FOLIGNO – MONTECOPIOLO: LASSU’ DOVE PANTANI COSTRUI’ IL MITO DEL PIRATA

maggio 17, 2014
Categoria: News

Arrivano le vere montagne e debuttano alla grande, con una salita che metterà subito in croce diversi dei pretendenti alla maglia rosa. Il Monte Carpegna fece tribolare non poco i partecipanti a due giri disputati negli anni ’70 a causa delle sue forti pendenze, le stesse che saranno poi prescelte da Marco Pantani per affinare la gamba in vista dei grandi appuntamenti di stagione. Ora torneranno a far “danni” alla corsa rosa, abbinate a un inedito arrivo in salita, sempre sulle pendici del monte marchigiano.

Un fumante piatto di maccheroni senza la classica spolverata di parmigiano. Praticamente senza sapore. Ecco come sarebbe sembrato il Giro del 2014 se, disegnato con il pensiero rivolto a Pantani nel decimo anniversario della sua scomparsa, accanto alla riproposizione di qualcuno degli otto traguardi sui quali pose la firma (tutti sarebbe stato bello, ma era impossibile) non ci fosse stata in programma la scalata al Carpegna, ascesa che non figura nella “salitologia” ufficiale dello scalatore romagnolo ma che grande peso ebbe nei successi mietuti da Marco tra il 1989, quando da dilettante colse due affermazioni alla Sei Giorni del Sole, e il 16 luglio del 2000, giorno della sua ultima grande vittoria da professionista, il tappone di Courchevel del Tour de France. In mezzo Giro e Tour nello stesso 1998, ultimo tra i grandi a conseguire tale primato, vinti non solo per aver portato la maglia di leader sino all’ultimo traguardo, ma anche per aver fatto prima le “prove generali” sull’ardua strada che sale verso il Cippo di Carpegna. Il monte marchigiano, tra le salite più esigenti della catena appennica, distava un’ottantina di chilometri dalla sua Cesenatico e per questo era sempre nei programmi dei suoi allenamenti più importanti, a poche ore dal via delle gare che contavano. Lassù Pantani costruiva il mito del “Pirata”, affinando la gamba su pendenze che, trent’anni prima, aveva esaltato le doti di campioni del calibro dell’asso pigliatutto Merckx e dello spagnolo Fuente. Dopo quelle due gloriose scalate, proposte nel biennio 1973-1974, il Carpegna cadrà in un lungo dimenticatoio dal quale sarà estratto nel 2008, ma si trattò solo di una “rispolverata” senza troppe pretese relegato com’era a 90 Km dal traguardo di Cesena. Stavolta sarà tutto diverso e il Carpegna tornerà a trovarsi al posto giusto, chiamato ancora ad ergersi severo giudice del Giro. Chi punta alla classifica finale dovrà già essere al top perché la cima del Cippo sarà molto vicina al traguardo, distante 36 Km e pure posto lungo le pendici del Carpegna, prese però dall’inedito versante di Montecopiolo. Sarà, dunque, la prima delle otto tappe di grande montagna del Giro 2014 che, come tutte le altre (escluso il tappone della Val Martello), avranno un approccio “soft” perché la filosofia adotta da qualche anno dagli organizzatori prevede di concentrare il sale del percorso nel finale ed evitare d’inserire grosse salite nei tratti iniziali, che fanno “peso” ma che sono anche un calvario per tutti coloro che dovranno fare i conti con il tempo massimo.
Lasciata Foligno, il gruppo filerà via veloce – perché anche in tappe come questa è divenuta abitudinale la partenza a razzo – incanalandosi nella valle del fiume Topino, che scorre alle pendici del Subasio (il monte sovrastante Assisi) e portandosi quindi con una leggera salitella a Nocera Umbra, località termale che vanta la romano-gotica chiesa di San Francesco e che costituisce uno dei passaggi “fissi” della Mille Miglia, per il miglior transito della quale nel 1929 fu addirittura modificata la cinquecentesca Porta Nuova. Procedendo speditamente verso nord i “girini” si porteranno quindi alle soglie di Gualdo Tadino, centro che si chiamò Gualdo di Nocera fino al 1833 e nel quale è possibile ammirare un’altra interessante chiesa intitolata al “Poverello d’Assisi”. Il tratto successivo, l’ultimo da percorrere sul suolo umbro, si snoderà ai piedi del Monte Cucco, elevazione protetta dall’omonimo parco regionale e sul quale si trova una delle più estese grotte dell’Italia Centrale, lunga oltre 30 Km e profonda oltre 900 metri, conosciuta già nel ‘500 ma aperta al pubblico solamente nel 2009. L’ingresso nella regione Marche avverrà dopo aver superato il Passo della Scheggia, modestissimo nei “modi” (e in particolar dal versante che si affronterà) ma che ebbe una notevolissima considerazione in epoca antica se la Tavola Peutingeriana (cartina romana che riportava le vie militari dell’Impero) lo indicò come luogo di costruzione di un santuario dedicato a Giove Appennino, uno dei principali tra quelli innalzati in Umbria, i cui resti non saranno, però, mai riportati alla luce.
