GIUGNO 2025, BARRA A DRITTA E AVANTI TUTTA VERSO IL TOUR
giugno 7, 2025
Categoria: Approfondimenti, Copertina
Calato il sipario sul Giro d’Italia è ora di pensare al Tour de France che scatterà tra un mese. Il Delfinato sarà una vera e propria prova generale della Grande Boucle, ma anche le altre brevi corse a tappe che si succederanno nel mese di giugno si annunciano interessanti.
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È appena calato il sipario sul Giro e già sono affissi i cartelloni che annuncio il prossimo grande show ciclistico, il Tour de France. La Grande Boucle quest’anno prenderà il via sabato 5 luglio da Lilla e della sua scenografia già si conoscono da tempo i dettagli. Anche il cast è fatto, almeno per quel che riguarda i primattori, ora bisogna prepararsi per la parte e il mese di giugno calza a pennello per questo lavoro, grazie a una serie di corse a tappe ideali per le “prove generali”. E la prova generale per eccellenza del Tour è il Criterium del Delfinato (8-15 giugno), soprattutto perché al via tradizionalmente si schierano quelli che saranno i principali protagonisti dell’imminente Grande Boucle e, infatti, alla 77a edizione della competizione transalpina saranno iscritti il vincitore del Tour 2024 Tadej Pogacar, il suo principale avversario Jonas Vingegaard e il terzo incomodo Remco Evenepoel. Una settimana esatta dopo la conclusione del Giro d’Italia a Roma la prima bandierina del via sarà abbassata a Domérat, sede di partenza della frazione d’apertura, 189 Km e un percorso collinare per arrivare a Montluçon dopo aver affrontato un circuito di una trentina di chilometri che prevede di ripetere per tre volte lo strappo della Côte de Buffon (600 metri al 9% con un muretto finale di 200 metri al 13%), che dovrà essere superato per l’ultima volta a soli 7 Km dall’arrivo, un finale che prende per la gola i cosiddetti “finisseur”. Tra Prémilhat e Issoire per 205 Km si svolgerà quella che dovrebbe essere la prima di tre tappe riservate ai velocisti, i quali dovranno prima digerire i saliscendi che la “tormentano”, mentre più complicato per qualcuno di loro sarà il finale della successiva Brioude – Charantonnay (la tappa più lunga, 207 Km) perché sicuramente qualche sprinter sarà respinto dalla Côte du Château Jaune, salita di 1.2 Km al 9.6% da scavalcare a 19 Km dall’epilogo. E i big della classifica? In questi primi tre giorni dovrebbero rimanersene buoni buoni nelle retrovie per poi fare il loro ingresso in scena nella quarta tappa, una cronometro individuale lunga poco più di 17 Km che si correrà tra Charmes-sur-Rhône e Saint-Péray, centri collegati da un tracciato veloce ma non troppo poiché gli organizzatori hanno previsto che non si dovrebbero superare i 50 Km orari a causa della presenza di un tratto in salita di quasi 2 Km all’8% che spezzerà la pianura a metà del viaggio. È stata definita “hilly”, collinare, la successiva tappa che in 183 Km condurrà da Saint-Priest a Mâcon, ma le quattro ascese che sono state inserite nel tracciato non saranno per nulla “pepate” e, considerato che dopo l’ultimo colle mancheranno 27 Km all’arrivo, non è escluso che a imporsi oggi sia una velocista. La musica sarà destinata a cambiare nelle ultime tre frazioni interamente disegnate in montagna, cominciando con quella che da Valserhône porterà i corridori in 127 Km a Combloux, dove la linea del traguardo sarà tirata ai 1190 metri della Côte de la Cry, al termine di un’ascesa di 8.8 Km al 7.4% che riserverà i tratti più ostici nei primi 2.4 Km al 9.5%, coincidenti con la mitica Côte de Domancy, la salita che fu inserita nel durissimo percorso dei mondiali del 1980, evento che si ripeterà nel 2027 quando la rassegna iridata tornerà a Sallanches. Il penultimo giorno di gara andrà in scena il pezzo forte del Delfinato 2025, un tappone che non sfigurerebbe nel tracciato del Tour e che in 132 Km concentrerà tre interminabili salite, tra le quali spiccano due “moloch” della Grande Boucle: dopo la partenza da Grand-Aigueblanche prima ci si dovrà arrampicare fino a quasi 2000 metri del Col del Madeleine (24.7 Km al 6.1%) per poi salire ancora più in alto e scollinare i 2063 metri del Col de la Croix-de-Fer (22.4 Km al 7%), mentre il tratto conclusivo si svolgerà lungo la strada d’accesso alla stazione di sport invernali di Valmeinier 1800, che prevede 16.2 Km al 6.8%. Terminerà a due passi dal confine con l’Italia la frazione conclusiva che l’indomani si correrà sulla distanza di 134 Km tra Val-d’Arc e Val-Cenis, dove il traguardo sarà posizionato nel cuore dell’Altopiano del Moncenisio, 5 Km dopo aver scollinato la cima dell’omonimo valico (10 Km al 7%).
