17-07-2013

luglio 17, 2013 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE FRANCE

Il britannico Christopher Froome (Sky ProCycling) si è imposto nella diciassettesima tappa, cronometro Embrun – Chorges, percorrendo 32 Km in 51′33″ alla media di 37,245 Km/h. Ha preceduto di 9″ lo spagnolo Contador Velasco e di 10″ lo spagnolo Rodríguez Oliver. Miglior italiano Alessandro De Marchi (Cannondale Pro Cycling Team), 20° a 2′42″. Froome è ancora maglia gialla con 4′34″ su Contador Velasco e 4′51″ su Kreuziger. Miglior italiano Davide Malacarne (Team Europcar), 51° a 1h11′03″.

TOUR OF QINGHAI LAKE (Cina)

Il francese Benjamin Giraud (La Pomme Marseille) si è imposto nella decima tappa, Wuwei – Jingtai, percorrendo 191 Km in 4h02′08″ alla media di 47,329 Km/h. Ha preceduto allo sprint il britannico Thwaites e il messicano Martins Sandoval. Miglior italiano Sacha Modolo (Bardiani Valvole – CSF Inox), 5° a 23″. L’iraniano Samad Poor Seiedi (Tabriz Petrochemical Team) è ancora leader della classifica, con 42″ sul kazako Nepomnyachsniy e 1′06″ sul kazako Fominykh. Miglior italiano Angelo Pagani (Bardiani Valvole – CSF Inox), 9° a 2′30″

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI CHORGES

luglio 17, 2013 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Come negli ultimi anni, dopo le cronache del Tour la giornata alla “Grande Boucle” di ilciclismo.it si chiude con il solito baule zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, la presentazione della tappa che verrà, le previsioni del tempo, il “Tour alla rovescia” e il ricordo del Tour del 1938. Seguiteci.

Foto copertina: panoramica su Chorges (www.mairie-chorges.fr)

TOUR DE FRANCE, GIRO DEL MONDO

Italia

Il sigillo di Froome sul Tour. Contador battuto nella crono (Gazzetta dello Sport)

Regno Unito

Chris Froome strengthens grip on yellow jersey (The Independent)

British rider takes third stage win and goes further ahead (The Times)

Froome speeds to stage 17 win (The Daily Telegraph)

Francia

Froome est intouchable (L’Equipe)

Spagna

Contador se puso segundo, pero Froome está intratable (AS)

El intocable Froome (Marca)

GChris Froome gana, pero menos (El Mundo Deportivo)

Belgio

Froome remporte le contre-la-montre devant Contador (Le Soir)

Froome gunt concurrentie geen kruimel in tijdrit (De Standaard)

Froome s’offre le contre-la-montre et gagne encore du terrain (L’Avenir)

Froome, maitre du temps (La Dernière Heure/Les Sports)

Un passionnant chrono sur le Tour: Froome donne un nouveau coup au moral de Contador, Monfort meilleur Belge(Sudinfo.be)

Kannibaal Froome gunt concurrentie geen kruimel (Het Nieuwsblad)

Paesi Bassi

Flinke Dreun Bauke Mollema (De Telegraaf)

Germania

Froome gewinnt Sekundenspiel und feiert dritten Sieg (Berliner Zeitung)

Christopher Froome gewinnt zweites Zeitfahren bei der Tour (Westdeutsche Allgemeine Zeitung)

Lussemburgo

Froome gewinnt zweites Zeitfahren, Andy Schleck wird 15 (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)

Froome gewinnt das ZeitfahrenFroome gewinnt das Zeitfahren (Tageblatt)

Repubblica Slovacca

Mašina Froome vyhral aj časovku, Velits prišiel na 23. mieste, Sagan 91 (Pravda)

Canada

Froome narrowly beats Contador in stage 17 of Tour de France (The Globe and Mail)

USA

Froome Tops Contador to Win Tour Time Trial(The New York Times)

Colombia

Quintana, sexto en la etapa 17 y mantuvo el quinto lugar en la general (El Tiempo)

Nairo Quintana se ubicó sexto en la contrarreloj de la 17° etapa del Tour (El Espectador)

Australia

Contador second, Evans sits back (The Age)

Froome tightens grip on Tour (The Australian)

Froome dominates final time trial (Herald Sun)

BOX POPULI

Ogni giorno, a partire dalla prima tappa, qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Nebe1980: la discesa è rischiosa e se pioverà il tutto sarà più emozionante e imprevedibile

Howling Wolf14: Boh, non capisco che cosa intendi per emozionante. Vedere i corridori andare più piano? Oppure vederli rischiare? O, ancora, rischiare e cadere? Mi sembra un piacere un po’ perverso… quasi sadico. Io, invece, sto dalla parte dei corridori.

Nebe1980: Emozionante significa che se la discesa è bagnata potrebbero esserci delle sorprese con uno forte che per non rischiare va piano o uno più debole che magari può guadagnare. Sai le solite cose…

Pirataxsempre82: Ma che bella crono! Percorso tecnico, completo, che ha visto tutti aver la propria occasione di fare colpaccio. Un cronomen alla Van Garderen così come fondisti alla Valverde e scattisti quali JRO e un Contador che ribadisce una capacitá di recupero ancora tra le migliori dei capitani Gt. Complimenti a Froome che ha vinto col freno a mano tirato, ma x il futuro ci si puó solo augurare percorsi così.

Nebe1980: ha vinto Froome ma Contador sta trovando la condizione di forma giusta e vista la fantasia che lui ha di attaccare sono certo che sulle apli vedremo cose interessanti. Per contador poi non cambia arrivare secondo o ottavo quindi attaccheràa anche a rischio di saltare. Forza Alberto! Forza Nairo!

Ceemo: Come da previsioni la migliore tappa del Tour come disegno. Spettacolare ed incerta fino all’ultimo. Spero che tappe come questa vengo riproposte di più in futuro.

in collaborazione con gli utenti del Forum dello scalatore (www.salite.ch)

DISCOTOUR: la colonna sonora della tappa del Tour scelta per voi da ilciclismo.it

“Il tempo non inganna” (Malika Ayane)

LA TAPPA CHE VERRA’ – 18a TAPPA: GAP – ALPE D’HUEZ (172,5 Km)

E’ la tappa regina dell’edizione 2013, la più attesa non solo perchè si salirà sull’Alpe d’Huez, ma anche perchè, per la prima volta nella storia del Tour, la mitica ascesa sarà presa di petto due volte nella medesima tappa. Due scalate erano state effettuate anche nel 1979, ma in due giornate differenti, anche perchè all’epoca non era ancora ciclabile l’appendice verso i quasi 2000 metri del Col de Sarenne, la cui asfaltatura, rinnovata in vista del passaggio del Tour, permette ora d’affrontare un circuito di una cinquantina di chilometri, le cui strade sono state testate in occasione della tappa di Superdévoluy dell’ultima edizione del Critérium du Dauphiné. Il test ha permesso di visionare in particolare il tratto più delicato dell’anello, la tecnica discesa che dal Sarenne porta ad imboccare la strada nazionale che scende dal Lautaret e che nella sua prima parte è ripida, stretta e caratterizzata da una dozzina di tornanti. Non mancherà di far selezione, congiuntamente alla doppia scalata finale, che è quella classica, con i suoi 21 tornanti numerati e i chilometri d’ascesa che, in virtù della doppia scalata e del nuovo tratto verso il Sarenne, assommeranno ad un totale di 29,1 Km. Non saranno le uniche difficoltà altimetriche di giornata, ma tutta la giornata vivrà su quelle previste nel finale, mentre nella marcia d’avvicinamento all’Alpe si dovranno superare i pedalabili colli di Mans e d’Ornon.

METEO TOUR
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Gap .- Alpe d’Huez

Gap : pioggia moderata (0,8 mm) e schiarite, 21,3°C, venti deboli da S (4-6 Km/h), umidità al 73%
La Mure (67,5 Km): temporare con pioggia moderata (1,1 mm), 18,9°C, venti deboli da NNW (5 Km/h), umidità al 85%
Alpe d’Huez: previsioni non disponibili

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito del Tour

Cassani: “Sulle Croce Domini”
Pancani: “Alla fine della discesa della salita”
Pancani: “Sta per concludere la propria saluta”
Televideo: “Joachin O. Rodriguez” (Joachim Rodriguez Oliver)
Televideo: “Jon Insausti Izaguirre ” (Jon Izaguirre Insausti)

IL GIRO DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

Ordine d’arrivo diciassettesima tappa, Embrun – Chorges

1° William Bonnet
2° Tom Veelers a 12″
3° Ramunas Navardauskas a 44″
4° Alexey Lutsenko a 1′07″
5° Dmitriy Muravyev a 1′36″
Primo italiano: Manuele Mori (Lampre-Merida), 21° a 3′13″

Classifica generale

1° Dmitriy Muravyev
2° Svein Tuft a 12″
3° Tom Veelers a 27″
4° Assan Bazayev a 2′09″
5° Kris Boeckmans a 4′14″
Primo italiano: Roberto Ferrari, 24° a 22′42″

IL PRIMO TOUR DI GINETTACCIO
Salite sulla macchina del tempo e tornante indietro con noi fino al luglio del 1938, al primo dei due Tour conquistata da Gino Bartali, rivissuto attraverso i titoli de “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it

27 LUGLIO 1938 – 18a TAPPA: STRASBURGO – METZ (104 Km)

KINT PRIMO A METZ
Alla squadra belga le vittorie di tappa, alla squadra azzurra il compito difensivo
Bartali si avvicina a Parigi in maglia gialla

ARCHIVIO ALMANACCO

Selezionare la voce “Tour de France″ nel menù “Corse” (in home, sopra la copertina)

UN SALUTO DA… CHORGES

CONTADOR ILLUDE, MA FROOME NON SI BATTE

luglio 17, 2013 by Redazione  
Filed under News

Ennesimo successo della maglia gialla che nella durissima crono di Chorges non asfalta la concorrenza come era previsto ma fa la differenza nel tratto finale, imponendosi con 9” sul madrileno, che lo aveva preceduto in tutti i rilevamenti intermedi, 10” su uno strepitoso Joaquim Rodríguez e 23” su un sempre brillante Roman Kreuziger. Discreta prova di Alessandro De Marchi e Moreno Moser, grande sconfitto del giorno Bauke Mollema che scivola dal 2° al 4° posto della generale alla vigilia delle frazioni alpine.

