ZONCOLAN DELUDENTE, TAPPA A ROGERS

maggio 31, 2014 by Redazione  
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Il Kaiser non muta gli equilibri stabiliti dalle prime diciannove tappe: Quintana controlla, Uran consolida il secondo posto, Aru difende il podio. Con i big sulla difensiva, sono i fuggitivi a giocarsi il successo parziale, con Rogers che stacca tutti e centra la seconda vittoria in questo Giro. Secondo posto per Pellizotti, davanti ad un Bongiorno costretto a mettere piede a terra dalla maldestra spinta di un tifoso, quando pedalava in compagnia dell’australiano.

La classifica generale fissata dalla cronoscalata del Monte Grappa, con Quintana virtualmente certo della maglia rosa finale e Uran e Aru destinati ad occupare gli altri gradini del podio, aveva di fatto reso quasi pleonastica l’ascesa al Monte Zoncolan; un po’ troppo romanticamente, forse, ci eravamo però illusi che l’unicità del traguardo e i pochi rischi che un eventuale atto di coraggio avrebbe comportato, vista la classifica molto allungata già in coda alla top 10, inducessero qualcuno a smentirci, dando un senso ad una tappa troppo affascinante per essere relegata al ruolo di passerella. Speranze mal riposte, visto che l’attesa scalata al Kaiser, per la prima volta collocato al penultimo giorno di gara, in veste di estremo giudice, è stata – se possibile – ancor meno entusiasmante del previsto, perlomeno per quel che concerne la (non) battaglia tra gli uomini di classifica.
E dire che la prima metà di gara aveva alimentato aspettative ben diverse per il finale, con una fuga molto nutrita (20 uomini: Arashiro, Belkov, Bongiorno, Bookwalter, Cataldo, Cattaneo, Domont, Geschke, Hondo, Monfort, Monsalve, Pellizotti, Preidler, Rabottini, Roche, Rodriguez, Rogers, Serry, Tjallingii e Zoidl, in rigoroso ordine alfabetico) tenuta sotto controllo da Cannondale e Colombia, entrambe escluse dal tentativo, capaci di portare il gruppo con un distacco di un paio di minuti appena ai piedi del Passo del Pura. Proprio qui, però, la corsa ha cominciato a prendere la piega sonnolenta che l’avrebbe poi contrassegnata fino all’arrivo, allorché la formazione di Claudio Corti ha spedito in avanscoperta Chalapud, seguito da Quémeneur e dai soliti Wellens e Zardini, e il gruppo si è rimesso al placido ritmo della Movistar, che non nutriva ovviamente alcun interesse a dar battaglia.
La definitiva svolta a favore dei fuggitivi si è però concretizzata sulla salita di Sella Razzo, i cui primi due terzi sono stati scalati dal plotone ad andatura para-turistica, lasciando lievitare il gap oltre i cinque minuti. Pierre Rolland ha ridestato per qualche chilometro la gara dal suo torpore all’inizio del tratto più duro dell’ascesa, ordinando a Sicard di cambiare passo, e la tappa è parsa addirittura sul punto di infiammarsi quando alla ruota del francese si sono portati Majka e Pozzovivo, mentre Evans ed Hesjedal perdevano le ruote del plotone. Il lucano e il polacco non se la sono tuttavia sentita di dar seguito all’iniziativa, lasciandosi riassorbire dagli altri favoriti.
Con una compattissima Movistar di nuovo a comandare le operazioni, il vantaggio dei battistrada ha ripreso a lievitare, fino a lambire gli otto minuti in fondo alla discesa: una condanna per chi sperava di giocarsi la tappa attendendo lo Zoncolan, che ha ulteriormente addormentato una corsa già sedata da stanchezza e chiarezza dei valori in gioco.
Davanti, Pellizotti è stato il primo a lanciare l’attacco, trascinandosi dietro i soli Rogers e Bongiorno. Quest’ultimo, poco dopo, ha fatto onore una volta di più alla classe 1990 – rappresentata fra gli altri da Quintana, Aru e Bouhanni -, scattando a sua volta e mettendo in difficoltà proprio il promotore del tentativo dei tre. Rogers, già trionfatore a Savona nell’11a tappa, si è invece accodato, lasciando sfogare un Bongiorno che, nei chilometri immediatamente successivi, avrebbe prodotto una serie di allunghi tanto numerosi quanto vani.
A 2 km e mezzo circa dalla vetta, a guastare un’interessante sfida tra due generazioni e due stili diversi ha purtroppo provveduto uno spettatore, al quale risparmieremo la qualifica di imbecille solo perché molti ci hanno battuti sul tempo: nel maldestro tentativo di spingere l’italiano, lo sciagurato gli ha fatto perdere l’equilibrio, costringendolo a mettere piede a terra e a ripartire su pendenze che superavano il 15%. Rogers, forse neppure accortosi dell’accaduto, ha allora dato fondo a quella riserva che già sembrava amministrare, scavando in breve un solco incolmabile fra sé e Bongiorno.
L’australiano, convocato soltanto in extremis dalla Tinkoff, per via delle noie burocratiche che l’hanno costretta a rivedere il roster originariamente selezionato, si è così involato verso il secondo e più prestigioso successo del suo Giro, in mezzo ad uno stadio naturale che ha rappresentato lo spettacolo migliore offerto dalla tappa. La facilità con la quale Rogers ha dilatato il proprio vantaggio nel finale autorizza a ritenere che il verdetto non sarebbe cambiato anche senza l’intervento del fenomeno a bordo strada; proprio per questo, tuttavia, fa ulteriormente rabbia la sua interferenza, che ha privato Bongiorno – scavalcato nel finale anche da Pellizotti – della chance di giocarsi la prima vittoria da professionista, e ha in parte macchiato l’affermazione del vincitore.
Più indietro, gli uomini di classifica davano luogo alla scalata meno esaltante mai registrata sulle rampe del Kaiser. Igor Anton, trionfatore qui nel 2011, si è incaricato di ridurre il drappello dei favoriti ad una dozzina di unità, e di mandare definitivamente alla deriva Kelderman, Evans, Hesjedal e Kiserlovski, quest’ultimo autore di un effimero scatto all’inizio dei 6 km infernali. Per assistere ad una selezione degna dello Zoncolan, però, si è dovuta attendere quasi la metà dell’ascesa, quando Rigoberto Uran, notando la sofferenza dipinta sul volto degli inseguitori in classifica, ha ordinato ad un Poels in giornata di grazia di incrementare l’andatura. Quintana ha replicato con irrisoria facilità, mentre Pozzovivo, Majka, Rolland e Aru hanno preferito lasciar scappare i colombiani, affidandosi al ritmo del lucano, e cristallizzando di fatto le prime sei piazze della generale finale.
La situazione si è mantenuta più o meno stabile fin quasi all’ultimo chilometro, quando il quasi-rientro dei quattro sul terzetto maglia rosa ha indotto Uran ad una nuova accelerazione – questa volta in prima persona – che ha definitivamente ricacciato indietro Aru e gli altri. La lotta per classifica generale del Giro si è di fatto chiusa così, lasciando a Quintana giusto il tempo di superare il connazionale e ribadire negli ultimi 300 metri superiorità apparsa chiara durante tutta la scalata.
La nuova graduatoria, verosimilmente destinata a coincidere al 99% con quella finale, vede Quintana precedere Uran di 3’07’’ e Fabio Aru di 4’04’’. Rolland, che per coraggio avrebbe forse meritato più di tutti un posto sul podio, è 4°, a 5’46’’ dal leader, e precede di 55’’ un Pozzovivo calato leggermente nella terza settimana, al quale va però imputata soprattutto una mancanza di intraprendenza poco comprensibile per un corridore che, a 31 anni, si trovava forse all’ultima chiamata per il salto di qualità. Majka, 6° a 7’13’’, migliora rispetto al 7° posto dell’anno passato, lasciando se non altro l’impressione di una discreta crescita in salita. Discorso simile per Kelderman, la cui 7a piazza rappresenta tuttavia un balzo ben più consistente rispetto alla 17a del 2013, e che ha dalla sua un anno di margine rispetto a Quintana e Aru e due su Majka, divario non trascurabile in quella fascia di età. Per Evans ed Hesjedal, l’8° e 9° posto rischiano di rappresentare un canto del cigno, benché la catena di sventure che ha flagellato il Giro del canadese obblighi quantomeno a concedergli una prova d’appello fra 12 mesi. Chiude la top 10 Kiserlovski, pesantemente bocciato in quella che rischia di essere stata l’ultima chance di capitanare una squadra in un GT. Dietro di lui, un buco nero di oltre 9 minuti prima di trovare Alexis Vuillermoz, il cui 11° posto, ottenuto lavorando da gregario di Pozzovivo e dando l’impressione di preoccuparsi più della classifica a squadre che di quella individuale, dà la misura di un livello medio francamente piuttosto mediocre. In attesa della passerella di Trieste, si dovrà forse iniziare ad orchestrare lavori diplomatici per portare al Giro, nel 2015, un po’ di quella nobiltà ciclistica che quest’anno si darà appuntamento al Tour de France.

Matteo Novarini

ORDINE D’ARRIVO
1 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo 4:41:55
2 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli 0:00:38
3 Francesco Manuel Bongiorno (Ita) Bardiani-CSF 0:00:49
4 Nicolas Roche (Irl) Tinkoff-Saxo 0:01:35
5 Brent Bookwalter (USA) BMC Racing Team 0:01:37
6 Robinson Eduardo Chalapud Gomez (Col) Colombia 0:01:46
7 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano 0:01:52
8 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol 0:02:12
9 Dario Cataldo (Ita) Team Sky 0:02:24
10 Simon Geschke (Ger) Team Giant-Shimano 0:02:37
11 Mattia Cattaneo (Ita) Lampre-Merida 0:02:39
12 Jonathan Monsalve (Ven) Neri Sottoli – Yellow Fluo 0:03:02
13 Riccardo Zoidl (Aut) Trek Factory Racing 0:03:14
14 Axel Domont (Fra) AG2R La Mondiale 0:03:21
15 Maxim Belkov (Rus) Team Katusha 0:03:46
16 Edoardo Zardini (Ita) Bardiani-CSF
17 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team 0:04:45
18 Rigoberto Uran Uran (Col) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
19 Tim Wellens (Bel) Lotto Belisol 0:04:51
20 Wout Poels (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:04:59
21 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo
22 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:05:01
23 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar 0:05:05
24 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:05:10
25 Wilco Kelderman (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:06:25
26 Robert Kiserlovski (Cro) Trek Factory Racing 0:06:35
27 Pieter Serry (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:06:52
28 Fabio Andres Duarte Arevalo (Col) Colombia
29 Jarlinson Pantano (Col) Colombia 0:07:01
30 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:07:06
31 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale
32 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr 0:07:18
33 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team 0:07:20
34 Igor Anton Hernandez (Spa) Movistar Team 0:07:26
35 Jonathan Castroviejo Nicolas (Spa) Movistar Team 0:07:59
36 Sebastian Henao Gomez (Col) Team Sky
37 Gianluca Brambilla (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:08:06
38 Ryder Hesjedal (Can) Garmin Sharp 0:08:09
39 André Cardoso (Por) Garmin Sharp
40 Pawel Poljanski (Pol) Tinkoff-Saxo 0:08:13
41 Ivan Basso (Ita) Cannondale 0:08:16
42 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida 0:08:19
43 José Herrada Lopez (Spa) Movistar Team 0:08:21
44 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team 0:08:38
45 Gorka Izaguirre Insausti (Spa) Movistar Team 0:09:13
46 Romain Sicard (Fra) Team Europcar 0:09:21
47 Serge Pauwels (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:09:27
48 Enrico Battaglin (Ita) Bardiani-CSF
49 Ivan Rovny (Rus) Tinkoff-Saxo 0:09:45
50 Francis Mourey (Fra) FDJ.fr 0:10:38

CLASSIFICA GENERALE
1 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team 83:50:25
2 Rigoberto Uran Uran (Col) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:03:07
3 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:04:04
4 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar 0:05:46
5 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:06:41
6 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 0:07:13
7 Wilco Kelderman (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:11:09
8 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team 0:12:00
9 Ryder Hesjedal (Can) Garmin Sharp 0:13:35
10 Robert Kiserlovski (Cro) Trek Factory Racing 0:15:49
11 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale 0:24:54
12 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli 0:26:13
13 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr 0:27:02
14 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol 0:28:36
15 Ivan Basso (Ita) Cannondale 0:32:08
16 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:35:56
17 Matteo Rabottini (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo 0:46:16
18 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo 0:47:47
19 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida 0:49:22
20 André Cardoso (Por) Garmin Sharp 0:51:09
21 Wout Poels (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:55:40
22 Sebastian Henao Gomez (Col) Team Sky 0:56:24
23 José Herrada Lopez (Spa) Movistar Team 0:58:42
24 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team 1:02:40
25 Steve Morabito (Swi) BMC Racing Team 1:02:59
26 Fabio Andres Duarte Arevalo (Col) Colombia 1:04:44
27 Dario Cataldo (Ita) Team Sky 1:04:46
28 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano 1:05:12
29 Gianluca Brambilla (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 1:09:46
30 Nicolas Roche (Irl) Tinkoff-Saxo 1:13:07
31 Jarlinson Pantano (Col) Colombia 1:14:36
32 Serge Pauwels (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 1:15:13
33 Francis Mourey (Fra) FDJ.fr 1:19:14
34 Mikel Landa Meana (Spa) Astana Pro Team 1:23:06
35 Marc Goos (Ned) Belkin Pro Cycling Team 1:30:43
36 Alberto Losada Alguacil (Spa) Team Katusha 1:35:40
37 Igor Anton Hernandez (Spa) Movistar Team 1:37:49
38 Maxime Bouet (Fra) AG2R La Mondiale 1:39:10
39 Davide Malacarne (Ita) Team Europcar 1:40:10
40 Riccardo Zoidl (Aut) Trek Factory Racing 1:43:13
41 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha 1:45:03
42 Philip Deignan (Irl) Team Sky 1:45:12
43 Jan Polanc (Slo) Lampre-Merida 1:45:31
44 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale 1:50:17
45 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team 1:50:49
46 Sander Armee (Bel) Lotto Belisol 1:51:43
47 Ivan Rovny (Rus) Tinkoff-Saxo 1:52:16
48 Evgeny Petrov (Rus) Tinkoff-Saxo 1:55:29
49 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida 1:57:22
50 Romain Sicard (Fra) Team Europcar 2:03:07

MANIAGO – MONTE ZONCOLAN: STAVOLTA NON SI SERVE IL “KAISER” LISCIO

maggio 31, 2014 by Redazione  
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Stavolta non ci saranno soltanto i 10,1 Km all’11,9% dell’arrampicata finale a rendere dura la tappa dello Zoncolan. Nelle precedenti scalate in rosa il “Kaiser” era stato sempre affrontato al termine di tappe che, nelle restanti fasi, non erano particolarmente impegnative, mentre adesso ai “girini” toccherà scalarlo dopo aver sorbito due salite inedite e interessanti nelle pendenze, il Passo del Pura e la Sella di Razzo. Uno Zoncolan più duro del solito, insomma.

