FUGLSANG DI GIUSTEZZA SU BILBAO E MCNULTY. LANDA PERDE ALTRI 8″.

febbraio 21, 2020 by Redazione  
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Il danese non si ferma più e vince con sangue freddo nel tecnico finale di Úbeda, mentre il basco prova l’assalto sul tratto più duro dello strappo finale senza riuscirci. Secondo Pello Bilbao e terzo l’ottimo giovane Brandon McNulty in una tappa resa caotica dalle tortuosità del finale.

Il menù della terza tappa della Vuelta a Andalucíal prevede 177 Km da Jáen a Úbeda con ben 5 GPM, di cui due di prima categoria. L’ultimo GPM è il Puerto de Baeza (8,7 km al 5,5%) dove si scollina ai -13,5 km per poi approcciare l’arrivo con un continuo saliscendi fino allo svincolo per Úbeda ai -3.7 km, dal quale inizia uno strappo di 1,3 Km all’8,7%: è il terreno ideale per vedere ancora spettacolo sulle strade di Spagna ed infatti la frazione comincia con ripetuti attacchi e rimescolamenti che vedono al km 40 una fuga di addirittura 45 corridori, con tutti gli uomini di classifica presenti. Il gruppo guidato dalla Kern Pharma si danna per recuperare e a questo punto rimangono in testa dieci coraggiosi: Damiano Caruso (Bahrain – McLaren), Mikel Bizkarra (Fundación-Orbea), Lennard Hofstede (Jumbo-Visma), Enric Mas (Movistar), Floris De Tier, Jimmy Janssens e Louis Vervaeke (Alpecin-Fenix), Silvan Dillier (AG2R La Mondiale), Loïc Vliegen (Circus-Wanty Gobert) e Andrey Zeits (Mitchelton-Scott). Il plotone li tiene nel mirino e sull’ultimo GPM ci sono diversi attacchi e contrattacchi che lasciano solo tre corridori in avanscoperta – Caruso, De Tier e Mas – raggiunti poco dopo da Bizkarra e Dillier. Il quintetto ci prova ma sullo strappo finale escono i grossi calibri: Mikel Landa (Bahrain – McLaren) attacca di ritmo e lungo rapporto ma il leader della classifica Jakob Fuglsang e Ion Izagirre (Astana), Marc Soler (Movistar), Jack Haig (Mitchelton-Scott), Brandon McNulty (UAE-Team Emirates), Dylan Teuns e Pello Bilbao (Bahrain – McLaren) lo seguono. Entrati nella cittadina, il persorso si fa molto tecnico ed in testa vanno Haig e Teuns, ma all’entrata della curva ai -150 metri, dove c’era la deviazione delle ammiraglie, il belga va dritto portandosi dietro anche Haig. Nervi saldi, invece, per il leader Fuglsang che indovina tempi e traiettorie alla perfezione e vince con stile. Il suo margine in classifica su Landa è ora di 14″.
Domani tappa breve (126,5 km) da Villanueva Mesía a Granada che presenta 3 GPM, l’ultimo dei quali è l’impegnativo Alto del Purche (1° cat. 8,8 km al 7.8%), sul quale si scollina a 20 km dall’arrivo. Si tratta di una tappa forse buona per una fuga oppure per un’azione architettata da chi non si è ancora arreso alla molto probabile vittoria finale di Fuglsang.

Matteo Conz

Fuglsang è il più agile di tutti nel tortuoso finale disegnato nel centro della cittadina di Úbeda (Getty Images)

Fuglsang è il più agile di tutti nel tortuoso finale disegnato nel centro della cittadina di Úbeda (Getty Images)

21-02-2020

febbraio 21, 2020 by Redazione  
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VOLTA AO ALGARVE EM BICICLETA (Portogallo)

L’olandese Cees Bol (Team Sunweb) si è imposto nella terza tappa, Faro – Tavira, percorrendo 201.9 Km in 5h00′51″ alla media di 40.27 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Sacha Modolo (Alpecin-Fenix) e il connazionale Fabio Jakobsen (Deceuninck – Quick Step). Il belga Remco Evenepoel (Deceuninck – Quick Step) è ancora leader della classifica con lo stesso tempo del tedesco Maximilian Schachmann (Bora – Hansgrohe) e 2″ sull’irlandese Daniel Martin (Israel Start-Up Nation). Miglior italiano Vincenzo Nibali (Trek – Segafredo), 8° a 8″

VUELTA A ANDALUCÍA-RUTA CICLISTA DEL SOL (Spagna)

Il danese Jakob Diemer Fuglsang (Astana Pro Team) si è imposto nella terza tappa, Jáen – Úbeda, percorrendo 176.9 Km in 4h33′25″ alla media di 38.82 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Pello Bilbao López de Armentia (Bahrain – McLaren) e di 1″ lo statunitense Brandon McNulty (UAE-Team Emirates). Miglior italiano Damiano Caruso (Bahrain – McLaren), 13° a 26″. Fuglsang è ancora leader della classifica con 14″ sullo spagnolo Mikel Landa Meana (Bahrain – McLaren) e 30″ su Bilbao López de Armentia. Miglior italiano Edward Ravasi (UAE-Team Emirates), 30° a 5′43″.

