COMMENTOUR DE FRANCE: IL CORAGGIO DI CONTADOR E IL TALENTO DI ROLLAND IN UNA TAPPA LEGGENDARIA
luglio 22, 2011 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Dopo lo spettacolo del Galibier, i 110 chilometri verso l’Alpe d’Huez sono stati ad alto contenuto di tensione con lo show di Alberto Contador sin dai primi metri del Telegraphe. Con il crollo di Voeckler, Pierre Rolland dimostra il suo grande talento, passando da gregario a giovane campione emergente. E tra gli italiani c’è il grandissimo risultato di Damiano Cunego.
Foto copertina: Alberto Contador e Andy Schleck all’attacco nelle battute iniziali della 19a tappa (foto Bettini)
Centodieci chilometri da leggenda: le strade, le salite, il pubblico di oggi hanno mostrato un ciclismo epico. La fuga da lontano di un coraggioso Alberto Contador nel tentativo di riaprire a sorpresa il Tour, la rabbia di Voeckler salendo fuorigiri sul Galibier, fino al numero di Pierre Rolland negli ultimi chilometri. Telegraphe, Galibier e Alpe D’Huez sono giudici terribili per un Tour de France che ha regalato grandi emozioni nella terza settimana, sulle Alpi. Tappa breve, per corridori esplosivi come Alberto Contador, caparbio nella volontà di ribaltare un Tour per lui negativo. E per Andy Schleck, che è riuscito nell’intento di vestire la maglia Gialla.
Ma se il numero del vincitore del Giro non è andato a buon fine, ben diverso (e meritato) è stato il successo di Pierre Rolland. Fino a stamani gregario di Thomas Voeckler, con la crisi del capitano ha avuto via libera ottenendo la più bella vittoria della carriera, su una salita a dir poco mitica. Sempre a ruota di Sanchez, senza dare alcun cambio, ha saputo gestire le sue forze dando il colpo di grazia una volta che i due hanno raggiunto Contador. Un capolavoro di tattica e lucidità per il giovane francese, e lo stesso ha fatto Damiano Cunego, autore di una tappa splendida, in cui è riuscito a restare sempre coi migliori, tentando pure un allungo nel finale.
Flop del giorno: Ivan Basso e Thomas Voeckler. Il varesino ha pagato la sua non esplosività in una tappa che è stata durissima dal primo chilometro, e le gambe oggi non hanno retto il ritmo imposto da Contador e soci. L’alsaziano invece non poteva chiedere ai suoi mezzi di riuscire a stare dietro allo spagnolo e a Schleck sul Galibier, forse l’unica pecca in un Tour esemplare per il francese, ancora in lotta per il podio.
Riuscirà Andy Schleck a difendere la maglia gialla appena conquistata? La crono di Grenoble è per specialisti, ed Evans conosce benissimo il percorso avendolo fatto nella identica tappa del Giro del Delfinato. Ci approcciamo a seguire una battaglia sul filo dei secondi, come quello tra Lemond e Fignon nel 1989, quando l’americano la spuntò per soli otto secondi. Ma quest’anno è un gioco a tre, con i due fratelli lussemburghesi e l’australiano, il più brillante sin dal primo giorno sul Montèè des Aluettes. Ora gli ultimi quarantadue chilometri, ad altissima tensione.
Andrea Giorgini
ALPE ESPLOSIVA, MA NULLA E’ DECISO
La 19a tappa si accende già sul Télégraphe, a 90 km dal traguardo, con l’attacco di Alberto Contador, che ci riprova sull’Alpe d’Huez ma viene raggiunto e staccato nel finale da un grandissimo Pierre Rolland e da Samuel Sanchez. Voeckler perde oltre 3’ e cede la maglia gialla ad Andy Schleck, che, dopo essere rimasto per oltre sessanta chilometri in avanscoperta in compagnia dello spagnolo, non riesce però ad incrementare il proprio margine su Cadel Evans. Alla luce della crono di domani, l’australiano è ora il grande favorito per il successo finale.
Foto copertina: Pierre Rolland celebra l’inatteso successo in solitaria sull’Alpe d’Huez (foto AFP)
Se è vero che un campione si riconosce in primo luogo dal cuore e dal coraggio, Alberto Contador, al di là di qualsiasi vicenda giudiziaria, può con pieno diritto fregiarsi di tale titolo. Dopo la prima vera crisi in carriera sulle strade di un Grande Giro, la seconda in assoluto dopo quella di Fayence alla Parigi-Nizza di due anni fa, lo spagnolo ha oggi tentato un assalto disperato per riprendersi un Tour che ieri sera era di fatto perso, attaccando ad oltre 90 km dal traguardo dell’Alpe d’Huez sul Col du Télégraphe, quando i più ottimisti ipotizzavano al più un’azione da parte di qualche big particolarmente audace sul Galibier. Un’azione alla quale hanno reagito con prontezza Andy Schleck e Cadel Evans, e in un secondo momento Thomas Voeckler e Frank Schleck, quest’ultimo sfilatosi poco dopo, forse per differenziare le strategie dei due fratelli. Pochi chilometri più tardi hanno perso le ruote dello scatenato madrileno anche Voeckler e un Cadel Evans vittima di un problema tecnico.
Dopo i fuochi d’artificio sulla prima ascesa di giornata, la corsa ha assunto un andamento vagamente più lineare sul Galibier, con la coppia Schleck – Contador che, dimenticando per un attimo il duello della passata edizione, ha trovato un discreto accordo, raggiungendo e staccando i componenti della breve fuga del mattino, ad eccezione dell’eroe di Super-Besse, Rui Faria Da Costa, e Christophe Riblon. Dietro di loro, Voeckler ha incomprensibilmente optato per un tanto dispendioso quanto improbabile inseguimento solitario, anziché lasciarsi riassorbire dal plotone, ancora fitto di uomini Europcar. Un plotone guidato invece dalle maglie della Liquigas di Ivan Basso, ancora una volta passivo (ma almeno oggi, alla luce di quanto visto sui colli successivi, giustificato) e della BMC di Evans, che ha però esaurito i compagni non appena iniziato il tratto più impegnativo del Galibier, dovendo così prendere in mano personalmente le redini dell’inseguimento. Proprio il forcing dell’australiano, seguito da uno scatto di un ritrovato Samuel Sanchez e da un contrattacco dello stesso Evans, ha mandato in tilt Voeckler, letteralmente in crisi nelle battute finali della salita, e Basso, salvatosi grazie al supporto di Sylvester Szmyd.
Con il gruppo ormai imploso e i corridori sparpagliati lungo le rampe del Galibier, il lunghissimo tratto di fondovalle per approcciare l’Alpe d’Huez ha finito per annullare completamente gli effetti – perlomeno cronometrici – delle prime due ascese: non appena il drappello di Cadel Evans, comprendente fra gli altri Damiano Cunego e Frank Schleck, si è ricongiunto con quello di Contador, al quale si era frattanto agganciato Sanchez, la velocità è crollata, consentendo anche il rientro del gruppo maglia gialla, che aveva nel frattempo inglobato anche Basso.
