28-05-2016

maggio 28, 2016 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

L’estone Rein Taaramäe (Team Katusha) si è imposto nella ventesima tappa, Guillestre – Santa Sant’Anna di Vinadio, percorrendo 134 Km in 4h22′43″, alla media di 30.603 Km/h. Ha preceduto di 52″ il colombiano Atapuma Hurtado e di 1′17″ lo statunitense Dombrowski. Miglior italiano Vincenzo Nibali (Astana Pro Team), 6° a 6′44″, nuova maglia rosa con 52″ sul colombiano Chaves Rubio (Orica GreenEDGE) e 1′17″ sullo spagnolo Valverde Belmonte.

BALOISE BELGIUM TOUR

La terza tappa, circuito di Verviers (203 Km), è stata interrotta e annullata a causa di una caduta causata dal contatto tra due moto, rimbalzante nel mezzo del gruppo. Il belga Dries Devenyns (IAM Cycling) rimane leader della classifica con 4″ sull’elvetico Hollenstein e 7″ sul connazionale Vandenbergh. Miglior italiano Enrico Gasparotto (Wanty – Groupe Gobert), 6° a 20″.

TOUR DE GIRONDE

Il norvegese Amund Grondahl (Team Joker) si è imposto nella seconda tappa, Carbon-Blanc – Cenon, percorrendo 211 Km in 5h09′35″, alla media di 40.894 Km/h. Ha preceduto di 44″ il tedesco Meisen e il francese Le Tournier. Grondahl è il nuovo leader della classifica con 56″ su Le Tournier e 1′00″ sul norvegese Hagen.

GRAND PRIX DE PLUMELEC-MORBIHAN

Il francese Samuel Dumoulin (AG2R La Mondiale) si è imposto nella corsa francese, circuito di Plumelec, percorrendo 182 Km in 4h25′08″, alla media di 41.187 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Vuillermoz e Vichot. Miglior italiano Fabio Tommassini (D’Amico – Bottecchia), 61° a 1′44″

AN POST RAS (Irlanda)

L’irlandese Edward Dunbar (Axeon Hagens Berman) si è imposto nella settima tappa, Dungarvan – Baltinglass, percorrendo 155 Km in 3h35′48″, alla media di 43.095 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’australiano Hindley e l’austriaco Clemens Fankhauser (Tirol Cycling Team). Unico italiano in gara Matteo Cigala (Aquablue), 146° a 28′19″. Fankhauser è ancora leader della classifica con 3″ sull’australiano Hindley e 13″ sull’australiano Hamilton. Cigala 72° a 45′46″

TOUR OF ESTONIA

Il russo Roman Maikin (Gazprom-RusVelo) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Tartu, percorrendo 144 Km in 3h12′30″, alla media di 44.883 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Ackermann e il bielorusso Papok. Unico italiano in gara Andrea Peron (Team Novo Nordisk), 37°. Il polacco Grzegorz Stepniak (CCC Sprandi Polkowic) si impone in classifica con 2″ su Maikin e 7″ sull’estone Raim. Peron 26° a 13″

HORIZON PARK RACE MAIDAN

La corsa ucraina, circuito di Kiev, è stata interrotta e annullata a causa di problemi alla sicurezza provocati dalla pioggia torrenziale.

CAMPIONATI NAZIONALI STATUNITENSI

Gregory Daniel (Axeon Hagens Berman) si è imposto nella corsa su strada professionisti, circuito di Winston-Salem, percorrendo 187 Km in 4h21′34″, alla media di 42.895 Km/h. Ha preceduto di 5″ Howes e McCabe.

GUILLESTRE – SANT’ANNA DI VINADIO: E IL GIRO BUSSÒ ALLE PORTE DEL CIELO

maggio 28, 2016 by Redazione  
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Estrema occasione per gli scalatori, che oggi avranno dalla loro parte due autentici “moloch” alpini, i colli della Bonette e della Lombarda. Entrambi inediti per la corsa rosa, non presentano in nessun caso pendenze estreme, ma costringeranno i big a dar fondo alle energie residue a causa dei loro numeri di tutto rispetto, che avranno il corpo di chilometraggi infiniti, di dislivelli imponenti e di quote d’altissima montagna. La partenza sarà in salita con il Vars: è una giornata che potrebbe riservare clamorosi ribaltoni!

Sarà quasi come toccare il cielo con un dito, prima salendo a sfiorare uno dei punti più elevati dell’intera rete stradale alpina e, infine, bussando alle porte di uno dei più alti santuari mariani delle Alpi. Ma non sarà certamente una giornata paradisiaca quella che si vivrà sabato 28 maggio 2016 tra Francia e Italia poiché alla vigilia della conclusione andrà in scena una delle frazioni più dure e intense del Giro d’Italia, che può essere paragonata a quella della Val Martello affrontata nel 2014, che proponeva uno dietro l’altro il Gavia, lo Stelvio e la lunga ascesa finale, il tutto concentrato in 139 Km, con 60,5 Km complessivi d’ascesa e 4267 metri di dislivello totali, pari a una pendenza media globale del 7%. La tappa di Sant’Anna di Vinadio sarà leggermente più breve (134 Km), avrà praticamente lo stesso dislivello – con un “gap” per difetto di appena 4 metri – e 2 Km d’ascesa in più e ciò vuol dire una pendenza media globale inferiore (6,8%). In pratica, però, sarà molto più probante perché rispetto all’altra, che fu inserita all’inizio della terza settimana, questa arriverà al penultimo giorno di gara e, dunque, in un momento nel quale più o meno tutti avranno dato fondo alle energie. Oltre alla successione dei colli, fortunatamente intervallati da tratti nei quali rifiatare, ci sarà poi un altro fattore da tenere in conto ed è quello dell’ampiezza delle strade sulle quali si pedalerà sino al momento del rientro in territorio italiano, vale a dire sino alla cima del Colle della Lombarda, piazzata a 10 Km dall’arrivo: è risaputo che le carreggiate ampie tendono a “ingannare” l’occhio e far intendere pendenze più lievi rispetto alla realtà, un errore nel quale è più facile incorrere alla fine di un grande Giro, quando oltre ad un sacco di energie fisiche se ne sono spese parecchie anche a livello mentale. E, come la tappa della Val Martello “decollò” col Gavia, anche questa frazione partirà in salita, dalla cittadina di Guillestre – un tempo circondata da mura delle quali rimangono quattro porte – verso i 2108 metri del Col de Vars, storico valico che il Tour de France ha inserito 33 volte nel tracciato ma che negli ultimi anni era caduto nel dimenticatoio se si pensa che l’ultimo passaggio della “Grande Boucle” risale alla tappa Draguignan – Briançon affrontata nel 2000, ben 16 anni fa. Per arrivare lassù i “girini” dovranno, una volta transitati sotto l’arco del “chilometro 0”, affrontare 18,2 Km d’ascesa al 6%, non continua perché un tratto di quasi 4 Km privo di pendenza la spezza in due tronconi, il secondo dei quali prevede il passaggio dall’omonima stazione invernale, una delle principali al mondo per la pratica del chilometro lanciato: famosa in particolare è la pista della Chabrières, sulla quale il 4 aprile del 2005 l’italiano Simone Origone ha battuto il record mondiale della disciplina (già da lui detenuto) scendendo alla vertiginosa velocità di 252,632 Km/h. Sfiorata la piccola cappelletta dedicata alla Maddalena, situata poco oltre lo scollinamento del Vars, la prima delle tre discese di giornata condurrà il gruppo nella valle del fiume Ubaye (ideale per la pratica del kayak e del rafting), situata in una posizione che nel corso dei secoli fu individuata dall’uomo come militarmente strategica e per questo dotata di importanti fortificazioni giunte ai nostri giorni, come la Ridotta di Berwick, progettata dal celebre Vauban a Saint-Paul-sur-Ubaye, e il Forte di Tournoux, che fu soprannominato la “Versailles militare del XIX secolo” e che si trova nei pressi di La Condamine-Châtelard, paese dal quale parte la rotabile che il genio militare francese costruì tra il 1891 e il 1911 per superare mediante un traforo di 500 metri il Col du Parpaillon, valico tuttora “tabù” per le competizioni ciclistiche a causa della presenza di tratti sterrati su entrambi i versanti. Giunti sul fondovalle s’incontrerà l’unico tratto veramente tranquillo di questa frazione e per circa 7 Km si pedalerà sul velluto della pianura, lasciando sulla sinistra la strada che conduce in Italia attraverso il Colle della Maddalena, uno dei più agevoli valichi alpini di confine, che fu la prima delle cinque ascese della mitica Cuneo-Pinerolo, il tappone per antanomasia della storia del Giro. La “pacchia” terminerà alle porte del piccolo villaggio di Jausiers, che nel 2008 fu traguardo di una tappa del Tour partita da Cuneo (vinse il transalpino Cyril Dessel), dove si abbandonerà la strada che conduce verso Barcellonette e Gap per andare all’assalto della Bonette. Il suo nome abbinato a quello del Giro d’Italia avrà fatto spiccare, il giorno della presentazione del tracciato, un salto sulla sedia a più d’una persona poiché salire lassù significa arrampicarsi sino a 2802 metri, 45 metri più in alto dello Stelvio. In realtà il primato del passo valtellinese rimarrà imbattuto perché i “girini” saliranno solo fino al valico poco sottostante, a 2715 metri di quota, senza percorrere il piccolo circuito sommitale di 2 Km attorno alla Cima della Bonette, proposto invece in occasione dei passaggi del Tour de France. Questo taglio, però, non intaccherà la durezza dell’ascesa, non particolarmente potente sotto l’aspetto delle pendenze (la media è del 6,7%, la massima del 10%), ma che – a questo punto della corsa – lascerà certamente un indelebile segno nei muscoli dei corridori in virtù della mole del dislivello da superare (poco meno di 1500 metri) e della lunghezza poiché si dovrannno percorrere ben 22 Km per raggiungerne la cima, seguendo quella che fino al 1832 era una semplice mulattiera militare, successivamente ampliata e resa carrozzabile ma rimasta sterrata fino al 1964, anno nel quale il Tour de France l’aveva già scoperta essendoci salito per la prima volta ventiquattro mesi prima. Testimoniano il passato “strategico” di questa strada la diroccata caserma del Restefond, sfiorata dal tracciato 3 Km prima di giungere al valico, e il Camp des Fourches, piccolo villaggio fantasma costituito da casermette oggi in abbandono costruite ai lati della strada tra il 1896 e il 1910 e che si attraversa nel corso della discesa, dopo esser penetrati nel territorio del parco nazionale del Mercantour, istituito nel 1979 per proteggere un territorio che era stato come classificato come riserva reale di caccia da Vittorio Emanuele II nel 1859: fino al 1947, infatti, queste terre appartennero al Regno d’Italia e poi alla neonata Repubblica, che le cedette alla Francia come risarcimento per i danni subiti durante la Seconda Guerra Mondiale. Lunga quasi il doppio rispetto alla precedente scalata, l’interminabile discesa dalla Bonette si svolgerà nella valle del fiume Tinea, attraversando la località di villeggiatura di Saint-Étienne-de-Tinée, stretta attorno alla chiesa del santo patrono, costruita in stile neoclassico nel XVIII secolo per sostituire la precedente parrocchiale, distrutta assieme all’intero villaggio da un incendio appiccato su ordine del governatore della contea di Nizza dopo che una truppa di ugonotti si erano impadroniti della valle e asserragliati nella chiesa, della quale si salvò solamente il bel campanile di stile romanico-lombardo. Divenuta morbida e velocissima nella sua ultima parte la discesa terminerà nel borgo di Isola, il cui nome ancora ci ricorda l’antica appartenenza di queste terre alla nostra nazione, verso la quale ora si dirigerà la corsa. Il rientro in Italia avverrà attraverso una “porta” di tutto rispetto, il Colle della Lombarda, altra ascesa dotata in numeri pur se non estrema (2350 metri di quota e 1482 di dislivello, 19,8 Km al 7,5% e una massima del 12%) e che, per questo, dopo aver scavalcato Vars e Bonette potrebbe rivelarsi un’autentica “mazzata” nelle gambe dei corridori. Strada a parte, 5 Km sotto il passo l’unico segno della presenza umana lungo l’ascesa della Lombarda sarà rappresentato da Isola 2000, la stazione sciistica più vicina alla Costa Azzurra, caratterizzata da una posizione particolarmente felice poiché realizzata negli anni ’70 in una delle zone che ancora oggi è una delle più nevose e fredde della catena alpina (il 28 dicembre del 2005 la colonnina di mercurio scese fino a 27 gradi sotto lo zero). E poi ci sono anche quassù i segni dei trascorsi bellici di queste terre, che si concretizzano nei resti di alcune costruzioni innalzate poco sopra lo scollinamento, nella presenza di veri e propri bunker e di ammassi di fili spinati oramai arrugginiti dal tempo. Raggiunto il valico – che anticamente si chiamava Colle di Brasca e che deve l’attuale nome al vento che imperversa nella zona e che nel linguaggio provenziale era definito “loumbardo” – l’ingresso in Italia sarà particolarmente “sensibile” perché superato il confine di stato diminuerà nettamente il calibro della carreggiata, che era stata discretamente larga anche nel tratto terminale della Lombarda. Inizialmente si planerà senza eccessive pendenze in un ambiente decisamente brullo, punteggiato da piccoli laghetti nei quali nuotano i girini (quelli veri, senza le virgolette, le future ranocchie), poi la strada entrerà nel bosco e si farà più ripida. 8 Km al 6,5% deporranno infine i corridori ai piedi dell’ultima difficoltà del Giro 2016, i 2300 metri all’8,1% che condurrano i corridori, pellegrini a pedali, fino a Sant’Anna di Vinadio (2015 metri), il santuario mariano (la santa titolare è la genitrice della Madonna) più alto d’Italia tra quelli raggiungibili su strada, perché in realtà il valdostano Oratorio di Cuney lo batte alla grande dall’alto dei suoi 2652 metri. Inizialmente era una piccola chiesetta affiancata a un ospizio costruito per dare alloggio ai viandanti; diventerà l’attuale santuario in epoca barocca, costruito su di una roccia fortemente inclinata e per questo è forse questa l’unica chiesa al mondo ad avere il pavimento in decisa salita. Una chiesa che punta al cielo… proprio come quest’ultima tappa montana.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Col de Vars (2108m). Separa il massiccio del Parpaillon da quello d’Escreins ed è valicata dalla “route départementale 902” tra Vars e Saint-Paul-sur-Ubaye. Il Giro d’Italia vi è salito finora 4 volte, 3 in occasione delle riedizioni “classiche” della Cuneo-Pinerolo e l’ultima durante la Santuario di Vicoforte – Briançon del 1996, sempre dal versante che quest’anno si percorrerà in discesa: a conquistarne la cima sono stati nell’ordine Fausto Coppi nel 1949, lo spagnolo Antonio Gómez Del Moral nel 1964, il connazionale e quasi omonimo Isidro Juárez Del Moral nel 1982 e Rodolfo Massi nel 1996. I 33 passaggi del Tour sono stati inaugurati dal belga Philippe Thys nel 1922, poi ci limitiamo a ricordare le sette affermazioni italiane: la doppietta di Bartolomeo Aymo nel bienno 1925-1926, Gino Bartali nel 1938, Fausto Coppi nel 1951, Antonino Catalano nel 1958, Imerio Massignan nel 1960 e buon ultimo Davide Cassani nel 1993.

Faux Col de Restefond (2639m). Vi transita la “route départementale 64” nel corso dell’ascesa al Col de la Bonette da Jausiers. Nonostante il nome (faux significa falso), si tratta effettivamente di un valico geografico: è stato adottato semplicemente per distinguerlo dal vicino Col de Restefond, che non è toccato direttamente dalla strada.

Col de Restefond (2680m). Separa il Monte Restefond dalla Cime des Trois Serrières. È sfiorato dalla “route départementale 64” nel corso della salita da Jausiers al Col de la Bonette. Per raggiungerlo occorre abbandonare la strada asfaltata, imboccare un sentiero e percorrerlo per 250 metri. Oltrepassato il valico, il sentiero prosegue in discesa fino a ritrovare l’asfalto all’altezza del Col de Raspaillon.

