27-03-2013
marzo 28, 2013 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
VDK – DRIEDAAGSE DE PANNE – KOKSIJDE (Belgio)
Il britannico Mark Cavendish (Omega Pharma – Quick Step) si è imposto nella seconda tappa, Oudenaarde – Koksijde, percorrendo 204,2 Km in 4h46′57″ alla media di 42,687 Km/h. Ha preceduto allo sprint gli italiani Elia Viviani (Cannondale Pro Cycling Team) e Francesco Chicchi (Vini Fantini – Selle Italia). Il francese Arnaud Démare (FDJ) è il nuovo leader della classifica, con 2″ sul norvegese Kristoff e 5″ su Cavendish. Miglior italiano Davide Cimolai (Lampre – Merida), 7° a 11″
DIARIO DI TALENTO – MATTIA CATTANEO
marzo 27, 2013 by Redazione
Filed under Approfondimenti, MATTIA CATTANEO
Nel decennale di ilciclismo.it riprendiamo la rubrica del “diario di talento” con la quale il sito si fece conoscere nel 2003. Allora il giovane campione in erba era Damiano Cunego, ora ha scrivere per noi sarà un altro campioncino della scuderia Lampre, il bergamasco Mattia Cattaneo
Foto copertina: Mattia Cattaneo (foto Bettini)
Ciao a tutti
sono Cattaneo Mattia, ragazzo del TEAM LAMPRE MERIDA al primo anno da professionista. Cercherò tramite questo diario di farvi “ entrare” il più possibile all’interno dei miei impegni cercando di trasmettervi anche le mie sensazioni e le mie emozioni durante corse, ritiri e allenamenti per la stagione 2013.
Vi scrivo dal Belgio in quanto, dopo le prime corse della stagione e la bellissima esperienza appena conclusa alla Parigi – Nizza (prima corsa PRO TOUR per me) ho l’opportunità di partecipare alla prima parte delle classiche del Belgio. Per me è un’enorme emozione poter essere al via delle prossime gare; quassù sarà una soddisfazione non da poco, al fianco di campioni che fino a pochi mesi fa vedevo solo in televisione. Sicuramente saranno giorni molti duri e faticosi ma sono certo che queste corse mi faranno crescere e mi permetteranno di ampliare il mio, per ora molto ristretto, bagaglio di esperienza, cercando nel frattempo di aiutare il più possibile i miei capitani e la squadra a cogliere il miglior risultato possibile.
Questa prima parte di stagione per me è stata positiva; ho iniziato a gennaio in una corsa parecchio particolare, l’ Amissa Bongo (una corsa a tappe in Africa, più precisamente in Gabon), per poi continuare con la Challenge Mallorca e, dopo un breve assaggio di Belgio alla Omloop Het Nieuwsblad, è arrivata la prima corsa Pro Tour della mia vita: la Parigi – Nizza.
Voglio soffermarmi su quest’ultima corsa non perché le altre non siano state belle o difficili ma naturalmente questa era un gradino sopra le altre corse fin ora disputate. Sono partito per l’esperienza francese con molta convinzione e con la voglia di essere utile alla squadra e dopo una settimana di fatiche sono riuscito, al di là di ogni mia previsione, a togliermi anche una piccola, ma per me importante, soddisfazione, effettuando una buona cronoscalata finale da Nizza al Col d’ Eze (21° a 1′35″ da Richie Porte, ndr). Come dicevo prima non sono mancati i momenti duri in alcune situazioni di corsa che, però, mi sono serviti per capire quanto lavoro bisogna ancora fare per crescere e per cercare di migliorare sempre più.
Il morale ora è molto alto, la voglia di far bene è tanta e quindi ora BELGIO!!! Queste corse hanno sempre avuto, per me, un fascino particolare: il pavè, i muri, la gente e l’atmosfera che si respira quassù penso siano unici. Ora sono “dentro” tutto questo e sono emozionato, carico e consapevole che questa esperienza mi rimarrà sempre dentro.
Per ora vi saluto, ma presto vi racconterò come è stato il mio approccio all’INFERNO DEL NORD!!!
A presto
Mattia
SAGAN HA PRESO LA MALATTIA DELLA VITTORIA
Dopo l’affermazione di domenica nella Gent-Wevelgem, Peter Sagan (Cannondale) replica oggi nella prima tappa della Tre Giorni di La Panne. Lo slovacco della Cannondale ha regolato un gruppetto di dieci corridori che si era staccato dal gruppo ad 8 chilometri dall’arrivo, precedendo d’un soffio Arnaud Demare (FDJ) e Alexander Kristoff (Katusha). Quinto posto per Oscar Gatto (Vini Fantini). Sagan diventa anche leader della piccola corsa a tappe belga con un vantaggio di 4 secondi su Demare 6 su Kristoff.
Foto copertina: la volata che ha concluso la prima frazione della Tre Giorni di La Panne (foto Bettini)
Non c’è niente da fare. Quando Peter Sagan si mette in testa di vincere, lo può fare in tutti i modi e per gli avversari non c’è scelta se non accettare la sconfitta. Stavolta è toccato ad Arnaud Demare, anche se nella volata finale il ragazzo francese ha peccato di paura nell’infilarsi nel varco, sì stretto, offertogli da Peter Sagan, e quell’indecisione è costata parecchio a Demare dato che gli ha precluso la possibilità di vincere.
Come ogni anno, la prima tappa della Tre Giorni di La Panne, lunga 199 chilometri, ci offre un piccolo antipasto di quello che verrà domenica alla Ronde. Il percorso di oggi prevedeva di affrontare tredici muri negli ultimi 100 chilometri, così da garantire un po’ di spettacolo.