Finora al Giro l’avevano sempre servito “liscio”, senza l’aggiunta d’ingredienti che rendessero ancora più ostica la scalata allo Zoncolan. Da quando la corsa rosa aveva scoperto il versante di Ovaro del monte friulano, infatti, questi era il piatto forte della giornata e tutto il resto della tappa era soltanto una marcia d’avvicinamento. Era stato così nel 2007, quando si erano prima affrontate le pedalabili ascese verso il Passo di Monte Croce di Comelico e la Cima Sappada; nel 2010 si era osato un po’ di più introducendo il breve ma bruciante Passo Duron e nel 2011 si era, al contrario, osato troppo proponendo subito prima il lungo e difficile Monte Crostis, stralciato in corso d’opera per il pollice verso delle squadre e, senza contare le salite iniziali e lontane nel traguardo, la tappa si era agonisticamente ridotta all’ascesa finale. Ma stavolta non sarà così perché i corridori dovranno misurarsi con due salite piazzate in prossimità di quella finale, il Passo del Pura e la Sella di Razzo, che la corsa rosa affronterà in questa frazione per la prima volta nella storia. Entrambe presentano pendenze impegnative, ancor più alla luce del fatto che siamo ormai agli sgoccioli della terza e ultima settimana, notoriamente la più dispendiosa, e certamente si faranno sentire nelle gambe al momento di affrontare lo Zoncolan, il cui punto d’attacco si trova a una trentina di chilometri dallo scollinamento della Sella di Razzo.
Per una tappa decisamente “incisiva” non si poteva che scegliere una partenza “tagliente” e, infatti, al penultimo giorno di gara la carovana si radunerà in quel di Maniago, centro del pordenonese conosciuto per le sue coltellerie, attività che trovò qui radici in epoca medioevale e alla quale dal 1998 è dedicato un museo. Le similitudini con il finale di gara fortunamente terminano qua poiché, dopo il via, i corridori saranno attesi da una novantina di chilometri di “trasferimento” verso le Alpi Carniche, caratterizzati da tratti pianeggianti alternati ad altri a “mangia e bevi” e nei quali s’inseriscono anche due brevi e facile salitelle, da affrontare senza il patema dei punti del GPM.
Lasciata Maniago, il gruppo punterà verso Sequals, paese natale di Primo Carnera, il primo pugile italiano a ottenere il titolo di campione mondiale dei pesi massimi, ottenuto il 29 giugno del 1933 alla presenza di Mussolini, che volle fare di un lui un modello da imitare: addirittura, in omaggio al titolo conquistato in suo onore due statue raffiguranti pugili furono fatte scolpire all’esterno del Duomo di Milano, dove sono tuttora presenti. Oggi la villa di Carnera a Sequals è divenuta un interessante museo, riaperto al pubblico nel 2012.
A una ventina di chilometri dal via inizierà un “lotto” a saliscendi nel corso del quale, varcato il Tagliamento sul ponte di Pinzano (costruito alla fine degli anni ’60 per sostituire il precedente travolto da una piena e che a sua volta aveva preso il posto di un manufatto fatto saltare dagli alpini nel tentativo di fermare gli austriaci durante la disastrosa battaglia di Caporetto), i “girini” giungeranno a San Daniele del Friuli, centro mondialmente conosciuto per il suo prosciutto crudo, una produzione che quasi certamente fu introdotta all’epoca dell’impero romano anche se le prime testimonianze scritte al medioevo, citate negli atti del Comunità e del Consiglio dell’Arengo di San Daniele.
Ripresa la pianura, giunti a Buja la tappa cambierà improvvisamente direzione e, dopo aver puntato costantemente verso ovest, sin dalla partenza, ora si volgerà verso nord, in direzione della Carnia e del gran finale. Mancano ancora parecchi chilometri alle salite vere del finale e, nell’attesa, ora i “girini” avranno la possibilità di scaldare la gamba sulle due facili salitelle citate sopra, posizionate poco prima di metà tappa. La prima è la Sella Interneppo, 1700 metri al 5,1% che iniziano a Bordano – centro dove è stata registrata la presenza di ben 650 specie autoctone di farfalle e alle quali è stato dedicato anche un meseo – e si snodano sulle prime pendici del San Simeone, il monte nelle cui viscere fu registrato, alle ventuno del 6 maggio 1976, l’epicentro del terremoto che sconvolse il Friuli. Scesi sulle rive del Lago di Cavazzo, il più esteso della regione con i suoi 1,2 km², si andrà a scavalcare il valico successivo, la leggermente più impegnativa Selletta di Mena (1,7 Km al 6,8%), attraverso il quale il gruppo farà ufficialmente l’ingresso sul suolo carnico. Seguiranno gli ultimi 25 Km di tranquillità, mentre si percorrerà la statale di fondovalle del Tagliamento, toccando il centro di Tolmezzo, capoluogo della Carnia e cittadina molto cara al corpo degli alpini perché il primo ottobre del 1909 vi fu fondato il glorioso 8° Reggimento, che quindi è anche un “coscritto” del Giro d’Italia, che vide in quell’anno disputata la sua prima edizione. Dopo Enemonzo, uno dei centri più antichi di quest’area, la strada comincerà gradualmente a pender quota e su quest’assetto rimarrà per una decina di chilometri, fino ad Ampezzo, la principale località della valle dopo Tolmezzo, che fu anche la capitale della Repubblica libera della Carnia, costituita dai partigiani il primo agosto del 1944 e che ebbe vita breve, spazzata via l’8 ottobre dello stesso anno da una controffensiva nazifascista. È qui che ha inizio l’inedito Passo del Pura, salita “double-face” perché debutta morbida con i primi 4 Km al 5% e poi, una volta abbandonata la statale diretta al Passo della Mauria, cambia decisamente i propri connotati e nei rimanenti 7 Km sale al 9,3% (picco del 13%), una pendenza poco mitigata dai 9 tornanti previsti. In fondo alla discesa successiva (6,4 Km al 6,9%) i “girini” transiteranno sulla diga del Lago di Sauris, costruita tra il 1941 e il 1948 e che sarà fatta esplodere, ma per finta, da Laura Antonelli in “Porca vacca” (nessun legame con il filone delle commedie sexy all’italiana dell’epoca), film ambientato negli anni della prima guerra mondiale per girare il quale furono mascherate le insegne dell’ENEL, l’attuale proprietaria dell’invaso, che ancora non esisteva all’epoca della Grande Guerra. Sulle rive del lago ci sarà un breve momento di requie prima d’attaccare la Sella di Razzo, sulla carta apparentemente meno impegnativa del colle precedente perché caratterizzata da pendenza media più bassa (5,2%) e da una classificazione del GPM di un grado inferiore. A renderla, invece, un ostacolo duro da digerire saranno il fatto d’affrontarla con il Pura nelle gambe e l’andamento altalenante di quest’ascesa, con continue variazioni sul tema della salita. L’inizio presenta già pendenze importanti perché hanno una media del 9% i primi 2 Km, che conducono alla più bassa delle due frazioni principali che compongono il comune di Sauris, altra meta gastronomica di questa tappa (sempre di prosciutto crudo si par… mangia!), situata in un’enclave linguistica dove si parla un dialetto di genesi germanica. Un tratto centrale di salita facile (3,5 Km al 6,4), stretto da due tronconi in contropendenza, introduce quindi la balza finale, la più dura perché negli ultimi 3,3 Km la pendenza torna sui livelli del Pura, attestandosi la media al 9,1% e la massima al 15%. L’interminabile discesa attraverso la bucolica Val Pesarina, dove Pesariis è dal ‘600 uno dei principali centri italiani per la produzione di orologi, deporrà quindi il gruppo ai piedi dello Zoncolan, la verticale più verticale d’Italia.

Mauro Facoltosi

RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

I VALICHI DELLA TAPPA

Sella Interneppo (315 m). Separa il Monte Brancot dal Monte San Simenone ed è valicata dalla SP 36 “di Bordano”, tra Bordano e Interneppo.

Selletta di Mena (300m). E’ attraversata dalla SS 512 “del lago di Cavazzo”, tra Somplago e Cavazzo Carnico. Mai affrontata come GPM, il Giro vi è transitato nel 2011 (tappa del Grossglockner) e lo scorso anno, in occasione dell’arrivo sul Montasio.

Passo del Pura (1428m). Separa i monti Tinisa e Sesilis ed è attraversato da una strada provinciale che collega Ampezzo al Lago di Sauris. Quotato 1425 sulle cartine dell’atlante stradale del T.C.I., è affrontato al Giro per la prima volta.

Sella di Rioda (1800m). E’ il luogo dove è posto lo scollinamento della salita della Sella di Rioda, che in realtà è situata a breve distanza. Quotato 1811 metri sulle cartine del Giro, è valicato dalla strada provinciale che da Sauris va a imboccare la SS 465 “della Forcella Lavardet e di Valle San Casciano” qualche chilometro sotto lo scollinamento della Sella Ciampigotto. Ascesa inedita per il Giro d’Italia.

Sella di Razzo (1760m). Sfiorata dal percorso di gara (per raggiungerla occorre compiere una deviazione di 100 metri, percorrendo una strada sterrata) tra lo scollinamento della Sella di Rioda – che è quella che sulle cartine del Giro è chiamata Sella di Razzo – e l’innesto con la SS 465 “della Forcella Lavardet e di Valle San Casciano”.

Forcella Lavardet (1531m). Larga insellatura attraversata dalla SS 465 “della Forcella Lavardet e di Valle San Casciano”, che mette in comunicazione Campolongo (Santo Stefano di Cadore) con Prato Carnico. Dalla sella si stacca la SS 619 “di Vigo di Cadore”, che raggiunge questo centro salendo fino alla Sella di Ciampigotto. Il Giro la attraverserà in discesa proveniendo dalla SS 619.

Sella del Monte Zoncolan (1730m). Vi transita la strada che mette in comunicazione Ovaro con Sutrio. È il luogo nel quale sarà collocato il traguardo.

FOTOGALLERY

Maniago (www.paesionline.it)

Maniago (www.paesionline.it)

La villa di Primo Carnera a Sequals, oggi sede di un museo dedicato al celebre pugile (www.museifriuliveneziagiulia.it)

La villa di Primo Carnera a Sequals, oggi sede di un museo dedicato al celebre pugile (www.museifriuliveneziagiulia.it)

San Daniele del Friuli (www.civiltadelbere.com)

San Daniele del Friuli (www.civiltadelbere.com)

Bordano, il museo dedicato alle farfalle (www.museifriuliveneziagiulia.it)

Bordano, il museo dedicato alle farfalle (www.museifriuliveneziagiulia.it)

Lago di Cavazzo (www.paesionline.it)

Lago di Cavazzo (www.paesionline.it)

Panorama su Tolmezzo (panoramio)

Panorama su Tolmezzo (panoramio)

Passo del Pura (cycloclimbing.com)

Passo del Pura (cycloclimbing.com)

La diga del Lago di Sauris vista in Porca vacca (www.davinotti.com)

La diga del Lago di Sauris vista in 'Porca vacca' (www.davinotti.com)

Una delle frazioni di Sauris sotto una coltre di neve (www.girofvg.com)

Una delle frazioni di Sauris sotto una coltre di neve (www.girofvg.com)

La spettacolare ‘arena’ naturale dello Zoncolan gremita di tifosi in attesa dell’arrivo dei corridori e, in trasparenza, l’altimetria della ventesima tappa (www.skiforum.it)

La spettacolare ‘arena’ naturale dello Zoncolan gremita di tifosi in attesa dell’arrivo dei corridori e, in trasparenza, l’altimetria della ventesima tappa (www.skiforum.it)

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI CIMA GRAPPA

maggio 31, 2014 by Redazione  
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Anche quest’anno ilciclismo.it, proporrà, poche ore dopo la conclusione della tappa, l’oramai tradizionale almanacco zeppo di golosità: cominceremo dalla rassegna stampa internazionale, passando poi il parere dei tifosi, la colonna sonora del giorno, le previsione del tempo per la tappa successiva, le “perle” dei telecronisti, il Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e il ricordo di un Giro passato (abbiamo scelto il 1964, l’ultimo dei due Giri vinti da Anquetil).

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Italia

Quintana padrone del Giro, ma Aru è uno spettacolo (Gazzetta dello Sport)

Quintana vince anche la cronoscalata e mette le mani sul Giro d’Italia (Corriere della Sera)

Regno Unito

Quintana on the verge of making history in Giro (The Time)

Irlanda

Nicolas Roche’s Giro d’Italia diary: ‘Some random fan ran up and gave me a punch on the shoulder’ (The Time)

Francia

Quintana y est presque (L’Equipe)

Spagna

Quintana sentencia el Giro (AS)

Golpe de autoridad de Quintana (Marca)

Quintana demuestra ser el más fuerte (El Mundo Deportivo)

Belgio

Nairo Quintana: ‘Morgen wordt de Giro beslist’ – Renner stapt tijdens Giro-rit af en vraagt vriendin ten huwelijk (De Standaard)

Quintana zet Giro definitief naar zijn hand op Monte Grappa – Kenny Dehaes moet Giro op bijzonder pijnlijke manier verlaten (Het Nieuwsblad)

Giro: victoire du maillot rose dans le contre-la-montre – Giro: il a stoppé son chrono pour demander sa fiancée en mariage! – Giro : Kenny Dehaes obligé de jeter l’éponge (L’Avenir)

Giro: Quintana, incontestable – Giro: van Emden stoppe son chrono et demande sa fiancée en mariage – (La Dernière Heure/Les Sports)

Giro (19e étape): Quintana remporte le contre-la-montre et se rapproche de la victoire finale – Tour d’Italie: Jos van Emden s’arrête en plein contre-la-montre pour demander sa fiancée en mariage(Sudinfo.be)

Paesi Bassi

Aanzoek tijdens tijdrit – Quintana verstevigt roze (De Telegraaf)

Lussemburgo

Quintana baut Vorsprung weiter aus (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)

Germania

Quintana vor Giro-Gesamtsieg: Erfolg bei Bergzeitfahren (Berliner Zeitung)

USA

Quintana Extends Lead in Giro d’Italia(The New York Times)

Colombia

Nairo Quintana sentenció el Giro de Italia (El Tiempo)

Nairo Quintana ganó la cronoescalada y se afianza primero en el Giro – Nairo Quintana: estoy preparado para pelear por ganar una vuelta de tres semanas (El Espectador)

Australia

Nairo Quintana extends Giro d’Italia lead (The Age)

Quintana extends Giro lead (The Australian)

Quintana extends Giro lead (Herald Sun)

BOX POPULI

Ogni giorno qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Previsioni sulla tappa? Chi guadagnerà tra Uran e Quintana? Qualcuno meglio di loro?

trautman80: Credo che in pochi qui dentro siano a favore di questa cronoscalata. L’augurio è che i distacchi siano ridotti tra i migliori anche se sembra improbabile e che la tappa dello Zoncolan abbia senso almeno per decidere il podio