Col de la Bonette (2715m). Talvolta chiamato anche Col de la Bonette – Restefond, separa la Cime des Trois Serrières dalla Cime de la Bonette ed è il punto più elevato della “route départementale 64” che collega Jausiers con Saint-Étienne-de-Tinée. Dal punto di valico si stacca una strada asfaltata che compie un anello attorno alla Cime de la Bonette, toccando la quota massima di 2802 e rientrando quindi al colle in circa 2 Km. Il Tour de France è salito quattro sulla Bonette, la prima nel 1962 nel corso della tappa Antibes / Juan-les-Pins – Briançon, che vide scollinare per primo Federico Bahamontes al GPM, segnalato sull’altimetria come “Col de Restefond”. Lo scalatore spagnolo bisserà questo successo nel 1964 durante la Briançon – Monaco, poi lascerà lo scettro di re della Bonette prima a Davide Cassani (1993, tappa Serre Chevalier – Isola 2000) e poi al sudafricano John-Lee Augustyn (2008, Cuneo – Jausiers). Nel 1996 era stata inserita anche nel tracciato del Tour de France femminile, ma poi fu levata dal percorso.

Col de Raspaillon (2513m). Chiamato anche Col des Granges Communes e Col de Vermillou, vi transita la “route départementale 64” nel corso della discesa dal Col de la Bonette verso Saint-Étienne-de-Tinée.

Col des Fourches (2261m). Sfiorato nel corso della discesa dal Col de la Bonette verso Saint-Étienne-de-Tinée. Per raggiungerlo occorre lasciare la strada e imboccare per 200 metri un sentiero.

Colle della Lombarda (2351m). Separa la Cima della Lombarda dalla Tête de l’Adrech ed è valicato dalla strada che collega la stazione invernale francese di Isola 2000 con il comune italiano di Vinadio. Chiamato anche Col de la Lombarde, è quotato 2350 sulle cartine del Giro 2016. La prima competizione ciclistica ad averlo superato è stata la prima edizione della Gran Fondo Fausto Coppi, disputata nel luglio del 1987, mentre i professionisti hanno scoperto la Lombarda solamente nel 2008 quando, durante la Cuneo-Jausiers, transitò per primo al GPM il tedesco Stefan Schumacher. In precedenza i due versanti erano stati parzialmente affrontati al Tour del 1993 e al Trofeo dello Scalatore del 2000, in occasione di due tappe rispettivamente terminate a Isola 2000 e Sant’Anna di Vinadio, conquistate dall’elvetico Tony Rominger e dal messicano Julio Alberto Pérez Cuapio. L’anno successivo il Giro avrebbe dovuto fare tappa a Sant’Anna, ma la frazione fu annullata a causa dello sciopero dei corridori, inscenato in seguito al blitz dei NAS a Sanremo.

FOTOGALLERY

Guillestre, Porte d’Eygliers

Col de Vars

La cappella dedicata alla Maddalena poco sotto la cima del Col de Vars

Saint-Paul-sur-Ubaye, Ridotta di Berwick

La Condamine-Châtelard, Forte di Tournoux

La caserma del Restefond lungo la salita al Col de la Bonette

Col de la Bonette

Il Camp des Fourches


Il campanile romanico della chiesa di Saint-Étienne-de-Tinée

Colle della Lombarda

Delizioso laghetto all’inizio della discesa dalla Lombarda verso Vinadio

Il santuario di SantAnna di Vinadio e, in trasparenza, l’altimetria della ventesima tappa del Giro 2016

Il santuario di Sant'Anna di Vinadio e, in trasparenza, l’altimetria della ventesima tappa del Giro 2016

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI RISOUL

maggio 28, 2016 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

È diventato quasi un marchio di fabbrica di ilciclismo.it l’almanacco post gara dove, dopo ciascuna frazione del Giro (e poi anche del Tour) troverete tante rubriche: la rassegna stampa internazionale, il punto di vista dei tifosi, la colonna sonora del giorno, le previsioni del tempo per la tappa successiva, le “perle” dei telecronisti, il Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e il ricordo di un Giro passato (abbiamo scelto quello del 1966, essendoci quest’anno una tappa a Cassano d’Adda, nel 50° anniversario della vittoria alla Corsa Rosa del cassanese Gianni Motta).

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Italia

Nibali risorge e riapre il Giro Kruijswijk giù, Chaves rosa – Questo Nibali non molla mai: “So io cosa ho passato… La Rosa? Vediamo domani” – Quattro salite terrificanti
Ecco dove si decide il Giro – Chaves: “Domani lascio la pelle in strada”. Uran: “Gli do una mano io…” – Kruijswijk cade in discesa: il volo contro il muro di neve –
Il volo di Zakarin nel fiume: per il russo clavicola rotta – Nibali lascia l’Italia a bocca aperta: e se vincesse il Giro? (Gazzetta dello Sport)

Nibali, vince e riapre il Giro: Kruijswijk cade nella neve e perde la maglia rosa (Corriere della Sera)

Svizzera

Nibali remporte la 19e étape, Chaves en rose (24 Heures)

Kruijswijk stürzt, Chaves neuer Leader (Neue Zürcher Zeitung)

Francia

Nibali se relève, Kruijswijk s’écroule – Chute et abandon de Zakarin (L’Equipe)

Quand le leader du Tour d’Italie tombe dans… la neige – Nibali s’impose, Chaves en rose – Chute et abandon de Zakarin (Le Figaro)

Nibali vainqueur à Risoul, Chaves nouveau maillot rose (Le Monde)

Spagna

Chaves es maglia rosa y Nibali saca a Valverde del podio – Nibali: “No estuve en mi mejor forma pero hoy me encontré bien” – Chaves: “Nibali es ahora mi máximo rival por el rosa” – Kruijswijk se cae en el Agnello y Zakarin se rompe la clavícula – La imagen que congeló al pelotón: Zakarin tras su caída – Vars, la Bonette y la Lombarda decidirán el podio del Giro (AS)

Vuelco al rosa en el Agnello – Kruijswijk choca contra un bloque de hielo y da una tremenda voltereta – Escalofriante caída de Zakarin, que podría tener la clavícula rota (Marca)

Chaves, nuevo líder. Nibali quita del podio a Valverde – Nibali dedica su triunfo a su discípulo fallecido hace unas semanas – Movistar denuncia el tapón sufrido por Valverde – Nibali: “Mantengo los pies en el suelo” (El Mundo Deportivo)

Belgio

Drama in de Giro: Crash kost Kruijswijk roze trui, Nibali en Chavez juichen – Kruijswijk zwaar aangeslagen: “Ik heb het verkloot” – Roze trui Kruijswijk maakt spectaculaire val in de sneeuw (Het Nieuwsblad)

Giro: Nibali dépose tout le monde dans la 19e étape mais Chaves prend la tunique rose (La Dernière Heure/Les Sports)

Paesi Bassi

Roze droom voorbij – “Ik verkloot gewoon alles” – Kruijswijk laat foto’s maken- Lotto-Jumbo hoopt dat Kruijswijk blijft – Den Bosch mag Kruijswijk huldigen (De Telegraaf)

Kruijswijk verspeelt roze in Giro aan Chaves na stuurfout – Van Emden: Schande dat Nibali door is gereden (Algemeen Dagblad)

Gevallen Kruijswijk verliest roze trui aan Chaves, Nibali wint rit – Teruglezen Giro d’Italia: Kruijswijk na zware valpartij op achterstand in klassement – De val van Kruijswijk – Voor Italianen heeft hij te weinig drama(de Volkskrant)

Lussemburgo

Kruijswijk verliert Rosa, starker Jungels nun 6. (Tageblatt)

Jungels macht Sprung nach vorne (Luxemburger Wort)

Germania

Dramatische Wende beim Giro: Kruijswijk verliert Führung (Berliner Zeitung)

Danimarca

Storfavorit mistede førertrøjen på dramatisk Giro-etape (Jyllands-Posten)

Styrtede i en snedrive og mistede førertrøjen: Jeg har tabt Giroen – Fuglsang efter fantastisk etapesejr: Moralen kan give Nibali vinger – Vildt Giro-drama: Storfavorit mister førertrøjen efer styrt (BT)

Vildt Giro-drama med Nibali i storslået comeback og ny mand i førertrøjen (Politiken)

Slovenia

Giro: Nibali junak 19. etape, Kruijswijk zaradi nesreče ob rožnato majico (Delo)

Russia

Велогонщик «Катюши» Закарин попал в аварию и сломал ключицу (Sovetsky Sport)

USA

Nibali Wins Giro Stage 19; Chaves Takes Pink After Kruijswijk’s Crash (The New York Times)

Costa Rica

Andrey Amador escaló un puesto en la general en el día más duro del Giro de Italia – Ciclista holandés choca contra la nieve y pierde el liderato en el Giro de Italia
(La Nación)

Colombia

Esteban Chaves, líder del Giro de Italia tras emocionante carrera – ‘Todos nos jugamos un título’: Chaves – Imágenes: la vibrante etapa que le dio a Chaves el liderato del Giro – Las emociones de los colombianos por el liderato de Chaves en el Giro (El Tiempo)

Esteban Chaves, nuevo líder del Giro – Las fuertes caídas de Kruijswijk y Zakarin durante la etapa 19 del Giro – La berraquera de los Chaves – La fe de Esteban Chaves – Tres colombianos se han vestido de rosa – Las lágrimas de Vicenzo Nibali (El Espectador)

Australia

Giro D?Italia race leader Steven Kruijswijk crashes into snow (Herald Sun)

BOX POPULI

Ogni giorno qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Caduto Kruijswijk nella discesa dell’Agnello

Nisky: caduto…..ha fatto un giro della morte porello

Mauro Facoltosi: Clavicola sinistra fratturata per Zakarin, che è finito in una piccola scarpata.

Nisky: caro Howling Wolf mi sa che non sapremo come finirà con Zakarin durante le tre settimane, visto che s è sfasciato per terra! ma come avevo già avuto modo di vedere non sa assolutamente guidare la bici ed è troppo alto con gambe lunghe e ha il baricentro troppo alto…. sono abbacchiato povero Ilnur! Ci speravo in un posto nei 5

Nebe1980: Valverde fatto fuori sull’Agnello, Kruijswijk da una caduta come Zakarin, Nibali ripreso che stacca addirittura Chaves e torna in corsa. Il Giro è una corsa superiore. Kruijswijk se supera il momento di oggi e non ha conseguenze dalla caduta domani potrebbe riattaccare perchè è un duro ma bisognerà vedere come sta dopo anche la fatica di oggi di tirare da solo.

Howling Wolf14: Mi dispiace quando le corse finiscono in questo modo. Sono un fatalista ma sono veramente abbattuto. Chi va in bicicletta sa quanto sia doloroso volare a terra, cadere. Se poi i primi posti delle classifiche vengono rivoluzionate per questo il dispiacere è doppio. Pazienza, il destino non si può cambiare. Ma, facciamo un po’ di attenzione. Perché un conto è apprezzare i contenuti di una corsa, altro conto è attribuirle valore per le cadute dei protagonisti. Mi sembra di cattivo gusto e fuori luogo una battuta di questo genere. Plaudiamo all’impresa di Nibali e alla resistenza di Chaves, sottolineiamo la nuova crisi di Valverde, ma evitiamo di affermare che il livello dello spettacolo si alza con le cadute. E’ davvero kitsch.

Nebe1980: A me dispiace davvero molto per Kruijswijk e se domani si riprendesse e riuscisse a vincere il giro io sarei felicissimo. Mi dispiace davvero molto anche per Zakarin che consideravo comunque all’inizio giro uno forte e lo è… peccato. Dopodichè Valverde non è caduto e Chaves non è caduto, Nibali non è caduto. Per il podio rivoluzionato è solo il fortissimo e sfortunato olandese ad aver pagato per caduta. Ciò non toglie che è dall’Aremogna che si vivono girandole di emozioni e abbiamo la conferma della grande qualità della corsa

Howling Wolf14: Io non ho mai detto che mancano le emozioni. Anzi. Ho semplicemente osservato che un vero appassionato di ciclismo non ritiene mai che una caduta, di chicchessia, sia un elemento di arricchimento dello spettacolo. Per questo eviterei di inserire le cadute tra gli elementi che concorrono alla valutazione della spettacolarità di questo Giro e di qualsiasi altra corsa.

Nebe1980: Ti ho già detto che mi dispiace per Kruijswijk e mi dispiace anche che non sia riuscito ad accodarsi al gruppo Valverde che appena dopo il cambio di bici era a portata di mano. In quel caso forse Kriuijswijk sarebbe ancora in rosa.
Dopodichè il mutamento delle posizioni tra Chaves Nibali e Valverde che erano secondo terzo e quarto della generale è avvenuto senza le cadute. Questa è la spettacolarità, poi siamo tutti davvero dispiaciuti per la caduta, pensa che io auspicavo e continuo ad auspicare la vittoria del giro di Kruijswijk ma non puoi negare che la tenacia e la forza con cui l’olandese ha tentato di inseguire di non perdere troppo è stata encomiabile davvero da applausi e questo è spettacolare. Ripeto io speravo che Kruijswijk avrebbe lottato con i migliori sulla salita finale

Salitepuntocià: L’olandese deve recitare il mea culpa, aveva gia vinto, non può incolpare nemmeno la sfortuna, Nibali e Chaves bravi ad aprofittarne

Nebe1980: No! E’ stato sfortunato perché è vero che è arrivato lungo ma le conseguenze per la bici sono state piuttosto gravi, ci ha messo un po’ per metterla a posto poi ancora qualche problema ed ha dovuto aspettare l’ammiraglia per cambiarla. Dopo la caduta era ancora davanti a Valverde che l’ha superato quando ha cambiato la bici. Se avesse risolto il problema con il primo intervento del cambio ruote si sarebbe accodato a Valverde e sarebbe stato diverso perchè quelli l’interesse a tirare per difendere il podio lo avevano

In collaborazione con il Forum dello Scalatore

DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

“Emozioni” – Lucio Battisti

a cura di DJ Jorgens

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della 20a tappa Guillestre – Sant’Anna di Vinadio

Guillestre : cielo sereno, 24.4°C, vento moderato da SW (19-21 Km/h), umidità al 45%
Station de Vars – Traguardo Volante (14.3 Km) : cielo sereno, 17.2°C, moderato da SW (19-21 Km/h), umidità al 45%
Col de la Bonette – GPM (63,1 Km) : cielo sereno, 11.1°C (percepiti 12°C), vento moderato da SW (21-30 Km/h), umidità al 38%
Sant’Anna di Vinadio: cielo sereno, 17.7°C, vento moderato da SSW (19-24 Km/h), umidità al 44%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

De Stefano: “Il primo che transiterà sulla Cima Coppi riceverà il premio a Vincenzo Torriani” (il Trofeo lo vince chi si impone nella tappa che comprende la Cima Coppi)
Garzelli: “Per fare il dislivello da 1800 a 2700 metri impiegheranno 50 metri”
Garzelli: “Le grandi ore che faranno pedalando in alta quota”
De Stefano: “Sono arrivati tanti twitter”
Twitter: “Beppe Conte”
Garzelli: “Le cose bisogna farse”
De Stefano: “Vittorio Torriani”
Conti: “Il Giro finiva in punta allo Stelvio”
Pancani: “Plaza Molino” (Molina)
Pancani: “Il lago di Castello serve per alimentare la centrale elettrica del Lago di Pontechianale” (Castello e Pontechianale sono due nomi del medesimo lago)
Pancani: “E’ rimasto da solo la maglia rosa di Steven Kruijswijk”
Martinello: “Poco meno di 2 Km al GPM, che adesso transita ai meno 2 Km dal GPM”
Martinello: “E’ accaduto detro”
Garzelli: “Chavez” (Chaves)
Martinello: “E’ una delle poco occasioni”
Pancani: “Stanno arrivando sul Monfort” (Monfort è un corridore, non un valico)
Pancani: “Nibali da solo al comando nella quinta tappa”
Chaves: “Abbiamo fatto un attacco sull’Angelo”
Cassani: “C’erano dei rivoli di acqua” (perchè, di cosa pensavi fossero? Sangiovese?)
De Stefano: “Nibali sta guardando le scene della caduta dalla zona del controllo delle interviste”
Televideo: “Valverde Majka”
Garzelli: “Scarpone”
Garzelli (su Scarponi): “Ha fatto 3 Km per prendere l’arrivo qui a Risoul”
De Stefano: “Tante salite, ma delle salite delle salite”
Garzelli: “Erano tutte chiusi le salite”
Garzelli: “Col de la Bonnette” (Bonnet)

IL GIRO DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

Ordine d’arrivo della diciannovesima, Pinerolo – Risoul

1° Eduard Michael Grosu
2° Roberto Ferrari a 18″
3° Roger Kluge s.t.
4° Nikias Arndt s.t.
5° Sacha Modolo s.t.

