ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI VITTORIO VENETO

maggio 29, 2014 by Redazione  
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Anche quest’anno ilciclismo.it, proporrà, poche ore dopo la conclusione della tappa, l’oramai tradizionale almanacco zeppo di golosità: cominceremo dalla rassegna stampa internazionale, passando poi il parere dei tifosi, la colonna sonora del giorno, le previsione del tempo per la tappa successiva, le “perle” dei telecronisti, il Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e il ricordo di un Giro passato (abbiamo scelto il 1964, l’ultimo dei due Giri vinti da Anquetil).

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Italia

A Vittorio Veneto 1° Pirazzi. Quintana resta in rosa(Gazzetta dello Sport)

Pirazzi, vittoria e gestaccio. Quintana resta in maglia rosa (Corriere della Sera)

Regno Unito

Stefano Pirazzi times sprint to perfection(The Time)

Omega boss says Giro d’Italia organiser must resign (The Daily Telegraph)

Irlanda

Nicholas Roche: ‘I saved my legs for the final push’ (Irish Independent)

Francia

Pirazzi répond aux critiques, à sa façon (L’Equipe)

Spagna

Stefano Pirazzi le da a Bardiani su tercer triunfo en este Giro – Intentaron restar el tiempo del Stelvio a Nairo Quintana (AS)

Los equipos pretendían recortar la ventaja de Quintana – Pirazzi gana al frente de la fuga (Marca)

Pirazzi gana la etapa del día después (El Mundo Deportivo)

Belgio

Giro: Pirazzi remporte la 17e étape devant le Belge Tim Wellens (Le Soir)

Wellens opnieuw tweede, Pirazzi pakt derde ritzege voor Bardiani – UCI reageert kort op Giro-incident: ‘Gebrek aan communicatie’ (De Standaard)

Giro: uitslag omstreden rit blijft gewoon behouden – Renners na discussie dan toch gestart in Giro (Het Nieuwsblad)

Wellens: « Deux deuxièmes places, ce n’est pas mauvais »(L’Avenir)

Giro: l’Italien Stefano Pirazzi remporte une étape polémique (La Dernière Heure/Les Sports)

Tour d’Italie: l’Italien Stefano Pirazzi remporte la 17e étape devant le Belge Tim Wellens (Sudinfo.be)

Paesi Bassi

16e Girorit blijft staan – Pirazzi gokt goed in Giro (De Telegraaf)

Germania

Pirazzi gewinnt 17. Giro-Etappe – Debatte über Vortag – Umstrittene Abfahrt: Unklarheit über Führung bei Giro (Berliner Zeitung)

„Warum lassen die uns fahren?“ (Westdeutsche Allgemeine Zeitung)

Canada

Stefano Pirazzi wins 17th Giro d’Italia stage (The Globe and Mail)

USA

Pirazzi Wins Giro Stage; Quintana Remains in Lead (The New York Times)

Colombia

Todos contra Nairo, la consigna del Giro de Italia (El Tiempo)

La historia que no se ha contado del Giro de Italia – Polémica por etapa que ganó Nairo Quintana – Nairo Quintana mantiene la ‘maglia rosa’ en el Giro de Italia (El Espectador)

Australia

Stefano Pirazzi sprints to Giro 17th stage win (The Age)

Quintana retains pink (The Australian)

Giro d’Italia: Pirazzi takes stage, Evans still third (Herald Sun)

BOX POPULI

Ogni giorno qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Cosa prevedete oggi?

nisky: Sembra ci sara protesta dei ds dormienti di ieri

Howling Wolf14: Sarebbe meglio che anziché dirigere un team ciclistico si specializzassero nella pesca delle rane. Ma sarebbe dura anche quella. Per loro.

profpivo: Andrà la fuga (sempre se non si inventano qualche assurda protesta)… non credo la Fdj sia in grado di tenere la corsa per Bouhanni, e poi gli ultimi 60 km sono parecchio nervosi, adatti ai coraggiosi

MirkoBL: Va a finire che fanno sciopero. Io sono già pronto per andare a Ca’ del Poggio a vedere il passaggio

nisky: sciopero?non son tutti uniti per far lo sciopero!scioperano anche gramin agr2 europcar sky e movistar? non credo proprio………anzi fossi in hesjedal approfitterei degli stolti per guadagnare ancora

Tuttobiciweb: Tre le ipotesi sulle quali si sta ragionando: a – annullamento della tappa con la vittoria a Quintana; b – prendere come validi i tempi al gpm dello Stelvio; c – congelare i distacchi in fondo alla discesa dello Stelvio (quest’ultima è incredibile, visto che è stata proprio la discesa il problema)

nisky: se solo una di quelle ipostesi sopraccitate fosse vera di regolare vedrei ben poco!l unica che sarebbe potuta esser valida era di effettuare una cronoscalata della val martello!soluzione che a me vincitore non andrebbe comunque bene perchè il vento in faccia e la fatica della fuga l ho fatta

Howling Wolf14: Faranno sciopero solo gli sfigati.

Tuttobiciweb: Sale ora sul palco Nairo Quintana: ha incrociato gli Omega e nessuno di loro l’ha salutato.

Howling Wolf14: Gli Omega non dovrebbero salutare il loro d.s. Bramati. Un cervellone. Un genio.

nisky: il problemone è che Vegni, pur essendo capace, è stretto in una morsa di ricatto dei ds italiani!perchè i vari bramati martinelli guercilena ecc fanno un pò la voce da padroni come se la corsa fosse affar loro in quanto italiani!fosse successo al tour gli avrebbero indicato la porta con la via d uscita!e’ questo che latita al giro!nonostante gli sforzi di internazionalizzarla resta una corsa di paese per colpa dello stampo mafioso che qua da noi è intrinseco in tante persone e non solo del sud!qua è “cosa nostra”……e così si viene ricattati e “consigliati”……a me questo non piace!un errore altrui trasformarlo in sto patatrak!Vegni ha già dato la comunicazione ufficiale ieri sera dicendo che avevan interpretato male!E se oggi dovesse trovarsi di fronte una di quelle eventualità……Se il giro fosse forte…..se il giro fosse ambizioso…..dovrebbe indicare la famosa porta a quei tre baluba che seccano e intimano……..

nisky: Ancora onore a pozzovivo che ammette che per radio non si è sentito niente di tale ma di aver visto la moto! Che poi giustamente ognuno ha deciso da solo sul da farsi a porte il povero kiserlovski

Nebe1980: Giusto! io direi ai signori ds che protestano: “Signori così è! Se vi va bene siamo tutti contenti, altrimenti andatevene a quel paese che nessuno vi trattiene” Annullare tre minuti di distacco fatti da Quintana sulla salita della Val Martello è ipotesi da folli.

Mauro Facoltosi: Vittoria di Pirazzi. La fuga è andata, gruppo ad oltre un quarto d’ora. Commenti?

Pudra: bravo Pira! nel punto in cui è scattato se qualcuno gli andava dietro avrebbe tirato la volata agli altri.

Mauro Facoltosi: L’AIGCP (Associazione Internazionale dei Gruppi Ciclistici Professionistici) ha chiesto ufficialmente a RCS che fossero tolti ai corridori avantaggiatisi nella discesa il vantaggio accumulato in quel tratto (ma non in quello successivo di tappa)

Howling Wolf14: Sarebbe un bel pasticcio. In questo caso la RCS Sport farebbe una figuraccia mica male. Ha inventato una regola nuova e non è stata in grado di gestirla.

Howling Wolf14: Commenti?
1) De Gendt ha corso come un pivello al primo anno di professionismo. Montaguti idem.
2) Cunego al Giro è stato una patetica comparsa. Non è nemmeno più in grado di tenere le ruote dei passisti in salita.
3) Non sono mai stato un simpatizzante di Pirazzi, però oggi è stato ammirevole. E l’hanno subdolamente condannato per quel gesto di sfogo subito dopo l’arrivo, imponendogli di chiedere scusa. Scusa a chi? La Rai che dà lezioni di morale e di bonton non me la vedo proprio, soprattutto alla luce dei programmi di dubbio gusto che a volte manda in onda. Pirazzi arrivava da un periodo di depressione, andava lasciato sfogare. Non condannato. E allora i gesti di isterismo nelle partite di calcio non li condanna mamma Rai?

Mauro Facoltosi: La Omega ha chiesto la testa di Vegni

nisky: Sembra che il buon vegni stia per rimetterci le penne insomma! Non so se è giusto certo che il casino di ieri e in parte (buona parte) merito suo…….poi a legger quelle cose sugli ultimi del plotone……su petacchi……..bisognerebbe sentire più campane! Lunica cosa chenproprio non m è piaciuta è la sparata su unzue e su l oonestà! Cioe sti ds dai passati moooooolto discutibili che parlano di onesta mi puzza come il pesce marcio! Lefevre riis e tutti gli altri dei tempi “d oro” prima di scomodare l onestà per sparlare di un collega…….

Howling Wolf14: Concordo. E’ vero che Vegni ha una parte di responsabilità, ma è altrettanto vero che la polemica di alcuni d.s. è strumentale. Da che pulpito, poi, viene la predica. Lasciamo stare.

Nebe1980: Certo che se fanno fuori Vegni perchè quattro cialtroni fanno buuuu! RCS perde qualunque credibilità

Howling Wolf14: Su questo sono d’accordo. Il fatto è che a questi quattro cialtroni hanno consentito di fare da cassa di risonanza altri quattro cialtroni mediatici. Se fossero stati più imparziali e più intelligente non avrebbero raccolto quegli stupidi “buuuu”. Ma non si sono nemmeno chiesti se erano giusti o no.

Nebe1980: Io spero solo che Uran e gli altri non si limitino a correre per il podio ma tentino di vincere il giro. Quando Pantani diede 9 minuti al Ullrich il giorno dopo il tedesco si fece tutta la maddalena in testa da solo a tirare e tutti i 40 chilometri successivi per andare ad Albertville cercando i tutti i modi di staccare Pantani. I campioni corrono così

Profpivo: Pirazzi bravo per la vittoria, ancora di più per aver sopportato le isterie perbeniste della De Stefano al Processo. Allucinante. Ha rotto le palle, deve cercare la polemica a ogni costo… le facciano condurre il Processo del Lunedì che è molto più adatta. Pirazzi non vuole scusarsi? Cavoli suoi, quando si scuserà lei per tutte le volte che straparla? Cunego imbarazzante, è un ex corridore ormai, a Ca del Poggio si è staccato dopo 100 metri, a Montecampione ha perso subito le ruote della fuga, a Montecopiolo si è staccato, arrivo che sarebbe stato adatto ai suoi mezzi. E sì che ai Paesi Baschi sembrava avere una condizione buona.

Howling Wolf14: Ma poi scusarsi con chi? Ammesso che quel gesto sia così grave (ed io sinceramente non vedo questa gravità) era diretto solo a chi sa lui. Non certo a te. Né agli spettatori. Forse a me, che non sono mai stato benevolo nei confronti di Pirazzi. Ma io mica mi offendo. Lo capisco. Lo assolvo. Anzi. Ammesso che quel gesto sia così grave, la perbenista Destefano non capisce che è frutto di uno sfogo? Non ci vuole molto per arrivarci. Ma siccome le fa comodo per poter sbraitare e starnazzare, allora va bene tutta lo sporcizia che va a rovistare nei cestini dell’immondizia. Cunego? Probabilmente la sua dimensione è quella. Penso che siano pochi quelli che in tempi recenti abbiano avuto una parabola discendente così macroscopica.

nisky: E’da anni che non si hanno più notizie del buon Damiano! Forse dal giro 2012…….corso sempre all attacco ma con pessimi risultati o ancora più probabilmente dal tour 2011……ultima corsa interpretata ad alto livello

Howling Wolf14: Un declino che sembra ormai irreversibile. Ormai lui s’è rassegnato. E alla Lampre lo fanno correre ormai come un gregario.

Profpivo: E’ stato spremuto troppo da giovane, in tutti i sensi. Ora ha 32 anni ma è come se agonisticamente ne avesse 40. Ricorda molto il suo “mentore” Saronni.

MirkoBL: Una sola cosa: mitico Pirazzi! L’ho sempre criticato per i suoi attacchi a vanvera, ma oggi, finalmente, è stato premiato.

DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Finalmente tu (Fiorello)

Te c’hanno mai mannato a quel paese (Alberto Sordi)

a cura di DJ Jorgens

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Belluno – Rifugio Panarotta

Belluno : poco nuvoloso con qualche goccia di pioggia, 20,2°C, vento debole da SSW (4 Km/h), umidità al 60%
Passo San Pellegrino – 1918m – GPM (54,5 Km) : poco nuvoloso con qualche goccia di pioggia, 10,9°C (percepiti 9°C), vento debole da NNE (10-12 Km/h), umidità al 49%
Cavalese – T.V. (88,9 Km) : pioggia debole (0,2 mm) e schiarite, 17,6°C, vento debole da S (4 Km/h), umidità al 58%
Caldonazzo (150,5 Km) : pioggia debole (0,3 mm) e schiarite, 19,7°C, vento debole da WSW (3-6 Km/h), umidità al 67%
Rifugio Panarotta : pioggia debole (0,5 mm) e schiarite, 9°C, assenza di vento, umidità al 59%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

De Stefano: “La nostra geologa che ci racconterà”
Radio corsa: “Gruppi di testa dei corridori” (affollamento deciso in testa alla corsa)
Garzelli: “Si commenterà solo le gesta di questi corridori”
Martinello: “Un quarto categoria”
Martinello: “Tim Wellens risale al terzo posto in classifica generale” (stava parlando della classifica dei GPM)
Pancani: “Di GPM ne mancano ancora 12″ (tolti i 2 già affrontati in quel momento, ne mancanvano 9)
Pancani: “Organizzazione organizzativa del Giro d’Italia”
Martinello: “Al 2 Km dall’arrivo”
Pancani: “Non sono nè la Gavia, nè lo Stelvio”
Martinello: “Verso le Montecampione”
Pancani: “Giant Simano” (Giant Shimano)
Pancani: “Cronoscalata di Grappa”
Pancani: “Consueta appuntamento notturno”
Conti: “3 a 0 per Reverberi nei confronti di tutti quei corridori che sono rimasti all’asciutto”
Cipollini: “Negli anni nostri ci fu una protesta a Marina di Pisticci” (era la tappa di Marconia di Pisticci)
De Stefano: “Domani inizierà la tappa integralmente” (intendendo la diretta integrale della tappa di domani)
Sentita in diretta: “Muro del Cà del Poggio”
Televideo: “Muro di Cà de Poggio”
Televideo: “Wellnes” (Wellens)

IL GIRO DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

Ordine d’arrivo della diciasettesima tappa, Sarnonico – Vittorio Veneto

1° Antonio Murilo Fisher
2° Marco Bandiera s.t.
3° Riccardo Zoidl a 29″
4° Andrea Fedi s.t.
5° Laurent Pichon s.t.

