stupenda prova dello scorso anno, quando perse la Maglia Rosa solo alla cronometro dell’ultimo giorno a Milano? Conoscendo il suo team siamo propensi più alla prima opzione. POSSIBILITÀ: 5%
ALEKSANDER VLASOV: Il russo dell’Astana è un crescendo continuo, i risultati migliorano di anno in anno e un suo exploit alla Corsa Rosa non è da escludere. Il team kazako crede molto in lui e gli ha costruito tutta la squadra attorna, pronto a supportarlo su ogni tipo di terreno. POSSIBILITÀ: 2%
REMCO EVENEPOEL: Dopo il pauroso incidente avvenuto al Giro di Lombardia dello scorso anno il ventunenne fuoriclasse belga si appresterà a correre il suo primo grande giro in carriera. Gli occhi saranno puntati tutti su di lui per vedere se ha ritrovato il passo pre-infortunio e, soprattutto, se ha superato psicologicamente il trauma. Il percorso è duro e faticoso, le tre settimane si faranno sentire e l’essere stato lontanto dalle corse per tanti giorni non lo aiuterà. La classe immensa di questo giovane campione sarà messe a dura prova. POSSIBILITÀ: 2%
PAVEL SIVAKOV: Parte dalla seconda posizione in casa Ineos, dietro ad Egan Bernal. Se il colombiano avrà problemi il russo non avrà esitazioni a giocarsi tutte le sue carte per un piazzamento di prestigio. Ricordiamo il nono posto di due anni fa, conseguitoa soli ventidue anni. POSSIBILITÀ: 2%
DAVIDE FORMOLO: Il corridore della UAE – Team Emirates avrà i gradi di capitano in una Corsa Rosa che si addice perfettamente alle sue caratteristiche. In passato è risucito a centrare a fatica due decimi posti in classifica generale finale, ma a 28 anni è ora che faccia quel salto di qualità che tutti si aspettano da lui, ora o mai più. POSSIBILITÀ: 1%
VINCENZO NIBALI: Il Giro d’Italia dell’anno scorso ha dato un segnale forte e deciso nei confronti del siciliano. L’età passa per tutti, anche per i campioni come lui, mentre la gioventù cresce e anche bene. Alla Tirreno-Adriatico il gap coi giovani rampanti si è dimostrato ancora netto, poi l’infortunio causato da una caduta ha fernato la sua marcia d’avvicinamento alla Corsa Rosa: una sua affermazione al Giro d’Italia sembra ancora più improbabile, ma trattandosi dello “Squalo” mai dire mai. POSSIBILITÀ: 1%
PELLO BILBAO: Il secondo posto al Tour of the Alps è un segnale forte al suo team in vista del Giro d’Italia. Lo spagnolo farà la sua corsa e cercherà di migliorare le sue ultime prestazioni. POSSIBILITÀ: 1%
GIULIO CICCONE: Superati i problemi fisici, per l’abruzzese è arrivato il momento di mostrare a tutti le sue qualità in ottica classifica generale. I presupposti per far bene ci sono tutti, anche se per il podio la concorrenza è tanta e di qualità. POSSIBILITÀ: 1%
MARC SOLER: Il ventisettenne catalano sarà il capitano della Movistar. In poche occasioni ha mostrato qualità tali da poter pensare ad un suo exploit in ottica podio della classifica generale, però il Giro è il Giro e le insidie della strada sono tali che tutto può succedere. POSSIBILITÀ: 1%
EMANUEL BUCHMANN: Nella sua carriera decennale vederlo trionfare al Giro sarebbe una grande sorpresa, ma nulla è da escludere. Il tedesco, se riesce a evitare le insidie delle prime due settimane, con la sua regolarità in salita potrà dar fastidio a molti pretendenti alla Maglia Rosa. POSSIBILITÀ: 1%
MATTEO FABBRO : Il friuliano della Bora Hansgrohe in questi ultimi due anni ha avuto un’ottima crescita, lenta ma costante. All’ultima Tirreno-Adriatico ha dimostrato di essere abbastanza pericoloso quando la strada sale. Da vedere se lavorerà per Buchmann o se i due faranno corsa parallela. POSSIBILITÀ: 1%
Luigi Giglio

Il Trofeo Senza Fine (Getty Images Sport)
CAVAGNA VINCE A FRIBURGO. THOMAS SI AGGIUDICA IL ROMANDIA 2021
A Friburgo, nella cronometro individuale conclusiva, Remi Cavagna (Team Deceuninck Quick Step) fa valere le sue qualità di passista/cronoman su un percorso misto e vince su Stefan Bissegger (Team EF Education First) e Geraint Thomas (Team INEOS Grenadiers). Thomas vince il Tour de Romandie 2021.
