25-05-2019
maggio 25, 2019 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
L’ecuadoregno Richard António Carapaz Montenegro (Movistar Team) si è imposto nella quattordicesima tappa, Saint-Vincent – Courmayeur (Skyway Monte Bianco), percorrendo 131 Km in 4h02′23″ alla media di 32.43 Km/h. Ha preceduto di 1′32″ il britannico Simon Yates (Mitchelton-Scott) e 1′54″ l’italiano Vincenzo Nibali (Bahrain Merida). Carapaz Montenegro è la nuova maglia rosa con 7″ sullo sloveno Primož Roglič e 1′47″ su Nibali
TOUR DE L’AIN
Il francese Alexandre Geniez (AG2R La Mondiale) si è imposto nella seconda tappa, Bellignat – Col de la Faucille, percorrendo 123.9 Km in 3h17′55″ alla media di 37.56 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Thibaut Pinot e l’elvetico Mathias Frank. Miglior italiano Stefano Oldani (Kometa Cycling Team), 22° a 3′56″. Geniez è il nuovo leader della classifica con 4″ su Pinot e 6″ su Frank. Miglior italiano Oldani, 22° a 4′06″.
A TRAVERS LES HAUTS DE FRANCE
Il britannico Ethan Hayter (nazionale britannica) si è imposto nella seconda tappa, Seclin – Bonningues-lès-Calais, percorrendo 197.8 Km in 2h39′05″ alla media di 40.50 Km/h. Ha preceduto di 4″ l’olandese Bas van der Kooij e il connazionale Thomas Pidcock. Miglior italiano Alberto Dainese (SEG Racing Academy), 4°. Hayter è il nuovo leader della classifica con 13″ sul neozelandese James Fouché e 14″ sul britannico Matthew Walls. Miglior italiano Dainese, 21° a 20″.
HAMMER STAVANGER (Norvegia)
Il team belga Deceuninck – Quick Step si è imposto nella seconda tappa (Hammer Sprint), circuito di Stavanger (88.5 Km). Ha preceduto di 56 punti il team tedesco Team Sunweb e di 174 punti il team australiano Mitchelton-Scott.
BALTYK – KARKONOSZE TOUR (Polonia)
Il polacco Kamil Małecki (CCC Development Team) si è imposto nella quarta tappa, cronoscalata Kowary – Przełęcz Okraj, percorrendo 11.6 Km in 25′29″ alla media di 27.31 Km/h. Ha preceduto di 30″ il danese Frederik Muff Hansen e di 37″ l’ungherese Attila Valter. Małecki è il nuovo leader della classifica con 37″ su Valter e 38″ sul connazionale Adam Stachowiak
HORIZON PARK RACE MAIDAN
Il bielorusso Uladzislai Tsimoshyk si è imposto nella corsa ucraina, circuito di Kiev, percorrendo 134 Km in 2h56′35″ alla media di 45.53 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’ucraino Vitaliy Buts e il connazionale Stanislau Bazhkou
TOUR OF ESTONIA
L’estone Mihkel Räim (Israel Cycling Academy) si è imposto nella seconda ed ultima tappa, circuito di Tartu, percorrendo 172.8 Km in 4h01′53″ alla media di 42.86 Km/h. Ha preceduto allo sprint il polacco Michał Podlaski e di 10″ il russo Roman Maikin. Due italiani in gara: Andrea Peron (Team Novo Nordisk) 4° a 10″, Marco Tizza (Amore & Vita – Prodir) 50° a 10″. Räim si impone in classifica con 10″ sull’austriaco Matthias Brändle e 12″ sul francese Rudy Barbier. Peron 8° a 21″, Tizza 41° a 42″
TOUR OF JAPAN
Lo spagnolo Pablo Torres Muiño (Interpro Cycling Academy) si è imposto nella sesta tappa, circuito di Izu, percorrendo 122 Km in 3h35′58″ alla media di 33.89 Km/h. Ha preceduto di 11″ l’australiano Benjamin Hill e il connazionale José Vicente Toribio Alcolea. Miglior italiano Filippo Zaccanti (Nippo Vini Fantini Faizanè), 47° a 20′13″. L’australiano Chris Harper (Team BridgeLane) è ancora leader della classifica con 40″ sullo spagnolo Benjamín Prades Reverter e 51″ su Toribio Alcolea. Miglior italiano Federico Zurlo (Giotti Victoria – Palomar), 30° a 24′00″.
PRURIDE PH (Filippine)
Il sudafricano Brendon Davids (Oliver’s Real Food) si è imposto nella seconda tappa, Olongapo – Mariveles, percorrendo 165.8 Km in 4h40′54″ alla media di 35.41 Km/h. Ha preceduto di 9″ il filippino Marcelo Felipe Hernández (7 Eleven Cliqq – air21 by Roadbike Philippines) e di 4′25″ il neozelandese Michael Vink. Felipe Hernández è il nuovo leader della classifica con 47″su Davids e 4′11″su Vink.
IL GIGANTE E LA BAMBINA
È la più breve tra le sei tappe d’alta montagna previste dal Giro 2019 ma appartiene al novero delle più impegnative di questa edizione. Concentrati in 131 Km s’incontreranno cinque ascese la prima delle quali sarà affrontata a “freddo” subito dopo la partenza. Il clou delle difficoltà sarà raggruppato nel finale, che ha il suo faro nella durissima ascesa al Colle San Carlo, le cui inclinazioni s’avvicinano molto a quelle del Mortirolo.
Quando nel 1971 Lucio Dalla compose “Il gigante e la bambina”, il brano portato al successo da Ron, di certo non poteva pensare alla tappa che, quasi 50 anni dopo, Mauro Vegni avrebbe disegnato sulle strade della Valle d’Aosta. Ma – tralasciando il testo, che narra in musica un efferato strupro realmente accaduto l’anno precedente – il titolo di quella canzone sembra calzare a pennello per la seconda frazione alpina del Giro 2019, nella quale sono presenti entrambi i protagonisti, il gigante e la bambina. Il primo è sua maestà il Monte Bianco, che dall’alto dei suoi 4.808,72 metri è il punto più alto della nazione italiana. La “bambina” è proprio la tappa che terminerà ai suoi piedi, bambina perché – cronometro escluse – è la più breve tra le diciotto frazioni in linea previste quest’anno, lunga soli 131 Km. Si tratta di una distanza che alcuni ritengono indegna di una frazione di montagna di un grande giro, parlando di chilometraggio più consoni ad una competizione per dilettanti e affermando che la storia delle grandi corse a tappe s’è fatta su tapponi di “peso”, sotto tutti gli aspetti. Ma è anche vero che, in diverse occasioni, a risultare determinanti furono “tappette” di montagna dal basso chilometraggio e, in particolare, la più famosa tra quelle disputate al Giro fu la Piamborno – Monte Campione, lunga soli 85 Km, che decise l’edizione del 1982 con l’attacco sulla salita finale di Bernard Hinault, che in quel modo vendicò l’”affronto” subito 24 ore prima da Silvano Contini, che lo aveva attaccato nella frazione di Boario Terme e gli aveva strappato la maglia rosa con un vantaggio che sembrava incolmabile, due minuti e 14 secondi. L’indomani all’asso francese bastarono i 13 Km dell’ascesa finale – non esisteva ancora l’appendice verso il Plan dove vinceranno Marco Pantani nel 1998 e Fabio Aru nel 2014 – per ristabilire l’ordine e far crollare Contini, che arrivò al traguardo con tre minuti e 25 secondi di ritardo e senza più addosso le insegne del primato, tornate a fasciare le spalle di Hinault da lì fino alla fine del Giro. E quella tappa non presentava altre difficoltà altimetriche oltre a quella finale, un percorso decisamente agli antipodi rispetto a quello della frazione valdostana, disegnata con una mano che ricorda quella con la quale Javier Guillén, direttore del Giro di Spagna, ha tracciato in anni recenti brevissime ma tremende tappe sulle strade del Principato d’Andorra. Ci piace ricordare, in particolare, la frazione che nel 2015 consentì ad Aru di conquistare quella maglia “roja” che poi porterà fino a Madrid (interregno di Dumoulin a parte) e che in 138 Km – distanza abbastanza simile a quella della frazione di Courmayeur – proproneva solo salite e discese, senza intermezzi tra un colle e l’altro (ne erano previsti sei) e con la prima ascesa da affrontare a “freddo” subito dopo la partenza. Lo stesso accadrà anche al Giro con la differenza che, superato il primo Gran Premio della Montagna, si dovrà poi percorrere una quindicina scarsa di chilometri in pianura prima di arrivare alle salite successive, un “tridente” che avrà la sua punta massima – non solo per la quota ma anche per le pendenze – ai quasi 2000 del Colle San Carlo, il “Mortirolo della Vallée”, penultima difficoltà di gara perché poi ci sarà anche l’ascesa, questa molto pedalabile, che condurrà sino al traguardo.
Si tratta, dunque, di una frazione dall’altissimo potenziale, che potrebbe fare più danni di un corposo tappone e risultare fatale a molti. Come detto si comincerà a salire molto presto perché a soli 7 km dal via si lascerà il fondovalle della Dora Baltea – il quinto affluente del Po per portata, le cui sorgenti si trovano non distante dal luogo dove si concluderà questa frazione – per affrontare i 6.7 Km al 7.9% che condurranno a Verrayes, comune presso il quale si trova un arboreto progettato all’inizio del secolo scorso dal sacerdote Pierre-Louis Vescoz per dimostrare come fosse possibile rimboschire aree degrate dall’erosione provocata dagli agenti atmosferici. In quanto alla salita è inedita ma solo in parte perché i primi 2.5 Km – tra l’altro i più impegnativi – sono in comune con il versante meridionale del Col Saint Pantaléon, che al Giro dello scorso anno fu affrontato nel finale del tappone di Cervinia e fu teatro del drammatico crollo di Thibaut Pinot che, terzo alla partenza da Susa con un ritardo di 4’17” da Chris Froome, soffrì terribilmente a causa di un principio di polmonite, le cui avvisaglie le avvertì proprio sull’ascesa valdostana, e giunse al traguardo con un passivo di quasi 45 minuti, essendo poi costretto al ritiro dalla corsa proprio alla vigilia della frazione conclusiva.
In fondo alla prima discesa di giornata il passaggio dal centro di Nus, dominato da un castello costruito nel XIII secolo a guardia dell’imbocco del vallone di Saint-Barthélemy, rappresenterà l’inizio dell’unico vero tratto di quiete di questa frazione, che terminerà circa 15 Km più avanti dopo il passaggio da Aosta, dove il tracciato di gara sfiorerà il “biglietto da visita” del capoluogo regionale, l’Arco di Augusto, oltre il quale si spalancano al visitatore i principali monumenti cittadini, dal teatro romano della colonia di Augusta Prætoria alla romanica collegiata di Sant’Orso.
Alla periferia occidentatale di Aosta terminerà questo momentaneo tratto di “pacchia” e si tornerà a pedalare verso il cielo andando ad affrontare la più lunga tra le cinque salite in programma, che ha come meta i 1582 metri della località di Verrogne dove si giungerà dopo aver percorso poco meno di 14 Km, inclinati al 7.1% medio. Come la precedente di Verrayes è inedita ma non lo è del tutto poiché, pur non essendo mai stata inserita nel tracciato di una corsa professionistica, questa salita potrebbe non essere del tutto ignota a qualcuno dei partecipanti al Giro 2019 in quanto in diverse occasioni è stata presente sul tracciato del “Giro della Valle d’Aosta”, una delle principali corse a tappe riservate alla categoria U23 (gli ex dilettanti), competizione che ha avuto tra i vincitori due volte Fabio Aru (nel 2011 e nel 2012) e il francese Pinot (2009). Attraversato il borgo di Saint-Nicolas, presso il quale si possono ammirare spettacolari piramidi di terra che ricordano i calanchi, la discesa da Verrogne avrà termine in quel di Saint-Pierre, comune situato in una delle zone più soleggiate della Valle d’Aosta e principalmente conosciuto per la presenza di ben due castelli, Sarriod de la Tour e quello di Saint-Pierre, uno dei più scenografici della regione, purtroppo chiuso per restauri da una decina d’anni e che nel 2001 fu inquadrato in alcune riprese del film “I cavalieri che fecero l’impresa” di Pupi Avati, nel quale è spacciato per il maniero francese di Jaligny.
Stavolta non ci sarà il tempo per tirare il fiato perché, una volta conclusa la discesa, immediatamente si riprendere a salire diretti a Les Combes, la frazione del comune di Introd salita agli onori della cronaca nel 1989 quando fu selezionata dal Vaticano quale meta delle ferie estive prima di Papa Giovanni Paolo II e poi del suo successore Benedetto XVI. I “girini” non avranno il tempo di pellegrinare sin lassù e ammirarne la Maison-musée Jean-Paul II, inaugurata l’anno della scomparsa di Papa Wojtyła, perché si fermeranno al bivio situato un chilometro sotto Les Combes, terminata un’ascesa di 8.2 Km al 7%, per poi lanciarsi giù per la ripida discesa che condurrà ad Arvier, il borgo d’aspetto medioevale dove, nella frazione Chez-les-Garin, il 3 marzo 1871 nacque Maurice Garin, primo italiano a vincere la Parigi-Roubaix – si impose nella seconda e nella terza edizione dell’”Inferno del Nord” (1897 – 1898) – e nel 1903 primo vincitore del Tour de France, affermazione a tutti gli effetti da considerarsi conseguita da un corridore francese perché Garin aveva preso tale cittadinanza due anni prima, dopo essersi trasferito in Francia con la famiglia sin dal 1885 e aver inizialmente lavorato oltralpe come spazzacamino.
Inizierà ora un altro tratto intermedio verso il colle successivo, decisamente meno agevole rispetto a quello percorso in direzione di Aosta perché a un certo punto si abbandonerà la statale di fondovalle per superare un secco strappo di 2 Km al 7.8% che precede di poco l’ingresso nell’abitato di La Salle, sulle cui alture si trova il castello di Écours, chiuso al pubblico in quanto di proprietà privata e nel quale secondo la tradizione sarabbe nato nel 1224 Innocenzo V, il primo papa proveniente dall’ordine dei domenicani, molto più realisticamente venuto al mondo nel comune francese di Champagny-en-Vanoise, situato nella valle alpina nota con il nome di Tarentaise (e, infatti, questo pontefice è spesso chiamato “Pietro di Tarantasia”, dal suo originario nome di Pierre). Pedalando tra i vigneti dai quali “nasce” il vino bianco più alto d’Europa – il DOC “Valle d’Aosta Blanc de Morgex et de La Salle”, le cui terre di produzione raggiungono i 1300 metri di quota – si andrà quindi incontro al momento più atteso di questa frazione, che vedrà i corridori impegnati nell’affrontare una delle salite più difficili della regione, il Colle San Carlo. L’abbiamo inizialmente paragonato al Mortirolo e l’accostamento non stride per nulla perché le pendenze medie non sono molto dissimili (9.8% vs 10.1%), anche se l’ascesa valtellinese esce vincente dal confronto in virtù di un maggior chilometraggio (10.5 vs 12.8 Km) e di un dislivello superiore per quasi 250 metri. Di certo potrebbero entrambe rappresentare vere e proprie chiavi di volta del Giro e molti pretendenti al successo potrebbero vedersi vanificare le loro rosee speranze nell’affrontare le dure rampe del colle valdostano, dalla cui cima è possibile raggiungere con una bella ma difficile escursione di quasi 3 ore due tra i più panoramici laghi della regione, quello di Arpy e, soprattutto, quello di Pietra Rossa (2559 metri), dal quale si gode una stupenda vista che arriva ad abbracciare la vicina catena del Monte Bianco, quasi da poterla toccare.
Ad una salita in “tinta unita” seguirà una discesa bicolore, con una prima parte più difficile e tecnica verso La Thuile e una seconda più scorrevole quando si confluirà sulla statale che scende dal Piccolo San Bernardo in direzione della piccola località termale di Pré-Saint-Didier, le cui sorgenti, note sin dall’epoca romana, furono utilizzate per scopi curativi a partire dal Seicento mentre nel 1888 fu attrezzata anche un piccolo casinò, ospitato in un edificio oggi inglobato nell’odierno complesso termale. Mancherà a questo punto una sola salita, la più tenera del mazzo, ma è risaputo che l’abbinamento tra un colle decisamente “irsuto” di pendenze e uno più glabro s’è spesso rivelato un’accoppiata micidiale e percorrendo quegli ultimi 7500 metri al 3,1% i minuti di distacco potrebbero fare autentiche capriole all’indietro. Solamente nel percorrere i primi 3 Km s’incontreranno pendenze di una certa consistenza (media del 6% in quel tratto) poi la strada si “spiattellerà” letteralmente nell’attraversamento del centro di Courmayeur per poi riprendere a salire, ma con lievità, nel tratto conclusivo che punta dritto verso il traguardo presso la nuova stazione della Skyway, l’ardita funivia che permette di salire fino sul Monte Bianco e poi di scendere sul versante francese verso Chamonix. Una spettacolare “scorciatoia” posta al termine di una tappa che di scorciatoie ne riserverà ben poche….