Classifica generale

1° Jetse Bol
2° Michael Hepburn a 10′34″
3° Svein Tuft a 10′49″
4° Kenny Dehaes a 12′17″
5° Christopher Sutton a 18′22″
Miglior italiano: Eugenio Alafaci, 8° a 32′00″

L’ULTIMO GIRO DI ANQUETIL
Tuffo nella storia del Giro del 1964, il secondo e ultimo conquistato dall’asso francese Jacques Anquetil. Ci condurranno indietro di 50 anni i titoli del quotidiano “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it

18a TAPPA: SANTA MARGHERITA LIGURE – ALESSANDRIA (205 Km)

IL CAMPIONE D’ITALIA BRUNO MEALLI PRIMO SUL TRAGUARDO DI ALESSANDRIA – BINDA: “I NOSTRI CORRIDORI ALL’ATTACCO SULLE MONTAGNE DELLA CUNEO – PINEROLO”
Oggi, dopo 200 Km di gara, i ciclisti del Giro arrivano a Cuneo – Pronostico del vincitore di cinque Giri d’Italia per la tappa di domani
Il vincitore ha preceduto nella volata finale Bitossi e il belga Boucquet – La corsa che ha preso il via da S. Margherita, decisa da uno scatto in prossimità dell’arrivo – Le tre salite incluse nel percorso non hanno provocato episodi interessanti – Anquetil, sofferente ad una mano dopo la caduta di lunedì, ha conservato la maglia rosa senza correre alcun pericolo – Il famoso ex campione aggiunge: “Se gli italiani non cercheranno di distanziare Anquetil sulle salite, dovranno poi fare i conti con i loro dirigenti” – Secondo Binda, l’asso francese avrebbe dovuto cercare di ottenere un vantaggio più sensibile nella prima parte della corsa

Nota sulla planimetria: Al momento di andare in stampa Torriani non aveva ancora stabilito il finale del Giro. Per questo motivo la planimetria propone i due progetti aperti in quel momento.

ARCHIVIO ALMANACCO
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Raduno di partenza

1a tappa: Belfast (cronosquadre)

2a tappa: Belfast (seconda tappa)

3a tappa: Armagh – Dublino

4a tappa: Giovinazzo – Bari

5a tappa: Taranto – Viggiano

6a tappa: Sassano – Montecassino

7a tappa: Frosinone – Foligno

8a tappa: Foligno – Montecopiolo

9a tappa: Lugo – Sestola

10a tappa: Modena – Salsomaggiore Terme

11a tappa: Collecchio – Savona

12a tappa: cronometro Barbaresco – Barolo

13a tappa: Fossano – Rivarolo Canavese

14a tappa: Agliè – Oropa

15a tappa: Valdengo – Plan di Montecampione

16a tappa: Ponte di Legno – Val Martello

La riunione dei direttori sportivi prima della partenza della 18a tappa (qn.quotidiano.net)

La riunione dei direttori sportivi prima della partenza della 18a tappa (qn.quotidiano.net)

PIRAZZI QUANDO MENO TE L’ASPETTI. TERZO CENTRO PER GLI UOMINI DI REVERBERI

maggio 28, 2014 by Redazione  
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La tappa di oggi, partita con la coda delle polemiche di ieri, incorona Stefano Pirazzi che, con una azione da finisseur piuttosto che da uomo da fughe quale egli è, beffa i residui compagni della fuga di giornata che restano un po’ sorpresi e non trovano l’accordo per riportarsi sul laziale, involatosi ai 130 metri dall’arrivo, in una giornata in cui in gruppo non c’è stata alcuna voglia di chiudere la corsa, preferendo smaltire le fatiche di ieri.

Dopo la tappa epica alla quale abbiamo assistito ieri, il Giro prevedeva una frazione in cui gli uomini di classifica avrebbero potuto tirare il fiato, anche se il tracciato proponeva un consistente chilometraggio che superava i 200 Km.
La prima parte della giornata precede la partenza della frazione. La mattina, alla apertura del foglio firma, la tensione è palpabile, vi è una riunione dei direttori sportivi per decidere se intraprendere eventuali iniziative e proteste per i fatti di ieri sulla discesa dello Stelvio. Unzué, ds Movistar, cerca di spiegarsi con alcuni colleghi mentre una delegazione di direttori sportivi va a colloquio con Vegni ed Allocchio.
Al termine di spiegazioni e riunioni nessuno intende commentare nulla. La tappa prende il via regolarmente mentre Vegni annuncia che in serata verrà diramato un comunicato sull’accaduto.
Il tracciato era di quelli aperti a molte soluzioni, la frazione era sostanzialmente di trasferimento; si percorrevano la Val d’Adige e la Valsugana, arrivando a Vittorio Veneto, per ripartire domani da Belluno alla volta del Rifugio Panarotta. La tappa, però, non era affatto da considerare pianeggiante in quanto, al di là dei gran premi della montagna, i corridori hanno incontrato numerosissimi strappetti in astratto suscettibili di causare qualche problema ai velocisti, più perché questi saliscendi invitavano ad attacchi potenzialmente senza soluzione di continuità piuttosto che per eventuali problemi per le ruote veloci a rimanere in gruppo.
Il punto cruciale era rappresentato dal muro di Ca’ del Poggio, 1,2 Km al 12% di pendenza media e punte del 18%, che ricorda un po’ quelli delle Fiandre.
Nei primi 70 chilometri di gara non succede molto. Vi sono diversi tentativi di evasione, ma nessuno di questi riesce a prendere decisamente il largo, fino a quando De Gendt – compagno di Urán all’Omega Pharma – e Van Edem (Belkin), non riescono a conquistare una quindicina di secondi, anche se il gruppo tiene alta l’andatura impedendo che il vantaggio dei due buoni passisti al comando prenda dimensioni interessanti. La svolta arriva poco dopo, quando dal gruppo escono in 22 e nessuno sembra particolarmente bramoso di prendere in mano le operazioni. Il numero dei corridori andati in avanscoperta, comunque, fa subito capire che la tappa sarà a disco rosso per i velocisti e appannaggio di una fuga. Tra vari uomini che tentano di entrare in fuga, si forma un gruppo di 26 corridori: Enrico Gasparotto (Astana), Matteo Montaguti (Ag2r La Mondiale), Marco Frapporti (Androni-Venezuela), Stefano Pirazzi, Nicola Boem, Marco Canola (Bardiani CSF), Jos Van Emdem (Belkin), Daniel Oss (BMC), Oscar Gatto (Cannondale), Johan Le Bon, Jussi Veikkanen (FDJ.fr), Damiano Cunego, Matteo Bono (Lampre – Merida), Lars Bak, Tim Wellens (Lotto Belisol), Igor Antón (Movistar), Thomas De Gendt, Serge Pauwels (OmegaPharma-QuickStep), Simon Geschke (Giant – Shimano), Alberto Losada, Eduard Vorganov (Katusha), Philip Deignan (Sky), Evgeni Petrov, Jay McCarthy (Tinkoff – Saxo), Fabio Felline (Trek) e Davide Malacarne (Europcar).
La velocità del gruppo, che nella prima ora era stata elevata, cala decisamente e i fuggitivi conquistano velocemente un vantaggio che supera i 6 minuti. Il primo GPM, alle celebri Scale di Primolano, viene conquistato da Wellens che va a precedere Pirazzi e De Gendt. Nei successivi chilometri il vantaggio aumenta sensibilmente fino a superare i dieci minuti; il gruppo prosegue con estrema tranquillità, segno chiaro che sono tutti molto stanchi dopo la tappa di ieri e che i big vogliono recuperare le forze in vista del trittico finale Panarotta – Grappa – Zoncolan.
Al traguardo volante di Valdobbiadene, posto a 56 chilometri dalla conclusione, passa primo Wellens davanti a Montaguti e De Gendt.
Thomas de Gendt attacca deciso prima delle arcigne rampe di Ca’ del Poggio, ma Stefano Pirazzi riesce a raggiungerlo, con una bella progressione, poco dopo lo striscione del GPM; nel tratto successivo De Gendt prova a staccare Pirazzi senza successo e, sulla coppia, rientrano Montaguti e McCarthy e, in un secondo momento, Wellens. Dietro, ci provano in diversi per cercare di riacciuffare i cinque di testa ed assistiamo ad una serie di scatti e controscatti che frazionano l’originario gruppo, senza però che alcuni dei contrattaccanti riesca a riportarsi sulla testa della corsa. A poco più di un chilometro dal traguardo, Pirazzi, che non ha particolari doti da finisseur, tenta di avvantaggiarsi sugli altri quattro con il concreto rischio di tirare la volata a uno di loro. Tuttavia, dietro si guardano in faccia un po’ troppo, proprio per non incorrere nel pericolo di tirare la volata ad un avversario, e non riescono a ritornare sul laziale che taglia il traguardo a braccia alzate per la prima volta tra i professionisti, facendo anche un gesto poco oxfordiano, rivolto a coloro che hanno criticato il suo modo di affrontare le corse.
Le conseguenze delle fatiche di ieri sono state evidenti, il gruppo guidato dagli uomini della maglia rosa, dopo un inizio un po’ allegro, ha decisamente sonnecchiato e i 26 davanti hanno avuto vita facile nello scavare un distacco che si è attestato sul quarto d’ora.
La corsa tra i fuggitivi si è accesa, come previsto, sul muro di Ca’ del Poggio. De Gendt, che è un ottimo corridore, ha provato l’azione solitaria, ma Pirazzi oggi è apparso decisamente in palla ed, infatti, si è riportato su De Gendt abbastanza agevolmente, nonostante il belga sia un uomo che quando decide di tirare sul serio è difficilmente controllabile, come ha dimostrato con la vittoria sullo Stelvio che gli valse il podio nel Giro del 2012. Il muro era comunque troppo lontano dall’arrivo per essere decisivo, anche se ha dato certamente una fisionomia alla corsa, perché in pochi sono riusciti a formare la testa della corsa dopo quella asperità. La vittoria, invece, si è decisa con una azione apparentemente poco intelligente poichè un allungo come quello di Pirazzi poteva tentarlo un finisseur, uno con la potenza esplosiva in pianura, mentre, tentato da Pirazzi, appariva l’ennesimo errore tattico del laziale. L’indecisione e l’esitazione dei quattro dietro, ognuno dei quali voleva partire sulla ruota dell’altro, ha fatto sì che il vantaggio preso dal corridore della Bardiani non fosse più colmabile.
Domani si tornerà sulle montagne e sarà battaglia tra i big sulla difficile salita verso il rifugio Panarotta, anche se, visti i distacchi in generale, non è escluso che qualche uomo di classifica possa tentare di partire sui 5 chilometri del Redebus, posto a 40 Km dalla conclusione, che presentano una pendenza media del 10% con punte al 15%.

Benedetto Ciccarone

ORDINE D’ARRIVO

1 Stefano Pirazzi (Ita) Bardiani-CSF 4:38:11
2 Tim Wellens (Bel) Lotto Belisol
3 Jay Mccarthy (Aus) Tinkoff-Saxo
4 Thomas De Gendt (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
5 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale
6 Jussi Veikkanen (Fin) FDJ.fr 0:00:28
7 Simon Geschke (Ger) Team Giant-Shimano
8 Fabio Felline (Ita) Trek Factory Racing
9 Marco Canola (Ita) Bardiani-CSF
10 Serge Pauwels (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
11 Nicola Boem (Ita) Bardiani-CSF
12 Daniel Oss (Ita) BMC Racing Team
13 Marco Frapporti (Ita) Androni Giocattoli
14 Jos Van Emden (Ned) Belkin Pro Cycling Team
15 Lars Ytting Bak (Den) Lotto Belisol
16 Philip Deignan (Irl) Team Sky
17 Enrico Gasparotto (Ita) Astana Pro Team
18 Alberto Losada Alguacil (Spa) Team Katusha
19 Matteo Bono (Ita) Lampre-Merida
20 Oscar Gatto (Ita) Cannondale
21 Johan Le Bon (Fra) FDJ.fr
22 Davide Malacarne (Ita) Team Europcar
23 Evgeny Petrov (Rus) Tinkoff-Saxo
24 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida 0:00:33
25 Igor Anton Hernandez (Spa) Movistar Team 0:02:10
26 Eduard Vorganov (Rus) Team Katusha 0:08:58
27 Iljo Keisse (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:15:36
28 Rigoberto Uran Uran (Col) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
29 Danilo Hondo (Ger) Trek Factory Racing
30 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team
31 Nathan Haas (Aus) Garmin Sharp
32 Danilo Wyss (Swi) BMC Racing Team
33 Ryder Hesjedal (Can) Garmin Sharp
34 Francisco José Ventoso Alberdi (Spa) Movistar Team
35 Enrico Battaglin (Ita) Bardiani-CSF
36 Patrick Gretsch (Ger) AG2R La Mondiale
37 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo
38 Robert Kiserlovski (Cro) Trek Factory Racing
39 André Cardoso (Por) Garmin Sharp
40 Luca Paolini (Ita) Team Katusha
41 Jonathan Castroviejo Nicolas (Spa) Movistar Team
42 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team
43 Angelo Tulik (Fra) Team Europcar
44 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team
45 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar
46 Bernhard Eisel (Aut) Team Sky
47 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team
48 Sebastian Henao Gomez (Col) Team Sky
49 Fumiyuki Beppu (Jpn) Trek Factory Racing
50 Leonardo Fabio Duque (Col) Colombia

