GIRO DI SLOVENIA: TSARENKO TRIONFA IN SALITA A GOLTE, JOHANNESSEN NUOVO LEADER
Kyrylo Tsarenko (Solution Tech-Vini Fantini) si impone nella tappa regina del Giro di Slovenia 2025, con l’arrivo in salita a Golte. L’ucraino ha staccato nel finale l’italiano Samuele Zoccarato (Team Polti VisitMalta), conquistando una vittoria di prestigio. Sul podio anche il norvegese Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility), che grazie al terzo posto balza in testa alla classifica generale.
La quarta tappa del Giro di Slovenia, la più attesa e impegnativa, ha regalato uno spettacolo avvincente con una fuga da manuale e una battaglia in salita degna di una grande classica. Fin dai primi chilometri un gruppo di sei corridori – Samuele Zoccarato (Team Polti VisitMalta), Carl-Frederik Bevort (Uno-X Mobility), Kyrylo Tsarenko (Solution Tech-Vini Fantini), Anže Skok (Adria Mobil), Dominik Röber (Benotti Berthold) e Mihael Štajnar (Pogi Team Gusto Ljubljana) – ha preso il largo, guadagnando fino a cinque minuti sul gruppo.
Tra i battistrada Tsarenko e Zoccarato sono i più forti e, dopo una lunga lotta, Tsarenko impone il suo ritmo sulla salita finale di Golte (13 km al 7,5%), staccando Zoccarato a meno di 4 chilometri dal traguardo e andando a vincere con 28 secondi di margine. Il giovane azzurro si è difeso con orgoglio, chiudendo secondo, mentre a completare il podio è arrivato Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility), primo dei big della generale, terzo a 38 secondi.
La bagarre tra i favoriti si è accesa a circa 2,5 km dall’arrivo, quando Tao Geoghegan Hart (Lidl-Trek) e Juan Pedro Lopez (Lidl – Trek) hanno provato ad attaccare, ma senza successo. Il gruppo si è ridotto a una decina di corridori, con il leader della classifica Fabio Christen (Q36.5 Pro Cycling Team) in difficoltà negli ultimi 2500 metri, costretto a cedere oltre un minuto alla nuova maglia gialla Johannessen.
Alla vigilia dell’ultima frazione il norvege3se guida la classifica generale con 16 secondi su Felix Großschartner (UAE Team Emirates-XRG) e 19 secondi su Geoghegan Hart. Il primo degli italiani in classifica è Alex Tolio (VF Group Bardiani-CSF Faizanè), decimo a 1’32”.
Con questo risultato Tsarenko festeggia la sua quarta vittoria stagionale in appena due mesi, dopo il successo al Tour of Hainan e al Trofeo De Gasperi, mentre Johannessen dimostra di essere un serio candidato alla vittoria finale del Giro di Slovenia.
Domani la corsa si concluderà a Novo Mesto con un’ultima frazione dal finale interessante perchè nel circuito finale dovrà essere affrontato il breve ma erto muro di Trška, 1500 metri al 10.5% che potrebbero buttare all’aria il verdetto della tappa di montagna, considerati i pochi secondi che distanziano i primi 5 corridori della classifica generali, raccolti in un fazzoletto di 50 secondi.
Mario Prato

Tsarenko vince la tappa regina del Giro di Slovenia 2025 (Eurosport)
07-06-2025
giugno 7, 2025 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR OF SLOVENIE
L’ucraino Kyrylo Tsarenko (Team Solution Tech – Vini Fantini) si è imposto nella quarta tappa, Maribor – Golte, percorrendo 175 Km in 4h37′46″, alla media di 37.802 Km/h. Ha preceduto di 28″ l’italiano Samuele Zoccarato (Team Polti VisitMalta) e di 38″ il norvegese Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility). Johannessen è il nuovo leader della classifica con 16″ sull’austriaco Felix Großschartner (UAE Team Emirates – XRG) e 19″ sul britannico Tao Geoghegan Hart (Lidl – Trek). Miglior italiano Alex Tolio (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), 10° a 1′32″
HEYLEN VASTGOED HEISTSE PIJL
Il francese Paul Magnier (Soudal Quick-Step) si è imposto nella corsa belga, Vosselaar – Heist-op-den-Berg, percorrendo 189.5 Km in 4h03′35″, alla media di 46.678 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Tobias Lund Andresen (Team Picnic PostNL) e il belga Simon Dehairs (Alpecin – Deceuninck). Miglior italiano Matteo Malucelli (XDS Astana Team), 5°.
TOUR OF MAŁOPOLSKA (Polonia)
Il polacco Patryk Stosz (Voster ATS Team) si è imposto nella seconda tappa, Wadowice – Nowy Targ, percorrendo 135 Km in 3h13′20″, alla media di 41.897 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Norbert Banaszek (ATT Investments) e il messicano Carlos Alfonso Garcia (Petrolike). Miglior italiano Alexander Konychev (Team Vorarlberg), 6°. Konychev è ancora leader della classifica con 3″ sul finlandese Kasper Borremans (Bahrain Victorious Development Team) e sul ceco Tomáš Přidal (Elkov – Kasper).
TOUR OF LITHUANIA
L’estone Martin Laas (Quick Pro Team) si è imposto anche nella quarta tappa, circuito di Utena, percorrendo 160.8 Km in 3h20′47″, alla media di 48.052 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Karl Kurits (nazionale estone) e il danese Oliver Søndergaard (AIRTOX – Carl Ras). Unico italiano in gara Alessio Gasparini (May Stars), 104° a 18″. Laas è ancora leader della classifica con 17″ su Kurits e 26″ sul norvegese Tobias Risan Nakken (Team Ringerikskraft). Gasparini 119° a 30′20″
TOUR DE GYEONGNAM (Corea del Sud)
L’australiano Liam Walsh (CCACHE x BODYWRAP) si è imposto nella quarta tappa, circuito di Namhae, percorrendo 123.7 Km in 2h54′41″, alla media di 42.488 Km/h. Ha preceduto allo sprint il sudcoreano Euro Kim (LX Cycling Team) e l’italiano Andrea D’Amato (JCL Team UKYO). In gara anche l’italiano Simone Raccani (JCL Team UKYO), 29°. L’australiano Dylan Hopkins (Roojai Insurance) è ancora leader della classifica con 19″ su Raccani e 23″ sull’olandese Adne van Engelen (Terengganu Cycling Team). D’Amato 4° a 1′05″
TOUR DE CAMEROUN
Giorno di riposo
TOUR OF BRITAIN WOMEN
La britannica Cat Ferguson (Movistar Team) si è imposta nella terza tappa, circuito di Kelso, percorrendo 143.8 Km in 3h42′37″, alla media di 38.757 Km/h. Ha preceduto allo sprint la connazionale Josie Nelson (Team Picnic PostNL) e la neozelandese Ally Wollaston (FDJ – SUEZ). Miglior italiana Eleonora Camilla Gasparrini (UAE Team ADQ), 5° a 3″. La Ferguson è la nuova leader della classifica con 3″ sulla Wollaston e 12″ sull’olandese Karlijn Swinkels (UAE Team ADQ). Miglior italiana la Gasparrini, 22° a 4′46″
VOLTA CICLISTICA A CATALUNYA (Donne)
L’olandese Demi Vollering (FDJ – SUEZ) si è imposta nella seconda tappa, Bagà – Coll de Pal, percorrendo 72.9 Km in 2h37′06″, alla media di 27.842 Km/h. Ha preceduto di 31″ la francese Marion Bunel (Team Visma | Lease a Bike) e di 2′07″ la connazionale Femke de Vries (Team Visma | Lease a Bike). Miglior italiana Barbara Malcotti (Human Powered Health), 7° a 2′40″. La Vollering è la nuova leader della classifica con 2′08″ sull’elvetica Elise Chabbey (FDJ – SUEZ) e 2′29″ sulla Bunel. Miglior italiana la Malcotti, 8° a 4′55″.