Foto copertina: sembra pedalere con scioltezza Froome lungo i 32 difficili Km della cronometro di Chorges (foto Bettini)

Dopo l’antipasto della frazione di Gap, in cui gli uomini di classifica si sono dati battaglia del Col de Manse, il Tour de France è entrato nei quattro giorni che saranno decisivi per la conquista della maglia gialla di Parigi con la 17a tappa, una cronometro molto impegnativa di 32 km da Embrun a Chorges con i primi 6,5 km in salita al 6% verso la Côte de Puy-Sanières seguiti da una discesa decisamente tecnica anche per via della sede stradale molto ristretta, da una nuova scalata di 6,9 km al 6,3% verso la Côte de Réallon e infine da 12 km velocissimi, questa volta su strade larghe e con pochissime curve, verso il traguardo. Si temeva alla vigilia per il maltempo ed effettivamente nel primo pomeriggio si è scatenato un acquazzone che però non ha influito più di tanto sul risultato finale con i big, già avvantaggiati dalla tipologia di tracciato, che hanno potuto gareggiare con l’asfalto asciutto e anzi hanno goduto forse di condizioni di vento migliori rispetto agli atleti partiti per primi, il che ha consentito loro di monopolizzare le prime posizioni della graduatoria di tappa.
Dopo le dimostrazioni di forza di Ax 3 Domaines, della crono di Saint Michel e del Mont Ventoux, nonchè di quasi tutte le corse disputate nel 2013, il favorito assoluto era la maglia gialla Chris Froome (Team Sky) che non ha tradito le aspettative, conquistando il suo 13° successo stagionale, senza però fornire la prestazione da extraterrestre che ci si attendeva alla vigilia. L’anglo-keniano non si è preso alcun rischio nella discesa più tecnica, ha oscillato tra la 2a e la 4a posizione nei tre rilevamenti intermedi presenti sul percorso e solo negli ultimi 12 km, grazie anche all’aver sostituito la bici da strada con quella da cronometro in prossimità della vetta della seconda salita, ha sprigionato tutta la sua potenza imponendosi per 9” su un tutt’altro che rassegnato Alberto Contador (Saxo-Tinkoff) che, memore degli innumerevoli successi ottenuti in passato in prove contro il tempo dal percorso analogo a quello di Chorges, è partito fortissimo ed è rimasto al comando fino alla vetta della Côte de Réallon, pagando poi nel finale la scelta di non cambiare bici e forse una distribuzione errata dello sforzo lungo il percorso. La vera sorpresa di giornata è stata però Joaquim Rodríguez (Katusha) che, dopo aver sofferto sia sui Pirenei che a Mont-Saint-Michel, sembra aver ritrovato quella condizione che gli aveva consentito di dominare l’ultima Vuelta fino al crollo di Fuente Dè, facendo segnare il miglior tempo sulla seconda salita, malgrado a sua volta abbia sostituito il mezzo meccanico proprio in quel frangente, e cogliendo uno strepitoso terzo posto al traguardo a soli 10” da Froome e a meno di 1” da Contador e non è da escludere, alla luce del fatto che il catalano è ancora a secco di successi di tappa, una santa alleanza nei prossimi giorni contro la maglia gialla tra Purito e il madrileno, che potrà contare anche sul supporto di un brillantissimo Roman Kreuziger, che ha chiuso la crono 4° a 23” davanti alla coppia della Movistar formata da Alejandro Valverde, 5° a 30” e tornato ai suoi livelli migliori pur essendo ormai fuori classifica, e da Nairo Quintana 6° a 1′11”; ci si attendeva qualcosa di più dal colombiano che, pagando forse la sua inesperienza, è partito a rilento concedendo già 48” a Contador e a 46” a Froome sulla salita per poi limitare i danni nel resto della prova, il che gli ha consentito di incrementare il suo vantaggio nella classifica dei giovani su Michal Kwiatkowski (Omega-QuickStep), buon 7° a 1′33” davanti a Jacob Fuglsang (Astana) 8° a 1′34”, a Andrew Talansky (Garmin-Sharp) 9° a 1′41” e al redivivo Tejay Van Garderen (Bmc) che, dopo essere naufragato già sui Pirenei, ha tentato di riscattarsi rimanendo a lungo in testa alla classifica parziale ma nulla ha potuto di fronte allo strapotere dei big. Le grandi delusioni di giornata sono state il campione mondiale di specialità Tony Martin (Omega-QuickStep), e e soprattutto i due leader della Belkin Bauke Mollema e Laurens Ten Dam. Il primo, su un percorso decisamente troppo duro per le sue possibilità attuali non è andato oltre il 27° posto a 3′06” da Froome e ha visto sfumare l’imbattibilità stagionale nelle prove contro il tempo. I due alfieri della formazione olandese, invece, già avevano dato qualche segno di cedimento negli ultimi giorni: Mollema, che pure aveva già disputato delle ottime cronometro in questa stagione, ha pagato moltissimo nei tratti all’insù e si è piazzato 11° a 2′09”, perdendo tra l’altro un’ulteriore decina di secondi per essere arrivato lungo in una curva poco prima del traguardo e scendendo dal 2° al 4° posto nella generale mentre il suo compagno ha chiuso 16° a 2′29” immediatamente alle spalle di un Andy Schleck (RadioShack) al di sopra delle aspettative, che si è piazzato 15° a 2′27” perdendo molto terreno in discesa ma risultando uno tra i migliori in salita e può guardare con fiducia a un possibile successo di tappa nei prossimi giorni. In casa Italia si sono ben comportati i due corridori della Cannondale Alessandro De Marchi e Moreno Moser, fin qui del tutto anonimi, che hanno chiuso rispettivamente 20° a 2′42” e 31° a 3′20” da Froome. L’oscar della sfortuna è andato, senza discussione, a Jean-Christophe Pèraud: l’ex biker francese, che si trovava al 9° posto della generale, è infatti caduto durante la ricognizione della mattinata riportando una microfrattura della clavicola destra, ha preso comunque il via e stava facendo registrare un ottimo tempo ma, nella stessa curva in cui c’è stato il dritto di Mollema, è finito nuovamente in terra battendo la stessa clavicola ed è stato costretto al ritiro.
La nuova classifica generale vede Froome portare il suo vantaggio a 4′34” su Contador e 4′51” su Kreuziger che possono contare a loro volta su un discreto margine di sicurezza su Mollema (4° a 6′23”), Quintana (5° a 6′58”) e Rodriguez (6° a 7′21”) in vista delle tre consecutive frazioni alpine. Si comincia con la 18a tappa, 172,5 km da Gap all’Alpe d’Huez in cui verranno scalati il Col de Manse, dal versante opposto rispetto a quello di due giorni prima, la Rampe du Motty e il Col d’Ornon in vista della doppia ascesa finale verso quella che è divenuta una delle salite simbolo del Tour de France, con la propaggine del Col du Sarenne subito dopo il primo passaggi. La successiva discesa è tuttavia estremamente tecnica e a detta di molti corridori, su tutti Tony Martin che si era espresso in tal senso al recente Giro del Delfinato, anche pericolosa e in caso di avverse condizioni meteo gli organizzatori potrebbero decidere di far terminare la corsa in coincidenza con il primo passaggio sull’Alpe d’Huez, nel qual caso la tappa verrebbe accorciata a 122,5 km il che non gioverebbe allo spettacolo nè al contenuto tecnico della corsa.

Marco Salonna

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI GAP

luglio 16, 2013 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Come negli ultimi anni, dopo le cronache del Tour la giornata alla “Grande Boucle” di ilciclismo.it si chiude con il solito baule zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, la presentazione della tappa che verrà, le previsioni del tempo, il “Tour alla rovescia” e il ricordo del Tour del 1938. Seguiteci.

Foto copertina: vista panoramica su Gap (www.uelasfrance.org)

TOUR DE FRANCE, GIRO DEL MONDO

Italia

A Gap numero di Rui Costa. Leone Contador, Froome controlla. (Gazzetta dello Sport)

Portogallo

Rui Costa vence 16ª etapa do Tour Diário de Noticiás

Ciclista Rui Costa volta a ganhar uma etapa na Volta a França Jornal de Noticiás

Regno Unito

Chris Froome survives near miss on way to retaining yellow jersey (The Independent)

Costa wins 16th stage as Froome retains lead (The Times)

Froome retains overall lead as Rui Costa takes stage 16 (The Daily Telegraph)

Francia

Rui Costa se console (L’Equipe)

Spagna

Rui Costa gana para Movistar y Contador tensa a Froome (AS)

Rui Costa lleva a Movistar a la gloria en el Tour de Francia (Marca)

Gana Rui Costa y Contador se pone nervioso (El Mundo Deportivo)

Belgio

Rui Costa remporte la seizième étape en solitaire (Le Soir)

Costa remporte la 16e étape en solitaire, Gilbert 8e (L’Avenir)

Froome assure ne bénéficier d’aucune médication (La Dernière Heure/Les Sports)

Philippe Gilbert (8e) n’a pu suivre Rui Costa, Froome résiste aux attaques (Sudinfo.be)

Rui Costa snoept Belgen de zege af, Contador en Froome haken in elkaar (Het Nieuwsblad)

Paesi Bassi

Stand Tour: Ten Dam zakt – ‘Froome wat klungelig’(De Telegraaf)

Germania

Costa gewinnt in Gap – Froome kontert Contador-Attacken (Berliner Zeitung)

Rui Costa gewinnt 16. Etappe (Westdeutsche Allgemeine Zeitung)

Lussemburgo

Costa setzt sich in Gap durch, Didier 14 (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)

Costa gewinnt in Gap (Tageblatt)

Repubblica Slovacca

Šestnástu etapu vyhral Portugalčan Costa, Velits skončil jedenásty (Pravda)

Canada

Portuguese rider Rui Costa wins 16th stage of Tour de France (The Globe and Mail)

USA

Rui Costa Wins 16th Stage of Tour De France (The New York Times)

Colombia

Quintana subió al quinto puesto en la general del Tour de Francia (El Tiempo)

Rui Costa ganó la 16ª del Tour, etapa redonda para Nairo Quintana (El Espectador)

Australia

Froome weathers attacks as Costa gaps the bunch (The Age)

Rui Costa wins 16th stage of Tour (The Australian)

Froome survives dangerous descent (Herald Sun)

BOX POPULI

Ogni giorno, a partire dalla prima tappa, qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Questa tappa è apparentemente innocua, ma in realtà il finale è lo stesso della tappa di Gap del 2011, dove attaccò a sorpresa sul Manse Contador, che si tirò dietro Evans e Samuel Sanchez e riuscì a guadagnare sui più diretti rivali. Aggiungo che la discesa successiva è la stessa della caduta di Beloki al Tour 2003. Secondo voi, cosa accadrà stavolta?