CLASSIFICA GENERALE

1 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team 73:05:31
2 Rigoberto Uran Uran (Col) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:01:41
3 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team 0:03:21
4 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar 0:03:26
5 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 0:03:28
6 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:03:34
7 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:03:49
8 Wilco Kelderman (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:04:06
9 Ryder Hesjedal (Can) Garmin Sharp 0:04:16
10 Robert Kiserlovski (Cro) Trek Factory Racing 0:08:02
11 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale 0:14:20
12 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr 0:17:40
13 Ivan Basso (Ita) Cannondale 0:22:28
14 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol 0:22:35
15 Matteo Rabottini (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo 0:24:14
16 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:26:37
17 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli 0:28:30
18 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida 0:33:47
19 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo 0:35:00
20 José Herrada Lopez (Spa) Movistar Team 0:39:04
21 André Cardoso (Por) Garmin Sharp
22 Steve Morabito (Swi) BMC Racing Team 0:40:29
23 Sebastian Henao Gomez (Col) Team Sky 0:44:55
24 Wout Poels (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:48:09
25 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team 0:48:58
26 Gianluca Brambilla (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:50:10
27 Jarlinson Pantano (Col) Colombia 0:50:35
28 Fabio Andres Duarte Arevalo (Col) Colombia 0:56:23
29 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano 0:57:19
30 Serge Pauwels (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:58:21
31 Mikel Landa Meana (Spa) Astana Pro Team 1:01:28
32 Dario Cataldo (Ita) Team Sky 1:03:44
33 Nicolas Roche (Irl) Tinkoff-Saxo 1:03:49
34 Francis Mourey (Fra) FDJ.fr 1:04:31
35 Diego Ulissi (Ita) Lampre-Merida 1:07:56
36 Davide Malacarne (Ita) Team Europcar 1:09:36
37 Maxime Bouet (Fra) AG2R La Mondiale 1:09:38
38 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale 1:10:05
39 Alberto Losada Alguacil (Spa) Team Katusha 1:13:57
40 Marc Goos (Ned) Belkin Pro Cycling Team 1:14:19
41 Jan Polanc (Slo) Lampre-Merida 1:19:36
42 Philip Deignan (Irl) Team Sky 1:20:36
43 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida 1:21:17
44 Igor Anton Hernandez (Spa) Movistar Team 1:21:43
45 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha 1:24:15
46 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team 1:25:07
47 Evgeny Petrov (Rus) Tinkoff-Saxo 1:29:10
48 Ivan Santaromita (Ita) Orica Greenedge 1:33:35
49 Sander Armee (Bel) Lotto Belisol 1:34:55
50 Ivan Rovny (Rus) Tinkoff-Saxo 1:36:06

La terza perla della Bardiani al Giro 2014 è firmata da Pirazzi (foto Bettini)

La terza perla della Bardiani al Giro 2014 è firmata da Pirazzi (foto Bettini)

28-05-2014

maggio 28, 2014 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

L’italiano Stefano Pirazzi (Bardiani Valvole – CSF Inox) si è imposto nella diciasettesima tappa, Sarnonico – Vittorio Veneto, percorrendo 208 Km in 4h38′11″, alla media di 44,862 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Wellens e l’australiano McCarthy. Il colombiano Nairo Alexander Quintana Rojas (Movistar Team) è ancora maglia rosa, con 1′41″ sul connazionale Urán Urán e 3′21″ sull’australiano Evans. Miglior italiano Fabio Aru (Astana Pro Team), 6° a 3′34″

BELOISE BELGIUM TOUR

Il belga Tom Boonen (Omega Pharma – Quick-Step) si è imposto nella prima tappa, Lochristi – Buggenhout, percorrendo 173,6 Km in 3h51′43″, alla media di 44,951 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Greipel e l’olandese Bos. Miglior italiano Andrea Guardini (Astana Pro Team), 5°. Boonen è il primo leader della classifica, con 4″ su Greipel e 6″ su Bos. Miglior italiano Guardini, 8° a 10″

BAYERN RUNDFAHRT

L’australiano Heinrich Haussler (IAM Cycling) si è imposto nella prima tappa, Vilshofen – Freilassing, percorrendo 204,6 Km in 5h11′38″, alla media di 39,392 Km/h. Ha preceduto allo sprint il bielorusso Hutarovich e l’australiano Von Hoff. Miglior italiano Davide Viganò (Caja Rural – Seguros RGA), 12°. Haussler è il primo leader della classifica, con 1″ sul tedesco Droste e 4″ su Hutarovich. Miglior italiano Viganò, 14° a 10″

FLÈCHE DU SUD (Lussemburgo)

Il tedesco Christoph Pfingsten (Cyclingteam De Rijke) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro di Schifflange, percorrendo 1,5 Km in 2′48″, alla media di 32,143 Km/h. Ha preceduto l’olandese Duyn (stesso tempo) edi 2″ il belga Bille. Unico italiano in gara Corrado Lampa (Team Differdange – Losch), 112° a 1′25″

TOUR DES FJORDS (Norvegia)

Il belga Jérôme Baugnies (Wanty – Groupe Gobert) si è imposto nella prima tappa, Bergen – Ulvik, percorrendo 161 Km in 3h52′54″, alla media di 41,477 Km/h. Ha preceduto allo sprint il danese Cort Nielsen e il norvegese Enger. Miglior italiano Kristian Sbaragli (MTN Qhubeka), 6°. Baugnies è il primo leader della classifica, con 4″ su Cort Nielsen e 6″ su Enger. Miglior italiano Sbaragli, 7° a 10″

SARNONICO – VITTORIO VENETO: UNA RICCIA INSALATINA TREVIGIANA

maggio 28, 2014 by Redazione  
Filed under News

Sulla carta pare una tappa facilmente digeribile, messa lì per dare un attimo di tregua alle grandi battaglie del Giro, stretta tra la giornata dell’accoppiata Gavia-Stelvio e quella del tappone dolomitico. Ma non è tutto oro quel che luce… apparentemente facile, la frazione di Vittorio Veneto proporrà nel finale il duro scoglio di Cà del Poggio, che potrebbe anche andar di traverso a qualche grosso calibro della classifica.

Ben ci sta una tappa facilmente digeribile dopo la scorpacciata di montagna offerta sul desco della Ponte di Legno – Val Martello, una portata di distacco tra i piatti forti, una sorta d’insalatina rinfrescante. Ma quella che sarà servita tra Sarnonico e Vittorio Veneto, al diciassettesimo giorno di gara, non sarà per qualcuno semplice da mandar giù perché l’insalata di Vittorio Veneto sarà decisamente riccia, arricchita da spruzzi di condimento piuttosto aspri. Gli organizzatori l’hanno inserita nel novero delle otto frazioni definite pianeggianti, attribuendole due stelle di difficoltà, ma quel muro di Cà del Poggio piazzato a una ventina di chilometri dal traguardo renderà la giornata complicata per tutti. Molti degli sprinter rimasti in gara saranno inevitabilmente tagliati fuori dai giochi per il successo e, dopo tutte le fatiche accumulate nelle tappe precedenti, anche qualche uomo di classifica potrebbe essere “disarcionato” dai suoi 1200 metri al 12,2% (i picchi arrivano fino al 18%), con poche speranze di rientrare perché davanti sicuramente si metteranno a “menare” duro. Va detto che il Giro ha già avuto modo, in due occasioni, di sperimentare questo muro e, in entrambi i casi, l’arrivo era stato “affaire” per velocisti ma, sia nella tappa di Treviso dell’anno scorso (vinta da Cavendish), sia in quella di Valdobbiadene del 2009 (vittoria di Petacchi) c’erano parecchi chilometri da percorrere dopo il muro per andare al traguardo e, dunque, c’era tutto il tempo per rientrare. La prospettiva d’affrontare questa verticale così vicina all’arrivo potrebbe anche poco motivare le squadre dei velocisti a tener cucita la corsa e, di conseguenza, oggi gioco facile potrebbero avere i tentativi di fuga, che prenderanno le mosse nelle fasi iniziali di gara e saranno poi scremati dalle difficoltà del finale: per chi finora sarà ancora rimasto a bocca asciutta questa potrebbe anche essere una delle ultime occasioni, poiché, da qui a Trieste, probabilmente solo la tappa conclusiva potrà vedere l’approdo di una fuga mentre nelle restanti frazioni il palcoscenico dovrebbe essere tutto per i primattori del Giro 2014.
La tappa scatterà tra i meleti della Val di Non, planando dolcemente nei chilometri iniziali verso la Piana Rotaliana, conosciuta agli estimatori del buon vino per essere la terra di produzione del rosso DOC Teroldego Rotaliano. Terminata la discesa iniziale, a una quarantina di chilometri dal via il gruppo transiterà sulle strade di Trento, sfilando ai piedi del dosso sul quale sorge il Castello del Buonconsiglio e che prima dell’erezione della fortezza (XII secolo) si chiamava Malconsey, toponimo poi cambiato con uno sicuramente più positivo e che si estese all’erigenda costruzione, residenza dei principi-vescovi che ressero il Principato vescovile di Trento dal 1027 al 1801, quando il piccolo stato fu secolarizzato e annesso al filo-napoleonico Regno di Baviera. A questo punto si affronterà la prima delle cinque più rilevanti salite previste dal percorso, il lungo ma pedalabile “salto” che si dovrà compiere per passare dalla valle dell’Adige a quella del Brenta, entrando così in Valsugana, che i “girini” ritroveranno anche ventiquattrore più tardi perché qui si disputerà l’arrivo dell’unica frazione dolomitica prevista dal Giro di quest’anno. Pedalando costantemente sulla strada di fondovalle il gruppo ne sfiorerà i principali centri, fino a Borgo Valsugana, che per molti anni fu sede di partenza del Trofeo Baracchi, storica cronometro a coppie rimasta in calendario sino al 1991 e il cui primatista di successi è il corridore di casa Francesco Moser, impostosi cinque voltre contro le quattro di Coppi e Baldini. Torniamo a parlare del “Campionissimo” poiché, al momento di uscire “fora dalla Valsugana” il gruppo si troverà ai piedi della seconda salita, le pedalabili Scale di Primolano, 1800 metri al 4,8% che Fausto il 2 giugno del 1950 non ebbe l’opportunità di affrontare. Era la prima, minuscola difficoltà della tappa più attesa e dura di quell’edizione, da Vicenza a Bolzano passando prima per le piccole “Scale” (il soprannome dato ai resti delle antiche forticazioni, erette nel 1260 e poi ricostruite dagli austriaci nel 1860, sfiorate dai tornanti della salita) e poi per i più consistenti passi Rolle, Pordoi, Campolongo e Gardena. Memori dell’impresa nella Cuneo-Pinerolo dell’anno precedente, i tifosi si aspettavano un’altra grande giornata siglata dal “Campionissimo” che, invece, alle porte di Primolano fu urtato dal corridore milanese Armando Peverelli e piombò pesantemente a terra, fracassandosi il bacino. Tra l’altro, fu durante la successiva degenza ospedaliera che Coppi conobbe la sua futura compagna, Giulia Occhini, venuta a trovarlo in compagnia del marito, il dotto Enrico Locatelli, il medico condotto originario di Varano Borghi (Varese) che era un gran tifoso del corridore di Castellania e che, sicuramente, poi non lo sarà più: l’incidente, dunque, “sconvolse” anche la vita di quei due uomini, ma non certo la carriera di Coppi, che negli anni successivi si rifarà conquistando altri due Giri, il suo secondo Tour, il mondiale di Lugano e il suo ultimo Giro di Lombardia.
Respirando l’aria del Grappa, tra due giorni grande protagonista con la cronoscalata da Bassano, i “girini” punteranno ora su Feltre, cittadina stretta attorno alla bella Piazza Maggiore, ben conosciuta agli appassionati di gran fondo in quando luogo d’arrivo di una delle più impegnative manifestazioni del settore, l’odierna Sportful Dolomiti Race, nata nel 1995 e fino al 2008 intitolata a Tullio Campagnolo, l’imprenditore vicentino che nel 1924, mentre disputava una gara da queste parti, ebbe grossi problemi con il cambio e l’intuizione su come risolverlo, brevettando poi nel 1930 il mozzo a sgancio rapido e aprendo quindi l’azienda che porta il suo nome e che costituisce ancora oggi uno dei marchi più rinomati del mondo del pedale. Il gruppo s’infilerà quindi nella valle del Piave, percorrendola nel tratto dove il fiume sacro alla patria s’incanala nella Stretta di Quero, il corridoio che separa il massiccio del Grappa da quello del Monte Cesen e nel quale si vivranno gli ultimi chilometri di pianura prolungata di questa frazione. I successivi 45 Km saranno un continuo saltabeccare su e giù dai colli della Marca Trevigiana, introdotti dallo strappetto verso Quero, la prima delle tre più evidenti difficoltà altimetriche che punteggiano il finale. Con un dolce falsopiano si entrerà quindi a Valdobbiadene, la capitale del Prosecco, frequentata non solo dagli enologi ma che offre la possibilità di divertirsi anche agli appassionati di sport invernali per la presenza, in località Pianezze, dell’unica stazione sciistica della provincia di Treviso. Ancora una puntata verso il Piave per poi tornare a pedalare in salita, in direzione del facile GPM di Santo Stefano. Il tracciato, quindi, si acquieterà per un attimo, giusto il tempo di prepararsi al gran finale, anticipato dalla facile salita della Mire e dal passaggio per Refrontolo, nei cui pressi si trova il delizioso Molinetto della Croda, dove nel 1977 a far girar la testa agli abitanti della zona non servì il locale Passito DOCG ma la presenza in scena di una delle “icone sexy” dell’epoca, la procace Laura Antonelli, impegnata sul set di “Mogliamante”. Ancora una manciata di chilometri e poi giungerà il momento di vedersela con il “babau” di questa tappa, che toglierà più il sonno ai corridori stranieri che agli italiani, che già conoscono il muro di Cà del Poggio non solo per i precedenti passaggi del Giro ma anche perché fu ripetuto ben undici volte nell’anello che laureò per la seconda volta campione nazionale Giovanni Visconti. Era il 26 giugno del 2010 e l’arrivo era fissato a Conegliano, il secondo centro per numero d’abitanti della provincia che sarà la prossima meta del gruppo, una volta messa alle spalle l’ultima discesa di questa tappa. Raggiunta la città natale del pittore Giovanni Battista Cima, tra i principali esponenti della scuola veneta del XV secolo, mancheranno 15 Km al traguardo e neppure questi saranno del tutto tranquilli. C’erano due opzioni per spostarsi tra Conegliano e Vittorio Veneto e, scartata la comoda statale che scorre ai margini della pianura veneto-friulana, gli organizzatori hanno scelto un tracciato che, lambendo le dolci colline moreniche tra le quali s’adagia il piccolo Lago di Pradella, proporrà un ultimo, piccolo ostacolo. È poco più d’un zampellotto prolungato… ma per chi avrà ancora sullo stomaco il Poggio, la sua Cà e tutto il “pendenzaro” potrà trasformarsi in un immane Mortirolo.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Sella di Pergine Valsugana (482m). Coincide con l’omonimo abitato e costituisce lo spartiacque tra le Dolomiti di Fiemme e le Prealpi Vicentine.

Sella di Santa Lucia (319m). Attraversato dalla SS 50 “del Grappa e del Passo Rolle”, coincide con il bivio per la località Caupo.

Sella di Mire (220m). Valicata dalla SP 86 tra Refrontolo e Corbanese.

RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

FOTOGALLERY

Sarnonico (www.tr3ntino.it)

Sarnonico (www.tr3ntino.it)

Trento, castello del Buonconsiglio (www.crushsite.it)

Trento, castello del Buonconsiglio (www.crushsite.it)

Borgo Valsugana, Francesco Moser e il tedesco Dietrich Thurau alla partenza del Trofeo Baracchi del 1986 (www.cyclingphotomerzliak.it)

Borgo Valsugana, Francesco Moser e il tedesco Dietrich Thurau alla partenza del Trofeo Baracchi del 1986 (www.cyclingphotomerzliak.it)

Le scale di Primolano (www.magicoveneto.it)

Le scale di Primolano (www.magicoveneto.it)

Feltre, Piazza Maggiore (www.fenicefeltre.it)

Feltre, Piazza Maggiore (www.fenicefeltre.it)

Il Piave attraversa la Stretta di Quero (panoramio)

Il Piave attraversa la Stretta di Quero (panoramio)

I vigneti del Prosecco (www.italiaatavola.net)

I vigneti del Prosecco (www.italiaatavola.net)

Refrontolo, il Molinetto della Croda visto in Mogliamante (www.davinotti.com)

Refrontolo, il Molinetto della Croda visto in 'Mogliamante' (www.davinotti.com)

Conegliano (treviso24.tv)

Conegliano (treviso24.tv)

Lago di Pradella (www.fotogalifi.com)

Lago di Pradella (www.fotogalifi.com)

Vittorio Veneto, Piazza Marcantonio Flaminio (www.agriturismoalthea.it)

Vittorio Veneto, Piazza Marcantonio Flaminio (www.agriturismoalthea.it)

L’attacco del muro di Cà del Poggio e, in trasparenza, l’altimetria della diciasettesima tappa (34x26.wordpress.com)

L’attacco del muro di Cà del Poggio e, in trasparenza, l’altimetria della diciasettesima tappa (34x26.wordpress.com)

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI VAL MARTELLO

maggio 28, 2014 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Anche quest’anno ilciclismo.it, proporrà, poche ore dopo la conclusione della tappa, l’oramai tradizionale almanacco zeppo di golosità: cominceremo dalla rassegna stampa internazionale, passando poi il parere dei tifosi, la colonna sonora del giorno, le previsione del tempo per la tappa successiva, le “perle” dei telecronisti, il Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e il ricordo di un Giro passato (abbiamo scelto il 1964, l’ultimo dei due Giri vinti da Anquetil).

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Italia

Quintana re in Val Martello. Domina e si mette la rosa – La discesa della discordia. Team furiosi, difesa Vegni(Gazzetta dello Sport)

Quintana vince ma sullo Stelvio entra la «safety car»: è polemica (Corriere della Sera)

Regno Unito

Quintana seizes Giro lead(The Time)

Quintana takes lead with stage 16 win (The Daily Telegraph)

Irlanda

Nicolas Roche’s Giro d’Italia diary: ‘I was freezing and had to put the third jacket on, which is a record for me’ (Irish Independent)

Francia

Quintana se hisse au sommet – Polémique au Stelvio (L’Equipe)

Spagna

Nairo Quintana firma una gesta entre la leyenda y la polémica (AS)

Nairo y su escalera de color (Marca)

Quintana destroza a los rivales y se viste de rosa (El Mundo Deportivo)

Belgio

Giro: Quintana remporte l’étape et s’empare du maillot rose (Le Soir)

Quintana zet Giro op zijn kop (De Standaard)

16e étape du Giro: Quintana écrase la concurrence et endosse le rose (L’Avenir)

Giro: Quintana dompte la neige et les montagnes (La Dernière Heure/Les Sports)

Polémique au Giro: Quintana, vainqueur de la 16e étape, a-t-il profité d’une “bourde” de l’organisation?(Sudinfo.be)

Paesi Bassi

Lefevere hekelt organisatie Giro: ‘Renners als stront behandeld’ – Kelderman bikkelt naar vierde plek in ‘helletocht’ Giro: ‘Handen als klompen’ (De Telegraaf)

Germania

Giro-Doppelschlag von Quintana: Tagessieg und Spitze (Berliner Zeitung)

Repubblica Slovacca

Giro: Quintana vyhral kráľovskú etapu a obliekol sa do ružového (Pravda)

Canada

Quintana edges Hesjedal to take lead amid confusion on Giro d’Italia (The Globe and Mail)

USA

Quintana Takes Lead Amid Confusion on Giro (The New York Times)

Colombia

‘Algunos ya me habían descartado’: Nairo Quintana – ‘Tengan fe, esto se acaba el domingo’: Urán – Nairo Quintana, por otra marca (El Tiempo)

Nairo Quintana, un escarabajo fuera de lo común – Nairo Quintana, nuevo líder del Giro de Italia – El Giro encuentra su patrón (El Espectador)

Australia

Cadel Evans slips to third in Giro d’Italia (The Age)

Quintana in the pink as Evans fades (The Australian)

BOX POPULI

Ogni giorno qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Tracciato confermato. Allora, cosa succederà oggi?

nisky: Prenderanno acqua e freddo! Mentre ioe ne staro all asciutto e al caldo davanti la tv

Pudra: ad un km dal Gavia scatta Arredondo per prendere i punti del GPM. In discesa del gavia scatta Pirazzi e fa mezzo Stelvio da solo. Sullo Stelvio scattano Rolland ed Hesjedal ma vengono ripresi in Val Venosta. Astana, Movistar e la squadra di Uran tengono cucito il gruppo. Sulla salita finale ai meno 2 km (dopo il falsopiano, quindi) scatta Quintana e dà 15” ad Aru ed Uran, 30” a Evans, Majka e Pozzovivo.

Nebe1980: credo anche io ma spero di no

n@po: non vedremo nulla perchè la RAI non ha l’aereo… (mai avuto a fronte delle balle raccontate senza vergogna negli anni scorsi). Per il resto, mia impresione, l’organizzazione giro è talmente scredidata di fronte a corridori ed ambiente che la situazione più probabile è che le impongano (mi auguro di sbagliare), all’ombra dell’assenza di diretta, la scelta di far traslocare il gruppo, come minimo, ai piedi dello Stelvio senza colpo ferire.

n@po: Pare che Quintana abbia deciso che si fa sul serio. Son contento di aver detto una castronata ma mi riservo di attendere l’evolversi della tappa

Salitepuntocià (a Pudra): Vrdo che l’hai capito anche te, ma senza ironia va scritto, il percorso non offre altro, tappa mal disegnata, avrebbero dovuto mettere l’arrivo a Solda o a Watles, cosi lo stelvio veniva fatto con altro spirito ma a 70km dall’arrivo è troppo per attaccare… la salita finale son 1,5km , il tratto duro è all’inizio ma appunto troppo lontano anch’esso per fare selezione ,troppi falsopiani e contropendenze, penso pozzovivo vinca

Howling Wolf14: Pozzovivo ha la bronchite. E non penso che le condizioni meteo di oggi lo favoriscano. Tutt’altro. Stefano Garzelli, che in bicicletta ci andava, e che ha fatto tante salite discese, ha appena detto, nel programma della De Stefano, che è una tappa assurda, antisportiva, che non andava corsa. C’erano percorsi alternativi, ma si sono intestarditi su quest’itinerario. Non so se lo spettacolo ne guadagnerà. E poi che tipo di spettacolo?

Nebe1980: a me le tappe così piacciono e sono contento che si corra.
Quanto alla situazione meteo sullo stelvio dico (spero si possa dire): sti cazzi!!!

Howling Wolf14: Le tappe così si svolgono in uno scenario epico. Nessuno può sostenere che non sia bello. Ma a me non piace che i corridori si congelino e che la prova sportiva venga falsata.

Nebe1980: Non viene falsata, le condizioni meteo fanno parte del ciclismo

Profpivo: Hanno preso un grosso rischio a farli partire, ma per come la vedo io se la strada è pulita, si corre. Altro discorso era il Gavia dell’88. E’ un altro tipo di spettacolo rispetto a quando c’è il sole, ma non è detto che sia inferiore. Ci sta anche una tappa del genere in uno sport che si svolge all’aperto. Emergerà chi sa gestire meglio forze, abbigliamento e alimentazione. PS: Nota di merito per ora alla Rai, dopo averla meritatamente criticata finora. Si vede tutto! E con immagini anche di qualità superiore a quelle di altre tappe!

nisky: le ho fatte io salile e discese con grandine e nevischio e senza ammiraglie non vedo perchè non possano farle i corridori!solo se la strada si sporca posso capire senno figo così!il giro è la strada e se la strada e il tempo questo propone mi spiace per i corridori ma va corsa la tappa!insomma indumenti termici esistono non vedo perchè non utilizzarli!se ogni volta che c è il meteo sfavorevole ste tappe devono essere messe in dubbio allora neanche proporle!

nisky (Salitepuntocià): Hai proprio indovinato!ho detto io che dovresti fare il ds per come sai leggere le tappe e per la fantasia che dimostri!

DOPO LA CORSA

Nebe1980: nei tapponi si fa la differenza… altro che Zoncolan, attacco a 70 Km dall’arrivo qui il terreno adatto per farlo c’era, meno male che questa non era una tappa da minuti

Mauro Facoltosi: Polemiche in gruppo per l’attacco di Quintana nella discesa dello Stelvio. Alcune squadre avevano inteso che la corsa fosse stata neutralizzata dall’organizzazione nella discesa, altre no (e il comunicato ufficiale di Radiocorsa non parla di neutralizzazione, mentre la notizia era “scappata” sul profilo twitter del Giro). Commenti?

nisky: conta radiocorsa che arriva alle ammiraglie altro che balle!poi di moto non ne ho viste!la differenza è che quintana rolland e hesjedal non si son fermati gli altri si

Profpivo: La comunicazione che hanno fatto sentire non parla assolutamente di neutralizzazione. Però la giuria ha sicuramente causato confusione con una decisione ambigua che ha creato un equivoco. Non credo che i ds abbiano consultato twitter allo Stelvio. Detto questo, Quintana ha dimostrato di averne di più di tutti, al di là dell’attacco in discesa. E straordinario anche Hesjedal, che torna addirittura in corsa per il podio assieme a Rolland

Mauro Facoltosi: La De Stefano ha confermato che il twitt con la notizia dell’errore è stato un errore di chi gestiva il profilo twitter del Giro e che subito dopo è stato diramato un messaggio che smentiva il precedente. Lo stesso Vegni ha confermato che non c’era nessuna neutralizzazione. Il problema è stato che molti d.s., interpellati al proposito da Di Luca, non hanno visto twitter ma hanno interpretato male la notizia data da Radiocorsa – che non parlava di neutralizzazione – e, pensando ad una neutralizzazione, hanno agito di conseguenza (come il fermare Kiserlowski, per esempio) e sono rimasti sorpresi dall’attacco di Quintana. La domanda, a questo punto, è: tappa falsata?

Nebe1980: direi di no, Quintana ha guadagnato 4 minuti e Uran mentre al termine della discesa ne aveva solo 2 quindi gliene ha rifilati altri 2

-Gigilasegaperenn3-: La comunicazione di Radiocorsa a me pareva abbastanza chiara. Non capisco molto il senso delle moto con la bandiera rossa, ma non si parlava comunque di neutralizzazione. E’ vero che l’account twitter del Giro l’ha menzionata, ma mi pare ovvio, in caso di contraddizione tra le due fonti, quale sia quella cui dare ascolto. Per inciso, poi, in caso di dubbi, nulla vietava di chiedere delucidazioni, che non penso sarebbero state negate. Magari senza aspettare che Quintana guadagnasse due minuti.

Vittorio P: Ecco la dimostrazione dell’inutilità della cronoscalata. Il Giro è FINITO. A dimostrazione che i veri campioni escono nei TAPPONI. Ma è anche finito per l’assenza di cronometro VERE per specialisti. Sul Monte Grappa, sostanzialmente, il terreno per recuperare su Quintana non c’è. Anzi. Una tappa a cronometro bella piatta, invece, avrebbe dato la possibilità a Uran, Evans, Hjedal, di recuperare sul colombiano. Invece, siamo onesti, a meno che non gli succeda qualcosa, Quintana ha tutt’e due le mani sul Giro. Chi lo può staccare in salita? Nessuno. Che sbaglio la coronoscalata, che sbaglio!

N@po: La comunicazione radio dice chiaro e tondo che mettono davanti le moto con bandiera rossa per scendere in sicurezza. In quel momento, iniziata la discesa, chiunque fosse due tornanti dietro nella fila indiana aveva la certezza che davanti ci fosse una moto che regolava la velocità di tutti. Punto. Qualunque altra interpretazione è una stronzata. Fortunatamente vincendo Quintana il giro andrà ad un campione, ma per il resto evito di aggiungere altro perchè diventerei molto volgare….

O.Teoldi: bella tappa. Polemiche a parte, quanto era bella l’ultima salita? A me è piaciuta molto la parte finale con tutti quei tornantini

Howling Wolf14: La Destefano pesca nel torbido e monta le polemiche per fare spettacolo. Vegni s’è difeso in maniera signorile ed appropriata, ma la conduttrice di Processo alla Tappa meritava due sonori ceffoni per via della sua insistenza. Patetico l’intervento di Roberto Amadio: “Basso era staccato, sullo Stelvio è arrivato circa un minuto dopo i big. Poi abbiamo perso due minuti di tempo per mettere la mantellina, perché credevamo che si seguisse la moto tutti insieme”. Già, Basso è arrivato dopo un minuto e si mischia al gruppo di quelli che l’avevano staccato? Furbettino il ds Cannondale, eh.

Howling Wolf14 (a -Gigilasegaperenn3-) :Certo. Non ci sono dubbi. La fonte ufficiale è una. Solo quella. Tutte le altre interpretazioni sono pretestuose. RCS è completamente assolta, stavolta. Ma per l’incapace che gestisce Twitter Giro dev’essere previsto il licenziamento in tronco.

Howling Wolf14: Molti d.s. non credo. Da quel che ho capito solo Cannondale, Astana, Ofmega e BMC. Ossia Amadio/Mariuzzo, Martinelli, Bramati e Baldato. Oh, che caso. Tutti e quattro italiani. Ma non capiscono l’italiano. Mi pare che il comunicato non desse adito ad interpretazioni alternative. Non è che per caso sono degli opportunisti?

N@po: Ma di cosa stiamo parlando! Oggi la corsa è stata neutralizzata via radio prima della discesa dello Stelvio. Punto. Il fatto che non sia stato usato il termine neutralizzata dimostra quanto siano incapaci a gestire la corsa poichè o lasci via libera o la neutralizzi. Non ci sono situazioni intermedie da segnalare via radio. Se dici che ci saranno moto con le bandiere rosse durante tutta la discesa, nelle condizioni di difficoltà di quel tipo, hai detto che si scenderà in sicurezza ovvero a velocità controllata e dunque velocità uguale per tutti (altrimenti favoriresti qualcuno) Se poi le moto non ci sono, cosa ne possono saperne i corridori che sono stati avvertiti del contrario e non sono davanti? Vegni si è difeso in maniera appropriata????… ma per favore!!!