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Col des Combes (1257 metri). Coincide con il bivio per Les Combes, all’altezza dello scollinamento che sulle cartine del Giro 2019, dove è quotato 1256 metri, è segnalato con il nome di Truc d’Arbe.
Colle San Carlo (1971 metri). Quotato 1951 metri sulle cartine del Giro 2019, è valicato tra Morgex e La Thuile dalla Strada Regionale 39 “del Colle d’Arpy” (nome desueto del passo, assieme al toponimo francese di Col Saint-Charles). Il Giro d’Italia l’ha scalato finora in quattro occasioni e la prima di queste porta la data dell’8 giugno del 1963 quando il San Carlo – sull’altimetria dell’epoca segnalato con il nome della montagna sovrastante, la Tête d’Arpy – fu inserito nel tracciato della cosiddetta “tappa delle Balconate Valdostane”, un circuito di 238 Km con traguardo fissato a Saint-Vincent, dove si giunse dopo esser saliti per due volte anche sul Col de Joux: ad imporsi fu Alberto Assirelli mentre sul San Carlo era scollinato in testa lo spagnolo Angelino Soler. Sempre come “Tête d’Arpy” sarà scalato nel 1970 nel corso della Saint-Vincent – Aosta, vinta da Franco Bitossi dopo che sul San Carlo era scollinato per primo Michele Dancelli. Con il nome tradizionale sarà affrontato, salendo dal versante più facile, nella prima tappa italiana del Giro del 1973, partito dal Belgio e giunto in Italia attraverso Olanda, Germania, Lussemburgo, Francia e Svizzera, dove da Ginevra scatterà la tappa del San Carlo, con traguardo fissato ad Aosta dopo esser transitati dal traforo del Monte Bianco, scollinamento in testa dello spagnolo José Manuel Fuente e vittoria di Eddy Merckx. Infine l’ultimo conquistatore di questo valico è stato Leonardo Piepoli nel 2006, poi impostosi sul traguardo della tappa Alessandria – La Thuile.
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY
Il casinò di Saint-Vincent
Verrayes, scorcio panoramico dall’Arboretum Pierre-Louis Vescoz di Verrayes (www.comune.verrayes.ao.it)
Castello di Nus
Aosta, Arco d’Augusto
Aosta, collegiata di Sant’Orso

I calanchi di Saint-Nicolas (www.naturaosta.it)

Il castello di Saint-Pierre spacciato per il maniero francese di Jaligny nel film "I cavalieri che fecero l'impresa” (www.davinotti.com)
Saint-Pierre, Castello Sarriod de la Tour
L’ingresso a Les Combes
Chez-les-Garin, la piccola frazione di Arvier nella quale nacque Maurice Garin
La Salle, dietro al lavatoio fa capolino la torre del castello di Écours
Il tratto più ripido della salita verso il Colle San Carlo
Lago d’Arpy
Lago di Fontana Rossa
Il vecchio casinò di Pré-Saint-Didier, oggi parte integrtale dello stabilimento termale
La nuova stazione della Skyway, la funivia del Monte Bianco

La cima del Monte Bianco, in trasparenza, l’altimetria della 14a tappa del Giro d’Italia 2019 (Triapdvisor)
CHE GIRO CHE FA A CERESOLE REALE
maggio 25, 2019 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione del 1949 nel 100° anniversario della nascita di Fausto Coppi e nel 70° anniversario della prima storica doppietta Giro-Tour siglata dal Campionissimo).
CHE GIRO CHE FA… NEL MONDO
Italia
Capolavoro di Zakarin, Roglic e Nibali insieme a 3′. Polanc difende la rosa – Gli highlights della tappa: il trionfo di Zakarin e il duello Nibali-Roglic – Nibali: “Se Roglic vuole vincere il Giro, non si corre così”- Zakarin: “Non avevo una strategia, punto alla top five” – Haller, “F..k You!” al tifoso che gli strappa la borraccia dalla bocca – Gimondi e quel Manghen del ‘76: “Caddi in discesa, ma…”(Gazzetta dello Sport)
Giro: al Serrù vince Zakarin davanti a Nieve, bene Landa. Nibali e Roglic resistono – Tifoso strappa la borraccia dalle mani di Haller, furia del corridore austriaco (Corriere della Sera)
Gran Bretagna
Simon Yates suffers huge time losses on Giro d’Italia’s opening mountain stage with Ilnur Zakarin winning stage 13 – Ilnur Zakarin claims summit finish victory as Jan Polanc retains pink – Britain’s Tao Geoghegan Hart forced to pull out of Giro d’Italia after Stage 13 crash (The Daily Telegraph)
Zakarin powers to victory in 13th Giro d’Italia stage (The Independent)
Francia
Zakarin s’offre la première étape de montagne – Le système très artisanal de Froome pour regarder le Giro à vélo – Polanc «Ça a été dur de défendre le maillot» – M. White (Mitchelton-Scott) «Pas un bon jour pour nous» – Zakarin «Je n’avais plus de forces» (L’Equipe)
Giro: Victoire de Zakarin, les favoris se neutralisent (Le Figaro)
Spagna
Enorme Landa: soltó a todos y le metió 1:37 a Roglic y Nibali (AS)
Roglic es el más fuerte del Giro pero si tiene que ganarlo sin compañeros.. – ¡Landini pone el Giro patas arriba! (Marca)
La mejor versión de Landa revienta el Giro de Italia en la 13ª etapa – Movistar da una nueva lección de correr en equipo en el Giro de Italia – Landa promete más guerra: “Seguiremos atacando hasta que las piernas aguanten” – “Ahora, Nibali y Roglic se perfilan como máximos favoritos” (El Mundo Deportivo)
Belgio
De Giro in 60 seconden: een Tartaar in de Alpen, Movistar is bij de les – Jumbo-Visma heeft speciaal busje voor roze Roglic en het heeft heel wat benodigdheden (Het Nieuwsblad)
Giro: Zakarin s’impose, grosse explication entre les favoris! (La Dernière Heure/Les Sports)
Paesi Bassi
Zakarin wint zware bergetappe, Mollema vijfde – Mollema was uiterst content met het verloop van de dertiende etappe in de Giro – Mollema verbaasd: ’Ze lieten me zo wegrijden’ – Video: Wielrenner woest op bidon-dief (De Telegraaf)
Zakarin profiteert van ploeg Mollema in chaotische bergrit – Nabeschouwing Giro: Roglič daagt Nibali uit (Algemeen Dagblad)
Germania
Sakarin gewinnt erste Bergankunft beim 102. Giro (Berliner Zeitung)
Lussemburgo
Giro: Zakarin gewinnt, Jungels fällt zurück (Luxemburger Wort)
Giro d’Italia: Tagessieg für Zakarin, Jungels verliert 13 Minuten – Die Leiden der Luxemburger: Jungels und Gastauer erleben schweren Tag beim Giro(Tageblatt)
Slovenia
Za rožnato majico se je Polanc boril kot lev (Delo)
Colombia
¿Se perdió el Giro? Avería mecánica le hizo ceder más tiempo – ‘Otra vez la mala suerte nos hace una mala jugada’: López – Las diferencias de López con los candidatos a ganar el Giro – ¡Qué mala suerte, Supermán! El problema mecánico que sufrió en el Giro – Supermán López vuela en la montaña: así le fue en la etapa 12 del Giro (El Tiempo)
Pese a tener un problema mecánico, Miguel Ángel López se metió en el top 10 del Giro de Italia – “La mala suerte estuvo de nuestro lado”: Miguel Ángel López – Ilnur Zakarin dio cátedra en el ascenso a Ceresole Reale (El Espectador)
Ecuador
Richard Carapaz ya se ubica sexto en la general del Giro de Italia (El Universo)
CHE GIRO CHE FA… SOL… LA… SI… DO… : la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
“Destinazione paradiso” (Gianluca Grignani)
a cura di DJ Jorgens
CHE METEO CHE FA
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa del giorno dopo
Saint-Vincent: temporale con piogge consistenti (0.8 mm), 18.5°C, vento debole da SSE (6-8 Km/h), umidità al 79%
Verrayes (GPM – Km 13.8): temporale con piogge consistenti e schiarite (0.7 mm), 16.1°C, vento debole da SSE (10 Km/h), umidità al 73%
Aosta (Sprint – Km 33.7): temporale con piogge consistenti (0.7 mm), 17.8°C, vento debole da SSE (9 Km/h), umidità al 76%
Saint-Pierre (Km 65.1): temporale con piogge consistenti (0.9 mm), 17.9°C, vento moderato da SSE (13 Km/h), umidità al 76%
Colle San Carlo (GPM – Km 106.1): pioggia consistente (0.7 mm), 9.3°C, vento debole da SSE (6-7 Km/h), umidità al 86%
Courmayeur : pioggia consistente (0.9 mm), 9°C, vento debole da S (5-6 Km/h), umidità al 88%
CHE GHIRO CHE FA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa
Saligari: “Ceresola Reale”
Garzelli: “Una salita molto inedita”
Ballan: “Pedaleranno su di un altitudine superiore ai 2000 metri”
De Luca: “Nazifassisti”
Garzelli: “Senza dubbio stanno facendo un lavoro senza parole”
Garzelli: “Corrono sulle case” (sulle strade di casa)
De Luca: “Ellena ha fatto scaprire la salita del Nivolet”
De Luca: “La piazza princitale”
Saligari: “Asfalto a nuovo”
Saligari: “Velocità verticale”
Pancani: “Gran Premio della Contagna”
Garzelli: “Una tappa dove presenta due discese molto tecniche”
De Luca: “Hanno avuto la possibilità di consumarlo questo Nivolet”
Garzelli: “Collaberare”
De Luca: “Ecco il corridore che hanno raggiunto Gianluca Brambilla”
Genovesi: “Stanno transitando dal paese natale di Maurice Garin, vincitore del primo Tour de France” (ci passeranno domani, in quel momento stavano transitando dal paese natale della madre di Garin)
Pancani: “Abbiamo misurato in un minuto esatto il gruppo”
Garzelli: “Andrè Amadeo” (Andrey Amador)
Garzelli: “Nibali può contare con Pozzovivo”
De Luca: “Alle loro palle Yates e Lopez”
Garzelli: “Attenzione, dietra, a Lopez”
De Luca: “Due slovoni alla partenza”
De Luca: “Zakarin guadagna qualche metro su un Mikel Nieve”
De Luca: “Le attenzioni sono Roglic e Nibali”
Televideo: “Courmayer” (Courmayeur)
Televideo: “Il gruppo non si stacca oltre i 3 minuti”
Televideo: “Philip Simon Yates” (Simon Philip Yates)
FA CHE GIRO CHE
Le classifiche del Giro viste all’incontrario
Ordine d’arrivo tredicesima tappa, Pinerolo – Ceresole Reale (Lago Serrù)
1° Enrico Barbin
2° Jenthe Biermans a 3″
3° Viacheslav Kuznetsov s.t.
4° Sean Bennett a 18″
5° Simone Consonni a 51″
Classifica generale
1° Sho Hatsuyama
2° Will Clarke a 2′45″
3° Nico Denz a 4′11″
4° Tom Bohli a 8′21″
5° Damiano Cima a 13′27″
CHE GIRO CHE FACEVA: 1949
Ricordiamo quest’anno, attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”, il Giro del 1949, quella della mitica Cuneo-Pinerolo
2 GIUGNO 1949 – 11a TAPPA: BASSANO DEL GRAPPA – BOLZANO (237 Km)
FAUSTO COPPI, TRIONFATORE DELLE DOLOMITI, GIUNGE SOLO AL TRAGUARDO DI BOLZANO – DALLA APPASSIONANTE LOTTA SULLE MONTAGNE RESTANO VENTOTTO SECONDI TRA LEONI E COPPI
Secondo sul Rolle dietro a Bartali, scatena la lotta sul Pordoi e coglie d’infilata gli altri due gran premi della montagna – Leoni conserva la maglia rosa per soli 28” – Gli assi del Giro si sono svegliati – Ben meritato l’odierno riposo a Bolzano
La classe si è rivelata al contatto con le difficoltà – Bartali m’è parso colto di sorpresa – Così afferma Ambrosini, direttore di corsa

La diga del Lago Serrù illuminata di rosa in occasione dell'arrivo del Giro a Ceresole Reale (bici.news)
CHE GIRO, CHE ARCHIVIO
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Raduno di partenza Bologna
1a tappa: Bologna – San Luca (cronometro individuale)
2a tappa: Bologna – Fucecchio
3a tappa: Vinci – Orbetello
4a tappa: Orbetello – Frascati
5a tappa: Frascati – Terracina
6a tappa: Cassino – San Giovanni Rotondo
7a tappa: Vasto – L’Aquila
8a tappa: Tortoreto Lido – Pesaro
9a tappa: Riccione – San Marino (cronometro individuale)
10a tappa: Ravenna – Modena
11a tappa: Carpi – Novi Ligure
12a tappa: Cuneo – Pinerolo
FUOCO E FIAMME IN ALTA QUOTA MA TRA NIBALI E ROGLIC È GUERRA FREDDA
Prima vera tappa di montagna di questo Giro e di colpo lo spettacolo si moltiplica su mille scenari contemporanei e intrecciati. Districandosi fra i mille rivoli di un fluviale romanzo postmoderno, vince Zakarin: e intanto la classifica generale impazzisce.
Il Giro balza a quota duemila e la classifica generale in un niente va in ebollizione. Il re di giornata, come da copione, non poteva che essere il russo Zakarin, riemerso dal gelo della Tartaria, nella Russia profonda, e da una annata tormentata dai dubbi, per imporsi fra ghiaioni e pareti di neve col suo physique du rôle, esile e d’un pallore spettrale. Ossigeno per un Team Katusha definitivamente orfano di Kittel e via via più alieno alla propria anima russa, che oggi è invece tornata alla ribalta.
Una sfida fra icemen ha preso corpo anche in classifica generale, con Nibali e Roglic impegnati ad annullarsi a vicenda, avvinghiati l’uno alle ruote dell’altro sulle ultime impervie rampe mentre tutt’attorno esplodevano le schegge di un gruppo impazzito. Nessuno dei due ha voluto mostrare il fianco rispondendo in prima persona a qualsivoglia attacco altrui: è sfida di nervi, ma la partita a poker potrebbe costare cara. Sarà da capire chi vincerà per minor ansia di vincere: Nibali fa l’impassibile ma il suo carattere da vulcano sopito si tradisce con frecciate e borbottii assortiti, anche perché alla fin fine nonostante Polanc e Roglic in cima alla classifica questo è pur sempre “Giro d’Italia, non Giro di Slovenia” (parafrasando un leggendario Vinokourov). Roglic invece impassibile lo sembra davvero, benché per lui, a differenza di Nibali, si tratterebbe della prima vittoria di un peso specifico davvero notevole. Due sfingi fra i ghiacci, con un alone di mistero sulla questione di quanta gamba effettivamente abbiano a disposizione.
Lo scacchiere, per il resto, è degno di un intrigo in puro stile “La spia che venne dal freddo”. Chi lavora per chi? Chi aiuta chi? C’è in ballo la tappa o la generale? La fuga di giornata si seleziona solo sul già duro Colle del Lys, e conta quasi trenta unità, con una netta prevalenza dei Trek-Segafredo, rappresentata addirittura dal proprio capitano, l’olandese Bauke Mollema, spesso tiepido o anonimo e oggi arrembante alla faccia di una classifica che già gli sorrideva, dato che era sul podio virtuale con un tempo pressoché identico a quello di Nibali. Non è una boutade, visto che Mollema è spalleggiato da tutti i propri più forti gregari per la montagna, tutti italiani fra l’altro: l’esperto cacciatore di tappe Brambilla, nonché i giovani Conci (ancora under 23) e Ciccone, che peraltro si riprende strada facendo la maglia dei GPM prima prestata proprio a Brambilla. Un blocco del genere detta legge e fa paura, anche se la fuga è rimpolpata da gregari di primo livello anche per Movistar, Astana e Bahrain. Zakarin è fin da subito fra gli uomini da tenere d’occhio per caratura, così come lo spagnolo Nieve, per nome e palmarés da cacciatore di tapponi. E poi specialisti di grandi fughe come De Gendt e Masnada, quindi Teo Geoghegan Hart, cioè uno dei due capitani del Team Ineos (ex Sky) con il suo gregario di lusso Dunbar (ma Teo cascherà in discesa con addio alla clavicola e al Giro). E ancora Gallopin, Formolo…
Il Team Jumbo del leader in pectore Roglic evapora espletando le proprie funzioni di prammatica nel mantenere la fuga a tre minuti, così come si dissolve in breve la UAE del leader ufficiale in rosa, Polanc.