Il Delfinato ha raggiunto lo status di “prova generale” del Tour grazie all’acquisizione della gara da parte di ASO e del suo trasloco dalla sua precedente collocazione settembrina. Questo spostamento ha fatto passare quasi in secondo piano il più vetusto e prestigioso Giro di Svizzera, che solitamente viene prescelto solo da alcuni tra i big in ottica Tour de France. L’edizione 2025, in calendario dal 15 al 22 giugno, presenterà un tracciato più favorevole agli scalatori rispetto al Giro del Delfinato, pur essendo meno impegnativo della corsa francese. Chi punta alla vittoria finale potrebbe già fare un tentativo nella tappa d’apertura perché il circuito di 130 Km disegnato attorno a Küssnacht prevede d’affrontare la breve ma impegnativa salita della Michaelskreuz (3 Km al 9%) a 14.5 Km dal traguardo. Dopo la ripartenza da Aarau il giorno dopo si farà rotta in 177 Km verso lo Schwarzsee (letteralmente Lago Nero), sulle cui sponde terminerà la prima delle cinque tappe caratterizzate dall’arrivo in salita, anche se al traguardo non sarà assegnato il Gran Premio della Montagna essendo quella conclusiva una salita facilissima (5 Km al 3.3%) e nemmeno quelle che si affronteranno in precedenza proporranno numeri da selezione. Aarau darà il via anche alla terza frazione, con un finale in quota come il giorno precedente, anche se saranno più impegnativi i chilometri conclusivi perché la salita finale verso Heiden (anche qui nulla di particolarmente trascendentale, sono solo 3.4 Km al 5.3%) sarà immediatamente preceduta da due GPM consecutivi da affrontare nel giro di poco tempo, 5 Km al 6.4% per il primo, 2.1 Km al 7.4% per il secondo. Per vedere i corridori affrontare la prima grande salita bisognerà attendere la quarta tappa, quando si raggiungeranno i 2115 metri del Passo dello Spluga, da approcciare dal versante elvetico (9 Km al 7.2%) quando mancheranno 47 Km al traguardo di Piuro: l’Italia tornerà così a ospitare un arrivo di tappa del Giro di Svizzera a 27 anni dall’ultima volta, quando una frazione terminò a Varese con il successo del francese Laurent Jalabert sull’elvetico Beat Zberg e sul corridore di casa Stefano Garzelli. Considerata l’interminabile discesa verso la Valchiavenna difficilmente quella di Piuro sarà una frazione in grado di creare grande selezione, rimandata al tappone (quasi 3900 metri di dislivello) in programma il giorno successivo e interamente disegnato sulle strade del Canton Grigioni: si partirà da La Punt-Chamues-ch e si andranno a superare altri due passi over 2000 – lo Julierpass (7.3 Km al 6.5%) e il San Bernardino (7.9 Km al 5.7%) – prima della doppia ascensione finale verso Santa Maria in Calanca, la prima parziale (4.5 Km al 9.8%) e la seconda completa (6.8 Km al 9.1%). Ci sposterà quindi a Coira per il via dell’unica frazione destinata ai velocisti, che troveranno strade adatte ai loro mezzi viaggiando in direzione di Neuhausen am Rheinfall, cittadina dalla quale poi ci si rimetterà in viaggio per raggiungere Emetten, il comune del Canton Nidvaldo che avrà l’onore di ospitare il traguardo delle ultime due frazioni, entrambe con arrivo in salita ma con finali totalmente diversi. La penultima sarà caratterizzata da un tracciato di media montagna che avrà i suoi momenti clou nella salita di 5.3 Km all’8.2% del GPM di Bürgenstock, da scollinare a circa 17 Km dall’arrivo, a sua volta posto al termine di un tratto di 3.9 Km all’8.3%. Per la decisiva cronoscalata dell’ultimo giorno la linea del traguardo sarà spostata molto più in alto, ai 1272 metri della località di Stockhütte, per raggiungere la quale si dovranno percorrere 10 Km, quasi tutti in salita e tutta impegnativa poiché si pedalerà “accompagnati” da una pendenza media del 9%.
