DOMINIO SKY, MA STAVOLTA E’ HENDERSON
Al termine di una prova di forza di tutta la squadra il neozelandese trionfa a Modesto davanti a Juan Josè Haedo e Hushovd e strappa la maglia gialla di leader al compagno di squadra Swift giunto 11°. I big rimangono al coperto in attesa di entrare in azione nell’arrivo in salita a San Josè
Foto copertina: un altro successo targato Sky, adesso tocca ad Henderson (Mark Johnson/www.ironstring.com)
La tappa, 196,2 km sostanzialmente pianeggianti da Auburn a Modesto è vissuta sulla lunghissima fuga di Meier (UnitedHealthcare), Barta e Gottfried (Netapp), Jacques-Maynes (Bissell Cycling), Dickenson (Jelly Belly), Driscoll (Jamis-Sutter Home) e Gaimon (Kenda), che partiti dopo appena 2 km, hanno acquisito un vantaggio massimo di 6′45” e sono rimasti in avanscoperta per altri 180 con Barta e Jacques-Maynes ultimi a mollare di fronte a un plotone tirato dagli squadroni degli sprinter, dapprima Sky, Garmin, HTC e Radioshack e in seguito anche Liquigas, Rabobank e BMC. Approfittando del forte vento laterale gli uomini del leader Swift hanno anche lanciato un attacco che ha spezzato il gruppo in tre tronconi lasciando indietro tra gli altri Hushovd (Garmin) e Andy Schleck (Leopard), che sono riusciti comunque in seguito a riportarsi sotto.
Nei due giri da 4 km del circuito finale di Modesto è stata ancora una volta la Sky a prendere il comando delle operazioni e a mantenerlo fino al termine, salvo una breve apparizione degli uomini della Saxo Bank al termine della prima tornata. All’ultimo km Henderson si è portato in testa per lanciare la volata a Swift ma il britannico è rimasto troppo indietro e allora il neozelandese è partito addirittura ai 500 metri e ciò nonostante è riuscito a resistere fino al traguardo imponendosi davanti all’argentino Josè Haedo (Saxo Bank), a Hushovd, allo slovacco Sagan (Liquigas), all’australiano Howard (HTC), al canadese Lacombe (Spidertech) e al tedesco Forster (UnitedHealtCare) mentre sono rimasti tagliati fuori dalla volata Goss (HTC) e Freire (Rabobank) e Swift ha dovuto accontentarsi dell’11° posto subito davanti al nostro Damiano Caruso (Liquigas).
In classifica generale Henderson e Swift hanno ora lo stesso tempo ma la maglia gialla è del neozelandese per via della somma dei piazzamenti; a 4” ci sono Sagan e Haedo, a 6” Hushovd e Goss e a 10” Lacombe. Tutti questi nomi spariranno dalle prime posizioni al termine della quarta tappa, 131,6 km da Livermore a San Josè con la scalata di Mount Hamilton, 6,8 km all’8,4% di pendenza, poco oltre metà percorso e soprattutto gli ultimi 5,6 km tutti all’insù con una pendenza media del 9,4%.
Marco Salonna
17-05-2011
maggio 18, 2011 by Redazione
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GIRO D’ITALIA
Il britannico Mark Cavendish (HTC-Highroad) si è imposto nella decima tappa, Termoli – Teramo, percorrendo 159 Km in 4h00′49″, alla media di 39,615 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Ventoso Alberdi e l’italiano Alessandro Petacchi (Lampre – ISD). Lo spagnolo Alberto Contador Velasco (Saxo Bank Sungard) ha conservato la maglia rosa, con 59″ sul bielorusso Sivtsov e 1′19″ sul francese Le Mevel. Miglior italiano Vincenzo Nibali (Liquigas-Cannondale), 4° a 1′21″
AMGEN TOUR OF CALIFORNIA
Il neozelandese Greg Henderson (Sky Procycling) si è imposto nella terza tappa, Auburn – Modesto, percorrendo 196,2 Km in 5h14′29″, alla media di 37,433 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’argentino Juan José Haedo e il norvegese Hushovd. Miglior italiano Damiano Caruso (Liquigas-Cannondale), 12°. Henderson è il nuovo leader della classifica, con lo stesso tempo del britannico Swift; terzo lo slovacco Sagan a 4″. Caruso 18° a 10″.
ROYAL SMILDE OLYMPIA TOUR (Olanda)
L’olandese Jetse Bol (Rabobank CT) si è imposto nella prima tappa, Hoofddorp – Noordwijk, percorrendo 150,8 Km in 3h22′24″, alla media di 44,703 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Stroetinga e il britannico Rowe. Bol è il nuovo leader della classifica, con 7″ sul tedesco Pfingsten e 13″ su Rowe.
INTERNATIONAL AZERBAIJAN TOUR
Il colombiano Miguel Angel Nino Corredo (Letua Cycling Team) si è imposto nella quarta tappa, Shabestar – Orumiyeh, percorrendo 185 Km in 3h33′44″, alla media di 51,934 Km/h. Ha preceduto di 30″ gli iraniani Mehdi Sohrabi (Tabriz Petrochemical Team) e Mahdi. Miglior italiano Davide Rebellin (Miche – Guerciotti), 33°. Sohrabi ha conservato la testa della corsa, con 24″ e 25″ sui connazionali Askari e Mizbani Iranagh. Miglior italiano Davide Rebellin (Miche – Guerciotti), 5° a 1′04″.
THE ISLAND MAN’S IS RETURN
Dopo lo screzio di Parma e le difficoltà del percorso, a Teramo arriva finalmente la zampata del numero uno delle ruote veloci: Mark Cavendish. L’inglese stavolta prende la scia di Petacchi e lo salta facilmente. Contador sempre in rosa, ma domani occhio alle imboscate di Castelfidardo.
Foto copertina: un raggiante Cavendish taglia vincitore il traguardo di Teramo (foto Bettini)
Tutti lo aspettavano ed alla fine non ha fatto come Godot: Mark Cavendish è arrivato. Primo a Teramo, nella penultima occasione che aveva per lasciare un segno in questo Giro d’Italia che sembra aver dimenticato le ruote veloci e che premierà gente con gli attributi e con gambe da fenomeni.
Ma, per un giorno, anche i velocisti sono tornati a fare i fenomeni e chi se non il numero uno degli ultimi anni, il più forte per antonomasia, poteva imporsi. Dopo il quasi contatto della prima tappa in linea a Parma, Cavendish ha dato una bella lezione a Petacchi sul lungo ed insidioso rettilineo finale di Teramo. Nel mezzo, però, ancora una volta ci si è infilato quel Francisco Ventoso che oramai inizia a farci l’abitudine a stare fra i “big” delle ruote veloci.
159 chilometri fra Termoli e Teramo, giornata un po’ nuvolosa e con un bel po’ di vento. Dopo pochi chilometri parte la fuga a tre con Krivstov (AG2R-La Mondiale), Cazaux (Euskaltel-Euskadi) che dà il la alla fuoriuscita dal gruppo e Beppu (RadioShack). Ma il gruppo lascia loro poco spazio perché c’è da giocarsi la volata, la penultima di questo giro prima di Ravenna.
Il vantaggio massimo si è attestato sui sei minuti e mezzo ma già ai -90 chilometri dal traguardo il margine dei tre tendeva a calare. Comunque buona azione, con soprattutto Beppu più attivo degli altri, ed i fuggitivi vengono ripresi ad undici chilometri dal traguardo.
Da lì in avanti, complice anche il vento che dà un po’ di tregua al gruppo, è una lunga volata per arrivare sul viadotto nel centro di Teramo con gli ultimi duecento metri al 3%. Gran lavoro in testa al gruppo per le squadre dei velocisti con Lampre-ISD, Team Sky, Movistar e HTC-Highroad pronte a darsi battaglia pur di portare il proprio capitano di giornata nella miglior posizione possibile.
Agli ultimi quattrocento metri è un uomo Movistar a trovarsi al vento e, quando si sposta dopo un vano tentativo di Ciolek che sbaglia nettamente i tempi, c’è un Alessandro Petacchi un po’ troppo avanti. Vista la malaparata, lo spezzino è costretto a lanciare una volata lunghissima (ancora più difficile per la leggera strada in salita) ed ai 150 metri dal traguardo Cavendish, che succhia molto bene la ruota al velocista della Lampre, esce di traiettoria e si mangia in un sol boccone Ale-jet. Per il velocista dell’HTC è il primo successo in questo Giro e la vittoria numero tre del 2011 dopo una tappa al Tour dell’Oman ed il Scheldeprijs con dietro di se lo sfortunato Wouter Weylandt autore di un capitombolo pauroso.