Il maltempo che ha caratterizzato il Tour de Romandie 2021 non ha dato tregua ai ciclisti neanche nell’ultima tappa di Friburgo, una cronometro individuale di 16 km che ha deciso il vincitore della breve corsa a tappe svizzera. Su un percorso non adattissimo ai cronomen puri, con diversi saliscendi ed addirittura un tratto in pavè di circa un km con pendenze che arrivavano al 13%, la vittoria è andata a Remi Cavagna (Team Deceuninck Quick Step). Il campione nazionale francese della specialità ha fermato le lancette su 21 minuti e 54 secondi, unico ad essere sceso sotto i 22 minuti. In seconda posizione si è classificato Stefan Bissegger (Team EF Education Nippo), con il tempo di 22 minuti netti. Chiude il podio parziale Geraint Thomas (Team INEOS Grenadiers) a 17 secondi di ritardo da Cavagna. Il gallese parte per penultimo e si fa perdonare l’incertezza di ieri, che gli ha fatto perdere la maglia gialla scivolando a 50 metri dalla linea d’arrivo. Proprio quella maglia gialla che Thomas ritrova oggi, definitivamente, visto che Michael Woods (Team Israel StartUp Nation) non fa meglio di un 28° posto che lo farà chiudere addirittura in quinta posizione in classifica generale. In quarta posizione troviamo il giovane belga Ilan Van Wilder (Team DSM) a 18 secondi di ritardo da Cavagna. Quinto è invece Richie Porte (Team INEOS Grenadiers) con il tempo di 22 minuti e 14 secondi. L’australiano completa in questo modo il dominio INEOS, chiudendo in seconda posizione in classifica generale a 28 secondi di ritardo da Thomas. Il sesto posto parziale di Fausto Masnada (Team Deceuninck Quick Step) vale al bergamasco il terzo posto della classifica generale. Chi invece delude le aspettative è Filippo Ganna (Team INEOS Grenadiers). Il campione del mondo della specialità, già apparso sottotono nel prologo, è autore di una prova opaca che gli vale un anonimo decimo posto a 37 secondi di ritardo da Cavagna. Dopo un folgorante inizio di stagione, Ganna ha mostrato qualche appannamento di troppo ed anche se, come detto, il percorso di oggi non favoriva del tutto le sue caratteristiche, il suo grande obbiettivo di vestire la maglia rosa il prossimo 8 Maggio nella cronometro d’apertura di Torino lascia adito a qualche dubbio. Per quanto riguarda le altre classifiche del Tour de Romandie 2021, Sonny Colbrelli (Team Bahrain Victorious) si aggiudica quella a punti, Kobe Goossens (Team Lotto Soudal) vince quella dei GPM e Thymen Arensman (Team DSM) è infine il miglior giovane. L’INEOS Grenadiers è invece prima nella speciale classifica a squadre. Gli interessi degli appassionati di ciclismo nel mese di Maggio si concentreranno per la maggior parte sul Giro d’Italia, in programma dall’8 al 30, ma non possiamo trascurare altre corse a tappe di discreta importanza e partecipazione che verranno disputate in concomitanza con la corsa rosa. Infatti, dopo il rinvio causa covid, dal 5 al 9 Maggio andrà di scena la Volta ao Algarve, mentre dal 18 al 22 si svolgerà la Vuelta a Andalucia. Infine il 30 Maggio, data in cui è in programma l’ultima tappa del Giro con la cronometro conclusiva di Milano, inizierà il Criterium del Delfinato, che farà da preparazione al Tour de France.
