21-09-2013

settembre 22, 2013 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GP COSTA DEGLI ETRUSCHI

L’italiano Michele Scarponi (Lampre – Merida) si è imposto nella corsa italiana, San Vincenzo – Donoratico, percorrendo 192 Km in 4h30′51″, alla media di 42,532 Km/h. Ha preceduto di 4″ gli italiani Diego Ulissi (Lampre – Merida) e Filippo Pozzato (Lampre – Merida)

TOUR OF BRITAIN

Il britannico Mark Cavendish (Omega Pharma – Quick Step) si è imposto nella settima tappa, Epsom – Guildford, percorrendo 155 Km in 3h46′57″, alla media di 40,978 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Elia Viviani (Cannondale Pro Cycling Team) e il tedesco ciolek. Il britannico Bradley Wiggins (Sky ProCycling) è ancora leader della classifica, con 26″ sull’elvetico Elmiger e 1′06″ sul britannico Yates. Miglior italiano Francesco Manuel Bongiorno (Bardiani Valvole – CSF Inox), 12° a 2′19″.

GP IMPANIS – VAN PETEGEM

Il belga Sep Vanmarcke (Belkin Pro Cycling Team) si è imposto nella corsa belga, Brakel – Haacht, percorrendo 197 Km in 4h21′48″, alla media di 45,149 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’olandese Weening e di 7″ il belga Baugnies. Miglior italiano Antonio Parrinello (Androni – Venezuela), 5° a 7″.

TOUR BOHEMIA (dilettanti)

L’austriaco Josef Benetseder (WSA) si è imposto nella corsa ceca, Ceske Budejovice – Praga, percorrendo 160,1 Km in 3h50′40″, alla media di 41,644 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo sloveno Bajt e il ceco Polnicky.

L’ITALIA DI FIRENZE

settembre 21, 2013 by Redazione  
Filed under News

A poco più di una settimana dalla prova iridata élite su strada, andiamo ad analizzare possibilità e speranze della nazionale di Paolo Bettini, reduce dalle disastrose spedizioni di Copenaghen e Valkenburg. Nibali sarà il leader designato, con Pozzato, Ponzi, Ulissi e Scarponi quali principali alternative. Nella prova a cronometro, spazio a Pinotti e Malori.

Foto copertina: Vincenzo Nibali, leader azzurro a Firenze, impegnato sull’Alto de Angliru (foto Bettini)

