RASMUSSEN-MORKOV VINCONO LA 13a SEI GIORNI DELLE ROSE

luglio 21, 2010 by Redazione  
Filed under Giro di pista, News

I due favoritissimi danesi non perdono l’occasione per inserire i loro nomi nell’albo d’oro della seigiorni estiva per eccellenza. Succedono a Marvulli-Aescbach ed interrompono il dominio di Marvulli che aveva vinto, con diversi compagni di pista, le ultime 4 edizioni.

Foto copertina: il podio finale della Seigiorni delle Rose (www.piacenzasera.it)

I pronostici erano tutti per loro, la loro forma fisica, il loro affiatamento, le loro doti veloci, tutto deponeva a loro favore. Eppure Morkov e Rasmussen hanno dovuto sudarsela la prima maglia bianca di vincitori della seigiorni delle rose.
Ad inizio serata erano 4 le coppie a pieni giri, anche se il duo danese Hester – Madsen aveva pochi punti per sperare di poter vincere senza guadagnare un giro alle altre 3 coppie.

La serata è stata finalmente caratterizzata dal pienone di pubblico che vuole essere un giusto premio per i corridori che hanno dato spettacolo in queste 6 sere e per gli organizzatori che hanno allestito per la tredicesima volta questa manifestazione portando molti big della pista a Fiorenzuola e offrendo gratuitamente lo spettacolo al pubblico.

La prima prova della serata, la corsa a punti, è stata vinta dalla coppia dell’Arda Natura Simes-Simpson, due giovani americani che hanno approfittato del grande marcamento fra i big e hanno fatto valere il loro talento. Simpson, nome nuovo del ciclismo su pista, non ha ancora 20 anni, ma in questa seigiorni si è dimostrato veramente forte e sentiremo ancora parlare di lui nei prossimi anni.
L’eliminazione è stata vinta dai veterani della manifestazione, Kadlec e Zabka (in maglia Alu Tecno): per Zabka questa era una serata speciale in quanto dopo la Seigiorni delle Rose si ritirerà dal ciclismo ed anche per questo, conclusa la prova gli atleti gli hanno concesso il giro d’onore. Zabka detiene il record di partecipazioni alla seigiorni delle Firenzuola, 11 su 13 edizioni disputate.
Il giro lanciato è conquistato per la terza sera consecutiva dall’argentino Colla, su Marvulli e Guarnieri. Durante questa prova Matteo Montaguti cade, proprio mentre stava cambiando col compagno Ermeti, e per il ventiseienne portacolori della Garbi è necessario l’intervento dei mezzi di soccorso e il trasferimento in ospedale.
Ermeti, scosso per l’accaduto, reagisce nel migliore dei modi e vince, da solo, una prova a coppie, la serie di sprint, superando corridori in lizza per la vittoria finale.
Arriva il momento decisivo, quello dell’americana conclusiva, con i punti degli sprint che vanno direttamente in classifica generale e in questa gara si vede come tutti tengano a vincere la seigiorni.
L’unico italiano in lizza per la vittoria finale, Guarnieri, approfitta della presenza di connazionali in pista e stringe un’alleanza con i campioni d’Italia Ciccone-Buttazzoni e con Masotti-Edwards. A 38 giri dalla fine, Guarnieri-Stam attaccano assieme a Ciccone e Buttazzoni, ma Marvulli-Perez e Morkov-Rasmussen ricuciono sul tentativo. Non domo Guarnieri si lancia nuovamente all’attacco con l’ultima goccia di energia che ha in corpo dopo 6 giorni di corsa. Assieme a lui si muovono ancora i campioni d’Italia e Masotti-Edwards. Il tentativo sembra essere quello buono, il vantaggio cresce e il sestetto arriva a vedere la coda del plotone. Quando il corridore italiano inizia a sentire il profumo di rose della vittoria, la coppia danese compie il capolavoro. Rasmussen fa una tirata in testa al gruppo che vanifica lo sforzo degli attaccanti.
Il gruppo torna compatto, l’ultimo sprint è vinto da Angelo Ciccone, ancora una volta in evidenza, e la seigiorni va meritatamente a finire nel palmares dei due danesi dell’Acef.

Matteo Colosio

RISULTATI DELLA SESTA SERATA

CORSA A PUNTI A COPPIE
1. Jacky Simes -Myron Simpson (Arda Natura) 13 punti; 2. Ryan Sabga -Ryan Luttrel (Padana Impianti) 9; 3. Jesper Morkov -Philip Nielsen (Macro) 7; 4. Alessandro De Marchi -Andrea Pinos (Mori Onofrio) 6; 5. Vojtech Hacecky -Jan Dostal (Ferri) 4.

ELIMINAZIONE ALL’AMERICANA
1. Milan Kadlec -Joseph Zabka(Alu Tecno); 2. Franco Marvulli – Walter Perez (Rossetti); 3. Alex Rasmussen -Michael Morkov (Acef); 4. Alois Kankovsky -Geert-Jan Jonkman (Cmo); 5. Martin Blaha -Jiri Hochmann (Conad).

GIRO LANCIATO
1. Dario Colla -Fernando Antogna (La Rocca) 22.00; 2. Franco Marvulli – Walter Perez (Rossetti) 22.19; 3. Jacopo Guarnieri -Danny Stam (Pulinet) 22.33; 4. Alex Rasmussen -Michael Morkov (Acef) 22.35; 5. Jacky Simes – Myron Simpson (Arda Natura) 22.75

SERIE SPRINT A COPPIE
1. Matteo Montaguti – Giairo Ermeti (Garbi) 20 punti; 2. Jacopo Guarnieri-Danny Stam(Pulinet) 12; 3. Jesper Morkov -Philip Nielsen (Macro) 10; 4.Vojtech Hacecky -Jan Dostal (Ferri) 9; 5. Alex Rasmussen -Michael Morkov (Acef) 8.

CLASSIFICA FINALE
1. Alex Rasmussen -Michael Morkov (Acef) 201;
2. Franco Marvulli – Walter Perez (Rossetti) 193;
3. Jacopo Guarnieri -Danny Stam(Pulinet) 185;
4. Mark Hester -Jens-Erik Madsen (Bussandri) 119 (-1);
5. Angelo Ciccone -Alex Buttazzoni(Pinarello) 95 (-2);
6. Martin Blaha -Jiri Hochmann (Conad) 67 (-2);
7. Milan Kadlec -Joseph Zabka(Alu Tecno) 62 (-2);
8. Matteo Montaguti – Giairo Ermeti (Garbi) 87 (-4);
9. Dario Colla -Fernando Antogna (La Rocca) 80 (-4);
10. Jesper Morkov -Philip Nielsen (Macro) 75 (-4);
11. Vojtech Hacecky -Jan Dostal (Ferri) 73 (-4);
12. Fabio Masotti -Dean Edwards(Pavinord) 65 (-4);
13. Alois Kankovsky -Geert-Jan Jonkman (Cmo) 32 (-4);
14. Martin Ercila -Guy East (Rosti) 34 (-5);
15. Jacky Simes -Myron Simpson (Arda Natura) 64 (-6);
16. Ryan Sabga -Ryan Luttrel (Padana Impianti) 27 (-6)
17. Alessandro De Marchi -Andrea Pinos (Mori Onofrio) 18 (-6)

TOUR 2010: LA SECONDA SETTIMANA AGLI SCRUTINII

luglio 21, 2010 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Tra scalatorucci che salgono in surplace sulle salite mitiche della Grand Boucle per passare, poi, alle stucchevoli dichiarazioni d’amore di Alessandra De Stefano nei confronti di Andy Schleck, è passata un’altra settimana di Tour de France.

Alexandre Vinokourov: il vecchio ciclista kazako con i suoi scatti, le sue fughe, le sue arrabbiature, il suo orgoglio, le sue smorfie, i suoi sorrisi, i suoi trionfi ma anche le sue sconfitte, si fa interprete di un ciclismo che, ormai soffocato da radioline e cardiofrequenzimetri, riesce ancora ad entusiasmare. La lealtà mostrata verso Contador dopo lo sgarbo di Mende vale ben più del Tour per cui sta lottando il compagno di squadra spagnolo. Forse se non si fosse immolato alla causa Contador avrebbe potuto vincere il Tour. VOTO 10


Alberto Contador:
come si fa a chiamare l’iberico uno scalatore di razza? Come si fa ad accostarlo ai grandiosi grimpeur del passato? L’arrampicatore, per definizione, è capace di salire con accelerazioni perpetue che non si estinguono nell’arco di qualche metro e, con quest’andatura, infliggere distacchi cospicui a quei ciclisti che, viceversa, prediligono ritmi più regolari. Questo è risaputo. Non si spiega, allora, perchè autorevoli e stimati commentatori televisivi continuino ad attribuire al madrileno caratteristiche di scalatore. Contador assomiglia, per stile, ad un centometrista prestato alla maratona, un velocista della montagna. I suoi scatti durano pochi secondi, il tempo di uno sbadiglio, e sono intervallati da estenuanti periodi di stasi. Detto ciò, questa seconda settimana è stata molto positiva per Contador e facilmente sintetizzabile; ha ridotto lo svantaggio da Schleck e, aspetto fondamentale, ristabilito un buon rapporto con Vinokourov. VOTO 9

Andy Schleck: dice che per vincere il Tour gli basterebbe affrontare l’ultima crono con 1′30” di vantaggio su Contador. A giudicare, però, dalle passate edizioni sembra che il Fenicottero sia un po’ troppo ottimista. Lo spagnolo, l’anno scorso, ha saputo battere anche Cancellara nelle prove contro il tempo. Fossi nei panni di Schleck non aspetterei, come invece sta accadendo, ad attaccare Contador solo sulle rampe del Tourmalet. VOTO 8