È verso l’inedito Pian del Lupo che il gioco si fa duro e un po’ confuso: l’Astana, rappresentatissima in fuga, sgancia dalla testa Cataldo, che con Pello Bilbao alza il ritmo del gruppo, come evidente preludio a un attacco di nuovo da lontanissimo di Miguel Ángel López, dato che se si trattasse di usare i primi come testa di ponte sulla salita finale, sarebbe meglio mantenerli un po’ più avanzati. Il distacco dalla fuga crolla a poco meno di un minuto, il gruppo si sgretola fino a ridursi a un drappello minimo, meno di una dozzina di uomini, e per lo più capitani: Roglic, Nibali, Majka, Sivakov, Kangert sono soli, anche se si potranno valere, presto o tardi, dell’appoggio più o meno di peso dei compagni che via via scivoleranno dall’avanguardia al gruppo principale, rispettivamente Tolhoek, Pozzovivo, Formolo, Dunbar o Dombrowski, tutti membri in origine della fuga del mattino. Sarà chiave, in questo senso, soprattutto Pozzovivo per Nibali, anche perché si fermerà intenzionalmente ad attendere il capitano, invece che venir intercettato nel corso di una retrocessione fisiologica come sarà per altri. La Movistar è salda con le due punte Landa e Carapaz, e sembra blindato anche Yates, circondato da compagni. Kangert finirà per cedere sotto la sferza Astana ma rientrerà in discesa.
L’attacco di López, però, non si materializza, e lo stallo nel falsopiano infinito che porta alle pendici del Nivolet diventa inevitabile. A parte la selezione ottenuta, la tattica Astana appare di colpo spuntata, mentre da dietro si susseguono i rientri, e gli avversari – Nibali e Roglic su tutti – si giovano del guinzaglio accorciato alla tanto pericolosa fuga.
Frattanto in testa si susseguono attacchi e contrattacchi, accelerazioni, frazionamenti e ricompattamenti: Masnada è fra i più attivi, ma i più incisivi sono Mollema, Zakarin e Nieve, che alla fin fine se ne andranno da soli, dopo aver sfruttato il lavoro dei gregari Trek fino all’ultima goccia di energia. Il distacco fa l’elastico fra il minuto scarso e i due, ma per la tappa è sfida a tre, poi a due fra Zakarin e Nieve e infine sarà, come anticipato, trionfo russo, dopo una estenuante battaglia all’arma bianca.
Dietro si susseguono i movimenti tattici: come si diceva, rientrano alcuni staccati di Pian del Lupo, in particolare Caruso, che lavorerà sodissimo per Nibali – così come, va detto, anche per Roglic e per i favoriti tutti! – nel tenere a tiro la fuga. Rientra anche la maglia rosa Polanc, eroico nel fare l’elastico tutto il giorno, riuscendo alla fine a conservare il primato, anche se con un vantaggio quasi dimezzato. Importanti due nomi, perché ribalteranno questa prima defaillance in una prestazione più solida sulla salita conclusiva: Kangert, ora leader della Education First, antico gregario nibaliano, che era stato l’ultimo a cedere, e il francesino terribile e figlio d’arte Valentin Madouas, un talento imberbe e ancora in cerca di specialità che viene sempre a galla quando il gioco si fa duro. Fra tutti gli altri che dopo la difficoltà rientrano, non si salverà nessuno, e, come suole accadere, il primo cedimento prelude a un crollo verticale: perderanno sul traguardo più di dieci minuti i provvisoriamente rientrati Jungels (addio sogni da uomo di classifica), Sosa (altro baby fenomeno made in Colombia precettato da Sky, cioè, Ineos), Hugh Carthy (un altro Froome magro magro ma senza tanti Tour), Chaves (nel cui recupero ben volevamo sperare), Oomen (di nuovo un potenziale fenomeno arenato per ora in un piccolo plateau), Conti (generoso al servizio di Polanc finché possibile)… per loro resta la speranza di fughe future, in un Giro garibaldino.
La salita conclusiva, imponente anche se raggiungere il vero e proprio colle del Nivolet, va a gradini, la possiamo dividere in tre terzi di 6 km ciascuno: l’insidiosa strada vecchia, serpeggiante, stretta, irregolare, con punte al 14%, poi il falsopiano lungolago, e infine l’asfissiante finale che arrampica pareti granitiche e verticali con curve di armonioso disegno e pendenze regolari ma sempre altissime e asfissianti, attorno al 9% stabile.
Ed è sul primo gradino, quando manca quasi un’ora di sforzo, che si scatena la battaglia, innescata da un Landa ispiratissimo e splendido sulla bici: come ieri, gli altri provano a seguirlo, ma non ce n’è, bisognerebbe spingere davvero a fondo, e chi forse potrebbe non se la sente. Chi potrebbe, forse sì o forse no, ma senz’altro vorrebbe è Miguel Ángel López, la cui squadra ha pian piano dislocato tutti i gregari di lusso dal fronte al cuore della corsa, da Zeits a Izagirre. Se Superman fosse pronto a spiccare di nuovo il volo con Landa o meno resterà però un mistero perché, come ieri, sul più bello un inceppo tecnico lo obbliga a uno stop & go. Ieri fu fugace e prima della salita, recuperabile, con non pochi affanni, oggi invece è serio e a bagarre innescata: in una parola, fatale. Proverà a rientrare, il buon Superman, col suo carattere incrollabile (foro pure nella crono di Bologna!), ma i primi resteranno irraggiungibili, e quando i chilometri di ascesa diventeranno tanti, gli si accenderà la spia della riserva, relegandolo di un minuto abbondante alle spalle di Nibali e Roglic.
Ben diversa è la storia di Landa: il basco scava un distacco non abnorme ma robusto e quando arriva al falsopiano ci sono ad aspettarlo due compagni predisposti a questo scopo quasi 150 km e quttro ore prima. Soprattutto Amador, senza remore pur essendo a propria volta un potenziale contendente, sarà prezioso nello svenarsi per il capitano, mentre dietro è Pozzovivo, anch’egli fermato, come dicevamo, dalla fuga del mattino, a contenere il distacco quando Caruso è esaurito.
Landa vivrà la sua scalata finale da uomo solo, irraggiungibile per il resto del gruppo dei migliori, che, sfaldato, arriverà tra i 20” e il minuto e 40 alle sue spalle. Poco a poco andrà saltando i resti della fuga: Ciccone, Dombrowski, Formolo, perfino Mollema, a cui mangia un paio di minuti buoni. Davanti a lui al traguardo solo Zakarin e Nieve. Gran gesto di coraggio, classe, gamba oltreché eccellente esibizione di strategia di squadra. Come dirà lo stesso Landa dopo la gara: “non so per quanto mi reggeranno le gambe, ma finché ne avrò, attaccherò così da lontano”. L’attacco di Landa lascia fritto Simon Yates, che salta secco e imbarcherà minuti da tutti, anche se “solo” un paio da Nibali e Roglic. Non una crisi davvero a picco, salvato dai gregari e da una certa regolarità nel salire, ma una mazzata pesante.
Poco a poco emergono i cinque uomini che comporranno il “gruppo” principale per questa ascesa: Roglic, Nibali, Sivakov, il predestinato franco-russo ormai rimasto capitano unico di Ineos-Sky, Majka, ormai capitano Bora, e infine Carapaz, l’ecuadoriano della Movistar già quarto l’anno passato.
Come anticipato in apertura, Nibali e Roglic si marcano stretti e si disinteressano degli altri, che a quel punto cominciano a scattare a destra e a manca. Sivakov, che va regolare, sembra rimbalzare avanti e indietro come una boa in un mare in tempesta. Finirà una quarantina di secondi dietro ai due litiganti. Al contrario, Majka e soprattutto Carapaz prendono il largo là davanti, e lasciano i due pesi massimi rispettivamente a un minuto e un minuto e venti. Non proprio quisquilie.
E così, cercando disperatamente di tirare le somme con la calcolatrice in fiamme, scopriamo che in classifica generale dietro lo stoico Polanc, atteso ad altro martirio domani, c’è ancora Roglic, ma dopo Roglic non c’è Nibali, bensì, a mezzo minutino, Zakarin e Mollema, i due eroi di giornata, l’uno per aver chiuso la partita odierna, l’altro per averla aperta. Nibali è dietro a questi due di un altro minuto intero, e ora ha a meno di mezzo minuto Majka e Carapaz, con pure Landa a un minuto dal siciliano ma in rapida rimonta. Questi pare siano i capitani con galloni conquistati sul campo, e entrambi gli ultimi due sono in casa Movistar, oltreché i più vispi in salita. López, Sivakov o Tangert paiono ormai incasellati nel ruolo di outsider, a cinque minuti circa da Roglic, per non parlare di Yates a quasi sei. Ma attenzione, perché in questo Giro si direbbe che il ruolo di outsider apra tante porte, per chi ha il coraggio di lanciarvisi a spallate a tutta forza e magari con una bella rincorsa da lontano.
Domani tappa blitzkrieg, sui 130 km ma senza un metro di pianura, su e giù per le ripidissime pareti valdostane, con cinque GPM uno via l’altro. Penultimo il durissimo San Carlo a far la selezione sia all’insù, sia con una spaventosa discesa potenzialmente bagnata, prima di un tattico finale a tira e molla. Domenica la tappa fotocopia del Giro di Lombardia versione Como, che non abbisogna di altre presentazioni. Lunedì si riposa e martedì, bufere di neve permettendo, tappone da 230 km con Presolana, Gavia, Mortirolo e Tonale. Insomma, si salvi chi può. Pagherà di più il ghiaccio di Nibali e Roglic oppure il fuoco di Landa e degli altri sciabolatori all’arrembaggio?
Gabriele Bugada
ORDINE D’ARRIVO
1 Ilnur Zakarin (Rus) Katusha-Alpecin 5:34:40
2 Mikel Nieve (Spa) Mitchelton-Scott 0:00:35
3 Mikel Landa (Spa) Movistar Team 0:01:20
4 Richard Carapaz (Ecu) Movistar Team 0:01:38
5 Bauke Mollema (Ned) Trek-Segafredo 0:01:45
6 Rafal Majka (Pol) Bora-Hansgrohe 0:02:07
7 Primoz Roglic (Slo) Team Jumbo-Visma 0:02:57
8 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida
9 Pavel Sivakov (Rus) Team Ineos 0:03:34
10 Davide Formolo (Ita) Bora-Hansgrohe 0:03:50
11 Miguel Angel Lopez (Col) Astana Pro Team 0:04:19
12 Tanel Kangert (Est) EF Education First 0:04:23
13 Joe Dombrowski (USA) EF Education First 0:04:25
14 Valentin Madouas (Fra) Groupama-FDJ 0:04:37
15 Jan Polanc (Slo) UAE Team Emirates 0:04:39
16 Giulio Ciccone (Ita) Trek-Segafredo 0:04:54
17 Simon Yates (GBr) Mitchelton-Scott 0:05:00
18 Domenico Pozzovivo (Ita) Bahrain-Merida 0:06:40
19 Fausto Masnada (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec 0:07:59
20 Tony Gallopin (Fra) AG2R La Mondiale 0:09:30
21 Hugh John Carthy (GBr) EF Education First 0:10:16
22 Ivan Sosa (Col) Team Ineos 0:10:29
23 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale 0:10:38
24 Ion Izagirre Insausti (Spa) Astana Pro Team 0:11:20
25 Lucas Hamilton (Aus) Mitchelton-Scott 0:12:24
26 Victor De La Parte (Spa) CCC Team 0:12:42
27 Ben O’Connor (Aus) Dimension Data 0:12:49
28 Andrey Amador (CRc) Movistar Team 0:12:52
29 Bob Jungels (Lux) Deceuninck-QuickStep 0:13:02
30 Antwan Tolhoek (Ned) Team Jumbo-Visma 0:14:48
31 Andrey Zeits (Kaz) Astana Pro Team 0:16:20
32 Sebastian Henao (Col) Team Ineos 0:16:50
33 Pello Bilbao (Spa) Astana Pro Team 0:17:08
34 Valerio Conti (Ita) UAE Team Emirates
35 Edward Dunbar (Irl) Team Ineos 0:17:10
36 Jan Hirt (Cze) Astana Pro Team
37 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:17:41
38 Damiano Caruso (Ita) Bahrain-Merida 0:19:10
39 Eros Capecchi (Ita) Deceuninck-QuickStep 0:19:34
40 Koen Bouwman (Ned) Team Jumbo-Visma 0:19:59
41 Sam Oomen (Ned) Team Sunweb 0:20:15
42 José Rojas (Spa) Movistar Team 0:21:11
43 Hector Carretero (Spa) Movistar Team
44 Ruben Plaza (Spa) Israel Cycling Academy 0:21:14
45 Esteban Chaves (Col) Mitchelton-Scott
46 Christopher Juul Jensen (Den) Mitchelton-Scott 0:21:17
47 Gianluca Brambilla (Ita) Trek-Segafredo 0:21:27
48 Pieter Serry (Bel) Deceuninck-QuickStep 0:21:55
49 Amaro Antunes (Por) CCC Team 0:22:04
50 Jan Bakelants (Bel) Team Sunweb 0:22:16
51 Mattia Cattaneo (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec 0:23:15
52 Paul Martens (Ger) Team Jumbo-Visma 0:24:38
53 Sepp Kuss (USA) Team Jumbo-Visma
54 Thomas De Gendt (Bel) Lotto Soudal
55 Jay Mc Carthy (Aus) Bora-Hansgrohe
56 Larry Warbasse (USA) AG2R La Mondiale
57 François Bidard (Fra) AG2R La Mondiale
58 Davide Villella (Ita) Astana Pro Team
59 Miguel Eduardo Florez Lopez (Col) Androni Giocattoli-Sidermec 0:25:26
60 Brent Bookwalter (USA) Mitchelton-Scott 0:25:34
61 Amanuel Ghebreigzabhier (Eri) Dimension Data 0:26:14
62 Francesco Gavazzi (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec 0:27:21
63 Marco Frapporti (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec
64 Matteo Montaguti (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec
65 Luca Covili (Ita) Bardiani CSF
66 Nathan Brown (USA) EF Education First 0:28:48
67 Christopher Hamilton (Aus) Team Sunweb 0:30:13
68 Jai Hindley (Aus) Team Sunweb 0:30:28
69 Diego Ulissi (Ita) UAE Team Emirates
70 Fabio Sabatini (Ita) Deceuninck-QuickStep
71 Mikkel Frølich Honoré (Den) Deceuninck-QuickStep 0:30:33
72 Salvatore Puccio (Ita) Team Ineos 0:30:36
73 Luke Durbridge (Aus) Mitchelton-Scott
74 Jonnathan Narvaez (Ecu) Team Ineos 0:30:38
75 Enrico Battaglin (Ita) Katusha-Alpecin
76 Adam Hansen (Aus) Lotto Soudal
77 Victor Campenaerts (Bel) Lotto Soudal 0:30:51
78 Andrea Vendrame (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec
79 Pawel Poljanski (Pol) Bora-Hansgrohe 0:30:55
80 Jack Bauer (NZl) Mitchelton-Scott
81 Lorenzo Rota (Ita) Bardiani CSF 0:31:12
82 Andrea Garosio (Ita) Bahrain-Merida 0:32:16
