SAGAN, ASSOLO DA URLO. PESSIMA ITALIA

settembre 27, 2015 by Redazione  
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Lo slovacco attacca sul penultimo strappo, si leva di ruota Gilbert e resiste nell’ultimo chilometro al ritorno del gruppo, regolato da Matthews su Navardauskas. Solo quarto Kristoff, addirittura 29° Degenkolb. Prova incolore dell’Italia, con Ulissi, Nibali e Trentin mai protagonisti e Viviani speso forse fuori tempo al terzultimo giro.

Come Cadel Evans a Mendrisio, Peter Sagan ha scelto il palcoscenico più prestigioso per scrollarsi di dosso la nomea di piazzato nelle grandi occasioni. Una fama forse precipitosamente affibbiata ad un ragazzo ancora 25enne, atteso però ormai da diverse stagioni alla prima affermazione in una classica monumento, a volte sfumata di fronte alle prodezze del Cancellara di turno, a volte gettata al vento come in alcune edizioni della Milano-Sanremo. Al Campionato del Mondo, poi, lo slovacco era sempre stato tanto temuto alla vigilia quanto impalpabile in gara, non recitando mai un ruolo da protagonista, e andando paradossalmente a cogliere l’unico piazzamento nei dieci a Firenze, nell’edizione forse a lui meno adatta.
Dopo le tante delusioni patite nelle passate edizioni, Sagan ha costruito invece, nel finale del Mondiale di Richmond, un piccolo capolavoro. Nascosto nella pancia del gruppo per 256 dei 259 km in programma, il campione di Zilina si è materializzato nelle posizioni di testa all’imbocco del sedicesimo ed ultimo passaggio sullo strappo di 23rd Street, il rettilineo in pavé che Greg Van Avermaet aveva eletto a trampolino di lancio per dare la caccia al titolo iridato e scollarsi di dosso un’etichetta non dissimile da quella del futuro vincitore. Sagan si è dapprima incollato alla sua ruota, per poi lasciarla a metà salita e attaccare a sua volta, allungando di poche biciclette sul belga e su Boasson Hagen, e scavando un solco già netto sul resto del plotone.
I due diretti inseguitori sono parsi per alcune centinaia di metri sul punto di riagganciare il battistrada, che del resto sembrava finirsi inutilmente intestardendosi a difendere i pochi spiccioli di vantaggio, anziché cercare man forte. Nella successiva discesa, però, Sagan ha dilatato i pochi metri di margine fino a trasformarli in un divario incolmabile: un fatto non certo anomalo, non fosse che la discesa in questione misurava poche centinaia di metri ed era pressoché dritta. A fare la differenza, forse, la posizione scriteriata ma redditizia assunta dallo slovacco, pedalando con il sedere sul telaio, o forse, più banalmente, un attimo di indecisione alle sue spalle.
Sbarazzatosi di Van Avermaet e Boasson Hagen, Sagan ha dovuto tuttavia ancora fare i conti con il gruppo principale, tirato da una Spagna che ancora una volta ha dovuto puntare su Valverde, e ancora una volta si è dovuta accontentare del solito piazzamento. Il rettilineo finale in leggera salita deve essere parso interminabile al leader, visibilmente appesantito, ma non al punto da non trovare nel serbatoio le energie sufficienti a rilanciare quel tanto che bastava per non finire infilzato come Franco Bitossi 43 anni fa.
Michael Matthews, anch’egli mimetizzatosi magistralmente in mezzo al gruppo fino all’ultimo istante, è comparso davanti giusto in tempo per bruciare tutti allo sprint, buono però soltanto per la medaglia d’argento. Sul gradino più basso del podio è salito il sempre sottovalutato Ramunas Navardauskas, mentre Kristoff, forse il favorito numero 1 della vigilia, è stato relegato alla medaglia di legno, giusto davanti a Valverde, incredibilmente capace di aspettare la volata anche su un percorso che consentiva di resistere anche a molti velocisti.
La top 10 è stata completata da Gerrans, Gallopin, Kwiatkowski, Rui Costa e Gilbert nell’ordine, mentre per trovare la prima bandiera italiana nell’ordine d’arrivo bisogna scendere fino alla 18a posizione di Giacomo Nizzolo, evidentemente troppo stremato per poter far valere il suo spunto veloce. Meglio, forse, sarebbe andata al più quotato e vincente tra gli sprinter azzurri, Elia Viviani, che ha però scelto di giocarsi la sua chance al terzultimo giro. Una decisione quantomeno discutibile che offre il pretesto per aprire la triste pagina della prestazione italiana.
Data l’oggettiva mancanza di un uomo intorno al quale costruire la squadra su un tracciato come quello di Richmond, Davide Cassani ha optato – in maniera a nostro giudizio del tutto condivisibile – per una formazione eclettica, forte di varie carte buone per diverse soluzioni. Di tutte queste possibili soluzioni, però, non si è visto neppure un abbozzo: Nibali si è meritato qualche inquadratura soltanto al 10° giro, quando una caduta a centro gruppo (della quale ha fatto le spese Daniel Oss, costretto al ritiro) ha favorito lo sganciamento di un drappello piuttosto nutrito, nel quale siciliano era il solo azzurro presente; Diego Ulissi non ha praticamente messo piede nella prima metà del gruppo, facendosi sistematicamente trovare in coda ad ogni passaggio sugli strappi di Libby Hill, 23rd Street e Governor Street; Matteo Trentin è stato leggermente più attivo, ma soltanto inserendosi in seconda battuta in tentativi già promossi da altri, perlopiù ormai morenti. Con Nizzolo giustamente in attesa della volata, Oss vittima della caduta, Felline sacrificato alla causa dei capitani e Bennati e Quinziato dediti all’usuale lavoro di gregariato, il solo a muoversi e a rendersi protagonista di un’azione significativa è stato, come detto, Elia Viviani.
Lo sprinter del Team Sky è stato l’ultimo ad agganciare un trenino sganciatosi al terzultimo giro su input di Ian Stannard, seguito anche da Mollema, Boonen, Kwiatkowski, Moreno e Amador. Si è trattato del primo e di fatto unico tentativo credibile di evitare una risoluzione negli ultimi 4 km, arrivato dopo la fuga della prima ora di Khripta, Sergent, Stevic, Sung Baek, Dunne, Tvetcov, King e Alzate e il successivo contrattacco di Pantano, Boivin, Siutsou e Phinney, oltre ad alcuni scatti senza conseguenze di Gesink, Kreuziger, Rodriguez e Vanmarcke.
Il drappello di Viviani ha raggiunto un vantaggio massimo di poco superiore al mezzo minuto, subendo tuttavia il prevedibile rientro del gruppo nel tratto selettivo del circuito, al penultimo giro
Per i primi tre quarti dell’ultima tornata, gli azzurri si sono incaricati di trainare il gruppo all’inseguimento di un gruppetto sganciatosi in corrispondenza del passaggio sul traguardo, comprendente fra gli altri Van Avermaet, e dei contrattaccanti Siutsou e Farrar, salvo poi essere risucchiati indietro nel momento chiave, ai piedi di Libby Hill. Mentre Stybar tentava di andarsene, con un Degenkolb fin troppo generoso alla sua ruota, il destino infausto del Mondiale azzurro era ormai segnato, con le punte che arrancavano oltre la ventesima posizione. Dopo un istante di marcamento che ha consentito al gruppo di ricompattarsi, è stata la volta dell’azione di Van Avermaet prima e di Sagan poi, e da lì delle maglie azzurre si sono perse le tracce.
Stante l’estrema facilità della critica dal divano e a posteriori, ci sembra impossibile non etichettare come pessimo il bilancio azzurro nella prova regina del Mondiale. Non ci è ovviamente dato sapere se la condotta di gara incolore sia stata dovuta ad una precisa indicazione attendista arrivata dal C.T. Cassani, o se ai suoi uomini siano semplicemente mancate le gambe, ma un eventuale chiarimento in questo senso potrebbe servire al massimo a spartire le responsabilità, non certo a rivedere un giudizio necessariamente tranciante.
L’aspetto più preoccupante del chiarissimo verdetto emesso dalla strada sulla selezione italiana è che il risultato fotografa piuttosto accuratamente lo stato attuale di un movimento ancora competitivo nelle grandi corse a tappe (anche se con soli due elementi – Nibali e Aru – davvero ai vertici mondiali) ma da anni in difficoltà nel ritagliarsi spazio nelle grandi classiche. Non dubitiamo che corridori come Trentin e Ulissi, se in giornata, o un Viviani gestito diversamente avrebbero potuto far meglio, ma non si può ignorare il fatto che l’unico risultato di prestigio in una grande classica sia arrivato quest’anno da Luca Paolini, 38 primavere sulle spalle, che in tempi neppure troppo remoti poteva al più aspirare ad un ruolo di gregario in Nazionale. Dopo Doha, che il prossimo anno dovrebbe concedere spazio ai soli velocisti, occorrerà una decisa inversione di tendenza, unita alla crescita di qualche giovane e magari alla risoluzione della crisi esistenziale di Moreno Moser, per presentarsi a Bergen in maniera più degna della Nazionale italiana.