Vincenzo Nibali, Simone Ponzi, Alessandro Vanotti, Luca Paolini, Giampaolo Caruso, Rinaldo Nocentini, Ivan Santaromita, Michele Scarponi, Filippo Pozzato, Diego Ulissi, Giovanni Visconti, Marco Pinotti e Adriano Malori: sono questi i tredici nomi che Paolo Bettini ha convocato per i Mondiali di Firenze, chiamati a riscattare le disfatte di Copenaghen (annunciata) e Valkenburg (meno preventivabile). Nove dei primi undici nomi rappresenteranno l’Italia domenica prossima, nella prova in linea che potrebbe decidere anche il futuro del commissario tecnico, già vicino all’addio in primavera, quando sfumò all’ultimo l’ingaggio di Maximilian Sciandri; Pinotti e Malori disputeranno invece una prova a cronometro dove la lotta per le medaglie appare virtualmente già chiusa, con Cancellara, Martin e Wiggins a spartirsi i metalli.
Come facilmente pronosticabile, il perno della Nazionale sarà Vincenzo Nibali, reduce da un secondo posto agrodolce alla Vuelta che ne ha comunque certificato la buona condizione. L’impegno spagnolo ha costretto il siciliano a spendere più di quanto non abbiano fatto i principali avversari, ma Bettini auspica che le due settimane di stacco tra la passerella madrilena e la prova iridata siano sufficienti a ricaricare le batterie provate dal testa a testa con Horner.
Rispetto ai favoriti (Sagan, Gilbert e Cancellara in testa), Nibali paga soprattutto uno spunto veloce pressoché inesistente; tradotto, ciò significa che lo Squalo avrà bisogno di arrivare da solo, e la Nazionale, di conseguenza, di rendere quanto più duro possibile un tracciato sulla carta selettivo, ma non proibitivo.
Forse proprio per questo il C.T. ha puntato, anziché su una pattuglia di faticatori in grado di tenere cucita la corsa fino all’ultimo giro, su seconde punte capaci di movimentare la gara, purtroppo privata di una discreta fetta di potenziale dislivello dal tratto in linea da Lucca all’imbocco del circuito, pur animato dalle salite di Montecarlo e San Baronto. Alessandro Vanotti, uomo di fiducia di Nibali in Astana (e già in Liquigas fino allo scorso anno) rappresenta l’unico gregario vero e proprio in rosa. Tutti gli altri, in modi e tempi diversi, potrebbero infilarsi in tentativi vari e giocarsi eventualmente le proprie carte, nel caso – in teoria a noi non troppo sgradito – in cui un’azione a lunga gittata dovesse trovare fortuna.
Fra i nostri luogotenenti, spiccano i tre del blocco Lampre: Ulissi, Scarponi e Pozzato. Il primo – l’elemento più giovane della nazionale – è uscito bene dalla Vuelta, piegandosi solo a Joaquim Rodriguez sull’Alto del Naranco, mentre il marchigiano è riuscito a guadagnarsi la convocazione più con il coraggio e la volontà di trovare sempre la fuga buona che non con una condizione apparsa ancora approssimativa. Pozzato, infine, potrebbe invece essere una sorta di jolly, essendo l’unico azzurro fornito di una volata degna di tale nome, forte anche di uno stato di forma garantito dalle prestazioni offerte a Plouay e in Canada.
Dalla Vuelta viene anche la coppia Katusha formata da Giampaolo Caruso, principale candidato ad un lavoro di gregariato puro insieme a Vanotti, nonché brillante scudiero di Rodriguez sulle strade spagnole, e Luca Paolini, meno convincente in terra iberica, ma pedina fondamentale nella testa di Bettini (in attesa di capire se potrà esserlo anche in strada). Insieme a loro, hanno pedalato anche il campione d’Italia Santaromita, capace di curare una buona classifica per più di metà corsa, e Rinaldo Nocentini, vanamente dedicatosi a cercare un successo di tappa solo sfiorato a Castelldefels, quando fu beffato da Barguil.
L’estate oltre ogni aspettativa di Simone Ponzi, vincitore di una tappa alla Vuelta a Burgos e del Trittico Lombardo, ed inchinatosi solo ad un Sagan ingiocabile a Montréal, ha garantito a Nibali l’opportunità di aggiungere un altro uomo Astana alla pattuglia azzurra. La scarsa esperienza ai massimi livelli del 26enne di Manerbio rende improbabile un ruolo diverso da quello di animatore della corsa prima dell’ultima giro, se non altro per l’incerta tenuta su una distanza di oltre 270 km. Il corridore ammirato in Canada, primo degli umani dietro uno dei migliori Sagan di stagione, potrebbe però ritagliarsi un ruolo anche più importante.
Forse ancora superiore è stato il 2013 di Giovanni Visconti, contro il quale gioca però l’aver raccolto tutti i risultati di maggior prestigio nella prima metà di stagione. Il doppio successo di tappa al Giro d’Italia, ed in particolare il pezzo di bravura di Vicenza, avevano indotto alcuni ad ipotizzare per lui addirittura i galloni di co-capitano al Mondiale, ma un’estate molto meno convincente ha probabilmente declassato il tre volte campione italiano ad un ruolo più marginale.
L’esigenza di correre all’arma bianca è stata probabilmente la principale ragione dell’esclusione più discussa, quella di Enrico Gasparotto. Il 6° posto alla Liegi e la buona gamba dimostrata nelle ultime settimane non sono state sufficienti a persuadere Bettini, che vedeva forse nel friulano un uomo più da finale a ranghi semi-compatti che non un possibile attaccante. Meno contestabili, invece, le mancate convocazioni di altri italiani protagonisti alla Vuelta, quali Pozzovivo – 6° in classifica generale, ma troppo scalatore e protagonista di una terza settimana in calando -, e Ivan Basso, che deve forse l’esclusione più al ritiro e alle conseguenze del principio di congelamento nella discesa dell’Envalira che ad una incompatibilità di caratteristiche con il resto della squadra.
Già ad una prima occhiata alla lista dei convocati, non può non saltare all’occhio la presenza di corridori con alle spalle squalifiche per doping, esclusi a priori negli ultimi anni dall’ignobile diktat di Renato Di Rocco. Ritornare di sua iniziativa su una decisione tanto scellerata parrebbe scelta troppo saggia per il Presidente federale, forse mosso più dal timore delle conseguenze che un terzo fallimento mondiale avrebbe avuto sulla sua immagine che non da un improvviso recupero di principi fondamentali non soltanto della vita sportiva. A prescindere dalle motivazioni di una decisione che condividiamo comunque appieno, il cambio di rotta ha offerto al C.T. una maggiore varietà di scelta, e ha dato luogo ad una Nazionale meno giovane ma più solida, forte di uomini di sicuro affidamento come Michele Scarponi.
Ciononostante, l’impressione è che l’Italia si avvicini ad un altro Mondiale da outsider: meno talentuosa di squadre come Spagna e Belgio, e senza i mostri che potranno schierare anche Nazionali tradizionalmente minori quali Svizzera, Slovacchia e l’ormai sempre più consolidata Gran Bretagna. Impossibile pensare di ripetere l’exploit di cinque anni fa, quando, dinanzi al pubblico di Varese, una delle formazioni più dominanti della storia recente dei Campionati del Mondo occupò prima, seconda e quarta piazza con Ballan, Cunego e Rebellin, permettendosi al contempo il lusso di sfruttare il bi-campione in carica e oggi C.T. Bettini per tendere un’imboscata agli altri leader. Le speranze di successo sono queste volte riposte nella possibilità di una gara anomala e nella classe di Vincenzo Nibali. Dopo la perla del Giro stravinto, contornato dai successi della Tirreno e del Trentino e dal podio alla Vuelta, Mondiale e Lombardia chiameranno il siciliano agli ultimi sforzi, per provare a trasformare una grande stagione in una da incorniciare.