Antonio Scarfone

Remi Cavagna vince la cronometro di Friburgo (foto: Getty Images Sport)
WOODS, VITTORIA COL BRIVIDO A THYON 2000. IL CANADESE CONQUISTA TAPPA E MAGLIA.
A Thyon 2000, in una tappa condizionata dal maltempo, Michael Woods (Team Israel StartUp Nation) ha la meglio in una volata a due su Geraint Thomas (Team INEOS Grenadiers), quest’ultimo tra l’altro vittima di una goffa scivolata a 30 metri dalla linea bianca forse per colpa di una buca sull’asfalto che gli fa perdere la presa sul manubrio. Il gallese giunge così addirittura terzo, davanti anche a Ben O’ Connor (Team AG2R). Woods è anche la nuova maglia gialla che dovrà difendere domani nell’ultima tappa, la cronometro di Friburgo.
Il maltempo previsto nel tardo pomeriggio verso l’ascesa di Thyon 2000, con forte probabilità di nevicate, ha indotto gli organizzatori del Tour de Romandie ad anticipare la partenza della tappa odierna, programmata inizialmente alle 12.45. E’ senza dubbio il tappone dell’edizione 2021, che potrebbe benissimo comparire in un Giro d’Italia oppure in un Tour de France. Sono poco più di 161 i km da percorrere con cinque GPM, di cui due di terza e tre di prima categoria. Marc Soler (Team Movistar) dovrà difendere la maglia gialla appena conquistata ieri a Estavayer dagli attacchi che saranno sicuramente portati sulla salita finale, che misura 21 km ed ha una pendenza media del 7,6%. Joel Suter (Team Bingol Wallonie) si aggiudicava il primo facile GPM posto dopo poco più di 6 km dalla partenza di Sion. Il gruppo lasciava andare la fuga di giornata dopo una decina di km. Erano in sette a formare il drappello di testa: Josef Cerny (Team Deceuninck Quick Step), Mads Wurtz Schmidt (Team Israel StartUp Nation), Matthew Holmes e Kobe Goossens (Team Lotto Soudal), Magnus Cort Nielsen (Team EF Education First), Simone Petilli e Simon Pellaud (Team Intermarchè Wanty Gobert). Pellaud si aggiudicava il successivo GPM di Anzere mentre il gruppo maglia gialla inseguiva a circa 3 minuti di ritardo. Il Team Movistar della maglia gialla Soler tirava il gruppo. Sul successivo GPM di Lens era ancora Pellaud a scollinare per primo. Cort Nielsen vinceva il traguardo volante di Sion posto al km 87,9. La pioggia intanto non dava tregua alla corsa e gli organizzatori decidevano di neutralizzare la discesa del GPM di Lens, sul quale era Goosens a scollinare per primo. Le avverse condizioni meteo condizionavano l’inseguimento del gruppo, già rallentato dalla neutralizzazione in discesa. A 30 km dall’arrivo il ritardo sulla fuga era di 5 minuti. Cort Nielsen si aggiudicava il secondo traguardo volante di Vex posto al km 133.8. La fuga iniziava l’ascesa finale di Thyon 2000 con quasi 6 minuti di vantaggio sul gruppo maglia gialla. Erano Team Movistar e Team INEOS Grenadiers ad accelerare, anche perché Cort Nielsen era la virtuale maglia gialla, avendo 59 secondi di ritardo in classifica generale da Soler. E proprio Cort Nielsen, motivato dalla possibile conquista della maglia gialla, sembrava tra i fuggitivi quello più fresco, tant’è che a 9 km dalla conclusione restava da solo in testa. Il gruppo maglia gialla, forte di una ventina di ciclisti, inseguiva a 4 minuti di