ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI BITONTO

maggio 18, 2010
Categoria: Approfondimenti

Dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: pareri tecnici di campioni del passato, che conoscerete nelle prossime giornate; le notizie sulle condizioni di Damiano Cunego, pervenute direttamente dal suo direttore sportivo; la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; una rubrica umoristica in ricordo di Raimondo Vianello; le “perle” dei telecronisti e le previsioni del tempo per la tappa che verrà. Seguiteci.

Foto copertina: un momento tranquillo della 10a tappa (foto Bettini)

PERCHE’ NON VINCIAMO?

Come mai gli italiani non stanno conseguendo successi al Giro? Si tratta solo di una particolare “congiunzione astrale” o c’è sotto un problema reale? Abbiamo posto questa domanda sia agli appassionati (vedi la rubrica Box Populi), sia agli addetti ai lavori, corridori, ex professionisti e giornalisti.

Stefano Bertolotti, giornalista
Mah…. dobbiamo considerare che di italiani al Giro, se non sbaglio, ce ne sono 50 o poco più, quindi un terzo di tutti i partecipanti. Le tappe di questa prima parte di Giro non erano adatte ai nostri uomini più rappresentativi che, se fossero stati in forma, avrebbero sicuramente lasciato il segno. Mi riferisco in modo particolare a Petacchi che, in altre condizioni fisiche, a quest’ora avrebbe già vinto almeno 3 tappe e invece si sta vedendo il Giro in tv.
Credo che già da domani (oggi, ndr) la situazione possa cambiare.

Luca Zanasca, professionista (Feudi di San Marzano-CDC-Cavaliere)
Sinceramente non saprei, credo che al Giro non ci siano squadre italiane organizzate come Htc-Columbia o Garmin che corrono per cercare di vincere (Liquigas a parte, che dosa le energie per la classifica generale). Gli altri corridori italiani cercano di salvarsi e magari puntano a una tappa con fughe da lontano…
inoltre sono fiducioso nella seconda e terza settimana, nelle tappe di montagna gli italiani in gara saranno più protagonisti…
Piu che ” crisi di vittorie” mi domanderei perchè sono rimaste a casa squadre italiane e siano venuti team “poco agguerriti ”
Vedere in gara meno di 50 italiani al Giro d’Italia…

Paolo Viberti, giornalista
a) pochi italiani al via per colpa delle leggi ProTour
b) troppi corridori fuori gruppo per motivi vari (Ballan, Bettini, Di Luca, Rebellin, Riccò, etc etc)
3) manca ricambio generazionale

Daniel Gisiger, ex professionista elvetico
Non e facile da dire. Forse il ciclismo italiano è come il ciclismo francese: più pulito che in altri paesi…..

Davide Rebellin, professionista
Secondo me gli italiani stanno attraversando un periodo di cambio generazionale, quindi nulla di allarmante; ci sono, in gruppo, alcuni giovani che cresceranno bene; ci vorrà solo un po’ di pazienza e la storia si ripeterà.
Per le conclusioni aspetteremo il termine di questo Giro d’Italia, sperando nel frattempo di vedere a braccia alzate qualche più o meno giovane italiano

Andrea Chiurato, ex professionista
Solo di partecipazione gli italiani sono circa 50 su 200 (alla partenza dall’olanda), quindi solo per quello potremmo dire di avere il 25% di possibilità di vincere. Poi, forse le tappe piu’ adatte devono ancora arrivare e in quelle disputate fino ad ora abbiamo comunque avuto vari secondi posti. Qualcuno di essi forse poteva essere una vittoria.

Jan Svorada, ex professionista
Sinceramente, non seguo più il ciclismo così da vicino, per poter darE una risposta da esperto. Comunque, mi pare che un po’ di crisi tra gli italiani c’e’. Nel ultimi anni sono usciti tanti giovani ragazzi stranieri mentre la bandiera italiana stano invece portando sempre i soliti campioni. Non riesco ad indovinare dove il principio di questo problema.

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Vino: “Marcherò Evans” (Gazzetta dello Sport)

Giro, Farrar batte Sabatini allo sprint. Vinokourov rosa(Corriere dello Sport – Stadio)

Farrar sprints to victory (The Daily Telegraph)

Farrar double la mise(L’Equipe)

Vinokourov : “Et une journée de plus avec le maillot” (Le Monde)

Tyler Farrar vence gracias a la picardía de Julian Dean (As)

Farrar, el más listo de Bitonto(Marca)

Farrar impone su ley en un sprint peligroso(El Mundo Deportivo)

Deuxième succès de Tyler Farrar(Le Soir)

Tyler Farrar s’adjuge la 10e étape au sprint(La Dernière Heure/Les Sports)

2e victoire pour Tyler Farrar(actu24.be)

Dean piloteert Farrar naar tweede ritwinst (De Standaard)

Nummer 2 voor Farrar in Giro (Het Nieuwsblad)

US sprinter Farrar wins 10th stage of Giro(USA Today)

Evans hangs on to second (Herald Sun)

Evans still second in Tour of Italy (The Age)

Farrar takes stage, McEwen out of gas(The Australian)

Farrar celebrates second stage victory (The Daily Telegraph – Australia)

BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

PERCHE’ NON VINCIAMO AL GIRO?

