LUGO – SESTOLA: LO SPECCHIETTO E LE ALLODOLE

maggio 18, 2014 by Redazione  
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Sulla carta pare una frazione di montagna meno temibile rispetto a quella vissuta ventiquattrore prima attorno al Carpegna. È vero che gli arrivi in salita son sempre meritevoli d’attenzione, ma l’arrampicata verso Sestola non sembra particolarmente esigente, principalmente per quel finale morbidissimo che potrebbe indurre molti in clamorosi errori di valutazione. Il tratto verso Pian del Falco è di quelli tosti, che piacciono ai grimpeur di razza e, per chi dovessere prendere solenni bastonate in quei chilometri, quel finale quasi vellutato prenderà la fisionomia di una poco gradita Via Crucis.

C’è un piccolo specchio sopra Sestola, nella zona dove si concluderà la tappa, è colmo d’acqua e lo chiamano il Lago della Ninfa. Ma ci sarà un altro specchio in zona domenica 19 maggio, quello nel quale si rifletteranno i musi lunghi delle “allodole”, tutti quei corridori che avranno sottostimato la nona frazione della corsa rosa. E’ vero che l’arrivo è in salita, e come tale meritevole di attenzione, ma visto il grafico e avendo negli occhi (e nelle gambe) l’altimetria della tappa del Carpegna verrebbe quasi voglia di voltare pagina e passare oltre. L’arrampicata finale non pare impossibile con quel tratto duro che comincia all’uscita da Sestola, che dura 4 Km e che poi è seguito da un finale quasi vellutato, lungo altrettanti chilometri ma assai morbido. Qualcuno, forse, potrà pensare che, passata la lieve tempesta di pendenze e tornati a pedalare con più scioltezza, si potrà rifiatare e recuperare il tempo perso. Erroraccio, perché a pochi chilometri dalla conclusione una défaillance stimolerà gli appetiti degli avversari che attaccheranno a fondo e, in quelle condizioni, affrontato a tutta con il cuore in gola anche il tratto di salita più facile diventa insormontabile. Fatte le debite proporzioni, è un po’ quel che accade nei tapponi con arrivo all’Aprica dal facilissimo versante di Edolo dopo aver affrontato il Mortirolo: i distacchi accumulati sul tremendo passo valtellinese anziché scemare si moltiplicano con l’avvicinarsi del traguardo di Aprica, a dispetto di pendenze che, in condizioni normali, forse non avrebbe fatto paura nemmeno a un velocista.
Dunque, anche questa seconda tappa di vera montagna si annuncia delicatissima, foriera per qualcuno di sorprese non gradite e che potrebbe anche acuire lo stato di crisi di chi era uscito con le ossa peste dalla tappa di Montecopiolo, ribadendo ancor più i nomi di chi questo Giro non potrà vincerlo.
Quest’altra grande giornata di grande sport si aprirà in un centro dove da una vita si mangiano pane e ciclismo. Lugo, infatti, non è solo la patria della “Società ciclistica Francesco Baracca”, club tra i più antichi della Romagna (fondato nel 1866 con il nome di “Club Sportivo Romagnolo della Velocipedistica” e tuttora organizzatore del Giro di Romagna) ma fu anche uno delle prime cittadine italiane non capoluogo di provincia ad aver avuto l’onore di accogliere l’arrivo di una tappa del Giro, quando la corsa si “accasava” prevalentemente nelle grandi municipalità, non ancora strangolate dal traffico. Sarà così per molti anni ma già nel 1914, quando il Giro aveva appena 5 anni, Lugo riuscirà ad essere traguardo della settima frazione, partita 428 Km prima dall’Aquila e vinta dal pavese Luigi Lucotti. Tra l’altro, per 2 Km quella frazione non sarà la più lunga della storia della corsa rosa, primato detenuto dalla Lucca – Roma disputata in quella stessa edizione.
Partito all’ombra del Pavaglione, l’antico mercato dei bachi da seta che oggi è divenuto il monumento simbolo di Lugo, il gruppo si porterà lestamente verso Faenza, città mondialmente conosciuta per la produzione di ceramiche di pregio, al punto che in diverse lingue straniere il termine maiolica viene tradotto nel nome di questo centro (per esempio, in francese si dice faïence) dove – oltre ad un museo dedicato a questi manufatti, qui “sfornati” sin dal 1142 anche se la cittadina “sbocciò” sotto quest’aspetto in epoca rinascimentale – si possono ammirare il bel campanile ottagonale di Santa Maria Vecchia e l’insigne Duomo di San Pietro.
Da qui e per una buona cinquantina di chilometri il tracciato si snoderà costantemente sulla Via Emilia, la statale erede dell’omonima strada consolare fatta tracciare dal console Marco Emilio Lepido tra il 189 e il 187 a.C. per congiungere “Placentia” ad “Ariminum” e che costituì il principale asse stradale della regione fino alla costruzione dell’Autostrada del Sole, inaugurata nel 1964, e della successiva Adriatica, i cui lavori inizieranno due anni più tardi.
Continuamente procedendo in pianura i “girini” entreranno in Imola, altro centro denotato da una grande passione sportiva, dove l’amore per le due ruote (ancora vivo, nonostante siano passati 45 anni, è il ricordo del mondiale qui vinto da Vittorio Adorni) si è raddoppiato verso le quattro ruote, grazie alla presenza dell’autodromo inaugurato nel 1953 e che era stato inizialmente progettato per le moto. Infatti, le prime competizioni disputate a Imola furono due gare motociclistiche che, il 25 aprile di quell’anno, misero in palio il GP CONI (campionato italiano delle classi 125 e 500) e il GP Città di Imola. Bisognerà aspettare un anno per veder sfrecciare i primi bolidi (Conchiglia d’oro Shell per vetture Sport) e ben dieci per assistere a una gara di Formula 1, ma già l’anno precedente l’apertura dell’impianto, in occasione del test di collaudo della pista, il “Drake” vi aveva portato tre suoi piloti (Ascari, Marzotto e Villoresi) e li avevi fatti provare una Ferrari 340 Sport.
E’ tempo di ritornare alle due ruote e il passo tra i due sport sarà breve perché subito dopo Imola si transiterà ai piedi del borgo di Dozza, posto su di una collina alta un centinaio di metri sulla sottostante pianura, affascinante per i murales che lo abbelliscono dal 1965 (anno della prima edizione della “Biennale del Muro Dipinto”) e noto agli appassionati di ciclismo perché vi abitò per moltissimi anni Luciano Pezzi, il corridore romagnolo che, appesa la bici al chiodo dopo una carriera non particolarmente sfolgorante (tre successi, tra i quali la tappa di Ax-les-Thermes al Tour de France del 1955), intraprese con molta più gloria quella di direttore sportivo, conquistando grazie ai suoi corridori 4 Giri d’Italia (Adorni, due volte Gimondi e Pantani), due Tour de France (Gimondi e Pantani) e una Vuelta di Spagna (Gimondi).
Percorsa una settantina di chilometri dal via si giungerà a Bologna, città cara alla Gazzetta che la scelse come traguardo della prima tappa assoluta del Giro d’Italia, disputata il 13 maggio del 1909 e conquistata dal romano Dario Beni che, percorsi 397 Km in quasi 14 ore (la media finale fu di poco superiore ai 28 Km/h), precedette Mario Pesce e Carlo Galletti allo sprint, sullo sterrato rettilineo tracciato all’interno dello scomparso ippodromo Zappoli. Ventiquattro anni più tardi il capoluogo emiliano sarà chiamato a tenere a battesimo anche la prima cronometro individuale proposta all’interno di una grande corsa a tappe (il Tour le introdurrà solo l’anno successivo), corsa tra Bologna e Ferrara sulla distanza di 62 Km e vinta da Alfredo Binda alla media di 39,220 Km/h. Il gruppo percorrerà la strada che funge da cerniera tra i quartieri collinari e il centro della città felsinea, il cui cuore pulsante è uno dei più meravigliosi spazi aperti d’Italia, quella Piazza Maggiore sulla quale si affacciano i principali monumenti cittadini e che, contrariamente a quel che si è soliti pensare, non ispirò il celebre singolo di Lucio Dalla “Piazza Grande”, componendo il quale il cantautore aveva in mente la vicina Piazza Cavour, a lui casa perché vi si trovava la casa dove aveva abitato da ragazzino.
Lasciata sulla sinistra la ripidissima stradina verso la Madonna di San Luca (è su quella verticale che al Giro del 1956, durante una cronoscalata, fu scattata una delle immagini simbolo di quell’edizione, quella che immortalava Fiorenzo Magni stringere tra i denti una camera d’aria collegata al manubrio, nell’impossibilità di forzare in salita a causa di una frattura alla clavicola accorsagli quattro giorni prima), il tracciato della tappa abbandonerà i rettifili della Via Emilia, ma si continuerà a “navigare” in acque calme per parecchi chilometri, un’altra cinquantina almeno, passando dal bolognese alla provincia di Modena e transitando da Zola Predosa, nostra personale tappa alla ricerca dei luoghi del cinema italiano perché qui si trova Palazzo Albergati, tra i più maestosi esempi dell’architettura barocca in Italia e nelle cui stanze, oltre a celebrità del calibro di Goldoni e Voltaire, di Pavarotti e del re di Spagna Juan Carlos di Borbone, si sono aggirati gli attori che nel 1984 furono diretti da Pupi Avati in uno dei meno noti film del maestro bolognese, “Noi tre”. Più avanti si arriverà nella cittadina di Vignola, molto conosciuta per la produzione di ciliegie e che un tempo faceva venire l’acquolina in bocca non solo ai golosi di questi succosi frutti ma anche ai velocisti. Questo centro, infatti, era il capolinea di una delle pochissime classiche a loro destinate, la Milano – Vignola appunto, organizzata dal 1952 al 1996 e dall’anno successivo soppiantata dal più vallonato Gran Premio Bruno Beghelli, corsa che si disputa nella vicina Monteveglio e che, pur indurendosi, ha sempre mantenuto uno spiraglio aperto agli sprinter, a partire da Mario Cipollini, che s’impose nell’edizione del debutto conquistando lo stesso giorno la maglia tricolore di campione nazionale.
La pianura è oramai agli sgoccioli; ancora una decina di chilometri facili e poi, risalendo le prime pendici dell’appennino modenese, si affronterà la prima delle due ascese che faranno da antipasto all’arrampicata finale, 13,3 Km facili chilometri (media del 3,7%) per arrivare al GPM posto in località Sant’Antonio, in vista dal passaggio da Pavullo nel Frignano, una delle principali località di villeggiatura del Frignano, con un passato di capoluogo quando fu istituita, tra il 1832 e 1859, la Provincia estense del Frignano. Siamo nella terra natale di Romeo Venturelli, corridore che passò professionista nel 1960 con la San Pellegrino, voluto in squadra da Fausto Coppi, che era rimasto colpito dai suoi successi conquistati tra i dilettanti e che avrebbe voluto fargli da “balia” nella formazione diretta dal suo ex avversario Gino Bartali. Il destino decise diversamente, la malaria si portò via il Campionissimo il 2 gennaio di quell’anno e “Meo” si ritrovò privato di un prezioso sostegno che avrebbe certamente mitigato le intemperanze di un corridore che colse molto meno di quello che avrebbe potuto, capace di passare nel giro di poche ore dal genio alla sregolatezza: come quella volta che, al Giro disputato in quello stesso 1960, riuscì nella non facile impresa di battere Anquetil a cronometro e, il giorno successivo, perdere maglia rosa e minuti a rotoli a causa delle abbondanti libagioni della sera prima, alle quali farà seguito, qualche giorno più tardi, l’ingestione in corsa di limonata gelato e latte freddo, che gli causò un mal di pancia talmente forte da costringelo al ritiro.
Dopo un breve tratto in quota si scenderà nella valle del torrente Scoltenna e, varcato il corso d’acqua, si andrà ad affrontare la successiva asperità di Rocchetta Sandri, più breve (4,7 Km) ma più impegnativa della precedente, pur non potendosi definire una salita difficile, essendo la media del 6% (massima del 13%). Arrivati a quel punto mancheranno poco meno di 24 Km al traguardo e, tolta la breve discesa da Rocchetta, i rimanenti saranno tutti all’insù. S’inizierà in maniera gradevole uscendo da Fanano, centro oggi di villeggiatura fondato nel 752 attorno ad un monastero colombaniano posto lungo la Via Romea Nonantolana, itinerario di pellegrinaggi verso Roma che si snodava tra l’abbazia di Nonantola e le città toscane di Pistoia e Lucca superando la catena appenninica al Passo della Croce Arcana. S’incontreranno pendenze tranquille fin al passaggio da Sestola, la più frequentata stazione di sport invernali dell’Emilia – Romagna, gettonatissima dagli appassionati grazie ai 50 Km di piste offerti dal Comprensorio del Cimone e al forte legame che Alberto Tomba ha sempre avuto con questa località. Superati i primi 6,7 Km al 6,2%, già noti a qualche elemento del gruppo perché furono percorsi nella tappa di Fiorano Modenese del Giro 2007, inizierà il tronco più duro di questa tappa, un salto di 4 Km all’8,8% (massimo del 13%) che nel 1971 esaltò le doti dello spagnolo José Manuel Fuente che sul traguardo di Pian del Falco, proprio dove termina il tratto più arcigno, distanziò di 3” Lino Farisato e di 17” Gösta Pettersson, lo svedese che undici giorni più tardi vedrà il suo nome iscritto nell’albo d’oro del Giro. Il più sarà alle spalle anche se, come anticipato, inizieranno ora i 4000 metri più delicati, quelli del tratto conclusivo, che puntano verso il Passo del Lupo modesti nelle pendenze (4,4%) ma che, come un can che dorme improvvisamente risvegliato, azzanneranno i garretti di chi avrà dato l’anima pocanzi. È proprio il caso di dirlo: attenti al Lupo!

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Sella di Pavullo nel Frignano (682). Coincide con l’omonimo abitato

Foce del Gaiato (827). Valicato dalla strada che da Pavullo nel Frignano si porta nella valle del torrente Scoltenna, all’altezza della frazione Pianelli e del bivio per Gaiato.

Sella di Sestola (1020). Vi sorge l’omonimo centro, punto più elevato toccato dalla SS 324 “del Passo delle Radici”, nel tratto che questa compie tra Fanano e Pievepelago. E’ stata traguardo GPM lungo la tappa Barberino di Mugello – Fiorano Modenese del Giro del 2007, vinta dal norvegese Kurt Asle Arvesen dopo che era scollinato per primo a Sestola Emanuele Sella.

