STRADE BIANCHE 2023: IL MONTE SANTE MARIE PREMIA TOM PIDCOCK
Il britannico portacolori della Ineos se ne va nel medesimo settore di sterrato sul quale Tadej Pogacar aveva aperto le danze nella scorsa edizione, raggiunge la testa, rimane solo e riesce a resistere al rientro degli inseguitori (che hanno, per la verità le loro, responsabilità. Male Van der Poel, evidentemente fuori forma, nella gara di debutto del 2023.
Ha vinto il favorito. Mancava Pogacar, mancava Van Aert, Van der Poel era al debutto e sulla sua condizione c’erano vari punti di domanda. Tutte queste circostanze, unite alla attitudine di Tom Pidcock a percorsi come quello della Strade Bianche, rendevano la punta del Team Ineos il più accreditato pretendente alla vittoria in Piazza del Campo quest’oggi.
Ciò che era forse meno prevedibile è che il britannico potesse imitare l’impresa di Tadej Pogacar, che aveva lasciato tutti stupiti lo scorso anno. Come lo sloveno nel 2022, anche il britannico ha attaccato in solitaria nel settore di Monte Sante Marie, posto a 50 Km dalla conclusione, è si è presto riportato sulla coppia in fuga dal mattino e a corto di energie.
Il settore di asfalto successivo allo sterrato di Monte Sante Marie è lungo circa 20 km e può favorire i rientri a meno che, come accaduto oggi, non manchi l’accordo. Dietro, infatti, mirano a farsi fuori reciprocamente.
Il gruppetto inseguitore uscito da questa lotta senza esclusione di colpi era arrivato quasi al contatto visivo, ma è mancato lo scossone decisivo per andare a riprendere il fuggitivo e, se c’è qualcuno che può rimproverarsi qualcosa, quelli sono i Jumbo, che erano in superiorità numerica ma non hanno preso in mano le operazioni.
Una trentina di chilometri dopo la partenza, si forma una fuga di un terzetto composta da Sven Erik Bystrom (Intermarché-Circus-Wanty), Alessandro De Marchi (Team Jayco-AlUla), Ivan Romeo (Movistar), mentre Erik Fetter (Eolo-Kometa) – mossosi tardi – resta a bagnomaria a lungo prima di essere riassorbito.
Il gruppo, dopo un po’ di resistenza, lascia che la fuga prenda il largo fino ad un vantaggio massimo di 7 minuti. In questa lunga fase degne di essere segnalate sono la foratura di Davide Formolo (UAE Team Emirates) e la caduta di Valentin Madouas (Groupama – FDJ) nel settore di sterrato di San Martino in Grania. Entrambi riusciranno a rientrare e nell’occasione l’italiano mostra un ottimo colpo di pedale.
Nel difficile e lungo settore di Monte Sante Marie, parte all’attacco Alberto Bettiol (EF Education-EasyPost) seguito da Andrea Bagioli (Soudal – Quick Step). Sui due si riporta subito Pidcock. che approfitta di un tratto di discesa per seminare gli altri due e lanciarsi all’inseguimento della testa della corsa, che nel frattempo aveva perso Romeo, rapidamente ripreso e staccato dal contrattaccante solitario.
All’uscita dello sterrato Pidcock e la coppia che era rimasta in testa alla corsa hanno circa 30 secondi sul gruppo inseguitore, ridotto a una ventina di unità. Negli ultimi metri del settore di Monte Sante Marie Van der Poel accenna un allungo, ma sembra più una mossa per imboccare con maggior slancio il successivo tratto sull’asfalto davanti e con maggior slancio. E’ proprio nel settore asfaltato che il gruppo inseguitore si sfalda a causa dei continui attacchi. I primi ad avvantaggiarsi sono Pello Bilbao (Bahrain Victorious), Andreas Kron (Lotto Dstny) e Madouas, ma ben presto su di loro si portano Formolo, Rui Costa (Intermarché-Circus-Wanty), Romain Gregoire (Groupama-FDJ), Matej Mohoric (Bahrain Victorious), Quinn Simmons (Trek-Segafredo), Tiesj Benoot e Attila Valter (Jumbo-Visma), mentre Van der Poel non appare più brillante e rimane in un gruppetto staccato e ripreso dal plotone più numeroso. Da segnalare in questo tratto la caduta di Bettiol, molto sfortunato visto che era apparso abbastanza in palla sul Monte Sante Marie.
Ad un certo punto Bystrom cede e viene ripreso dagli inseguitori, mentre davanti Pidcock e De Marchi portano il loro vantaggio a 40 secondi. La stoccata decisiva arriva sullo sterrato di Monteaperti con Pidcock che piazza un’accelerata e stacca con decisione De Marchi. Dietro, è Benoot che tenta di dare uno scossone all’inseguimento, allungando e portandosi dietro Madouas e Costa e riuscendo anche a ridurre di parecchio lo svantaggio dal battistrada-
Sul difficile tratto di sterrato di Colle Pinzuto Simmons, Mohoric e Valter si riportano sul terzetto di contrattaccanti e, nonostante lo scarso accordo, il margine di Pidcock si riduce anche perché dietro, quando qualcuno tenta di attaccare, l’andatura sale di molto: così all’uscita dall’ultimo settore di sterrato il battistrada si ritrova con soli 8 secondi sugli inseguitori, che riescono a stabilire il contatto visivo.
Tutto questo però non basta perché l’accordo continua a mancare. Il più attivo negli scatti è Mohoric, anche se Benoot cerca di fare il suo.
A dir la verità la Jumbo, in superiorità numerica, avrebbe fatto meglio a cercare di impostare un ritmo regolare mettendo Valter a lavorare e chiedere la collaborazione di qualcun altro, anche se nel gruppo mancava comunque la volontà di strutturarsi e chiunque avesse energie cercava di staccare gli altri, piuttosto che promuovere una collaborazione.
Da questa situazione ha tratto vantaggio il corridore in testa, che è riuscito a incrementare il gap quando gli inseguitorri, ricompattatisi dopo una fase di attacchi, hanno iniziato a rallentare per studiarsi.
La situazione permette a Pidcock di approcciare lo strappo finale con una certa tranquillità e di portare a termine una impresa che va a eguagliare la cavalcata di Tadej Pogacar nel 2022.
Sul podio si piazzano un ottimo Madouas (che era anche caduto) e Benoot, che avrà più di un rimpianto avendo perso una delle poche occasioni nelle quali ha potuto correre con i gradi di capitano.
Questa corsa piace sempre di più e anche quest’anno ha offerto un grande spettacolo sportivo con un’azione partita da molto distante e rimasta incerta fino ai chilometri finali, una bellissima battaglia tra i favoriti che ha tenuto col fiato sospeso per 50 lunghissimi chilometri.