Se ci fossero corridori desiderosi di preparare il Tour lontano dalla pressione dei media potranno scegliere tra due corse a tappe più brevi e meno stressanti anche sul piano della pressione mediatica. La prima di queste è il Giro di Slovenia (4-8 giugno), il cui svolgimento quest’anno è stato anticipato di una settimana rispetto alle solite date e che dunque terminerà il giorno della partenza del Delfinato. Delle cinque frazioni in programma le prime tre saranno “affaire” per velocisti mentre a decidere la corsa sarà verosimilmente l’arrivo in salita previsto il quarto giorno, quando si dovrà affrontare la salita di 13 Km al 7.4% che condurrà al traguardo presso la stazione sciistica di Golte. Come puntualmente avviene dal 1996, la tappa finale terminerà a Novo Mesto, dove al posto della solita passerella conclusiva pro velocisti si dovrà percorrere un solo giro di un circuito di 16 Km che ha il suo punto focale nel muro di Trška, 1500 metri al 10.5% con un picco massimo del 20%.
Se il Giro di Slovenia si è spostato è rimasta stabile nella sua tradizionale posizione la Route d’Occitanie (18-21 giugno), che torna in calendario dopo un anno d’assenza perché l’edizione 2024 era stata annullata a causa della concomitanza con il passaggio, negli stessi giorni, del viaggio della torcia olimpica verso Parigi. La corsa francese, che è di fatto un clone in salsa pirenaica del Delfinato, si aprirà quest’anno con una breve cronometro, una tipologia di tappa che in questa gara non veniva proposta dal 2016, quando non aveva adottato l’attuale denominazione e si chiamava ancora Route du Sud. I dieci chilometri e rotti che il primo giorno si dovranno percorrere tra Saint-Affrique e Roquefort-sur-Soulzon, il centro famoso per la produzione dell’omonimo formaggio, avranno l’aspetto di una cronoscalata per via dei primi 5 Km da percorrere in salita (media del 4.7%) e in leggera ascesa (4.7%) saranno anche gli ultimi 1.7 Km. L’unico traguardo alla portata dei velocisti sarà quello della seconda tappa, anche se non saranno semplicissimi i 196 Km che si dovranno percorrere tra Gignac e Carmaux e in particolare alcuni sprinter potrebbero soffrire la salita di Requista – 5.3 Km al 6.2% – che si dovrà scavalcare a 65 Km dal traguardo, a sua volta preceduto da un paio di brevi “côtes” non ufficiali, l’ultima da scavalcare a una dozzina di chilometri dall’arrivo. Come da tradizione al terzo giorno si disputerà il tappone di alta montagna che – a differenza delle più recenti edizioni, nelle quali si era andati alla scoperta di salite inedite – proporrà due storiche salite del Tour de France, il Col du Tourmalet (2136 metri, 17 Km al 7.5%) e quella che terminerà presso la stazione di sport invernali di Luz Ardiden (1695 metri, 13.6 Km al 7.5%), alla quale si giungerà partendo da Pujaudran e percorrendo complessivamente 174 Km. Altri tre colli pirenaici presi a piene mani dai tracciati della Grande Boucle – Col de Portet d’Aspet (4 Km al 9.2%), Col de la Core (14 Km al 5.9%) e Col de Latrape (5.5 Km al 7.8%) – si affronteranno nel corso della tappa conclusiva, Saint-Gaudens – Saint-Girons di 128 Km, ma essendo inseriti in decrescendo di difficoltà e lontani dall’ultimo traguardo (36 Km da percorrere dopo l’ultimo GPM) difficilmente riusciranno a sovvertire la classifica scritta dal tappone del Tourmalet.