Valico Pian del Falco (1350). Vi sorge l’omonima località di sport invernale, frazione del comune di Sestola, ed è valicato dalla strada che sale da Sestola al Lago della Ninfa. Vi si concluse la tappa Forte dei Marmi – Sestola (Pian del Falco), vinta dallo spagnolo José Manuel Fuente.

Passo Serre (1489). Valicato dall’ex strada forestale che sale da Sestola al Lago della Ninfa passando per Pian del Falco. I corridori lo attraverseranno circa 1200 metri prima di giungere al traguardo.

Passo del Lupo (1547). Valicato dall’ex strada forestale che sale da Sestola al Lago della Ninfa passando per Pian del Falco. Punto più elevato della strada – oltre il quale inizia la discesa che, toccato il lago, conduce a Fanano –è il luogo dove si concluderà la tappa, quotato 1528 sulle cartine del Giro 2014.

RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

FOTOGALLERY

Il Pavaglione di Lugo (www.lugonotizie.it)

Il Pavaglione di Lugo (www.lugonotizie.it)

Faenza, campanile di Santa Maria Vecchia (www.prolocofaenza.it)

Faenza, campanile di Santa Maria Vecchia (www.prolocofaenza.it)

Lautodromo di Imola (www.blogobike.it)

L'autodromo di Imola (www.blogobike.it)

Uno scorcio del borgo di Dozza con alcuni dei murales che lo abbelliscono (www.aladoro.it)

Uno scorcio del borgo di Dozza con alcuni dei murales che lo abbelliscono (www.aladoro.it)

Bologna, Basilica di San Petronio (www.alloggionline.com)

Bologna, Basilica di San Petronio (www.alloggionline.com)

Palazzo Albergati come appare nel film Noi tre (www.davinotti.com)

Palazzo Albergati come appare nel film 'Noi tre' (www.davinotti.com)

La rocca di Vignola (www.beniculturali.it)

La rocca di Vignola (www.beniculturali.it)

Pavullo nel Frignao vista dallaereo (panoramio)

Pavullo nel Frignao vista dall'aereo (panoramio)

Sestola (www.mitula.it)

Sestola (www.mitula.it)

Il lago della Ninfa e, in trasparenza, laltimetria della nona tappa (www.fotografieitalia.it)

Il lago della Ninfa e, in trasparenza, l'altimetria della nona tappa (www.fotografieitalia.it)

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI MONTECOPIOLO

maggio 18, 2014 by Redazione  
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Anche quest’anno ilciclismo.it, proporrà, poche ore dopo la conclusione della tappa, l’oramai tradizionale almanacco zeppo di golosità: cominceremo dalla rassegna stampa internazionale, passando poi il parere dei tifosi, la colonna sonora del giorno, le previsione del tempo per la tappa successiva, le “perle” dei telecronisti, il Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e il ricordo di un Giro passato (abbiamo scelto il 1964, l’ultimo dei due Giri vinti da Anquetil).

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Italia

Ulissi bissa a Montecopiolo ed Evans è in rosa (Gazzetta dello Sport)

Giro d’Italia, Ulissi concede il bis. Evans nuova maglia rosa (Corriere della Sera)

Regno Unito

Cadel Evans in pink jersey as Diego Ulissi secures second stage win in Giro (The Times)

Irlanda

Nicholas Roche: ‘Chris Jensen is a hardman from Wicklow and said he was grand after his crash’ (Irish Independent)

Francia

Ulissi souffle la victoire à Rolland (L’Equipe)

Spagna

Triunfo de Diego Ulissi en el primer asalto en la montaña (AS)

Ulissi emociona y Evans, de rosa (Marca)

Evans de rosa y segunda para Ulissi (El Mundo Deportivo)

Belgio

Giro: Cadel Evans s’empare du maillot rose de leader (Le Soir)

Ulissi pakt tweede dagzege, Evans nieuwe leider in Giro (De Standaard)

Giro: Ulissi vainqueur, Evans nouveau leader (L’Avenir)

Ulissi fait coup double au Giro (La Dernière Heure/Les Sports)

Diego Ulissi remporte la première étape de montagne, Evans en rose (Sudinfo.be)

Paesi Bassi

Kelderman sterk bergop (De Telegraaf)

Lussemburgo

Evans nun in Rosa, Gedenken an Pantani (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)

Radprofi Ulissi jubelt zum zweiten Mal (Tageblatt)

Canada

Cadel Evans moves into overall Giro d’Italia lead (The Globe and Mail)

USA

Ulissi Wins Stage and Evans Takes Lead at Giro d’Italia (The New York Times)

Colombia

Urán, segundo y Nairo, octavo en el Giro; Arredondo, líder de montaña (El Tiempo)

Rigoberto Urán es segundo en la general del Giro de Italia (El Espectador)

Australia

Cadel Evans takes Giro lead (The Age)

Evans takes Giro lead (The Australian)

Evans takes Giro d’Italia lead from Matthews (Herald Sun)

BOX POPULI

Ogni giorno qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Dove si muoveranno i big oggi? Chi si muoverà per primo? E chi vincerà, secondo voi?

Howling Wolf14: Il Giro di quest’anno si gioca negli arrivi in salita. Un big che si muove prima della salita finale è un folle, un suicida. Oppure uno che “non ne ha” e cerca il colpo gobbo. Chi parte da lontano si brucia. Se uno “ne ha” tiene le cartucce per il finale, non le spreca prima. Una strategia anticipata la può adottare un team che ha più punte. Ma le squadre che hanno un capitano designato penseranno solo a tener cucita la corsa sino alla fine.

Nebe1980: la penso così anche io però mi piacerebbe essere smentito da un bell’attacco sul carpegna. Comunque penso che sul Carpegna qualcuno potrebbe far fare un ritmo indiavolato per affaticare gli avversari e farki arrivare stanchi ai piedi dell’ultima ascesa

Salitepuntocià: il primo arrivo in salita Penso, al netto di fughe di comprimari, arrivino i “big” in un gruppetto… il giro è lungo,massacrante, un Quintana potrebbe se vuole far la differenza, ma rischia poi di essere in riserva la terza settimana, ricordiamo che persino Merckx,Hinault,Contador, han dovuto sudarseli alcuni giri… quindi prevedo nulla di particolare, ma cmq grande tappa di mezza montagna

Mauro Facoltosi: Bis di Ulissi, maglia rosa ad Evans. Saltato Scarponi. Commenti?

nisky: una volta si attaccava a 50km poi sull ultima salita!poi lo scattino dell ultimo km e adesso……………lo scattino ino ino ino dei 300mt!a sto punto tappe di montagna non servono più!che tristezza! e una tappa buttata via

Nebe1980: Troppo attendismo. Quintana ha 1 e 47 da Evans e poi c’è una tappa a cronometro per specialisti. Oggi doveva cercare di recuperare qualcosa al limite anche tentando solo negli ultimi 2 Km. Uran ci può stare che aspetti ma Quintana secondo me doveva provare almeno una stoccata

nisky: Mi vien da rimpiangere puritone…..lui in pratica attaccava da lontano…..

Nebe1980: già concordo in pieno

Howling Wolf14: La tappa ha avuto un andamento prevedibile. Ritmi blandi sulle salite, tanto da consentire di rimanere nel gruppo Evans&Quintana a gente come Ulissi, Poels, Sioutsiou, Mourey e Morabito. Era prevedibile che Scarponi saltasse, così come Cunego e come Roche (che per la verità, poi, era già saltato), come Santaromita e Niemiec. Mi ha sorpreso invece la resa di Cataldo, arrivato con un distacco di quasi 22 minuti. Deludenti anche Anton, De Gendt e Zoidl: mai visti. Bravissimo Aru. Non molla mai. Forse lascia qualcosa sullo scatto, ma è una perdita marginale. Abilissimo Ulissi. Ha giocato tutto sulla giornata di oggi. S’è mimetizzato nel gruppo dei vip e, come nella scorsa occasione, al momento buono ha dato la zampata. La tappa non interessava ai grandi favoriti, s’è dovuto confrontare solo con i comprimari (Rolland, Moreno e Kiserlowski). Dieci e lode per la tattica

nisky: e’ in queste tappe che si vede la differenza col tour!non credo howling che la tappa non interessava ai vip!le tappe a 500mt dall arrivo interessano a tutti!la verità è che al tour de france le squadre son squadroni!quando tirano in salita restano in 10 e tutti i comprimari vari e i scattisti dei 200mt spariscono!Qua al giro anche se ci sono uomini di punta o comunque molto buoni son circondati spesso da comprimari che lasciano più di qualche dubbio!cosi i ritmi sono quel che sono e se i big non attaccano seriamente si arriva in salita con 30 corridori!cioè pensiamo un attimo:kiserlowski è un gregario!se qua fa il capitano……e anche in maniera decente per carità, i gregari son ulteriormente più deboli!è qui che c’è la differenza col tour dove se proprio si arriva in gruppetto ci son i 5\6 capitani!non si arriva in 30!e non perchè froome è più forte di evans, ma perchè porte è più forte di morabito

Howling Wolf14: Hai colto nel segno. Il Tour è corsa per uomini di fondo, di resistenza, la selezione avviene alla distanza; al Giro il livello agonistico è più basso, quindi sono più bassi i ritmi, quindi la selezione tarda a prodursi.
Ho sempre posto l’accento sulla bassa qualità dei comprimari, delle seconde schiere che partecipano al Giro. Meno male che oggi ci siamo salvati con Rolland e in parte con Keldermann, ma il livello è modesto. Condivido al cento per cento l’ultima tua osservazione: “Non c’è selezione al Giro. Al Tour invece c’è perchè porte è più forte di morabito”. Verissimo. Al Tour uno come Morabito in una tappa come quella di oggi sarebbe arrivato con un ritardo di un quarto d’ora. Ma al Giro basta. E avanza.

Thiago Motta 89: Corridori di secondo piano comunque di maggiore qualità rispetto all’anno scorso senza dimenticare di gente persa per strada come Dani Martin o mai partita per vari motivi come Horner. Chiaro che il Tour è al primo posto poi viene il Giro.

Nebe 1980: Non sono d’accordo nel senso che al tour le tappe di montagna sono poche e quindi se non attacchi in quelle non attacchi mai e conseguentemente si produce la selezione. Non bisogna però dimenticare che al Tour (forse quest’anno è un po’ diverso) l’ottava tappa generalmente è l’ottava tappa completamente pianeggiante mentre al giro abbiamo avuto viggiano, montecassino e oggi e domani due tappe discrete.
E neppure sono d’accordo sul livello dei comprimari, ci sono uomini più da giro e uomini più da tour. i regolaristi ad esempio trovano nel tour una corsa più adatta alle loro caratteristiche. Evans ha una marea di piazzamenti al giro senza averlo vinto mentre il tour lo ha vinto pur con una concorrenza superiore e con uno Schleck al top della condizione che ha attaccato a 100 Km dall’arrivo vincendo la tappa. Si faceva il discorso di Wiggins e del giro che avrebbe un terreno inospitale… certamente è meno adatto alle sue caratteristiche di quello del tour. Wiggins ha vinto senza troppe difficoltà il tour del 2012 mentre al giro non ha mai brillato più di tanto. Non è che il tour sia qualitativamente superiore: è semplicemente diverso, ha una maggiore partecipazione di campioni ma ad esempio è molto ma molto inferiore al giro sul piano dei percorsi e se è vero che le corse le fanno i corridori è anche vero che percorsi noiosi producono tour noiosi, sono anni che assistiamo a tour che si svolgono secondo un copione già scritto. Il giro poi è pieno di imprevisti, insidie e trabocchetti che incidono sulla corsa. Martinello oggi faceva una osservazio e molto acuta, diceva che la Sky è una formazione che vince solo se le cose vanno esattamente secondo i programmi, mentre in caso contrario perde la bussola. Ha ragione ed infatti la sky ha mandato al giro una formazione di seconde punte proprio perchè il giro non è corsa per loro perchè è pieno di trabocchetti, la preparazione del giro non può essere tipo quella del tour al quale ti prepari in stile robot. diciamo che il tour è più tecnologico e il giro è più casereccio, ma pensando allo spirito che anima questo sport direi che preferisco di gran lunga una corsa casereccia

MirkoBL: Pozzovivo che dice che la salita finale non era adatta a lui non si può sentire. Quindi ha messo davanti la squadra a tirare per far cosa? Almeno avrebbe vinto Rolland che si sarebbe meritato la tappa per il coraggio. Quintana, contrariamente a quanto pensavo, ha una squadra imbarazzante. Basso pure.
Però, finché si mettono tutte le salite nell’ultima settimana, non si può nemmeno pretendere che i big attacchino alla morte già nella prima tappa di montagna (che era disegnata bene, tra l’altro). E mi sembra che non ci siano molte energie, al momento.