Nel frattempo, però, quando tutti guardano il divario che c’è fra l’inglese e Petacchi, spunta fuori anche Francisco Ventoso che, senza ne leggere ne scrivere, va a prendersi la seconda posizione. Dal terzo posto in poi, finalmente, è un festival delle ruote veloci azzurre: 3° Petacchi, 4° Ferrari, 5° Appollonio, 6° Chicchi, 8° Modolo e decimo Oscar Gatto. Prendendo il bicchiere mezzo pieno, per Petacchi il podio vale comunque un discreto bottino di punti per provare a giocarsi la maglia rossa per l’arrivo di Milano: vista la tenuta sull’Etna di Ale-jet, non è da escludere che l’uomo Lampre voglia provare ad arrivare fino all’ultima tappa per portarsi a casa comunque una maglia prestigiosa, Contador permettendo.
Eh già, perché se il “pistolero” continuerà a mettere a ferro e fuoco l’Italia come ha fatto sull’Etna, sarà dura andarsi a prendere anche solo le briciole. Però, il capitano Saxo Bank, dovrà stare attento alla tappa di domani con arrivo a Castelfidardo: tanti saliscendi, strappi e muretti. L’occasione giusta per metterlo alla prova per i vari Nibali, Scarponi e Kreuziger.
Saverio Melegari
TERMOLI – TERAMO. FAST & FURIOUS, UN POMERIGGIO D’ORDINARIA FOLLIA
Sarà una frazione da bere tutta di un fiato la decima del Giro 2011. Tolti gli zampellotti di Vasto e Ortona, nessuna “grana” attenderà gli sprinter lungo la strada per Teramo, anche se nel finale – in dolcissima ma costante ascesa – dovranno guardarsi le spalle dagli assoli di chi tenterà di sovvertire il finale più scontato e che potrebbero rendere più complicate preparazione e svolgimento della “coltellata”.
Il ciclismo ha due follie. Una è quella delle anacronistiche strade della Roubaix, che impegnano i corridori in funambolismi e acrobazie per rimanere in piedi sulle sconnesse pietre dell’”Inferno del Nord”. L’altra è quella che il grande Bruno Raschi definì come la “coltellata finale”, ossia la volata, quel momento di gara che vede decine di corridori lanciarsi a 70 all’ora nei rettilinei d’arrivo per andarsi a prendere una vittoria che, comunque, sarà sempre e comunque di uno solo. È una sfida violenta, nella quale si mette in gioco anche l’incolumità personale, in particolar modo quando anche corridori che proprio velocisti non sono si gettano nella mischia. Sembra il caso della frazione che i “girini” si appresteranno ad affrontare, una delle più semplici dell’edizione 2011 ma condita da una lenta e costante pendenza negli ultimi 25 Km. È un tipo d’inclinazione che non preoccuperà più di tanto gli sprinter ma che motiverà i tentativi di molti e che porterà a volate “inquinate”, nelle quali sovente si finisce – per l’inesperienza di alcuni allo specifico esercizio – col baciare asfalto e transenne. La storia del ciclismo è piena di episodi di brutte cadute allo sprint e questa giornata darà modo al gruppo di ricordarne due, una delle quali, purtroppo, conclusasi tragicamente, quando la carriera e la vita dell’abruzzese Alessandro Fantini finirono per sempre sul rettilineo di Treviri, al Giro di Germania del 1961. Al contrario, quasi “fantozziano” si può definire ciò che accadde proprio a Termoli – la località dalla quale, dopo il riposo, il Giro inizierà la risalita dello stivale italico – il primo giugno del 1987, giorno della più grande caduta di gruppo della storia della corsa rosa. Si arrivava da Bari, al termine di una tappa di quasi 210 Km totalmente pianeggiante e quindi votata alla volata. A quattrocento metri dall’arrivo una sbandata, per evitare una macchia d’olio, portò “Guidone” Bontempi molto vicino all’olandese Hermans e i loro manubri s’incrociarono. Risultato: le due bici si aprirono a libro, creando una sorta di “muro” contro il quale si schiantò tutto il gruppo e provocando la monumentale caduta di una trentina di corridori, un groviglio nel quale furono coinvolti anche la maglia rosa Roche – non era ancora scoppiata la guerra “fraticida” con Visentini – e Beppe Saronni.
Memori di questi precedenti e ben consci d’evitarli i corridori oggi muoveranno da una dei principali centri del Molise, l’unico di questa regione ad affacciarsi direttamente sulle acque dell’Adriatico e noto anche per la sua vasta area industriale, nella quale è presente anche un importante stabilimento della FIAT.
Seguendo la statale adriatica, direttrice sulla quale si svolgerà gran parte di questa tappa, dopo una ventina di chilometri e dopo aver sfiorato la marina di Montenero – che non ha dato i natali solo all’onorevole Antonio Di Pietro ma anche a Nello Milizia, portiere che ha militato, tra le altre formazioni, nelle file dell’Atalanta – il gruppo farà il suo ingresso in Abruzzo. Poco più avanti si lascerà il mare per affrontare la facile salita verso Vasto, inserita non soltanto per il mero scopo di proporre ai corridori la quotidiana pendenza. L’antica Histonium, fondata secondo una leggenda dal mitico Diomede, è, infatti, un centro saldamente legato alla storia della nostra nazione e anche a quella del Giro. Vastese, infatti, era il predicatore Teodorico Pietrocola Rossetti che, durante la sua opera di evangelizzazione, diede un notevole aiuto al progetto unitario, trovando pure il tempo di coltivare diverse amicizie, come quello che lo legò allo scrittore inglese Lewis Carroll, per il quale tradusse e diffuse in Italia “Alice nel paese delle meraviglie”. Al 1932 risale, invece, il legame di Vasto col Giro, quando sulla scrivania di Armando Cougnet fu portato un corposo plico contentente una raccolta di firma di cittadini vastesi, che richiedevano con forza il passaggio della corsa rosa o almeno un arrivo nelle vicinanze. Pur ribadendo che sarebbe stato impossibile accontentare tutti, il direttore del Giro accolse la loro richiesta e già in quello stesso anno ci fu un arrivo nella non lontana Lanciano, dove s’impose Learco Guerra. Per vedere un arrivo “confezionato” in casa si dovrà però attendere fino al 1959, quando Gastone Nencini si impose su di un traguardo replicato in altre quattro occasioni, l’ultima nel 2000.
Ripresa la statale rivierasca, si tornerà a pedalare sul velluto – nonostante l’intrusione di modesti saliscendi – per quasi una quarantina di chilometri, attraversando una serie di piccole località balneari, tutte “figlie” di centri situati sui colli dell’entroterra. Tra questi il più noto è Fossacesia, il paese natale di Fantini, affacciato sul cosiddetto “Golfo di Venere”, piccola baia che deriva il nome da un tempio dedicato alla dea della bellezza e situato sulla collina dove si trova dal XIII secolo l’Abbazia di San Giovanni in Venere, una delle più rilevanti della regione.
Scavalcata anche la facile collinetta di Ortona, località balneare il cui porto è il principale dell’Abruzzo, le salite diventeranno un ricordo nei successivi cinquanta chilometri. Favorita anche da una planimetria avara di curve, la strada diventerà il regno della velocità, attraversando la terra natale di un personaggio che amava molto questa specialità, arrivando pure a sfidarla. Stiamo parlando di Gabriele d’Annunzio, che sulle acque del Garda prima conquistò il record mondiale di velocità marina e poi istituì la “Coppa dell’Oltranza”, competizione che oggi viene disputata da barche d’epoca (un po’ come avviene nel mondo del ciclismo amatoria con l’Eroica, la gran fondo che ha ispirato alla Gazzetta la nascita della “Strade Bianche”). Se fosse stato ancora in vita nel maggio 2001 avrebbe certamente dedicato un’ode al belga Rik Verbrugghe che, sospinto dal vento a favore, nel prologo tracciato nella sua Pescara in meno di 10 minuti spazzò via in un solo colpo tutti i record di Giro, Tour e Vuelta, pedalando per 7,6 Km a 58,874 Km/h. Si era andati più forte solo nel prologo di una corsa colombiana di meta anni 90 quando, coadiuvati anche dalla quota, si arrivò ad una media di 60 orari spaccati.
