ACUTO DI ROGLIC NELLA PRIMA TAPPA DELLA VOLTA A CATALUNYA

marzo 20, 2023 by Redazione  
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Primoz batte Remco. Il primo round di uno dei duelli più avvincenti del ciclismo attuale, di scena al Giro di Catalogna 2023, va a Primoz Roglic (Jumbo Visma), che parte ai -250 metri dal traguardo e supera in volata Remco Evenepoel (Soudal-QuickStep) aggiudicandosi la prima frazione, 164,6 chilometri in circuito attorno Sant Feliu de Guixols e un percorso ricco di asperità.

L’acuto dello sloveno arriva al termine di una tappa che ha visto in fuga cinque corridori: Rune Herregodts (Intermarché-Circus-Wanty), Alessandro De Marchi (Team Jayco-AlUla), Oscar Onley (Team DSM), Pau Miquel (EquipoKernPharma), JetseBol (Burgos-BH). Otteranno un vantaggio massimo di 4 minuti perchè il gruppo lascia fare e si mette a tirare per davvero solo all’inizio della prima salita di giornata, l’Alta de Ganga, a 60 km dall’arrivo. La testa della corsa scollina con 1’20” sul plotone e poi, mentre si procede verso l’Alt de Romanyà, iniziano a lavorare Jumbo-Visma, Israel – Premier Tech, UAE Emirates e Lotto per riprendere la fuga e tirare la volata ai loro uomini di punta. A 30 km dal traguardo il gruppo accorcia il distacco rispetto ai quattro davanti (nel frattempo Miquel ha, infatti, alzato bandiera bianca) ad una quarantina di secondi. Il forcing tra gli inseguitori aumenta e intanto il gruppetto di testa perde un altro pezzo: ai – 10 km dall’arrivo si sfila pure Bol.
Quando mancano 5 km al traguardo si verifica una caduta in mezzo al gruppo che coinvolge Dario Cataldo (Trek-Segafredo), Anthony Delaplace (Team Arkéa-Samsic), Michael Storer ( Groupama-FDJ) e Jose Joaquin Rojas (Movistar Team). Ad avere la peggio è proprio l’italiano, che è costretto al ritiro.
Intanto c’è il ricongiungimento ai -3 dall’arrivo. Ci si prepara al volatone. Ai -250 ecco lo spunto di Roglic che anticipa le velleità di Evenepoel andando a trionfare. Il campione del mondo in carica deve accontentarsi della piazza d’onore. Terzo è Ide Schelling (Bora-Hansgrohe) mente Giulio Ciccone ottiene un buon quinto posto. In classifica generale Roglic ha 4” di vantaggio su Remco e 6” su Schelling.
Domani la seconda frazione della Volta a Catalunya partirà da Matarò per arrivare dopo 166 km ai 2135 metri della stazione sciistica di Vallter dopo aver superato anche il Coll de Coubet (1a categoria).

Vito Sansone

Evenepoel alza il braccio, ma è Roglic a batterlo sul primo traguardo del Giro di Catalogna (Getty Images)

Evenepoel alza il braccio, ma è Roglic a batterlo sul primo traguardo del Giro di Catalogna (Getty Images)

PER SEMPRE ALFREDO, VINCE ENGELHARDT IN VOLATA

marzo 19, 2023 by Redazione  
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Felix Engelhardt vince la classica in ricordo di Alfredo Martini. Battuti in volata Stewart e Foldager

Giornata piovigginosa sulle colline fiorentine care ad Alfredo Martini, alla cui gloriosa memoria questa corsa è intitolata.
La fuga del giorno evade intorno al chilometro numero 20, ed è composta da Michael Belleri (Biesse-Carrera), Marcel Camprubí (Q36), Giacomo Garavaglia (Work Service), Mattia Piccini (Gallina Ecotek Lucchini), Stefano Leali (General Store), Anthoni Silenzi (MG.K vis) e Aaron Van Der Beken (Bingoal Wb). I battistrada raggiungono un vantaggio massimo di 3 minuti e 30 secondi sul resto del gruppo, che lascia fare ma senza esagerare. Col passare dei chilometri sia il gruppetto di testa che il plotone alzano il ritmo: il primo effetto è lo sfilacciarsi uno ad uno di elementi dalla testa della corsa, con Van Der Breken ultimo a resistere al ritorno del gruppo, divenuto però inesorabile.
Si torna dunque a ranghi compatti quando al traguardo mancano circa 60 km: approfittando della situazione ci provano subito in contropiede Georg Steinhauser (EF Education Easypost) e Alexis Guerin (Bingoaol), i quali riescono a mettere fra loro e il plotone circa 30 secondi. Entrati nel circuito finale da percorrere due volte con l’ascesa al GPM di Collina i secondi diventano 60, e solo allora la Ineos Grenadiers inizia a gestire le operazioni di ricorsa che si concludono ai piedi della seconda e ultima ascesa, quando al traguardo di km ne mancano ormai solo 13.
Sul GPM ci provano in diversi, ma l’unico in grado di fare la differenza proprio in vista dello scollinamento è Walter Calzoni (Q36.5 Pro Cycling), mettendo una manciata di secondi fra lui e il resto della corsa. Purtroppo però la fortuna non lo assiste nella tortuosa picchiata verso Sesto Fiorentino, e complice anche la strada umida finisce a terra dovendo salutare i sogni di gloria odierna. Stessa sorte pochi km più tardi capita a Brandon Rivera (Ineos Grenadiers), il primo a provare il contrattacco alle spalle del giovane lombardo della compagine nell’orbita di Vincenzo Nibali, ma anche lui finisce a sua volta a terra in discesa una volta ritrovatosi al comando della corsa.
Si arriva quindi alla volata a ranghi compatti sul traguardo di Sesto: il più veloce di tutti è Felix Engelhardt (Team Jayco-AlUla). Chiudono il podio Mark Stewart (Bolton Equities Spoke Pro Cycling) e l’azzurro Anders Foldager (Biesse Carrera).