Classifica generale

1° Jack Bobridge
2° Riccardo Stacchiotti a 3′35″
3° Cheng Ji a 5′09″
4° Eduard Michael Grosu a 17′42″
5° Murilo Antonio Fischer a 18′52″

IL GIRO DI MOTTA
Nel 1966 Motta vinse il Giro d’Italia. Passati 50 anni il Giro ricorderà questo successo con un arrivo di tappa a Cassano d’Adda, paese natale di Motta. Noi di ilciclismo.it ricorderemo quell’edizione del Giro tutti i giorni, proponendovi la rassegna stampa dell’epoca, con i titoli del quotidiano “La Stampa”

8 GIUGNO 1966 – 21a TAPPA: BELLUNO – VITTORIO VENETO (181 Km)

IL GIRO “SI ADDORMENTA”; SCANDELLI FUGGE E RISCHIA DI METTERE FUORI GARA TUTTI I CORRIDORI
Un paradossola episodio ha movimentato il penultimo giorno di corsa – Il gregario di Motta ha vinto la tappa a Vittorio Veneto con 15’ di vantaggio – Il Giro si conclude oggi a Trieste
Il vantaggio del ciclista di Crema ha sfiorato i 20 minuti – Se sul traguardo fossero stati 24 minuti, soltanto Lievore (secondo arrivato) sarebbe giunto in tempo massimo – L’episodio è clamoroso soltanto in apparenza: Scandelli corre come gregario della Maglia rosa – Logicamente i dirigenti della Molteni (che ricevono una maggior pubblicità dal successo finale di Motta) ad un certo momento avrebbero consigliato al loro corridore di rallentare negli ultimi chilometri – Le curiose vicende della corsa – Jacques Anquetil e Italo Zilioli perdono 11 secondi nei confronti della Maglia rosa – La lieta avventura del ventiquattrenne Pietro Scandelli vincitore sul penultimo traguardo – Motta non andrà al Tour de France – Vittorio Adorni parteciperà alla corsa francese

Kruijswijk si rialza dopo la disastrosa caduta giù dal Colle dellAgnello, ma la maglia rosa non sarà più sua

Kruijswijk si rialza dopo la disastrosa caduta giù dal Colle dell'Agnello, ma la maglia rosa non sarà più sua

ARCHIVIO ALMANACCO
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Raduno di partenza
1a tappa: cronometro di Apeldoorn
2a tappa: Arnhem – Nimega
3a tappa: Nimega – Arnhem
4a tappa: Catanzaro – Praia a Mare
5a tappa: Praia a Mare – Benevento
6a tappa: Ponte – Roccaraso (Aremogna)
7a tappa: Sulmona – Foligno
8a tappa: Foligno – Arezzo
9a tappa: cronometro Radda in Chianti – Greve in Chianti
10a tappa: Campi Bisenzio – Sestola
11a tappa: Modena – Asolo
12a tappa: Noale – Bibione
13a tappa: Palmanova – Cividale del Friuli
14a tappa: Alpago (Farra) – Corvara (Alta Badia)
15a tappa: cronoscalata Castelrotto – Alpe di Siusi
16a tappa: Bressanone – Andalo
17a tappa: Molveno – Cassano d’Adda
18a tappa: Muggiò – Pinerolo

AGNELLO DIVORATORE DI UOMINI: RISOUL SORRIDE ANCORA A NIBALI

maggio 28, 2016 by Redazione  
Filed under News

Che cosa succederà domani? Impossibile saperlo in un Giro folle e imprevedibile: quel che è certo è che oggi è stato il giorno del riscatto di un enorme Vincenzo Nibali.

Altissima quota, al Giro, grandi montagne con pendenze in doppia cifra per molti km ad altitudini che si avvicinano più ai tremila che ai duemila metri. Questo è il Colle dell’Agnello, montagna e moloch del mito ciclista, questo è il finale di terza settimana di una gara fin qui avvincente, già ricca di colpi di scena, ma che ciò nondimeno sembra ogni volta voler rilanciare con più drammatiche svolte e con imprese memorabili.

Una fuga numerosa, di quasi trenta atleti, prende il via dopo un’ora e mezza di gara al fulmicotone (52 km/h di media su un terreno che tira leggermente all’insù), a logico correlato e dimostrazione del fatto che ci troviamo in una delle fasi chiave della gara: la Lotto Jumbo del leader non manda uomini in avanscoperta, mentre l’Astana riesce a infilare nel drappello la propria pedina più cruciale, uno Scarponi già martellante sulle Dolomiti, accompagnato da uno scudiero kazako a supporto, Kozhatayev. L’Orica del principale contendente per la maglia rosa, il giovane colombiano Chaves, manda in testa alla gara un solo uomo, ma quanto mai azzeccato, quel Rubén Plaza forte sul passo e in salita, predisposto alle maratone solitarie, tanto da entrare nella storia del ciclismo recente vincendo una delle più belle tappe dei GT degli ultimi anni, quella della Cercedilla all’ultima Vuelta, con oltre cento km di fuga solitaria su e giù per le vette della Sierra Madrilena. Per Majka ci sono un paio di fidi gregari, come il duro Petrov e il fratello di latte di Contador, Jesús Hernández. Per la Movistar ben tre scherani, i bulldozer Sutherland e Rojas a spianare la strada del più scalatore Herrada. Insomma, un gigantesco ciclone comincia a vorticare lentamente sulla corsa, anche se probabilmente Kruijswijk confida nel poter rimanere anche solo soletto, forte del suo splendido stato di forma, nell’occhio dell’uragano, stoppando ogni velleità avversaria in prima persona.

Sull’Agnello prende il largo dalla fuga un ottimo Scarponi, mentre dietro è l’Orica a sfoltire il sottobosco del gruppo con le falciate di Howson e Txurruka, inevitabile preludio alla fiammata incendiaria di Chaves. Solo Kruijswijk, in controllo, Valverde, apparentemente ancora a suo agio e Nibali, in ultima ruota, resistono, per il resto è subito sparpaglio. In breve lo stesso Nibali va in affanno e si sgancia, venendo affiancato da Zakarin e da Majka, che da bravo diesel riavvicina il gruppo di testa. Mancano una sessantina di km alla fine, siamo ben oltre i duemila metri di altitudine e di dislivello, e la battaglia è già dichiarata, con tutta l’apparenza, per di più, di avviarsi a una risoluzione rapida e feroce che confermi il podio degli uomini sembrati più brillanti, l’olandese, il colombiano e lo spagnolo.

Tuttavia, mentre l’aria diventa bianca di nebbia, nubi basse, condensa e barbagli di neve, il gruppetto, che poco a poco va a rinfoltirsi con i rientri da dietro di tutta la top ten, da Nibali a Jungels, fino a Pozzovivo ed Urán, va addentrandosi nella zona rossa. La zona del poco ossigeno a disposizione, la zona dove emerge il motore capace di lavorare sotto sforzo su quello che brucia tanto e rapido ad altissimi giri. Chaves con una progressione micidiale comanda un nuovo rimescolamento del mazzo, e il risultato stavolta è mutato: Valverde perde contatto, patendo come da lui stesso dichiarato le altissime quote, e scivola indietro con corridori più addietro di lui in generale; Zakarin stringe i denti ma finisce per cedere, sopravanzato da Majka. Il nuovo drappello di quattro eletti include Nibali, Kruijswijk, Chaves e Majka, in rigoroso ordine di brillantezza. Chaves sembra leggerissimamente appannato, pagando gli allunghi prepotenti imposti agli avversari: la sorte, insomma, fin qui toccata a Nibali in tappe precedenti. La responsabilità di corsa pesa, quando si vuole o si deve assumerla, giovane età o meno! Non solo psicologicamente, ma anzitutto nelle gambe, quando il livello è reciprocamente bilanciato e ogni tirata in testa al gruppo implica maggiori tossine accumulate. Kruijswijk appare in controllo, ma non lucidissimo. Majka è solido, ma poco brillante, e finirà per soffrire in vista dello scollinamento.
Il gruppetto guadagna terreno anche grazie all’aiuto di Kozhatayev, ripreso al momento opportuno, nell’ambito di una strategia ben ponderata, per poter dare giusto quelle due trenate che fan passare i chilometri senza che il quartetto di uomini di classifica si fermi di nuovo per studiarsi.
Nemmeno Nibali sembra che sia immune alla fatica: quando il kazako si stacca, passa lui in testa, e lancia perfino qualche timido affondo, sufficiente a mettere in croce almeno Majka; però le sue accelerazioni sono brevi, alzarsi sui pedali sembra uno sforzo immane, come se tutto l’Agnello dovesse sollevarsi di quei venti centimetri in più e non solo il corpo del ciclista. Ad ogni modo, pur poco folgorante, Nibali si dimostra il più lucido allo scollinamento (Scarponi è transitato per primo circa cinque minuti prima, inframmezzate le schegge di fuga): ancora ben coordinato, afferra la sacca con mantellina e rifornimenti, si veste rapido e poi comincia subito a sferzare le curve con decisione.

Ecco la svolta fatidica: quando ancora la carreggiata è costeggiata da due muri di neve, Kruijswijk sbanda, lui stesso ammette una distrazione nel pensare al mangiarsi una barretta. La strada rugosa, umida, incerta, è un attimo perdere il controllo e finire per capitombolare con una capriola spettacolare contro una delle pareti nevose a bordo strada. Sfortuna? Forse, ma la pressione messa sull’olandese ad ogni discesa di questo giro, costringendolo a un continuo nervosismo, unitamente all’affanno di controllare scatto dopo scatto altrui senza lasciare spazio alcuno, certamente hanno pesato sulla sua concentrazione. Rialzarsi, risettare la bici, non va, ancora non va bene, cambiarla, il tempo passa rapidissimo , fulmineo come la sagoma celeste Astana di Kozhatayev che, staccatosi da un pezzo dopo tanto tirare, ora sfreccia a fianco dell’altro K., la maglia rosa, invece arenato a bordo strada.
A proposito di “k” e cadute, c’è la kappa di Zakarin che, già dimostratosi incerto nel controllo del mezzo, ruzzola in un ghiaione, presso un torrente, perdendo bici e ruota a molti metri: le immagini sono spaventose, ma, pur costando il ritiro al russo, le conseguenze saranno meno tragiche di quanto apparisse in prima battuta, “solamente” – con virgolette d’obbligo – frattura di clavicola e scapola.

Comincia la lunghissima discesa, dura, da pedalare, come quella che già stroncò Nibali giù dal Valparola, discesa che poi diventa ancor più morbida fino al falsopiano o perfino alla leggera contropendenza. Lezione di strategia, parte seconda. Si costituiscono in breve una serie di gruppetti, che, per il diletto dello spettatore, rappresentano interessi diversi in vario modo coalizzati, inaugurando una vera e propria serie di cronocoppie, una sorta di rinato Trofeo Baracchi, che determineranno i distacchi decisivi in vista dell’ultima scalata, quella a Risoul dove Nibali suggellò il proprio trionfo nel Tour 2014. Prima Nibali e Chaves si riuniscono con Rubén Plaza, poi viene fermato Scarponi, e abbiamo dunque un primo trenino Orica-Astana, guidato da due motori di grandissima cilindrata, che va riassorbendo via via uomini della fuga (l’ultimo Monfort) i quali però, naturalmente, si mettono a ruota. Dietro ci sono Valverde e Majka, il polacco andato in difficoltà proprio sulla vetta, lo spagnolo rientrato grazie a una grande discesa; li supportano gli ex-fuggitivi Hernández per la Tinkoff ed Herrada per la Movistar. Con loro Urán, a corto di forma ma stoico e prodigo di classe ritrovata sulle grandi montagne. Ancor più dietro la maglia rosa e la maglia bianca, con la presenza di quest’ultima, vestita da Jungels, cruciale per garantire l’aiuto delle bocche da fuoco Quickstep, in special modo Verona. Una curiosità: tolto Scarponi, i gregari chiave di questa fase sono tutti spagnoli! In quest’ultimo trenino si contano un bel po’ di Movistar, riuniti attorno ad Amador, ma con Valverde davanti non lavorano, così come non lavorano i Cannondale (Cardoso e Clarke) che hanno davanti Urán. Come già nel tappone dolomitico, lì a spese di Nibali, la vera componente di fortuna, e non è tutta fortuna nemmeno questa, va attribuita agli incroci di combinatorie nei vari gruppetti, più che a cadute in buona parte imputabili a errori di chi ne è vittima.

La battaglia è ben combattuta e con forme similari, i distacchi rimangono simili, di circa un minuto, un minuto e mezzo, tra ogni gruppetto. Tutto apaertissimo.

A Risoul Scarponi profonde l’ultimo sforzo, poi tocca la capitano. Nibali alza il ritmo e con lui resta Chaves, Ulissi e Nieve, i sopravvissuti della fuga ripescati durante il lungo inseguimento per le valli francesi, fanno l’elastico. A tutta prima sembra che solo l’italiano lavori, con Chaves freddo o cinico inchiodato a ruota. Vuole evidentemente ripetere il giochino già così ben riuscito di cuocere lo squalo e poi mangiarselo. Ma da dietro la collaborazione tra Majka e Valverde comincia a dare frutti, e in un primissimo momento anche Kruijswijk sembra avvicinarsi: Chaves inizia a collaborare, e, come vedremo, quando la lotta diventa ad armi e responsabilità assunte pari, con migliaia di km sulle spalle giorno dopo giorno, e oggi migliaia di metri di dislivello accumulati ora dopo ora, l’esito non è così scontato a favore del colombiano.

Le tensioni iniziali, su una salita lunga come Risoul, possono portare la corda a rompersi, specie per atleti abituati a ottimizzare uno sforzo di 5 o 10 minuti, pur dentro a prestazioni più estese. Tutti gli inseguitori cominciano a rinculare. La maglia rosa entra in una vera e propria crisi che vede tutti i più o meno blasonati accompagnatori scattargli in faccia. Poi si riprenderà. Poi di nuovo crollerà – ma non di schianto. Davanti, in testa, il braccio di ferro fisico e mentale è tutto tra il siciliano e il colombiano. Nibali allunga, Chaves si riporta sotto con rapide accelerazioni… ma non senza aver dovuto in prima istanza mollar la ruota. Una volta, due volte, alla terza, per poco bruciante che sia lo scatto nibaliano attuale, il folletto della Orica, pur essendo finora il più forte scalatore del Giro, deve mollare la presa. E la pinna dello squalo si allontana. Nibali è solo in testa alla corsa. Un uomo solo al comando. Strategie, tattiche, calcoli, azzardi, tutti si riduce a un uno contro uno micidiale. Nessuno cede di schianto, e la pressione sale vertiginosamente.

Ma l’aria di Risoul porta a Nibali dolci ricordi, i secondi diventano minuti, Chaves si inceppa, tanto che Nieve lo riprende e dapprima lo aiuta, ma poi finisce per staccarlo. Ulissi, gliene va reso merito, tiene botta, e non perde molto dalla coppia ispanoparlante. Poi l’arrivo, le braccia alzate di Nibali, il dito al cielo, poi entrambe le mani, le lacrime, i singhiozzi dell’eroe di giornata dopo un’impresa memorabile. Era dietro di quasi cinque minuti, ora il Giro è riaperto. La maglia rosa, però, è di Chaves: stanchezza finale, la sua, o oculatezza, risparmio in vista di una tappa di domani in cui difendersi con l’agio della sua forza in salita da un Nibali comprensibilmente esausto e forse quasi appagato? Poi Majka e Valverde, due età diverse, ma in entrambi una grande solidità e regolarità. Majka cementa una top 5, Valverde vede a una quarantina di secondi il podio, se riuscirà a scalzare Kruijwijk. Sì Kruijswijk oggi arriva al traguardo con enorme tenacia, evitando con incredibile forza caratteriale di sprofondare alla deriva, ed è ancora terzo, in questo Giro meraviglioso. Si scopre una costola rotta (Visconti ci sta correndo da diversi giorni, ma non è certo una gran consolazione): che farà domani? Potrebbe anche non ripartire. O potrebbe tornare in sella per far valere la propria grande gamba. Dal basso in alto, lui, Nibali e Chaves sono racchiusi in meno di un minuto, con all’orizzone Vars, Bonette, Lombarda e Sant’Anna di Vinadio. Quattro voltre sopra i duemila metri, una delle quali prossima ai tremila, più di 4000 metri di dislivello da coprire. Attraverso tutto questo, peserà la minuzia di un minuto. Ma comunque andrà, ancora una volta abbiamo assistito a un grandissimo Giro, e in questo grandissimo Giro a una tappa eccelsa, epica, e non è un’iperbole. Ancora una volta, grazie Vincenzo Nibali.