L’ultimo appuntamento di un certo rilievo prima del via del Tour sarà il campionato nazionale italiano che, per quanto riguarda la categoria elite (donne e under23 gareggeranno a Boario Terme), si correrà domenica 29 giugno in Friuli, su di un tracciato di 240 Km che ancora non è stato svelato nei dettagli e che si svolgerà tra San Vito in Tagliamento e Gorizia, dove si giungerà dopo un breve sconfinamento in Slovenia e aver ripetuto più volte le salite di San Floriano del Collio e di Monte Calvario. È già stato presentato, invece, il tracciato unico delle cronometro sulle quali il 26 giugno si sfideranno i migliori cronomen di tutte le categorie (elite, donne e under23), che dovranno percorrere 28 Km in totale pianura tra Morsano al Tagliamento e San Vito al Tagliamento
Nel mese di giugno non si assisteranno soltanto alle grandi manovre in vista del Tour poiché si tornerà a parlare di Giro d’Italia con la 48a edizione della Corsa Rosa destinata agli under23, che da tre anni a questa parte ha preso il nome di Giro Next Gen (15-22 giugno), letteralmente “Giro della Prossima Generazione”. L’unica cronometro inserita nel tracciato si affronterà il primo giorno, quando si dovranno percorrere contro il tempo poco più di 8 Km sulle pianeggianti strade di Rho. Dalla stessa cittadina lombarda, alle porte del capoluogo, scatterà la prima tappa in linea, che in 148 Km condurrà a Cantù, dove è stato disegnato un circuito a continui saliscendi che metterà a dura prova i velocisti e che strizza l’occhio ai finisseur per via dello strappo in cima al quale sarà posto il traguardo. Imitando quanto fatto lo scorso anno, gli organizzatori hanno piazzato al terzo giorno la prima delle due tappe d’alta montagna, che prenderà le mosse da Albese con Cassano – paese natale di Fabio Casartelli, del quale quest’anno cade il 30° anniversario della morte – per portarsi in 143 Km ai 1659 metri del Passo Maniva, dove si giungerà al termine di una salita di 10 Km al 7.5% che ha già ospitato questa corsa nel biennio 2018-2019, quando lassù s’imposero due colombiani, Alejandro Osorio e Andres Camilo Ardila. Temporaneamente lasciate le montagne la corsa si trasferirà sulle colline emiliane per una tappa di 133 Km che da Manerbio condurrà a Salsomaggiore Terme, dove si giungerà una trentina di chilometri dopo aver superare l’ascesa al Valico di Sant’Antonio (5.5 Km al 5.6%), forse troppo facile per ostacolare del tutto l’arrivo allo sprint nella nota località curativa del parmense. Più complicato sarà il tracciato della tappa di 153 Km che introdurrà la corsa in Piemonte, sulle cui strade si disputeranno per intero le rimanenti tre frazioni: nella quinta si pedalerà da Fiorenzuola d’Arda a Gavi per 153 Km, salendo strada facendo prima ai 1142 metri del Passo del Penice (13 Km al 6.7%) e poi ai 361 metri del Passo Coppi, ascesa che ha questo nome perché i suoi 2.8 Km al 5.8% terminano alle porte di Castellania, paese natale del Campionissimo. Le colline del Monferrato saranno il teatro del finale della terzultima frazione, 155 Km da Ovada a Canelli con le salite di Cassinasco (4.4 Km al 5.4%) e Sant’Ambrogio (4.3 Km al 6.2%), poi alla vigilia della conclusione si disputerà la seconda e ultima tappa di montagna, che ha in programma la partenza da Bra e l’arrivo in salita nella stazione di sport invernali di Prato Nevoso, dove la linea del traguardo sarà stesa a 1607 metri di quota, percorsa una salita di 13 Km al 7.2% che il Giro dei “grandi” ha già affrontato in tre occasioni (nel 1996, nel 2000 e nel 2018) e che nel 2008 è stata “perlustrata” anche dal Tour de France. Pur non avendo l’aspetto di una frazione di altra montagna, anche la conclusiva tappa di Pinerolo potrebbe risultare determinare al fine di assegnare definitivamente la maglia rosa perché bisognerà fare i conti per due volte, l’ultima a 14 Km dall’arrivo, con il tremendo muro di Prarostino, che prevede 2.7 Km d’ascesa all’11.% medio e un troncone centrale di 1200 metri al 16.3%.