Denis Menchov: si stanno sottovalutando le qualità del russo che, in quanto a regolarità nelle corse a tappe, non è secondo a nessuno. Può fare molto bene sul Tourmalet e anche a cronometro. VOTO 7,5


Samuel Sanchez
: sorprendente ma fino ad un certo punto la prestazione dello spagnolo in questo Tour. Alla Vuelta è sempre andato forte, sia in salita che a cronometro, e ha vinto un’Olimpiade molto impegnativa sotto il profilo altimetrico. La Top 5 è alla sua portata. VOTO 8

Lance Armstrong: l’americano che ha segnato il passaggio dal ciclismo antico a quello moderno, esasperando l’uso delle più avanzate tecnologie per fini preparatori, correndo solo per trenta giorni all’anno tanto da guadagnarsi il soprannome di “one month man”, interpreta questo suo ultimo Tour cercando di umanizzare il suo passato da cyborg. Con le sue disfatte in montagna, difatti, sta conquistando l’affetto dei francesi e, forse, era ciò che gli premeva maggiormente. VOTO 4

Ivan Basso: al Giro D’Italia, in salita, ha massacrato tutti e non faccio fatica a pensare che, con quella condizione, avrebbe staccato i suoi avversari anche qui al Tour. Preparare la Corsa Rosa e la Grande Boucle nello stesso anno è fattibile, arrivare sul podio in entrambe è molto più difficile. Deve tentare la fuga da lontano, almeno per guadagnare un successo parziale. VOTO 4

Bradley Wiggins: sopravvalutato l’anno scorso, quest’anno va forte a cronometro ma in salita non tiene. VOTO 2

Carlos Sastre: è in forte crescita, l’arrivo sul Tourmalet può esaltarlo. VOTO 5

Cadel Evans: vale il discorso fatto per Basso con il problema che sta correndo con un braccio rotto. VOTO 4,5

Francesco Gandolfi

A TUTTO TOURBO

luglio 21, 2010 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Anche a Beppe Guerini non è piaciuto granchè il disegno proposto dagli organizzatori per la tappa di Pau. Di questa frazione il “Turbo” bergamasco salva la prestazione di Cunego, nonostante non sia stata coronata da una vittoria. Per il successo finale, infine, occhio ai “terzi incomodi” Menchov e Sanchez.

a cura di Andrea Giorgini

Foto copertina: Giuseppe Guerini festeggia, sul traguardo di Le Puy-en-Velay, il secondo successo in carriera al Tour de France (foto Robert Laberge/Getty Images Sport)

Onestamente la tappa odierna non è stata all’altezza delle aspettative per lo spettacolo offerto dai corridori. Uno dei motivi sarà stato sicuramente la posizione molto lontana dall’arrivo di Pau delle mitiche salite pirenaiche scalate. Peyresourde, Aspin, Tourmalet e Aubisque erano più vicine alla partenza piuttosto che al traguardo e, ovviamente, se il percorso fosse stato fatto all’inverso si sarebbe visto qualcosa di meglio. Vorrei dare una nota di merito a Damiano Cunego: nonostante il successo di tappa non sia ancora arrivato, il veronese è molto bravo a mettersi in mostra e ad andare in fuga spesso, ma gli manca quella condizione che gli può far vincere una frazione in questo Tour.
Andy Schleck adesso non ha che una sola possibilità: giovedì bisognerà attaccare Contador per riprendersi la leadership e provare una volta per tutte a vincere questa Grande Boucle, cercando di guadagnare molto per avere un distacco nella crono di Bordeaux che gli possa dare una certa sicurezza. Attenzione però anche a Menchov e Sanchez che, a solo un paio di minuti di ritardo nella generale, possono ancora lottare anche per la vittoria finale.

Giuseppe Guerini

ALMANACCO DEL DOPO TAPPA: QUI PAU

luglio 21, 2010 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Torna la rubrica giornaliera che ci aveva accompagnato durante il Giro d’Italia, caratterizzata dagli stessi appuntamenti: la rassegna stampa, i pareri dei tifosi, lo spazio umoristico, le previsioni meteo, gli strafalcioni dei telecronisti. In aggiunta la presentazione della tappa del giorno dopo e, in occasione delle frazioni di montagna, il commento tecnico di un ex professionista di “lusso”, che proprio sulle strade di Francia ci offrì un successo particolarmente “palpitante”

Foto copertina: i Pirenei visti da Pau (panoramio)

PROCESSO ALLA TAPPA
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Mauro Facoltosi: Cosa farà Schleck oggi? Tenterà qualcosa o attenderà l’arrivo sul Tourmalet?
Via libera alle fughe come nella tappa di Tarbes dell’anno scorso?

Superiannellus: Controllerà la catena!

Propiemonte1973: Di sicuro ci sarà la fuga vedo favoriti lo spagnolo Perez (terzo ieri) e il bielorusso Kiryenka

Salitepuntocià: oggi Cunego gioca le sue carte e vediamo se Vedo 23 ha ragione che Armstrong cerchi la fuga e si alleino

Gardabike: Noia totale…
Con tutto il rispetto ma…meglio un Giro con pochi campioni e spettacolare piuttosto che un Tour con grandi nomi ma altamente soporifero!

Lancestrong: immagino che molti saranno terrorizzati da una possibile vittoria di tappa di armstrong.
Incominiciano già a dire che è stata la tappa più brutta del tour….e mettono le mani avanti.
Armstrong è e rimarrà il Re del Tour, e l’azione di oggi mette il sigillo alla carriera del più grande ciclista degli ultimi 10 anni.

MirkoBL: Oddio, non che sia stata una bella tappa, per la verità.
Fédrigo, con quel naso, non può perdere.
Cunego ci prova sempre, ma si è terribilmente involuto: ora non va più neanche in volata.
Armstrong ci ha messo l’orgoglio, era la sua ultima occasione per provarci, ma l’età si fa sentire anche per lui. Un applauso se lo merita per oggi.

Lancestrong: peccato per Barredo, uno come lui meriterebbe sempre di vincere!
Fedrigo era il più forte in volata e se l’hanno portato fin li è perchè probabilmente gli altri non ne avevavo per provare ad anticiparlo.
Mi sarei aspettato uno scatto di Horner o di Moreau per favorire il contropiede di Armsytrong e Plaza, ma nulla.
Cnego purtroppo non eccelle in nulla è costante ma cosi può ambire solo a piazzamenti. Che uno di 39 anni come Armstrong non riesca abbia il motore un pò logorato e non riesca più ad avere spunti ci può stare ma Cunego non può essere già spompato.
Ovviamente peccato anche per Armstrong che secondo me si è giocato tutto oggi ma ha avuto la sfortuna di trovarsi dei compagni di fuga molto veloci.
Mi sembra tra l’altro che horner abbia fatto la volata e gli sia arrivato davanti, se fosse così si è dimostrato ancora una volta gran capitano e uomo squadra non spremendo a fondo il compagno lasciandogli la possibilità di giocarsi la tappa alla pari degli altri.

Mirkobl: No, Horner ha tirato la volata ad Armstrong, che a 30 m dal traguardo ha smesso di pedalare quando ha capito di non averne più.
All’inseguimento di Barredo, comunque, hanno collaborato entrambi.

Vedo23: La tappa è stata fantastica, poi ci ha pensato la Lotto a salvare COntador mannaggia… Gli erano rimasti due uomini, con Vino davanti per di più! Male oggi i Rabobank, che si son trovati ad inseguire. INESISTENTE la Saxo…
Grande Lance: in salita è stato formidabile e tatticamente è stato come al solito impeccabile. Comprensibile che alla fine avesse poche energie, dato che era in fuga con il primo attacco ed ha tenuto duro per i primi due colli al rientro del gruppo. In cima all’ultima salita era chiaro: le possibilità di vittoria erano bassissime, data tutta quella pianura. Se non ci fosse stato davanti Barredo ancora da riprendere magari sullo strappetto finale avrebbe tentato qualcosa, ma così è andata… Credo che comunque giovedì tenterà ancora qualcosa.
Cunego anche oggi bene: viene da giorni intensi e ieri alla fine s’è “riposato” solo nel finale. In salita sta riacquistando una buona gamba ed in discesa sa andare molto forte: peccato non riesca ad avere lo spunto in volata, ma dopo tutte queste fatiche…
Soporifera è stata la corsa dei big dal Tourmalet, ma era preventivabile dopo che erano rientrati tanti gregari precedentemente staccati. Intanto si son visti alcuni big in difficoltà: Rodriguez, Sanchez e Gesink…

Gnaldi: Il primo degli italiani in classifica è ventisettesimo!!!! Non credo sia perché gli altri si dopano e noi no…
Boh!!!

Lancestrong: mi era sembrato di vedere Armstrong a ruota prima di Fedrigo e poi di Van de Walle.

Ceemo: Tappa molto brutta. Sia per il disegno (basta arrivi a Pau!!) sia per la codardia dei corridori. Dopo 10 km potenzialmente poteva succedere di tutto, con vari big alla deriva o senza gregari e invece via la figa e tutti in scampagnata. Evidentemente molti mancano di carattere e preferiscono un 6/7 posto che provare a vincere e saltare. Veramente noioso.
Peccato per Cunego, che però a questo Tour non batterebbe in volata neanche un paracarro.
Non capisco tutto questo vostro continuo incensare Armostrong; ha creato una squadra in maniera arrogante concentradola su se stesso, si è sopravvaluta ha deluso le aspettative e nonostante tutto tutti li (i media in primis) a corrergli dietro.
Basta dai!