Gabriele Bugada

ORDINE D’ARRIVO

1 Vincenzo Nibali (Ita) Astana Pro Team 4:19:54
2 Mikel Nieve (Spa) Team Sky 0:00:51
3 Esteban Chaves (Col) Orica-GreenEdge 0:00:53
4 Diego Ulissi (Ita) Lampre – Merida 0:01:02
5 Rafal Majka (Pol) Tinkoff Team 0:02:14
6 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team
7 Rigoberto Uran (Col) Cannondale Pro Cycling
8 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Alpecin 0:02:43
9 Nicolas Roche (Irl) Team Sky 0:02:51
10 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale
11 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:03:00
12 Andre Cardoso (Por) Cannondale Pro Cycling 0:03:07
13 Darwin Atapuma (Col) BMC Racing Team 0:03:36
14 Bob Jungels (Lux) Etixx – Quick-Step 0:03:45
15 Andrey Amador (CRc) Movistar Team 0:04:30
16 Steven Kruijswijk (Ned) Team LottoNl-Jumbo 0:04:54
17 Kanstantsin Siutsou (Blr) Dimension Data 0:05:53
18 Marcel Wyss (Swi) IAM Cycling 0:05:59
19 Michele Scarponi (Ita) Astana Pro Team 0:06:21
20 Jakob Fuglsang (Den) Astana Pro Team 0:06:22
21 Simon Clarke (Aus) Cannondale Pro Cycling 0:06:49
22 Stefano Pirazzi (Ita) Bardiani CSF 0:07:26
23 Stefan Denifl (Aut) IAM Cycling
24 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:07:55
25 Giovanni Visconti (Ita) Movistar Team 0:07:56
26 Egor Silin (Rus) Team Katusha
27 Ian Boswell (USA) Team Sky 0:08:27
28 Hugo Houle (Can) AG2R La Mondiale 0:09:05
29 Sebastian Henao (Col) Team Sky 0:09:10
30 Alexander Foliforov (Rus) Gazprom-Rusvelo
31 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale
32 Valerio Conti (Ita) Lampre – Merida
33 Nathan Brown (USA) Cannondale Pro Cycling 0:13:36
34 Jesus Hernandez (Spa) Tinkoff Team 0:14:12
35 Bakhtiyar Kozhatayev (Kaz) Astana Pro Team 0:14:22
36 Tobias Ludvigsson (Swe) Team Giant-Alpecin 0:14:50
37 Guillaume Bonnafond (Fra) AG2R La Mondiale 0:14:52
38 Pawel Poljanski (Pol) Tinkoff Team 0:15:55
39 José Herrada (Spa) Movistar Team 0:16:37
40 Ruben Plaza (Spa) Orica-GreenEdge 0:16:39
41 Jose Joaquin Rojas (Spa) Movistar Team 0:17:49
42 Rory Sutherland (Aus) Movistar Team
43 Gianluca Brambilla (Ita) Etixx – Quick-Step 0:18:04
44 Carlos Verona (Spa) Etixx – Quick-Step
45 Merhawi Kudus (Eri) Dimension Data
46 Damien Howson (Aus) Orica-GreenEdge
47 Damiano Cunego (Ita) Nippo – Vini Fantini 0:18:46
48 Amets Txurruka (Spa) Orica-GreenEdge 0:21:09
49 Igor Anton Hernandez (Spa) Dimension Data
50 Andrey Zeits (Kaz) Astana Pro Team
51 Manuele Mori (Ita) Lampre – Merida
52 Adam Hansen (Aus) Lotto Soudal
53 Eros Capecchi (Ita) Astana Pro Team
54 Pavel Kochetkov (Rus) Team Katusha
55 Ivan Rovny (Rus) Tinkoff Team
56 Davide Malacarne (Ita) Astana Pro Team
57 Primoz Roglic (Slo) Team LottoNl-Jumbo
58 Joe Dombrowski (USA) Cannondale Pro Cycling
59 Enrico Battaglin (Ita) Team LottoNl-Jumbo
60 Tanel Kangert (Est) Astana Pro Team
61 Rein Taaramae (Est) Team Katusha
62 Davide Formolo (Ita) Cannondale Pro Cycling
63 Riccardo Zoidl (Aut) Trek-Segafredo
64 Alessandro Bisolti (Ita) Nippo – Vini Fantini
65 David Lopez Garcia (Spa) Team Sky
66 Johann Van Zyl (RSA) Dimension Data
67 Bram Tankink (Ned) Team LottoNl-Jumbo
68 Benoît Vaugrenard (Fra) FDJ 0:21:59
69 Laurent Didier (Lux) Trek-Segafredo 0:22:51
70 Moreno Moser (Ita) Cannondale Pro Cycling 0:23:31
71 Chad Haga (USA) Team Giant-Alpecin
72 Jay McCarthy (Aus) Tinkoff Team 0:23:50
73 Vegard Stake Laengen (Nor) IAM Cycling
74 Alexander Kolobnev (Rus) Gazprom-Rusvelo 0:25:03
75 Axel Domont (Fra) AG2R La Mondiale
76 Alberto Bettiol (Ita) Cannondale Pro Cycling 0:25:06
77 Christian Knees (Ger) Team Sky
78 Simone Petilli (Ita) Lampre – Merida
79 Aleksey Rybalkin (Rus) Gazprom-Rusvelo
80 Jasha Sütterlin (Ger) Movistar Team
81 Sergey Firsanov (Rus) Gazprom-Rusvelo
82 Anton Vorobyev (Rus) Team Katusha
83 Pieter Serry (Bel) Etixx – Quick-Step
84 Daniel Martínez (Col) Wilier Triestina-Southeast
85 Martijn Keizer (Ned) Team LottoNl-Jumbo
86 Heinrich Haussler (Aus) IAM Cycling
87 Stefan Kueng (Swi) BMC Racing Team 0:25:39
88 Albert Timmer (Ned) Team Giant-Alpecin 0:25:54
89 Viacheslav Kuznetsov (Rus) Team Katusha 0:26:34
90 Lars Ytting Bak (Den) Lotto Soudal 0:26:56
91 Pavel Brutt (Rus) Tinkoff Team 0:27:42
92 Manuele Boaro (Ita) Tinkoff Team 0:29:40
93 Artem Ovechkin (Rus) Gazprom-Rusvelo 0:30:38
94 Evgeny Petrov (Rus) Tinkoff Team
95 Maarten Tjallingii (Ned) Team LottoNl-Jumbo 0:31:21
96 Jay Robert Thomson (RSA) Dimension Data 0:36:31
97 Filippo Pozzato (Ita) Wilier Triestina-Southeast
98 Manuel Quinziato (Ita) BMC Racing Team
99 Rick Zabel (Ger) BMC Racing Team
100 Mickael Delage (Fra) FDJ
101 Marco Coledan (Ita) Trek-Segafredo
102 Paolo Simion (Ita) Bardiani CSF
103 Eugert Zhupa (Alb) Wilier Triestina-Southeast
104 Manuel Senni (Ita) BMC Racing Team
105 Blel Kadri (Fra) AG2R La Mondiale
106 Kristian Sbaragli (Ita) Dimension Data
107 Cristian Rodriguez (Spa) Wilier Triestina-Southeast
108 Lukasz Wisniowski (Pol) Etixx – Quick-Step
109 Olivier Le Gac (Fra) FDJ
110 Matej Mohoric (Slo) Lampre – Merida
111 Francesco Manuel Bongiorno (Ita) Bardiani CSF
112 Svein Tuft (Can) Orica-GreenEdge
113 Grega Bole (Slo) Nippo – Vini Fantini
114 Mirco Maestri (Ita) Bardiani CSF
115 Eugenio Alafaci (Ita) Trek-Segafredo
116 Twan Castelijns (Ned) Team LottoNl-Jumbo
117 Cheng Ji (Chn) Team Giant-Alpecin
118 Sonny Colbrelli (Ita) Bardiani CSF
119 Murilo Antonio Fischer (Bra) FDJ
120 Tom Stamsnijder (Ned) Team Giant-Alpecin
121 Tim Wellens (Bel) Lotto Soudal
122 Ilia Koshevoy (Blr) Lampre – Merida
123 Songezo Jim (RSA) Dimension Data
124 Sean De Bie (Bel) Lotto Soudal
125 Jos Van Emden (Ned) Team LottoNl-Jumbo
126 Sam Bewley (NZl) Orica-GreenEdge
127 Andrei Solomennikov (Rus) Gazprom-Rusvelo
128 Michael Hepburn (Aus) Orica-GreenEdge
129 Ignatas Konovalovas (Ltu) FDJ
130 Ramunas Navardauskas (Ltu) Cannondale Pro Cycling
131 Jack Bobridge (Aus) Trek-Segafredo
132 Jaco Venter (RSA) Dimension Data
133 Matteo Tosatto (Ita) Tinkoff Team
134 Alexander Serov (Rus) Gazprom-Rusvelo
135 Gianfranco Zilioli (Ita) Nippo – Vini Fantini
136 Genki Yamamoto (Jpn) Nippo – Vini Fantini
137 Maxim Belkov (Rus) Team Katusha
138 Jelle Vanendert (Bel) Lotto Soudal
139 Pim Ligthart (Ned) Lotto Soudal
140 Giacomo Nizzolo (Ita) Trek-Segafredo
141 Joseph Rosskopf (USA) BMC Racing Team
142 Arnaud Courteille (Fra) FDJ
143 Julen Amezqueta (Spa) Wilier Triestina-Southeast
144 Ivan Savitskiy (Rus) Gazprom-Rusvelo
145 Simone Andreetta (Ita) Bardiani CSF
146 Alexander Porsev (Rus) Team Katusha
147 Matteo Trentin (Ita) Etixx – Quick-Step
148 Nicola Boem (Ita) Bardiani CSF
149 Daniel Oss (Ita) BMC Racing Team
150 Matteo Busato (Ita) Wilier Triestina-Southeast
151 Riccardo Stacchiotti (Ita) Nippo – Vini Fantini 0:36:44
152 Alessandro De Marchi (Ita) BMC Racing Team
153 Sacha Modolo (Ita) Lampre – Merida 0:36:58
154 Nikias Arndt (Ger) Team Giant-Alpecin
155 Roger Kluge (Ger) IAM Cycling
156 Roberto Ferrari (Ita) Lampre – Merida
157 Eduard Michael Grosu (Rom) Nippo – Vini Fantini 0:37:16

