COLPO DOPPIO DI NORDHAUG A VEJLE

agosto 25, 2012 by Redazione  
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Il norvegese del Team Sky si aggiudica la tappa regina del Giro di Danimarca battendo allo sprint Kelderman e Navardauskas con Boem 7° e Boaro 11° e strappa la maglia di leader a Greipel.

Come da tradizione è stata la cittadina di Vejle a ospitare la tappa più impegnativa del Giro di Danimarca, 185 km con partenza da Silkeborg e diversi strappi il più significativo dei quali quello di Kiddesvej a pochi km dal traguardo. La fuga di giornata è stata portata avanti da Vorobev (Katusha), Eiby (Nazionale danese), Vandousselaere (Topsport Vlaanderen) e Aistrup
(Concordia Forsikring). Nel finale si sono più volte rimescolate le carte con il leader Greipel (Lotto-Belisol) tra i più attivi ma a fare la differenza è stato Nordhaug che ha portato via un gruppetto sulla salita di Kiddesvej e ha regolato allo sprint il futuro compagno di squadra Kelderman (Rabobank), Navardauskas (Garmin), Schumacher (Christina Watches) e Vanendert (Lotto-Belisol) con lo stagista veneto Nicola Boem (Colnago-Csf) ottimo 7° e Boaro (Saxo Bank-Tinkoff) 11° a 3”. 13” il distacco di Greipel che cede il primato nella generale a Nordhaug che guida con 3” sul tedesco, 4” su Kelderman e 6” su Navardauskas.

Marco Salonna

DEGENKOLB SFRECCIA AD ALCAÑIZ

agosto 24, 2012 by Redazione  
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Nella settima tappa della Vuelta, caratterizzata dalla solita lunga fuga e con arrivo nel circuito motociclistico di Alcañiz, si impone in volata per la terza volta il tedesco in maglia verde della Argos-Shimano, davanti al nostro Elia Viviani e ad Allan Davis.

Foto copertina: John Degenkolb ed Elia Viviani lottano spalla a spalla (foto AFP)

Mentre i riflettori di tutto il mondo ciclistico (e non solo) sono concentrati sul quantomeno strano processo della WADA contro Lance Armstrong, sulle strade dell’Aragona è andata in scena la settima tappa della Vuelta a España, da Huesca ad Alcañiz per 164,2 Km. Il percorso presentava diversi saliscendi ma nessuna asperità contrassegnata da GPM, rilevandosi pertanto terreno di caccia per le ruote veloci del gruppo, che hanno avuto la possibilità di sfidarsi nel circuito MotorLand Aragón dove si disputano diverse corse motociclistiche.
Come sempre in queste prime tappe, la corsa è stata contraddistinta da una fuga scattata già al Km 2 e lasciata subito andare. Javier Francisco Aramendia Lorente (Caja Rural), Pablo Lechuga Rodriguez (Andalucía), Frantisek Rabon (OmegaPharma-QuickStep) e Bertjan Lindeman (Vacansoleil) hanno così guadagnato in poco tempo quasi 5’, ma poi il gruppo tirato dalla Argos-Shimano – supportata anche dalla Radioshack-Nissan – ha iniziato a limare il distacco e a tenere controllata la fuga. Mentre la temperatura continuava a salire anche oggi fino a più di 38 °C, il quartetto al comando ha pedalato perdendo gradualmente il vantaggio e nella tranquillità generale del gruppo.
Allo sprint intermedio di Caspe (Km 119) Lechuga vince la volata a due su Rabon, mentre il gruppo transita con soltanto 1’34” di ritardo. Il gruppo capisce di poter gestire a proprio piacimento il ricongiungimento e rallenta l’andatura per tenere a bagnomaria i fuggitivi, facendo così leggermente crescere il loro margine. In un tratto di leggera salita a poco meno di 30 Km dal traguardo il ceco Rabon allunga il ritmo tra i fuggitivi e riesce a togliere dai giochi Lechuga. Poco dopo scatta anche il giovane olandese Lindeman, che viene però ripreso dai due compagni d’avventura a 24 Km dall’arrivo, mentre il gruppo – nella cui testa si affacciano anche FDJ-BigMat, Sky e Katusha – insegue a meno di 1’. Non si fermano le scaramucce tra i fuggitivi e allo sprint intermedio di Alcañiz (Km 146,3) vince Lindeman su Rabon e un indispettito Aramendia, poco prima che il gruppo tornasse compatto.
Una caduta al Km 154 coinvolge diversi corridori, tra gli altri Rigoberto Uran (Sky) e Linus Gerdemann (Radioshack-Nissan), spezzando momentaneamente il gruppo poco prima di entrare nell’autodromo MotorLand. La volata viene lanciata a grandissima velocità dagli uomini Sky lungo le suggestive curve con i cordoli e persino Christopher Froome compie una trainata, ma nel largo rettilineo finale è ancora una volta John Degenkolb (Argos-Shimano) a imporsi, resistendo alla rimonta di Elia Viviani (Liquigas-Cannondale). Molto vicini anche Allan Davis (Orica-GreenEdge), Nacer Bouhanni (FDJ-BigMat) e Daniele Bennati (Radioshack-Nissan), mentre Ben Swift (Sky) è partito troppo presto e ha dovuto accontentarsi di un modesto decimo posto.
Il tedesco in maglia verde consolida così la sua leadership nella classifica a punti, mentre in quella per la maglia rossa, capeggiata ancora Rodriguez, l’unico fatto da segnalare il ritardo di Uran (scivolato in dodicesima posizione a 1’49”).
La tappa di domani (Lleida-Collada de la Gallina, 174,7 Km) si annuncia molto più combattuta tra gli uomini di classifica, con l’arrivo in salita nel principato di Andorra.