Lorenzo Alessandri

Felix Engelhardt felice per la vittoria nella corsa intitolata ad Alfredo Martini (foto Team Jayco-AlUla)

Felix Engelhardt felice per la vittoria nella corsa intitolata ad Alfredo Martini (foto Team Jayco-AlUla)

VAN DER POEL E’ DI NUOVO IN FORMA E VA A PRENDERSI LA SANREMO IN CONTROPIEDE

marzo 18, 2023 by Redazione  
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Mathieu Van Der Poel, che era apparso in grave ritardo di condizione alla Strade Bianche e non aveva brillato neppure alla Tirreno-Adriatico, riesce con una frustata secca in contropiede a sorprendere Pogacar, Van Aert e un ottimo Ganna e a prendere una manciata di secondi, che gli saranno sufficienti per apporre il proprio nome nell’albo d’oro della Classicissima.

La Milano-Sanremo, la prima monumento della stagione, ha sempre il sapore della tradizione ed un fascino ineguagliabile nonostante il percorso, nel ciclismo moderno, possa apparire privo di significative insidie. In realtà, come ci ha insegnato la storia degli ultimi anni, l’elevatissimo chilometraggio, di poco inferiore ai 300 Km, al quale i corridori oggi non sono più abituati risulta essere un fattore non solo decisivo, ma anche un elemento in grado di modificare i classici valori in campo e quindi un fattore di incertezza che rende questa corsa altamente imprevedibile.
La salita del Poggio infatti, pur presentando pendenze estremamente dolci, negli ultimi anni è sempre stata determinante per portare sul traguardo di Via Roma un uomo solo oppure un drappello estremamente ridotto e questo proprio perché arriva dopo 285 chilometri di corsa.
Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), dopo aver rinunziato a partecipare alla Strade Bianche ed aver fatto man bassa alla Parigi-Nizza proprio in chiave Sanremo, ha fallito per la prima volta in questa stagione un vero dichiarato obiettivo. Va detto che una corsa come la Sanremo non presenta quelle caratteristiche che permettono allo sloveno di fare la differenza sugli avversari e si tratta quindi di una corsa difficile da vincere per lui, tuttavia come sappiamo il giovane capitano della UAE è non solo un grande campione, ma un corridore completo in grado di essere competitivo su tutti i terreni.
Wout Van Aert (Jumbo-Visma), era ovviamente uno dei favoriti per le proprie caratteristiche adatte alle classiche e per il proprio spunto veloce. Non è semplice togliersi di ruota uno come il belga sul Poggio e nella successiva discesa e portare sul traguardo il fortissimo uomo della Jumbo significa, almeno in teoria, condannarsi alla sconfitta.
Filippo Ganna (INEOS Grenadiers), è stato invece sorprendente anche se forse, a livello puramente fisico, poteva anche andare a competere per il successo. Il piemontese è stato bravissimo nel riuscire a resistere alla accelerazione di Pogacar in salita e anche ad accelerare nel finale per andare a cogliere il secondo posto. Proprio guardando il guizzo finale per prendersi il secondo gradino del podio, si è avuta l’impressione che Ganna ne avesse abbastanza anche per rispondere all’accelerazione di Mathieu van der Poel (Alpecin-Deceuninck), anche se bisogna dire che Van Aert e Pogacar una volta capito che la corsa era persa non si sono dannati l’anima per le posizioni d’onore.
Tuttavia questo non è sufficiente a scalzare l’impressione di un Ganna in grado di resistere a Van der Poel perché l’accelerazione decisiva del vincitore della corsa di oggi ha colto tutti di sorpresa. Tutti tenevano d’occhio Pogacar e si aspettavano almeno una seconda sgasata sul modello del 2022 ed invece lo sloveno ha calato il ritmo e, proprio in un momento di apparente calma, Van der Poel ha dato la frustata. Il tempo che i suoi avversari, ivi compreso Ganna, hanno impiegato per pensare a come reagire è stato fatale.
La discesa non ha visto grosse modifiche visto che dietro ha preso in mano le redini Van Aert, che è un ottimo discesista ma anche Van der Poel non è da meno. Nessuno, però, ha preso troppi rischi. Il tratto pianeggiante finale dopo il ritorno sull’Aurelia ha giocato a favore del fuggitivo, visto che la presenza di un uomo veloce come Van Aert non era certo per gli altri due un incentivo a collaborare in un inseguimento.
Il laeder dell’Alpecin era apparso opaco sia alla Strade Bianche, corsa nella quale era rimasto mestamente fuori di giochi abbastanza presto, sia alla Tirreno-Adriatico.
Oggi, invece, dopo una lunghissima gara è stato perfetto sia nel portarsi sul drappello selezionato dalla scatto di Pogacar, sia a cogliere l’attimo per sorprendere tutti con una accelerata brutale e dare tutto per mantenere quei pochi secondi presi in cima al Poggio.