Matteo Novarini

20-09-2013

settembre 21, 2013 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GRAND PRIX DE LA SOMME

Il belga Preben Van Hecke (Topsport Vlaanderen – Baloise) si è imposto nella corsa francese, Abbeville – Poix de Picardie, percorrendo 201,8 Km in 4h47′37″, alla media di 42,097 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Delpech e l’olandese Van Der Lijke.

KAMPIOENSCHAP VAN VLAANDEREN

Il belga Jens Debusschere (Lotto Belisol Team) si è imposto nella corsa belga, circuito di Koolskamp, percorrendo 196,8 Km in 4h25′31, alla media di 44,472 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Planckaert e Van Staeyen.

TOUR OF BRITAIN

Il britannico Simon Yates (nazionale britannica) si è imposto nella sesta tappa, Sidmouth – Haytor, percorrendo 137 Km in 3h23′44″, alla media di 40,347 Km/h. Ha preceduto di 2″ l’elvetico Elmiger e lo spagnolo López García. Miglior italiano Francesco Manuel Bongiorno (Bardiani Valvole – CSF Inox), 8° a 12″. Il britannico Bradley Wiggins (Sky ProCycling) è ancora leader della classifica, con 32″ su Elmiger e 1′06″ su Yates. Miglior italiano Bongiorno, 12° a 2′19″.

TOUR OF CHINA I

Il russo Kirill Pozdnyakov (Synergy Baku Cycling Project) si è imposto nella sesta ed ultima tappa, Zunyi Songkan – Zunyi, percorrendo 137,2 Km in 3h43′01″, alla media di 36,912 Km/h. Ha preceduto di 1″ il portoghese Maciel Gonçalves e lo spagnolo Zaballa Gutiérrez. Miglior italiano Daniele Aldegheri (Christina Watches – Onfone), 21° a 3′32″. In classifica si impone Pozdnyakov con 1″ su Zaballa Gutiérrez e Maciel Gonçalves. Miglior italiano Aldegheri, 17° a 3′38″.

GRAN PREMIO FIERA DEL RISO (dilettanti)

L’italiano Nicola Toffali (General Store Zardini Imedlago) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Isola della Scala, percorrendo 135,2 Km in 2h50′21″, alla media di 47,619 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Fabio Chinello (Team Marchiol-Emisfero-Site) e Daniele Cavasin (Zalf Euromobil Désirée Fior)

19-09-2013

settembre 20, 2013 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR OF BRITAIN

L’irlandese Sam Bennett (An Post – Chainreaction) si è imposto nella quinta tappa, Machynlleth – Caerphilly, percorrendo 177,1 Km in 4h35′29″, alla media di 38,752 Km/h. Ha preceduto allo sprint il polacco Golas e l’elvetico Elmiger. Miglior italiano Francesco Manuel Bongiorno (Bardiani Valvole – CSF Inox), 11°. Il britannico Bradley Wiggins (Sky ProCycling) è ancora leader della classifica, con 37″ sul connazionale Stannard e 43″ su Elmiger. Miglior italiano Bongiorno, 14° a 2′14″.

TOUR OF CHINA I

Il francese Benjamin Giraud (La Pomme Marseille) si è imposto nella quinta tappa, circuito di Chongqing Banan, percorrendo 124,2 Km in 2h56′16″, alla media di 42,277 Km/h. Ha preceduto allo sprint il portoghese Silvestre e l’italiano Daniele Aldegheri (Christina Watches – Onfone). Giraud è ancora leader della classifica, con 15″ sull’austriaco Biedermann e 18″ sull’italiano Andrea Peron (Team Novo Nordisk).

GRAN PREMIO FIERA DEL RISO (dilettanti)

L’italiano Nicola Toffali (General Store Zardini Imedlago) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Isola della Scala, percorrendo 135,2 Km in 2h50′21″, alla media di 47,619 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Fabio Chinello (Team Marchiol-Emisfero-Site) e Daniele Cavasin (Zalf Euromobil Désirée Fior)

BAKELANTS BEFFA L’ESPERTO VOECKLER

settembre 19, 2013 by Redazione  
Filed under News

Vittoria belga al Gran Prix de Wallonie, che ha visto trionfare proprio un atleta di casa, Jan Bakelants (Radioshack), che negli ultimi 100 metri ha beffato il francese Thomas Voeckler in un testa a testa infinito. Dietro i due si classifica al terzo posto un corridore costante come Mathias Frank (BMC), più indietro invece Vachon (Bretagne-Schuller) e Kwiatkowski (Omega-Quick Step).

