LA TAPPA DEL GIORNO: ENNA – ETNA

ottobre 5, 2020 by Redazione  
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È già ora delle montagne al Giro d’Italia, che al terzo giorno di gara propone l’impegnativo arrivo in salita sull’Etna, affrontata dal semi inedito versante di Linguaglossa. Avremo subito i primi verdetti in montagna, dopo quelli sanciti dai 15 Km della cronometro di Palermo

“Le montagne subito!” potrebbe essere lo slogan che accomuna i tre grandi giri nella stagione 2020. Il Tour ha proposto al secondo giorno di gara le ascese alpine ai colli della Colmiane e di Turini e al quarto l’arrivo in salita a Orcières Merlette, mentre alla Vuelta salite impegnative caratterizzeranno i tracciati delle prime tre frazioni, complice anche l’annullamento delle tappe pianeggianti che erano state disegnate in Olanda come apertura della corsa iberica. Una situazione molto simile si avrà anche al Giro che tra terza e quinta tappa proporrà, limitando il calcolo ai due GPM principali che si affronteranno in queste due frazioni, ben 43 Km di salita, cominciando con i quasi 19 Km al 6.6% dell’Etna, dal 2011 divenuto una presenza fissa ogni qual volta la Corsa Rosa fa scalo in Sicilia, sempre proposto da versanti differenti. Così nel 2011 si è saliti da quello classico che da Nicolosi conduce al Rifugio Sapienza, nel 2017 si è arrivati nel medesimo luogo salendo da Pedara e l’anno successivo il traguardo è stato fissato presso l’osservatorio astrofisico di Ragalna. Stavolta la conclusione della tappa etnea si svolgerà nella località di Piano Provenzana, raggiungendola dalla località di Linguaglossa percorrendo un versante in parte inedito perché fino al bivio posto a poco più di 3 Km dall’arrivo, dove si svolterà a sinistra per imboccare il tratto più impegnativo della salita (negli ultimi 3200 metri la pendenza media è dell’8.5%, con un picco al 13% a circa 1.5 Km dal traguardo), si era arrivati durante la tappa del Giro del 2011, successivamente terminata al Sapienza dopo che in cima alla “Mareneve” era transitato per primo il forlivese Filippo Savini. Prima del finale la terza tappa della Corsa Rosa non riserverà grandissime difficoltà, pur non mancando tratti in pedalabile salita marciando verso Nicosia, Nicolosi e Milo.

METEO

Enna : nubi sparse, 25.4°C (percepiti 23°C), vento moderato da SW (14-20 Km/h), umidità al 39%
Regalbuto (47.1 Km) : cielo coperto, 29.5°C (percepiti 28°C), vento moderato da SW (13-19 Km/h), umidità al 36%
Paternò (78.1 Km) : cielo coperto, 27.3°C (percepiti 25°C), vento moderato da SW (15 Km/h), umidità al 62%
Linguaglossa (traguardo volante – inizio salita finale – 130.9 Km): cielo coperto, 25°C (percepiti 22.5°C), vento moderato da SW (14-19 Km/h), umidità al 61%
Etna (Piano Provenzana) : previsioni non disponibili (possibilità di pioggia)

GLI ORARI DEL GIRO

11.20: inizio collegamento RaiSport (un’ora e 5 minuti prima della partenza)
12.25: inizio collegamento Eurosport Player (all’orario della partenza)
12.25: partenza da Enna
14.00: inizio collegamento Rai2 (a circa 75 Km dalla partenza)
14.55 – 15.15: traguardo volante di Zafferana Etnea
15.30-15.50: traguardo volante di Linguaglossa (inizio salita finale)
16.15-16.45: arrivo a Piano Provenzana (Etna)

UN PO’ DI STORIA

L’Etna fu una delle tre ascese inedite che Vincenzo Torriani inserì nel tracciato del Giro del 1967 per solennizzare quella che era la 50° edizione della Corsa Rosa. Il Blockhaus – in vetta al quale Merckx ottenne la sua prima affermazione in montagna – e le Tre Cime di Lavaredo, nonostante l’annullamento della tappa per le troppe spinte, lasciarono il segno e ritornarono spesso a svettare sulle altimetrie del Giro mentre non ebbe la medesima fortuna la scalata al vulcano siciliano. Non ci furono né fuoco, né fiamme particolari, al Rifugio Sapienza vinse Franco Bitossi e i corridori di classifica giunti attardati al traguardo accusarono lievi ritardi: i primi dei “big” furono Gianni Motta e Merckx, che riuscirono a guadagnare appena tre secondi sui più diretti rivali e sedici su Anquetil. Sia per questo motivo, sia per le rare volte nelle quali la corsa scendeva fino in Sicilia, bisognerà attendere ben 22 anni prima di rivedere i corridori risalire sulle pendici dell’Etna, primo arrivo in salita dell’edizione 1989 appena al secondo giorno di gara, motivo che spinse Torriani a proporre i primi nove chilometri del versante di Nicolosi, fino al piazzale di Piano Bottara dove tagliò per primo il traguardo il portoghese Acacio Da Silva. Dovranno trascorrere altri 22 anni perché si accendesse per davvero l’amore tra il Giro e l’Etna che, come abbiamo detto, dal 2011 è divenuto abitudine fissa del Giro in Sicilia: in occasione dei tre arrivi proposti nell’ultimo decennio sul Mongibello si sono imposti il venezuelano José Rujano nel 2011 (in seguito alla squalifica dello spagnolo Alberto Contador), lo sloveno Jan Polanc nel 2017 e il colombiano Johan Esteban Chaves nel 2019. Il rapporto tra gli organizzatori del Giro e l’Etna non si esaurisce qui perché RCS Sport è stata lo scorso anno artefice della rinascita del Giro di Sicilia dopo 41 anni di stop e anche nella ritrovata corsa è stata inserita l’ascesa al vulcano, sede d’arrivo della quarta ed ultima tappa, vinta dal francese Guillaume Martin. L’ascesa dal versante di Linguaglossa, quello che sarà affrontato oggi alla Corsa Rosa, era prevista anche nel tracciato della tappa di Mascali del Giro di Sicilia 2020, annullata a causa della pandemia di COVID-19.

L’Etna fumante e, in trasparenza, l’altimetria della quinta tappa del Giro 2020 (www.quotidiano.net)

L’Etna fumante e, in trasparenza, l’altimetria della quinta tappa del Giro 2020 (www.quotidiano.net)

LA TAPPA DEL GIORNO: ALCAMO – AGRIGENTO

ottobre 4, 2020 by Redazione  
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La seconda tappa propone nel finale la breve e non troppo impegnativa salita attraverso la spettacolare Valle dei Templi. L’arrivo ad Agrigento arride ai finisseur e ad un corridore come Peter Sagan, alla sua prima partecipazione al Giro d’Italia