CLASSIFICA GENERALE

1 Esteban Chaves (Col) Orica-GreenEdge 78:14:20
2 Vincenzo Nibali (Ita) Astana Pro Team 0:00:44
3 Steven Kruijswijk (Ned) Team LottoNl-Jumbo 0:01:05
4 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team 0:01:48
5 Rafal Majka (Pol) Tinkoff Team 0:03:59
6 Bob Jungels (Lux) Etixx – Quick-Step 0:07:53
7 Andrey Amador (CRc) Movistar Team 0:09:34
8 Rigoberto Uran (Col) Cannondale Pro Cycling 0:12:18
9 Kanstantsin Siutsou (Blr) Dimension Data 0:13:19
10 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:14:11
11 Jakob Fuglsang (Den) Astana Pro Team 0:18:41
12 Darwin Atapuma (Col) BMC Racing Team 0:20:51
13 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:21:32
14 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:29:53
15 Sebastian Henao (Col) Team Sky 0:30:02
16 Andre Cardoso (Por) Cannondale Pro Cycling 0:31:11
17 Giovanni Visconti (Ita) Movistar Team 0:31:22
18 Stefano Pirazzi (Ita) Bardiani CSF 0:33:30
19 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale 0:35:42
20 Michele Scarponi (Ita) Astana Pro Team 0:37:17
21 Nicolas Roche (Irl) Team Sky 0:42:08
22 Diego Ulissi (Ita) Lampre – Merida 0:45:36
23 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Alpecin 0:52:39
24 Gianluca Brambilla (Ita) Etixx – Quick-Step 0:56:23
25 Tanel Kangert (Est) Astana Pro Team 0:58:09
26 Valerio Conti (Ita) Lampre – Merida 1:07:15
27 Mikel Nieve (Spa) Team Sky 1:08:38
28 Davide Formolo (Ita) Cannondale Pro Cycling 1:09:53
29 Andrey Zeits (Kaz) Astana Pro Team 1:10:17
30 Igor Anton Hernandez (Spa) Dimension Data 1:18:02
31 Pavel Kochetkov (Rus) Team Katusha 1:20:28
32 Sergey Firsanov (Rus) Gazprom-Rusvelo 1:21:37
33 Ivan Rovny (Rus) Tinkoff Team 1:24:07
34 Enrico Battaglin (Ita) Team LottoNl-Jumbo 1:24:45
35 Rein Taaramae (Est) Team Katusha 1:31:00
36 Moreno Moser (Ita) Cannondale Pro Cycling 1:34:24
37 Davide Malacarne (Ita) Astana Pro Team 1:35:46
38 Pawel Poljanski (Pol) Tinkoff Team 1:35:56
39 Joe Dombrowski (USA) Cannondale Pro Cycling 1:39:12
40 Carlos Verona (Spa) Etixx – Quick-Step 1:43:21
41 Marcel Wyss (Swi) IAM Cycling 1:43:36
42 Damiano Cunego (Ita) Nippo – Vini Fantini 1:44:01
43 Merhawi Kudus (Eri) Dimension Data 1:44:43
44 Egor Silin (Rus) Team Katusha 1:48:01
45 Jose Joaquin Rojas (Spa) Movistar Team 1:50:07
46 Riccardo Zoidl (Aut) Trek-Segafredo 1:52:45
47 Manuele Boaro (Ita) Tinkoff Team 1:54:13
48 Nathan Brown (USA) Cannondale Pro Cycling 2:02:29
49 Damien Howson (Aus) Orica-GreenEdge 2:02:32
50 Axel Domont (Fra) AG2R La Mondiale 2:04:05
51 Matteo Busato (Ita) Wilier Triestina-Southeast 2:05:25
52 Jesus Hernandez (Spa) Tinkoff Team 2:07:06
53 Alexander Foliforov (Rus) Gazprom-Rusvelo 2:09:29
54 Guillaume Bonnafond (Fra) AG2R La Mondiale 2:09:52
55 Tobias Ludvigsson (Swe) Team Giant-Alpecin 2:10:59
56 Stefan Denifl (Aut) IAM Cycling 2:13:00
57 Stefan Kueng (Swi) BMC Racing Team 2:14:47
58 Bram Tankink (Ned) Team LottoNl-Jumbo 2:18:05
59 Amets Txurruka (Spa) Orica-GreenEdge 2:22:54
60 Ruben Plaza (Spa) Orica-GreenEdge 2:29:39
61 José Herrada (Spa) Movistar Team 2:30:41
62 Christian Knees (Ger) Team Sky 2:31:28
63 Primoz Roglic (Slo) Team LottoNl-Jumbo 2:35:18
64 Simon Clarke (Aus) Cannondale Pro Cycling 2:35:26
65 Manuele Mori (Ita) Lampre – Merida 2:36:10
66 Bakhtiyar Kozhatayev (Kaz) Astana Pro Team 2:40:25
67 David Lopez Garcia (Spa) Team Sky 2:40:56
68 Pieter Serry (Bel) Etixx – Quick-Step 2:41:47
69 Hugo Houle (Can) AG2R La Mondiale 2:43:00
70 Matteo Trentin (Ita) Etixx – Quick-Step 2:43:22
71 Laurent Didier (Lux) Trek-Segafredo 2:44:41
72 Manuel Senni (Ita) BMC Racing Team 2:45:04
73 Simone Petilli (Ita) Lampre – Merida 2:45:30
74 Johann Van Zyl (RSA) Dimension Data 2:50:49
75 Ian Boswell (USA) Team Sky 2:52:39
76 Alexander Kolobnev (Rus) Gazprom-Rusvelo 2:53:02
77 Sacha Modolo (Ita) Lampre – Merida 2:53:52
78 Alberto Bettiol (Ita) Cannondale Pro Cycling 2:55:55
79 Nikias Arndt (Ger) Team Giant-Alpecin 2:57:25
80 Jay McCarthy (Aus) Tinkoff Team 2:57:59
81 Chad Haga (USA) Team Giant-Alpecin 2:58:12
82 Evgeny Petrov (Rus) Tinkoff Team 2:59:00
83 Pavel Brutt (Rus) Tinkoff Team 3:00:24
84 Rory Sutherland (Aus) Movistar Team 3:01:00
85 Adam Hansen (Aus) Lotto Soudal 3:01:24
86 Lars Ytting Bak (Den) Lotto Soudal 3:01:35
87 Alessandro Bisolti (Ita) Nippo – Vini Fantini 3:02:20
88 Kristian Sbaragli (Ita) Dimension Data 3:07:11
89 Eros Capecchi (Ita) Astana Pro Team 3:07:12
90 Daniel Martínez (Col) Wilier Triestina-Southeast 3:09:04
91 Sonny Colbrelli (Ita) Bardiani CSF 3:10:29
92 Tim Wellens (Bel) Lotto Soudal 3:10:46
93 Matej Mohoric (Slo) Lampre – Merida 3:11:36
94 Heinrich Haussler (Aus) IAM Cycling 3:11:46
95 Jaco Venter (RSA) Dimension Data 3:13:23
96 Jelle Vanendert (Bel) Lotto Soudal 3:14:52
97 Cristian Rodriguez (Spa) Wilier Triestina-Southeast 3:15:37
98 Ivan Savitskiy (Rus) Gazprom-Rusvelo 3:16:30
99 Benoît Vaugrenard (Fra) FDJ 3:17:25
100 Vegard Stake Laengen (Nor) IAM Cycling 3:17:55
101 Eugenio Alafaci (Ita) Trek-Segafredo 3:18:40
102 Matteo Tosatto (Ita) Tinkoff Team 3:21:09
103 Sean De Bie (Bel) Lotto Soudal 3:21:15
104 Francesco Manuel Bongiorno (Ita) Bardiani CSF 3:21:29
105 Alessandro De Marchi (Ita) BMC Racing Team 3:21:36
106 Joseph Rosskopf (USA) BMC Racing Team 3:21:59
107 Anton Vorobyev (Rus) Team Katusha 3:22:49
108 Martijn Keizer (Ned) Team LottoNl-Jumbo 3:25:20
109 Giacomo Nizzolo (Ita) Trek-Segafredo 3:26:13
110 Daniel Oss (Ita) BMC Racing Team 3:28:57
111 Julen Amezqueta (Spa) Wilier Triestina-Southeast 3:29:44
112 Jasha Sütterlin (Ger) Movistar Team 3:29:58
113 Twan Castelijns (Ned) Team LottoNl-Jumbo 3:30:46
114 Filippo Pozzato (Ita) Wilier Triestina-Southeast 3:31:16
115 Maxim Belkov (Rus) Team Katusha 3:33:06
116 Manuel Quinziato (Ita) BMC Racing Team 3:33:55
117 Gianfranco Zilioli (Ita) Nippo – Vini Fantini 3:35:14
118 Mirco Maestri (Ita) Bardiani CSF 3:36:32
119 Ilia Koshevoy (Blr) Lampre – Merida 3:37:17
120 Jos Van Emden (Ned) Team LottoNl-Jumbo 3:38:25
121 Ramunas Navardauskas (Ltu) Cannondale Pro Cycling 3:38:56
122 Albert Timmer (Ned) Team Giant-Alpecin 3:39:30
123 Viacheslav Kuznetsov (Rus) Team Katusha 3:40:41
124 Maarten Tjallingii (Ned) Team LottoNl-Jumbo 3:41:21
125 Pim Ligthart (Ned) Lotto Soudal 3:42:08
126 Andrei Solomennikov (Rus) Gazprom-Rusvelo 3:42:30
127 Alexander Serov (Rus) Gazprom-Rusvelo 3:43:59
128 Marco Coledan (Ita) Trek-Segafredo 3:44:27
129 Aleksey Rybalkin (Rus) Gazprom-Rusvelo 3:45:13
130 Eugert Zhupa (Alb) Wilier Triestina-Southeast 3:45:37
131 Paolo Simion (Ita) Bardiani CSF 3:45:48
132 Roberto Ferrari (Ita) Lampre – Merida 3:50:30
133 Olivier Le Gac (Fra) FDJ 3:51:48
134 Ignatas Konovalovas (Ltu) FDJ 3:54:00
135 Grega Bole (Slo) Nippo – Vini Fantini 3:54:26
136 Arnaud Courteille (Fra) FDJ 3:55:31
137 Roger Kluge (Ger) IAM Cycling 3:55:50
138 Sam Bewley (NZl) Orica-GreenEdge 3:56:40
139 Lukasz Wisniowski (Pol) Etixx – Quick-Step 3:57:38
140 Nicola Boem (Ita) Bardiani CSF 3:58:18
141 Rick Zabel (Ger) BMC Racing Team 3:58:41
142 Simone Andreetta (Ita) Bardiani CSF 3:58:47
143 Artem Ovechkin (Rus) Gazprom-Rusvelo 3:59:07
144 Tom Stamsnijder (Ned) Team Giant-Alpecin 4:00:52
145 Songezo Jim (RSA) Dimension Data 4:02:24
146 Alexander Porsev (Rus) Team Katusha 4:04:00
147 Svein Tuft (Can) Orica-GreenEdge 4:05:26
148 Blel Kadri (Fra) AG2R La Mondiale 4:06:10
149 Mickael Delage (Fra) FDJ 4:08:02
150 Jay Robert Thomson (RSA) Dimension Data 4:09:25
151 Michael Hepburn (Aus) Orica-GreenEdge 4:10:21
152 Genki Yamamoto (Jpn) Nippo – Vini Fantini 4:11:27
153 Murilo Antonio Fischer (Bra) FDJ 4:12:21
154 Eduard Michael Grosu (Rom) Nippo – Vini Fantini 4:13:31
155 Cheng Ji (Chn) Team Giant-Alpecin 4:26:04
156 Riccardo Stacchiotti (Ita) Nippo – Vini Fantini 4:27:38
157 Jack Bobridge (Aus) Trek-Segafredo 4:31:13

Nibali riapre il Giro in quel di Risoul (Getty Images Sport)

Nibali riapre il Giro in quel di Risoul (Getty Images Sport)

27-05-2016

maggio 27, 2016 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

L’italiano Vincenzo Nibali (Astana Pro Team) si è imposto nella diciannovesima tappa, Pinerolo – Risoul, percorrendo 162 Km in 4h19′54″, alla media di 37.399 Km/h. Ha preceduto di 51″ lo spagnolo Nieve Iturralde e di 53″ il colombiano Johan Esteban Chaves Rubio (Orica GreenEDGE), nuova maglia rosa con 44″ su Nibali e 1′05″ sull’olandese Kruijswijk.

BALOISE BELGIUM TOUR

Il belga Dries Devenyns (IAM Cycling) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Knokke-Heist, percorrendo 174.5 Km in 4h32′26″, alla media di 44.246 Km/h. Ha preceduto di 1″ i connazionali Baptiste Planckaert e Vandenbergh. Miglior italiano Enrico Gasparotto (Wanty – Groupe Gobert), 7° a 1″. Devenyns è il nuovo leader della classifica con 4″ sull’elvetico Hollenstein e 7″ su Vandenbergh. Miglior italiano Gasparotto, 6° a 20″.

TOUR DE GIRONDE

Il norvegese Truls Engen Korsaeth (Team Joker) si è imposto nella prima tappa, Bordeaux-Caudéran – Lacanau, percorrendo 162 Km in 3h26′39″, alla media di 47.036 Km/h. Ha preceduto di 3″ i connazionali Halvorsen e Stien. Korsaeth è il primo leader della classifica con 10″ su Halvorsen e 12″ su Stien.

AN POST RAS (Irlanda)

Il neozelandese Aaron Gate (An Post – Chain Reaction) si è imposto nella sesta tappa, Cionakilty – Dungarvan, percorrendo 159.1 Km in 3h47′53″, alla media di 41.890 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Brøchner e il britannico Holmes. Unico italiano in gara Matteo Cigala (Aquablue), 89° a 4′42″. L’austriaco Clemens Fankhauser (Tirol Cycling Team) è ancora leader della classifica con 2″ su Holmes e sull’irlandese Shaw. Cigala 58° a 17′27″

TOUR OF ESTONA

Il polacco Grzegorz Stepniak (CCC Sprandi Polkowic) si è imposto nella prima tappa, Tallinn – Tartu, percorrendo 190 Km in 4h03′24″, alla media di 46.836 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’estone Raim e lo svedese Bengtsson. Unico italiano in gara Andrea Peron (Team Novo Nordisk), 13°. Stepniak è il primo leader della classifica con 4″ su Raim e 6″ su Bengtsson. Peron 17° a 10″

HORIZON PARK RACE FOR PEACE

L’ucraino Vitaly Buts (Kolss BDC Team) si è imposto nella corsa ucraina, circuito di Kiev. Ha preceduto allo sprint il polacco Morajko e l’azero Jabrayilov. Miglior italiano Andrea Pasqualon (Team Roth), 10°.

PINEROLO – RISOUL: A RISVEGLIAR L’AGNEL CHE DORME!!!

maggio 27, 2016 by Redazione  
Filed under News

Il penultimo tappone alpino ha il suo momento clou nell’ascesa ai 2744 del Colle dell’Agnello, secondo valico per altitudine d’Italia dopo lo Stelvio. Non ci sarà soltanto l’alta quota a rendere dura la vita ai corridori poiché il colle franco-piemontese sfodera numeri di tutto rispetto anche per quanto riguarda il chilometraggio e le pendenze che si dovranno affrontare, soprattutto negli ultimi 10 Km. Unico neo è la distanza che separa la cima dell’ascesa dal traguardo, posto in vetta alla decisamente meno impegnativa salita di Risoul. Ma bisognerà trovare il coraggio di osare sull’Agnello per fare di quell’ultima difficoltà una dura parete per i diretti avversari.

L’agnello è il simbolo della mansuetudine, figura che è stata presa a prestito dalla religione cristiana per rappresentare il personaggio di Gesù Cristo che, salendo al Calvario, “maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca” (Libro del profeta Isaia). Il 27 maggio 2016 dovrete, però, dimenticarvi di tutto questo perché l’Agnello accampato a 2744 metri d’altezza, al confine tra Italia e Francia, non è certo innoffensivo e, anzi, è in grado di mostrare i denti e di usarli pure, attanagliando le stanche membra dei “girini” che si saranno presentati a questo punto della gara, oramai prossima al suo epilogo, con le energie al lumicino. Le doti per far esplodere la classifica le ha tutte, a partire dall’alta quota poiché si tratta del secondo valico stradale italiano per altezza, battuto solo dallo Stelvio che lo supera d’appena 13 metri. Gli ingredienti più pepati sono, però, le pendenze medie degli ultimi 10 Km e l’intero sviluppo della salita che misura ufficialmente 21,3 Km, distanza che raddoppia con gli interessi se si considera anche la risalita a dolce pendenza della bassa Valle Varaita. E poi c’è un elemento ingannatore, che potrebbe da una parte portare a sottovalutare l’ascesa e dall’altra a frenare gli ardori degli scalatori: il culmine dell’ascesa, che sarà la Cima Coppi di quest’edizione, non è vicinissimo all’arrivo poiché dopo bisognerà percorrere quasi 55 Km per andare al traguardo, a sua volta in salita. Considerato l’andazzo visto negli ultimi anni, con lo “scattino” per la selezione piazzato in prossimità dell’arrivo, c’è il rischio che gli scalatori si mettano paura e, per evitare di sprecare energie utili, salgano con il passo degli avversari attendendo l’ultima difficoltà. È un grave errore questo, perché senza uno-due tentativi sull’Agnello, giusto per far stancare i rivali e magari per toglierne di mezzo qualcuno, le possibilità poi di staccarli sull’ascesa finale si ridurranno. La strada che sale a Risoul, infatti, oltre a non presentare inclinazioni che mandano particolarmente in sollucchero gli scalatori, non ha più “misteri” per molti elementi del gruppo perché, pur essendo affrontata per la prima volta al Giro, in questi ultimi 6 anni è già stata proposta come arrivo di tappa in tre occasioni, prima al Criterium del Delfinato del 2010, quindi al Tour de l’Avenir dello stesso anno per poi rifarsi “vedere” al Delfinato nel 2013, prova generale del più prestigioso dei quattro traguardi finora allestiti a Risoul, al termine della 14a frazione del Tour de France del 2014, quello della vittoria di Vincenzo Nibali, che quel giorno si piazzò secondo a 24” dal polacco Majka.
La partenza da Pinerolo sarà l’ultima delle quattro organizzate, in questa edizione, nella medesima località dove si era arrivati il giorno prima (gli altri traguardi sono stati quelli di Nimega, Praia a Mare e Foligno). I primi 50 Km non presenteranno difficoltà altimetriche, pur non incontrandosi vera pianura ma un susseguirsi di dolci falsipiani, percorrendo strade poste al margine occidentale della Pianura Padana, dove questa incontra le pendici delle Alpi Cozie. Prima di entrare nel territorio della provincia di Cuneo si toccherà Bibiana, centro posto all’imbocco della Val Pellice (una delle tre storiche Valli Valdesi assieme alla Valle Germascana e alla Val Chisone) e nei cui pressi si trova il “Buco del Diavolo”, canale sotterraneo di 30 metri che in realtà non fu opera del maligno ma fu progettato dopo il 1041 dai monaci della vicina Abbazia di Santa Maria di Cavour, allo scopo di deviare le acque del torrente Pellice per irrigare le campagne circostanti il monastero. Si giungerà quindi a Barge, località situata ai piedi del Monte Bracco, famoso in epoca medioevale per le sue cave di gneiss e di quarzite, che furono molto probabilmente visitate da quel genio che corrisponde al nome di Leonardo Da Vinci poiché le citerà in un manoscritto oggi conservato presso gli Archivi Nazionali Francesi di Parigi. Attraversato il centro di Revello, dove ammirare la tardogotica Cappella Marchionale, il tracciato incontrerà il corso del Po che, dopo esser nato al non lontano Pian del Re, da queste parti perde i connotati di torrente per assumere lentamente quelle del fiume più lungo d’Italia. Subito dopo si toccherà la principale cittadina d’arte collocato lungo il tracciato di gara, Saluzzo, il cui principale richiamo è costituito dalla chiesa gotica di San Giovanni, alla quale segue “a ruota” il Duomo dell’Assunta, una delle più vaste cattedrali piemontesi. Chi predilige i castelli, invece, dovrà puntare sul vicino borgo di Manta, con l’omonimo maniero che dal 1984 è una delle numerose “perle” della nostra nazione a essere gestito dal FAI, che l’ha restaurato e riportato allo splendore originario. Subito dopo la corsa sarà sulle strade di Verzuolo, paese dove sono nati Flavio Briatore, l’ex corridore Davide Perona e il CAI, ufficialmente fondato il 23 ottobre 1863 a Torino ma in realtà “concepito” in Casa Voli a Verzuolo il 12 agosto precedente dal politico Quintino Sella, che era anche un alpinista e che poche ore prima aveva fatto parte della prima spedizione totalmente italiana a conquistare la vetta del Monviso. Per chi fosse alla ricerca di una meta di “cineturismo” segnaliamo, sempre in questo comune, le Cartiere Burgo, fondate nel 1905 e nel 1967 divenute set del film “Il fischio al naso”, dove ricoprivano proprio il ruolo di una cartiera diretta dal protagonista della pellicola, l’industralia Giuseppe Inzerna, impersonato da Ugo Tognazzi.
Ancora una manciata di chilometri alla presenza della pianura e poi il tracciato le volgerà le spalle per intraprendere l’interminabile risalita della Valle Varaita, che culminerà una cinquantina di chilometri più avanti con lo scollinamento al Colle dell’Agnello. Il contesto nel quale si pedalarà è uno dei più ricchi di verde tra quello delle valli cuneesi e, per questo, è nota con il soprannome di “smeraldina” la vallata che accoglierà i corridori con un lievissimo e quasi impercettibile crescendo delle pendenze, che si potrebbero nemmeno considerare salita per una buona ventina di chilometri, tratto che però rischierà di rendere indigesto l’Agnello vero e proprio se a quel punto il gruppo sarà già lanciato a passo di carica. Prendendo gradualmente quota si toccherà per primo il centro di Venasca, per poi lasciare sul versante sinistro la strada che sale ripida a Valmala e al soprasante santuario, principale luogo di culto della valle costruito a partire dal 1851 nel luogo dove la Vergine Maria era apparsa in più occasioni ad alcuni pastorelli.
Dopo Casteldelfino – comune nel cui territorio ricade il Bosco dell’Alevé, la più grande estensione di pini cembri d’Italia (825 ettari) – la valle si sdoppia e i “girini” imboccheranno la diramazione di destra, mentre le pendenze cominceranno a farsi più concrete e con una prima balza di 5,2 Km al 5,6% si andrà a costeggiare il lago artificiale di Castello, realizzato nel 1942 abbattendo la frazione di Chiesa. Lungo le rive del bacino la salita smorzerà nettamente i toni e, tranne una breve intrusione, su tali livelli si manterrà nei successivi 5,6 Km, fino a Chianale, il centro abitato più elevato della Valle Varaita, iscritto nell’associazione dei “Borghi più belli d’Italia” e presso il quale terminarono tre frazioni del Giro. Se nella prima (1993, successo di Marco Saligari) e nell’ultima occasione (2003, Dario Frigo) effettivamente si trattava di un traguardo di tappa programmato dall’organizzazione, nel 1995 avrebbe dovuto esserci semplicemente un traguardo volante, nel mezzo del cammino della Mondovì – Briançon, ma ci si vide costretti a fermar la corsa proprio in questo borgo, dove fu registrato primo l’elvetico Pascal Richard, a causa delle intemperanze dell’Agnello, sulla cui strada a pochissime ore dal passaggio del gruppo si rovesciarono tre slavine, sotto le quali rimasero anche alcune vetture della carovana. Col ricordo ancora addosso di questo precedente è con un pizzico di brivido che si attaccheranno ora i tratti più mordaci del colle franco-piemontese, che vince i rimanenti 981 metri di dislivello in 10,5 Km, andando incontro a una pendenza media del 9,3%, condita da due picchi al 15%. Superato il confine di stato, la Francia accoglierà il Giro nella regione del Queyras – il cui nome deriva da quello della popolazione d’origine celto-ligure che per prima la abitò, i Quariates – nella quale ci si lancerà con una discesa lunga una ventina di chilometri, pendenti in particolare nei primi 6 Km (media dell’8,8%) e negli ultimi 7 (7,2%), tratto nel quale si transiterà per il centro di Molines-en-Queyras: all’uscita da questo comune si trova, sulla sinistra scendendo, la chiesa di Saint-Romain, una delle più celebri della regione, distrutta durante le guerre di religione e ricostruita dopo il 1628. Terminato il “grosso” della discesa, la strada – un po’ come il versante italiano dell’Agnello – continua a planare più soavemente per un lungo tratto, all’inizio del quale si toccherà con un piccolo zampellotto Château-Queyras, comune dominato dall’omonimo forte, pure in parte distrutto durante i citati conflitti e in seguito rafforzato dal Vauban, passato alla storia come uno dei più grandi ingegneri militari della storia, al punto che dodici delle fortificazioni da lui progettate sono state nel 2008 inserite nella lista dei patrimoni mondiali dell’umanità dall’UNESCO. Giunti al bivio per il mitico Colle dell’Izoard i “girini” tireranno dritto incrociando le loro rotte con quelle della “Route des Grandes Alpes”, una delle più spettacolari strade delle Alpi, che collega in 684 Km le acque del Mediterraneo con quelle del Lago di Ginevra superando 16 celebri valichi, tra i quali ci sono il Vars e la Bonette, che il Giro scavalcherà il giorno successivo nel corso dell’ultima frazione di montagna, diretta al Santuario di Sant’Anna di Vinadio. Per ora se ne percorreranno una ventina di chilometri, placidimente tracciati nella stretta gola della Combe de Queyras, dalla quale si uscirà in vista dal passaggio da Guillestre, punto d’attacco dell’ascesa finale alla stazione di sport invernali di Risoul 1850, poco più d’una dozzina di chilometri al 6,9% addolciti da dieci tornanti e che riservano le pendenze più cattive negli ultimi 3800 metri che salgono all’8,6%. Lì sì che ne vedremo delle belle… sempre se qualcuno abbia avuto l’ardire di stuzzicar l’Agnel che dorme!