Vittorio P: Non vorrei risultare pedante e ripetitivo, ma questa è la PROVA LAMPANTE dell’inutilità delle cronoscalate. Quanto sarebbe stata bella una crono piatta di 40 km, con Evans e Uran di nuovo ad inseguire Quintana e poi lo Zoncolan a decidere tutto. E invece…

Jack.ciclista: La penso come te. Una bella crono ed i corridori che hai citato di nuovo in testa, e Quintana a riprendersi la maglia sullo Zoncolan. Visto che ormai il livellamento verso l’alto e la stanchezza rendono poco spettacolari le ultime tappe ci sta estremizzare le specialità: 2 tapponi di montagna lunghi per prosciugare energie, una bella corno piatta e lunga per specialisti, e poi ancora salita, magari prima pendenze dure a metà tappa e poi una bella salita lunga al 6/7% e vediamo chi ne ha di più alla fine

Nebe1980: le crono fine giro fanno meno distacchi perchè contano di più le energie residue, allora meglio una crono di montagna bella dura di una quarantina di chilometri un paio di salite e discese

Salitepuntocià: la cronoscalata era ben posizionata invece, poi il fatto esterno della tappa dello stelvio ha fatto saltare tutto… senza le moto, oggi vedevamo se Quintana riusciva a rosicchiare 2′ a Uran. Attenzione che farà distacchi, prevedo fra il primo e il decimo piu di 2′. Per i prossimi giri propongo: la crono Isernia-Aremogna 48 km macerone, rionero sannitico e Aremogna… 3 salite con caratteristiche diverse una dopo l’altra, sarebbe epica, fatta a metà Giro; altre idee di crono: crono dello stelvio da Prato allo stelvio; Cortina – 3 cime col tre croci, Catania-Etna; arabba-pordoi sella ronda; Ponte gardena-Passo Sella; Caprile-Pordoi con fedaia

Howling Wolf14: Concordo con buona parte delle vostre osservazioni. In particolare con Vittorio (”L’inutilità delle scalate”), con Nebe (”Le crono fine giro fanno meno distacchi”) e con Trautman 80 (”L’augurio è che i distacchi siano ridotti tra i migliori” e “che la tappa dello Zoncolan abbia senso almeno per decidere il podio”). Le cronometro vanno inserite nella prima metà del Giro, possibilmente lunghe e piatte: 1) per favorire gli specialisti; 2) per creare un sensibile divario tra i passisti e gli scalatori, in maniera che la seconda parte del Giro, più ricca di montagne e di asperità altimetriche, si incentri sul tentativo di rimonta dei grimpeur rispetto ai passisti. Si possono anche fare le cronoscalate, sono avvincenti perché consentono agli spettatori assiepati lungo le strade di assistere ad uno spettacolo gratuito che dura 3-4 ore, ma dal punto di vista tecnico, in una grande corsa a tappe, non hanno grande importanza. Non mi aspetto molto, quindi, dalla cronograppa. Al Giro non ci sono specialisti del cronometro (tipo Martin, Cancellara o Wiggins; l’unico è Rogers, a parte Malori e Castroviejo, che però sono al servizio di Quintana), che in ogni caso non sarebbero favoriti, perché trattasi di una cronoscalata. Quindi il vincitore potrà essere o uno dei primi dieci della classifica attuale (non credo che ci saranno grandi distacchi tra loro),oppure qualcuno che si difende bene contro il tictac, che ieri si è risparmiato e che oggi spara tutte le cartucce, come fece Ulissi nella crono di Barolo. Mi vengono in mente, ad esempio, Rogers, Poels, Montaguti, Samuel Sanchez, Monfort, Zoidl, oltre all’ineffabile Brambilla.

giocurio: Penso che oggi se la giochino Quintana (comunque favorito) e Rolland, con Uran a ruota. Certo che la crono su una salita, un posto come il Grappa è uno spreco

Howling Wolf14: Sarei contento anche io di una bella prestazione di Rolland, ma va detto che il francese non è uno specialista del cronometro (e nei 7 km pianeggianti potrebbe già perdere parecchio), che ha già speso molte energie in attacchi sulle salite e che ieri, dopo l’ennesimo attacco, non è stato brillante al punto tale da non farsi almeno riprendere prima del traguardo. Magari poi ci sorprenderà anche oggi.

Profpivo: Un bellissimo arrivo in salita buttato via, si è visto già nel 2010 che selezione può fare. Peccato davvero. Oggi penso se la giochino Quintana e Uran

Mauro Facoltosi: Vittoria di Quintana. 2° Aru, 3° Uran. Commenti?

Howling Wolf14: Spero che il bravissimo Aru si sia gestito in maniera tale da poter affrontare il tappone di domani senza rischio di crisi. Ha una pedalata splendida, credo che potrà recuperare dagli sforzi e difendere domani il 3° posto. Se domani dovesse fare un altro exploit sullo Zoncolan saremmo di fronte ad un autentico fenomeno.

Jack.ciclista: In salita veritas!

Howling Wolf14: Mi ha infastidito ancora una volta vedere tanta gente incivile, lungo la strada, infastidire i corridori, volerli toccare o spingere e rischiare di farli cadere. Eccitati, esaltati, indiavolati. Non mi rassegno. E’ un brutto spettacolo. Non è da ciclismo.

Nebe1980: Aru non deve difendere il terzo posto ma almeno cercare di attaccare Uran e fare secondo

nisky: Niente….la crono serviva piatta o mista per dar ossigeno ai passisti cosi invece è proseguito quasi tutto come stava gia andando togliendo ossigeno alla classifica oramai stagna! In un giro di sola salita la cronoscalata ha amplificato quello che è gia successo fin ieri! Finche si mettono tappe dove vengono fuori sempre gli stessi valorinon si ppuò sperare di aver giri appassionati e ricchi di suspance! Lo zoncolan sarebbe stato fantastico con la classifica corta! Cosi domami a parte la.vittoria di tappa o un eventuale tentativo di aru per superare uran non c è altro!

salitepuntocià: Ha fatto ancora piu distacchi, altro che tappa inutile… inutili sono cronoscalate tipo la polsa,troppo facile, o il plan de coronè,estrema e breve, o peggio i 55km del sestriere 1993, orrore allo stato puro sia tecnico che paesaggistico, un falsopiano da gran rapporti e dritto come un autostrada. Quintana, cmq il piu forte, mancano ancora 30″ per dimostare di vincere anche senza le moto dello stelvio, sempre ne abbia voglia di faticare sulla salita piu dura del mondo. Aru comunque sta sbalordendo, la crono di solito non mente, figuriamoci in salita e a 2 gg dalla fine, significa avere gambe e tenuta, e ha perso contro il 2°del Tour dell’anno scorso… anch’esso giovane, alla fine non è che sto bistrattato giro, invece sarà ricordato per l’inizio di un lungo duello Quintana-Aru? Anche se pure Froome è relativamente giovane… Nibali se vorrà vicnere il Giro 2015 stavolta avrà un avversario all’altezza italiano…

nisky: La cronoscalata fa distacchi eccome!!!!! Ma se tu cerchi un po di suspance e hai due tipi di corridori, , scalatori e passisti, e fai solo arrivi in salita l ordine d arrivo sarà sempre quello grossomodo non rimescolando le carte e escludendo di fatto o gli uni o gli altri! Anche a me piacciono le montagne ma come vedevo di storto le crono di 60km e i pordoi o sestriere come montagne clou cosi vedo di storto solo arrivi in salita senza crono per specialisti! Tutti sti arrivi in salita poi ne uccidono di fatto alcuni! I due apenninici oropa e panarottason stati scartati vista l abbondanza! Tanto dopo barolo evans uran e majka non avevan più possibilità di guadagnare quindi gli scalatori han potuto sceglier con cura e calma dove centelljnare le energie

DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Medley di canti alpini

a cura di DJ Jorgens

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Maniago – Monte Zoncolan

Maniago : cielo sereno con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 18,2°C, assenza di vento, umidità al 47%
Osoppo (51,9 Km) : poco nuvoloso con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 20,9°C, vento debole da WSW (3-6 Km/h), umidità al 48%
Villa Santina – T.V. (81,5 Km) : poco nuvoloso con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 19,8°C, vento debole da SW (3-7 Km/h), umidità al 46%
Sauris di Sotto (116,4 Km) : pioggia debole (0,2 mm) e schiarite, 14,2°C (percepiti 13°C), vento debole da ENE (9-12 Km/h), umidità al 48%
Ovaro (157,9 Km) : pioggia debole (0,2 mm) e schiarite, 18,3°C, assenza di vento, umidità al 45%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

Marina Romoli: “Il Giro d’Italia è lo sport che ho sempre fatto nella mia vita”
Sentita a Giro Mattina: “Questa lunga carovana che si concluderà solo a Trieste”
Sentita a Giro Mattina: “longseller” (definizione utilizzata per descrivere il “Garibaldi”, il libro guida del Giro d’Italia)
Allocchio: “Pendenze massima”
Bartoletti: “Fabio Pozzato” (Filippo)
Pasqualin: “Proteica borretta” (barretta)
Bartoletti: “Siamo alla fine di questa mattinata su “Si Gira”" (Giro Mattina, “Si Gira” è il vecchio nome del programma, in uso qualche anno fa)
Riccardo Barlaam: “Ogni volta che ci svegliamo al mattino e alziamo gli occhi”
Conti: “Questo monte sacro alla patria è bene che venga scoperta”
Martinello: “Coso che è stato adottato” (Modo)
Martinello: “Francisco Manuel Bongiorno” (Francesco Manuel)
Martinello: “Arrivo al Cima Grappa”
Martinello: “Stava facendo una cura di anticorpi” (antibiotici)
Martinello: “Pirazzi sarà sull’onda del morale dopo la vittoria conseguita a Vittorio Veneto”
Pellizotti: “Non è molto pesa”
Pancani: “Penetrando nelle viscere del mondo” (monte)
Pancani: “Siamo già entrati con le partenze ogni 3 minuti”
Martinello: “Tratto a lui meno congenale”
Martinello: “Gomiti appoggiato”
Martinello: “Auro” (Aru)
Martinello: “E’ passato l’ultimo a transitare”
Martinello: “Tra poco tornante decisivo a destra” (per definire l’ultimo tornante del percorso)
Martinello: “Evans sta per superare il tempo fatto fermare da Pellizotti”
Pancani: “Dove c’è quel cartello che dice che mancano 400 km all’arrivo”
Martinello: “Questo è l’ultimo rifornimento che abbiamo” (riferimento)
Pancani: “Il sigillo di Quintana arriva nella cronoscalata più attesa” (c’era solo quella)
Pancani: “Quintana, sempre più colombiano” (doppia cittadinanza colombiana per meriti acquisiti sul campo?)
De Stefano: “Ogni piccola goccia di sudore noi riusciamo a regalaverla” (tienitela!)
De Luca: “Per contratto dobbiamo lasciarlo alla premiazione”
Garzelli: “In testa aveva la tappa della vittoria”
Televideo: “I leader Quintana e Uran” (il leader è solo uno)

IL GIRO DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

Ordine d’arrivo della diciannovesima tappa, Bassano del Grappa – Cima Grappa (cronometro individuale)

1° Jeffry Johan Romero Corredor
2° Tyler Farrar a 2′27″
3° Miguel Angel Rubiano Chavez a 2′29″
4° Tom Veelers a 2′30″
5° Bert De Backer a 2′32″
Miglior italiano Eugenio Alafaci, 10° a 3′13″

Classifica generale

1° Jetse Bol
2° Svein Tuft a 11′16″
3° Michael Hepburn a 12′33″
4° Christopher Sutton a 18′01″
5° Eugenio Alafaci a 30′56″

L’ULTIMO GIRO DI ANQUETIL
Tuffo nella storia del Giro del 1964, il secondo e ultimo conquistato dall’asso francese Jacques Anquetil. Ci condurranno indietro di 50 anni i titoli del quotidiano “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it

20a TAPPA: CUNEO – PINEROLO (254 Km)

BITOSSI VITTORIOSO NELLA CUNEO – PINEROLO AL TERMINE DI UNA LUNGA FUGA SULLE ALPI – ZILIOLI SECONDO IN CLASSIFICA – ADORNI PROMETTE “BATTAGLIA” NELL’ODIERNA TORINO – BIELLA
Nessun rischio per Anquetil, che conserva il primato, sulle grandi salite del Giro – La Maglia rosa sembra ormai inattaccabile – Il ciclista parmense spera ancora di poter sorprendere Anquetil
Il corridore toscano ha conquistato il suo quarto successo di tappa – Scattato sulla salita dell’Izoard, ha percorso da solo oltre 120 Km – Al traguardo ha preceduto di 1’ e 58” un gruppetto comprendente Adorni, Motta, Zilioli, Anquetil, De Rosso ed Enzo Moser classificatisi nell’ordine – Fontona e Balmamion, in ritardo, hanno perso posizioni in graduatoria – Zilioli, invece, sembra rassegnato ed elogia il corridore francese – La gioia di Bitossi dopo l’affermazione a Pinerolo

Nota sulla planimetria: Al momento di andare in stampa Torriani non aveva ancora stabilito il finale del Giro. Per questo motivo la planimetria propone i due progetti aperti in quel momento.

ARCHIVIO ALMANACCO
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Raduno di partenza

1a tappa: Belfast (cronosquadre)

2a tappa: Belfast (seconda tappa)

3a tappa: Armagh – Dublino

4a tappa: Giovinazzo – Bari

5a tappa: Taranto – Viggiano

6a tappa: Sassano – Montecassino

7a tappa: Frosinone – Foligno

8a tappa: Foligno – Montecopiolo

9a tappa: Lugo – Sestola

10a tappa: Modena – Salsomaggiore Terme

11a tappa: Collecchio – Savona

12a tappa: cronometro Barbaresco – Barolo

13a tappa: Fossano – Rivarolo Canavese

14a tappa: Agliè – Oropa

15a tappa: Valdengo – Plan di Montecampione

16a tappa: Ponte di Legno – Val Martello

17a tappa: Sarnonico – Vittorio Veneto

18a tappa: Belluno – Rifugio Panarotta (Valsugana)

La rampa di lancio della cronoscalata, in Piazza Libertà a Bassano (www.sportflash24.it)

La rampa di lancio della cronoscalata, in Piazza Libertà a Bassano (www.sportflash24.it)

30-05-2014

maggio 31, 2014 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

Il colombiano Nairo Alexander Quintana Rojas (Movistar Team) si è imposto nella diciannovesima tappa, cronoscalata Bassano del Grappa – Cima Grappa (Crespano del Grappa), percorrendo 26,8 Km in 1h05′37″, alla media di 24,506 Km/h. Ha preceduto di 17″ l’italiano Fabio Aru (Astana Pro Team) e di 1′26″ il colombiano Urán Urán. Quintana è ancora maglia rosa, con 3′07″ su Urán Urán e 3′48″ su Aru.