Tra le “stelle” al via di questa edizione della Corsa Rosa c’è un corridore del calibro di Peter Sagan, campione che nei primi 10 anni di professionismo mai ha preso parte al Giro d’Italia d’italia. Il direttore Mauro Vegni è riuscito ad assicurarselo al via fin dallo scorso autunno, quando era stato annunciato che la corsa sarebbe partita dall’Ungheria, non distante dalla sua Repubblica Slovacca, e ancora non si sapeva che la pandemia avrebbe stravolto il calendario e fatto slittare il Giro da maggio ad ottobre. Le prime tre tappe ungheresi sono state così cancellate e si è ritrovata a risalire in calendario dal quarto al secondo giorno di gara la frazione con arrivo ad Agrigento, che Vegni aveva disegnato anche pensando alla presenza di Sagan, vincitore dei mondiali di ciclismo per tre anni consecutivi, tra il 2015 e il 2017. Il finale ricalca in piccola parte, infatti, quello di un altro mondiale – disputato nel 1994, quando Peter aveva soli 4 anni, e vinto dal francese Luc Leblanc – e quella salita conclusiva di poco meno di 4 Km al 5.2% costituisce un succulento boccone per un corridore che in cima ad ascese simili, anche se più brevi, al Tour de France ha conquistato le tappe di Longwy (2017), Seraing e Boulogne-sur-Mer (2013). Bisognerà vedere, però, con quale condizione si schiererà al via del Giro perché da un paio di stagione la sua “stella” si è in parte eclissata e in particolare il suo bilancio di vittorie per il 2020 segnala ancora lo zero. Prima del finale in salita si dovranno affrontare una serie di saliscendi nei primi 46 Km di gara, che culmineranno con il GPM di Santa Ninfa (4.3 Km al 4.1%) e con la salita che condurrà al traguardo volante di Partanna (3.5 Km al 4.1%). Seguirà un interminabile e velocissimo tratto da percorrere su di una scorrevole superstrada prima di ritrovare la viabilità normale alle soglie di Porto Empedocle, dove si renderà omaggio alla figura di Andrea Camilleri. Infine, lo spettacolare attraversamento della Valle dei Templi anticiperà l’ascesa finale verso l’antica Akragas.

METEO

Alcamo: cielo sereno, 25.7°C, vento debole da NW (6-7 Km/h), umidità al 34%
Santa Ninfa (GPM – 37.5 Km) : cielo sereno, 27.8°C, vento debole da W (9-13 Km/h), umidità al 24%
Sciacca (84.3 Km) : cielo sereno, 26.6°C (percepiti 25°C), vento moderato da W (11 Km/h), umidità al 46%
Agrigento : cielo sereno, 30.5°C (percepiti 29°C), vento moderato da WSW (12 Km/h), umidità al 24%

GLI ORARI DEL GIRO

11.35: inizio collegamento RaiSport (un’ora e 20 minuti prima della partenza)
12.35: inizio collegamento Eurosport Player (20 minuti prima della partenza)
12.55: partenza da Alcamo
13.00: inizio collegamento Eurosport 2 (subito dopo la partenza)
13.50 – 13.55: scollinamento GPM di Santa Ninfa
14.00: inizio collegamento Rai2 (a circa 45 Km dalla partenza)
14.00 – 14.10: traguardo volante di Partanna
15.60-16.10: traguardo volante di Porto Empedocle
16.15-16.40: arrivo ad Agrigento

UN PO’ DI STORIA

È uno dei capoluoghi di provincia più meridionali d’Italia e per una corsa come il Giro che vive le sue pagine più salienti sulle salite alpine sono rare le puntate ad Agrigento, che comunque in sei occasioni ha avuto l’onore di accogliere la corsa rosa, per quattro traguardi e due partenze, sulle quali spicca quella dell’edizione del 1999, che scattò dalla Valle dei Templi con una tappa di 175 Km diretta a Modica, dove conquistò la prima maglia rosa il velocista cremasco Ivan Quaranta. Risale al 1965, l’anno dell’affermazione in classifica di Vittorio Adorni, il primo traguardo fissato nel cuore di quella che fino al 1927 si chiamava Girgenti e dove si impose Guido Carlesi, il corridore toscano noto con il soprannome di “Coppino” per la sua somiglianza con il Campionissimo. Ci si tornerà nel 1982 e, per rimanere in tema di campioni del mondo, quell’anno si imporrà un corridore che qualche stagione più tardi vestirà la maglia iridata, il veneto Moreno Argentin. Toccherà poi a un futuro vincitore del Tour de France, il danese Bjarne Riis, che nel 1993 vincerà al termine di una lunga fuga da lontano precedendo i compagni d’avventura Michele Coppolillo e Giancarlo Perini. L’ultimo a iscrive il suo nome nel ristretto albo d’oro dei vincitori ad Agrigento sarà l’emiliano Riccardo Riccò nel 2008, al termine della seconda frazione di quell’edizione.

Il tempio della Concordia ad Agrigento e, in trasparenza, laltimetria della seconda tappa (Wikipedia)

Il tempio della Concordia ad Agrigento e, in trasparenza, l'altimetria della seconda tappa (Wikipedia)

LA TAPPA DEL GIORNO: MONREALE – PALERMO

ottobre 3, 2020 by Redazione  
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La centotreesima prende il via con una cronodiscesa che da Monreale condurrà uno alla volta i corridori a Palermo, una tappa che potrebbe essere condizionata dal vento, annunciato particolarmente forte per la giornata di sabato e in particolar modo proprio nel tratto che si dovrà percorrere in discesa

Inizio in planata per la centotreesima edizione del Giro d’Italia che scatterà insolitamente con una cronodiscesa, gara che fa il paio con una molto simile disputata al Giro del 1987, quando al primo giorno di gara si percorse contro il tempo il finale della Milano-Sanremo, dal Poggio in poi. La similitudine tra le due gare termina qua, però, perché la crono palermitana sarà lunga il doppio rispetto alla tappa di 33 anni fa, anche se come quel giorno la discesa costituirà il principale “ingrediente” del percorso, corrispondente al 53% dell’intero tracciato. La partenza sarà comunque in salita perché, scesi dalla rampa di lancio, i primi metri saranno tutti all’insù verso la cattedrale di Santa Maria Nuova, celebre per i mosaici bizantini che l’adornano, all’esterno della quale saranno presi i tempi di scalata che assegneranno la prima maglia azzurra, simbolo della classifica dei Gran Premi della Montagna. Solo a quel punto inizierà il tratto in di discesa, 8 Km al 3.6% velocissimi (tolti due tornanti, si pedalerà costantemente in rettilineo) divisi in due settori distinti, con il primo – 2.9 Km al 7.1% – più scosceso del secondo, un falsopiano lievemente discendente di 5 Km che si concluderà nel centro storico di Palermo. Dopo la seconda “stazione” di rilevamento dei tempi intermedi inizieranno i 5 Km conclusi, totalmente pianeggianti e non meno filanti della prima parte di gara per la presenza di appena una decina di curve, la più difficile delle quali è la strettissima inversione ad U che, a 2 Km dal traguardo, immetterà i corridori sul rettilineo d’arrivo. Si prospettano altissime velocità per il vincitore, tra i 51 e 55 Km/h, mentre paiono irraggiungibili i 58,874 km\h che nel cronoprologo di Pescara del 2001, disputato totalmente in rettilineo e con il vento a favore, fece registrare il belga Rik Verbrugghe. Un’insidia aggiunta sarà rappresentata dal vento, che dovrebbe spirare piuttosto forte nella prima metà del pomeriggio, mentre dovrebbe calare nel finale di gara: dovrebbero trovarlo laterale nel corso della discesa, a favore nel tratto pianeggiante palermitano e contrario sul rettilineo d’arrivo di 2 Km, subito dopo esser “sbucati” dall’inversione ad U.