Matteo Novarini

ORDINE D’ARRIVO
1 Peter Sagan (Slovakia) 6:14:37
2 Michael Matthews (Australia) 0:00:03
3 Ramunas Navardauskas (Lithuania)
4 Alexander Kristoff (Norway)
5 Alejandro Valverde Belmonte (Spain)
6 Simon Gerrans (Australia)
7 Tony Gallopin (France)
8 Michal Kwiatkowski (Poland)
9 Rui Costa (Portugal)
10 Philippe Gilbert (Belgium)
11 Tom Dumoulin (Netherlands)
12 Alex Howes (United States Of America)
13 Niki Terpstra (Netherlands)
14 Rein Taaramae (Estonia)
15 Viacheslav Kuznetsov (Russian Federation)
16 Nelson Oliveira (Portugal)
17 Yukiya Arashiro (Japan)
18 Giacomo Nizzolo (Italy)
19 Brent Bookwalter (United States Of America)
20 Edvald Boasson Hagen (Norway)
21 Nacer Bouhanni (France)
22 Ben Swift (Great Britain)
23 Greg Van Avermaet (Belgium)
24 Tanel Kangert (Estonia)
25 Andrey Amador Bkkazakova (Costa Rica)
26 Marco Haller (Austria) 0:00:12
27 Daniel Moreno Fernandez (Spain)
28 Silvan Dillier (Switzerland)
29 John Degenkolb (Germany) 0:00:15
30 Luis Leon Sanchez Gil (Spain)
31 Stephen Cummings (Great Britain)
32 Rigoberto Uran Uran (Colombia) 0:00:18
33 Matti Breschel (Denmark) 0:00:21
34 Matteo Trentin (Italy)
35 Tom Boonen (Belgium)
36 Pavel Brutt (Russian Federation)
37 Aleksei Tcatevich (Russian Federation) 0:00:28
38 Arnaud Demare (France) 0:00:32
39 Tomasz Marczynski (Poland) 0:00:40
40 Sam Bennett (Ireland)
41 Karel Hnik (Czech Republic)
42 Vincenzo Nibali (Italy)
43 Zdenek Stybar (Czech Republic)
44 Heinrich Haussler (Australia)
45 Lars Ytting Bak (Denmark) 0:00:55
46 Andriy Grivko (Ukraine)
47 Luka Pibernik (Slovenia)
48 Luka Mezgec (Slovenia)
49 Mykhaylo Kononenko (Ukraine)
50 Daryl Impey (South Africa)

Peter Sagan taglia in solitaria il traguardo di Richmond (foto Tim De Waele/TDWSport.com)

Peter Sagan taglia in solitaria il traguardo di Richmond (foto Tim De Waele/TDWSport.com)

ARMISTEAD, QUANDO IL PRONOSTICO NON PESA

settembre 27, 2015 by Redazione  
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La più attesa e marcata in gara, la britannica Elizabeth Armistead, non risente del peso del pronostico e delle attenzioni delle avversarie e conquista di forza il titolo mondiale, bruciando allo sprint Anna van der Breggen. Sul gradino più basso del podio sale l’americana Guarnier, che relega alla medaglia di legno Elisa Longo Borghini. Sfortunata Giorgia Bronzini, vittima di un guaio al cambio all’ultimo chilometro, quando sembrava comunque aver perso il treno buono.