L’unica cosa che manca per portare questa corsa al livello delle monumento è il chilometraggio ancora troppo basso
Benedetto Ciccarone

Pidcock all'attacco sugli sterrati del senese (Getty Images)
04-03-2023
marzo 4, 2023 by Redazione
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STRADE BIANCHE
Il britannico Tom Pidcock (INEOS Grenadiers) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Siena, percorrendo 184 Km in 4h31′41″, alla media di 40.636 Km/h. Ha preceduto di 20″ il francese Valentin Madouas (Groupama-FDJ) e di 22″ il belga Tiesj Benoot (Jumbo-Visma). Miglior italiano Davide Formolo (UAE Team Emirates), 9° a 1′23″
STRADE BIANCHE DONNE
L’olandese Demi Vollering (Team SD Worx) si è imposta nella corsa italiana, circuito di Siena, percorrendo 136 Km in 3h50′35″, alla media di 35.389 Km/h. Ha preceduto allo sprint la belga Lotte Kopecky (Team SD Worx) e di 18″ la statunitense Kristen Faulkner (Team Jayco-AlUla). Miglior italiana Alice Maria Arzuffi (Ceratizit-WNT Pro Cycling), 20° a 2′55″.
GP CRIQUIELION
L’australiano Sam Welsford (Team DSM) si è imposto nella corsa belga, Ath – Lessines, percorrendo 201 Km in 4h43′32″, alla media di 42.51 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Milan Menten (Lotto Dstny) e il norvegese Kristoffer Halvorsen (Uno-X Pro Cycling Team). Miglior italiano Nicolò Parisini (Q36.5 Pro Cycling Team), 11°.
LE TOUR DES 100 COMMUNES
Il belga Jonathan Vervenne Soudal Quick-Step Devo Team) si è imposto nella corsa francese, circuito di Béthune, percorrendo 176.2 Km in 4h12′50″, alla media di 41.814 Km/h. Ha preceduto di 1″ il francese Jérémy Lecroq (Philippe Wagner Cycling) e il norvegese Sebastian Kirkedam Larsen (Uno-X DARE Development Team). Due italiani in gara: Alessio Delle Vedove (Circus-ReUz-Technord) 10° a 2″, Federico Savino (Soudal Quick-Step Devo Team) 107° a 4′25″
SALVERDA STER VAN ZWOLLE
L’olandese Coen Vermeltfoort (VolkerWessels Cycling Team) si è imposto nella corsa olandese, circuito di Zwolle, percorrendo 179.7 Km in 3h55′48″, alla media di 45.725 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Martijn Budding (TdT-Unibet) e Loe van Belle (Jumbo-Visma Development Team). Unico italiano in gara Lorenzo Ursella (Development Team DSM), 44° a 3′27″
VISIT SOUTH AEGEAN ISLANDS (Grecia)
Il danese Rasmus Bøgh Wallin (Restaurant Suri-Carl Ras) si è imposto nella prima tappa, Rodi – Koskinou, percorrendo 180 Km in 4h12′34″, alla media di 42.761 Km/h. Ha preceduto allo sprint il ceco Jakub Otruba (ATT Investments) e di 3″ il kazako Ilkhan Dostiyev (Vino Sko Team). Due italiani in gara: Matteo Bertrand (XSpeed United Continental) 37° a 12″, Antonio Polga (Team Novo Nordisk Development) 99° a 6′14″. Wallin è il primo leader della classifica con 4″ su Otruba e 8″ sull’estone Gert Kivistik (ATT Investments). Bertrand 37° a 22″, Polga 99° a 6′24″
ALANYA CUP
Il sudafricano Willie Smit (China Glory Continental Cycling Team) si è imposto nella corsa turca percorrendo 127.2 Km in 3h16′34″, alla media di 38.827 Km/h. Ha preceduto di 2″ il turco Abay Burak (Konya Buyuksehir Belediye Spor) e di 3″ l’uzbeko Danil Evdokimov (nazionale uzbeka). Nessun italiano in gara
DALLA PIOGGIA DEL LAIGUEGLIA SPUNTA NANS PETERS!
Vittoria a sorpresa per Nans Peters al Trofeo Laigueglia 2023 il corridore in forza alla Ag2r Citroën grazie ad una formidabile azione in solitaria diventa imprendibile nelle tortuose strade liguri per il gruppo dei migliori e va, sotto una pioggia battente, a trionfare in quello che è il primo appuntamento con le corse italiane. Dietro il transalpino chiude il compagno di squadra Andrea Vendrame che conquista la volata del gruppetto inseguitore, terzo Alessandro Covi (UAE Team Emirates).
Un Trofeo Laigueglia 2023 che dà il via al calendario di corse italiane si apre all’insegna della pioggia, percorso di 201 Km con il classico circuito caratterizzato dallo strappo di Colla Micheri, strade tortuose che già dal chilometro zero invogliano ad evadere dal gruppo ed infatti dopo una serie di scatti e controscatti poco prima del decimo chilometro di corsa si va a formare la fuga di giornata.In nove riescono a portarsi al comando e sono: Dimitri Peyskens (Bingoal WB), Davide Baldaccini (Team Corratec), Filippo Ridolfo (Team Novo Nordisk), Andrea Garosio (Eolo-Kometa), Francesco Galimberti (Biesse Carrera), Matteo Freddi (Beltrami TSA-Tre Colli), Florain Samuel Kajamini (Colpack Ballan), Emanuele Ansaloni e Gabriele Petrelli (Team Technipes in EmiliaRomagna). Il gruppetto in testa arriva alla prima salita di giornata quella che porta ad Arnasco con poco più di 3’:30” di vantaggio, dietro a controllare è la formazione della UAE Team Emirates che, subito dopo lo scollinamento ricevono un aiuto dagli uomini della Intermarché-Circus-Wanty. Il gap inizia a ridursi scendendo sotto i 3’. Verso l’ascesa a Cima Paravenna il vantaggio si riduce ulteriormente ed una accelerazione in testa al gruppo fa sì che questo si divida in due tronconi per ricompattarsi nuovamente in pianura a soli 1’:30” dai nove in fuga. La cora è in mano a chi insegue tanto che il gruppo abbassa l’andatura concedendo margine alla fuga che va a toccare un vantaggio massimo di 3’:50”. Sulle rampe della salita di Testico il gruppo ritorna sotto, sembra quasi a voler “giocare” con il plotoncino al comando, allo scollinamento il distacco è quantificato in soli 1’:20”. Al termine della discesa restano soltanto 35” da