ANTWERP PORT EPIC LADIES (Belgio)
La norvegese Susanne Andersen (Uno-X Mobility) si è imposta nella corsa belga, circuito di Anversa, percorrendo 124.9 Km in 3h17′50″, alla media di 37.88 Km/h. Ha preceduto allo sprint la francese Clara Copponi (Lidl – Trek) e la britannica Eilidh Shaw (UAE Development Team). Miglior italiana Maria Giulia Confalonieri (Uno-X Mobility), 11° a 4″
GIUGNO 2025, BARRA A DRITTA E AVANTI TUTTA VERSO IL TOUR
giugno 7, 2025 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Calato il sipario sul Giro d’Italia è ora di pensare al Tour de France che scatterà tra un mese. Il Delfinato sarà una vera e propria prova generale della Grande Boucle, ma anche le altre brevi corse a tappe che si succederanno nel mese di giugno si annunciano interessanti.
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È appena calato il sipario sul Giro e già sono affissi i cartelloni che annuncio il prossimo grande show ciclistico, il Tour de France. La Grande Boucle quest’anno prenderà il via sabato 5 luglio da Lilla e della sua scenografia già si conoscono da tempo i dettagli. Anche il cast è fatto, almeno per quel che riguarda i primattori, ora bisogna prepararsi per la parte e il mese di giugno calza a pennello per questo lavoro, grazie a una serie di corse a tappe ideali per le “prove generali”. E la prova generale per eccellenza del Tour è il Criterium del Delfinato (8-15 giugno), soprattutto perché al via tradizionalmente si schierano quelli che saranno i principali protagonisti dell’imminente Grande Boucle e, infatti, alla 77a edizione della competizione transalpina saranno iscritti il vincitore del Tour 2024 Tadej Pogacar, il suo principale avversario Jonas Vingegaard e il terzo incomodo Remco Evenepoel. Una settimana esatta dopo la conclusione del Giro d’Italia a Roma la prima bandierina del via sarà abbassata a Domérat, sede di partenza della frazione d’apertura, 189 Km e un percorso collinare per arrivare a Montluçon dopo aver affrontato un circuito di una trentina di chilometri che prevede di ripetere per tre volte lo strappo della Côte de Buffon (600 metri al 9% con un muretto finale di 200 metri al 13%), che dovrà essere superato per l’ultima volta a soli 7 Km dall’arrivo, un finale che prende per la gola i cosiddetti “finisseur”. Tra Prémilhat e Issoire per 205 Km si svolgerà quella che dovrebbe essere la prima di tre tappe riservate ai velocisti, i quali dovranno prima digerire i saliscendi che la “tormentano”, mentre più complicato per qualcuno di loro sarà il finale della successiva Brioude – Charantonnay (la tappa più lunga, 207 Km) perché sicuramente qualche sprinter sarà respinto dalla Côte du Château Jaune, salita di 1.2 Km al 9.6% da scavalcare a 19 Km dall’epilogo. E i big della classifica? In questi primi tre giorni dovrebbero rimanersene buoni buoni nelle retrovie per poi fare il loro ingresso in scena nella quarta tappa, una cronometro individuale lunga poco più di 17 Km che si correrà tra Charmes-sur-Rhône e Saint-Péray, centri collegati da un tracciato veloce ma non troppo poiché gli organizzatori hanno previsto che non si dovrebbero superare i 50 Km orari a causa della presenza di un tratto in salita di quasi 2 Km all’8% che spezzerà la pianura a metà del viaggio. È stata definita “hilly”, collinare, la successiva tappa che in 183 Km condurrà da Saint-Priest a Mâcon, ma le quattro ascese che sono state inserite nel tracciato non saranno per nulla “pepate” e, considerato che dopo l’ultimo colle mancheranno 27 Km all’arrivo, non è escluso che a imporsi oggi sia una velocista. La musica sarà destinata a cambiare nelle ultime tre frazioni interamente disegnate in montagna, cominciando con quella che da Valserhône porterà i corridori in 127 Km a Combloux, dove la linea del traguardo sarà tirata ai 1190 metri della Côte de la Cry, al termine di un’ascesa di 8.8 Km al 7.4% che riserverà i tratti più ostici nei primi 2.4 Km al 9.5%, coincidenti con la mitica Côte de Domancy, la salita che fu inserita nel durissimo percorso dei mondiali del 1980, evento che si ripeterà nel 2027 quando la rassegna iridata tornerà a Sallanches. Il penultimo giorno di gara andrà in scena il pezzo forte del Delfinato 2025, un tappone che non sfigurerebbe nel tracciato del Tour e che in 132 Km concentrerà tre interminabili salite, tra le quali spiccano due “moloch” della Grande Boucle: dopo la partenza da Grand-Aigueblanche prima ci si dovrà arrampicare fino a quasi 2000 metri del Col del Madeleine (24.7 Km al 6.1%) per poi salire ancora più in alto e scollinare i 2063 metri del Col de la Croix-de-Fer (22.4 Km al 7%), mentre il tratto conclusivo si svolgerà lungo la strada d’accesso alla stazione di sport invernali di Valmeinier 1800, che prevede 16.2 Km al 6.8%. Terminerà a due passi dal confine con l’Italia la frazione conclusiva che l’indomani si correrà sulla distanza di 134 Km tra Val-d’Arc e Val-Cenis, dove il traguardo sarà posizionato nel cuore dell’Altopiano del Moncenisio, 5 Km dopo aver scollinato la cima dell’omonimo valico (10 Km al 7%).