Dopo la partenza si forma subito un drappello in testa alla corsa, composto da: Haller (Katusha) Reijnen (UnitedHealthcare), Barbé (Crelan-Euphony) e Bennett(An Post Sean Kelly). Scremati successivamente ai soli Barbé e Haller che, dopo aver litigato un po’, trovano l’accordo e vanno via insieme. Il loro vantaggio massimo sarà di circa otto minuti prima che il gruppo si organizzi, soprattutto per mano degli Omega Quick-Step. Ci vorrà poco tempo per diminuire il vantaggio, che a 70 chilometri dal traguardo si attesta sui due minuti. Dopo qualche chilometri iniziano i primi scatti anche dal gruppo, con l’iniziatore Vaitkus (Orica-GreenEdge) che porta via un gruppetto composto da: Gaudin, Pozzo, Bennett ed Heytens, i quali raggiungeranno i due fuggitivi, formando la testa della corsa. Quando mancano una quarantina di chilometri all’arrivo, Damien Gaudin, oggi in giornata super, stacca i suoi compagni d’avventura, tentando la fuga solitaria.
Il francese dell’Europcar non è l’unico ad avere, oggi, lo spirito d’attaccante; sarà imitato in gruppo anche da un sorprendente André Greipel, assieme ad un brillante Alan Marangoni; tuttavia questi tentativi saranno vani.
Dopo che Sagan ha dimostrato sull’ultimo muro una facilità incredibile di pedalata, iniziano una serie di scatti e controscatti che tengono il gruppo in fila indiana. Ai meno 7 chilometri su un attacco di Sagan e Oscar Gatto, si compone un gruppetto di 10 corridori, composto oltre che dai due citati, anche da: Ventomme (Crelan), Cousin (Europcar), Cimolai (Lampre-Merida), Chavanel e Terpstra (Omega-Quick Step), Le Bon e Demare (FDJ) e Kristoff (Katusha).
I battistrada tengono un margine esiguo sul gruppo che, nonostante la superiorità numerica, non riuscirà più nell’intento di raggiungerli, e saranno quelli in testa a giocarsi la tappa in uno sprint ristretto.
Ai 300 metri, dopo il grande lavoro di Le Bon per Demare, parte lungo Kristoff, ma per il norvegese non c’è niente da fare, dato che si è portato a ruota uno “scorpione” come Sagan, che a sua volta, dapprima salta il norvegese, e poi resiste con molta esperienza al tentativo di rimonta di Arnaud Demare, stringendolo quel tanto che basta per scoraggiarne il recupero.
Lo slovacco vince la tappa davanti a Demare e Kristoff, completano la Top Ten: Chavanel, Gatto, Terpstra, Ventomme, Cousin, Cimolai e Le Bon. Il gruppo giunge con un ritardo di 9 secondi, e viene regolato da Greipel.
Per Sagan c’è anche la gioia della vestizione della maglia di leader della classifica generale.
Domani tappa più semplice, con le difficoltà concentrate a metà frazione. Probabile l’arrivo in volata, con sfida Greipel-Cavendish.
Paolo Terzi
26-03-2013
marzo 27, 2013 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
VDK – DRIEDAAGSE DE PANNE – KOKSIJDE (Belgio)
Lo slovacco Peter Sagan (Cannondale Pro Cycling Team) si è imposto nella prima tappa, Middelkerke – Zottegem, percorrendo 199,8 Km in 5h00′27″ alla media di 39,900 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Démare e il norvegese Kristoff. Miglior italiano Oscar Gatto (Vini Fantini – Selle Italia), 5°.
SPUNTINI DI GAND di Michele Tomasi – BUON COMPLEANNO ILCICLISMO.IT
marzo 26, 2013 by Redazione
Filed under 2) GAND - WEVELGEM, Approfondimenti
Quest’anno ilciclismo.it compie 10 anni, un traguardo che festeggeremo richiamando per un giorno in redazione i nomi storici della redazione, ai quali abbiamo chiesto di commentare un grande appuntamento della stagione 2013. Comincerà il vicentino Michele Tomasi, vicedirettore del sito all’epoca della direzione Patrone: a lui il compito di proporci alcune stuzzicanti spunti di riflessioni sulla Gand-Wevelgem di domenica scorsa.
Foto copertina: Sagan sul Kemmelberg (demotix.com)
Anche questa Gand è andata, anche se il meteo sembrava ancora una volta contro il ciclismo su strada; la corsa difatti è stata accorciata e con punto di partenza spostata per evitare la neve caduta nella notte.
Comunque tornando a noi, cosa possiamo trarre da questa Gand?
Ecco alcuni spunti per riflessioni.
Sagan
Se ce ne fosse stato bisogno, Sagan ha dimostrato di saper vincere e che vittoria!
Non solo vince volate di gruppetto, di gruppo, ma facendo anche azioni in prima persona quando avrebbe potuto attendere con abbastanza sicurezza la volata finale di gruppetto.
Ma anche qui ha dimostrato la sua intelligenza tattica, oltre che fisica; quando ha visto la scarsa collaborazione dei suoi compagni di fuga ha preso di petto la corsa, portando a casa una vittoria di classe.
Oramai sono stati usati tutti gli aggettivi possibili per Peter, e non sorprende che già in questo periodo girino voci di squadre ProTour intenzionate a portarselo in casa propria per il 2014.
Ricordiamoci inoltre che ha solo 23 anni!
Omega Pharma
Come succede da alcuni anni, l’Omega Pharma è la squadra da battere nelle Classiche sul pavè.
Però anche oggi qualcosa è mancato.
Avevano davanti Vanderbergh, uno degli uomini della squadra in palla in questo periodo, ma dietro nel gruppo principale sono mancati quei gregari a dar supporto a Cavendish, che di solito ci sono.