recuperare, è a questo punto che dai nove parte Peyskens, che lascia a una decina di secondi gli altri 8 attaccanti. Il belga va via tutto solo per qualche chilometro, mentre i suoi compagni d’avventura vengono ripresi dal gruppo. L’avventura in solitaria dura poco perché dopo poco più di cinque chilometri, a Villanova d’Albenga, il gruppo raggiunge anche lui. A fare la voce grossa in testa è sempre la UAE Team Emirates tanto da far spezzare il gruppo in tre tronconi. E’ un momento delicatissimo della corsa perché l’attacco alla salita di Colla Micheri viene subito sfruttato da Benoit Cosnefroy (Ag2r Citroën) per creare ancor più selezione. Ad inseguire il francese è un plotoncino di 25 uomini che lo riprendono grazie ad una bella intesa nel darsi cambi regolari. Il primo dei quattro passaggi a Colla Micheri offre già uno scenario certo, a giocarsi la vittoria della tappa sarà il gruppetto con 25 uomini, il resto del gruppo è ragliato fuori. In discesa Alessandro Covi (UAE Team Emirates) è vittima di una caduta che causa un frazionamento del gruppetto, ad avvantaggiarsi su tutti è Lorenzo Rota (Intermarché-Circus-Wanty) seguito da Natnael Tesfatsion (Trek-Segafredo) e da Benoit Cosnefroy (Ag2r Citroën). Questa situazione di corsa resta invariata fino al nuovo attacco verso la salita di Colla Micheri in cui poco prima il giovane Romain Gregoire (Groupama-FDJ), che va a riprendere i primi due immediati inseguitori di Rota ed infiamma la corsa perché a replicare l’attacco del francese, questa volta dopo lo scollinamento del gruppetto nuovamente compatto, è Nans Peters (Ag2R) ma in discesa! Siamo ai meno 25 chilometri dall’arrivo con Peters al comando inseguito da otto corridori selezionatisi dal gruppetto dei 25, questi sono: Jefferson Cepeda (EF Education), Clément Champoussin e Ewan Costiou (Team Arkéa Samsic), Cosnefroy, Rota e Andrea Vendrame (Ag2R), Grégoire e Andrea Piccolo (EF Education). Restano due passaggi a Colla Micheri con la pioggia che non cenna a diminuire. Il francese prende tanti rischi in discesa tanto che comunque il suo vantaggio arriva a 45” di margine all’inizio del terzo passaggio di Colla Micheri, mentre dietro rientrano tra gli inseguitori anche Alessandro Covi (UAE) e Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers). Finita la discesa chi insegue perde pedine lungo i tornati in discesa e così in pianura ad inseguire si ritrovano: Covi, Vendrame, Rota, Cepeda, Costiou, Champoussin, Cosnefroy e Gregoire segnalati a 1’ da Nans Peters. Chi insegue comprende subito che non sarà facile chiudere sul francese, la strada tortuosa e la pioggia sono a vantaggio di chi è davanti, ed è proprio all’imbocco dell’ultimo passaggio su Colla Micheri che Alessandro Covi prova un allungo che dà si i suoi frutti ma che non è sufficiente per riprendere la testa della corsa. Covi si porta a 40” da Peters viene poi ripreso da Rota, Vendrame, Champoussin, Gregoire e Cepeda. Non c’è più terreno per ricucire, e nemmeno accordo tra chi insegue vista anche la presenza di Vendrame che non aiuta certo a ricucire, discesa e arrivo a Laigueglia in solitaria per il coriaceo Nans Peters che deve solo amministrare il vantaggio non prendere rischi in discesa e gestire gli ultimi sforzi in pianura così da andare ad alzare le braccia al cielo. Dietro nella volata dei battuti a 46” si piazza Andrea Vendrame ed è doppietta per la Ag2r Citroën, terzo, nonostante la caduta Alessandro Covi (UAE Team Emirates), forse il più forte di quest’oggi ma non il più fortunato, quarto posto per Lorenzo Rota (Intermarché-Circus-Wanty), quinto Clément Champoussin (Team Arkéa Samsic) sesto ed ultimo del gruppetto Romain Gregoire (Groupama-FDJ) giovane francese da seguire con attenzione.
Antonio Scarfone

Nans Peters (AG2R Citroën) trionfa sotto la pioggia al Trofeo (Image credit: Dario Belingheri/Getty Images)
01-03-2023
marzo 1, 2023 by Redazione
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TROFEO LAIGUEGLIA
Il francese Nans Peters (AG2R Citroën Team) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Laigueglia, percorrendo 201.3 Km in 5h08′28″, alla media di 39.155 Km/h. Ha preceduto di 46″ gli italiani Andrea Vendrame (AG2R Citroën Team) e Alessandro Covi (UAE Team Emirates)
TROFEJ UMAG – UMAG TROPHY
Il ceco Adam Toupalik (Elkov-Kasper) si è imposto nella corsa croata, circuito di Umago, percorrendo 139 Km in 3h19′33″, alla media di 41.794 Km/h. Ha preceduto di 2″ l’elvetico Jan Christen (Hagens Berman Axeon) e l’olandese Darren va Bekkum (Jumbo-Visma Development Team). Miglior italiano Davide Persico (Team Colpack Ballan), 4° a 13″
UMAG TROPHY LADIES
L’italiana Alessia Vigilia (Top Girls Fassa Bortolo) si è imposta nella corsa croata, circuito di Umago, percorrendo 110 Km in 3h14′42″, alla media di 33.898 Km/h. Ha preceduto di 23″ la lettone Anastasia Carbonari (UAE Development Team) e la slovena Urška Pintar (BTC City Ljubljana Scott)
MARZO, SPIRA LA BREZZA SANREMINA
marzo 1, 2023 by Redazione
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Arriva la Milano-Sanremo, che quest’anno proporrà la novità della partenza da Abbiategrasso. In attesa dell’appuntamento con la Classicissima si scalderanno i motori tra Parigi-Nizza e Tirreno-Adriatico, mentre a inizio mese il calendario italiano sarà come al solito inaugurato dal Trofeo Laigueglia. Alla fine del mese, infine, si riprenderà il discorso con le grandi classiche del nord.