83 Francisco Ventoso (Spa) CCC Team 0:32:22
84 Antonio Pedrero (Spa) Movistar Team
85 Krists Neilands (Lat) Israel Cycling Academy 0:33:08
86 Valerio Agnoli (Ita) Bahrain-Merida 0:33:26
87 Grega Bole (Slo) Bahrain-Merida
88 Tobias Ludvigsson (Swe) Groupama-FDJ
89 Lukasz Owsian (Pol) CCC Team
90 Tosh Van Der Sande (Bel) Lotto Soudal
91 Ryan Gibbons (RSA) Dimension Data
92 Jasper De Buyst (Bel) Lotto Soudal
93 Jonathan Caicedo (Ecu) EF Education First
94 Enrico Gasparotto (Ita) Dimension Data 0:33:36
95 Jos van Emden (Ned) Team Jumbo-Visma 0:33:38
96 Antonio Nibali (Ita) Bahrain-Merida 0:33:47
97 Scott Davies (GBr) Dimension Data 0:33:51
98 Cesare Benedetti (Ita) Bora-Hansgrohe 0:34:18
99 Nicola Conci (Ita) Trek-Segafredo
100 Reto Hollenstein (Swi) Katusha-Alpecin
101 Ben Gastauer (Lux) AG2R La Mondiale
102 Thomas Leezer (Ned) Team Jumbo-Visma 0:34:29
103 Christian Knees (Ger) Team Ineos 0:34:35
104 Nans Peters (Fra) AG2R La Mondiale
105 Chad Haga (USA) Team Sunweb 0:34:47
106 Manuel Senni (Ita) Bardiani CSF 0:34:54
107 Giovanni Carboni (Ita) Bardiani CSF
108 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team
109 Dmitrii Strakhov (Rus) Katusha-Alpecin
110 Danilo Wyss (Swi) Dimension Data 0:35:10
111 Kristian Sbaragli (Ita) Israel Cycling Academy 0:36:32
112 Guillaume Boivin (Can) Israel Cycling Academy 0:37:36
113 Guy Niv (Isr) Israel Cycling Academy
114 Awet Andemeskel (Eri) Israel Cycling Academy
115 Marco Haller (Aut) Katusha-Alpecin 0:39:59
116 Florian Senechal (Fra) Deceuninck-QuickStep 0:41:52
117 Michael Schwarzmann (Ger) Bora-Hansgrohe
118 Pascal Ackermann (Ger) Bora-Hansgrohe
119 Mirco Maestri (Ita) Bardiani CSF
120 Manuel Belletti (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec 0:42:09
121 Josef Cerny (Cze) CCC Team 0:42:33
122 Kamil Gradek (Pol) CCC Team
123 Jasha Sütterlin (Ger) Movistar Team
124 Rüdiger Selig (Ger) Bora-Hansgrohe
125 Luis Mas Bonet (Spa) Movistar Team
126 Manuele Boaro (Ita) Astana Pro Team 0:43:09
127 Olivier Le Gac (Fra) Groupama-FDJ 0:48:53
128 Paolo Simion (Ita) Bardiani CSF
129 Marco Marcato (Ita) UAE Team Emirates
130 Ramon Sinkeldam (Ned) Groupama-FDJ
131 Michael Gogl (Aut) Trek-Segafredo
132 Arnaud Demare (Fra) Groupama-FDJ
133 Markel Irizar (Spa) Trek-Segafredo
134 Damiano Cima (Ita) Nippo-Vini Fantini-Faizane
135 Juan Jose Lobato Del Valle (Spa) Nippo-Vini Fantini-Faizane
136 Tom Bohli (Swi) UAE Team Emirates
137 Nico Denz (Ger) AG2R La Mondiale
138 Miles Scotson (Aus) Groupama-FDJ
139 Nicola Bagioli (Ita) Nippo-Vini Fantini-Faizane
140 Sho Hatsuyama (Jpn) Nippo-Vini Fantini-Faizane
141 Conor Dunne (Irl) Israel Cycling Academy
142 Ivan Santaromita (Ita) Nippo-Vini Fantini-Faizane
143 Marco Canola (Ita) Nippo-Vini Fantini-Faizane
144 Davide Cimolai (Ita) Israel Cycling Academy
145 Jacopo Guarnieri (Ita) Groupama-FDJ
146 Will Clarke (Aus) Trek-Segafredo
147 Simone Consonni (Ita) UAE Team Emirates 0:49:02
148 Sean Bennett (USA) EF Education First 0:49:35
149 Viacheslav Kuznetsov (Rus) Katusha-Alpecin 0:49:50
150 Jenthe Biermans (Bel) Katusha-Alpecin
151 Enrico Barbin (Ita) Bardiani CSF 0:49:53
CLASSIFICA GENERALE
1 Jan Polanc (Slo) UAE Team Emirates 54:28:59
2 Primoz Roglic (Slo) Team Jumbo-Visma 0:02:25
3 Ilnur Zakarin (Rus) Katusha-Alpecin 0:02:56
4 Bauke Mollema (Ned) Trek-Segafredo 0:03:06
5 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida 0:04:09
6 Richard Carapaz (Ecu) Movistar Team 0:04:22
7 Rafal Majka (Pol) Bora-Hansgrohe 0:04:28
8 Mikel Landa (Spa) Movistar Team 0:05:08
9 Pavel Sivakov (Rus) Team Ineos 0:07:13
10 Miguel Angel Lopez (Col) Astana Pro Team 0:07:48
11 Tanel Kangert (Est) EF Education First 0:07:52
12 Simon Yates (GBr) Mitchelton-Scott 0:08:14
13 Davide Formolo (Ita) Bora-Hansgrohe 0:08:44
14 Mikel Nieve (Spa) Mitchelton-Scott 0:08:52
15 Valentin Madouas (Fra) Groupama-FDJ 0:11:24
16 Hugh John Carthy (GBr) EF Education First 0:13:10
17 Joe Dombrowski (USA) EF Education First 0:15:14
18 Andrey Amador (CRc) Movistar Team 0:15:43
19 Tony Gallopin (Fra) AG2R La Mondiale 0:16:03
20 Valerio Conti (Ita) UAE Team Emirates 0:17:20
21 Bob Jungels (Lux) Deceuninck-QuickStep 0:17:22
22 Victor De La Parte (Spa) CCC Team 0:18:14
23 Fausto Masnada (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec 0:18:51
24 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale 0:19:48
25 Eros Capecchi (Ita) Deceuninck-QuickStep 0:19:57
26 Giulio Ciccone (Ita) Trek-Segafredo 0:20:07
27 Domenico Pozzovivo (Ita) Bahrain-Merida 0:22:19
28 Edward Dunbar (Irl) Team Ineos 0:22:42
29 Ben O’Connor (Aus) Dimension Data 0:23:21
30 Esteban Chaves (Col) Mitchelton-Scott 0:25:12
31 Amaro Antunes (Por) CCC Team 0:25:21
32 Sam Oomen (Ned) Team Sunweb 0:25:29
33 Mattia Cattaneo (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec 0:28:01
34 Gianluca Brambilla (Ita) Trek-Segafredo 0:28:32
35 Pello Bilbao (Spa) Astana Pro Team 0:28:59
36 Pieter Serry (Bel) Deceuninck-QuickStep 0:29:02
37 Jan Bakelants (Bel) Team Sunweb 0:29:36
38 Lucas Hamilton (Aus) Mitchelton-Scott 0:29:53
39 Francesco Gavazzi (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec 0:30:41
40 Matteo Montaguti (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec 0:30:58
41 José Rojas (Spa) Movistar Team 0:32:03
42 Andrey Zeits (Kaz) Astana Pro Team 0:33:00
43 Sebastian Henao (Col) Team Ineos 0:34:31
44 Ivan Sosa (Col) Team Ineos 0:35:02
45 Ion Izagirre Insausti (Spa) Astana Pro Team 0:36:09
46 Enrico Gasparotto (Ita) Dimension Data 0:36:34
47 Damiano Caruso (Ita) Bahrain-Merida 0:37:10
48 Giovanni Carboni (Ita) Bardiani CSF 0:38:36
49 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team 0:42:28
50 Jan Hirt (Cze) Astana Pro Team 0:43:06
51 Davide Villella (Ita) Astana Pro Team 0:43:34
52 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:44:04
53 François Bidard (Fra) AG2R La Mondiale 0:45:02
54 Nans Peters (Fra) AG2R La Mondiale 0:45:15
55 Diego Ulissi (Ita) UAE Team Emirates 0:45:22
56 Larry Warbasse (USA) AG2R La Mondiale 0:45:23
57 Jay Mc Carthy (Aus) Bora-Hansgrohe 0:45:51
58 Antwan Tolhoek (Ned) Team Jumbo-Visma 0:45:53
59 Ruben Plaza (Spa) Israel Cycling Academy 0:46:15
60 Koen Bouwman (Ned) Team Jumbo-Visma 0:47:25
61 Thomas De Gendt (Bel) Lotto Soudal 0:53:38
62 Christopher Juul Jensen (Den) Mitchelton-Scott 0:53:46
63 Andrea Vendrame (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec 0:54:44
64 Jai Hindley (Aus) Team Sunweb 0:55:33
65 Christopher Hamilton (Aus) Team Sunweb 0:56:36
66 Paul Martens (Ger) Team Jumbo-Visma 0:57:22
67 Manuel Senni (Ita) Bardiani CSF 0:57:23
68 Tosh Van Der Sande (Bel) Lotto Soudal 0:58:10
69 Luca Covili (Ita) Bardiani CSF 1:00:10
70 Brent Bookwalter (USA) Mitchelton-Scott 1:00:38
71 Adam Hansen (Aus) Lotto Soudal 1:00:41
72 Ryan Gibbons (RSA) Dimension Data 1:00:53
73 Lukasz Owsian (Pol) CCC Team 1:01:03
74 Luke Durbridge (Aus) Mitchelton-Scott 1:01:29
75 Kristian Sbaragli (Ita) Israel Cycling Academy 1:02:40
76 Ben Gastauer (Lux) AG2R La Mondiale 1:02:41
77 Jonnathan Narvaez (Ecu) Team Ineos 1:02:43
78 Tobias Ludvigsson (Swe) Groupama-FDJ 1:02:52
79 Amanuel Ghebreigzabhier (Eri) Dimension Data 1:04:47
80 Danilo Wyss (Swi) Dimension Data 1:05:13
81 Nicola Conci (Ita) Trek-Segafredo 1:06:03
82 Antonio Pedrero (Spa) Movistar Team
83 Enrico Battaglin (Ita) Katusha-Alpecin 1:07:53
84 Reto Hollenstein (Swi) Katusha-Alpecin 1:08:12
85 Salvatore Puccio (Ita) Team Ineos 1:10:12
86 Fabio Sabatini (Ita) Deceuninck-QuickStep 1:10:25
87 Andrea Garosio (Ita) Bahrain-Merida 1:10:46
88 Antonio Nibali (Ita) Bahrain-Merida 1:11:12
89 Sepp Kuss (USA) Team Jumbo-Visma 1:11:39
90 Pawel Poljanski (Pol) Bora-Hansgrohe 1:11:50
91 Lorenzo Rota (Ita) Bardiani CSF 1:12:02
92 Cesare Benedetti (Ita) Bora-Hansgrohe 1:12:10
93 Nathan Brown (USA) EF Education First 1:14:00
94 Christian Knees (Ger) Team Ineos 1:14:31
95 Manuele Boaro (Ita) Astana Pro Team 1:14:53
96 Miguel Eduardo Florez Lopez (Col) Androni Giocattoli-Sidermec 1:15:32
97 Valerio Agnoli (Ita) Bahrain-Merida 1:17:04
98 Marco Haller (Aut) Katusha-Alpecin 1:18:20
99 Florian Senechal (Fra) Deceuninck-QuickStep 1:19:03
100 Jonathan Caicedo (Ecu) EF Education First 1:19:49
101 Francisco Ventoso (Spa) CCC Team 1:21:12
102 Jasper De Buyst (Bel) Lotto Soudal 1:21:20
103 Marco Frapporti (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec 1:23:25
104 Manuel Belletti (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec 1:23:40
105 Krists Neilands (Lat) Israel Cycling Academy 1:23:47
106 Ivan Santaromita (Ita) Nippo-Vini Fantini-Faizane 1:26:28
107 Marco Canola (Ita) Nippo-Vini Fantini-Faizane 1:28:33
108 Marco Marcato (Ita) UAE Team Emirates 1:29:35
109 Chad Haga (USA) Team Sunweb 1:29:47
110 Jos van Emden (Ned) Team Jumbo-Visma 1:30:25
111 Nicola Bagioli (Ita) Nippo-Vini Fantini-Faizane 1:31:50
112 Pascal Ackermann (Ger) Bora-Hansgrohe 1:33:05
113 Grega Bole (Slo) Bahrain-Merida 1:36:28
114 Josef Cerny (Cze) CCC Team 1:37:24
115 Michael Gogl (Aut) Trek-Segafredo 1:38:08
116 Guy Niv (Isr) Israel Cycling Academy 1:38:24
117 Viacheslav Kuznetsov (Rus) Katusha-Alpecin 1:38:30
118 Michael Schwarzmann (Ger) Bora-Hansgrohe 1:38:51
119 Jenthe Biermans (Bel) Katusha-Alpecin 1:39:07
120 Rüdiger Selig (Ger) Bora-Hansgrohe 1:39:32
121 Victor Campenaerts (Bel) Lotto Soudal 1:39:54
122 Hector Carretero (Spa) Movistar Team 1:40:07
123 Enrico Barbin (Ita) Bardiani CSF 1:41:47
124 Sean Bennett (USA) EF Education First 1:42:03
125 Arnaud Demare (Fra) Groupama-FDJ 1:44:14
126 Jasha Sütterlin (Ger) Movistar Team 1:46:24
127 Mirco Maestri (Ita) Bardiani CSF 1:46:33
128 Davide Cimolai (Ita) Israel Cycling Academy 1:47:30
129 Jack Bauer (NZl) Mitchelton-Scott 1:47:37
130 Jacopo Guarnieri (Ita) Groupama-FDJ 1:48:30
131 Mikkel Frølich Honoré (Den) Deceuninck-QuickStep 1:51:04
132 Luis Mas Bonet (Spa) Movistar Team 1:51:16
133 Guillaume Boivin (Can) Israel Cycling Academy 1:51:29
134 Simone Consonni (Ita) UAE Team Emirates 1:52:25
135 Thomas Leezer (Ned) Team Jumbo-Visma 1:55:56
136 Awet Andemeskel (Eri) Israel Cycling Academy 1:56:39
137 Ramon Sinkeldam (Ned) Groupama-FDJ 2:02:07
138 Olivier Le Gac (Fra) Groupama-FDJ 2:02:14
139 Scott Davies (GBr) Dimension Data 2:06:25
140 Conor Dunne (Irl) Israel Cycling Academy 2:06:48
141 Dmitrii Strakhov (Rus) Katusha-Alpecin 2:10:41
142 Markel Irizar (Spa) Trek-Segafredo 2:12:27
143 Juan Jose Lobato Del Valle (Spa) Nippo-Vini Fantini-Faizane 2:13:41
144 Kamil Gradek (Pol) CCC Team 2:14:14
145 Paolo Simion (Ita) Bardiani CSF 2:21:30
146 Miles Scotson (Aus) Groupama-FDJ 2:23:42
147 Damiano Cima (Ita) Nippo-Vini Fantini-Faizane 2:24:51
148 Tom Bohli (Swi) UAE Team Emirates 2:29:57
149 Nico Denz (Ger) AG2R La Mondiale 2:34:07
150 Will Clarke (Aus) Trek-Segafredo 2:35:33
151 Sho Hatsuyama (Jpn) Nippo-Vini Fantini-Faizane 2:38:18

Nibali e Roglic viaggiano appiati tra le muraglie di neve del Nivolet (foto Bettini)
24-05-2019
maggio 24, 2019 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
Il russo Ilnur Zakarin (Team Katusha Alpecin) si è imposto nella tredicesima tappa, Pinerolo – Ceresole Reale (Lago Serrù), percorrendo 196 Km in 5h34′40″ alla media di 35.14 Km/h. Ha preceduto di 35″ lo spagnolo Mikel Nieve Iturralde e di 1′20″ lo spagnolo Mikel Landa Meana. Miglior italiano Vincenzo Nibali (Bahrain Merida), 8° a 2′57″. Lo sloveno Jan Polanc (UAE-Team Emirates) è ancora maglia rosa con 2′25″ sul connazionale Primož Roglič e 2′56″ su Zakarin. Miglior italiano Nibali, 5° a 4′09″.
TOUR DE L’AIN
L’elvetico Stefan Bissegger (nazionale elvetica) si è imposto nella prima tappa, Bourg-en-Bresse – Saint-Vulbas, percorrendo 162.6 Km in 3h32′51″ alla media di 45.84 Km/h. Ha preceduto allo sprint i francesi Lorrenzo Manzin e Anthony Maldonado. Miglior italiano Stefano Oldani (Kometa Cycling Team), 11°. Bissegger è il primo leader della classifica con 4″ su Manzin e 6″ su Maldonado. Miglior italiano Oldani, 11° a 10″.
A TRAVERS LES HAUTS DE FRANCE
Il belga Gerben Thijssen (Lotto – Soudal U23) si è imposto nella prima tappa, Gavrelle – Épinoy, percorrendo 125.7 Km in 2h39′05″ alla media di 47.41 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Matthew Walls e il ceco Alois Kaňkovský. Miglior italiano Luca Mozzato (Dimension Data for Qhubeka), 38°. Thijssen è il primo leader della classifica con 4″ sui britannici Walls ed Ethan Hayter. Miglior italiano Mozzato, 38° a 10″.
TOUR OF ALBANIA
L’albanese Eugert Zhupa (Evopro Racing) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Saranda – Fier, percorrendo 162.5 Km in 4h22′15″ alla media di 37.18 Km/h. Ha preceduto di 11″ gli italiani Mirco Sartori (Iseo Serrature – Rime – Carnovali) e Filippo Bertone (Iseo Serrature – Rime – Carnovali). L’italiano Filippo Fiorelli (Gragnano Sporting Club Caselli) si impone in classifica con 7″ sull’olandese Etienne van Empel e 9″ sull’austriaco Sebastian Schönberger.
HAMMER STAVANGER (Norvegia)
Il team olandese Team Jumbo-Visma si è imposto nella prima tappa (Hammer Climb), circuito di Stavanger (85.6 Km). Ha preceduto di 136.9 punti il team belga Lotto Soudal e di 196.4 punti il team tedesco Bora – Hansgrohe.