ritardo. A 5 km dall’arrivo, Cort Nielsen aveva 29 secondi di vantaggio su Petilli e 3 minuti e 20 di vantaggio su un terzetto formato da Lucas Hamilton (Team Bikeexchange), Ben O’Connor (Team AG2R Citroen) e Michael Woods (Team Israel StartUp Nation). In particolare era il canadese ad accelerare ed a raggiungere la testa della corsa sulle pendenze più arcigne, a circa 3 km dall’arrivo. Nel gruppo maglia gialla Geraint Thomas (Team INEOS Grenadiers) sferrava a sua volta l’attacco e in questo modo il gallese riusciva a raggiungere Woods insieme a O’Connor. Ma erano Woods e Thomas che acceleravano e si giocavano la vittoria parziale. Era Woods ad avere la meglio sul gallese, anche perché quest’ultimo era vittima di una clamorosa scivolata a 30 metri dalla linea bianca, forse per colpa di una buca che gli faceva perdere la presa sul manubrio. Woods era primo con 17 secondi di vantaggio su O’Connor e 21 secondi di vantaggio su Thomas, che nel frattempo si era rimesso in sella e chiudeva in terza posizione. Quarto era Hamilton a 34 secondi di ritardo da Woods mentre un buon Fausto Masnada (Team Deceuninck Quick Step) chiudeva in quinta posizione. Woods ottiene la seconda vittoria stagionale e siprende anche la maglia gialla di leader della classifica generale con 11 secondi di vantaggio su Thomas e 21 secondi di vantaggio su O’Connor. Domani la sesta ed ultima tappa del Tour de Romandie prevede una cronometro individuale nel circuito di Friburgo lunga poco più di 16 km. Il percorso non favorirà gli specialisti visto che è tutt’altro che pianeggiante. In particolare si segnala la salita dello Chemin de Lorette, uno strappo di un km in pavè con pendenze che arrivano al 12%.
Antonio Scarfone

La vittoria di Michael Woods a Thyon 2000 (foto: Getty Images)
MARC SOLER PIU’ FORTE DELLA PIOGGIA. TAPPA E MAGLIA PER LO SPAGNOLO AL ROMANDIA
Corsa bagnata corsa fortunata per Marc Soler che vince in solitaria la terza tappa del Giro di Romandia andando a prendersi anche la testa della classifica generale spodestando Rohan Dennis (Ineos Granadiers) caduto in discesa.
La terza tappa in linea del Giro di Romandia parte sotto una pioggia battente che non lascerà la corsa fino all’arrivo di dopo 168,7 Km. Insidioso il profilo con le ostiche salite in successione di Châbles e Les Granges nel circuito finale da affrontare durante lo sviluppo della tappa per tre volte, l’ultima tornata a 11 Km dal traguardo. Dopo numerosi attacchi in testa al gruppo la fuga buona nasce al km 30 grazie all’azione di otto uomini: Stefan Küng (Groupama-FDJ), Charlie Quarterman (Trek-Segafredo), Mathias Reutimann e Cyrille Thiery (Svizzera), Kobe Goossens (Lotto-Soudal), Johan Jacobs (Movistar Team), Sander Armée (Qhubeka-Assos) e Stefan Bissegger (EF Education-Nippo). Il gruppetto al comando ha guadagnato un vantaggio massimo di 4 minuti fin quando la Ineos Granadiers ha preso in mano le redini della gara andando a ridurre lo svantaggio. Anche oggi la selezione è arrivata da dietro complice il profilo mosso della tappa con le due salite poste in rapida successione, la pioggia e le temperature rigide. Già durante la prima tornata del circuito conclusivo il gruppo maglia gialla