Ha trionfato la favorita della vigilia, nella prova su strada femminile elite del Mondiale di Richmond: Elizabeth Armitstead, dominatrice della stagione e nuovo faro del ciclismo “in gonnella”. La britannica ha saputo sfruttare appieno le caratteristiche del circuito virginiano, che premiano le ruote più forti e in forma del gruppo. La campionessa britannica è anche riuscita a sopperire all’assenza di compagne negli ultimi cruciali chilometri della corsa, ricevendo anche un insperato e involontario aiuto dalla squadra olandese.
Proprio le “orange” avevano assunto il ruolo di “faro”, per gran parte della corsa, cercando già negli ultimi cento chilometri di indurire la competizione tirando e mandando ragazze all’attacco. Il possibile maltempo non è arrivato sul percorso, ma la condotta di gara ha fatto sì che si creasse comunque una certa selezione. La squadra italiana in questa fase è sempre stata molto attenta, inserendo sempre un elemento a stoppare le fughe pericolose, soprattutto Marta Bastianelli, Elena Cecchini e Valentina Scandolara.
Uno dei primi momenti decisivi è stato a circa 35 chilometri dall’arrivo, quando l’annullamento della fuga dell’olandese Chantal Blaak è coinciso con un’accelerazione di tutte le favorite sul muro in pavé (l’ormai famosa Libby Hill). La selezione è stata immediata e il gruppo si è assottigliato molto. In contropiede, l’americana Evelyn Stevens ha promosso un’azione di 8 atlete, tra le quali la nostra Elena Checchini, ma il tentativo si è presto esaurito.
Il secondo momento decisivo è arrivato a circa 25 chilometri dalla fine, con un gruppo di otto atlete che ha raggiunto l’australiana Neylan, partita poco prima. Si è formata così una fuga di nove che ha caratterizzato gli ultimi due giri sul circuito: Emilia Fahlin (Svezia), Amy Pieters (Olanda), Audrey Cordon (Francia), Malgorzata Jasinska (Polonia), Romy Kasper (Germania), Coryn Rivera (Stati Uniti), Lauren Kitchen e Rachel Neylan (Australia) e la nostra Valentina Scandolara, a cui la gamba evidentemente scappava e che si è dimostrata la più attiva del gruppetto in fuga, tra tirate e scatti per stoppare le avversarie.
Accordo non propriamente idilliaco, dunque, tra le attaccanti, ma nonostante ciò le nove hanno preso un bel vantaggio sul gruppo (più di un minuto), visto che le maggiori nazionali erano rappresentate nella fuga e la favorita Armitstead non aveva più compagne in grado di tirare il plotone principale.
A 8 chilometri dalla fine, in pieno ultimo giro, un tentativo di stop della Scandolara sull’australiana Kitchen si è trasformato in una fuga quasi decisiva: le due hanno trovato accordo e hanno scavato un gap che le altre sette non sono riuscite a chiudere. Sembrava l’azione decisiva del Mondiale, complice anche una produzione e regia non degna di un campionato del Mondo, che, non dando notizie del gruppo principale, aveva creato nello spettatore l’illusione che dietro si fossero ormai rialzate. Ma all’imbocco dell’ultimo passaggio su Libby Hill ecco che il plotone lanciatissimo è rientrato prepotentemente nelle inquadrature, a soli 16″ dalla testa della corsa. L’Olanda aveva lavorato, togliendo non poche castagne dal fuoco all’isolata Armitstead, che alla tornata precedente aveva addirittura tentato un allungo in prima persona per provare a raddrizzare la situazione.
Le sette inseguitrici sono state subito riassorbite sulle curve in pave, mentre Scandolara e Kitchen sono rimaste in testa con poche decine di metri di vantaggio. Breve e veloce discesa, ed ecco il secondo muro, la brevissima e rettilinea rasoiata della 23rd Street. Qui le due attaccanti sono state riprese dalle migliori del gruppo: Niewiadoma, Cromwell, Armitstead e Guarnier. Più staccate le italiane, ma un’inesauribile Valentina Scandolara, trovatasi in testa insieme alle migliori, ha fatto da stopper, favorendo così il rientro delle compagne Cecchini, Bronzini e Longo Borghini.
Il circuito di Richmond, però, presenta anche una terza ascesa: Governor Street, la più facile, è poco più di un falsopiano, ma anche la più decisiva, visto che termina a meno di mille metri dalla linea. Qui Lizzie Armitstead ha vinto il suo Mondiale: la sua progressione ha fatto fuori le italiane più veloci (ha tenuto solo la Longo Borghini) e ha intossicato le gambe delle altre favorite.
Sul rettilineo finale si è così presentato un gruppetto di otto atlete: Armitstead, Niewiadoma, Longo Borghini, la campionessa uscente Pauline Ferrand-Prevot (brava a tenere, ma senza più gambe per sprintare), l’americana Guarnier, la svedese Johansson, la olandese Van Der Breggen e la svizzera Neff. E’ stata una volata strana, data la stanchezza e l’acido lattico nelle gambe di tutte, e la Armitstead, complice la poca lucidità della Van Der Breggen, è riuscita ad imporsi e a portarsi a casa una meritatissima maglia iridata. Elisa Longo Borghini, probabilmente la più lenta allo sprint di tutto il gruppetto, ha dato per un attimo l’impressione di poter raggiungere un incredibile podio, ma è stata sopravanzata negli ultimi metri dall’americana Megan Guarnier, che ha così conquistato la medaglia di bronzo. Un’emozionata Longo Borghini ha dichiarato subito dopo l’arrivo che avrebbe dato qualunque cosa per “scambiarsi” con una compagna più veloce, confermando il grande spirito di squadra delle azzurre. Purtroppo per l’Italia è arrivata ancora una medaglia “di legno”, come lo scorso anno, ma i complimenti vano fatti lo stesso.
Cosa ci dice sul percorso la prova delle donne in ottica Mondiale uomini elite? Il circuito di Richmond è facile, ma le difficoltà, per quanto brevi, sono a ridosso dell’arrivo, per cui è probabile che i corridori più in forma e adatti ai brevi muri avranno buon gioco a presentarsi davanti sul rettilineo finale. Tra questi, purtroppo, non ci sono corridori italiani e la cattiva notizia è che i lunghi e piatti rettilinei di tutta la parte precedente del circuito non favoriscono le fughe (una delle frecce all’arco dell’Italia) e permettono un facile controllo da parte del gruppo. Tuttavia, nazionali di favoriti come la Norvegia o la Slovacchia hanno pochi o nessun gregario, per cui siamo sicuri che gli ultimi giri di circuito saranno da trattenere il fiato e i ragazzi di Cassani sapranno onorare la maglia azzurra.

Francesco Bertone

ORDINE D’ARRIVO
1 Elizabeth Armitstead (Great Britain) 3:23:56
2 Anna Van Der Breggen (Netherlands)
3 Megan Guarnier (United States Of America)
4 Elisa Longo Borghini (Italy)
5 Emma Johansson (Sweden)
6 Pauline Ferrand Prevot (France)
7 Katarzyna Niewiadoma (Poland)
8 Alena Amialiusik (Belarus)
9 Jolanda Neff (Switzerland)
10 Ellen Van Dijk (Netherlands) 0:00:09
11 Joelle Numainville (Canada)
12 Trixi Worrack (Germany)
13 Karol-Ann Canuel (Canada)
14 Ashleigh Moolman-Pasio (South Africa)
15 Christine Majerus (Luxembourg)
16 Lucinda Brand (Netherlands)
17 Tiffany Cromwell (Australia)
18 Elena Cecchini (Italy) 0:00:17
19 Rachel Neylan (Australia)
20 Lizzie Williams (Australia)
21 Malgorzata Jasinska (Poland)
22 Linda Melanie Villumsen (New Zealand)
23 Valentina Scandolara (Italy) 0:00:19
24 Evelyn Stevens (United States Of America)
25 Amalie Dideriksen (Denmark) 0:00:31
26 Emilia Fahlin (Sweden)
27 Giorgia Bronzini (Italy) 0:00:36
28 Lauren Kitchen (Australia) 0:00:46
29 Katrin Garfoot (Australia)
30 Lisa Brennauer (Germany) 0:00:49
31 Romy Kasper (Germany) 0:00:51
32 Leah Kirchmann (Canada) 0:00:52
33 Ganna Solovei (Ukraine)
34 Daiva Tuslaite (Lithuania)
35 Rasa Leleivyte (Lithuania)
36 Alison Jackson (Canada)
37 Emilie Moberg (Norway)
38 Diana Penuela (Colombia)
39 Coryn Rivera (United States Of America)
40 Lotta Lepisto (Finland)

Una commossa Elizabeth Armistead subito dopo larrivo (foto Tim de Waele)

Una commossa Elizabeth Armistead subito dopo l'arrivo (foto Tim de Waele)

ITALIA-FRANCIA TRA GLI UNDER, LA SPUNTANO I BLEUS

settembre 26, 2015 by Redazione  
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Sette anni dopo l’argento di Simone Ponzi, l’Italia conquista un altro secondo posto tra gli Under 23, grazie a Simone Consonni. Un grande risultato con un retrogusto di amarezza, visto che per pochissimi metri la rimonta dell’azzurro nell’ultimo chilometro non ha reso il metallo ancora più prezioso. Oro e bronzo alla Francia, con Ledanois e Turgis, mentre la medaglia di legno tocca all’altro italiano Moscon.