H: La causa sono sempre i media, soprattutto quelli sportivi. Ci hanno fatto credere per anni, anzi per decenni, di essere i più bravi, soprattutto nello sport, soprattutto nel calcio ma anche nel ciclismo. Non vinciamo il Tour dal 1965, visto che il Tour vinto da Pantani è stato il frutto di una serie di cause e questo la dice lunga. Abbiamo vinto classiche a iosa, negli ultimi decenni, anche all’estero, ed io ho un’idea precisa sui mezzi usati per vincerle. Per quanto riguarda il Giro, lo abbiamo vinto sempre, beh sempre no, ma spesso. Gli italiani lo dominavano, anzi lo stradominavano. Quando lo perdevano, lo perdevano soltanto contro uno straniero fortissimo (Hinault, Fignon, Indurain, ecc.) oppure contro uno straniero di scuola italiana (Berzin, Rominger, ecc.), quindi con il beneplacito dell’establishment italiano. Stravincevano le tappe. Con i velocisti, soprattutto. Tappette da due soldi. Corse ad andatura cicloturistica per 150 km, finale agonistico di 25 km, quando entravano in funzione le tv. Tutti tiravano a campare, nessuno scappava sennò lo prendevano a sberloni. Doveva vincere per forza Cipollini. Nessuno lo disturbi. Mafia. Al Giro vincevano gli italiani, anche la maggioranza delle tappe, solo perché gli italiani erano in stragrande maggioranza, per non dire che praticamente c’erano soltanto loro. Estremizzo il concetto per rendere l’idea. L’RCS ha capito che quelli non erano Giri. Ma Giretti. E ha voltato pagine. Se non l’avesse fatto, il Giro sarebbe finito male, sarebbe diventato una corsetta di due settimane, inferiore al Dauphiné e al TdS. Grazie all’RCS, quindi, che l’ha salvato. L’ha salvato rendendolo internazionale, cosa che io chiedo da decenni. Nove tappe vinte dagli stranieri su dieci sono un incontestabile indice d’internazionalità. E’ stata una scelta veramente coraggiosa, ma che paga. Il Giro ha fatto un grande salto di qualità. Alla faccia di quei pappafichi che sostenevano che vale la pena di ingaggiare al Giro i grandi campioni, ma non le figure di secondo e terzo piano. E invece sono proprio quelle che, quest’anno, hanno fatto grande il Giro. Che accendono la battaglia tutti i giorni. Che non guardano in faccia nessuno. Ora il Giro è una corsa vera. Se gli italiani non vincono è perché il nostro ciclismo non è in grado di vincere. E’ stato sovrastimato, hanno cercato, i media, di farci credere di avere grandi campioni. Alcuni erano drogati fino al collo, altri non erano proprio grandi campioni ed ora lo si vede. Una bella ridimensionata all’arroganza tipica dell’italiano. Applausi alla RCS.

N: Perchè gli italiani sono pochi e pure male assortiti e due di quelli buoni (Riccò, Visconti) li hanno lasciati a casa.

M: Velocisti non ne abbiamo più; quelli su cui potevamo sperare (Petacchi, soprattutto, e Modolo) si sono ritirati.
A Montalcino e sul Terminillo Evans e Sorensen sono stati più forti dei nostri; a Cava de’ Tirreni Pozzato ha perso l’attimo al momento di infilarsi nel varco davanti a lui; nelle altre tappe non abbiamo imbroccato la fuga giusta.
Poi capita di trovare l’annata sfigata.
Visto che si parla di internazionalizzare di più il Giro, siamo sulla buona strada.

J: Se va male anche questa siamo alla terza, di annata sfigata!

H: Non vinciamo al Giro perchè la lotta al doping ha decapitato molti big del ciclismo italiano, perchè non c’è un ricambio generazionale come fino a qualche anno fa in cui nelle categorie minori dominavamo, perchè ci sono nuove nazioni come l’Australia e la Gran Bretagna che prima non c’erano, perchè abbiamo solo due squadre italiane nel Pro Tour e quelle straniere sono più ricche e di conseguenza più forti delle nostre

S: Personalmente non mi scandalizzo, nè mi cruccio troppo se non vincono italiani al Giro. Non mi pare così scandaloso. Sarà che sono giovane, ma io non vedo il Giro come una guerra tra italiani e stranieri, ma una gara tra squadre e pretendenti alla maglia rosa.
Poi, i due per cui tifo, Nibali e Cunego, sono pure italiani e infatti ero dispiaciuto (ma anche molto contento) per il 2° posto di Damiano a Montalcino.
Quello che invece mi da fastidio è che la cosa diventa un motivetto ricorrente sui media; per esempio, ogni mattina alla radio si sente “ancora niente vittorie, giro amaro per gli italiani”, e altre scempiaggini simili. Raccontassero bene chi ha vinto, e perchè, e come ha fatto a vincere.
Sicuramente però bisogna anche dire che, a livello generale, la media del ciclismo estero si è alzata rispetto agli italiani, che fanno un pò più fatica; lo si è già visto nelle classiche e nella scorsa stagione. In più il Giro è un pò più internazionale rispetto a qualche anno fa. Cosa della quale non ci lamenteremo, anzi…