Nebe1980: E’ vero, però un attacchino ci stava non tanto per il gusto di attaccare ma perchè molti hanno perso 50 secondi a Montecassino da Evans che è uomo che può vincere. Se i distacchi fossero stati nell’ordine dei trebta quaranta secondi ci poteva stare non attaccare ma quando hai due minuti devi cercare almeno di recuperare un po’, anche quidici secondi a tappa, magari ci esce anche l’abbuono e un quarantacinque secondi li recuperi, uno come Quintana si ritroverebbe ad un minuto da Evans e sarebbe ben diverso

Nebe1980: Dimenticavo nel precedente post di dire che ho sempre apprezzato una affermazione di Castellano che per quanto possa sembrare strano si è rivelata profetica. Il buon carmine disse: “il giro non sarà mai come il tour che presenta una settimana tutta piatta” questo è non solo sacrosanto ma è stato anche profetico perchè adesso il tour tende un po’ a seguire la falsariga del giro nei pecorsi, si sta un po’ avvicinando e comunque meglio tardi che mai, cominciano a capire anche loro. La prima settimana sia al 2013 che quest’anno è più vivace, l’anno scorso con la corsica quest’anno con gli strappetti in inghilterra, quest’anno per la prima volta cinque arrivi in salita anche se molti di essi lasciano piuttosto a desiderare (vedi l’orripilante tappa di hautacam). Anche nel chilometraggio dellle crono l’hanno finalmente capita, l’anno scorso due crono sui 30 Km una di montagna e una di pianura, quest’anno una sola tappa a cronometro anche se piuttosto lunga (forse era meglio l’anno scorso ma sempre meglio così che le due crono da 60 Km degli anni 90) Anche per quel che riguarda le super pendenze il tour sta cercando di scovare salite con pendenze forti, hanno addirittura fatto l’arrivo sulla pista da sci della planches des belles filles per trovare super pendenze. Insomma hanno capito che per i percorsi hanno tutto da imparare dal giro

Salitepuntocià: Vedo che avete fatto finta di non leggere: è tutto scritto qua, molto prima che finiva la tappa. Il Giro non è una scampagnata, han fatto bene i big e anche i gregari a non andare a tutta dall’inizio. Non siamo al tour, ove si è costretti ad attaccare anche sui cavalcavia, ci son tante montagne molto piu dure avanti, non bisogna sprecare le energie. P.S.: è normale che la Sky faccia fatica al Giro, non è il tour non è il loro percorso, che ci siano wiggin’s porte o cataldo cambia poco vediamo… forse l’unico che potrebbe fare qualcosa è Froome al giro

nisky: nebe e puntocià…..voi volete a tutti i costi vedere una cosa che non esiste!Al tour non ci sono poche montagne e i protagonisti attaccano perchè quando si resta in 5\6 è molto più facile attaccare!uno ne è invogliato!e per arrivare in 5/6 significa che gli ultimi gregari han fatto un ottimo ritmo roba che al giro non esiste!anche perchè i gregari del tour sono i capitani del giro!è chiaro che se a far il ritmo ci sono kreuzinger porte wiggins scarponi ci sara più selezione che se a fare il ritmo c è dupont morabito!cioè non vedo come non si riesca a capir sta roba?percorsi non c entrano!guarda contador in pianura!Aiutano ma non sono fondamentali!Però se poi continuate a dirmi che dupont è meglio di porte e morabito meglio di wiggins allora non perdo più tempo a rispondervi!bisogna adattarsi alla dimensione del giro!e cioè allo scattino di 200mt

DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Ulysses (Franz Ferdinand)

E mi alzo sui pedali (Stadio)

a cura di DJ Jorgens

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Lugo – Sestola

Lugo: cielo sereno, 22,9°C, vento debole da SE (6-11 Km/h), umidità al 38%
Bologna (Km 66,8): poco nuvoloso, 23°C (percepiti 22°C), vento debole da SW (6-12 Km/h), umidità al 42%
Vignola (Km 98,6): poco nuvoloso, 22,8°C, vento debole da WSW (4-13 Km/h), umidità al 42%
Pavullo nel Frignano – T.V. (Km 128,1) : poco nuvoloso, 18,5°C (percepiti 16°C), vento moderato da SW (13-22 Km/h), umidità al 44%
Passo del Lupo – traguardo : cielo sereno, 11,9°C (percepiti 8°C), vento moderato da SW (13-23 Km/h), umidità al 43%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

Conti: “Bisogna fare molta attenzione a vivere questo finale”
Ferretti: “Sono venuto a fare un saluto a questi amici da tanto tempo”
Ferretti: “Il Giro d’Italia è stato piene di sorprese”
De Stefano: “A proposito di orario da pasto” (erano le 14.30, non proprio ora di pranzo)
De Stefano: “La botta presa a caldo non fa male”
De Stefano: “100 anni dell’anniversario di Gino Bartali” (100 anni dalla nascita di Bartali)
Cassani: “Chi sta accusando per colpa delle troppe cadute”
De Luca: “Salita del Monte Copiolo”
Pancani: “Qui non ci saranno immagini, più o meno, del GPS”
Martinello: “Sta arrivando nel ritratto più in basso Stefano Pirazzi” (riquadro)
Pancani: “Ivan Basso, che pochi vedono come possibilità di arrivare sul podio”
Pancani: “E’ definitivamente fuori classifica Michele Scarponi” (non proprio, visto che era ancora in corsa)
Martinello: “La Tusserì” (La Toussuire)
Martinello: “Immagine del retrovie”
Bramati: “Corradori”
Lelli: “Tutti i sportivi”
Garzelli: “Dove preparava il Carpegna”
De Stefano: “Sfortunatissimo Michele Scarponi con Piergiorgio Severini” (gli ha dato il microfono nei denti per intervistarlo?)
De Stefano: “Mi può arrivare qualcosa dalla parte destra del cervello”

IL GIRO DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

Ordine d’arrivo dell’ottava tappa, Foligno – Montecopiolo

1° Nicola Ruffoni
2° Michael Hepburn a 15″
3° Davide Appollonio a 43″
4° Daniel Oss a 1′25″
5° Yannick Eijssen s.t.

Classifica generale

1° Jetse Bol
2° Svein Tuft a 1′33″
3° Kenny Dehaes a 3′32″
4° Arnaud Courteille a 3′38″
5° Michael Hepburn a 6′00″
Miglior italiano: Nicola Ruffoni, 7° a 11′07″

L’ULTIMO GIRO DI ANQUETIL
Tuffo nella storia del Giro del 1964, il secondo e ultimo conquistato dall’asso francese Jacques Anquetil. Ci condurranno indietro di 50 anni i titoli del quotidiano “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it

8a TAPPA: LAVARONE – PEDAVENA (168 Km)

MUGNAINI PRECEDE ZILIOLI A PEDAVENA IN UNA TAPPA DRAMMATICA PER LE FORATURE
Una giornata ricca di emozioni al Giro ciclistico d’Italia
Le condizioni del fondo stradale nella discesa dalla Croce d’Aune all’arrivo hanno praticamente deciso la corsa – Il torinese era al comando quando ha “bucato” per la quarta volta ed è stato superato da Mugnaini – Zilioli ha comunque strappato 18” secondi alla Maglia rosa Anquetil, classificatosi quinto – Anche il campione francese ha forato più volte, come Taccone (che pure è caduto) ed altri – Anche la macchina di Anquetil ha “bucato” – Un meccanico in bicicleta ha “inseguito” il francese! – Buona prova per il chierese Galbo, il più giovane dei corridori in gara – Oggi 260 Km di pianura fino a Ravenna

Nota sulla planimetria: Al momento di andare in stampa Torriani non aveva ancora stabilito il finale del Giro. Per questo motivo la planimetria propone i due progetti aperti in quel momento.


ARCHIVIO ALMANACCO
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza

1a tappa: Belfast (cronosquadre)

2a tappa: Belfast (seconda tappa)

3a tappa: Armagh – Dublino

4a tappa: Giovinazzo – Bari

5a tappa: Taranto – Viggiano

6a tappa: Sassano – Montecassino

7a tappa: Frosinone – Foligno

Leffigie di Pantani sulla cima del Carpegna (www.pu24.it)

L'effigie di Pantani sulla cima del Carpegna (www.pu24.it)

17-05-2014

maggio 17, 2014 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

L’italiano Diego Ulissi (Lampre-Merida) si è imposto nell’ottava tappa, Foligno – Montecopiolo, percorrendo 179 Km in 4h47′47″, alla media di 37,320 Km/h. Ha preceduto di 3″ il croato Kiserlovski e di 6″ l’olandese Kelderman. L’australiano Cadel Evans (BMC Racing Team) è la nuova maglia rosa, con 57″ sul colombiano Urán Urán e 1′10″ sul polacco Majka. Miglior italiano Fabio Aru (Astana Pro Team), 5° a 1′39″

AMGEN TOUR OF CALIFORNIA

Lo slovacco Peter Sagan (Cannondale Pro Cycling Team) si è imposto nella settima tappa, Santa Clarita – Pasadena, percorrendo 142,8 Km in 3h24′33″, alla media di 41,887 Km/h. Ha preceduto allo sprint il norvegese Hushovd e l’olandese Van Poppel. Miglior italiano Matteo Trentin (Omega Pharma – Quick Step), 6°. Il britannico Bradley Wiggins (Team Sky) è ancora leader della classifica, con 30″ sull’australiano Dennis e 1′48″ sullo statunitense Craddock. Miglior italiano Trentin, 60° a 44′20″

TOUR DE PICARDIE (Francia)

Il francese Arnaud Démare (FDJ.fr ) si è imposto nella seconda tappa, Mouy – Beaurieux, percorrendo 176,5 Km in 3h57′24″, alla media di 44,608 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Sinkeldam e di 2″ il francese Barbier. Miglior italiano Kristian Sbaragli (MTN – Qhubeka), 5° a 2″. Démare è il nuovo leader della classifica, con 9″ su Sinkeldam e 17″ su Barbier. Miglior italiano Sbaragli, 9° a 21″.

RHÔNE-ALPES ISÈRE TOUR (Francia)

Il francese Nicolas Edet (Cofidis, Solutions Crédits) si è imposto nella terza tappa, circuito di St Maurice l’Exil, percorrendo 184,2 Km in 4h40′53″, alla media di 39,347 Km/h. Ha preceduto di 2″ lo sloveno Golcer e di 8″ l’estone Taaramäe. Unico italiano in gara Corrado Lampa (Team Differdange – Losch), 26° a 56″. Il croato Matija Kvasina (Team Gourmetfein Simplon Wels) è il nuovo leader della classifica, con 50″ sul francese Guay e 1′07″ su Lampa.

VUELTA A CASTILLA Y LEÓN (Spagna)

Lo spagnolo David Belda Garcia (Burgos-BH) si è imposto nella seconda tappa, Zamora – Alto de Lubián, percorrendo 179,2 Km in 4h29′17″, alla media di 39,928 Km/h. Ha preceduto di 53″ il connazionale Garcia Fernandez e di 55″ il polacco Szmyd. Miglior italiano Matteo Busato (MG Kvis – Wilier), 16° a 2′27″. Belda Garcia è il nuovo leader della classifica, con 57″ su Garcia Fernandez e 1′01″ su Szmyd. Miglior italiano Busato, 16° a 2′37″.

GRAND PRIX CRIQUIELION

Il belga Kevin Peeters (Vastgoedservice – Golden Palace) si è imposto nella corsa belga, Boussu – Deux-Acren, percorrendo 170,6 Km in 3h59′03″, alla media di 42,819 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Van Lerberghe e Deltombe. Unico italiano Piero Baffi (Leopard Development Team), 145° a 8′02″.

ROYAL SMILDE OLYMPIA’S TOUR (Paesi Bassi)

L’olandese Wim Stroetinga (KOGA Cycling Team) si è imposto anche nella sesta ed ultima tappa, circuito di Hoofddorp, percorrendo 185,4 Km in 3h58′43″, alla media di 46,599 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Marco Zanotti (Parkhotel Valkenburg CT) e il belga Stevens. L’olandese Berden De Vries (Cyclingteam Jo Piels) si impone in classifica, con 18″ su Stroetinga e 21″ sul connazionale Asselman. Zanotti (unico italiano in gara) 16° a 1′33″

VISEGRAD 4 BICYCLE RACE – GP HUNGARY

Il polacco Pawel Bernas (BDC – Marcpol Team) si è imposto nella corsa ungherese, Gyor – Visegrad, percorrendo 152,8 Km in 3h22′36″, alla media di 45,251 Km/h. Ha preceduto di 32″ il polacco Zielinski e di 42″ lo slovacco Canecky. Unico italiano in gara Alessandro Mazzi (Utensilnord Ora24.eu), 12° a 1′45″

DUE GIORNI MARCHIGIANA – TROFEO CITTA’ DI CASTELFIDARDO

L’italiano Jakub Mareczko* (Viris Maserati) si è imposto nella corsa italiana, Castelfidardo – Cerretano di Castelfidardo, percorrendo 175,4 Km in 3h40′10″, alla media di 47,800 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Nicolas Marini* (Zalf Euromobil Désirée Fior) e Luca Pacioni* (Team Colpack).

* dilettante

ULISSI-BIS; TRA I FAVORITI, SOLO TANTA PAURA

maggio 17, 2014 by Redazione  
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Il toscano regola un drappello di una ventina di corridori al termine di una tappa dominata dall’attendismo. Alle sue spalle, Kiserlovski, Kelderman, Quintana ed Evans. Raggiunto a 200 metri dal traguardo Pierre Rolland, unico dei big a provarci con coraggio. Matthews, staccato sul Carpegna, cede la maglia rosa al connazionale della BMC, che precede ora Uran e Majka in classifica generale.