La Milano-Sanremo è già nell’aria. Il 18 marzo si celebrerà l’immancabile rito primaverile della “classicissima”, quest’anno con una piccola novità che ha già fatto sprecare fiumi di parole a giornalisti e appassionati anche se non sarà per nulla impattante sull’evoluzione di una corsa che, per la prima volta nella storia, non prenderà il via dal capoluogo lombardo ma da Abbiategrasso. E come tutti i riti che si rispettino ci sarà una sorta di “novena” di preparazione perché una settimana prima si concluderanno le due corse a tappe che fino a qualche decennio fa erano viste come mere gare preparatorie alla Sanremo e che negli ultimi tempi sono diventate appuntamenti ambiti anche dagli uomini che puntato a far bene nei Grandi Giri. Il merito è stato degli organizzatori della Tirreno-Adriatico che, complici anche climi meno rigidi di quelli tipici della Parigi-Nizza, sono riusciti a proporre starting list migliori rispetto alla corsa francese facendo della “Corsa dei Due Mari” una sorta di Giro d’Italia in miniatura, concentrando in sette giorni tappe per velocisti, di collina, di montagna e a cronometro. Per lungo tempo la “Course au soleil” si è vista costretta a inseguire e pare che il raggiungimento della lepre italiana si concretizzerà nel 2023, perché i transalpini sono riusciti a proporre un campo partenti decisamente migliore, che in particolare vedrà al via i due principali protagonisti dell’ultimo Tour de France, il danese Jonas Vingegaard e lo sloveno Tadej Pogačar, mentre alla “Tirreno” ci si dovrà accontentare dello spagnolo Enric Mas, del russo Alexandr Vlasov del vincitore del Giro d’Italia 2022 Jay Hindley e di due corridori da “urlo” – anche se difficilmente potranno ambire alla vittoria finale – come il belga Wout van Aert e l’olandese Mathieu van der Poel. Per ottenere questo risultato e accaparrarsi al via i migliori nomi – avrebbe dovuto esserci anche il vincitore del Tour 2019, il colombiano Egan Bernal, costretto a rimanere a casa per problemi al ginocchio che si trascinano da qualche tempo – i francesi hanno imitato il modello italiano raddoppiando l’offerta in montagna con un secondo arrivo in salita oltre a quello tradizionale del penultimo giorno, introducendo una tappa sui muri che strizzerà l’occhio a quelle disegnate sulle colline marchigiane e tornando a proporre nel tracciato una cronometro a squadre, che alla Tirreno era stata “depennata” lo scorso anno mentre alla “Corsa al sole” non veniva disputata dal 1993. L’81a edizione della Parigi-Nizza scatterà domenica 5 marzo da La Verrière, piccolo comune dell’Île-de-France situato a una trentina di chilometri da Parigi, attorno al quale si disputerà la frazione d’apertura, una tappa in circuito di 169 Km che dovrebbe terminare con una volata a ranghi non compattissimi per la presenza di due brevi salite negli ultimi 20 Km, il muro di Milon-la-Chapelle (mezzo chilometro al 12%) e la cosiddetta “salita dei 17 tornanti”, 1.5 Km al 4.7% in realtà privi di “tourniquets” in vetta ai quali si scollinerà quando mancheranno 6 km al traguardo. La seconda tappa sarà quella altimetricamente più semplice perché per andare da Bazainville al celebre castello di Fontainebleau si dovranno percorrere 164 Km quasi del tutto pianeggianti, anche se questa sarà una delle frazioni che potrebbe risultare più insidiosa a causa del vento, che a inizio marzo spesso spazza con ardore le terre che saranno attraversate, campi di battaglia dove in passato diversi corridori sono stati costretti a rinunciare ai progetti di vittoria dopo aver perso parecchi minuti nei famigerati “ventagli”, oppure buscandosi quei tipici malanni stagionali che hanno fatto meritare alla Parigi-Nizza il poco lusinghiero soprannome di “corsa delle bronchiti”. Sarà al terzo giorno che la corsa si accenderà con la cronometro a squadre, che vedrà le 22 formazioni in gara sfidarsi sul filante circuito di Dampierre-en-Burly, 33 Km pure privi di ostacoli naturali al termine dei quali i tempi di gara non saranno presi sul quinto corridore di ogni squadra, come avveniva normalmente in questa competizione, ma sul primo a tagliare il traguardo. La prova contro il tempo collettivA sarà immediatamente controbilancia dal primo arrivo in salita perché l’indomani si correrà la tappa che da Saint-Amand-Montrond, nel centro geografico della Francia, condurrà in 165 Km a La Loge des Gardes, piccola stazione di sport invernali del Massiccio Centrale dove la linea del traguardo sarà tracciata a 1077 metri di quota, percorsa una salita di 6.7 Km al 7.1% che metterà in fila i pretendenti al successo finale non solo per le sue pendenze ma anche per la carreggiata non larghissima. Pur non essendo disegnata sul velluto – lungo i 212 Km della Saint-Symphorien-sur-Coise – Saint-Paul-Trois-Châteaux saranno previsti due colli di 2a categoria e altrettanti di terza, l’ultimo a 31 Km dall’arrivo – saranno i velocisti i protagonisti della quinta tappa, alla quale seguirà la frazione dei muri. La Tourves – La Colle-sur-Loup (197.5 Km) sarà, però, un clone non particolarmente riuscito delle infernali tappacce di collina che ogni anno vengono inserite nel tracciato della “Tirreno”, con cinque piccoli muri “sbriciolati” negli ultimi 140 Km e l’unico veramente impegnativo – 1800 metri al 10% con un picco al 19% – da scavalcare quando mancheranno quasi 30 Km al traguardo. Il penultimo giorno di gara è tradizionalmente riservato alla tappa d’alta montagna e sarà così anche stavolta, quando si partirà da Nizza alla volta del Col de la Couillole, i cui 1678 metri ne fanno l’arrivo in salita più alto della storia della corsa transalpina, già proposto in questa gara nel 2017 quando, percorsi i 16 Km conclusivi al 7%, lassù s’impose l’australiano Riche Porte. In teoria dovrebbe essere la tappa decisiva, ma negli ultimi anni la frazione conclusiva di Nizza è spesso riuscita a far “scricchiolare” il leader di turno e, in un caso, a far cambiare faccia alla maglia gialla proprio all’ultimo giorno (è successo nel 2018 con l’avvicendamento tra il britannico Simon Yates e lo spagnolo Marc Soler) e anche per questo motivo gli organizzatori hanno stabilito di proporre il medesimo tracciato dell’anno scorso, quando rischiò grosso lo sloveno Primož Roglič: si dovranno così percorrere 117 Km infarciti di salite a quote collinari sulle quali spiccano i 6.6 Km al 6.9% della Côte de Peille e i 6 Km al 7.6% del Col d’Èze, l’ascesa simbolo della Parigi-Nizza che proporrà nella prima parte un ultimo muro di 1000 metri al 12.2%.