Scattista: napo io non ho visto il processo, ma ho visto le interviste ai corridori dopo l’arrivo e non hanno parlato di neutralizzazioni, moto, ecc. han solo detto che la discesa dallo stelvio è stata durissima. Secondo me questa della neutralizzazione o no è un casino che ha toccato i corridori meno di quello che pensiamo e che alcuni giornalisti hanno montato ancora di più perché sono incapaci. Secondo me i corridori han fatto la loro corsa, con l’aggiunta di qualche DS che dall’ammiraglia ha dato disposizioni sbagliate per via di questa confusione

Howling Wolf14: Le informazioni non hanno mai parlato di neutralizzazione. Parlavano di moto che avrebbero disegnato le traiettorie per favorire i corridori. Ma allora capiamoci bene, perché se vogliamo capire dobbiamo anche usare l’intelligenza, altrimenti capiamo ciò che ci fa comodo, come il furbetto di turno che pensava di poter far fare a Basso tutto lo Stelvio a ritmo di passeggiata e poi unirsi agli altri, anche quelli che lo precedevano di dieci minuti, per fare tutti insieme la discesa. E’ parso ovvio che le moto non potessero fare quel servizio che era stato annunciato. Perché allora sarebbe stata necessaria quasi una moto per ogni corridore. Oppure ritenevate che ci sarebbe stata una moto per tutti, davanti, una sola, e dietro il gruppo, che nel frattempo si era ricompattato aspettando mezz’ora sullo Stelvio per fare rientrare anche Viviani e Bouhanni? I ds furbetti hanno dato un’interpretazioni smaccatamente opportunistica. Quello che volevano, o speravano nella neutralizzazione, erano guarda caso i team dei corridori più in difficoltà. Dallo Stelvio, quindi, Basso, arrivato con un minuto abbondante di ritardo, sarebbe dovuto ripartire con quelli che l’avevano preceduto? Perché neutralizzazione, se di neutralizzazione vogliamo parlare, significa che poi, terminato il tratto neutralizzato, si riparte con i distacchi registrati all’inizio della neutralizzazione. Cosa che onestamente era impossibile, perché non mi risulta che sullo Stelvio fossero stati dislocati dei cronometristi per rilevare i distacchi. Allora, in conclusione, discesa dello Stelvio tutti insieme. Anche Basso? Anche Ulissi? Anche Bouhanni? Anche Nizzolo? Aspettiamo tutti per un bel mischione. Ma dai, un po’ di concretezza. Io non sono mai stato benevole nei confronti di RCS Sport. Però questa volta non posso certo essere dalla parte di quei viscidi tecnici che hanno dato un’interpretazione che ha fatto comodo a loro e ora gettano fango gratuito sull’organizzazione. Ho solo parole di condanna, per loro. Se poi Vegni può avere sbagliato, i suoi errori sono una goccia nell’oceano rispetto alla vigliaccheria di certi d.s.

Ceemo: A me sembra chiaro dalla comunicazioni che le moto servivano solo di aiuto ai ciclisti nell’impostare le traiettorie per la scarsa visibilità. Quindi Quintana che non si è fermato sullo Stelvio aveva tutto il diritto di proseguire nella sua azione. Il resto sono solo scuse e chiacchere per esserselo lasciati scappare come polli, anche perchè a metà discesa quando era evidente che si era avvantaggiato c’era ancora lo spazio per chiudere il buco. Onore a Vegni che ha avuto gli attributi per volere percorrere il percorso originario, nonostante quasi tutti gli fossero contrari.

Scattista (a Vittorio P.): vero. però non si può stare sempre lì a desiderare un percorso che tenga in bilico la corsa fino all’ultimo metro dell’ultima tappa. Il ciclismo di resistenza alla fine premia chi è più forte e Quintana (dopo averci tenuti in dubbio per qualche giorno) è decisamente il più forte di questo Giro e se continua così se lo merita tutto. Il percorso lo si conosceva già alla partenza per cui è inutile piangere ora. Sulla scempiaggine di una prova come la “cronoscalata” (già orripilante nel nome) sono comunque assolutamente d’accordo. Come sono d’accordo sul fatto che ci vorrebbe una bella crono piatta di 50 km. Secondo me in un bel Giro ci dovrebbero essere 2 crono lunghe (una piattona e una mossa). Solamente mi sembra inutile dirlo ora che Quintana dimostra di essere il più forte.

Nebe1980 (sull’affermazione di N@po “Oggi la corsa è stata neutralizzata via radio prima della discesa dello Stelvio”): ma va là, chi l’ha detto? le moto erano lì perchè in discesa non si vedeva una mazza e questi con la bandierina rossa che in mezzo al bianco della neve risalta stavano ad indicare le traiettorie da seguire per evitare che i corridori cadessero nel burrone sbagliando qualche curva tra la neve e le nuvole

Howling Wolf14: Esatto. Le moto erano state annunciate per offrire un servizio in più. Non per regolare la velocità dei corridori. Chi si sentiva insicuro poteva collocarsi dietro alla moto con la bandierina. Se invece se la sentiva di far la discesa da solo poteva superarla senza richiedere autorizzazioni. Ci mancherebbe. Neutralizzazione è un vocabolo con un significato ciclistico preciso. Non c’entra nulla con il contenuto del comunicato. Solo che molti d.s. speravano in una neutralizzazione. Che non c’è stata. Ed ora vigliaccamente si attaccano a quel cavillo inesistente.

DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Confusione (Battisti)

Ma che freddo fa (Nada)

a cura di DJ Jorgens

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Sarnonico – Vittorio Veneto

Sarnonico : pioggia debole (0,2 mm) e schiarite, 15,9°C, vento debole da S (2-3 Km/h), umidità al 62%
Trento (44,1 Km) : pioggia debole (0,6 mm) e schiarite, 21,7°C, vento debole da S (5-8 Km/h), umidità al 75%
Fastro – Scale di Primolano – GPM (107,8 Km) : pioggia debole (0,3 mm) e schiarite, 19,1°C, vento debole da SSW (4-7 Km/h), umidità al 65%
Valdobbiadene – T.V. (148,8 Km) : pioggia debole (0,5 mm) e schiarite, 19,5°C, vento debole da NW (5-9 Km/h), umidità al 71%
Vittorio Veneto : pioggia debole (0,6 mm), 20,2°C, vento debole da S (3-6 Km/h), umidità al 72%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

Zandegù: “Oggi sono solidale con i mie colleghi velocisti” (a quando la prossima gara?)
Garzelli: “Passava tanto freddo”
Garzelli: “I velocisti sono quelli che soffrono più”
Conti: “Alle spalle del colombiano solo” (colombiano in fuga)
Garzelli: “Due volte due ascese” (due volte Gavia e due volte Stelvo? I corridori ti ammazzano!)
Garzelli (su Aru): “Nel futuro sarà un grande corridore a tappe”
De Stefano: “Più lunga di così era difficile” (139 Km)
Martinello: “Questo versante si corse in discesa”
Martinello: “Pellizotti sta arriverà a Bormio”
Martinello e Pancani: “Rarefazione dell’aria” (dell’ossigeno)
Martinello: “In difficoltà sulla discesa”
Martinello: “Le poche forze che saranno rimasti nelle gambe”
Martinello: “L’azzardo che Vincenzo Torriani non riuscì a mettere in onda”
Pancani: “Siamo a 3 Km dal Passo dello Stelvio” (poco prima aveva detto che mancavano 2000 metri)
Pancani, ricordando l’impresa di Coppi sullo Stelvio nel 1953: “All’età di 37 anni” (ne aveva 34)
De Luca: “Fiocchi di nevi”
Pancani: “LunghiSCIma discesa” (vabbè che c’era tanta neve a bordo strada)
Martinello: “Riesumè della situazione”
Martinello: “E’ giusto che Hesjedal non diri” (tiri)
De Luca: “Gli uomini di classifica hanno quasi tutto dei compagni”
Martinello: “Le staffette stavano andando lunghi”
Pancani: “Dario Cataldo ha continuato la sua azione dopo aver vinto la Cima Coppi anche in discesa”
De Luca: “Rigoberto Urand”
Pancani: “Vuol provare a vincerlo questo Tour”
Martinello: “E’ riuscito a scattare la maglia rosa” (staccare)
Martinello: “In vista di dirittura d’arrivo”
De Stefano: “Davide Bramati era fino a stamattina maglia rosa”
Televideo: “In vetta al Val Martello”
Televideo: “Sebastian Henau” (Henao)

IL GIRO DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

Ordine d’arrivo della sedicesima tappa, Ponte di Legno – Val Martello

1° Enrico Barbin
2° Diego Ulissi s.t.
3° Yukiya Arashiro s.t.
4° Sebastien Chavanel s.t.
5° Danilo Hondo s.t.

Classifica generale

1° Jetse Bol
2° Michael Hepburn a 10′34″
3° Svein Tuft a 10′49″
4° Kenny Dehaes a 12′17″
5° Christopher Sutton a 18′22″
Miglior italiano: Eugenio Alafaci, 8° a 32′00″

L’ULTIMO GIRO DI ANQUETIL
Tuffo nella storia del Giro del 1964, il secondo e ultimo conquistato dall’asso francese Jacques Anquetil. Ci condurranno indietro di 50 anni i titoli del quotidiano “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it

17a TAPPA: LIVORNO – SANTA MARGHERITA LIGURE (210 Km)

BITOSSI OTTIENE A SANTA MARGHERITA LIGURE LA SUA TERZA VITTORIA DI TAPPA AL GIRO
La grande gara ciclistica oggi riposa, domani entra nella fase decisiva – Taccone, con un dito rotto continua egualmente la corsa – Si lavora per consentire il passaggio dei ciclisti sull’Izoard
La Livorno-Santa Margherita movimentata dalle cadute di Anquetil e Taccone – Il francese si è anche trovato in difficoltà sul colle di Velva: ha conservato tuttavia la sua maglia rosa, con 33” di vantaggio su Fontona – Anche Italo Zilioli riduce il distacco nei confronti del primo in classifica generale – Il corridore è stato sottoposto a radiografia – Successivamente gli è stata incessata la mano sinistra – Anquetil racconta la sua caduta – Sopralluogo sulle strade della Cuneo-Pinerolo di venerdì

GIORNO DI RIPOSO A SANTA MARGHERITA LIGURE

IL GIRO OGGI AD ALESSANDRIA – RISVEGLIO D’INTERESSE – TACCONE ABBANDONA LA GARA PER ACCORRERE DAL FRATELLO MORENTE
Incominciano le salite che decideranno la grande corsa ciclistica a tappe – Un doloroso avvenimento priva il Giro di uno dei protagonisti
Mancano cinque tappe alla conclusione della gara – Anquetil ha in Fontona e Zilioli gli avversari più pericolosi: riuscirà a difendere la maglia rosa fino a Milano? – Si prevede una lotta movimentata, ma non è i caso di presentarla, con motivi nazionalistici, come una sfida tra italiani e francesi – Basta la rivalità sportiva a rendere appassionante questo finale – L’improvvisa notizia giunta ieri a tarda serata a Santa Margherita – Vito è immediatamente partito per Avezzano dove arriverà stamane – Il familiare del ciclista abruzzese aveva avuto un incidente sul lavoro

Nota sulla planimetria: Al momento di andare in stampa Torriani non aveva ancora stabilito il finale del Giro. Per questo motivo la planimetria propone i due progetti aperti in quel momento.

ARCHIVIO ALMANACCO
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza

1a tappa: Belfast (cronosquadre)

2a tappa: Belfast (seconda tappa)

3a tappa: Armagh – Dublino

4a tappa: Giovinazzo – Bari

5a tappa: Taranto – Viggiano

6a tappa: Sassano – Montecassino

7a tappa: Frosinone – Foligno

8a tappa: Foligno – Montecopiolo

9a tappa: Lugo – Sestola

10a tappa: Modena – Salsomaggiore Terme

11a tappa: Collecchio – Savona

12a tappa: cronometro Barbaresco – Barolo

13a tappa: Fossano – Rivarolo Canavese

14a tappa: Agliè – Oropa

15a tappa: Valdengo – Plan di Montecampione

La moto della discordia lungo i tornanti della discesa dallo Stelvio

La moto della discordia lungo i tornanti della discesa dallo Stelvio

27-05-2014

maggio 28, 2014 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

Il colombiano Nairo Alexander Quintana Rojas (Movistar Team) si è imposto nella sedicesima tappa, Ponte di Legno – Val Martello/Martelltal, percorrendo 139 Km in 4h42′35″, alla media di 29,513 Km/h. Ha preceduto di 8″ il canadese Hesjedal e di 1′13″ il francese Rolland. Miglior italiano Domenico Pozzovivo (AG2R La Mondiale), 5° a 3′37″. Quintana Rojas è la nuova maglia rosa, con 1′41″ sul connazionale Urán Urán e 3′21″ sull’australiano Evans. Miglior italiano Fabio Aru (Astana Pro Team), 6° a 3′34″

TAPPONE EPICO CON CODA DI POLEMICHE. PER QUINTANA TAPPA E MAGLIA

maggio 27, 2014 by Redazione  
Filed under News

Il tappone del Giro 2014 non ha tradito le attese, condizioni meteo al limite e un attacco a 70 Km dal traguardo hanno sconvolto la generale, che vede ora in testa Nairo Quintana, che ha anche conquistato la vittoria di tappa. Polemiche per una comunicazione di radio corsa che alcuni direttori sportivi hanno interpretato come una decisione di neutralizzazione dei tempi nella discesa dallo Stelvio.