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Colle dell’Agnello (2744m). Vi transita la strada che mette in comunicazione Chianale con la località francese di Fontgillarde. Si tratta del secondo valico stradale asfaltato d’Italia per altezza, preceduto solo dallo Stelvio. Se si considerassero anche i passi sterrati (limitatamente a quelli ciclabili con le mountain-bike) scivola addirittura al 9° posto della speciale classifica, dominata dai 3000 metri spaccati del Colle del Sommeiller, che si trova sopra Bardonecchia. Il battesimo ciclistico dell’Agnello è avvenuto nel 1976, quando non era ancora asfaltato, inserito nel percorso della tappa Sampeyre – Embrun / Les Orres del Tour de l’Avenir, vinta dallo svedese Tommy Prim. Bisognerà attendere ben 28 anni per rivedere una corsa transitare lassù, la 20a tappa del Giro del 1994, Cuneo – Les Deux Alpes, che vide Stefano Zanini transitare per primo all’Agnello. Ricacciato giù il Giro nel 1995, l’Agnello sarà poi reinserito nel percorso della corsa rosa nel 2000 (José Jaime González, Saluzzo – Briançon) e nel 2007 (Yoann Le Boulanger, Scalenghe – Briançon). L’anno successivo sarà per la prima volta di scena al Tour de France, conquistato dal kazako Maksim Iglinskij durante la Pinerolo – Col du Galibier. In questi precedente si è sempre saliti dal versante italiano, salvo il successivo e ultimo ritorno del Tour, che lo propose nel 2011 dalla parte del Queyras nella Embrun – Prato Nevoso, stavolta conquistato dallo spagnolo Egoi Martínez.

RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

FOTOGALLERY

Bibiana, ponte sul torrente Pellice

Barge, il Monte Bracco

Revello, Cappella Marchionale

Il ponte sul Po che s’incontererà prima di Saluzzo

La cattedrale di Saluzzo

Castello della Manta

Verzuolo, Casa Voli

Le Cartiere Burgo di Verzuolo viste nel film ‘’Il fischio al naso’’ (www.davinotti.com)

Le Cartiere Burgo di Verzuolo viste nel film ‘’Il fischio al naso’’ (www.davinotti.com)

Santuario di Valmala

Lago di Castello

Il borgo di Chianale

Molines-en-Queyras, chiesa di Saint-Romain

Château-Queyras, Fort Queyras

Combe de Queyras

La stazione invernale di Risoul 1850

 L’ultimo tornante del versante italiano del Colle dell’Agnello e, in trasparenza, l’altimetria della diciannovesima tappa del Giro 2016

L’ultimo tornante del versante italiano del Colle dell’Agnello e, in trasparenza, l’altimetria della diciannovesima tappa del Giro 2016

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI PINEROLO

maggio 27, 2016 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

È diventato quasi un marchio di fabbrica di ilciclismo.it l’almanacco post gara dove, dopo ciascuna frazione del Giro (e poi anche del Tour) troverete tante rubriche: la rassegna stampa internazionale, il punto di vista dei tifosi, la colonna sonora del giorno, le previsioni del tempo per la tappa successiva, le “perle” dei telecronisti, il Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e il ricordo di un Giro passato (abbiamo scelto quello del 1966, essendoci quest’anno una tappa a Cassano d’Adda, nel 50° anniversario della vittoria alla Corsa Rosa del cassanese Gianni Motta).

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Italia

Super Trentin a Pinerolo: rimonta e beffa Moser. A Valverde la volata dei big – Giro d’Italia, Nibali: “I tifosi? Cerco di non deluderli” – Nibali: “Buone sensazioni, ai tifosi prometto…” – Giro d’Italia, Merckx: “Il Giro è aperto. Sabato Kruijswijk può soffrire” – Moser: “Che beffa per me” Brambilla: “Se giochicchi…” – Lo sprint beffa – Trentin, rimonta e successo (Gazzetta dello Sport)

Italia protagonista al Giro Trentin brucia Moser e diventa re di Pinerolo (Corriere della Sera)

Svizzera

Matteo Trentin gagne la 18e étape du Giro (24 Heures)

Trentin Etappen-Sieger, Kruijswijk bleibt Leader (Neue Zürcher Zeitung)

Francia

Le superbe retour de Trentin – Trentin ne devait «pas lâcher» – Kruijswijk vise une victoire d’étape (L’Equipe)

Matteo Trentin remporte la 18e étape (Le Figaro)

Spagna

Trentin conquista la etapa más larga en vísperas de los Alpes – Trentin: “Sabía que iba a ganar una etapa, reto cumplido” – Valverde: “En las etapas de los Alpes voy a por todas” – Esteban Chaves: “Sólo 23″ con Valverde es preocupante” – Llegan los Alpes: últimas balas para disparar a Kruijswijk – Vincenzo Nibali no encuentra explicación a su bajón físico – Zakarin: “No será una sorpresa si al final subo al podio” – Agnello y Risoul, las primeras cimas de los Alpes del Giro – Kruijswijk disputará la Vuelta (AS)

Matteo Trentin lleva a buen puerto una maratoniana escapada – Valverde: “Estoy en el Giro para ir a por todas” (Marca)

Victoria para Trentin, a la espera de la decisiva etapa de los Alpes – Valverde: “Está complicado ganar, pero vamos a por todas” (El Mundo Deportivo)

Belgio

Trentin wint als een duiveltje uit een doosje de langste Giro-etappe – Trentin dolbij: “Alles verliep perfect vandaag” – De Giro-rit van vrijdag: money time op de hoogste top van de Giro (Het Nieuwsblad)

Giro: Trentin vainqueur in extremis de la 18e étape (La Dernière Heure/Les Sports)

Paesi Bassi

Kruijswijk ‘gewoon’ in roze – Vechten om ’ons Steven’ (De Telegraaf)

Machtige Kruijswijk weer stap dichter bij eindzege (Algemeen Dagblad)

Trentin de sterkste in achttiende etappe Giro, Kruijswijk blijft leider (de Volkskrant)

Lussemburgo

Trentin siegt im Sprint (Tageblatt)

Cleverer Trentin triumphiert (Luxemburger Wort)

Danimarca

Matteo Trentin snød alle på udbrydernes dag (Jyllands-Posten)

Italiener snød udbryderne: Kørte op til sidst – og kørte forbi! – Derfor faldt han tilbage: Fuglsang sparede kræfter (BT)

Magtesløs Fuglsang sakker agterud i stort italiensk-hollandsk Giro-show (Politiken)

Slovenia

Giro: najbolj italijanska etapa letos (Delo)

USA

Cycling: Trentin Wins Stage as Kruijswijk Keeps Big Lead (The New York Times)

Costa Rica

Amador se vio muy fuerte y ahora espera la batalla final en la montaña – Andrey Amador no cede ni un segundo y se mantiene octavo en la general del Giro (La Nación)

Colombia

Trentin ganó la etapa 18 del Giro; los favoritos no se hicieron daño (El Tiempo)

Chaves se mantiene segundo tras una etapa tranquila para los favoritos (El Espectador)

BOX POPULI

Ogni giorno qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Previsioni sulla tappa?

Nebe1980: Se starà bene secondo me Valverde ci proverà

Mauro Facoltosi: Nella prima ora percorsi 48,3 Km

Nebe1980: Beh del resto la fuga ha quasi dieci minuti dato che la Lotto non ha grande interesse a tenere cucita la corsa dato che il miglior fuggitivo è Brambilla che ha un’ora di ritardo in classifica, Kruijswijk ha interesse a salvare la gamba dei compagni di squadra che si sa non sono fortissimi e domani potrebbero essere utili per lo meno sino a Chianale dove iniziano le pendenze severe dell’Agnello.
é lontana l’epoca in cui la prima ora sembrava una scampagnata domenicale e che si riusciva a stare in gruppo anche con la graziella e il cestino per il pic nic, oggi i ritmi sono sempre molto elevati

Howling Wolf14: Meno male. Ricordo che a metà anni Settanta c’erano due gendarmi davanti al gruppo, uno maglia Brooklyn, l’altro maglia Bianchi, che impedivano a chiunque di andare in fuga. Chi lo faceva era insultato e a volte anche schiaffeggiato. Che brutti tempi!

Nisky: E chi erano? Adesso mi hai incuriosito……io ero appena nato…..bianchi bianchi……brooklyn…..mmmmmm……non so

Salitepuntocià: De Vlaeminck e Gimondi? Ricordo un dilettante non so chi… disse all’epoca che “i professionisti in italia corrono a 20 all’ora e poi a 60 all’ora”, mentre nei dilettanti era abituato a fare 40 all ora dall’inizio alla fine

Howling Wolf14: Ercole Gualazzini e Giacinto Santambrogio. I due sceriffi. I sindacalisti. Gualazzini, lo ricorderai, era un armadio. “Qui si fa tutti lo stesso lavoro. State tranquilli, pedaliamo insieme, così facciamo poca fatica e ci pagano lo stesso”.

Nisky: onestamente non li avevo mai sentiti nominare. Sono del 77 e di ciclismo ho sentito parlare appena nel 91\92. Se mi dite Argentin, Fondriest, Podenzana, Massi, De Las Cuevas e Ruè me li ricordo! Oggi lavoravo e ho appena finito di vedere la tappa in differita su Eurosport…. Moser s è fatto infinocchiare da baluba! Che fregatura….

In collaborazione con il Forum dello Scalatore

DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

“La Valsugana”

a cura di DJ Jorgens

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della 19a tappa Pinerolo-Risoul

Pinerolo : nubi sparse, 23.3°C, vento debole da E (5-9 Km/h), umidità al 59%
Piasco – Traguardo Volante (49,7 Km) : nubi sparse, 23.2°C, vento debole da ENE (7 Km/h), umidità al 59%
Pontechianale – inizio Colle dell’Agnello (92,3 Km) : nubi sparse con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 16.9°C, vento debole da SE (8-9 Km/h), umidità al 70%
Guillestre (149,1 Km): cielo coperto, 24.9°C (percepiti 24°C), vento moderato da SSW (13-14 Km/h), umidità al 56%
Risoul: previsioni non disponibili

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

De Stefano (a Chiatellino, organizzatore della tappa di Pinerolo): “Il Tour de France ti ha regalato anche questo arrivo del Giro d’Italia”
Garzelli: “La sata di Pramartino”
Pancani: “La seconda tappa più lunga era stata quella di Praia a Mare” (era quella di Benevento)
Gimondi: “E’ più importante prendere che darre”
Gimondi: “Kruijswijk è passato primo di Contador sullo Zoncolan”
Ulissi: “… che la salita veramente della favorisca gli uomini di classifica”
De Stefano: “Le analisi non hanno evidenziato problemi” (gli esiti degli esami medici ai quali si è sottoposto Nibali stamattina si conosceranno, come ovvio, solo tra quale giorno)
Pancani: “Moreno Moser rimane seguito” (seduto)
Vegni: “Era così che era prevista questa tappa, l’hanno già fatta altre volte” (la Muggiò – Pinerolo era inedita, così come le salite del finale)
Pancani: “Al comando ci sono Moser e Battaglin” (con Moser c’era Brambilla)
De Luca: “La maglia banca”
Pancani: “Volata con gli uomini dei migliori”
Garzelli: “in bocca al luco”
De Stefano: “Un podio l’ha già centrata”
Libero.it: “Resoul” (Risoul)
Libero.it: “GpM di Pra Martino dopo 7 km di salita” (ne misurava 4,6)
Televideo: “Trentin rimonta con una volata pazzesca oltre che lunghissima Moreno Moser e Gianluca Brambilla che pensavano di giocarsi la vittoria e invece finiscono clamorosamente beffati” (non è andata proprio così, perché Brambilla sapeva che il suo compagno di squadra Trentin stava rinvenendo e così ha smesso di collaborare nell’azione, agevolando il rientro di Trentin; altrimenti i due sarebbero arrivati assieme al traguardo dove Moser, decisamente più veloce, lo avrebbe quasi certamente beffato)

IL GIRO DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

Ordine d’arrivo della diciottesima, Muggiò – Pinerolo

1° Tim Wellens
2° Michael Hepburn a 1′55″
3° Eduard Michael Grosu s.t.
4° Svein Tuft a 3′16″
5° Alexander Serov s.t.
Miglior italiano Simone Andreetta, 8° a 3′16″