TOUR CYCLISTE INTERNATIONAL DES ALPES MARITIMES ET DU VAR (Francia)

Il francese Anthony Perez (Cofidis, Solutions Crédits) si è imposto nella prima tappa, Le Cannet – Grasse, percorrendo 186.8 Km in 4h54′03″ alla media di 38.12 Km/h. Ha preceduto di 2″ il connazionale Anthony Turgis (Team Total Direct Énergie) e di 4″ l’australiano Michael Storer (Team Sunweb). Miglior italiano Fausto Masnada (CCC Team), 12° a 6″. Perez è il primo leader della classifica con 2″ su Turgis e 4″ su Storer. Miglior italiano Masnada, 12° a 6″

TOUR OF ANTALYA (Turchia)

L’italiano Giovanni Lonardi (Bardiani-CSF-Faizanè) si è imposto nella seconda tappa, Kemer – Antalya, percorrendo 165.3 Km in 4h16′58″ alla media di 38.60 Km/h. Ha preceduto allo sprint i belgi Gianni Vermeersch (Alpecin-Fenix) e Kenneth Van Rooy (Sport Vlaanderen – Baloise). Lonardi è il nuovo leader della classifica con 2″ su Van Rooy e 4″ su Vermeersch

BOL “ESPLODE” A TAVIRA, EVENEPOEL RESTA IN GIALLO

febbraio 21, 2020 by Redazione  
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La volata di Tavira premia Cees Bol (Sunweb) che conquista la prima vittoria stagionale nella terza tappa della Volta ao Algarve 2020. Battuti Sacha Modolo (Alpecin Fenix) e Fabio Jakobsen (Deceuninck Quick Step). Remco Evenepoel (Deceuninck Quick Step) resta in testa alla classifica generale.

La terza tappa della Volta ao Algarve 2020 è anche la più lunga di questa edizione con i suoi 202 km. Si parte da Faro e si arriva a Tavira ma non ci sono insidie altimetriche tali da apportare cambiamenti alla classifica generale, comandata da Remco Evenepoel (Deceunick Quick Step) dopo l’exploit di ieri sull’Alto da Fóia. Si prevede una probabilissima volata di gruppo, anche perchè i due GPM in programma sono concentrati nei primi 80 km di corsa e non sembrano destare grosse preoccupazioni ai velocisti. Fabio Jakobsen (Deceuninck Quick Step) proverà quindi a bissare la vittoria conseguita nella prima tappa, anche se dovrà difendersi dalla voglia di rivalsa di gente come Elia Viviani (Cofidis), Alexander Kristoff (UAE Team Emirates) e, perchè no, dello stesso Matteo Trentim (CCC), terzo nella prima tappa dietro Jakobsen e Viviani. Dopo la partenza da Faro si formava la fuga di giornata grazie all’azione di Gotzon Martin (Fundación-Orbea), Aleksandr Grigorev (Atum General) e Tiago Antunes (Efapel). Dopo 6 km il vantaggio del terzetto di testa sul gruppo era di 1 minuto e 40 secondi. Martin si aggiudicava il primo traguardo volante di São Brás de Alportel, posto al km 18.4. Nel frattempo il gruppo non tirava più di tanto ed il vantaggio della fuga aumentava a 4 minuti dopo 20 km. Grigorev si aggiudicava il GPM di Portela da Corcha, posto al km 63.4, mentre Antuses transitava per primo sul successivo GPM di Cachopo, al km 78.3. Una volta terminate le maggiori asperità altimetriche il gruppo aumentava progressivamente il ritmo ed era il Team Cofidis a farsi vedere nelle prime posizioni. Martin si aggiudicava il secondo sprint intermedio di Alcoutim (Km 135), poi il gruppo riprendeva i fuggitivi a 22 km dall’arrivo sulla spinta del lavoro fatto da Cofidis e Deceuninck Quick Step. Una curva verso sinistra con rotatoria provocava una caduta in cui avevano la peggio tre ciclisti della Trek Segafredo, Koen De Kort, Jasper Stuyven ed Edward Theuns, i quali ripartivano dopo aver ricevuto immediata assistenza. Anche la UAE Team Emirates guadagnava le prime posizioni del gruppo per preparare la volata di Alexander Kristoff. La volata vedeva la vittoria di Cees Bol (Sunweb), che precedeva Sacha Modolo (Alpecin Fenix) e Jakobsen. Viviani concludeva soltanto in settima posizione. Bol ottiene così la prima vittoria stagionale mentre la classifica generale non subisce variazioni e vede Evenepoel sempre in maglia gialla davanti a Maximilian Schachmann (Bora Hansgrohe). Domani è in programma la quarta tappa da Albufeira all’Alto de Malhão (che verrà scalato due volte nel finale) con ben cinque GPM da affrontare e con un tracciato che presenta pochissima pianura. Vedremo chi, tra gli uomini di classifica, proverà ad attaccare Evenepoel ed eventualmente ad impensierirlo, anche se la cronometro finale di Lagoa si adatta perfettamente al belga che domani potrebbe pure ipotecare la vittoria finale.

Giuseppe Scarfone

Cees Bol vince la seconda delle due tappe riservate ai velocisti (Getty Images)

Cees Bol vince la seconda delle due tappe riservate ai velocisti (Getty Images)

VUELTA A ANDALUCÍA, COLPACCIO DI GONZALO SERRANO

febbraio 20, 2020 by Redazione  
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Stupendo attacco finale dello spagnolo Gonzalo Serrano nella tappa di Iznájar, che tra i protagonisti ha avuto anche il giovane corridore italiano Stefano Oldani. Tranne David De La Cruz ed Enric Mas, i miglior terminano la tappa tutti assieme e il danese Jakob Fuglsang conserva così la maglia di leader conquistata ieri nella prima frazione

Finale palpitante anche oggi alla Vuelta a Andalucía, dove forse è nata una nuova stella del panorama internazionale. La tappa da Siviglia a Iznájar prevedeva 198 km con 3 GPM, diversi mangia e bevi ed un ultimo chilometro con pendenza media dell’8.2% e massima del 17.7%. Parte presto la fuga con Alexis Gougeard (AG2R La Mondiale), Matthew Holmes (Lotto Soudal), Taco van der Hoorn (Jumbo Visma), Jérôme Cousin (Total Direct Énergie) e Juan Felipe Osorio (Burgos-BH), che tengono duro fino ai -14 km dall’arrivo quando il gruppo si ricompatta. Sulle ondulazioni finali ci provano i giovani Stefano Oldani (Lotto-Soudal) e Brandon McNulty (UAE Team Emirates) che guidano la corsa per qualche chilometro per poi venir ripresi. Il gruppo compatto quindi attraversa di slancio il ponte sul fiume Genil per avere l’abbrivio verso la rampa finale ed è nell’ultimo chilometro che il venticinquenne Gonzalo Serrano (Caja Rural – Seguros RGA) lancia lo spettacolare attacco che lo porta a vincere su Juan José Lobato (Fundación – Orbea) e Dylan Teuns (Bahrain-McLaren), che arrivano a 2″ mentre il plotone con Jakob Fuglsang (Astana) e tutti gli altri favoriti per la classifica generale arrivano dopo 4″. Si segnala una buona Top10 anche per il nostro Andrea Pasqualon mentre è stata una giornataccia per David De La Cruz (UAE-Team Emirates) ed Enric Mas (Movistar), con il primo in ritardo di 1′14″ e il secondo giunto al traguardo con più di 5 minuti di passivo.
Domani si correrà per 177 Km tra Jáen e Ubeda, dove si giungerà dopo aver superato strada facendo cinque gran premi della montagna, due dei quali di prima categoria, e uno strappo finale di 1300 metri all’8.7% che terminerà in vista dello striscione dell’ultimo chilometro