Come ormai da spiacevole tradizione del Giro – perlomeno delle edizioni prive di Alberto Contador -, il primo appuntamento con le montagne non ha lasciato tracce sensibili in classifica generale. Paura e attendismo hanno infatti dominato i 179 km da Foligno a Montecopiolo, ed in particolare l’attesissima ma nei fatti innocua ascesa al Cippo di Carpegna. Le speranze di spettacolo e battaglia tra i migliori, alimentate strada facendo anche dall’imponente dispiegamento di forze della Movistar di Quintana, si sono via via dissolte lungo le rampe battute in allenamento da Marco Pantani, affrontate dal plotone al ritmo sostenuto ma regolare di Alexis Vuillermoz, scudiero di Domenico Pozzovivo.
Il gruppo dei favoriti, orfano sin dalle prime pendenze della maglia rosa Michael Matthews, si è ridotto ad una ventina di elementi, ma a certificare la non eccezionalità dell’andatura ha provveduto il raffronto con i fuggitivi della prima ora: Julian Arredondo, Stefano Pirazzi e Perrig Quéméneur, evasi in salita da un drappello comprendente anche Marco Bandiera, Julien Bérard, Edvald Boasson Hagen, Mattia Cattaneo, Mauro Finetto, Carlos Quintero ed Eduard Vorganov, hanno perso soltanto spiccioli per lunghi tratti dell’ascesa, prima che l’ulteriore allungo del colombiano della Trek riuscisse addirittura ad invertire la tendenza. Anziché l’auspicata prima scossa ad una corsa animata fin qui più da pioggia e cadute che dalle gesta degli interpreti, in cima al Carpegna si registrava così una situazione piuttosto piatta, con Arredondo a gestire 40’’ su Pirazzi, qualcosa di più su Quéméneur e i rimontanti Boasson Hagen e Quintero, e 2’ circa sul drappello dei big, tra i quali non figurava più Michele Scarponi, vittima più dei postumi di Montecassino che della forza dei rivali.
Soltanto nel successivo tratto di discesa Pierre Rolland ha portato il primo attaccato di peso, riuscendo ad incamerare una cinquantina di secondi su un plotone sempre guardingo, pur non disegnando traiettorie degne del miglior Savoldelli. Anche grazie all’aiuto della testa di ponte Quéméneur, il 27enne di Gien, che tre anni fa fece sognare la Francia piegando Samuel Sanchez e Contador sull’Alpe d’Huez, si è potuto riportare sui più diretti inseguitori di Arredondo, ricompattatisi nel frattempo lungo la discesa.
Salendo verso Villaggio del Lago, il battistrada ha saputo tenere a distanza tanto il più fresco francese, sbarazzatosi in fretta dei compagni di viaggio, e un gruppo quasi letargico lungo le prime rampe, ridestato solo dal rientro in scena di una sorprendente Ag2r, di gran lunga la squadra più convincente sulle prime montagne. In corrispondenza del GPM, Arredondo poteva vantare ancora 55’’ su Rolland e 1’45’’ sui favoriti.
Le quattro ore di avanscoperta hanno purtroppo presentato il conto all’eroe di giornata all’imbocco dei 6 km di salita verso Montecopiolo, esponendolo prima al rientro di Rolland, a poco meno di 3 km dal traguardo, e quindi alla definitiva resa, un chilometro più avanti. Dal gruppo, trainato sulle prime rampe ancora da Vuillermoz, prima dell’avvento al comando di un Morabito ancora preziosissimo per Evans, ancora non giungevano segni di vita, ad eccezione di un allungo a testa di Siutsou e Majka, della durata complessiva di una dozzina di metri.
Per assistere ad un attacco convinto si è dovuto attendere il cartello dei 400 metri all’arrivo, con l’affondo di Daniel Moreno. La sparata del luogotenente di Purito Rodriguez, libero da ordini di scuderia dopo l’ecatombe di uomini Katusha che ha colpito anche il capitano, è stata tanto impetuosa quanto effimera: dopo aver scavato subito un solco di una trentina di metri sugli avversari, ed aver colmato in un amen i secondi che ancora lo separavano da uno stremato Rolland, lo spagnolo si è inchiodato all’asfalto, tanto improvvisamente quanto era partito un istante prima.
Robert Kiserlovski, di cui poco o nulla si è parlato in questa prima settimana abbondante di Giro, ha invece cambiato passo in maniera meno repentina ma ben più efficace, mettendo in croce le gambe di tutti gli avversari. Tutti, meno Diego Ulissi, rimasto attaccato per miracolo ai migliori sul Carpegna, ma ripresosi con il passare dei chilometri, e lasciatosi ingolosire dall’andatura non esagerata del gruppo e dalle pendenze meno estreme dell’ascesa conclusiva. In un finale effettivamente cucito sulle sue caratteristiche, in mancanza per di più di altri specialisti di questi arrivi, a casa o attardati sulle salite precedenti, il toscano ha trovato le risorse per rilanciare ulteriormente all’ultima curva, scavalcando il croato e involandosi verso il secondo successo di tappa al Giro 2014, dopo quello altrettanto perentorio di Viggiano. Due affermazioni che vanno senz’altro a compensare una campagna delle Ardenne non all’altezza delle aspettative, e a rilanciare le quotazioni iridate di un corridore dimostratosi capace di resistere ad una salita come il Cippo e di stampare Rodriguez ed Evans su uno strappo.
Malgrado il sesto posto ora occupato da Ulissi in classifica generale, sembra ragionevole assegnare a Kiserlovski, secondo, la palma di uomo del giorno tra i pretendenti al podio, davanti ad un Kelderman che già lo scorso anno fece intravedere più di qualche spunto sulle strade rosa. Quintana, atteso probabilmente a qualcosa di più, dopo una prima settimana che ha portato in dote qualche secondo di ritardo di troppo, ha comunque chiuso quarto, con lo stesso distacco di Kelderman (6’’), rosicchiando 2’’ a Evans, Uran e Pozzovivo, arrivati assieme, a 8’’. Spiccioli, in ogni caso, per una tappa alla quale si chiedeva di chiarire delle gerarchie che restano invece ancora molto nebulose.
La sensazione – ovviamente passibile di smentita già da domani – è che, al di là di un coraggio non leonino nell’approccio alla corsa, manchi per il momento un corridore capace di fare la differenza: Quintana non pedala ancora come al Tour dello scorso anno, Evans pare doversi preoccupare di difendersi, Uran e tutti gli altri non hanno dato motivo di pensare che valgano più di loro.
Se poco si può dire dei singoli, qualcosa di più è possibile affermare sulle squadre dei favoriti, la cui liquefazione sulle prime vere rampe ha rappresentato la principale sorpresa del giorno. La Movistar, partita con piglio da padrona, ha lasciato il proprio leader isolato dopo un chilometro del Cippo; la BMC deve ringraziare la forma clamorosa di Morabito, unico al fianco di Evans; la Cannondale è l’ombra della corazzata di poche stagioni fa; la Astana, con Scarponi fuori classifica, potrà forse ricompattarsi nei giorni a venire, ma ha lasciato quest’oggi Aru con il solo Landa per oltre 40 km; la Omega Pharma si è aggrappata a Poels – non esattamente uomo da grandi montagne – per non abbandonare a se stesso Uran. In un simile contesto, se confermata nei giorni a venire, la leggera supremazia della Ag2r, arrivata con Pozzovivo più tre compagni all’attacco della penultima salita, potrebbe giocare un ruolo chiave.
Il Giro ripartirà domani da Lugo, in direzione di Sestola, per un nuovo arrivo in quota, e con una nuova classifica generale: dopo il regno di Matthews, l’Australia conserva il primato con Cadel Evans, che comanda ora con 57’’ su Uran e 1’10’’ su Majka. Dietro a Morabito, 4° a 1’31’’, Aru è il migliore degli italiani (+1’31’’), appena davanti a Ulissi (+1’43’’). Alle spalle di Kelderman (+1’44’’), Quintana (+1’45’’) mette il naso in una top 10 chiusa da Kiserlovski (+1’49’’) e Pozzovivo (+1’50’’). Appena fuori Basso, 11° a 2’01’’. Distacchi ancora contenuti, ma che, in una situazione di equilibrio come quella fotografata oggi, potrebbero pesare più del previsto.

Matteo Novarini

ORDINE D’ARRIVO
1 Diego Ulissi (Ita) Lampre-Merida 4:47:47
2 Robert Kiserlovski (Cro) Trek Factory Racing
3 Wilco Kelderman (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:00:06
4 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team
5 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team 0:00:08
6 Rigoberto Uran Uran (Col) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
7 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale
8 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 0:00:14
9 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:00:17
10 Ryder Hesjedal (Can) Garmin Sharp 0:00:20
11 Wout Poels (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:00:22
12 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli 0:00:24
13 Ivan Basso (Ita) Cannondale
14 Francis Mourey (Fra) FDJ.fr
15 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar
16 Kanstantsin Siutsou (Blr) Team Sky 0:00:28
17 Mikel Landa Meana (Spa) Astana Pro Team
18 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha 0:00:33
19 Gianluca Brambilla (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:00:35
20 Steve Morabito (Swi) BMC Racing Team
21 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol 0:01:22
22 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale 0:01:26
23 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team 0:01:47
24 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:02:17
25 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr 0:02:59
26 Matteo Rabottini (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo 0:03:07
27 Julian David Arredondo Moreno (Col) Trek Factory Racing 0:03:10
28 Jarlinson Pantano (Col) Colombia 0:03:12
29 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida 0:03:18
30 José Herrada Lopez (Spa) Movistar Team
31 André Cardoso (Por) Garmin Sharp 0:03:47
32 Diego Rosa (Ita) Androni Giocattoli 0:04:50
33 Chris Anker Sörensen (Den) Tinkoff-Saxo 0:06:06
34 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo
35 Nicolas Roche (Irl) Tinkoff-Saxo
36 Davide Malacarne (Ita) Team Europcar 0:06:12
37 Stefano Pirazzi (Ita) Bardiani-CSF 0:06:31
38 Mauro Finetto (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo 0:07:09
39 Igor Anton Hernandez (Spa) Movistar Team 0:07:12
40 Fabio Andres Duarte Arevalo (Col) Colombia
41 Tobias Ludvigsson (Swe) Team Giant-Shimano 0:07:14
42 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale
43 Serge Pauwels (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:07:20
44 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano
45 Pawel Poljanski (Pol) Tinkoff-Saxo
46 Ivan Santaromita (Ita) Orica Greenedge
47 Jan Polanc (Slo) Lampre-Merida 0:07:30
48 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida
49 Maxime Bouet (Fra) AG2R La Mondiale 0:07:44
50 Riccardo Zoidl (Aut) Trek Factory Racing 0:08:28

CLASSIFICA GENERALE
1 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team 34:22:35
2 Rigoberto Uran Uran (Col) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:00:57
3 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 0:01:10
4 Steve Morabito (Swi) BMC Racing Team 0:01:31
5 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:01:39
6 Diego Ulissi (Ita) Lampre-Merida 0:01:43
7 Wilco Kelderman (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:01:44
8 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team 0:01:45
9 Robert Kiserlovski (Cro) Trek Factory Racing 0:01:49
10 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:01:50
11 Ivan Basso (Ita) Cannondale 0:02:01
12 Gianluca Brambilla (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:02:52
13 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar 0:02:56
14 Wout Poels (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:03:03
15 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol 0:03:41
16 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team 0:03:52
17 Matteo Rabottini (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo 0:04:03
18 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale 0:04:25
19 Ryder Hesjedal (Can) Garmin Sharp 0:04:30
20 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli 0:05:03
21 Francis Mourey (Fra) FDJ.fr 0:05:07
22 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:05:36
23 Kanstantsin Siutsou (Blr) Team Sky 0:05:42
24 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr 0:05:58
25 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida 0:06:02
26 Jarlinson Pantano (Col) Colombia 0:06:33
27 José Herrada Lopez (Spa) Movistar Team 0:06:37
28 Diego Rosa (Ita) Androni Giocattoli 0:08:06
29 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo 0:08:27
30 Ivan Santaromita (Ita) Orica Greenedge 0:08:38
31 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha 0:09:15
32 Maxime Bouet (Fra) AG2R La Mondiale 0:09:26
33 Davide Malacarne (Ita) Team Europcar 0:09:27
34 Tobias Ludvigsson (Swe) Team Giant-Shimano 0:09:32
35 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano 0:10:05
36 Fabio Andres Duarte Arevalo (Col) Colombia 0:10:06
37 Mauro Finetto (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo 0:10:08
38 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida 0:10:42
39 Serge Pauwels (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:10:56
40 Chris Anker Sörensen (Den) Tinkoff-Saxo 0:11:02
41 Michele Scarponi (Ita) Astana Pro Team 0:11:38
42 Riccardo Zoidl (Aut) Trek Factory Racing 0:13:03
43 Pawel Poljanski (Pol) Tinkoff-Saxo 0:13:04
44 André Cardoso (Por) Garmin Sharp 0:14:48
45 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale 0:15:07
46 Bjorn Thurau (Ger) Team Europcar 0:15:55
47 Romain Sicard (Fra) Team Europcar 0:19:32
48 Yonder Godoy (Ven) Androni Giocattoli 0:20:51
49 Nicolas Roche (Irl) Tinkoff-Saxo 0:21:32
50 Jan Polanc (Slo) Lampre-Merida 0:22:03

Diego Ulissi brucia Kiserlovski e conquista il secondo successo in questo Giro (foto Bettini)

Diego Ulissi brucia Kiserlovski e conquista il secondo successo in questo Giro (foto Bettini)

BENTORNATO CHAVES! WIGGINS: LE MANI SUL CALIFORNIA

maggio 17, 2014 by Redazione  
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Nella tappa più difficile splendida vittoria di Johan Esteban Chaves Rubio, il colombiano che, solo un anno e mezzo fa, aveva subito la frattura della clavicola al Laigueglia. Il vincitore del Tour de l’Avenir 2011 si impone alla maniera dei grandi: parte all’inizio della tappa e, sulla salita finale, stacca uno ad uno tutti i compagni di avventura. Wiggins, dal canto suo, controlla avversari che hanno dato l’impressione di non averne più per attaccare la leadership dell’inglese.