Giorgio Vedovati

DOPPIETTA GREIPEL IN DANIMARCA

agosto 23, 2012 by Redazione  
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Nella seconda frazione si impone ancora Greipel che mantiene la maglia di leader, secondo Van Stayen quindi Van Hoff. Bene gli italiani Colbrelli e Pelucchi che chiudono la top ten.

Andamento analogo alla prima tappa quello della frazione che ha portato i corridori da Logstor ad Aarhus: 211km vissuti in gran parte con la fuga di Marycz, Rathe, Thurau, Wallays ravvivata in seguito dall’azione solitaria di quest’ultimo. Nessuna possibilità per lui, come non ce sono state ieri per Jensen, il giovane belga, portacolori della Topsport Vlaanderen, è stato ripreso a pochi chilometri dal traguardo.
Epilogo in volata quindi e, anche per la seconda tappa, la vittoria è andata a Greipel. Secondo posto per Van Stayen, terzo Van Hoff, e quarto Kristoff. Buoni piazzamenti per Boonen, settimo, e i due italiani Colbrelli e Pelucchi che vanno a chiudere la top ten.

Andrea Mastrangelo

LA RIVINCITA DI PURITO

agosto 23, 2012 by Redazione  
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Dopo aver visto sfumare la tappa di Eibar all’ultimo metro, il capoclassifica si rifà a Jaca, piazzando una progressione delle sue negli ultimi 200 metri. Secondo a 4’’ Chris Froome, che con un attacco all’ultimo chilometro ha messo in difficoltà Valverde, giunto a 9’’ dal vincitore, e soprattutto Contador, attardato al traguardo di ben 18’’. Ottime prove, fra gli italiani, per Capecchi, Nocentini e Santambrogio, rispettivamente 5°, 7° e 8°.

Foto copertina: Joaquim Rodriguez taglia esultando il traguardo di Jaca (foto AFP)

La concorrenza non sarà spietata, ma la prima settimana di Vuelta continua far impallidire le battute iniziali di Giro e Tour, bloccate nell’attesa di montagne che in Spagna si è deciso di distribuire (in abbondanza) su tutta la durata della corsa. Dopo le sfuriate di Contador sulla salita di Eibar e le disavventure di Valverde che avevano animato la tappa di Valdezcaray, il terzo traguardo all’insù in cinque giorni, sulla carta il più innocuo, è stato di fatto quello che più ha prodotto più danni. Danni non irreparabili, per la loro entità e perché su un’ascesa di poco più di 3 km i valori possono differire rispetto alle grandi montagne, ed essere in grande spolvero a quindici giorni da Madrid non è necessariamente il miglior viatico per il successo finale; danni, però, forse non previsti, che vanno ad abbattersi proprio su chi era meno indiziato e meno poteva permettersi passi falsi.
Il riferimento è ad Alejandro Valverde e Alberto Contador, per motivi diversi i più vulnerabili tra i quattro corridori che si giocheranno la maglia rossa. L’Embatido, oltre ad offrire meno garanzie degli avversari sulle tre settimane, ha incassato anche un minuto di passivo non previsto martedì, perdendo la leadership laddove erano in molti ad aspettarlo a braccia alzate; il Pistolero, pur conservando i galloni di favorito, viene da una stagione di lontananza forzata dalle gare, e se gli scatti in serie di Eibar avevano dimostrato la sua voglia di riprendersi lo scettro di più forte corridore da GT sul globo, avevano al contempo trovato una resistenza forse inattesa da parte di Froome, Rodriguez e dello stesso Valverde. Riserve non gravi, ma sconosciute ai secondi classificati di Giro e Tour, reduci in questo 2012 dalle migliori prove in carriera sulle tre settimane.
Purito, favorito d’obbligo su qualsiasi arrivo come quello di Jaca – 3 km e spiccioli meno teneri di quanto lasciassero intendere i dati altimetrici -, ha palesato intenzioni bellicose sin dalle fasi centrali di tappa, quando la sua Katusha ha iniziato ad abbattere il distacco da De Gendt, Weening, Maaskant, Van Leijen e Vandewalle, partiti in cerca di fortuna dopo una decina di chilometri. Giunti alla penultima asperità di giornata, il pedalabilissimo Puerto del Oroel, è stata quindi la Movistar di Valverde a prendere il comando delle operazioni, completando l’operazione aggancio ormai in vista dell’ascesa finale, quando anche De Gendt, sorprendentemente uscito subito di classifica, è rientrato nei ranghi. Il prevedibile forcing degli uomini in verde si è protratto fino a 2 km dalla conclusione, con Benat Intxausti a guidare il plotone sui primi tornanti della scalata finale, scremandolo fino a non più di una trentina di unità.
Esaurito il lavoro del basco, la logica avrebbe voluto al comando un altro scudiero dei favoriti di giornata. Niente affatto: è stato Chris Froome, teoricamente tenuto soltanto a difendersi su queste strade, a chiamare all’azione Sergio Henao e Rigoberto Uran, andando a costituire in testa al gruppo un terzetto Sky in pieno stile Tour de France. E se si poteva inizialmente ipotizzare che l’inglese intendesse soltanto prevenire attacchi, la progressione lanciata da Uran sotto il triangolo rosso ha chiaramente preannunciato quanto si sarebbe materializzato 500 metri più avanti.
Senza nemmeno premurarsi di lasciare la testa del gruppo, il britannico ha affondato il colpo, trovando la risposta di un reattivo Rodriguez, ma mettendo in croce Valverde e soprattutto Contador, quasi piantato negli ultimi metri. In meno di mezzo chilometro, Alberto ha lasciato qualcosa come 18’’ a Purito, che nel frattempo, a 200 metri dalla linea bianca, aveva trovato la forza di rilanciare ulteriormente e di cogliere il primo successo di tappa in questa Vuelta, dopo averlo gettato al vento lunedì.
Froome, giunto a 4’’ dal vincitore, può decisamente sorridere per la prova di forza offerta, mentre Valverde, superato un primo momento di affanno, è riuscito a distanziare quantomeno Contador e a limitare le perdite a 9’’: non un bilancio entusiasmante per chi poteva ambire anche al successo, ma accettabile se confrontato con il passivo di quello che almeno fino ad oggi era il favorito numero uno per il successo finale, raggiunto nel finale anche da un eccellente Eros Capecchi.
Benché il guaio sia rappresentato più dalla scarsa brillantezza ostentata che non dal terreno perso, i 35’’ che separano il Pistolero da Rodriguez e soprattutto i 25’’ che lo dividono da Froome iniziano a rappresentare una somma non più trascurabile. Valverde, preceduto per il momento anche da Uran e Gesink, risale al 6° posto provvisorio, ma a 54’’ da Purito e a 44’’ da quello che rischia di essere il nuovo riferimento. Certo, le montagne predilette Contador sono altre, ma il segnale di debolezza di oggi è troppo forte per essere ignorato, e il precedente del Tour 2011, quando l’attesa della piena forma del madrileno si trasformò in quella di Godot, prova che quando Alberto sta bene, di solito, lo dimostra da subito.