Nebe1980: Beh vista la condizine di Froome gli avversari devono attaccare per forza, Contador non è tipo che si accontenta di arrivare secondo e lo si è visto dall’attacco in pianura nella tappa del vento, vista la forma di Froome, staccarlo sul manse è un po’ una chimera quindi o tenta da lontano ma non c’è terreno adatto o fa la salita a tutta e cerca di staccare Froome in discesa. Anche oggi comunque la squadra potrebbe essere importante

DURANTE LA TAPPA

Nebe1980: ma vi pare normale che il gruppo debba attendere per un passaggio a livello chiuso mentre davanti c’è una fuga con 8 minuti? Poi c’è qualcuno che continua ad esaltare l’organizzazione del tour

MirkoBL: E’ normale, sì. Mica possono bloccare le ferrovie.

Nebe1980: quindi se il treno fosse stato un po’ in ritardo sarebbero stati fermi 5 o 6 minuti e se c’era una fuga con uomini di classifica, quelli dietro perdevano bellamente posizioni che valgono parecchi soldi al tour. Ma scusa se sta per arrivare la corsa fai fermare il treno per qualche minuto e poi riparte. Non c’è mica Mussolini… i treni possono tranquillamente arrivare un po’ in ritardo (apparte il fatto che possono anche recuperare)

Mauro Facoltosi: In diretta hanno appena spiegato il regolamento. Sei i fuggitivi vengono raggiunti dal gruppo, a quel punto viene fermato il gruppo per 8 minuti (il tempo della sosta al passaggio a livello).

Nebe1980: Beh già questo è assurdo perchè fermando la corsa essa viene falsata, si spezzano i ritmi ecc ecc. ma quello che mi chiedo è se il gruppo viene fermato dal passaggio a livello che fanno? fermano i fuggitivi? Se in fuga c’era uno con 13 minuti di ritardo e loro erano a 8 la maglia gialla poteva cambiare

DOPO LA TAPPA

Mauro Facoltosi: Vittoria di Faria Da Costa. Due attacchi di Contador in salita e uno nella discesa (dove cade con Froome), ma non guadagna. Guadagna una posizione in classifica Quintana. Commenti?

Nebe1980: Mah credo che Contador cercasse la collaborazione di qualcuno tipo Quintana. Quando Contador ha attaccato la seconda volta Porte si era staccato e Froome ha dovuto rispondere in prima persona, se una volta raggiunto Contador fosse partito, Kreuziger e poi Quintana e poi di nuovo Contador, Froome non avrebbe avuto pace, come raggiungeva uno partiva l’altro e si sarebbe sfiancato cosa che poteva pagare domani a crono. invece l’unico che ci prova è Contador ma non riceve grossi aiuti perchè gli altri pensando che Froome è irragiungibile puntano su di lui. Che tristezza! Correre per il secondo posto. Bravo Alberto che non ci sta! Il secondo posto è un piazzamento onorevolissimo ma solo se hai lottato per il primo. Pantani nel 94 lottò per la vittoria fino all’ultima tappanon si accontentò di aver sopravanzato Indurain allora al top della carriera e ci provò anche al tour scattanmdo su ogni salita. Beloki invece correva per arrivare dietro ad Armstrong. Domani Froome darà un sacco di minuti agli altri salvo incidenti e Contador dovrà tentare un attacco disperato. Speriamo che nella tapp dell’Alpe gli altri vogliano dargli una mano magari puntando al successo di tappa per isolare Froome nella prima scalata costringendolo a rispondere colpo su colpo e poi affondare in discesa

in collaborazione con gli utenti del Forum dello scalatore (www.salite.ch)

DISCOTOUR: la colonna sonora della tappa del Tour scelta per voi da ilciclismo.it

“Caduta massi” (Rettore)

LA TAPPA CHE VERRA’ – 17a TAPPA: EMBRUN – CHORGES (cronometro – 32 Km)

Ad una settimana da Mont-Saint-Michel tornano a scorrere le lancette dell’orologio, per un’altra tappa contro il tempo che stavolta, però, non sarà una “passeggiata” per i passisti, com’era stata l’altra frazione. La tappa che condurrà, uno alla volta, i corridori da Embrun a Chorges avrà un’aspetto decisamente più montagnoso, per la gioia degli scalatori che avranno la possibilità di perdere meno tempo. Non si potrà definirla cronoscalata in senso stretto, ma in pratica lo sarà per la presenza di due tratti da percorrere in salita, per un totale di 13,3 Km, corrispondenti a poco più del 40% dell’intero tracciato, che misurerà 32 Km. Nessuna delle due è realmente dura, ma saranno sicuramente rilevanti, anche perchè la prima, Côte de Puy-Sanières (6,4 Km al 6%, massimo del 15%), sarà affrontata subito dopo esser scesi dalla rampa di lancio. Bisognerà essere al 100% sin dall’avvio, dunque, in questa crono che non lascerà respiro poichè, ultimata la discesa succesiva al primo GPM, subito si riprenderà a puntare verso l’alto, imboccando una salita abbastanza simile alla precedente per quanto concerne le caratteristiche (Côte de Réallon, 6,9 Km al 6,3%). Superato l’ultimo scollinamento mancheranno 12 Km al traguardo, prevalentemente tracciati in discesa ma preceduti e seguiti da due tratti nei quali bisognerà ancora pedalare. Una crono difficilissima, che potrebbe essere ancor di più per i primi della classifica: quando toccherà a loro scendere in strada, infatti, il sole che avrà baciato i primi a prendere il via lascerà gradatamente alla pioggia, che verso le 17 prenderà l’aspetto di un classico temporale estivo. Ed anche per la successivo tappone dell’Alpe d’Huez le previsioni non sono buone.

METEO TOUR
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Embrun – Chorges

Embrun – partenza primo corridore : cielo sereno 23,6°C, venti deboli da SW (4-5 Km/h), umidità al 65%
Embrun – partenza maglia gialla: pioggia moderata (0,8 mm), 23,2°C (percepiti 22°C), venti deboli da W (8-13 Km/h), umidità al 72%
Chorges : previsioni non disponibili

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito del Tour

Pancani: “Dipartimento delle Deux Alpes” (Hautes Alpes)
Pancani: “Siamo vicini allo scollinato”
Cassani: “Ventinovenne per il corridore di Cotignola” (29° compleanno di Alan Marangoni)
Cassani: “Facendo il bagno in acque inchinate”
Cassani, parlando del peso della bici di Froome: “6 Km e 8″
Pancani: “Fino a prova crontaria”
Pancani: “Contador ha detto che il Giro finisce a Milano”
Pancani: “Una delle nazioni più prestigiosa”
Televideo: “Arnauld Jennesson” (Arnold)
Televideo: “Andreas Kloeden” (Klöden)

IL GIRO DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

Ordine d’arrivo sedicesima tappa, Vaison-la-Romaine – Gap

1° Kris Boeckmans
2° Davide Cimolai a 15″
3° Roberto Ferrari s.t.
4° Christophe Le Mevel s.t.
5° Jonathan Hivert s.t.

Classifica generale

1° Svein Tuft
2° Dmitriy Muravyev a 50″
3° Assan Bazayev a 1′42″
4° Kris Boeckmans a 2′17″
5° Jonathan Hivert a 2′18″
Primo italiano: Roberto Ferrari, 23° a 20′19″

IL PRIMO TOUR DI GINETTACCIO
Salite sulla macchina del tempo e tornante indietro con noi fino al luglio del 1938, al primo dei due Tour conquistata da Gino Bartali, rivissuto attraverso i titoli de “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it

26 LUGLIO 1938 – 17a TAPPA (1a SEMITAPPA): BESANÇON – BELFORT (89,5 Km)
26 LUGLIO 1938 – 17a TAPPA (2a SEMITAPPA): BELFORT – STRASBURGO (143 Km)

TRE UOMINI ALLA RIBALTA
Chi pensa alla vittoria e chi ai quattrini – Vincitori delle frazioni: Masson – Frechaut – Vincitori della tappa: Masson – Weckerling
Bartali e compagni mantengono le posizioni

ARCHIVIO ALMANACCO

Selezionare la voce “Tour de France″ nel menù “Corse” (in home, sopra la copertina)

UN SALUTO DA GAP

16-07-2013

luglio 16, 2013 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE FRANCE

Il portoghese Rui Alberto Faria da Costa (Movistar Team) si è imposto nella sedicesima tappa, Vaison-la-Romaine – Gap, percorrendo 168 Km in 3h52′45″ alla media di 43,308 Km/h. Ha preceduto di 42″ i francesi Riblon e Jeannesson. Miglior italiano Manuele Mori (Lampre – Merida), 22° a 3′34″. Il britannico Christopher Froome (Sky ProCycling) è ancora maglia gialla con 4′14″ sull’olandese Mollema e 4′25″ sullo spagnolo Contador Velasco. Miglior italiano Davide Malacarne (Team Europcar), 50° a 1h04′56″.