Cambiata regione non si cambierà strada e per un’altra ventina di chilometri si continuerà a percorrere la strada intrapresa sin dall’uscita di Foligno, l’antica Via Flaminia, che ora s’infilerà nella valle che separa due monti recentemente scoperti dal Giro. Il primo è il “gibbo che si chiama Catria”, che fu ricordato da Dante nel ventunesimo canto del “Paradiso” e che la corsa rosa ha affrontato nel 2006 e poi nel 2009, nell’anno del centenario, quando sarà abbinato al dirimpettaio Monte Petrano, in cima al quale s’impose lo spagnolo Carlos Sastre, schieratosi al via con il blasone di ultimo vincitore del Tour de France e che alla fine, al netto delle squalifiche di Pellizotti e Di Luca, sarà il secondo della classifica a 3’46” dal russo Menchov.
Le salite saranno, al momento, ancora spettatrici del tracciato che ora attraverserà il centro di Cagli e poi abbandonerà la Flaminia all’altezza di Acqualagna, cittadina situata alle porte della Gola del Furlo e conosciuta per il commercio di prelibati tartufi, a cominciare da quello bianco locale. Superato un modesto zampellotto, l’ultimo tratto di salita facile prima del gran finale, si passerà nella valle del Metauro, dove il gruppo sarà accolto ad applausi spalancati dalla gente di Urbania, tra i quali potrebbe esserci anche la Befana perché la vecchina volante possiede ufficialmente la casa in questo centro che ha conservato l’aspetto medioevale e le cui vie si riempiono di bambini vocianti e festanti in occasione dell’annuale sagra dedicata a questa figura.
Sono gli ultimi scampoli lieti di questa tappa che, abbandonato il fondovalle, andrà all’attacco del Carpegna. Dovranno scorrere quasi venti chilometri all’insù sotto le ruote dei corridori prima di transitare faticosamente sotto lo striscione del GPM, anche se i dati ufficiali riportati sul road book della corsa rosa illustrano un’ascesa più breve prendendo in considerazione solamente gli ultimi 8 Km, i più ardui. Non s’incontreranno, infatti, inclinazioni particolarmente temibili sino a Carpegna, località di villeggiatura posta nel centro geografico del Montefeltro (del quale è anche capoluogo) e frequentata dagli appassionati della buona tavola perché terra di produzione del Prosciutto di Carpegna San Leo, uno dei cinque prosciutti italiani che posso vantarsi dell’etichetta DOP (denominazione di origine protetta). Ci sarà, dunque, l’opportunità di soddisfare il palato nell’attesa dell’arrivo dei “girini” che, imboccata la strada per il Cippo, si troveranno a fare i conti con una strada ripida e stretta che si snoda nella foresta demaniale, estesa per quasi 400 ettari, e che farà vincere i rimanenti 594 metri di dislivello in 6 Km esatti, vale a dire superando una pendenza media del 9,9% mentre il picco massimo sarà del 13%, raggiunto nel tratto che precede il passaggio davanti alla casa forestale.
La discesa si presenterà pendente nel tratto immediatamente successivo allo scollinamento (2 Km al 10,2%) poi diventerà abbastanza docile (media complessiva del 5,6%) e planerà per quasi 17 Km verso la Valmarecchia, dove si attraverserà Pennabilli. Questo comune, come altri cinque altri centri della valle passati nel 2009 dalla regione Marche all’Emilia Romagna in seguito ad un referendum, è stato per tantissimi anni il “buen retiro” di Tonino Guerra, che è stato poeta, scrittore e soprattutto sceneggiatore per i più grandi registi italiani (da Fellini ad Antonioni, da Rosi ai Fratelli Taviani) anche se l’unico film da lui scritto girato nel suo paese, Burro, sarà diretto dalle mani spagnole di José María Sánchez.
Arrivati in fondo alla discesa, subito si riprenderà a puntare verso l’alto andando a imboccare l’ultima ascesa di giornata, divisa in due tratti distinti da una discesa lunga quasi 3 Km. Caratterizzate da pendenze medie quasi identiche (circa 6,3%), la prima parte è più consistente nel chilometraggio (9,3 Km) rispetto alla seconda (6,3 Km), nella quale si ritroveranno pendenze impegnative, anche se non a doppia cifra come sulla strada del Cippo. Una volta attraversata Montecopiolo, piccola località di villeggiatura situata non distante dallo spettacolare borgo di San Leo e dai confini con la Repubblica di San Marino, il tracciato riprenderà ad elevarsi in direzione del Carpegna, incontrando inclinazioni che rasentano l’8% a circa 4 Km dalla conclusione, che riserverà una rasoiata finale al 13% proprio nel rettilineo d’arrivo, ai piedi del santuario della Madonna del Faggio. Proprio il luogo ideale per invocare una celeste protezione, perché la prima tappa di montagna correrà il rischio d’infrangere i sogni rosa di molti.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Passo della Scheggia (632). Valicato dalla SS 3 “Via Flaminia” tra Scheggia e la località Aiale. Quotato 635 sulle cartine del Giro 2014.