Matteo Novarini

DANIMARCA: GREIPEL TIMBRA IL CARTELLINO

agosto 22, 2012 by Redazione  
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Nella prima tappa del Giro di Danimarca la vittoria va a Greipel, secondo posto per Kristoff quindi Bos. Caduta invece per Cavendish a pochi chilometri dal traguardo che di fatto lo ha messo fuori gioco per lo sprint finale.

Foto copertina: André Greipel, giunto oggi a diciassette successi in stagione (foto Bettini)

Vittoria di Greipel nella prima frazione del Giro di Danimarca 2012, il tedesco si aggiudica la volata decisiva per assegnare la prima maglia di leader. I 191km nei pressi di Randers, che ospitava partenza e arrivo, sono stati a lungo caratterizzati da una fuga con Locatelli, Morkov, Hoberg e Jensen. Proprio il portacolori della Saxo Bank è l’ultimo a mollare, ma il suo tentativo alla disperata non ha alcuna speranza.
Nel finale il gruppo si ricompatta e iniziano gli scatti che però non riescono a scongiurare la volata, orfana di Cavendish caduto proprio mentre i treni preparavano lo sprint. Vita più facile quindi per Greipel che ha messo la sua ruota davanti a a quella di Kristoff e Bos andando a vestire la maglia di leader.

Andrea Mastrangelo

BENNATI BEFFATO, DEGENKOLB FA IL BIS

agosto 22, 2012 by Redazione  
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Il 31enne aretino coglie il momento giusto per lanciare lo sprint e sembra avviato verso il successo ma nulla può di fronte alla prepotente rimonta del tedesco che conquista la sua seconda vittoria alla Vuelta dopo quella di Viana. Quinta piazza per Viviani preceduto da Meersman e Bouhanni, nessun problema per Rodriguez che mantiene la maglia rossa.

Foto copertina: John Degenkolb completa il sorpasso su Daniele Bennati nei metri finali (foto Susanne Goetze)