In perfetto parallelo, come avvenuto per la prima volta lo scorso anno, si svolgerà l’antagonista Tirreno-Adriatico, la cui 58a edizione prenderà le mosse il 6 marzo da Lido di Camaiore, che ospita la partenza assoluta ininterrottamente dal 2015. L’atto d’apertura sarà una velocissima tappa a cronometro disegnata sul litorale della Versilia, 11 Km e mezzo quasi del tutto privi di curve, con l’unica esclusione di un’inversione a U a 5 Km dalla partenza. Dalla vicina Camaiore partirà la prima tappa in linea, la cui meta sarà fissata dopo 210 Km a Follonica, dove il traguardo sarà preceduto di 10 Km dallo scollinamento dello strappo dell’Impostino, 1300 metri al 6% che si prenderanno di petto due volte e che non dovrebbero costituire un grosso impiccio per i velocisti, che su questo stesso finale sono arrivati a giocarsi la vittoria alla Tirreno del 2020, quando a Follonica s’impose il tedesco Pascal Ackermann. Una seconda occasione per i velocisti sarà offerta il giorno successivo dalla Follonica – Foligno (216 Km) che, tranne qualche modesto saliscendi, non proporrà alcuna difficoltà altimetrica negli ultimi 85 Km, mentre non avrà segreti per molti corridori il finale di gara perché la cittadina umbra nell’ultimo decennio ha accolto due arrivi della Tirreno e ben tre del Giro d’Italia. Si attraverserà da parte a parte la catena appenninica con la Greccio – Tortoreto, tappa di 218 Km (sarà la giornata più lunga) disegnata sulla falsariga di quella di Bellante dell’edizione 2022, vinta da Pogačar: come in quella frazione dovrà essere ripetuta per tre volte la salita di 3 Km al 7% che si concluderà sotto lo striscione del traguardo, percorsi altrettanti giri di un circuito finale di 17 Km il cui ingresso sarà preceduto da un breve ma ripidissimo muro di circa 1 Km (pendenza massima del 19%). Rispetto allo scorso anno è stata anticipata di 24 ore lo svolgimento dell’immancabile tappa di montagna, che dopo il via da Morro d’Oro proporrà 168 Km di continui saliscendi prima di arrivare ai piedi della salita diretta alla stazione di sport invernali di Sassotetto, in passato già sede d’arrivo della tappa “regina” della Tirreno in due occasioni. Stavolta l’ascesa finale sarà più impegnativa perché s’è deciso di spostare più in quota la linea del traguardo, “traslocandola” dai 1335 metri della località Fonte Lardina – dove nel 2018 e nel 2020 si era rispettivamente imposti lo spagnolo Mikel Landa e il britannico Simon Yates – ai 1465 metri del Valico di Santa Maria Maddalena, allungando la salita di quasi 2.5 Km e portandola a complessivi 13.1 Km, caratterizzati da una pendenza media del 7.4%. Bisognerà attendere il penultimo giorno di gara per assistere al tradizionale appuntamento con i muri, quest’anno “confezionato” in quel di Osimo, nel cui centro storico si concluderà una frazione di 193 Km che avrà il suo momento clou nel muro di Costa del Borgo, 1400 metri in pavé al 13% e un picco al 22% che saranno immediatamente seguiti dall’ascesa che condurrà al traguardo, apparentemente più agevole (1.7 Km al 5.7%) ma che cela al suo interno una “parete” di alcune centinaia di metri al 16%. Dopo la cancellazione dai “palinsesti” della cronometro conclusiva, che era stata ripristinata nel 2011, dallo scorso anno l’ultima tappa è tornata a essere una classica passerella a uso e consumo dei velocisti, 154 Km disegnati nella prima parte sulle colline dell’entroterra di San Benedetto del Tronto per poi approdare sul pianeggiante circuito finale di 14.5 Km, che dovrà essere inanellato cinque volte.
Il 18 sarà quindi la data della Milano-Sanremo che, come anticipato, scatterà da Abbiategrasso ma non presenterà stravolgimenti al tracciato storico, sul quale si confluirà sul percorso tradizionale a 30 Km dalla partenza, all’altezza di Pavia. I rimanenti chilometri dei 294 complessivi (uno in più rispetto al percorso classico) saranno fedeli alla tradizione, con il Passo del Turchino da scavalcare prima di scendere in riva al Mar Ligure e il solito finale che prevede i tre storici capi prima di Imperia, seguiti dalle immancabili ascese di Cipressa e Poggio. Confermato, infine, l’arrivo in Via Roma.
La classicissima non sarà, però, la prima corsa in linea del calendario italiano, inaugurato il primo marzo dal Trofeo Laigueglia, che si correrà sul tracciato divenuto abituale negli ultimi anni, con le storiche salite del Testico e della Cima Paravenna relegate in angolo e il focus della corsa concentrato sulla breve ma ripida ascesa di Colla Micheri, i cui 2 Km all’8.2% dovranno essere ripetuti quattro volte negli ultimi 42 Km.
Tre giorni più tardi, a 48 ore dalla partenza dalla Tirreno-Adriatico da Lido di Camaiore, molti dei corridori impegnati nella “Corsa dei due mari” saranno già in Toscana per disputare la Strade Bianche, la spettacolare corsa disegnata sugli sterrati del senese giunta alla sua 17a edizione e il cui itinerario sarà il medesimo del 2022, 184 Km dei quali 63 da pedalare lontano dall’asfalto.
Terza classica italiana del mese, l’ultima prima della Sanremo, sarà la decana delle nostre corse (la prima edizione risale al 1876), quella Milano-Torino che dallo scorso anno è ritornata nella sua collocazione primaverile di un tempo per coprire parzialmente il buco lasciato in calendario dallo slittamento indietro di tre giorni della Tirreno. Anche in previsione della Classicissima, corsa che molti sprinter hanno inserito tra i loro obiettivi, s’è deciso d’escludere dal percorso ogni salita e di far svolgere la gara su di un terreno pianeggiante, che vedrà i corridori percorrere 192 Km tra il raduno di partenza di Rho e il traguardo di Orbassano, alle porte del capoluogo piemontese.
Ancora non si conosco i dettagli del tracciato della terza edizione della Per Sempre Alfredo, la corsa dedicata all’indimenticato commissario tecnico della nazionale azzurra Alfredo Martini che si correrà il giorno successivo alla Sanremo. E sempre in terra di Toscana il 26 marzo si correrà un altro appuntamento tradizionale del nostro calendario, il GP Industria & Artigianato, un altro rito che sarà stravolto per la scelta di rinunciare alla storica salita di San Baronto, “decapitata” percorrendone solo il primo tratto fino al muro di Fornello, 900 metri al 12.4% che si dovrannno ripetere quattro volte, l’ultima a 14 Km dal traguardo di Larciano.