Inoltre Cavendish ha fatto una volata nel gruppo principale al di sotto delle sue possibilità, forse dovuto al nervosismo che aveva dimostrato a circa 35-40 km dalla fine, quando ha visto che non c’era molta collaborazione e si era messo in prima persona a tirare.
Quindi come detto, l’Omega Pharma ha deluso in una delle corse di casa, dove partiva come pretendente alla vittoria finale con 2 carte importanti come Boonen e Cavendish da giocare.
Team Sky
La squadra inglese dopo la scorsa campagna acquisti aveva dimostrato lo scarso interesse per le Classiche del Nord lasciando Eisel praticamente da solo.
Eisel oggi si è fatto vedere davanti nella classica che più gli si addice e che aveva vinto nel 2010, ma il resto della squadra è risultata abbastanza anonima.
Da una formazione del calibro del Team Sky e della sua disponibilità economica quindi ci si aspetterebbe molto di più; ci sono molti buoni corridori per corse come la Gand, ma quello che manca è l’uomo di punta che faccia la differenza.
Amador
Questo ragazzo merita una citazione, perché veramente sta dimostrando doti di versatilità che di questi tempi stanno diventando veramente rari.
In pochi lo conoscono anche se corre da diversi anni nella Movistar, da quando si chiamava ancora Caisse d’Epargne.
Già l’anno scorso aveva fatto intravedere qualcosa, sia nelle corse a tappe che nelle Classiche.
Ma anche oggi sembrava a proprio agio, in una corsa che vedeva neve e freddo, il tutto non molto comune se vieni dalla Costa Rica.
Sicuramente sarà un nome che sentiremo ancora presto.
Italiani
Ed i nostri?
A parte Paolini che si è messo davanti al gruppo a dar cambi, probabilmente con in previsione il Fiandre, i nostri sono un po’ mancati.
Pozzato era nel gruppo principale, come molti altri big, ma almeno oggi non è apparso brillantissimo.
Quindi incrociamo le dita e speriamo che per le prossime corse del Nord le cose vadano meglio, con i nostri nelle posizioni che contano.
Michele Tomasi
CHIAMIAMOLA SAGAN(D) – WEVELGEM
marzo 26, 2013 by Redazione
Filed under 2) GAND - WEVELGEM, News
Prima vittoria in carriera in una grande classica per il fuoriclasse slovacco che, ancora con il dente avvelenato dopo i secondi posti a Milano-Sanremo e Gp Harelbeke, conquista la corsa fiamminga disputata con temperature polari staccando a 4 km dal traguardo i nove compagni di fuga, tra cui il fondamentale gregario Maciej Bodnar, con Borut Bozic che conquista la piazza d’onore davanti a Greg Van Avermaet. Abbandonano Fabian Cancellara per scelta tecnica e il campione uscente Tom Boonen rimasto vittima di caduta, mai nel vivo della corsa gli azzurri primo dei quali è Viviani 15°.
Foto copertina: per Sagan un successo che punta verso l’alto (Photopress.be)
Dopo lo spettacolare Gp Harelbeke dominato da Fabian Cancellara (RadioShack) davanti a Peter Sagan (Cannondale) e a una settimana dal Giro delle Fiandre la stagione delle classiche del Nord è proseguita con la 75a edizione della Gand-Wevelgem, che nelle ultime stagioni ha trovato questa nuova collocazione nel calendario dopo che in passato veniva tradizionalmente disputata a metà della settimana che separa la Ronde dalla Parigi-Roubaix: per la verità si è rischiato a causa delle abbonanti nevicate che hanno colpito il Belgio nelle ultime giornate che questa edizione venisse spostata in avanti di un giorno oppure addirittura cancellata ma alla fine si è corso regolarmente, sia pure su un tracciato accorciato a 190 km rispetto ai 235 originariamente previsti con la partenza spostata in avanti in località Gistel. Grandi favoriti alla vigilia erano considerati ancora Sagan, secondo un anno fa, e Cancellara oltre al duo dell’Omega-QuickStep composto da Marc Cavendish, uomo da battere in caso di arrivo in volata, e un Tom Boonen vittorioso nelle ultime due edizioni oltre che in quella del 2004 a caccia di una rivincita dopo un Gp Harelbeke chiuso al 7° posto senza però riuscire a competere con i migliori: accanto a loro al via anche Edvald Boasson Hagen e Mathew Hayman (Team Sky), André Greipel e Jürgen Roelandts (Lotto-Belisol), Yauheni Hutarovich (Ag2r), Borut Bozic e Maxim Iglinskiy (Astana), Lars Boom e Marc Renshaw (Blanco), il campione del mondo Philippe Gilbert e Thor Hushovd (Bmc), Arnaud Démare (Fdj), Tyler Farrar e Johan Vansummeren (Garmin-Sharp), Matthew Goss (Orica-GreenEdge), Alexander Kristoff (Katusha), José Joaquín Rojas e Francisco Ventoso (Movistar), John Degenkolb (Argos-Shimano), Matti Breschel (Saxo-Tinkoff), Juan Antonio Flecha e Björn Leukemans (Vacansoleil) e Heinrich Haussler (Iam Cycling) con i nostri Daniel Oss (Bmc), splendido 3° al Gp Harelbeke, Filippo Pozzato e Alessandro Petacchi (Lampre-Merida), Elia Viviani (Cannondale), Luca Paolini (Katusha), Giacomo Nizzolo (RadioShack) e Daniele Bennati (Saxo-Tinkoff) pronti a dire la loro.