Dopo i due consecutivi arrivi in salita di Eibar Arrate e Valdeczaray e le roventi polemiche tra Movistar e Sky, rea di aver tirato a tutta per impedire il rientro del murciano dopo la sua caduta, la Vuelta è ripartita da Logroño con una frazione dal disegno piuttosto insolito con 8 giri di un circuito di 21 km, quasi interamente pianeggiante se si eccettua la salitella di Sorzano posta nella parte centrale, con partenza e arrivo nel capoluogo della comunità di La Rioja per complessivi 168 km. A differenza che nelle giornate precedenti caratterizzate da grande bagarre la corsa ha avuto un andamento più che mai tranquillo con il solo Chacon (Andalucia), già in fuga nella tappa di Viana, a lanciarsi in avanscoperta e il gruppo che ha lasciato fare con la Katusha del leader della generale Rodriguez che ha badato a non concedere uno spazio esagerato al battistrada, il cui vantaggio massimo ha raggiunto i 12′ dopo 40 km, e a impedire a Froome (Sky), distanziato nella generale di 1” da Purito, di prendere abbuoni nei due sprint intermedi con i quali avrebbe potuto impossessarsi della maglia rossa: in ogni caso è stato sufficiente che l’Argos-Shimano di Degenkolb, favorito d’obbligo dopo il successo di Viana, e la Fdj del campione francese Bouhanni mettessero un uomo in testa a tirare perchè il tentativo di Chacon si esaurisse rapidamente con il ricongiungimento avvenuto a 30 km dal traguardo.
Nessun altro ha tentato di evadere dal gruppo prima della volata finale e diverse formazioni si sono alternate al comando con l’Omega-QuickStep di Steegmans, la Lotto-Belisol di Meersman e l’Ag2r tra le più attive, quest’ultima con lo scopo di mantenere nelle prime posizioni un Nicholas Roche le cui quotazioni sono molto salite dopo la tappa di Valdezcaray in cui è stato l’unico insieme a Froome a reagire allo scatto di Contador (Saxo Bank-Tinkoff) nel tratto più duro della salita finale. Solo a 6 km dal traguardo hanno fatto la propria comparsa nelle prime posizioni le maglie dell’Argos Shimano ma ancora una volta la formazione tedesca si è dimostrata la più competitiva con De Kort e Degenkolb che hanno approcciato in testa il rettilineo finale con Bennati (RadioShack) bravo a prendere la loro ruota: similmente a quanto fatto nel Giro 2008 contro Cavendish, in cui aveva colto gli ultimi successi in volate di gruppo di una grande corsa a tappe mentre un anno fa si era imposto nella frazione di Vitoria regolando un plotone più ristretto, l’aretino ha tentato di anticipare tutti prendendo qualche metro di vantaggio ma Degenkolb è stato lestissimo a prenderne immediatamente la scia e a saltarlo negli ultimi metri, bissando il successo di Viana e confermandosi lo sprinter di riferimento in questa edizione della Vuelta. Sul terzo gradino del podio è salito Meersman, cresciuto moltissimo negli sprint a ranghi compatti dopo che a inizio carriera si era segnalato come atleta in grado di dare il meglio in quelli più ristretti con arrivo in leggera salita, davanti a Bouhanni e a un Viviani (Liquigas) che come accaduto tre giorni fa ha compiuto una discreta rimonta conclusiva dopo non essere riuscito ad approcciare le ultime centinaia di metri nelle primissime posizioni.
La classifica generale resta immutata con Rodriguez che guida con 1” su Froome, 5” su Contador, 9” su Mollema e Gesink (Rabobank), 11” su Uran (Sky) e 14” sul compagno Moreno ma qualcosa potrà cambiare negli ultimi 20 km della sesta tappa, 175,4 km da Tarazona a Jaca dove nel 1998 Gianni Bugno conquistò l’ultimo successo della sua splendida carriera: in programma infatti nel finale il pedalabile Puerto de Oroel e soprattutto, dopo una discesa piuttosto ripida e tecnica, gli ultimi 3,8 km di ascesa verso il traguardo con pendenza media del 5,4% ma punte intorno al 10 prima di spianare nel tratto conclusivo.

Marco Salonna

VALVERDE KO, VINCE CLARKE

agosto 22, 2012 by Redazione  
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Nella quarta tappa della Vueta il corridore della Movistar resta vittima di una caduta proprio mentre il team Sky attacca sfruttando il vento, riuscendo a non far rientrare la maglia rossa con la collaborazione di Katusha e BMC. Una lunga fuga premia l’australiano Simon Clarke, che si impone in volata davanti a Tony Martin, mentre Contador non è riuscito a fare la differenza su una salita conclusiva veramente facile.

Foto copertina: un amareggiato Alejandro Valverde taglia il traguardo (foto Susanne Goetze)