Gli appassionati di ciclismo, che certamente conoscevano Chaves Rubio, avranno gioito nel vederlo tornare alla vittoria alla grande. Sconosciuto al grande pubblico, il colombiano, infatti, era stato il successore di Nairo Quintana sul gradino più alto del Tour de l’Avenir ed era considerato il futuro antagonista del connazionale per le corse a tappe. La vittoria è di quelle che si ricordano, poichè Chaves è andato in fuga insieme ad altri 5 uomini dopo soli 6 chilometri di gara e, sulla salita finale, ha staccato ad uno ad uno tutti gli avversari alla maniera dei grandi scalatori e si è presentato sulla linea di arrivo in perfetta solitudine, dopo 145 chilometri di fuga.
L’altimetria della tappa e il chilometraggio erano di quelli che invitavano a provare ad andar via già dai primi chilometri di corsa e, infatti, gli avventurieri della montagna non se lo sono fatti ripetere due volte e, contando sul fatto che in gruppo ci sarebbe stato attendismo fino alla salita finale per via dello scontro in testa alla generale, sono partiti all’avventura 6 chilometri dopo il via ufficiale. Insieme a Chaves Rubio sono usciti allo scoperto Tom Danielson della Garmin-Sharp, Jack Bobridge della Belkin, Christopher Jones della UnitedHealthcare, David De La Cruz del Team NetApp Endura e Javier Megías del Team Novo Nordisk. I traguardi volanti sono stati riserva di caccia di Danielson mentre sui GPM è transitato per primo Jones (con eccezione, ovviamente dell’ultimo, posto sulla linea del traguardo). La maglia a pois di Routley non è stata comunque mai in pericolo, visto l’enorme vantaggio dallo stesso accumulato nelle tappa precedenti. Il vantaggio massimo degli attaccanti è stato di 4 minuti e mezzo, registrato in vetta alla prima asperità di giornata, posta poco dopo il 40° Km di gara. La corsa si è accesa, come è ovvio, sulla lunghissima salita finale. Sulle prime rampe che conducono alla Mountain High il primo a cedere è Megías, seguito a breve da Jones: i due abbandonano quando mancano circa venti chilometri alla conclusione. Nei chilometri successivi, va in difficoltà anche Bobridge, che con grande caparbietà tenta di resistere e fa un po’ l’elastico, ricordando lo stile di Stefano Garzelli su certe salite. Dal gruppo, invece, ai 15 dall’arrivo esce Benjamin King della Garmin Sharp, ma la sua azione si rivela effimera in quanto lo stesso viene riassorbito in breve dagli uomini di Wiggins e da quelli di Stetina, che fanno il ritmo in testa al gruppo. A poco meno di 4 chilometri dall’arrivo prova ad accelerare Acevedo, ma è troppo tardi per poter sperare di recuperare il consistente ritardo da Wiggins in classifica generale. In ogni caso, a scanso di equivoci, si fa carico di ricucire Joseph Dombrowski, ottimo oggi al servizio di Wiggins. In un chilometro riprende Acevedo e, nel rispondere ad un tentativo di Stetina, lascia addirittura indietro il capitano. Wiggins, comunque, capisce che ormai l’unico che può tentare un attacco credibile è Dennis e decide di battezzare la sua ruota, disinteressandosi di eventuali tentativi di allungo da parte di altri uomini. Negli ultimi 2 Km si stacca anche Dombrowski, dopo un eccellente lavoro, e Wiggins, rimasto solo, adotta una tecnica simile a quella già vista nella terza tappa: si mette in testa al gruppetto a fare il ritmo, ma questa volta gli avversari non sembrano averne per involarsi nel finale. Anzi, lo stesso inglese, approfittando di un allungo di Adam Yates, riesce a mettere due secondi tra sé e Dennis.
Il podio di tappa è completato da De la Cruz e Danielson, giunti al traguardo con un distacco di 13 secondi il primo e di 41 il secondo. Per il podio della generale, invece, c’è da segnalare la difficoltà di Thiago Machado, che ha perso circa un minuto da Wiggins e ha dovuto cedere la terza piazza all’americano Craddock della Giant Shimano. Dopo il ritorno alla vittoria di Chaves Rubio, è lecito aspettarsi per il futuro ottime prestazioni da questo corridore adatto alle corse a tappe e molto forte in montagna. Per quel che riguarda la lotta per la vittoria, gli avversari di Wiggins sono apparsi decisamente sotto tono, poco convinto e tardivo il tentativo di Acevedo, in difficoltà Machado mentre Dennis, pur essendo a soli 28 secondi da Wiggins, non ha mai neppure tentato l’allungo. Una simile condotta di gara è spiegabile solo con un esaurimento delle energie perché, con 20 chilometri di salita da affrontare e soli 28 secondi da recuperare, era senza dubbio il caso di fare anche più di un tentativo. Sarebbe stato interessante vedere la reazione di Wiggins agli attacchi, sia nella prima che nell’ultima parte della salita, ma purtroppo così non è stato; è mancata la continuità e regolarità in corsa degli avversari, cosa che, invece, Wiggins ha avuto e gestito molto bene.
La tappa di domani presenta due montagne di tutto rispetto nella fase centrale della corsa, ma l’ultimo GPM è posto a 50 Km circa dal traguardo di Pasadena, dove si affronterà un circuito finale. La classifica generale sembra pertanto ormai assestata su queste posizioni, mentre potrebbe esserci bagarre sulle salite per tagliare fuori i velocisti dai giochi per il successo parziale.

Benedetto Ciccarone

ORDINE D’ARRIVO

1 Johan Esteban Chaves Rubio (Col) Orica GreenEdge 4:09:13
2 David De La Cruz Melgarejo (Spa) Team NetApp-Endura 0:00:13
3 Tom Danielson (USA) Garmin Sharp 0:00:41
4 Adam Yates (GBr) Orica GreenEdge 0:00:53
5 Bradley Wiggins (GBr) Team Sky
6 Peter Stetina (USA) BMC Racing Team 0:00:55
7 Rohan Dennis (Aus) Garmin Sharp
8 Jack Bobridge (Aus) Belkin Pro Cycling Team 0:01:07
9 George Bennett (NZl) Cannondale 0:01:15
10 Lawson Craddock (USA) Team Giant-Shimano 0:01:16
11 Laurens Ten Dam (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:01:21
12 Javier Alexis Acevedo Colle (Col) Garmin Sharp 0:01:24
13 Daan Olivier (Ned) Team Giant-Shimano 0:01:32
14 Joseph Lloyd Dombrowski (USA) Team Sky
15 Gregory Brenes (CRc) Jamis – Hagens Berman 0:01:38
16 Carter Jones (USA) Optum p/b Kelly Benefit Strategies 0:01:41
17 Tiago Machado (Por) Team NetApp-Endura 0:01:46
18 Haimar Zubeldia Agirre (Spa) Trek Factory Racing 0:01:49
19 Daniel Jaramillo Díez (Col) Jamis – Hagens Berman 0:01:55
20 Chad Haga (USA) Team Giant-Shimano 0:02:09
21 Kristijan Koren (Slo) Cannondale 0:02:11
22 Matthew Busche (USA) Trek Factory Racing 0:02:21
23 Benjamin King (USA) Garmin Sharp 0:03:06
24 Thomas Damuseau (Fra) Team Giant-Shimano 0:03:45
25 Joshua Edmondson (GBr) Team Sky 0:04:59
26 Carlos Verona Quintanilla (Spa) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:05:37
27 Robert Víctor Squire (USA) Jamis – Hagens Berman
28 Paul Voss (Ger) Team NetApp-Endura 0:06:12
29 Nicky Van Der Lijke (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:06:18
30 Clément Chevrier (Fra) Bissell Development Team
31 Lucas Euser (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 0:06:31
32 Jens Keukeleire (Bel) Orica GreenEdge 0:07:19
33 Michael Schär (Swi) BMC Racing Team 0:07:24
34 Amaël Moinard (Fra) BMC Racing Team
35 Nathan Brown (USA) Garmin Sharp 0:08:22
36 Luis Romero Amaran (Cub) Jamis – Hagens Berman 0:12:05
37 Matthew Lloyd (Aus) Jelly Belly p/b Maxxis
38 Caleb Fairly (USA) Garmin Sharp
39 Matt Cooke (USA) Jamis – Hagens Berman
40 Gregory Daniel (USA) Bissell Development Team 0:15:40
41 Ben Jacques-Maynes (USA) Jamis – Hagens Berman
42 Iker Camano Ortuzar (Spa) Team NetApp-Endura
43 Calvin Watson (Aus) Trek Factory Racing
44 Thor Hushovd (Nor) BMC Racing Team
45 Greg Van Avermaet (Bel) BMC Racing Team
46 Scott Zwizanski (USA) Optum p/b Kelly Benefit Strategies
47 Christian Knees (Ger) Team Sky 0:16:09
48 Danny Pate (USA) Team Sky 0:16:23
49 Christopher Jones (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team
50 Jesse Sergent (NZl) Trek Factory Racing 0:18:29

CLASSIFICA GENERALE

1 Bradley Wiggins (GBr) Team Sky 22:03:42
2 Rohan Dennis (Aus) Garmin Sharp 0:00:30
3 Lawson Craddock (USA) Team Giant-Shimano 0:01:48
4 Tiago Machado (Por) Team NetApp-Endura 0:02:02
5 Adam Yates (GBr) Orica GreenEdge 0:02:14
6 Peter Stetina (USA) BMC Racing Team 0:02:30
7 Johan Esteban Chaves Rubio (Col) Orica GreenEdge 0:02:39
8 Laurens Ten Dam (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:03:01
9 Javier Alexis Acevedo Colle (Col) Garmin Sharp 0:03:05
10 David De La Cruz Melgarejo (Spa) Team NetApp-Endura 0:03:06
11 Carter Jones (USA) Optum p/b Kelly Benefit Strategies 0:03:19
12 Haimar Zubeldia Agirre (Spa) Trek Factory Racing 0:03:45
13 Matthew Busche (USA) Trek Factory Racing 0:03:57
14 George Bennett (NZl) Cannondale 0:04:11
15 Tom Danielson (USA) Garmin Sharp 0:04:27
16 Daan Olivier (Ned) Team Giant-Shimano 0:04:51
17 Gregory Brenes (CRc) Jamis – Hagens Berman 0:07:30
18 Kristijan Koren (Slo) Cannondale 0:08:00
19 Thomas Damuseau (Fra) Team Giant-Shimano 0:08:23
20 Daniel Jaramillo Díez (Col) Jamis – Hagens Berman 0:09:28
21 Lucas Euser (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 0:09:50
22 Benjamin King (USA) Garmin Sharp 0:10:01
23 Jack Bobridge (Aus) Belkin Pro Cycling Team 0:10:47
24 Nathan Brown (USA) Garmin Sharp 0:11:08
25 Clément Chevrier (Fra) Bissell Development Team 0:12:40
26 Carlos Verona Quintanilla (Spa) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:13:59
27 Joseph Lloyd Dombrowski (USA) Team Sky 0:16:04
28 Amaël Moinard (Fra) BMC Racing Team 0:16:19
29 Chad Haga (USA) Team Giant-Shimano 0:16:59
30 Joshua Edmondson (GBr) Team Sky 0:18:09
31 Luis Romero Amaran (Cub) Jamis – Hagens Berman 0:18:34
32 Paul Voss (Ger) Team NetApp-Endura 0:19:08
33 Jens Keukeleire (Bel) Orica GreenEdge 0:19:36
34 Nicky Van Der Lijke (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:20:11
35 Caleb Fairly (USA) Garmin Sharp 0:21:35
36 Damien Howson (Aus) Orica GreenEdge 0:25:36
37 Ben Jacques-Maynes (USA) Jamis – Hagens Berman 0:26:41
38 Javier Megias Leal (Spa) Team Novo Nordisk 0:29:20
39 Robert Víctor Squire (USA) Jamis – Hagens Berman 0:30:03
40 Gregory Daniel (USA) Bissell Development Team 0:31:05
41 Iker Camano Ortuzar (Spa) Team NetApp-Endura 0:31:11
42 Michael Schär (Swi) BMC Racing Team 0:31:27
43 Scott Zwizanski (USA) Optum p/b Kelly Benefit Strategies 0:31:56
44 Christopher Jones (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 0:32:08
45 Kiel Reijnen (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 0:32:54
46 Christian Knees (Ger) Team Sky 0:33:00
47 Markel Irizar Aranburu (Spa) Trek Factory Racing 0:33:43
48 Jens Voigt (Ger) Trek Factory Racing 0:33:50
49 Edward King (USA) Cannondale 0:34:01
50 Eloy Teruel Rovira (Spa) Jamis – Hagens Berman 0:35:52

Chaves si scrolla di dosso i compagni davventura sullimpegnativa ascesa di Mountain High (Jonathan Devich)

Chaves si scrolla di dosso i compagni d'avventura sull'impegnativa ascesa di Mountain High (Jonathan Devich)

FOLIGNO – MONTECOPIOLO: LASSU’ DOVE PANTANI COSTRUI’ IL MITO DEL PIRATA

maggio 17, 2014 by Redazione  
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Arrivano le vere montagne e debuttano alla grande, con una salita che metterà subito in croce diversi dei pretendenti alla maglia rosa. Il Monte Carpegna fece tribolare non poco i partecipanti a due giri disputati negli anni ’70 a causa delle sue forti pendenze, le stesse che saranno poi prescelte da Marco Pantani per affinare la gamba in vista dei grandi appuntamenti di stagione. Ora torneranno a far “danni” alla corsa rosa, abbinate a un inedito arrivo in salita, sempre sulle pendici del monte marchigiano.