Tappa di altri tempi, tre salite sopra i duemila metri con le prime due sotto la neve negli ultimi chilometri di salita e nei primi di discesa. Quintana se ne va lungo la discesa dello Stelvio, a 70 Km dal traguardo e guadagna un minuto; poi, riuscito a formare un gruppetto con un altro uomo di classifica come Rolland, sempre attivissimo in questo Giro, e con Izagirre e Sicard, rispettivamente in forza Movistar ed Europcar, mantiene un buon vantaggio sino alla salita della Val Martello dove sfodera la sua classe e stacca, uno ad uno, tutti i compagni di fuga. Solo Hesjedal, con grande caparbietà, riesce a non naufragare sotto i colpi del colombiano e a tagliare il traguardo a soli 8 secondi dal nuovo leader, mentre Rolland paga oltre un minuto a Quintana.
La tappa alimenta polemiche per un annuncio di radiocorsa male interpretato da alcuni direttori sportivi tra cui Bramati, team manager della ex maglia rosa Urán e Martinelli, direttore sportivo della Astana di Fabio Aru. La comunicazione di radiocorsa annunciava che, nella discesa dello Stelvio, per una maggiore sicurezza dei corridori sarebbe stata posta una moto con una bandierina rossa in testa ad ogni gruppetto formatosi, per aiutare i corridori a scendere in sicurezza. Bramati, Martinelli ed altri direttori sportivi hanno inteso tale comunicazione come una decisione della giuria di neutralizzare il tempo nella discesa dello Stelvio, cosa che però, a dir la verità, pare difficilmente estrapolabile dal tenore letterale della comunicazione di radiocorsa, che sembra più nel senso di voler aiutare i corridori ad individuare esattamente la curva in condizioni di visibilità molto ridotta e sotto la nevicata che li ha colti lungo i chilometri più alti della Cima Coppi di questo Giro d’Italia.
La corsa ha preso il via regolarmente, nonostante alcuni timori della vigilia legati alle instabili condizioni metereologiche, anche se la neve, caduta copiosa prima della partenza del Giro, era stata tolta dalla strada con un lavoro non indifferente.
Il tracciato era di quelli da brividi: nonostante la limitata distanza (139 Km), si dovevano scalare il Passo di Gavia, con pendenze che arrivano fino al 16%, il Passo Stelvio, Cima Coppi del Giro con i suoi 2758 metri di altitudine, e la Val Martello, salita molto irregolare con tratti duri e tratti in falsopiano ed un ultimo chilometro terribile con una vertiginosa serpentina dai 1000 ai 700 metri precedenti la linea del traguardo. Neppure erano da sottovalutare le discese poichè quella del Gavia è molto stretta e pericolosa e, con il nevischio sulla corsa e la scarsa visibilità, i rischi aumentavano. La discesa dello Stelvio verso Prato conta invece 48 tornanti che, specialmente nella prima parte della discesa, sono vertiginosi.
Nei primi chilometri del Gavia non si muove nessuno e la sensazione è quella che i corridori abbiano deciso di fare corsa tranquilla nella fasi iniziali, ma la tregua si rompe quando esce dal gruppo Chalapud (Team Colombia) e la Movistar prende in mano le redini del gruppo maglia rosa, facendo l’andatura. In prossimità del GPM di Passo Gavia evadono dal gruppo Arredondo (Trek), con l’evidente scopo di andare a sprintare al GPM, e Pantano (Team Colombia) con funzione di stopper, dato che il compagno di squadra è ancora in corsa con Arredondo per la conquista della maglia azzurra di miglior scalatore.
Nella discesa dal Gavia si mescolano un po’ le carte perchè Arredondo si rialza, mentre Swift (Sky) e Diego Rosa (Androni), usciti dal gruppo, si riportano su Chalapud (Team Colombia); poco dopo il terzetto è raggiunto da Franco Pellizotti prima e da Cataldo e Vuillermoz poi. Nella parte finale della discesa, attaccano Pellizotti, Cataldo e Vuillermoz, mentre dietro all’inseguimento ci sono Rosa (Androni), Pantano (Colombia), Dupont (AG2R), Niemiec e Kiserlovski e, poco indietro, Chalapud.
Sulle prime rampe dello Stelvio, quando il primo gruppo inseguitore ha un ritardo di 2 minuti dalla testa, nel gruppo maglia rosa, che viaggia a 2 e 45 dai battistrada, tenta di allungare Rabottini seguito da Capacchi, ma il tentativo si rivela subito effimero. Davanti, quando mancano circa 80 chilometri alla conclusione, si ricompattano i due gruppi e si forma un plotoncino di 8 corridori. In gruppo, Rolland tenta di aumentare l’andatura e gli uomini della Movistar mostrano subito di non avere la minima intenzione di permettere a Rolland di evadere. A tre chilometri dalla Cima Coppi il gruppo è in forte rimonta sugli attaccanti e Cataldo decide di rompere gli indugi partendo deciso verso la conquista del primo posto sul Passo dello Stelvio. Nessuno riesce a tenere la sua andatura e l’abruzzese è solitario al comando, mentre, nell’ultimo chilometro, anche il gruppo degli immediati inseguitori di Cataldo si sfilaccia, tanto che sul GPM giungono tutti un po’ sparpagliati. Molti corridori si fermano in cima al Passo dello Stelvio per prepararsi alla discesa con tutta calma, indossando mantelline, giornali, manicotti e gambali. Alcuni direttori sportivi diranno che questo atteggiamento è stato deciso in seguito alla comunicazione di radiocorsa della decisione di mettere delle moto davanti ai corridori, interpretato da alcuni come una neutralizzazione, anche se nel testo della comunicazione non vi era alcun accenno a soluzioni di questo genere. Non si ferma, però, Quintana, come non si ferma Pierre Rolland: i due si involano nella discesa, mentre i gruppi si disgregano tra chi si ferma, chi si avvantaggia, chi decide per la prudenza e chi pensa che ci sia neutralizzazione e scende con tutta calma.
La situazione si fa più chiara nella seconda parte della discesa, dove troviamo Cataldo con un minuto di vantaggio sugli inseguitori Vuillermoz, Dupont e Pantano, e due minuti sul gruppo Quintana, del quale fanno parte oltre al compagno del colombiano Izagirre, anche i due della Europcar Rolland e Sicard e l’inossidabile Rabottini. Il gruppo maglia rosa viaggia a tre minuti dalla testa della corsa e ciò significa che Quintana ha un vantaggio di 1 minuto su tutti gli altri uomini di classifica.
Al termine della discesa, il vantaggio del gruppo Quintana si dilata sino ad arrivare a due minuti sul gruppo maglia rosa. Nel tratto di pianura che segue la discesa dello Stelvio Cataldo corre una sorta di cronometro mettendo in luce le sue doti di buon passista. A trenta chilometri dalla conclusione, infatti, l’abruzzese conserva un minuto sul primo gruppo inseguitore e 1 minuto e 40 sul gruppo Quintana, dal quale si stacca Siccard, mentre il gruppo maglia rosa rosicchia qualche secondo al gruppetto Quintana grazie alle tirate dei gregari degli uomini di classifica, rimasti sorpresi dall’attacco di Quintana.
Quando mancano 26 chilometri all’arrivo il primo gruppo inseguitore è raggiunto dal gruppetto Quintana. All’inizio della salita di Val Martello, Cataldo è in testa con 1 minuto e 25 sugli insegutori e 3 e 13 sul gruppo. Sulle prime rampe dell’ascesa finale Izagirre spende le ultime energie per aiutare il capitano Quintana e, dopo aver esaurito il proprio lavoro, si stacca e viene ben presto riassorito dal gruppo.
Cataldo comincia ad accusare la fatica e il vantaggio sul gruppo Quintana scende sotto il minuto ai meno 19, mentre il gruppo di Urán viaggia a 2 minuti e 40. A 18 chilometri dall’arrivo comincia il forcing di Quintana e Rolland, che salutano i compagni di avventura ad eccezione di uno straordinario Ryder Hesjedal, che comincia a dimostrare una condizione molto vicina a quella del 2012, resistendo con grande caparbietà agli allunghi degli scalatori, proprio come nel 2012 aveva retto alle sfuriate di “Purito” Rodríguez. Poco dopo Quintana e Rolland raggiungono il bravissimo Dario Cataldo che riesce anche a resistere per un po’, mentre il ritardo del gruppo maglia rosa torna a sfiorare i due minuti. Nel tratto successivo, verso i meno 16 all’arrivo, Hesjedal rientra grazie ad un passaggio in falsopiano, mentre il gruppo si avvicina ai fuggitivi riportando il ritardo a 1 e 39. La fase di recupero dura poco: man mano che il gruppo di Urán si assottiglia, a causa del ritmo comunque allegro, insostenibile per molti corridori ,il ritardo dalla testa della corsa cresce. Allo striscione dei meno 10 il gruppo accusa un ritardo di quasi due minuti e mezzo dagli attaccanti e Quintana comincia a sentire odore di maglia rosa.
A 7 chilometri e mezzo dal traguardo il colombiano della Movistar accelera ulteriormente e Rolland e costretto a mollare, mentre uno straordinario Hesjedal, completamente curvo sul manubrio, resiste strenuamente restando a pochi metri dallo scatenato Quintana; nel gruppo, invece, si nota la maglia rosa in prima persona a fare il ritmo, i gregari sono staccati e gli altri uomini di classifica non sembrano avere molta voglia di salvargli il Giro d’Italia, nonostante davanti ci sia un uomo come Rolland, pericoloso in chiave podio. Il ritardo del gruppo aumenta vertiginosamente e supera i tre minuti ai 6 chilometri e mezzo dall’arrivo. A questo punto cominciano anche gli allunghi in gruppo: Majka prova diverse accelerazioni, portandosi dietro Pozzovivo e Kelderman, mentre meno reattivi appaiono Aru e Urán.
A 5 chilometri dall’arrivo Hesjedal rientra su Quintana e gli da un grandissimo aiuto nel tratto in falsopiano che costeggia il lago, probabilmente nella speranza di vincere la tappa. Dietro Majka e Pozzovivo sono particolarmente attivi e continuano a tentare allunghi, tutti rintuzzati alla meno peggio dalla maglia rosa e da Fabio Aru, con Evans più in difficoltà.
Nell’ultimo micidiale chilometro, con una serie di tornanti in rapida successione al 14% di pendenza, Hesjedal deve abbandonare il suo sogno di vittoria perchè Quintana è intenzionato a guadagnare il più possibile sugli avversari e stacca il canadese che, comunque, taglia il traguardo con soli 8 secondi di ritardo, firmando una prova maiuscola. Rolland giunge a 1 minuto e 13 e anche lui fa un grosso salto in classifica generale, arrivando a pochi secondi dal podio.
In pesante ritardo gli altri uomini di classifica che si sfilacciano nell’ultimo chilometro: Kelderman a 3 e 32, Pozzovivo, oggi in ripresa, a 3 e 37, Aru a 3 e 40, Majka a 4 e 08, Urán con Henao a 4 e 11, Evans a 4 e 48.
La classifica generale viene sconvolta, Quintana conquista la rosa e mette in saccoccia un buon vantaggio sul connazionale, che si trova ora secondo nella generale a 1 e 40. Considerando le tappe residue, il Giro sembra oramai appannaggio di Quintana, ma bisogna tenere conto che il colombiano della Movistar oggi ha speso molte energie e nella cronoscalata del Grappa potrebbe accusare lo sforzo.
La Movistar ha adottato una tecnica di gara perfetta, ha fatto l’andatura per tutta la salita del Gavia e per buona parte di quella dello Stelvio. Nella successiva discesa Quintana con un compagno sono scesi a tutta, anche se non si è trattato di un vero attacco. Quintana è riuscito a formare un gruppo con un altro uomo di classifica desideroso di scalare posizioni in generale e con un compagno di squadra per ciascuno: questo ha permesso al gruppetto di non perdere terreno nel tratto più favorevole al gruppo della maglia rosa, i venti chilometri tra la fine della discesa dello Stelvio e l’inizio della Val Martello. L’AG2R, invece, ha incomprensibilmente lasciato due uomini davanti con Quintana che sono stati ripresi nel corso della ascesa alla Val Martello, quando ormai erano sfiniti e non in grado di dare una mano a Pozzovivo. Urán, invece, è rimasto senza gregari ed ha dovuto incaricarsi in prima persona dell’inseguimento, ma non è apparso per nulla brillante; nonostante il vantaggio continuasse a dilatarsi ha cercato comunque di lasciare il più possibile agli altri il compito di tirare, anche se costoro non apparissero proprio in vena di regali. La Omega, nonostante l’ottima cronosquadre, ha dimostrato dei grossi limiti in salita. Quando gli uomini di classifica si sono mossi è stato per mettere in difficoltà Urán e non certo per dargli una mano. Nell’ultimo duro chilometro, infatti, l’ex leader ha pagato non poco anche dagli altri uomini di classifica. Evans, da duro quale è, ha perso senza tuttavia naufragare ed è riuscito a conservare la terza piazza in generale, sulla quale però incombe minaccioso Rolland. Bisognerà comunque vedere quante energie residuano al francese che è all’attacco dalla prima settimana.
Quintana ha fatto un numero che nessuno si aspettava: + partito a 70 chilometri dalla conclusione, quando tutti davano per scontata la battaglia sulla salita finale, ha formato un gruppetto in cui tutti avevano interesse a collaborare e quindi ha dato tutto nel finale, confezionando una prestazione da incorniciare. Negli ultimi anni, gli unici corridori capaci di portare a termine attacchi di questa portata sono stati Alberto Contador e Marco Pantani. La prestazione di Quintana assume comunque maggior valore se si pensa che è stata portata a termine in un Giro in cui l’attendismo l’ha sinora fatta da padrone, dimostrando un livellamento di valori che oggi è stato sconvolto, in quanto è venuta fuori la classe da campione.
La tappa è stata meravigliosa e non si comprendono le polemiche sulla scelta di disputarla interamente, dato che le strade erano state pulite a dovere e l’organizzazione ha fatto tutto il possibile per garantire la sicurezza dei corridori. Poco comprensibili pure le polemiche sulla presunta neutralizzazione del tempo poichè il comunicato di radiocorsa non faceva il minimo riferimento ad una neutralizzazione del tempo, ma solo al fatto che, nella discesa, delle moto con un uomo munito di bandierina rossa avrebbero aiutato i corridori a vedere meglio le curve nelle condizioni di ridotta visibilità.