N: Condivido tutto.
Per il ciclismo in generale importante il fatto che 20 anni fa erano 4 o 5 nazioni ad avere la cultura del ciclismo come sport agonistico e le altre si dovevano accontentare di qualche isolato campione; adesso il livello medio è molto più alto e diffuso su tutto il pianeta, facendo “abbassare” il livello dei nostri corridori.
Al Giro in particolare perchè ci sono più stranieri interessati a vincere e le loro squadre non accettano più i comportamenti mafiosi dei nostri big (o presunti tali)

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

GIRO A SEGNO

Rubrica semiseria sul Giro 2010, in ricordo del grande Raimondo Vianello

Gli Italiani al giro non vincono più…
una volta i nostri erano cannibali
adesso ci sono molti can e pochi nibali..

by Napo

Vianello e la moglie Sandra (spettacoli.blogosfere.it)

Vianello e la moglie Sandra (spettacoli.blogosfere.it)

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Lucera – L’Aquila

Lucera: pioggia debole (0,2 mm), temperatura 18,5°C, venti deboli da NW (5 km/h), umidità al 58%
Campobasso (66,2° Km): pioggia debole (0,4 mm), temperatura 13,6°C, venti deboli da E (2-3 km/h), umidità al 70%
Isernia (116,3° Km): pioggia moderata (2,1 mm), temperatura 13,1°C, venti deboli da ESE (5 km/h), umidità al 81%
GPM Rionero Sannitico (136,2° Km): temporale con pioggia moderata (2,2 mm), temperatura 9,4°C, venti deboli da E (8-9 km/h), umidità al 83%
GPM Roccaraso (156,6° Km): temporale con pioggia moderata (2,8 mm), temperatura 8,6°C, venti deboli da E (8-10 km/h), umidità al 84%
Popoli (208,4° Km): pioggia moderata (2,3 mm), temperatura 14,1°C (percepiti 12°C causa vento), venti moderati da NE (11-13 km/h), umidità al 86%
L’Aquila: temporale con pioggia moderata (3,4 mm), temperatura 11,7°C, venti deboli da E (5-19 km/h), umidità al 82%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Il sole bacia i… begli errori

Arianna Secondini: “Siamo ad Avellino, nel bel corso Vittorio Emanuele II, lungo quasi 2 Km” (saranno 700 metri scarsi)
Pancani: “Tre volte si è saliti sull’Imbandina e si è sempre arrivati in volata” (nella tappa di Melfi del 1992 no)
Pancani: “Ha realizzato delle interviste stamattina Fabrizio Piacenti“(Piacente)
Pancani: “Doveva passare da lì il percorso, prima che la corsa venisse nuovamente modificata” (c’è stata una sola modifica al tracciato della tappa di Bitonto)
Savoldelli: “Il gruppo si è un po’ rallentato”
Cassani parlando di Wilson, primo australiano a vincere al Giro: “Vinse ad Ortona, a Tortona” (nessuna delle due, vinse a CORTONA)
Cassani: “Discesa che termina a 500 metri finali”

Perle dal Televideo RAI

Igniatiev (Ignatiev)
“Lungo la discesa del Brattello brutta caduta per Tiralongo (trauma commotivo)” (trauma NON commotivo)

Perla dal Teletext TSI (Svizzera italiana)
Jan Bakelants (Bakelandts)

Approfittiamo dell’occasione per andare a ravanare sul fondo della cassapanca (l’avete notato, è il soprannome che è stato affibbiato al duo microfonato della RAI) e a pescare qualche strafalcione storico.

Giacomo Crosa, inviato di Mediaset all’epoca dei Giri trasmessi dalle reti di Berlusconi: “Vi diamo appuntamento alla prossima puntata di Quelli del Giro” (Quelli del Giro era il titolo della trasmissione serale della RAI)

Alessandro Fabretti, concludendo una puntata di TGiro: “Un saluto a Rebecca, la figlia di Marco Pantani” (Davide Cassani)

Giuseppe Saronni, sempre ai tempi dei giri targati Mediaset: “Il Cuvignone presenta 9 Km di salata

ARCHIVIO ALMANACCO
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1a tappa Amsterdam


2a tappa Amsterdam – Utrecht

3a tappa Amsterdam – Middelburg

4a tappa Cuneo – Savigliano (cronosquadre)

5a tappa Novara – Novi Ligure

6a tappa Fidenza – Carrara

7a tappa Carrara – Montalcino

8a tappa Chianciano Terme – Terminillo

9a tappa Frosinone – Cava de’ Tirreni

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