Lancestrong: ha creato una squadra che al momento è prima nella classifica a squadre del Tour….quindi non si può certo dire che la SQUADRA non sia la più forte.
Che manchi l’atleta di punta è altrettanto evidente, ma l’atleta su cui puntare era lui visto che l’anno scorso è arrivato 3° (ti sei già dimenticato?).
Quest’anno, a 39 anni, un pò la sfortuna e tanto il fisico non gli hanno permesso di ripetersi ma se c’era qualcuno con qualche possibilità di andare a podio al Tour era lui e non certo Leiphaimer o Kloden (di cui sono arcinoti i limiti).
Tra l’altro è stato il migliore della RS per tutto l’anno con il 3° posto al Lux e il 2° al Tds.

In questo tour hanno vinto una tappa sono 7° – 14° – 16° in generale con Leiphaimer, Horner e Kloden. Primi nella classifica a squadre e con Armstrong che correndo con grande riserva in quasi tutte le tappe si trova in 25° posizione nella generale.
Secondo me non ti rendi conto che Armstrong è il ciclista più famoso al mondo, detentore di un record al Tour che non verrà battuto nei prossimi 20anni.
Se poi ci metti che al top dell’attuale movimento ciclistico ci sono Andy e Contador con le loro bambinate….

Ceemo: Posso anche essere d’accordo sul ritenere Armstrong il più grande corridore di corse a tappe degli ultimi 10 anni ( anche se per me è anche un enorme bluff), ma tutto questo non centra nulla con continuare ad incensarlo in un tour che ha corso in maniera medicore.
Tutto qui.

Lancestrong: oggi verrebbe applaudito anche dal suo peggior nemico per quello che ha fatto.
E stato il primo a scattare in partenza è stato ripreso, è scattato ancora e si è fatto le MONTAGNE dei pirenei in fuga.
Oggi è stato lui afre selezione e ha quasi rischiato di far saltare i piani degli uomini di classifica che pronti via si sono ritrovati senza compagni.
Non dimenticarti sempre che:
- ha vinto 7 Tour (di fila)
- è stato campione del mondo
- 3° posto al tour dopo due anni di stop
- Freccia Vallone
- 1° e 2° nella generale del Tour de Suisse
- più di 20 tappe vinte al tour (tante di montagna)
- più di 80 giorni in maglia gialla (secondo solo a Merckx)
Per passione è tornato alla sofferenza del ciclismo per lasciarlo con grande dignità.

Telesport: Oggi Lance è tornato al corridore del 1993-1996.

Lancestrong: ma non pensi che a 39 anni, dopo aver raccolto un 3° posto a 38 anni ci possa anche stare un tour mediocre come lo definisci tu?
Che poi visto che è 25° in generale mi piacerebbe che tu definissi il tour dei 170 che ha dietro.
Il tour è fatica, il ciclismo è fatica, e non ha proprio senso dire che un “vecchietto” di 39 anni ha fatto un tour mediocre.
Pensi che armstrong sia immortale che possa vincere sempre anche alla soglia dei 40?
Dopo tutto quello che ha fatto, credo sia più bello un ritiro di questo tipo….con dignità e soprattutto PASSIONE.
Quando dici che è stata una tappa deludente, orribile pensi anche a quie 10 che sono stati in fuga tutto il giorno e si sono fatti un mazzo tanto, oppure a te interessa solo il duello degli uomini di classifica?
Sei un tifoso oppure uno sportivo?
Fedrigo oggi è stato un grande come lo è stato ieri Voeckler!

Lancestrong: consiglio la visione di questo filmato (2009)

http://www.youtube.com/watch?v=OqCiC3GVInk

credo che basti per capire la passione di questo atleta per il ciclismo.
Perchè armstrong, prima di tutto, è un grande atleta.

Ceemo: Mediocre perchè lui puntava dichiaratamente alla vittoria. Per questo mediocre. Non credo che se avesse saputo a priori di arrivare fuori dai 10 avrebbe partecipato.
Mediocre la tappa al di la della fuga che è andata in porto solo perchè i big dopo 10 minuti di battaglia hanno deciso di passeggiare. altrimenti non sarebbero mai arrivati.
Mediocre questo Tour perchè oltre la tappa della Madeleine non si è visto un accenno di battaglia.

Ceemo: Io non apprezzo un corridore che ha trasformato il ciclismo dei 9 mesi nel ciclismo dei 29 giorni all’anno.
Preferisco un Evans che da animo è corpo tutto l’anno.
Mi scuso per L”OT e lo chiudo qui.

Michele.zul: perfettamente d’accordo

Hotdogbr: la palma del peggiore ieri dal punto di vista atletico va alla Saxo Bank che si è dissolta nei primi 10 km con il solo O’Grady (!) a supportare Schleck, mentre Fuglsang è rientrato dopo, e questo nel giorno in cui proprio la squadra sarebbe stata determinante; e dal punto di vista tattico a Omega Pharma e Rabobank che erano riuscite a mettere in difficoltà S.Sanchez ma poi Menchov e Van Den Broeck invece di finalizzare l’azione sul Tourmalet si sono fermati, poi magari S.Sanchez si sarebbe ripreso come spesso gli accade oppure sarebbe rientrato in seguito ma se non provi non puoi saperlo

Lancestrong: Ho visto la replica ieri sera e horner NON ha sicuramente tirato la volata ad armstrong.
Horner ha fatto la sua volata e si è giocato la tappa/piazzamento.
Armstrong ha tenuto la ruota di Fedrigo prima e di Van de Walle dopo.
E anche per quanto riguarda il lavoro svolto durante al fuga non mi sembra che Armstrong si sia risparmiato facendo tirae solo Horner, anzi…
Quelli che hanno fatto i “furbi” sono stati proprio Fedrigò e Casar (che non ha tirato 1 metro)

Salitepuntocià: Delusione Cunego e in minor misura armstrong, che ormai fa quel che l’età gli consente, ma Cunego non ha scuse è ancora giovane
Ovvio che in classifica sia successo nulla, era tappa da fughe e cosi è stata e coi grandi a lasciar fare

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

TOUR DE FRANCE, TOUR DU MONDE

Fedrigo, il giustiziere(Gazzetta dello Sport)

Tour de France, Fedrigo vince la 16ª tappa (Corriere dello Sport – Stadio)

Fedrigo gewinnt – Schleck bleibt Zweiter (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)

Trügerische Ruhe vor dem großen Sturm(Tageblatt)

Alberto Contador rides roughshod over Tour’s code of honour (The Times)

Why has the Sky fallen in on Wiggins’ dreams? (The Independent)

Armstrong finale near
(The Daily Telegraph)

Après la colère, l’accolade(L’Equipe)

Le Tourmalet : centenaire d’un géant(Le Monde)

Paz en el Tourmalet (AS)

Fedrigo vuela sobre Pau (Marca)

Firman la paz(El Mundo Deportivo)

Fedrigo s’impose, statu quo pour les favoris(Le Soir)

Andy Schleck passe l’éponge(La Dernière Heure/Les Sports)

Fédrigo wint koninginnenrit (De Standaard)

Fédrigo offre une 6e étape à la France (actu24.be)

Alberto Contador et Andy Schleck, l’apaisement (Sud Presse)

Lance schiet tekort, Fédrigo wint koninginnenrit (Het Nieuwsblad)

A Push for Old Times’ Sake Falls Short (The New York Times)

Sixth-place finish in 16th stage, but door closing on Armstrong (USA Today)

Line call for unlucky Lance Armstrong (The Age)

Evans tries to limit damage (Herald Sun)

Armstrong falls just short in Pyrenees (The Australian)

Schleck forgives Contador (The Daily Telegraph – Australia)

LA TAPPA CHE VERRA’

Archiviata la seconda giornata di riposo, il Tour si accinge oggi ad affrontare l’ultima tappa di montagna, che avrà il suo vertice ai 2115 metri del Tourmalet, stavolta consacrato alla memoria del fondatore del Tour Henri Desgrange, come da sempre avviene sulla cima più alta della corsa francese.
E’ l’estrema occasione che Andy Schleck ha per ritornare in maglia gialla. Considerati gli appena 8″ di ritardo da Contador ha tutte le possibilità di farlo, ma se vorrà pararsi le spalle in vista della crono di dopodomani non dovrà attendere gli ultimi 8 Km dell’ascesa finale (media specifica dell’8,2%) e nemmeno l’attacco della stessa, complessivamente lunga 19 Km e inclinata al 7,4%. Dovrà, invece, rendera la tappa attaccando – anche se non direttamente in prima persona – fin da lontano, fin dal Col de Marie Blanque, che si scavalcherà a 56 Km dalla partenza e che presenta un durissimo tratto di 3000 metri (media del 10,8%) in vista dello scollinamento. Una condotta di gara all’attacco sin da subito, unita alle successive difficoltà (prevista anche la scalata al Soulor, il “fratellino minore” dell’Aubisque) e al maltempo che imperverserà oggi sui Pirenei, gli saranno ottimi alleati nella caccia al successo finale al Tour de France 2010

PARTENZA: ore 12.15
VIA VOLANTE: ore 12.30, D 2 (Jurançon)
MEDIE PREVISTE: 34 – 38 Km orari
SPRINT: Bidos (Km 33), tra le 13.13 e le 13.23; Adast (Km 141,5), tra le 15.56 e le 16.24
ZONA RIFORNIMENTO: Asson, attorno al 87° Km
GPM: Côte de Renoir (347m – 4a cat. – 2,2 Km al 6% – Km 13,5) tra le 12.48 e le 12.52; Col de Marie-Blanque (1035m – 1a cat. – 9,3 Km al 7,6% – Km 56,5) tra le 13.57 e le 14.11; Col du Soulor (1474m – 1a cat – 11,9 Km al 7,8% – Km 117,5) tra le 15.31 e le 15.57; Col du Tourmalet (2115m – H.C. – 18,6 Km al 7,5% – arrivo)
ARRIVO: sul Col du Tourmalet, tra le 17.05 e le 17.37
Siti dedicati: www.pau.fr/le_reve/sports/20070612_160745,
www.100ansdamour.fr

