GIRO D’ITALIA 2025 – LE PAGELLE
giugno 3, 2025
Categoria: Approfondimenti, Copertina
Le nostre pagelle ai protagonisti e ai non protagonisti del Giro 2025. Simon Yates vince d’astuzia il suo secondo GT, Mads Pedersen tra i ciclisti più vincenti e in forma. L’Italia si salva con Fortunato e Scaroni. Tra cadute e delusioni, insufficienze per Roglic, Ayuso e Tiberi
SIMON YATES. Parte in sordina e le cadute in serie dei suoi avversari lo favoriscono non poco. In più, dimostra di avere una condizione che cresce tappa dopo tappa fino all’azione sul Colle delle Finestre che mette sotto scacco scacco Del Toro e Carapaz. Vince il suo secondo GT, dopo la Vuelta 2018, senza avere alla vigilia i favori del pronostico ma tutto sommato con merito alla luce delle scelte tattiche decisive. VOTO: 9
ISAAC DEL TORO. L’UAE Team Emirates XRG continua a sfornare campioni e “campionabili”. A 21 il messicano ha di fronte a sé una carriera da vincente e vincente sarebbe stato anche al suo primo Giro se la tattica dell’UAE fosse stata diversa. Sul Colle delle Finestre pensa a marcare stretto Carapaz, considerato l’avversario più temibile per la maglia rosa, ma insieme alla squadra ignora Simon Yates, che sfrutta al meglio le sue carte. Vince comunque la tappa di Bormio. VOTO: 8
DAMIANO CARUSO. Arrivare quinto in un GT all’età di 37 anni non è una cosa di tutti i giorni e il ciclista siciliano, che partiva come gregario di Antonio Tiberi, costruisce pezzo dopo pezzo una top five meritata con sacrificio e determinazione. VOTO: 8
GIULIO PELLIZZARI Dopo il ritiro di Roglic il marchigiano diventa l’uomo squadra della Redbull BORA Hansgrohe e convince specialmente nelle tappe di Brentonico e di Bormio. Il sesto posto finale dice senza ombra di dubbio che può diventare il ciclista italiano di riferimento per i grandi giri. VOTO: 8
MADS PEDERSEN. Dimostra di avere una gran gamba, anche nelle tappe mosse e perfino in quelle di montagna, andando spesso e volentieri in fuga. Vince a mani basse la maglia ciclamino vincendo quattro tappe e indossando anche la prima maglia rosa. Al Tour la Lidl Trek punterà su Jonathan Milan ma Pedersen lo rivedremo alla Vuelta. VOTO: 8
LORENZO FORTUNATO. Magari non avrà vinto tappe e non ci siamo stropicciato gli occhi come per Pedersen, ma anche la sua vittoria della maglia azzurra non è sembrata quasi mai in discussione. VOTO: 8
WOUT VAN AERT. La classe non è acqua e, dopo una prima settimana difficile in cui ottiene soltanto un secondo posto nella prima tappa di Tirana alle spalle di Pedersen, il belga migliora nel prosieguo del Giro ottenendo una bella vittoria a Siena nella tappa degli sterrati. Infine aiuta in modo determinante Simon Yates nella tappa del Colle delle Finestre, andando in fuga presto e trainando nel finale il ciclista britannico verso la vittoria al Giro. Oltre ad essere stato l’ultimo uomo nelle volate di Kooij. VOTO: 8
RICHARD CARAPAZ. Probabilmente il ciclista che recrimina di più. Dimostra di avere un’ottima forma, vince la tappa di Castelnovo ne’ Monti e scala posizioni su posizioni in classifica generale. Forse sul Colle delle Finestre attacca troppo presto sprecando energie e perdendo lucidità , visto che dopo l’allungo di Yates si deve accollare il peso dell’inseguimento poichè Del Toro non collabora. VOTO: 7.5
EGAN BERNAL. Dopo i gravi infortuni patiti è ancora lontano dalla forma dimostrata tra il 2019 e il 2021, quando vinse Giro e Tour. Il settimo posto finale è comunque un’iniezione di fiducia. VOTO: 7.5
OLAV KOOIJ. Il velocista più forte del Giro si porta a casa due vittorie di tappa ma non è mai entrato in competizione con Pedersen per la vittoria della maglia ciclamino. VOTO: 7.5
GIULIO CICCONE. Il ciclista italiano più propositivo del Giro 2025 fino alla caduta nella tappa di Nova Gorica e al conseguente ritiro. La top five poteva essere davvero alla sua portata. VOTO: 7
CHRISTIAN SCARONI. L’Italia ciclistica deve ringraziare il ciclista bresciano se non resta a secco di vittorie al Giro 2025. VOTO: 7
DEREK GEE. Dopo il nono posto al Tour 2024 ecco il quarto posto al Giro 2025. Il canadese prova a ripercorrere le gesta di Hesjedal e chissà che in futuro non ci riesca. VOTO: 7
EINER RUBIO. Per il colombiano è un Giro fotocopia di quello 2024, senza alti né bassi. VOTO: 7
BRANDON MCNULTY. Una top five per lo statunitense dell’UAE nonostante il lavoro di gregariato prima per Ayuso e poi per Del Toro. VOTO: 7
MICHAEL STORER. L’australiano termina le sue fatiche con un decimo posto finale che sarebbe stato migliore senza la crisi patita nella tappa di Bormio. VOTO: 6.5
PRIMOZ ROGLIC . Cade tante, troppo volte. La caduta nella ricognizione della cronometro di Pisa è probabilmente la pietra tombale sul suo Giro. SI ritira mestamente nella tappa del San Valentino dopo l’ennesima caduta eda 35 anni non sappiamo a questo punto se sarà ancora competitivo per un GT. VOTO: 5
JUAN AYUSO. Anche lo spagnolo è tartassato dalle cadute che ne limitano movimenti e posizione sui pedali a causa del ginocchio dolorante. Non è mai nel vivo della corsa. se non nelle primissime tappe, e quando si rende conto – lui e la sua squadra – che Del Toro inanella buone prestazioni tappa dopo tappa vestendo anche la maglia rosa, si arrende al ritiro, che avviene nella diciottesima tappa, dopo che ci era messa anche una puntura d’ape. VOTO: 5
ANTONIO TIBERI. Doveva essere la migliore speranza italiana per salire almeno sul podio, ma tra cadute e una forma che non è mai sembrata delle migliori chiude in un anonima diciassettesima posizione, lontano anni luce dalle posizioni che contano e con all’attivo altrettanti tre sesti posti di tappa. VOTO: 4
MIKEL LANDA La sua esperienza e la sua affidabilità nei GT potevano portarlo davvero in alto in questo Giro, ma una curva in discesa non segnalata e poco protetta causa la caduta che lo estromette dalla corsa già nella prima tappa. S.V.
Antonio Scarfone