D’Annunzio, ovviamente, non è solo la “rapidità che striscia” (citazione del romanzo “Forse che sì, forse che no”) ma anche il “vate” autore d’immortali poemi e il passaggio dalle sue terre al teramano ce lo continuerà a ricordare. Infatti, dopo aver varcato il confine con la provincia che accoglierà le battute conclusive di questa tappa, la corsa toccherà Pineto, centro di genesi moderna, nato negli anni dell’Unità nazionale e venutosi a formare dopo la costruzione di una stazione ferroviaria. Prima di allora l’unico edficio era Villa Filiani, dimora che ai primi del ‘900 si agghinderà di una vasta e rigogliosa pineta piantata dai proprietari e nella quale il “vate” trasse l’ispirazione per la notissima lirica “La pioggia nel pineto”.
Basta distrazioni, a questo punto. Ancora qualche chilometro relativamente tranquillo e poi, giunti alle porte del centro “doppio” di Giulianova (da una parte i moderni quartieri marinari, dall’altra la città antica arroccata in posizione leggermente dominante e impreziosita dal duomo di San Flaviano), i “girini” affronteranno una secca svolta a sinistra, abbandondando le rive dell’Adriatico e prendendo a risalire l’ultimo tratto della valle del Tordino. Cambierà, dunque, anche l’ambiente, con l’azzurro del mare che passerà il testimone al verde dei colli preappenninici. Radi i centri abitati attraversati che, alternati a grigi insediamenti industriali, costituiscono le frazioni di più vetusti borghi collocati sui crinali, come Notaresco e Bellante. In aggiunta a tutto questo la salita, anche se si prenderà quota gradualmente, superando un dislivello di circa 260 metri. Un nulla se paragonata alla distanza che separerà Gulianova dal traguardo di Teramo e che i velocisti in gruppo interpreterrano con la massima attenzione. Questa sarà per loro la penultima possibilità poi, tra due giorni, finirà il Giro dei “nani” e comincerà quello dei “giganti”. Siamo a metà dell’opera
Mauro Facoltosi
MODIFICHE AL PERCORSO
Inserita la salita (facilissima) di Petacciato subito dopo il via
FOTOGALLERY
Foto copertina: vista panoramica di Teramo (www.teramo.com)

Scorcio di Termoli (www.solotravel.it)

Vasto, Palazzo d’Avalos (www.viaggioadriatico.it)

Fossacesia, Abbazia di San Giovanni in Venere (www.sangiovanninvenere.it)

Fossacesia Marina, uno scorcio del Golfo di Venere (panoramio)

Ortona, castello (www.ortonacase.com)

Pescara, bicicletta davanti alla casa natale di Gabriele D’Annunzio (www.pagineabruzzo.it)

Uno scorcio della pineta… di Pineto (www.fotografieitalia.it)

Giulianova (panoramio)
IL GIRO VIEN DI NOTTE – LE STORIE MAGGIOLINE DEL GIRO E DELL’ITALIA – 1a parte
maggio 17, 2011 by Redazione
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Da più di cent’anni il Giro accompagna l’Italia in un viaggio costellato di avvenimenti, ora lieti, ora più tristi. Vi illustriamo il racconto di quest’avventura a due iniziata nella notte del 13 maggio 1909 e passata attraverso gli anni del fascismo e lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, che non fermerà la fame di Giro e cambierà l’assetto dello stato.
Foto copertina: il dirigibile Italia del volo di Umberto Nobile sul polo nord
“Abbiamo fatto l’Italia. Ora si tratta di fare gli Italiani” Chissà se, dopo aver pronunciato questa storica frase, Massimo d’Azeglio avrebbe mai immaginato che un deciso aiuto alla “cementificazione” dei rapporti tra i sudditi del neonato stato sarebbe arrivato dall’allora ancora elitario mondo dello sport, da quel ciclismo che compirà la sua prima gara ufficiale solo 7 anni dopo l’Unità (31 maggio 1868, circuito del parco di Saint Cloud, vittoria dell’inglese James Moore) e che vedrà nascere il Giro quasi di nascosto, quando mancheranno pochi minuti alle 3 di notte del 13 maggio 1909. Nonostante il buio e l’ora tarda, tantissima gente si era radunata nella zona di Piazzale Loreto a Milano e non meno strabocchevole sarà la folla che accoglierà la corsa rosa nei successivi otto traguardi. Quel che con fatica cercarono di ricucire i primi governi postunitari riuscirà in meno di un mese al “triumvirato” Costamagna-Cougnet-Morgagni: gli italiani uniti dalla passione sportiva, impietositi da quei “forzati del pedale” che si contorcevano sui loro cavalli d’acciaio affrontando strade al limite della percorrenza. Un tifo che unisce e non divide, come invece avveniva nel mondo del calcio, dove le rivalità erano e sono più sentite e contrapposte.
Scoccò così il classico colpo di fulmine e subito si convolò a nozze, quelle tra l’Italia e il Giro: un matrimonio che ancora funziona a cent’anni di distanza, sempre assieme e sempre uniti, nella gioia e nella malattia, con la corsa rosa che accompagnerà l’Italia attraverso le vicende del XX secolo, nel passaggio dalla monarchia alla repubblica, nelle ore liete e in quelle più gravi.
Con la stessa forza d’un uragano il Giro arriverà a scardinare un mese, quello di maggio, che fino a quel momento era ancora permeato da un che di soporifero, con il lento passaggio dai primi tepori primaverili e dai colpi di coda della stagione invernale al caldo dell’estate. È ancora il mese dei fiori, il mese della Madonna, con le famiglie che si radunano alla sera nei cortili per recitare il rosario, deponendo rose ai piedi delle effigi della Vergine Maria. Ben presto, a dare una frustata generale, è colta la rosa più splendente, quella del Giro, e gli effetti si vedranno subito. A differenza di quanto capitava in Francia, dove per anni il Tour propose sempre le medesime località, al Giro bastarono poche edizioni per sgretolare il roccione granitico dei grandi capoluoghi di provincia e cominciare a fare gola anche alle municipalità secondarie. Già nel 1910, alla seconda edizione, nel programma figurava un arrivo a Mondovì, gratificata dal fatto di trovarsi ad un tiro di schioppo da San Michele, il paese natale dell’allora direttore della Gazzetta Eugenio Camillo Costamagna. Poi, alla chetichella, si aggiunsero altri comuni: Oneglia (non ancora Imperia) e Sulmona nel 1911, Lugo nel 1914, Merano nel 1921 (dopo l’annessione dell’Alto Adige all’Italia, avvenuta nel 1919), l’allora italiana Portorose (oggi in Slovenia) e Santa Margherita Ligure nel 1922, e così via. Nel 1928 poi, tra la nomenclatura della 16a edizione del Giro spunterà anche il nome di Predappio, il paese di Benito Mussolini.
Il fascismo era nato il 23 marzo del 1919 a Milano e aveva ufficialmente preso il potere il 31 ottobre del 1922 quando re Vittorio Emanuele III nominerà Mussolini a capo di un governo che, nel volgere di quattro anni, sarà trasformato dalle “leggi fascistissime” in una dittatura.
Anche il Giro finirà per appoggiarsi al nuovo regime e non solo per continuare a vivere, ma anche per una sorta di rispetto verso la figura di Tullo Morgagni, scomparso in un tragico incidente aereo nel 1919. Costui, uno dei tre artefici della nascita del Giro, era fratello di Manlio Morgagni, fedelissimo collaboratore del duce e amministratore delegato de “Il Popolo d’Italia”, organo ufficiale del Partito Nazionale Fascista. Inoltre il nuovo regime esaltava l’attività sportiva, come testimoniano la nascita del quotidiano di fondazione fascista “Il Corriere dello Sport” (poi divenuto “Il Littoriale” ed oggi “Il Corriere dello Sport-Stadio”) e le numerose foto di Mussolini intento a praticare sport, come quelle dove lo si vedeva sciare sulle nevi del Terminillo, la stazione di sport invernali voluta dal regime e pubblicizzata proprio grazie alla corsa rosa che, per quattro edizioni consecutive, dal 1936 al 1939, ne propose la cronoscalata, prima prova del genere affrontata nel mondo del ciclismo.