Matteo Conz

Lattacco di Serrano nel finale della seconda tappa della corsa andalusa (foto Bettini)

L'attacco di Serrano nel finale della seconda tappa della corsa andalusa (foto Bettini)

IL VERO SUPERMAN È REMCO. PER EVENEPOEL TAPPA E MAGLIA SULL’ALTO DA FÓIA

febbraio 20, 2020 by Redazione  
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Remco Evenepoel (Deceuninck Quick Step), nonostante i venti anni di età, conduce una tappa tatticamente impeccabile e sferra l’attacco decisivo a 400 metri dall’arrivo, supportato nel migliore dei modi dal compagno Almeida. Il giovane talento belga, già vincitore della Vuelta a San Juan, mette in fila nomi ben più altisonanti e si candida a recitare un ruolo di primo piano nella breve corsa portoghese.

La seconda tappa della Volta ao Algarve 2020 ci dirà molto sulle ambizioni degli uomini più in vista presenti in Portogallo. Da Sagres all’Alto da Fóia sono 184 i chilometri che i ciclisti dovranno affrontare, con gli ultimi 35 senza la benchè minima ombra di strada pianeggiante. Dopo il GPM di Marmelete, posto poco prima del 50 km di corsa, sono concentrate nel finale le altre difficoltà della tappa odierna, con i due GPM di Alferce e di Pomba che faranno da antipasto all’Alto da Fóia, salita di 8 km dalla pendenza regolare attorno al 6%. Dopo un primo tentativo di fuga avvenuto al km 5, che vedeva tra i presenti anche Mathieu Van Der Poel (Alpecin Fenix), la fuga buona si concretizzava dopo 12 km grazie all’azione di Michael Schär (CCC), Casper Pedersen (Sunweb) e Dries de Bondt (Alpecin-Fenix). Il gruppo inseguiva a quasi 2 minuti di ritardo. De Bondt si aggiudicava il primo sprint volante di Aljezur, posto al km 41.6, mentre il ritardo del gruppo era aumentato a 2 minuti e 35 secondi. Il belga si aggiudicava anche il successivo GPM di Marmelete; nel frattempo il team W52/FC Porto si faceva vedere nelle prime posizioni del gruppo all’inseguimento del terzetto di testa. Ai meno 37 era la UAE Team Emirates a prendere il controllo della situazione ed a imporre un ritmo elevato in testa al gruppo inseguitore, con un vantaggio dei tre in testa che era ancora di 2 minuti e 35 secondi. Il lavoro dell’UAE Team Emirates, al servizio dell’ex campione del mondo Rui Costa, veniva premiato quando mancavano 22 km all’arrivo, quando Schär e Pedersen, ultimi due ciclisti a restare davanti, venivano ripresi. Il gruppo di testa era ora formato da una quarantina di unità. Sulla penultima salita di Pomba João Rodrigues (W52/FC Porto) era vittima di una foratura e restava invischiato nelle retrovie. Il gruppo era molto allungato visto che l’UAE Team Emirates continuava il suo forcing. I grandi nomi erano ancora tutti presenti in gruppo, compresi Vincenzo Nibali (Trek Segafredo) e Geraint Thomas (INEOS), entrambi all’esordio stagionale. Il primo dei big a patire la fatica era Philippe Gilbert (Team Lotto Soudal), che si staccava ai meno 16. Ai meno 8 iniziava la salita finale. Rodrigo Contreras (Astana) attaccava ai meno 7 ma l’UAE Team Emirates controllava con Jan Polanc. Ai meno 4 si staccava anche Van Der Poel. Ai meno 3 attaccava Miguel Ángel López (Astana), ma il colombiano veniva a sua volta superato da Simon Geschke (CCC), il quale restava in testa fino alla “flamme rouge”. Era João Almeida (Team Deceuninck Quick Step) a riportarsi sul tedesco e a fare da trampolino al compagno di squadra Remco Evenepoel, che scattava a 400 metri dall’arrivo e manteneva la testa fin sul traguardo nonostante la disperata rimonta di Maximilian Schachmann (Bora Hansgrohe), che terminava secondo alle spalle del belga. In terza posizione si piazzava Daniel Martin (Israel Start-Up Nation) con 2 secondi di ritardo. Chiudevano la top five Rui Costa (UAE Team Emirates) e Tim Wellens (Lotto Soudal) mentre crollava il Team INEOS che vedeva miglior piazzato Michał Kwiatkowski, quattordicesimo a 27 secondi di ritardo da Evenepoel. Da segnalare il buon ottavo posto di Nibali, a 8 secondi da Evenepoel. Il belga è la nuova maglia gialla e conduce con lo stesso tempo di Schachmann, mentre Rui Costa è terzo a 2 secondi. Domani la terza tappa da Faro a Tavira con i suoi 202 Km sarà la più lunga della breve corsa portoghese. Due facili GPM nei primi 80 km di corsa non dovrebbero impensierire più di tanto i velocisti, i quali torneranno a darsi battaglia come nella prima tappa.