METEO

Monreale – partenza primo corridore : nubi sparse, 31.7°C (percepiti 28°C), vento forte da S (32-46 Km/h), umidità al 31%
Monreale – partenza ultimo corridore : cielo coperto, 31.3°C (percepiti 29°C), vento moderato da SSW (21-31 Km/h), umidità al 30%
Palermo – arrivo primo corridore : nubi sparse, 30.9°C (percepiti 27°C), vento forte da S (33-41 Km/h), umidità al 44%
Palermo – arrivo ultimo corridore : cielo coperto, 30.1°C (percepiti 27.5°C), vento moderato da SSW (20-27 Km/h), umidità al 49%

GLI ORARI DEL GIRO

12.25: inizio collegamento RaiSport1 (50 minuti prima della partenza)
13.10: inizio collegamento Eurosport 2 (5 minuti prima della partenza)
13.15: partenza del primo corridore da Monreale (Alex Dowsett)
13.18: partenza di Victor Campenaerts
13.30-13.35: arrivo del primo corridore a Palermo
13.56: partenza di Simon Yates
13.59: partenza di Matthias Brändle
14.00: inizio collegamento Rai2
14.00: partenza di Jan Tratnik
14.14: partenza di Rohan Dennis
14.25: partenza di Ilnur Zakarin
14.34: partenza di Mikkel Bjerg
14.35: partenza di Jos van Emden
14.36: partenza di Geraint Thomas
14.58: partenza di Filippo Ganna
15.11: partenza di Chad Haga
15.15: partenza di Alexandr Vlasov
15.41: partenza di Tony Martin
15.55: partenza di Wilco Kelderman
15.56: partenza di Jakob Fuglsang
15.57: partenza di Vincenzo Nibali
16.03: partenza di Steven Kruijswijk
16.08: partenza di Edoardo Affini
16.09: partenza di Benjamin Thomas
16.10: partenza da Monreale dell’ultimo corridore (Rafal Majka)
16.30: arrivo dell’ultimo corridore in gara a Palermo

UN PO’ DI STORIA

Con quella di quest’anno Palermo raggiunge quota 5. Non ci stiamo riferendo al computo totale degli arrivi di tappa a Palermo, che in tutto sono stati dieci, ma alle partenze assolute del Giro d’Italia dal capoluogo siciliano, la più “anziana” delle quali porta la data del 21 maggio del 1949, quando da Palermo prese il via la prima frazione, terminata 261 Km più avanti con il successo di Mario Fazio nella “sua” Catania. Si tornerà a partire da Palermo cinque anni più tardi, quando nel 1954 il primo giorno di gara di disputò una cronometro a squadre di 36 Km sul circuito del Monte Pellegrino, vinta dalla Bianchi di Fausto Coppi, che festeggiò il successo della sua formazione con una leggendaria scorpacciata di ostriche, causa di un’indigestione che l’indomani lo porterà ad accusare un pesante ritardo sul traguardo di Taormina. Bisognerà poi attendere ben 32 anni per rivedere il Giro salpare da Palermo, scattato nel 1986 con quello che è stato il cronoprologo più breve della storia della Corsa Rosa, un chilometro appena, finito nel palmarès dello sprinter elvetico Urs Freuler, che fece registrare quella che all’epoca era la media record per una tappa del Giro, 52.728 Km/h che saranno successivamente migliorati dal francese Armand de Las Cuevas a Bologna nel 1994 (53.391 Km/h) e, come abbiamo ricordato più sopra, dal belga Verbrugghe a Pescara nel 2001. L’ultimo “Grand Départ” in ordine di tempo è stato quello del 2008 e anche in quella occasione si partì con una cronosquadre, vinta dal team statunitense Slipstream-Chipotle con assegnazione della prima maglia rosa a Christian Vande Velde.

Vista area di Palermo e, in trasparenza, laltimetria della prima tappa (Pinterest)

Vista area di Palermo e, in trasparenza, l'altimetria della prima tappa (Pinterest)

MONDIALI 2020: LE PAGELLE

settembre 30, 2020 by Redazione  
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Qualche giorno dopo il mondiale vinto da Julian Alaphilippe ecco le pagelle dei campionati del mondo disputati domenica scorsa a Imola.

JULIAN ALAPHILIPPE. Il percorso era adatto alle sue caratteristiche, anche se le prestazioni negli ultimi mesi non erano state stupefacenti, eccetto la vittoria di tappa al Tour de France. Ad Imola però il transalpino si presenta ai suoi livelli ottimali e nel momento giusto ha fatto il vuoto sulla salita di Gallisterna. Ha dato il tutto per tutto nel falsopiano e nella discesa finale fino il traguardo. Nessuno ne ha avuta per stargli dietro. Successo meritato, la maglia iridata avrà un degno possessore. VOTO:10

WOUT VAN AERT. La domanda sorge spontanea: se non si fosse spremuto nella crono di giovedì ce l’avrebbe fatta a tenere le ruote di Alaphilippe? Chi lo sa, era il grande favorito e il Belgio ha lavorato tutto il giorno per lui, ma nel punto cruciale della corsa si lascia scappare Alapilippe. Delusione ma consapevolezza di essere ormai un big del gruppo, come dimostra la volata vinta senza fatica che gli è valsa l’argento mondiale. VOTO: 8

MARC HIRSCHI. Lo svizzero era in uno stato di forma eccezionale e come ha corso il Tour ha corso in Italia. Un bronzo che a 22 anni ha un valore speciale. Guardando il suo palmarès tra i juniores si evinceva come con addosso la maglia della nazionale svizzera facesse faville. E così è stato. VOTO: 7,5

MICHAŁ KWIATKOWSKI. Non partiva tra i favoriti, nonostante il polacco un Mondiale lo avesse voto già vinto nel 2014 a Ponferrada in Spagna. Il buon Michał anche quando non te lo aspetti è capace di regale sorprese e attacchi imprevedibili. Questa volta non gli riesce ma arriva lo stesso ad un passo dalla medaglia. VOTO: 7

JAKOB FUGLSANG. Il danese nelle ultime stagioni ha regalato gioie e successi; ci prova anche qua, ma come tutti i big gli manca la gamba per seguire Alaphilippe. Inoltre in in volata non era tra i più veloci. Tutto sommato un buon quinto posto per il vincitore del Lombardia 2020. VOTO: 7

TADEJ POGAČAR. Il vincitore del Tour dà spettacolo anche al Mondiale. Un guasto meccanico lo fa fermare, rientra con tenacia e quando mancavano 50 chilometri all’arrivo piazza uno scatto deciso e prende il largo. Rimane in avanscoperta per 28 chilometri, raggiungendo un vantaggio massimo di 25 secondi, ma la nazionale belga di Van Aert non molla e lo raggiunge. VOTO: 6,5

PRIMOŽ ROGLIČ. Sesto posto per lo sloveno, anche lui tra i big a dimostrazione del ciclista talentuoso che è. Si riprende bene dopo la beffa del Tour de France. VOTO: 6,5

ALEJANDRO VALVERDE. A 40 anni suonati è ancora lì a far piazzamenti, monumentale. Un ottavo posto dopo un oro, due argenti e quattro bronzi collezionati nella sua lunga carriera, da incorniciare. Forza di volontà e un spiccato senso a non mollare mai. In una nazionale iberica che aveva tante frecce nella faretra alla fine spicca sempre e solo lui. VOTO: 7

DAMIANO CARUSO. È il ciclista italiano più in forma del momento. Esce bene dal Tour de France. Si vede sul Mazzolano e stenta un po’ sul Gallisterna, ma stringe i denti e riesce a chiudere nella top ten come in Francia. VOTO: 6,5