La cronaca della corsa, come spesso accade, non è ricca di episodi da raccontare.
Questo elemento può essere mal visto da coloro i quali sono più attenti alle esigenze televisive, visto che una gara di oltre 6 ore in cui le emozioni si concentrano negli ultimi 20 minuti può sembrare un prodotto televisivamente poco appetibile, tuttavia costoro non capiscono che le emozioni degli ultimi 20 minuti sono conseguenza proprio dell’elevato chilometraggio.
Del resto, gli appassionati di ciclismo sanno perfettamente che, in una corsa di 160 chilometri, su una salita come il Poggio è difficile anche staccare un velocista.
Ecco che allora la Sanremo è lì ogni anno ad ammonire i fautori dell’attuale tendenza a ridurre sempre più il chilometraggio delle tappe adducendo un maggiore spettacolo, mentre invece i fatti dimostrano un maggiore livellamento anche sui percorsi più esigenti, salvo qualche felice eccezione.
La fuga di giornata si è formata quasi subito grazie all’iniziativa di Mirko Maestri (Eolo-Kometa) e Alessandro Tonelli (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), ai quali si sono presto aggiunti Negasi Haylu Abreha (Q36.5 Pro Cycling Team), Alois Charrin (Tudor Pro Cycling Team), Alexandre Balmer (Team Jayco-AlUla), Jan Maas (Team Jayco-AlUla), Alexandr Riabushenko (Astana Qazaqstan), Samuele Rivi (Eolo-Kometa) e Samuele Zoccarato (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè).
Questi nove uomini non hanno mai avuto un vero via libera dal gruppo, dato che non è mai stato concesso loro un gran vantaggio, che si è sempre mantenuto nell’ordine dei 3 minuti.
In questa prima fase si possono quindi segnalare solo la scivolata di Pogacar, ancor prima del chilometro zero, e la caduta di Alaphilippe in cima al Turchino che ha costretto il francese a cambiare bicicletta, mentre peggio è andata lungo la discesa a Maciej Bodnar (TotalEnergies), che ha dovuto abbandonare la corsa.
Nella zona dei tre capi (Mele, Cervo e Berta) davanti rimangono in sei, mentre il gruppo comincia a perdere pezzi con uomini come Mark Cavendish (Astana Qazaqstan Team) che perdono contatto, mentre alcune cadute mettono fuori gioco Sam Bennett (Bora-hansgrohe), Jan Tratnik (Jumbo-Visma) e Michael Kwiatkowski (Ineos Grenadiers).
La fuga di giornata si esaurisce poco prima di attaccare la salita della Cipressa, sulla quale il gruppo inizia a procedere a ritmo blando finché in testa non arrivano gli UAE a dare la sveglia, mettendo in difficoltà alcuni corridori ma senza provocare vittime importanti.
Tutto rimandato al Poggio, che viene preso in testa dalla coppia Bahrain Fred Wright-Andrea Pasqualon, i quali hanno obiettivamente un ritmo non eccezionale, tanto che l’arrivo di Tim Wellens (UAE Team Emirates) a suonare la carica sembra raddoppiare la velocità del gruppo.
L’azione di Wellens porta via un drappello che prende qualche metro sul resto del gruppo, che si sfilaccia. Davanti rimangono Tadej Pogacar. Filippo Ganna, Mathieu van Der Poel, Wout Van Aert, Mads Pedersen (Trek – Segafredo), Soren Kragh Andersen (Alpecin-Deceuninck) e Neilson Powless (EF Education-EasyPost). Il tempo per contarsi non c’è perché Pogacar prova con una delle sue accelerazioni a mettere in difficoltà gli avversari.
Il più lesto a rispondere è Ganna, al quale si accodano Van Aert e Van der Poel.
Nel momento nel quale Pogacar rallenta il ritmo parte in contropiede Van der Poel, che come già narrato prenderà un vantaggio che gli sarà sufficiente per andare tagliare in solitaria a braccia alzate lo storico traguardo di Via Roma.
Ancora una volta si è vista una gara molto emozionante accesasi sul Poggio che. però, non ci si stancherà mai di ribadirlo, è conseguenza dell’elevato chilometraggio che si deve affrontare in precedenza e questo è l’elemento caratteristico della Sanremo, come i muri per il giro delle Fiandre o il pavè per la Roubaix.
La Classicissima, prima monumento della stagione, apre la fase delle grandi classiche di primavera che, visti i protagonisti in campo, si annuncia tutta da seguire.

Benedetto Ciccarone

Van der Poel lanciato verso la vittoria nella Milano-Sanremo (foto Tim de Waele/Getty Images)

Van der Poel lanciato verso la vittoria nella Milano-Sanremo (foto Tim de Waele/Getty Images)

ALLA NOKERE KOERSE QUINTA SINFONIA DI MERLIER

marzo 15, 2023 by Redazione  
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Con una volata regale il campione nazionale belga coglie la quinta vittoria stagionale e il secondo successo, consecutivo, nella corsa belga.