Un fumante piatto di maccheroni senza la classica spolverata di parmigiano. Praticamente senza sapore. Ecco come sarebbe sembrato il Giro del 2014 se, disegnato con il pensiero rivolto a Pantani nel decimo anniversario della sua scomparsa, accanto alla riproposizione di qualcuno degli otto traguardi sui quali pose la firma (tutti sarebbe stato bello, ma era impossibile) non ci fosse stata in programma la scalata al Carpegna, ascesa che non figura nella “salitologia” ufficiale dello scalatore romagnolo ma che grande peso ebbe nei successi mietuti da Marco tra il 1989, quando da dilettante colse due affermazioni alla Sei Giorni del Sole, e il 16 luglio del 2000, giorno della sua ultima grande vittoria da professionista, il tappone di Courchevel del Tour de France. In mezzo Giro e Tour nello stesso 1998, ultimo tra i grandi a conseguire tale primato, vinti non solo per aver portato la maglia di leader sino all’ultimo traguardo, ma anche per aver fatto prima le “prove generali” sull’ardua strada che sale verso il Cippo di Carpegna. Il monte marchigiano, tra le salite più esigenti della catena appennica, distava un’ottantina di chilometri dalla sua Cesenatico e per questo era sempre nei programmi dei suoi allenamenti più importanti, a poche ore dal via delle gare che contavano. Lassù Pantani costruiva il mito del “Pirata”, affinando la gamba su pendenze che, trent’anni prima, aveva esaltato le doti di campioni del calibro dell’asso pigliatutto Merckx e dello spagnolo Fuente. Dopo quelle due gloriose scalate, proposte nel biennio 1973-1974, il Carpegna cadrà in un lungo dimenticatoio dal quale sarà estratto nel 2008, ma si trattò solo di una “rispolverata” senza troppe pretese relegato com’era a 90 Km dal traguardo di Cesena. Stavolta sarà tutto diverso e il Carpegna tornerà a trovarsi al posto giusto, chiamato ancora ad ergersi severo giudice del Giro. Chi punta alla classifica finale dovrà già essere al top perché la cima del Cippo sarà molto vicina al traguardo, distante 36 Km e pure posto lungo le pendici del Carpegna, prese però dall’inedito versante di Montecopiolo. Sarà, dunque, la prima delle otto tappe di grande montagna del Giro 2014 che, come tutte le altre (escluso il tappone della Val Martello), avranno un approccio “soft” perché la filosofia adotta da qualche anno dagli organizzatori prevede di concentrare il sale del percorso nel finale ed evitare d’inserire grosse salite nei tratti iniziali, che fanno “peso” ma che sono anche un calvario per tutti coloro che dovranno fare i conti con il tempo massimo.
Lasciata Foligno, il gruppo filerà via veloce – perché anche in tappe come questa è divenuta abitudinale la partenza a razzo – incanalandosi nella valle del fiume Topino, che scorre alle pendici del Subasio (il monte sovrastante Assisi) e portandosi quindi con una leggera salitella a Nocera Umbra, località termale che vanta la romano-gotica chiesa di San Francesco e che costituisce uno dei passaggi “fissi” della Mille Miglia, per il miglior transito della quale nel 1929 fu addirittura modificata la cinquecentesca Porta Nuova. Procedendo speditamente verso nord i “girini” si porteranno quindi alle soglie di Gualdo Tadino, centro che si chiamò Gualdo di Nocera fino al 1833 e nel quale è possibile ammirare un’altra interessante chiesa intitolata al “Poverello d’Assisi”. Il tratto successivo, l’ultimo da percorrere sul suolo umbro, si snoderà ai piedi del Monte Cucco, elevazione protetta dall’omonimo parco regionale e sul quale si trova una delle più estese grotte dell’Italia Centrale, lunga oltre 30 Km e profonda oltre 900 metri, conosciuta già nel ‘500 ma aperta al pubblico solamente nel 2009. L’ingresso nella regione Marche avverrà dopo aver superato il Passo della Scheggia, modestissimo nei “modi” (e in particolar dal versante che si affronterà) ma che ebbe una notevolissima considerazione in epoca antica se la Tavola Peutingeriana (cartina romana che riportava le vie militari dell’Impero) lo indicò come luogo di costruzione di un santuario dedicato a Giove Appennino, uno dei principali tra quelli innalzati in Umbria, i cui resti non saranno, però, mai riportati alla luce.
Cambiata regione non si cambierà strada e per un’altra ventina di chilometri si continuerà a percorrere la strada intrapresa sin dall’uscita di Foligno, l’antica Via Flaminia, che ora s’infilerà nella valle che separa due monti recentemente scoperti dal Giro. Il primo è il “gibbo che si chiama Catria”, che fu ricordato da Dante nel ventunesimo canto del “Paradiso” e che la corsa rosa ha affrontato nel 2006 e poi nel 2009, nell’anno del centenario, quando sarà abbinato al dirimpettaio Monte Petrano, in cima al quale s’impose lo spagnolo Carlos Sastre, schieratosi al via con il blasone di ultimo vincitore del Tour de France e che alla fine, al netto delle squalifiche di Pellizotti e Di Luca, sarà il secondo della classifica a 3’46” dal russo Menchov.
Le salite saranno, al momento, ancora spettatrici del tracciato che ora attraverserà il centro di Cagli e poi abbandonerà la Flaminia all’altezza di Acqualagna, cittadina situata alle porte della Gola del Furlo e conosciuta per il commercio di prelibati tartufi, a cominciare da quello bianco locale. Superato un modesto zampellotto, l’ultimo tratto di salita facile prima del gran finale, si passerà nella valle del Metauro, dove il gruppo sarà accolto ad applausi spalancati dalla gente di Urbania, tra i quali potrebbe esserci anche la Befana perché la vecchina volante possiede ufficialmente la casa in questo centro che ha conservato l’aspetto medioevale e le cui vie si riempiono di bambini vocianti e festanti in occasione dell’annuale sagra dedicata a questa figura.
Sono gli ultimi scampoli lieti di questa tappa che, abbandonato il fondovalle, andrà all’attacco del Carpegna. Dovranno scorrere quasi venti chilometri all’insù sotto le ruote dei corridori prima di transitare faticosamente sotto lo striscione del GPM, anche se i dati ufficiali riportati sul road book della corsa rosa illustrano un’ascesa più breve prendendo in considerazione solamente gli ultimi 8 Km, i più ardui. Non s’incontreranno, infatti, inclinazioni particolarmente temibili sino a Carpegna, località di villeggiatura posta nel centro geografico del Montefeltro (del quale è anche capoluogo) e frequentata dagli appassionati della buona tavola perché terra di produzione del Prosciutto di Carpegna San Leo, uno dei cinque prosciutti italiani che posso vantarsi dell’etichetta DOP (denominazione di origine protetta). Ci sarà, dunque, l’opportunità di soddisfare il palato nell’attesa dell’arrivo dei “girini” che, imboccata la strada per il Cippo, si troveranno a fare i conti con una strada ripida e stretta che si snoda nella foresta demaniale, estesa per quasi 400 ettari, e che farà vincere i rimanenti 594 metri di dislivello in 6 Km esatti, vale a dire superando una pendenza media del 9,9% mentre il picco massimo sarà del 13%, raggiunto nel tratto che precede il passaggio davanti alla casa forestale.
La discesa si presenterà pendente nel tratto immediatamente successivo allo scollinamento (2 Km al 10,2%) poi diventerà abbastanza docile (media complessiva del 5,6%) e planerà per quasi 17 Km verso la Valmarecchia, dove si attraverserà Pennabilli. Questo comune, come altri cinque altri centri della valle passati nel 2009 dalla regione Marche all’Emilia Romagna in seguito ad un referendum, è stato per tantissimi anni il “buen retiro” di Tonino Guerra, che è stato poeta, scrittore e soprattutto sceneggiatore per i più grandi registi italiani (da Fellini ad Antonioni, da Rosi ai Fratelli Taviani) anche se l’unico film da lui scritto girato nel suo paese, Burro, sarà diretto dalle mani spagnole di José María Sánchez.
Arrivati in fondo alla discesa, subito si riprenderà a puntare verso l’alto andando a imboccare l’ultima ascesa di giornata, divisa in due tratti distinti da una discesa lunga quasi 3 Km. Caratterizzate da pendenze medie quasi identiche (circa 6,3%), la prima parte è più consistente nel chilometraggio (9,3 Km) rispetto alla seconda (6,3 Km), nella quale si ritroveranno pendenze impegnative, anche se non a doppia cifra come sulla strada del Cippo. Una volta attraversata Montecopiolo, piccola località di villeggiatura situata non distante dallo spettacolare borgo di San Leo e dai confini con la Repubblica di San Marino, il tracciato riprenderà ad elevarsi in direzione del Carpegna, incontrando inclinazioni che rasentano l’8% a circa 4 Km dalla conclusione, che riserverà una rasoiata finale al 13% proprio nel rettilineo d’arrivo, ai piedi del santuario della Madonna del Faggio. Proprio il luogo ideale per invocare una celeste protezione, perché la prima tappa di montagna correrà il rischio d’infrangere i sogni rosa di molti.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Passo della Scheggia (632). Valicato dalla SS 3 “Via Flaminia” tra Scheggia e la località Aiale. Quotato 635 sulle cartine del Giro 2014.

Passo della Cantoniera (1007). È la sella che separa il Monte Carpegna dal gruppo costituito dai monti Simoncello e Sasso di Simone, valicato dalla SP 1 tra Carpegna e Pennabilli. Vi si trova l’omonima casa cantoniera e costituisce il punto di partenza del versante occidentale della strada del Cippo del Monte Carpegna, quella che i corridori percorreranno in discesa. E’ stato affrontato come GPM un’unica volta, nel corso della tappa Senigallia – San Marino del Giro del 1969 (vinta da Franco Bitossi), che vide scollinare per primo al GPM lo spagnolo Julio Jiménez.

RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

FOTOGALLERY

Nocera Umbra (medioevoinumbria.it)

Nocera Umbra (medioevoinumbria.it)

Gualdo Tadino, Rocca Flea (hotels.umbriaonline.com)

Gualdo Tadino, Rocca Flea (hotels.umbriaonline.com)

Grotta del Monte Cucco (www.valleumbria.it)

Grotta del Monte Cucco (www.valleumbria.it)

Monte Catria (acqualagna.com)

Monte Catria (acqualagna.com)

Acqualagna (acqualagna.com)

Acqualagna (acqualagna.com)

Uno scorcio di Urbania (www.visitriminipesarourbino.it)

Uno scorcio di Urbania (www.visitriminipesarourbino.it)

Uninvitante piatto di Prosciutto di Carpegna San Leo DOP (www.pu24.it)

Un'invitante piatto di Prosciutto di Carpegna San Leo DOP (www.pu24.it)

Una scena di Burro girata davanti alla cattedrale di Pennabilli (davinotti.com)

Una scena di 'Burro' girata davanti alla cattedrale di Pennabilli (davinotti.com)

San Leo emerge dalla nebbia (www.hotelilpoggio.it)

San Leo emerge dalla nebbia (www.hotelilpoggio.it)

Montecopiolo, santuario della Madonna del Faggio (www.eremomontecarpegna.it)

Montecopiolo, santuario della Madonna del Faggio (www.eremomontecarpegna.it)

Il Monte Carpegna e, in trasparenza, laltimetria dellottava tappa (wikipedia)

Il Monte Carpegna e, in trasparenza, l'altimetria dell'ottava tappa (wikipedia)

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI FOLIGNO

maggio 17, 2014 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Anche quest’anno ilciclismo.it, proporrà, poche ore dopo la conclusione della tappa, l’oramai tradizionale almanacco zeppo di golosità: cominceremo dalla rassegna stampa internazionale, passando poi il parere dei tifosi, la colonna sonora del giorno, le previsione del tempo per la tappa successiva, le “perle” dei telecronisti, il Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e il ricordo di un Giro passato (abbiamo scelto il 1964, l’ultimo dei due Giri vinti da Anquetil).

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Italia

Bouhanni bis a Foligno – Matthews resta in rosa (Gazzetta dello Sport)

Corridore cade al Giro Fan gli ruba casco e borraccia – Giro, bis di Bouhanni
che vince in volata (Corriere della Sera)

Regno Unito

Nacer Bouhanni snatches narrow stage win (The Independent)

Second Giro stage win for Bouhanni (The Times)

Bouhanni steals way to stage win (The Daily Telegraph)

Irlanda

Bouhanni pips rivals in frantic final dash – Nicolas Roche: ‘I opened my bag to discover that I had forgotten my shorts’ (Irish Independent)

Francia

Le doublé pour Nacer Bouhanni – Bouhanni : «Je ne vais pas lâcher» (L’Equipe)

Spagna

Doblete de Bouhanni – Purito: “No es momento para pensar en el Tour de Francia” (AS)

Bouhanni le coge el gusto – ¿Debió esperar Evans a los
favoritos tras la caída masiva? (Marca)

Bouhanni sueña con emular a Jalabert (El Mundo Deportivo)

Belgio

Bouhanni wint zijn tweede massasprint in deze Giro (De Standaard)

Et de deux pour Nacer Bouhanni au Giro (L’Avenir)

Nacer Bouhanni s’adjuge un 2e succès au Giro (La Dernière Heure/Les Sports)

Bouhanni double la mise, Matthews toujours en rose (Sudinfo.be)

Paesi Bassi

Bouhanni doet het weer in Giro – Evans ‘Ik wist van niks’ (De Telegraaf)

Lussemburgo

Bouhanni zum Zweiten (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)

Bouhanni feiert zweiten Giro-Etappensieg (Tageblatt)

Germania

Bouhanni feiert zweiten Giro-Etappensiega (Berliner Zeitung)

USA

Matthews Holds Giro Lead (The New York Times)

Colombia

Este sábado llega la montaña a depurar la general del Giro de Italia (El Tiempo)

Rigoberto Urán se mantiene tercero en la general en el Giro de Italia (El Espectador)

Australia

Matthews keeps Giro D’Italia lead (The Age)

Australian cyclists Michael Matthews and Cadel Evans in overall leads in Giro d’Italia (The Australian)

Matthews leads Evans in Giro d’Italia (Herald Sun)

BOX POPULI

Ogni giorno qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Volata o fuga?

Howling Wolf14: La fuga ci sarà, ma con 40 km tra discesa e pianura dall’ultimo gpm al traguardo, la fuga non avrà vita facile.

Mauro Facoltosi: Bis di Bouhanni. Commenti?

Howling Wolf14: Mi dispiace per Nizzolo. E veramente un bel velocista. E’ sempre lì, si fa trovare sempre preparato. Ma non riesce a vincere. Tanto di cappello, però, per un altro stupendo piazzamento. Sono contento per Bouhanni e per la FdJ. Il francese è uno sprinter spettacolare, alla Cavendish, sa scattare a ripetizione. Sono contento anche per la Cannondale. E’ un team di autentici polli. Hanno tirato a perdifiato per annullare la fuga in corso, assieme agli FdJ, ai Trek e ai Giant, solo che poi al momento buono sono spariti. Non potevano iniziare prima l’inseguimento, ad un ritmo meno frenetico, risparmiando più energie? E poi erano al corrente che il loro capitano Viviani era un po’ in difficoltà? Valeva la pena di fare ciò che hanno fatto? La Cannondale non è nuova a queste sparate. Tanta immagine ma poca sostanza.

DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Grazie dei fiori bis (Renzo Arbore, Nino Frassica)

a cura di DJ Jorgens

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Foligno – Montecopiolo

Foligno : cielo coperto, 18,1°C, vento debole da N (5-8 Km/h), umidità al 57%
Costacciaro (Km 52): nuvole sparse con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 15,2°C, vento debole da NW (4-6 Km/h), umidità al 58%
Urbania – T.V. – (Km 105,2): pioggia debole (0,5 mm) e schiarite, 17,8°C, vento debole da NNW (5-6 Km/h), umidità al 64%
Carpegna (Km 136,7) : pioggia debole (0,3 mm) e schiarite, 13,7°C, vento debole da NNW (5 Km/h), umidità al 65%
Montecopiolo (Km 170,9) : pioggia debole (0,4 mm) e schiarite, 11,3°C, vento debole da NNW (3-4 Km/h), umidità al 67%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

De Stefano: “Una finale bello per loro”
Pancani: “Non era arrivato al traguardo della Astana”
Francesca Lugeri (geologa): “La Cascata delle Marmore è la più elevata d’Europa” (è la più alta, ma non certo elevata come quota)
Garzelli: “Dovrebbe arrivare una volata. Purtroppo, speriamo di no”
Garzelli: “Speriamo sistemi il tempo”
Viaggio nell’Italia del Giro: “Rivendita di digestivi da frati”
Pancani: “Rimane in classica Rafal Majka”
Martinello: “Questo lungo giornata”
Martinello: “Viviani si sarà tenuto Ratto accanto a sè per pilotarlo nel finale” (a dire il vero, è Ratto che deve pilotare Viviani)
Martinello: “Mi è sembrato un po’ prestino lo scatto”
Pancani: “Quanto senti che hai fame, quando senti che hai sete… è scappata”
Pancani: “Neutralizzazione del tempo per gli ultimi 2 Km” (3 Km)
De Stefano: “Francisco Vicioso” (Ventoso)
Conti: “Attaccare su una caduta”
Garzelli: “Duecento metri di corridori per terra” (una strage!!!)
De Stefano: “Aspettiamo che salga sul podio del Processo” (palco)
Sentita al Processo: “Una caduta resa dall’asfalto scivoloso”
De Luca: “Passeremo nella salita dove si allevanava Marco Pantani”

IL GIRO DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

Ordine d’arrivo della settima tappa, Frosinone – Foligno

1° Christopher Sutton
2° Jetse Bol s.t.
3° Cameron Meyer s.t.
4° Nicola Ruffoni s.t.
5° Michel Koch s.t.