Foto copertina: il succeso di Bakelants a Namur (www.dhnet.be)

Quando si potrà assistere di nuovo ad un arrivo in cui un ventisettenne, Jan Bakelants, infila come un “pollo” un trentaquattrenne navigato ed esperto come Thomas Voeckler? “Mistero dello sport” potrebbe essere una delle ipotetiche risposte ad un quesito che di risposte certe proprio non ne ha.
Sta di fatto che questo corridore belga continua ad impressionare per l’elevato livello delle sue prestazioni. Dopo aver corso un Tour de France davvero notevole, con la vittoria di tappa ad Ajaccio e annessa maglia gialla, Bakelants non ha voluto spegnersi ed ha dimostrato la propria condizione anche all’Eneco Tour, conquistando il quarto posto nella generale, e nelle classiche canadesi terminandole entrambi nel limite della Top 15. E oggi è tornato ad aggiudicarsi una corsa importante come il Gran Premio di Vallonia, per di più nel suo paese (anche se lui è fiammingo).
Il Gran Prix de Wallonie si è disputato sulle nervose strade della regione vallone dove i corridori hanno affrontato le diverse salitelle che contraddistinguono il percorso, dopo essere partiti da Chaudfontaine per terminare in cima alla breve rampa che porta alla cittadella di Namur.
L’inizio è stato condito da una partenza scoppiettante, come solitamente accade in queste corse, e solo dopo una ventina di chilometri un tentativo di fuga riesce a prendere il largo, composto da dieci corridori (Terpstra, Juul Jensen, Le Gac, Curvers, Warbasse, Veuchelen, Gerard, Hardy, Claes e Jerome), ai quali il gruppo, vista la pericolosità degli uomini in avanscoperta, non ha voluto concedere più di due minuti. Nella seconda parte di gara anche il gruppo si è messo ad accelerare, sia per avvicinarsi al plotoncino in testa alla corsa, sia per staccare i corridori meno in forma, tutto questo grazie alla sinergia di squadre come Omega-Quick Step e Vacansoleil. Il momento decisivo si è verificato a venti chilometri dal traguardo e più precisamente sulla Côte de Lustin, dove un attivo Jan Bakelants ha cercato lo scatto, subito seguito da Mathias Frank e solo in seguito da Thomas Voeckler, che evidentemente credeva in un’immediata reazione da parte di altri corridori.
Il terzetto al comando è riuscito a guadagnare subito 25 secondi, anche perché il gruppo inseguitore non trovava una squadra organizzata che potesse ridurre lo svantaggio e, quindi, per questo plotone le speranze di rientrare si erano davvero ridotte al lumicino.
La battaglia per la vittoria è dunque limitata ai soli tre corridori al comando e a due chilometri dall’arrivo c’è già un piccolo cambiamento: dopo un’accelerata di Voeckler sui primi metri di salita risponde il solo Bakelants, mentre Frank deve dire addio alle sue possibilità di vincere la gara.
Voeckler ragiona perfettamente e grazie alla sua esperienza riesce a far lavorare parecchio il compagno di fuga prima dello sprint finale: a 200 metri dal traguardo il francese comincia la progressione provando ad anticipare Bakelants prima delle impegnative curve finali, ma il belga non si lascia ingannare e prima dell’ultima svolta riesce a riportarsi su di lui e a passarlo durante la traiettoria finale, non cadendo per miracolo, mentre anche il francese per evitare lo scontro è costretto a frenare, per assistere poi e ai festeggiamenti di Jan Bakelants.
Otto secondi dopo il belga giunge in terza posizione lo svizzero Frank, seguito da Vachon, Kwiatkowski, Tom Dumoulin, Waeteyns, Chavanel e Gilbert, che nel finale ha cercato di non sprecare molte energie visto che Firenze si avvicina.

Paolo Terzi

18-09-2013

settembre 19, 2013 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GRAND PRIX DE WALLONIE

Il belga Jan Bakelants (RadioShack – Leopard) si è imposto nella corsa belga, Chaudfontaine – Namûr, percorrendo 203,1 Km in 4h54′47″, alla media di 41,339 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Voeckler e di 8″ l’elvetico Frank. Miglior italiano Manuele Boaro (Team Saxo – Tinkoff), 21° a 37″.

TOUR OF BRITAIN

Il britannico Mark Cavendish (Omega Pharma – Quick Step) si è imposto nella quarta tappa, Stoke-on-Trent – Llanberis, percorrendo 188,4 Km in 4h45′42″, alla media di 39,566 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Elia Viviani (Cannondale Pro Cycling Team) e l’australiano Von Hoff. Il britannico Bradley Wiggins (Sky ProCycling) è ancora leader della classifica, con 37″ sul connazionale Stannard e 47″ sull’elvetico Elmiger. Miglior italiano Marco Coledan (Bardiani Valvole – CSF Inox), 12° a 1′26″.

TOUR OF CHINA I

L’ucraino Maksym Averin (Atlas Personal – Jakroo) si è imposto nella quarta tappa, circuito di Chengdu Dujiangyan, percorrendo 101,7 Km in 2h31′00″, alla media di 40,410 Km/h. Ha preceduto allo sprint il lussemburghese Kirsch e il francese Benjamin Giraud (La Pomme Marseille). Miglior italiano Andrea Peron (Team Novo Nordisk), 4°. Giraud è ancora leader della classifica, con 5″ sull’austriaco Biedermann e 8″ su Peron.