La corsa è stata disputata in condizioni atmosferiche difficilissime con temperature anche al di sotto dello zero e un forte vento che ha fatto sentire la propria presenza, facendo sì che dopo pochi km il gruppo già si spezzasse in cinque tronconi con Boonen, Cavendish, Greipel, Sagan, Oss e Paolini rimasti nel plotoncino di testa composto da 26 unità mentre Cancellara, Flecha, Goss, Hushovd e Gilbert tra gli altri sono stati costretti a inseguire per 60 km prima di chiudere un gap che era arrivato vicino ai 2′ grazie soprattutto al lavoro della RadioShack e Pozzato, che si era fatto sorprendere rimanendo nel terzo troncone, è riuscito a sua volta a rientrare grazie al rallentamento che è seguito al rientro del gruppo di Cancellara: la corsa dello svizzero è però finita pochi km dopo quando, a termine di un colloquio con il suo direttore sporivo Dirk Demol, ha scelto di salire in ammiraglia evidentemente per non compromettere la preparazione per Fiandre e Roubaix. Un attacco in forze della Bmc in un tratto di vento laterale ha nuovamente spezzato il plotone con Sagan tra coloro che hanno perso qualche decina di metri ma questa volta l’azione si è esaurita in breve e immediatamente dopo il ricompattamento Flecha è scattato seguito da Matthieu Ladagnous (Fdj) e Assan Bazayev (Astana) arrivando a guadagnare poco meno di 1′ sul gruppo tirato dalla Cannondale, che si è dimostrata molto più solida e compatta rispetto alle aspettative e ha saputo competere alla pari con corazzate come l’Omega-QuickStep e la Bmc, prima che iniziasse la parte del percorso più impegnativa con 9 muri, su tutti il Kemmelberg da scalare per due volte, da scalare tra i -97 e i -42 dal traguardo prima del finale completamente pianeggiante. Sullo strappo del Baneberg è stato Gilbert, piuttosto anonimo in questo inizio di 2013, a smuovere le acque con Sagan, Boasson Hagen e Boonen pronti incollarsi alla sua ruota seguiti ma la corsa del fuoriclasse fiammingo terminerà di lì a poco in seguito a una brutta caduta poco prima del secondo passaggio sul Kemmelberg in cui ha battuto il ginocchio sinistro, anche se la partecipazione ai prossimi appuntamenti per lui non sembra essere a rischio. L’azione decisiva è arrivata a 57 km ad opera di Haussler, atleta che sembra aver trovato una nuova giovinezza con il trasferimento alla Iam Cycling, sul quale si sono portati Jens Debusschere (Lotto-Belisol), Bernhard Eisel (Team Sky), il sempre presente Greg Van Avermaet (Bmc), uno Stijn Vandenbergh (Omega-QuickStep) costantemente con i migliori da quando è iniziata la campagna del Nord, il sempre più sorprendente Andrey Amador (Movistar), un Borut Bozic ancora protagonista dopo il recente secondo posto nella recente Dwars door Vlaanderen alle spalle del nostro Oscar Gatto, uno Jaroslav Popovych (RadioShack) che sembra aver trovato nelle classiche del Nord il suo terreno ideale dopo aver abbandonato i sogni di fare classifica nei grandi Giri che aveva coltivato a inizio carriera e soprattutto la coppia della Cannondale composta da Sagan e dal forte cronoman polacco Maciej Bodnar, che si è messo a completa disposizione dello slovacco e con le sue trenate sarà determinante nell’impedire il ritorno del gruppo: i contrattaccanti si sono riportati su Ladagnous, Bazayev e un inesauribile Flecha, che ha comunque forzato ancora l’andatura sul Kemmelberg provocando il cedimento del kazako e mettendo in leggera difficoltà anche Haussler e Popovych che comunque sono prontamente rientrati, mentre dietro Omega-QuickStep, Lotto-Belisol e Blanco hanno atteso che arrivasse il tratto finale in pianura prima di iniziare l’inseguimento per non mettere in difficoltà i rispettivi velocisti ma quando iniziato a farlo il distacco dalla testa era già di 1′30” e si è rivelato impossibile da colmare.
Gli undici uomini al comando, rimasti successivamente in dieci per via di una foratura di cui è rimasto vittima Debusschere che verrà ripreso dal gruppo, hanno proseguito di comune accordo fino a 5 km dal traguardo, quando Bodnar dopo aver svolto il grosso del lavoro si è fatto da parte. Il primo a muoversi è stato Vandenbergh immediatamente seguito da Flecha e Sagan che a quel punto, memore forse di quanto accaduto alla Milano-Sanremo quando in una situazione analoga aveva atteso la volata in cui era stato battuto da Gerald Ciolek, malgrado fosse nettamente il più veloce allo sprint è partito in contropiede e, approfittando anche di un attimo di esitazione degli inseguitori, ha fatto subito il vuoto e ha continuato ad incrementare il vantaggio fino al traguardo, in cui si è prodotto in una delle sue tipiche esultanze un po’ sopra le righe e non troppo gradite da alcuni colleghi, primo fra tutti Cancellara, impennando la bici nel momento di varcare la linea bianca: l’impressione è che però lo svizzero e tutti gli altri dovranno rassegnarsi nei prossimi anni a subire la supremazia del fenomeno di Zilina, che sembra aver compiuto in questo 2013 il definitivo salto di qualità e che con questo successo alla Gand-Wevelgem ha rotto il ghiaccio anche in una grande classica dopo gli innumerevoli piazzamenti negli ultimi anni. La volata dei battuti giunti a 23” da Sagan ha visto prevalere Bozic su Van Avermaet, Haussler, un Flecha che avrebbe forse meritato la piazza d’onore per quanto fatto in precedenza, Ladagnous, Eisel, Vandenbergh, Popovych e Amador mentre il gruppo ha chiuso a 40” regolato da Greipel su Démare, Breschel, Kristoff e un Viviani 15° che ha salvato in parte l’onore del tricolore in una corsa in cui gli azzurri sono stati nel complesso molto deludenti a partire da Pozzato, ancora una volta mai nel vivo della battaglia come già era accaduto al Gp Harelbeke. La campagna del Nord proseguirà ora con la Tre Giorni di La Panne in programma dal 26 al 28 marzo prima dell’attesissimo Giro delle Fiandre che si disputerà domenica 31.