La quarta tappa della Vuelta ha portato i corridori da Barakaldo all’Estación de Valdezcaray: pochi chilometri (160,6) ma due GPM di prima categoria, uno nella prima fase di gara (Alto de Orduña) e l’arrivo in salita all’Estación de Valdezcaray, 13,4 Km pedalabili, specie negli ultimi 5. Nessuna difficoltà proibitiva, ma c’era molta curiosità per vedere se anche quest’oggi sarebbero stati rispettati i valori equilibrati tra i favoriti emersi ieri nella scalata conclusiva all’Alto di Arrate.
Quest’altra giornata torrida, in cui la temperatura sulla corsa ha raggiunto anche i 38,5 °C, è stata caratterizzata da una lunga fuga scattata già dal chilometro 3,5 su iniziativa di Jesus Rosendo Prado (Andalucía), Simon Clarke (Orica-GreenEdge), Tony Martin (OmegaPharma-QuickStep) e Luis Angel Mate Mardones (Cofidis), sui quali è rientrato successivamente Assan Bazayev (Astana). Ha tentato di aggregarsi alla fuga anche Javier Francisco Aramendia Lorente (Caja Rural), che dopo oltre venti chilometri di inseguimento senza successo ha desistito dall’azione. Il gruppo lascia fare in assoluta tranquillità e i cinque fuggitivi acquistano presto un vantaggio elevato, arrivando ai piedi della prima ascesa con quasi 12’ di margine. L’impegnativo GPM dell’Alto de Orduña (7,7 Km al 7,8% di pendenza media, con punte del 12%) viene conquistato da Mate Mardones davanti a Clarke e Rosendo Prado. Il gruppo scollina con più di 9’ di ritardo.
La tappa si trascina stancamente e nemmeno il vento, segnalato lungo il percorso, smuove le acque nel gruppo principale, il cui distacco dai fuggitivi risale fino a superare i 13’. Lo sprint intermedio di Haro (Km 111,9) viene vinto da Mate Mardones, mentre la Movistar di Valverde continua a disinteressarsi dell’inseguimento, nonostante l’arrivo di tappa fosse molto indicato per l’attuale leader della Vuelta (anche se Mate Mardones è stato maglia rossa virtuale per praticamente tutta la tappa). Anche il secondo sprint di Sto. Domingo de la Calzada (Km 131) viene conquistato dallo spagnolo della Cofidis, ma ad animare la corsa è ben altro.
Improvvisamente, infatti, dal gruppo accelera un uomo del team Sky, intenzionato probabilmente a fare selezione sfruttando il vento, e nella testa del gruppo una caduta coinvolge molti uomini Liquigas e Movistar, tra cui i rispettivi leader Capecchi e Valverde. Tutta la Sky si schiera davanti a tirare a tutta, ricevendo l’aiuto di alcuni uomini della Katusha, dando continuità all’azione nata prima della caduta. Si formano così diversi ventagli ma il vento cala d’intensità e i ritardatari, che avevano perso anche 1’14”, lentamente sembrano recuperare sotto la spinta della Movistar e della Liquigas. Tuttavia in testa al primo gruppo si affaccia anche la BMC, mentre tutti i ritardatari si aggregano in un’unica lunghissima fila indiana staccata di circa 40”.
Ai piedi della salita conclusiva i cinque fuggitivi conservano un margine di circa 5’ e Martin prova subito uno scatto, riuscendo a mettere fuori dai giochi Mate Mardones. Le prime rampe dell’Estación de Valdezcaray sono le più impegnative e sotto la spinta di Martin si staccano anche il campione kazako Bazayev e Rosendo Prado: solo Clarke resiste e collabora con il tedesco. Il gruppo di Valverde perde nuovamente terreno (1’08”), così che la maglia rossa è costretta ad un forcing nel primo tratto di salita, aiutato prima dal compagno Quintana e poi da Eros Capecchi. La Sky intanto imposta un ritmo regolare ma non esagerato, tanto che scatta Velasco (Euskaltel-Euskadi), portandosi dietro Navarro (SaxoBank-Tinkoff) e Zeits (Astana). C’è quindi un forcing di Navarro (SaxoBank-Tinkoff) per il suo capitano Contador, che impedisce a Valverde di rientrare quando era ormai a poca distanza dalla coda del gruppo, mentre solo Froome (Sky) e Roche (AG2R) resistono sulle code dei due spagnoli. Rodriguez (Katusha) sembra meno brillante di ieri e resta nel gruppo dei migliori, tirato da un compagno di squadra. Esaurito il lavoro di Navarro, sia Froome che Roche collaborano con il madrileno, mentre a 6 Km dall’arrivo la coppia di fuggitivi conserva un margine di 1’50” che, considerando la facilità del finale della salita, potrebbe essere sufficiente. Il margine sugli altri capitani è esiguo e Contador e Froome si rialzano, mentre Roche insiste in compagnia di Ten Dam (Rabobank), Zeits e Gerdemann (Radioshack-Nissan). Anche Igor Anton (Euskaltel-Euskadi) va in crisi e si stacca dal ritmo regolare della Katusha, mentre sui contrattaccanti si riporta Marcos Garcia (Caja Rural). I due davanti si studiano nei falsopiani finali e nella volata si impone nettamente Simon Clarke davanti a Tony Martin, mentre il fuggitivo della prima ora Bazayev chiude terzo a soli 22”. Quarto si piazza Garcia, che esulta come se avesse vinto, davanti a Roche e Gerdemann; il gruppo dei leader conclude a 1’04” dal vincitore, Anton a 1’34” e Valverde a 1’59”. Joaquin Rodriguez conquista così la maglia rossa, con 1” di vantaggio su Froome e 5” su Contador.
La quinta tappa, da Logroño a Logroño (168 Km) lungo un circuito da ripetere otto volte, dovrebbe concedere un attimo di tregua ai big della classifica, lasciando spazio alle ruote veloci.

Giorgio Vedovati

A EIBAR E’ SUBITO BATTAGLIA: TAPPA E MAGLIA A VALVERDE

agosto 20, 2012 by Redazione  
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Entrano subito in scena i grossi calibri nel primo arrivo in salita della Vuelta, con Valverde a dar fuoco alle polveri e Alberto Contador ad animare la scalata con una raffica di scatti. All’arrivo si presentano i due spagnoli in compagnia del connazionale Rodriguez e di Chris Froome, con l’Embatido che prevale al fotofinish su Purito. Ottima prova, fra gli italiani, di Eros Capecchi, 7° a 6’’ dal vincitore.