Il Delfinato ha raggiunto lo status di “prova generale” del Tour grazie all’acquisizione della gara da parte di ASO e del suo trasloco dalla sua precedente collocazione settembrina. Questo spostamento ha fatto passare quasi in secondo piano il più vetusto e prestigioso Giro di Svizzera, che solitamente viene prescelto solo da alcuni tra i big in ottica Tour de France. L’edizione 2025, in calendario dal 15 al 22 giugno, presenterà un tracciato più favorevole agli scalatori rispetto al Giro del Delfinato, pur essendo meno impegnativo della corsa francese. Chi punta alla vittoria finale potrebbe già fare un tentativo nella tappa d’apertura perché il circuito di 130 Km disegnato attorno a Küssnacht prevede d’affrontare la breve ma impegnativa salita della Michaelskreuz (3 Km al 9%) a 14.5 Km dal traguardo. Dopo la ripartenza da Aarau il giorno dopo si farà rotta in 177 Km verso lo Schwarzsee (letteralmente Lago Nero), sulle cui sponde terminerà la prima delle cinque tappe caratterizzate dall’arrivo in salita, anche se al traguardo non sarà assegnato il Gran Premio della Montagna essendo quella conclusiva una salita facilissima (5 Km al 3.3%) e nemmeno quelle che si affronteranno in precedenza proporranno numeri da selezione. Aarau darà il via anche alla terza frazione, con un finale in quota come il giorno precedente, anche se saranno più impegnativi i chilometri conclusivi perché la salita finale verso Heiden (anche qui nulla di particolarmente trascendentale, sono solo 3.4 Km al 5.3%) sarà immediatamente preceduta da due GPM consecutivi da affrontare nel giro di poco tempo, 5 Km al 6.4% per il primo, 2.1 Km al 7.4% per il secondo. Per vedere i corridori affrontare la prima grande salita bisognerà attendere la quarta tappa, quando si raggiungeranno i 2115 metri del Passo dello Spluga, da approcciare dal versante elvetico (9 Km al 7.2%) quando mancheranno 47 Km al traguardo di Piuro: l’Italia tornerà così a ospitare un arrivo di tappa del Giro di Svizzera a 27 anni dall’ultima volta, quando una frazione terminò a Varese con il successo del francese Laurent Jalabert sull’elvetico Beat Zberg e sul corridore di casa Stefano Garzelli. Considerata l’interminabile discesa verso la Valchiavenna difficilmente quella di Piuro sarà una frazione in grado di creare grande selezione, rimandata al tappone (quasi 3900 metri di dislivello) in programma il giorno successivo e interamente disegnato sulle strade del Canton Grigioni: si partirà da La Punt-Chamues-ch e si andranno a superare altri due passi over 2000 – lo Julierpass (7.3 Km al 6.5%) e il San Bernardino (7.9 Km al 5.7%) – prima della doppia ascensione finale verso Santa Maria in Calanca, la prima parziale (4.5 Km al 9.8%) e la seconda completa (6.8 Km al 9.1%). Ci sposterà quindi a Coira per il via dell’unica frazione destinata ai velocisti, che troveranno strade adatte ai loro mezzi viaggiando in direzione di Neuhausen am Rheinfall, cittadina dalla quale poi ci si rimetterà in viaggio per raggiungere Emetten, il comune del Canton Nidvaldo che avrà l’onore di ospitare il traguardo delle ultime due frazioni, entrambe con arrivo in salita ma con finali totalmente diversi. La penultima sarà caratterizzata da un tracciato di media montagna che avrà i suoi momenti clou nella salita di 5.3 Km all’8.2% del GPM di Bürgenstock, da scollinare a circa 17 Km dall’arrivo, a sua volta posto al termine di un tratto di 3.9 Km all’8.3%. Per la decisiva cronoscalata dell’ultimo giorno la linea del traguardo sarà spostata molto più in alto, ai 1272 metri della località di Stockhütte, per raggiungere la quale si dovranno percorrere 10 Km, quasi tutti in salita e tutta impegnativa poiché si pedalerà “accompagnati” da una pendenza media del 9%.
Se ci fossero corridori desiderosi di preparare il Tour lontano dalla pressione dei media potranno scegliere tra due corse a tappe più brevi e meno stressanti anche sul piano della pressione mediatica. La prima di queste è il Giro di Slovenia (4-8 giugno), il cui svolgimento quest’anno è stato anticipato di una settimana rispetto alle solite date e che dunque terminerà il giorno della partenza del Delfinato. Delle cinque frazioni in programma le prime tre saranno “affaire” per velocisti mentre a decidere la corsa sarà verosimilmente l’arrivo in salita previsto il quarto giorno, quando si dovrà affrontare la salita di 13 Km al 7.4% che condurrà al traguardo presso la stazione sciistica di Golte. Come puntualmente avviene dal 1996, la tappa finale terminerà a Novo Mesto, dove al posto della solita passerella conclusiva pro velocisti si dovrà percorrere un solo giro di un circuito di 16 Km che ha il suo punto focale nel muro di Trška, 1500 metri al 10.5% con un picco massimo del 20%.
Se il Giro di Slovenia si è spostato è rimasta stabile nella sua tradizionale posizione la Route d’Occitanie (18-21 giugno), che torna in calendario dopo un anno d’assenza perché l’edizione 2024 era stata annullata a causa della concomitanza con il passaggio, negli stessi giorni, del viaggio della torcia olimpica verso Parigi. La corsa francese, che è di fatto un clone in salsa pirenaica del Delfinato, si aprirà quest’anno con una breve cronometro, una tipologia di tappa che in questa gara non veniva proposta dal 2016, quando non aveva adottato l’attuale denominazione e si chiamava ancora Route du Sud. I dieci chilometri e rotti che il primo giorno si dovranno percorrere tra Saint-Affrique e Roquefort-sur-Soulzon, il centro famoso per la produzione dell’omonimo formaggio, avranno l’aspetto di una cronoscalata per via dei primi 5 Km da percorrere in salita (media del 4.7%) e in leggera ascesa (4.7%) saranno anche gli ultimi 1.7 Km. L’unico traguardo alla portata dei velocisti sarà quello della seconda tappa, anche se non saranno semplicissimi i 196 Km che si dovranno percorrere tra Gignac e Carmaux e in particolare alcuni sprinter potrebbero soffrire la salita di Requista – 5.3 Km al 6.2% – che si dovrà scavalcare a 65 Km dal traguardo, a sua volta preceduto da un paio di brevi “côtes” non ufficiali, l’ultima da scavalcare a una dozzina di chilometri dall’arrivo. Come da tradizione al terzo giorno si disputerà il tappone di alta montagna che – a differenza delle più recenti edizioni, nelle quali si era andati alla scoperta di salite inedite – proporrà due storiche salite del Tour de France, il Col du Tourmalet (2136 metri, 17 Km al 7.5%) e quella che terminerà presso la stazione di sport invernali di Luz Ardiden (1695 metri, 13.6 Km al 7.5%), alla quale si giungerà partendo da Pujaudran e percorrendo complessivamente 174 Km. Altri tre colli pirenaici presi a piene mani dai tracciati della Grande Boucle – Col de Portet d’Aspet (4 Km al 9.2%), Col de la Core (14 Km al 5.9%) e Col de Latrape (5.5 Km al 7.8%) – si affronteranno nel corso della tappa conclusiva, Saint-Gaudens – Saint-Girons di 128 Km, ma essendo inseriti in decrescendo di difficoltà e lontani dall’ultimo traguardo (36 Km da percorrere dopo l’ultimo GPM) difficilmente riusciranno a sovvertire la classifica scritta dal tappone del Tourmalet.