Marco Salonna
24-03-2013
marzo 25, 2013 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
GAND – WEVELGEM
Lo slovacco Peter Sagan (Cannondale Pro Cycling Team) si è imposto nella corsa belga, Gistel – Wevelgem, percorrendo 190 Km in 4h29′10″ alla media di 42,352 Km/h. Ha preceduto di 23″ lo sloveno Bozic e il belga Van Avermaet. Miglior italiano Elia Viviani (Cannondale Pro Cycling Team), 15° a 40″. Gara ridotta a causa del maltempo (percorso originario Deinze – Wevelgem di 237,6 Km)
VOLTA CICLISTA A CATALUNYA
Il belga Thomas De Gendt (Vacansoleil Pro Cycling Team) si è imposto nella settima ed ultima tappa, El Vendrell – Barcelona (Montjuïc), percorrendo 122,2 Km in 2h45′42″ alla media di 44,248 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo López García e il croato Kiserlovski. Miglior italiano Michele Scarponi (Lampre – Merida), 4°. In classifica si impone l’irlandese Daniel Martin (Garmin – Sharp) con 17″ sullo spagnolo Rodríguez Oliver e 34″ su Scarponi.
CRITERIUM INTERNATIONAL
Il britannico Christopher Froome (Sky ProCycling) si è imposto nella terza ed ultima tappa, Porto-Vecchio – Col de l’Ospedale, percorrendo 176 Km in 4h43′38″ alla media di 37,231 Km/h. Ha preceduto di 30″ l’australiano Porte e l’olandese Mollema. Miglior italiano Davide Malacarne (Team Europcar), 11° a 1′32″. In classifica si impone Froome, con 32″ su Porte e 54″ sullo statunitense Van Garderen. Miglior italiano Malacarne, 13° a 2′21″
SETTIMANA INTERNAZIONALE COPPI E BARTALI
L’italiano Damiano Caruso (Cannondale Pro Cycling Team) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Monticelli Terme – Fiorano Modenese, percorrendo 130 Km in 3h00′13″ alla media di 43,281 Km/h. Ha preceduto di 13″ l’italiano Alessandro Mazzi (Utensilnord Ora24.eu) e di 1′28″ il russo Shpilevsky. In classifica si impone l’italiano Diego Ulissi (Lampre – Merida) con 1′35″ sull’italiano Damiano Cunego (Lampre – Merida) e 1′48″ sul colombiano Rubiano Chávez. Percorso accorciato dagli originali 141,1 Km causa maltempo.
TOUR DE TAIWAN
Il giapponese Hayato Yoshida (Shimano Racing Team) si è imposto nella settima ed ultima tappa, circuito di Taipei City, percorrendo 52 Km in 1h03′24″ alla media di 49,211 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Giraud e l’australiano Shaw. In classifica si impone l’australiano Bernard Sulzberger (Drapac Cycling) con 24″ sull’etiope Grmay e 25″ sul sudafricano Meintjes.
TOUR DE NORMANDIE
Il tedesco Tino Thomel (Team NSP – Ghost) si è imposto nella sesta ed ultima tappa, Bagnoles-de-l’Orne – Caen, percorrendo 137 Km in 3h08′07″ alla media di 43,696 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Le Montagner l’olandese Van Der Lijke. Miglior italiano Eugenio Alafaci (Leopard Trek Continental Team), 6°. In classifica si impone l’elvetico Silvan Dillier (BMC Development Team) è ancora leader della classifica, con 3″ sul francese Blain e 8″ sull’olandese Van Baarle. Miglior italiano Eugenio Alafaci (Leopard Trek Continental Team), 17° a 1′27″.
VOLTA AO ALENTEJO – CREDITO AGRICOLA COSTA AZUL (Portogallo)
Il portoghese Antonio Carvalho (LA Aluminios – Antarte) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Vila Nova de Santo André – Santiago do Cacém, percorrendo 135,4 Km in 3h19′26″ alla media di 40,735 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo statunitense Haga e di 2″ lo spagnolo Fernandez Cruz. In classifica si impone il belga Jasper Stuyven (Bontrager Cycling Team), con 10″ su Haga e 29″ sullo spagnolo Marque Porto.
PICCOLA SANREMO (dilettanti)
L’italiano Nicola Gaffurini (Team Delio Gallina Colosio Eurofeed) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Sovizzo, percorrendo 143,9 Km in 3h46′15″ alla media di 38,161 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Andrea Vaccher (Team Marchiol-Emisfero-Site) e l’italiano Davide Orrico (Team Colpack)
TROFEO ANTONIETTO RANCILIO (dilettanti)
L’italiano Mattia Marcelli (Team Colpack) si è imposto nella corsa italiana, circuito di Villastanza di Parabiago, percorrendo 136 Km in 3h01′46″ alla media di 44,892 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Nicola Ruffoni (Team Colpack) e l’italiano Alessandro Forner (General Store Zardini Imedlago). Percorso accorciato dagli originari 160 Km causa maltempo.