Foto copertina: Valverde prevale su Rodriguez in un tiratissimo sprint (foto Susanne Goetze)

In piacevole controtendenza con il Giro d’Italia e il Tour de France di quest’anno, è bastato attendere il terzo giorno e la prima vera salita per assistere ad un testa a testa tra i favoriti della Vuelta 2012: sulla salita di Eibar, appuntamento fisso del Giro dei Paesi Baschi, è stato Alejandro Valverde ad accendere la miccia a 5 km dal traguardo, salvo poi cedere il proscenio ad un Alberto Contador assetato di rivincita ma forse ancora privo dello smalto dei giorni migliori.
Raramente, infatti, è capitato di vedere tre corridori resistere a ben cinque sparate del madrileno, sia pure prodotte su un’ascesa ripida ma non atroce, e soprattutto dal chilometraggio contenuto (talvolta aiutate però da una moto riprese compiacente). Con il progredire dell’ascesa, è stata netta la sensazione che il pistolero continuasse nelle sue progressioni più con la forza dei nervi e delle motivazioni che con quella delle gambe, sufficiente a levare ogni volta di ruota i comprimari, ma mai tali da mettere in difficoltà lo stesso Embatido e Rodriguez, sempre incollati alla sua ruota, o Chris Froome, che ha preferito non replicare ai cambi di ritmo più bruschi, rientrando sempre con più calma.
La condizione di Contador dovrebbe solo migliorare strada facendo, e non è dunque da escludere che di qui a qualche giorno possano tornare a bastare un paio di scatti per dissuadere dalla replica anche gli avversari più ostici; per il momento, tuttavia, proprio Valverde ha destato l’impressione migliore, dando a tratti – soprattutto nella sezione finale della scalata – l’impressione di aspettare e controllare gli allunghi del vincitore dell’edizione 2008 nonché uomo da battere, installandosi poi in testa al quartetto formatosi al comando – sei volte avvantaggiatosi e cinque volte raggiunto – nel tratto di pianura e discesa finale.
Con Froome tagliato fuori dalle scarse doti di velocista e Contador sfiancato dalla raffica infinita di allunghi (ne abbiamo contati cinque in salita, più uno per chiudere su Valverde e due successivi allo scollinamento), il murciano doveva guardarsi di fatto dal solo Joaquim Rodriguez, sempre sulla difensiva ma mai apparso in affanno nel corso dell’ascesa. Pur marcato a vista, Purito aveva però trovato il varco giusto per infilare l’uomo Movistar, infilandosi all’interno in una curva a destra a 400 metri circa dal traguardo, approfittando poi del toboga finale per frustrare i propositi di rimonta dell’avversario. A vittoria ormai quasi acquisita, JRo ha però compiuto un harakiri ciclistico, smettendo di pedalare ad una cinquantina di metri dal traguardo, forse confidando nella pendenza favorevole, ma senza premurarsi di controllare la posizione di Valverde, che ha invece avuto il merito di provarci fino in fondo. Soprassedendo anche sul colpo di reni, Purito, ancora in vantaggio fino ad un nonnulla dalla linea bianca, ha definitivamente gettato la vittoria alle ortiche, da cui Valverde ha saputo raccoglierla e allegarla alla maglia rossa ormai certa.
Forte dell’ottima performance della Movistar nella cronosquadre inaugurale, Alejandro sfoggerà infatti domani le insegne del primato, in una classifica che ha già assunto una fisionomia quasi da ultima settimana, quantomeno nei nomi di testa. I tre che hanno accompagnato il neo-leader al traguardo occupano infatti la terza, quarta e quinta posizione, con ritardi che vanno dai 18’’ di JRo ai 24’’ Contador, passando per i 20’’ di Froome. A fare da cuscinetto tra sé e i rivali più accreditati, il capoclassifica trova Intxausti, oggi giunto 8°, in mezzo al gruppetto che ha ceduto solo all’ultimo allungo dei più forti.
Fra questi atleti, staccati di 6’’, oltre a Moreno, Mollema, Talansky, Gesink, Roche, Anton, Anacona e Uran, anche un ottimo Eros Capecchi, nettamente il migliore degli italiani. Pessimo, invece, il responso del primo test per Damiano Cunego, appena 37° a 1’28’’ dal vincitore, si spera solo in virtù della scelta di uscire immediatamente di classifica per puntare a successi parziali.
Sempre in ottica Mondiale, vale la pena di segnalare l’inserimento in fuga di Philippe Gilbert, che insieme a Riblon, Carrasco, Zeits, Sijmens, Rollin, Irizar e Ligthart ha dato vita all’azione che ha caratterizzato la tappa dalla prima ora, neutralizzata dal lavoro di Movistar, Sky, Saxo Bank e Omega Pharma poco prima dell’imbocco dell’ascesa finale. Dopo la prova di oggi, tuttavia, vale forse la pena di aggiungere anche il nome di Alejandro Valverde al lotto dei più seri pretendenti alla maglia iridata di Valkenburg.

Matteo Novarini

DA CRACOVIA A VIANA E’ SEMPRE DEGENKOLB TIME

agosto 20, 2012 by Redazione  
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Reduce dal successo nella frazione conclusiva del Giro di Polonia il tedesco dell’Argos-Shimano si ripete alla Vuelta superando in rimonta Davis e Swift sul traguardo in leggera ascesa della cittadina navarra. Discreta prova dei nostri con Viviani 4°, Cimolai 7° e Bennati 10° mentre Castroviejo conserva la maglia rossa e Contador fa capire le sue intenzioni prendendo 2” di abbuono a uno sprint intermedio.