17-09-2013

settembre 18, 2013 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR OF BRITAIN

Il britannico Bradley Wiggins (Sky ProCycling) si è imposto nella terza tappa, circuito a cronometro di Knowsley, percorrendo 16,1 Km in 19′54″, alla media di 48,543 Km/h. Ha preceduto di 36″ il connazionale Stannard e di 42″ il neozelandese Bauer. Miglior italiano Stefano Pirazzi (Bardiani Valvole – CSF Inox), 8° a 1′22″. Wiggins è il nuovo leader della classifica, con 37″ su Stannard e 47″ sull’elvetico Elmiger. Miglior italiano Marco Coledan (Bardiani Valvole – CSF Inox), 12° a 1′26″.

TOUR OF CHINA I

Il ceco Alois Kankovsky (ASC Dukla Praha) si è imposto nella terza tappa, circuito di Chengdu Pengzhou, percorrendo 151 Km in 3h30′10″, alla media di 43,108 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’austriaco Biedermann e l’italiano Andrea Peron (Team Novo Nordisk). Il francese Benjamin Giraud (La Pomme Marseille) è ancora leader della classifica, con 1″ su Biedermann e 3″ sul ceco Hochmann. Miglior italiano Peron, 4° a 4″.

PAGELLE 2013: PROMOSSI E BOCCIATI DELLA VUELTA A ESPAÑA

settembre 17, 2013 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

L’ultimo Grande Giro della stagione 2013 se l’è aggiudicato il quarantaduenne statunitense Christopher Horner, che è così il più vecchio vincitore di una corsa a tappe non solo dell’era moderna ma dell’intera storia del ciclismo. A completare il podio un’indomabile Vincenzo Nibali ed un parsimonioso Alejandro Valverde. Va segnalata, infine, la splendida prestazione offerta dalla giovane promessa francese Warren Barguil e la conquista del primo successo stagionale per il Campione del Mondo in carica Philippe Gilbert.

Foto copertina: Chris Horner (foto Bettini)

Christopher Horner: “L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DI HORNER”, potrebbe intitolarsi in questo modo un libro che intendesse narrare le gesta dello statunitense in terra iberica, raccontando fatti e misfatti dell’edizione numero 68 della Vuelta appena conclusa. Perché a questo spettacolo abbiamo assistito: ad un ciclista che, ogni qualvolta la strada si impennava sotto le ruote dei corridori, iniziava a balzellare sui pedali con la leggiadria di una libellula, pur spingendo dei rapporti pazzeschi. Una facilità di pedalata ed una delicatezza nel gesto atletico degne dei più grandi grimpeurs della storia del “mondo delle due ruote”. Saremmo tutti entusiasti di scrivere e declamare le imprese di un ciclista di questa natura, di uno scalatore puro, ma purtroppo non è questo il caso cui ci troviamo di fronte. Al contrario, siamo al cospetto di un corridore di 42 anni che si è affacciato al mondo del ciclismo internazionale già in età avanzata, intorno ai 33-34 anni, dopo aver conquistato qualche garetta negli Usa e che, fino ad oggi, non aveva raccolto quasi nulla di significativo, se si esclude la vittoria al Giro dei Paesi Baschi di un paio di stagioni fa. Il resto sono fatti di cronaca corrente: il cowboy ha fatto il bello e il cattivo tempo in salita, aggiudicandosi due belle vittorie parziali e dando l’impressione, almeno al sottoscritto, di non aver voluto strafare. In gruppo è soprannominato “the Bomber”, in Italia è meglio noto con il soprannome di “Sorriso”, per quella strana espressione che gli si dipinge sul volto quando è sotto sforzo. Bisogna ammettere, in effetti, che qualche “sorriso” è riuscito a strapparlo anche a noi nel corso dei 21 giorni di corsa. Voto: 10 e lode