L’ultimo appuntamento di un certo rilievo prima del via del Tour sarà il campionato nazionale italiano che, per quanto riguarda la categoria elite (donne e under23 gareggeranno a Boario Terme), si correrà domenica 29 giugno in Friuli, su di un tracciato di 240 Km che ancora non è stato svelato nei dettagli e che si svolgerà tra San Vito in Tagliamento e Gorizia, dove si giungerà dopo un breve sconfinamento in Slovenia e aver ripetuto più volte le salite di San Floriano del Collio e di Monte Calvario. È già stato presentato, invece, il tracciato unico delle cronometro sulle quali il 26 giugno si sfideranno i migliori cronomen di tutte le categorie (elite, donne e under23), che dovranno percorrere 28 Km in totale pianura tra Morsano al Tagliamento e San Vito al Tagliamento
Nel mese di giugno non si assisteranno soltanto alle grandi manovre in vista del Tour poiché si tornerà a parlare di Giro d’Italia con la 48a edizione della Corsa Rosa destinata agli under23, che da tre anni a questa parte ha preso il nome di Giro Next Gen (15-22 giugno), letteralmente “Giro della Prossima Generazione”. L’unica cronometro inserita nel tracciato si affronterà il primo giorno, quando si dovranno percorrere contro il tempo poco più di 8 Km sulle pianeggianti strade di Rho. Dalla stessa cittadina lombarda, alle porte del capoluogo, scatterà la prima tappa in linea, che in 148 Km condurrà a Cantù, dove è stato disegnato un circuito a continui saliscendi che metterà a dura prova i velocisti e che strizza l’occhio ai finisseur per via dello strappo in cima al quale sarà posto il traguardo. Imitando quanto fatto lo scorso anno, gli organizzatori hanno piazzato al terzo giorno la prima delle due tappe d’alta montagna, che prenderà le mosse da Albese con Cassano – paese natale di Fabio Casartelli, del quale quest’anno cade il 30° anniversario della morte – per portarsi in 143 Km ai 1659 metri del Passo Maniva, dove si giungerà al termine di una salita di 10 Km al 7.5% che ha già ospitato questa corsa nel biennio 2018-2019, quando lassù s’imposero due colombiani, Alejandro Osorio e Andres Camilo Ardila. Temporaneamente lasciate le montagne la corsa si trasferirà sulle colline emiliane per una tappa di 133 Km che da Manerbio condurrà a Salsomaggiore Terme, dove si giungerà una trentina di chilometri dopo aver superare l’ascesa al Valico di Sant’Antonio (5.5 Km al 5.6%), forse troppo facile per ostacolare del tutto l’arrivo allo sprint nella nota località curativa del parmense. Più complicato sarà il tracciato della tappa di 153 Km che introdurrà la corsa in Piemonte, sulle cui strade si disputeranno per intero le rimanenti tre frazioni: nella quinta si pedalerà da Fiorenzuola d’Arda a Gavi per 153 Km, salendo strada facendo prima ai 1142 metri del Passo del Penice (13 Km al 6.7%) e poi ai 361 metri del Passo Coppi, ascesa che ha questo nome perché i suoi 2.8 Km al 5.8% terminano alle porte di Castellania, paese natale del Campionissimo. Le colline del Monferrato saranno il teatro del finale della terzultima frazione, 155 Km da Ovada a Canelli con le salite di Cassinasco (4.4 Km al 5.4%) e Sant’Ambrogio (4.3 Km al 6.2%), poi alla vigilia della conclusione si disputerà la seconda e ultima tappa di montagna, che ha in programma la partenza da Bra e l’arrivo in salita nella stazione di sport invernali di Prato Nevoso, dove la linea del traguardo sarà stesa a 1607 metri di quota, percorsa una salita di 13 Km al 7.2% che il Giro dei “grandi” ha già affrontato in tre occasioni (nel 1996, nel 2000 e nel 2018) e che nel 2008 è stata “perlustrata” anche dal Tour de France. Pur non avendo l’aspetto di una frazione di altra montagna, anche la conclusiva tappa di Pinerolo potrebbe risultare determinare al fine di assegnare definitivamente la maglia rosa perché bisognerà fare i conti per due volte, l’ultima a 14 Km dall’arrivo, con il tremendo muro di Prarostino, che prevede 2.5 Km d’ascesa all’12.8% medio e un troncone centrale di 1200 metri al 16.3%.
Sconfiniamo ora nel mese di luglio per rimanere in tema “Corsa Rosa” con la 36a edizione del Giro d’Italia Femminile, che dalla scorsa stagione ha preso la denominazione di Giro Women (6-10 luglio) e che si disputerà in contemporanea con la prima settimana del Tour. Come la corsa riservata ai giovani, anche questa si aprirà con l’unica prova contro il tempo inserita nel tracciato, una piatta cronometro di 13.6 Km che si snoderà attorno alla città di Bergamo. Dalla vicina Clusone si pedalerà subito in direzione delle montagne perché l’arrivo della prima tappa sarà fissato dopo 99 Km ai 1173 metri del Passo dell’Aprica, anche se questa non sarà una frazione particolarmente adatta alle scalatrici perché l’unica vera difficoltà sarà rappresentata dall’ascesa finale, affrontata dal pedalabile versante di Edolo, 12.7 Km al 3.8% che gli organizzatori hanno comunque indurito inserendo il breve muro di Santicolo (900 metri al 10.4%) nella parte iniziale. La Cima Strada – l’equivalente della Cima Coppi dei maschi – sarà toccata l’indomani ai 1883 metri del Passo del Tonale subito dopo la partenza della Vezza d’Oglio – Trento, tappa che non presenterà altre difficoltà altimetriche e che offrirà dunque una prima occasione per le velociste. Le scalatrici, invece, troveranno pane per i loro denti il giorno successivo, quando si partirà da Castello Tesino alla volta di Valdobbiadene, dove l’arrivo sarà posto ai 1076 metri della località di Pianezze, percorsa una salita finale di 11 Km al 7.5% che questa corsa aveva già proposto come arrivo di tappa nel 1995, quando vi si era imposta la toscana Fabiana Luperini. La pianeggiante Mirano – Monselice, ultima chance per le spinters, servirà per traghettare la corsa dalle Alpi e agli Appennini, sulle cui strade si svolgeranno le ultime tre frazioni, cominciando con una tappa collinare che dalla riviera romagnola (partenza da Bellaria-Igea Marina) condurrà a Orciano di Pesaro con 144 Km infarciti di salite non eccessivamente impegnative e che non dovrebbero vedere sugli scudi le favorite per il successo finale. Queste ultime, infatti, preferiranno a questo punto della corsa non sprecare eccessive energie in vista della tappa regina che, qualche ora più tardi, le vedrà pedalare da Fermignano in direzione del Monte Nerone, con traguardo poco sotto i 1400 metri di quota e un’ascesa finale di 14.6 Km al 6.6%. Se questa salita non dovesse bastare a decretare chi avrà l’onore di succedere alla piemontese Elisa Longo Borghini nell’albo d’oro del Giro Women sarà la conclusiva Forlì – Imola a dirimere la questione; il tracciato prevede, infatti, tre tornate e mezza dell’impegnativo circuito che ospitò i campionati del mondo nel 2020, gara che la Longo Borghini terminò al terzo posto e che ha il suo momento più impegnativo nell’ascesa alla Cima Gallisterna (1500 metri al 10.1%).