Foto copertina: John Degenkolb brucia tutti sul traguardo della seconda tappa (foto Bettini)

Dopo la cronosquadre di Pamplona la Vuelta rimane in Navarra con la prima tappa in linea, 181,4 km dal capoluogo al piccolo centro di Viana che, malgrado il grande caldo e un percorso non completamente pianeggiante con un gpm di 3a categoria poco prima di metà percorso e diversi altri saliscendi, si presentava come una delle poche occasioni per i velocisti di potersi giocare in successo in una corsa a tappe che sarà infarcita di salite già nei prossimi giorni. L’avvio di gara è stato in ogni caso abbastanza animato con un gruppetto di 14 corridori che ha tentato di andarsene ma la fuga buona è nata al km 6 ad opera di un habituè di questo tipo di azioni come il russo Ignatiev (Katusha), di due rappresentanti delle formazioni Contintental locali come gli spagnoli Aramendia (Caja Rural), peraltro già vittorioso a livello juniores in una corsa terminata a Viana, e Chacon (Andalucia), e infine del campione olandese Terpstra (Omega-QuickStep), distanziato in classifica generale di soli 10” dal leader Castroviejo (Movistar), che si è rialzato dopo qualche km consentendo agli tre di prendere il largo, anche se il ritardo del gruppo non ha mai superato i 4′30”. In ogni caso Chacon ha colto la sua opportunità transitando per primo sull’Alto de la Chapela e conquistando così la prima maglia a pois per poi perdere contatto dagli altri due che verranno ripresi ai -10 da un plotone guidato dalla Fdj del campione francese Bouhanni, dall’Orica-GreenEdge di Davis e dall’Argos-Shimano di Degenkolb ma nel quale hanno fatto più volte capolino nelle prime posizioni anche le squadre degli uomini di classifica, a partire dalla Saxo Bank-Tinkoff di Contador che nell’ultimo sprint intermedio posto a 19 km dal traguardo ha conquistato 2” di abbuono, significativi non tanto per la classifica quanto in chiave battaglia psicologica tra il madrileno e i suoi avversari diretti.
Con le formazioni degli sprinter al gran completo la volata era pressochè inevitabile e l’unico a tentare la sortita è stato Lagutin (Vacansoleil), autore un anno fa di un’ottima Vuelta chiusa al 15° posto nella generale ma già rimasto molto attardato nella cronosquadre di Pamplona; l’azione del campione nazionale uzbeko è comunque durata pochi km e l’Orica-GreenEdge e la RadioShack di Bennati hanno tentato di prendere in mano la situazione ma la squadra meglio organizzata si è dimostrata l’Argos-Shimano che ha portato Degenkolb in posizione ideale. Il 23enne tedesco, intelligentemente alla luce del rettilineo d’arrivo in leggera ascesa, ha comunque atteso che fossero Swift (Sky) e Davis a lanciarsi per primi e negli ultimi metri ha avuto la meglio in rimonta su entrambi, imponendosi davanti all’australiano e al britannico e cogliendo il settimo successo stagionale, nonchè il secondo consecutivo in una prova in linea dopo quello nell’ultima tappa del Giro di Polonia in quel di Cracovia. Ai piedi del podio ha chiuso Elia Viviani (Liquigas), che è stato costretto a partire abbastanza dalle retrovie ma si è reso autore di una buona rimonta che fa ben sperare in vista delle prossime volate; nella top ten anche un positivo Cimolai (Lampre), 7° alle spalle di Lodewyck (Bmc) e Reynes (Lotto-Belisol) e Bennati, che non è riuscito a lanciarsi al meglio e non è andato oltre il 10° posto. La classifica generale rimane sostanzialmente quella della cronosquadre con Castroviejo ial comando con lo stesso tempo dei compagni Quintana, Javier Moreno, Valverde e Intxausti ma subirà un importante scossone già al termine della terza tappa che partirà da Faustino V e si concluderà a Eibar 2 km dopo la scalata dell’Alto de Arrate: i 5,5 km al 7,8% dell’ascesa finale, lungo la quale Samuel Sanchez ha dominato nelle ultime edizioni del Giro dei Paesi Baschi imponendosi per tre anni consecutivi, ha infatti sempre fatto selezione e si vedrà chi è arrivato alla Vuelta con la condizione giusta per puntare alla maglia rossa di Madrid e chi invece dovrà dire addio ai sogni di gloria.

Marco Salonna

LO SPIRITO DI MIGUELON FA VOLARE LA MOVISTAR

agosto 19, 2012 by Redazione  
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La formazione iberica, erede della Banesto con cui Indurain ha colto tutti i suoi maggiori successi, si impone a sorpresa nella cronosquadre di Pamplona, terra natale del campione navarro, infliggendo 10” a Omega-QuickStep, Rabobank e Bmc con Castroviejo che indossa la prima maglia rossa della Vuelta. Nelle prime posizioni anche la Sky di Froome e la Saxo Bank-Tinkoff di Contador, sfortunatissimo Gasparotto costretto al ritiro per una frattura alla clavicola.

Foto copertina: Nicolas Castroviejo festeggia il primato appena conquistato (foto Susanne Goetze)