VINCENZO NIBALI. Non lo squalo migliore, ma la gamba è in netto miglioramento. Buoni segnali in vista del Giro d’Italia. VOTO: 6

RIGOBERTO URÁN. Un ventiquattresimo posto che non ha nulla di positivo, con una nazionale colombiana che non si vede mai. VOTO: 5

DIEGO ULISSI. Sulla carta era il corridore italiano più indiziato di vittoria. Invece termina al 47° posto con oltre dieci minuti di ritardo. VOTO: 5

THOMAS PIDCOCK. Si ritrova a 21 anni capitano della nazionale della Gran Bretagna per caso (ma non troppo, vista la sua netta vittoria al recente Giro d’Italia Under23). Fa quel che può ma la condizione non c’è e il percorso non è proprio nelle sue caratteristiche. VOTO: 5

JONAS KOCH (Germania), TORSTEIN TRÆEN (Norvegia), MARCO FRIEDRICH (Austria), DANIIL FOMINYKH (Kazakistan), YUKIYA ARASHIRO (Giappone), EDUARD GROSU (Romania), ULISES CASTILLO (Messico). Sono i fuggitivi di giornata, in scena prima che entrino in ballo i favoriti. VOTO: 6

Luigi Giglio

Il momento del decisivo attacco di Alaphilippe (Getty Images)

Il momento del decisivo attacco di Alaphilippe (Getty Images)

TOUR 2020: LE PAGELLE

settembre 21, 2020 by Redazione  
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Ecco le pagelle del Tour appena terminato. Ovviamente è per Tadej Pogacar il voto massimo.

TADEJ POGACAR: Fe-no-me-na-le. Lo sloveno, con bici Colnago, ha scritto la storia in questo Tour de France collezionando record su record. Un risultato che non meraviglia tanto dopo le premess dello scorso anno. Nella crono finale, sulla salita de La Planche des Belles Filles, soffia a Roglic la maglia gialla e l’onore di essere il primo ciclista a portare la Slovenia sul gradino più alto del podio del Tour de France. Primo ciclista dell’UAE-Team Emirates Pogacar a vincere il Tour de France. Oltre alla maglia gialla conquista anche quella a pois riservata al miglior scalatore e quella bianca riservata al miglior giovane. In tutto ciò, Tadej, classe 1998, risulta essere il secondo vincitore più giovane della corsa. Vincitore di tre tappe, e che tappe, che impreziosiscono ancor di più un talento cristallino che segnerà il futuro delle grandi corse a tappe. Un pensiero speciale a Beppe Saronni che tanto ci era rimasto male per la defezione di Fabio Aru, ma che potrà festeggiare alla grande con Pogacar. VOTO: 10

WOUT VAN AERT: Il belga riesce a vincere due tappe di alto spessore, la prima a Privas con finale in leggera salita battendo i migliori velocisti del panoramana ciclistico. La seconda vittoria arriva a Lavaur, sempre in volata, ma dopo una corsa dura che aveva segnato le gambe dei corridori. Per lui un grande lavoro in funzione del proprio capitano Roglic che lo ha fatto desistere dal competere per la maglia verde. Un Tour dove ha mostrato il meglio di sè. VOTO: 8

SAM BENNETT: L’irlandese, velocista della Deceuninck, ha un treno formidabile al suo seguito, eppure riesce ad imporsi su Ewan solo a Saint-Martin-de-Ré e a Parigi, terminando in parità questa sfida particolare con l’australiano. Vince alla grande la classifica a punti dove con classe, e soprattutto con testa, riesce a beffare un nervoso Peter Sagan. VOTO: 7,5

SEPP KUSS: Gregario formidabile e affidabile. Si mette a disposizione di Roglic e svolge il lavoro alla perfezione quando la strada comincia a salire. Un uomo squadra che la Jumbo-Visma dovrà tenersi stretto. VOTO: 7.5

RICHIE PORTE: Con la sua andatura regolare, senza spunti incisivi o degni di nota, senza forature o cadute importanti, il tasmaniano in forza alla Trek-Segafredo riesce a portare a casa un terzo posto che gli vale il primo podio della carriera al Tour de France e in un Grande Giro. VOTO: 7,5

JULIAN ALAPHILIPPE: Il francese non è un uomo da Grandi Giri, l’anno scorso è stato un caso più unico che raro, ma lui è un campione, e che siano corse di un giorno o a tappe da sempre il meglio di sè. Vince una tappa, la seconda a Nizza, e conquista la maglia gialla per tre giorni. Con l’inizio delle salite perde maglia e posizioni. Avrà altre occasioni per vincere delle tappe, si renderà protagonista di varie fughe, ma senza seguito. VOTO: 7

DAMIANO CARUSO: Con l’ottima prova nella crono de La Planche des Belles Filles il siciliano conquista una meritata decima posizione nella classifica generale che gli rende molto onore. Una vita da gregario, sempre a disposizione del capitano di turno; pochi i Grandi Giri in carriera corsi da capitano, sempre senza un team a sua completa disposizione, ma in questo Tour ha dimostrato che con la sua regolarità, su di lui si può sempre contare. Per il trentaduenne siciliano della Bahrain-Merida si tratta di un bellissimo risultato, considerando che non sono mancate le occasioni in cui a dovuto lavorare per il compagno di squadra Mikel Landa. VOTO: 7

CALEB EWAN: Con due vittorie in volata dimostra di essere uno dei velocista più forti in circolazione. Purtroppo stecca la prima tappa dove non riesce a sprintare come si deve e deve rinunciare alla maglia gialla in favore di Kristoff. VOTO: 7

MARC HIRSCHI : Il ventiduenne ariva secondo alle spalle di Alaphilippe nella seconda tappa, non ci sta e andrà sempre all’attacco, in ogni tappa, finché riuscirà a vincere a Sarran. Alla fine vincerà anche lo speciale premio della combattività. VOTO: 7

SOREN KRAGH ANDERSEN: il corridore del Team Sunweb esce presto di classifica per sfruttare le fughe nella seconda e terza settimana. E grazie a queste fughe riesce a vincere due tappe, a Lione e a Champagnole. VOTO: 7

ENRIC MAS: Il corridore della Movistar, classe 95, riesce ad arrivare 5° a Parigi. Con la sua gamba e corsa regolare riesce a scavalcare fior fiori di ciclisti in classifica e cogliere un piazzamento finale importante. Certo, in futuro, per vincere dovrà cambiare tattica di corsa, ma ha tutte le qualità per farlo.
VOTO: 7

TOM DUMOULIN: All’inizio del Tour si sprecano le voci per chi sia il capitano della Jumbo-Visma, Roglic o Dumoulin; alla fine l’olandese mette tutti a tacere quando nell’ottava tappa si mette a lavorare di sua volontà per lo sloveno, per poi staccarsi e perdere terreno in classifica. Il problema che poi rientra facilmente in classifica, nonostante il suo lavoro di gregario per Roglic, tanto che a Parigi finirà settimo con poco meno di otto minuti da Pogacar. Col senno di poi è sempre facile parlare, ma nella terza settimana per la forma non sembrava inferiore a nessuno, Pogacar escluso: una situazione che poteva valutare meglio. Arriva secondo nella crono finale. VOTO: 6,5

LENNARD KÄMNA E NANS PETERS: Entrambi protagonisti delle fughe di giornata, riescono meritatamente a trovare una vittoria a testa. VOTO: 6,5