Ci spostiamo ancora più avanti nel calendario per concludere questa panoramica con il Tour de France Femmes (26 luglio – 3 agosto), terza edizione con questo nome per una corsa nata nel 1955 ma disputata con regolarità solo dal 1984 al 1993 prima di un lungo stop terminato nel 2022. Sarà la Bretagna a ospitare il “Grand Départ”, che vedrà la corsa transalpina prendere il via con due insidiose frazioni collinari meritevoli di attenzione anche da parte delle atlete che puntano alla vittoria finale grazie alle loro prestazioni in montagna (non saranno previste cronometro in questa edizione). Delle prime due la tappa più difficile sarà quella d’apertura, che vedrà la bandiera del via sventolata a Vannes e il traguardo 79 Km più avanti a Plumelec, in cima a una salita di 1.7 Km al 6.2% che dovrà essere presa di petto tre volte. Parecchi saliscendi saranno previsti anche il giorno successivo nel corso dei 110 Km della Brest – Quimper e anche in questo caso le difficoltà altimetriche più interessanti saranno poste a ridosso del traguardo, con un’ascesa di 1.1 Km al 5.7% che terminerà a poco più di 4 Km dall’arrivo, a sua volta posto al termine di un breve strappo (mezzo chilometro al 7.5%). Gli appassionati di arrivi allo sprint dovranno attendere il terzo giorno di gara per vedere per la prima volta le velociste all’opera sul rettilineo d’arrivo della La Gacilly – Angers, tappa che sarà seguita da un’altra frazione altimetricamente molto semplice, questa tracciata tra Saumur e Poitiers. Anche la successiva tappa, che dal parco tematico Futuroscope di Chasseneuil-du-Poitou condurrà in 166 Km (sarà la frazione più lunga) a Guéret dovrebbe concludersi con una volata, ma stavolta lo sprint non sarà a ranghi compatti perché il finale ricorda quello della Milano-Sanremo, con la salita di 2.7 Km al 5.5% verso il Maupuy che rammenta il Poggio e che terminerà a soli 6.8 Km dal traguardo. Come accadrà al Tour dei professionisti anche nella corsa femminile la prima tappa d’alta montagna sarà disegnata sulle strade del Massiccio Centrale e, come tutte le frazioni disegnate in questa zona della Francia, potrebbe rilevarsi molto più impegnativa del previsto a causa delle alte temperature che d’estate si raggiungono da queste parti: nello specifico si dovranno percorrere 124 Km tra Clermont-Ferrand e Ambert salendo fino ai 1390 metri del Col du Béal (10.6 Km al 5.5%), salita non particolarmente difficile ma che, proprio per il clima, potrebbe risultare molto più selettiva. Si sbarcherà quindi sulle Alpi, teatro di svolgimento delle ultime tre tappe, introdotte da una frazione sulla carta non particolarmente difficile, 160 Km da Bourg-en-Bresse a Chambéry con il Col du Granier (9 Km al 5.5%) da scalare prima d’imboccare la lunga discesa (circa una quindicina di chilometri) che terminerà alle porte dell’arrivo. Chambéry accoglierà anche la partenza della tappa regina, che si concluderà 112 Km più avanti ai quasi 2000 metri del Col de la Madeleine, al quale si salirà da un versante parallelo e molto più impegnativo di quello tradizionale di La Chambre, 18.6 Km d’ascesa all’8.1% che nel 2020 fu tenuto a battesimo dai professionisti, affrontato per la prima volta nella storia prima al Delfinato e un mese più tardi al Tour de France, in occasione della tappa vinta dal colombiano Miguel Ángel López sul Col de la Loze. Un’altra storica e durissima salita della Grande Boucle, il Col de Joux Plane (11.6 Km all’8.6%), è inserita nel tracciato della conclusiva frazione Praz-sur-Arly – Châtel (124 Km), anche se con una collocazione non felicissima perché posizionato praticamente a metà dell’ultima tappa.
E ora, dopo aver assistito a un’edizione del Giro particolarmente coinvolgente, la redazione de ilciclismo.it augura Buon Tour a tutti, con l’auspicio di far da spettatori a un’altra corsa non meno appassionante.
Mauro Facoltosi
I SITI DELLE CORSE CITATE NELL’ARTICOLO
Critérium du Dauphiné
www.criterium-du-dauphine.fr/en
Tour de Suisse
Tour of Slovenia
Route d’Occitanie
Giro Next Gen
Giro Women
Tour de France Femmes
Tour de France

Il lac du Mont-Cenis sulle cui sponde terminerà l'edizione 2025 del Delfinato (www.savoie-mont-blanc.com)
GIRO DI SLOVENIA 2025, GROENEWEGEN CONCEDE IL BIS. SUA ANCHE LA TERZA TAPPA A ORMOŽ
Il velocista olandese domina di nuovo in volata e conquista la settima vittoria in carriera nella corsa slovena. Molano secondo, bene gli italiani Parisini e Colnaghi. Fabio Christen resta leader in classifica generale.
La terza tappa del Giro di Slovenia 2025, Majšperk-Ormož di 172 chilometri, premia ancora Dylan Groenewegen. Il corridore del Team Jayco AlUla, già vincitore della frazione inaugurale, ha messo il proprio sigillo anche sul traguardo di Ormož, battendo in uno sprint serrato il colombiano Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates-XRG) e il tedesco Phil Bauhaus (Bahrain Victorious).
Un finale non semplice, quello di oggi, disegnato tra saliscendi, strade strette e raffiche di vento, che non ha impedito al gruppo di riassorbire la fuga del giorno e lanciarsi compatto verso l’arrivo. Il copione si è ripetuto: Molano ha provato ad anticipare la volata partendo lungo, ma Groenewegen ha reagito con lucidità cogliendo il momento giusto per superarlo sul filo dei centimetri. Per l’olandese si tratta della terza vittoria stagionale, la settima complessiva al Giro di Slovenia.
La tappa era stata animata da una lunga fuga a sei, con protagonisti Mikel Retegi (Equipo Kern Pharma), Danny van der Tuuk (Euskaltel Euskadi), Marcel Skok (Adria Mobil), Albert Gathemann (Benotti Berthold), Nejc Komac (Factor Racing) e Jon Pritržnik (Pogi Team Gusto Ljubljana). Il loro vantaggio ha superato i cinque minuti, poi a 37 chilometri dal traguardo Komac ha tentato l’azione solitaria, tenendo il gruppo a distanza fino ai -4 km, prima dell’inevitabile epilogo in volata.
Tra gli italiani si segnalano due piazzamenti importanti: Nicolò Parisini (Q36.5 Pro Cycling Team) ha chiuso ottavo, mentre Luca Colnaghi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè) ha ottenuto il decimo posto.
La classifica generale non subisce scossoni. Lo svizzero Fabio Christen (Q36.5) conserva la maglia di leader con 16” di vantaggio su Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility) e 21” su Tao Geoghegan Hart (Lidl-Trek). Primo degli italiani è Colnaghi, 12º a 1’18”.
Le parole di Groenewegen al traguardo confermano la difficoltà e il valore di questa affermazione:
“È stata una grande battaglia con Molano. Il percorso non era affatto facile, tra salite, vento e strade strette. Ma la squadra ha fatto un lavoro perfetto per mettermi nelle condizioni di vincere. Questa seconda vittoria è una spinta importante per me e per tutti i compagni”.
Domani sarà il giorno della frazione regina, con l’atteso arrivo in salita a Golte: la classifica generale è pronta a cambiare volto.
Mario Prato

Groenewegen vince la terza tappa del Giro di Slovenia (foto Sportida)
06-06-2025
giugno 6, 2025 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR OF SLOVENIE
L’olandese Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla) si è imposto nella terza tappa, Majšperk – Ormož, percorrendo 172 Km in 3h57′48″, alla media di 43.398 Km/h. Ha preceduto allo sprint il colombiano Juan Sebastián Molano (UAE Team Emirates – XRG) e il tedesco Phil Bauhaus (Bahrain – Victorious). Miglior italiano Nicolò Parisini (Q36.5 Pro Cycling Team), 8°. L’elvetico Fabio Christen (Q36.5 Pro Cycling Team) è ancora leader della classifica con 16″ sul norvegese Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility) e 21″ sul britannico Tao Geoghegan Hart (Lidl – Trek). Miglior italiano Luca Colnaghi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), 12° a 1′18″
TOUR OF MAŁOPOLSKA (Polonia)
L’italiano Alexander Konychev (Team Vorarlberg) si è imposto nella prima tappa, Wieliczka – Chełm (Myślenice), percorrendo 134 Km in 3h10′56″, alla media di 42.109 Km/h. Ha preceduto allo sprint il ceco Michael Kukrle (ATT Investments) e di 4″ il polacco Marcin Budziński (ATT Investments). Konychev è il nuovo leader della classifica con 3″ sul finlandese Kasper Borremans (Bahrain Victorious Development Team) e su Budziński.