Gli sforzi dei primi cinquanta chilometri di gara hanno però presentato il conto sin dalle prime rampe dell’Alpe d’Huez, dove il muro iniziale ha subito sbriciolato il gruppo sotto l’impulso di un redivivo Jacob Fuglsang, il cui mancato apporto alla causa Leopard fino ad oggi è probabilmente tra i principali motivi delle processioni cui abbiamo assistito sui Pirenei. Quando già Voeckler aveva perso nuovamente le ruote dei migliori, è stato ancora una volta Contador a piazzare un allungo al quale né Schleck jr. né Evans sono stati in grado di replicare. L’iberico, dopo aver passato di gran carriera Hesjedal e Rolland, avvantaggiatisi quasi di soppiatto nel tratto pianeggiante antecedente la salita, è parso lanciato quanto meno verso il successo di tappa, quando non verso un non più impensabile assalto al podio.
Sul più bello, però, le tinte eroiche che stava assumendo la giornata di Contador sono sbiadite, di pari passo con l’efficacia della pedalata del Pistolero, sempre meno agile e danzante sui pedali. Sanchez, che senza la giornata nera di ieri sarebbe a quest’ora quasi a ridosso del podio, si è fatto lentamente ma inesorabilmente più vicino, trascinatosi dietro un Rolland che si rifiutava di collaborare. Generosamente, l’olimpionico ha accettato di sobbarcarsi l’intero peso dell’inseguimento, finendo però per fornire un assist al francese, che ha mollato sul posto la coppia spagnola a 2 km dal traguardo, per diventare il secondo francese a trionfare sull’Alpe, venticinque anni dopo l’arrivo in parata di Hinault e LeMond.
Purtroppo per Rolland, il fatto di essersi imposto su questo traguardo al termine di una delle frazioni più spettacolari della storia recente del Tour, corsa dai grandi con un piglio che pareva esclusiva di altre epoche, ha paradossalmente messo in ombra il successo stesso, con l’attenzione degli spettatori focalizzata soprattutto sulla lotta Schleck – Evans che si giocava qualche centinaio di metri più indietro. Una lotta risoltasi in un sostanziale nulla di fatto, giacché il marcamento a uomo tra Andy ed Evans ha fatto sì che i (pochi) scatti tentati dai due sulla salita finale venissero più o meno agevolmente neutralizzati dall’avversario.
Il segno X in schedina sorride sicuramente all’australiano, che in classifica generale è ora 3°, staccato di 4’’ da Frank Schleck, che dovrebbe essere scavalcato senza difficoltà nei 42 km e mezzo a cronometro di domani, e di 57’’ da Andy. Un divario che sulla carta Evans dovrebbe avere modo di colmare domani, malgrado il profilo lievemente mosso della prova contro il tempo di Grenoble. Previsioni analoghe però a quelle di tre anni fa, quando i 94’’ che dividevano Cadel da Carlos Sastre si rivelarono invece un muro insormontabile. Rispetto a quel Tour, la crono di domani è per di più meno lunga e più nervosa, cosa che lascia assolutamente aperto il pronostico.
Il discorso relativo al successo finale è comunque ormai ristretto a due corridori, con un 1% di possibilità che la classifica obbliga ad assegnare anche a Frank Schleck. Ha abbandonato i sogni di gloria Thomas Voeckler, ora 4° a 2’10’’, che dovrà sperare in una débacle del più vecchio dei fratelli lussemburghesi per balzare sul podio, mentre mai ne ha davvero nutriti un comunque ottimo Damiano Cunego, oggi giunto assieme ai migliori, dopo aver anche provato l’ebbrezza del primo vero scatto del suo Tour, a 4 km dal traguardo. Erano già fuori gioco da ieri Contador e Sanchez, cui va comunque un applauso per la caparbietà con cui hanno lottato sulle Alpi, e Ivan Basso, il cui 8° posto provvisorio – e verosimilmente finale –, davanti a Danielson e ad un Rolland che tra dodici mesi si ripresenterà al via della Grande Boucle con ben altre velleità, sa di definitivo accantonamento del sogno giallo inseguito per una carriera.
Matteo Novarini
TOUR NOSTRUM – 15a TAPPA: ALP – LLIVIA (cronometro individuale)
Dopo il “Giro Nostrum” abbiamo provato a metterci nei panni anche di Christian Prudhomme e a tracciare un ipotetico percorso del Tour de France. L’unico filo conduttore è stato, come per la corsa rosa, il quarantennale dell’adozione della Convenzione sul Patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO. Non ci siamo basati sulle candidature ufficiali, con l’esclusione di Liegi e della tappa pirenaica della Pierre-Saint-Martin. Seguiteci
15a TAPPA: ALP – LLIVIA (cronometro individuale)
Alla vigilia del primo dei tre tapponi pirenaici si disputa la prima delle due crono individuali lunghe (l’altra sarà in programma tra appena 6 giorni, il giorno prima della passerella parigina), una frazione delicatissima non solo per la collocazione cronologica ma anche per quella geografica. Si correrà, infatti, in altura con partenza da quota 1154, arrivo a 1198, tetto massimo a 1354 e senza mai scendere sotto i mille metri. In mezzo si affronteranno tre salite pedalabili ma che certamente influiranno sul risultato finale. La crono presenterà partenza e arrivo in territorio spagnolo (Llivia è un’exclave sullo stile di Campione d’Italia) ma quasi metà tracciato si correrà in Francia, dove s’incontreranno le difficoltà maggiori.
Mauro Facoltosi
Di seguito, tabella di marcia, altimetria e planimetria
ARCHIVIO TOUR NOSTRUM
1a tappa: Liegi (cronosquadre)
2a tappa: Tongres / Tongeren – Longwy
3a tappa: Longwy – Nancy
4a tappa: Nancy – Troyes
5a tappa: Troyes – Vézelay
6a tappa: Avallon – Arc-et-Senans
7a tappa: Lons-le-Saunier – Chambery
8a tappa: Albertville 1992 – Sestriere 2006
9a tappa: Bardonecchia – Station de Vars
10a tappa: Guillestre – Orange
11a tappa: Avignone – Mont Ventoux
12a tappa: Arles – Parc National des Cévennes (Florac)
13a tappa: Sète – Port-Barcarès
14a tappa: Argelès-sur-Mer – Bourg-Madame
FELLINE SI RISCATTA, PAZZIE ALLA CRONOMETRO: NEUTRALIZZATA
Nella prima semitappa Felline riscatta il piazzamento di ieri con una bella vittoria in volata su Colli e Chavez. Nel pomeriggio succede l’incredibile durante la prova contro il tempo: una parte del tracciato rimane aperta al traffico e tra l’incredulità generale, e i notevoli rischi per i corridori, la corsa viene neutralizzata.