ALEXANDER KRISTOFF: Primo ciclista ad indossare la maglia gialla al Tour de France grazie alla vittoria in volata nella tappa d’apertura di Nizza. Purtroppo per lui non arriveranno altre occasioni per festeggiare. VOTO: 6,5

MICHAEL KWIATKOWSKI: Con la vittoria a La Roche-sur-Foron riesce a salvare un Tour de France 2020 che altrimenti sarebbe stato disastroso per l’Ineos Grenadiers. Un edizione dove il capitano designato Bernal, nonché campione in carica, si ritira per vari problemi fisici, Carapaz (voto 5,5) – che doveva esserne il vice – non riesce ad esprimersi e rimane sempre nel limbo. Amador (4,5) e Sivakov (4,5) sono impalpabili e mai nel vivo della corsa, tanto che finché Bernal stava bene più volte gli ultimi uomini in salita erano proprio il polacco e Castroviejo (6). VOTO: 6,5

MIKEL LANDA: Alla vigilia era dato come uno dei favoriti. Non riesce a scappare alle maglie della Jumbo-Visma e piano piano, tappa dopo tappa, si accomoda a ruota provando solo a portare a casa una posizione di prestigio. Non riesce ad arrivare sul podio ma trova un quarto posto che gli rende onore. VOTO: 6,5

MIGUEL ANGEL LOPEZ: Tra scivolate, cadute e bucature varie che lo accompagnano perennemente, anche stavolta il capitano dell’Astana riesce a terminare un Grande Giro con una buona posizione. Dispiace per lui che alla fine raccolga solo il sesto posto a causa di una prestazione alla crono che gli ha fatto perdere il podio. Lascia il segno imponendosi sul Col de la Loze. VOTO: 6,5

LUIS LEON SANCHEZ : Averlo in squadra è una garanzia, la sua esperienza e la sua duttilità sono manna per qualsiasi capitano. VOTO: 6,5

TONY MARTIN: Il tedescone della Jumbo-Visma è una garanzia per Roglic, sempre in testa nelle prime fasi della corsa. VOTO: 6,5

ALEXEY LUTSENKO: Un cacciatore di tappe come lui riesce sempre a trovare il bersaglio grosso e in Francia riesce ad aggiudicarsi la tappa con arrivo in salita sul Mont Aigoual.
Successivamente sarà costretto più volte a stare vicino al capitano Lopez, ma quando ha il via libera non riesce più a trovare il guizzo giusto. VOTO: 6

DANIEL FELIPE MARTINEZ: Dopo la vittoria del Delfinato ci aspettavamo qualcosa di più al Tour, ma non riesce a far classifica. Lascia il segno con la splendida vittoria sul Puy Mary. VOTO: 6

JAN POLANC E DAVID DE LA CRUZ : Dopo il ritiro di Aru e di Formolo, rimangono loro due come gregari di montagna per Pogacar. Fanno quel che possono e non sfigurano nonostante non siano dei mostri. VOTO: 6

RIGOBERTO URAN : Avete presente il Tour de France 2019 di Rigoberto Uràn? Bene, cambiate la data e il risultato è sempre lo stesso, solo una posizione cambia, quest’anno ottavo. VOTO: 6

ADAM YATES: Inizia bene, con costanza. Sgambetta agilmente durante le prime salite del Tour. Porta la maglia gialla per quattro tappe, per poi iniziare a spegnersi ed appannarsi lentamente. Termina la corsa al nono posto in classifica generale a quasi nove minuti da Pogacar. VOTO: 6

PRIMOZ ROGLIC: La beffa subita è un macigno che sarà dura da digerire e che potrà segnare in negativo il suo rendimento. Sul primo arrivo in salita, ad Orcières-Merlette, metteva tutti in riga, conquistando anche la leadership interna alla Jumbo-Visma, senza malumori esterni tra l’altro. Purtroppo per lui quando hai la corsa in pugno e vedi i diretti rivali mollare piano piano, con una squadra che ti mette a disposizione dei gregari formidabili tra cui Tom Dumoulin, hai la strada spianata verso il successo e non puoi sbagliare. Arrivare all’ultima crono con 57” di vantaggio dal secondo in classifica su un percorso a te congeniale e non riuscire a vincere il Tour è una vera e propria débâcle. Speriamo per Primoz che superi la beffa psicologicamente. VOTO: 5,5

EGAN BERNAL: Non prende il via alla diciassettesima tappa a causa di non specificati problemi. Una crisi Gran Colombier dal terzo posto in generale lo aveva fatto scivolare al sedicesimo posto a oltre 8 minuti da Roglic. La tappa successiva si era rivelata come un’altra via crucis finché per il vincitore del Tour de France 2019, non si è deciso insieme al Team Ineos di alzare bandiere bianca. Il talento c’è, non sarà una nube ad offuscare il futuro di Bernal, dove ne vedremo delle belle nei duelli con Pogacar. VOTO: 5

DANIEL MARTIN: Doveva essere l’uomo di classifica per la Israel Start-Up Nation, esce presto di classifica e non riesce nemmeno ad andar vicino alla vittoria di tappa. VOTO: 5

PETER SAGAN: Non arriva alla partenza di Nizza con i migliori auspici dopo un 2020 in cui ha corso male e lontano dal vero Sagan. Più volte sul podio di tappa, ma mai con l’impressione di poter vincere realmente una frazione di questo Tour de France. Belle le sue scaramucce con Bennett, ma queste non impediscono all’irlandese di portare a casa la maglia verde proprio ai danni dello slovacco. VOTO: 5

MADS PEDERSEN: Quando sei campione del mondo in carica non puoi correre un Tour de France anonimo come ha fatto il danese. Eppure il secondo posto nella prima tappa di Nizza poteva essere un buon auspicio; invece poi il nulla, lo si rivede solo nella tappa finale a Parigi con un altro secondo posto. VOTO: 5

MATTEO TRENTIN : L’italiano in forza al CCC Team coglie solo qualche piazzamento di tappa. Terzo nella classifica per la maglia verde, conclude un Tour senza nessuna azione degna di nota. VOTO: 5

ALEJANDRO VALVERDE: Lo spagnolo conclude una corsa senza nessun guizzo. Fuori dalla top ten della generale, lontanissimo dal vincere una tappa. L’età si fa sentire per tutti. VOTO: 5

EMANUEL BUCHMANN: Veniva dal quarto posto nella classifica generale dell’anno scorso e i presupposti affinché potesse ripetersi o almeno centrare la top ten c’erano tutti. Il tedesco della Bora, invece, non entra mai in corsa, sempre fuori fase e lontano dai migliori. VOTO: 4,5

NAIRO QUINTANA: L’ombra di se stesso. Ormai il treno per vincere il Tour de France è passato e ripassato più volte e non tornerà mai più, ma terminare diciassettesimo a più di un’ora dal vincitore era impensabile alla vigilia. VOTO: 4,5

THOMAS DE GENDT: Il belga è un’attaccante nato per natura, ma non si vedono sue tracce per tutta la durata della corsa. VOTO: 4

THIBAUT PINOT: Il francese conclude il Tour de France nell’anonimato più assoluto. Esce subito fuori di classifica e non riesce a farsi perdonare vincendo, o almeno provando a farlo, una tappa. VOTO: 4

ELIA VIVIANI: Per l’Italia le speranze erano racchiuse tutte in lui. Il velocista della Cofidis purtroppo stecca tutte le volate e il massimo che riesce a fare è un quarto posto nella frazione con arrivo a Saint-Martin-de-Ré. Per lui un’involuzione preoccupante. VOTO: 4

FABIO ARU: Che cosa dire riguardo il sardo, ha detto tutto il buon Saronni. L’augurio è quello di rivederlo presto in corsa con la grinta e la gamba di qualche stagione fa. VOTO: S.V.