BALTYK – KARKONOSZE TOUR (Polonia)
Il polacco Paweł Franczak (Voster ATS Team) si è imposto nella terza tappa, Kożuchów – Lubań, percorrendo 139.5 Km in 3h03′31″ alla media di 45.61 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Fabian Käßmann e il polacco Michał Paluta. Franczak è tornato leader della classifica con 4″ sul norvegese Tor Arne Gilje e 11″ su Paluta
HORIZON PARK RACE FOR PEACE
Il bielorusso Yauhen Sobal (Minsk Cycling Club) si è imposto nella corsa ucraina, circuito di Chabany, percorrendo 145 Km in 3h35′20″ alla media di 41.50 Km/h. Ha preceduto di 18″ l’ucraino Anatoliy Budyak e di 26″ l’ucraino Yegor Dementyev
TOUR OF ESTONIA
Il francese Rudy Barbier (Israel Cycling Academy) si è imposto nella prima tappa, Tallinn – Tartu, percorrendo 186.7 Km in 4h23′49″ alla media di 42.46 Km/h. Ha preceduto allo sprint il ceco Daniel Babor e l’italiano Andrea Peron (Team Novo Nordisk). L’altro italiano in gara, Marco Tizza ( Amore & Vita – Prodir), si è piazzato 45°. L’austriaco Matthias Brändle (Israel Cycling Academy) è ancora leader della classifica con 2″ su Barbier e 9″ sul polacco Maciej Paterski. Peron 7° a 11″, Tizza 54° a 32″
TOUR OF JAPAN
L’australiano Chris Harper (Team BridgeLane) si è imposto nella quinta tappa, Fuji Speedway – Monte Fuji, percorrendo 36 Km in 1h22′24″ alla media di 26.21 Km/h. Ha preceduto di 28″ l’eritreo Metkel Eyob e di 43″ lo spagnolo Benjamín Prades Reverter. Miglior italiano Filippo Zaccanti (Nippo Vini Fantini Faizanè), 8° a 1′20″. Harper è il nuovo leader della classifica con 45″ su Prades Reverter e 46″ su Eyob. Miglior italiano Federico Zurlo (Giotti Victoria – Palomar), 16° a 3′29″.
PRURIDE PH (Filippine)
Il filippino Ismael Grospe Jr. (Team Go For Gold) si è imposto nella prima tappa, circuito di Harbor Point, percorrendo 130.2 Km in 3h15′47″ alla media di 39.91 Km/h. Ha preceduto allo sprint il sudcoreano Hyo Suk Gong e di 9″ l’eritreo Daniel Habtemichael. Grospe è il primo leader della classifica con 3″ su Suk Gong e 14″ su Habtemichael
IL GIRO BUSSA ALLE PORTE DEL PARADISO
È arrivato il giorno del primo dei tre tapponi alpini, che avrà come protagonista il Gran Paradiso, sulle cui pendici si affronteranno le ultime due delle tre ascese previste. Prima il Pian del Lupo e poi la conclusiva salita verso il Lago Serrù, lungo la strada per il Colle del Nivolet, potrebbero riscrivere le gerarchie del 102° Giro d’Italia, fin qui principalmente costruite sulle fondamenta delle crono di Bologna e San Marino.
Il Giro d’Italia in paradiso, per ovvie ragioni, fisicamente non c’è mai stato, avvicinandolo soltanto quando si avventura fin sul punto più elevato delle rete stradale italiana, i 2758 metri del Passo dello Stelvio. Ma stavolta potrà quasi toccare con un dito il Paradiso con la P maiuscola, quello tutto nostrano che troneggia tra Piemonte e Valle d’Aosta e che nel 1985 fu “assaggiato” in occasione della frazione che terminava ai 1666 metri di Valnontey, località situata a monte della celebre Cogne dove a imporsi fu il futuro vincitore del Giro d’Italia 1988 Andrew Hampsten. Il 24 maggio di quest’anno, però, ci si avventurerà ancora più in alto, risalendo il versante piemontese della grande montagna – l’unico quattromila tutto italiano – fino ai 2247 metri del Lago Serrù. Gli organizzatori del Giro hanno in questo modo accolto l’annosa richiesta degli enti locali che, però, ambivano a un traguardo ancora più in quota, ai 2612 metri del Colle del Nivolet, il secondo valico stradale asfaltato per altitudine del Piemonte dopo il Colle dell’Agnello (2748 metri). Arrivare fin lassù avrebbe offerto immagini spettacolari alla televisione ma anche comportato parecchi disagi agli organizzatori essendo la strada a fondo cieco e povera di parcheggi in vetta. Ci si dovrà così accontentare di un Nivolet “smozzicato” ma comunque rilevante come difficoltà altimetrica perché si affronterà lo stesso un’ascesa finale esigente, sia sul piano del chilometraggio, sia per le pendenze che si andranno a superare. Per “compensare” il taglio del finale Vegni è andato a scovare un’altra rilevante salita – il Pian del Lupo – proprio nell’imminenza nell’ascesa conclusiva che, unita al Colle del Lys da scalare nella prima parte del percorso, andrà a comporre il quadro del primo dei tre “tapponi” del Giro 2019: dei 188 Km del tracciato poco meno di 50 saranno da percorrere in salita, superando un dislivello globale di quasi 3200 metri, numeri che potrebbe causare un vero e proprio scompiglio nella classifica di una corsa che finora non aveva proposto grandissime salite, se si esclude il Montoso scalato il giorno prima a una trentina di chilometri dal traguardo di Pinerolo. Da quest’ultima si ripartirà in pianura ma, percorsi i primi 9 Km, subito si andrà incontro alla prima salita di giornata, la Colletta di Cumiana, 3700 metri al 6.6% che terminano con un muretto di 700 metri al 10.3% e che iniziano all’uscita dall’omonimo centro, paese natale di Francesco Camusso, corridore che gareggiò tra i professionisti dal 1928 al 1938 e che è principalmente ricordato per aver vinto il Giro d’Italia nel 1931, l’anno nel quale la Gazzetta dello Sport istituì la maglia rosa. Il gruppo scenderà quindi a specchiarsi nelle acque del più grande dei due laghi di Avigliana, nel quale si riflette anche la mole del Monte Pirchiriano, sulla cui cima nel X secolo fu eretta l’Abbazia di San Michele della Chiusa, monumento simbolo della Regione Piemonte più conosciuto con il nome di Sacra di San Michele, un tempo tappa di un percorso di pellegrinaggi dedicato all’arcangelo Michele che collegava la celebre abbazia francese di Mont Saint-Michel con il santuario dedicato al santo eretto a Monte Sant’Angelo in Puglia.
Percorsi 35 Km dal via si giungerà ai piedi della prima delle tre grandi ascese di previste dal tracciato, il Colle del Lys, non certo una novità per la corsa rosa, che la scalò per la prima volta lo scorso anno nel tappone di Bardonecchia vinto da Chris Froome. Dodici mesi fa si era, però, saliti dal versante settentrionale, decisamente più pedalabile rispetto ai 13.7 Km al 6.8% che si affronteranno stavolta per arrivare fino al monumento innalzato in memoria dei 26 partigiani che il 2 luglio del 1944 furono in quel luogo catturati e fucilati dai tedeschi. La discesa successiva condurrà la corsa a Viù, comune noto agli appassionati di “bob kart” in quanto sede – sin dal 1959 – di un gran premio di questa particolare gara che ricorda le “Soapbox Race” americane e che a luglio accoglierà anche l’arrivo della seconda frazione del Giro Rosa, il Giro d’Italia riservato alle donne che pure loro dovranno quel giorno salire sul Lys, anche se dal versante più pedalabile. Sfiorata Lanzo Torinese, principale centro delle tre “Valli di Lanzo” (la più settentrionale è la Val Grande, quella mediana è la Val d’Ala mentre il gruppo proveniva dalla più meridionale delle tre, quella di Viù), inizierà un tratto intermedio di una trentina di chilometri che “traghetterà” il gruppo verso le due ascese finali con un andamento leggermente ondualato. All’inizio di questo tratto si attraverserà la porzione più occidentale della Riserva naturale della Vauda, creata nel 1992 per preservare l’altopiano formatosi ai piedi del ghiacciaio che un tempo ricopriva interamente le Valli di Lanzo; a lievi saliscendi ci si avvicinerà a Rocca Canavese, presso il quale si stagliano i ruderi del locale castello, probabilmente di fondazione longobarda. Un altro breve “zampellotto” sarà quello che introdurrà la corsa a Rivara, dove di castello non ce n’è uno, perché questo comune ne può sfoggiare ben due, anche se entrambi i manieri appartengono al medesimo complesso architettonico. Dopo Busano il percorso si fa meno articolato e con un lungo rettilineo in lieve falsopiano si approderà a Valperga, comune nel cui territorio ricade il Sacro Monte di Belmonte, il più occidentale e forse meno noto dei nove “Sacri Monti” riconosciuti patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO, realizzato nel XVIII secolo su iniziativa del padre francescano Michelangelo da Montiglio, che presso un preesistente santuario eretto attorno all’anno Mille ebbe l’idea di costruire delle cappelle nelle quali far rivivere le scene della Passione. La “traversata” verso il gran finale di corsa terminerà con il passaggio da Cuorgnè, dove il gruppo supererà il corso del torrente Orco – che ha le sue sorgenti proprio dalle parti del Nivolet – a breve distanza dalle arcate del vecchio ponte d’epoca medioevale, in abbandono dopo che nell’800 l’Orco si divorò letteralmente gran parte del manufatto. Al proposito, a guardare la nomenclatura della tappa odierna sembra che ora si entri in pieno nelle pagine d’una favola popolata da personaggi “cattivi” e tra Orco e Lupo il passo sarà breve, sotto la forma dei 9.4 Km all’8.7% che condurranno ai 1405 metri del Pian del Lupo attraversando parte della “Valle Sacra”, area del Canavese che prende questo nome dalla numerosa presenza di luoghi di culto, come il santuario dedicata a Santa Elisabetta, costruito nel 1796 poco sopra l’omonima frazione posta lungo l’ascesa che si starà percorrendo. Una discesa nettamente più tenera rispetto all’ascesa appena lasciatesi alle spalle (la pendenza media è del 5.5%) ricondurrà in circa 17 Km nella valle dell’Orco che, a partire da questo punto, sarà compagno di viaggio sino al traguardo, anche se non è ancora arrivato il momento dell’ascesa finale. Per quasi 25 Km, infatti, si correrà in ambiente di “pre salita”, prendendo dolcemente quota mentre si attraverseranno i centri di Pont Canavese (vi si trova l’antica pieve di Santa Maria in Doblazio) e Locana che, con i suoi quasi 133 Km quadrati, è il più esteso comune della provincia di Torino. È proprio da qui che la salita inizia a farsi più concreta, anche se le cartine ufficiali del Giro 2019 indicano come punto d’inizio ascesa il successivo centro di Noasca, comune dove nel 1950 furono girate alcune scene de “Il cammino della speranza”, pellicola di Pietro Germi inserita nell’elenco dei “100 film italiani da salvare” e che racconta il drammatico viaggio di un gruppo di minatori siciliani che abbandonarono la loro terra per cercare fortuna in Francia. Da qui iniziano gli ultimi 20.3 Km di gara, altalenanti perché inizialmente l’ascesa procede a gradoni alternando tratti in lieve ascesa ad altri più impegnativi, con l’incursione di una porzione pianeggiante di quasi 2 Km e mezzo che inizia dopo il passaggio da Ceresole Reale, il comune più alto valle, il cui toponimo ricorda l’epoca nel quale il Gran Paradiso non era ancora parco naturale – è il più antico d’Italia, istituito nel 1922 – ma riserva di caccia concessa in uso esclusivo ai regnanti di Casa Savoia, per i quali fu appositamente tracciata una fitta rete di mulattiere. All’uscita dalla pianura intermedia si incontrerà il Rifugio Muzio, piccola struttura ricettiva ricavata in quella che un tempo era una caserma costruita nel 1941, ha inizio la parte conclusiva della salita, che stavolta tirerà dritta senza più interruzioni nei conclusivi 6 Km che salgono all’8.9% verso il Lago Serrù, il bacino artificiale che sta all’inizio dell’ultimo panoramico tratto della strada del Nivolet, sui cui tornanti nel 1969 fu girata una spettacolare scena d’inseguimento, degna di un episodio della saga di 007, nel finale de “Un colpo all’italiana”, film di Peter Collison che occupa il 36° posto nella BFI 100, la lista dei migliori cento film britannici del XX secolo.
Sono paesaggi da film che non avranno la possibilità di gustarsi i corridori, oggi chiamati a scrivere una delle pagine più importanti della storia del 102° Giro d’Italia.
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Cappella della Colletta (617 metri). Valicata dalla SP 193 “della Colletta” che mette in comunicazione Cumiana con Giaveno, è quotata 621 sulle cartine del Giro 2019, dov’è chiamata con il nome di Colletta di Cumiana. Il Giro l’ha scalata tre volte, ma solo nel 1991 era valida come traguardo GPM: era la tappa Savigliano – Sestriere e vi scollinò in testa lo spagnolo Iñaki Gastón mentre a imporsi sul traguardo fu il connazionale Eduardo Chozas. Gli altri due passaggi risalgono al 2009 (Cuneo-Pinerolo, vittoria di Danilo Di Luca) e al 2016 (Muggiò-Pinerolo, primo al traguardo Matteo Trentin).
Colle del Lys (1311 metri). Aperto tra i monti Arpone e Pelà, è valicato dalla SP 197 “del Colle del Lys” e mette in comunicazione Almese con Viù. Talvolta il suo nome viene scritto “Lis”. Il Giro d’Italia l’ha inserito nel tracciato per la prima volta lo scorso anno, all’inizio del tappone che da Venaria Reale conduceva a Bardonecchia, vinto da Chris Froome. In vetta al Lys era transitato per primo lo spagnolo Luis León Sánchez.
Col San Giovanni (1116 metri). Valicato dalla SP 197 “del Colle del Lys” nel corso della discesa che dal Colle del Lys conduce a Viù.
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY
Lago Grande di Avigliana
Sacra di San Michele
Lo scollinamento del Colle del Lys
Rocca Canavese, ruderi del castello
Castello di Rivara
Una cappella del Sacro Monte di Belmone a Valperga
Cuorgnè, vecchio ponte sul torrente Orco
Colleretto Castelnuovo, Santuario di Santa Elisabetta
La pianura del Canavese vista dalla strada per Pian del Lupo
Pont Canavese, Pieve di Santa Maria in Doblazio

Scena del drammatico film “Il cammino della speranza” girata a Noasca (www.davinotti.com)
Il rifugio Muzio, dal quale ha inizio il tratto più impegnativo dell’ascesa finale

Un’autobus in precario equilibrio sul precipizio: è una delle più spettacolari scene del film “Un colpo all’italiana”, girata lungo la strada del Colle del Nivolet (www.davinotti.com)

Il lago Serrù (sullo sfondo) e, in trasparenza, l’altimetria della 13a tappa del Giro d’Italia 2019 (wikipedia)
CHE GIRO CHE FA A PINEROLO
maggio 23, 2019 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Ecco il tradizionale contenitore made ne ilciclismo.it che da diverse stagioni accompagna le cronache prima del Giro e poi del Tour. All’interno ritroverete le rubriche riservate alla rassegna stampa internazionale, alla colonna sonora del giorno, alle previsioni del tempo per la tappa successiva, alle “perle” dei telecronisti, al Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e al ricordo di un Giro passato (quest’anno rivisiteremo l’edizione del 1949 nel 100° anniversario della nascita di Fausto Coppi e nel 70° anniversario della prima storica doppietta Giro-Tour siglata dal Campionissimo).