Foto copertina: Fabio Felline si impone davanti al compagno Daniele Colli e a Rubiano Chavez (foto Riccardo Scanferla)
Come da pronostico, la giornata odierna è stata molto intensa per i corridori al Brixia, di certo però nessuno si sarebbe immaginato il motivo di tale agitazione. Nel pomeriggio infatti, durante la seconda semitappa, è accaduto l’incredibile: una parte del tracciato non è stata chiusa al traffico e le macchine hanno potuto tranquillamente causare scompiglio tra i corridori increduli. La tappa è stata neutralizzata dagli organizzatori e su Twitter sono subito apparsi i primi commenti increduli: “la corsa più pericolosa che abbia mai fatto”, “troppo pericolosa”, “spaventoso”…
Nella prima semitappa, questa mattina, si era invece importo Felline, riscattando il terzo posto di ieri alle spalle dei due fuggitivi. Dietro di lui ha chiuso il suo compagno Colli, terzo posto per Chavez nella volata di gruppo.
Grande soddisfazione per il corridore della Geox che dedica la vittoria ai suoi compagni: “la vittoria è tutta per la squadra che mi ha aiutato e dato fiducia nei numerosi momenti bui della stagione”.
Molto contento anche Baliani che oggi ha conquistato la maglia di leader sfilandola dalle spalle di Frapporti che è giunto in ritardo sul traguardo: “Sono molto contento per avere addosso la maglia di leader, non sono qui per fare la comparsa e venderà cara la pelle come ho fatto in queste prime tappe”, nel pomeriggio poi la neutralizzazione della corsa non può che aver fatto piacere ad uno che contro il tempo non è certo specialista, un motivo in più per vederlo protagonista fino alla fine.
Andrea Mastrangelo
COMMENTOUR DE FRANCE: UN TAPPONE D’ALTRI TEMPI
luglio 22, 2011 by Redazione
Filed under Approfondimenti
La grande impresa di Andy Schleck sul Galibier entra di diritto tra le più belle nella storia del Tour de France, costruita da solo e portata avanti grazie ad uno scatto secco sull’Izoard. Voeckler resiste in giallo e Contador crolla, dicendo ormai addio al sogno doppietta Giro-Tour.
Foto copertina: La fatica dipinta sui volti di Thomas Voeckler e, in secondo piano, di Ivan Basso (foto Roberto Bettini)
E’ arrivato il vero tappone e nessuno può considerarsi deluso. Il Galibier, gigante delle Alpi e del ciclismo francese, ha reso questo Tour finalmente interessante dal punto di vista spettacolare, con la grande impresa ottenuta da Andy Schleck. Altimetricamente il percorso di oggi era già con un quoziente di difficoltà di cinque stelle, e lo show offerto su salite mitiche è stato degno di un grandissimo tappone. La gente sulle strade, i corridori stremati all’arrivo dopo duecento massacranti chilometri spesso oltre i duemila metri d’altitudine; sembra di essere tornati indietro nel tempo e di parecchi anni.
Andy Schleck ha costruito in montagna la sua vittoria più bella. Non ha conquistato la maglia gialla, ma diventa ora un vero pretendente al trionfo finale, nonostante negli ultimi giorni sembrava in calo di condizione fisica. E’ bastato un solo scatto, sull’Izoard, per fare saltare il banco, con il sogno di conquistare quella maglia gialla infranto (forse solo per adesso) a pochissimi chilometri dall’arrivo. Non bisogna però perdere la concentrazione nel riuscire a guadagnare quei 15 secondi che mancano all’obiettivo, e non bisogna sottovalutare uomini come Cadel Evans, che rispetto ai primi tre della generale ha dalla sua la crono di sabato a Grenoble (Voeckler ne sa già qualcosa).
La fatica si è fatta notevolmente sentire, le ultime pedalate erano più affaticate e gli ultimi metri interminabili. Ma davvero bravo è stato anche Voeckler, ancora una volta straordinario lottatore che sta diventando sempre più amato dai francesi, e forse non solo da loro.
Dall’altra parte è Contador che dice ormai addio alla doppietta Giro – Tour tanto sognata dopo il dominio nella corsa a tappe italiana. Izoard e Galibier sono stati per lui un inferno, forse per il riacutizzarsi di quel dolore al ginocchio che tanto lo ha infastidito, tanto da vedere lo spagnolo spesso in coda al gruppo.
Ed ora l’Alpe. Già giudice di diverse edizioni del Tour, sarà forse anche quest’anno decisiva, in una frazione molto corta, ma micidiale. Tre durissime salite in soli 109 chilometri che faranno, come oggi, la storia di questa Grande Boucle, e chissà davvero a che spettacolo andremo incontro.
Andrea Giorgini
ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI GALIBIER
luglio 22, 2011 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Anche durante il Tour ilciclismo.it vi accompagnerà con l’oramai consueta rubrica-contenitore. Troverete i commenti dei tifosi, le previsioni del tempo, la rassegna stampa, le previsioni del tempo, la presentazione della tappa che verrà e i titoli con il ricordo del Tour 1991, rivisto attraverso i titoli del quotidiano spagnolo “El Mundo Deportivo”
Foto copertina: Col du Galibier, il monumento a Henri Desgrange, fondatore del Tour de France (panoramio)
TOUR DE FRANCE, TOUR DE MONDE
Andy Schleck re del Galibier. Crollato Contador(Gazzetta dello Sport)
Schleck gliste hele veien i mål (Aftenposten)
Andy Schleck slo tilbake i Touren (Adresseavisen)
Königsetappe geht an Andy Schleck(Westdeutsche Allgemeine Zeitung)
Andy Schleck gewinnt Königsetappe(Süddeutsche Zeitung)
Schleck wins as Voeckler clings to jersey (The Independent)
Voeckler remains on top (The Daily Telegraph)
Voeckler lifts French from their slumber (The Times)
Schleck s’envole, Voeckler tient (L’Equipe)
Andy Schleck s’impose, Voeckler résiste (Le Monde)
Königsetappe geht an Andy Schleck (Tageblatt)
Andy Schleck verpasst das Gelbe Trikot um Haaresbreite (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)
Contador: “La victoria en este Tour ya está imposible”(AS)
Contador dice adiós al Tour (Marca)
“La victoria ya está imposible” (El Mundo Deportivo)
Les frères Schleck au sommet du Galibier(Le Soir)
Andy Schleck gagne l’étape, Voeckler toujours en jaune!(Sud Presse)
Andy Schleck demonstreert op de Galibier (De Standaard)
Le Galibier dit “oui” à Andy, pas à Contador (La Dernière Heure/Les Sports)
Andy Schleck croque tout le monde au Galibier (L’Avenir)
Andy Schleck: ‘Klaar om de Tour te winnen’ (Het Nieuwsblad)
Schleck imposante (De Telegraaf)
Voeckler Holds Lead as Schleck Charges (The New York Times)
Andy Schleck wins 18th stage of Tour de France(USA Today)
Cadel’ setback (Herald Sun)
Stage 18 will decide Tour: Schleck (The Age)
Cadel slips to fourth as Tour heats up (The Australian)
BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
Prima della partenza
Mauro Facoltosi: Previsioni sul tappone?