Classifica generale

1° Cameron Meyer
2° Jetse Bol a 6′19″
3° Svein Tuft a 7′52″
4° Kenny Dehaes a 9′51″
5° Arnaud Courteille a 9′57″
Miglior italiano: Nicola Ruffoni, 9° a 18′51″

L’ULTIMO GIRO DI ANQUETIL
Tuffo nella storia del Giro del 1964, il secondo e ultimo conquistato dall’asso francese Jacques Anquetil. Ci condurranno indietro di 50 anni i titoli del quotidiano “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it

7a TAPPA: VERONA – LAVARONE (168 Km)

SOLER VINCE LA TAPPA VERONA-LAVARONE STACCANDO NEL FINALE I COMPAGNI DI FUGA
Il ciclista spagnolo si è imposto nel primo percorso di montagna
Un gruppo di nove corridori, dopo Schio, anima la fase conclusiva della corsa – Zilioli precede la maglia rosa Anquetil sul traguardo e recupera 17 secondi in classifica generale – Oggi arrivo a Pedavana, attraverso il Passo Rolle

Nota sulla planimetria: Al momento di andare in stampa Torriani non aveva ancora stabilito il finale del Giro. Per questo motivo la planimetria propone i due progetti aperti in quel momento.

ARCHIVIO ALMANACCO
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza

1a tappa: Belfast (cronosquadre)

2a tappa: Belfast (seconda tappa)

3a tappa: Armagh – Dublino

4a tappa: Giovinazzo – Bari

5a tappa: Taranto – Viggiano

6a tappa: Sassano – Montecassino

Matthews al raduno di partenza di Frosinone, per lui si annunciano le ultime ore in rosa (www.lapresse.it)

Matthews al raduno di partenza di Frosinone, per lui si annunciano le ultime ore in rosa (www.lapresse.it)

BIS DI BOUHANNI IN ATTESA DI MONTECOPIOLO

maggio 16, 2014 by Redazione  
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Bouhanni concede il bis a Foligno dopo la vittoria di Bari, in una volata a ranghi compatti in cui è abilissimo a infilare Nizzolo e Mezgec che si piazzano rispettivamente secondo e terzo. La fuga di cinque uomini, tra cui l’italiano Boem (Bardiani) veniva ripresa soltanto ai meno 4 dall’arrivo. Matthews (oggi quarto) conserva agevolmente la maglia rosa. Ma già domani il primo vero arrivo in quota a Montecopiolo potrà sconvolgere la classifica generale.

La settima tappa del Giro 2014 vede la vittoria di Nacer Bouhanni che si ripete dopo il successo nella quarta tappa di Bari. Ma se nel capoluogo pugliese il forte velocista francese si era imposto in un risicato gruppetto al termine di peripezie varie tra problemi meccanici, inseguimenti e ciclisti che gli cadevano davanti come birilli per colpa della pioggia, oggi ha dimostrato la sua superiorità in uno sprint di massa nel quale ha prevalso all’ultimo colpo di pedale su un generosissimo ma ancora piazzato Giacomo Nizzolo. Il ciclista meneghino della Trek deve ancora rimandare l’appuntamento con la prima vittoria al Giro d’Italia ma si conferma nel panorama italiano come uno dei velocisti di maggior talento insieme a Elia Viviani, che oggi, però, ha disputato una volata insufficiente che gli costa anche la perdita della maglia rossa a favore di Bouhanni. La pioggia che ha finora flagellato le prime tappe del Giro oggi non si è fatta viva, nonostante un cielo perennemente grigio fin dalla partenza da Frosinone. A Lancaster (Orica), Méderel (Europcar), Caruso, Vicioso, Joaquim Rodriguez (Katusha), Brajkovic (Astana) e Villella, non partiti in seguito alla catastrofica caduta nel finale di tappa di Montecassino, era costretto ad aggiungersi, dopo una settantina di chilometri dalla partenza, il panamese Carretero (Neri Sottoli), che era la “maglia nera”, l’ultimo della classifica generale. La fuga di giornata intanto aveva già preso un buon margine sul gruppo e Anacona (Lampre-Merida), Thurau (Europcar), Boem (Bardiani), Chalapud (Colombia) e Haas (Garmin-Sharp) – quest’ultimo ‘sostituitosi’ con Herrada, che si era lasciato sfilare perchè il suo ritardo in classifica di quasi 4 minuti non era proprio visto benissimo dal gruppo – avrebbero raggiunto un vantaggio massimo di 6 minuti e mezzo a poco più di 100 km dall’arrivo. Dopo il traguardo volante di Rieti, posto a meno di 90 km dal traguardo, il gruppo iniziava ad aumentare l’andatura. In testa si alternavano uomini di Orica GrenEDGE, Trek e Cannondale, mentre sembrava disinteressarsi all’inseguimento proprio la FDJ.fr di Bouhanni. Il tratto di circa 30 km che prevedeva diversi saliscendi, che culminavano con l’ascesa del GPM di 4° categoria del Valico della Somma, consentivano al gruppo di rintuzzare maggiormente il distacco su una fuga che iniziava a capire quanto difficile sarebbe stato coronare il sogno del successo. Gli ultimi 40 km vedevano, quindi, l’affondo finale del gruppo inseguitore, che ormai si avvicinava a grandi passi alla testa della corsa. Il vantaggio della fuga era ormai di un solo minuto quando mancavano 9 km alla fine. Era di Haas l’ultimo disperato tentativo, ai meno 4, ma il gruppo rinveniva ormai implacabilmente sull’australiano della Garmin. Ai meno 3 il gruppo era ormai compatto e, nonostante alcune insidiose curve ad “esse” all’inizio dell’abitato di Foligno, poteva prepararsi ad una volata a ranghi compatti- Era da annotare solamente la caduta di Ventoso (Movistar) ai meno 2, nell’impostazione di una curva a destra. La volata vedeva il grande lavoro della Giant per lo sloveno Mezgec, che partiva ai meno 300. Subito Nizzolo gli si accodava sulla sinistra, superandolo con una bella accelerazione. Ma proprio quando la vittoria sembrava a portata del milanese, da destra, tra Mezgec e le transenne, sbucava a tutta velocità Bouhanni che trovava il pertugio giusto e riusciva ad anticipare Nizzolo per questione di centimetri. Come detto, il francese della FDJ.fr è il nuovo leader della classifica a punti, mentre tutto resta invariato in classifica generale, con Matthews maglia rosa. Domani l’ottava tappa tra Foligno e Montecopiolo di 179 km prevede tre GPM (uno di 2° e due di 1° categoria) negli ultimi 35 km: sul Carpegna prima e sull’erta finale poi inizierà la vera battaglia per la classifica generale e siamo curiosi di vedere fin dove Matthews sarà capace di resistere.

Giuseppe Scarfone

ORDINE D’ARRIVO

1 Nacer Bouhanni (Fra) FDJ.fr 5:16:05
2 Giacomo Nizzolo (Ita) Trek Factory Racing
3 Luka Mezgec (Slo) Team Giant-Shimano
4 Michael Matthews (Aus) Orica Greenedge
5 Roberto Ferrari (Ita) Lampre-Merida
6 Tyler Farrar (USA) Garmin Sharp
7 Enrico Battaglin (Ita) Bardiani-CSF
8 Boy Van Poppel (Ned) Trek Factory Racing
9 Ivan Rovny (Rus) Tinkoff-Saxo
10 Elia Viviani (Ita) Cannondale
11 Tosh Van Der Sande (Bel) Lotto Belisol
12 Francesco Chicchi (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo
13 Davide Appollonio (Ita) AG2R La Mondiale
14 Edwin Alcibiades Avila Vanegas (Col) Colombia
15 Ben Swift (GBr) Team Sky
16 Leonardo Fabio Duque (Col) Colombia
17 Julien Vermote (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
18 Sonny Colbrelli (Ita) Bardiani-CSF
19 Rigoberto Uran Uran (Col) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
20 Manuel Belletti (Ita) Androni Giocattoli
21 Alessandro Petacchi (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
22 Jan Polanc (Slo) Lampre-Merida
23 David Tanner (Aus) Belkin Pro Cycling Team
24 Dennis Vanendert (Bel) Lotto Belisol
25 Dario Cataldo (Ita) Team Sky
26 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo
27 Pawel Poljanski (Pol) Tinkoff-Saxo
28 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale
29 Bert De Backer (Bel) Team Giant-Shimano
30 Daniele Colli (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo
31 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo
32 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol
33 Borut Bozic (Slo) Astana Pro Team
34 Sébastien Chavanel (Fra) FDJ.fr
35 Maarten Tjallingii (Ned) Belkin Pro Cycling Team
36 Michele Scarponi (Ita) Astana Pro Team
37 Davide Malacarne (Ita) Team Europcar
38 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team
39 Robert Kiserlovski (Cro) Trek Factory Racing
40 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team
41 Wilco Kelderman (Ned) Belkin Pro Cycling Team
42 Enrico Gasparotto (Ita) Astana Pro Team
43 Diego Rosa (Ita) Androni Giocattoli
44 Angelo Tulik (Fra) Team Europcar
45 Maxime Bouet (Fra) AG2R La Mondiale
46 Ivan Basso (Ita) Cannondale
47 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida
48 Tim Wellens (Bel) Lotto Belisol
49 Matteo Rabottini (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo
50 Ivan Santaromita (Ita) Orica Greenedge

CLASSIFICA GENERALE

1 Michael Matthews (Aus) Orica Greenedge 29:34:19
2 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team 0:00:21
3 Rigoberto Uran Uran (Col) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:01:18
4 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 0:01:25
5 Steve Morabito (Swi) BMC Racing Team
6 Matteo Rabottini (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo
7 Ivan Santaromita (Ita) Orica Greenedge 0:01:47
8 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:01:51
9 Tim Wellens (Bel) Lotto Belisol 0:01:52
10 Ivan Basso (Ita) Cannondale 0:02:06
11 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team 0:02:08
12 Wilco Kelderman (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:02:11
13 Maxime Bouet (Fra) AG2R La Mondiale
14 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale
15 Diego Ulissi (Ita) Lampre-Merida 0:02:22
16 Robert Kiserlovski (Cro) Trek Factory Racing 0:02:24
17 Michele Scarponi (Ita) Astana Pro Team 0:02:28
18 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team 0:02:34
19 Dario Cataldo (Ita) Team Sky 0:02:36
20 Gianluca Brambilla (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:02:46
21 Tobias Ludvigsson (Swe) Team Giant-Shimano 0:02:47
22 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol 0:02:48
23 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo 0:02:50
24 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar 0:03:01
25 Wout Poels (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:03:10
26 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida 0:03:13
27 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano 0:03:14
28 Fabio Andres Duarte Arevalo (Col) Colombia 0:03:23
29 Mauro Finetto (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo 0:03:28
30 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale
31 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr
32 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida 0:03:41
33 Davide Malacarne (Ita) Team Europcar 0:03:44
34 Diego Rosa (Ita) Androni Giocattoli 0:03:45
35 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:03:48
36 José Herrada Lopez (Spa) Movistar Team
37 Jarlinson Pantano (Col) Colombia 0:03:50
38 Serge Pauwels (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:04:05
39 Ryder Hesjedal (Can) Garmin Sharp 0:04:39
40 Pieter Weening (Ned) Orica Greenedge 0:04:55
41 Francesco Manuel Bongiorno (Ita) Bardiani-CSF 0:05:00
42 Riccardo Zoidl (Aut) Trek Factory Racing 0:05:04
43 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli 0:05:08
44 Francis Mourey (Fra) FDJ.fr 0:05:12
45 Enrico Battaglin (Ita) Bardiani-CSF 0:05:24
46 Chris Anker Sörensen (Den) Tinkoff-Saxo 0:05:25
47 Kanstantsin Siutsou (Blr) Team Sky 0:05:43
48 Pawel Poljanski (Pol) Tinkoff-Saxo 0:06:13
49 Sebastian Henao Gomez (Col) Team Sky 0:06:15
50 Bjorn Thurau (Ger) Team Europcar 0:06:45

A Foligno parte il secondo diretto dellex pugile Bouhanni (foto Bettini)

A Foligno parte il secondo 'diretto" dell'ex pugile Bouhanni (foto Bettini)

16-05-2014

maggio 16, 2014 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

Il francese Nacer Bouhanni (FDJ.fr) si è imposto nella settima tappa, Frosinone – Foligno, percorrendo 211 Km in 5h16′05″, alla media di 40,053 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Giacomo Nizzolo (Trek Factory Racing) e lo sloveno Mezgec. L’australiano Michael Matthews (Orica – GreenEDGE) è ancora maglia rosa, con 21″ sul connazionale Evans e 1′18″ sul colombiano Urán Urán. Miglior italiano Matteo Rabottini (Neri Sottoli – Yellow Fluo), 6° a 1′25″

AMGEN TOUR OF CALIFORNIA

Il colombiano Johan Esteban Chaves Rubio (Orica – GreenEDGE) si è imposto nella sesta tappa, Santa Clarita – Mountain High, percorrendo 151,8 Km in 4h09′13″, alla media di 36,546 Km/h. Ha preceduto di 13″ lo spagnolo De La Cruz Melgarejo e di 41″ lo statunitense Danielson. Miglior italiano Matteo Trentin (Omega Pharma – Quick Step), 62° a 18′54″. Il britannico Bradley Wiggins (Team Sky) è ancora leader della classifica, con 30″ sull’australiano Dennis e 1′48″ sullo statunitense Craddock. Miglior italiano Trentin, 64° a 44′20″

TOUR DE PICARDIE (Francia)

Il francese Bryan Coquard (Team Europcar) si è imposto nella prima tappa, Fort-Mahon-Plage – Estrées-Saint-Denis, percorrendo 191 Km in 4h17′27″, alla media di 40,053 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Démare e l’olandese Sinkeldam. Miglior italiano Andrea Guardini (Astana Pro Team), 8°. Coquard è il primo leader della classifica, con 1″ su Démare e 6″ su Sinkeldam. Miglior italiano Guardini, 9° a 10″.