Vincenzo Nibali: solo pochi grandi interpreti di ciclismo sono riusciti nell’impresa di vincere nella stessa stagione Giro d’Italia e Tour de France, aggiudicandosi così “l’accoppiata reale”, altri sono stati capaci di firmare la doppietta meno nobile, seppur di grande prestigio, Giro d’Italia e Vuelta a España. Il siciliano avrebbe fatto parte di quest’ultima categoria di ciclisti se non avesse dovuto misurarsi con le strabilianti prestazioni offerte da un navigato corridore statunitense. In effetti, con Sorriso, Vincenzo aveva già avuto modo di battagliare sulle strade della Tirreno-Adriatico, ma questi livelli di competitività da parte dell’americano erano obiettivamente imprevedibili. Ad ogni modo il capitano della Astana s’è battuto con onore lungo tutto il percorso anche se, a pensarci per bene, avrebbe potuto giocarsi meglio le proprie carte sull’Angliru. Non me la sento di attribuire la responsabilità di una condotta di gara sbagliata al ciclista ma i direttori sportivi potevano di certo impostare la corsa diversamente, proverò a spiegare le ragioni di questa critica. Per prima cosa avrebbero dovuto analizzare a fondo i punti deboli dell’avversario, ovvero di Horner, che essenzialmente si riducono ad una incapacità di rispondere con prontezza alle “rasoiate” e ad una non perfetta destrezza nel guidare il mezzo in discesa e sui tracciati più tortuosi. Queste difficoltà dell’americano rappresentano esattamente i punti di forza dell’italiano, e su questi bisognava far leva per tentare di sconfiggere lo statunitense. Invece ciò non è avvenuto, e Vincenzo si è lanciato in una serie di scatti secchi, ma troppo lontani dal traguardo mentre avrebbe potuto, e questa rappresenta la seconda obiezione che mi sento di muovere, attendere il finale e sfruttare appieno la parte conclusiva dell’ascesa, la quale presenta pendenze più dolci e una serie di curve su cui difficilmente Horner avrebbe potuto ricucire un eventuale strappo. Infatti, penso che senza tutte le accelerazioni dell’italiano, Sorriso non si sarebbe esposto in prima persona per cercare di staccarlo perché il rischio di “saltare” su quelle pendenze è troppo elevato. Bisogna comunque ringraziare Vincenzo per la grinta e l’impegno mostrato in tutte le frazioni e sperare che tutte le energie spese non gli risultino fatali al Mondiale. Voto: 9

Warren Barguil: quando a 22 anni ci si rende protagonisti di azioni come quelle promosse da questo ciclista francese, si può avere una certa sicurezza nell’affermare di trovarsi di fronte ad un fenomeno. Fisico asciutto, cervello fino: la vittoria conquistata a spese di Nocentini ne ha mostrato la forza quella ottenuta su Uran ne ha evidenziato anche l’intelligenza tattica. Ci aspettiamo grandi cose da questo corridore. Voto: 9

Philippe Gilbert, Fabian Cancellara: entrambi alla ricerca della condizione migliore in vista del Campionato del Mondo. Entrambi l’hanno raggiunta, trovando anche il modo di aggiudicarsi una tappa ciascuno. I loro fisici si sono asciugati a dovere nel corso delle tre settimane e hanno dimostrato che le gambe girano paurosamente bene. Il primo dei due punta a vincere a Firenze per risollevare le sorti di una stagione che altrimenti sarebbe da dimenticare, il secondo mira a vestirsi dell’iride per coronare una stagione e una carriera da fenomeno assoluto. Ci attende una lotta tra titani. Voto: 8

Alejandro Valverde: ultimamente gli capita sempre più spesso di sconfessare il soprannome di “Embatido” per il quale è noto nell’ambiente del ciclismo. La gara a tappe spagnola, purtroppo per lui, non ha fatto eccezione e il ciclista ha dovuto accontentarsi della piazza d’onore. Ad ogni modo bisogna riconoscere all’iberico di essersi preparato con meticolosità per la corsa di casa e, a poco meno di un mese dalla conclusione di un Tour de France che lo ha visto protagonista, non è aspetto di poco conto. Grazie ad una condotta di gara come sempre accorta ed attenta a non sprecare energie utili, è riuscito ad impreziosire ulteriormente la sua già ricca carriera con questo podio, anche se c’è da scommettere che le ambizioni fossero ben altre. Voto: 7

Joaquim Rodriguez: anche lui reduce da un Tour de France che lo ha visto addirittura aggiudicarsi il terzo gradino del podio, puntava decisamente a conquistare la prima corsa a tappe della carriera. Purtroppo, anche il simpatico Purito ha dovuto rinunciare ai sogni di gloria a causa di un fattore imprevisto, rappresentato da Horner, che ha perturbato tutti gli equilibri della competizione. Partito in sordina, come sua abitudine, ha lasciato che il compagno di squadra Moreno tentasse di aggiudicarsi qualche successo parziale, per poi iniziare a carburare con il passare dei giorni. Ha provato a far saltare il banco ma si è dovuto inchinare allo strapotere di Sorriso. Un bel successo di tappa conquistato non può di certo consolarlo. Voto: 7

Nicholas Roche: s’è battuto come un leone, ha tentato di tutto ma il fisico possente di cui è dotato mal si concilia con le pendenze a doppia cifra che presentavano le salite spagnole. Con onore e tenacia conquista un degno quinto posto finale. Voto: 6,5

Thibaut Pinot: il giovane francese ha provato in più di un’occasione di movimentare la corsa, ma le gambe non hanno risposto come evidentemente si aspettava. Per la sua età, il settimo posto finale rappresenta comunque un risultato apprezzabile. Voto: 6