METEO TOUR
Le previsioni si riferiscono al giorno di riposo a Pau e agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Pau – Col du Tourmalet

Pau – ore 8: nebbia con pioggia debole (0,1 mm), temperatura 17,4°C, venti deboli da WNW (5 Km/h), umidità al 96%
Pau – ore 11: cielo coperto, temperatura 19°C, venti deboli da NW (5 Km/h), umidità al 89%
Pau – ore 14: cielo coperto con pioggia debole (0,2 mm), temperatura 20,8°C, venti deboli da NW (6 – 7 Km/h), umidità al 81%
Pau – ore 17: pioggia debole (1,7 mm), temperatura 20,8°C, venti moderati da NNW (10 Km/h), umidità al 84%
Pau – ore 20: pioggia moderata (3,7 mm), temperatura 19,8°C, venti moderati da N (11 – 13 Km/h), umidità al 90%
Pau – ore 23: pioggia moderata (3,9 mm), temperatura 18,3°C, venti moderati da N (12 – 17 Km/h), umidità al 97%

Pau: pioggia debole (0,8 mm), temperatura 18°C, venti deboli da N (5 – 8 Km/h), umidità al 91%
Oloron-Sainte Marie (Km 30): pioggia debole (0,4 mm), temperatura 19,5°C, venti deboli da NE (6 – 8 Km/h), umidità al 84%
Argelès-Gazost (Km 136,5): pioggia debole (1,3 mm), temperatura 17,4°C, venti deboli da NNE (9 Km/h), umidità al 93%
Pic du Midi de Bigorre*: alternanza di piogge deboli (0,6 mm) e schiarite, temperatura 9,5°C, venti moderati da S (10 – 15 Km/h), umidità al 63%
*fuori percorso, 750 metri più in alto del Tourmalet

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Regna la noia…. fioccano gli strafalcioni

Pancani: “Chi domani vincerà sul Tourmalet” (domani c’è il riposo)
Conti: “Payresourde”
De Luca: “Terzo Cuneo”
Pancani, sulla presenza di Armstrong in fuga: “Ha un valore altamente simbolico la presenza di Lance Armstrong” (praticamente una comparsa)
De Luca, commentando le immagini del Tour del 1975: “Immagini di un giovane Gimondi” (aveva 33 anni, si sarebbe ritirato due anni dopo)
Conti, commentando le immagini del Tour del 1976: “Enrico Paolini, che poi diventerà campione d’italia quell’anno” (a parte il fatto che i campionati nazionali si disputano PRIMA del Tour, Paolini vestirà la maglia tricolore l’anno DOPO)
Conti, commentando le immagini della tappa di Pau del 1993: “Vanno all’attacco sull’Aubisque, Chiappucci, Uriaga e Ghirotto” (Unzaga)
De Luca: “Un corridore chiedeva Pellizotti cosa sta facendo” (telespettatore)
Pancani: “Si sono chiariti fra di sé”

LA PERLA DELLA GIORNATA

Conti, commentando la tappa di Guzet Neige del 1988, che vide piazzarsi secondo Robert Millar

“Dopo questa tappa diede un taglio secco alla sua vita

Sorvoliamo sul fatto che dopo quella tappa Millar ha raccolto altri sette successi, tra i quali una tappa al Tour nel 1989 e il Delfinato nel 1990.

MA MILLAR E’ QUELLO CHE HA CAMBIATO SESSO E ADESSO SI FA’ CHIAMARE PHILIPPA!!!

TAGLIO SECCO ALLA SUA VITA!!!

ARCHIVIO ALMANACCO
Selezionare la voce “Tour 2010″ nel menù “Reparto Corse” (in home, sopra la copertina)

FEDRIGO FOTOCOPIA UNA VITTORIA UN “PAU” NOIOSA

luglio 20, 2010 by Redazione  
Filed under News

Pierrick Fédrigo conquista a Pau la 16a tappa del Tour de France, precedendo Casar e Plaza in uno sprint ristretto. All’attacco anche Cunego, 4°, e Armstrong, 6°. Fuoco e fiamme tra i migliori nei primi 60 km, con attacchi da parte di Van den Broeck, Vinokourov, Sastre, Hesjedal e Kreuziger e difficoltà di Samuel Sanchez, Gesink, Joaquin Rodriguez e Basso, quest’ultimo colpito da una bronco-tracheite. I big si sono però ricompattati ai piedi del Tourmalet, deponendo da lì in avanti ogni proposito battagliero.

Foto copertina: Pierrick Fedrigo sprinta verso il traguardo di Pau. Il francese ha colto oggi la terza vittoria in carriera al Tour de France (foto AFP)

Fino a ieri mattina, non ci aspettavamo nulla o quasi dalla Bagnères-de-Luchon – Pau, 16a tappa del Tour 2010: troppi i chilometri dalla vetta dell’Aubisque all’arrivo, e troppo il timore che incuteva il Tourmalet, in programma appena due giorni più tardi. Dopo il rocambolesco cambio di maglia di 24 ore fa, avevamo poi accarezzato l’idea che la rabbia di Andy Schleck potesse avere ragione di ciò che suggeriva la testa e del coraggio non propriamente leonino del lussemburghese, ma sapevamo di essere nel campo più dei sogni che delle ipotesi. Non dovremmo pertanto essere particolarmente rammaricati per l’andatura poco più che cicloturistica che il gruppo della maglia gialla ha tenuto su Tourmalet e Aubisque, i colli più scalati nella storia della Grande Boucle, sviliti da una collocazione priva di qualsiasi logica, a rispettivamente 130 e 60 km dal traguardo. La delusione invece c’è ed è grande, perché i primi 60 km di corsa erano andati ben al di là di ogni nostra più rosea previsione.
Zabriskie e Di Gregorio erano stati i primi a scattare, ma a scuotere subito la corsa erano stati gli attacchi di Lance Armstrong, Chris Horner, Bradley Wiggins, Nicolas Roche e, soprattutto, della coppia Liquigas Szmyd – Kreuziger, quest’ultimo 11° in classifica a meno di 8’ da Contador. Era stato però con i contrattacchi dei chilometri successivi che la tappa aveva rischiato di prendere una piega del tutto imprevista, minacciando di sconvolgere le gerarchie del Tour de France, allorché Ryder Hesjedal (10° in generale a 7’51’’), Carlos Sastre (13° a 9’) e Alexander Vinokourov (9° a 7’), quest’ultimo solo a scopo di disturbo, si sono riportati al comando. Gli uomini Astana sono stati costretti alla reazione, producendo un ritmo che ha ridotto il plotone maglia gialla ad una trentina di unità già sul primo dei quattro colli di giornata, spedendo subito nel drappello dei velocisti un Ivan Basso già non in grandi condizioni, sul quale si è ora accanita anche una bronco-tracheite.
Con i fuggitivi ad una quarantina di secondi di distanza, la scintilla che ha rischiato di far collassare la corsa è arrivata, a poche centinaia di metri dalla vetta del Peyresourde, da Jurgen Van den Broeck, 5° a 3’39’’ in classifica generale, che ha provato a ricucire lo strappo nei confronti della testa della corsa, senza che nessuno tentasse di guadagnare la sua ruota. Solamente più tardi, quando il belga, dopo essere giunto ad una ventina di secondi dalla testa della corsa (incomprensibilmente tirata da Lloyd), si è rialzato ed è stato riassorbito dal gruppo maglia gialla, è risultato chiaro quanto un suo inserimento in fuga avrebbe cambiato le sorti di questa tappa. Sulle rampe del Col d’Aspin, infatti, la Rabobank, incaricatasi di provare un ricongiungimento, aveva esaurito gli uomini prima di portarlo a termine, Andy Schleck era rimasto solo, e Contador poteva contare sui soli Navarro e Tiralongo, quest’ultimo già provato dal lavoro svolto sull’ascesa precedente. L’unica formazione ancora presente in forze – piuttosto sorprendentemente – era a quel punto la Omega Pharma-Lotto dell’ex delfino di Cadel Evans, che non avrebbe tirato un metro con il suo leader davanti, ed ha invece condotto l’inseguimento sul secondo colle di giornata, mantenendo sempre il distacco nell’ordine di poche decine di secondi, prima di azzerarlo al termine della discesa, ai piedi del Tourmalet.
Anche allora, ad onor del vero, restava l’opportunità di provocare sconquassi: sull’Aspin il gruppo maglia gialla si era ridotto ad appena 14 unità, e i gregari freschi a disposizione dei big erano ormai prossimi allo zero; soprattutto, ben tre top 10 – Joaquin Rodriguez, 8°, Robert Gesink, 6°, e soprattutto Samuel Sanchez, 3° – avevano perso terreno, arrivando ad accusare anche una trentina di secondi di distacco dai migliori, prima che il grande lavoro di Ruben Plaza consentisse il ricongiungimento in discesa. Il coraggio è però dono raro nel ciclismo moderno, e sarebbe troppo chiederne due dimostrazioni in un giorno a corridori che si danno a manfrine e ad un marcamento a uomo di stampo calcistico su ascese come Pailhères e Ax-3-Domaines, dichiarando poi, a fine corsa, che mancava il terreno per fare la differenza. Ecco dunque che, dopo uno scatto di Luis Leon Sanchez, 12° in generale, che ci aveva fatto illudere per qualche istante, è iniziata un’altra corsa, ben più aderente alle previsioni della vigilia.
Una corsa avviata dall’attacco di Sandy Casar e Lance Armstrong, il primo uscito dal gruppo di testa nella discesa dell’Aspin, il secondo partito in contropiede al momento del ricongiungimento, e capace per qualche chilometro di comandare la corsa in solitaria, dopo aver provvisoriamente distanziato il francese. Ai due, più tardi riunitisi, si sono man mano aggiunti Cunego, Moreau, Plaza, Horner, Konovalovas, Van de Walle, Fedrigo e Barredo, andando a comporre un drappello di dieci unità che, tra frazionamenti e ricomposizioni, dovuti soprattutto ai ripetuti allunghi di Armstrong e (soprattutto) Barredo sull’Aubisque, si sarebbe poi presentato compatto ai 45 km di pianura finali, con la sola defezione del lituano della Cervélo.
Proprio allora, ai -45 dalla linea bianca, è partito il tentativo destinato a caratterizzare il finale di gara, inscenato da uno scatenato Carlos Barredo. L’iberico, solo in minima parte agevolato dalla non collaborazione di Van de Walle tra gli inseguitori, è riuscito ad incamerare in tempi brevi un margine di 45’’, anche grazie all’organizzazione altalenante di Armstrong e compagni, a dispetto della presenza delle coppie Radioshack e Caisse d’Epargne. Una dote che è parsa più volte sul punto di esaurirsi, ma che, rimpinguata ogni volta da un attimo di indecisione nel drappello, sembrava doversi rivelare decisiva quando, a 4 km dal termine, lo spagnolo era riuscito a riportarla a 24’’. L’infido strappo presso le mura di Pau, la stanchezza di Barredo e le trenate di Horner e Moreau hanno però azzerato il gap in appena 3 km, portando al ricongiungimento sotto il triangolo rosso.
Van de Walle ha allora provato a vendicare il compagno, tanto stremato da staccarsi negli ultimi 1000 metri, anticipando la volata, finendo però soltanto per rischiare una collisione con Horner all’ultima curva. Plaza ha provato allora a partire lungo, venendo però infilato lungo le transenne da Pierrick Fedrigo, sicuramente non l’atleta più attivo fra i nove nel corso della giornata, e dall’altro lato della strada da Sandy Casar, forse l’uomo più veloce, ma partito troppo indietro per ambire a qualcosa di più della piazza d’onore, alle spalle del connazionale della Bbox. 4° posto per Damiano Cunego, bravo ad azzeccare la fuga buona ma ancora lontanissimo dallo spunto dei giorni migliori, in cui volate ristrette di questo genere erano il suo terreno di caccia prediletto. Solo 6° Lance Armstrong, che è alla fine riuscito a recitare un ruolo da protagonista in una frazione di questo Tour, ma che per vincere avrebbe probabilmente dovuto tentare un’azione nel finale, ammesso che le gambe lo consentissero. Per il tanto vituperato ciclismo francese si tratta della sesta vittoria di tappa in questo Tour de France con cinque corridori diversi (di Chavanel l’unica doppietta), nonché terza consecutiva sui Pirenei. Per Fedrigo si tratta invece del terzo successo in carriera sulle strade della Grande Boucle, che arriva ad un anno di distanza da quello di Tarbes della passata edizione: vittoria come allora allo sprint, come allora al termine di una tappa non certo disegnata con grande senno.
In ottica classifiche, le variazioni più significative hanno riguardato quella a punti, con Hushovd che, regolando il gruppo nella volata per il 10° posto, ha di nuovo sfilato la maglia ad Alessandro Petacchi per 4 lunghezze (191 a 187), e quella degli scalatori, con Moreau si è portato a soli 15 punti da Charteau. In graduatoria generale si segnalano invece soltanto la risalita al 12° posto di Plaza e quella al 14° posto di Horner, che si è collocato dove stamattina era Ivan Basso. Il varesino ha accusato un distacco di poco meno di 35’, scivolando al 27° posto, pur restando il meglio piazzato fra i corridori italiani.
Domani il Tour soggiornerà a Pau per il secondo ed ultimo giorno di riposo, prima di ripartire, giovedì, alla volta del Col du Tourmalet, per l’ultima grande battaglia tra gli uomini di classifica. Una battaglia annunciata, ma forse anche per questo destinata a non provocare gli sconquassi che il nome dell’ascesa conclusiva e l’attesa che la sta precedendo potrebbero lasciare presagire. Alla luce dei primi 60 km odierni, forse, l’occasione per far saltare il banco è già passata.