CHE GIRO CHE FA… NEL MONDO
Italia
Colpo Benedetti, rivoluzione in classifica: Polanc in rosa – La volata sul traguardo di Pinerolo: guarda l’ultimo chilometro – Polanc in Rosa: “Già sul pullman sapevamo cosa fare” – Jan Polanc nuova maglia rosa: “Un sogno, la tattica ha funzionato” – Conti: “Ho perso la rosa, ma non mi dispiace” – Benedetti: “Non sono un vincente, oggi era una delle mie prime chance” – - Damiano Caruso: “C’è mancato poco, onore a Benedetti” – Due ali di folla sull’ultimo strappo prima del traguardo di Pinerolo (Gazzetta dello Sport)
Giro d’Italia, tappa vinta da Benedetti. Lo sloveno Polanc nuova maglia rosa (Corriere della Sera)
Gran Bretagna
Cesare Benedetti pulls off perfect ambush to win stage 12 at Giro d’Italia as Jan Polanc becomes new race leader – Race for pink: why this uneventful race is a purist’s dream (The Daily Telegraph)
Francia
Benedetti s’impose, Polanc nouveau leader – Benedetti : «J’ai gagné, je n’y croyais pas» – Polanc «On a eu la tactique parfaite aujourd’hui» (L’Equipe)
Giro: la 12e étape pour Benedetti, Polanc en rose (Le Figaro)
Spagna
Landa y Supermán inician su remontada en Pinerolo – Benedetti logró su primera victoria como profesional (AS)
Landa y Supermán ponen en apuros a Roglic (Marca)
Landa reacciona en la montaña y Polanc es el nuevo líder del Giro – Mikel Landa: “Ha salido muy bien el día” – Caleb Ewan y Elia Viviani abandonan el Giro (El Mundo Deportivo)
Belgio
Eerste halve bergrit in Giro zorgt meteen voor spektakel: nieuwe leider en favorieten bestoken elkaar – De Gendt in Giro meteen op de afspraak in goede vlucht: “Maar ik wist snel dat het te moeilijk was” – Nieuwe roze trui reageert op Sloveense link met Operatie Aderlating (Het Nieuwsblad)
Giro: Benedetti s’impose, Landa et Lopez reprennent du temps (La Dernière Heure/Les Sports)
Paesi Bassi
Van Emden schrikt van ophef rond Roglic – Mollema komt ’lastig momentje’ te boven – Benedetti pakt ritzege, Mollema naar zesde plek – Ewan met ’geweldig gevoel naar huis’ – ’Roglic heeft nooit iets met hem te maken gehad’ – Breukink blikt vooruit: ’Misschien kans Oomen’ (De Telegraaf)
Benedetti sprint als een duveltje uit een doosje naar ritwinst, Polanc nieuwe leider (Algemeen Dagblad)
Germania
Benedetti holt dritten Etappensieg für Bora-Team (Berliner Zeitung)
Lussemburgo
Jungels: “Ich habe allen Grund enttäuscht zu sein” (Luxemburger Wort)
Giro d’Italia: Jungels verliert Zeit auf der ersten Bergetappe – Polanc nun in Rosa (Tageblatt)
Svizzera
Benedetti s’offre la première étape alpine du Giro(24 Heures)
Slovenia
Jan Polanc v rožnatem, dvojno slovensko vodstvo na Giru (Delo)
Colombia
Mikel Landa, ¿se arrepintió del insulto a Yates? Esto fue lo que dijo – Así fue el ataque de ‘Supermán’ López en el Giro – ¡Atacó ‘Supermán’ López! Descontó tiempo en el Giro de Italia – Las 5 claves que dejó la primera etapa de montaña en el Giro – ¡Llegó la montaña al Giro… López, al ataque! – ‘Calentamos las piernas; había que probar a los demás’: López (El Tiempo)
Primer descuento de Miguel Ángel López en la montaña – Primer ataque de ‘Superman’ López en el Giro de Italia (El Espectador)
Ecuador
Richard Carapaz, octavo en la general del Giro de Italia al terminar la etapa 12 (El Universo)
CHE GIRO CHE FA… SOL… LA… SI… DO… : la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it
“Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi” (Lucio Battisti)
a cura di DJ Jorgens
CHE METEO CHE FA
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa del giorno dopo
Pinerolo: nubi sparse con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 18.9°C, vento debole da ENE (6-8 Km/h), umidità al 78%
Almese (Km 40.1): nubi sparse con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 20°C, vento debole da ENE (6-9 Km/h), umidità al 72%
Viù (Km 69.4): nubi sparse, 19.2°C, vento debole da SE (9 Km/h), umidità al 64%
Cuorgnè (Sprint – Km 118.6): nubi sparse con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 20.4°C, vento debole da SSE (8 Km/h), umidità al 63%
Locana (Sprint – Km 162.6): pioggia modesta e schiarite (0.2 mm), 20.2°C, vento moderato da SSE (10-11 Km/h), umidità al 62%
Ceresole Reale (centro – Km 184.1) : pioggia modesta e schiarite (0.3 mm), 12.3°C, vento debole da S (8-9 Km/h), umidità al 71%
CHE GHIRO CHE FA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa
Garzelli: “Le pessibilità dei fuggitivi”
Orlando: “Cronaca diretto”
De Luca: “La maglia della Jumbo Visma non è presente in questa fuga”
Garzelli: “La fatica è quella giusta”
Genovesi: “Pirolo” (Pinerolo)
Garzelli: “Cataldo ha un ritardo dalla maglia gialla di nove minuti”
De Luca: “Vantaggio di 14 primi e 16 confronti”
De Luca: “Rifacciamo vedere il transito di Cavour” (il passaggio da Cavour)
De Luca: “Marco Salligari” (Saligari)
De Luca: “Stanno percorrendo quello che sarà il finale della trappa”
De Luca: “Tanta genti ai bordi strada”
De Luca: “La fotografia ci regala 25 corridori all’attacco”
Saligari: “Non c’è soluzione di respiro su quella salita”
De Luca: “È meno impegnativa la tappa di odierna”
De Luca: “Adesso la vivrimo assieme”
Saligari: “Foratura per ruota posteriore”
De Luca: “Testa della cursa”
De Luca: “Pineralo”
Garzelli: “Maja che parla radio”
Garzelli: “Davanti sono lanciati nella vittoria di tappa”
Garzelli: “Gianluca Brabecchi” (crasi tra Brambilla e Capecchi)
Garzelli: “Sono arrivati la fuga”
Garzelli: “Non si riserveranno nessun briciolo di forza”
Televideo: “Bora Hansghoe” (Bora Hansgrohe)
Televideo: “Hugh Jhon McCarty” (Hugh John Carthy)
FA CHE GIRO CHE
Le classifiche del Giro viste all’incontrario
Ordine d’arrivo dodicesima tappa, Cuneo – Pinerolo
1° Grega Bole
2° Tom Leezer s.t.
3° Juan José Lobato s.t.
4° Jacopo Guarnieri s.t.
5° Sho Hatsuyama s.t.
Classifica generale
1° Sho Hatsuyama
2° Will Clarke a 2′45″
3° Nico Denz a 4′11″
4° Tom Bohli a 8′21″
5° Mark Renshaw a 12′11″
Miglior italiano Damiano Cima, 6° a 13′27″
CHE GIRO CHE FACEVA: 1949
Ricordiamo quest’anno, attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”, il Giro del 1949, quella della mitica Cuneo-Pinerolo
1 GIUGNO 1949 – 10a TAPPA: UDINE – BASSANO DEL GRAPPA (154 Km)
COPPI E BARTALI SI MISURERANNO OGGI SUI TRE GRANDI VALICHI DELLE DOLOMITI – I GIUDICI DI OGGI: ROLLE (m. 1970), PORDOI (m. 2239) e GARDENA (m. 2121)
Dura battaglia sulle Dolomiti per la conquista della maglia rosa – Un osservatore d’eccezione per una tappa eccezionale – Sulle Dolomiti dal 1937 in poi – Confidenze prima del via
La Udine-Bassano è stata una volata a 40 all’ora vinta da Corrieri – Sotto l’occhio vigile di Binda 3000 metri di dislivello da affrontare – Appassionanti serie di lotte in montagna – La parola alle salite – I “tre grandi” hanno detto

La torre del Palazzo del Comune di Pinerolo illuminata di rosa in occasione del Giro d'Italia (www.comeedove.it)
CHE GIRO, CHE ARCHIVIO
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Raduno di partenza Bologna
1a tappa: Bologna – San Luca (cronometro individuale)
2a tappa: Bologna – Fucecchio
3a tappa: Vinci – Orbetello
4a tappa: Orbetello – Frascati
5a tappa: Frascati – Terracina
6a tappa: Cassino – San Giovanni Rotondo
7a tappa: Vasto – L’Aquila
8a tappa: Tortoreto Lido – Pesaro
9a tappa: Riccione – San Marino (cronometro individuale)
10a tappa: Ravenna – Modena
11a tappa: Carpi – Novi Ligure
GLORIA BENEDETTI A PINEROLO MENTRE LA MAGLIA ROSA TORNA A PARLARE SLOVENO
Cesare Benedetti (Bora Hansgrohe) conquista a 32 anni la vittoria più importante della sua carriera di gregario battendo in una volata ristretta sul traguardo di Cuneo, al termine di una maxi fuga partita dopo pochi chilometri dal via, Damiano Caruso (Bahrain Merida) ed Eddie Dunbar (Team INEOS). Jan Polanc (UAE Team Emirates) è la nuova maglia rosa. Domani il primo vero tappone del Giro 2019 da Pinerolo a Ceresole Reale darà altri scossoni alla classifica generale.
La Cuneo-Pinerolo, dodicesima tappa dl Giro 2019, segna dal punto di vista altimetrico, e non solo, uno spartiacque nell’edizione di quest’anno. Dopo i primi 10 giorni nei quali – al netto del ritiro di Tom Dumoulin – soltanto le due tappe a cronometro di Bologna e San Marino hanno potuto dare dei riferimenti per quanto riguarda la classifica generale, con Primož Roglič Roglic (Jumbo-Visma) e Vincenzo Nibali (Bahrain Merida) costanti nel loro rendimento e Simon Yates (Mitchelton-Scott), Miguel Ángel López (Astana) ed altri big che, invece, hanno offerto prestazioni un tantino ondivaghe, oggi il Montoso, GPM di prima categoria posto a circa 30 km dall’arrivo, potrebbe dare qualche elemento in più per capire cosa ci aspettiamo all’inizio delle Alpi. Da segnalare anche i ritiri di Caleb Ewan (Lotto Soudal) ed Elia Viviani (Deceuninck Quick Step), che lasciano così la lotta per la maglia ciclamino, ora una questione a due tra Pascal Ackermann (Bora Hansgrohe) ed Arnaud Démare (Groupama FDJ). La fuga di giornata, che vedeva l’azione di una trentina di ciclisti, veniva inaugurata dalla coppia formata da Thomas De Gendt (Lotto Soudal) e Marco Haller (Katusha). Tra gli italiani erano presenti Dario Cataldo (Astana), Damiano Caruso (Bahrain Merida), Eros Capecchi (Deceuninck Quick Step), Francesco Gavazzi (Androni Giocattoli) e Gianluca Brambilla (Trek Segafredo). La fuga dilatava il suo vantaggio fino ad oltre 12 minuti e Jan Polanc (UAE Team Emirates), il fuggitivo meglio posizionato in classifica, cominciava a cullare sogni rosa. La fuga iniziava la salita di Montoso con ancora 11 minuti abbondanti di vantaggio sul gruppo, tirato da Jumbo Visma e Mitchelton Scott. Ben presto si formava un quintetto in testa formato da Brambilla, Caruso, Cataldo, Capecchi ed Eddie Dunbur (Team INEOS). Il primo a scollinare era Brambilla, poi nel corso della successiva e tecnica tecnica, a meno di 30 km dall’arrivo, ai cinque di testa si aggiungevano Matteo Montaguti (Androni), Cesare Benedetti (Bora Hansgrohe) e Polanc. Trai big di classifica alzavano bandiera bianca Davide Formolo (Bora Hansgrohe) e Bob Jungels (Deceuninck Quick Step). Anche la maglia rosa in carica Valerio Conti (UAE Team Emirates) si faceva sfilare mentre si avvantaggiavano Mikel Landa (Movistar) e López (Team Astana), che per strada trovavano i compagni di squadra Jasha Jasha e Manuele Boaro. Anche Cataldo veniva fermato dall’ammiraglia per dare una mano al colombiano. Nel frattempo il gruppetto di testa affrontava il ripidissimo muro in pavè collocato a 2 km dall’arrivo. Era Brambilla a dare tutto ma riuscivano a resistere sia Dunbar, sia Capecchi. Nella successiva discesa rientravano anche Benedetti e Caruso. Questi cinque si sarebbero giocati la vittoria. Brambilla, che aveva già perso una tappa a Pinerolo nel 2016, partiva lungo ma veniva raggiunto e superato da Benedetti che batteva in una volata ristretta Caruso e Dunbar. Brambilla si doveva così accontentare del quarto posto con 2 secondi di ritardo mentre chiudeva la top five Capecchi a 6 secondi da Benedetti. López e Landa arrivavano dopo 7 minuti e 35 secondi dall’italiano e guadagnavano 28 secondi sul gruppetto dei big regolato da Richard Carapaz (Movistar). Dopo tanti anni di gregariato, Benedetti vince la sua prima meritata tappa al Giro d’Italia. In classifica generale la nuova maglia rosa è Polanc che ha un vantaggio di 4 minuti e 7 secondi su Roglič e di 4 minuti e 51 secondi sull’ex leader e compagno di squadra Conti. Domani la tredicesima tappa da Pinerolo a Ceresole Reale presenta difficoltà altimetriche notevoli e possiamo parlare di tappone a tutti gli effetti. Due GPM di prima categoria ed uno di seconda attendono i ciclisti e, in particolare, ci aspettiamo che il primo vero arrivo in salita del Giro 2019 stimoli i big di classifica ad una lotta ancora più aperta.