BELOISE BELGIUM TOUR

Il tedesco Tony Martin (Omega Pharma – Quick-Step) si è imposto nella terza tappa, circuito a cronometro di Diksmuide, percorrendo 16,7 Km in 19′43″, alla media di 50,820 Km/h. Ha preceduto di 16″ l’olandese Dumoulin e di 26″ il francese Sylvain Chavanel. Miglior italiano Tiziano Dall’Antonia (Androni Giocattoli – Venezuela), 56° a 1′43″. Martin è il nuovo leader della classifica, con 16″ su Dumoulin e 26″ su Chavanel. Miglior italiano Dall’Antonia, 52° a 1′43″

BAYERN RUNDFAHRT

Il sudafricano Daryl Impey (Orica GreenEDGE) si è imposto nella terza tappa, Grassau – Neusäss, percorrendo 233,5 Km in 5h43′58″, alla media di 40,731 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Janse van Rensburg e il russo Porsev. Miglior italiano Davide Viganò (Caja Rural – Seguros RGA), 8°. L’elvetico Mathias Frank (IAM Cycling) è ancora leader della classifica, con 5″ sul francese Pinot e 8″ sul ceco König. Miglior italiano Davide Rebellin (CCC Polsat Polkowice), 10° a 52″

TOUR DE GIRONDE (Francia)

L’olandese Remco Te Brake (Metec – TKH Continental Cyclinteam) si è imposto nella terza tappa, Saint André de Cubzac – Braud et Saint Louis, percorrendo 179,3 Km in 4h08′18″ alla media di 43,327 Km/h. Ha preceduto allo sprint i francesi Menut e Verardo. Miglior italiano Federico Buttò (Burgos-BH), 27° a 49″. Te Brake è il nuovo leader della classifica con 7″ sul connazionale Van Goethem e 14″ sul belga Rickaert. Buttò 78° a 6′03″

FLÈCHE DU SUD (Lussemburgo)

Il belga Gaëtan Bille (Verandas Willems) si è imposto nella seconda tappa, Clervaux – Bourscheid, percorrendo 162,2 Km in 4h15′14″, alla media di 38,130 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Robeet e il lussemburghese Zangerle. Unico italiano in gara Corrado Lampa (Team Differdange – Losch), 21° a 1′19″. Bille è il nuovo leader della classifica, con 11″ su Zangerle e 14″ su Robeet. Lampa 25° a 2′42″.

TOUR DE BERLIN

Due tappe disputate nel secondo giorno di gara.
Il mattino, l’olandese Jochem Hoekstra (Cyclingteam Jo Piels) si è imposto nella seconda tappa, circuito a cronometro di Paplitz, percorrendo 21,4 Km in 25′42″, alla media di 49,961 Km/h. Ha preceduto di 52″ il connazionale Reinders e di 1′04″ il connazionale Van Rhee. Hoekstra è il nuovo leader della classifica, con 44″ su Reinders e 1′54″ sul tedesco Politt.
Il pomeriggio, il tedesco Maximilian Beyer (KED-Stevens Rad Team Berlin) si è imposto nella terza tappa, circuito di Baruth-Mark, percorrendo 110,7 Km in 2h37′37″, alla media di 42,140 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Ariesen e il tedesco Ackermann. Invariati i primi tre posti della classifica.

TOUR DES FJORDS (Norvegia)

Il danese Magnus Cort Nielsen (Cult Energy Vital Water) si è imposto nella terza tappa, Hjelmeland – Forsand, percorrendo 163 Km in 4h11′09″, alla media di 38,941 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Valgren Andersen e il belga Baugnies. Miglior italiano Marco Marcato (Cannondale Pro Cycling Team), 5°. Cort Nielsen è il nuovo leader della classifica, con 2″ su Baugnies e 10″ su Valgren Andersen. Miglior italiano Marcato, 5° a 16″

TOUR OF ESTONIA

Il rumeno Eduard Michael Grosu (Vini Fantini Nippo) si è imposto nella prima tappa, Tallinn – Tartu, percorrendo 190 Km in 4h21′02″, alla media di 43,672 Km/h. Ha preceduto allo sprint il lettone Liepins e il tedesco Schweizer. Miglior italiano Alessandro Bisolti (Vini Fantini Nippo), 48°. Grosu è il primo leader della classifica con 4″ su Liepins e sul lettone Smirnovs. Miglior italiano Bisolti, 48° a 10″

COURSE DE LA PAIX U23 – ZÁVOD MÍRU U23 (Repubblica Ceca)

Il polacco Przemyslaw Kasperkiewicz (Bauknecht – Author) si è imposto nella prima tappa, Jeseník – Rýmařov, percorrendo 122 Km in 2h57′06″, alla media di 41,332 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Bosmans e di 9″ il ceco Sisr, distanziati di 6″ e 21″ nella prima classifica generale.

RACE HORIZON PARK 1

L’ucraino Vitaliy Buts (Kolss Cycling Team) si è imposto nella corsa ucraina, circuito di Kiev, percorrendo 152 Km in 3h46′56″, alla media di 40,188 Km/h. Ha preceduto di 1″ il polacco Janiaczyk e di 2″ l’olandese Honig.

TOUR DE KUMANO (Giappone)

L’olandese Wouter Wippert (Drapac Cycling) si è imposto nella prima tappa, circuito di Shingu, percorrendo 114,1 Km in 2h33′21″, alla media di 44,643 Km/h. Ha preceduto l’australiano Clarke e l’argentino Lucas Sebastian Haedo. Wippert è il nuovo leader della classifica con 4″ su Clarke e 8″ su Haedo.

QUINTANA SIGILLA IL GIRO. GIGANTESCO ARU

maggio 30, 2014 by Redazione  
Filed under News

Il colombiano batte tutti nella cronoscalata del Monte Grappa, piegando per 17’’ anche uno strepitoso Fabio Aru. Distacchi pesantissimi per tutti gli altri uomini di classifica: 1’26’’ per Uran, 1’57’’ per Rolland, 2’24’’ per Pozzovivo, lontanissimi Majka, Evans, Kelderman ed Hesjedal. La maglia rosa si prepara allo Zoncolan con 3’07’’ su Uran, 3’48’’ su Aru e 5’26’’ su Rolland.

Può sembrare assurdo parlare di Giro d’Italia chiuso alla vigilia della salita più dura, ma la vittoria in maglia rosa di Nairo Quintana nella cronoscalata del Monte Grappa ha il sapore del colpo di grazia ad avversari già messi alle corde dall’impresa della Val Martello. Lungo i 26 km e 800 metri della 19a tappa, il colombiano ha sofferto (nemmeno troppo, per la verità) soltanto nei 7 km e mezzo pianeggianti iniziali, nei quali ha dovuto concedere 38’’ a Gretsch, destinato comunque a saltare, e soprattutto 16’’ ad un Rigoberto Uran partito all’assalto, provando a mettere sotto pressione il connazionale.
Scattato da Bassano con bici da cronometro – al pari di tutti gli avversari di classifica, meno Kelderman -, la maglia rosa non ha neppure risentito del letargico cambio di mezzo e caschetto ai piedi della salita, e già ad un terzo di scalata aveva capovolto la situazione rispetto a Rigoberto. Il divario tra i due si è rapidamente dilatato fino al mezzo minuto, prima che il capoclassifica tirasse il fiato nella parte centrale della scalata, autorizzando addirittura a sospettare una cattiva gestione dello sforzo. Nulla di più errato: dal secondo intermedio al traguardo, in poco più di 7 km, ha inflitto 50’’ pieni al più diretto rivale, facendone lievitare il distacco di giornata da 36’’ a 1’26’’, e quello in classifica a 3’07’’. Una pietra tombale, di fatto, sulle ambizioni rosa di Uran, che ha sempre pagato in salita rispetto a Nairo, e il cui DS Davide Bramati, tra una recriminazione e l’altra, lascia intendere da giorni di accontentarsi di un posto sul podio.
Spazzato via il compatriota, a minacciare Quintana, in chiave successo di tappa, è rimasto così solo uno splendido Fabio Aru, ancora più lento nel tratto pianeggiante (+54’’ rispetto al tempo di Gretsch), ma capace addirittura di rimontare a lungo sulla maglia rosa in salita. Al secondo intertempo, il sardo perdeva appena 8’’, e la conferma del trend sulle rampe successive sanciva addirittura il sorpasso a 4 km dalla vetta, più o meno mentre Fabio andava a raggiungere e superare Rafal Majka, partito tre minuti prima di lui. A sedare gli entusiasmi del pubblico hanno provveduto il mostruoso finale di Quintana e la comprensibile ma eccessiva prudenza di Beppe Martinelli, che, dall’ammiraglia, non ha informato il proprio corridore della situazione, per timore di un fuorigiri. La mancata vittoria, sfumata per 17’’, nulla toglie comunque alla prestazione di un ragazzo che, già forte del pezzo di bravura di Montecampione, si issa oggi in terza posizione in classifica generale, a soli 41’’ dalla seconda di Uran, e offre al ciclismo italiano la prospettiva di una competitività nei grandi giri al di là del solito Vincenzo Nibali. Certo, il modo migliore per bruciare Fabio è proprio il sensazionalismo che stiamo riscontrando in questi giorni da parte di molti organi di stampa, che ricorda pericolosamente quello che accompagnò, dieci anni or sono, il Giro di Cunego, all’epoca novello Pantani. Se il sardo saprà però tenere i piedi per terra in mezzo a tanto clamore, completando uno sviluppo ancora in fieri dal punto di vista tecnico, fisico e tattico, potrà contare su doti che raramente abbiamo visto dimostrare a corridori non ancora ventiquattrenni.
In attesa di scoprire se le sparate di chi già preconizza per Aru una futura doppietta Giro – Tour (ogni riferimento ad ex giornalisti della carta stampata riciclatisi quali storici della bicicletta in TV non è casuale) troveranno riscontri, per il talento di San Gavino Monreale sembra ormai quasi in ghiaccio il primo podio rosa in carriera: Pierre Rolland, da più parti pronosticato come il principale indiziato ad abbandonare la lotta per il podio, aperta fino a stamane a sette corridori, si è in realtà difeso oltre ogni aspettativa, chiudendo 4° a 1’57’’, ma non ha comunque evitato di scivolare dal terzo al quarto posto in generale, a 1’38’’ da Aru. Sorte simile è toccata a Pozzovivo, la cui brillante prova nella crono di Barolo aveva forse alzato troppo l’asticella delle attese, capace comunque di un 5° posto a 2’07’’; posizione identica a quella occupata in classifica, ma a 2’28’’ dal podio.
Ancor peggio è andata a Majka, Evans, Kelderman ed Hesjedal, gli altri pretendenti ad una piazza al fianco di Quintana a Trieste. Il polacco, a dispetto dell’onta del sorpasso di Aru, non è in realtà naufragato, cogliendo un onorevole 7° posto di giornata, alle spalle di Franco Pellizotti. I 3’28’’ resi a Quintana lo relegano tuttavia al sesto gradino della graduatoria, con l’arduo compito di colmare un gap di 3’11’’ sullo Zoncolan se vuole provare a buttar giù dal podio il sardo.
Di disfatta si può invece parlare per gli ultimi tre contendenti. Evans si è ben difeso soltanto nel primo settore, prima di incassare oltre 4’ e mezzo dalla maglia rosa in salita e di chiudere a 4’26’’, per un distacco in generale che schizza oggi a 9’25’’. Kelderman, unico tra i big a partire con bici tradizionale e a risparmiarsi dunque il cambio, ha comprensibilmente pagato molto nel tratto pianeggiante, senza tuttavia riuscire a compensare in seguito: 4’52’’ il ritardo accusato dal vincitore, cui rende ora 9’29’’ in classifica. Ryder Hesjedal, dal canto suo, è tuttavia riuscito nell’ardua impresa di fare ancor peggio: 5’39’’ il passivo finale, sia pur gonfiato da un secondo e non previsto cambio di bicicletta a due terzi di salita, a causa di un inconveniente meccanico. Un guaio che appesantisce il bagaglio di rimpianti con cui il canadese arriverà a Trieste, dopo i minuti persi a Belfast per la quadruplice caduta dei compagni nella cronosquadre inaugurale, solo in parte compensati dalla libertà di cui ha potuto di conseguenza godere nelle giornate successive.
Le prove da top 10 del 20enne Henao, e del duo Wellens – Cataldo, due dei principali animatori del Giro, meritano una menzione in cronaca, ma l’attenzione si deve ora concentrare sullo Zoncolan di domani. Con la lotta per la rosa virtualmente chiusa e l’incertezza sul podio quasi limitata ad un possibile scambio di posizioni fra Uran e Aru, il rischio di una frazione scialba, in stile Panarotta, con azione ridotta alla ricerca di un pur prestigioso successo di tappa, sembra alto. Il Passo del Pura, piazzato ad una sessantina di chilometri dal traguardo, offrirebbe sulla carta terreno favorevole a chi volesse provare a ribaltare in extremis gli equilibri, ma la scarsa intraprendenza dimostrata dagli interpreti di questo Giro (con ovvie eccezioni) induce a riporre nel solito Rolland le uniche speranze in atti di coraggio. Ogni smentita, ovviamente, sarebbe benvenuta.