La gara, fino agli ultimi chilometri, non ha regalato grandi emozioni. Se ne vanno dopo oltre 40 km Ludovic Robeet (Bingoal), Enekoitz Azparren (Euskaltel), Alex Colman (Flanders), Rory Townsend (Bolton), Jonas Geens (Tarteletto), Etienne Van Empel (Corratec) e Adam De Vos (Human Powered) e, a parte una caduta che causa il ritiro di Matthew Gibson (Human Powered), non si segnala nulla fino al terzultimo giro, quando diversi corridori in rapida successione provano a evadere dal gruppo, mentre davanti Van Empel prova a proseguire in solitario.

Nell’ultimo giro parte una fuga che sembra far saltare il banco. Ci sono Sep Vanmarcke (Israel), Laurence Pithie (Groupama), Florian Vermeersch (Alpecin) e Lindsay De Vylder (Flanders). Ben presto però il portacolori del Team Flanders deve arrendersi aduna foratura e davanti rimangono in tre col gruppo alle loro spalle che, complici diverse cadute, fatica ad organizzare l’inseguimento.
Ci pensa Tim Merlier (Soudal – Quick Step) che, con una volata lunghissima e impetuosa, si lancia verso il traguardo incontrastato. Solo Edward Theuns (Segafredo) riesce a tenere le sue ruote senza impensierirlo. Tutti gli altri, guidati da Milan Menten (Lotto) pagheranno 3” sotto lo striscione. A completare la top 5 Timo Kielich (Alpecin) e Lewis Askey (Groupama).

Andrea Mastrangelo

ARVID DE KLEIJN SPAZZA TUTTI VIA ALLA MILANO-TORINO!

marzo 15, 2023 by Redazione  
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Il velocista della Tudor Pro Cycling Arvid de Kleijn conquista la Milano Torino 2023 in volata dopo che la sua squadra ha tenuto la testa della corsa negli ultimi chilometri dove tra rotonde e spartitraffico è riuscito ad essere magistralmente piotato per piazzare la volata vincente, secondo Fernando Gaviria (Movistar), terzo Casper van Uden (Team Dsm).

Subito dopo il via la fuga buona è portata avanti da Stefan De Bod (EF Education-EasyPost), Johan Meens (Bingoal WB), Alessio Nieri (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), Andrea Pietrobon (Eolo-Kometa), Alessandro Iacchi e Veljko Stojnić (Team Corratec), il gruppo lascia fare fino al chilometro venticinque di gara dove i fuggitivi avranno un vantaggio massimo di 3’:40”. Dietro ad iniziare a ricucire sono soprattutto tre squadre il Team DSM, il Team Jayco-AlUla e la Movistar che si portano in pratica a metà gara a 1’:40 dalla testa della corsa. Restano da percorrere circa poco meno di cento chilometri con vento in questo tratto della corsa favorevole al senso di marcia, condizione questa che farà registrare una media altissima. Il drappello dei sei inizia a pagare lo sforzo, infatti il primo ad alzare bandiera bianca è Pietrobon a causa di una foratura viene riassorbito dal gruppo. Gli ultimi 50 Km di corsa vedono il gruppo ormai a 1’ dai cinque al comando da cui si stacca anche Stojnić, i quattro rimasti al comando seppur con cambi regolari vedono ridursi il vantaggio a soli 25”. Destino segnato per la testa della corsa ed infatti il gruppo torna compatto a meno dodici chilometri dall’arrivo. In testa la velocità è tenuta altissima dagli uomini del Team Jayco-AlUla che lavorano per Dylan Groenewegen ma proprio il forte velocista tra i favoriti di quest’oggi è escluso dalla volata finale rimasto vittima di un contatto all’uscita di una delle tante rotonde dentro i cinque chilometri finali, il gruppo quindi si spezza e le squadre dei velocisti devono riorganizzarsi. In testa sono due le squadre che riescono ad essere meglio organizzate una è la Tudor Pro Cycling l’altra il Team DSM. Ai meno 300 metri dopo sono i Tudor Pro Cycling a riuscire a lanciare Arvid de Kleijn verso l’arrivo che va così a trionfare a braccia alzate, secondo Fernando Gaviria (Movistar) che non è riuscito a sopravanzare il neerlandese, terzo Casper van Uden (Team Dsm), quarto Itamar Einhorn (Israel Premier Tech), quinto Matteo Moschetti (Q 36.5 Pro Cycling Team).

Antonio Scarfone

Arvid de Kleijn vince la Milano Torino (Image credit: Tim de Waele/Getty Images)

Arvid de Kleijn vince la Milano Torino (Image credit: Tim de Waele/Getty Images)

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PHILIPSEN VINCE IN VOLATA A SAN BENEDETTO. A ROGLIC LA TIRRENO-ADRIATICO 2023

marzo 12, 2023 by Redazione  
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Nella tappa conclusiva di San Benedetto del Tronto, spazio alle ruote veloci con Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck) che sbaraglia la concorrenza e vince davanti a Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla) ed Alberto Dainese (Team DSM). Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) vince la corsa dei due mari.