si riduceva notevolmente, così come la fuga costretta in pratica a quasi dimezzarsi in vista del penultimo giro, visto che perdevano contatto nell’ordine Armée, Quarterman e Reutimann. Gruppo inseguitore con dentro tutti gli uomini di classifica con un ritardo di circa 2’ e da segnalare la Bora-Hansgrohe a fare una forte andatura in testa. Sull’ultimo passaggio a Châbles l’uomo apparso più fresco e con ancora energie da spendere è stato Stefan Küng che infatti ha provato ad accelerare, azione che ha prodotto la resa di Bissegger e poi di Jacobs. In discesa il primo colpo di scena con la scivolata proprio del campione nazionale svizzero che va a sbattere, per fortuna senza conseguenze, contro un cartello pubblicitario. Al comando si è portato così Goossens con il gruppo sempre più vicino e soli 30” da colmare. Altro colpo di scena al passaggio del plotone quando nella stessa discesa Rohan Dennis (Ineos Granadiers) cade, anche lui senza particolari conseguenze se non qualche escoriazioni sulla parte destra del corpo, lasciando così la leardeship del Romandia. Sull’ultima salita, quella di Les Granges, la fuga viene annullata, in testa al gruppo provano ad attaccare Michael Woods (Israel Start-Up Nation), Ion Izagirre (Astana-Premier Tech) e Fausto Masnada (Deceuninck-Quick Step ma senza successo. A 10 Km dalla fine un allungo molto più serio è stato piazzato da Marc Soler (Movistar Team), l’unico a cercare di ricucire è stato Ion Izagirre (Astana-Premier Tech) ma lo spazio conquistato da Soler è parso subito incolmabile vista anche la difficoltà nell’inseguimento con la strada bagnata ed in costante discesa fino all’arrivo. Il capitano della Movistar arriva così tutto solo al traguardo esultando e portandosi il dito al naso così a “zittire” tutte le critiche ad una vittoria che ormai mancava da oltre un anno. A regolare il gruppo arrivato a 22” di ritardo ci pensa Magnus Cort Nielsen (EF Education – Nippo) che precede Peter Sagan (Bora-Hansgrohe). In classifica generale quindi Marc Soler si porta in testa e guida con 14” sulla coppia Ineos Granadiers formata da Geraint Thomas e Richie Porte; quarto con lo stesso tempo della coppia INEOS si conferma Sonny Colbrelli (Bahrain – Victorious), quinto a 16” Marc Hirschi (UAE-Team Emirates). Domani la frazione più interessante della breve corsa a tappe con l’arrivo in salita a quota 2000 m di Thyon lunga 20 Km con pendenza media del 7,6% destinata a cambiare ancora una volta il volto della classifica generale. Restiamo in attesa di notizie da parte dell’organizzazione visto che è previsto maltempo con addirittura possibilità di nevicate che potrebbero portare anche ad un accorciamento o addirittura all’annullamento della tappa.
Antonio Scarfone

La vittoria di Marc Soler ad Estavayer (foto: Getty Images Sport)
COLBRELLI, VOLATA PERFETTA A SAINT-IMIER. DENNIS RESTA IN MAGLIA GIALLA
Sonny Colbrelli (Team Bahrain Victorious) ottiene la prima vittoria stagionale mettendo tutti in fila in una volata a ranghi ristretti nella terza tappa del Tour de Romandie 2021. Rohan Dennis (Team INEOS Grenadiers) tiene alla grande lungo le salite che costellano la tappa e resta meritatamente in maglia gialla.