Matteo Novarini

ORDINE D’ARRIVO

1 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team 1:05:37
2 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:00:17
3 Rigoberto Uran Uran (Col) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:01:26
4 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar 0:01:57
5 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:02:24
6 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli 0:03:22
7 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 0:03:28
8 Sebastian Henao Gomez (Col) Team Sky 0:03:48
9 Tim Wellens (Bel) Lotto Belisol 0:04:00
10 Dario Cataldo (Ita) Team Sky 0:04:10
11 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team 0:04:26
12 Stefano Pirazzi (Ita) Bardiani-CSF 0:04:34
13 Riccardo Zoidl (Aut) Trek Factory Racing 0:04:42
14 Edoardo Zardini (Ita) Bardiani-CSF 0:04:46
15 Francis Mourey (Fra) FDJ.fr
16 Wilco Kelderman (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:04:52
17 Enrico Battaglin (Ita) Bardiani-CSF 0:05:11
18 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr
19 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:05:20
20 Rodolfo Andres Torres Agudelo (Col) Colombia 0:05:22
21 Robert Kiserlovski (Cro) Trek Factory Racing 0:05:26
22 Mattia Cattaneo (Ita) Lampre-Merida 0:05:28
23 Francesco Manuel Bongiorno (Ita) Bardiani-CSF 0:05:29
24 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha 0:05:33
25 Winner Anacona Gomez (Col) Lampre-Merida 0:05:35
26 Ryder Hesjedal (Can) Garmin Sharp 0:05:39
27 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol 0:05:53
28 Perrig Quemeneur (Fra) Team Europcar 0:06:14
29 Wout Poels (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:06:15
30 Emanuele Sella (Ita) Androni Giocattoli
31 Sander Armee (Bel) Lotto Belisol 0:06:21
32 Maxime Bouet (Fra) AG2R La Mondiale
33 Sonny Colbrelli (Ita) Bardiani-CSF 0:06:26
34 Philip Deignan (Irl) Team Sky
35 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano
36 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida 0:06:30
37 Thomas De Gendt (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:06:31
38 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale 0:06:35
39 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team 0:06:37
40 Nicola Boem (Ita) Bardiani-CSF 0:06:42
41 Evgeny Petrov (Rus) Tinkoff-Saxo 0:06:51
42 Ben Swift (GBr) Team Sky 0:06:52
43 Ben Hermans (Bel) BMC Racing Team 0:06:58
44 André Cardoso (Por) Garmin Sharp 0:07:03
45 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team 0:07:05
46 Pawel Poljanski (Pol) Tinkoff-Saxo 0:07:08
47 Ivan Basso (Ita) Cannondale 0:07:12
48 Mikel Landa Meana (Spa) Astana Pro Team 0:07:14
49 Maxim Belkov (Rus) Team Katusha 0:07:35
50 Marc Goos (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:07:36

CLASSIFICA GENERALE

1 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team 79:03:45
2 Rigoberto Uran Uran (Col) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:03:07
3 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:03:48
4 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar 0:05:26
5 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:06:16
6 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 0:06:59
7 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team 0:09:25
8 Wilco Kelderman (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:09:29
9 Ryder Hesjedal (Can) Garmin Sharp 0:10:11
10 Robert Kiserlovski (Cro) Trek Factory Racing 0:13:59
11 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale 0:22:33
12 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr 0:24:29
13 Ivan Basso (Ita) Cannondale 0:28:37
14 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli 0:30:26
15 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol 0:31:09
16 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:33:35
17 Matteo Rabottini (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo 0:37:34
18 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida 0:45:48
19 André Cardoso (Por) Garmin Sharp 0:47:45
20 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo 0:52:42
21 Sebastian Henao Gomez (Col) Team Sky 0:53:10
22 José Herrada Lopez (Spa) Movistar Team 0:55:06
23 Wout Poels (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:55:26
24 Steve Morabito (Swi) BMC Racing Team 0:56:59
25 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team 0:58:47
26 Fabio Andres Duarte Arevalo (Col) Colombia 1:02:37
27 Gianluca Brambilla (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 1:06:25
28 Dario Cataldo (Ita) Team Sky 1:07:07
29 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano 1:08:05
30 Serge Pauwels (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 1:10:31
31 Jarlinson Pantano (Col) Colombia 1:12:20
32 Francis Mourey (Fra) FDJ.fr 1:13:21
33 Mikel Landa Meana (Spa) Astana Pro Team 1:15:20
34 Nicolas Roche (Irl) Tinkoff-Saxo 1:16:17
35 Alberto Losada Alguacil (Spa) Team Katusha 1:24:12
36 Marc Goos (Ned) Belkin Pro Cycling Team 1:24:36
37 Philip Deignan (Irl) Team Sky 1:24:49
38 Maxime Bouet (Fra) AG2R La Mondiale 1:31:09
39 Jan Polanc (Slo) Lampre-Merida 1:31:22
40 Davide Malacarne (Ita) Team Europcar 1:32:36
41 Igor Anton Hernandez (Spa) Movistar Team 1:35:08
42 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha 1:37:17
43 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale 1:39:35
44 Sander Armee (Bel) Lotto Belisol 1:43:57
45 Riccardo Zoidl (Aut) Trek Factory Racing 1:44:44
46 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team 1:44:56
47 Ivan Rovny (Rus) Tinkoff-Saxo 1:47:16
48 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida 1:48:16
49 Evgeny Petrov (Rus) Tinkoff-Saxo 1:49:13
50 Romain Sicard (Fra) Team Europcar 1:58:31

Nairo Quintana sfoggia la maglia rosa. Nessuno sembra più in grado di strappargliela (foto Tim De Waele/TDW Sport)

Nairo Quintana sfoggia la maglia rosa. Nessuno sembra più in grado di strappargliela (foto Tim De Waele/TDW Sport)

BASSANO DEL GRAPPA – CIMA GRAPPA: UNA CRONO… A TUTTA GRAPPA (MA NIENTE BIRRA)

maggio 30, 2014 by Redazione  
Filed under News

Si annuncia decisamente improbo il terreno di gara scelto dagli organizzatori per la cronoscalata del Giro d’Italia 2014: i quasi 20 Km all’8% di pendenza media del Monte Grappa. La cima veneta accoglierà i “girini” alla spicciolata, al termine di una frazione contro il tempo di difficile gestione perché proporrà in partenza 7 Km di strada pianeggiante, che potrebbero invogliare qualche corridore a una partenza “a tutta birra”. Il rischio, però, sarà di quello di pagare ampiamente gli sforzi profusi quando si comincerà a fare i conti con la salita, impegnativa sin dai chilometri iniziali.

Probabilmente nell’ultracentenaria storia del ciclismo non si era mai vista una cronoscalata così dura. Nel 1956, salendo contro il tempo verso la Madonna di San Luca, sopra Bologna, s’incontrarono pendenze fino al 18%, ma la salita era ed è brevissima; nel 1993, al suo primo Giro disegnato da direttore, Carmine Castellano ne propose una di 55 Km, ma era in gran parte tracciata in falsopiano e anche il tratto in salita verso il Sestriere, preso dalla Val Chisone, non era per nulla temibile nelle pendenze. Stavolta, invece, nella cronoscalata alla Cima Grappa coabiteranno numeri di tutto rispetto, quelli della “Strada Generale Giardino”, il versante prescelto dall’organizzazione per dare l’assalto al monte veneto. È lo stesso lato dal quale si salì in occasione dell’ultima scalata “in rosa” – era il 22 maggio del 2010, giorno del successo di Nibali nella Ferrara-Asolo – ma l’ascesa sarà più lunga, anche se di poco, rispetto a questo precedente perché non ci si fermerà nel luogo dove era allora previsto lo scollinamento, arrivando invece fin quasi al sacrario militare sommitale, costruito tra 1932 e il 1935 dall’architetto Giovanni Greppi e dallo scultore Giannino Castiglioni, dopo aver “digerito” 19,3 Km di salita, 1538 metri di dislivello, una pendenza media dell’8% e una massima del 14%. E non sarà ancora tutto perché per raggiungere il piede dell’ascesa dovranno essere percorsi 7 Km e mezzo di strada pianeggiante e, al contempo, piuttosto infida. Un abbrivio del genere, infatti, potrebbe invogliare a una “partenza – razzo” quei corridori che sono formidabili passisti e vorranno in quel tratto mettere più tempo possibile tra di loro e gli scalatori: il vantaggio che riusciranno ad accumulare in quel tratto rischieranno, però, di dilapidarlo con gli interessi (in negativo) sulla salita successiva che, tranne rarissimi casi, è sempre “aggressive”.
I primi colpi di pedale di questa delicatissima tappa saranno dati nel cuore di Bassano del Grappa, sul porfido delle centralissime piazze Libertà, dove sarà collocata la rampa di lancio, e San Giovanni, sulla quale prospetta il fianco della romano-gotica chiesa di San Francesco, che i corridori sfioreranno subito dopo il via. A un tiro di schioppo c’è il monumento più celebre della cittadina cara agli alpini, il ponte di legno sul Brenta che fu costruito per la prima nel 1208 e che fino ad oggi ha subito ben otto distruzioni e conseguenti riedificazioni, l’ultima risalente al secondo dopoguerra, dopo che il 17 febbraio 1945 era stato fatto saltare dai partigiani: è una storia lunga 8 secoli quella del ponte, che nel 1996 è stato anche set cinematografico, scelto dal regista britannico Richard Attenborough per girarvi una scena di “Amare per sempre” nella quale era presente l’attrice statunitense Sandra Bullock.
L’uscita dal centro sarà piuttosto spigolosa (strade strette e quattro curve a gomito nei primi 400 metri, tra l’altro tracciati in lievissima ascesa), poi i corridori sgusceranno sotto l’antica Porta delle Grazie e da lì il percorso si farà più scorrevole, percorrendo lo stradone che porta fuori città sfiorando il Velodromo Mercadante, impianto tuttora in funzione e che accolse i campionati del mondo su pista nel 1985, l’anno del mondiale disputato sul circuito trevigiano del Montello. Avvincinandosi alle prime pendici del monte si attraverserà quindi il comune di Romano d’Ezzelino, centro che fu feudo di una delle più potenti e importanti famiglie medioevali venete, quella del condottiero e dittatore Ezzelino III da Romano, crudele al punto che Dante lo relegherà nel “girone dei violenti”, condannandolo per l’eternità a nuotare in un fiume di sangue bollente. I “girini”, invece, potranno ancora godere, a questo punto, di poco meno di 2 Km di strada di una dolcezza paradisiaca prima di andare incontro all’”inferno del Grappa”, che incomincerà con una svolta secca verso sinistra in località Semonzetto, nel luogo dove i giudici di gara rileveranno i primi tempi intermedi di questa tappa, quelli che ci diranno chi avrà osato troppo nel tratto iniziale e chi, invece, l’avrà affrontato “cum grano salis”. Il biglietto da visita del Grappa da questo versante non è di quelli che rimangono impressi poiché i primi 700 metri dell’ascesa sono molto teneri (la pendenza media è del 3,7%) e bisogna lasciar scorrere sotto le ruote questo primo tratto facile prima che comincino le inclinazioni più rilevanti, fortunatamente mitigate dai numerosi tornanti che propone la strada intitolata al generale piemontese Gaetano Giardino, il comandante dell’Armata del Grappa, che la fece realizzare nel 1918 quale alternativa alla Strada Cadorna, che presentava alcuni tratti troppo esposti al tiro dell’esercito austro-ungarico. In tutto si incontreranno 28 tornanti, la maggior parte dei quali concentrati nei primi 11 Km della scalata, che, inclinati al 7,6% medio, conducono a Campo Croce, località frequentata dagli appassionati di parapendio e deltaplano e secondo punto di rilevamento dei tempi di gara, all’ingresso della quale la salita perderà per un attimo mordente. Poco più di 1500 metri pedalabili, contenenti anche una brevissima discesa, permetteranno di rifiatare prima d’iniziare la seconda parte dell’ascesa, la più impegnativa in virtù di una pendenza media maggiore (8,9% negli ultimi 7,5 Km) e nonostante presenti un altro tratto pedalabile, posto a circa 4,5 Km dal traguardo e proprio all’uscita dallo strappo più impegnativo, dove si toccherà il picco massimo di questo versante, una stilettata al 14% che arriverà la termine di una porzione di 2,6 Km al 10,5%. Serpeggiando in forte salita, poco sotto la quota 1500 il tracciato di gara incontrerà quello della “Dorsale del Grappa”, panoramica strada che sposa il Grappa al Tomba, altra montagna che fu triste teatro dei combattimenti della Prima Guerra Mondiale, andando a “intercettare” gli scollinamenti di versanti secondari molto conosciuti dai cicloamatori per le loro pendenze (la Bocca di Forca è spesso considerata come la salita più dura d’Italia dopo Zoncolan e Mortirolo). Poco sotto il traguardo si raggiungerà il bivio di quota 1675, dove Basso transitò per primo sotto lo striscione del GPM nel 2010 e dove si diparte sulla destra la strada che permette di rientrare a Bassano, lungo la quale quel giorno Nibali costruì uno dei suoi più bei successi della carriera, fatta tracciare tra il 1916 e il 1917 dal generale Luigi Cadorna, Capo di Stato Maggiore dell’esercito, che aveva compreso l’importanza strategica del monte e la necessità di armarlo a difesa. Qui finì la sofferenza dei “girini” del 2010, mentre quelli del 2014 avranno ancora dinanzi poco più di 400 metri di strada, sempre a due cifre di pendenza (10,6% la media in quest’ultimo tratto).
Proprio una tappa a tutta Grappa… ma che certamente non si potrà vivere a tutta birra!

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Sella di Campo Croce (1048 m). Vi transita la “Strada Generale Giardino” (SP 140), salendo da Semonzo verso il Monte Grappa. Coincide con l’omonima località.

RINGRAZIAMENTI

Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

FOTOGALLERY

Bassano, Piazza Libertà (www.visitsitaly.com)

Bassano, Piazza Libertà (www.visitsitaly.com)

Bassano, chiesa di San Francesco (www.retaggiodellegenti.com)

Bassano, chiesa di San Francesco (www.retaggiodellegenti.com)

Bassano, Porta delle Grazie (lameravigliosacittadelponte.blogspot.com)

Bassano, Porta delle Grazie (lameravigliosacittadelponte.blogspot.com)

Sandra Bullock sul celebre ponte di legno di Bassano in una scena di Amare per sempre (www.davinotti.com)

Sandra Bullock sul celebre ponte di legno di Bassano in una scena di 'Amare per sempre' (www.davinotti.com)

Bassano, velodromo Mercadante (ladomenicadivicenza.gruppovideomedia.it)

Bassano, velodromo Mercadante (ladomenicadivicenza.gruppovideomedia.it)

Romano dEzzelina, Torre Ezzelina (www.fidelityservice.it)

Romano d'Ezzelina, Torre Ezzelina (www.fidelityservice.it)

L’inizio della Strada Generale Giardino

L’inizio della Strada Generale Giardino

La Strada Generale Giardino a Campo Croce (panoramio)

La Strada Generale Giardino a Campo Croce (panoramio)

Il sacrario costruito sulla cima del Monte Grappa (panoramio)

Il sacrario costruito sulla cima del Monte Grappa (panoramio)

La cima del Grappa fa capolineo dietro una curva della ‘Strada Giardino’ e, in trasparenza, l’altimetria della diciannovesima tappa (Street View)

La cima del Grappa fa capolineo dietro una curva della ‘Strada Giardino’ e, in trasparenza, l’altimetria della diciannovesima tappa (Street View)

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI RIFUGIO PANAROTTA

maggio 30, 2014 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Anche quest’anno ilciclismo.it, proporrà, poche ore dopo la conclusione della tappa, l’oramai tradizionale almanacco zeppo di golosità: cominceremo dalla rassegna stampa internazionale, passando poi il parere dei tifosi, la colonna sonora del giorno, le previsione del tempo per la tappa successiva, le “perle” dei telecronisti, il Giro d’Italia rivisto alla “rovescia” e il ricordo di un Giro passato (abbiamo scelto il 1964, l’ultimo dei due Giri vinti da Anquetil).

GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO

Italia

Panarotta, vince Arredondo. Aru corre verso il podio (Gazzetta dello Sport)

Giro, Colombia al potere (Corriere della Sera)

Regno Unito

More success for Colombia as Julian Arredondo clinches maiden grand-tour victory (The Time)

Arredondo breaks clear to win 18th stage (The Daily Telegraph)

Irlanda

Nicolas Roche’s Giro d’Italia diary: ‘It’s great to see Philip back doing what he does best’ (The Time)

Francia

Arredondo, la patience récompensée – Rolland grimpe sur le podium – Rolland: «Je vais continuer» (L’Equipe)

Spagna

Colombia domina en el Giro (AS)

Sigue la fiesta colombiana (Marca)

Arredondo, etapa y ‘maglia azzurra’ (El Mundo Deportivo)

Belgio

Arredondo houdt De Gendt van ritzege in Giro (De Standaard)

Le Colombien Julian Arredondo remporte la 18e étape du Giro (L’Avenir)

Giro: Arredondo s’impose, Quintana reste leader (La Dernière Heure/Les Sports)

Tour d’Italie: Arredondo offre une 3e victoire d’étape à la Colombie, Evans tombe du podium (Sudinfo.be)

Paesi Bassi

Offday Evans, Kelderman stabiel (De Telegraaf)

Lussemburgo

Arredondo wird für Mühen belohnt (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)

Germania

Quintana behauptet Rosa – Evans verliert dritten Platz (Berliner Zeitung)

Canada

Arredondo claims 18th stage of Giro d’Italia, Canada’s Hesjedal seventh overall (The Globe and Mail)

USA

Quintana Stays in Front at Giro d’Italia (The New York Times)

Colombia

El Giro es de Colombia: Arredondo gana etapa, Nairo y Urán lideran – ‘Hoy es el comienzo de grandes cosas para mí’: Julián Arredondo (El Tiempo)

Nairo Quintana trabajará para no ceder el liderato en el Giro – Histórico: Colombia hace el 1-2 en la etapa 18 del Giro – Julián Arredondo: este triunfo es un sueño cumplido (El Espectador)

Australia

Cadel Evans may pedal on for Vuelta a Espana (The Age)

Evans drops behind after Giro 18th (The Australian)

Evans’ Giro dream over (Herald Sun)

BOX POPULI

Ogni giorno qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Vittoria di Arredondo. Si stacca Evans, migliori della classifica tutti assieme. Commenti?

Howling Wolf14: Beh, tutti assieme non proprio. Evans ha ceduto nel finale e dal 3° posto è passato al 7° posto in classifica. Kelderman ha perso brillantezza e non è riuscito a tenere il passo di Quintana & Co. Rolland ha fatto una fiammata, ma non è stato in grado di tenere il ritmo ed è stato ripreso. Kiserlovski ha perso ancora terreno. Come si suol dire, quando c’è una così ragguardevole successione di difficoltà altimetriche, è fatale che la selezione sia da dietro. I migliori tengono il loro ritmo e quasi in ogni tappa c’è qualcuno che cede. Se si andasse avanti tutti i giorni con questi tapponi, uno dopo l’altro, a poco a poco ne rimarrebbe solo uno. Domani cederebbe Pozzovivo, dopodomani Majka, poi Rolland e così via. Selezione da dietro. A me piace.

nisky: L unica cosa che m è rimasta di sta tappa è il crollo morale umano…..la tristezza del gesto……..lo scatto che rimbalza all indietro……di chi parlo? Ivan basso! Vedere un campione come basso che andava come una moto staccato da diversi comprimari senza potersi difendere fa tristezza

O.Teoldi: Tappa un po’ deludente.

Profpivo: Mah francamente con questo percorso era difficile aspettarsi qualcosa di diverso… certo un Pozzovivo o un Rolland potevano provare a tenere cucita la corsa per giocarsi la tappa, visto che non hanno ancora vinto.

Howling Wolf14: Io non l’ho trovata per nulla deludente. Ha dato ciò che mi aspettavo. Non capisco che cosa si voleva pretendere. Che forse un Pozzovivo o un Rolland o un Aru o un Kelderman attaccassero a 80 km dall’arrivo? Per poi beccarsi 12 minuti di distacco? Non so, non capisco che cosa si aspettassero alcuni. Tappa secondo copione. Giustamente.

O.Teoldi: Non mi aspettavo un attacco a 80 km dall’arrivo, però a 8 sì. O mi bastava anche a 3. Invece niente di niente. Vabbé é anche normale visto quel che c’é domani e dopodomani…

Howling Wolf14: Tre km di salita sono lunghi. Lo può fare chi ha le gambe. E chi è pienamente convinto. Ma dopo i tapponi che ci sono stati, e le ultime due giornate con le salite, è un azzardo che può costare caro. Lo hei detto tu stesso quando giustamente hai sottolineato “quel che c’è domani e dopodomani”. Hai visto la fine che ha fatto Rolland? Tanta volontà, tanto impegno, ma se poi mancano le gambe ti risucchiano inesorabilmente. Rolland è stato ripreso poco prima dell’arrivo. Il suo attacco s’è rivelato inutile. Un attacco come il suo, con la speranza e l’obiettivo di portarlo a compimento, lo può fare un fuoriclasse. Un corridore normale, anche se Rolland è un signor corridore, no. Ed è già tanto che il francese non abbia pagato caro il suo slancio. C’era anche il caso che lo riprendevano e lo piantavano lì. Basta un attimo. Gambe, signori. Se non ci sono le gambe, non si va lontano.

Howling Wolf14: La Cannondale è diventata una squadraccia da categoria Professional. Non ne azzecca una. Peggio della Lampre, che almeno s’è salvata con Ulissi. Cannondale ultima nella classifica a squadre del Giro!!!

DISCOGIRO: la colonna sonora della tappa del Giro scelta per voi da ilciclismo.it

Nell’antro del Re della Montagna (Edvard Grieg)

a cura di DJ Jorgens

METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Bassano del Grappa – Cima Grappa (cronoscalata)

Bassano del Grappa – partenza primo corridore : pioggia debole (0,4 mm) e schiarite, 21,1°C, vento debole da S (2-4 Km/h), umidità al 66%
Bassano del Grappa – partenza maglia rosa : pioggia debole (0,6 mm) e schiarite, 20,9°C, vento debole da SW (3-5 Km/h), umidità al 65%
Cima Grappa – arrivo primo corridore: pioggia debole (0,3 mm) e schiarite, 9,5°C, vento debole da SSW (3 Km/h), umidità al 60%
Cima Grappa – arrivo maglia rosa: pioggia debole (0,3 mm) e schiarite, 8,2°C, vento debole da SSE (3 Km/h), umidità al 64%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito della corsa rosa

Pancani: “Quando viene trasportato nella realtà questi mezzi”
Pancani: “Quando viene trasportato nella realtà” (si parlava di una bici dell’epoca di Bartali presente al traguardo… quindi era un oggetto che era sempre stato reale)
Pancani: “Un’altra giornata con tutto queste salite”
Martinello: “Al Giro del Trentino, poco prima della gara prevista prima del Giro d’Italia”
Pancani: “Torniamo con la smartphone”
De Luca: “Siamo sulle code del gruppo dei fuggitivi”
Martinello: “Tanta fatica accumulata sulle gambe”
Martinello: “Non ha ancora conquistato vittorie di tappe”
Pancani: “Siamo di nuovo in diretta nelle strade del Giro d’Italia”
Martinello: “Ammilaglia”
Martinello: “Il replay meritatissimo di Arredondo”
Martinello: “Si era accolto di qualche difficoltà”
Garzelli, commentando lo scatto di Aru: “Soprattutto, uno scatto agli ultimi tre giorni del Giro d’Italia”
Magrini (Eurosport): “Mauro Cataldo” (Dario)
Magrini (Eurosport): “Fabian Arredondo” (Julián David)
De Stefano: “Ho avuto un peccato di tensione” (calo)
Garzelli: “L’ultimo giorno del Giro lo Zoncolan qualcuno potrebbe pagarlo” (non pensiamo proprio, l’ultima giorno c’è la passerella di Trieste)
Lelli: “I direttori sportivo”

IL GIRO DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

Ordine d’arrivo della diciottesima tappa, Belluno – Rifugio Panarotta

1° Johnny Hoogerland
2° Giacomo Nizzolo s.t.
3° Roberto Ferrari s.t.
4° Gorka Izagirre s.t.
5° Eugenio Alafaci s.t.

Classifica generale

1° Jetse Bol
2° Michael Hepburn a 10′34″
3° Svein Tuft a 10′49″
4° Christopher Sutton a 18′22″
5° Kenny Dehaes a 19′42″

Miglior italiano: Eugenio Alafaci, 8° a 32′00″

L’ULTIMO GIRO DI ANQUETIL
Tuffo nella storia del Giro del 1964, il secondo e ultimo conquistato dall’asso francese Jacques Anquetil. Ci condurranno indietro di 50 anni i titoli del quotidiano “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it

19a TAPPA: ALESSANDRIA – CUNEO (205 Km)

OGGI DA CUNEO A PINEROLO LA TAPPA PIU’ ATTESA DEL GIRO – ATTESO SULLE GRANDI SALITE L’ATTACCO A JACQUES ANQUETIL – A CUNEO PRIMO L’OLANDESE LUTE – DEFILIPPIS E MAURER PREVEDONO UN ARRIVO IN VOLATA A PINEROLO
Cinque severi colli: la Maddalena (m. 1996), il Vars (2111), l’Izoard (2360), il Monginevro (1854) ed il Sestriere (2033) – Il francese riuscirà a conservare la maglia rosa? – I due ciclisti non nascondo le speranze di vittoria
La partenza stamane alle 7, l’arrivo previsto verso le 16,25 dopo 254 Km di gara ricchi di difficoltà – La corsa entrerà in Francia dal Colle della Maddalena e rientrerà in Italia attraverso il Monginevro – L’ultima asperità, il Sestriere, a 53 Km dal traguardo – È il tracciato sul quale, nel Giro del 1949, Fausto Coppi ottenne una clamorosa vittoria per distacco – La corsa di ieri non ha offerto che pochi spunti interessanti – Il vincitore ha battuto in volata Diego Ronchini e Battistini – Nessuno, salvo Balmamion, ha cercato di sorprendere Anquetil che ha mantenuto il primato in classifica, malgrado una caduta – Soltanto il torinese e l’elvetico hanno accettato di fare un pronostico sulla corsa odierna – Ieri, alla partenza da Alessandria, Anquetil aveva indicato il compagno di squadra Lute quale favorito per il successo di tappa

Nota sulla planimetria: Al momento di andare in stampa Torriani non aveva ancora stabilito il finale del Giro. Per questo motivo la planimetria propone i due progetti aperti in quel momento.

ARCHIVIO ALMANACCO
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo

Raduno di partenza

1a tappa: Belfast (cronosquadre)

2a tappa: Belfast (seconda tappa)

3a tappa: Armagh – Dublino

4a tappa: Giovinazzo – Bari

5a tappa: Taranto – Viggiano

6a tappa: Sassano – Montecassino

7a tappa: Frosinone – Foligno

8a tappa: Foligno – Montecopiolo

9a tappa: Lugo – Sestola

10a tappa: Modena – Salsomaggiore Terme

11a tappa: Collecchio – Savona

12a tappa: cronometro Barbaresco – Barolo

13a tappa: Fossano – Rivarolo Canavese

14a tappa: Agliè – Oropa

15a tappa: Valdengo – Plan di Montecampione

16a tappa: Ponte di Legno – Val Martello

17a tappa: Sarnonico – Vittorio Veneto

Verso cosa sta guardando Fernando Alonso, ospite donore del Giro dItalia al Rifugio Panarotta? Forse verso il suo futuro nel mondo delle due ruote (foto Bettini)

Verso cosa sta guardando Fernando Alonso, ospite d'onore del Giro d'Italia al Rifugio Panarotta? Forse verso il suo futuro nel mondo delle due ruote (foto Bettini)

29-05-2014

maggio 29, 2014 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

Il colombiano Julián David Arredondo Moreno (Trek Factory Team) si è imposto nella diciottesima tappa, Belluno – Rifugio Panarotta (Valsugana), percorrendo 171 Km in 4h49′51″, alla media di 35,397 Km/h. Ha preceduto di 17″ il connazionale Duarte Arevalo e di 37″ l’irlandese Deignan. Miglior italiano Franco Pellizotti (Androni Giocattoli – Venezuela), 4° a 1′20″. Il colombiano Nairo Alexander Quintana Rojas (Movistar Team) è ancora maglia rosa, con 1′41″ sul connazionale Urán Urán e 3′29″ sul francese Rolland. Miglior italiano Fabio Aru (Astana Pro Team), 4° a 3′31″

BELOISE BELGIUM TOUR

Il belga Tom Boonen (Omega Pharma – Quick-Step) si è imposto anche nella seconda tappa, Lierde – Knokke-Heist, percorrendo 170,4 Km in 3h49′33″, alla media di 44,539 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Steegmans e l’olandese Bos. Miglior italiano Danilo Napolitano (Wanty – Groupe Gobert), 6°. Boonen è ancora leader della classifica, con 12″ su Bos e 14″ su Steegmans. Miglior italiano Guardini, 10° a 20″

BAYERN RUNDFAHRT

L’elvetico Mathias Frank (IAM Cycling) si è imposto nella seconda tappa, Freilassing – Reit im Winkl (Winklmoos-Alm), percorrendo 164,7 Km in 4h19′24″, alla media di 38,095 Km/h. Ha preceduto di 8″ il francese Pinot e il ceco König. Miglior italiano Davide Rebellin (CCC Polsat Polkowice), 11° a 52″. Frank è il nuovo leader della classifica, con 5″ su Pinot e 8″ su König. Miglior italiano Rebellin, 11° a 52″

TOUR DE GIRONDE (Francia)

Due tappe disputate nel primo giorno di gara.
Il mattino, il team spagnolo Euskadi si è imposto nella prima tappa, circuito di Le Pian Médoc (cronometro a squadre), percorrendo 21,8 Km in 25′02″, alla media di 52,250 Km/h. Ha preceduto di 5″ il team olandese Cyclingteam Jo Piels e di 11″ il team russo Itera – Katusha. Lo spagnolo Illart Zuazubiskar Gallastegi è il primo leader della classifica con lo stesso tempo dei connazionali Larrinaga Muguruza e Pablo Lechuga Rodríguez. Unico italiano in gara Federico Buttò (Burgos-BH), 141° a 5′22″.
Il pomeriggio, l’olandese Rens Te Stroet (Cyclingteam Jo Piels) si è imposto nella seconda tappa, Saint Aubin du Médoc – Biganos, percorrendo 113,9 Km in 2h28′53″ alla media di 45,902 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Van Der Weijst e il francese Sarreau. Buttò 21°. Lechuga Rodríguez è il nuovo leader della classifica con lo stesso tempo dei connazionali Zuazubiskar Gallastegi e Larrinaga Muguruza. Buttò 140° a 5′22″

FLÈCHE DU SUD (Lussemburgo)

L’olandese Coen Vermeltfoort (Cyclingteam De Rijke) si è imposto nella prima tappa, Kayl – Rumelange, percorrendo 165,7 Km in 3h59′18″, alla media di 41,516 Km/h. Ha preceduto allo sprint il lussemburghese Kirsch e l’elvetico Schir. Unico italiano in gara Corrado Lampa (Team Differdange – Losch), 44°. Il tedesco Christoph Pfingsten (Cyclingteam De Rijke) è ancora leader della classifica, con lo stesso tempo dell’olandese Duyn e 2″ sul belga Bille. Lampa 70° a 1′25″.