Giuseppe Scarfone

Il fortissimo belga Evenepoel dopo aver dettato legge in Argentina lascia il segno anche sul suolo portoghese (foto Bettini)

Il fortissimo belga Evenepoel dopo aver dettato legge in Argentina lascia il segno anche sul suolo portoghese (foto Bettini)

20-02-2020

febbraio 20, 2020 by Redazione  
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VOLTA AO ALGARVE EM BICICLETA (Portogallo)

Il belga Remco Evenepoel (Deceuninck – Quick Step) si è imposto nella seconda tappa, Sagres – Alto da Fóia, percorrendo 183.9 Km in 4h46′38″ alla media di 38.50 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Maximilian Schachmann (Bora – Hansgrohe) e di 2″ l’irlandese Daniel Martin (Israel Start-Up Nation). Miglior italiano Vincenzo Nibali (Trek – Segafredo), 8° a 8″. Evenepoel è il nuovo leader della classifica con lo stesso tempo di Schachmann e 2″ sul portoghese Rui Alberto Faria da Costa (UAE-Team Emirates). Miglior italiano Nibali, 8° a 8″

VUELTA A ANDALUCÍA-RUTA CICLISTA DEL SOL (Spagna)

Lo spagnolo Gonzalo Serrano Rodríguez (Caja Rural – Seguros RGA) si è imposto nella seconda tappa, Siviglia – Iznájar, percorrendo 198.1 Km in 5h07′49″ alla media di 38.61 Km/h. Ha preceduto di 2″ il connazionale Juan José Lobato del Valle (Fundación – Orbea) e il il belga Dylan Teuns (Bahrain – McLaren). Miglior italiano Andrea Pasqualon (Circus – Wanty Gobert), 9° a 4″. Il danese Jakob Diemer Fuglsang (Astana Pro Team) è ancora leader della classifica con 6″ sullo spagnolo Mikel Landa Meana (Bahrain – McLaren) e 23″ su Teuns. Miglior italiano Edward Ravasi (UAE-Team Emirates), 31° a 4′45″.

TOUR OF ANTALYA (Turchia)

L’estone Mihkel Räim (Israel Start-Up Nation) si è imposto nella prima tappa, circuito di Antalya, percorrendo 149.2 Km in 3h22′45″ alla media di 44.15 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo sloveno Marko Kump (Adria Mobil) e il belga Kenneth Van Rooy (Sport Vlaanderen – Baloise). Miglior italiano Filippo Fortin (Team Felbermayr – Simplon Wels), 5°. Räim è il primo leader della classifica con 4″ su Kump e 6″ su Van Rooy. Miglior italiano Fortin, 7° a 10″.

ANDALUSIA, A GRAZALEMA (RI)SPUNTA FUGLSANG

febbraio 19, 2020 by Redazione  
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La prima tappa della Vuelta a Andalucía termina con il successo del danese Jakob Fuglsang, lo stesso corridore che dodici mesi fa portò a casa la vittoria finale nella corsa spagnola. Tra i grandi protagonisti di giornata il basco Mikel Landa, autore dello scatto decisivo sul Puerto de las Palomas

Si è aperta oggi la 66a edizione della Vuelta a Andalucía con una vittoria di forza del danese Jakob Fuglsang (Astana), che mette pure le cose in chiaro riguardo il suo recente coinvolgimento in un presunto caso di doping. Si parte subito con una tappa ostica ed impegnativa, 174 km con ben cinque GPM categorizzati, l’ultimo dei quali, il Puerto de las Palomas, conta quasi 13 chilometri d’ascesa al 6.5% di pendenza media. L’attacco della salita è a 19 chilometri dal traguardo e dalla vetta è tutta discesa, a parte gli ultimi durissimi metri, di nuovo in salita. Buono il campo partenti perchè, oltre al già citato Jakob, i favoriti sono Marc Soler ed Enric Mas della Movistar, Brandon McNulty e David de la Cruz dell’UAE-Team Emirates), Ion Izagirre (Astana), Dylan Teuns, Pello Bilbao e Mikel Landa della Bahrain – McLaren e Mikel Nieve ( Mitchelton-Scott), vincitore dell’infernale tappa del Gardeccia al Giro del 2011.
Parte la fuga di giornata composta da ben undici coraggiosi che si difendono bene ma il Puerto de las Palomas provoca una netta selezione su attacco di Landa. Al debutto con la maglia della Bahrain-McLaren, lo scalatore dal rapportone vecchia scuola ha subito trovato un bel passo e Fuglsang ha capito di dover reagire immediatamente. Il danese si è riportato sotto, dando poi un po’ di collaborazione al compagno d’attacco e riuscendo così a scavare un solco sempre più consistente rispetto agli inseguitori, ormai ridotti ad una decina di uomini. Tra questi c’erano anche due compagni di Landa, il belga Teuns e l’altro basco Bilbao, a conferma dell’ottimo stato di forma di tutta la squadra del Bahrain.
Fuglsang e Landa hanno scollinato con quasi un minuto di vantaggio sul gruppo inseguitore e nella breve discesa successiva hanno mantenuto il distacco grazie all’efficace impostazione delle curve del corridore danese. Gli ultimi 500 metri su una rampa molto ripida e in pavè nel paese di Grazalema hanno rimescolato un po’ le carte perchè i due battistrada hanno rallentato per controllarsi e da dietro Teuns, Jack Haig (Mitchelton-Scott), Bilbao e Izagirre hanno recuperato terreno prezioso. Jakob ha infine piazzato il suo maggior cambio di ritmo rispetto a Landa col classico rapportone per andare a vincere la tappa mettendo anche sei secondi tra sé e il rivale. Teuns ha guidato il gruppetto inseguitore a 25’’, con Haig, Bilbao e Izagirre. Molto male sono andati invece i leader della Movistar, Mas e Soler, entrambi staccati dopo il lungo lavoro della squadra. La classifica generale della Vuelta a Andalucía rispecchia fedelmente quella della tappa non essendo previsti abbuoni e così Fuglsang ha 6’’ su Landa e 25’’ su Teuns.
Domani altra tappa dal finale interessante con la partenza da Siviglia e il traguardo dopo 198 Km ad Iznájar, in vetta ad uno strappo di 1300 metri al 7.2%.