TOUR OF QINGHAI LAKE (Cina)

L’italiano Sacha Modolo (Bardiani Valvole – CSF Inox) si è imposto anche nella nona tappa, circuito di Zhangye, percorrendo 116,6 Km in 2h08′27″ alla media di 54,464 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo statunitense Keough e l’argentino Maximiliano Ariel Richeze. L’iraniano Samad Poor Seiedi (Tabriz Petrochemical Team) è ancora leader della classifica, con 52″ sul kazako Nepomnyachsniy e 1′16″ sul kazako Fominykh. Miglior italiano Angelo Pagani (Bardiani Valvole – CSF Inox), 10° a 2′40″

ASSOLO DI RUI COSTA, CONTADOR PUNGE FROOME

luglio 16, 2013 by Redazione  
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Il portoghese della Movistar si aggiudica la tappa di Gap distanziando sul Col de Manse i 25 compagni di fuga, tra cui i nostri Manuele Mori e Manuel Quinziato, e giungendo in solitudine con 42” su Christophe Riblon e Arnold Jeannesson mentre il madrileno della Saxo-Tinkoff attacca ripetutamente la maglia gialla che riesce però a resistere alla pari degli altri uomini di classifica, ad eccezione di Laurens Ten Dam e Jacob Fuglsang che accusano 1′ di ritardo.

Foto copertina: parla portoghese il classico traguardo di Gap (foto AFP)

Dopo l’ennesima dimostrazione di forza fornita da Chris Froome (Team Sky) sul Mont Ventoux e il secondo giorno di riposo il Tour de France è ripartito con una frazione adatta alle fughe da lontano, 168 km da Vaison-La-Romaine a Gap con le abbordabili ascese di Côte de la Montagne de Bluye e Col de Macuègne nella fase iniziale e soprattutto con un finale particolarmente insidioso, caratterizzato dall’ascesa, a sua volta tutt’altro che proibitiva in termini di pendenze ma lunga comunque quasi 10 km, del Col de Manse e dalla successiva tecnica discesa, lungo la quale nel 2003 Joseba Beloki cadde rovinosamente interrompendo la sua carriera ad alti livelli e costringendo Lance Armstrong a un’escursione per prati. Nello stesso luogo, nel 2011 Cadel Evans attaccò sull’asfalto bagnato insieme a Samuel Sanchez e Alberto Contador, rifilando ad Andy Schleck oltre 1′, azione che si rivelò forse decisiva per la conquista della maglia gialla di Parigi da parte dell’australiano a discapito del lussemburghese. Il primo a partire subito dopo l’abbassamento della bandierina da parte di Christian Preudhomme è stato il 3° della generale dell’ultimo Giro d’Italia Thomas De Gendt (Vacansoleil), apparso nuovamente in palla nelle ultime tappe dopo un avvio di Grande Boucle sotto tono, e si è ben presto formato un gruppone di oltre 30 atleti tra i quali Alejandro Valverde (Movistar), la maglia verde Peter Sagan (Cannondale), Thomas Voeckler (Europcar) e Ryder Hesjedal e Tony Martin (Garmin-Sharp) ma la presenza dell’irlandese, 11° nella generale a 8′28” da Froome, ha costretto ad inseguire il Team Sky che ha annullato il tentativo, coadiuvato dalla Fdj che non era riuscita a inserire nessun uomo davanti. I soli Andreas Klöden (RadioShack) e Adam Hansen (Lotto-Belisol) sono riusciti a mantenersi in avanscoperta e nel tratto in falsopiano che precedeva il Col de Macuègne sono stati raggiunti da altri 24 corridori vale a dire De Gendt e Johnny Hoogerland (Vacansoleil), Voeckler e Cyril Gautier (Europcar), Tony Gallopin e Laurent Didier (RadioShack), Christophe Riblon e Blel Kadri (Ag2r), Jérôme Coppel e Daniel Navarro (Cofidis), Cameron Meyer e Michael Albasini (Orica-GreenEdge), il campione del mondo Philippe Gilbert e il bolzanino Manuel Quinziato (Bmc), Rui Alberto Faria da Costa (Movistar), Jean Marc Marino (Sojasun), Mikel Astarloza (Euskaltel), Tom Dumoulin (Argos-Shimano), Nicolas Roche (Saxo-Tinkoff), Peter Velits (Omega-QuickStep), Ramunas Navardauskas (Garmin-Sharp), Arnold Jeannesson (Fdj) e l’empolese Manuele Mori (Lampre-Merida), figlio di quel Primo Mori che a Gap riuscì ad imporsi in una tappa del Tour 1970. Questa volta il gruppo, con i battistrada tutti lontani in classifica generale e le sole Cannondale, Belkin e Astana non rappresentate nella fuga oltre al Team Sky, ha dato disco verde e gli uomini di testa hanno potuto guadagnare fino a 12′ e giocarsi così il successo nei confronti di un plotone nel quale la formazione della maglia gialla si è limitata a controllare la situazione.
I fuggitivi hanno proseguito di comune accordo – con i tre uomini della RadioShack particolarmente attivi per via del discorso della classifica a squadre in cui al termine della tappa la formazione statunitense scavalcherà in vetta la Saxo-Tinkoff – fino a 35 km dal traguardo quando Kadri e Marino si sono avvantaggiati senza però riuscire a guadagnare più di 20”, grazie soprattutto al lavoro di Quinziato per Gilbert e di De Gendt per Hoogerland, anche se con il senno di poi sarebbe stato meglio per la Vacansoleil se fosse stato il campione olandese a mettersi al servizio di un compagno di squadra decisamente più brillante. Sulle prime rampe del Col de Manse hanno provato a fare la differenza prima il vincitore del tappa di Pescara al Giro Hansen, che ha raggiunto e superato Kadri e Marino, e poi un Coppel finalmente pimpante in una stagione fin qui deficitaria: per entrambi non c’è stato nulla da fare di fronte a un Rui Costa formato Giro di Svizzera, che a 6 km dalla vetta ha sfoderato una progressione che non ha lasciato scampo, con il francese rimasto a inseguire insieme a Jeannesson, Riblon e Klöden mentre ancora più indietro sono rimasti tra gli altri Gilbert, Roche, Velits, Navarro e Voeckler, tutti al di sotto del loro normale standard (in particolare l’alsaziano che lungo queste rampe due anni fa aveva difeso eroicamente la sua maglia gialla). In ogni caso Rui Costa ha continuato a incrementare il proprio vantaggio e al traguardo ha colto la sua seconda vittoria al Tour dopo quella di Superbesse nel 2011, riscattando la debacle di Saint-Amand-Montrond in cui, al pari di Valverde, era uscito dalle zone alte della generale per via dei ventagli. Il portoghese ha preceduto di 42” Riblon e Jeannesson, comunque primi francesi a salire sul podio in una tappa di questo Tour, nonchè Coppel e Klöden con Dumoulin 6° a 1′00”, Astarloza 7° a 1′01”, Gilbert 8° a 1′04” e via via tutti gli altri fuggitivi con Mori 22° a 3′34” e Quinziato 26° a 5′27”.
Alle spalle dei battistrada si è consumata sul Col de Manse anche la battaglia tra i big per merito dapprima di Joaquim Rodríguez (Katusha), che ha messo davanti a sè i compagni Eduard Vorganov e Daniel Moreno prima di partire in prima persona, e poi soprattutto di Alberto Contador (Saxo-Tinkoff) che, un po’ come avvenuto due anni fa, ha operato per ben tre scatti senza però riuscire a scalfire la resistenza di Froome e neppure quella del suo luogotenente Richie Porte, che solo in prossimità dello scollinamento ha perso qualche decina di metri ma è prontamente rientrato. Anche Valverde e Nairo Quintana (Movistar), Rodríguez, l’altro uomo di classifica della Saxo Roman Kreuziger e, sia pure dando l’impressione di faticare parecchio, il secondo della generale Bauke Mollema (Belkin) hanno retto alle accelerazioni del madrileno mentre ha perso contatto fin da subito Michal Kwiatkowski (Omega-QuickStep) e più avanti anche Laurens Ten Dam (Belkin), Jacob Fuglsang (Astana) e Jean-Christophe Péraud (Ag2r), rispettivamente 5°, 7° e 9° della generale. In discesa Contador, tentando di forzare ancora il ritmo, è rimasto vittima di una caduta senza conseguenze costringendo anche Froome, che si trovava alla sua ruota, a mettere il piede a terra ma entrambi sono rientrati quando mancavano 3 km grazie all’aiuto di Porte: al traguardo il gruppetto regolato da Quintana ha chiuso con un distacco di 11′08” da Rui Costa e ha rifilato 1′ esatto a quello di Ten Dam, Fuglsang e Péraud che comprendeva anche Cadel Evans (Bmc) e Daniel Martin, 1′39” a quello con Kwiatkowski e Mikel Nieve (Euskaltel), che nell’occasione indossava la maglia a pois pur essendo 3° nella classifica degli scalatori dietro a Froome e Quintana, e 1′53” a quello di un Andy Schleck (RadioShack) ormai definitivamente fuori dai giochi dopo il crollo del Mont Ventoux.
La nuova classifica generale vede sempre Froome condurre con 4′14” su Mollema, 4′25” su Contador, 4′28” su Kreuziger e 5′47” su un Quintana che ha scavalcato Ten Dam ora 6° a 5′54”, tutto questo alla vigilia di un finale di Tour che si presenta massacrante, con le tre tappe alpine consecutive dell’Alpe d’Huez, di Le Grand Bornand e di Annecy che verranno precedute dalla durissima cronometro di 32 km che da Embrun porterà a Chorges. I primi 6,5 km sono tutti in salita al 6% verso la Côte de Puy-Sanières e verranno seguiti da una discesa decisamente tecnica, da una nuova ascesa di 6,9 km al 6,3% verso la Côte de Réallon e da qualche km ancora in falsopiano all’insù prima degli ultimi 8 km nuovamente in discesa, più scorrevole della precedente, verso il traguardo. Inutile dire Froome avrà l’occasione di infliggere nuovamente pesanti distacchi ai rivali, anche se Contador in passato si esaltava su questo tipo di percorsi, mentre uno scalatore puro come Quintana potrà difendersi al meglio e Tony Martin (Omega-QuickStep) farà di tutto per conservare l’imbattibilità stagionale nelle prove contro il tempo.