Classifica generale

1° Jack Bobridge
2° Riccardo Stacchiotti a 3′48″
3° Cheng Ji a 5′09″
4° Eduard Michael Grosu a 18′27″
5° Murilo Antonio Fischer a 18′52″

IL GIRO DI MOTTA
Nel 1966 Motta vinse il Giro d’Italia. Passati 50 anni il Giro ricorderà questo successo con un arrivo di tappa a Cassano d’Adda, paese natale di Motta. Noi di ilciclismo.it ricorderemo quell’edizione del Giro tutti i giorni, proponendovi la rassegna stampa dell’epoca, con i titoli del quotidiano “La Stampa”

7 GIUGNO 1966 – 20a TAPPA: MOENA – BELLUNO (215 Km)

MOTTA SUI GRANDI VALICHI DELLE DOLOMITI DIFENDE IL SUO VANTAGGIO: HA VINTO IL GIRO
Dopo il Pordoi, il Falzarego e le altre salite la corsa ciclistica italiana è giunta alle fasi conclusive – Gimondi nonostante una pericolosa caduta fugge nel finale e arriva primo a Belluno – Due episodi hanno caratterizzato la tappa di ieri – Dure punizioni per le spinte
A meno di clamorose sorprese nelle ultime due tappe, oggi o domani, il ciclista italiano non potrà essere superato – In classifica generale precede Zilioli di 3′46″, Anquetil di 4′29″, Jimenez di 5′33″ – Felice Gimondi è passato dal settimo al quinto posto, ma ha un ritardo di 6′36″ – Oggi arrivo a Vittorio Veneto – Secondo è giunto Adorni – Bitossi, al comando per quasi 200 Km, si è aggiudicato il Gr. Premio della Montagna – Il corridore è transitato davanti a tutti sul Pordoi, Falzarego, Cibiana e Duran – Soltanto sul Tre Croci è preceduto da Portalupi – Motta: “Quando Gimondi è scattato non mi è sembrato giusto reagire” – Taccone e Dancelli hanno avuto un minuto di penalizzazione, Balmamion 30 secondi – Covolo accusa Motta ed Anquetil di essersi alleati ai danni di Zilioli

Il porfido del ripidissimo muro di Via Principi dAcaja a Pinerolo (foto Bettini)

Il porfido del ripidissimo muro di Via Principi d'Acaja a Pinerolo (foto Bettini)

ARCHIVIO ALMANACCO
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Raduno di partenza
1a tappa: cronometro di Apeldoorn
2a tappa: Arnhem – Nimega
3a tappa: Nimega – Arnhem
4a tappa: Catanzaro – Praia a Mare
5a tappa: Praia a Mare – Benevento
6a tappa: Ponte – Roccaraso (Aremogna)
7a tappa: Sulmona – Foligno
8a tappa: Foligno – Arezzo
9a tappa: cronometro Radda in Chianti – Greve in Chianti
10a tappa: Campi Bisenzio – Sestola
11a tappa: Modena – Asolo
12a tappa: Noale – Bibione
13a tappa: Palmanova – Cividale del Friuli
14a tappa: Alpago (Farra) – Corvara (Alta Badia)
15a tappa: cronoscalata Castelrotto – Alpe di Siusi
16a tappa: Bressanone – Andalo
17a tappa: Molveno – Cassano d’Adda

26-05-2016

maggio 26, 2016 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

L’italiano Matteo Trentin (Etixx – Quick Step) si è imposto nella diciottesima tappa, Muggiò – Pinerolo, percorrendo 240 Km in 5h25′34″, alla media di 44.968 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Moreno Moser (Cannondale Pro Cycling Team) e Gianluca Brambilla (Etixx – Quick Step). L’olandese Steven Kruijswijk (Team LottoNl-Jumbo) è ancora maglia rosa con 3′00″ sul colombiano Chaves Rubio e 3′23″ sullo spagnolo Valverde Belmonte. Miglior italiano Vincenzo Nibali (Astana Pro Team), 4° a 4′43″

BALOISE BELGIUM TOUR

Il belga Edward Theuns (Trek – Segafredo) si è imposto nella prima tappa, Buggenhout – Knokke-Heist, percorrendo 174.5 Km in 4h14′03″, alla media di 41.212 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Mclay e il connazionale Dehaes. Miglior italiano Francesco Chicchi (Androni Giocattoli – Sidermec), 9°. Il belga Wout Van Aert (Crelan – Vastgoedservice) è ancora leader della classifica con 2″ sul tedesco Martin e 4″ sul connazionale Lampaert. Miglior italiano Enrico Gasparotto (Wanty – Groupe Gobert), 52° a 23″.

AN POST RAS (Irlanda)

L’olandese Wouter Mol (Cyclingteam Join’s – De Rijke) si è imposto nella quinta tappa, Sneem – Cionakilty, percorrendo 166.8 Km in 3h26′54″, alla media di 48.371 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Vinther e l’irlandese Morton. Unico italiano in gara Matteo Cigala (Aquablue), 66° a 1′42″. L’austriaco Clemens Fankhauser (Tirol Cycling Team) è ancora leader della classifica con 2″ sul britannico Holmes e l’irlandese Shaw. Cigala 59° a 12′45″

PAZZO FINALE: A PINEROLO VINCE TRENTIN

maggio 26, 2016 by Redazione  
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Il 26enne trentino della Etixx-Quick Step si impone sul traguardo piemontese grazie ad una spettacolare rimonta nell’ultimo chilometro su Moreno Moser e Gianluca Brambilla, evasi dal gruppo dei fuggitivi della prima ora sulla salita di Pramartino. Nulla di fatto invece tra gli uomini di classifica, attesi domani e sabato dalle ultime due frazioni di alta montagna. Invariata, dunque, la graduatoria generale.

È stata la più classica delle tappe da due corse in una quella andata in scena oggi fra Muggiò e Pinerolo, ultimo appuntamento prima della decisiva due-giorni di alta montagna a cavallo del confine italo-francese. Forse, sarebbe in realtà più corretto parlare di una corsa e mezza in una, poiché “corsa” appare come un termine un po’ troppo forte per descrivere quanto (non) è avvenuto nel gruppo della maglia rosa. Il breve ma durissimo Pramartino, 4 km abbondanti ad una pendenza media superiore al 10%, e il doppio passaggio sul muro in pavé di San Maurizio, 500 metri con punte del 20%, non sono stati sufficienti a convincere gli uomini di classifica a saggiare almeno la resistenza di Steven Kruijswijk, che dal canto suo si è giustamente accontentato di far scandire al preziosissimo Enrico Battaglin un ritmo piuttosto sostenuto ma regolare. Soltanto Valverde, ad un centinaio di metri al massimo dal termine della seconda scalata a San Maurizio, ha timidamente accelerato, con una determinazione quantificabile dalla posizione della testa, già voltata indietro.
Il sostanziale nulla di fatto è comprensibile, considerando l’abbondanza di colli che attende i girini nelle prossime due giornate, la forza dimostrata anche oggi – per quello che poteva valere – dalla maglia rosa, e il misto di condizioni, caratteristiche e palmares dei suoi diretti inseguitori: Chaves, mai salito sul podio in un grande giro sino ad oggi, difficilmente metterà a repentaglio quanto costruito finora per tentare un improbo assalto alla maglia rosa; Valverde già da giorni parla di podio più che di vittoria, e abbiamo imparato con gli anni a non aspettarci azioni da cuor di leone dal murciano; Nibali, che in testa avrebbe sicuramente propositi bellicosi, è in condizioni evidentemente precarie, ed è reduce dalle bastonate dell’Alpe di Siusi e di Andalo; Majka sembra involversi verso uno status di mero regolarista; forse nel solo Zakarin, che ad Andalo ha dimostrato freschezza e spirito di iniziativa, si poteva riporre qualche speranza, e proprio in lui si confida anche per le vette a venire.
Proprio perché appare così difficile attaccare Kruijswijk sulle grandi montagne, però, la sensazione era che la tappa odierna, con il suo percorso di difficile lettura, in grado di ispirare un’azione fantasiosa, potesse essere più pericolosa di uno scontro frontale in salita per l’olandese.
Le uniche emozioni, dunque, sono venute dalla lotta per il successo di tappa, ristrettasi dopo mezzora circa di gara ai soli Ivan Rovny, Pavel Brutt, Jay McCarthy, Matteo Busato, Julen Amezqueta Moreno, Christian Knees, Albert Timmer, Nikias Arndt, Gianfranco Zilioli, Pim Ligthart, Genki Yamamoto, Matej Mohoric, Sacha Modolo, Roger Kluge, Andrey Solomennikov, Olivier Le Gac, Matteo Trentin, Gianluca Brambilla, Ramunas Navardauskas, Moreno Moser, Daniel Oss, Stefan Küng, Davide Malacarne e Axel Domont. Il drappello, uscito vincitore dall’usuale battaglia per la fuga, ha avuto ragione del gruppo senza incontrare resistenza, portando in breve il proprio margine oltre i dieci minuti.
Forti di un margine tanto rassicurante, gli attaccanti hanno iniziato a battagliare già sulla Colletta di Cumiana, ad oltre 50 km dalla conclusione, ma nessuna iniziativa è riuscita a prendere il largo fino ai piedi del Pramartino.
Sull’ascesa più aspra di giornata, sono bastate le prime rampe per far scoppiare un gruppetto ancora folto, sotto i colpi, in particolare, di un attivissimo Moreno Moser. Il solo Brambilla ha saputo reggere, dando vita ad una coppia che, pur non disdegnando qualche punzecchiatura, ha trovato un accordo sufficiente a lasciar ipotizzare che il successo fosse un discorso a due. Nikias Arndt, terzo ieri, e dunque cliente da prendere con le pinze in caso di volata, è rimasto a lungo solo alle loro spalle, salvo poi essere raggiunto, in corrispondenza dello scollinamento, da Ivan Rovny.
Le qualità di discesista di Brambilla, incaricatosi di pilotare il duo di testa nella non semplice picchiata, non sono state sufficienti a relegare a distanza di sicurezza i più diretti inseguitori, fattisi ancor più minacciosi dopo il rientro di Modolo e Trentin, quest’ultimo dispensato dalla collaborazione per logica di scuderia.
Il quartetto si è portato fino a poco più di dieci secondi dai battistrada, ma la spettacolare scalata di San Maurizio inscenata da Moser e Brambilla, in una girandola di scatti e controscatti, sembrava dover spegnere ogni velleità di rimonta; tanto più che gli inseguitori andavano sfaldandosi, con Rovny che si schiantava contro le transenne sbagliando grossolanamente la curva di immissione sullo strappo, e i due uomini più veloci, Arndt e Modolo, che perdevano le ruote di Trentin.
Forse informato della presenza del compagno alle sue spalle, forse semplicemente intenzionato a guadagnarsi le posizione migliore per lo sprint, Brambilla ha però negato, sin dal termine della discesa, ogni collaborazione ad un Moser privo di auricolare, e dunque non informato del recupero di Trentin.
Una delle regole fondamentali per creare la suspense, come insegnava Alfred Hitchcock, è quella di mettere lo spettatore in condizione di conoscere qualcosa che il protagonista ignora; e l’ultimo chilometro di Pinerolo ha tradotto in pratica l’insegnamento del maestro del brivido: mentre Brambilla non faceva che fissare la ruota davanti di Moser e quest’ultimo controllava soltanto la posizione del rivale, nelle inquadrature televisive si faceva sempre più grande e minacciosa la sagoma di Trentin, accodatosi infine alla coppia poco dopo l’ultima curva.
Facendo tesoro della lezione di Steve Cummings (ultimo fra tanti), capace di vincere a Mende nello scorso Tour de France adottando la medesima strategia, Trentin non ha ripreso fiato neppure per un istante, approfittando del fattore sorpresa per ripartire subito dopo il ricongiungimento. Moser ha reagito con la prontezza che lo sforzo profuso poteva consentirgli, riuscendo a conquistare la scia di Trentin, ma senza avere il tempo di abbozzare un controsorpasso.
Modolo, quarto, ha raccolto l’ennesimo piazzamento del suo Giro, mentre il plotoncino dei migliori ha tagliato il traguardo con oltre tredici minuti di ritardo, rimandando ogni ostilità alle prossime due frazioni.

Matteo Novarini

ORDINE D’ARRIVO
1 Matteo Trentin (Ita) Etixx – Quick-Step 5:25:34
2 Moreno Moser (Ita) Cannondale Pro Cycling
3 Gianluca Brambilla (Ita) Etixx – Quick-Step
4 Sacha Modolo (Ita) Lampre – Merida 0:00:20
5 Nikias Arndt (Ger) Team Giant-Alpecin 0:00:30
6 Ivan Rovny (Rus) Tinkoff Team
7 Matteo Busato (Ita) Wilier Triestina-Southeast 0:01:10
8 Christian Knees (Ger) Team Sky 0:01:16
9 Axel Domont (Fra) AG2R La Mondiale 0:01:24
10 Davide Malacarne (Ita) Astana Pro Team 0:04:28
11 Daniel Oss (Ita) BMC Racing Team
12 Julen Amezqueta (Spa) Wilier Triestina-Southeast
13 Pavel Brutt (Rus) Tinkoff Team 0:05:07
14 Stefan Kueng (Swi) BMC Racing Team 0:05:23
15 Ramunas Navardauskas (Ltu) Cannondale Pro Cycling 0:05:40
16 Olivier Le Gac (Fra) FDJ
17 Jay McCarthy (Aus) Tinkoff Team
18 Matej Mohoric (Slo) Lampre – Merida 0:07:34
19 Gianfranco Zilioli (Ita) Nippo – Vini Fantini
20 Albert Timmer (Ned) Team Giant-Alpecin 0:07:51
21 Andrei Solomennikov (Rus) Gazprom-Rusvelo 0:08:07
22 Roger Kluge (Ger) IAM Cycling 0:08:38
23 Genki Yamamoto (Jpn) Nippo – Vini Fantini 0:13:02
24 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team 0:13:24
25 Steven Kruijswijk (Ned) Team LottoNl-Jumbo
26 Rafal Majka (Pol) Tinkoff Team
27 Vincenzo Nibali (Ita) Astana Pro Team
28 Esteban Chaves (Col) Orica-GreenEdge
29 Ilnur Zakarin (Rus) Team Katusha
30 Bob Jungels (Lux) Etixx – Quick-Step
31 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale
32 Rigoberto Uran (Col) Cannondale Pro Cycling
33 Nicolas Roche (Irl) Team Sky
34 Andrey Amador (CRc) Movistar Team
35 Tanel Kangert (Est) Astana Pro Team
36 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale
37 Kanstantsin Siutsou (Blr) Dimension Data 0:13:36
38 Stefano Pirazzi (Ita) Bardiani CSF 0:13:41
39 Michele Scarponi (Ita) Astana Pro Team
40 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal
41 Darwin Atapuma (Col) BMC Racing Team
42 Giovanni Visconti (Ita) Movistar Team
43 Valerio Conti (Ita) Lampre – Merida
44 Andre Cardoso (Por) Cannondale Pro Cycling
45 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale
46 Igor Anton Hernandez (Spa) Dimension Data 0:14:24
47 Enrico Battaglin (Ita) Team LottoNl-Jumbo 0:14:28
48 Rein Taaramae (Est) Team Katusha 0:14:49
49 Sebastian Henao (Col) Team Sky 0:15:51
50 Manuele Boaro (Ita) Tinkoff Team