Matteo Novarini

SEI GIORNI DELLE ROSE: FINALMENTE GUARNIERI

luglio 20, 2010 by Redazione  
Filed under Giro di pista, News

Penultima serata a Fiorenzuola. Le numerose prove non hanno cambiato la situazione in classifica, anzi, hanno reso ancora più incerto il pronostico per la vittoria finale. Dario Colla è il più veloce nel giro lanciato, mentre Hester si conferma ottimo attore delle seigiorni, vincendo la corsa a punti e aiutando i connazionali Morkov-Rasmussen nell’americana finale.

Foto copertina: il podio della 4a serata (www.piacenzasera.it)

La quinta serata nelle seigiorni di solito è quella del ribaltone, quella in cui i favoriti si controllano e qualche outsider ne approfitta per guadagnare il famigerato giro durante l’americana.
Era stato così anche nell’edizione del 2009, quando Kankosky e Lazar balzarono in testa beffando le ben più quotate coppie Risi-Guarnieri e Marvulli-Aescbach.
Quest’anno non è stato così, poiché il fatto di essere tre le coppie a giocarsi la vittoria finale ha forse influito sul risultato delle prove. Non c’è stata una corsa o un tentativo di allungo che non abbia visto la presenza di uno dei magnifici 6 (Marvulli, Perez, Guarnieri, Stam, Morkov, Rasmussen). Ne sono derivate corse tirate anche se, a volte, non molto spettacolari.
La corsa a punti, prima prova della serata ha visto la vittoria della coppia Hester-Madsen (Bussandri) che, grazie alla presenza costante nelle volate, sono riusciti ad avere la meglio sull’esperto Masotti e sul veloce Edwards. La successiva prova dell’eliminazione è stata vinta da Morkov sull’atleta della Garbi Giairo Ermeti: nelle prove in cui conta l’esplosività il duo danese dell’Acef ha una marcia in più.
Lo scratch – prova veloce, pochi chilometri con unico traguardo finale – ha visto imporsi il sempre brillante Franco Marvulli che ha battuto in una volata tutti i migliori, nell’ordine l’argentino Colla, Guarnieri, Ercila e Ciccone, il quale merita una menzione particolare. Angelo Ciccone, campione italiano della Madison in coppia con Alex Buttazzoni, sta dimostrando in questi giorni una forma davvero buona e, se riuscirà a mantenerla fino ai campionati italiani di fine Agosto, si prospetta un’altra incetta di medaglie per il trentenne atleta delle fiamme azzurre.
Il giro lanciato è stato dominato dallo specialista Dario Colla col tempo di 21.97, staccando di quasi mezzo secondo l’altrettanto veloce Guarnieri.
Il folto pubblico presente al Velodromo Attilio Pavesi ha deciso dopo questa prova, forse anche per l’ora tarda, di abbandonare gli spalti. A godersi lo spettacolo dell’americana sono così rimasti solo una parte del numeroso pubblico che aveva caratterizzato la serata.
L’americana non ha portato novità in classifica generale: alla caccia portata a termine da Marvulli-Perez assieme a Stam-Guarnieri, hanno risposto Morkov-Rasmussen, supportati dai connazionali Hester-Madsen. Ai punti si è rivelata vincente la coppia che ha dominato anche l’ultimo sprint, quella costituita da Guarnieri e Stam.
Stasera il gran finale sarà tutto da vedere. La situazione incertissima farà si che ogni prova possa risultare determinante per ottenere i punti necessari a vincere. Chi potrà essere presente si godrà uno spettacolo di prima qualità mentre, per chi desiderasse comunque vedere la seigiorni, sarà possibile vedere la replica dell’ultima serata nei prossimi giorni, in streaming, collegandosi al sito www.teleliberta.tv.
Tirando le somme di quanto visto finora, i favoriti sembrerebbero Morkov e Rasmussen, per la compattezza e la velocità di entrambi i corridori. Perez e Marvulli sono esperti e possono inventarsi qualcosa ma i danesi sono superiori. Guarnieri avrà l’incitamento del pubblico, ma ha al suo fianco un compagno non proprio all’altezza dei migliori.

Matteo Colosio

RISULTATI DELLA QUINTA SERATA


CORSA A PUNTI A COPPIE

1. Mark Hester -Jens-Erik Madsen (Bussandri) 13 punti; 2. Fabio Masotti -Dean Edwards (Pavinord) 9; 3. Jacky Simes -Myron Simpson (Arda Natura) 5; 4.Vojtech Hacecky -Jan Dostal (Ferri) 5; 5. Franco Marvulli – Walter Perez (Rossetti).

ELIMINAZIONE NUMERI NERI

1. Michael Morkov (Acef); 2. Giairo Ermeti (Garbi); 3. Jan Dostal (Ferri); 4. Fernando Antogna (La Rocca); 5. 5. Gert-Jan Jonkmann (Cmo).

SCRATCH NUMERI ROSSI
1. Franco Marvulli (Rossetti); 2. Dario Colla (La Rocca); 3. Jacopo Guarnieri (Pulinet); 4. Martin Ercila (Rosti); 5. Angelo Ciccone (Pinarello).

GIRO LANCIATO
1. Dario Colla – Fernando Antogna (La Rocca) 21.97; 2. Jacopo Guarnieri-Danny Stam (Pulinet) 22.32; 2. Mark Hester -Jens-Erik Madsen (Bussandri) 22.32. 4. Alex Rasmussen -Michael Morkov (Acef) 22.47; 5. Jacky Simes – Myron Simpson (Arda Natura) 22.66.