Marco Salonna

APPENNINO, RIVELAZIONE MUCELLI

luglio 15, 2013 by Redazione  
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Primo successo in carriera del 26enne livornese che si avvantaggia nella discesa dei Giovi insieme a Luca Mazzanti e regola il bolognese in un combattuto sprint a due sul traguardo di Pontedecimo, con il compagno Ivan Rovny terzo davanti ad Alessandro Proni e Federico Rocchetti, delude il campione uscente Fabio Felline solo 18°.

Foto copertina: il successo di Mucelli a Pontedecimo (www.ciclonet.it)

Malgrado le enormi difficoltà economiche, che ne hanno messo a rischio per diversi mesi l’edizione numero 74, il Giro dell’Appennino si è alla fine disputato regolarmente anche se, complice lo spostamento dal mese di aprile a quello di luglio e la conseguente concomitanza con il Tour de France, con un campo partenti decisamente ridotto (solo 78 i corridori al via, anche a causa della defezione della RusVelo in seguito al coinvolgimento di tre suoi atleti in vicende di doping) e non paragonabile per qualità a quello del passato di questa gloriosa corsa, nella quale si sono imposti, tra gli altri, Gianbattista Baronchelli, vincitore in 6 edizioni consecutive tra il 1977 e il 1982, Fausto Coppi, Gianni Motta, Felice Gimondi, Francesco Moser, Gianni Bugno, Moreno Argentin, Claudio Chiappucci e, in tempi più recenti, Gilberto Simoni, Vincenzo Nibali e Damiano Cunego mentre ad alzare le braccia nel 2012 è stato Fabio Felline. Il giovane portacolori dell’Androni si presentava ancora una volta come uno degli uomini da battere al pari dei compagni Emanuele Sella, Miguel Rubiano Chavez e Diego Rosa, con Enrico Battaglin e Francesco Bongiorno (Bardiani-Csf), Jarlinson Pantano (Colombia), Pier Paolo De Negri, Luca Mazzanti e Fabio Taborre (Vini Fantini), Julian Arredondo (Nippo-De Rosa), Tomaz Nose (Adria Mobil), Federico Rocchetti e Gabriele Bosisio (Utensilnord), Ivan Rovny (Flaminia-Fondriest) e Patrik Sinkewitz (Meridiana-Kamen) come altri possibili candidati al successo.
La corsa si è disputata lungo un tracciato di 193,9 km da Serravalle Scrivia a Pontedecimo, caratterizzato dopo i primi 75 km sostanzialmente pianeggianti dalle scalate del Passo della Castagnola, della Crocetta d’Orero, del durissimo Passo della Bocchetta, ascesa simbolo del Giro dell’Appennino con i suoi 8,5 km al 7,8% di pendenza media, ancora del Castagnola e infine del Passo dei Giovi, la cui vetta era posta a 14 km dal traguardo. Malgrado il gran caldo è stata molto combattuta fin dalle prime fasi con il primo attacco significativo portato da Sella in compagnia di Marco Canola (Bardiani-Csf) e Alessandro Mazzi (Utensilnord), ben presto ripresi dal gruppo dopo aver avuto un vantaggio massimo di oltre 2′, e in seguito da un susseguirsi di scatti ad opera di altri corridori tra cui Rubiano Chavez, Battaglin, De Negri e Jonathan Monsalve (Vini Fantini) ed Emanuel Kiserlovski (Meridiana Kamen), fratello del più noto Robert in evidenza all’ultimo Giro d’Italia. Alla fine sulla Crocetta d’Orero sono riusciti ad avvantaggiarsi Canola, De Negri, Nose, Rocchetti e Bosisio, Rovny e Davide Mucelli (Flaminia-Fondriest), Marco Frapporti (Androni) e Juan Pablo Valencia (Colombia), ai quali si sono accodati nella successiva discesa Mazzanti e in seguito anche Alessandro Proni, anch’egli alfiere della Vini Fantini, mentre hanno mancato di poco l’aggancio Felline, Rosa, Pantano e ha mollato definitivamente il resto del gruppo, che chiuderà a oltre 10′ di ritardo.
Sulle prime rampe della Bocchetta l’Utensilnord ha preso in mano la situazione con Bosisio a scandire un ritmo sostenuto per Rocchetti, che ha proseguito l’azione con i soli Mazzanti, Proni, Mucelli e Rovny in grado di tenergli la ruota finchè, in prossimità dello scollinamento, il russo ex campione mondiale junior non è riuscito a prendere il largo, guadagnando una trentina di secondi e percorrendo in solitudine anche il Passo della Castagnola prima di essere ripreso lungo la breve ascesa dei Giovi. La corsa si è a quel punto trasformata in una lotta tra Vini Fantini e Flaminia-Fondriest, forti della superiorità numerica rispetto al solo Rocchetti finchè, dopo un primo tentativo senza esito di De Negri che ha tagliato fuori il portacolori dell’Utensilnord, non sono riusciti ad avvantaggiarsi Mazzanti e Mucelli, che non verranno più ripresi fino al traguardo. Sulla carta il 39enne bolognese, già in grado in passato di imporsi in volate di gruppi ristretti, era il favorito dello sprint a due ma il 26enne livornese si è lanciato dalla prima posizione ai -150 metri ed è riuscito a resistere per un soffio al ritorno del rivale, cogliendo il primo successo di una carriera professionistica fin qui senza particolari acuti, sebbene avesse già dimostrato un’ottima condizione nel recente Giro del Medio Brenta, chiuso ai piedi del podio. Il trionfo della Flaminia-Fondriest è stato completato da Rovny che ha superato Proni e Rocchetti, rientrato sugli altri due nel finale, nella volata per il terzo posto chiudendo a 30” dal vincitore. A seguire Frapporti 6° a 1′39”, De Negri 7° a 2′25” e Radoslav Rogina (Adria Mobil) 8° a 2′30”, davanti a un gruppetto comprendente tra gli altri Rubiano, Arredondo e Sinkewitz mentre Felline non è andato oltre il 18° posto a 9′46” da Mucelli. Il prossimo appuntamento del calendario italiano sarà quello con il Trofeo Matteotti, in programma domenica 28 luglio.

Marco Salonna

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI VENTOUX

luglio 15, 2013 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Come negli ultimi anni, dopo le cronache del Tour la giornata alla “Grande Boucle” di ilciclismo.it si chiude con il solito baule zeppo di golosità: la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; la colonna sonora dell’ultima frazione disputata, le “perle” dei telecronisti, la presentazione della tappa che verrà, le previsioni del tempo, il “Tour alla rovescia” e il ricordo del Tour del 1938. Seguiteci.

Foto copertina: un’insolito Ventoux ammantato di neve (www.capcampus.com)

TOUR DE FRANCE, GIRO DEL MONDO

Italia

Spaventoso Froome sul Ventoux. Stacca tutti e ipoteca il Tour (Gazzetta dello Sport)

Regno Unito

Chris Froome increases Tour de France lead (The Independent)

Chris Froome extends lead with stunning victory on Mont Ventoux (The Times)

Chris Froome wins stage 15 to extend overall lead (The Daily Telegraph)

Francia

Froome vainqueur par K.-O. (L’Equipe)

Spagna

Froome vence en el Mont Ventoux y ya tiene medio Tour (AS)

Froome roza el Tour (Marca)

Froome se queda solo (El Mundo Deportivo)

Belgio

Froome s’offre le Ventoux et écrase le Tour (Le Soir)

Grootse Froome triomfeert op Mont Ventoux (De Standaard)

Chris Froome, sur une autre planète, remporte la 15e étape au sommet du Mont Ventoux et conforte son maillot jaune (L’Avenir)

Froome écrase le Ventoux (La Dernière Heure/Les Sports)

Malaise sur le plateau de la RTBF après la victoire de Chris Froome au sommet du Mont Ventoux: tous ne parlent quasiment que de dopage… (Sudinfo.be)

Paesi Bassi

Froome buitenaards op Ventoux (De Telegraaf)

Germania

Die Froome-Show (Berliner Zeitung)

Gesamtführender Froome siegt eindrucksvoll am Mont Ventoux (Westdeutsche Allgemeine Zeitung)

Lussemburgo

Froome brilliert am Mont Ventoux – Andy Schleck schwächelt (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)

15. Etappe geht an Christopher Froome (Tageblatt)

Repubblica Slovacca

Sagan pod Mont Ventoux bavil celý svet (Pravda)

Canada

Froome leaves Tour de France rivals trailing on Mont Ventoux (The Globe and Mail)

USA

Froome Back With a Bang on Mont Ventoux (The New York Times)

Colombia

‘En un momento empecé a sangrar por la nariz’: Nairo Quintana (El Tiempo)

Santos felicita a Nairo Quintana por triunfo en el Tour de Francia (El Espectador)

Australia

Froome is king of the mountain (The Age)

Froome extends lead after stage win (The Australian)

Froome blows competition away (Herald Sun)

BOX POPULI

Ogni giorno, a partire dalla prima tappa, qui troverete i commenti degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Ceemo: Froom ha come prevedibile chiuso il discorso. Due considerazioni:
Froome è forte ma gli avversari sono davvero poca cosa. E’ tecnicamente inguardabile. Di gran lunga il più brutto ciclista che io abbia mai visto.

Nebe1980: Quintana se nn fosse per la tappa a cronometro potrebbe arrivare sul podio, spero che ce la faccia.

Profpivo: Non so, continuo a ritenere Froome imbarazzante. Non perchè stacchi tutti in salita, ci può anche stare. Ma fatico a credere che uno possa fare 3-4 trenate come ha fatto lui oggi e non pagarle. Contador ha provato a stargli dietro per 200 metri e l’ha pagata a caro prezzo. E poi io non credo ai corridori che fanno il bello e cattivo tempo in salita e vincono (o rischiano di vincere) le crono. Era così per Armstrong, per il Contador formato 2009 e 2010, e anche per Froome. Credo che tra 10 anni valuteremo in modo completamente diverso questi ultimi due Tour.

Howling Wolf14 (a Profpivo): Le progressioni sono le stesse che facevano i vari Pantani, Armstrong e Contador. Non trovo alcuna differenze. Già, dobbiamo aspettare dieci anni. Ma occhio alle prescrizioni e alle difformità nelle procedure antidoping.