TOUR DE BERLIN

L’olandese Elmar Reinders (Cyclingteam Jo Piels) si è imposto nella prima tappa, circuito di Birkenwerder, percorrendo 151,2 Km in 3h24′17″, alla media di 44,409 Km/h. Ha preceduto di 2″ il connazionale Hoekstra e di 37″ il tedesco Mager, distanziati di 8″ e 47″ nella prima classifica generale

TOUR DES FJORDS (Norvegia)

Il norvegese Alexander Kristoff (Team Katusha) si è imposto nella seconda tappa, Eidfjord – Haugesund, percorrendo 203,2 Km in 5h01′04″, alla media di 40,496 Km/h. Ha preceduto allo sprint il belga Van Asbroeck e il norvegese Enger. Miglior italiano Alessandro Bazzana ( Unitedhealthcare Pro Cycling Team), 6°. Kristoff è il nuovo leader della classifica, con 3″ sul belga Baugnies e 5″ su Enger. Miglior italiano Alberto Bettiol (Cannondale Pro Cycling Team), 8° a 12″

TOUR DE KUMANO (Giappone)

L’australiano William Clarke (Drapac Cycling) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro di Shingu, percorrendo 0,7 Km in 51″, alla media di 49,412 Km/h. Ha preceduto il taiwanese Hsin Hsiao e l’olandese Wippert.

CAMPIONATI ASIATICI

Il kazako Dmitriy Gruzdev (Astana Pro Team) si è imposto nella prova a cronometro professionisti, circuito di Astana (Kazakistan), percorrendo 40 Km in 1h01′54″, alla media di 38,772 Km/h. Ha preceduto di 1′19″ il kirghizo Wacker e di 1′35″ il sudcoreano Choe.

DOLOMITI TROPPO MITI: POCO SUGO IN VALSUGANA

maggio 29, 2014 by Redazione  
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Siamo ridotti ai giochi di parole per mettere un po’ di spirito in una tappa che troppi fattori predestinavano a un ruolo di transizione, ma che – proprio per questo – avrebbe potuto dare adito ad agguati ed alleanze sovversive. Nulla di tutto ciò. Quintana controlla in un Giro sempre più colombiano.

Tappa di spettri tra le Dolomiti bellunesi. Lo spettro della colossale cronoscalata di domani, che bagna le polveri di molti pretendenti alla classifica generale. Lo spettro dello Stelvio, con tanta presunta voglia di rivalsa a serpeggiare in gruppo, ma anche – assai probabilmente – la paura, ben più reale di tante chiacchere a vuoto dei DS, che Quintana possa “stroncare nel sangue” ogni alito di ribellione.
Ne esce uno spettro di tappa.
Non si può dire che il disegno del tracciato aiutasse a nutrire sogni azzardati: oltre trenta i chilometri che separano l’arcigno ma breve Redebus dall’attacco dell’ultima ascesa, una cinquantina per arrivare al traguardo.
Ci voleva un accordo più o meno tacito tra gli orgogli feriti di quei team manager che già martedì, in corsa, e in seguito con le proprie sterili recriminazioni, hanno dimostrato di aver pochi lumi: a quanto pare, però, è più facile mettersi d’accordo per chiedere di levare minuti a tavolino piuttosto che riprenderseli sulla strada.
Quel che è certo è che la tappa era propizia a una bella fuga, mentre azioni individuali da parte di uomini di classifica erano a priori inibite: e lo dimostra il fatto che perfino Rolland se n’è stato buono fino agli ultimi 6km.
La fuga, in effetti, prende corpo, e con bei nomi: De Gendt e Cataldo (col compagno Deignan), già molto attivi da lontano rispettivamente ieri e l’altroieri, volenterosissimamente a caccia di una tappa; Arredondo che non vede l’ora di sigillare la sua maglia blu, e magari qualcosa in più; Duarte, l’incostante colombiano cacciatore di secondi posti (già tre le sue “quasi-tappe” al Giro); Pellizotti eternamente in cerca di riscatto, come già nel tappone di martedì, ben spalleggiato dalla squadra là con Rosa, oggi con Sella. E poi Zardini, in bello spolvero al Giro del Trentino, e fugaioli impenitenti assortiti come Keizer, Wellens o Rovny.
Si aggregano accelerando sulle aspre rampe del San Pellegrino altri pezzi forti come Rabottini, che tenta di ritrovarsi con il ringhioso Scinto che (s)grida dall’ammiraglia, Losada, ottimo luogotenente di Purito, ronin vagabondo in questo Giro, e Ivan Basso. Lo spettro di Ivan Basso? No, un Ivan in carne e ossa, carico, deciso, anche se le gambe sono appesantite dal protratto tentativo di far classifica lungo, forse, troppe tappe.
Queste le carte in tavola, e ben presto si capisce che non c’è aria di imboscate, gli uomini in fuga sono battitori liberi e non si intravvedono nemmeno movimenti tattici.
La Movistar controlla efficacemente, mantenendo un buon distacco a scanso di problemi, di tentazioni di “far ponte” invero poco palpabili, ed erodendolo poi nel finale.
Trascorrono dunque ameni gli oltre 150km che portano all’attacco dell’ultima ascesa. Scenari idilliaci di pinete, la generosità di Basso e De Gendt nel lavorare in fuga, le schermaglie tra Arredondo e i due atleti Sky presso i Gpm.
Sull’ultima ascesa si sviluppa la classica “doppia corsa nella corsa”. Quella per la tappa è appena più entusiasmante, con De Gendt che prende il largo fin dalle prime battute: il novello look barbuto lo fa eremita, pellegrino solitario, che di potenza scandisce il suo passo e dà sempre l’impressione di rimanere vicino ma irraggiungibile. Gli Sky si sfiancheranno per tenerlo a tiro.
A metà salita si segnala una poderosa serie di progressioni di Basso: la faccia cattiva è quella dello Zoncolan, ma le gambe no. Quando Ivan si alza sui pedali, un gesto per lui inconsueto, la pedalata si fa legnosa. L’elastico si stira, si spezza, riesce a levarsi di ruota gli escarabajos inseguitori, ma l’azione non trova continuità.
È poi il turno di Pellizzotti di inscenare un momento revival, però alla fine dei conti il palcoscenico sarà tutto per due soli uomini: una volta ripreso De Gendt, dalle scoppiettanti sequenze di attacchi e controattacchi escono solo Arredondo e Duarte.
La bilancia della sorte e della forza oscilla tra i due compatrioti, Arredondo cerca l’accordo, ma Duarte vuole la tappa.
Alla fine, prevarrà il karma: un altro secondo posto per Fabio Duarte, mentre Arredondo celebra un successo cercato con ostinazione dalle primissime battute del Giro.
Che succede tra i favoriti? Poco o nulla. La Movistar come squadra tiene bene, poi verso i -6km subentra l’Europcar Sicard per preparare l’attacco di Rolland. Quintana lo rintuzza senza difficoltà: a questa distanza dall’arrivo meglio non prendere rischi, meglio evitare le situazioni spinose.
Rolland però si incaponisce, come è nel suo carattere, e dopo un altro paio di accelerazioni Quintana gli lascia il via libera. Quando lo spazio è ormai troppo poco perché il francese possa anche utopicamente insidiare il primato, tocca agli altri salvare le proprie posizioni. Quintana è totalmente padrone della situazione, e lo spirito vendicativo dei colleghi si smorza di fronte all’impellenza di proteggere il proprio piazzamento.
Lavora Urán, prima con il proprio gregario Poels, poi in prima persona, e lo stesso fa Majka, mentre Evans, già da parecchio in affanno, perde le ruote e si sgancia. Hesjedal barcolla ma non molla, finché ai -2,5km Aru considera che la miglior difesa possa essere l’attacco e prova una bella progressione, a cui Quintana e Urán non concedono nemmeno un metro. Va segnalata la posizione spesso arretrata del sardo nel gruppetto, una collocazione inadeguata che lo costringe almeno a un paio di scatti per rientrare allorché l’uomo di cui era a ruota si scolla e fa il buco rispetto a una improvvisa accelerazione dei migliori.
Tutto, come troppo spesso è capitato in questo Giro, si riduce a una lunga volata nell’ultimo chilometro di salita. Rolland viene riassorbito (ma bene ha fatto ad attaccare, una volta di più, e non solo per gli spettatori, ma perché altrimenti sarebbe giunto con Hesjedal o giù di lì, non a 3” da Quintana e Urán, assieme a Pozzovivo, come invece ha fatto).
Aru è il più assatanato, e va a prendersi qualche secondo oltre alla soddisfazione di regolare il gruppo dei migliori. Ma Quintana lo mantiene a tiro con una facilità di pedalata incomparabile. L’alta classiffica del Giro è comunque tutta lì, in un decimo di minuto, la miseria di sei secondi…
A parte Evans, a oltre un minuto, e Kelderman, che dopo il bell’allungo in Val Martello e un abbozzo di tentativo oggi, trova la battuta a vuoto e finisce per pagare pegno, incassando una trentina di secondi dai colleghi.
Un antipasto in vista di domani, quando scopriremo se Aru ha chiesto troppo alle sue gambe…
Se i primi due posti della generale, come quelli della tappa odierna, sono piuttosto saldamente in mani colombiane (quattro atleti diversi, si noti bene!), per il terzo posto sul podio ci sono quattro atleti in 22 secondi. Prevarrà la freschezza di Aru, sempre davanti ai rivali finora in salita (sempre che non si sia spremuto troppo oggi…)? L’atteggiamento sornione di Majka (con Riis si lavora sulla crono)? La spavalderia di Rolland? Oppure tornerà ad alzare la testa Pozzovivo (suo il miglior tempo nel segmento di salita della crono dei vini)?
E poi, Urán ha un vantaggio specifico contro il tempo, e riaprirà il Giro, oppure il Quintana a sua volta dotato per le cronoscalate, e oggi in totale controllo, rifilerà una sonora batosta a tutti?
Quale che sarà lo scenario, l’auspicio è che la tappa decisiva dello Zoncolan, sabato, sia meno impalpabile di quella odierna.

Gabriele Bugada

ORDINE D’ARRIVO
1 Julian David Arredondo Moreno (Col) Trek Factory Racing 4:49:51
2 Fabio Andres Duarte Arevalo (Col) Colombia 0:00:17
3 Philip Deignan (Irl) Team Sky 0:00:37
4 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli 0:01:20
5 Edoardo Zardini (Ita) Bardiani-CSF 0:01:24
6 Thomas De Gendt (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:01:38
7 Ivan Basso (Ita) Cannondale 0:01:43
8 Dario Cataldo (Ita) Team Sky 0:01:59
9 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:02:43
10 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team 0:02:46
11 Rigoberto Uran Uran (Col) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
12 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:02:49
13 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar
14 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo
15 Alberto Losada Alguacil (Spa) Team Katusha 0:02:54
16 Ryder Hesjedal (Can) Garmin Sharp 0:03:02
17 Tim Wellens (Bel) Lotto Belisol 0:03:08
18 Wilco Kelderman (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:03:17
19 Robert Kiserlovski (Cro) Trek Factory Racing
20 Wout Poels (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:03:48
21 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team 0:04:24
22 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale
23 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale
24 André Cardoso (Por) Garmin Sharp
25 Riccardo Zoidl (Aut) Trek Factory Racing
26 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr
27 Jonathan Castroviejo Nicolas (Spa) Movistar Team
28 Serge Pauwels (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:04:51
29 Ivan Rovny (Rus) Tinkoff-Saxo 0:05:07
30 Emanuele Sella (Ita) Androni Giocattoli 0:05:10
31 Sander Armee (Bel) Lotto Belisol 0:05:27
32 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol
33 Marc Goos (Ned) Belkin Pro Cycling Team
34 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team 0:05:30
35 Nicolas Roche (Irl) Tinkoff-Saxo 0:06:15
36 Romain Sicard (Fra) Team Europcar 0:06:19
37 Martijn Keizer (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:06:23
38 Igor Anton Hernandez (Spa) Movistar Team 0:06:41
39 Jan Polanc (Slo) Lampre-Merida 0:06:47
40 Francis Mourey (Fra) FDJ.fr 0:06:50
41 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano 0:07:06
42 Steve Morabito (Swi) BMC Racing Team 0:07:13
43 Sebastian Henao Gomez (Col) Team Sky
44 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida 0:08:17
45 Matteo Rabottini (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo 0:08:25
46 Gianluca Brambilla (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:09:16
47 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo 0:09:24
48 Mikel Landa Meana (Spa) Astana Pro Team
49 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha 0:10:15
50 José Herrada Lopez (Spa) Movistar Team 0:11:06

CLASSIFICA GENERALE
1 Nairo Alexander Quintana Rojas (Col) Movistar Team 77:58:08
2 Rigoberto Uran Uran (Col) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:01:41
3 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar 0:03:29
4 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:03:31
5 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo
6 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:03:52
7 Ryder Hesjedal (Can) Garmin Sharp 0:04:32
8 Wilco Kelderman (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:04:37
9 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team 0:04:59
10 Robert Kiserlovski (Cro) Trek Factory Racing 0:08:33
11 Alexis Vuillermoz (Fra) AG2R La Mondiale 0:15:58
12 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr 0:19:18
13 Ivan Basso (Ita) Cannondale 0:21:25
14 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol 0:25:16
15 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli 0:27:04
16 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 0:28:15
17 Matteo Rabottini (Ita) Neri Sottoli – Yellow Fluo 0:29:53
18 Damiano Cunego (Ita) Lampre-Merida 0:39:18
19 André Cardoso (Por) Garmin Sharp 0:40:42
20 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo 0:41:38
21 Steve Morabito (Swi) BMC Racing Team 0:44:56
22 José Herrada Lopez (Spa) Movistar Team 0:47:24
23 Wout Poels (Ned) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:49:11
24 Sebastian Henao Gomez (Col) Team Sky 0:49:22
25 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team 0:51:42
26 Fabio Andres Duarte Arevalo (Col) Colombia 0:53:48
27 Gianluca Brambilla (Ita) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:56:40
28 Serge Pauwels (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 1:00:26
29 Jarlinson Pantano (Col) Colombia 1:01:24
30 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano 1:01:39
31 Dario Cataldo (Ita) Team Sky 1:02:57
32 Nicolas Roche (Irl) Tinkoff-Saxo 1:07:18
33 Mikel Landa Meana (Spa) Astana Pro Team 1:08:06
34 Francis Mourey (Fra) FDJ.fr 1:08:35
35 Alberto Losada Alguacil (Spa) Team Katusha 1:14:05
36 Marc Goos (Ned) Belkin Pro Cycling Team 1:17:00
37 Philip Deignan (Irl) Team Sky 1:18:23
38 Davide Malacarne (Ita) Team Europcar 1:22:48
39 Jan Polanc (Slo) Lampre-Merida 1:23:37
40 Maxime Bouet (Fra) AG2R La Mondiale 1:24:48
41 Igor Anton Hernandez (Spa) Movistar Team 1:25:38
42 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha 1:31:44
43 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale 1:31:52
44 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida 1:36:27
45 Sander Armee (Bel) Lotto Belisol 1:37:36
46 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team 1:38:19
47 Ivan Rovny (Rus) Tinkoff-Saxo 1:38:27
48 Riccardo Zoidl (Aut) Trek Factory Racing 1:40:02
49 Evgeny Petrov (Rus) Tinkoff-Saxo 1:42:22
50 Romain Sicard (Fra) Team Europcar 1:49:24

BELLUNO – RIFUGIO PANAROTTA: UNA TAPPA AL VETRIOLO

maggio 29, 2014 by Redazione  
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È venuto il momento di misurarsi con le Dolomiti e con una vecchia conoscenza della corsa rosa, la salita del Vetriolo, che non veniva affrontata al Giro dal 1990 e che è stata recentemente riscoperta dal Giro del Trentino. Il nome dell’ascesa è tutto un programma e le sue pendenze lo confermano, pur non essendo estreme. Stavolta, anzi, sarà più dura che in passato perché si affronterà l’inedita appendice verso il Rifugio Panarotta, dove sarà collocato il traguardo di una frazione che porterà il gruppo fin sui 1918 metri del Passo di San Pellegrino.