RHÔNE-ALPES ISÈRE TOUR (Francia)

Il francese Jimmy Raibaud (CR4C Roanne) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Colombier-Saugnieu, percorrendo 174,6 Km in 4h19′44″, alla media di 40,333 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Pardini e il francese Venturini. Unico italiano in gara Corrado Lampa (Team Differdange – Losch), 51°. Il francese Quentin Jauregui (Roubaix Lille Métropole) è ancora leader della classifica, con 7″ sul croato Kvasina e 9″ sul francese Guay. Lampa 4° a 26″

VUELTA A CASTILLA Y LEÓN (Spagna)

Lo spagnolo José Joaquín Rojas Gil (Movistar Team) si è imposto nella prima tappa, Ciudad Rodrigo – Zamora, percorrendo 161,4 Km in 4h34′00″, alla media di 35,343 Km/h. Ha preceduto allo sprint il russo Shilov e lo spagnolo Barbero Cuesta. Miglior italiano Francesco Lasca (Caja Rural – Seguros RGA), 4°. Rojas Gil è il primo leader della classifica, con 4″ su Shilov e 6″ su Barbero Cuesta. Miglior italiano Lasca, 4° a 10″.

ROYAL SMILDE OLYMPIA’S TOUR (Paesi Bassi)

L’olandese Wim Stroetinga (KOGA Cycling Team) si è imposto anche nella quinta tappa, circuito di Reuver, percorrendo 208,6 Km in 4h07′03″, alla media di 50,662 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Vermeltfoort e Havik. Unico italiano in gara Marco Zanotti (Parkhotel Valkenburg CT), 25°. L’olandese Berden De Vries (Cyclingteam Jo Piels) è ancora leader della classifica, con 23″ sul connazionale Asselman e 31″ su Stroetinga. Zanotti 40° a 1′39″

VISEGRAD 4 BYCICLE RACE – GP SLOVAKIA

Il polacco Pawel Bernas (BDC Marcpol) si è imposto nella corsa slovacca, circuito di Bratislava, percorrendo 147 Km in 3h29′30″, alla media di 42,100 Km/h. Ha preceduto di 55″ lo slovacco Tybor e di 59″ lo sloveno Bajc. Ritirati gli unici italiani in gara, Alessandro Mazzi (Utensilnord Ora24.eu) e Gennaro Maddaluno (Utensilnord Ora24.eu)

PHINNEY VENTRE A TERRA, ANCORA “FREGATI” I VELOCISTI

maggio 16, 2014 by Redazione  
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Taylor Phinney ha vinto la quinta tappa del Giro di California con una splendida azione solitaria nella discesa del San Marcos Pass. L’americano è riuscito a resistere al tentativo di rientro del gruppo, regolato da Peter Sagan che aveva fatto lavorare la squadra con il duplice scopo di raggiungere il fuggitivo e di staccare Mark Cavendish. Frazione tranquilla per Wiggins prima della tappa di montagna di domani.

Un cronoman di razza come Taylor Phinney confeziona una grande vittoria al Giro di California, al termine di una spettacolare azione solitaria. Sulla linea di arrivo, posta sul lungomare di Santa Barbara, il vincitore fa un inchino al pubblico al termine del suo assolo.
Anche la quinta tappa è stata caratterizzata da un tentativo di fuga ma, dopo quanto accaduto ieri, il gruppo non ha esitato, evitando di lasciare in mano la situazione alla sola Sky; così, davanti si sono messi gli uomini di Sagan e quelli di Goss.
La fuga è andata via, anche in questo caso, nei primi chilometri di gara; a salutare il gruppo sono stati Michael Schär della BMC, Danny Van Poppel della Trek, Maarten Wynants della Belkin, Isaac Bolívar della UnitedHealthcare, Iker Camaño Ortuzar del Team NetApp-Endura e Serghei Tvetcov della Jelly Belly. Non ci è voluto molto per capire che il gruppo non aveva intenzione di lasciare spazio agli attaccanti; il vantaggio massimo di costoro, infatti, non ha mai superato i due minuti e mezzo e la capitolazione del tentativo sulla salita del San Marcos è sembrata subito inevitabile. Il GPM era, però, posto a circa trenta chilometri dall’arrivo ed era, quindi, ovvio che ci sarebbero stati ulteriori tentativi di evasione, come si è puntualmente verificato. Ci hanno provato Daniel Jaramillo della Jamis-Hagens Berman, partito in contropiede sul gruppo al momento del ricongiungimento con i fuggitivi della prima ora, William Routley della Optum, sinora sempre all’attacco, e Lucas Euser della UnitedHealthCare: nessuno di questi è riuscito a trovare lo spunto giusto, che invece ha trovato Taylor Phinney, partito al contrattacco su Jaramillo e lanciatosi a forte velocità sulla discesa del San Marcos, tanto da riuscire a mettere in saccoccia un vantaggio di 55 secondi. La Cannondale di Peter Sagan non ha rischiato troppo in discesa, ma ha tentato di chiudere sull’americano nel successivo tratto di pianura. Le doti di grande passista di Taylor Phinney gli hanno, però, consentito di perdere pochissimo terreno nel tratto pianeggiante fino a Santa Barbara, che per lui è diventato una sorta di cronometro individuale di una decina di chilometri, la distanza che maggiormente si adatta alle caratteristiche dello statunitense.
Peter Sagan, riuscito nell’intento di isolare Mark Cavendish, si è quindi dovuto accontentare di battere allo sprint l’altro uomo che aveva fatto lavorare la propria squadra, ossia Matthew Goss.
Per gli uomini di classifica è stata un a giornata tranquilla poichè nessuno ha tentato di sferrare un attacco in discesa a Wiggins, nonostante fosse ghiotta l’occasione di andarsene con un uomo come Phinney, che è in grado si sviluppare notevole velocità in pianura. Era certamente una prospettiva affascinante, specialmente ricordando quello che Wiggins dovette patire lungo le discese del Giro d’Italia dell’anno passato. Gli avversari dell’inglese hanno preferito non rischiare troppo e rimandare l’appuntamento alla prossima tappa che è la più dura del Giro di California, con diverse salite e l’arrivo in quota a Mountain High. La salita finale è molto lunga e svetta ben oltre i duemila metri, ma non sarà l’unica asperità di giornata, dato che sarà preceduta da Bouquet Canyon, a sua volta seguito dallo Spunky Canyon; quindi, dopo una fase di relativa tranquillità, il tracciato prevede l’ascesa a Emma Mountain ed infine la lunghissima arrampicata finale (oltre 20 Km). In considerazione delle caratteristiche del finale sarà difficile vedere un attacco a lunga gittata, ma certamente gli aspiranti alla vittoria cercheranno con ogni mezzo di lasciare Wiggins senza squadra il prima possibile, come è successo nella terza tappa. Bisogna, infatti, osservare che gli uomini messi a disposizione dell’attuale leader della generale non sono i più forti della squadra, impegnata in parte al Giro d’Italia e in parte in altre corse di preparazione al Tour de France. Di tutto ciò tenteranno di approfittarne Dennis e Machado, i più diretti avversari in classifica. Gli attacchi potrebbero cominciare anche da metà salita perchè, se Wiggins deciderà di adottare la stessa tattica vista sul Mount Diablo, la sparata finale potrebbe non essere sufficiente a Dennis per recuperare i 28 secondi di passivo. Certamente non sarà sufficiente a Thiago Machado che accusa un ritardo di poco superiore al minuto e che dovrà, quindi, lanciare il guanto della sfida il prima possibile. Nelle successive frazioni, infatti, non vi è il terreno adatto per tentare un attacco serio. Gli appassionati possono quindi prepararsi ad assistere ad una grande sfida finale sulle rampe della Big Pine Road.

Benedetto Ciccarone

ORDINE D’ARRIVO

1 Taylor Phinney (USA) BMC Racing Team 3:59:33
2 Peter Sagan (Svk) Cannondale 0:00:12
3 Matthew Harley Goss (Aus) Orica GreenEdge
4 Jasper Stuyven (Bel) Trek Factory Racing
5 Kiel Reijnen (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team
6 Lawson Craddock (USA) Team Giant-Shimano
7 Thomas Damuseau (Fra) Team Giant-Shimano
8 Greg Van Avermaet (Bel) BMC Racing Team
9 Paul Voss (Ger) Team NetApp-Endura
10 Tiago Machado (Por) Team NetApp-Endura
11 Eloy Teruel Rovira (Spa) Jamis – Hagens Berman
12 Martin Velits (Svk) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
13 Rohan Dennis (Aus) Garmin Sharp
14 Robert Víctor Squire (USA) Jamis – Hagens Berman
15 Jacob Rathe (USA) Jelly Belly p/b Maxxis
16 Daniel Jaramillo Díez (Col) Jamis – Hagens Berman
17 Carlos Verona Quintanilla (Spa) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
18 Daan Olivier (Ned) Team Giant-Shimano
19 Joshua Edmondson (GBr) Team Sky
20 Nathan Brown (USA) Garmin Sharp
21 Clément Chevrier (Fra) Bissell Development Team
22 Bradley Wiggins (GBr) Team Sky
23 Javier Megias Leal (Spa) Team Novo Nordisk
24 Adam Yates (GBr) Orica GreenEdge
25 David De La Cruz Melgarejo (Spa) Team NetApp-Endura
26 Carter Jones (USA) Optum p/b Kelly Benefit Strategies
27 Luis Romero Amaran (Cub) Jamis – Hagens Berman
28 Benjamin King (USA) Garmin Sharp
29 Lucas Euser (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team
30 Amaël Moinard (Fra) BMC Racing Team
31 Jens Keukeleire (Bel) Orica GreenEdge
32 Gregory Brenes (CRc) Jamis – Hagens Berman
33 Johan Esteban Chaves Rubio (Col) Orica GreenEdge
34 Peter Stetina (USA) BMC Racing Team
35 Laurens Ten Dam (Ned) Belkin Pro Cycling Team
36 Tom Danielson (USA) Garmin Sharp
37 Haimar Zubeldia Agirre (Spa) Trek Factory Racing
38 Javier Alexis Acevedo Colle (Col) Garmin Sharp
39 Kristijan Koren (Slo) Cannondale
40 Damien Howson (Aus) Orica GreenEdge
41 George Bennett (NZl) Cannondale
42 Danny Pate (USA) Team Sky
43 Ben Jacques-Maynes (USA) Jamis – Hagens Berman
44 Daniel Summerhill (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team
45 Maciej Bodnar (Pol) Cannondale 0:01:23
46 Matthew Busche (USA) Trek Factory Racing 0:00:12
47 José Joao Pimenta Costa (Por) Team NetApp-Endura 0:03:51
48 Jesse Sergent (NZl) Trek Factory Racing
49 Jens Voigt (Ger) Trek Factory Racing
50 Matteo Trentin (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team

CLASSIFICA GENERALE

1 Bradley Wiggins (GBr) Team Sky 17:53:36
2 Rohan Dennis (Aus) Garmin Sharp 0:00:28
3 Tiago Machado (Por) Team NetApp-Endura 0:01:09
4 Lawson Craddock (USA) Team Giant-Shimano 0:01:25
5 Adam Yates (GBr) Orica GreenEdge 0:02:14
6 Peter Stetina (USA) BMC Racing Team 0:02:28
7 Matthew Busche (USA) Trek Factory Racing 0:02:29
8 Carter Jones (USA) Optum p/b Kelly Benefit Strategies 0:02:31
9 Laurens Ten Dam (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:02:33
10 Javier Alexis Acevedo Colle (Col) Garmin Sharp 0:02:34
11 Haimar Zubeldia Agirre (Spa) Trek Factory Racing 0:02:49
12 Damien Howson (Aus) Orica GreenEdge 0:02:59
13 Johan Esteban Chaves Rubio (Col) Orica GreenEdge 0:03:32
14 Nathan Brown (USA) Garmin Sharp 0:03:39
15 David De La Cruz Melgarejo (Spa) Team NetApp-Endura 0:03:46
16 George Bennett (NZl) Cannondale 0:03:49
17 Lucas Euser (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 0:04:12
18 Daan Olivier (Ned) Team Giant-Shimano
19 Tom Danielson (USA) Garmin Sharp 0:04:39
20 Thomas Damuseau (Fra) Team Giant-Shimano 0:05:31
21 Kristijan Koren (Slo) Cannondale 0:06:42
22 Gregory Brenes (CRc) Jamis – Hagens Berman 0:06:45
23 Clément Chevrier (Fra) Bissell Development Team 0:07:15
24 Luis Romero Amaran (Cub) Jamis – Hagens Berman 0:07:22
25 Benjamin King (USA) Garmin Sharp 0:07:48
26 Daniel Jaramillo Díez (Col) Jamis – Hagens Berman 0:08:26
27 Javier Megias Leal (Spa) Team Novo Nordisk 0:08:51
28 Carlos Verona Quintanilla (Spa) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:09:15
29 Amaël Moinard (Fra) BMC Racing Team 0:09:48
30 Kiel Reijnen (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 0:10:17
31 Caleb Fairly (USA) Garmin Sharp 0:10:23
32 Jack Bobridge (Aus) Belkin Pro Cycling Team 0:10:33
33 Jens Voigt (Ger) Trek Factory Racing 0:11:13
34 Edward King (USA) Cannondale 0:11:24
35 Ben Jacques-Maynes (USA) Jamis – Hagens Berman 0:11:54
36 Jens Keukeleire (Bel) Orica GreenEdge 0:13:10
37 Maarten Wynants (Bel) Belkin Pro Cycling Team 0:13:23
38 Paul Voss (Ger) Team NetApp-Endura 0:13:49
39 Joshua Edmondson (GBr) Team Sky 0:14:03
40 Nicky Van Der Lijke (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:14:46
41 Joseph Lloyd Dombrowski (USA) Team Sky 0:15:25
42 Chad Haga (USA) Team Giant-Shimano 0:15:43
43 Markel Irizar Aranburu (Spa) Trek Factory Racing 0:16:07
44 Gregory Daniel (USA) Bissell Development Team 0:16:18
45 Iker Camano Ortuzar (Spa) Team NetApp-Endura 0:16:24
46 Christopher Jones (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 0:16:38
47 Scott Zwizanski (USA) Optum p/b Kelly Benefit Strategies 0:17:09
48 Christian Knees (Ger) Team Sky 0:17:44
49 Eloy Teruel Rovira (Spa) Jamis – Hagens Berman 0:18:16
50 Daniel Summerhill (USA) UnitedHealthcare Professional Cycling Team 0:18:44

Phinney lanciato ventre a terra nella discesa dal San Marcos Pass (foto Jonathan Devich)

Phinney lanciato ventre a terra nella discesa dal San Marcos Pass (foto Jonathan Devich)

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