Nel frattempo, altri importanti avvenimenti sportivi con protagonista l’Italia avevano rubato un po’ di spazio al Giro sulle pagine dei quotidiani. Il 25 maggio del 1928, mentre il Giro con Binda capoclassifica osservava un giorno di riposo nella capitale, a migliaia di chilometri di distanza si concludeva tragicamente la spedizione al polo nord di Umberto Nobile, con lo schianto sul ghiaccio del dirigibile “Italia”, che causò sette vittime, conto al quale va aggiunto anche il celebre esploratore norvegese Amundsen, scomparso durante le operazioni di soccorso.
Più lieto l’evento del 10 giugno 1934, quando Giuseppe Olmo tagliò per primo il traguardo della conclusiva tappa meneghina accolto da un boato, ma non si trattava di un’esclamazione di esultanza diretta nei confronti del corridore savonese: proprio in quel momento, infatti, era stata diffusa dagli altoparlanti la notizia del goal di Angelo Schiavio, rete che permise all’Italia di imporsi ai supplementari nella finale del Campionato Mondiale di calcio, disputata allo Stadio del Partito Nazionale Fascista di Roma (demolito nel 1953, ha lasciato posto all’odierno Flaminio)
Negli anni successivi gli eventi sportivi dovrannò però cedere il testimone a più infausti atti bellici, con venti di guerra che prenderanno a soffiare sempre più insistenti sul continente europeo e sulla nostra nazione.
Nel 1936 il regime aveva stretto un’allenza con il nazismo, il famoso asse Roma-Berlino, legamo suggellato anche dalla visita compiuta da Hitler in Italia due anni più tardi, proprio nei giorni della partenza da Milano della 26a edizione del Giro, la prima delle due vinte consecutivamente dal piemontese Giovanni Valetti. Quando, il 1° settembre del 1939, l’invasione della Polonia da parte della Germania costituì la scintilla scatenante la Seconda Guerra Mondiale, l’Italia decise però di rimanerne fuori, invocando la neutralità a causa dell’inadeguatezza dell’esercito, e questo consentì al Giro di continuare a “correre” per ancora un’edizione. Fu la prima delle cinque edizioni vinte da Fausto Coppi, terminata a Milano giusto in tempo, meno di ventiquattore prima dello storico discorso di Piazza Venezia, col quale – era il 10 giugno del 1940 – Mussolini annunciò l’ingresso in guerra accanto alla Germania econtro Inghilterra e Francia.
In Europa di ciclismo non se ne parlerà più per un bel pezzo, soprattutto di Tour perché la Francia già da un mese non esisteva più come nazione unitaria, lentamente spezzata in due dall’invasione nazista.
In Italia la situazione meno drammatica permise alle corse in linea di continuare a disputarsi, anche se la partecipazione sarebbe stata per causa di forze maggiore limitata ai soli corridori di casa. Per questo stesso motivo – all’ultimo Giro avevano partecipato solo tre formazioni straniere – in Gazzetta si pensò di sospendere la corsa rosa fino alla fine del conflitto ma l’astinenza da Giro non tardò a farsi sentire e così si arrivò all’istituzione, dopo un anno di digiuno, del cosiddetto “Giro di Guerra”. Non si trattava di una vera corsa a tappe bensì di una challenge la cui classifica finale, ovviamente a punti e non a tempi, era stilata in base agli ordini d’arrivo di otto classiche del calendario italiano, le più prestigiose: si cominciava dalla Sanremo e si finiva con il Lombardia dopo aver affrontato i giri di Lazio, Toscana, Emilia, Veneto, Piemonte e Campania. Quel giro si decise proprio nell’ultima prova, terminata la quale la maglia rosa fu assegnata a Gino Bartali, che precedette di 2 punti Pierino Favalli e di 7 Aldolfo Leoni. Acquistato il consenso popolare e quello del mondo sportivo, si decise di ripetere l’esperienza anche nel 1943, ma il precipitare degli eventi bellici costrinse gli organizzatori a chiudere baracca dopo l’effettuazione delle prime quattro prove (la Sanremo, il Trofeo Moschini, il Giro della Toscana e il Gran Premio Roma) e a decretare vincitore il corridore che si trovava in quel momento in testa alla classifica, il romagnolo Glauco Servadei.
I boati dei bombardamenti misero la sordina al fruscio delle due ruote. Ora era davvero finita.
Mauro Facoltosi
1-continua
DA GINEVRA A SACRAMENTO, SWIFT C’E’
Secondo successo consecutivo in volata e quinto in stagione per il britannico del Team Sky che dopo essersi aggiudicato l’ultima tappa del Giro di Romandia si ripete in California superando allo sprint lo slovacco Sagan e l’australiano Goss. In una giornata ancora caratterizzata dal maltempo il gruppo si è spezzato nel circuito finale e alcuni big ci hanno lasciato preziosi secondi in classifica.
Foto copertina: la volata che ha visto sfrecciare per primo il britannico Swift (foto Jon Devich)
Le condizioni meteo hanno costretto gli organizzatori a spostare la partenza della prima tappa effettiva del Giro di California da North Lake Tahoe a Nevada City portando così la distanza da percorrere a 122 km rispetto ai 214 originari, con la cancellazione dei gran premi della montagna e degli sprint intermedi che erano previsti nella prima metà del percorso. La corsa è vissuta sulla fuga di Bodrogi (Team Type 1), Seubert (Netapp), Driscoll (Jamis-Sutter Home) e Jacques-Maynes (Bissell Cycling), al cui inseguimento si è portato invano Hernandez (Jelly Belly), che hanno acquisito un vantaggio massimo di 5′ al km 50; il lavoro congiunto di della Sky di Swift, della Liquigas di Sagan, della Rabobank di Freire, dell’HTC di Goss e della UnitedHealthcare di Forster hanno però fatto sì che il vantaggio dei fuggitivi si riducesse rapidamente fino al ricongiungimento avvenuto a 13 km dal traguardo, poco prima dell’ingresso nel circuito finale di Sacramento di 3,3 km da ripetere per tre volte.
Sono state dunque l’HTC, la Garmin del campione del mondo Hushovd e la Saxo Bank dei fratelli Haedo a prendere il comando delle operazioni e, complice la pioggia che ha iniziato a cadere rendendo difficoltoso per i corridori affrontare le curve, il gruppo si è sfilacciato fino a spezzarsi in più tronconi e non più di 50 atleti sono rimasti davanti. Nell’ultimo km è stato Henderson a portarsi in testa per lanciare la volata a Swift ma è stato Goss a tentare di sorprendere tutti partendo lunghissimo; il vincitore della Sanremo è stato tuttavia rimontato prima da Swift e poi da Sagan che è apparso il più forte e può recriminare per essere rimasto chiuso nell’ultima curva e aver approcciato la volata troppo indietro. 4° è giunto il sorprendente canadese Lacombe (Spidertech) davanti a Josè Haedo, all’altro argentino Borrajo (Jamis-Sutter Home), a un deludente Hushovd che si è piantato negli ultimi, a Phinney (BMC) e a Freire anch’egli rimasto fuori dalle prime posizioni al momento dello sprint. In seguito ai buchi che si sono creati nel finale Fuglsang (Leopard) e Morabito (BMC) hanno perso 11”, Alexander Efimkin (Team Type 1) e Andy Schleck (Leopard) 15” e Zubeldia (Radioshack) 26”.
In classifica generale Swift guida grazie agli abbuoni con 4” su Sagan, 6” su Goss e 10” su Lacombe e sul resto dei corridori arrivati nel primo gruppo, tra cui Leipheimer e Horner (Radioshack) e il nostro Damiano Caruso (Liquigas). La terza tappa, 196,2 km quasi completamente pianeggianti da Auburn a Modesto, sarà nuovamente dedicata ai velocisti ma i corridori dovranno fare attenzione al vento che potrebbe spirare forte nella parte centrale del percorso.
Marco Salonna
16-05-2011
maggio 17, 2011 by Redazione
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GIRO D’ITALIA
Oggi giorno di riposo
AMGEN TOUR OF CALIFORNIA
Il britannico Ben Swift (Sky Procycling) si è imposto nella secpnda tappa (la prima dopo l’annullamento della frazione d’apertura), Nevada City – Sacramento, percorrendo 122,8 Km in 2h47′12″, alla media di 44,066 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo slovacco Sagan e l’australiano Harley Goss. Miglior italiano Damiano Caruso (Liquigas-Cannondale), 30°. La prima classifica vede Swift in testa con 4″ su Sagan e 6″ su Harley Goss. Caruso 30° a 10″.