Matteo Conz

Fuglsang, vincitore della Vuelta a Andalucía nel 2019, incomincia col piede giusto anche questa edizione della corsa iberica (foto Bettini)

Fuglsang, vincitore della Vuelta a Andalucía nel 2019, incomincia col piede giusto anche questa edizione della corsa iberica (foto Bettini)

JAKOBSEN, UN FULMINE A LAGOS

febbraio 19, 2020 by Redazione  
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A Lagos Fabio Jakobsen (Deceuninck Quick Step) vince la prima tappa della Volta ao Algarve, dedicata ai velocisti, battendo gli italiani Elia Viviani (Cofidis) e Matteo Trentin (CCC). L’olandese è anche la prima maglia gialla. Domani cambia lo scenario con l’arrivo sull’Alto da Fóia, dove assisteremo alle prime battaglie per la vittoria finale nella breve corsa a tappe portoghese.

Quello che balza subito agli occhi nel presentare la 46° edizione della Volta ao Algarve è certamente una lista partenti di grandissimo spessore, forse la più interessante di inizio stagione per quanto riguarda le brevi corse a tappe. Ad esempio, troviamo ai nastri di partenza per l’esordio stagionale Vincenzo Nibali (Trek Segafredo), il neo vincitore dei mondiali di ciclocross Mathieu Van Der Poel (Alpecin Fenix) che anche su strada sa farsi valere eccome, e ultimo ma non ultimo quel Geraint Thomas (INEOS) da cui ci si aspetta sempre qualcosa. Altri uomini da seguire saranno Miguel Ángel López (Astana), Remco Evenepoel (Deceuninck Quick Step), Daniel Martin (Israel Start-Up Nation), Tim Wellens (Lotto Soudal), Rui Costa (UAE Team Emirates) e, perchè no, lo stesso Xandro Meurisse (Circus Wanty Gobert), vincitore qualche giorno fa della Classica di Almería. Molto nutrita, e non poteva essere altrimenti, la presenza di squadre Professional portoghesi, con menzione doverosa per João Rodrigues (W52/FC Porto), vincitore della Volta a Portugal 2019, e per ciclisti di discreto livello come Federico Figueiredo (Atum General), Nuno Meireles (Aviludo-Louletano), Sérgio Paulinho e Tiago Machado (Efapel), João Benta (Radio Popular Boavista) ed Amaro Antunes (W52/FC Porto). Il percorso si articola su cinque tappe: la prima e la terza sostanzialmente pianeggianti ed adatte ai velocisti, la seconda e la quarta con arrivi in salita in cui chi ha velleità di vittoria non potrà nascondersi ed infine la quinta ed ultima tappa, una cronometro individuale di 20 km che determinerà senza più dubbi il vincitore della Volta ao Algarve 2020. La prima tappa si snoda da Portimão a Lagos e misura 195 km; i due facili GPM di Picota e di Santa Luzia, concentrati nei primi 80 km, difficilmente influiranno sul certissimo arrivo in volata. Si segnalava, prima della partenza da Portimão, il doppio forfait di Kenneth Van Bilsen (Cofidis) e Dylan Van Baarle (INEOS). Al km 5 si formava immediatamente la fuga di giornata grazie all’azione di Diego López (Fundación-Orbea), Álvaro Trueba (Atum General) e Pedro Paulinho (Efapel). Dopo 18 km la fuga aveva quasi 3 minuti di vantaggio su un gruppo tiìrato da Astana e Deceuninck Quick Step. López si aggiudicava il primo GPM di Picota posto al km 62.7. Al successivo traguardo volante di Loulè, posto al km 74.1, era Paulinho ad imporsi. Nel frattempo il vantaggio della fuga era sceso a 1 minuto e 35 secondi. Paulinho si aggiudicava anche il secondo traguardo volante di Messines, posto al km 114.1. Il gruppo imponeva progressivamente un ritmo sempre più elevato ed ai meno 35 il vantaggio del terzetto di testa era sceso a soli 42 secondi. Il gruppo riprendeva i fuggitivi a 32 km dal termine. Gli ultimi 30 km venivano percorsi ad un ritmo piuttosto regolare, se si eccettua un tentativo di alcuni uomini della Groupama-FDJ a circa 16 km dal termine, su un leggero strappetto. Era il Team Sunweb a riportare ordine in mezzo al gruppo, affiancato dagli uomini della Deceuninck Quick Step. La volata, velocissima, si svolgeva su un lungo rettilineo e la vinceva Fabio Jakobsen (Deceuninck Quick Step), che batteva Elia Viviani (Cofidis) e Matteo Trentin (CCC). Chiudevano la top five Alexander Kristoff (UAE Team Emirates) e Jon Aberasturi (Caja Rural), rispettivamente quarto e quinto. Jakobsen ottiene così la seconda vittoria stagionale dopo essersi già imposto nella quinta tappa della Volta a la Comunitat Valenciana. L’olandese è anche il primo ciclista a vestire la maglia gialla, simbolo del primato alla Volta ao Algarve. Domani è in programma la seconda tappa da Sagres all’Alto da Fóia. Sarà battaglia tra gli uomini di classifica perchè negli ultimi 35 km i ciclisti non troveranno un metro di pianura, con tre GPM di difficoltà crescente ad attenderli; in particolare l’ultima scalata verso il traguardo è lunga quasi 7 km e mezzo e dotata di una pendenza media del 6%. Chi vincerà potrebbe già fare un pensierino alla vittoria finale.

Giuseppe Scarfone

È lolandese Jakobsen il primo a levare le braccia al cielo alla Volta ao Algarve 2020 (Getty Images)

È l'olandese Jakobsen il primo a levare le braccia al cielo alla Volta ao Algarve 2020 (Getty Images)

19-02-2020

febbraio 19, 2020 by Redazione  
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VOLTA AO ALGARVE EM BICICLETA (Portogallo)

L’olandese Fabio Jakobsen (Deceuninck – Quick Step) si è imposto nella prima tappa, Portimão – Lagos, percorrendo 195.6 Km in 4h55′37″ alla media di 39.70 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Elia Viviani (Cofidis, Solutions Crédits) e Matteo Trentin (CCC Team). Jakobsen è il primo leader della classifica con lo stesso tempo di Viviani e Trentin.