Antonio Scarfone
ORDINE D’ARRIVO
1 Cesare Benedetti (Ita) Bora-Hansgrohe 3:41:49
2 Damiano Caruso (Ita) Bahrain-Merida
3 Edward Dunbar (Irl) Team Ineos
4 Gianluca Brambilla (Ita) Trek-Segafredo 0:00:02
5 Eros Capecchi (Ita) Deceuninck-QuickStep 0:00:06
6 Jan Polanc (Slo) UAE Team Emirates 0:00:25
7 Matteo Montaguti (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec 0:00:34
8 Thomas De Gendt (Bel) Lotto Soudal 0:02:36
9 Francesco Gavazzi (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec
10 Manuel Senni (Ita) Bardiani CSF 0:02:38
11 Josef Cerny (Cze) CCC Team 0:02:42
12 Tobias Ludvigsson (Swe) Groupama-FDJ 0:02:52
13 Roger Kluge (Ger) Lotto Soudal 0:03:05
14 Luca Covili (Ita) Bardiani CSF
15 Enrico Gasparotto (Ita) Dimension Data 0:03:23
16 Jan Bakelants (Bel) Team Sunweb 0:06:23
17 Danilo Wyss (Swi) Dimension Data 0:06:33
18 Miguel Angel Lopez (Col) Astana Pro Team 0:07:35
19 Mikel Landa (Spa) Movistar Team
20 Conor Dunne (Irl) Israel Cycling Academy 0:07:36
21 Richard Carapaz (Ecu) Movistar Team 0:08:03
22 Pavel Sivakov (Rus) Team Ineos
23 Rafal Majka (Pol) Bora-Hansgrohe
24 Primoz Roglic (Slo) Team Jumbo-Visma
25 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida
26 Esteban Chaves (Col) Mitchelton-Scott
27 Bauke Mollema (Ned) Trek-Segafredo
28 Simon Yates (GBr) Mitchelton-Scott
29 Tanel Kangert (Est) EF Education First
30 Ilnur Zakarin (Rus) Katusha-Alpecin 0:08:09
31 Manuele Boaro (Ita) Astana Pro Team 0:08:16
32 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team
33 Hugh John Carthy (GBr) EF Education First 0:08:43
34 Domenico Pozzovivo (Ita) Bahrain-Merida
35 Antonio Pedrero (Spa) Movistar Team
36 Ivan Sosa (Col) Team Ineos 0:08:46
37 Giulio Ciccone (Ita) Trek-Segafredo 0:08:58
38 Lucas Hamilton (Aus) Mitchelton-Scott 0:09:11
39 Marco Haller (Aut) Katusha-Alpecin 0:09:57
40 Christian Knees (Ger) Team Ineos 0:10:06
41 Jasha Sütterlin (Ger) Movistar Team
42 Jenthe Biermans (Bel) Katusha-Alpecin 0:10:27
43 Davide Formolo (Ita) Bora-Hansgrohe 0:10:37
44 Valerio Conti (Ita) UAE Team Emirates
45 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale
46 Bob Jungels (Lux) Deceuninck-QuickStep
47 Andrey Zeits (Kaz) Astana Pro Team
48 Diego Ulissi (Ita) UAE Team Emirates
49 Amaro Antunes (Por) CCC Team
50 Tony Gallopin (Fra) AG2R La Mondiale
51 Antwan Tolhoek (Ned) Team Jumbo-Visma
52 Mattia Cattaneo (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec
53 Tao Geoghegan Hart (GBr) Team Ineos
54 Sam Oomen (Ned) Team Sunweb
55 Victor De La Parte (Spa) CCC Team
56 Giovanni Carboni (Ita) Bardiani CSF
57 Andrey Amador (CRc) Movistar Team
58 Mikel Nieve (Spa) Mitchelton-Scott
59 Koen Bouwman (Ned) Team Jumbo-Visma
60 François Bidard (Fra) AG2R La Mondiale
61 Sebastian Henao (Col) Team Ineos 0:11:21
62 Jan Hirt (Cze) Astana Pro Team
63 Sean Bennett (USA) EF Education First 0:13:07
64 Ben O’Connor (Aus) Dimension Data 0:13:45
65 Nicola Conci (Ita) Trek-Segafredo
66 Joe Dombrowski (USA) EF Education First
67 Valentin Madouas (Fra) Groupama-FDJ
68 Pieter Serry (Bel) Deceuninck-QuickStep
69 Louis Vervaeke (Bel) Team Sunweb
70 Christopher Hamilton (Aus) Team Sunweb 0:14:29
71 Amanuel Ghebreigzabhier (Eri) Dimension Data 0:14:49
72 Victor Campenaerts (Bel) Lotto Soudal 0:17:59
73 Adam Hansen (Aus) Lotto Soudal
74 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:18:44
75 Nans Peters (Fra) AG2R La Mondiale
76 Kristian Sbaragli (Ita) Israel Cycling Academy
77 José Rojas (Spa) Movistar Team
78 Marco Canola (Ita) Nippo-Vini Fantini-Faizane
79 Larry Warbasse (USA) AG2R La Mondiale
80 Pello Bilbao (Spa) Astana Pro Team
81 Fausto Masnada (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec
82 Jai Hindley (Aus) Team Sunweb
83 Fabio Sabatini (Ita) Deceuninck-QuickStep
84 Lukasz Owsian (Pol) CCC Team
85 Andrea Garosio (Ita) Bahrain-Merida
86 Jonnathan Narvaez (Ecu) Team Ineos
87 Jay Mc Carthy (Aus) Bora-Hansgrohe
88 Awet Andemeskel (Eri) Israel Cycling Academy
89 Ruben Plaza (Spa) Israel Cycling Academy
90 Andrea Vendrame (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec
91 Miguel Eduardo Florez Lopez (Col) Androni Giocattoli-Sidermec
92 Sepp Kuss (USA) Team Jumbo-Visma
93 Marco Frapporti (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec
94 Lorenzo Rota (Ita) Bardiani CSF
95 Pawel Poljanski (Pol) Bora-Hansgrohe
96 Paul Martens (Ger) Team Jumbo-Visma
97 Pascal Ackermann (Ger) Bora-Hansgrohe
98 Antonio Nibali (Ita) Bahrain-Merida
99 Ion Izagirre Insausti (Spa) Astana Pro Team
100 Davide Villella (Ita) Astana Pro Team
101 Enrico Barbin (Ita) Bardiani CSF
102 Tosh Van Der Sande (Bel) Lotto Soudal 0:20:02
103 Jasper De Buyst (Bel) Lotto Soudal
104 Francisco Ventoso (Spa) CCC Team
105 Paolo Simion (Ita) Bardiani CSF
106 Mirco Maestri (Ita) Bardiani CSF
107 Giacomo Nizzolo (Ita) Dimension Data
108 Nico Denz (Ger) AG2R La Mondiale
109 Nicola Bagioli (Ita) Nippo-Vini Fantini-Faizane
110 Ben Gastauer (Lux) AG2R La Mondiale
111 Chad Haga (USA) Team Sunweb
112 Scott Davies (GBr) Dimension Data
113 James Knox (GBr) Deceuninck-QuickStep
114 Reto Hollenstein (Swi) Katusha-Alpecin
115 Jos van Emden (Ned) Team Jumbo-Visma
116 Miles Scotson (Aus) Groupama-FDJ
117 Valerio Agnoli (Ita) Bahrain-Merida
118 Michael Schwarzmann (Ger) Bora-Hansgrohe
119 Ryan Gibbons (RSA) Dimension Data
120 Brent Bookwalter (USA) Mitchelton-Scott
121 Salvatore Puccio (Ita) Team Ineos
122 Markel Irizar (Spa) Trek-Segafredo
123 Luke Durbridge (Aus) Mitchelton-Scott
124 Marco Marcato (Ita) UAE Team Emirates
125 Enrico Battaglin (Ita) Katusha-Alpecin
126 Viacheslav Kuznetsov (Rus) Katusha-Alpecin
127 Rüdiger Selig (Ger) Bora-Hansgrohe
128 Christopher Juul Jensen (Den) Mitchelton-Scott
129 Jonathan Caicedo (Ecu) EF Education First
130 Nathan Brown (USA) EF Education First
131 Ivan Santaromita (Ita) Nippo-Vini Fantini-Faizane
132 Krists Neilands (Lat) Israel Cycling Academy
133 Olivier Le Gac (Fra) Groupama-FDJ
134 Michael Gogl (Aut) Trek-Segafredo 0:20:15
135 Luis Mas Bonet (Spa) Movistar Team 0:20:19
136 Jack Bauer (NZl) Mitchelton-Scott 0:20:47
137 Florian Senechal (Fra) Deceuninck-QuickStep 0:21:28
138 Mikkel Frølich Honoré (Den) Deceuninck-QuickStep
139 Hector Carretero (Spa) Movistar Team
140 Ignatas Konovalovas (Ltu) Groupama-FDJ 0:21:38
141 Manuel Belletti (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec
142 Ramon Sinkeldam (Ned) Groupama-FDJ
143 Arnaud Demare (Fra) Groupama-FDJ
144 Giovanni Lonardi (Ita) Nippo-Vini Fantini-Faizane
145 Will Clarke (Aus) Trek-Segafredo
146 Tom Bohli (Swi) UAE Team Emirates
147 Simone Consonni (Ita) UAE Team Emirates
148 Kamil Gradek (Pol) CCC Team
149 Guy Niv (Isr) Israel Cycling Academy
150 Dmitrii Strakhov (Rus) Katusha-Alpecin
151 Damiano Cima (Ita) Nippo-Vini Fantini-Faizane
152 Mark Renshaw (Aus) Dimension Data
153 Guillaume Boivin (Can) Israel Cycling Academy
154 Davide Cimolai (Ita) Israel Cycling Academy
155 Sho Hatsuyama (Jpn) Nippo-Vini Fantini-Faizane
156 Jacopo Guarnieri (Ita) Groupama-FDJ
157 Juan Jose Lobato Del Valle (Spa) Nippo-Vini Fantini-Faizane
158 Thomas Leezer (Ned) Team Jumbo-Visma
159 Grega Bole (Slo) Bahrain-Merida
CLASSIFICA GENERALE
1 Jan Polanc (Slo) UAE Team Emirates 48:49:40
2 Primoz Roglic (Slo) Team Jumbo-Visma 0:04:07
3 Valerio Conti (Ita) UAE Team Emirates 0:04:51
4 Eros Capecchi (Ita) Deceuninck-QuickStep 0:05:02
5 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida 0:05:51
6 Bauke Mollema (Ned) Trek-Segafredo 0:06:02
7 Rafal Majka (Pol) Bora-Hansgrohe 0:07:00
8 Richard Carapaz (Ecu) Movistar Team 0:07:23
9 Andrey Amador (CRc) Movistar Team 0:07:30
10 Hugh John Carthy (GBr) EF Education First 0:07:33
11 Enrico Gasparotto (Ita) Dimension Data 0:07:37
12 Ilnur Zakarin (Rus) Katusha-Alpecin 0:07:45
13 Simon Yates (GBr) Mitchelton-Scott 0:07:53
14 Amaro Antunes (Por) CCC Team 0:07:56
15 Francesco Gavazzi (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec 0:07:59
16 Miguel Angel Lopez (Col) Astana Pro Team 0:08:08
17 Tanel Kangert (Est) EF Education First
18 Matteo Montaguti (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec 0:08:16
19 Pavel Sivakov (Rus) Team Ineos 0:08:18
20 Giovanni Carboni (Ita) Bardiani CSF 0:08:21
21 Mikel Landa (Spa) Movistar Team 0:08:31
22 Esteban Chaves (Col) Mitchelton-Scott 0:08:37
23 Bob Jungels (Lux) Deceuninck-QuickStep 0:08:59
24 Mattia Cattaneo (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec 0:09:25
25 Davide Formolo (Ita) Bora-Hansgrohe 0:09:33
26 Sam Oomen (Ned) Team Sunweb 0:09:53
27 Victor De La Parte (Spa) CCC Team 0:10:11
28 Edward Dunbar (Irl) Team Ineos
29 Tony Gallopin (Fra) AG2R La Mondiale 0:11:12
30 Valentin Madouas (Fra) Groupama-FDJ 0:11:26
31 Gianluca Brambilla (Ita) Trek-Segafredo 0:11:45
32 Pieter Serry (Bel) Deceuninck-QuickStep 0:11:46
33 Tao Geoghegan Hart (GBr) Team Ineos 0:11:49
34 Jan Bakelants (Bel) Team Sunweb 0:11:59
35 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team 0:12:13
36 Mikel Nieve (Spa) Mitchelton-Scott 0:13:02
37 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale 0:13:49
38 Ben O’Connor (Aus) Dimension Data 0:15:11
39 Nans Peters (Fra) AG2R La Mondiale 0:15:19
40 Joe Dombrowski (USA) EF Education First 0:15:28
41 José Rojas (Spa) Movistar Team 0:15:31
42 Fausto Masnada (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec 0:15:34
43 Pello Bilbao (Spa) Astana Pro Team 0:16:30
44 Louis Vervaeke (Bel) Team Sunweb 0:19:29
45 Diego Ulissi (Ita) UAE Team Emirates 0:19:33
46 Giulio Ciccone (Ita) Trek-Segafredo 0:19:52
47 Domenico Pozzovivo (Ita) Bahrain-Merida 0:20:18
48 Andrey Zeits (Kaz) Astana Pro Team 0:21:19
49 Lucas Hamilton (Aus) Mitchelton-Scott 0:22:08
50 Sebastian Henao (Col) Team Ineos 0:22:20
51 Damiano Caruso (Ita) Bahrain-Merida 0:22:39
52 Davide Villella (Ita) Astana Pro Team 0:23:35
53 François Bidard (Fra) AG2R La Mondiale 0:25:03
54 Larry Warbasse (USA) AG2R La Mondiale 0:25:24
55 Jay Mc Carthy (Aus) Bora-Hansgrohe 0:25:52
56 Manuel Senni (Ita) Bardiani CSF 0:27:08
57 Andrea Vendrame (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec 0:28:32
58 Ivan Sosa (Col) Team Ineos 0:29:12
59 Tosh Van Der Sande (Bel) Lotto Soudal 0:29:23
60 Ion Izagirre Insausti (Spa) Astana Pro Team 0:29:28
61 Ruben Plaza (Spa) Israel Cycling Academy 0:29:40
62 Jai Hindley (Aus) Team Sunweb 0:29:44
63 Jan Hirt (Cze) Astana Pro Team 0:30:35
64 Kristian Sbaragli (Ita) Israel Cycling Academy 0:30:47
65 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:31:02
66 Christopher Hamilton (Aus) Team Sunweb
67 Koen Bouwman (Ned) Team Jumbo-Visma 0:32:05
68 Ryan Gibbons (RSA) Dimension Data 0:32:06
69 Lukasz Owsian (Pol) CCC Team 0:32:16
70 Ben Gastauer (Lux) AG2R La Mondiale 0:33:02
71 Thomas De Gendt (Bel) Lotto Soudal 0:33:39
72 Tobias Ludvigsson (Swe) Groupama-FDJ 0:34:05
73 Adam Hansen (Aus) Lotto Soudal 0:34:42
74 Danilo Wyss (Swi) Dimension Data
75 Luke Durbridge (Aus) Mitchelton-Scott 0:35:32
76 Antwan Tolhoek (Ned) Team Jumbo-Visma 0:35:44
77 Manuele Boaro (Ita) Astana Pro Team 0:36:23
78 Nicola Conci (Ita) Trek-Segafredo 0:36:24
79 Jonnathan Narvaez (Ecu) Team Ineos 0:36:44
80 Christopher Juul Jensen (Den) Mitchelton-Scott 0:37:08
81 Paul Martens (Ger) Team Jumbo-Visma 0:37:23
82 Luca Covili (Ita) Bardiani CSF 0:37:28
83 Antonio Pedrero (Spa) Movistar Team 0:38:20
84 Reto Hollenstein (Swi) Katusha-Alpecin 0:38:33
85 Brent Bookwalter (USA) Mitchelton-Scott 0:39:43
86 Florian Senechal (Fra) Deceuninck-QuickStep 0:41:50
87 Enrico Battaglin (Ita) Katusha-Alpecin 0:41:54
88 Antonio Nibali (Ita) Bahrain-Merida 0:42:04
89 Ivan Santaromita (Ita) Nippo-Vini Fantini-Faizane 0:42:14
90 Cesare Benedetti (Ita) Bora-Hansgrohe 0:42:31
91 Marco Haller (Aut) Katusha-Alpecin 0:43:00
92 Andrea Garosio (Ita) Bahrain-Merida 0:43:09
93 Amanuel Ghebreigzabhier (Eri) Dimension Data 0:43:12
94 Salvatore Puccio (Ita) Team Ineos 0:44:15
95 Marco Canola (Ita) Nippo-Vini Fantini-Faizane 0:44:19
96 Christian Knees (Ger) Team Ineos 0:44:35
97 Fabio Sabatini (Ita) Deceuninck-QuickStep 0:44:36
98 Marco Marcato (Ita) UAE Team Emirates 0:45:21
99 Lorenzo Rota (Ita) Bardiani CSF 0:45:29
100 Pawel Poljanski (Pol) Bora-Hansgrohe 0:45:34
101 Manuel Belletti (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec 0:46:10
102 Nicola Bagioli (Ita) Nippo-Vini Fantini-Faizane 0:47:36
103 Valerio Agnoli (Ita) Bahrain-Merida 0:48:17
104 Nathan Brown (USA) EF Education First 0:49:51
105 Jonathan Caicedo (Ecu) EF Education First 0:51:02
106 Sepp Kuss (USA) Team Jumbo-Visma 0:51:40
107 Jasper De Buyst (Bel) Lotto Soudal 0:52:33
108 Viacheslav Kuznetsov (Rus) Katusha-Alpecin 0:53:19
109 Francisco Ventoso (Spa) CCC Team 0:53:29
110 Michael Gogl (Aut) Trek-Segafredo 0:53:54
111 Jenthe Biermans (Bel) Katusha-Alpecin 0:53:56
112 Miguel Eduardo Florez Lopez (Col) Androni Giocattoli-Sidermec 0:54:45
113 Krists Neilands (Lat) Israel Cycling Academy 0:55:18
114 Pascal Ackermann (Ger) Bora-Hansgrohe 0:55:52
115 Enrico Barbin (Ita) Bardiani CSF 0:56:33
116 Sean Bennett (USA) EF Education First 0:57:07
117 Josef Cerny (Cze) CCC Team 0:59:30
118 Chad Haga (USA) Team Sunweb 0:59:39
119 Arnaud Demare (Fra) Groupama-FDJ 1:00:00
120 Marco Frapporti (Ita) Androni Giocattoli-Sidermec 1:00:43
121 Jos van Emden (Ned) Team Jumbo-Visma 1:01:26
122 Michael Schwarzmann (Ger) Bora-Hansgrohe 1:01:38
123 Rüdiger Selig (Ger) Bora-Hansgrohe
124 Davide Cimolai (Ita) Israel Cycling Academy 1:03:16
125 Jacopo Guarnieri (Ita) Groupama-FDJ 1:04:16
126 Roger Kluge (Ger) Lotto Soudal 1:04:24
127 Guy Niv (Isr) Israel Cycling Academy 1:05:27
128 Grega Bole (Slo) Bahrain-Merida 1:07:41
129 Simone Consonni (Ita) UAE Team Emirates 1:08:02
130 Jasha Sütterlin (Ger) Movistar Team 1:08:30
131 Ignatas Konovalovas (Ltu) Groupama-FDJ 1:09:14
132 Mirco Maestri (Ita) Bardiani CSF 1:09:20
133 Giacomo Nizzolo (Ita) Dimension Data 1:12:50
134 Luis Mas Bonet (Spa) Movistar Team 1:13:22
135 Victor Campenaerts (Bel) Lotto Soudal 1:13:42
136 Ramon Sinkeldam (Ned) Groupama-FDJ 1:17:53
137 Olivier Le Gac (Fra) Groupama-FDJ 1:18:00
138 Guillaume Boivin (Can) Israel Cycling Academy 1:18:32
139 Jack Bauer (NZl) Mitchelton-Scott 1:21:21
140 Conor Dunne (Irl) Israel Cycling Academy 1:22:34
141 Hector Carretero (Spa) Movistar Team 1:23:35
142 Awet Andemeskel (Eri) Israel Cycling Academy 1:23:42
143 Mikkel Frølich Honoré (Den) Deceuninck-QuickStep 1:25:10
144 Thomas Leezer (Ned) Team Jumbo-Visma 1:26:06
145 James Knox (GBr) Deceuninck-QuickStep 1:26:59
146 Markel Irizar (Spa) Trek-Segafredo 1:28:13
147 Juan Jose Lobato Del Valle (Spa) Nippo-Vini Fantini-Faizane 1:29:27
148 Giovanni Lonardi (Ita) Nippo-Vini Fantini-Faizane 1:33:35
149 Kamil Gradek (Pol) CCC Team 1:36:20
150 Scott Davies (GBr) Dimension Data 1:37:13
151 Paolo Simion (Ita) Bardiani CSF 1:37:16
152 Miles Scotson (Aus) Groupama-FDJ 1:39:28
153 Dmitrii Strakhov (Rus) Katusha-Alpecin 1:40:26
154 Damiano Cima (Ita) Nippo-Vini Fantini-Faizane 1:40:37
155 Mark Renshaw (Aus) Dimension Data 1:41:53
156 Tom Bohli (Swi) UAE Team Emirates 1:45:43
157 Nico Denz (Ger) AG2R La Mondiale 1:49:53
158 Will Clarke (Aus) Trek-Segafredo 1:51:19
159 Sho Hatsuyama (Jpn) Nippo-Vini Fantini-Faizane 1:54:04

Cesare Benedetti ottiene la sua prima vittoria da professionisti sull'ambitissimo traguardo di Pinerolo (Getty Images)
23-05-2019
maggio 23, 2019 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GIRO D’ITALIA
L’italiano Cesare Benedetti (Bora – Hansgrohe) si è imposto nella dodicesima tappa, Cuneo – Pinerolo, percorrendo 158 Km in 3h41′49″ alla media di 42.74 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Damiano Caruso (Bahrain Merida) e l’irlandese Eddie Dunbar (Team INEOS). Lo sloveno Jan Polanc (UAE-Team Emirates) è la nuova maglia rosa con 4′07″ sul connazionale Primož Roglič e 4′51″ sull’italiano Valerio Conti (UAE-Team Emirates).