Hotdogbr: credo che paradossalmente il tempo perso da Voeckler negli ultimi due giorni dissuaderà alcuni dall’attaccare da lontano ma gli Schleck, più ancora di Contador, devono obbligatoriamente provarci perchè la tappa di domani di 109 km non farà grandi differenze e perchè altrimenti nessuno di loro sale sul podio, però conoscendoli si muoveranno solo nel finale, Contador invece che ha anche la squadra più forte in salita potrebbe fare un’azione sull’Agnello per verificare le condizioni di Evans e poi continuare oppure fermarsi a seconda di come reagisce l’australiano
Salitepuntocià: In 20 (dei big, chissenefrega delle fughe dei comprimari) fino al Lautaret, e attacco di Contador, minutino guadagnato…
Versosella: Grande azione di Contador. E le mani sul Tour.
Ceemo: Spero di si, ma temo di no, sulla prima salita è già in coda al gruppo dolorante al ginocchio. Speriamo sia pretattica.
Dopocorsa
Pedra85: Ma Cavendish almeno si è staccato oppure anche lui è rimasto in gruppo a far la cicloturistica con finale ad andatura libera?
Profpivo: Finalmente un vero attacco, come non si vedeva da anni.
Non ho capito però perchè Voeckler non ha collaborato all’inseguimento facendo tirare Rolland. Evans splendido, ha recuperato più di due minuti tirando solo lui ma rischia di pagare domani.
Bravissimo anche Cunego, Basso il solito regolarista, mentre consola il fatto che Contador sia umano.
MirkoBL: Si dimostra che non capisco un cavolo di ciclismo. Avessi imbroccato mezza delle mie previsioni dei giorni scorsi.
Finalmente la Leopard ha corso come si deve, bravo, coraggioso e meritatamente vincitore Andy, aiutato anche dal fatto che dietro siano un gregge di pecore, Evans escluso perché lui la sua parte l’ha fatta.
Sarebbe sempre più favorito, ma temo che domani paghi le tirate di oggi.
Contador umano, finalmente perde una corsa a tappe anche lui.
Voeckler immenso, lui ormai corre per il podio perhé sa di non poter vincere, e va a finire che ci arriverà.
Cunego sempre più bravo.
Sugli altri, Taaramae, Rolland e Vanendert esclusi, un velo pietoso.
Jack.ciclista: Se ci fosse stato un bel tappone lungo anche domani… vediamo come recuperano Evans ed Andy, non mi stupirei se qualcuno domani pagasse dazio pesantemente.
Hotdogbr: considerazioni sparse:
-finalmente si è vista una bella azione di squadra come da tempo non se ne vedevano, forse non basterà ad Andy Schleck per vincere il Tour perchè domani potrebbe pagare e perchè poi c’è la crono comunque quantomeno lui e Frank si sono garantiti almeno un posto sul podio
-Evans strepitoso, tutt’altro corridore rispetto a quello che nel 2008 con Sastre in fuga si voltava e aspettava che fossero gli altri a tirare per inseguirlo, si stramerita di vincere il Tour
-ci si attendevano delle risposte da Basso dopo le ultime due tappe deludenti e le ha date tirando fuori le sue doti di fondo e guadagnando posizioni in classifica, certo magari ci si poteva aspettare qualcosa in più ma quanto fatto oggi è tanto
-Voeckler, Rolland, prima di loro Kern al Delfinato…mah…
-Cunego alla 18a tappa del Tour, 200 km con tre salite tremende, arriva in scia ai migliori e ben più avanti ad altri come Contador e Sanchez, il tutto avendo anche fatto un grande Giro di Svizzera a differenza di altri che hanno preparato solo il Tour, con buona pace di chi dice che non è corridore da corse a tappe
-Contador non è ovviamente al top della condizione, non so se per via del Giro o per via del ginocchio, ma oltre a quello va detto che il suo punto relativamente più debole è proprio la resistenza, al Giro la tappa in cui ha faticato di più è stata quella del Gardeccia e al Tour 2007 fu quella dell’Aubisque che era anch’essa durissima e tirata fin dai primi km
-del tutto inatteso il cedimento di Sanchez, che spiega peraltro come mai l’Euskaltel ha tirato pochissimo all’inseguimento di Andy Schleck malgrado ci fossero 4 uomini nel primo gruppo, probabilmente anche a lui che è abituato alla Vuelta è mancato un po’ di fondo
-giusto riammettere in corsa Cavendish e compagni (tra cui Gilbert), con 60 km di salita un ritardo di 35′40” dal primo ci sta
Pedale Pazzo: Su Andy: dopo tutto quello che gli ho scritto nei giorni scorsi sto zitto e dico solo che è stato un gigante oggi.
Su Contador: negli ultimi giorni sembrava in crescendo, ma un Giro come quello di quest’anno è normale che resti nelle gambe. Resta sempre un fenomeno, ma più umano di qualche suo predecessore.
Su Evans: ha fatto quello che doveva fare, ha corsa da Leader finalmente. Tutto sommato ha iniziato il forcing nel momento giusto, prima rischiava di spendere troppo. Il distacco in classifica dagli Schleck dovrebbe essere azzerato con la cronometro, ma dopo 3 settimane non si sa mai e conoscendo Evans che di modi per perdere un Grande Giro ne conosce uno più del diavolo….certo che pure gli Schlek in questo campo non scherzano, sarà una bella lotta….
Su Cunego: bravo anche oggi come in tutto il Tour. Ha scelto di curare la classifica e si può dire che ha fatto la scelta giusta. Può arrivare nei 5 che sarebbe un grandissimo risultato e chissà che non gli sia di aiuto per il futuro. Certo non ha mai l’exploit per vincere una tappa ma ha corso senza mai andare oltre i limiti e chissà che domani sull’aple d’Huez non sia quello più fresco…..
Su Vokler, su Rolland, su vabbeh. Non ho parole, mi spiace ma per me questi sono una banda di drogati (e non solo per come vanno ma pure per come ragionano).
MirkoBL: E il tanto bistrattato Galibier mi sembra che abbia fatto una certa selezione.
Non è che, invece di essere Voeckler e Rolland (del quale, comunque, si parlava bene) pieni non siano gli altri ad avere meno benzina super?