TOUR OF LITHUANIA
L’estone Martin Laas (Quick Pro Team) si è imposto nella terza tappa, circuito di Kėdainiai, percorrendo 160.8 Km in 3h13′32″, alla media di 49.852 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’algerino Yacine Hamza (Madar Pro Cycling Team) e il danese Matias Malmberg (AIRTOX – Carl Ras). Unico italiano in gara Alessio Gasparini (May Stars), 135° a 16′17″. Laas è ancora leader della classifica con 13″ sul connazionale Karl Kurits (nazionale estone) e 16″ sul norvegese Tobias Risan Nakken (Team Ringerikskraft). Gasparini 136° a 29′52″
TOUR DE GYEONGNAM (Corea del Sud)
L’australiano Cameron Scott (CCACHE x BODYWRAP) si è imposto nella terza tappa, circuito di Sacheon, percorrendo 125.8 Km in 2h54′01″, alla media di 43.375 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Liam Walsh (CCACHE x BODYWRAP) e l’italiano Andrea D’Amato (JCL Team UKYO). In gara anche l’italiano Simone Raccani (JCL Team UKYO), 36°. L’australiano Dylan Hopkins (Roojai Insurance) è ancora leader della classifica con 19″ su Raccani e 23″ sull’olandese Adne van Engelen (Terengganu Cycling Team). D’Amato 4° a 1′09″
TOUR DE CAMEROUN
Il tedesco Lucas Carstensen (Team Storck – Metropol Cycling) si è imposto anche nella terza tappa, circuito di Garoua, percorrendo 80 Km in 1h54′27″, alla media di 41.94 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’algerino Islam Mansouri (nazionale algerina) e l’ivoriano Isiaka Cissé (nazionale ivoriana). Nessun italiano in gara. Il camerunense Michel Boris Tientcheu (nazionale camerunense) è ancora leader della classifica con 58″ sul camerunense Clovis Kamzong (SNH Vélo Club) e su Cissé
TOUR OF BRITAIN WOMEN
La canadese Mara Roldan (Team Picnic PostNL) si è imposta nella seconda tappa, Hartlepool – Saltburn-by-the-Sea, percorrendo 114.3 Km in 2h57′38″, alla media di 38.608 Km/h. Ha preceduto di 12″ l’olandese Riejanne Markus (Lidl – Trek) e di 18″ la neozelandese Ally Wollaston (FDJ – SUEZ). Miglior italiano Eleonora Camilla Gasparrini (UAE Team ADQ), 30° a 2′59″. La statunitense Kristen Faulkner (EF Education-Oatly) è la nuova leader della classifica con 4″ sulla Markus e 12″ sulla Wollaston. Miglior italiana la Gasparrini, 35° a 4′45″
VOLTA CICLISTICA A CATALUNYA (Donne)
L’elvetica Elise Chabbey (FDJ – SUEZ) si è imposta nella prima tappa, El Perelló – Reus, percorrendo 114.4 Km in 3h00′26″, alla media di 38.042 Km/h. Ha preceduto di 6″ l’olandese Demi Vollering (FDJ – SUEZ) e di 7″ la spagnola Ane Santesteban (Laboral Kutxa – Fundación Euskadi). Miglior italiana Barbara Malcotti (Human Powered Health), 16° a 2′04″. La Chabbey è la prima leader della classifica con 9″ sulla Vollering e 13″ sulla Santesteban. Miglior italiana la Malcotti, 16° a 2′14″.
GIRO DI SLOVENIA, RUI OLIVEIRA FESTEGGIA MA LA VITTORIA VA A CHRISTEN DOPO IL DECLASSAMENTO
La seconda frazione della corsa slovena regala spettacolo, scossoni in classifica e un colpo di scena nel finale: il portoghese Rui Oliveira taglia per primo il traguardo ma viene retrocesso per sprint irregolare. Il successo e la maglia vanno all’elvetico Fabio Christen.
Il Giro di Slovenia 2025 accende subito i riflettori con una seconda tappa piena di colpi di scena. A Rogaška Slatina il primo a tagliare il traguardo è Rui Oliveira (UAE Team Emirates – XRG), ma la sua gioia dura poco perchè una manovra scorretta negli ultimi metri gli costa il declassamento, regalando così tappa e maglia verde all’elvetico Fabio Christen (Q36.5 Pro Cycling Team), già tra i più attivi di giornata. Cambia la classifica generale e cambia anche il volto della corsa, che si anima ben oltre le previsioni della vigilia.
La tappa prende vita fin dai primi chilometri grazie a una fuga composta da Diego Uriarte (Equipo Kern Pharma), Andrea Piras (Solution Tech-Vini Fantini), Teo Pečnik (Adria Mobil), Mihael Štajnar (Pogi Team Gusto Ljubljana) e lo stesso Christen. Il loro vantaggio cresce fino a superare i due minuti, ma viene eroso gradualmente durante la salita di Celjska Koča (7,8 km al 6,2%), quando la Lidl-Trek decide di alzare il ritmo, approfittando delle difficoltà del leader della classifica Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla), staccato dal gruppo principale.
La corsa si accende definitivamente negli ultimi 20 chilometri, quando si avvantagia un gruppo selezionato. I primi a lanciarsia all’attacco sono Oliveira e Sjoerd Bax (Q36.5 Pro Cycling Team), seguiti da Felix Großschartner (UAE Emirates XRG), Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility), Jakob Omrzel (Bahrain-Victorious), il vincitore del Giro d’Italia del 2020 Tao Geoghegan Hart (Lidl-Trek) e ancora Christen. I sette trovano subito l’accordo e arrivano insieme al chilometro finale con un margine sufficiente per giocarsi la vittoria. In un finale teso e combattuto, è Rui Oliveira a trovare il guizzo vincente. Rimonta Christen e taglia per primo il traguardo, festeggiando quella che sarebbe stata la sua prima vittoria da professionista. Ma la festa dura poco: la giuria analizza le immagini e rileva un’irregolarità nello sprint del portoghese, retrocedendolo all’ultima posizione del gruppetto di testa. Il successo viene così assegnato a Christen, già brillante protagonista della tappa, che si prende anche la maglia di leader della classifica generale.
Alle sue spalle salgono sul podio Johannessen e un ritrovato Geoghegan Hart, che torna protagonista dopo un lungo periodo lontano dai vertici. Ottavo posto per Nicolò Parisini (Q36.5 Pro Cycling), miglior piazzato del gruppo inseguitore, giunto a 53” dal vincitore.
Con la vittoria e gli abbuoni accumulat Christen guida ora la classifica generale con 14” di vantaggio su Johannessen e 21” su Geoghegan Hart. Oliveira, inizialmente secondo, scivola al sesto posto nella generale dopo il declassamento. Il Giro di Slovenia, atteso come banco di prova per le giovani promesse e i corridori in cerca di rilancio, si conferma anche quest’anno imprevedibile e combattuto, con una lotta per la maglia verde già apertissima.
Prossimo appuntamento, la terza tappa da Majšperk›Ormož, favorevole ai velocisti. Ma con un Christen in grande forma e avversari determinati a ribaltare la situazione, lo spettacolo è tutt’altro che finito.