Un mini tappone alpino attende oggi i ciclisti al Tour de Romandie 2021. La terza tappa da La Neuveville a Saint-Imier presenta infatti sei GPM di cui i primi cinque di seconda categoria e l’ultimo, quello di La Vue-des-Alpes, a 17 km dall’arrivo. Vedremo se Rohan Dennis (Team INEOS Grenadiers) riuscirà a mantenere la maglia gialla, lui che non ha proprio un rapporto idilliaco con le salite. Ma l’INEOS cadrebbe in piedi visto che alle sue spalle Geraint Thomas e Richie Porte sono pronti a ricevere il testimone. Ala partenza da La Neuveville si registravano Alexey Lutsenko (Team Astana) e Drie Devenyns (Team Deceuninck Quick Step) non partenti. La fuga di giornata iniziava a prendere le mosse sul primo GPM di Preles e si concretizzava su quello successivo di Chaumont. In sei riuscivano ad avvantaggiarsi sul gruppo, ovvero Hermann Pernsteiner (Team Bahrain Victorious), Chris Hamilton (Team DSM), Davide Villella (Team Movistar), Rein Taaramae (Team Intermarchè Wanty Gobert), Antwan Tolhoek (Team Jumbo Visma) e Jonathan Caicedo (Team EF Education Nippo). Tolhoek si aggiudicava il GPM di Preles, mentre Villella quello di Chaumont. Villella transitava in prima posizione anche sul terzo GPM di Le Bugnenets. Il gruppo teneva sotto controlla la fuga con il Team INEOS a imporre un ritmo regolare. Si registrava nel frattempo il ritiro di Sam Bewley (Team Bikeexchange). Villella faceva la sua tripletta personale transitando in prima posizione anche sul quarto GPM di Mont-Crosin. Al primo traguardo volante di La Chaux-de-Fonds, praticamente a metà tappa, il vantaggio della fuga sul gruppo era di poco superiore ai 3 minuti. Tolhoek si aggiudicava il suddetto sprint. Sul successivo GPM di Les Pontins Taaramae scattava e si lasciava alle spalle gli ex compagni di fuga. Il ciclista estone, dopo essere transitato in prima posizione sul citato GPM di Les Pontins, transitava per primo anche sul secondo traguardo volante di Fontaines. Iniziava così l’ultimo GPM della tappa, La Vue-des-Alpes, con Taaramae che aveva un vantaggio di 1 minuto e 20 secondi sul gruppo maglia gialla tirato proprio da Rohan Dennis. L’impulso dato al gruppo dall’australiano tuttofare dell’INEOS provocava inoltre la riduzione dei ciclisti all’interno del gruppo inseguitore, che riprendeva Taaramae forte di non più di una trentina di unità. Dennis transitava in prima posizione sull’ultimo GPM, dopodiché nella discesa successiva verso l’arrivo di Saint-Imier si faceva vivo il Team Bahrain Victoriuos con Jan Tratnik, che si metteva in testa a tirare in preparazione dello sprint per Sonny Colbrelli, uno dei pochissimi velocisti che era riuscito a gestirsi ed a scollinare sull’ultimo GPM con il gruppo principale. Damiano Caruso e Jack Haig completavano l’opera nell’ultimo km consentendo a Colbrelli di posizionarsi al meglio per sprintare al meglio e questa volta il bresciano non sbagliava come ieri e partiva al momento giusto, vincendo davanti a Patrick Bevin (Team Israel StartUp Nation) e Marc Hirschi (UAE Team Emirates). Chiudevano la top five Clement Champoussin (Team AG2R Citroen) e Diego Ulissi (UAE Team Emirates), rispettivamente quarto e quinto. Colbrelli ottiene la prima vittoria stagionale dopo aver già dimostrato una buona gamba delle classiche del Nord. Gli abbuoni modificano la composizione della classifica generale nelle prime posizione: Dennis resta in maglia gialla con 8 secondi di vantaggio su Bevin, mentre terzo e quarto sono Thomas e Porte a 9 secondi. Infine Colbrelli sale al quinto posto, anche lui a 9 secondi di ritardo da Dennis. A questo punto proprio in ottica classifica generale è molto importante la tappa di domani da Estavayer ad Estavayer, di 168.7 km. Il circuito finale da percorrere tre volte presenta due GPM in rapida successione: Chables e Les Granges: sono corti ma molto ripidi, visto che in alcuni tratti si sfiorerà il 15%. Vedremo se proprio Bevin e Colbrelli riusciranno a tenere ed a sfidarsi in una volata che potrebbe valere la maglia gialla, anche se il finale può portare anche ad attacchi di finisseur, con i pretendenti alla vittoria finale che dovranno comunque tenere gli occhi aperti.