Bisogna sempre sospettare di tutti?
In fondo ci sono ben 6 U25 nei primi 20 della classifica: non è che, magari, stiano andando un po’ più piano del solito? O che il livello non sia elevato?
Ceemo: Finalmente una tappa spettacolare. La prima di questo Tour se si escludo gli ultimi 10 km di un paio di tappe.
Gli schleck: superiori tatticamente e fisicamente. Anche Franck sembrava ne avesse molto. Finalmente Andy ha tirato fuori le palle. Non mi piace come corridori ma non si può che dirgli Bravo!! Però per vincere il tour bisogna ancora fare qualcosa domani.
Contador: secondo me paga le cadute più che la condizione approssimativa. Finalmente è umano e così mi piace ancor di più. Spero in un suo attacco domani sul Galibier.
Evans: ottimo a livello mentale e in grande forma. Non si è mai visto così in forma e così a lungo al Tour. Il favorito resta lui; a meno che non resti schiacciato nella morsa che presumibilmente i fratelli lussemburghesi gli faranno domani.
Voeckler: vado controcorrente e dico che secondo me ha corso malissimo. Ha l’occasione della vita, può vincere grazie ad una fuga bidone la corsa più importante del mondo e non collabora. Se anche Evans non avesse tirato Andy avrebbe ipotecato il successo finale. Qualche tirata a Rolland poteva farla fare. Eì caparbio ma mi auguro non finisca sul podio.
S. Sanchez: la sorpresa in negativo, esce di classifica dopo esser sembrato uno dei più in forma. Peccato, speravo movimentasse la corsa.
Basso: per carità buon piazzamento, ma cosa se ne fa uno come lui di un 5 posto al Tour? Se è qui per vincere che ci provi a costo di saltare. Corre di rimessa come se avesse un bonus nella cronometro. Sinceramente non lo capisco. E non capisco perchè non abbia collaborato con Evans.
Cunego: discorso simile a quello per Basso con l’attenaunte che non ha mai fatto un posto tra i 10 al Tour. Ma un filino di coraggio non bastarebbe.
Considerazione maliziosa: ci può stare che Schleck abbia guadagnato tanto in salita e non perso molto dopo il Laturet, ma mi spiego poco come lui e Monfort (non certo Cancellara) abbiano incrementato così tanto il vantaggio nel fondovalle contro vari avversari che tiravano dietro. O dietro erano tutti al gancio, o loro oggi avevano qualcosa in più.
Infine ingiusta e inconcepibile la riammissione di Cavendish e gli altri velocisti. Se c’è una regola perchè aggirarla?
Pedale Pazzo: Sul fatto che vadano più piano non ci sono dubbi e le vam parlano chiaro. Che in giro ci sia meno benzina super è quasi un dato di fatto, ma vale in egual modo sia per i big sia per tutti gli altri.
Che Voeckler faccia una tappa come quella di Luz Ardiden niente da dire. Gasamento, maglia gialla, giochi in casa, tutto quello che si vuole.
Che faccia una tappa come quella di Plateu de Beille già mi fa pensare male, soprattutto per come l’ha fatta (ho contato almeno 16 scatti incredibili, sempre in prima persona a stoppare gli scatti di tutti gli altri).
Ma che alla terza settimana in una tappa del genere riesca a stare con i migliori, con un Evans a tutta per limitare i danni non ci credo.
Non ci credo perchè non ci si inventa corridore da corse a tappe così a 32 anni, quando il miglior risultato è stato 18° al Tour del 2004 (con almeno una ventina di posizioni guadagnate grazie alla fuga bidone che gli permise di prendere la maglia gialla) e nei successivi 5 tour la media è circa 90° posizione in classifica.
Ovviamente è un mio pensiero, può essere sbagliatissimo.
Pedale Pazzo: Per me è la prima ipotesi: dietro chi tirava era al gancio. Erano gregari che si erano staccati in salita e rientrati in discesa. Quello della Bmc era alla frutta, Navarro idem, Sorensen non si capisce sembra sempre che stia tirando gli ultimi ma fresco non era. Rolland non tirava, il Lampre nemmeno, Schimydt nemmeno. Gli uomini di Sanchez erano i più numerosi (3 o 4) ma si è capito dopo come mai non han tirato un metro.
Su Monfort a parte che non è affatto una pippa ed è uno che tiene abbastanza bene le 3 settimane. Inoltre c’è da dire che in fuga si è risparmiato molto, quindi ne aveva ancora.
Profpivo: Voeckler è dall’inizio dell’anno che va bene in salita, già al Trentino duellava con Scarponi e mi pare che al Delfinato fosse poco lontano dai vari Evans, Wiggins e Vandenbroeck. Certo qualche sospetto è bene averlo, se avesse 25 anni niente da dire, ma a 32 anni tenere così bene le tre settimane senza mai aver fatto nulla in carriera in un grande giro mi pare un po’ strano. E’ un corridore che grosso modo potremmo paragonare a Visconti, cosa diremmo se l’anno prossimo Visconti fosse in maglia rosa a due giorni dalla fine del Giro?
Gibosimoni: Grande prova di Andy Schleck che quantomeno ha avuto coraggio e ci ha provato, cogliendo un gruppo molto folto nonostante più del 70 % dei componenti fosse al mimite, di sorpresa.
Voeckler dovrebbe dare uno spumante ad Evans per poter dormire stanotte con la maglia gialla, anche se non poteva sperare che in qualcosa di simile essendo lui come Rolland al gancio totale. Evans grande grinta e anche grande responsabilità a prendere in mano le redini della rincorsa guadagnando circa 2 minuti da solo contro Andy.
Piuttosto Basso che dei big è l’unico ad esser rimasto con Evans – quasi – fino alla fine, avrebbe potuto dare una mano invece che aver paura, tutti gli altri sono giustificabili perchè non ce la facevano nemmeno a rimanere con loro, a partire da Contador passando per Cunego, Sanchez, Vanendert, Voeckler e Rolland, Taramae etc. etc.
L’unico degli altri “freschi” nei big oltre ad Evans/Basso, era Frank Schleck ma mi sembra ovvio che non potesse dare una mano.
Contador ha pagato il fuorigiri che ha fatto quando era a 30 metri e ha fatto un’acellerazione per riportarsi fino a -10, invece di andare su regolare del suo passo, inesperienza quasi ovvia dato che non si è mai trovato in queste situazioni. Forse avrebbe perso meno anzichè arrivare con Vanendert.
Probabilmente ieri sera il cuoco di fiducia era malato e non gli ha potuto cuocere la bistecca!
Ceemo: Se fossero stati al gancio non sarebbero riusciti a fare 17 km a ruota di evans che andava a tutta. Questo mi pare evidente.
Salitepuntocià: Grande Sleck ,impresa d’altri tempi, ma quei 2′persi sul galibier mi fan pensare che è alla frutta.