Tornato alle corse del calendario “World Tour”, l’ultima corsa a tappe del mese dopo Tirreno e Nizza sarà il Giro della Catalogna, la cui 102a edizione rappresenterà un succulento bocconcino per gli scalatori in virtù dei tre arrivi in salita, uno in più rispetto all’anno scorso, che non saranno controbilanciati dalla presenza di chilometri da percorrere a cronometro. Il via della corsa spagnola sarà dato il 20 marzo da Sant Feliu de Guíxols, la stessa località che nel 2022 ospitò partenza e arrivo della prima tappa, terminata con la vittoria di Michael Matthews e il grande spavento che ci fece prendere Sonny Colbrelli, collassato subito dopo aver terminato la volata al secondo posto: identici saranno gli ultimi 35 Km, con il traguardo collocato in vetta a uno strappo di 400 metri al 6.5% e la salita dell’Alt de Romanya (4.6 Km al 5.5%) da superare a 25 Km dal traguardo. Il secondo giorno si partirà da Mataró in direzione dei Pirenei, dove la stazione di sport invernali di Vallter ospiterà il primo arrivo in salita, con la linea d’arrivo tracciata a 2135 metri di quota, affrontata un’ascesa di 15 Km al 6.7% (sempre che la neve non ci metta lo zampino costringendo l’organizzazione ad anticipare l’arrivo ai piedi della salita, come avvenuto nel 2018). Si replicherà l’indomani con l’arrivo in un’altra località sciistica, La Molina, presenza fissa della corsa catalana fin dal 2014 (con la sola eccezione dell’edizione 2021), che i corridori raggiungeranno partendo da Olost dopo aver percorso un’ascesa finale meno impegnativa rispetto a quella del giorno precedente (12.2 Km al 4.4%, con i primi 8.4 Km al 6.5%) e che sarà anticipata dallo scollinamento ai quasi 2000 metri del Coll de la Creueta (19 Km al 4.9%). La salita della Molina sarà, pur se da un altro e ancora più pedalabile versante, sul percorso anche il giorno successivo, inserita subito dopo la partenza della tappa che prenderà le mosse dall’exclave in terra francese di Llívia per far di nuovo rotta in direzione delle coste del Mediterraneo, fermandosi a Sabadell per quello che sarà il secondo traguardo alla portata dei velocisti. Per i corridori che puntano alla classifica costituirà un’occasione per tirare il fiato alla vigilia della tappa di Tortosa, la terza e ultima a proporre l’arrivo in salita, fissato presso il Mirador del Portell, affrontata una pendenza media del 9% circa negli ultimi 8.4 Km. Se le difficoltà finora affrontate non avranno causato grandissimi distacchi e i giochi per la classifica fossero ancora aperti, anche le ultime due tappe – pur non essendo classificabili di montagna – potrebbero esser sfruttate per buttare all’aria le carte e sotto quest’aspetto la più interessante sembra la penultima frazione, che partirà da Martorell e ha in serbo a 14 Km dal traguardo di Molins de Rei la breve ma “dotata” salita dell’Alt de Fontpineda, 2.2 Km all’8.3% che celano al loro interno un muro di mezzo chilometro al 14.3% di pendenza media. Eventuali estremi tentativi potrebbero, infine, essere messi in scena nella conclusiva tappa di Barcellona, che avrà il suo pezzo forte nella tradizionale salita al castello del Montjuic, che pure presenta un piccolo muro (circa mezzo chilometro al 10.7%) e che dovrà essere ripetuta sei volte nel circuito finale, sulle cui strade di svolsero anche due edizioni dei campionati del mondo, vinte da Felice Gimondi nel 1973 e dal belga Claude Criquielion nel 1984.
Nelle stesse date (21-25 marzo) si correrà sulle strade dell’Emilia-Romagna la 23a edizione della Settimana Internazionale Coppi e Bartali, della quale ancora non si conoscono i tracciati, anche se sono già state annunciate le sedi di tappa e come nel 2022 sarà Riccione a ospitare partenza e arrivo della prima frazione e anche il via della seconda, che si concluderà a Longiano, probabilmente affrontando a poche centinaia di metri dal traguardo il muro del Belvedere (900 metri al 10%), come nella tappa vinta lo scorso anno dal britannico Ethan Hayter, mentre l’irlandese Eddie Dunbar andava a conquistare quella maglia di leader che porterà fino all’ultimo giorno di gara. Le rimanenti tre frazioni si svolgeranno in circuito e per prima si disputerà quella di Forlì, ma su un percorso collinare rinnovato rispetto a quello proposto negli anni scorsi nei dintorni della cittadina romagnola. Probabilmente un percorso molto simile proporrà il giorno successivo la tappa di Fiorano Modenese, mentre quella conclusiva di Carpi sarà una cronometro individuale totalmente pianeggiante.
Calato il sipario sulla Sanremo e sulle principali corse a tappe marzoline i riflettori torneranno ad accendersi sulle classiche del nord, la cui stagione – dopo le prime gare disputate alla fine di febbraio – ripartirà il 15 marzo con la Danilith Nokere Koerse, che dovrebbe presentare un percorso favorevole ai velocisti (l’anno scorso vinse Tim Merlier), mentre due giorni più tardi si correrà la Bredene Koksijde Classic, la corsa che fino al 2018 si chiamava Handzame Classic e che pure rappresenta un attraente richiamo per gli sprinter. Si sale di livello – dalla categoria ProSeries al World Tour – con la Classic Brugge-De Panne del 22 marzo, la corsa in linea che dal 2018 ha preso il posto della breve gara a tappe nota in Italia con il nome di Tre giorni di La Panne. Il 24 sarà, quindi, il giorno della E3 Saxo Classic (l’ex E3 Harelbeke), mentre quarantottore più tardi si correrà la prima delle “classiche monumento”, la Gand – Wevelgem, corsa che ha il suo momento clou nel muro del Kemmelberg, da affrontare da due differenti versanti. La Dwars door Vlaanderen del 29 marzo, infine, tirerà idealmente la volata al Giro delle Fiandre, in calendario il 2 aprile.
Mauro Facoltosi
I SITI UFFICIALI DELLE CORSE CITATE NELL’ARTICOLO
Parigi-Nizza
Tirreno-Adriatico
Milano-Sanremo
Trofeo Laigueglia
Strade Bianche
Milano-Torino
Per Sempre Alfredo
Sito non ancora disponibile
GP Industria & Artigianato
Giro della Catalogna
Settimana Internazionale Coppi e Bartali
Sito non ancora disponibile
Danilith Nokere Koerse
Bredene Koksijde Classic
https://bredenekoksijdeclassic.be
Classic Brugge-De Panne
https://classicbruggedepanne.be/fr
E3 Saxo Classic
Gand – Wevelgem
Dwars door Vlaanderen
Giro delle Fiandre

Un'istantanea della Milano-Sanremo (www.sportface.it)
28-02-2023
febbraio 28, 2023 by Redazione
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LE SAMYN
Il belga Milan Menten (Lotto Dstny) si è imposto nella corsa belga, Quaregnon – Dour, percorrendo 209 Km in 4h49′28″, alla media di 43.321 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Hugo Hofstetter (Team Arkéa-Samsic) e il connazionale Edward Theuns (Trek-Segafredo). Miglior italiano Alberto Dainese (Team DSM), 4°.