Luigi Giglio

L’ÉTAPE DU JOUR: MANTES-LA-JOLIE – PARIGI

settembre 20, 2020 by Redazione  
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Il Tour è arrivato al suo ultimo atto, la classica passerella conclusiva di fine corsa con spettacolare approdo sull’Avenue des Champs-Élysées

Il primo GT post covid (anzi, intra covid vista l’attuale situazione dell’emergenza sanitaria in Francia) è giunto al suo atto conclusivo, la tradizionale passerella con approdo fissato sugli Champs-Élysées. Si partirà da Mantes-La-Jolie, cittadina situata una sessantina di chilometri a ovest della capitale francese, in direzione della quale si viaggerà seguendo un tracciato prevalentemente pianeggiante. Quest’anno non è, infatti, stato inserito nel percorso uno dei passaggi immancabili dell’ultima tappa, l’attraversamento della valle della Chevreuse, dove si andavano ad affrontare una serie di piccole salitelle. Ci sarà comune spazio per un ultimo gran premio della montagna – la facilissima Côte de Beulle (2.3 Km al 3.6) da scavalcare a poco più di 13 Km dal via – mentre alle porte di Parigi si dovrà superare anche l’ascesa del Pavé de Meudon (1500 metri al 4,6%) che, a dispetto del nome, presenta strada perfettamente asfaltata. Entrati in Parigi quando mancheranno 56 Km alla conclusione, una dozzina di chilometri più avanti si transiterà per la prima volta dal traguardo e si inizieranno gli 8 giri del tradizionale circuito degli Champs-Élysées, movimentato da un paio di tratti in lieve ascesa, il primo pedalando in direzione dell’Arco di Trionfo e il secondo all’uscita dal sottopassaggio dal Louvre.
A meno d’imprevedibili sorprese, l’epilogo sarà in volata, poi spazio ai festeggiamenti per il vincitore della 107a edizione del Tour de France

METEO TOUR

Mantes-la-Jolie: poco nuvoloso, 27.3°C, vento moderato da E (12-13 Km/h), umidità al 50%
Versailles (Km 40) : poco nuvoloso con possibilità di deboli e isolate precipitazioni, 27.7°C, vento debole da ENE (9-12 Km/h), umidità al 50%
Parigi – 1° passaggio (Km 67.5) : poco nuvoloso, 28.5°C, vento moderato da ENE (10-13 Km/h), umidità al 39%
Parigi – arrivo : nubi sparse, 27.6°C, vento moderato da NE (11-14 Km/h), umidità al 43%

GLI ORARI DEL TOUR

15.40: inizio trasmissione Eurosport 1 (20 minuti prima del via)
16.00: partenza da Mantes-la-Jolie
16.20-16.25: scollinamento Côte de Beulle
17.00: inizio trasmissione RAI2 (a circa 40 Km dal via, poco prima del passaggio dalla reggia di Versailles)
17.30-17.45: ingresso del gruppo in Parigi
17.50-18.05: primo passaggio dal traguardo
18.10-18.20: traguardo volante sull’Haut des Champs-Élysées
18.50-19.10: arrivo da Parigi

UN PO’ DI STORIA

Fatti realizzare nel 1616 su iniziati della regina consorte di Francia Maria de’ Medici sul luogo dove si estendevano dei semplici campi, da 50 anni a questa parte gli Champs-Élysées sono divenuti la naturale sede d’arrivo del Tour de France, inagurata nel 1975 con il successo del belga Walter Godefroot. Sono stati proprio i corridori arrivati dal Belgio ad ottenere il maggior numero di successi sull’avenue parigina imponendosi in 10 occasioni tra il 1975 e il 2008. Nella speciale classifica della nazioni più vittoriose sugli Champs-Élysées troviamo in seconda posizione la Germania a quota sei affermazioni, tallonata da Francia e Italia, entrambe con cinque viittore: per i nostri si sono imposti Guido Bontempi nel 1986, Fabio Baldato nel 1996, Nicola Minali nel 1997, Stefano Zanini nel 2002 e Fabio Baldato nel 2007; seguono in classifica Olanda e Regno Unito a quota 4, Australia a quota 3, Norvegia, Uzbekistan e Stati Uniti a quota 2, mentre hanno ottenuto una vittoria a test Svizzera, Repubblica Ceca, Russia e Kazakistan. Per quanto riguarda i corridori il plurivittorioso sugli Champs-Élysées è stato il britannico Mark Cavendish, consecutivamente quattro volte primo. Nessuno ha mai ottenuto tre vittorie su questo traguardo mentre a portare a casa una doppietta sono stati il francese Bernard Hinault, il belga Freddy Maertens, i tedeschi André Greipel e Marcel Kittel, l’uzbeko Djamolidine Abdoujaparov e l’australiano Robbie McEwen.

Mauro Facoltosi

LAvenue des Champs-Élysées e, in trasparenza, laltimetria dellultima tappa del Tour (www.getyourguide.it)

L'Avenue des Champs-Élysées e, in trasparenza, l'altimetria dell'ultima tappa del Tour (www.getyourguide.it)

L’ÉTAPE DU JOUR: LURE – LA PLANCHE DES BELLES FILLES

settembre 19, 2020 by Redazione  
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Al penultimo giorno di gara va in scena l’unica cronometro inserita nel percorso del Tour de France, una difficile prova contro il tempo di 36 Km, gli ultimi 6 dei quali in ripida salita

Certamente non impenserirà Primož Roglič, saldamente in maglia gialla e che ha all’attivo nove vittorie in tappe a cronometro, ma la prova contro il tempo piazzata dagli organizzatori al penultimo giorno di gara sarà fondamentale per definire i gradini più bassi del podio, essendo separati da soli 30″ Tadej Pogačar e Miguel Ángel López. Entrambi sono attrezzati in salita e sarà proprio la salita il giudice di questa cronometro, che scatterà da Lure per terminare ai 1035 metri della Planche de la Belles Filles. È una tappa che non può essere definita cronoscalata in senso stretto perchè la salita, seppur molto impegnativa, è limitata agli ultimi 5.9 Km e in totale di chilometri oggi se ne dovranno percorrere 36, incontrando un percorso favorevole ai passisti come Roglič nei primi 30 e in particolare nei primi 14, totalmente pianeggianti. Transitati dal primo punto di rilevamento dei tempi di gara il percorso inizierà gradatamente a prendere quota, superando un dislivello di circa 260 Km nei successivi 10 Km, tratto che non si può definire di salita piena e nel quale si incontreranno pendenze un pochino più impegnative nei 2 Km al 4.2% che condurrano in vetta al Col de la Chevestraye. Si ritroverà quindi la pianura procendendo in direzione del centro di Plancher-les-Mines, attraversato il quale inizierà la difficile ascesa finale, caratterizzata da una pendenza media dell’8.5% e da un picco massimo del 20%, raggiunto a poche centinaia di metri dal traguardo.