VUELTA A ANDALUCÍA-RUTA CICLISTA DEL SOL (Spagna)

Il danese Jakob Diemer Fuglsang (Astana Pro Team) si è imposto nella prima tappa, Alhaurín de la Torre – Grazalema , percorrendo 173.8 Km in 4h41′08″ alla media di 37.09 Km/h. Ha preceduto di 6″ lo spagnolo Mikel Landa Meana (Bahrain – McLaren) e di 25″ il belga Dylan Teuns (Bahrain – McLaren). Miglior italiano Edward Ravasi (UAE-Team Emirates), 32° a 3′58″. Fuglsang è il primo leader della classifica con 6″ su Landa Meana e 25″ su Teuns. Miglior italiano Ravasi, 32° a 3′58″.

UNA TAPPA PER DESTRIERI DI RAZZA

febbraio 18, 2020 by Redazione  
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I precedenti arrivi del 1998 e del 2017 la dicono lunga su una salita che, nella primavera di 22 anni fa, il lungimirante Evgenij Berzin arrivò a paragonare all’Alpe d’Huez. I fatti gli hanno già dato due volte ragione e, dunque, anche quest’anno l’arrivo a Piancavallo potrebbe lasciare il segno in classifica, nonostante questa sia la meno impegnativa tra le quattro frazioni alpine del Giro 2020. Un passaggio da non sottovalutare, dunque, anche perché la stretta strada del Monte Rest, apparentemente lontana dal traguardo, potrebbe rimanere sul groppone a molti per parecchi chilometri.