Howling Wolf14 (a Ceemo): Non capisco in base a quali dettami tu consideri quel corridore “tecnicamente inguardabile”. Prova tu a fare 110 pedalate al minuto in salita, poi mandaci il filmato e vediamo se sei stilisticamente impeccabile.
Gli avversari sono poca cosa? E allora cosa vogliamo fare? Vogliamo ordinare a qualche azienda specializzata la fabbricazione di qualche corridore più forte? O vogliamo far clonare Hinault? Oppure Coppi? O magari Charly Gaul? A parte il fatto che ci sono Contador, Evans, Rodriguez, Valverde, Quintana, Mollema, Dan Martin, Cunego, Schleck, se il ciclismo di oggi è questo, cosa possiamo fare, chiudiamo la baracca?

Salitepuntocià: Ma sopratutto non vedo stile in Froome. Non ha una bella pedalata, ricorda le nuotatrici cinesi che battevano records a suon di bracciate grezze a Roma 94 senza galleggiare leggiadre in acqua come la Van Almsick o la Pellegrini. Persino il robotico Armstrong aveva meno rozzezza di Froome ed è il colmo, perchè Armstrong non aveva nulla di poetico. Bugno e indurain almeno pedalavano bene, Pantani in salita aveva uno stile oltre alla forza e tanti altri campioni, Lemond ad esempio… ma Froome mi sembra un burattino duracell

Howling Wolf14: Potresti anche avere ragione, ma il ciclismo cambia. Anche nello stile. In fondo è una prova di forza e di resistenza. Non un’esibizione di pattinaggio artistico o di nuoto sincronizzato. Non ci sono voti. Solo tempi. Cosa vogliamo fare? I corridori brutti li uccidiamo buttandoli dalla montagna come facevano gli spartani? Oppure consigliamo loro di fare il sollevamento pesi o di giocare a briscola?

Profpivo: Stiamo parlando di Froome, non di Pantani, Armstrong etc… Peraltro vedere Armstrong vincere non mi ha mai procurato alcuna emozione, proprio come il Froome di oggi: sembrano automi, non corridori. Se dico che Froome per me è dopato, non sto affermando che Armstrong, Contador o Pantani non lo fossero.
Per altro se devo fare un paragone, Armstrong e Froome mi paiono atleti costruiti in laboratorio per i grandi giri (e i risultati nei primi anni di carriera lo testimoniano), in Pantani e Contador invece vedo un certo talento “naturale”, per quanto poi amplificato dalla chimica. E Pantani (che ribadisco non voglio assolutamente difendere come fanno tanti in questo forum) non l’ho mai visto battere Ullrich a crono, mentre Froome l’altro giorno è arrivato a un soffio da un super specialista come Martin.

Ceemo: Sulla antiesteticità mi sembra lampante e la cosa non la penso solo, basta girare un pò tra blog e forum esteri. Ha le braccia stortissime, pende sempre da un lato, frulla senza mai alzarsi. Non si può certo parlare di stile aggrazziato. Evidentemente è efficace. Buon per lui. Sulla poca cosa degli avversari odierni era solo una considerazione oggettiva.

Nisky: A me piace sinceramente…strano ma efficace! Come pedala riesco percepire la forza.

Howling Wolf14: Il problema è che mi pare che si stiano cercando tutti i pretesti per screditare questo corridore. Premetto che non gode delle mie simpatie, ma mi chiedo per quale ragione ci sia questa disparità di trattamento. Io ci trovo anche un po’ di disonestà intellettuale, e non mi riferisco al tuo intervento ma in generale. Tra poco ci sarà qualcuno che scriverà: “Froome puzza”. Oggi, d’altronde, c’è stato il cretino di turno che ha detto che il ministro italiano di colore “assomiglia a un orango”. I toni ormai sono questi, difficile meravigliarsi ancora. Quanto allo scarso valore tecnico degli avversari di Froome, la constatazione, ripeto, ci può anche stare, ma forse è sbagliata la circostanza. Non credo sia una realtà limitata solo al Tour. Forse bisognerebbe avanzarla anche in occasione del Giro d’Italia, anzi per l’intera stagione. Però se la si fa bisobgnerebbe poi anche andare approfondire. Se è una realtà irreversibile, non è colpa né di Froome né del Tour né del Giro. Se invece si può fare qualcosa, avanti le proposte e le idee. Sennò dire Froome vince perché gli altri non valgono niente suona quasi come la volpe che dice l’uva fa schifo perché è troppo in alto e non riesce a coglierla.

Howling Wolf14: A volte l’invidia è veramente una cattiva consigliera. La penso come te, Nisky. Nel ciclismo conta la forza. E la resistenza. Ho un amico che pedala malissimo, ma in salita mi dà minuti. Posso anche dirgli che ha uno stile sgraziato. Ma a che serve? Se mi dà 5 minuti su una salita, ho rispetto di lui e della sua forza. Se lui ottiene così il massimo dai suoi muscoli fa benissimo a pedalare così. Il ciclismo non è sport per damerini.

Ceemo: A me Froome non piace, come non mi piace la sky e il suo modo di correre già dallo scorso anno. Ma la mia era solo una considerazione tecnica. Al di là dei discorsi sul doping. Che mi infastidiscono e non poco. Dare del dopato al Keniota per partito preso lo strovo disonesto stucchevole e ipocrita. Però non può piacermi un corridore così sgraziato in bici e così legato a radioline e computerini. E’ una questione di gusti. Preferisco pedalatori meno calcolatori e più estroversi. Però a questo Tour è di gran lunga il più forte e pur senza una squadra eccezzionale lo sta dominando. Per lo spettacolo mi auspico una sua flessione ma farei lo stesso se al comando ci fosse Quintana o Contador. Sulla pochezza dei corridori attuali hai ragione, sostenevo la stessa cosa, dove un ottimo Nibali duellava con nessuno.

Mauro Facoltosi: Sono troppo giovane (dall’alto dei miei 37 anni) per aver vissuto gli anni nei quali correva Pollentier, altro corridore famoso per il suo stile sgraziato. Stilisticamente chi era messo peggio tra i due? Io raccolsi la confidenza di una persona che vide Pollentier da vicino e mi disse che era storto anche quando si sedeva su una sedia.

Salitepuntocià: Era peggio di Froome, qualcosa di mai visto. Era il miglior gregario di Maertens e crebbe tanto da diventare poi il capitano al Giro 77, che Maertens avrebbe vinto ma cadde e si fece male, tutti davano Moser vincitore, invece gia il giorno dopo Pollentier fece una crono incredibile e perse poco da Moser, e lo staccò nelle poche salite di quel giro, la piu dura il Campo Carlo Magno, e lo battè pure nella crono finale… era comuqnue sospettato e infatti l’anno dopo al tour 78 fu beccato in flagrante per frode all’antidoping, dopo avere dominato all’Alpe d’Huez staccando tutti sul Luitel!!!!!!!!!!
Comunque certo che il ciclismo è sopratutto una dote fisica e di forza, ma quando la tecnica fa veramente schifo, non è redditizia quanto una pedalata normale o estetica. La prova son le cronometro, ove si studiano le posizioni aerodinamiche, che fan la differenza già fra chi “pedala bene”, figuriamoci confronto a quelli che son sgraziati, non è solo questione di estetica, una buona posizione da vantaggi anche nelle prove in linea e soprattutto ottimizza lo sforzo…
Quindi si sospetta di piu degli sgraziati, perchè per recuperare il gap tecnico, occorre altro, il ciclismo professionista ha ritmi che non hanno i tifosi e amatori e il ciclismo professionista ha un livellamento alto e relativamente vicini i valori fra i corridori, che basta poco a mutare i valori reali.

MirkoBL: Comunque non è che sia andato poi fortissimo, visto che nel 2009 andarono più forte, che Quintana, in fuga da quasi inizio salita gli è rimasto attaccato fino a 1400 m dall’arrivo e che nell’ultimo km Purito gli ha recuperato quasi 30″. Poi, magari, dall’ammiraglia gli hanno detto di non sparare tutto durante la salita. Più che altro sono impressionanti gli scatti che ha fatto a 130 rpm, anche se è un po’ il suo stile andare così, con scatti e recuperi. Certo che in bici è proprio sgraziato e con quelle ginocchia larghe deve dissipare anche un bel po’ di energia, ma evidentemente non ne risente.

Howling Wolf14: Di certo Michel Pollentier non era un modello stilistico. Non saprei dire chi tra Pollentier e Froome sia o fosse peggio. Forse il belga, però non azzardo giudizi. Di certo Pollentier non venne denigrato per il suo stile. Erano semplici e innocue constatazioni. Nessuno propose il rogo.

SuperIannellus (a MirkoBL): Concordo, ed è proprio quello che non mi è mai andato giù di Froome. Nessuna dietrologia, ma il giusto dubbio che, a mio avviso, questo sport si merita.

in collaborazione con gli utenti del Forum dello scalatore (www.salite.ch)

DISCOTOUR: la colonna sonora della tappa del Tour scelta per voi da ilciclismo.it

“Il deserto” (Bungaro e Fiorella Mannoia)

LA TAPPA CHE VERRA’ – 16a TAPPA: VAISON-LA-ROMAINE – GAP (168 Km)

Espletata anche la seconda delle due giornate di riposo, rese obbligatorie dall’UCI a partire dalla stagione 2002, il Tour si rimette in marcia con l’apparentemente più facile tra le 6 tappa alpestri. Ma il tracciato della frazione che condurrà il gruppo a Gap, una delle mete più ricorrenti della Grande Boucle, non andrà assolutamente sottovaluto, come invece si tenderebbe a fare dopo aver visto l’altimetria e letto i dati tecnici delle due salite di seconda categoria in programma. La prima, il Col de Macuègne, è in effetti trascurabile poichè i suoi 7,6 Km al 5,2% veranno affrontati lontanissimo dal traguardo. Diverso il discorso per il Col de Manse, inserito nel circuito di una ventina di chilometri che chiuderà questa frazione. Si tratta, infatti, dello stesso finale della tappa disputata il 19 luglio del 2011 e che vide l’attacco a sorpresa sul Manse (sono 9,5 Km al 5,2%) di Alberto Contador, con il quale rimasero Evans e Samuel Sánchez. Complice anche la tecnica discesa successiva (quella della caduta di Beloki al Tour 2003), che si percorrerà anche stavolta, il terzetto riuscì a guadagnare sui più diretti rivali di classifica, tra i quali chi pagò di più fu Andy Schleck, che giunse a Gap con 1′09″ di ritardo da Contador.