Sconfiniamo ora nel mese di luglio per rimanere in tema “Corsa Rosa” con la 36a edizione del Giro d’Italia Femminile, che dalla scorsa stagione ha preso la denominazione di Giro Women (6-10 luglio) e che si disputerà in contemporanea con la prima settimana del Tour. Come la corsa riservata ai giovani, anche questa si aprirà con l’unica prova contro il tempo inserita nel tracciato, una piatta cronometro di 13.6 Km che si snoderà attorno alla città di Bergamo. Dalla vicina Clusone si pedalerà subito in direzione delle montagne perché l’arrivo della prima tappa sarà fissato dopo 99 Km ai 1173 metri del Passo dell’Aprica, anche se questa non sarà una frazione particolarmente adatta alle scalatrici perché l’unica vera difficoltà sarà rappresentata dall’ascesa finale, affrontata dal pedalabile versante di Edolo, 12.7 Km al 3.8% che gli organizzatori hanno comunque indurito inserendo il breve muro di Santicolo (900 metri al 10.4%) nella parte iniziale. La Cima Strada – l’equivalente della Cima Coppi dei maschi – sarà toccata l’indomani ai 1883 metri del Passo del Tonale subito dopo la partenza della Vezza d’Oglio – Trento, tappa che non presenterà altre difficoltà altimetriche e che offrirà dunque una prima occasione per le velociste. Le scalatrici, invece, troveranno pane per i loro denti il giorno successivo, quando si partirà da Castello Tesino alla volta di Valdobbiadene, dove l’arrivo sarà posto ai 1076 metri della località di Pianezze, percorsa una salita finale di 11 Km al 7.5% che questa corsa aveva già proposto come arrivo di tappa nel 1995, quando vi si era imposta la toscana Fabiana Luperini. La pianeggiante Mirano – Monselice, ultima chance per le spinters, servirà per traghettare la corsa dalle Alpi e agli Appennini, sulle cui strade si svolgeranno le ultime tre frazioni, cominciando con una tappa collinare che dalla riviera romagnola (partenza da Bellaria-Igea Marina) condurrà a Orciano di Pesaro con 144 Km infarciti di salite non eccessivamente impegnative e che non dovrebbero vedere sugli scudi le favorite per il successo finale. Queste ultime, infatti, preferiranno a questo punto della corsa non sprecare eccessive energie in vista della tappa regina che, qualche ora più tardi, le vedrà pedalare da Fermignano in direzione del Monte Nerone, con traguardo poco sotto i 1400 metri di quota e un’ascesa finale di 14.6 Km al 6.6%. Se questa salita non dovesse bastare a decretare chi avrà l’onore di succedere alla piemontese Elisa Longo Borghini nell’albo d’oro del Giro Women sarà la conclusiva Forlì – Imola a dirimere la questione; il tracciato prevede, infatti, tre tornate e mezza dell’impegnativo circuito che ospitò i campionati del mondo nel 2020, gara che la Longo Borghini terminò al terzo posto e che ha il suo momento più impegnativo nell’ascesa alla Cima Gallisterna (1500 metri al 10.1%).