Benedetto Ciccarone

ORDINE D’ARRIVO
1 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team 4:42:35
2 Ryder Hesjedal (Can) Garmin Sharp 0:00:08
3 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar 0:01:13
4 Wilco Kelderman (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:03:32
5 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:03:37
6 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:03:40
7 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 0:04:08
8 Sebastian Henao Gomez (Col) Team Sky 0:04:11
9 Rigoberto Uran Uran (Col) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
10 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team 0:04:48
11 Robert Kiserlovski (Cro) Trek Factory Racing
12 Jarlinson Pantano (Col) Colombia 0:04:59
13 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale 0:06:06
14 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr 0:07:02
15 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:08:50
16 Winner Anacona Gomez (Col) Lampre-Merida 0:09:58
17 Dario Cataldo (Ita) Team Sky 0:10:53
18 André Cardoso (Por) Garmin Sharp 0:11:10
19 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo 0:11:15
20 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol 0:11:28
21 Matteo Rabottini (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo 0:12:19
22 Mikel Landa Meana (Spa) Astana Pro Team 0:14:08
23 Francis Mourey (Fra) FDJ.fr 0:14:54
24 Ivan Basso (Ita) Cannondale 0:17:16
25 Ben Swift (GBr) Team Sky 0:17:43
26 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli 0:19:58
27 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida 0:20:37
28 Maxime Bouet (Fra) AG2R La Mondiale 0:21:07
29 Marc Goos (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:22:50
30 Thomas De Gendt (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:26:31
31 Serge Pauwels (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:26:35
32 José Herrada Lopez (Spa) Movistar Team
33 Nicolas Roche (Irl) Tinkoff-Saxo
34 Philip Deignan (Irl) Team Sky
35 Gianluca Brambilla (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
36 Romain Sicard (Fra) Team Europcar
37 Vladimir Gusev (Rus) Team Katusha 0:28:08
38 Stefano Pirazzi (Ita) Bardiani-CSF 0:30:33
39 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale 0:31:35
40 Brent Bookwalter (USA) BMC Racing Team
41 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano
42 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida
43 Alberto Losada Alguacil (Spa) Team Katusha
44 Edoardo Zardini (Ita) Bardiani-CSF
45 Mattia Cattaneo (Ita) Lampre-Merida
46 Eros Capecchi (Ita) Movistar Team
47 Diego Rosa (Ita) Androni Giocattoli
48 Andrey Amador Bakkazakova (CRc) Movistar Team
49 Robinson Eduardo Chalapud Gomez (Col) Colombia
50 Igor Anton Hernandez (Spa) Movistar Team

CLASSIFICA GENERALE
1 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team 68:11:44
2 Rigoberto Uran Uran (Col) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:01:41
3 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team 0:03:21
4 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar 0:03:26
5 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 0:03:28
6 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:03:34
7 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:03:49
8 Wilco Kelderman (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:04:06
9 Ryder Hesjedal (Can) Garmin Sharp 0:04:16
10 Robert Kiserlovski (Cro) Trek Factory Racing 0:08:02
11 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale 0:14:20
12 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr 0:17:40
13 Ivan Basso (Ita) Cannondale 0:22:28
14 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol 0:22:35
15 Matteo Rabottini (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo 0:24:14
16 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:26:37
17 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli 0:28:30
18 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo 0:35:00
19 José Herrada Lopez (Spa) Movistar Team 0:39:04
20 André Cardoso (Por) Garmin Sharp
21 Steve Morabito (Swi) BMC Racing Team 0:40:29
22 Sebastian Henao Gomez (Col) Team Sky 0:44:55
23 Wout Poels (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:48:09
24 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida 0:48:50
25 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team 0:48:58
26 Gianluca Brambilla (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:50:10
27 Jarlinson Pantano (Col) Colombia 0:50:35
28 Fabio Andres Duarte Arevalo (Col) Colombia 0:56:23
29 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano 0:57:19
30 Mikel Landa Meana (Spa) Astana Pro Team 1:01:28
31 Dario Cataldo (Ita) Team Sky 1:03:44
32 Nicolas Roche (Irl) Tinkoff-Saxo 1:03:49
33 Francis Mourey (Fra) FDJ.fr 1:04:31
34 Diego Ulissi (Ita) Lampre-Merida 1:07:56
35 Maxime Bouet (Fra) AG2R La Mondiale 1:09:38
36 Serge Pauwels (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 1:13:29
37 Marc Goos (Ned) Belkin Pro Cycling Team 1:14:19
38 Jan Polanc (Slo) Lampre-Merida 1:19:36
39 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida 1:21:17
40 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha 1:24:15
41 Davide Malacarne (Ita) Team Europcar 1:24:44
42 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team 1:25:07
43 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale 1:25:43
44 Alberto Losada Alguacil (Spa) Team Katusha 1:29:05
45 Ivan Santaromita (Ita) Orica Greenedge 1:33:35
46 Sander Armee (Bel) Lotto Belisol 1:34:55
47 Igor Anton Hernandez (Spa) Movistar Team 1:35:09
48 Philip Deignan (Irl) Team Sky 1:35:44
49 Ivan Rovny (Rus) Tinkoff-Saxo 1:36:06
50 Riccardo Zoidl (Aut) Trek Factory Racing 1:38:24

Nairo Quintana compie lultimo sforzo sulla salita di Val Martello (foto Bettini)

Nairo Quintana compie l'ultimo sforzo sulla salita di Val Martello (foto Bettini)

26-05-2014

maggio 27, 2014 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

Giorno di riposo

CAMPIONATO NAZIONALE USA – STRADA

Eric Marcotte (Team SmartStop) si è imposto nella prova su strada, circuito di Chattanooga, percorrendo 165 Km in 4h17′59″, alla media di 38,374 Km/h. Ha preceduto allo sprint McCabe e Howes.

PONTE DI LEGNO – VAL MARTELLO: RIUSCIRANNO I NOSTRI EROI…

maggio 27, 2014 by Redazione  
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Torriani ci provò una volta a metterli assieme, il Gavia e lo Stelvio, inseriti nella medesima tappa al Giro del 1961. Il risultato fu, però, una cocente delusione e un gran lavoro per il patron, costretto dalla neve a rimetter mano al percorso all’ultimo momento e a stravolgerlo. Da allora, memore di quello “scorno”, non vorrà mai più tentare l’accoppiata. Dodici mesi fa la stessa sorte è toccata a Mauro Vegni che, però, non si è arreso e ha rimandato il tappone al Giro 2014 che, dunque, proporrà in un sol giorno la tremenda accoppiata, sempre abbinata al traguardo finale in Val Martello.

Ci avevano già provato dodici mesi fa Vegni e soci a dar concretezza a uno dei sogni rimasti inesauditi di Vincenzo Torriani. Il mitico “patron” una sola volta aveva azzardato mettere nella stessa tappa Gavia e Stelvio ma se ne era tornato a casa con le classiche pive nel sacco e tanta delusione in corpo.
Correva l’anno 1961 e, per festeggiare il centenario dell’Unità d’Italia, al penultimo giorno di gara Torriani aveva concepito una tappa di una durezza inaudita, da Trento alla fantomatica località chiamata “Italia 61” (toponimo sotto il quale si celava il Passo di Resia) passando per il Tonale e, soprattutto, per il Gavia e lo Stelvio, le sue “creature”, le due durissime ascese che aveva scoperto da poco tempo e già proposto alla corsa rosa. Il maltempo gli giocò, però, un bello scherzetto rendendo intransitabile il primo ma non il secondo, che svettava per altitudine, e costringendolo a buttare per aria l’intero tracciato nel giro di poche ore: allertato il cartografo Cesare Sangalli perché si tenesse pronto a realizzare in quattro e quattr’otto la nuova altimetria e la conseguente tabella di marcia, ribaltò letteralmente il finale togliendo il Resia (che ancora sta aspettando il passaggio del Giro), invertì il versante d’ascesa allo Stelvio e spostò il traguardo a Bormio, inserendo le ascese ai passi Pennes e Monte Giovo per “rimpolpare” il tracciato defraudato di Tonale e Gavia.
52 anni dopo, il 24 maggio del 2013, sarà ancora il maltempo a impedire la tremenda accoppiata, sotto la forma d’una pesante nevicata caduta sin a bassa quota e che impedirà di far disputare la frazione anche sul tracciato alternativo, che avrebbe condotto il gruppo al previsto traguardo passando per il Tonale e l’inedito Passo Castrin. In quelle ore già si stava intessendo la trama del Giro a venire e quasi subito è scaturita la decisione, d’accordo con le organizzazioni locali, di non disperdere quella tappa dall’altissimo potenziale agonistico e di rimandarla di dodici mesi, confermando il tracciato prestabilito. Così, incrociando le dita, il 27 maggio prossimo venturo, i “girini” si accingeranno ad affrontare un tappone veramente “monstre” poiché, dei 139 Km in programma, 60,5 saranno in salita e sin dai chilometri iniziali. Infatti, subito dopo aver lasciato Ponte di Legno – l’antica Dalaunia, com’era chiamato in epoca carolingia il villaggio poi divenuto la principale stazione invernale della Valcamonica – la corsa affronterà i 16,5 Km all’8% del versante sud del Gavia, itinerario che era già frequentato nel medioevo quando – nonostante la disagevolezza del tracciato che presenta inclinazioni fino al 16%, era un’utilizzata via di commerci (anche dai contrabbandieri), percorsa a dorso di mulo verso quello che all’epoca era soprannominato “Passo della Testa di Morto” a causa dei numerosi incidenti mortali. I primi lavori di ampliamento dell’originaria mulattiera furono realizzati durante la prima guerra mondiale, quando il Gavia fu teatro di numerosi scontri, e fu proprio la rotabile militare quella che si trovarono sotto le ruote i corridori impegnati nella tappa di Bormio del Giro del 1960, una strada interamente sterrata e stretta al punto che Torriani ordinò di scaraventare nel sottostante burrone tutte le ammiraglie che si fossero bloccate, ostruendo il passaggio (fatto che poi non accadde). Respinto non solo nel 1961 ma anche nel 1967 (si sarebbe dovuto affrontare nel tracciato alternativo della Trento – Tirano, che prevedeva originariamente lo Stelvio e che sarà poi dirottato sull’Aprica), il Giro non osò più inserire il Gavia nel suo percorso fino al 1988, richiamato lassù dalle migliorie apportate alla strada nell’estate dell’anno precedente quando, per permettere un più agevole passaggio ai mezzi di soccorso diretta a Bormio, rimasta isolata dalla catena di calamità naturali che colpì la Valtellina, la carreggiata fu ampliata e battuta, mentre fu realizzata una variante in galleria per evitare il tratto più pericoloso ed esposto sul precipizio, teatro di un tragico incidente nel 1954. Dieci anni più tardi scomparirono, infine, i residui tronconi sterrati di un’ascesa che ha, forse, perso un pochino di fascino ma ha mantenuto intatte le sue caratteristiche tecniche, numeri che, oltre ai dati sopra citati, parlano anche di 1320 metri di dislivello. Raggiunto l’ambito GPM, uno dei più prestigiosi della corsa rosa, davanti ai corridori si spalancherà una discesa lunga poco più di 25 Km, stretta e impegnativa fino a Santa Caterina Valfurva, il paese natale di Achille Compagnoni, l’eroe del K2 scomparso nel 2009. Divenuta più comoda e scorrevole dopo Santa Caterina, la discesa si concluderà con il passaggio sulle strade di Bormio, dove si aggirerà il centro storico, stretto attorno al monumento simbolo della cittadina valtellinese, la loggia sotto la quale un tempo si tenevano le assemblee e si amministrava la giustizia e che è conosciuta con il nome di genesi dialettale di “Kuérc” (coperchio). È un luogo, questo, che finirà anche sotto l’occhio della macchina da presa nel 1973, quando in Piazza Cavour Vittorio De Sica girerà alcune scene di “Una breve vacanza”, la sua penultima pellicola da regista.
Non ci sarà il tempo di rilassarsi perché immediatamente il percorso tornerà a elevarsi, puntando deciso verso il Passo dello Stelvio che, come nella tappa vinta due anni fa dal belga Thomas De Gendt, sarà affrontato dal suo versante più “facile”. Facile per modo di dire, visto che non sono uno scherzo quasi 22 Km di salita comunque impegnativa ed ininterrotta, lungo una strada che ricalca l’antica mulattiera che nel 1494 fu percorsa anche da Leonardo Da Vinci, membro della carovana che accompagnò Bianca Maria Sforza e l’imperatore del Sacro Romano Impero Massimiliano I d’Asburgo nel loro viaggio nuziale da Milano al Tirolo, risalendo tra montagne che il genio toscano definì “terribili piene sempre di neve” sulle pagine del “Codice Atlantico”. Si comincerà a pensare a una strada carrozzabile solo 1808 con Napoleone ma il progetto studiato dall’ingegner Filippo Ferranti rimase sulla carta, sia per la caduta dell’imperatore francese, sia per l’impraticabilità di una strada che, nelle intenzioni del progettista, sarebbe stata larga appena 2,70 metri e assai ripida. Saranno i nuovi dominatori austriaci a tradurre nella realtà quell’idea, affidando all’ingegner Carlo Donegani la realizzazione della nuova strada, concepita principalmente per scopi militari, che fu realizzata in tre lotti tra il 1822 e il 1825 e che originariamente veniva mantenuta aperta tutto l’anno grazie all’opera dei “rottieri”, spalatori di neve che vivevano in una casetta collocata lungo l’ascesa. Nato nel 1909, ci metterà 44 anni il Giro a scoprire lo Stelvio e sarà l’inizio di un lungo rapporto fatto di amore e odio, amore per le grandi imprese lassù siglate (su tutte quella di Coppi nell’anno del debutto, il 1953), odio per quelle volte nelle quali Torriani sarà costretto a toglierlo dal percorso e a ripiegare su di un tracciato alternativo, fatto che poco invogliava il “patron” a inserirlo con frequenza nel tracciato della corsa rosa. Superati 1549 metri di dislivello, una pendenza media del 7,2% (la massima è del 12%) e i 2758 metri del passo, il più elevato d’Italia tra quelli asfaltati, i corridori entreranno alla spicciolata in Alto Adige, lanciandosi giù per una delle più tortuose strade della catena alpina, accoccolata in ben 48 tornanti nella prima parte, che si conclude con il passaggio da Trafoi, la frazione del comune di Stelvio conosciuta per aver dato i natali allo sciatore Gustav Thöni e presso la quale si trova il Santuario delle Tre Fontane Sacre, costruito nel 1229 sul posto dove un pastore vide da sgorgare tre corsi d’acqua da una roccia, contenenti una croce ciascuno, e che si ritiene fosse un luogo “sacro” sin prima dell’avvento del cristianesimo, poiché veniva frequentato dai druidi che in quel posto istruivano i novizi. Fattasi più lineare, la discesa termina a Prato allo Stelvio dove ha inizio il rettifilo lungo poco più di 2 Km, l’ultimo dei tre lotti della strada progettata dal Donegani, che “butterà” il gruppo nel fondovalle della Val Venosta, dove s’incontrerà il tratto più facile di questa tappa. Per una ventina buona di chilometri le salite saranno solo un ricordo, brutto per qualcuno, felice per altri, mentre la strada procederà inizialmente pianeggiante, per poi prendere dolcemente a scendere una volta superato il centro di Lasa, centro di villeggiatura estiva conosciuto per le sue cave di marmo, tuttora sfruttate. Attraversata Silandro, il capoluogo della Val Venosta, di lì a breve si svolterà verso la Val Martello, andando ad affrontare l’ultima delle tre grandi ascese di giornata. Non ha né il fascino, né l’appeal delle precedenti, ma farà davvero molto male quest’estrema difficoltà, sotto tutti gli aspetti. Poco importa che la pendenza media sia “appena” del 6,2%, inferiore rispetto a quelle di Gavia e Stelvio: qui ci si troverà di fronte ad un’altra arrampicata interminabile, la più lunga delle tre con i suoi 22,3 Km, bisognerà per la terza volta sfondare il tetto dei 2000 metri (anche se di poco) e far i conti con un altro dislivello rilevante (1422 metri). A complicar le cose ci si metterà il “manto d’arlecchino” con il quale sarà rivestita la Val Martello, che mostrerà una vasta gamma di pendenze, con frequenti cambi di ritmo che potrebbero incidere non poco. Dopo un’introduzione dolce (milleduecento metri al 3,4%), si dovrà superare una prima balza di 5,4 Km all’8,5% che condurrà ai Bagni di Salto, la prima delle frazioni che compongono Martello, l’unico comune della nostra nazione che non vanti neppur un abitante di madrelingua italiana. Breve contropendenza, poi la salita riprenderà morbida per portarsi nella sede municipale dove la strada riprenderà a “graffiare” e lo farà, a corrente alternata, nei successivi 8,6 Km, inclinati al 7,1% e nel corso dei quali si toccherà la pendenza massima di quest’ascesa, un picco del 14%. Raggiunte le rive del lago di Gioveretto, bacino artificiale presso il quale si trova un insolito allevamento di lama, la strada tornerà ad acquattarsi come un felino primo di un balzo che, in effetti, da lì a breve avverrà: saranno l’ultima stilettata di questa tappa i quasi 2000 metri che conducono al traguardo, nel luogo conosciuto dagli alpinisti diretti al soprastante e celebre monte come il “Paradiso del Cevedale”. Ma per molti, il 27 maggio 2014, conquistare quell’Eden sarà un Inferno!
Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Passo di Gavia (2621m). Aperto tra il Corno dei Tre Signori e il Monte Gavia, è attraversato dalla SS 300 “del Passo di Gavia” e costituisce lo spartiacque tra la Valtellina e l’alta Valcamonica. E’ quotato 2618 sulle cartine del Giro, che l’ha inserito 12 volte nel percorso, ma in tre occasioni è stato costretto a rinunciarvi: oltre ai citati precedenti del 1961 e del 1967, anche nel 1989, il Gavia saltò e con esso l’intera tappa Trento – Santa Caterina Valfurva, annullata poiché non sussisteva la possibilità di andare al traguardo per altra strada. Gli effettivi scollinamenti portano il nome di Imerio Massignan (1960, Trento – Bormio, primo il lussemburghese Charly Gaul), dell’olandese Johan van der Velde (1988, Chiesa Valmalenco – Bormio, primo il connazionale Erik Breukink), dei colombiani Hernán Buenahora (1996, Cavalese – Aprica, primo Ivan Gotti) e José Jaime González Pico (due volte, nel 1999 e nel 2000; tappe vinte rispettivamente dallo spagnolo Roberto Heras all’Aprica e da Gilberto Simoni), del croato Vladimir Miholjevic (2004, tappa Cles – Bormio 2000, primo Damiano Cunego) , dello spagnolo Juan Manuel Gárate (2006, tappa Trento – Aprica, primo Ivan Basso) , del messicano Julio Alberto Pérez Cuapio (2008, tappa Rovetta – Tirano, primo Emanuele Sella) e dell’elvetico Johann Tschopp nel 2010 (tappa Bormio – Ponte di Legno / Tonale), in vetta all’unica scalata effettuata dal versante valtellinese.