METEO TOUR

Lure – partenza primo corridore: cielo coperto, 22.5°C, vento moderato da E (12-13 Km/h), umidità al 67%
Lure – partenza maglia gialla: cielo coperto, 24,1°C (percepiti 25°C), vento moderato da E (12-17 Km/h), umidità al 61%
La Planche des Belles Filles: previsioni non disponibili

GLI ORARI DEL TOUR

12.55: inizio trasmissione Eurosport 1 (5 minuti prima del via)
13.00: partenza del primo corridore da Lure
13.55: arrivo del primo corridore alla Planche des Belles Filles
14.00: inizio trasmissione RAI2
17.15: partenza di Primož Roglič da Lure
18.10: arrivo di Primož Roglič alla Planche des Belles Filles

UN PO’ DI STORIA

Alta 1148 metri, La Planche des Belles Filles è una montagna situata nella parte meridionale del massiccio dei Vosgi il cui nome, che tradotto in italiano suonorebbe come “l’altopiano delle belle figlie”, fa riferimento ad una leggenda secondo la quale un gruppo di ragazze di un vicino villaggio si sarebbero suicidate in questo posto durante la Guerra dei Trent’anni (1618 – 1648) per evitare di cadere nelle mani di mercenari svedesi. Il Tour ha scoperto questo posto in tempi recentissimi ma ne ha già fatto una mete ricorrente perchè nel volgere di soli 8 anni sono stati qui già organizzati, contando anche quello del 2020, cinque arrivi di tappa della Grande Boucle. In due occasioni sono stati corridori italiani a trionfare lassù, Vincenzo Nibali nel 2014 e Fabio Aru nel 2017, mentre lo scorso anno Giulio Ciccone, secondo al traguardo preceduto di 11″ dal belga Dylan Teuns, si è consolato per il mancato successo con la conquista della maglia gialla. La storia non è destinata a finire qua perchè i “rumors” che nelle scorse settimane sono rimbalzati dalla Francia dicono che anche nel 2021 ci dovrebbe essere una tappa con arrivo alla Planche des Belles Filles.

Mauro Facoltosi

La Planche des Belles Filles e, in trasparenza, laltimetria della ventesima tappa (france3-regions.francetvinfo.fr)

La Planche des Belles Filles e, in trasparenza, l'altimetria della ventesima tappa (france3-regions.francetvinfo.fr)

L’ÉTAPE DU JOUR: BOURG-EN-BRESSE – CHAMPAGNOLE

settembre 18, 2020 by Redazione  
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Potrebbe essere l’ultima occasione per i cacciatori di tappe. I lievi saliscendi che caratterizzano i 166 Km della Bourg-en-Bresse – Champagnole potrebbe risultare indigesti per le squadre dei velocisti all’uscita della dura tre giorni alpina

Archiviate le Alpi il Tour intraprende il cammino che lo separa da Parigi e, alla vigilia della difficile cronometro della Planche des Belles Filles, propone una classica tappa di trasferimento che, sulla carta, sembra adattissima ai velocisti. I primi 76 Km si possono definire pianeggianti se s’esclude la facilissima ascesa del Col de France da superare subito dopo la partenza. I rimanenti 90 chilometri sono morbidamente vallonati e propongono una successione di lievi collinette che in condizioni “normali” non fanno paura agli sprinter e alle loro formazioni. Ma questa tappa non si disputa in un tale contesto perchè arriva nell’ultima settimana di gara e, soprattutto, all’uscita di una dura tre giorni di montagna. Le energie sono ormai al luminicino e potrebbe rivelarsi molto più impegnativo del previsto recuperare sull’inevitabile fuga di giornata, che potrebbe essere piuttosto “nutrita”. Infatti, tanti sono i corridori rimasti a bocca asciutta in questa edizione del Tour e la frazione con arrivo a Champagnole rappresenterà per loro l’estrema occasione di rivalsa, essendo la successiva tappa – come già a detto – a cronometro, mentre nell’ultima sarà difficilissimo sfuggire al controllo delle squadre degli sprinter. Tra i corridori a provare la fuga ci sono quelli attualente in lotta per la classifica a punti, Sam Bennett, Peter Sagan e Matteo Trentin.

METEO TOUR

Bourg-en-Bresse: cielo sereno, 29.6°C, vento moderato da S (18-21 Km/h), umidità al 39%
Lons-le-Saunier (Km 64.5): sole e caldo, 30.9°C (percepiti 30°C), vento moderato da S (15-18 Km/h), umidità al 34%
Mournans (traguardo volante – Km 117.5) : cielo sereno, 27.5°C, vento moderato da S (11-13 Km/h), umidità al 43%
Champagnole: cielo sereno, 27.3°C, vento moderato da S (10-12 Km/h), umidità al 44%

GLI ORARI DEL TOUR

13.25: inizio trasmissione Eurosport 1 (20 minuti prima del via)
13.45: partenza da Bourg-en-Bresse
14.00: inizio trasmissione RAI2 (all’incirca a 10 Km dal via)
15.35-15.45: scollinamento Côte de Château-Chalon
16.20-16.40: traguardo volante di Mournans
17.30-17.50: arrivo a Champagnole

UN PO’ DI STORIA

Per trovare un precedente arrivo di tappa del Tour a Champagnole, centro definito la “Perla del Giura”, bisogna tornare indietro nel tempo di parecchi anni, fino al 4 luglio del 1937. Quel giorno si disputarono ben tre semitappe e quella che terminò a Champagnole fu la seconda, preceduta da una frazione di 175 Km vinta Henri Puppo, corridore di origini italiane che nel precedente mese di marzo aveva preso la nazionalità francese. Nel pomeriggio si disputò quindi una cronometro a squadre di 34 Km disegnata tra Lons-le-Saunier e Champagnole, vinta dalla nazionale belga, che schierava il vincitore uscente del Tour Sylvère Maes e che staccò di 30″ la nazionale francese. In serata si arrivò infine a Ginevra dove tagliò per primo il traguardo un corridore di casa, l’elvetico Léo Amberg. In seguito Champagnole tornerà a far parte della nomenclatura del Tour in due occasioni, ospitando nel 1964 la partenza della tappa di Thonon-les-Bains, vinta dall’olandese Jan Janssen, e nel 1981 un traguardo volante – conquistato dal francese Pierre Bazzo – nel corso della tappa Besançon – Thonon-les-Bains, terminata con il successo dell’irlandese Sean Kelly.

Mauro Facoltosi

Vista panoramica su Champagnole e, in trasparenza, laltimetria della diciannovesima tappa (wikipedia)

Vista panoramica su Champagnole e, in trasparenza, l'altimetria della diciannovesima tappa (wikipedia)

L’ÉTAPE DU JOUR: MÉRIBEL – LA ROCHE-SUR-FORON

settembre 17, 2020 by Redazione  
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Il Tour 2020 è giunta alla sua ultima frazione di montagna. Si tratta di un vero e proprio tappone, non lungo ma infarcito di difficoltà. Si comincia con il Cormet de Roselend, per poi scollinare i colli di Saisies e dell’Aravis prima di andare a fare i conti con la salita più ripida di questa edizione della Grande Boucle, i 6 Km all’11.2% del Plateau des Glières. Finale in discesa dopo aver percorso anche un lungo tratto sterrato