La settima ed ultima tappa della Tirreno-Adriatico vede San Benedetto del Tronto sede di partenza e di arrivo in una frazione che non dovrebbe modificare più di tanto le posizioni in classifica generale, con Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) ormai ad un passo dalla sua prima vittoria nella corsa dei due mari. Dopo la partenza i ciclisti si dirigeranno nell’entroterra e affronteranno alcune salitelle, unica delle quali categorizzata come traguardo gpm è quella di Cossignano. Nel finale si ritorna a San Benedetto dove un circuito completamente pianeggiante da ripetere cinque volte dovrebbe favorire l’arrivo allo sprint. Dopo la partenza al km 4 si formava la fuga di giornata grazie all’azione di otto ciclisti: Nans Peters (Team AG2r Citroen), Mikkel Honorè (Team EF Education EasyPost), Lorenzo Fortunati (Team EOLO Kometa), Samuele Zoccarato (Team Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), Henri Vandenabeele (Team DSM), Bruno Armirail (Team Groupama FDJ), Valentin Ferron (Team TotalEnergies) ed Arthur Kluckers (Tudor Pro Cycling Team). Fortunato scollinava in prima posizione sul gpm di Cossignano posto al km 23. Una caduta di Thomas Pidcock (Team INEOS Grenadiers), la seconda in tre giorni, costringeva il ciclista britannico ad abbandonare la corsa. Era il Team Alpecin Deceuninck a comandare le operazioni dell’inseguimento in testa al gruppo maglia azzurra. Honorè vinceva il traguardo volante di San Benedetto del Tronto posto al km 110.3. Nonostante un impagabile impegno proprio da parte di Honorè, spesso in testa a tirare nel drappello dei fuggitivi, la fuga veniva infine annullata a poco più di 3 km dall’arrivo. Nella volata conclusiva Jasper Philipsen (Team Alpecin Deceuninck) vinceva davanti a Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla) ed Alberto Dainese (Team DSM) mentre chiudevano la top five Phil Bauhaus (Team Bahrain Victorious) in quarta posizione e Simone Consonni (Team Cofidis) in quinta posizione. Nella top ten si segnalava la presenza di altri due ciclisti italiani: Giacomo Nizzolo (Team Israel Premier tech) in sesta posizione e Luca Colnaghi ((Green Project-Bardiani CSF-Faizanè) in nona posizione. Philipsen ottiene la seconda vittoria di tappa alla Tirreno-Adriatico 2023 e si candida ad essere anche quest’anno un velocista da prendere in grande considerazione sia nelle corse a tappe che in corse di un giorno. Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) vince la Tirreno-Adriatico 2023 con 18 secondi di vantaggio su Joao Almeida (UAE Team Emirates) e 23 secondi di vantaggio su Tao Geoghegan Hart (Team INEOS Grenadiers). Lo sloveno vince anche la classifica a punti e quella dei GPM mentre la classifica del miglio giovane va ad Almeida.

Antonio Scarfone

Jasper Philipsen vince a San Benedetto del Tronto (Getty Images)

Jasper Philipsen vince a San Benedetto del Tronto (Getty Images)

POGACAR SEMPRE PIU’ CANNIBALE. TRIS A NIZZA E VITTORIA FINALE

marzo 12, 2023 by Redazione  
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Il fuoriclasse dell’UAE Team Emirates dà spettacolo sul Col d’Eze e ottiene la terza vittoria di tappa, vincendo la sua prima Parigi-Nizza al termine di una settimana in cui non ha mai dato l’impressione di poter perdere

L’ottava ed ultima tappa della Parigi-Nizza 2023 presenta il percorso tradizionale che si addentra nelle alture confinanti e prospicienti alla località d’arrivo della corsa verso il sole e Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) non deve far altro che arrivare al traguardo nel gruppo dei migliori per ottenere una vittoria finale che per adesso non è mai sembrata in discussione. I gpm da affrontare sono cinque e precisamente la Cote de Levens, la Cote de Chateauneuf, la Cote de Berre-les-Alpes, la Cote de Peille ed il Col d’Eze. Il primo tentativo di fuga, dopo la partenza da Nizza, era portato da Jonas Gregaard ed Alexander Kristoff. La coppia dell’Uno-X Pro Cycling si avvantaggiava sui primi tornanti della Cote de Levens con Gregaard che scollinava in prima posizione. Kristoff si rialzava e raggiungevano Gregaarg una decina di ciclisti che concretizzavano la vera fuga di giornata e dove quello messo meglio in classifica generale era David De La Cruz (Team Astana Qazaqstan), che aveva un ritardo di oltre 6 minuti su Pogacar. Gregaard scollinava in prima posizione anche sulla successiva Cote de Chateauneuf. Il norvegese era uno dei principali animatori della fuga e si faceva vedere spesso davanti a tirare. Gregaard riusciva a scollinare anche sulla Cote de Berre-les-Alpes, raggiungendo così la matematica leadership nella speciale classifica gpm. A questo punto, sotto l’impulso dell’UAE Team Emirates, il gruppo maglia gialla aumentava l’andatura e accorciava sensibilmente il ritardo rispetto ai battistrada. La fuga veniva ripresa a 65 km dalla conclusione e contemporaneamente Wout Poels (Team Bahrain Victorious) attaccava riuscendo a scollinare in prima posizione sulla successiva Cote de Peille posta al km 68.7. L’olandese riusciva ad aggiudicarsi anche il traguardo volante di Eze prima di essere ripreso dal gruppo a pochi km dall’inizio del Col d’Eze. Era sempre l’UAE Team Emirates a comandare il ritmo e poco dopo l’inizio dell’ascesa Pogacar accelerava e se ne andava tutto solo. Lo sloveno scollinava con una cinquantina di secondi di vantaggio sugli immediati inseguitori, in un gruppo ormai esploso. La picchiata verso Nizza consentiva allo sloveno di mantenere un vantaggio confortante e così andava a vincere in solitaria con apparente facilità. Con un ritardo di 33 secondi la lotta per la seconda posizione vedeva Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma) avere la meglio su David Gaudu (Team Groupama FDJ) mentre chiudevano la top five Simon Yates (Team Jayco AlUla) in quarta posizione e Matteo Jorgenson (Team Movistar) in quinta posizione. Pogacar ottiene la terza vittoria di tappa alla Parigi-Nizza e domina la classifica generale finale avendo un vantaggio di 53 secondi su Gaudu e di 1 minuto e 39 secondi su Vingegaard. Per quanto riguarda le altre classifiche, il cannibale sloveno fa sua anche quella a punti e quella dei giovani mentre, come detto, Gregaard vince la classifica gpm. Una dimostrazione di forza totale per Pogacar che con la forma che si ritrova potrebbe dire la sua anche alla Milano Sanremo, in programma sabato prossimo.