Dall’alto dei suoi trenta arrivi di tappa è indubbio che l’Alpe d’Huez si sia conquistata un grosso spazio nella storia del ciclismo. Dal basso dei suoi appena due arrivi la friulana Piancavallo non s’è dimostrata inferiore all’ascesa francese e un deciso segno è già riuscita a lasciarlo. Non aveva dunque tutti i torti Evgenij Berzin quando, salito lassù nella primavera del 1998 per testarla in vista dell’arrivo che il Giro d’Italia avrebbe proposto qualche settimana più tardi, disse che Piancavallo e l’Alpe erano salite gemelle, molto simili tra loro e i numeri gli davano ragione perché la salita francese è più corta di qualche centinaio di metri rispetto a quella friulana, che invece ha un dislivello complessivo leggermente superiore. E i fatti di cronaca sportiva ribadiranno tutto lo spessore di questa salita, che vide nel 1998 il successo in solitaria di Marco Pantani e nel 2017, quando s’impose lo spagnolo Mikel Landa, un ribaltone in classifica con il passaggio della maglia rosa dalle spalle di Tom Dumoulin a quelle del colombiano Nairo Quintana, anche se qualche giorno più tardi l’olandese si riprenderà il maltolto nella conclusiva tappa a cronometro di Milano.
Pur essendo sulla carta la meno difficile delle quattro frazioni alpine che caratterizzeranno il finale del Giro 2020, non si dovrà dunque sottovalutare la tappa che riporterà la Corsa Rosa a Piancavallo, tenendo anche presente che arriverà subito dopo la cronometro di Valdobbiadene e che il percorso della frazione disegnata quest’anno è più impegnativo sia di quello della tappa disputata nel 1998, sia di quella che detronizzò Dumoulin tre anni fa. In particolare s’incontrerà un tratto piuttosto delicato a cavallo del centesimo chilometro di gara – in tutto questa tappa ne misurerà 183 – quando la corsa imboccherà la “storica” salita della Forcella di Monte Rest (per i motivi ai quali accenneremo più avanti), problematica non solo per le sue pendenze ma anche, e forse soprattutto, per la carreggiata notevolmente ristretta che ne caratterizza i due versanti e che costituirà un bell’handicap non solo per i corridori che in quel momento di gara dovranno recuperare ma anche per il traffico delle ammiraglie in caso d’interventi a corridori incidentati. È non è finita qui perché anche la successiva Pala Barzana presenta una strada non larghissima e tutto questo inciderà sicuramente sulla corsa, con i “girini” che si presenteranno ai piedi del Piancavallo con parecchie energie già profuse, sia sul piano fisico, sia su quello mentale.
La tappa che chiuderà la seconda settimana di corsa scatterà dalla pista dell’aeroporto militare di Rivolto, noto per essere la sede delle Frecce Tricolori, delle quali quest’anno si celebrerà il 60° anniversario della fondazione. Da un simbolo della nostra nazione a quello della regione ospitante il passo è breve e, infatti, dopo lo start ufficioso da Rivolto e un breve tratto da percorrere fuori gara il fischio d’inizio sarà suonato in prossimità della barocca Villa Manin, una delle bandiere artistiche del Friuli-Venezia Giulia nella quale dimorarono l’ultimo doge di Venezia Ludovico Manin e per un paio di mesi anche Napoleone Bonaparte, che il 17 ottobre 1797 vi firmò con il conte austriaco Johann Ludwig Josef von Cobenzl il Trattato di Campoformio, atto che sancì la fine della “Serenissima” Repubblica di Venezia. In tempi moderni e più “tranquilli” la villa accoglierà avvenimenti di tutt’altro spessore come puntate di “Giochi senza Frontiere” e del “Festivalbar”, concerti (come quelli di Sting e dei Kiss) e set cinematografici, come quando nel 1997 Renzo Martinelli ne farà la sede di un comando nazista nel drammatico film “Porzûs”.
Il tratto iniziale della frazione vedrà il gruppo percorrere una trentina di chilometri in falsopiano risalendo la valle del Tagliamento in direzione di Dignano (vi si trova la Pieve dei Santi Pietro e Paolo, una delle più antiche della regione) e di San Daniele del Friuli, che quarantottore più tardi – dopo il secondo e ultimo giorno di riposo – sarà sede d’arrivo di un’insidiosa frazione di media montagna non meno impegnativa di quella in oggetto. Superato il Tagliamento sul ponte di Pinzano, nel corso della sua storia distrutto due volte, prima dai militari italiani durante la ritirata da Caporetto e poi da una disastrosa piena del fiume nel 1966, si affronterà la prima delle sette salite di giornata, che culmina dopo 2.3 Km al 6.4% – movimentati da otto tornanti – presso il borgo di Anduins, alla cui uscita si costeggerà la Falesia del Masarach, parete di roccia che è stata ribattezzata “la palestra più comoda d’Italia” per le quasi 130 vie di arrampicata che vi sono state tracciate e che ne fanno una delle più frequentate dagli appassionati di free climbing. Per i “girini” sarà l’aperitivo alla successiva Sella Chianzutan, poco meno di 10 Km al 5.6% superati i quali la corsa entrerà in Carnia scendendo verso il lago artificiale di Verzegnis, realizzato nel 1957 dalla SADE, la Società Adriatica di Elettricità il cui nome è rimasto tragicamente nella storia per aver progettato e realizzato la diga del Vajont qualche anno più tardi. Ritrovato il Tagliamento alle porte di Villa Santina, se ne risalirà nuovamente la valle per poco meno di 10 Km, tratto nel quale si lambirà il piccolo centro di Socchieve, dove costituisce l’occasione per una breve sosta la medievale chiesa di San Martino, adornata da un ciclo d’affreschi opera di Gianfrancesco da Tolmezzo. Superata l’intermedia Forcella di Priuso (3 Km al 6,4%), è giunta l’ora di affrontare la salita alla Forcella di Monte Rest, 6 Km e mezzo all’8.2% di pendenza media sui quali si decise Giro d’Italia del 1987, anche se in quell’occasione si viaggiava nella direzione opposta ed è infatti nella discesa dal passo che avvenne l’episodio passato alla storia come il “tradimento di Sappada”. È proprio qua che l’irlandese Stephen Roche attaccò il suo capitano Roberto Visentini, innescando una doppia crisi al suo superiore in maglia rosa – prima fisica e poi psicologica – che si concretizzerà con la riconquista delle insegne del primato per Roche sul traguardo di Sappada, episodio che il corridore bresciano mal digerirì e ancora oggi a più di trent’anni di distanza ancora non ha metabolizzato (in un’intervista rilasciata a Bicisport nel 1997 arrivò a definire il rivale un campione sul piano agonistico, ma lo etichettò come “morto” sullo spessore umano).
Percorsa una discesa che per qualcuno potrà avere l’aspetto di un incubo a causa della sede stradale stretta (fortunatamente le pendenze non saranno particolarmente accese, 9.5 Km al 6.5%) si arriverà in un luogo dal nome invece da sogno e molto poetico, la Val Tramontina, dove la corsa andrà a specchiarsi nelle acque del lungo Lago dei Tramonti, realizzato nel 1952 per approviggionare d’acqua il complesso industriale di Torviscosa, sito in provincia di Udine, di proprietà della SNIA e dove si produceva fin dagli anni ’30 il rayon, la fibra tessile nota anche con i nomi di “viscosa” e “seta artificiale”. Da segnalare che nei periodi di secca del lago dalle sue acque torna a emergere il paese fantasma di Movada, che fu abbandonato prima della creazione del bacino. Alle porte di Meduno, il centro situato allo sbocco della valle nella pianura friulana, il gruppo svolterà a destra per imboccare un altro tratto a careggiata ristretta che lo condurrà ai piedi della successiva asperità di gara, la Forcella di Pala Barzana, ascesa inedita per il Giro d’Italia e per quei corridori che in carriera non hanno mai disputato il Giro della Regione Friuli Venezia Giulia, corsa che fino a qualche stagione fa era esclusivamente riservata alla categoria degli under23 (quelli che un tempo si definivano “dilettanti”) e che ha avuto tra i suoi vincitori futuri campioni del calibro di Felice Gimondi (1963), Claudio Chiappucci (1983) e per due volte Gilberto Simoni (1991 e 1993), mentre due anni fa la vittoria è andata all’astro nascente del ciclismo sloveno Tadej Pogačar, che nel 2019 si è fatto notare al primo anno da professionista conquistando due corse a tappe (la Volta ao Algarve e il Tour of California) e tre tapponi di montagna all’ultimo Giro di Spagna. Anche le donne hanno nel “curriculum” questa salita, inserita due volte nel tracciato del Giro d’Italia a loro dedicato, l’ultima volta lo scorso anno in occasione della tappa di Maniago, vinta dalla britannica Elizabeth Banks, mentre nella tappa di Montereale Valcellina del 2017 s’impose l’imbattibile olandese Annemiek Van Vleuten. In entrambe queste ultime occasioni si percorse in discesa il versante che i professionisti affronteranno in salita, composto da un primo tratto di 3 Km al 6,3% che si conclude all’altezza di Poffabro, da una porzione intermedia di quasi 2 Km in quota e da una balza finale di 4.5 Km al 7.2%. Più “compatta” è la successiva disceva che in 5 Km al 7.6% farà planare la corsa su Andreis, comune di poco meno di 300 anime che ospita una delle sedi del parco naturale delle Dolomiti Friulane, istituito nel 1990. Subito dopo la fine della discesa il gruppo s’infilerà nell’oscurità dell’interminabile Galleria Fara, vero e proprio traforo di 4 Km scavato all’inizio degli anni ’80 in seguito alla dismissione della spettacolare ma pericolosa strada che attraversava l’orrido della Valcellina, costruita nel 1906 e oggi – dopo l’istituzione della Riserva Naturale Forra del Cellina – parzialmente accessibile a pedoni e ciclisti. L’ingresso nel tunnel segnerà anche l’inizio di un tratto, lungo una ventina di chilometri, nei quali si procederà costantemente in lieve discesa e che terminerà proprio al momento d’incominciare la salita finale. Tornati alla luce del sole, i “girini” attraverseranno Montereale Valcellina, centro il cui nome deriva dal vetusto “Castrum Montis Regalis”, castello ridotto in ruderi prima dall’invasione turca del 1499 e poi da due terremoti che completano l’opera di distruzione nel secolo successivo.
Da qui fino all’imbocco della salita finale si procederà rasente le pendici del Monte Cavallo, toccando all’inizio di questo tratto il centro di Malnisio, presso il quale si trova l’ex centrale “Antonio Pitter”, che nel 1905 ebbe l’onore di illuminare per la prima volta con la luce elettrica Piazza San Marco a Venezia e che dopo la chiusura nel 1988 è stata convertita in museo, sede distaccata dello Science Centre Immaginario Scientifico di Trieste.
Sfiorata Aviano, sede di una nota base aerea di proprietà dell’Aeronautica Militare italiana e utilizzata come appoggio dalla NATO e dall’USAF (United States Air Force), decolleranno i “caccia” a pedali, pronti a ricalcare le rotte che, un caldo pomeriggio di ventidue anni fa, videro Marco Pantani posare la prima pietra della sua vittoria nell’81a edizione della Corsa Rosa.