LE SAMYN DES DAMES
L’italiana Marta Bastianelli (UAE Team ADQ) si è imposta nella corsa belga, Quaregnon – Dour, percorrendo 99.4 Km in 2h40′00″, alla media di 37.275 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiana Maria Giulia Confalonieri (Uno-X Pro Cycling Team) e di 9″ l’italiana Vittoria Guazzini (FDJ-SUEZ)
LA JUMBO FA FESTA ANCHE ALLA KUURNE, VITTORIA DI BENOOT ALLA SEMICLASSICA BELGA
La Kuurne-Bruxelles-Kuurn, secondo appuntamento della Campagna del Nord, porta ancora la firma dei corridorti della Jumbo Visma. Dopo l’affermazione di Dylan Van Baarle alla Omloop Het Nieuwsblad di sabato, ora tocca a Tiesj Benoot, primo sul traguardo di Kuurne
Tiesj Benoot (Jumbo-Visma) con un tempo di 4h32′34″ è il vincitore della settantacinquesima edizione della Kuurne-Bruxelles-Kuurne. Il corridore belga ha tagliato la linea del traguardo con un secondo di vantaggio sul compagno di squadra Nathan Van Hooydonck, che a sua volta precedeva con lo stesso tempo in ordine Matej Mohoric (Bahrain Victorious), Taco van der Hoorn (Intermarché-Circus-Wanty) e Tim Wellens (UAE Team Emirates). L’azione che ha spaccato la corsa è avvenuta a 77 km dalla conclusione, quando i cinque corridori scappavano dal controllo del gruppo prendendo il largo. I fuggitivi in comune accordo aumentavano il distacco chilometro dopo chilometro ma sempre a tiro degli inseguitori. Negli ultimi venti chilometri il gruppo tirato dalle squadre dei velocisti di Fabio Jakobsen (Soudal Quick-Step), Arnaud De Lie (Lotto Dstny) e Jordi Meeus (BORA-hansgrohe) dava l’impressione di poter riprendere gli attacanti da un momento all’altro, mentre un altro dei favoriti di giornata, Christhope Laporte (Jumbo-Visma), se ne stava al coperto con i suoi gregari per non disturbare l’azione di Benoot e Van Hooydonck. Metro dopo metro i cinque attaccanti riuscivano a difendere un piccolo vantaggio che alla fine risultava decisivo. Arrivati ai meno tre dal traguardo iniziavano gli scatti e controscatti nel quintetto fino agli 800 metri finali, quando Benoot riusciva a piazzare la zampata vincente. Il belga con tempismo perfetto andava a cogliere un successo importante, il primo della stagione per lui. Si tratta, inoltre del secondo successo di fila per la Jumbo-Visma dopo l’affermazione di Dylan Van Baarle alla Omloop Het Nieuwsblad di ieri.
Luigi Giglio

La vittoria di Benoot alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne (Getty Images)
FAUN DRÔME CLASSIC: IMPRESA DI ANTHONY PEREZ
Ancora una vittoria francese sulle strade di casa. Ventiquattrore dopo l’affermazione di Alaphilippe alla Faun-Ardéche Classic arriva il successo del connazionale Anthony Perez nella Drôme Classic
È ancora un francese a trionfare nella due giorni di classiche nel sud della Francia. Quest’oggi a trionfare è Anthony Perez (Cofidis) che si aggiudica la Faun Drome Classic dopo una lunghissima fuga di quasi 40 km iniziata lungo il Col de la Grande Limite, la principale ascesa di giornata. In quel momento il gruppo si era rotto e un drappello di circa 30 unità guidava la corsa, mentre gli inseguitori aveva definitivamente abbandonato le speranze dopo un infruttuoso tira e molla iniziale.
Poco a poco i trenta corridori raggiungevano i fuggitivi della mattina e si apprestavano ad affrontare le ultime e più importanti salite della corsa. Lungo il Col Deves avviene un’importante selezione e all’inizio del Col de la Grande Limite i battistrada rimangono in appena 14, con il gruppo principale a 2’.
L’accelerata di Perez lascia di sasso il plotoncino e il francese riesce a guadagnare fino a 30” al GPM su un gruppo di sette inseguitori: David Gaudu (Groupama), Julian Alaphilippe (Soudal), Rui Costa
(Intermarche), Quinn Simmons (Trek), Andrea Bagioli (Soudal), Corbin Strong (Israel) e Romain Bardet (DSM). Questi non riescono però a trovare l’accordo e il francese in testa si invola verso il traguardo.
Nel finale Bagioli prova ad anticipare lo sprint, ma viene battuto nella volata per il secondo posto da
Rui Costa. Al quarto posto si piazza Gaudu mentre Simmons completa la top 5. Sarà solo 16° al traguardo il vincitore di ieri Alaphilippe.
Andrea Mastrangelo

La vittoria di Perez (foto James Startt / Agence Zoom)
26-02-2023
febbraio 26, 2023 by Redazione
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KUURNE-BRUXELLES-KUURNE
Il belga Tiesj Benoot (Jumbo-Visma) si è imposto nella classica belga, circuito di Kuurne, percorrendo 193.1 Km in 4h32′25″, alla media di 42.53 Km/h. Ha preceduto di 1″ il connazionale Nathan van Hooydonck (Jumbo-Visma) e lo sloveno Matej Mohoric (Bahrain Victorious). Miglior italiano Jonathan Milan (Bahrain Victorious), 12° a 43″
CRAYWINCKELHOF – OMLOOP VAN HET HAGELAND (DONNE)
L’olandese Lorena Wiebes (Team SD Worx) si è imposta nella corsa belga, Aarschot – Tielt-Winge, percorrendo 123.9 Km in 3h21′19″, alla media di 36.927 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiana Marta Bastianelli (UAE Team ADQ) e la francese Audrey Cordon-Ragot (Zaaf Cycling Team)
UAE TOUR
Il britannico Adam Yates (UAE Team Emirates) si è imposto nella settima ed ultima tappa, Hazza Bin Zayed Stadium – Jebel Hafeet, percorrendo 153 Km in 3h29′42″, alla media di 43.777 Km/h. Ha preceduto di 10″ il belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) e di 42″ il francese Geoffrey Bouchard (AG2R Citroën Team). Miglior italiano Antonio Tiberi (Trek – Segafredo), 8° a 1′16″. Evenepoel si impone in classifica con 59″ sull’australiano Lucas Plapp (INEOS Grenadiers) e 1′00″ su Yates. Miglior italiano Tiberi, 7° a 2′33″
O GRAN CAMIÑO
Il danese Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) si è imposto anche nella quarta ed ultima tappa, cronometro individuale Novo Milladoiro – Santiago di Compostela, percorrendo 18.1 Km in 23′47″, alla media di 45.662 Km/h. Ha preceduto di 35″ l’australiano Rohan Dennis (Jumbo-Visma) e di 59″ lo statunitense William Barta (Movistar Team). Miglior italiano Simone Velasco (Astana Qazaqstan Team), 16° a 1′39″. Vingegaard si impone in classifica con 2′31″ sullo spagnolo Jesus Herrada (Cofidis) e 2′48″ sul portoghese Ruben Guerreiro (Movistar Team). Miglior italiano Lorenzo Fortunato (EOLO-Kometa Cycling Team), 13° a 4′17″.