Antonio Scarfone

Tadej Pogacar vince a Nizza (foto: Getty Images)

Tadej Pogacar vince a Nizza (foto: Getty Images)

BIS DI TADEJ POGACAR ALLA PARIGI NIZZA, LO SLOVENO SEMPRE PIÙ IN GIALLO!

marzo 11, 2023 by Redazione  
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Sul Col de la Couillole Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) domina il secondo arrivo in salita della Parigi-Nizza 2023 a nulla sono serviti nei chilometri finali i tentativi di attacco di Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) prima e di David Gaudù (Groupama-FDJ) dopo, rispettivamente terzo e secondo all’arrivo dietro la maglia gialla. In classifica generale Pogacar allunga proprio su entrambi andando così a mettere una seria ipoteca sulla breve corsa a tappe francese che domani terminerà a Nizza.

Penultima tappa e secondo arrivo in salita alla Parigi – Nizza 2023, si torna a correre dopo la tappa annullata ieri per il vento forte. La partenza è molto veloce con Lilian Calmejane (Intermarché-Circus-Wanty) e Javier Romo (Astana Qazaqstan) che provano a portare subito via un drappello di uomini a cui poi se ne aggiunge un secondo. I due gruppetti si ricompattano e danno vita a quella che sarà la fuga di giornata, al loro interno abbiamo oltre ai due sopracitati: Nils Politt (Bora-hansgrohe), Larry Warbasse (Ag2r Citroën), Florian Sénéchal (Soudal-QuickStep), Brent Van Moer (Lotto Dstny) e Hugo Houle (Israel-Premier Tech), Dorian Godon (Ag2r Citroën), Søren Kragh Andersen (Alpecin-Deceuninck), Joshua Tarling (Ineos Grenadiers), Kelland O’Brien (Team Jayco-AlUla) e Arnaud Démare (Groupama-FDJ). Dietro il gruppo lascia fare, in totale controllo e ad andatura regolare tanto che verso la Côte de Tourette-du-Château un altro gruppetto riesce ad agganciarsi alla fuga iniziale, i loro nomi sono: Rémi Cavagna (Soudal -QuickStep), David De La Cruz (Astana Qazaqstan), Kobe Goossen (Intermarché-Circus-Wanty), Gregor Mühlberger (Movistar), Lucas Hamilton (Team Jayco-AlUla), Pascal Eenkhoorn (Lotto Dsnty), Harrison Sweeny (Lotto Dsnty) e Jérémy Cabot (TotalEnergies). A perdere però contatto in salita è Arnaud Démare (Groupama-FDJ), mentre in discesa cade Tarling, la testa della corsa resta così composta da un gruppo di 18 unità, per loro vantaggio massimo di 2’:15” alla fine della discesa. Gli uomini della maglia gialla concedono alla fuga un vantaggio massimo di circa 3’. Il ritmo inizia ad alzarsi in vista del traguardo volante con abbuoni, a conquistarlo è De La Cruz, mentre dietro gli INEOS Grenadiers si mettono in testa a tirare tanto da far scendere il distacco a 1’:30”. La strada è favorevole a chi insegue, il lungo fondovalle che porta ai piedi del Col de la Couillole non offre particolari insidie altimetriche è così il gruppo è segnalato a soli 50”, a questo punto dalla fuga provano un tentativo di attacco Goossens, Romo, Cabot, Eenkhoorn e Politt che consente ai cinque di prendere in testa la salita finale, gli ex compagni di avventura invece sono riassorbiti dal gruppo. A pilotare il gruppo sono gli uomini della Jumbo – Visma con uno straodinario Tobias Foss, il campione del mondo a cronometro mantiene una andatura altissima senza consentire nessuno scatto. I cinque in testa sono ripresi a 8 Km dall’arrivo. Foss “traina” un ggruppetto di venti uomini fino ai meno sei dal traguardo, terminato il suo lavoro Chris Harper (Team Jayco-AlUla) prova un allungo a chiudere sull’australiano con un controscatto è Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) con alla sua ruota Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), David Gaudu (Groupama-FDJ), Romain Bardet (Team DSM) e Matteo Jorgenson (Movistar). Un nuovo scatto poco più di un chilometro dopo lo piazza la maglia gialla, il suo allungo è più violento ed efficace, dietro soltanto Vingegaard e Gaudu riescono a correre ai ripari portandosi poco dopo sotto lo sloveno; si forma così un terzetto, i primi tre della generale. Resta da aspettarsi lo scatto di Gaudù, il francese prova un allungo ma Pogacar non gli concede spazio, a farne le spese è Vingegaard che fa l’elastico, non appena il francese rallenta consente al vincitore del Tour de France di rientrare sui due in prossimità dell’ultimo chilometro, Pogar è inscalfibile ad un altro attacco di Gaudù. Intanto dietro dal gruppo dei migliori esce Simon Yates (Team Jayco – AlUla) che del suo passo si porta a 15” dai tre in testa. Davanti ai meno 300 metri Pogacar piazza la stoccata vincente lo sloveno va a prendersi la seconda vittoria su Gaudù a 2” e Vingegaard a 6”, più indietro Yates a 19”. Tadeyj Pogacar rafforza così il primato, sempre più maglia gialla. Domani da Nizza a Nizza andrà in scena l’ultima tappa con 6 GPM, due di prima categoria, con l’ultimo a soli 16 km dall’arrivo. Terreno per recuperare ce ne è ma con un Pogacar così sarà davvero difficile ribaltare la corsa.