CARUSO SFRECCIA A FIORANO
Primo successo da professionista per il passista scalatore della Cannondale che stacca i nove compagni di fuga sulla salita di Montecchio e si aggiudica davanti ad Alessandro Mazzi e Boris Shpilevsky una frazione di Fiorano Modenese accorciata per via del maltempo. Il gruppo lascia fare e la classifica generale rimane invariata con Diego Ulissi che si aggiudica la Settimana Coppi e Bartali davanti a Damiano Cunego, Miguel Rubiano Chavez e Ivan Basso.
Foto copertina: l’arrivo di Caruso a Fiorano Modenese, nel giorno del trionfo di Ulissi (foto De Socio)
La quinta e ultima tappa della Settimana Internazionale Coppi e Bartali era inizialmente prevista sulla distanza di 141,1 km da Monticelli Terme a Fiorano Modenese, località nota per ospitare il principale circuito di prova della Ferrari, ma a causa delle avverse condizioni meteo gli organizzatori sono stati costretti a tagliare l’ascesa iniziale verso Montericco, lungo la quale una frana ha reso impossibile il passaggio, e inoltre hanno deciso di far percorrere solo due volte invece delle quattro inizialmente previste il circuito finale, neutralizzando i tempi all’inizio dello stesso: uno scenario simile ha di fatto posto fine in anticipo alla lotta per la classifica generale che già alla vigilia era abbastanza definita con Diego Ulissi (Lampre-Merida) saldamente al comando e la formazione blu-fucsia ha avuto buon gioco nel controllare la corsa dando via libera a una fuga composta da Alessandro Mazzi (Utensilnord), che riuscirà a riprendersi la maglia verde di miglior scalatore che aveva indossato al termine della frazione inaugurale di Gatteo, Marco Coledan (Bardiani-CSF), Simon Pavlin (Adria Mobil), Carlos Julian Quintero (Colombia), Diego Rosa (Androni), Simone Ponzi (Astana), Sergey Shilov e Boris Shpilevsky (Lokosphinx), Sergei Chernetski (Katusha) e Damiano Caruso (Cannondale) e limitandosi a controllare che il vantaggio non assumesse proporzioni esagerate data la presenza di Quintero distanziato in classifica di 7′27” da Ulissi. Nessun’altra squadra ha preso l’iniziativa per tentare di riprendere i fuggitivi che si sono giocati la corsa sul circuito finale in cui Caruso, indubbiamente il più dotato in salita tra gli uomini di testa anche se sia nelle tappe più impegnative di questa Settimana Coppi e Bartali che in precedenza alla Tirreno-Adriatico non aveva brillato, ha preso l’iniziativa sulla prima ascesa di Montecchio con il solo Mazzi tenacemente aggrappato alla sua ruota e Shpilevsky che ha mancato per poco l’aggancio, mentre il resto dei componenti del gruppetto di testa è rimasto tagliato fuori; tra i due uomini al comando Caruso è apparso di gran lunga il più determinato e, dopo aver staccato di qualche decina di metri Mazzi in una discesa già tecnica di per sè e resa ancor più impegnativa dalla strada bagnata, ha atteso il veronese nel breve tratto pianeggiante che portava a Fiorano per poi fare definitivamente il vuoto nel secondo passaggio a Montecchio e andare a cogliere il suo primo successo nei tre anni da professionista con 13” sull’atleta dell’Utensilnord, 13” su Mazzi, 1′28” su Shpilevsky, 1′33” su Shilov, 1′37” su un Ponzi dal quale forse contro questi avversari ci si attendeva qualcosa in più e 1′44” su Rosa seguito alla spicciolata da Quintero, Chernetski, Coledan e Pavlin mentre il gruppo ha chiuso in tutta tranquillità con un ritardo di 9′46” preceduto da Alessandro Bazzana (UnitedHealtCare) e altri corridori di secondo piano che si sono avvantaggiati nel finale con azioni apparse più che altro ad uso e consumo delle telecamere.
La classifica generale ha visto dunque il trionfo, costruito con una splendida azione solitaria nella tappa di Sogliano al Rubicone, di Diego Ulissi, che già era arrivato vicino ad aggiudicarsi la Settimana Coppi e Bartali nelle ultime due stagioni in cui aveva chiuso al 2° e 3° posto e, dopo aver già disputato una brillante Parigi-Nizza, si candida ora a recitare un ruolo da protagonista nel Giro dei Paesi Baschi e soprattutto nelle classiche delle Ardenne, sempre che riesca ad acquisire quella competitività quando le distanze superano i 200 km che fin qui gli è un po’ mancata; agli stessi obiettivi punterà Damiano Cunego, che a sua volta ha confermato il suo grande feeling con la corsa emiliano-romagnola vinta nel 2006 e nel 2009 chiudendo 2° a 1′35” dal giovane compagno di squadra e aggiudicandosi al termine di una volata ristretta la tappa con arrivo in salita di Piani Mocogno oltre alla maglia bianca della classifica a punti e può essere più che soddisfatto anche Ivan Basso (Cannondale), che ha palesato una condizione in netta crescita e decisamente migliore di quella che aveva un anno fa nello stesso periodo dell’anno in vista del Giro d’Italia: il varesino avrebbe potuto probabilmente chiudere sul podio se non avesse lavorato a lungo in testa al gruppo nella tappa di Sogliano al Rubicone ma si è comunque piazzato 4° a 1′59” preceduto di 11” da Miguel Rubiano Chavez (Androni), atleta che sembra entrato in una nuova dimensione dopo il successo conquistato nella tappa di Porto Sant’Elpidio al Giro 2012. Le posizioni di rincalzo sono state occupate dalla rivelazione austriaca Riccardo Zoidl (Gourmetfein Simplon) 5° a 2′09”, dallo scalatore ceco Leopold König (NetApp-Endura), unico della formazione tedesca a lottare per le zone alte a differenza dei compagni Jan Barta e Bartosz Huzarski che avevano chiuso ai primi due posti un anno fa ma che in quest’edizione sono rimasti nelle retrovie, 6° a 2′14” e dal neoprofessionista reggino ma toscano d’adozione Francesco Manuel Bongiorno (Bardiani-CSF) che si è piazzato 7° a 2′36” conquistando la classifica di miglior giovane cui ormai non può aspirare Davide Rebellin (CCC Polsat), che a 41 anni continua a dimostrarsi competitivo chiudendo 8° a 2′41” davanti al regolarista spagnolo Sergio Pardilla (MTN Qhubeka) 9° a 3′11” e a Fabio Taborre (Vini Fantini) che ha chiuso la top ten con un distacco di 3′19”: altri due protagonisti in positivo di questa Settimana Coppi e Bartali sono stati Fabio Felline (Androni), che ha vinto la tappa di Gatteo e anche nei giorni successivi si è sempre fatto vedere nelle prime posizioni, e Adriano Malori (Lampre-Merida), che oltre ad aver supportato Ulissi e Cunego nelle frazioni più impegnative ha dominato la cronometro di Crevalcore e può essere ormai considerato uno dei big di questa specialità.