METEO TOUR
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della tappa Vaison-la-Romaine – Gap

Vaison-la-Romaine : sole e caldo, 31,8°C, venti deboli da NNW (6 Km/h), umidità al 38%
Séderon (Km 53): cielo sereno, 28,6°C, venti deboli da SW (9-12 Km/h), umidità al 33%
Crest (Km 115,5): sole e caldo, 30,4°C (percepiti 28,5°C), venti moderati da SW (10-15 Km/h), umidità al 36%
Gap: cielo sereno, 29,8°C (percepiti 28°C), venti moderati da SW (13-19 Km/h), umidità al 37%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA

Gli strafalcioni dei giornalisti al seguito del Tour

Conti: “Alle Tre Cime di Lavaredo faremo vedere queste immagini”
Pancani: “Prima ora 49 di media”
Pancani: “Prima ora 50 di media”
Bulbarelli: “Prima ora 51 di media”
Bulbarelli: “Il Mont Ventoux, una delle partite più affascinanti” (Froome – Resto del mondo, 10-0)
Bulbarelli: “La TV francese ha trasmetto una clip di ricordo a Tommy Simpson”
Traduttore: “Qualche istanti dopo”
Traduttore: “Ospidale di Avignone”
Pancani: “Era una delle cittadine romane più importante”
Pancani: “E’ diventato più scalatore con il passaggio degli anni”
Pancani: “Mikel Quint…. Nieve”
Pancani: “Kroizigor” (Kreuziger)
Cassani: “Cerca di guadagnare più secondi possibile dei secondi”
Battaglin: “Il Ventoux non l’ho mai scalata”
Bulbarelli: “Lasciamo tagliare il traguardo ai corridori” (perchè? non volevi lasciarli passare?)
Battaglin: “Qui è stata fatta, voluta”
Televideo: “Poi va a prendere il leader di quel momento, Quintana”

IL GIRO DI GOMEZ
In questa rubrica vi faremo rileggere i piani alti della classica, come li avrebbe visti Gomez Addams nelle sue letture del giornale in “verticale”… vale a dire le classifiche giornaliere viste al contrario, dal punto di vista della maglia nera!

Ordine d’arrivo quindicesima tappa, Givors – Mont Ventoux

1° Jonathan Hivert
2° Juan Jose Lobato Del Valle a 17′30″
3° Matteo Trentin s.t.
4° William Bonnet s.t.
5° Davide Cimolai s.t.

Classifica generale

1° Svein Tuft
2° Dmitriy Muravyev a 50″
3° Assan Bazayev a 1′42″
4° Jerome Cousin a 1′57″
5° Jonathan Hivert a 2′18″
Primo italiano: Roberto Ferrari, 25° a 20′19″

IL PRIMO TOUR DI GINETTACCIO
Salite sulla macchina del tempo e tornante indietro con noi fino al luglio del 1938, al primo dei due Tour conquistata da Gino Bartali, rivissuto attraverso i titoli de “La Stampa” e le altimetrie d’epoca dell’archivio di www.ilciclismo.it

25 LUGLIO 1938 – 16a TAPPA: AIX-LES-BAINS – BESANÇON (284 Km)

BARTALI AUMENTA ANCORA IL VANTAGGIO E SI AGGIUDICA DEFINITIVAMENTE IL G.P. DELLA MONTAGNA
Marcia di avvicinamento a Parigi
A Besancon vittoria di Kint dopo una fuga a quattro



ARCHIVIO ALMANACCO

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UN SALUTO DAL… MONT VENTOUX

14-07-2013

luglio 14, 2013 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE FRANCE

Il britannico Christopher Froome (Sky ProCycling) si è imposto nella quindicesima tappa, Givors – Mont Ventoux, percorrendo 242,5 Km in 5h48′45″ alla media di 41,634 Km/h. Ha preceduto di 29″ il colombiano Quintana Rojas e di 1′23″ lo spagnolo Nieve Ituralde. Miglior italiano Enrico Gasparotto (Astana Pro Team), 74° a 19′20″. Froome è ancora maglia gialla con 4′14″ sull’olandese Mollema e 4′25″ sullo spagnolo Contador Velasco. Miglior italiano Davide Malacarne (Team Europcar), 40° a 54′18″.

GIRO DELL’APPENINO

L’italiano Davide Mucelli (Ceramica Flaminia – Fondriest) si è imposto nella corsa italiana, Serravalle Retail Park – Pontedecimo (Genova), percorrendo 193,9 Km in 4h51′45″ alla media di 39,876 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Luca Mazzanti (Vini Fantini – Selle Italia) e il russo Rovny.

TOUR OF QINGHAI LAKE (Cina)

L’italiano Sacha Modolo (Bardiani Valvole – CSF Inox) si è imposto nell’ottava tappa, Qilian – Zhangye, percorrendo 201 Km in 4h20′51″ alla media di 46,233 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’argentino Maximiliano Ariel Richeze e il neozelandese Rogers. L’iraniano Samad Poor Seiedi (Tabriz Petrochemical Team) è ancora leader della classifica, con 42″ sul kazako Nepomnyachsniy e 1′06″ sul kazako Fominykh. Miglior italiano Angelo Pagani (Bardiani Valvole – CSF Inox), 10° a 2′30″

GIRO CICLISTICO DELLA VALLE D’AOSTA MONT BLANC (dilettanti)

Il tedesco Jasha Sütterlin (Thüringer Energie Team) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Pré Saint Didier – Aosta, percorrendo 89,6 Km in 2h00′40″ alla media di 44,552 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Andrea Toniatti (Zalf Euromobil Désirée Fior) e lo spagnolo Barbero Cuesta. In classifica si impone l’italiano Davide Villella (Team Colpack) con 28″ sull’italiano Davide Formolo (Petroli Firenze Wega Contech) e 32″ sul francese Chevrier

SIBIU CYCLING TOUR (Romania)

Terza ed ultima tappa divisa in due semitappe.
Il mattino, il tedesco Stefan Schumacher (Christina Watches – Onfone) si è imposto nella prima semitappa, circuito a cronometro dell’Astra Museum (Sibiu), percorrendo 11,4 Km in 14′05″ alla media di 48.568 Km/h. Ha preceduto di 12″ l’ucraino Vasylyuk e di 14″ il polacco Taciak. Miglior italiano Davide Rebellin (CCC Polsat Polkowice), 9° a 30″. Rebellin è ancora leader della classifica, con 58″ sul croato Kvasina e 1′21″ sullo spagnolo Zaballa Gutiérrez.
Il pomeriggio, l’italiano Mattia Gavazzi (Androni Giocattoli – Venezuela) si è imposto nella seconda semitappa, circuito di Sibiu, percorrendo 138,2 Km in 3h32′02″ alla media di 39,107 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Omar Bertazzo (Androni Giocattoli – Venezuela) e di 2″ il francese Bihel. Invariate le prime tre piazza della classifica, con vittoria finale di Rebellin.

CZECH CYCLING TOUR

Il ceco Petr Vakoc (Etixx -Ihned) si è imposto nella quarta ed ultima tappa, Olomouc – Svatý Kopeček, percorrendo 145 Km in 3h26′16″ alla media di 42,178 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Alaphilippe e il ceco Leopold Konig (Team NetApp – Endura). Due italiani in gara: Federico Pozzetto (Tirol Cycling Team) 21° con lo stesso tempo dei primi, Eugenio Alafaci (Leopard – Trek Continental Team) 75° a 9′45″. In classifica si impone Konig con 1′15″ sul danese Haugaard Jensen e 1′29″ sull’olandese Van Luijk. Pozzetto 37° a 10′06″, Alafaci 62° a 20′08″

GIRO DEL CASENTINO (dilettanti)

L’italiano Gianfranco Zilioli (Team Colpack) si è imposto nella corsa italiana, Subbiano – Falciano di Subbiano, percorrendo 157,5 Km in 3h35′15″ alla media di 43,902 Km/h. Ha preceduto di 3″ l’italiano Alessio Taliani (Futura Team Matricardi) e di 10″ l’italiano Valerio Conti (Mastromarco Sensi Dover Benedetti)

NOTTE DA STREGHE SUL MONTE CALVO: FROOME VOLA SEDUTO, SI SALVA SOLO NAIRO

luglio 14, 2013 by Redazione  
Filed under News

Giornata da uomini in nero: nel biancore osseo del Ventoso brillano solo le divise scure della Movistar di Nairo Quintana e quelle della Sky, più di tutte quella girata in giallo di Chris Froome. Contador regge, incassa, si espone, crolla, contiene. Il resto è noia.

Foto copertina: Froome svetta sul Ventoux

Un altro sfregio al monte sacro del ciclismo francese, dopo la risibile scalata del 2009 con le schermaglie e le moine tra Andy e Contador, intenti a promuovere rispettivamente i terzi posti di Frank e Armstrong piuttosto che a fare gara vera. Oggi invece sì che la gara è stata vissuta e viscerale, anche se la “v” di “vera” si fatica a imporla alla tastiera, per quel che si è visto in corsa, e per i motivi che tra qualche riga andremo a delucidare.

Per lo meno, si è consumata la vendetta del Monte Calvo verso i due galletti che lo schernirono solo quattro anni fa: l’uno costretto allo sbando fin dai primi chilometri, ovvero quell’Andy Schleck che vediamo salire a zig zag prima che la motocamera malinconicamente lo sorpassi (ma è possibile un declino simile in un atleta che pure dovrebbe essere dotato di classe innata, e che poche settimane addietro aveva mostrato segni di una ritrovata competitività?); l’altro, Alberto Contador, oggi probabilmente tra i più forti del lotto, ancora una volta come già tante altre in carriera, ma comunque stroncato nel proprio orgoglio – e nel risultato di corsa – dall’impossibilità di lottare a un livello di parità sia pure vaga con il dominatore attuale.