Dominio italo-francese nella prova iridata riservata agli U23: la vittoria va al transalpino Ledanois, figlio d’arte dell’ex-pro Yvon, il quale è stato abile a giocare in contropiede quando all’arrivo mancavano circa quattro chilometri e davanti restavano solo il francese con il compagno Hofstetter, che ha molto intelligentemente fatto gioco di squadra, e il nostro Martinelli. Dalle retrovie invece provavano a risalire Moscon, attardato a causa di una caduta nel drappello di cui faceva parte, e alle sue spalle Consonni.
Lotta tutta tra le due corazzate negli ultimi chilometri, con il nostro Simone che tentava la rimonta senza fortuna sul rettilineo finale e si doveva accontentare di un argento che mancava nella nostra bacheca otto stagioni. Terzo un altro transalpino, Turgis, davanti a Moscon. A chiudere la top-five il danese Kamp.
Una menzione la merita sicuramente Martinelli, sempre pronto a entrare nelle fughe e sfortunato quando a circa 30km dall’arrivo noie meccaniche lo hanno costretto a rincorrere. L’azzurro è comunque ritornato sui migliori e ha dato il suo contributo a questo risultato fondamentale.

Andrea Mastrangelo

ORDINE D’ARRIVO
1 Kevin Ledanois (France) 3:54:45
2 Simone Consonni (Italy)
3 Anthony Turgis (France) 0:00:02
4 Gianni Moscon (Italy)
5 Alexander Kamp Egested (Denmark) 0:00:05
6 Fabian Lienhard (Switzerland)
7 Michal Schlegel (Czech Republic)
8 Lucas Gaday Orozco (Argentina)
9 Adam De Vos (Canada) 0:00:10
10 Lennard Kamna (Germany) 0:00:12
11 Merhawi Kudus Ghebremedhin (Eritrea)
12 Tom Bohli (Switzerland)
13 Jack Haig (Australia)
14 Tim Kerkhof (Netherlands) 0:00:13
15 Mihkel Raim (Estonia)
16 Michal Paluta (Poland)
17 Benjamin Declercq (Belgium)
18 Jakub Kaczmarek (Poland)
19 Maxime Farazijn (Belgium)
20 Miguel Angel Benito Diez (Spain) 0:00:16
21 Alexander Wachter (Austria)
22 Sam Oomen (Netherlands)
23 Twan Brusselman (Netherlands)
24 Imanol Estevez (Spain)
25 Rok Korosec (Slovenia) 0:00:24
26 Benjamin Perry (Canada)
27 Lucas Eriksson (Sweden)
28 Felix Grossschartner (Austria)
29 Soren Kragh Andersen (Denmark)
30 Sebastian Schonberger (Austria)
31 Ignacio Prado (Mexico)
32 Fabien Grellier (France) 0:00:29
33 Stylianos Farantakis (Greece)
34 Josip Rumac (Croatia)
35 Jan Dieteren (Germany) 0:00:35
36 Dylan Page (Switzerland) 0:00:37
37 Laurens De Plus (Belgium)
38 Truls Engen Korsaeth (Norway)
39 Nuno Matos (Portugal)
40 David Per (Slovenia)
41 Cristian Raileanu (Republic of Moldova)
42 Anders Skaarseth (Norway)
43 Metkel Eyob (Eritrea) 0:00:48
44 Hector Saez Benito (Spain)
45 Yuri Kobashi (Japan)
46 Samir Jabrayilov (Azerbaijan)
47 Erik Baska (Slovakia)
48 Daniel Eaton (United States Of America)
49 Gasper Katrasnik (Slovenia)
50 Nils Politt (Germany)

TANTA ITALIA NELLE CONFERME DI BMC E VELOCIO-SRAM

settembre 21, 2015 by Redazione  
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Il trentino Daniel Oss e il bolzanino Manuel Quinziato da un lato e la bergamasca Barbara Guarischi dall’altro sono protagonisti nei successi delle rispettive formazioni nelle cronosquadre che hanno aperto la rassegna iridata di Richmond, con la Bmc che, trascinata da Taylor Phinney e Rohan Dennis, bissa il successo di Ponferrada davanti all’Etixx-QuickStep di Tony Martin e alla Movistar di Adriano Malori mentre in campo femminile la Velocio-Sram, erede della corazzata Specialized-Lululemon che si era sempre imposta nelle tre edizioni precedenti, si aggiudica la medaglia d’oro di stretta misura sulla Boels Domans con la Rabo Liv Women sul gradino più basso del podio.