Antonio Scarfone

La vittoria di Sonny Colbrelli a Saint-Imier (foto: Getty Images sport)
LA PRIMAVERA DI SA(GA)N MARTIGNY, ASPETTANDO L’ESTATE…
Torna a vincere Peter Sagan (Bora – Hansgrohe) e lo fa a modo suo con una volata che non lascia scampo agli avversari, sua la vittoria nella prima tappa in linea al Giro di Romandia, battuto Sonny Colbrelli (Bahrain – Victorious) che anticipa la volata ma che deve arrendersi al talento slovacco che così conquista il secondo successo stagionale. Chiude il podio odierno in terza posizione Patrick Bevin (Israel Start-Up Nation) mentre Rohan Dennis (Team INEOS Grenadiers) resta in maglia gialla.
Il Giro di Romandia riparte da Aigle verso Martigny con la prima tappa in linea di 168 Km dopo il cronoprologo di apertura. Intorno al Km 13 di gara da segnalare il primo scatto in testa al gruppo per portare via la fuga buona ad opera di Filippo Conca (Lotto Soudal) e Joel Suter (Swiss Cycling). La coppia viene subito raggiunta da Manuele Boaro (Astana – Premier Tech), Alexis Gougeard (Ag2r Citroen), Thymen Arensman (Team DSM) e successivamente da Rob Power (Qhubeka-Assos). Si va così a formare un sestetto che caratterizzerà lo sviluppo della tappa con la fuga che arriverà ad avere poco più di 6’ di vantaggio. In testa al plotone l’onere dell’inseguimento è demandato alla Ineos Granadiers del leader Rohan Dennis, i britannici riesco in pratica da soli a dimezzare lo svantaggio prima fino a 60 Km dal traguardo. In testa Joel Suter intanto riusciva a transitare per primo su ben 7 Gpm dei 9 previsti con le brevi ascese in rapida successione di Produit e Chamoson, successive a quella iniziale di La Rasse. Davanti è sempre il giovane svizzero a mettersi in mostra perché dopo l’ultimi GPm allunga e si porta da solo al comando della corsa. Il gruppo da dietro, visto anche il cuore del circuto con le due asperità, è intanto riuscito a guadagnare terreno con un ritardo adesso di 2’:30”. Dallo scollinamento all’arrivo è un lungo rettilineo che non lascia spazio alla fuga, troppi i 21 Km da coprire con le squadre dei velocisti che iniziano a fare capolino in testa e così dar man forte al ricongiungimento grazie al lavoro della Bora – Hansgrohe e del Team BikeExchange che si conclude a 20 Km dall’arrivo. I due strappi sono rimasti indigesti a molti uomini veloci, la selezione è venuta da dietro e a farne le spese segnaliamo soprattutto Elia Viviani (Cofidis) e Matteo Moschetti (Trek-Segafredo). Situazione di gruppo compatto e corsa che cambia scenario con un allungo di Remi Cavagna (Deceuninck-QuickStep) ma che ha vita breve. Il francese riprova a scattare qualche chilometro dopo questa volta con la collaborazione del compagno di squadra Mattia Cattaneo da Stefan Kung e Sebastien Reichenbach (Groupama-FDJ) e Damien Howson (BikeExchange). Si forma così un gruppetto interessante al comando che mette alla frusta il gruppo e guadagna subito 1’ complice anche il vento laterale che ha inizialmente sorpreso il grosso del plotone. Da dietro intanto anche la Bahrain-Victorious, la Lotto Soudal e l’Israel Start-Up Nation davano il proprio contributo al nuovo inseguimento che andava a concludersi a 8,2 Km da Martigny. Bisognava solo aspettare, a questo punto, la volata finale nel lungo rettilineo d’arrivo dove gli uomini di Sonny Colbrelli prendevano la testa della corsa fin dentro l’ultimo chilometro con Jan Tratnik a rilanciare infine l’andatura per il capitano designato che partiva a 250m dalla linea d’arrivo. Ma era troppo presto perché Peter Sagan (Bora – Hansgrohe) prendeva la ruota dell’italiano, affiancandolo e sorpassandolo a centro strada con le braccia alzate subito dopo aver tagliato il traguardo; terzo si piazzava Patrick Bevin (Israel Start-Up Nation), quarto Andrea Pasqualon (Intermarché-Wanty), quinto Alessandro Covi (UAE-Emirates). In classifica generale non cambia nulla con l’australiano Rohan Dennis (Ines Granadiers) al comando con buona guardia dei compagni di squadra Geraint Thomas e Richie Porte. Domani la seconda tappa da La Neuveville a Saint-Imier di 165.7 km, con la salita di La Vue-des-Alpes posta a quota 1281 m s.l.m, pendenza media del 6,8% e massima dell’8,4% a soli 17 km dal traguardo, andrà a ridisegnare la classifica generale chiamando allo scoperto gli uomini che puntano al successo finale.