Prima di dar favorito evans ci pesnerei bene… ha perso tour clamorosi
PIUTTOSTO CUNEGO E BASSO, NON DEVONO ACCONTENTARSI DI VEDERE I LORO NOMI NELLA TOP TEN A MENO DI 7′ DAI PRIMI ai campielisi…..
Oggi devono ricordarsi cosa accade nel 1998 al galibier… la salita è la stessa, l’arrivo piu duro ancora. Fossi in loro ATTACCHEREI LI’ ma non per vicnere la tappa, ma per far saltare il tour o saltano loro, insomma o arrivano all’alpe con 10′ di vantaggio o a 10′ di ritardo…
se ci sara’ amltempo, devono provarci, e la discesa è lunghissima e selettiva
Pedale Pazzo: Non vorrei passare per quello che deve dare contro a Voeckler a tutti i costi, finora è stato un onesto corridore nonchè l’unico francese (con Chavanal) capace di vincere qualcosa.
Ma questo fatto che quest’anno va come una bomba da inizio anno mi fa ancor più pensare male. Andava forte già in febbraio dove vinceva tappe e corse. Ha continuato ad andare forte in marzo, aprile (Trentino), maggio e poi si è presentato al Delfinato ancora in forma. Al Tour non ha ancora avuto un cedimento (nonostante fuga da lontano e tanti tanti scatti per difendere la maglia, non ha certo corso al risparmio in queste 2 settimane..) e siamo quasi alla fine.
Comunque vediamo oggi, per me prende la cotta e arriva con 5 minuti!
GattoVe: Vero,Voeckler quando dice a Rolland di non tirare non lo capisco proprio!
Mauro Facoltosi: Solitamente questa regola viene aggirata in due sole occasioni
1) quando un corridore cade in corsa, si fa seriamente male ma decide di tornare in sella e di concludere la tappa (è il caso, per esempio, di Bortolami nella tappa di Crotone del Giro 1996. Cadde al rifornimento, si fratturò il polso, tornò in sella e percorse la restante metà tappa stringendo il manubrio con la sola mano sana, giungendo fuori tempo massimo ma ugualmente classificato)
2) quando fuori tempo massimo finiscono in moltissimi corridori ed è il caso della tappa del Galibier. Nello specifico, sono arrivati a 35′40″ da Andy Schleck ben 88 corridori, praticamente metà gruppo (attualmente sono in gara in 168). Se applicavano la regola alla lettera avrebbero finito il Tour in 80, senza contare eventuali ritiri nelle rimanenti tappe. Non è la prima volta che viene concessa questa deroga, comunque eccezionale. In occasione delle famose tappe di Pontarlier del 2001 e di Montelimar del 2006, se l’avessero applicata alla lettera avrebbero spedito a casa quasi tutti.
con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Pancani: “Pedalano verso le rampe del Tourmalet”
Pancani: “Inquadratura dall’icottero”
Pancani: “Il ritardo di Andy Schleck dalla testa” (vabbè che oggi gli viaggiavano a tutta le gambe…)
Cassani: “Per arrivare dove il Tour non è mai arrivato” (e allora che centenario si festeggiava sul Galibier?)
Bruno (Sky Sport 24): “Secondo me il signor Indurain non andava”
LA TAPPA CHE VERRA’
Un famoso detto recita che nella botte piccola c’è il vino buono e i proverbi, si sa, hanno sovente ragione. Questo in particolare, poi, sembra quasi applicarsi alla perfezione all’ultima tappa montana, breve ma ad alta gradizione alcoolica, in grado di far letteralmente perdere la testa al Tour. Nel senso che, dopo quanto successo ieri salendo verso il Galibier, stasera a brindare felice in cima all’Alpe molto probabilmente non sarà Voeckler. Perchè sicuramente il più giovane degli Schleck andrà ancora all’attacco sulla celebre ascesa (sempre che abbia smaltito le tossine dello sforzo di ventiquattrore prima) e quasi sicuramente coglierà nuovamente in affanno il francese nel finale. Certo, le sorprese nel ciclismo son sempre dietro l’angolo ma la tappa di giovedì è sembrato essere l’attuale specchio della condizione dei primi della classifica e il riflesso dovrebbe essere lo stesso anche dopo l’Alpe e il ritorno sul Galibier, che il gruppo affronterà per la seconda volta in due giorni, salendo stavolta dal versante più arduo, quello dell’impresa di Pantani nel tappone delle Deux Alpes al Tour 1998. Lo spazio per ripetere le sue geste c’è, anche se limitato. Oggi la bagarre potrebbe anche scattare presto, poichè si comincerà a salire ad appena 14 Km dal via. E allora ne verrebbe fuori un’altra tappa da “cineteca”
METEOTOUR
Modane: poco nuvoloso, 17°C, venti moderati da NO (10 Km/h)
Col du Galibier (2556m – Km 48,5): nuvole sparse, 10,2°C, venti deboli da WNW (6-7 Km/h), umidità al 57%, 0°C a quota 3300m
Alpe d’Huez: poco nuvoloso, 9°C, assenza di vento, possibile di piogge nel pomeriggio
IL PRIMO INDURAIN
Ecco come il quotidiano spagnolo “El Mundo Deportivo” nel 1991 annunciava ai suoi lettori il primo Tour conquistato da Miguel Indurain
Altimetrie e grafici dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessibile selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)
18a TAPPA: LE BOURG D’OISANS – MORZINE (255 Km)
INDURAIN SENTENCIA
Todos se rinden ante el líder
Indurain, con el triunfo en el bolsillo – Claveyrolat, vencedor en Morzine – Indurain: “Yo soy español” – El líder, envuelto en la polémica – Cuatro días para conquistar París – Verbruggen el “affaire” de los cascos
ARCHIVIO ALMANACCO
Selezionare la voce “Tour de France″ nel menù “Corse” (in home, sopra la copertina)
21-07-2011
luglio 22, 2011 by Redazione
Filed under Ordini d'arrivo
TOUR DE FRANCE
Il lussemburghese Andy Schleck (Leopard Trek) si è imposto nella diciottesima tappa, Pinerolo – Galibier Serre-Chevalier, percorrendo 200,5 Km in 6h07′56″, alla media di 32,696 Km/h. Ha preceduto di 2′07″ il connazionale Fränk Schleck e di 2′15″ l’australiano Evans. Miglior italiano Ivan Basso (Liquigas-Cannondale), 4° a 2′18″. Il francese Thomas Voeckler (Team Europcar) ha conservato la maglia gialla, con 15″ su Andy Schleck e 1′08″ su Fränk Schleck. Miglior italiano Damiano Cunego (Lampre – ISD), 5° A 3′46″. Ivan Basso (Liquigas-Cannondale) 6° con lo stesso tempo di Cunego, Alberto Contador Velasco (Saxo Bank Sungard) 7° a 4′44″
BRIXIA TOUR
Seconda tappa strutturata in due semitappe.