Marco Salonna
SIMPLY DE GENDT
Il belga Thomas De Gendt (Vacansoleil-DCM) vince l’ultima tappa della Volta Catalunya, regolando in uno sprint ristretto David Lopez (Team Sky), Robert Kiserlovski (Radioshack-Nissan) e Michele Scarponi, dopo che erano fuoriusciti dal gruppo nella quarta delle otto tornate del Montjuic. Nessun cambio in classifica generale, che così vede il trionfo di Daniel Martin (Garmin-Sharp), che precede Joaquim Rodriguez (Katusha) e Scarponi.
Foto copertina: De Gendt a segno sul traguardo di Barcellona (foto Pasados de Volta)
Pensavamo di vedere scattare Joaquim a ripetizione per recuperare quei 17 secondi di ritardo da Martin, invece il corridore catalano (che peraltro oggi correva in casa) ha atteso solamente l’ultimo passaggio degli otto previsti sul Montjuic, per sferrare l’attacco, che comunque si è rivelato innocuo di fronte alla difesa del corridore irlandese della Garmin.
Settima e ultima tappa molto suggestiva quella che oggi partiva da El Vendrell e terminava a Barcellona dopo 122 chilometri, di cui, gli ultimi 50, sullo storico circuito del Montjuic da ripetere otto volte.
Fin dalla partenza, la velocità è stata subito veloce, e in discontinuità rispetto agli altri giorni, per cui la fuga è partita dopo appena cinque chilometri e composta da: Kashechkin (Astana), Warbasse (BMC Racing), Dall’Antonia (Cannondale), Juan Josè Oroz (Euskaltel Euskadi), Van de Walle(Lotto Belisol), Michal Golas (Omega Pharma Quick Step), Damuseau (Argos Shimano), Kroon (Team Saxo Tinkoff), Keizer (Vacansoleil) e Domagalski (Caja Rural). Fuggitivi sempre controllati dal gruppo, e in particolar modo dalla Katusha, che non ha permesso loro di guadagnare più di tre minuti e mezzo.
Il tentativo dei corridori in avanscoperta è riuscito a resistere sino a venti chilometri dalla conclusione e da lì in poi sono iniziate le manovre dei “big” della classifica.
I primi ad attaccare a quattro passaggi dalla fine sono stati Tim Wellens (Lotto-Belisol), Thomas De Gendt (Vacansoleil-DCM), David Lopez (Team Sky), e Nicki Sorensen (Saxo Bank-Tinkoff) che si staccherà poco dopo. Il gruppetto in testa, ben assortito, viaggia con un vantaggio di oltre venti secondi rispetto al gruppo inseguitore, che perde “pezzi” ad ogni giro del circuito.
Sul penultimo passaggio è Michele Scarponi che prova lo scatto tentando di riportarsi sotto alla testa della corsa. Detto, fatto; perché il marchigiano rientra in pochissimo tempo sugli attaccanti rinvigorendone l’azione.
All’ultimo giro il vantaggio dei cinque è di 28 secondi sul gruppo che ora è tirato dalla Garmin, e che di sicuro non si danna l’anima per riprendere i battistrada dato che porterebbero via abbuoni, probabilmente “letali” per la conservazione della maglia di Martin.
In salita è David Lopez che tenta di andare via da solo e guadagna 4/5 secondi sul resto dei fuggitivi, mentre in gruppo c’è l’atteso scatto di “Purito” Rodriguez che si produce in un’accelerazione tanto impressionante quanto vana, poiché un gruppetto comprendente Daniel Martin riuscirà a riprenderlo e a disilluderlo da una rimonta, ormai impossibile.
Intanto la corsa va avanti, con i quattro corridori in testa (con Kiserlovski che prendeva il posto di Wellens, appiedato da una foratura) che viaggiano con una ventina di secondi di vantaggio sul gruppo e che, tirati da Scarponi, riescono a riprendere Lopez.
Si arriva allo sprint con un inossidabile Scarponi che continua a dettare il ritmo (soprattutto in ottica classifica generale), superato poi da Kiserlovski che parte per la volata, a sua volta saltato dal più potente De Gendt, che si aggiudica la tappa. Il belga della Vacansoleil precede nell’ordine: Lopez, Kiserlovski e Scarponi, che comprendevano la fuga, e poi Dumoulin che regola il gruppo (giunto con 22 secondi di ritardo), Simon, Mori, Meier, Brambilla e Fuglsgang.