ROYAL SMILDE OLYMPIA TOUR (Olanda)
L’australiano Luke Durbridge (Team Jayco AIS) si è imposto nel prologo, circuito di Hoofddorp, percorrendo 4,7 Km in 5′53″, alla media di 47,932 Km/h. Ha preceduto il connazionale Hepburn (stesso tempo) e di 6″ l’olandese Oostlander.
INTERNATIONAL AZERBAIJAN TOUR
Il tedesco Markus Eichler (Team NSP) si è imposto nella terza tappa, Sarab – Tabriz, percorrendo 120 Km in 2h49′48″, alla media di 42,403 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’iraniano Taef e l’italiano Giuseppe Di Salvo (Miche – Guerciotti). L’iraniano Mehdi Sohrabi (Tabriz Petrochemical Team) ha conservato la testa della corsa, con 15″ e 16″ sui connazionali Askari e Mizbani Iranagh. Miglior italiano Davide Rebellin (Miche – Guerciotti), 5° a 55″.
ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI ETNA
maggio 16, 2011 by Redazione
Filed under Approfondimenti
Dopo la presentazione della tappa e la cronaca, la giornata in rosa di ilciclismo.it si chiude con uno scrigno zeppo di golosità: il commento tecnico alle tappe di montagne, dalla voce di un ex corridore di prestigio che scoprirete tra qualche giorno; la rassegna stampa internazionale; il parere dei tifosi; la rubrica tricolore di N@po; le “perle” dei telecronisti, le previsioni del tempo per la tappa che verrà e il ricordo del Giro del 1961. Seguiteci.
Foto copertina: i tifosi di Nibali col loro beniamino al raduno di Messina (foto Bettini)
IL COMMENTO SULLA TAPPA DI MASSIMILIANO LELLI
Ve l’avevamo promesso, un grande campione del passato avrebbe commentato per noi le tappe di montagna del Giro 2011 a poche ore dala conclusione: sarà Massimiliano Lelli, professionista dal 1989 al 2004, vincitore della maglia bianca di miglior giovane al Giro del 1991, da lui concluso al 3° posto dopo aver conquistato due tappe.
GIGANTE CONTADOR
Mi sembra doveroso aprire il mio commento del dopo tappa facendo i miei complimenti a Contador, un grandissimo corridore, ma soprattutto un grandissimo professionista. Nonostante le vicende che lo hanno coinvolto, e tutt’ora pendono sulla sua testa, lui è concentrato solo sulla corsa. Per quanto riguarda i suoi problemi giudiziari, credo che si debbano risolvere immediatamente certi “problemi” e non a distanza di mesi, anzi quasi un anno: se lo lasci correre non lo puoi giudicare dopo per fatti precedenti alla corsa.
Tornando al ciclismo pedalato, posso dirmi davvero contento per la tappa di oggi, mi sono divertito molto perchè i big hanno infiammato subito la corsa dando spettacolo, il tutto a vantaggio dei tifosi, che ne avevano bisogno dopo i primi giorni neri di questa corsa rosa.
L’unica nota dolente è che forse il Giro è già chiuso, nei prossimi giorni probabilmente Contador lascerà andare un fuga per non appesantire la sua squadra con troppi giorni in rosa, ma quando la strada tornerà a salire, negli ultimi giorni, lo spagnolo lascerà tutti al palo come ha fatto oggi.
Quello che più mi ha impressionato è la semplicità con cui ha staccato tutti, su una salita veloce e con tanto vento contro. In genere su queste salite non si riesce a fare questa differenza: lui ci è riuscito e salvo imprevisti, il Giro è suo.
Per le altre due piazze del podio vedo la corsa molto aperta, mi sento però di escludere Scarponi, avevo già detto nei giorni scorsi che avrebbe dovuto pensare prima ai successi parziali, poi alla classifica. Ora rischia di aver compromesso tutto, difficilmente con un minuto di distacco avrà via libera per una fuga e nelle tappe decisive abbiamo già visto chi comanda. Purtroppo ora deve decidere, perdere mezz’ora e andare in fuga da lontano o puntare a una posizione di rincalzo nella generale, rischiando di non conquistare nessuna tappa. Io opterei per la prima soluzione, dopo la mazzata di oggi sarà davvero difficile per lui. Purtroppo, posso dire di saperne qualcosa con quel 12° posto nel Giro del ‘92: partivo con buone ambizioni e una situazione simile mi bloccò psicologicamente.
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Massimiliano Lelli
GIRO D’ITALIA, GIRO DEL MONDO
Tremendo Contador. Trionfa ed è rosa(Gazzetta dello Sport)
Giro d’Italia, a Contador tappa e maglia rosa (Corriere dello Sport – Stadio)
Contador takes the lead on Mount Etna (The Independent)
Contador triumphs on Mount Etna(The Daily Telegraph)
«Une belle démonstration» (L’Equipe)
Contador s’impose en solitaire sur l’Etna (Le Monde)
Contador fue el volcán (AS)
Contador entra en erupción en el Etna (Marca)
‘Volcano’ Contador (El Mundo Deportivo)
Contador prend les commandes du Giro « au bon moment » (Le Soir)
Contador explose sur l’Etna et prend le rose (Sud Presse)
Contador met le feu au Giro (L’Avenir)
Contador oppermachtig op de Etna (De Standaard)
Contador, en pleine éruption!(La Dernière Heure/Les Sports)
Contador barst uit op de Etna (Het Nieuwsblad)
Contador neemt roze Weening over (De Telegraaf)
Contador Captures Stage and Overall Lead in Giro (The New York Times)
Alberto Contador takes pink jersey, wins Giro stage (USA Today)
BOX POPULI
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.
Prima della tappa
Mauro Facoltosi: Oggi che succede? Contador, Nibali, Scarponi o chi altro?
Alefederico: Oggi succede che Kreuziger mette tutti in fila e piazza una bella ipoteca sul Giro
Pedale Pazzo: ma dici sul serio?
Hotdogbr: oggi DEVE succedere qualcosa, la scusa di risparmiarsi per lo Zoncolan o il Gardeccia non esiste in primo luogo perchè c’è il giorno di riposo e in secondo perchè se attacchi spendi energie ma devono spenderle anche gli altri per inseguirti, e non vale neppure la scusa per cui la salita è pedalabile perchè nel 1989 malgrado essa fosse di 8 km più corta i distacchi ci sono stati, il primo che deve attaccare è Scarponi e poi tutti quei corridori non di primissimo piano ma molto forti in salita vedi Anton e Pozzovivo per citarne alcuni
Pedale Pazzo: Ho guardato bene le 2 altimetrie e mi sembra che non sono salite dove i big potranno fare la differenza tra loro. Il primo versante è molto leggero e non succederà nulla, nel secondo c’è un pezzo buono per scattare al 12° chilometro: lì chi ha qualcosa in più può scattare e prendere qualche secondo di vantaggio e vincere la tappa. Per aumentare le probabilità di buona riuscita dell’attacco è bene che chi ha intenzione di attaccare faccia lavorare bene la squadra sulla prima scalata, per farla a ritmo alto e stancare chi magari è meno in condizione. In ogni caso oggi non si deciderà nulla, i distacchi secondo me saranno molto contenuti tra i vari big, nell’ordine di un minuto compreso di abbuoni vari. Per mettere eventuali ipoteche su questo giro c’è da aspettare di arrivare a Gardeccia……. Ultima cosa: come favorito tra i big vedo Scarponi, che sembra quello più in forma (per ora) e anche quello avvantaggiato dal finale più leggero e da “rapportoni”.
Garda Bike: sulla discesa verso Zafferana Nibali potrebbe tentare un allungo?