Antonio Scarfone

Tadej Pogar vittorioso sul Col de la Couillole (Image credit: Getty Images)

Tadej Pogar vittorioso sul Col de la Couillole (Image credit: Getty Images)

TRIS DI ROGLIC AD OSIMO. LO SLOVENO AD UNA PASSO DALLA VITTORIA FINALE

marzo 11, 2023 by Redazione  
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Primoz Roglic concede il tris nella tappa marchigiana di Osimo battendo in una volata ristretta Joao Almeida (UAE Team Emirates) e Tao Geoghegan Hart (Team INEOS Grenadiers). Domani passerella finale di San Benedetto del Tronto con lo sloveno ad un passo dalla seconda vittoria nella Corsa dei Due Mari

La sesta tappa della Tirreno-Adriatico 2023 parte da Osimo Stazione e termina a Osimo dopo 193 km nei quali i ciclisti vedranno ben poca pianura. E’ la tipica tappa marchigiana con le sue peculiarità altimetriche fatte di brevi ma micidiali strappi. Il più temuto oggi sarà il muro in lastricato di Costa del Borgo, che si affronterà tre volte nel circuito finale e che dopo una breve discesa farà da anticamera ad un altro strappo, un po’ più facile, che porta al traguardo di Osimo. Il primo tentativo di fuga dopo la partenza era portato da nove ciclisti: Mathieu van der Poel e Robert Stannard (Team Alpecin Deceuninck), Nikias Arndt (Team Bahrain Victorious), Filippo Magli (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), Sven Erik Bystrom (Team Intermarchè Circus Wanty), Krists Neilands (Team Israel Premier Tech), Quinn Simmons (Team Trek Segafredo) ed Alexander Konychev e Valerio Conti (Team Corrataec). Dopo circa sei km in avanscoperta e con un vantaggio massimo intorno ai 30 secondi, il gruppo annullava l’azione di questi nove ciclisti. Valentin Ferron (Team TotalEnergies) vinceva gpm di Santa Maria del Monte posto al km 26.5, mentre Arndt si aggiudicava il traguardo volante di Macerata posto al km 32.6. Arndt e Ferron erano tra i ciclisti che avevano inaugurato un altro tentativo di fuga insieme a Gianni Vermeersch (Team Alpecin Deceuninck), Davide Bais (Team EOLO Kometa), Mike Teunissen e Georg Zimmermann (Team Intermarchè Circus Wanty), Casper Pedersen (Team Soudal Quick Step), Clément Russo (Team Arkea Samsic), Alessandro De Marchi (Team Jayco AlUla), Quinn Simmons e Krists Neilands, questi ultimi insieme ad Arndt di nuovo attivi in testa alla corsa. Questa volta il gruppo dava il benestare e la fuga di undici ciclisti riusciva in poco tempo a prendere il largo. Dopo 70 km la fuga aveva 2 minuti e 50 secondi di vantaggio sul gruppo tirato, ancora abbastanza blandamente, dagli uomini del Team Jumbo Visma. Tra gli uomini di classifica o presunti tali, Santiago Buitrago (Team Bahrain Victorious) ed Aleksandr Vlasov (Team BORA Hansgrohe) provavavo in tempi differenti azioni personali che avevano come immediata conseguenza il rapido avvicinarsi del gruppo maglia azzurra alla testa della corsa. La Jumbo Visma perdeva Wilco Kelderman a causa di una caduta perciò il lavoro principale all’inseguimento della testa della corsa lo dovevano fare Wout van Aert e Tiesj Benoot. A circa 25 km dalla conclusione restavano in testa Vlasov, Guillaume Martin (Team Cofidis), Alex Aranburu e Carlos verona (Team Movistar). Sotto l’impulso di Formolo e Almeida, il drappello di testa veniva ripreso a 5 km dalla conclusione. Iniziava la bagarre con scatti e controscatti. Un pimpante Mikel Landa (Team Bahrain Victorious) allungava il drappello degli uomini di classifica sul muro in lastricato di Osimo. L’arrivo in salita nel centro storico della cittadina marchigiana vedeva uno sprint ristretto in cui era ancora Roglic ad avere la meglio su Tao Geoghegan Hart (Team INEOS Grenadiers) e Joao Almeida (UAE Team Emirates). Chiudevano la top five Enric Mas (Team Movistar) in quarta posizione e Mikel Landa in quinta posizione. Roglic ottiene la terza vittoria di tappa nella Tirreno-Adriatico 2023 ed aumenta il vantaggio in classifica generale rispetto agli immediati inseguitori – Almeida è secondo a 18 secondi di ritardo mentre Hart è terzo a 23 secondi di ritardo; lo sloveno ipoteca ormai la vittoria finale visto che domani la settima ed ultima tappa da San Benedetto del Tronto a San Benedetto del Tronto è favorevole ai velocisti anche se nella prima parte ci sono alcune salite con un solo gpm categorizzato.