Mario Prato

Oliveira vince in volata ma viene declassato (foto Sportida)
05-06-2025
giugno 5, 2025 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR OF SLOVENIE
L’elvetico Fabio Christen (Q36.5 Pro Cycling Team) si è imposto nella seconda tappa, Velenje – Rogaška Slatina, percorrendo 162.7 Km in 3h44′31″, alla media di 43.48 Km/h. Ha preceduto allo sprint il norvegese Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility) e il britannico Tao Geoghegan Hart (Lidl – Trek). Il portoghese Rui Oliveira (UAE Team Emirates – XRG), aveva tagliato per primo il traguardo, ma è stato retrocesso in sesta posizione per sprint irregolare. Miglior italiano Nicolò Parisini (Q36.5 Pro Cycling Team), 8° a 53″. Christen è il nuovo leader della classifica con 16″ su Johannessen e 21″ su Geoghegan Hart. Miglior italiano Luca Colnaghi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), 12° a 1′18″
TOUR OF MAŁOPOLSKA (Polonia)
Il greco Nikiforos Arvanitou (Novapor Theseus SportsClub) si è imposto nel prologo, cronoscalata Cracovia – Ostra Gora, percorrendo 1.4 Km in 2′50″, alla media di 29.647 Km/h. Ha preceduto di 2″ il finlandese Kasper Borremans (Bahrain Victorious Development Team) e di 3″ il messicano Edgar David Cadena (Petrolike). Miglior italiano Giacomo Ballabio (Hrinkow Advarics), 12° a 7″. Arvanitou è il primo leader della classifica con 2″ su Borremans e 3″ su Cadena. Miglior italiano Ballabio, 12° a 7″
TOUR OF LITHUANIA
L’estone Karl Kurits (nazionale estone) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Tauragė, percorrendo 176 Km in 3h32′38″, alla media di 49.663 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Martin Laas (Quick Pro Team) e il norvegese Tobias Risan Nakken (Team Ringerikskraft). Unico italiano in gara Alessio Gasparini (May Stars), 115° a 13′08″. Laas è ancora leader della classifica con 3″ su Kurits e 9″ su Nakken. Gasparini 126° a 13′25″
TOUR DE GYEONGNAM (Corea del Sud)
L’italiano Simone Raccani (JCL Team UKYO) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Geoje, percorrendo 121.9 Km in 3h13′38″, alla media di 37.772 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Adne van Engelen (Terengganu Cycling Team) e di 58″ l’italiano Andrea D’Amato (JCL Team UKYO). L’australiano Dylan Hopkins (Roojai Insurance) è ancora leader della classifica con 19″ su Raccani e 23″ su Van Engelen. D’Amato 4° a 1′13″
TOUR DE CAMEROUN
Il tedesco Lucas Carstensen (Team Storck – Metropol Cycling) si è imposto nella seconda tappa, Maroua – Figuil, percorrendo 110 Km in 2h38′47″, alla media di 41.566 Km/h. Ha preceduto allo sprint il camerunense Clovis Kamzong (SNH Vélo Club) e l’olandese Jannes van Weele (Global Cycling Team). Nessun italiano in gara. Il camerunense Michel Boris Tientcheu (nazionale camerunense) è ancora leader della classifica con 58″ su Kamzong e sul burkinabè Saturnin Yameogo (nazionale burkinabè)
TOUR OF BRITAIN WOMEN
La mauriziana Kimberley (Le Court) Pienaar (AG Insurance – Soudal Team) si è imposta nella prima tappa, Dalby Forest – Redcar, percorrendo 81.5 Km in 1h59′18″, alla media di 40.989 Km/h. Ha preceduto allo sprint la statunitense Kristen Faulkner (EF Education-Oatly) e di 5″ l’olandese Lorena Wiebes (Team SD Worx – Protime) Miglior italiano Alessia Vigilia (FDJ – SUEZ), 34° a 1′53″. La (Le Court) Pienaar è la prima leader della classifica con 5″ sulla Faulkner e 14″ sulla Wiebes. Miglior italiana la Vigilia, 34° a 2′06″
GROENEWEGEN INAUGURA IL GIRO DI SLOVENIA CON UN COLPO DA MAESTRO
Il campione olandese firma la volata di Skofljica e torna al successo. Jayco AlUla impeccabile nel pilotarlo alla vittoria.
La prima tappa del Giro di Slovenia 2024 ha visto il ritorno al successo di Dylan Groenewegen. Il velocista olandese della Jayco AlUla ha conquistato la Pirano–Skofljica (170,6 km) con uno sprint deciso e perfettamente orchestrato dal suo team. Sul traguardo ha preceduto Phil Bauhaus (Bahrain Victorious) e Manuel Peñalver (Team Polti VisitMalta), mentre Luca Colnaghi (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè) è stato il miglior italiano con un solido sesto posto.
Nel corso della giornata, il gruppo ha lasciato spazio a una fuga composta da quattro corridori, mantenendo però sempre il controllo della corsa grazie al lavoro della Jayco AlUla. Il distacco si è mantenuto stabile attorno ai due minuti fino alle battute finali, quando l’andatura si è fatta più sostenuta e i fuggitivi sono stati ripresi a meno di dieci chilometri dal traguardo.
La squadra australiana ha poi svolto un lavoro magistrale nel portare Groenewegen nelle prime posizioni al momento decisivo. Il velocista dei Paesi Bassi è stato perfettamente scortato fino all’ultima curva, dove ha lanciato una progressione irresistibile, imponendosi con autorità.
Quella odierna è la sesta vittoria di tappa di Groenewegen al Giro di Slovenia, corsa dove si conferma protagonista. Le prossime due tappe offriranno altre occasioni per i velocisti e l’olandese si candida già come uomo da battere.
Nel post-gara, Groenewegen ha commentato con soddisfazione:
«La posizione migliore in finale è stata la ruota dei miei compagni di squadra. Mi hanno tenuto davanti molto bene, tutti sapevano che soprattutto nell’ultima curva a sinistra era molto importante avere una buona posizione. Max Walscheid si è assicurato che potessi fare la curva perfetta, quindi avevo un’ottima posizione di partenza per lo sprint. Sono estremamente felice di aver vinto oggi. Nei giorni scorsi non mi sentivo perfettamente in forma, ma oggi le cose sono andate molto bene per me e per la squadra. Avevamo un piano e ci siamo attenuti ad esso in modo ordinato. La squadra merita questa vittoria dopo tutto il duro lavoro svolto durante la tappa».
Il Giro di Slovenia è appena iniziato, ma il tono è già stato dato: servirà brillantezza, strategia e – soprattutto – gambe veloci.