Salitepuntocià: Attenzione che nel 1989 non facevano le medie di adesso nelle salite… mi pare che fignon sull alpe d’huez 89 fu il migliore, ci mise 6′ piu del pirata 95, diciamo che era l’era del doping fai da te e non ancora epo-scientifico… i tempi in cui la crono del vassiviere si faceva 4′ in piu di qualche anno dopo… ci son ancora le immagini nostalgiche di un duello figno-parra a la plagne che si alzavano sui pedali, quando dagli anni 90 quella salita la si fa praticamente seduti sulla sella e rapporto altino. I primi anni 90 fino al 97 in salita si andava fortissimo, con treni pazzeschi, e logicamente facevano meno selezione, era come se un 6% medio fosse diventao un 4% , un 8% diventato un 6%… dopo con il limite ematocrito si è tornati su livelli piu umani, ma cmq sempre piu alti che gli anni 80, anche se si è tornati a fare selezione su salite non troppo dure anche al tour… i record dell’alpe d’huez e mrtirolo sono del 1995 e 1996 !!!!!!!!!! Io penso che se ci sara’ lotta, la selezione verra’ cmq fuori, e che fra il primo e il decimo dei big, ci sara almeno 1′e mezzo, perche la salita è lunga e mi pare esposta al sole
Dopo la tappa
Garda Bike: Contador è il più in forma. Continuando così non c’è già più storia, anche se mancano ancora 2 settimane, niente da dire che (salvo motivazioni giudiziarie) lo spagnolo è ciclisticamente un fuoriclasse. Scarponi in piena crisi, Nibali sufficiente, benissimo Rujano, sono felicissimo per il venezuelano.
Salitepuntocià: Ha fatto ancor meno selezione, mi pare 1′10″ fra il primo e il decimo, a dimostrazione che non è vero che salita lunga uguale maggiori distacchi… lo zoncolan 4′ fra il primo e il decimo. Ruijano mi ha sorpreso, alla pari con Contador praticamente. e non era la salita di ruijano, bisgona vedere se è solo una grandissima girnata di ruijano, o un fuoco di paglia. Perchè se no il giro è gia finito. il prossimo week end si decide il giro, col trittico grsossglockner, zoncolan, vajolet.
Trautman: Se Scarponi Nibali Kreuziger e Menchov e gli altri sono quelli di oggi, come possono attaccare sulle Alpi? Mi sa che tante salite saranno sprecate causa eccessiva superiorita’ di Contador.
Hotdogbr: -il Giro è finito? Al 99% sì anche se ci saranno tappe talmente dure che potrà succedere di tutto, di sicuro come scatta Contador non lo faceva neppure Pantani o il miglior Armstrong, ad esempio quello dell’Alpe d’Huez 2001, anche se poi globalmente in salita mi prendo ancora il Pirata
-Rujano in classifica è a 6′ o giù di lì ma non è affatto tagliato fuori per il podio, l’unica incognita è la resistenza che gli potrebbe mancare dopo tanti anni lontano dal ciclismo di alto livello ma nel 2005 quella resistenza l’aveva
-Garzelli dice di non puntare alla classifica ma al posto suo ci punterei, non è detto che avrà una giornata storta come negli ultimi due anni e nel 2009 questa è arrivata all’inizio del Giro all’Alpe di Siusi
-Nibali e Kreuziger sembrano alla luce di oggi i più accreditati per il podio, in particolare il siciliano dovrebbe essere in crescita anche se gli è mancata drammaticamente la squadra, dopo di lui il miglior Liquigas al traguardo è stato Salerno 62°
-Arroyo va più forte dell’anno scorso, purtroppo non ha i 12′ di bonus che aveva avuto all’Aquila
-Siutsou è un regolarista e tende a crescere nella terza settimana, se va così forte già adesso attenzione a lui per un posto nei 5
-Anton non brillantissimo ma non era una salita per lui, anche lui si può giocare il podio
-se non avesse seguito Contador allora Scarponi sarebbe arrivato insieme a Nibali ma questo vuol dire comunque che non era in giornata, vedremo se si è trattato appunto di una giornata storta oppure se semplicemente il marchigiano ha dei limiti e di fronte a corridori che l’anno scorso non c’erano come lo spagnolo che vanno più forte come Nibali è destinato a stare fuori dal podio, in casa Lampre c’è Niemec che va fortissimo e ribadisco che sarebbe bello vederlo capitano altrove
-sorpresa di giornata Carrara, lui se lascia perdere la classifica può vincere una bella tappa di montagna andando in fuga
-debacle per Menchov ma sia lui che la Geox avevano dato segnali negativi già a Montevergine se non addirittura nella cronosquadre, evidentemente i problemi fisici avuti al Giro di Catalogna hanno lasciato il segno
-più sorprendente il crollo di Rodriguez, forse ha pagato più di altri la lunghezza della salita e la difficoltà di respirazione in cima per la scarsa vegetazione, o forse semplicemente è arrivato al Giro scarico dopo una prima parte di stagione difficile e poi le Ardenne da protagonista
-esce di classifica anche Pozzovivo, anche a lui non resta che puntare a una tappa
-i distacchi ci sono stati eccome, già il 20° è arrivato a oltre 2′ e su una salita di questo tipo che qualcuno definiva uguale a Montevergine sono tanti
Pedale Pazzo: Bell’attacco di Contador e grande dimostrazione di forza. Alla faccia di chi diceva che ieri era scattato per fare un pò di Bluff.. Distacco di 50 secondi che su una salita del genere vale molto, ma molto.
Vuol dire che è 2 spanne sopra agli altri. Nibali non ha risposto all’attacco ma secondo me è quello che crescerà di più nell’ultima settimana, anche se arrivare ai livelli di Contador sarà dura.
Scarponi ha fatto un fuori giri e lo ha pagato, un pò ridimensionato anche perchè lui andrà in calando di condizione (secondo me).
Giro finito? per me deve ancora iniziare! E’ un Giro troppo immenso, non voglio pensare che si sia già deciso tutto..staremo a vedere!
Howlin Wolf14: Quelli della Lampre hanno tirato tutto il giorno. Soprattutto Righi e Niemiec. Ma alla Lampre prima di mettersi a tirare non s’informano sulle condizioni del capitano. Hanno una strategia, oppure fanno come il pugile che si mette in guardia anche quando suona il campanello di casa?
Jack.ciclista: Contador formidabile: Nibali se avesse avuto un poco di esperienza in più avrebbe potuto far fuori prima Scarponi obbligandolo ad un dustacco ancora più pesante. Sono convinto anche io che Nibali crescerà sempre più, sono più dubbioso su un possibile calo di Contador, soprattutto perchè d’ora in poi gli basterà solo difendersi.
MirkoBL: Contador impressionante. È scattato sull’unico punto duro ed ha fatto una grossa differenza su pendenze medie e con vento contrario per buoni tratti.
Scarponi pivello: come puoi andare dietro a Contador andando a 40 pedalate al minuto?
Nibali molto intelligente, ha pensato bene di salire col suo passo; è, al momento, il maggiore rivale per lo spagnolo. Peccato che la Liquigas mi sia sembrata piuttosto debole oggi.
Astana gran bella squadra, molto solida; potrebbe fare saltare il banco assieme all’Androni. Benissimo Rujano su una salita inadatta a lui. Spero che si mantenga sui livelli del 2005, perché così, con le pendenze della prossima settimana, diventa un serio candidato al podio. Igor Anton, nonostante quello che continua a dire in giro, alla classifica ci pensa eccome. Deludentissimi Menchov e la Geox in generale.
Howling Wolf14: E’ vero, Menchov è stato deludentissimo. E anche Sastre non ha brillato. Il bello è che, appunto, le squadre che tirano di più alla fine sono quelle che hanno bilanci fallimentari o quasi. La Lampre ha tirato per il Re di Prussia. La Geox pure. Io mi chiedo se chi le dirige ha in mente una tattica o no. Se Scarponi non va, se Menchov non va, e Sastre nemmeno, per che cosa andate a tirare il gruppo?
Pedale Pazzo: La squadra tira se il capitano dice di tirare.
E il capitano dice di tirare se si sente bene.
Scarponi si sentiva bene e credo fosse convinto di essere almeno e dico almeno alla pari con Contador (lo si è capito nelle dichirazioni di questi giorni, quando addirittura ha più volte snobbato Nibali non includendolo nei 3 possibili vincitori di questo Giro, includendo invece se stesso). Probabilmente si è sopravvalutato (e lo si è capito ance quando ha fatto la tirata col rapportone per andare a prendere Contador, ma che pensava di fare?!?). In ogni caso la Lampre secondo me dovrebbe fare un pensiero su Niemec: è fortissimo, con uno Scarponi che non dà garanzie lo libererei dai compiti di gregario e gli fare farei il suo Giro..sai mai che ti arriva davanti al capitano sfruttando anche l’effetto sorpresa.