A ben 29 anni di distanza dall’edizione di Colorado Springs, che fu la prima e finora unica disputata negli Stati Uniti, i Mondiali di ciclismo tornano in territorio a stelle e strisce e per la precisione in quel di Richmond, grosso centro della Virginia noto per aver dato i natali, tra gli altri, allo scrittore Edgar Allan Poe e al tennista Arthur Ashe, oltre che per essere stata capitale degli Stati Confederati d’America durante la Guerra di Secessione. Come avviene da quattro stagioni a questa parte, a inaugurare la rassegna iridata sono state le cronometro riservate alle squadre di club maschili e femminili, composte ciascuna da 6 corridori e con il tempo finale preso sul quarto di ciascuna formazione a tagliare il traguardo. Entrambe le prove si sono disputate sul medesimo percorso di 38,1 km, interamente pianeggiante se si eccettua uno strappo di 300 metri subito dopo il triangolo rosso dell’ultimo km. Per prime hanno, come di consueto, gareggiato le ragazze e ad imporsi è stata la Velocio-Sram, erede di quella Specialized-Lululemon che aveva conquistato le tre precedenti edizioni. Non è stata comunque una passeggiata per la formazione tedesca, composta da Alena Amaliusik, Lisa Brennauer, Karol-Ann Canuel, Mieke Kroeger, Trixi Worrack e dalla 25enne bergamasca Barbara Guarischi, inserita un po’ a sorpresa tra le sei atlete in gara, dal momento che l’olandese Boels Dolmans di Elizabeth Armistead, Chantal Blaak, Christine Majerus, Katarzyna Pawlowska, Evelyn Stevens ed Ellen Van Dijk ha recuperato strada facendo gli 11” di ritardo del primo intertempo, posto al km 10, fino a passare davanti per 3” al km 31,1, malgrado avesse perso la Majerus per via di una foratura; ma sullo strappo finale anche la Pawlowska ha perso terreno e la stessa Van Dijk, già campionessa mondiale a cronometro nel 2013 a Firenze, si è trovata in difficoltà costringendo le compagne a rallentare e a dar via libera alla Velocio-Sram, che ha avuto la meglio con un margine di 6”. Anche la lotta per la medaglia di bronzo ha visto coinvolte due formazioni ovvero la Rabo Liv Women, orfana della fuoriclasse Marianne Vos che ha già chiuso una stagione costellata da svariati problemi fisici, che ha schierato Lucinda Brand, Thalita De Jong, Shara Gillow, Roxane Knetemann, Katarzyna Niewiadoma e Anna Van Der Breggen e ha conquistato il bronzo chiudendo con un distacco di 56” mentre 4a a 1′10”, dopo essere rimasta sui tempi della compagine olandese nei primi tre rilevamenti intermedi, si è piazzata la Wiggle-Honda di Audrey Cordon, Jolien D’Hoore, Annette Edmondson, Emilia Fahlin, Danielle King e della 23enne piemontese Elisa Longo Borghini, che avrà comunque come obiettivo principale la prova in linea in cui tenterà di riconquistare il podio dopo il bronzo di Valkenburg del 2012. Decisamente più staccate tutte le altre formazioni con le statunitensi Twenty 16 P/B e UnitedHealtCare rispettivamente 5a a 2′04” e 6a a 2′50”, l’Orica in versione femminile 7a a 2′53”, la slovena Btc City Lubiana 8a a 3′02”, la statunitense Optum P/B Kelly 9a a 3′20” e la norvegese Hitec Products, nelle cui fila milita la veterana vicentina Tatiana Guderzo, 10a a 3′31”.
La gara maschile aveva come grandi favorite il Team Bmc, che si era imposto piuttosto inaspettatamente nel 2014 a Ponferrada, e l’Etixx-QuickStep, dominatrice nel 2012 e nel 2013 ma solo terza un anno fa alle spalle anche dell’Orica-GreenEdge. Le previsioni sono state rispettate con la compagine statunitense e quella belga che hanno gradualmente fatto il vuoto rispetto alla concorrenza: ad avere la meglio è stata nuovamente la Bmc che, rafforzata rispetto a un anno fa dalla presenza di Taylor Phinney accanto a Rohan Dennis, Silvan Dillier, Stefan Kueng e a due elementi imprescindibili per questo tipo di prove come il trentino Daniel Oss e il bolzanino Manuel Quinziato, ha da subito preso la testa con 3” di vantaggio al km 10 sull’Omega-QuickStep, che schierava Tom Boonen, Yves Lampaert, Niki Terpstra, un Rigoberto Urán reduce dal successo al GP Québéc, l’iridato su strada Michal Kwiatkowski e naturalmente un Tony Martin che cercherà di riprendersi lo scettro del tic-tac dopo la sconfitta patita un anno fa ad opera di Bradley Wiggins. Il vantaggio è salito a 12″ al km 17,8, sceso a 5″ al km 31,1 per poi risalire a 11″ sul traguardo, che la BMC ha tagliato con il tempo di 42′07” a quasi 55 km/h di media. Solo l’Orica-GreenEdge di Sam Bewley, Luke Durbridge, Michael Hepburn, Michael Matthews, Jens Mouris e Sven Tuft ha impensierito per metà gara le prime due compagini ma è sensibilmente calata alla distanza consentendo alla Movistar di Andrey Amador, Jonathan Castroviejo, Alex Dowsett, Jon Izagirre, Jasha Sutterlin e Adriano Malori, che dopo la recente vittoria nella crono del Tour-du Poitou Charentes si è riconfermato in ottime condizioni tali da poter tentare l’assalto al podio anche nella prova individuale, di conquistare il bronzo con un distacco di 30” contro i 53″ della formazione australiana. Quest’ultima, dal canto suo, ha preceduto la Giant-Alpecin (con Tom Dumoulin che ha trascinato i compagni Niklas Arndt, Chad Haga, Tobias Ludvigsson, Georg Preidler e Ramon Sinkeldam) al 5° posto a 1′03”, la Lotto-Jumbo di Robert Gesink, Wilco Kelderman, Thomas Leezer, Marten Tjallingii, Jos Van Emden e Sep Vanmarcke ottima 6a a 1′17” e con qualche rimpianto dal momento che Van Emden, sulla carta il più quotato dei suoi, è stato messo fuori gara da una caduta nelle fasi iniziali. La Lotto-Soudal di Lars Ytting Bak, Tiesj Benoot, Tony Gallopin, Greg Henderson, Jurgen Roelandts e Tim Wellens è giunta 7a a 1′26”, una piuttosto deludente Astana 8a a 1′37” con Lars Boom, Jakob Fuglsang, Andriy Grivko, Tanel Kangert, Alexey Lutsenko e Luis León Sánchez, un Team Sky che si è presentato al via in tono minore, con Vasil Kiryienka unico vero specialista delle prove contro il tempo accanto a Danny Pate, Salvatore Puccio, Luke Rowe, Ian Stannard ed Elia Viviani, 9° a 1′41” e la Trek Factory-Racing di Marco Coledan, Stijn Devolder, Fabio Felline, Markel Irizar, Jesse Sergent e Riccardo Zoidl a chiudere la top ten distanziata di 1′46”. Non è stata esaltante la prova della Lampre-Merida, unica formazione azzurra in gara, che con Mattia Cattaneo, Rui Costa, Luka Pibernik, Ruben Plaza, Jan Polanc e Nelson Oliveira ha chiuso 15a a 2′07” mentre la sfortuna ha privato di un piazzamento la Tinkoff-Saxo con Manuele Boaro, Maciej Bodnar e Peter Sagan che, a causa della caduta di Michael Valgren e Michael Rogers mentre il sesto uomo Christopher Juul-Jensen si era staccato nelle fasi iniziali, sono stati costretti ad attendere i compagni e a proseguire per onor di firma fino al traguardo che hanno tagliato al 27° e ultimo posto con un ritardo di 8′11”. I campionati del mondo proseguiranno ora con le prove contro il tempo individuali delle categorie under 23 maschile e junior femminile, nelle quali saranno impegnati gli azzurri Filippo Ganna, Davide Martinelli, Sofia Bertizzolo e Lisa Morzenti.

Marco Salonna

La BMC vola verso il secondo successo consecutivo nella cronosquadre mondiale (foto Tim de Waele/TDWSport.com)

La BMC vola verso il secondo successo consecutivo nella cronosquadre mondiale (foto Tim de Waele/TDWSport.com)

BENNATI TRIONFA, LA NAZIONALE SPERA

settembre 21, 2015 by Redazione  
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Nel Gran Premio Industria e Artigianato di Prato è Daniele Bennati, in maglia azzurra della nazionale, a conquistare il successo, regolando in uno sprint a cinque Marco Marcato (Wanty-Groupe Gobert), Davide Rebellin (CCC Sprandi), Luca Wackermann (Southeast) e Vincenzo Nibali (nazionale), partiti a cinquanta chilometri dal traguardo.

Dopo la vittoria di ieri al Memorial Pantani con Diego Ulissi, continua a vincere la selezione vestita d’azzurro di Davide Cassani grazie al colpo di Daniele Bennati, forte nel mantenere contatto sulla salita di Carmignano seguendo gli attacchi di chi è più scalatore di lui. Bene in prospettiva mondiale, ancora una volta, anche Vincenzo Nibali, protagonista per la quarta volta consecutiva in una settimana.
La gara si accende nel secondo giro del circuito comprendente la salita della Rocca di Montemurlo, momento in cui se ne vanno in cinque, Jaco Venter (MTN – Qhubeka), Antonio Nibali (Nippo – Fantini), Lorenzo Rota e Giovanni Carboni (Unieuro – Wilier) e Lukasz Owsian (CCC Sprandi), i quali raggiungono un vantaggio massimo di cinque minuti, annullato definitivamente a cinquanta chilometri dall’arrivo dopo il lavoro di Bardiani e della selezione azzurra.
Dopodiché il primo a partire nell’ultimo passaggio in salita è Luca Wackermann, raggiunto in seconda battuta da Rebellin, Nibali, Marcato e Bennati, formando un drappello di qualità in testa alla corsa.
Nonostante l’inseguimento di Bardiani, Rusvelo e Androni, il gruppo non riuscirà a raggiungere i fuggitivi se non dopo il traguardo.
La volata finale è senza storia dato che Bennati talvolta si ricorda di avere ancora ottime fibre veloci, per cui Marcato si deve accontentare della seconda posizione e Rebellin della terza.
Ottime notizie per il CT Cassani ad una settimana dal mondiali, visto che potrà usufruire di un gruppo in fiducia oltre che in condizione.