Trionfo di Daniel Martin in classifica generale, il quale passa indenne una tappa che era favorevole al suo avversario principale, ovvero Rodriguez; lo spagnolo si deve accontentare del secondo gradino del podio a 17 secondi dall’irlandese della Garmin; terzo classificato è Michele Scarponi (Lampre-Merida) che con un’ultima tappa all’attacco riesce a guadagnare due posizioni. Fuori dal podio, rimangono: Quintana (quarto) e Wiggins (quinto).
Paolo Terzi
FROOME – PORTE, SKY PADRONA SULL’OSPEDALE
Con un’azione di forza a poco meno di 6 km dal traguardo, Chris Froome conquista in solitaria la tappa del Col de l’Ospedale e la maglia gialla al Criterium International. Completa il trionfo del Team Sky Richie Porte, secondo al traguardo e in classifica generale. Sul terzo gradino del podio sale Tejay Van Garderen, quinto di tappa, dietro Bauke Mollema e Jean-Christophe Péraud.
Foto copertina: Chris Froome taglia il traguardo del Col de l’Ospedale (foto Roberto Bettini)
Sono bastati dodici giorni a Chris Froome per consolarsi della delusione di una Tirreno – Adriatico persa quando pareva salda nelle sue mani, sorpreso dall’attacco di Nibali sui muri fermani e dalla débacle di una squadra quasi sempre granitica. Teatro del riscatto è stato il Col de l’Ospedale, per il quarto anno consecutivo arbitro del Criterium International; e se la sconfitta alla Corsa dei Due Mari poco o nulla ha inciso sul risultato finale, è probabile che ne abbia condizionato le modalità. Anziché attendere le rampe più selettive della scalata, concentrate ad un paio di chilometri dal traguardo, come i vincitori delle precedenti edizioni, il keniano bianco si è messo in proprio con largo anticipo sulle previsioni, quando al traguardo mancavano ancora poco meno di 6 km, con la decisione di chi voleva dimostrare qualcosa.
Ad onor del vero, la scelta, apparentemente azzardata, è stata almeno in parte forzata da un’inattesa carenza di gregari, dovuta sia alla scarsa vena di alcuni (molto di più ci si attende dal giovane Dombrowski), sia al tentativo da lontano di Frank, Mourey, Vachon, Schleck (sì, quello Schleck), Voeckler e Roy, che ha costretto gli uomini in nero ad un super-lavoro per chiudere prima dell’ascesa conclusiva. Froome e la maglia gialla Porte si sono così ritrovati ben presto con il supporto del solo Kiryienka, peraltro encomiabile nel mettere in fila il gruppo per quasi due terzi di salita, scremandolo ad una ventina di unità.
Non appena il ritmo del bielorusso ha preso a calare, è stato Johann Tschopp a provare ad approfittarne, forse sperando che i favoriti indugiassero fino al tratto più impegnativo, continuando ad adeguarsi fino ad allora al passo di Kiryienka. Froome è stato però di altro avviso: dopo qualche centinaio di metri di quello che sembrava essere un lavoro di gregariato per il capoclassifica, il delfino di Wiggins ha cambiato bruscamente ritmo, mentre Porte ne agevolava l’azione provocando un buco di qualche metro.
Péraud è stato l’unico a rispondere in tempo per accodarsi, ma il francese, faticosamente completato l’aggancio con Tschopp e lo stesso Froome, ha commesso l’errore di rifiutare l’offerta di cooperazione del britannico, provocandone immediatamente una seconda accelerazione. Nessuno è riuscito questa volta a reggere l’urto, e la scarsa incisività dei contrattacchi inscenati poco più indietro da Van Garderen e Kloden hanno fornito l’impressione che la lotta per la maglia gialla si fosse di fatto risolta.
Mollema è rientrato sul primo gruppetto inseguitore a due km e mezzo dal termine, ma a fornire l’ultimo brivido, nel tratto più ripido della salita, è stato Richie Porte: neutralizzato un secondo e più convinto allungo di Van Garderen, l’australiano ha ulteriormente rilanciato l’andatura, levandosi di ruota l’americano, passando di slancio il drappello di Péraud, e lanciandosi in caccia del compagno di squadra, dando per un attimo l’impressione che il successo finale potesse tornare in discussione.
In realtà, a generare suspense è stata soprattutto l’assenza di distacchi in tempo reale negli ultimi 2 km, visto che, a conti fatti, il divario tra i due uomini Sky non è mai sceso al di sotto dei 30’’. La comunque notevole progressione di Porte è dunque stata sufficiente soltanto a mettere al sicuro la piazza d’onore, alle spalle di quello che rimane il principale indiziato a contendere la maglia gialla più prestigiosa ad Alberto Contador.
Dietro i due, Mollema ha regolato Péraud e Van Garderen, garantendosi la quarta piazza in classifica generale, a pari tempo con il francese, e a 6’’ dall’americano, forte del vantaggio acquisito nella cronometro di ieri. Talansky, Tschopp, Gadret, Fedrigo e Bouet hanno completato tanto la top 10 di tappa quanto, rimescolati (nell’ordine: Talansky, Bouet, Fedrigo, Tschopp e Gadret), quella generale. Migliore degli italiani Davide Malacarne, 11° oggi e 13° in graduatoria.
Froome ha così portato a casa una gara che, in questa stagione, godeva anche dell’interesse legato alla partenza del prossimo Tour de France dalle stesse terre. Solitamente adocchiato da molti corridori che puntano alla Grande Boucle, il Criterium International non vede un vincitore destinato alla maglia gialla parigina dal 1981; ma contro il Team Sky visto oggi, la scaramanzia rischia di essere la migliore arma a disposizione degli avversari.
Matteo Novarini