Antonio Scarfone

Primoz Roglic vince ad Osimo (foto: Getty Images)

Primoz Roglic vince ad Osimo (foto: Getty Images)

ROGLIC, BIS SUL SASSOTETTO. TAPPA E MAGLIA PER LO SLOVENO

marzo 10, 2023 by Redazione  
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Nella tappa più difficile, condizionata anche dal maltempo con forti raffiche di vento, Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) resta coperto sulla salita finale prima di sferrare l’attacco decisivo a poche decine di metri dalla linea del traguardo. Lo sloveno vince davanti a Giulio Ciccone (Team Trek Segafredo) e Tao Geoghegan Hart (Team INEOS Grenadiers) ed è la nuova maglia azzurra

La quinta tappa della Tirreno-Adriatico 2023 è lunga 168 può delineare quasi definitivamente la classifica generale visto che i ciclisti dovranno affrontare una vera salita appenninica. E’ quella del Sassotetto, che si inerpica per oltre 13 km al 7.3 di pendenza media e con picchi del 14%. La nuova maglia azzurra Lennard Kamna (Team BORA Hansgrohe) oggi dovrà soltanto capire a chi cederà il simbolo del primato, visto che la lotta per i pretendenti alla vittoria finale sarà furiosa ed anche incerta, poiché le condizioni atmosferiche inclementi contribuiranno ad aumentare il pathos. Proprio per le forti raffiche di vento in cima al Sassotetto, la salita finale veniva accorciata di 2 km. Dopo la partenza da Morro d’Oro si formava la fuga di giornata grazie all’azione di sette ciclisti: Anthony Perez (Team Cofidis), Erik Fetter (Team EOLO Kometa), Davide Ballerini (Team Soudal Quick Step), Simon Guglielmi (Team Arkea Samsic), Florian Stork (Team DSM), Zdenek Stybar (Team Jayco AlUla) e Quinn Simmons (Team Trek Segafredo). Dopo 30 km il vantaggio della fuga era di 2 minuti e 30 secondi sul gruppo maglia azzurra. Simmons e Fetter erano i primi fuggitivi a rialzarsi dopo che il drappello di testa aveva raggiunto il traguardo volante di Amandola posto al km 101.3 e sul quale Stybar transitava per primo. Il ciclista ceco poco dopo si rialzava a sua volta e la fuga si riduceva a quattro unità. Sul successivo gpm di San Ginesio era Stork a scollinare per primo. Il gruppo alla fine raggiungeva la fuga a 31 km dalla conclusione con l’INEOS Grenadiers molto attiva nelle prime posizioni. Alessandro Santaromita (Team Green Project – Bardiani CSF – Faizanè) era il primo a scollinare sul secondo gpm di Gualdo posto al km 144.8. Il Team Movistar prendeva la testa del gruppo aumentando l’andatura mentre il forte vento dava noie a molti ciclisti. Il gruppo iniziava la scalata verso Sassotetto forte di una sessantina di unità. Un’accelerazione di Davide Formolo a poco meno di 6 km dall’arrivo iniziava a scremare il gruppo di testa. Damiano Caruso (Team Bharain Victorious) scattava ai meno 4.5 e riusciva ad avvantaggiarsi si oltre 20 secondo sugli immediati inseguitori fino ad essere ripreso a circa 2 km dalla conclusione. Nonostante i successivi tentativi di allungo di Enric Mas (Team Movistar) e di Mikel Landa (Team Bahrain Victorious), il drappello di testa tornava piuttosto compatto nell’ultimo km. Nella volata in salita, con il vento sempre molto fastidioso che prendeva di faccia i ciclisti, Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) vinceva davanti a Giulio Ciccone (Team Trek Segafredo) e Tao Geoghegan Hart (Team INEOS Grenadiers). Jai Hindley (Team BORA HAnsgrohe) era quarto mentre uno stoico Lennard Kamna terminava in quinta posizione. Nella top ten si segnalava anche il nono posto di Damiano Caruso. Roglic ottiene il bis dopo la vittoria di Tortoreto e balza in testa alla classifica generale davanti a Kamna, a 4 secondi di ritardo, ed a Joao Almeida (UAE Team Emirates), terzo a 12 secondi di ritardo. Domani è in programma la sesta tappa da Osimo Stazione ad Osimo. La più classica delle tappe marchigiane con continui saliscendi e muri brevi e micidiali. Considerando che in classifica generale i primi dieci ciclisti sono racchiusi in 31 secondi, domani assisteremo alla vera resa dei conti alla Tirreno-Adriatico 2023.

Antonio Scarfone

Primoz Roglic vince sul Sassotetto (foto: Getty Images)

Primoz Roglic vince sul Sassotetto (foto: Getty Images)

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