Il mattino, l’italiano Fabio Felline (Geox-TMC) si è imposto nella prima semitappa, Pisogne – Brescia, percorrendo 135,5 Km in 3h27′30″, alla media di 39,181 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Daniele Colli (Geox-TMC) e il colombiano Rubiano Chavez. Fortunato Baliani (D’Angelo & Antenucci – Nippo) è il nuovo leader della classifica, con 1′44″ e 1′54″ sugli italiani Felline ed Emanuele Sella (Androni Giocattoli).
La seconda semitappa, circuito a cronometro di Brescia (10,4 Km) è stata sospesa ed annullata a causa di problemi legati al traffico e alla viabilità.
VUELTA CICLISTA A VENEZUELA
Il venezuelano Manuel Medina (Gobierno Del Zulia) si è imposto nella nona tappa, Barquisimeto – Nirgua San Vicente, percorrendo 119,4 Km in 2h33′24″, alla media di 46,701 Km/h. Ha preceduto di 23″ e 27″ i connazionali Chacon e Galviz. Il venezuelano Pedro Gutierrez (Gobierno Del Zulia) è il nuovo leader della classifica, con 14″ e 54″ sui connazionali Murillo e Contreras.
E SCHLECK JR. RITROVO’ IL CORAGGIO: CAPOLAVORO SUL GALIBIER
Impresa di Andy Schleck nella seconda frazione alpina: il lussemburghese attacca sull’Izoard ad oltre 60 km dall’arrivo, sfrutta il supporto di un eccezionale Monfort e vince in solitaria in vetta al Galibier con oltre 2’ sul fratello Frank, 2°. Si salvano Cadel Evans, 3° a 2’15’’, e Thomas Voeckler, 5° a 2’21’’. Crollano Contador, staccato alla fine di 3’50’’, e Samuel Sanchez, attardato addirittura di 4’42’’. Buone prove di Basso e Cunego, 4° e 7°.
Foto copertina: Andy Schleck grida la sua gioia sul traguardo del Galibier (foto AFP)
Se qualche giorno fa ci scagliavamo contro le tattiche esasperatamente attendiste dei fratelli Schleck sui Pirenei, era anche e soprattutto perché le qualità dei lussemburghesi, quando riescono a mettere da parte i loro complessi di inferiorità e il vizio di correre l’uno attaccato all’altro, sono sotto gli occhi di tutti. Neppure il loro più acceso sostenitore poteva però immaginare che fossero tali da consentir loro mettere in piedi un’azione come quella imbastita oggi, in parte grazie ad una strategia finalmente azzeccata della Leopard Trek, e soprattutto ad un Andy mai così forte, forse neppure in quel pomeriggio dell’aprile 2009 in cui con l’assolo alla Liegi-Bastogne-Liegi mise a frutto il talento intravisto già al Giro 2007.
L’attacco che ha rivoluzionato il Tour de France è idealmente iniziato, stando alle dichiarazioni rilasciate da Frank Schleck nel dopo-tappa, due giorni fa, quando il fratellino ha deciso di giocare le proprie carte per il successo finale con un attacco da lontano nella frazione del Galibier. Nei fatti, il prologo dell’offensiva è arrivato una quarantina di chilometri dopo il via da Pinerolo, quando Posthuma e Monfort si sono inseriti nella fuga di 19 uomini che ha caratterizzato larga parte della giornata, via via assottigliatasi lungo le rampe di Agnello e Izoard. Il passo non proibitivo del plotone lungo il primo e più impegnativo colle, con la Leopard Trek affacciatasi al comando solo per un breve tratto con Stuart O’Grady, aveva però lasciato immaginare – specie alla luce del precedente di Plateau de Beille – un’altra frazione all’insegna del marcamento a vista fino all’ascesa finale, almeno finché Jens Voigt non ha prodotto la violenta trenata che, sulle prime rampe dell’Izoard, è parsa preannunciare un’imminente svolta.
Svolta che è poi effettivamente giunta attorno a metà salita, quando Andy Schleck ha cambiato seccamente ritmo, senza che nessuno avesse il coraggio di unirsi a lui in un volo di oltre 60 km. Non solo, ma nessuno è riuscito anche solo a prendere in mano le redini del gruppo, limitando il divario dallo scatenato lussemburghese, il cui vantaggio è lievitato in pochi chilometri fino a raggiungere i 2’14’’ registrati in vetta. Una vetta poco dopo la quale Andy, che aveva perso già sulla salita Posthuma, raggiunto troppo presto e staccato ad un paio di chilometri dal GPM, ha trovato per strada un eccezionale Maxime Monfort, capace prima di fare da apripista in discesa al suo capitano – notoriamente non un drago delle picchiate -, e quindi di svolgere un preziosissimo lavoro da locomotiva nei lunghi chilometri di fondovalle tra Briançon e l’attacco dell’ascesa conclusiva.
Proprio grazie al sacrificio di Monfort, Schleck ha potuto approfittare dello scarso numero e delle ancor più scarse energie dei compagni di squadra rimasti agli avversari per dilatare il proprio vantaggio, contro ogni previsione, anche nella temutissima vallata verso il Lautaret, portandolo dai 3’ di Briançon ai 4’20’’ toccati ad una decina di chilometri dalla conclusione, quando ormai il belga aveva esaurito da qualche minuto il suo compito. Per qualche istante si è avuta l’impressione che il divario potesse crescere ancora, allorché in gruppo si è registrata una fase di stallo dovuta essenzialmente al rifiuto della maglia gialla di collaborare all’inseguimento di Schleck. A risolvere la fase di impasse ha pensato però Cadel Evans, che con grande coraggio ha accelerato e guadagnato la testa del drappello dei favoriti, senza mollarla fino all’ultimo chilometro.
Il forcing dell’australiano, malgrado pendenze non proibitive, ha mietuto con il passare dei chilometri vittime decisamente illustri, primi fra tutti i due attaccanti di Gap e Pinerolo: Samuel Sanchez e, soprattutto, Alberto Contador. Il madrileno ha mollato a 3 km circa dalla conclusione, nel momento in cui Ivan Basso ha offerto ad Evans l’unico cambio degli ultimi 10 km; dopo un vano tentativo di riportarsi nella scia dei rivali, l’affanno del campione uscente si è tramutato in un’autentica crisi, costata oltre 1’ e mezzo di ritardo dall’australiano al traguardo nonché, di fatto, il definitivo abbandono di ogni sogno di doppietta Giro-Tour.