TOUR OF ALBANIA
L’italiano Filippo Fiorelli (Gragnano Sporting Club Caselli) si è imposto nella quarta tappa, Valona – Saranda, percorrendo 122.7 Km in 3h16′05″ alla media di 37.55 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Etienne van Empel e l’austriaco Sebastian Schönberger. Fiorelli è il nuovo leader della classifica con 5″ su Van Empel e 7″ su Schönberger.
BALTYK – KARKONOSZE TOUR (Polonia)
Il norvegese Tor Arne Gilje (Sandnes Sykleklubb) si è imposto nella seconda tappa, Babimost – Zbąszynek, percorrendo 121.6 Km in 2h42′35″ alla media di 44.88 Km/h. Ha preceduto di 2″ il tedesco Peter Förster e di 3″ il tedesco Paul Taebling. Gilje è il nuovo leader della classifica con 6″ sul polacco Paweł Franczak e 7″ su Förster.
CHABANY RACE
L’ucraino Andriy Vasylyuk (Kyiv Capital Team) si è imposto nella corsa ucraina, circuito di Chabany, percorrendo 133.1 Km in 3h12′27″ alla media di 41.50 Km/h. Ha preceduto di 5″ il bielorusso Yauhen Sobal e di 8″ il connazionale Oleksandr Golovash
TOUR OF ESTONIA
L’austriaco Matthias Brändle (Israel Cycling Academy) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro di Tallinn, percorrendo 3.7 Km in 5′26″ alla media di 40.86 Km/h. Ha preceduto di 9″ il polacco Maciej Paterski e l’estone Peeter Pruus. Due italiani in gara: Andrea Peron (Team Novo Nordisk) 11° a 15″, Marco Tizza (Amore & Vita – Prodir) 61° a 32″. Brändle è il primo leader della classifica con 9″ su Paterski e Pruus. Peron 11° a 15″, Tizza 61° a 32″
TOUR OF JAPAN
L’italiano Federico Zurlo (Giotti Victoria – Palomar) si è imposto nella quarta tappa, circuito di Minami Shinshu, percorrendo 123.6 Km in 3h10′24″ alla media di 38.95 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Raymond Kreder e l’australiano Nicholas White. L’australiano Benjamin Hill (Ljubljana Gusto Santic è ancora leader della classifica con 2″ sul ceco Adam Ťoupalík e 7″ su Kreder. Miglior italiano Zurlo, 6° a 15″.
LA GIOCONDA DEL CICLISMO 3.0
Debuttano le alpi nella riproposizione della storica Cuneo-Pinerolo, da disputarsi su un tracciato totalmente rivoluzionato rispetto a quello classico e solo all’apparenza “annacquato”. Niente Maddalena, niente Vars, nemmeno Izoard, Monginevro e Sestriere, sostituiti da una sola ascesa, il velenoso Montoso. Sono 9 Km al 9,4% che, affrontate fin qui salite facili, potrebbero avvere un impatto sconvolgente sulla classifica nonostante non si affrontino vicino al traguardo.
Se Vincenzo Torriani avesse vestito i panni di Leonardo Da Vinci, la sua “Gioconda” sarebbe stata l’opera creata nella primavera del 1949, poi terminata a pennellate di china dal suo aiuto di bottega Cesare Sangalli. Stiamo parlando della Cuneo-Pinerolo, forse il più celebre tra i tapponi congegnati dal mitico “patron” del Giro, cinque picchi che puntano verso il cielo come i tagli di Lucio Fontana, consacrati dalla più grande impresa tra quelle siglate da Fausto Coppi. Ci furono, inseguito, altre due “imitazioni” di quest’opera, realizzate dalle stesse mani, ma in nessun caso si raggiunse l’originale a causa dell’asfalto che nel frattempo si era spinto fin sulle grandi vette alpine e di bici sempre più moderne. Così sia la tappa del 1964, sia quella del 1982 non fecero più sperimentare le medesime emozioni del 1949 e in particolare quella dell’82 vide all’arrivo uno sprint tra undici corridori e ancor di più sarebbero stati se quest’anno si fosse riproposto il medesimo tracciato. Perché per celebrare il 70° anniversario della storica impresa del Campionissimo s’è voluto nuovamente inserire nel tracciato la Cuneo-Pinerolo ma occorreva un “upgrade” per creare una frazione che potesse lasciare il segno. Si sarebbe potuto conservare il percorso storico e inserire una sesta difficoltà altimetrica nel finale – e proprio alle porte di Pinerolo c’è il Colle di Prà Martino, già scalato al Giro in due occasioni nel recente passato – ma sarebbe stato come aggiungere i “baffi” alla Gioconda e non è detto che l’operazione sarebbe riuscita a sortire gli effetti sperati perché, considerate le modalità con le quali i corridori interpretano le corse da qualche anno a questa parte, c’era il rischio che la corsa si accendesse solo nel finale, dopo una lenta “transumanza” sui colli precedenti. Se “Gioconda con i baffi” doveva essere allora era meglio realizzare un totale stravoglimento del tracciato ed è quello che ha operato Mauro Vegni che ha confezionato una “Cuneo-Pinerolo 3.0” (la 2.0 è stata quella del 2009, vinta da Danilo Di Luca), tutta tracciata in territorio itaiano e come l’originale caratterizzata da cinque salite. Di queste, però, quattro saranno assolutamente secondarie e facilissime mentre una sola avrà il titolo di regina del tracciato, apparentemente mal collocata nel percorso poiché inserita a 32 Km dal traguardo. Attenzione, però, perchè il Montoso – questo il suo nome – potrebbe far molto più male di quanto lasci intuire il tracciato e non solo per le sue pendenze e per la sede stradale ristretta che, già di suo, creerà selezione naturale. Si tratta, infatti, della prima ascesa veramente cattiva dopo quasi due settimane di percorsi facili e di “salite da signora”, per usare un divertente termine coniato nel 1986 da Roberto Visentini per definire le salite pedalabili che andavano per la maggiore nei Giri d’Italia della prima metà degli anni ’80, disegnati con mano leggera per non creare troppi impicci al campione più osannato dalle folle di quel periodo, Francesco Moser, asso delle cronometro forte sul passo ma fermissimo in montagna: l’impatto con il Montoso potrebbe avere gli stessi effetti di un frontale con un muro e la trentina di chilometri successivi potrebbero non bastare per “medicarne” i danni, consegnando alla storia del ciclismo un’altra Cuneo-Pinerolo da ricordare.
Come nell’originale si partirà da Cuneo ma procedendo nella direzione opposta, senza puntare verso la Francia ma imboccando subito la statale che dal capoluogo della “Provincia Grande” conduce verso Pinerolo costeggiando il margine occidentale della Pianura Padana. Percorsi i primi 15 Km sul “velluto”, giunti a Busca si andrà ad affrontare la prima delle quattro ascese secondarie del tracciato, la pedalabile Colletta di Rossana (2.4 Km al 4%), luogo molto noto agli appassionati di mountain bike perché vi ha inizio la “Strada dei Cannoni”, vecchia rotabile militare in gran parte sterrata che risale per una quarantina di chilometri il crinale tra la Val Maira e la Val Varaita giungendo fino ai 2285 metri del Colle della Bicocca, incontrando lungo il cammino numerosi altri valichi secondari, il più celebre dei quali è il Sampeyre, scalato al Giro in un paio di occasioni, nel 1995 e nel 2003. Scesi a Rossana si farà poi ritorno in pianura, ritrovando lo “stradone” per Pinerolo alle porte di Verzuolo, il centro dove il 12 agosto del 1863 l’alpinista italiano Quintino Sella, reduce dalla prima scalata tutta italiana al Monviso, concepì l’idea di creare un’associazione che riunisse gli alpinisti italiani, “germe” che porterà il 23 ottobre dello stesso anno alla fondazione del CAI. Sfiorato il borgo di Manta, dominato dall’omonimo castello (celebre per gli affreschi che ne adornano la Sala Baronale), si giungerà quindi a Saluzzo, nel cui centro storico medioevale – uno dei meglio conservati del Piemonte – si possono ammirare, tra gli altri monumenti, le case Cavassa e Pellico, nella quale il 25 giugno 1789 nacque Silvio Pellico, il patriota italiano principalmente conosciuto per il libro di memorie “Le mie prigioni”. Usciti da Saluzzo si lascerà nuovamente la statale che segna il limite tra Alpi e Pianura, stavolta per dirigersi in direzione del Monviso risalendo il tratto iniziale dell’alta valle del Po, che ha le sue sorgenti ai 2020 metri del Pian del Re, luogo nel quale si conclusero due tappe del Giro vinte rispettivamente da Massimiliano Lelli (1991) e Marco Giovannetti (1992). Divenuto oramai impossibile riproporre quel traguardo – troppo poco lo spazio lassù per alloggiarvi tutta la carovana – il Giro si limiterà a percorrere la prima parte dell’ascesa, che inizia dopo il passaggio per Revello, nel cui territorio comunale si trova – lontano, però, dal percorso di gara – la romanico-gotico Abbazia di Staffarda, di proprietà dell’Ordine Mauriziano e la cui mole campeggia in una scena del film “L’uomo che ama” del 2008.
Con pendenze sempre molto tenere – in vetta nessuno striscione del GPM attenderà i corridori – ci si porterà a Paesana dove si abbandonerà la strada per il Pian del Re e, scollinata l’omonima colletta, s’inizierà la discesa verso Barge sfiorando le pendici del Monte Bracco, in epoca medioevale famoso per le sue cave di gneiss e quarzite che, probabilmente, furono visitate anche da Leonardo Da Vinci: le conosceva di certo perché le citò in un suo scritto conservato nell’Archivio Nazionale di Parigi e sul quale si legge “Monbracho sopra saluzo sopra la certosa un miglio a piè di Monviso a una miniera di pietra faldata la quale e biancha come marmo di carrara senza machule che è della dureza del porfido” (la certosa alla quale fa riferimento Leonardo è il Convento della Trappa, costruito nel 1248). Raggiunta Barge inizierà un’altra abbondante “razione” di pianura pedalando verso Cavour, il paese dal quale prende il nome il casato dei Benso – quello del primo presidente del Consiglio dei ministri del Regno d’Italia, Camillo Benso di Cavour – e la cui principale attrattiva è costituita dalla Rocca, bassa elevazione (462 metri) della catena alpina isolata nel mezzo della Pianura Padana, protetta da una piccola riserva naturale istituita nel 1980 e presso la cui vetta si trovano i resti di una fortificazione distrutta nel 1690 dalle truppe del generale francese Nicolas Catinat. Una dozzina di chilometri più avanti si transiterà una prima volta da Pinerolo, dove ci si andrà ad arrampicare sul breve ma violento muro di Via Principi d’Acaja, 500 metri al 14,7% che qualcuno ha ribattezzato “San Maurizienberg” sia perché lo scollinamento avviene in corrispondenza della tardo-gotica chiesa di San Maurizio, sia perché la stretta strada pavimentata in pavè rammenta i picchi che si è soliti affrontare al Giro delle Fiandre. Affrontato il “giro di boa” del circuito finale, lungo circa 55 Km, ci si dirigerà verso sud tornando a costeggiare la catena alpina e transitando da San Secondo di Pinerolo, la cui principale emergenza architettonica è il Castello di Miradolo, sede di una fondazione creata nel 2008 per continuare l’opera della contessa Sofia Cacherano di Bricherasio, che vi promosse un “cenacolo artistico” in quanto appassionata di pittura e pittrice lei stessa. Ancora qualche chilometro di tranquillità e poi arriverà il momento del “frontale” quando la strada s’innalzerà bruscamente dai 410 metri di Bibiana – centro situato presso lo sbocco della Valle Pellice nella piana del Po – verso i 1248 metri di Montoso, località turistica nata negli anni ’60 sull’omonima montagna, soprannominata “Balcone delle Alpi” per le viste che offre e che costituisce anche un luogo della memoria per la presenza di un sacrario che ricorda le vittime dei partigiani che lassù persero la vita dopo l’8 settembre del 1943. Sono poco meno di nove i chilometri che si dovranno percorrere in aspra ascesa, superando in questo tratto un dislivello di 838 metri, una pendenza media del 9,4% e un picco del 14% che si raggiungerà a 2,3 Km dalla vetta di questa cima inedita, almeno da questo versante. La strada che si percorrerà scendendo verso Bagnolo Piemonte, leggermente meno ripida (10 Km all’8,7%), dal verso della salita fu infatti affrontata il 25 agosto del 1995 nel finale della terza e ultima tappa del Trofeo dello Scalatore, corsa organizzata dalla Gazzetta dello Sport tra il 1987 e il 2001, che terminò proprio lassù con il successo del pugliese Leonardo Piepoli.
Raggiunta Bagnolo, dove si trova un castello risalente all’XI secolo, i “girini” torneranno a saggiare la lieve consistenza della pianura, che li accompagnerà fin alle soglie del traguardo, quando si dovrà nuovamente fare i conti con il “San Maurizienberg”, stavolta con i muscoli attossicati dal velenoso Montoso…. E il veleno, si sa, talvolta è letale….
Mauro Facoltosi
I VALICHI DELLA TAPPA
Colletto di Rossana (617 metri). Chiamato alla “femminile” sulle cartine del Giro 2019, è valicato dalla SP 46 tra Busca e Rossana. Nel 2002, scalato dal versante di Rossana (quest’anno percorso in discesa), ha ospitato il primo GPM italiano di quell’edizione del Giro, scattato dall’Olanda: la tappa era la Fossano-Limone Piemonte vinta da Stefano Garzelli, che sarà poi squalificato per doping, dopo che sul “Colletto” era transitato in testa il colombiano Héctor Mesa.
La Colletta (613 metri). Segnalata come “Colletta di Paesana” sulle cartine del Giro 2019, è valicata dalla SP 27 tra Paesana e Barge. Salendo da quest’ultimo centro, al Giro del 1992 è stata inserita nel finale della tappa Vercelli – Monviso vinta da Marco Giovannetti mentre il GPM della Colletta era stato conquistato da Claudio Chiappucci.
Colletto del Montoso (1248 metri). Insellatura presso la quale sorge l’omonima località, vi sale la SP 246 da Bibiana e da Bagnolo Piemonte. Ascesa inedita per il Giro d’Italia, nel 1995 vi si concluse una tappa del Trofeo dello Scalatore vinta da Leonardo Piepoli.
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
FOTOGALLERY
Cuneo, Piazza Galimberti
Il Colle della Bicocca, punto d’arrivo dell’ex rotabile militare sterrata che inizia dalla Colletta di Rossana
Gli affreschi che adornano il Salone Baronale del Castello della Manta
Saluzzo, casa natale di Silvio Pellico
Revello, Abbazia di Staffarda

L’abbazia di Staffarda campeggia sullo sfondo di una scena de “L’uomo che ama” (www.davinotti.com)
Paesana, passaggio sul Po – ancora con l’aspetto di un torrente – alle porte del borgo
Il Convento della Trappa sul Monte Bracco
La Rocca di Cavour
Pinerolo, chiesa di San Maurizio

San Secondo di Pinerolo, Castello di Miradolo (www.tripadvisor.it)
Il piazzale della località Montoso
Castello di Bagnolo Piemonte
Pinerolo, il muro di Via Principi d’Acaja

L’altimetria storica della Cuneo-Pinerolo, e, in trasparenza, l’altimetria della versione 2019