CLASSIFICA GENERALE DOPO LA QUINTA TAPPA
1. Alex Rasmussen -Michael Morkov (Acef) 123; 2. Franco Marvulli – Walter Perez (Rossetti) 122; 3. Jacopo Guarnieri -Danny Stam(Pulinet) 107; 4. Mark Hester -Jens-Erik Madsen (Bussandri) 103 (-1); 5. Angelo Ciccone -Alex Buttazzoni (Pinarello) 61 (-1); 6. Martin Blaha -Jiri Hochmann (Conad) 53 (-1); 7. Milan Kadlec -Joseph Zabka (Alu Tecno) 34 (-1); 8. Matteo Montaguti – Giairo Ermeti (Garbi) 57 (-3); 9. Vojtech Hacecky -Jan Dostal (Ferri) 53 (-3); 10. Jesper Morkov -Philip Nielsen (Macro) 49 (-3); 11. Dario Colla -Fernando Antogna (La Rocca) 47 (-3); 12. Fabio Masotti -Dean Edwards (Pavinord) 47 (-3); 13. Alois Kankovsky -Geert-Jan Jonkman (Cmo) 17 (-3); 14. Martin Ercila -Guy East (Rosti) 27 (-4); 15. Jacky Simes -Myron Simpson (Arda Natura) 33 (-5); 16. Ryan Sabga -Ryan Luttrel (Padana Impianti) 13 (-5) 17. Alessandro De Marchi-Andre

19-07-2010

luglio 20, 2010 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

TOUR DE FRANCE

Il francese Thomas Voeckler (Bbox Bouygues Telecom) si è imposto nella quindicesima tappa, Pamiers – Bagneres-de-Luchon, percorrendo 187,5 Km in 4h44′51″, alla media di 39,494 Km/h. Ha preceduto di 1′20″ l’italiano Alessandro Ballan (BMC Racing Team) e lo spagnolo Perez Arrieta. Contador 7° a 2′50″, Andy Schleck 12° a 3′29″, Armstrong 23° a 4′08″, Basso 32° a 5′44″, Cunego 59° a 13′08″.
Lo spagnolo Alberto Contador Velasco (Astana) è la nuova maglia gialla, con 8″ sul lussemburghese Andy Schleck e 2′00″ sullo spagnolo Sánchez Gonzalez. Miglior italiano Ivan Basso (Liquigas-Doimo), 14° a 9′15″.
Armstrong 31° a 40′31″, Cunego 40° a 55′41″.

TOUR OF QINGHAI LAKE (Cina)
L’iraniano Ghader Mizbani Iranagh (Tabriz Petrochemical Cycling Team) si è imposto nella terza tappa, Xunhua – Xining, percorrendo 173 Km in 4h13′32″, alla media di 40,941 Km/h. Ha preceduto di 11″ il connazionale Barati e il russo Filippov. Miglior italiano Salvatore Mancuso (ISD – Neri), 60° a 19′22″.
Pier Paolo De Negri (ISD – Neri) 103° a 29′57″.
Davide Frattini (Team Type 1), 112° (stesso tempo)
Il croato Radoslav Rogina (Loborika) conserva la maglia di leader con 34″ sullo sloveno Gazvoda e 44″ sullo statunitense Reijnen. Migliore italiano Mancuso, 57° a 32′44″. Frattini, 68° a 38′05″, De Negri 100° a 51′32″.

ALMANACCO DEL DOPOTAPPA: QUI LUCHON

luglio 20, 2010 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Torna la rubrica giornaliera che ci aveva accompagnato durante il Giro d’Italia, caratterizzata dagli stessi appuntamenti: la rassegna stampa, i pareri dei tifosi, lo spazio umoristico, le previsioni meteo, gli strafalcioni dei telecronisti. In aggiunta la presentazione della tappa del giorno dopo e, in occasione delle frazioni di montagna, il commento tecnico di un ex professionista di “lusso”, che proprio sulle strade di Francia ci offrì un successo particolarmente “palpitante”

Foto copertina: le terme di Luchon (www.capgeris.com)

PROCESSO ALLA TAPPA
Ecco le impressioni degli appassionati di ciclismo, gente che le corse non le segue solo davanti alla tv, ma le vive sia andando ad applaudire i campioni lungo le strade, sia ricalcando le stesse rotte e sudando in sella ad una bici.

Pincopallino2005: se Cunego non vince oggi è meglio che si da al curling.

Mauro Facoltosi: Intanto vi annuncio che è previsto maltempo (temporale e pioggia) per tutta la giornata di giovedì, lungo tutto il percorso della Pau – Tourmalet. Sembra comunque, che sul passo la situazione dovrebbe essere migliore rispetto a quelle che s’incontreranno nel corso della tappa.

Vedo23: Ma daiiii poverino!! Un po’ di “riposo” no? (credo anch’io che, se la corsa dovesse mettersi in un certo modo, potrebbe tentare ancora… Spero non fin dalla partenza però!)
Facile prevedere un attacco di S. Sanchez in discesa, specie dopo averlo visto ieri brillante (o meglio: un po’ più brillante di altri) sulla salita finale… Se però si attaccasse a tutta la salita fin dall’inizio potrebbe crearsi uno sparpaglio incredibile e se i due furboni si controllassero ancora… la corsa è apertissima, anche sui Pirenei!!

Scattista: Per fortuna oggi non c’era Cancellara a fare il piagnone e a dire che si sarebbe dovuto aspettare Schleck, come nella tappa di Spa!!
Beccati questo, Andy!!! Addio maglia!!
E, tra l’altro, questo episodio renderà, secondo me, più spettacolari le prossime tappe.
Bravi Sanchez, Menchov, Voeckler e… Ballan!

MirkoBl: Giovedì ci saranno botte da orbi. Ma anche domani, se volesse. la Saxo Bank potrebbe provare ad inventare qualcosa.
Contador mi ricorda sempre di più quello del Giro 2008: non è il più forte, ma sfrutta benissimo le pecche (fisiche e tattiche) degli avversari.

Propiemonte73: E se Schelck attacasse domani sulla prima salita di domani?

83pirata: Concordo con Mirko, Contador molto simile a quello del Giro 2008.
Schleck sfortunatissimo ma se voleva provare a guadagnare significativamente su Contador poteva forse attaccare già a 7-8 Km dalla vetta, non a un chilometro e mezzo. Però, come già evidenziato da altri, questo episodio potrebbe rendere più interessanti e movimentate le prossime tappe. Lo stesso Schleck dovrebbe cercare anche di aumentare un po’il distacco da Sanchez e Menchov per essere tranquillo di andare sul podio, sono due corridori che 2 minuti in 55 Km di cronometro possono tranquillamente recuperarli su di lui.

Gibosimoni: Contador impeccabile, Schleck sfortunato ma fa parte della corsa, Menchov e Sanchez ci sono sempre e se fossi in Contador la smetterei del giochino con Schleck, perchè ogni volta fanno un passettino e rosicano qualcosina. Peccato per Ballan, Voeckler sbuca sempre almeno una volta. Ora Schleck non si darà per vinto, sia per il primato, sia perchè potrebbe avere “la beffa” (si fa per dire, un podio al tour è ottimo) di farsi saltare da Menchov sul finire.
Giovedi prevedo scintille.

Vedo23: Con la fuga lasciata così tanto libera, il campione francese poteva soltanto perderla questa tappa…

Contador fortunato, molto fortunato: perchè non sono così sicuro che sarebbe rientrato su Andy… Vino s’è fatto sotto solo quando Andy ha dovuto smettere di pedalare per la catena e Contador era ancora più indietro… Ci sta che non si siano fermati ad aspettare, i forcing al massimo poteva evitarli se fosse stato in dominio assoluto: ma non è così ed anzi ha molta paura! Tra l’altro Contador era ancora meno brillante del solito in salita, gli son stati dietro più corridori. Con il trambusto della sosta di Andy (un po’ in mezzo alla strada) alcuni hanno avuto difficoltà a passare e han perso l’attimo del contrattacco di Contador, restando un po’ indietro.. E se non davano una mano a Contador probabilmente riusciva a rientrare persino Andy al Colle!
Domani attenti a Cunego: oggi s’è staccato volontariamente mi sa… Domani se riesce ad andare una fuga e resta con un gruppetto di 3 o 4 potrebbe vendicarsi nella volata di quanto ho perso l’altra volta!

Gibosimoni: Credo anch’io. Per Cunego ho paura che si faccia prendere troppo e non tenga energie per i 60 Km dall’ultima vetta. Speriamo, per l’orgoglio Italiano in tappe non da Petacchi.

con la collaborazione degli utenti del Forum dello Scalatore (www.salite.ch)

TOUR DE FRANCE, TOUR DU MONDE

Contador, scuse a Schleck “Il fair play è importante”(Gazzetta dello Sport)

Tour, guasto frena Schleck. Contador in maglia gialla (Corriere dello Sport – Stadio)

Fränk Schleck: „Andy ist der moralische Gewinner“ (Luxemburger Wort / La Voix du Luxembourg)

Ein Kettendefekt mit bösen Folgen weiter(Tageblatt)

Schleck furious after Contador grabs lead (The Times)

Schleck vows ‘revenge’ as Contador takes yellow act with Contador (The Independent)

Contador says sorry to Schleck on YouTube
(The Daily Telegraph)

Le mea culpa de Contador (L’Equipe)

Un garde du corps un peu spécial pour Contador(Le Monde)

Líder con polémica (AS)

Contador: “Me he equivocado”(Marca)

Contador toma el mando(El Mundo Deportivo)

Alberto Contador présente ses excuses(Le Soir)

Schleck déraille, Contador dévale (La Dernière Heure/Les Sports)

Contador verontschuldigt zich op YouTube (De Standaard)

Contador profite d’un saut de chaîne de Schleck (actu24.be)

Voeckler gagne l’étape, Contador prend le jaune et se fait huer (Sud Presse)

‘Die ketting maakt verschil niet’ (Het Nieuwsblad)