CLASSIFICA GENERALE
1 Steven Kruijswijk (Ned) Team LottoNl-Jumbo 73:50:37
2 Esteban Chaves (Col) Orica-GreenEdge 0:03:00
3 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team 0:03:23
4 Vincenzo Nibali (Ita) Astana Pro Team 0:04:43
5 Ilnur Zakarin (Rus) Team Katusha 0:04:50
6 Rafal Majka (Pol) Tinkoff Team 0:05:34
7 Bob Jungels (Lux) Etixx – Quick-Step 0:07:57
8 Andrey Amador (CRc) Movistar Team 0:08:53
9 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:10:05
10 Kanstantsin Siutsou (Blr) Dimension Data 0:11:15
11 Rigoberto Uran (Col) Cannondale Pro Cycling 0:13:53
12 Jakob Fuglsang (Den) Astana Pro Team 0:16:08
13 Darwin Atapuma (Col) BMC Racing Team 0:21:04
14 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:22:30
15 Sebastian Henao (Col) Team Sky 0:24:41
16 Giovanni Visconti (Ita) Movistar Team 0:27:15
17 Stefano Pirazzi (Ita) Bardiani CSF 0:29:23
18 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale 0:30:11
19 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:30:43
20 Andre Cardoso (Por) Cannondale Pro Cycling 0:31:53
21 Michele Scarponi (Ita) Astana Pro Team 0:34:45
22 Tanel Kangert (Est) Astana Pro Team 0:40:49
23 Gianluca Brambilla (Ita) Etixx – Quick-Step 0:42:08
24 Nicolas Roche (Irl) Team Sky 0:43:06
25 Diego Ulissi (Ita) Lampre – Merida 0:48:26
26 Davide Formolo (Ita) Cannondale Pro Cycling 0:52:33
27 Andrey Zeits (Kaz) Astana Pro Team 0:52:57
28 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Alpecin 0:53:45
29 Sergey Firsanov (Rus) Gazprom-Rusvelo 1:00:20
30 Igor Anton Hernandez (Spa) Dimension Data 1:00:42
31 Valerio Conti (Ita) Lampre – Merida 1:01:54
32 Pavel Kochetkov (Rus) Team Katusha 1:03:08
33 Ivan Rovny (Rus) Tinkoff Team 1:06:47
34 Enrico Battaglin (Ita) Team LottoNl-Jumbo 1:07:25
35 Mikel Nieve (Spa) Team Sky 1:11:42
36 Rein Taaramae (Est) Team Katusha 1:13:40
37 Moreno Moser (Ita) Cannondale Pro Cycling 1:14:42
38 Davide Malacarne (Ita) Astana Pro Team 1:18:26
39 Joe Dombrowski (USA) Cannondale Pro Cycling 1:21:52
40 Pawel Poljanski (Pol) Tinkoff Team 1:23:50
41 Manuele Boaro (Ita) Tinkoff Team 1:28:22
42 Carlos Verona (Spa) Etixx – Quick-Step 1:28:56
43 Damiano Cunego (Ita) Nippo – Vini Fantini 1:29:04
44 Merhawi Kudus (Eri) Dimension Data 1:30:28
45 Matteo Busato (Ita) Wilier Triestina-Southeast 1:32:43
46 Riccardo Zoidl (Aut) Trek-Segafredo 1:35:25
47 Jose Joaquin Rojas (Spa) Movistar Team 1:36:07
48 Marcel Wyss (Swi) IAM Cycling 1:41:28
49 Axel Domont (Fra) AG2R La Mondiale 1:42:51
50 Egor Silin (Rus) Team Katusha 1:43:44

MUGGIÒ – PINEROLO: PER ME SI VA SULLE DOLENTI CIME

maggio 26, 2016 by Redazione  
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È il primo atto del triduo finale che deciderà le sorti del 99° Giro d’Italia. Sulla carta non sembra una frazione molto temibile, disegnata in pianura fino alle porte del traguardo, laddove l’altimetria segnala solo il Pramartino, colle lungo appena 4,6 Km e alto poco più di 900 metri, nulla in confronto ai 2744 metri del Colle dell’Agnello e ai 2715 metri del Col de la Bonette, in programma nelle due tappe successive. Ma in quei 4500 metri è concentrato il fuoco di una stretta strada che sale al 10,5% di pendenza media e che sarà accompagnata dalla scalata ad un muro di mezzo chilometro al 14,7% che i corridori dovranno superare ben due volte nel vorticoso finale di Pinerolo. Una tappa apparentemente sottotono e che, invece, potrebbe alzarli i toni…

Se vi dicessi che in questa frazione il Giro affronterà le Tre Cime di Lavaredo sicuramente pensereste a un colossale “granchio” preso dal sottoscritto. Ma come, replichereste voi, oggi il Giro viaggerà tra la Lombardia e il Piemonte, ben lontano dalle Dolomiti! E se ribattessi dicendovi che non mi sono sbagliato, a questo punto sareste convinti di una mia improvvisa pazzia. Invece, è tutto vero e ve lo dimostrerò perché “carta canta” e i dati parlano chiaro. Certo, oggi i “girini” non affronteranno fisicamente le vere Tre Cime ma è come se lo facessero perché quel Pramartino che spunta come un fungo dalla pianura al termine della più lunga frazione del Giro 2016 è un gemellino della verticale che sta sopra Misurina. I numeri che sfornano le due ascese, infatti, sono identici in tre casi, quello della lunghezza (4,6 Km vs 4 Km), del dislivello da superare (486 vs 476) e delle pendenze (10,5% vs 11,7% quelle medie, 17% vs 18% le massime). Altrettante sono le differenze, dal netto divario tra le quote (1379 metri) agli stupendi paesaggi dei “Monti Pallidi” (mentre la strada del Pramartino è letteralmente incassata tra impenetrabili boschi), passando per le diverse tipologie di carreggiata. La strada che sale al Rifugio Auronzo è praticamente un’autostrada, mentre l’ascesa piemontese è nettamente più stretta e, pur non essendo un “budello” come quello offerto dalle salite affrontate nel finale della tappa di Cividale, questo è un punto a suo favore perché già di suo, ancor prima delle pendenze, metterà in fila i migliori, contribuendo ad acuire la selezione. È lampante il fatto che, a soli quattro giorni dal termine di una corsa di tre settimane e alla conclusione di una frazione lunga quasi 250 Km, un finale del genere sarà foriero di sorprese, anche perché certamente quasi nessuno tra i favoriti sarà venuto in perlustrazione sul tracciato, dirottando le ricognizioni di primavera sui tapponi in programma nelle successive 48 ore. E non sarà finita qui perché il Pramartino non sarà solo, dovendosi superare anche un micidiale muro che gli organizzatori hanno scovato nel cuore di Pinerolo e che hanno inserito ben due volte nel tracciato, alla vigilia dell’ascesa “regina” ed infine alle porte del traguardo.
La frazione più chilometrica dell’edizione 2016 sboccerà in pianura, dall’industre cittadina brianzola di Muggiò, a due passi dalla celebre Monza. I primi chilometri di gara vedranno il gruppo percorrere le strade dell’hinterland milanese a nord-ovest del capoluogo lombardo, sfiorando pochi chilometri dopo il via Novate Milanese, paese del quale è originario il mitico “patron” del Giro Vincenzo Torriani, e giungendo quindi a Bollate dove, nella frazione di Castellazzo, si trova una delle più celebri “ville di delizie” del milanese, appartenuta alla famiglia Arconati e utilizzata in diverse occasioni come set cinematografico (nel 1972, per esempio, prenderà le vesti di un ospedale psichiatrico nel thriller “La morte accarezza a mezzanotte”). Lambiti i confini di Milano dalle parti di quella che era stata l’area dell’Expo 2015, recentemente in parte riaperta alle visite e così si potra ancora ammirare il Padiglione Italia e l’Albero della Vita, il gruppo velocemente lascerà la Lombardia filando sulla strada statale “Padana Superiore” ed entrando in Piemonte dopo aver toccato la storica città di Magenta, celebre per la battaglia qui combattuta il 4 giugno 1859 fra l’esercito dell’impero austriaco e la coalizione, che risulterà vincente, tra le truppe del Regno di Sardegna e quelle dell’Impero francese, primo “gradino” verso l’Unità d’Italia che troverà compimento 3 anni più tardi. La corsa sarà poi a Novara, dominata dai 121 metri della cupola progettata da Alessandro Antonelli (lo stesso artefice della Mole torinese) per la Basilica di San Gaudenzio. Toccherà quindi a Vercelli applaudire il passaggio dei “girini”, che non avranno certo il tempo di gustarsi i principali monumenti cittadini (Duomo, Basilica di Sant’Andrea e altre chiese) e il Museo Francesco Borgogna, principale pinacoteca piemontese. Nei chilometri successivi faranno “ala” al tracciato le risaie che caratterizzano il paesaggio delle campagne vercellesi, impiantate per la prima volta in quest’area nel 1400 e a lungo osteggiate dalle autorità poiché ritenute tra le principali cause della malaria che impestava queste terre. Ebbero, inoltre, un inconsapevole ruolo in occasione della citata battaglia di Magenta, in previsione della quale furono artificialmente allagate per far impantanare l’esercito austriaco e rallentarne l’avanzata. Avvicinandosi a Torino il tracciato ritroverà la già percorsa statale Padana Superiore, nel tratto dove questa corre parallela al corso del Po, seguendolo in direzione del centro di Chivasso, che fino agli anni ’80 fu sede di uno dei principali mercati del bestiame della regione e la cui principale emergenza artistica è rappresentata dalla collegiata tardogotica di Santa Maria Assunta. Attorno al 150° Km di gara il Giro sarà sulle strade di Torino, che 72 ore più tardi accoglieranno l’arrivo della frazione conclusiva: in questo primo appuntamento con il capoluogo piemontese, il gruppo attraverserà i quartieri moderni situati a nord e ovest del centro, sfiorando dapprima lo Juventus Stadium e quindi la Pellerina, il più vasto parco urbano d’Italia, quasi 84 ettari di verde realizzati tra il 1937 e il 1989 e in parte intitolati ai sette operai deceduti nel tragico incendio della ThyssenKrupp, l’acciaieria che si trova di fronte ad uno degli ingressi al parco. Si percorrerà quindi l’infinito rettilineo di Corso Francia che conduce fuori dalla prima capitale dell’Italia unita puntando verso la Val di Susa e rasentando il centro di Collegno, dove a partire dal 1648 fu realizzata la Certosa Reale di Collegno, nel 1852 divenuta sede di un celebre manicomio, dismesso negli anni ’80 e che nel 1926 fu al centro del famoso caso dello “smemorato di Collegno”, l’improvvisa riapparizione di un uomo che era stato per disperso in guerra.
Dopo Rivoli, sovrastata dal castello che appartenne ai Savoia e oggi è sede di un museo d’arte contemporanea – diretto dall’ex giornalista RAI Giovanni Minoli – e di un altro dedicato alla pubblicità, la corsa si porterà nella ridente località di Avigliana, affacciata sul più vasto dei due omonimi laghetti, nel quale si specchia il barocco Santuario della Madonna dei Laghi. Lasciata la pianura e raggiunta la vicina località di villeggiatura di Giaveno – nei cui pressi si trova l’imponente Santuario del Selvaggio, definito la “Lourdes delle Alpi” e costruito in occasione del 50° anniversario dell’apparizione mariana ai piedi dei Pirenei – i corridori andranno all’attacco della salita verso la Cappella della Colletta (2,2 Km al 7,1%), oltrepassata la quale si scenderà su Cumiana, centro del quale è originario Francesco Camusso (vincitore del Giro del 1931, il primo nel quale l’organizzazione introdusse la maglia rosa per contraddistinguere il capoclassifica) e nel quale è possibile visitare il Castello della Costa, che accolse Vittorio Alfieri e San Giovanni Bosco e che oggi ospita un museo dell’arredamento. Si ritroveranno poi ampie strade pianeggianti, ma saranno gli ultimi atti di tranquillità di questa frazione che, attraversata Frossasco (centro denotato da una pianta quadrata che “tradisce” la sua origine di accampamento romano), giungerà per la prima volta a Pinerolo, cittadina entrata nella storia del ciclismo il 10 giugno del 1949 con quella che fu la più fantastica e incredibile tra le cavalcate solitare di Fausto Coppi, 192 Km di fuga sulle impervie strade sterrate di Maddalena e Vars, Izoard e Monginevro per concludere, quindi, con il Sestriere. Il finale sarà, dunque, in circuito, un anello di 28 Km che debutterà con quello che gli appassionati hanno già ribattezzato “San Maurizienberg”, perché la stretta strada in pavè che risale tra le case del centro storico per arrivare fino alla tardo-gotica chiesa di San Maurizio ha pendenze che non faranno rimpiangere quelle del fiammingo “Muur” di Grammont: tolti i primi 100 metri ancora docili (4%), nei rimanenti 500 metri Via Principi d’Acaja riserverà inclinazioni da ribaltamento, con una media del 14,7% che sale al 16,4% nella prima metà di questo muro, quella dove si raggiunge il picco massimo del 20%. Meno di 3 Km più avanti, scesi nella vicina Val Lemina arriverà il momento più atteso della giornata, destinato a trasformarsi in un “memento” amaro per qualcuno, l’ascesa verso il Colle di Pra Martino, seguendo la strada che sale ripida tra i boschi nei quali una leggenda racconta che si muovesse il tremendo brigante Barabio Coltello, mentre un’altra storia fece di questo luogo la residenza d’un gruppo di misteriosi soldati irlandesi, che vi avrebbero costruito un piccolo fortino utilizzando pali trafugati dai vigneti della Val Lemina. Passato questo irto ostacolo, recuperare il terreno eventualmente perduto non sarà gioco facile perché il versante che si percorrerà in discesa, pur essendo nettamente meno pendente (media del 6% su quasi 7 Km) presenterà una sede stradale ancora più stretta rispetto a quella poc’anzi affrontata in salita. Si troverà strada a favore solo dopo esser arrivati nel paese degli Agnelli con la A maiuscola, quella Villar Perosa che non a caso fu per anni la meta dei ritiri della Juventus, ma oramai potrebbe esser troppo tardi anche perché, dopo una decina di chilometri sulla scorrevole statale che discende dal Sestriere, si tornerà a cozzare contro il “San Maurizienberg”, stavolta collocato a 3 Km dalla fettuccia d’arrivo.
Questa, insomma, sarà una tappa in grado di “scampanare” ” a puntino i corridori giunti a questo punto con le pile scariche….
Pra Martino campanaro! Mordi tu! Suona i campioni! Din! Don! Dan!

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Cappella della Colletta (617m). Valicata dalla SP 193 “della Colletta” che mette in comunicazione Giaveno con Cumiana, è quotata 621 sulle cartine del Giro 2016, dov’è chiamata con il nome di Colletta di Cumiana. Il Giro l’ha scalata due volte: nel 1991, durante la tappa Savigliano – Sestriere, vi scollinò in testa lo spagnolo Iñaki Gastón, mentre non era invece previsto nessun traguardo GPM in vetta in occasione della versione tutta italiana della Cuneo-Pinerolo proposta durante il Giro del 2009.

Colle Pra Martino (916m). Quotato 925 sulle cartine del Giro 2016, dov’è semplicemente chiamato Pramartino, si apre su di un fianco del monte Rocciacotello e valicato dalla strada che mette in comunicazione San Pietro Val Lemina con Villar Perosa. Il Giro l’ha affrontato finora una sola volta, conquistato da Franco Pellizotti, salendo dal versante di Villar Perosa (percorso in discesa quest’anno), nel finale della citata Cuneo-Pinerolo del Giro 2009. Due anni più tardi sarà scalato anche al Tour de France, sempre in occasione di una frazione con arrivo a Pinerolo (partenza da Gap) che vedrà primo al GPM e poi anche al traguardo il norvegese Edvald Boasson Hagen.

RINGRAZIAMENTI

Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

FOTOGALLERY

Muggiò, chiesa dei Santi Pietro e Paolo

Villa Arconati di Bollate inquadrata nel film ‘’ La morte accarezza a mezzanotte’’ (www.davinotti.com)

Villa Arconati di Bollate inquadrata nel film ‘’ La morte accarezza a mezzanotte’’ (www.davinotti.com)

L’Albero della Vita continuerà a ‘’vivere’’ presso l’ex area espositiva di Expo 2015 (milano.repubblica.it)

L’Albero della Vita continuerà a ‘’vivere’’ presso l’ex area espositiva di Expo 2015 (milano.repubblica.it)

Magenta, monumento-sacrario della Battaglia di Magenta

Novara, cupola della Basilica di San Gaudenzio

Vercelli, duomo di Sant’Eusebio

Chivasso, chiesa di Santa Maria Assunta

Torino, Juventus Stadium

Certosa Reale di Collegno

Castello di Rivoli

Avigliana, Santuario della Madonna dei Laghi

Il Santuario del Selvaggio vicino a Giaveno

Cumiana, Castello della Costa

Uno scorcio del ripidissimo muro di Via Principi d’Acaja a Pinerolo

Lo scollinamento del Colle di Pra Martino; sull’asfalto i “segni” lasciati dai tifosi in occasione della tappa del Tour de France del 2011

Villar Perosa, Villa Agnelli

La chiesa di San Maurizio a Pinerolo e, in trasparenza, l’altimetria della diciottesima tappa del Giro 2016 (wikipedia)

La chiesa di San Maurizio a Pinerolo e, in trasparenza, l’altimetria della diciottesima tappa del Giro 2016 (wikipedia)

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