Si è aperta con una cronometro a squadre di 16,5 km in quel di Pamplona, città nota per le corride ma soprattutto per essere la terra natale di Miguel Indurain, la 67a edizione di una Vuelta a España che strizza più che mai l’occhio agli scalatori con i suoi ben 10 arrivi all’insù, molti dei quali presentano pendenze ben oltre la doppia cifra, a fronte dei soli 39,4 km di cronometro individuale in quel di Pontevedra che vanno ad aggiungersi a quelli della frazione inaugurale. Favorito d’obbligo è l’attesissimo Alberto Contador (Saxo Bank-Tinkoff), apparso già in grande condizione all’Eneco Tour e più che mai motivato a lasciarsi alle spalle la squalifica per il caso clenbuterolo, che torna a disputare la Vuelta dopo essersi imposto nel 2008; il fuoriclasse di Pinto dovrà vedersela principalmente con i connazionali Juan Josè Cobo (Movistar), affiancato da Alejandro Valverde che all’ultimo istante ha sciolto le riserve sulla sua partecipazione, Joaquin Rodriguez (Katusha), battuto per un soffio da Hesjedal al Giro d’Italia e supportato da due gregari di lusso come Denis Menchov già due volte sul gradino più alto del podio di Madrid e Daniel Moreno, e Igor Anton (Euskaltel) che in questa stagione ha saltato sia la corsa rosa che il Tour proprio per arrivare al top nella gara a tappe iberica: tra gli stranieri il più accreditato è Chris Froome (Sky), al suo primo grande Giro da capitano dopo che alla Grande Boucle e alla Vuelta di un anno fa entrambe chiuse al secondo posto pur lavorando per Bradley Wiggins, seguito da Juergen Van den Broeck (Lotto-Belisol), ai piedi del podio all’ultimo Tour, e dal duo Rabobank composto da Robert Gesink e Bauke Mollema, a caccia di rivincite dopo le cadute che li hanno costretti ad abbandonare la corsa transalpina. Curiosità anche per la piccola ma agguerrita pattuglia colombiana composta da Nairo Quintana (Movistar), Rigoberto Uran e Sergio Henao (Sky), Walter Anacona (Lampre) e Cayetano Sarmiento (Liquigas) mentre l’Italia si presenta senza grandi frecce al proprio arco per quanto riguarda la lotta per la classifica generale, con Paolo Tiralongo (Astana), Eros Capecchi (Liquigas) e il campione nazionale a cronometro Dario Cataldo (Omega-QuickStep) che tenteranno un difficile ingresso nella top ten mentre Damiano Cunego (Lampre) dovrebbe puntare ai successi di tappa e ad affinare la preparazione per i Mondiali, similmente al 2009 quando si impose sugli arrivi in salita di Alto de Aitana e Sierra de la Pandera. Obiettivi analoghi a quelli del veronese avranno anche Philippe Gilbert e Alessandro Ballan (Bmc), Enrico Gasparotto (Astana), Lars Boom e Matti Breschel (Rabobank) e Tony Martin (Omega-QuickStep) mentre le poche frazioni che si concluderanno allo sprint vedranno protagonisti Assan Bazayev (Astana), Nacer Bouhanni (Fdj), Koldo Fernandez (Garmin), Allan Davis (Orica-GreenEdge), Ben Swift (Sky), John Degenkolb (Argos-Shimano) e i nostri Elia Viviani (Liquigas) e Daniele Bennati (RadioShack).
Un po’ per l’assenza di formazioni infarcite di superspecialisti del tic tac e un po’ per via di un percorso molto tecnico e con un impegnativo finale in leggera salita verso la suggestiva Plaza de Toros la cronosquadre si prestava a diverse possibili soluzioni, e a spuntarla piuttosto a sorpresa è stata la Movistar che ha fatto valere la sua compattezza pur avendo nel solo Castroviejo un atleta in grado di farsi valere nelle prove contro il tempo individuali; proprio il 25enne basco ha tagliato per primo il traguardo conquistando così la prima maglia rossa mentre un campanello d’allarme è suonato per Cobo che nel finale ha perso le ruote dei compagni di squadra chiudendo con un distacco di 4”. La formazione di Unzue ha fatto il vuoto dietro di sè mentre per le posizioni di rincalzo si è avuto un grandissimo equilibrio con soli 5” a separare il secondo dall’ottavo posto: la piazza d’onore con un ritardo di 10” dalla Movistar è andata all’Omega-QuickStep che trascinata da Tony Martin ha preceduto per questione di centesimi una Rabobank al di sopra delle aspettative e la Bmc di un brillante Gilbert, immediatamente seguite dal Team Sky di Froome e dall’ottima Lotto-Belisol di Van den Broeck a 12”, dalla Saxo Bank-Tinkoff di Contador a 14” e dalla Katusha di Rodriguez, che come sempre in questa stagione ha reso più di quanto non dica la somma dei valori individuali dei singoli corridori, a 15”; anche l’Euskaltel di Anton, tradizionalmente cenerentola in questo tipo di prove, si è difesa al meglio concludendo al 9° posto con un ritardo di 28”. Grande delusione di giornata la RadioShack, 17a a 55” e preceduta anche dalle nostre Liquigas e Lampre rispettivamente 14a e 16a a 41 e 54”, mentre una caduta di quattro corridori nelle prime fase di gara ha relegato la Garmin, una delle favorite della vigilia, al penultimo posto a 1′27” davanti alla sola Caja Rural: chi ha avuto purtroppo la peggio è stato Enrico Gasparotto, finito a sua volta in terra riportando la frattura alla clavicola che l’ha costretto ad abbandonare la corsa e con ogni probabilità anche a dare forfait in un Mondiale in cui avrebbe potuto dire la sua alla luce del successo dell’Amstel Gold Race in cima al Cauberg, la stessa salita che caratterizza il circuito di Valkenburg. La prima tappa in linea, 181,4 km da Pamplona a Viana, è dedicata ai velocisti ma nei giorni successivi sarà già tempo di montagne con i due consecutivi arrivi in salita di Eibar Arrate e Valdezcaray.

Marco Salonna

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