Paolo Terzi

ORDINE D’ARRIVO

1 Daniele Bennati (Ita) Italian National Team 4:28:25
2 Marco Marcato (Ita) Wanty-Groupe Gobert
3 Davide Rebellin (Ita) CCC Sprandi Polkowice
4 Luca Wackermann (Ita) Southeast
5 Vincenzo Nibali (Ita) Italian National Team 0:00:02
6 Sonny Colbrelli (Ita) Bardiani- CSF 0:00:28
7 Marko Kump (Slo) Adria Mobil
8 Manuel Belletti (Ita) Southeast
9 Roman Maikin (Rus) RusVelo
10 Simone Ponzi (Ita) Southeast

A Prato unaltra promettente affermazione della nazionale azzurra in vista della prova mondiale (foto Bettini)

A Prato un'altra promettente affermazione della nazionale azzurra in vista della prova mondiale (foto Bettini)

20-09-2015

settembre 21, 2015 by Redazione  
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CAMPIONATI DEL MONDO – CRONOSQUADRE UOMINI

Il team statunitense BMC Racing Team si è imposto nella cronometro a squadre, circuito di Richmond, percorrendo 38.8 Km in 42′07″ alla media di 55.275 Km/h. Ha preceduto di 12” il team belga Etixx – Quick Step e di 31″ il team spagnolo Movistar Team. Unica formazione italiana in gara la Lampre-Merida 15° a 2′08”

CAMPIONATI DEL MONDO – CRONOSQUADRE DONNE

Il team tedesco Velocio- SRAM si è imposto nella cronometro a squadre, circuito di Ponferrada, percorrendo 38.8 Km in 47′35″ alla media di 48.925 Km/h. Ha preceduto di 6″ il team olandese Boels – Dolmans Cycling Team e di 56″ il tem olandese Rabobank-Liv Woman Cycling Team.

GP INDUSTRIA & COMMERCIO DI PRATO

L’italiano Daniele Bennati (Tinkoff – Saxo) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Prato, percorrendo 185.8 Km in 4h28′25″, alla media di 41.532 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Marco Marcato (Wanty – Groupe Gobert) e Davide Rebellin (CCC Sprandi Polkowice)

GRAND PRIX D’ISBERGUES – PAS DE CALAIS

Il francese Nacer Bouhanni (Cofidis, Solutions Crédits) si è imposto nella corsa francese, circuito di Isbergues, percorrendo 204 Km in 4h37′45″, alla media di 44.068 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo slovacco Kolar e il neozelandese Archbold. Miglior italiano Tiziano Dall’Antonia (Androni Giocattoli – Sidermec), 24°.

RUND UM SEBNITZ

L’austriaco Maximilian Kuen (Amplatz – BMC) si è imposto nella corsa tedesca, circuito di Sebnitz, percorrendo 117 Km in 2h59′11″, alla media di 39.178 Km/h. Ha preceduto di 1″ il polacco Gradek e lo slovacco Canecky.

KEIZER DER JUNIORES (Belgio, juniores)

Due tappe disputate nel secondo ed ultimo giorno di gara.
Il mattino, il belga Cédric Beullens si è imposto nella seconda tappa, circuito a cronometro di Wulpen, percorrendo 6 Km in 7′24″, alla media di 48.649 Km/h. Ha preceduto di 3″ il britannico Hayter e di 4″ l’olandese Schelling. Beullens è il nuovo leader della classifica con 13″ su Hayter e 15″ sul belga De Pestel
Il pomeriggio, il belga Julian Mertens si è imposto nella terza ed ultima tappa, circuito di Koksijde, percorrendo 102.2 Km in 2h22′33″, alla media di 43.016 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Schmiedel e il belga Vanacker. Beullens si impone in classifica con 4″ su Hayter e 11″ su Vanacker

LE SIRENE MONDIALI SEDUCONO ULISSI. AL TOSCANO IL MEMORIAL PANTANI

settembre 20, 2015 by Redazione  
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Seconda vittoria stagionale di Diego Ulissi (Nazionale Italiana) che per l’occasione sfoggia una forma mondiale insieme al sempre presente Vincenzo Nibali, oggi terzo. Secondo si classifica Govanni Visconti, che invece attende con ansia il Giro di Lombardia. Azione decisiva del terzetto sulla terza ed ultima scalata verso Montevecchio, a circa 60 km dall’arrivo. Il gruppo non li riprende più e Ulissi batte facilmente in volata i due compagni. Adesso l’attenzione è tutta o quasi per il Mondiale di Richmond.

Giunta alla sua 12° edizione, anche quest’anno il Memorial Pantani ha vissuto momenti di bel ciclismo offerti dalle 25 squadre partecipanti. Una partecipazione veramente copiosa, composta in totale da ben 192 corridori e capeggiata, se così si può dire, da un’agguerrita selezione della Nazionale Italiana con Vincenzo Nibali fresco vincitore della Coppa Bernocchi e della convocazione per i Mondiali di Richmond, ai quali prenderanno parte, tra gli atleti presenti oggi, anche Giacomo Nizzolo, Diego Ulissi, mentre si segnalava, tra le fila della Bardiani CSF, il forfait di Sonny Colbrelli. Il percorso, con partenza da Riccione e arrivo a Cesenatico dopo 199.5 km, comprendeva il consueto circuito centrale che prevedeva la tripla scalata verso Montevecchio e poi, prima degli ultimi 40 km pianeggiati, l’ultima asperità di Longiano. Dopo la partenza iniziavano immediatamente gli scatti per formare la fuga di giornata. In quattro riuscivano nell’intento, ovvero Johann Van Zyl (MTN Qhubeka), Gianfranco Zilioli (Androni Sidermec), Nico Brungger (Roth-Skoda) e Michele Gazzarra (MG KVis Vega). Dopo una cinquantina di km dalla partenza il vantaggio del quartetto si attestava sui tre minuti. Il gruppo controllava agevolmente la fuga ed il suo vantaggio iniziava lentamente ma progressivamente a diminuire. In particolare era la Nazionale Italiana a fare il grosso del lavoro, con un generoso Giovanni Visconti a condurre l’andatura. A circa 100 km dall’arrivo, dopo la seconda scalata verso Montevecchio, il gruppo dei migliori si spezzettava in tanti gruppetti e all’inseguimento della fuga restavano circa 20 ciclisti. La notevole andatura imposta da Visconti permetteva al gruppo di raggiungere e annullare la fuga al km 96. Erano così in 22 nel gruppo di testa, tra cui era presente una solida rappresentativa della Nazionale Italiana con Visconti, Nibali e Ulissi. Prima dell’ultima ascesa verso Montevecchio il gruppo di testa aveva 24 secondi di vantaggio su un gruppo formato da una quarantina di corridori. L’ultima ascesa verso Montevecchio sfoltiva ancora di più il gruppetto di testa, in cui restavano in 11: i già citati Nibali, Visconti e Ulissi (Nazionale Italiana) ai quali si aggregavano Marco Frapporti (Androni – Sidermec), Stefan Schumacher (CCC Sprandi), Enrico Barbin (Bardiani CSF), Miguel Angel Rubiano Chavez (Team Colombia), Andrea Fedi e Francesco Gavazzi (Team Southeast), Marco Marcato (Wanty Groupe Gobert) e Sergey Shilov (Team Lokosphinx). Il trio della Nazionale italiana attaccava a circa due km dallo scollinamento, lasciandosi alle spalle i compagni di fuga e accumulando un vantaggio di circa un minuto a circa 60 km dall’arrivo. Dietro di loro i vari gruppetti iniziavano poco a poco a compattarsi e a provare l’inseguimento sul terzetto di testa. A circa 40 km dall’arrivo il vantaggio sfiorava i due minuti. Il gruppo cercava in tutti i modi di accorciare il distacco ma ai meno 20 il vantaggio di Nibali, Ulissi e Visconti era ancora di 1 minuto e 40 secondi. All’inizio dell’ultimo giro del circuito di Cesenatico, a meno 5 km dall’arrivo, il terzetto al comando aveva ancora un minuto di vantaggio sul gruppo. Era ormai soltanto un discorso fra questi tre e Diego Ulissi confermava le qualità allo sprint battendo Visconti e Nibali sul traguardo di Cesenatico. Il gruppo, a 31 secondi, era regolato al quarto posto da Kristian Sbaragli (MTN Qhubeka). Ulissi conquista la seconda vittoria stagionale dopo l’affermazione nella settima tappa allo scorso Giro d’Italia. Adesso, dopo il GP Industria e Commercio di Prato di domenica, massima attenzione e concentrazione sull’avventura mondiale. Nibali e Ulissi ci sono, lo hanno dimostrato con i fatti e sono pronti a sfidare gli altri campioni del pedale sul difficile circuito di Richmond.