La fuga del mattino ha poca storia, se non per le gigionerie di Sagan che si fa riprendere in impennata e per il velleitario tentativo di Chavanel di regalare al 14 luglio un vincitore francese, stante che il promettente Pinot, più tagliato per il traguardo odierno, è già disperso, e che la seconda giovinezza di Peraud non lo innalza ancora a questi allori.

Tirano alla grande Movistar e Sky, coerentemente con quello che sarà il protagonismo sull’ascesa finale, essenzialmente diviso tra due atleti, Nairo Quintana e Chris Froome. Il primo dei due esprime un barbaglio di ciclismo comunque piacevole per la capacità di uscire dagli schemi pedanti dei guru odierni: parte ben lontano dall’arrivo, con la prospettiva di affrontare in solitaria o quasi circa quaranta minuti di sforzo, non abiurando il lungo rapporto che su certe salite non cessa di avere un senso fisiologico. Lodi che vanno assegnate in parte anche a Mikel Nieve, che parte anche prima di Quintana e poi con lui condividerà, essenzialmente a ruota, una discreta parte dell’ascesa. Un ruolo che si vedrà ribaltato quando il basco dell’Euskaltel sarà raggiunto da Contador, a cui farà da valletto per gli ultimi km, i più esposti al vento, proteggendo il connazionale come già fecero i baschi nel tappone del Gardeccia al Giro 2011, frazione mostruosa poi conquistata proprio da Nieve.

Vale la pena di sottolineare questi due attacchi perché rappresentano, al negativo, la grande e principale colpa – per omissione – di tutti gli altri avversari di Froome e del Team Sky: la tappa di oggi sembrava fatta a misura per il “metodo Sky”, precalcolare al metro azioni, potenze, turni e tempi, in modo da esaltare la meccanicità delle strategie e l’incanalamento della gara su binari prestabiliti.
Specialmente le squadre con due uomini in classifica, leggasi Saxo e Belkin, avrebbero potuto impostare una diversa tattica, piuttosto che incolonnarsi dietro al trenino Sky, quindi estinguersi poco a poco, poi – una volta fatte a pezzi – ricompattarsi al fine di un triste e misero contenimento danni. Non che facendo altro la vittoria fosse a portata, stante la superiorità fisica di Froome, ma almeno ci si sarebbe provato.

Non per niente, dietro agli avventurieri coraggiosi Nieve e Quintana, assisitiamo al solito trenino, con l’inseguitore su pista Kennaugh prima… a inseguire i fuggitivi per rampe impervie, e poi con Porte dedito ancora una volta a spremersi per scremare il gruppetto fino all’estremo (restano lui, Froome, Contador e Kreuziger, poi molla il ceco, poi attaccherà Froome), salvo poi ritrovare le necessarie energie per accompagnarsi con gli uomini da top ten in generale. Almeno non arriva secondo, anche se i su e giù di forma del tasmaniano sono ormai da mal di testa.
Gran merito alla Sky, comunque, per aver impostato le proprie manovre militari su misura del vero avversario di questo Tour, Contador, mutandole dunque parzialmente rispetto a quel che si vide l’anno passato. Infatti adesso si va a lavorare in controtendenza rispetto alle “esigenze” del madrileno, che in generale privilegia ritmi non altissimi fino alla propria sparata, non brevissima, ma estesa spesso sui 4-5km, non oltre. Ora invece a Contador sono stati imposti dei fuorigiri ai -6 o -7 chilometri dalla meta, abbandonandolo poi a gestirsi tra i marosi di un affanno fisico e psicologico. In questo senso, grandi complimenti alla lettura degli Sky, che hanno fatto contro l’avversario proprio quello che gli avversari troppo raramente applicano a loro, ovvero una tattica aggressiva e mirata.

Ecco quindi che quando Porte finisce di sfinire tutti quanti i contendenti meno uno, Froome si esibisce in un gesto che resterà senz’altro negli annali: un’accelerazione brutale tutta esclusivamente da seduto, epperò totalmente scomposto come è di solito chi danza sui pedali e non chi si acquatta in sella; con una agilità folle e frenetica, a cui Contador non può replicare nemmeno con una sparata al 110% in piedi sui pedali. L’azione di Cancellara sul Kaapelmuur contro Boonen, che a tanti sospetti diede adito pur nella sua bellezza, si vede sorpassata e staccata da questa vera e propria stregoneria di Froome.

Si mescolano le carte, Froome raggiunge Quintana che, di nuovo bravissimo, regge agli attacchi del kenyota senza collaborare più di tanto, con astuzia e senza sudditanza, ancora una volta quasi memore per istinto di un ciclismo antico e autentico, lontano dai favori ai re e dalle complicità pelose che ci siamo sorbiti per almeno un settennio recente e che abbiamo in parte rivisto proprio l’altroieri. Inevitabile, purtroppo, che alla fine vinca il più forte, quello che è partito dove diceva il manuale o l’ammiraglia, e che in piano o in salita ne ha sempre d’avanzo. Quintana però si prende la maglia bianca e un secondo posto che per certi versi vale più del primo.
Dietro Contador è in fuorigiri, cerca di seguire Froome, arranca, riprende Nieve, e poi si attacca alla sua scia finché può, cioè fino a quell’ultimo km dove, emergendo da un plotoncino di inseguitori, lo ripigliano e passano Joaquim Rodriguez e, per aiutarlo, il compagno Kreuziger. Poco dietro Mollema che vede ridursi, ma di pochissimo, il proprio margine per il secondo posto in generale.

Ma quel che c’è là dietro è una notte in cui tutte le vacche sono nere, una classifica cortissima dove c’è chi si stacca precocemente e poi rientra a tutta come Daniel Martin, chi stenta, si aggancia, risbanda come Valverde, chi tira per il compagno e poi non crolla come Ten Dam per Mollema, il quale a sua volta boccheggia come un pesce tutta la salita per poi chiudere in volata.

C’è poco, poco da dire e forse poco da fare in questo Tour: Contador che certo è ridimensionato, ma probabilmente molto meno di quanto non dicano le classifiche, se si pensa che è, con Quintana, l’unico a cercare di tenere a tiro il super “underdog” Froome. Anche oggi se Alberto avesse fatto la propria gara, avrebbe ripreso e consolidato quel primato tra gli umani che comunque non è impensabile (e dunque benissimo arrischiarlo per sfidare il rivale, benché questi sia così superiore da spedire ogni volta Contador all’inferno).
E poi, il solo e unico tema da discutere quando si parli di vittoria: Chris Froome e il suo ciclismo discutibile.

Come si può discutere chi vince e stravince su tutti i terreni? Il motivo è semplicissimo: ancora oggi lo si è visto in mondovisione, Froome passa il suo tempo consultando il maledetto ciclocomputer con le informazioni sulla potenza erogata, perfino quando scatta (e forse anche per questo non lo fa in piedi sui pedali; oppure, quando si alza, come prova a fare un paio di volte contro Quintana, non ottiene grandi risultati). Sarà solo un tic? Probabilmente no, ma anche così fosse, che tic rivelatore!
Quando qualche spettatore occasionale sproloquia sulla “mancanza di tecnica” del ciclismo che renderebbe questo sport tanto propenso al doping (tutto ciò nell’insensata vulgata di chi segue superficialmente lo sport in genere), ci si trova spesso a ricordare la grande abilità comunque tecnica che è richiesta dal percepire correttamente le sensazioni del proprio corpo, interpretarle al meglio, focalizzare e coordinare sforzo, respirazione, postura per ottenere il “massimo”, o qualcosa di più, e non il troppo.
Ebbene, tutto ciò viene pesantemente ridimensionato da un abuso sistematico del misuratore di potenza come quello a cui assistiamo ormai ogni giorno, tappe di trasferimento incluse. Se l’introduzione negli sport motoristici di servomeccanismi per controllare la trazione, evitare lo slittamento, dosare la frenata ha suscitato tanti dubbi e polemiche, qui ci troveremmo davanti al corrispettivo di un pilota automatico.
Il ciclismo sarebbe ridotto alla propria parodia, ovvero a un allenamento maniacale che assommato a una certa predisposizione genetica conduce un atleta a erogare determinati valori di potenza sotto date condizioni. Dopodiché si tratta solo di utilizzare i propri nove atleti in maniera che il finalizzatore eroghi i suoi watt quando deve, con la certezza che gli avversari non potranno superarlo (come candidamente confessò Wiggins l’anno scorso a proposito degli attacchi di Nibali).
Aggiungiamo a tutto ciò l’esiziale dipendenza dalla radiolina a cui Froome si è attaccato per gli ultimi km del Monte Ventoso come se bevesse dal seno materno… almeno si fosse goduto il paesaggio, se proprio non aveva altro da fare!
Questi fattori di dipendenza da una direzione esterna all’atleta sviliscono il ciclismo, tanto più quando il margine fisico di superiorità sembra essere tanto.
A proposito di margine di superiorità, un capitolo a parte lo meriterebbe la questione estetico-fisica: non parliamo solo di gradevolezza del gesto, ma della sua funzionalità. C’è da domandarsi quali valori di “motore” esistano nell’intimo di Froome, nel suo sistema cardiorespiratorio o nelle sue fibre muscolari, se essi, pur estrinsecati attraverso uno chassis sghembo e prono a mille dispersioni, risultano comunque tanto superiori a quelli di chiunque altro, in terreni di ogni tipo.
Non si tratta di avviarsi a futili sospetti, ma di comprendere, anche a vantaggio dell’evoluzione tecnica del ciclismo tutto: dinamiche dall’efficacia magari imprevista o inattesa, intraviste nell’originalità di un unico individuo, possono se capite essere utilmente diffuse e sistematizzate. La pazzesca agilità di Armstrong, anche ora che ha trovato “altre” spiegazioni, ha lasciato, magari parzialmente moderata per essere adeguata a fisiologie “meno modificate”, un’importante eredità tecnica. Capire Froome potrebbe essere fonte di sorprese tecniche, o almeno alleviare il senso di disagio di fronte a una pedalata che è difficile da rendere fruttuosa per tutti gli altri atleti, ancor più difficile da apprezzare per il palato degli spettatori .

Gabriele Bugada

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