Passo dello Stelvio (2758m). Valicato dalla SS 38, tra Bormio e Trafoi, costituisce il punto più elevato della rete stradale italiana. Nella speciale classifica dei valichi carrozzabili più alti d’Italia precede di una manciata di metri il franco-piemontese Colle dell’Agnello (2748m) mentre estendendo la lista anche ai valichi ciclabili su sterrato scende all’ottavo posto (record i 3000 metri del Colle Sommeiller Est, situato in Piemonte, nei pressi di Bardonecchia). Lo Stelvio è stato regolarmente affrontato nove volte al Giro, mentre in quattro occasioni (1967, 1984, 1988 e 1991) è stato respinto dalla neve. Storica la prima scalata, nella tappa Bolzano – Bormio che consentì a Fausto Coppi, primo in vetta e al traguardo, di imporsi nel suo quinto e ultimo Giro d’Italia (1953). Gli altri eroi dello Stelvio sono stati Aurelio Del Rio nel 1956 (Sondrio – Merano, vinta da Cleto Maule), il lussemburghese Charly Gaul nella Trento – Bormio del 1961 (da lui vinta), Graziano Battistini che nel 1965 si impose proprio sul passo (traguardo d’emergenza perché la neve non permise di completare la Campodolcino – Solda), lo spagnolo José Manuel Fuente nel 1972 (tappa Livigno – Passo dello Stelvio), il suo connazionale Francisco Galdós nella storica tappa conclusiva del Giro del 1975 (Alleghe – Passo dello Stelvio, con il duello tra lo spagnolo e la maglia rosa Fausto Bertoglio), il francese Jean-René Bernaudeau nella citata Cles – Sondrio del 1980, Franco Vona nella non meno storica Merano – Aprica del 1994 (la tappa che lanciò Marco Pantani nell’olimpo dei grandi) e il colombiano Josè Rujano durante la Egna – Livigno del 2005, vinta dal connazionale Iván Ramiro Parra Pinto. Buon ultimo Thomas De Gendt, vincitore della Caldes – Passo dello Stelvio nella scorsa edizione della corsa rosa. Nel 2010 vi si è conclusa, prima volta nella storia, anche una tappa del Giro Donne, conquistata dalla statunitense Mara Abbott, che si è anche imposta nella classifica finale.

RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

FOTOGALLERY

Ponte di Legno (www.adamellonews.com)

Ponte di Legno (www.adamellonews.com)

Lunico tratto sterrato del Gavia rimasto al giorno doggi, evitato in corsa da una galleria (www.linkarte.it)

L'unico tratto sterrato del Gavia rimasto al giorno d'oggi, evitato in corsa da una galleria (www.linkarte.it)

Passo Gavia (www.bormio3.it)

Passo Gavia (www.bormio3.it)

Santa Caterina Valfurva (www.hotelfree.it)

Santa Caterina Valfurva (www.hotelfree.it)

Bormio, Piazza Cavour e il Kuerc come appaiono nel film Una breve vacanza (www.davinotti.com)

Bormio, Piazza Cavour e il 'Kuerc' come appaiono nel film 'Una breve vacanza' (www.davinotti.com)

Passo dello Stelvio (flickr)

Passo dello Stelvio (flickr)

La spettacolare discesa dallo Stelvio (wikipedia)

La spettacolare discesa dallo Stelvio (wikipedia)

Trafoi, Santuario delle Tre Fontane Sacre (panoramio)

Trafoi, Santuario delle Tre Fontane Sacre (panoramio)

Val Martello, Lago di Gioveretto (www.sonneck.it)

Val Martello, Lago di Gioveretto (www.sonneck.it)

Unescursionista sale verso la cima del Cevedale e, in trasparenza, laltimetria della sedicesima tappa: che la neve rimanga lassù, questanno (www.skiforum.it)

Un'escursionista sale verso la cima del Cevedale e, in trasparenza, l'altimetria della sedicesima tappa: che la neve rimanga lassù, quest'anno (www.skiforum.it)

TOUR OF NORWAY, LA BEFFA DI PATERSKI ALL’ULTIMO TRAGUARDO

maggio 26, 2014 by Redazione  
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Grazie ad un buco verificatosi nella volata finale, vinta dall’enfant du pays Alexander Kristoff (Katusha), il polacco Maciej Paterski (CCC Polsat) ha guadagnato 6″ su Marc De Maar (Unitedhealthcare), fino ad ora leader della corsa, sufficienti per spodestarlo e ribaltare l’esito del Giro di Norvegia.

Per una corsa che ha vissuto il momento più emozionante negli ultimi metri dell’ultima tappa, occorre aggiungere che nelle frazioni precedenti comunque lo spettacolo offerto dai corridori è stato di ottima qualità.
Nella prima tappa, lunga 147 chilometri con partenza ed arrivo a Larvik e contraddistinta da un percorso nervoso ma non selettivo, la volata è stata vinta da Kristoff, il quale ha preceduto il connazionale Holst Enger ed il belga Van Asbroeck (Topsport Vlaanderen). È la seconda tappa che ha dato il primo scossone alla classifica e la causa è attribuibile al forte vento che spira sulla costa norvegese; durante i 193 chilometri tra Drobak e Sarpsborg Saxo-Tinkoff e Katusha hanno tentato di aprire dei ventagli, riuscendo solo parzialmente nel loro obiettivo. Poco dopo sono partiti Paterski e De Maar, che il gruppo ha rivisto solo dopo il traguardo, visto che a vincere è stato il portacolori della Unitedhealthcare, che ha così conquistato la maglia di leader della corsa.
La terza tappa si è, invece, decisa nel finale, con l’arrivo posto sulla salitella di Budor, dove si è assistito al trionfo di Sep Vanmarcke (Belkin), partito al momento giusto, che ha preceduto Gustav Larsson (IAM), protagonista di una rimonta tardiva, ed il lettone della Katusha, Gatis Smukulis; dal canto suo, De Maar conservava la leadership.
Il “tappone” di 195 km previsto dalla quarta frazione, da Brumunddal a Lillehammer, ha visto il trionfo di Bauke Mollema (Belkin), il quale, dopo essere scattato con altri tre sull’ultima salita, ha regolato il gruppetto in volata, staccando di 3″ il secondo classificato, Jesper Hansen (Saxo-Tinkoff) e di 6″ Lars Petter Nordhaug. Nessun problema per De Maar, giunto ottavo a sei secondi dal vincitore, ancora in testa alla classifica.
Nell’ultima tappa, anzi negli ultimi metri, come predetto, si è verificato il ribaltone: Paterski ha sorpreso De Maar sul traguardo di Hønefoss guadagnando un bottino sufficiente per svestirgli la maglia di leader e aggiudicarsi l’edizione 2014 del Tour of Norway.

Paolo Terzi

CLASSIFICA GENERALE

1 Maciej Paterski (Pol) CCC Polsat Polkowice 21:14:56
2 Marc De Maar (Ned) UnitedHealthcare Pro Cycling Team 0:00:03
3 Bauke Mollema (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:00:09
4 Gustav Larsson (Swe) IAM Cycling
5 Gerald Ciolek (Ger) MTN – Qhubeka 0:00:15
6 Jesper Hansen (Den) Tinkoff Saxo 0:00:18
7 Peio Bilbao (Spa) Caja Rural – Seguros RGA 0:00:21
8 Bjørn Tore Nilsen Hoem (Nor) Team Sparebanken Sør
9 Jérôme Baugnies (Bel) Wanty – Groupe Gobert 0:00:26
10 Sven Erik Bystrom (Nor) Team Oster Hus – Ridley 0:00:27
11 Eduard Alexander Beltran Suarez (Col) Tinkoff Saxo
12 Ruben Fernandez (Spa) Caja Rural – Seguros RGA 0:00:31
13 Odd Christian Eiking (Nor) Team Joker 0:00:37
14 Kristoffer Skjerping (Nor) Team Joker 0:00:40
15 Sindre Skjoestad Lunke (Nor) Team Sparebanken Sør
16 Eliot Lietaer (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:00:47
17 Sébastien Reichenbach (Swi) IAM Cycling 0:01:05
18 Lars Petter Nordhaug (Nor) Belkin Pro Cycling Team 0:01:40
19 Michael Olsson (Swe) Team Ringeriks-Kraft 0:02:41
20 Angel Madrazo Ruiz (Spa) Caja Rural – Seguros RGA 0:02:51
21 Thomas Sprengers (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:02:59
22 Jonathan Fumeaux (Swi) IAM Cycling 0:06:16
23 Sondre Holst Enger (Nor) Team Sparebanken Sør 0:07:11
24 Michel Kreder (Ned) Wanty – Groupe Gobert 0:07:30
25 Patrick Schelling (Swi) IAM Cycling
26 Sergey Klimov (Rus) Rusvelo 0:08:27
27 Alexander Kristoff (Nor) Team Katusha 0:09:56
28 Branislau Samoilau (Blr) CCC Polsat Polkowice 0:11:33
29 Paul Martens (Ger) Belkin Pro Cycling Team 0:12:41
30 Thomas Degand (Bel) Wanty – Groupe Gobert 0:12:54
31 Stef Clement (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:13:55
32 Tom Van Asbroeck (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:14:07
33 Jean-Pierre Drucker (Lux) Wanty – Groupe Gobert 0:14:08
34 Vegard Robinson Bugge (Nor) Team Joker 0:15:48
35 Daniele Bennati (Ita) Tinkoff Saxo 0:17:05
36 Fridtjof Roeinaas (Nor) Team Sparebanken Sør 0:20:32
37 Jaroslaw Marycz (Pol) CCC Polsat Polkowice 0:20:59
38 Zico Waeytens (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:22:26
39 Sébastien Hinault (Fra) IAM Cycling 0:23:41
40 Alessandro Bazzana (Ita) UnitedHealthcare Pro Cycling Team 0:26:32
41 Sep Vanmarcke (Bel) Belkin Pro Cycling Team 0:27:57
42 Timofey Kristkiy (Rus) Rusvelo
43 Bartlomiej Matysiak (Pol) CCC Polsat Polkowice 0:28:05
44 Havard Jorbekk Blikra (Nor) Team Oster Hus – Ridley 0:28:21
45 Marco Haller (Aut) Team Katusha 0:28:40
46 Amund Gronda Groendahl Jansen (Nor) Team Sparebanken Sør 0:30:36
47 Njal Eivind Kleiven (Nor) Motiv3 Pro-Cycling Team 0:31:01
48 Nico Sijmens (Bel) Wanty – Groupe Gobert 0:31:06
49 Kristian Forbord (Nor) Froy-Bianchi 0:31:22
50 Artur Ershov (Rus) Rusvelo 0:32:57
51 August Jensen (Nor) Team Oster Hus – Ridley 0:33:06
52 Gatis Smukulis (Lat) Team Katusha 0:33:33
53 Kristian Aasvold (Nor) Team Sparebanken Sør 0:33:40
54 Karsten Kroon (Ned) Tinkoff Saxo 0:34:31
55 Igor Boev (Rus) Rusvelo 0:35:48
56 Aliaksandr Kuchynski (Blr) Team Katusha 0:36:47
57 Krister Hagen (Nor) Team Oster Hus – Ridley 0:39:35
58 Dennis Van Niekerk (RSA) MTN – Qhubeka 0:40:24
59 Anders Kristoffersen (Nor) Motiv3 Pro-Cycling Team 0:40:48
60 Preben Van Hecke (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:42:50
61 Omar Fraile Matarranza (Spa) Caja Rural – Seguros RGA 0:43:11
62 Niklas Aakvik (Nor) Motiv3 Pro-Cycling Team 0:45:08
63 Fillip Eidsheim (Nor) Team FixIT.no 0:45:36
64 Oysten Stake Laengen (Nor) Motiv3 Pro-Cycling Team 0:47:56
65 Trond Hakon Trondsen (Nor) Froy-Bianchi 0:49:13
66 Jan Marcus Faaglum Karlsson (Swe) Team Ringeriks-Kraft 0:49:42

Il polacco Paterski si impone nelledizione 2014 del Giro di Norvegia (foto Jean-François Quénet)

Il polacco Paterski si impone nell'edizione 2014 del Giro di Norvegia (foto Jean-François Quénet)

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