Giuseppe Scarfone

ORDINE D’ARRIVO

1 Diego Ulissi (Ita) Nazionale Italiana 4:39:23
2 Giovanni Visconti (Ita) Nazionale Italiana
3 Vincenzo Nibali (Ita) Nazionale Italiana
4 Kristian Sbaragli (Ita) MTN – Qhubeka 0:00:31
5 Grega Bole (Slo) CCC Sprandi Polkowice
6 Andrea Pasqualon (Ita) Roth – Skoda
7 Enrico Barbin (Ita) Bardiani CSF
8 Sergey Shilov (Rus) Lokosphinx
9 Miguel Angel Rubiano Chavez (Col) Colombia
10 Eduard Prades Reverte (Spa) Caja Rural-Seguros RGA
11 Marco Frapporti (Ita) Androni Giocattoli – Sidermec
12 Enrico Gasparotto (Ita) Wanty – Groupe Gobert
13 Alessandro Malaguti (Ita) Nippo – Vini Fantini
14 Francesco Gavazzi (Ita) Southeast
15 Marco Tizza (Ita) Team Idea 2010 Asd
16 Andrea Fedi (Ita) Southeast
17 Patrick Konrad (Aut) Bora-Argon 18
18 Marco Tecchio (Ita) Unieuro Wilier
19 Serge Pauwels (Bel) MTN – Qhubeka
20 Radoslav Rogina (Cro) Adria Mobil
21 Stefan Schumacher (Ger) CCC Sprandi Polkowice
22 Dominik Nerz (Ger) Bora-Argon 18
23 Heiner Rodr Parra Bustamente (Col) Caja Rural-Seguros RGA
24 Michele Scartezzini (Ita) Mg.Kvis-Vega
25 Luca Chirico (Ita) Bardiani CSF
26 Cesare Benedetti (Ita) Bora-Argon 18
27 Sergey Firsanov (Rus) Rusvelo
28 Stefano Pirazzi (Ita) Bardiani CSF
29 Gianfranco Zilioli (Ita) Androni Giocattoli – Sidermec
30 Edoardo Zardini (Ita) Bardiani CSF
31 Daniel Teklehaimanot (Eri) MTN – Qhubeka
32 Antonio Molina (Spa) Caja Rural-Seguros RGA
33 Davide Rebellin (Ita) CCC Sprandi Polkowice
34 Damiano Cunego (Ita) Nippo – Vini Fantini
35 Francis De Greef (Bel) Wanty – Groupe Gobert
36 Primož Roglic (Slo) Adria Mobil
37 Marco Marcato (Ita) Wanty – Groupe Gobert
38 Adrian Honkisz (Pol) CCC Sprandi Polkowice
39 Francesco Manuel Bongiorno (Ita) Bardiani CSF
40 Mauro Finetto (Ita) Southeast
41 Andrea Ruscetta (Ita) Gm Cycling Team 0:00:53
42 Rodolfo Andre Torres Agudelo (Col) Colombia
43 Simone Petilli (Ita) Unieuro Wilier
44 Jame Roson Garcia (Spa) Caja Rural-Seguros RGA
45 José Joao Pimenta Costa Mendes (Por) Bora-Argon 18
46 Matteo Busato (Ita) Southeast

Ulissi si impone in maglia azzurra sul traguardo di Cesenatico (foto Bettini)

Ulissi si impone in maglia azzurra sul traguardo di Cesenatico (foto Bettini)

SEAN DE BIE S’IMPONE ALLA PRIMUS CLASSIC IMPANIS – VAN PETEGEM

settembre 20, 2015 by Redazione  
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E’ senza dubbio la vittoria più bella della sua giovane carriera per l’ex campione europeo U23, che stacca tutti a 3 km dall’arrivo e s’invola in solitaria sul traguardo di Boortmeerbeek. Il giovane belga della Lotto Soudal vince la semiclassica fiamminga davanti Floris Gerts (BMC) e Dimitri Claeys (Verandas Willems), i quali a loro volta nel concitato finale sono riusciti ad anticipare la volata del gruppo, regolata da Danny Van Poppel (Trek). Da segnalare la grintosa prova di Alessandro De Marchi, in fuga sin dalle battute iniziali della corsa.