Antonio Scarfone

La vittoria di Peter Sagan a Martigny (Foto: Getty Images Sport)
L’INEOS LUCCICA PIU’ DELL’ORON. TAPPA E MAGLIA A DENNIS
Il primo appuntamento del Giro di Romandia 2021 chiamava le squadre in gara a confrontarsi in un cronoprologo di 4 km con nella cittadina di Oron con uno strappo nel km finale. La Ineos Granadiers domina con una tripletta che dimostra la grande prestazione della formazione britannica anche in ottica vittoria finale.
Il percorso del cronoprologo seppur con uno sviluppo di solo 4050 m chiamava subito gli atleti in gara ad una prova importante perché se la prima parte, molto veloce ed adatta agli specialisti, con l’intermedio posto dopo 2400m, la seconda parte è stata caratterizzata dalla salita di 850m con una pendenza media del 7,3% e punta massima del 9,5%. Da non sottovalutare quindi l’impegno in questa prima frazione per gli uomini che puntano alla vittoria finale della breve corsa della Svizzera romanda. All’intermedio il tempo migliore è stato registrato al passaggio dello specialista francese Rémi Cavagna (Deceuninck-QuickStep) con 2’:45”, lo sarà fino alla fine. Infatti in seconda posizione fermava il cronometro Rohan Dennis a 3″e Stefan Bissegger, bravissimo giovane in forza alla EF Education – Nippo, a 4″. L’australiano ha costruito il suo successo nella seconda parte, quella più impegnativa, spingendo la bici ad una media finale di 44.724 km/h ed il tempo di 5’:26”. Stesso discorso per Richie Porte passato in ritardo all’intermedio ma poi capace di recuperare terreno e chiudere in terza posizione a 9”, in pratica stesso tempo, questione di centesimi, per Geraint Thomas secondo classificato. I tre della Ineos Granadiers fanno scivolare al quarto posto Rémi Cavagna, in quinta posizione Stefan Bissegger con il suo tempo finale che ha resistito in testa per gran parte del pomeriggio. Il campione del mondo, Filippo Ganna, chiude soltanto in decima posizione a 15” dai suoi compagni di squadra. In ottica dei pretendenti alla vittoria finale buona la prova di Jesus Herrada (Cofidis, Solutions Crédits) settimo a 14” dall’australiano, chiude in undicesima posizione a 16” Wilco Kelderman (BORA – Hansgrohe); più indietro Miguel Ángel Lopez (Movistar Team) e Jack Haig (Bahrain – Victorious) entrambi a 19”. Infine tra i capitani più attesi a darsi battaglia per la vittoria finale da segnalare Ion Izagirre (Astana – Premier Tech) a 21” e Fausto Masnada (Deceuninck-QuickStep) a 23”. Domani prima tappa in linea da Aigle a Martigny con un circuito ondulato caratterizzato dagli strappi di Produit e Chamoson trampolini di lancio per uomini coraggiosi a lasciare il segno anche in ottica classifica generale.
Antonio Scarfone

Rohan Dennis impegnato nel cronoprologo di Oron (foto: Getty Images Sport)