Mario Prato

Groenewegen vince la prima tappa del Giro di Slovenia (www.alesfevzer.com)
04-06-2025
giugno 4, 2025 by Redazione
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TOUR OF SLOVENIE
Il norvegese Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla) si è imposto nella prima tappa, Pirano – Škofljica, percorrendo 170.6 Km in 3h49′21″, alla media di 44.63 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Phil Bauhaus (Bahrain – Victorious) e lo spagnolo Manuel Peñalver (Team Polti VisitMalta). Miglior italiano Luca Colnaghi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), 6°. Groenewegen è il primo leader della classifica con 1″ sull’elvetico Fabio Christen (Q36.5 Pro Cycling Team) e 4″ su Bauhaus. Miglior italiano Colnaghi, 10° a 10″
TOUR OF LITHUANIA
L’estone Martin Laas (Quick Pro Team) si è imposto nella prima tappa, circuito di Klaipėda, percorrendo 179.3 Km in 3h51′58″, alla media di 46.377 Km/h. Ha preceduto allo sprint i danesi Stian Rosenlund (AIRTOX – Carl Ras) e Oliver Søndergaard (AIRTOX – Carl Ras). Unico italiano in gara Alessio Gasparini (May Stars), 124°. Laas è il primo leader della classifica con 5″ su Rosenlund e 7″ su Søndergaard. Gasparini 124° a 11″
TOUR DE GYEONGNAM (Corea del Sud)
L’australiano Dylan Hopkins (Roojai Insurance) si è imposto nella prima tappa, circuito di Tongyeong, percorrendo 127.9 Km in 3h12′29″, alla media di 39.868 Km/h. Ha preceduto di 1′13″ l’italiano Andrea D’Amato (JCL Team UKYO) e il connazionale Cameron Scott (CCACHE x BODYWRAP). In gara anche l’italiano Simone Raccani (JCL Team UKYO), 9° a 1′13″. Hopkins è il primo leader della classifica con 1′17″ su D’Amato e 1′19″ su Scott. Raccani 9° a 1′23″
TOUR DE CAMEROUN
Il camerunense Michel Boris Tientcheu (nazionale camerunense) si è imposto nella prima tappa, circuito di Maroua, percorrendo 127.9 Km in 2h58′55″, alla media di 42.891 Km/h. Ha preceduto di 58″ l’ivoriano Isiaka Cissé (nazionale ivoriana) e il connazionale Clovis Kamzong (SNH Vélo Club). Nessun italiano in gara. Tientcheu è il primo leader della classifica con 58″ su Cissé e Kamzong
GIRO D’ITALIA 2025 – LE PAGELLE
giugno 3, 2025 by Redazione
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Le nostre pagelle ai protagonisti e ai non protagonisti del Giro 2025. Simon Yates vince d’astuzia il suo secondo GT, Mads Pedersen tra i ciclisti più vincenti e in forma. L’Italia si salva con Fortunato e Scaroni. Tra cadute e delusioni, insufficienze per Roglic, Ayuso e Tiberi
SIMON YATES. Parte in sordina e le cadute in serie dei suoi avversari lo favoriscono non poco. In più, dimostra di avere una condizione che cresce tappa dopo tappa fino all’azione sul Colle delle Finestre che mette sotto scacco scacco Del Toro e Carapaz. Vince il suo secondo GT, dopo la Vuelta 2018, senza avere alla vigilia i favori del pronostico ma tutto sommato con merito alla luce delle scelte tattiche decisive. VOTO: 9
ISAAC DEL TORO. L’UAE Team Emirates XRG continua a sfornare campioni e “campionabili”. A 21 il messicano ha di fronte a sé una carriera da vincente e vincente sarebbe stato anche al suo primo Giro se la tattica dell’UAE fosse stata diversa. Sul Colle delle Finestre pensa a marcare stretto Carapaz, considerato l’avversario più temibile per la maglia rosa, ma insieme alla squadra ignora Simon Yates, che sfrutta al meglio le sue carte. Vince comunque la tappa di Bormio. VOTO: 8
DAMIANO CARUSO. Arrivare quinto in un GT all’età di 37 anni non è una cosa di tutti i giorni e il ciclista siciliano, che partiva come gregario di Antonio Tiberi, costruisce pezzo dopo pezzo una top five meritata con sacrificio e determinazione. VOTO: 8
GIULIO PELLIZZARI Dopo il ritiro di Roglic il marchigiano diventa l’uomo squadra della Redbull BORA Hansgrohe e convince specialmente nelle tappe di Brentonico e di Bormio. Il sesto posto finale dice senza ombra di dubbio che può diventare il ciclista italiano di riferimento per i grandi giri. VOTO: 8
MADS PEDERSEN. Dimostra di avere una gran gamba, anche nelle tappe mosse e perfino in quelle di montagna, andando spesso e volentieri in fuga. Vince a mani basse la maglia ciclamino vincendo quattro tappe e indossando anche la prima maglia rosa. Al Tour la Lidl Trek punterà su Jonathan Milan ma Pedersen lo rivedremo alla Vuelta. VOTO: 8
LORENZO FORTUNATO. Magari non avrà vinto tappe e non ci siamo stropicciato gli occhi come per Pedersen, ma anche la sua vittoria della maglia azzurra non è sembrata quasi mai in discussione. VOTO: 8
WOUT VAN AERT. La classe non è acqua e, dopo una prima settimana difficile in cui ottiene soltanto un secondo posto nella prima tappa di Tirana alle spalle di Pedersen, il belga migliora nel prosieguo del Giro ottenendo una bella vittoria a Siena nella tappa degli sterrati. Infine aiuta in modo determinante Simon Yates nella tappa del Colle delle Finestre, andando in fuga presto e trainando nel finale il ciclista britannico verso la vittoria al Giro. Oltre ad essere stato l’ultimo uomo nelle volate di Kooij. VOTO: 8
RICHARD CARAPAZ. Probabilmente il ciclista che recrimina di più. Dimostra di avere un’ottima forma, vince la tappa di Castelnovo ne’ Monti e scala posizioni su posizioni in classifica generale. Forse sul Colle delle Finestre attacca troppo presto sprecando energie e perdendo lucidità, visto che dopo l’allungo di Yates si deve accollare il peso dell’inseguimento poichè Del Toro non collabora. VOTO: 7.5
EGAN BERNAL. Dopo i gravi infortuni patiti è ancora lontano dalla forma dimostrata tra il 2019 e il 2021, quando vinse Giro e Tour. Il settimo posto finale è comunque un’iniezione di fiducia. VOTO: 7.5
OLAV KOOIJ. Il velocista più forte del Giro si porta a casa due vittorie di tappa ma non è mai entrato in competizione con Pedersen per la vittoria della maglia ciclamino. VOTO: 7.5
GIULIO CICCONE. Il ciclista italiano più propositivo del Giro 2025 fino alla caduta nella tappa di Nova Gorica e al conseguente ritiro. La top five poteva essere davvero alla sua portata. VOTO: 7
CHRISTIAN SCARONI. L’Italia ciclistica deve ringraziare il ciclista bresciano se non resta a secco di vittorie al Giro 2025. VOTO: 7
DEREK GEE. Dopo il nono posto al Tour 2024 ecco il quarto posto al Giro 2025. Il canadese prova a ripercorrere le gesta di Hesjedal e chissà che in futuro non ci riesca. VOTO: 7
EINER RUBIO. Per il colombiano è un Giro fotocopia di quello 2024, senza alti né bassi. VOTO: 7
BRANDON MCNULTY. Una top five per lo statunitense dell’UAE nonostante il lavoro di gregariato prima per Ayuso e poi per Del Toro. VOTO: 7
MICHAEL STORER. L’australiano termina le sue fatiche con un decimo posto finale che sarebbe stato migliore senza la crisi patita nella tappa di Bormio. VOTO: 6.5
PRIMOZ ROGLIC . Cade tante, troppo volte. La caduta nella ricognizione della cronometro di Pisa è probabilmente la pietra tombale sul suo Giro. SI ritira mestamente nella tappa del San Valentino dopo l’ennesima caduta eda 35 anni non sappiamo a questo punto se sarà ancora competitivo per un GT. VOTO: 5
JUAN AYUSO. Anche lo spagnolo è tartassato dalle cadute che ne limitano movimenti e posizione sui pedali a causa del ginocchio dolorante. Non è mai nel vivo della corsa. se non nelle primissime tappe, e quando si rende conto – lui e la sua squadra – che Del Toro inanella buone prestazioni tappa dopo tappa vestendo anche la maglia rosa, si arrende al ritiro, che avviene nella diciottesima tappa, dopo che ci era messa anche una puntura d’ape. VOTO: 5
ANTONIO TIBERI. Doveva essere la migliore speranza italiana per salire almeno sul podio, ma tra cadute e una forma che non è mai sembrata delle migliori chiude in un anonima diciassettesima posizione, lontano anni luce dalle posizioni che contano e con all’attivo altrettanti tre sesti posti di tappa. VOTO: 4
MIKEL LANDA La sua esperienza e la sua affidabilità nei GT potevano portarlo davvero in alto in questo Giro, ma una curva in discesa non segnalata e poco protetta causa la caduta che lo estromette dalla corsa già nella prima tappa. S.V.
Antonio Scarfone