Angry Tour De France Rivals Closer Than Ever (The New York Times)

Chain reaction allows Contador to overtake Schleck at Tour (USA Today)

Contador’s tactics leave Schleck angry (The Age)

Alberto Contador takes yellow jersey from Andy Schleck (Herald Sun)

Mixed reaction to Contador’s ascension (The Australian)

Contador stuns Schleck to grab yellow (The Daily Telegraph – Australia)

LA TAPPA CHE VERRA’

Il 21 luglio 1910 fu il giorno del primo tappone pirenaico della storia del Tour. Già 48 ore prima era stata proposta una frazione tracciata sulle alture di confine con la Spagna (Perpignan – Luchon, passando per i colli del Portel, di Port, di Portet d’Aspet e des Ares), conquistata dal francese Octave Lapize con 18 minuti di vantaggio sul connazionale Georget e 22 sul lussemburghese Faber che, nonostante il distacco patito, conservò la testa della classifica (all’epoca non esisteva ancora la maglia gialla, introdotta in occasione dell’11a tappa dell’edizione 1919). Ma erano i 326 Km della successiva Luchon – Bayonne a calamitare l’attenzione di tutti: il programma prevedeva d’affrontare, nella fase iniziale di quella frazione, quello che passerà alla storia come il “giro della morte”, ovvero l’infilata Peyresourde – Aspin – Tourmalet – Aubisque. Mai, nemmeno nelle frazioni alpine introdotte per la prima volta cinque anni prima, si era osato proporre una simile serie di difficoltà, al punto che Lapize – primo anche oggi, a dispetto di un incidente meccanico sul Tourmalet, che lo costrinse a percorrere a piedi tutta la successiva discesa – mentre affrontava questa frazione trovò il fiato per urlare agli organizzatori “Siete degli assassini!”
Cent’anni (e un giorno in meno) dopo il Tour ritornerà a ricalcare quelle storiche rotte, proponendo ai ciclisti del 2010 un tracciato più ridotto (l’attuale regolamento UCI ha posto un tetto ai chilometraggi), che contemplerà comunque l’intero “giro della morte” e poi il più classico traguardo pirenaico, quello posto nel cuore della cittadina di Pau. Rispetto a un secolo fa ci sarà sicuramente meno attesa, poiché si gareggerà su di un percorso molto conosciuto e che, tra l’altro, proporrà l’ultima difficoltà a 61 Km dalla conclusione: stavolta a gridare “assassini” non saranno i “forzati della strada” ma gli appassionati estimatori delle grandi salite e delle grandi montagne, che certamente ritroveranno da ridire sul tracciato prescelto da Prudhomme e soci. A loro discolpa va fatto notare, però, che il tracciato di questa edizione è complessivamente abbastanza impegnativo e, in quest’ottica, una tappa così strutturata ben ci sta. Stretta tra le più ostiche frazioni di Luchon e del Tourmalet, sul quale si tornerà dopo il giorno di riposo, questa cavalcata torna utile per accumulare fatica e spendere energie e, alla fine, bisognerà tenere in seria considerazione questa delicata giornata. Inoltre, queste tappe pirenaiche con i colli piazzati ad anni-luce dalla meta costituiscono un ulteriore classico, in cartellone sin dagli storici Tour degli anni ’40-’50, quelli delle grandi imprese di campioni del calibro di Coppi e Bartali. Purtroppo, l’ammodernamento dei mezzi meccanici e dei fondi stradali ha “schiacciato” le difficoltà e su percorsi simili oggi è molto difficile indovinare un’impresa da annali.
Se ci fosse un corridore che punta al podio (o anche di più) e teme troppo la concorrenza spietata e il tappone di dopodomani, potrebbe tentare di far saltare il banco in questa frazione. Naturalmente non potrà fare tutto da solo, ma dovrà cercare l’aiuto dai compagni di squadra e da formazioni alleate, altrimenti il suo tentativo sarà destinato al fallimento. Considerato il disegno della frazione, il punto più idoneo per fare decollare questo tentativo sembra essere proprio la scalata al Tourmalet, che oggi sarà consacrata alla memoria dello storico direttore del Tour Jacques Goddet: l’Aubisque viene troppo tardi, mentre il Peyresourde sarà affrontanto subito dopo il via e partire lassù è troppo rischioso, si rischia di bruciarsi troppo presto e di andare incontro ad una disfatta. Al massimo, si potrebbe anticipare l’attacco partendo un po’ a sorpresa sul “buon” Aspin, il meno rognoso tra i quattro ingranaggi del “giro della morte”.

RADUNO DI PARTENZA: Allées d’Etigny? (partenza ore 11.30)
VIA VOLANTE: ore 11.40, D 618
MEDIE PREVISTE: 32 – 36 Km orari
SPRINT: Bielle (Km 164,5), tra le 16.15 e le 16.42; Gan (Km 185,5), tra le 16.49 e le 17.25
ZONA RIFORNIMENTO: Soulom, attorno al 102° Km
GPM: Col de Peyresourde (1569m – 1a cat. – 11 Km al 7,4% – Km 11) verso le 12.10; Col d’Aspin (1490m – 1a cat. – 12,3 Km al 6,3% – Km 42,5) tra le 13.09 e le 13.13; Col du Tourmalet (2115m – H.C. – 17,1 Km al 7,3% – Km 72) tra le 14.08 e le 14.12; Col d’Aubisque (1709m – H.C. – 29,2 Km al 4,2% – Km 138) tra le 15.42 e le 16.04
ARRIVO: a Pau , tra le 17.13 e le 17.54
Siti dedicati: www.pau.fr/le_reve/sports/20070612_160745

METEO TOUR
Le previsioni si riferiscono agli orari di partenza, passaggio e arrivo della frazione Bagnères-de-Luchon – Pau

Bagnères-de-Luchon: cielo sereno, temperatura 24,2°C, venti deboli da E (3-8 Km/h), umidità al 61%
La Mongie (Km 67,5): cielo sereno, temperatura 22,3°C, venti deboli da SSE (4-14 Km/h), umidità al 54%
Pic du Midi de Bigorre (Km 72*): cielo sereno, temperatura 13,7°C, venti deboli da WNW (8 Km/h), umidità al 37%
*fuori percorso, 750 metri più in alto del Tourmalet
Argelès-Gazost (Km 108): cielo sereno, temperatura 24,4°C, venti deboli da NNE (5 Km/h), umidità al 65%
Gourette (Km 142): cielo sereno, temperatura 23,6°C, venti deboli da ESE (2 – 16 Km/h), umidità al 60%
Pau: cielo sereno, temperatura 26,1°C (percepiti 28°C), venti deboli da NNW (6 – 10 Km/h), umidità al 67%

I MISTERI DELLA CASSAPANCA
Pancani: “Monumento che onora la morte di Casartelli”
Pancani: “Vantaggio rassicurante quello di voeckler, 5 e mezza” (sbagliato, non erano ancora le 17.30)
Cassani, parlando della discesa del Bales: “Questa è la salita del Peyresourde” (sono due strade totalmente differenti)
Pancani: “Guadagnare mezzo minuto a Andy Schleck” (e Schleck ringrazia)
Pancani: “Hanno già superato lo striscione dell’ultimo chilometro” (in quel momento dovevano ancora passarci)
De Stefano a Ballan, parlando della possibilità di un’altra fuga nei prossimi giorni: “O domani o dopodomani” (dopodomani c’è il riposo)
Pancani, parlando della catena di Schleck: “L’ha raccolta Alberto Contador” (Al ladro! Al ladro!)
Televideo RAI: “2° Aitor Perez Arrieta, 3° Alessandro Ballan” (è il contrario)
Titolo del “The Times” di ieri: “Shleck and Contador remain neck and neck”

ARCHIVIO ALMANACCO
Selezionare la voce “Tour 2010″ nel menù “Reparto Corse” (in home, sopra la copertina)

A TUTTO TOURBO

luglio 19, 2010 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

Beppe “Turbo” Guerini commenta la tappa che ha visto l’attacco di Contador ad uno sfortunato Schleck, puntando il dito sulla “cattiveria” dello spagnolo nello sfruttare un momento di difficoltà del lussemburghese. Alberto rimane per il lui il favorito numero uno per un Tour nel quale gli italiani hanno la possibilità di intrufolarsi nella bagarre per andare alla caccia di un prestigioso successo.

a cura di Andrea Mastrangelo

Foto copertina: Giuseppe Guerini festeggia, sul traguardo di Le Puy-en-Velay, il secondo successo in carriera al Tour de France (foto Robert Laberge/Getty Images Sport)

Ovviamente oggi l’episodio principale è il passaggio della maglia gialla sulle spalle di Contador, o meglio sull’episodio che ha causato il passaggio di consegne. Le immagini purtroppo non mi hanno chiarito se lo spagnolo abbia attaccato Schleck nel momento in cui il secondo ha accusato problemi tecnici, oppure se Contador avesse accelerato per ricucire sullo scatto del lussemburghese e, raggiuntolo, non abbia aspettato tirando dritto.

Nel primo caso non sarebbe stato certo un bel gesto, noi ciclisti abbiamo un codice non scritto in cui si aspetta chiè stato vittima di problemi meccanici. È anche vero che per vincere si deve avere fortuna e nel ciclismo una caduta o un problema alla bici può capitare, fa parte del gioco e il gioco non prevede che gli avversari si fermino.

Non punterei il dito contro Contador, non mi ha dato l’impressione di aver attaccato il suo avversario in difficoltà, non si è fermato, ma questo è uno sport e non ci si deve fermare tutti. Io stesso avrei agito allo stesso modo.