Ci spostiamo ancora più avanti nel calendario per concludere questa panoramica con il Tour de France Femmes (26 luglio – 3 agosto), terza edizione con questo nome per una corsa nata nel 1955 ma disputata con regolarità solo dal 1984 al 1993 prima di un lungo stop terminato nel 2022. Sarà la Bretagna a ospitare il “Grand Départ”, che vedrà la corsa transalpina prendere il via con due insidiose frazioni collinari meritevoli di attenzione anche da parte delle atlete che puntano alla vittoria finale grazie alle loro prestazioni in montagna (non saranno previste cronometro in questa edizione). Delle prime due la tappa più difficile sarà quella d’apertura, che vedrà la bandiera del via sventolata a Vannes e il traguardo 79 Km più avanti a Plumelec, in cima a una salita di 1.7 Km al 6.2% che dovrà essere presa di petto tre volte. Parecchi saliscendi saranno previsti anche il giorno successivo nel corso dei 110 Km della Brest – Quimper e anche in questo caso le difficoltà altimetriche più interessanti saranno poste a ridosso del traguardo, con un’ascesa di 1.1 Km al 5.7% che terminerà a poco più di 4 Km dall’arrivo, a sua volta posto al termine di un breve strappo (mezzo chilometro al 7.5%). Gli appassionati di arrivi allo sprint dovranno attendere il terzo giorno di gara per vedere per la prima volta le velociste all’opera sul rettilineo d’arrivo della La Gacilly – Angers, tappa che sarà seguita da un’altra frazione altimetricamente molto semplice, questa tracciata tra Saumur e Poitiers. Anche la successiva tappa, che dal parco tematico Futuroscope di Chasseneuil-du-Poitou condurrà in 166 Km (sarà la frazione più lunga) a Guéret dovrebbe concludersi con una volata, ma stavolta lo sprint non sarà a ranghi compatti perché il finale ricorda quello della Milano-Sanremo, con la salita di 2.7 Km al 5.5% verso il Maupuy che rammenta il Poggio e che terminerà a soli 6.8 Km dal traguardo. Come accadrà al Tour dei professionisti anche nella corsa femminile la prima tappa d’alta montagna sarà disegnata sulle strade del Massiccio Centrale e, come tutte le frazioni disegnate in questa zona della Francia, potrebbe rilevarsi molto più impegnativa del previsto a causa delle alte temperature che d’estate si raggiungono da queste parti: nello specifico si dovranno percorrere 124 Km tra Clermont-Ferrand e Ambert salendo fino ai 1390 metri del Col du Béal (10.6 Km al 5.5%), salita non particolarmente difficile ma che, proprio per il clima, potrebbe risultare molto più selettiva. Si sbarcherà quindi sulle Alpi, teatro di svolgimento delle ultime tre tappe, introdotte da una frazione sulla carta non particolarmente difficile, 160 Km da Bourg-en-Bresse a Chambéry con il Col du Granier (9 Km al 5.5%) da scalare prima d’imboccare la lunga discesa (circa una quindicina di chilometri) che terminerà alle porte dell’arrivo. Chambéry accoglierà anche la partenza della tappa regina, che si concluderà 112 Km più avanti ai quasi 2000 metri del Col de la Madeleine, al quale si salirà da un versante parallelo e molto più impegnativo di quello tradizionale di La Chambre, 18.6 Km d’ascesa all’8.1% che nel 2020 fu tenuto a battesimo dai professionisti, affrontato per la prima volta nella storia prima al Delfinato e un mese più tardi al Tour de France, in occasione della tappa vinta dal colombiano Miguel Ángel López sul Col de la Loze. Un’altra storica e durissima salita della Grande Boucle, il Col de Joux Plane (11.6 Km all’8.6%), è inserita nel tracciato della conclusiva frazione Praz-sur-Arly – Châtel (124 Km), anche se con una collocazione non felicissima perché posizionato praticamente a metà dell’ultima tappa.
E ora, dopo aver assistito a un’edizione del Giro particolarmente coinvolgente, la redazione de ilciclismo.it augura Buon Tour a tutti, con l’auspicio di far da spettatori a un’altra corsa non meno appassionante.
Mauro Facoltosi
I SITI DELLE CORSE CITATE NELL’ARTICOLO
Critérium du Dauphiné
www.criterium-du-dauphine.fr/en
Tour de Suisse
Tour of Slovenia
Route d’Occitanie
Giro Next Gen
Giro Women
Tour de France Femmes
Tour de France

Il lac du Mont-Cenis sulle cui sponde terminerà l'edizione 2025 del Delfinato (www.savoie-mont-blanc.com)