Sulla salita che per molti doveva segnare la riscossa del Pistolero, dopo i deludenti Pirenei e l’apparente ripresa dei giorni scorsi, si è invece concretizzata l’impresa più bella della carriera di Andy Schleck, capace di conservare alla fine 2’07’’ di margine sul fratellone, autore di un allungo nel finale che gli è valso un guadagno di 8’’ su Evans e il sorpasso in classifica sul leader BMC, 3° a 2’15’’. Basso, mai in difficoltà ma ancora una volta tenutosi a distanza di sicurezza da qualsiasi proposito di attacco, ha chiuso 4°, a 2’18’’ dal vincitore, precedendo di 3’’ l’altro eroe di giornata, Thomas Voeckler. T-Blanc, che ormai non può neppure più essere definito una sorpresa, ha portato a buon fine l’ennesima stoica difesa della maglia gialla, salvando il primato per 15’’ dall’assalto lussemburghese, scortato ancora una volta dal fido Pierre Rolland, 6° a 2’27’’. Buona anche la prova di Damiano Cunego, 7° a 2’33’’, anche se pure gli attacchi in montagna del veronese continuano ad ammontare alla ragguardevole cifra di 0.
Detto dei 15’’ che separano Voeckler e Schleck jr., restano ancora in corsa per il successo finale anche Frank Schleck, staccato di 1’08’’ e apparso molto brillante sul Galibier, e Cadel Evans, i cui 72’’ di ritardo dalla maglia gialla appaiono interamente colmabili nella cronometro di Grenoble. Crollano rispettivamente a 4’44’’ e 5’20’’ Contador e Sanchez, scavalcati dalla coppia italiana Cunego-Basso, appaiata a 3’46’’.
In chiave frazione di domani, dovrebbero essere ancora i lussemburghesi a correre all’attacco, benché continui a non convincere affatto il loro cast di supporto: anche oggi Gerdemann e Fuglsang hanno mollato quando a scandire il passo erano O’Grady e Voigt, e chissà quanto avrebbe potuto guadagnare Schleck se un ritmo più elevato su Agnello e Izoard avesse tagliato fuori qualche uomo di fatica avversario in più. Entrambi gli Schleck, in ogni caso, partirebbero sulla carta battuti con una classifica analoga a quella attuale alla vigilia della crono. Occorrerà pertanto decidere su quale dei due puntare sull’Alpe d’Huez: se su Andy, davanti ma verosimilmente più stanco dopo l’impresa di oggi, o su Frank, più lontano ma probabilmente con più cartucce ancora da sparare.
Matteo Novarini
TOUR NOSTRUM: 14a TAPPA: ARGELÈS-SUR-MER – BOURG-MADAME
Dopo il “Giro Nostrum” abbiamo provato a metterci nei panni anche di Christian Prudhomme e a tracciare un ipotetico percorso del Tour de France. L’unico filo conduttore è stato, come per la corsa rosa, il quarantennale dell’adozione della Convenzione sul Patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO. Non ci siamo basati sulle candidature ufficiali, con l’esclusione di Liegi e della tappa pirenaica della Pierre-Saint-Martin. Seguiteci
14a TAPPA: ARGELÈS-SUR-MER – BOURG-MADAME
Come la frazione di Chambery, anche la tappa che si concluderà a Bourg-Madame servirà più che a altro ad introdurre il gruppo sui Pirenei, zona nella quale il Tour si fermerà per ben sei giorni, caratterizzati anche da una cronometro in quota, prevista domani, e da una giornata di riposo. Previste due lunghe ma pedalabili ascese lungo un tracciato che porterà i corridori anche sul suolo spagnolo, sul quale si pedalerà per 106 dei 179 Km previsti. L’ultimo dei due GPM previsti è collocato a 31 Km dal traguardo, preceduto anche da una facile côte di quarta categoria.
Giornalmente scoprirete il percorso…. Vi ricordiamo che NON si tratta del percorso ufficiale del Tour de France 2012 ma solo di un tracciato da noi costruito.
Mauro Facoltosi
Di seguito, tabella di marcia, altimetria e planimetria
ARCHIVIO TOUR NOSTRUM
1a tappa: Liegi (cronosquadre)
2a tappa: Tongres / Tongeren – Longwy
3a tappa: Longwy – Nancy
4a tappa: Nancy – Troyes
5a tappa: Troyes – Vézelay
6a tappa: Avallon – Arc-et-Senans
7a tappa: Lons-le-Saunier – Chambery
8a tappa: Albertville 1992 – Sestriere 2006
9a tappa: Bardonecchia – Station de Vars
10a tappa: Guillestre – Orange
11a tappa: Avignone – Mont Ventoux
12a tappa: Arles – Parc National des Cévennes (Florac)
13a tappa: Sète – Port-Barcarès
BUONA LA PRIMA: FRAPPORTI CORONA LA FUGA
Partenza lanciata della corsa bresciana, fina da subito percorso selettivo e grande spettacolo. A vincere è il padrone di casa Frapporti che lascia un gruppo di quaranta unità assieme a Baliani che giungerà alle sue spalle. Negli ultimi chilometri si scatena il gruppo, ma Felline, Bailetti e Sella si fermano a 1′45” dai battistrada.
Foto copertina: Il podio della prima tappa del Brixia Tour (foto ciclismoreggiano.wordpress.com)
Si parte col botto al Brixia Tour: fin dalla prima tappa un percorso molto selettivo che non ammette indecisioni. Così dopo appena 40km il gruppo si trova spezzato in due tronconi, una quarantina davanti, il resto all’inseguimento. Non passa molto che Frapporti, nel tentativo di rendere dura la corsa per il compagno Pozzovivo, parte seguito da Baliani.
Un tentativo da “lepre” si trasforma però immediatamente in fuga coi battistrada che guadagnano fino a 5′, favoriti forse dal numero degli inseguitori e soprattutto dalle caratteristiche altimetriche del tracciato.
I due si involano così in solitaria verso l’arrivo, coronando la prima fuga del Brixia 2011. Sul traguardo è Frapporti ad imporsi, uscito in testa dopo l’ultima curva stacca anche il suo compagno d’avventura, colpito da un crampo, negli ultimi metri. Il bresciano si presenta così davanti ai suoi compaesani, con la terza vittoria da professionista in una corsa che ha rischiato di non correre nemmeno.
Nel finale si anima anche la corsa tra i big con Felline, Bailetti, Sella e Sarmiento che si avvantaggiano sul resto del plotone e chiudono a 1′46” dal vincitore. Il resto del plotone perde ulteriori 20” e viene regolato in volata da Breschel.
L’appuntamento di domani è con due semitappe con uan cronometro pomeridiana, se Baliani non si attarderà troppo, rispetto ai migliori, nei 10km contro il tempo, potrebbe davvero essere la mina vagante di questa corsa: 1′46” di vantaggio su tutti sono un bel bottino per un corridore che in salita si è sempre difeso, l’età non sarà dalla sua, ma di certo l’esperienza per gestire i momenti difficili non dovrebbe mancargli.
Andrea Mastrangelo