Profpivo: Scarponi arrogante nel seguire Contador, doveva starsene buonino con gli altri. Gli è andata bene che ha perso ancora poco, era evidentemente bollito nel finale. Contador comunque è una spalla sopra gli altri, non vedo come possa perdere il Giro a meno di cadute o altri imprevisti. Tra gli altri quelli con più gamba mi sembrano Nibali e Kreuziger, sorprendente Garzelli, mentre la grande delusione è Rodriguez.
Gibosimoni: Contador un gradino sopra tutti (speriamo senza bistecche). Scarponi ha messo la squadra ha tirare perchè si sentiva in forma, e in forma lo erano anche Nibali e Kreuziger.
Il problema è un altro: che oggi Contador non lo avrebbe battuto neanche il più in forma degli Armstrong tempi d’oro. A mio parere Nibali è stato più intelligente di Scarponi: quando ha visto partire Contador, non è andato fuori ritmo per stare con lui ma è salito del suo ben consapevole dei propri limiti, mentre Scarponi per stargli dietro ha fatto un fuori giri pazzesco che poi gli è costato quei 15″ in più all’arrivo. Se non fosse partito per cercare la ruota dello Spagnolo sarebbe arrivato col Siciliano.
Comunque, finalmente anche le prime salite, quelle dove “non si decide chi vince il giro ma chi non può vincerlo” (ormai mi esce dalle orecchie questa frase) danno spettacolo.
Nibali lo vedo in crescendo di forma, potrebbe tentare qualcosa in discesa dal Crostis o dal Fedaia. Scarponi è in ottima forma, ma forse calerà nell’ultima settimana. Bene anche Kreuziger e il “vecchietto” Garzelli, che si tira sempre fuori da essere un big ma sta dimostrando di esserlo, delusione Menchov, Pozzovivo, Sastre e Rodriguez.
Ma Betancour?
E Contador – aspetto conferma a Luglio dal Tas – è un vero fuoriclasse, un campione.
Speriamo non abbia mangiato bistecche ieri sera.
N@po: Betancourt grande delusione. Oggi non ha lavorato per Garzelli come nei giorni scorsi. Grande Rujano che sente odore di Finestre. E Niemec al suo primo grande giro va più forte di molti capitani.
Antares86: Speriamo che tornando al nord torni a Contador anche la presunta allergia… altrimenti al netto di cadute/impreviste c’è poco da fare… Non vorrei sparare cavolate ma dovrebbe aver fatto gli ultimi 7km di salita ad oltre 1700 m/h, con vento e pendenze facili…
Però forse manca un po’ di livello negli avversari…
Salitepuntocià: io non ho scritto che è uguale a montevergine CHE NON E’UNA SALITA. Ho scritto che mi aspettavo almeno 1′30″ fra il primo e il decimo, perche non ritengo le salite lunghe al 6% capaci di fare grossi distacchi , infatti fra il primo e il decimo solo 1′07″, lo zoncolan fece quasi 4′ per fare un paragone. E non è che son andati piano. per i gorssi distacchi aspettiamo lo zoncolan, anche senza il crostis li fara’.
Hotdogbr: non dicevo a te, mi riferivo ad altri su altri forum, comunque sul Terminillo l’anno scorso, complice la scarsa battaglia tra i corridori, i distacchi furono molto minori
MirkoBL: Sulla discesa del Crostis sì, su quella del Fedaia direi di no, è facile.
Howling Wolf14: Questo Scarponi è stato montato. Sono i media che lo hanno dipinto come un possibile vincitore. Lui mi sembra un po’ svampito. Ma forse varrebbe la pena di parlare più del Giro che di Scarponi. E invitare ad alzare la mano coloro che l’hanno indicato come il secondo rivale di Contador, dopo Nibali. Ma tra Nibali e Scarponi c’è un abisso.
Jackciclista: Lo penso anche io, e lo dimostra la gestione tattica di ieri.
Pincopallino2005: Una tappa significativa come quella di ieri Nibali la doveva vincere, invece ha fatto uno scatto all’ultimo Km che sembrava lo scatto della pieta` (manco davanti a Garzelli e` riuscito ad andare…), quest’anno sec me manco tra i primi 5 arriva (ciclista molto sopravvalutato come fu con Cunego).
Ceemo: Di certo Scarponi è stato un pò montato dai media, come si è soliti fare in Italia. Lo si è messo tra i principali favoriti senza considerare che non ha mai centrato un podio in un GT e solo lo scorso anno ha fatto una buona classifica. Però adesso non lo si deve neppure demonizzare. Non ho visto la tappa ma ieri mi pare abbia solo pagato un fuorigiri su un Contador molto forte, e ci può stare. Non ha perso minuti su minuti e penso che il podio o quantomeno un posto fra i 5 sia ancora alla sua portata. Non diamolo per corridore bollito.
Lelli sbaglia nel paragone con se stesso, Scarponi ha molto più possibilità di fare una buona classifca di quante ne aveva lui e il 2010 è li a dimostrarlo. Delusione molto grossa invece per tutta la Geox. Spero ora che loro o l’Astana provino a inventarsi qualcosa per far saltare il banco. Se si porta Contador all’ultima salita senza provare azioni da lontano lo spagnolo è praticamente imbattibile. Penso che invece se lo si attaccasse già sul Crostis o su Giau qualcosa cambierebbe.
Certo che ci voglio gambe, voglia e fantasia.
Pedale Pazzo: Beh a inizio giro era dato a 7, assieme a Nibali, secondi solo a Contador. E quelli delle scommesse spesso c’azzeccano, anche perchè coi soldi non si scherza.
Aveva fatto vedere delle ottime cose l’anno scorso e anche quest’anno. Io ho sempre detto che è arrivato a questo Giro troppo in condizione e che probabilmente sarebbe andato in calando. Ieri se non avesse fatto il fuori giri sarebbe arrivato abbastanza tranquillamente con Nibali, Kreuziger e compagnia.Sta certamente dimostrando scarsezza tattica, anche perchè ha fatto altri 2 scatti totalemnte inutili nelle tappe precedenti (e sono scatti che prima o poi si pagano in un Giro). A Gardeccia tireremo le somme e capiremo meglio il suo livello (anche per i futuri Giri).
Salitepuntocià: Ma Ruijano E’ TRASPARENTE? In tv ( ma anche Lelli) , si parla di un contador che come una macchina HA STACCATO TUTTI E AZIONE DI UN ALTRA CATEGORIA, ma RUIJANO NON E’STATO STACCATO , o è cosi trasparente che non lo vedono? Boh.. Quindi o Ruijano anche lui ieri ERA DI UN ALTRA CATEGORIA, o Contador non ha fatto nulla di eccezionale, o appunto, RUIJANO lo abbiamo visto solo noi e fuori dal forum ,nessuno lo ha visto e ha preso 10′ da contador
Pedale Pazzo: No dai, Cassani in diretta ha sottolineato più volte il grande ritorno di Ruijano, pronosticando anche di vederlo in possibili fughe sulle salite più dura. In effetti Ruijano ha fatto una mezza impresa sull’etna, anche perchè non era certo una salita per lui: poca pendenza, vento contro. Peccato solo che in classifica abbia già 6 minuti e rotti di ritardo (mi pare che ne ha presi 5 nella tappa dello sterrato).
MirkoBL: Oddio, viste le proporzioni tra lui e la sua bicicletta, in effetti Rujano è quasi trasparente. Sembra un bambino che ha rubato la bici al padre.
con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)
BIANCO, ROSSO E VERDE
Rubrica semiseria sul Giro 2011, a cura di N@po che giornalmente assegnerà le maglie secondarie ai protagonisti della corsa rosa.
Maglia Bianca: Rujano. Evita la fucilata di Contador anticipandola con la sua modesta schioppettatina ma poi finisce impallinato su un tornante a favore di vento. Disarmato
Maglia rossa:Garzelli. Ormai nel gruppo lo odiano. Il Garzo si da del vecchio, dell’inadeguato, dello sfortunato, del disinteressato ed intanto gli altri si staccano, schiattano, collassano e lo stramaledicono perchè lui è sempre lì pimpante a fare pure le volate per gli abbuoni…Intollerabile.