Lorenzo Alessandri
Twitter @LorenzoAleLS7

ORDINE D’ARRIVO

1 Sean De Bie (Bel) Lotto Soudal 4:31:14
2 Dimitri Claeys (Bel) Verandas Willems Cycling Team 0:00:01
3 Floris Gerts (Ned) BMC Racing Team
4 Danny Van Poppel (Ned) Trek Factory Racing
5 Jean-Pierre Drucker (Lux) BMC Racing Team
6 Roy Jans (Bel) Wanty – Groupe Gobert
7 Mike Teunissen (Ned) Team Lottonl-Jumbo
8 Raymond Kreder (Ned) Team Roompot
9 Boudat Thomas (Fra) Team Europcar
10 Olivier Pardini (Bel) Verandas Willems Cycling Team
11 Dennis Vanendert (Bel) Lotto Soudal
12 Roy Curvers (Ned) Team Giant-Alpecin
13 Pim Ligthart (Ned) Lotto Soudal
14 Kevyn Ista (Bel) Wallonie – Bruxellesel
15 Edward Theuns (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
16 Benoit Jarrier (Fra) Bretagne-Séché Environnement
17 Sander Cordeel (Bel) Vastgoedservice – Golden Palace Continental Team
18 Tim De Troyer (Bel) Wanty – Groupe Gobert
19 Daniel Schorn (Aut) Bora-Argon 18
20 Michal Golas (Pol) Etixx – Quick-Step
21 Antwan Tolhoek (Ned) Tinkoff-Saxo
22 Gaetan Bille (Bel) Verandas Willems Cycling Team
23 Alessandro De Marchi (Ita) BMC Racing Team
24 Martin Velits (Svk) Etixx – Quick-Step
25 Christoph Pfingsten (Ger) Bora-Argon 18
26 Timo Roosen (Ned) Team Lottonl-Jumbo
27 Arnaud Gerard (Fra) Bretagne-Séché Environnement
28 Koen De Kort (Ned) Team Giant-Alpecin
29 Gijs Van Hoecke (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
30 Evgeny Petrov (Rus) Tinkoff-Saxo
31 Jasper De Buyst (Bel) Lotto Soudal
32 Brian Van Goethem (Ned) Team Roompot
33 Gianluca Brambilla (Ita) Etixx – Quick-Step
34 Preben Van Hecke (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
35 Sébastien Delfosse (Bel) Wallonie – Bruxelles 0:00:10
36 Bram Tankink (Ned) Team Lottonl-Jumbo
37 Twan Castelijns (Ned) Team Lottonl-Jumbo 0:00:11
38 Jesper Asselman (Ned) Team Roompot
39 David De La Cruz Melgarejo (Spa) Etixx – Quick-Step
40 Florian Vachon (Fra) Bretagne-Séché Environnement
41 Andreas Schillinger (Ger) Bora-Argon 18
42 Kilian Frankiny (Swi) BMC Racing Team
43 Frederik Veuchelen (Bel) Wanty – Groupe Gobert
44 Damiano Caruso (Ita) BMC Racing Team 0:00:18
45 Bjorn Leukemans (Bel) Wanty – Groupe Gobert 0:00:22
46 Warren Barguil (Fra) Team Giant-Alpecin 0:00:46
47 Alexandre Pichot (Fra) Team Europcar 0:02:13
48 Thomas Voeckler (Fra) Team Europcar
49 Adrian Kurek (Pol) Ccc Sprandi Polkowice
50 Bartlomiej Matysiak (Pol) Ccc Sprandi Polkowice
51 Tomasz Kiendys (Pol) Ccc Sprandi Polkowice
52 Patryk Stosz (Pol) Ccc Sprandi Polkowice
53 Valentin Madouas (Fra) Bretagne-Séché Environnement
54 Christophe Prémont (Bel) Verandas Willems Cycling Team
55 Stef Van Zummeren (Bel) Verandas Willems Cycling Team
56 Guillaume Haag (Bel) Tpalm – Pôle Continental Wallon
57 Alberto Nardin (Ita) Androni Giocattoli
58 Gerry Druyts (Bel) Vastgoedservice – Golden Palace Continental Team
59 Tiziano Dall´Antonia (Ita) Androni Giocattoli
60 Alexander Geuens (Bel) Vastgoedservice – Golden Palace Continental Team
61 Fabio Sabatini (Ita) Etixx – Quick-Step
62 Koen Bouwman (Ned) Team Lottonl-Jumbo
63 Christophe Laborie (Fra) Bretagne-Séché Environnement
64 Bert De Backer (Bel) Team Giant-Alpecin
65 Nicolas Mertz (Bel) Tpalm – Pôle Continental Wallone
66 Moreno Hofland (Ned) Team Lottonl-Jumbo
67 Martijn Keizer (Ned) Team Lottonl-Jumbo
68 Grzegorz Stepniak (Pol) Ccc Sprandi Polkowice
69 Lukasz Wisniowski (Pol) Etixx – Quick-Step
70 Eugenio Alafaci (Ita) Trek Factory Racing
71 Romain Guillemois (Fra) Team Europcar
72 Bruno Pires (Por) Tinkoff-Saxo
73 Yauheni Hutarovich (Blr) Bretagne-Séché Environnement
74 Tim Declercq (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
75 Berden De Vries (Ned) Team Roompot 0:03:04
76 Kevin Van Melsen (Bel) Wanty – Groupe Gobert
77 Dennis Coenen (Bel) Vastgoedservice – Golden Palace Continental Team
78 Wesley Kreder (Ned) Team Roompot
79 Huub Duijn (Ned) Team Roompot
80 Stig Broeckx (Bel) Lotto Soudal
81 Rob Ruijgh (Ned) Vastgoedservice – Golden Palace Continental Team
82 Kenny Dehaes (Bel) Lotto Soudal
83 Giovanni Bernaudeau (Fra) Team Europcar
84 Julien Morice (Fra) Team Europcar
85 Jérôme Baugnies (Bel) Wanty – Groupe Gobert
86 Laurent Didier (Lux) Trek Factory Racing
87 Lionel Taminiaux (Bel) Color Code – Aquality Protect
88 Frederik Backaert (Bel) Wanty – Groupe Gobert
89 Michal Kolár (Svk) Tinkoff-Saxo
90 Bert Van Lerberghe (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
91 Matteo Tosatto (Ita) Tinkoff-Saxo
92 Amaury Capiot (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
93 Nikolay Trusov (Rus) Tinkoff-Saxo
94 Claudio Catania (Ita) Tpalm – Pôle Continental Wallone
95 Vincent Jerome (Fra) Team Europcar
96 Sander Armee (Bel) Lotto Soudal
97 Michael Schär (Swi) BMC Racing Team
98 Jaroslaw Marycz (Pol) Ccc Sprandi Polkowice
99 Rick Zabel (Ger) BMC Racing Team
100 Michael Schwarzmann (Ger) Bora-Argon 18
101 Sander Helven (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
102 Zakkari Dempster (Aus) Bora-Argon 18
103 Boy Van Poppel (Ned) Trek Factory Racing
104 Ludwig De Winter (Bel) Wallonie – Bruxelles
105 Michael Morkov (Den) Tinkoff-Saxo
106 Olivier Chevalier (Bel) Wallonie – Bruxelles
107 Antoine Demoitie (Bel) Wallonie – Bruxelles
108 Vegard Breen (Nor) Lotto Soudal
109 Shane Archbold (NZl) Bora-Argon 18

Sen De Bie (Serge Waldbillig/ Luxemburger Wort Photographe)

Sen De Bie (Serge Waldbillig/ Luxemburger Wort Photographe)

19-09-2015

settembre 19, 2015 by Redazione  
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MEMORIAL MARCO PANTANI

L’italiano Diego Ulissi (Lampre – Merida) si è imposto nella corsa italiana, Riccione – Cesenatico, percorrendo 199.5 Km in 4h39′23″, alla media di 42.844 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Giovanni Visconti (Movistar Team) e Vincenzo Nibali (Astana Pro Team)

PRIMUS CLASSIC IMPANIS – VAN PETEGEM

Il belga Sean De Bie (Lotto Soudal) si è imposto nella corsa belga, Brakel – Boortmeerbeek, percorrendo 199.2 Km in 4h31′14″, alla media di 44.065 Km/h. Ha preceduto di 1″ il connazionale Claeys e l’olandese Gerts. Miglior italiano Alessandro De Marchi (BMC Racing Team), 23° a 1″

KEIZER DER JUNIORES (Belgio, juniores)

Il belga Viktor Verschaeve si è imposto nella prima tappa, circuito di Reningelst, percorrendo 94 Km in 2h14′28″, alla media di 41.943 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale De Pestel e il lussemburghese Leyder.

18-09-2015

settembre 19, 2015 by Redazione  
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KAMPIOENSCHAP VAN VLAANDEREN

Il polacco Michal Golas (Etixx – Quick Step) si è imposto nella corsa belga, circuito di Koolskamp, percorrendo 192 Km in 4h27′59″, alla media di 42.988 Km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Trusov e il norvegese Stien. Miglior italiano Eugenio Alafaci (Trek Factory Racing), 59° a 2′19″

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