Questo episodio verosimilmente ravviverà la corsa. Schleck, secondo me, già prima dell’episodio sfortunato di oggi non era il favorito numero uno, oggi lo è ancor meno e dovrà attaccare. Oggi lo ha già fatto ed è stato fermato dalla sfortuna, ma ha capito che Contador non è invincibile e ne vedremo delle belle. Il lussemburghese dovrà però anche difendersi, ora il suo vantaggio sul terzo è sotto i due minuti e la cronometro non lo avvantaggia sugli avversari, anche se io per la vittoria rischierei il podio. L’anno scorso è arrivato secondo, il suo unico obiettivo dev’essere migliorarsi.

Speriamo poi che nella bagarre si possa inserire qualche italiano nel tentativo di vincere una tappa. Dopo le vittorie di Petacchi abbiamo avuto un po’ di sfortuna, siamo sempre protagonisti e non vinciamo. Ballan ha una buona condizione, Cunego è davvero combattivo anche se manca la forma ottimale.

Un ultimo commento su Santambrogio. Gli faccio gli auguri di riprendersi dal malore, purtroppo è una cosa che aspetta chiunque dietro l’angolo quando sei sui Pirenei. Io stesso, scalatore, non li ho mai amati, passavo le Alpi con buone prestazioni, poi arrivavo su queste salite sulla carta più semplici e avevo un calo di prestazioni: il caldo, l’asfalto…insomma un terreno esageratamente insidioso.

Giuseppe Guerini

LA SORTE DICE CONTADOR

luglio 19, 2010 by Redazione  
Filed under News

Un salto di catena occorso ad Andy Schleck a 2 km dalla vetta del Port de Balès, mentre il lussemburghese tentava di distanziare Contador, consegna allo spagnolo il primato in classifica generale, grazie anche alla collaborazione di Sanchez e Menchov. L’ex capoclassifica perde 39’’, cedendo il primato al rivale per 8’’. La tappa va a Voeckler, davanti a Ballan e Perez Arrieta. Domani terza frazione pirenaica, con Peyresourde, Aspin, Tourmalet e Aubisque prima di arrivare a Pau.

Foto copertina: Andy Schleck si accorge del salto di catena sulle rampe del Port de Balès (foto AFP)

Se è vero che la fortuna non è cieca ma aiuta gli audaci, viene da pensare che anche la malasorte, oggi prepotentemente intervenuta in questo Tour de France, scelga con accuratezza le sue vittime. All’indomani delle squallide manfrine di Ax-3-Domaines, Andy Schleck si era reso conto (o forse qualcuno se ne era reso conto per lui) che il tempo a sua disposizione per scavare quel solco di 3’ nei confronti di Contador che gli potrebbe garantire un minimo di tranquillità in vista della crono finale non era poi così abbondante. Si era anzi sostanzialmente ridotto a due sole salite, il Port de Balès e il Tourmalet, con la terza frazione pirenaica, quella di Pau, utile solamente a mettere ulteriore fatica nelle gambe di atleti già stremati per le salite e per il caldo. Ecco dunque che il lussemburghese, dopo aver spremuto uno dopo l’altro tutti i suoi uomini, ultimo dei quali Chris Anker Sorensen, si era mosso in prima persona, con una progressione a 5 km dalla vetta del Balès. Non un attacco particolarmente deciso, ad onor del vero, ma sufficiente a ridurre ai soli Contador, Menchov, Sanchez e Van den Broeck la rosa dei corridori capaci di reggere il suo ritmo, prima di un vistoso rallentamento, tale da consentire il rientro di Vinokourov, Gesink, Leipheimer e altri top 10. Dopo un paio di effimere accelerazioni di Gadret, il colpo di scena che ha segnato questa 15a tappa e, forse, l’intera Grande Boucle.
Un coup de théâtre arrivato quando la tappa sembrava aver già detto tutto o quasi. Voeckler era solo al comando e vi sarebbe rimasto sino all’arrivo di Bagnères-de-Luchon, dopo aver abbandonato la compagnia di Vandborg (Liquigas), Van Summeren (Garmin), Ivanov (Katusha), Mondory (Ag2r), Ballan (BMC), Reda (Quick Step), Roberts (Milram), Perez Arrieta (Footon) e Turgot (Bbox come T-Blanc). Alle sue spalle, ad oltre 1’, Ballan, ultimo a cedere, e Perez Arrieta, appena rientrato sul veneto. A circa 5’ il drappello dei migliori, già orfano di un Ivan Basso la cui condizione, anziché crescere come previsto e sperato, sembra invece scemare di giorno in giorno. Un gruppetto ancora forte di una dozzina di unità, in cui i big, dopo la sfuriata della maglia gialla, sembravano quasi decisi a deporre le armi fino a domani, quando non – vista la collocazione delle montagne in programma nella frazione con traguardo a Pau – fino a giovedì. A 2 km circa dalla vetta, il capoclassifica ha invece provato un ultimo cambio di ritmo, complice forse un istante di distrazione di Contador, che gli ha concesso una decina di metri di vantaggio. Un gap che è parso per un istante potersi dilatare, allorché l’iberico si è seduto, salvo poi rilanciare l’andatura e ricucire quasi del tutto lo strappo. L’operazione riaggancio stava ormai per essere ultimata, quando la catena della maglia gialla ha deciso di tradire e passare al fronte nemico, lasciando a piedi uno Schleck legittimamente inferocito.
Contador, in barba a qualsiasi norma di fair play, non ha riflettuto neppure un secondo sull’accaduto, scattando in faccia all’avversario senza più voltarsi, se non per chiedere la collaborazione di Sanchez e Menchov, unici in grado di seguirlo. Un gesto più alla Merckx che alla Indurain, un’azione che forse a parti invertite non si sarebbe verificata, ma che, a costo di passare per antisportivi e per nemici di De Coubertin, non ci sentiamo di deprecare. Un atto che, se non altro, ci risulta assai meno fastidioso delle manfrine di Spa, imposizione di stampo quasi mafioso mascherata da gesto da galantuomini, con il lussemburghese si era visto risparmiare un passivo ben più pesante di quello odierno. Questo anche se certamente l’immagine di Contador, già non popolarissimo e non noto per le sue delicatezze nei confronti dei colleghi, compagni di squadra inclusi, non ne uscirà rafforzata.
Al di là dei dibattiti di etica sportiva, resta la cronaca. Una cronaca che, da quel punto in poi, si è fatta assai convulsa, con Schleck che, dopo aver lasciato per strada diverse decine di secondi (mancano rilevamenti ufficiali, ma ipotizziamo una quarantina, alla luce della quantità di corridori che lo ha scavalcato), ha reagito in maniera furibonda, innestando un rapporto impossibile e passando a velocità doppia non meno di una decina di atleti, fino a raggiungere e superare il drappello di Vinokourov, Leipheimer, Van den Broeck e Gesink, più diretti inseguitori del trio russo-iberico. Il forcing del lussemburghese, capace di riportarsi a 20’’ circa dai rivali per la maglia gialla, è proseguito nella successiva discesa, lungo la quale soltanto Jurgen Van den Broeck e Alexander Vinokourov – rientrato in un secondo tempo – sono riusciti a reggere il suo ritmo. Il supporto del belga non è però bastato ad Andy per tenere il distacco al di sotto dei 31’’ che poteva gestire stamane in classifica: 39’’ il divario finale, e insegne del primato sulle spalle di Contador, con 8’’ su Schleck, 2’ su Sanchez, 2’13’’ su Menchov e 3’39’’ su Van den Broeck. Ritardi più pesanti per Leipheimer, Hesjedal e Gesink (1’05’’ da Contador), Kreuziger, Kloden, Armstrong, Sastre e Rodriguez (1’18’’), terribili per Basso e Luis Leon Sanchez (2’54’’).
Dopo l’arrivo, l’ormai ex leader è parso comprensibilmente furibondo. Viene però da chiedersi quale sarebbe stato il peso di questo incidente se il lussemburghese avesse mostrato un po’ più di aggressività sino a questo momento: ad Avoriaz ha atteso l’ultimo chilometro per attaccare un Contador che forse non aveva dato segni di cedimento, ma che ben difficilmente avrebbe potuto dare una falsa dimostrazione di forza se fosse stato attaccato prima; ieri ha corso da padrone del Tour, quasi considerasse i miseri 31’’, spazzati via da un comune salto di catena, per quanto arrivato in una fase di corsa particolarmente critica, un patrimonio determinante. Nessuno può sapere con certezza di quale Tour staremmo parlando ora, ma è facile pensare che Andy sarebbe ancora in giallo, potrebbe consolarsi con la consapevolezza di essere il più forte, e avrebbe forse ancora un certo gruzzolo di vantaggio su cui costruire la comunque ancora possibile possibile maglia gialla parigina.
Quella che per Schleck è certamente una disgrazia sportiva potrebbe in ogni caso rappresentare una manna per il pubblico. Se il lussemburghese sarà capace di convertire la rabbia in una spinta verso un’intraprendenza ancora sconosciuta, anziché in una mazzata tale da affossarne ogni ambizione, il terreno per ricostruirsi una dote da difendere a cronometro c’è ancora: Peyresourde, Aspin, Tourmalet e Aubisque, per quanto mal collocati, restano un’infilata di colli in grado di fare sfracelli (anzi, se l’intenzione fosse quella di far saltare il banco, proprio il fatto di partire in salita potrebbe essere un punto a favore), e Marie-Blanque e Soulor, in programma giovedì prima della scalata del Tourmalet, potrebbero acquisire un ruolo molto più centrale di quel che si potrebbe prevedere. Certo, se il piano tattico del lussemburghese era quello di giocarsi il tutto per tutto sul Tourmalet e non verrà rivisto, il Tour prenderà al 99% la strada di Madrid. In quel caso, però, quel salto di catena finirebbe probabilmente per avere un impatto relativo sulla classifica finale, finendo soltanto per agevolare l’inevitabile.

Matteo Novarini

« Pagina precedentePagina successiva »