Maglia verde: Contador. Oggi si stava bene a ruota, pendenze facili e controvento. Lui
è scattato e nessuno l’ha più visto. L’unico modo per farlo fuori è costringerlo a scendere dal Crostis senza freni….. Zomegnan ci faccia un
pensierino….
METEO GIRO
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Termoli – Teramo
Termoli: piogge deboli (meno di 0,1 mm), 15,9°C (percepiti 14°C), venti forti da NNW (36-43 Km/h), umidità al 72%, mare molto mosso
Vasto – GPM (Km 30,9): piogge deboli (0,7 mm), 16,3°C (percepiti 14,5°C), venti forte da NNW (35-40 Km/h), umidità al 68%, mare molto mosso
Pescara – T.V. (Km 97,9): nuvole sparse, 18,3°C, venti moderati da NNW (27-33 Km/h), umidità al 59%, mare mosso
Teramo: poco nuvoloso con possibilità di debolissimi ed isolati piovaschi, 19,3°C, venti moderati da NNW (23-26 Km/h), umidità al 46%
I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Anche quest’anno spazio agli strafalcioni dei telecronisti
Bartoletti: “Il mio Mò Ventoux”
Bartoletti: “Vini Farnese” (Farnese Vini)
Bartoletti: “Caro Salvatore, cara Giovanni” (Giovanna, la mamma di Nibali)
Dalla lavagna di Sgarbozza: “Contdor”, “Scarpon” (di nuovo!), “Kreugir”, “Menchv”
De Stefano: “La vicenda tra Contador e Shrek al Tour 2010″
De Stefano: “Andiamo da Francesco Popovych per parlare della foratura di Pancani”
De Stefano: “Un paesaggio unico quello che offre la Sardegna” (infatti, eravamo in Sicilia)
Pancani: “Questo è il paesaggio che si vede sul versante sud dell’Etna, quello di Linguaglossa” (che è a nord)
Cassani: “Nel 1989 si arrivò a 8 Km da dove oggi è posto il traguardo” (no, erano 10 Km)
Savoldelli: “Hurràck” (Horrach)
Grafica RAI: “-43,3 Km al traguardo” (e in quel momento la testa della corsa transitava sotto il cartello dei -45 Km)
Pancani, commentando le immagini girate presso il monumento in ricordo di Santisteban: “Immagini in diretta da Aci San Filippo” (santo sbagliato, è Aci Sant’Antonio)
Savoldelli: “Non ha scattato”
Savoldelli: “Un paesaggio lunare: la lava, la neve, il mare” (tutte cose che sulla luna trovi dietro l’angolo)
I TITOLI DELL’UNITA’
Ecco come l’Unità presentò ai propri lettori le gesta dei partecipanti al Giro del Centenario dell’Unità (1961). Altimetrie e grafice dal nostro personale archivio (in corso di aggiornamento), accessi selezionando dal menù a discesa sotto la voce “Altimetrie storiche GT” (in alto a sinistra)
TRIONFA ANQUETIL
Pronostico rispettato nella Castellana Grotte – Bari a cronometro – Van Tongerloo sempre maglia rosa (con 1′52″ su Jacques)
Van Tongerloo e Suares secondi “ex-aequo” a 2′52″ – Van Looy giunto a 3′36″, Battistini a 3′33″, Balmamion e Defilippis a 3′53″, Poblet a 4′01″, Pambianco a 4′31″, Trapè a 4′58″ e Gaul a 5′34″
ARCHIVIO ALMANACCO
Cliccare sul nome della tappa per visualizzare l’articolo
1a tappa Venaria Reale – Torino
2a tappa Alba – Parma
3a tappa Reggio Emilia – Rapallo
4a tappa Genova Quarto dei Mille – Livorno
5a tappa Piombino – Orvieto
6a tappa Orvieto – Fiuggi
7a tappa Maddaloni – Montevergine di Mercogliano
8a tappa Sapri – Tropea
CALIFORNIA, VINCE LA NEVE
Il maltempo che si è abbattuto sulla costa ovest degli Stati Uniti costringe gli organizzatori ad annullare la prima tappa, 191 km da North Lake Tahoe e South Lake Tahoe. Inizialmente era stata presa la decisione di partire regolarmente e in seguito di accorciare la tappa a 80 km ma di fronte alle proteste dei corridori la frazione è stata definitivamente cancellata.
Foto copertina: ecco come apparivano ieri mattina le strade della prima tappa dell’Amgen Tour of California (velonews.competitor.com)
La sesta edizione del Giro di California, che per il secondo anno consecutivo si disputa nel mese di maggio, in diretta concorrenza con il Giro d’Italia, presenta una start list di primordine con il tre volte vincitore Leipheimer (Radioshack) che cercherà di fare il poker dopo che nel 2010 aveva dovuto cedere il passo a Rogers, assente quest’anno. Il 37enne statunitense dovrà vedersela con Hesjedal, Vandevelde e Talansky (Garmin), Peter Velits e Van Garderen (HTC), Morabito (BMC), Andy Schleck e Fuglsang (Leopard) e i suoi compagni Horner e Zubeldia ma attenzione anche ai motivatissimi corridori delle formazioni Professional e Continental locali, mentre a caccia di successi parziali andranno Hushovd e Van Summeren (Garmin), Eisel e Goss (HTC), Henderson (Sky), Hincapie e Phinney (BMC), Voigt (Leopard), Sagan (Liquigas), Juan e Lucas Haedo (Saxo Bank), Freire e Boom (Rabobank). L’Italia punta le sue chances su Damiano Caruso per un buon piazzamento in classifica e Daniel Oss per un successo di tappa; accanto a loro nella Liquigas sono al via anche Bellotti e Da Dalto mentre il quinto azzurro in gara è Luca Damiani nelle fila della Continental statunitense Kenda.
Un gruppo nutrito che si è ribellato alla decisione degli organizzatori di accorciare il tracciato della prima tappa, a causa del maltempo: le condizioni, infatti, erano tali – freddo e neve – da consigliare un totale annullamento della frazione. Dinnanzi alle proteste si è quindi deciso di rimandare la partenza di ventiquattore e, tempo permettendo, la prima tappa effettiva sarà la seconda, 214 km da North Lake Tahoe a Sacramento, con un percorso adatto ai velocisti malgrado la presenza di due strappi nella prima metà del percorso.
Marco Salonna
NONSOLOGIRO: PICARDIE, ORA IL TRIPUDIO FRANCESE E’ COMPLETO
L’ultima tappa a Casper, il Picardie a Feillu. La conclusione della tre giorni transalpina è stata una cosa tutta francese. Anche se il secondo posto di giornata e il terzo nella generale sono appannaggio di un corridore italiano, Filippo Pozzato. Il portacolori della Katusha è venuto a cercar gloria in Francia dopo la mancata convocazione per il Giro d’Italia.
Foto copertina: la premiazione di Feillu (foto Fabrice Lambert)
Anche la terza tappa si è svolta come le precedenti, partenza a razzo, scaramucce iniziali e un solo tentativo più fortunato degli altri. Oggi sono stati Lemoine, Stybar, Debusschere, Verbyst e Halleguen ad affrancarsi dal controllo del gruppo e, sfruttando un traguardo volante, sono riusciti a guadagnare gloria e visibilità.
Come gli altri giorni la fuga si è conclusa nel circuito finale, giusto in tempo per permettere alle squadre dei velocisti di preparare i lavori necessari a lanciare i velocisti nell’ultima volata del Tour de Picardie.
Alle spalle del vincitore, Jimmy Casper e di Pozzato, si sono piazzati i transalpini Feillu, Bouhanni e Vachon.
Grazie al secondo posto di oggi Filippo Pozzato si è classificato terzo nella generale, dietro al francese Feillu (Vacansoleil-Dcm) e al belga De Haes (Omega Pharma – Lotto).
“La vittoria non è arrivata neppure stavolta, ma credo che, con un pizzico di fortuna in più, oggi avrei potuto brindare al successo. Ci tenevo a vincere una tappa, anche per ripagare il grande sacrificio dei miei compagni di squadra che, anche oggi, hanno fatto di tutto per portarmi alla volata nella posizione ideale. Sul traguardo ho dato tutto quello che avevo, ma Casper evidentemente aveva qualcosina in più. Peccato, perchè credo che, in questa corsa, il team Katusha avrebbe meritato almeno una vittoria”.
Mario Prato