FAUN DRÔME CLASSIC
Il francese Anthony Perez (Cofidis) si è imposto nella corsa francese, circuito di Étoile-sur-Rhône, percorrendo 191.5 Km in 4h57′26″, alla media di 38.631 Km/h. Ha preceduto di 1′11″ il portoghese Rui Costa (Intermarché-Circus-Wanty) e l’italiano Andrea Bagioli (Soudal Quick-Step)
TOUR DU RWANDA
L’eritreo Henok Mulubrhan (Green Project-Bardiani CSF-Faizanèsi è imposto nell’ottava ed ultima tappa, circuito di Kigali, percorrendo 75.3 Km in 2h04′52″, alla media di 36.183 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Joseph Blackmore (nazionale britannica) e lo spagnolo Victor De La Parte (TotalEnergies). Miglior italiano Walter Calzoni (Q36.5 Pro Cycling Team), 5°. Mulubrhan si impone in classifica con lo stesso tempo di Calzoni e 1″ sul belga William Junior Lecerf (Soudal Quick-Step Devo Team)
OMLOOP HET NIEUWSBLAD 2023 CAVALCATA DI 40 KM DI VAN BAARLE
L’olandese della Jumbo Visma vince la prima classica del pavè di stagione, finalizzando il lavoro della squadra che aveva controllato la corsa tutta la giornata e messo alla frusta il gruppo per favorire la stoccata decisiva. Fondamentale nel finale il lavoro di Laporte che, rompendo i cambi nel drappello dei contrattaccanti, ha favorito il buon fine dell’azione.
Come da tradizione, la Omloop Het Nieuwsblad apre nella Fiandre orientali la stagione della classiche del pavè e, come pure da tradizione, ha offerto diverse emozioni e rimescolamenti.
La fuga di giornata parte già nelle prime fasi di gara e vede la partecipazione di Louis Blouwe (Bingoal WB), Alex Colman (Team Flanders – Baloise), Adam De Vos (Human Powered Health), Gilles De Wilde (Team Flanders – Baloise), Mathis Le Berre (Team Arkéa – Samsic), Mathias Norsgaard (Movistar Team) e Jelle Wallays (Cofidis), i quali riescono ad ottenere un vantaggio massimo intorno agli 8 minuti, mentre dietro controllano la situazione gli uomini della Jumbo Visma che hanno diverse frecce al loro arco per tentare di portare a casa la vittoria.
Il susseguirsi di muri e tratti di pavè, caratteristici di questa corsa, porta il gruppo a spezzarsi e, da una fase piuttosto concitata, alcuni uomini riescono ad avvantaggiarsi sul gruppo principale. Si tratta di Pascal Ackermann (UAE Team Emirates), Tiesj Benoot, Christophe Laporte, Jan Tratnik, Nathan Van Hooydonck, Dylan van Baarle, Tim van Dijke (Jumbo-Visma), Arnaud De Lie (Lotto-Dstny), Marco Haller (Bora-Hansgorhe), Daan Hoole (Trek Segafredo), Kelland O’Brien (Jayco-AlUla), Magnus Sheffield e Connor Swift (Ineos Grenadiers), ovvero uomini di primo piano che non possono essere sottovalutati. Il confronto tra questi uomini che arrivano a guadagnare oltre un minuto ed il gruppo, che non ha alcuna intenzione di lasciarli andare, porta ad una drastica diminuzione del vantaggio dei battistrada, che cominciano a subodorare la mala parata.
Tra i contrattaccanti però, non c’è grande accordo e sul susseguirsi di muri restano davanti solo Haller, O’Brien, Swift, Tratnik, Van Hooydonck e Wright. In gruppo, però, fanno sul serio e sono varie le squadre che mettono uomini in testa-
Il lavoro di queste formazioni porta il gruppo al ricongiungimento con i contrattaccanti e al riavvicinamento ai battistrada, che mantengono poco più di un minuto di vantaggio.
Ai meno 50 cominciano gli attacchi anche tra gli uomini in testa alla corsa, con Wallays, Le Berre e Norsgaard che lasciano la compagnia degli altri avventurieri lanciandosi all’attacco.
In gruppo la Jumbo fa sul serio con Van Hooydonck che piazza un allungo che fa da preludio all’affondo vero e proprio di Van Baarle, il quale si porta dietro un ottimo Jonathan Milan (Bahrain-Victorious) e Florian Vermeersch (Lotto Dstny). Tardivo è, invece, il tentativo di rientro di Kevin Geniets (Groupama-FDJ) e Jasper Stuyven (Trek-Segafredo). che restano beffati e non riescono a chiudere.
Sui muri successivi Milan e Vermeersch vengono staccati da Van Baarle, sulla cui ruota resiste stoicamente Le Berre, unico della fuga del mattino a non capitolare. Nel gruppo si muove Thomas Pidkock. ma gli uomini della Jumbo fanno da stopper e non permettono al portacolori della Ineos di evadere mentre, ripreso Milan, gli uomini della Bahrain cercano di alzare il ritmo per riportarsi sulla testa della corsa.
La resistenza di Le Berre viene ben presto piegata da Van Baarle, mentre dietro ci sono vari scatti che portano fuori un quartetto con Tim Wellens, Matej Mohoric (Bahrain-Victorious), De Lie e Christophe Laporte (Jumbo-Visma). Anche Stefan Kung (Groupama-FDJ), Pidcock, Rasmus Tiller (Uno-X Pro Cycling) e Owain Doull (EF Education – EasyPost) provano ad inseguire i contrattaccanti, ma il loro tentativo ha vita breve, mentre invece il quartetto si porta molto vicino al fuggitivo. A questo punto Laporte riesce a far saltare l’accordo rompendo i cambi e così Van Baarle riesce a mantenere il vantaggio proprio nel tratto pianeggiante che, in teoria, avrebbe dovuto favorire un gruppetto più che un uomo solo.
Naturalmente il vantaggio di essere in gruppo può concretizzarsi solo in caso di cambi regolari, mentre il lavoro da stopper di Laporte in favore dell’azione del compagno riesce a mandare a monte il tentativo di rimonta. In gruppo le squadre alzano l’andatura ma questo lavoro ha come effetto solo quello di riportarlo sui contrattaccanti. Ciononostante De Lie decide di provare la volata lunga e riesce a conquistare il secondo posto mettendosi alle spalle Laporte che, oltre a garantire la vittoria al compagno, va a prendersi anche i gradino più basso del podio.
L’olandese ha vinto meritatamente la corsa muovendosi 40 chilometri dall’arrivo, riuscendo a levarsi di ruota tutti coloro che hanno provato a resistere ed infine mantenendo un buon ritmo. L’azione da stopper di Laporte ha certamente agevolato l’azione di Van Baarle nel tratto che poteva essergli fatale, ma ciò non toglie il merito del vincitore, che ha comunque mostrato grandi doti anche sul passo.
La corsa ha offerto come al solito bagarre ed incertezza sino alla fine, attacchi sulle numerose difficoltà e grandi emozioni come del resto accade sempre nelle classiche del pavè.
Benedetto Ciccarone

Van Baarle all'attacco sul mitico muro di Grammont (Getty Images)