Nella terza settimana di una grande corse a tappe tutte le frazioni di montagna, anche le meno impegnative, hanno il vetriolo nascosto nelle loro pendenze. Le fatiche accumulate in quindici giorni di gara cominciano a farsi sentire ed emergono ora i grandi campioni, capaci di scavare distacchi sensibili anche quando mancano le pendenze cattive, mentre chi non ha la “stoffa” si spegne alla distanza. Oggi, a dire il vero, le inclinazioni in grado di mettere in croce i corridori giunti a questo punto in debito d’energie ci saranno e pure il “vetriolo” non mancherà, ma si tratterà di quello con la V maiuscola perché è proprio il soprannome della salita deputata ad accogliere le fasi finali dell’unica giornata dolomitica del Giro 2014. È una vecchia conoscenza della corsa rosa, non molto frequentata in passato, ma quei quattro precedenti hanno sempre lasciato il segno, a partire dalla scalata effettuata nel finale della Riva del Garda – Levico Terme del Giro del 1966, che prevedeva l’arrivo al termine della discesa dal Vetriolo e che fu vinta dalla maglia rosa in persona, Gianni Motta. Quel giorno il primo a transitare in vetta sarà lo scalatore spagnolo Julio Jiménez, che farà suo questo GPM anche due anni più tardi, condendo il tutto con l’affermazione nella Brescia – Lago di Caldonazzo. Vent’anni più tardi Torriani riscoprirà il Vetriolo con una cronoscalata vinta dalla maglia rosa in carica, l’americano Andrew Hampsten, poi, dopo la tappa Brescia – Baselga di Pinè del 1990 (primo in vetta e all’arrivo il francese Eric Boyer) calerà il sipario sulla salita trentina, sollevatosi solo in occasione di un arrivo del Trofeo dello Scalatore nel 1996 (successo di Massimo Donati) e di una tappa del Giro del Trentino dell’anno scorso, vinta dal bielorusso Siutsou. La fame di Giro è così tornata a farsi sentire in Valsugana, anche in seguito allo “stuzzichino” della partenza di tappa organizzata a Levico Terme nel 2010, e gli organizzatori hanno colto la palla al balzo per farne l’epilogo della tappa dolomitica. Non sarà proprio un tappone con tutti i crismi (5-6 passi, chilometraggio over 200 Km) ma, per i motivi sopra accennati, questa sarà una delle grandi giornate del 97° Giro d’Italia che, tra l’altro, troverà un Vetriolo più duro rispetto al passato perché la salita è stata prolungata e, anziché far traguardo presso l’omonima stazione termale, si dovrà salirà sino al sovrastante Rifugio Panarotta (1760 metri), coprendo complessivamente 15,8 Km di salita, 1260 metri di dislivello, una pendenza media del 7,9% e una massima del 14%, tutti numeri meritevoli d’attenzione.
Per il via a questa importante giornata s’è scelta Belluno, cittadina che, in quanto a frazioni dolomiche, ha una certo curriculum perché la patria di Dino Buzzati il 2 giugno del 1962 accolse la partenza di una delle più drammatiche giornate della corsa rosa, che avrebbe dovuto terminare a Moena ma che, a causa delle condizioni meteorologiche impossibili, fu dichiarata conclusa in vetta al Passo Rolle, dopo che alcune moto del seguito erano uscite di strada nella discesa verso Predazzo, dichiarando vincitore l’abruzzese Vincenzo Meco. Torriani riproporrà il medesimo itinerario – che, oltre al Rolle, prevedeva i passi Duran, Staulanza, Cereda, Valles e San Pellegrino – l’anno successivo e poi nel 1966 nella direzione inversa, anche se con salite differenti (Pordoi, Falzarego, Tre Croci, Cibiana e Duran), entrambe giornate disputate sino al traguardo prestabilito e consacrate dal successo di due dei campioni più acclamati dell’epoca, da Vito Taccone la prima e da Felice Gimondi la seconda.
I chilometri iniziali di questa frazione ricalcheranno proprio il tratto iniziale della tappa del 1962, passata alla storia anche come “Cavalcata dei Monti Pallidi”, che subito dopo il via s’infilava nella Val Cordevole, al cui imbocco si trova la Certosa di Vedana, innalzata nel XV secolo sul luogo dove si trovava un ospizio per i viandanti intitolato a San Marco e tuttora abitata da una comunità di monache di clausura. Seguendo il corso del torrente Cordevole, la principale via d’acqua dell’area dolomitica assieme al Piave, si giungerà ad Agordo, centro che studi hanno appurato trovarsi sul luogo dove 6000 anni fa esisteva un enorme lago probabilmente formatosi in seguito ad una frana e che, secondo una leggenda, si svuotò per intervento divino, dopo che un bambino vi era caduto e che miracolosamente si salvò. Qui si divideranno i percorsi della tappa del 1962 e del 2014, che comunque punterà ora verso l’ultimo colle di quella storica giornata, il Passo di San Pellegrino, uno dei valichi più arcigni delle Dolomiti, che sarà attaccato proprio dal lato più duro, anche se difficilmente si vedranno bagarre e selezione, almeno tra i big, a causa della notevole distanza che lo separa dal traguardo, dovendosi poi percorrere ancora quasi 120 Km. Di certo rimarrà nelle gambe perché la salita è lunga poco meno di 20 Km e, dopo una prima parte dal decorso tranquillo (nel corso della quale si sfiora Canale d’Agordo, paese natale di Papa Giovanni Paolo I), sfodera il classico “veleno nella coda” negli ultimi 5500 metri, che presentano pendenze di tutto rispetto essendo la media del 9% e la massima del 15%. Raggiunti i 1918 metri di quota del valico, i corridori transiteranno accanto alla chiesetta dedicata al santo titolare, costruita nel 1934 sul luogo dove si trova un ospizio eretto nel 1358 e incendiato durante la Grande Guerra, prima d’intraprendere la discesa verso Moena, la stazione di sport invernali conosciuta anche per il “puzzone”, il formaggio DOP che deve il suo nome al caratteristico odore che emana, controbilanciato, però, da un sapore leggermente piccante (infatti, la denominazione ladina di “spretz tzaorì” punta su quest’aspetto e significa “formaggio saporito”).
Rientrato in provincia di Trento, già attraversata nelle fasi iniziali della tappa del giorno prima, il Giro lascerà subito la Val di Fassa per spostarsi nella vicina Val di Fiemme, percorrenda nella sua interezza. Si toccherà quindi il centro di Predazzo, storica sede della più antica scuola alpina militare del mondo, quella della Guardia di Finanza, nella quale sono stati formati anche molti campioni dello sci, come Ghedina e Thöni. Prima di lasciare la valle se ne attraverserà Cavalese, il cui ruolo di capoluogo è “magnificamente” rappresentato dal palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme, sede dell’omonima istituzione e caratterizzato dagli affreschi che ne adornano la facciata. Uscendo da Cavalese un tratto in discesa condurrà il gruppo sulle rive del piccolo bacino artificiale di Stramentizzo, creato nel 1956 sommergendo l’omonimo abitato, poi, effettuando morbidi saliscendi, ci si dirigerà verso il piede del colle successivo, il Passo del Redebus, ascesa parzialmente inedita, costituita da due balze distinte separate da un tratto in quota lungo circa 6 Km. I primi 3,5 Km al 6,7%, con punte fino al 12,1%, costituiscono la salita delle Sette Fontane (nota anche come Monte Sover), che si supererà affrontando una strada che fu percorsa in discesa durante la cronometro Baselga di Pinè – Cavalese del Giro del 1997, causando non pochi problemi a due dei protagonisti di quell’edizione, il francese Leblanc e il kazako Shefer (vale a dire il 3° e il 4° della classifica generale, in quel momento), entrambi coinvolti in brutte cadute e tutte e due costretti l’indomani a dare forfait. Più impegnativa è la seconda parte della scalata, che in 4,4 Km inclinati all’8,5% raggiunge lo scollinamento verso la Valle dei Mòcheni, conosciuta per l’idioma di origine germanica che ancor oggi vi è parlato, figlio di quella lingua alto-tedesca antica che arrivò alla fine del XIII secolo in questa valle, i cui centri principali sono il comune sparso di Palù del Fersina e Sant’Orsola, località frequentata per cure termali e nella quale, invece si parla correntemente la lingua italiana, in uso in tutto il versante sudoccidentale della valle. La discesa terminerà una ventina di chilometri più avanti a Pergine dove, dominati dal medioevale castello omonimo, il Giro ritroverà la Valsugana a circa 8 Km dall’attacco della salita finale. La strada che i “girini” dovranno percorrere prima di tornare a pedalare in salita, però, sarà un po’ più lunga poichè, invece del percorso diretto, a questo punto gli organizzatori hanno previsto la circumnavigazione del lago di Caldonazzo, il più vasto della regione e le cui acque sono tra le più calde d’Europa tra quelle lacustri. Questa divagazione non aggiungerà nulla al tracciato dal punto di vista altimetrico e soltanto dilaterà a poco d’una dozzina di chilometri il tratto pianeggiante verso Levico Terme, la principale località turistica della valle, frequentata fin dai tempi della dominazione asburgica, periodo nel quale gli allora regnanti erano ospiti in quello che oggi è diventato il più lussuoso albergo di Levico, l’Imperial Grand Hotel Terme, nel 2012 set del film Il volto di un’altra (2012), dov’era spacciato per un’esclusiva clinica di bellezza. Ma non ci sarà tempo, ora, per farsi belli…. toccherà adesso alle pendenze del Vetriolo e alle sue dodici “rughe” il compito di ridisegnare il volto al Giro. Un “ritocchino” che per qualcuno potrebbe non essere indolore.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Passo di San Pellegrino (1918m). Sella prativa dal profilo ondulato, aperta tra le catene di Cima Bocche e di Costabella (facente parte del gruppo della Marmolada). Vi si trovano un minuscolo laghetto, una chiesetta e una stazione di sport invernali, inclusa in ben tre comprensori (Dolomiti Stars, Tre Valli e Dolomitisuperski ). È attraversato dalla SS 346 “del Passo di San Pellegrino”, che mette in comunicazione Moena con Falcade. Il Giro l’ha superato finora 10 volte, che sarebbero state 13 senza l’accorciamento della Belluno – Moena del 1962, il taglio di percorso della Selva di Valgardena – Passo Pordoi del 1991, quando il rischio di una frana dirottò la corsa sulla vicina Marmolada, e la totale modifica al tracciato della tappa delle Tre Cime di Lavaredo dell’anno scorso. Il primo a transitarvi in vetta è stato Vito Taccone nel citato precedente del 1963, l’ultimo Emanuele Sella nel corso della tappa Arabba – Marmolada, da lui vinta al Giro del 2008. Oltre a loro due il San Pellegrino finì in mani italiane nel 2007 (Baliani, tappa Trento – Tre Cime vinta da Riccò) e nel 1978 (Baronchelli), quando fu inserito all’ultimo momento nel tracciato della Treviso – Canazei a causa dell’inagibilità dei passi originariamente previsti (Falzarego e Pordoi), tappa pure conquistata dallo scalatore mantovano.

Sella di Brusago (1103m). Vi sorge l’omonimo abitato ed è toccata nel tratto in quota che precede la seconda parte del Redebus

Passo del Redebus (1455m). Valicato dalla SP 224 tra Bedollo e Palù del Fersina, è quotato 1455 sulle cartine della corsa rosa. Inedito per il Giro, è stato scalato al Giro del Trentino del 2012 (dal versante che si percorrerà in discesa) nel corso della tappa Mori – Sant’Orsola Terme, vinta da Damiano Cunego dopo che sul Redebus era passato per primo Marco Frapporti.

Sella di Pergine Valsugana (482m). Coincide con l’omonimo abitato.

Passo del Compet (1383m). Quotato 1384 sulle cartine del Giro, è lo scollinamento classico della salita del Vetriolo, nel punto dove convergono le strade che salgono da Pergine Valsugana e da Levico Terme. Qui era collocato lo striscione del GPM nei precedenti passaggi della corsa rosa (per i passaggi si rimanda all’articolo), con l’eccezione della cronoscalata del 1988 che terminava a breve distanza, nella località di Vetriolo Terme (ribatezzata nell’occasione da Torriani in Valico del Vetriolo.)

Valico Brennstall (1522m). Toccato lungo l’ascesa finale al Rifugio Panarotta, tra il bivio di Vetriolo (Compet) e il traguardo.

RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

FOTOGALLERY

Belluno e le Dolomiti sullo sfondo (wikipedia)

Belluno e le Dolomiti sullo sfondo (wikipedia)

Certosa di Vedana (www.dolomitiprealpi.it)

Certosa di Vedana (www.dolomitiprealpi.it)

Canale dAgordo, casa natale di Papa Giovanni Paolo I (www.agordocasalpina.it)

Canale d'Agordo, casa natale di Papa Giovanni Paolo I (www.agordocasalpina.it)

La chiesetta del Passo di San Pellegrino (panoramio)

La chiesetta del Passo di San Pellegrino (panoramio)

Predazzo, la scuola alpina delle Fiamme Gialle (www.tafaro.it)

Predazzo, la scuola alpina delle 'Fiamme Gialle' (www.tafaro.it)

Cavalese, Palazzo della Magnifica Comunità Generale di Fiemme (www.paesionline.it)

Cavalese, Palazzo della Magnifica Comunità Generale di Fiemme (www.paesionline.it)

Lago di Stramentizzo (digilander.libero.it/littleredlions)

Lago di Stramentizzo (digilander.libero.it/littleredlions)

Valle dei Mocheni (tripadvisor)

Valle dei Mocheni (tripadvisor)

Il castello di Pergine Valsugana (travelblog.it)

Il castello di Pergine Valsugana (travelblog.it)

Lago di Caldonazzo (panoramio)

Lago di Caldonazzo (panoramio)

L’Imperial Grand Hotel Terme di Levico Terme set del film Il volto di unaltra (www.davinotti.com)

L’Imperial Grand Hotel Terme di Levico Terme set del film 'Il volto di un'altra" (www.davinotti.com)

Lamericano Hampsten al traguardo della cronoscalata del Vetriolo, Giro del 1988 (www.ciclonet.it)

L'americano Hampsten al traguardo della cronoscalata del Vetriolo, Giro del 1988 (www.ciclonet.it)

panorama dalla cima del monte Panarotta e, in trasparenza, l’altimetria della diciottesima tappa (www.bergersworld.at)

panorama dalla cima del monte Panarotta e, in trasparenza, l’altimetria della diciottesima tappa (www.bergersworld.at)

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