L’ultima tappa di montagna è l’unica ad avere i connotati del tappone, non tanto per la lunghezza – oggi si dovranno percorrere 175 Km – quanto per la distribuzione delle difficoltà lungo tutto l’asse della tappa. Anche oggi ci sarà da percorrere un tratto pianeggiante ad inizio tappa, limitato ai 26 Km che faranno da antipasto all’ascesa ai quasi 2000 metri del Cormet de Roselend (19.3 Km al 6%), prevista nel percorso del Tour anche lo scorso anno ma estromessa all’ultimo momento a causa di una frana (era la tappa di Val Thorens vinta da Vincenzo Nibali). Successivamente si dovranno affrontare i 15 Km al 6.3% del Col des Saisies e i 7 Km al 6.8% del Col des Aravis prima di giungere al cospetto della salita regina della tappa, la Montée du Plateau des Glières. È una sorta di Zoncolan in miniatura perché l’ascesa francese è più corta di 4 Km rispetto a quella friulana, ma presenta una pendenza media molto simile: in 6 Km dovranno essere superati 700 metri di dislivello, ci si “scontrerà” con una pendenza media dell’11,2% e, una volta superato lo striscione del GPM, prima di cominciare la discesa si dovrà percorrere anche un tratto in quota sterrato lungo quasi 2 Km. A quel punto mancheranno 30 Km al traguardo, comprensivi di un’ultima salita che – pur essendo pedalabile e non essendo valida come GPM – potrebbe contribuire a fare lievitare ulteriormente i distacchi inevitabilmente registrati in vetta al Plateau des Glières.

METEO TOUR

Méribel : cielo sereno, 17.6°C, vento debole da SSE (4 Km/h), umidità al 65%
Bourg-Saint-Maurice (inizio salita Cormet de Roselend – Km 25): cielo sereno, 25.2°C, vento debole da SSE (2 Km/h), umidità al 46%
La Clusaz (discesa dal Col des Aravis -123.5 Km) : cielo sereno, 24.1°C (percepit 25°C), vento debole da NW (2 Km/h), umidità al 41%
La Roche-sur-Foron : cielo sereno, 28.6°C, vento debole da NE (8-9 Km/h), umidità al 44%

GLI ORARI DEL TOUR

12.00: inizio trasmissione Eurosport 1 (30 minuti prima del via)
12.30: partenza da Méribel
14.00: inizio trasmissione RAI2 (all’incirca a 46 Km dal via)
14.00-14.15: scollinamento Cormet de Roselend
15.15-15.40: scollinamento Col de Saisies
15.55-16.20: scollinamento Col des Aravis
16.30-17.05: scollinamento Plateau des Glières
17.15-17.50: arrivo a La Roche-sur-Foron

UN PO’ DI STORIA

Paese natale di Luigi Pelloux, che fu residente del Consiglio dei ministri del Regno d’Italia tra il giugno del 1898 e il giugno del 1900 – La Roche-sur-Foron è uno dei nove traguardi inediti del Tour de France 2020. Qui parliamo dell’ascesa al Plateau des Glières, che è stato affrontata al Tour per la prima volta nel 2018 durante la prima frazione alpina di quell’edizione, disputata tra Annecy e Le Grand-Bornand. In quell’occasione la salita era collocata lontana dal traguardo, distante 90 Km e preceduto anche dalle non meno impegnative ascese ai colli di Romme e della Colombière. Ad imporsi fu Julian Alaphilippe mentre ci fu qualche brivido per Chris Froome per una foratura che lo colse sullo sterrato del Plateau des Glières, dopo che l’inedito GPM era stato conquistato dallo stesso Alaphilippe.

Mauro Facoltosi

Il Plateau des Glières e, in trasparenza, laltimetria della diciottesima tappa (www.ledauphine.com)

Il Plateau des Glières e, in trasparenza, l'altimetria della diciottesima tappa (www.ledauphine.com)

L’ÉTAPE DU JOUR: GRENOBLE – MÉRIBEL (COL DE LA LOZE)

settembre 16, 2020 by Redazione  
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Ecco una delle tappe più attese, che oltre ad essere una delle più impegnative porterà alla scoperta di due salite inedite. Si comincerà con il tradizionale Col de la Madeleine, che per la prima volta nella storia del Tour sarà affrontato dal difficile versante di Montgellafrey, già sperimentato al recente Delfinato. Una novità assoluta per il ciclismo professionistico sarà, invece, l’ascesa finale verso i 2304 metri del Col de la Loze

Siamo arrivati a una delle tappe più temute e attese che, in un sol colpo, proporrà due impegnative salite mai affrontate prima al Tour de France, anche se non si tratta di novità in senso assoluto. Dopo una novantina di chilometri privi di difficoltà si andrà per prima cosa alla scoperta del versante di Montgellafrey del Col de la Madeleine, 16 Km all’8% che conducono fin quasi a 2000 metri di quota e che il mese scorso sono stati testati da diversi dei partecipanti al Tour nella tappa di Saint-Martin-de-Belleville del Criterium del Delfinato, vinta con una fantastica impresa da lontano da Davide Formolo. Nessuna corsa professionistica è, invece, mai giunta ai 2304 metri del Col de la Loze, anche perché solo dallo scorso anno è stata completata l’asfaltatura dell’ex mulattiera che mette in comunicazione la stazione di sport invernali di Méribel, “titolare” della tappa, con la vicina e più celebre Courchevel. Per arrivare lassù bisognerà percorrere 21 Km e mezzo inclinati al 7.7%, che presenteranno le pendenze maggiori proprio nel tratto conclusivo, dove si raggiungeranno prima un picco del 24% a 2.5 Km dal traguardo e successivamente uno al 18% quando alla linea d’arrivo mancheranno 500 metri.

METEO TOUR

Grenoble : cielo sereno, 29.8°C (percepiti 31°C), vento debole da N (7-10 Km/h), umidità al 47%
La Chambre (inizio salita Col de la Madeleine – Km 88.5): cielo coperto, 25.8°C (percepiti 27°C), vento debole da N (6 Km/h), umidità al 52%
Méribel (passaggio in centro, all’inizio dei 7 Km conclisivi, Km 160) : temporale con pioggia modesta e schiarite (0.5 mm), 17.5°C, vento moderato da NNW (11-13 Km/h), umidità al 68%
Col de la Loze : previsioni non disponibili

GLI ORARI DEL TOUR

12.10: inizio trasmissione Eurosport 1 (20 minuti prima del via)
12.30: partenza da Grenoble
13.30-13.40: traguardo volante di La Rochette
14.00: inizio trasmissione RAI2 (all’incirca a 61 Km dal via)
14.30-14.50: inizio salita Col de la Madeleine
15.20-15.40: scollinamento Col de la Madeleine
16.00-16.20: inizio salita Col de la Loze
17.00-17.40: arrivo al Col de la Loze

UN PO’ DI STORIA

Fondata dallo scozzese Peter Lindsay nel 1936, la stazione di sport invernali di Méribel ha già una lontana esperienza di Tour de France avendone ospitato un traguardo nel 1973, quando vi s’impose il francese Bernard Thévenet. In tempi più recenti a Méribel sono terminate una frazione del Criterium del Delfinato nel 2016 (vittoria di Thibaut Pinot) e due tappa del Tour de l’Avenir: la prima nel 2018 è stata conquistata dal colombiano Iván Sosa mentre lo scorso anno ci fu la prova generale dell’arrivo sul Col de la Loze con la vittoria dell’australiano Alexander Evans

Mauro Facoltosi

Il Lac Bleu, situato a breve distanza dal Col de la Loze, e in trasparenza laltimetria della diciassettesima tappa (youtube)

Il Lac Bleu, situato a breve distanza dal Col de la Loze, e in trasparenza l'altimetria della diciassettesima tappa (youtube)

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