Mauro Facoltosi

RINGRAZIAMENTI

Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

I VALICHI DELLA TAPPA

Sella Chianzutan (954 metri). Valico prativo aperto tra i monti Piombada e Verzegnis, vi transita la SP 1 “della Val d’Arzino“ tra la località Pozzis e Verzegnis. Quotata 955 sulle cartine del Giro, è stata finora inserita due volte nel percorso del Giro: nel 2010 durante la tappa Mestre – Monte Zoncolan, vinta da Ivan Basso, a tagliare per primo la linea d’arrivo del GPM della Sella Chianzutan fu il francese Ludovic Turpin; nel 2018 sarà il colombiano Sebastián Henao il primo a transitare in vetta durante la tappa San Candido – Piancavallo vinta dallo spagnolo Mikel Landa.

Sella degli Stavoli Fuignis (700 metri). Vi transita la SP 1 “della Val d’Arzino” nel corso della discesa dalla Sella Chianzutan verso Verzegnis.

Sella Col di Zuca (504 metri). Vi transita la SP 72 “di Invillino” tra Villa e Invillino.

Forca di Priuso (654 metri). Vi transita l’ex SS 552 “del Passo Rest” tra Priuso e la Forcella di Monte Rest. Sulla cartina del Giro 2020 è segnalata come “Forcella di Priuso” e quotata 664 metri.

Forca di Monte Rest (1060 metri). Vi transita l’ex SS 552 “del Passo Rest” tra Priuso e Tramonti di Sopra. Sulla cartina del Giro 2020 è segnalata come “Forcella di Monte Rest” e quotata 664 metri. Prima del citato episodio del 1987 era stata inserita nel tracciato del Giro in altre tre occasioni: i corridori a conquistare questo valico sono stati il belga Martin Van Den Bossche nel 1970 (tappa Jesolo – Arta Terme, vinta da Franco Bitossi), lo spagnolo Santiago Lazcano nel 1974 (tappa Pordenone – Tre Cime di Lavaredo, vinta dal connazionale José Manuel Fuente), Roberto Ceruti nel 1979 (tappa Treviso – Pieve di Cadore, vinta dal medesimo corridore) e il francese Jean-Claude Bagot durante la storica Lido di Jesolo – Sappada del 1987, che ebbe come vincitore l’olandese Johan van der Velde. Da allora sono dovuti trascorrere 32 anni prima di rivedere questa salita affrontata in una gara professionistica, lo scorso anno inserita nel tracciato del tappone dell’Adriatica Ionica Race, terminata a Misurina con il successo dell’ucraino Mark Padun.
Forcella di Pala Barzana (842 metri). Quotata 840 metri sulle cartine del Giro, è valicata dalla SP 63 “di Pala Barzana” tra Poffabro e Andreis.

Valico Pianetti (360 metri). Valicato in galleria dall’ex 251 “della Val di Zoldo e Val Cellina” tra l’uscita dalla Galleria Fara e Montereale Valcellina.

Sella Pian del Cavallo (1277 metri). Coincide con la località d’arrivo (il traguardo sarà posto a 1290 metri di quota, poco sopra il valico geografico). Oltre ai due arrivi di tappa citati nell’articolo, ha ospitato un GPM di “passaggio” nel 2011 durante la tappa Conegliano – Gardeccia/Val di Fassa, vinta dallo spagnolo Mikel Nieve dopo che sulla salita friulana era scollinato in testa Emanuele Sella. La prima parte della salita, fino al Rifugio Bornass, è stata spesso affrontata – sia come GPM, sia come traguardo finale – al Giro del Friuli per professionisti, la cui ultima edizione risale al 2011.

Nota

Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).

FOTOGALLERY

Ingresso all’aeroporto militare di Rivolto

Villa Manin (Passariano di Codroipo) vista nel film “Porzûs” (www.davinotti.com)

Villa Manin (Passariano di Codroipo) vista nel film “Porzûs” (www.davinotti.com)

Dignano, Pieve dei Santi Pietro e Paolo

Pinzano al Tagliamento, ponte sul fiume Tagliamento

Anduins, Falesia del Masarach

Lago di Verzegnis

Socchieve, Chiesa di San Martino

Un tratto dell’insidiosa discesa dalla Forcella di Monte Rest


Lago dei Tramonti

Il borgo fantasma di Movada torna ad emergere dalle acque del Lago dei Tramonti

Scorcio panoramico dalla Casera Salinchieit, nel Parco delle Dolomiti Friulane

Tratto abbandonato della vecchia strada che percorreva l’orrido della Valcellina

Montereale Valcellina, colle del castello “Montis Regalis”

Malnisio, Centrale Antonio Pitter

Aviano, aeroporto militare

Il Monte Cavallo e, in trasparenza, l’altimetria della quindicesima tappa del Giro 2020 (flickr.com)

Il Monte Cavallo e, in trasparenza, l’altimetria della quindicesima tappa del Giro 2020 (flickr.com)

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