Domenico Pozzovivo: doveva ad ogni costo provare ad aggiudicarsi finalmente il tanto agognato podio in carriera in una corsa a tappe (e date le innumerevoli salite presenti quest’anno poteva essere raggiunto) ma, per una serie di coincidenze, anche questa volta ha concluso un Grande Giro con un nulla di fatto. L’età avanza e anche per il forte scalatore lucano il tempo per provare a combinare qualcosa di significativo in carriera è ormai poco. Dispiace dirlo, ma un ciclista che punta a vincere un GT non può continuare ad avere abitudini in corsa assolutamente deleterie come quelle, ad esempio, di rimanere sempre nelle ultime posizioni del plotone. Pazienza se il podio non è arrivato ma, dopo la straordinaria cronometro di cui si è reso protagonista, almeno un successo parziale ce lo aspettavamo. Voto: 5

Roman Kreuziger: dopo le ottime prestazioni sia in salita che, soprattutto, in pianura, mostrate nel corso del Tour de France, attendevamo una conferma da parte del ceco sulle strade spagnole ma questa non è avvenuta. Probabilmente non ha recuperato lo sforzo, sicuramente il percorso era troppo esigente per le caratteristiche tecniche del ciclista. Voto: 4

Samuel Sanchez: anche da più giovane mal digeriva le lunghe corse a tappe, non ci si può certo aspettare ora che ha già raggiunto i 35 anni che faccia faville sulle lunghe salite. Un nono posto finale, tuttavia, per un atleta del suo rango, senza nemmeno un successo di tappa è un risultato oggettivamente deludente. Voto: 5

Rigoberto Uran: dopo le mirabili azioni messe in scena nel corso del Giro d’Italia era lecito pensare che anche in Spagna il colombiano avrebbe potuto togliersi qualche soddisfazione. Invece ha preferito nascondersi, magari affinando la condizione in vista del Mondiale, tentando solo in un paio di occasioni di vincere una frazione. E ci sarebbe riuscito, almeno l’ultima volta, se non fosse stato un po’ troppo presuntuoso, cercando di staccare immediatamente il giovane francese Barguil una volta raggiuntolo in salita. Una Vuelta, ad ogni modo, insoddisfacente per un corridore della sua caratura. Voto: 4,5

Michele Scarponi: aveva promesso grandi cose, ci saremmo accontentati di un successo parziale che però non è arrivato seppur per poco. Come spesso gli accade, alle grandi dichiarazioni della vigilia non fa poi seguire altrettante mirabili azioni in corsa. L’aver gareggiato in Spagna gli è valsa comunque la convocazione in nazionale. Voto: 4

Carlos Betancur: letteralmente un fantasma, non si è mai visto nemmeno per sbaglio nel corso delle tre settimane. Al Campionato del Mondo bisognerà marcarlo strettissimo. Voto: 3

Francesco Gandolfi (gandolfi.francesco@libero.it)

16-09-2013

settembre 17, 2013 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR OF BRITAIN

Il tedesco Gerald Ciolek (MTN Qhubeka) si è imposto nella seconda tappa, Carlisle – Kendal, percorrendo 186,6 Km in 5h01′01″, alla media di 37,194 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’irlandese Bennett e di 6″ lo svedese Lövkvist. Miglior italiano Marco Coledan (Bardiani Valvole – CSF Inox), 8° a 9″. Ciolek è il nuovo leader della classifica, con 20″ sul britannico Yates e sul polacco Golas. Miglior italiano Coledan, 4° a 23″.

TOUR OF CHINA I

Il francese Benjamin Giraud (La Pomme Marseille) si è imposto nella seconda tappa, Deyang – Shifang, percorrendo 201,6 Km in 4h33′11″, alla media di 44,278 Km/h. Ha preceduto allo sprint il ceco Kankovsky e il malesiano Manan. Miglior italiano Giorgio Brambilla (Atlas Personal – Jakroo), 5°. Giraud è il nuovo leader della classifica, con 3″ sul ceco Hochmann e 7″ sull’austriaco Biedermann. Miglior italiano Andrea Peron (Team Novo Nordisk), 5° a 9″.

TOUR OF HOKKAIDO (Giappone)

Il giapponese Genki Yamamoto si è imposto nella terza ed ultima tappa, Kutchan – Otaru, percorrendo 113,9 Km in 2h46′36″, alla media di 41,020 Km/h. Ha preceduto di 8″ il connazionale Uchima e di 32″ il connazionale Fukushima. Miglior italiano Alberto Cecchin (Team Nippo – De Rosa), 11° a 1′05″. In classifica si impone il francese Thomas Lebas (Bridgestone Anchor), con 25″ sul connazionale Monier e 51″ sull’australiano Galloway Prete. Miglior italano Leonardo Pinizzotto (Team Nippo – De Rosa), 8° a 1′46″.

SAGAN ARREMBANTE, STACCA TUTTI E SI PRESENTA SOLO AL TRAGUARDO

settembre 16, 2013 by Redazione  
Filed under News

Il fenomeno slovacco Peter Sagan (Cannondale) detta legge anche al Gran Prix de Montreal, timbrando così la vittoria numero 22 della stagione 2013. Nella classica canadese Sagan ha voluto esagerare: sulla Cote du Polytechnique lo slovacco ha salutato tutta la compagnia, viaggiando da solo fino al traguardo e anticipando di pochi metri il bresciano Simone Ponzi (Astana) ed il beniamino di casa Ryder Hesjedal (Garmin-Sharp).