Passo della Cantoniera (1007). È la sella che separa il Monte Carpegna dal gruppo costituito dai monti Simoncello e Sasso di Simone, valicato dalla SP 1 tra Carpegna e Pennabilli. Vi si trova l’omonima casa cantoniera e costituisce il punto di partenza del versante occidentale della strada del Cippo del Monte Carpegna, quella che i corridori percorreranno in discesa. E’ stato affrontato come GPM un’unica volta, nel corso della tappa Senigallia – San Marino del Giro del 1969 (vinta da Franco Bitossi), che vide scollinare per primo al GPM lo spagnolo Julio Jiménez.

RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

FOTOGALLERY

Nocera Umbra (medioevoinumbria.it)

Nocera Umbra (medioevoinumbria.it)

Gualdo Tadino, Rocca Flea (hotels.umbriaonline.com)

Gualdo Tadino, Rocca Flea (hotels.umbriaonline.com)

Grotta del Monte Cucco (www.valleumbria.it)

Grotta del Monte Cucco (www.valleumbria.it)

Monte Catria (acqualagna.com)

Monte Catria (acqualagna.com)

Acqualagna (acqualagna.com)

Acqualagna (acqualagna.com)

Uno scorcio di Urbania (www.visitriminipesarourbino.it)

Uno scorcio di Urbania (www.visitriminipesarourbino.it)

Uninvitante piatto di Prosciutto di Carpegna San Leo DOP (www.pu24.it)

Un'invitante piatto di Prosciutto di Carpegna San Leo DOP (www.pu24.it)

Una scena di Burro girata davanti alla cattedrale di Pennabilli (davinotti.com)

Una scena di 'Burro' girata davanti alla cattedrale di Pennabilli (davinotti.com)

San Leo emerge dalla nebbia (www.hotelilpoggio.it)

San Leo emerge dalla nebbia (www.hotelilpoggio.it)

Montecopiolo, santuario della Madonna del Faggio (www.eremomontecarpegna.it)

Montecopiolo, santuario della Madonna del Faggio (www.eremomontecarpegna.it)

Il Monte Carpegna e, in trasparenza, laltimetria dellottava tappa (wikipedia)

Il Monte Carpegna e, in trasparenza, l'altimetria dell'ottava tappa (wikipedia)

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