Foto copertina: Sagan svetta tra i grattacieli di Montreal (foto Oran Kelly / PhotoSport International)

Niente, Peter Sagan non si vuole accontentare. Forse è questo il suo segreto che gli permette di vincere un’enorme quantità di corse ogni anno. Non sussistono nemmeno i paragoni, non è un velocista come i vari Cavendish, Petacchi perché sa’ vincere anche per distacco ma nemmeno un mero uomo da classiche alla Gilbert perché vince anche le volate. É un corridore alla Sagan, quello che vince dappertutto, fuorché i grandi giri. Nell’odierna classica di Montreal ha dato dimostrazione di essere in ottima condizione soprattutto in ottica Firenze (dove sarà, assieme a Cancellara, Gilbert, Nibali e Valverde, uno degli uomini da battere), riuscendo così ad entrare nel terzo picco di condizione, difficile da trovare per chiunque, soprattutto dal punto di vista mentale.
Per quanto riguarda il percorso, questo Gran Premio di Montreal offriva un circuito di 12 chilometri ciascuno da ripetere per 17 volte con la presenza, ad ogni giro, di due salite: la prima ad inizio tornata, la Cote de Camillien-Houde lunga due chilometri per una pendenza media dell’8%, e la seconda a metà circuito, la Cote de Polytechnique, 780 metri al 6%, e infine una rampetta sul traguardo al 4%.
Nella prima parte di gara la fuga non impiega molto tempo prima di partire ed è composta da sette corridori: Zachary Bell (Selezione Canadese), Ruben Perez (Euskaltel Euskadi), Danilo Hondo (Radioshack-Trek), Sergio Paulinho (Saxo Bank-Tinkoff), William Clarke (Argos-Shimano), Valerio Agnoli (Astana) e Adriano Malori (Lampre-Merida). Ma il loro tentativo è destinato a fallire dato che il gruppo concederà loro un vantaggio massimo di cinque minuti, troppo esiguo per poter sperare di arrivare fino alla fine.
Il gruppo inizia a menare piuttosto forte a cominciare dal settimo giro e col passare di sei tornate il vantaggio dei battistrada è completamente scemato cosicché la situazione torna di gruppo compatto, anche se non per molto.
A metà del terzultimo giro alcuni corridori si muovono sulla salita del Polytechnique, e tra di loro un pimpante Damiano Cunego, Daniel Oss, Kolobnev, Izaguirre, Herrada, Wellens e Gautier, che in poco tempo riescono a distanziare il gruppo anche di 25 secondi, ma il non perfetto accordo tra i fuggitivi non permette loro di guadagnare molto vantaggio, ed è nella successiva tornata che si riportano sulla testa della corsa corridori del calibro di Contador, Van Garderen e lo stesso Sagan; tuttavia l’accordo resta precario e il plotone riesce a rientrare su di loro.
Qualche attimo dopo il ricongiungimento parte Micheal Albasini (Orica-Greenedge) e nonostante nessun altro si accodi allo svizzero, il corridore elvetico tenta comunque l’attacco solitario che dura fino all’ultimo attracco della prima salita dove scoppia la bagarre. Il primo ad attaccare è Chris Froome che se non altro allunga il gruppo, ma più profondo è l’attacco di Robert Gesink che non sembra avere rivali in salita e guadagnerà un centinaio di metri; a quel punto il primo (e l’unico) a reagire è Sagan, che con un passo forte ma regolare, si riporta sull’olandese, assieme ad un gruppetto di corridori selezionatisi dal ritmo dello slovacco.
Sono quindi una ventina di corridori che comandano la corsa, ma l’assenza di una squadra organizzata rende la gara molto anarchica, con un sacco di scatti e controscatti. É sulla successiva salita che si decide la corsa, con l’attacco di Sagan in persona che mostra subito la sua superiorità guadagnando terreno su tutti gli altri corridori: il vantaggio impenna immediatamente toccando i 18”, mentre gli inseguitori ancora stentavano a trovare un passo regolare che avrebbe potuto permettere loro di rientrare sullo slovacco.
Negli ultimi metri la situazione di corsa vede ancora Sagan ben saldo in testa alla gara, mentre dietro riuscivano a guadagnare qualche metro la coppia formata da Ponzi e Hesjedal, inseguiti a loro volta da un gruppetto comprendente una decina di corridori tra i quali Pozzato, Gasparotto, Rui Costa.
A festeggiare sul traguardo è comunque Peter Sagan, che anticipa Simone Ponzi e Ryder Hesjedal, mentre si classificano appena fuori dal podio Van Avermaet, Pozzato, Rui Costa, Gasparotto, Nordhaug, Izaguirre Insausti e Bakelants.
Il tutto con l’ottica puntata su Firenze, tra due settimane.

Paolo Terzi

« Pagina precedentePagina successiva »