TOUR 2020: LE PAGELLE

settembre 21, 2020
Categoria: Approfondimenti

Ecco le pagelle del Tour appena terminato. Ovviamente è per Tadej Pogacar il voto massimo.

TADEJ POGACAR: Fe-no-me-na-le. Lo sloveno, con bici Colnago, ha scritto la storia in questo Tour de France collezionando record su record. Un risultato che non meraviglia tanto dopo le premess dello scorso anno. Nella crono finale, sulla salita de La Planche des Belles Filles, soffia a Roglic la maglia gialla e l’onore di essere il primo ciclista a portare la Slovenia sul gradino più alto del podio del Tour de France. Primo ciclista dell’UAE-Team Emirates Pogacar a vincere il Tour de France. Oltre alla maglia gialla conquista anche quella a pois riservata al miglior scalatore e quella bianca riservata al miglior giovane. In tutto ciò, Tadej, classe 1998, risulta essere il secondo vincitore più giovane della corsa. Vincitore di tre tappe, e che tappe, che impreziosiscono ancor di più un talento cristallino che segnerà il futuro delle grandi corse a tappe. Un pensiero speciale a Beppe Saronni che tanto ci era rimasto male per la defezione di Fabio Aru, ma che potrà festeggiare alla grande con Pogacar. VOTO: 10

WOUT VAN AERT: Il belga riesce a vincere due tappe di alto spessore, la prima a Privas con finale in leggera salita battendo i migliori velocisti del panoramana ciclistico. La seconda vittoria arriva a Lavaur, sempre in volata, ma dopo una corsa dura che aveva segnato le gambe dei corridori. Per lui un grande lavoro in funzione del proprio capitano Roglic che lo ha fatto desistere dal competere per la maglia verde. Un Tour dove ha mostrato il meglio di sè. VOTO: 8

SAM BENNETT: L’irlandese, velocista della Deceuninck, ha un treno formidabile al suo seguito, eppure riesce ad imporsi su Ewan solo a Saint-Martin-de-Ré e a Parigi, terminando in parità questa sfida particolare con l’australiano. Vince alla grande la classifica a punti dove con classe, e soprattutto con testa, riesce a beffare un nervoso Peter Sagan. VOTO: 7,5

SEPP KUSS: Gregario formidabile e affidabile. Si mette a disposizione di Roglic e svolge il lavoro alla perfezione quando la strada comincia a salire. Un uomo squadra che la Jumbo-Visma dovrà tenersi stretto. VOTO: 7.5

RICHIE PORTE: Con la sua andatura regolare, senza spunti incisivi o degni di nota, senza forature o cadute importanti, il tasmaniano in forza alla Trek-Segafredo riesce a portare a casa un terzo posto che gli vale il primo podio della carriera al Tour de France e in un Grande Giro. VOTO: 7,5

JULIAN ALAPHILIPPE: Il francese non è un uomo da Grandi Giri, l’anno scorso è stato un caso più unico che raro, ma lui è un campione, e che siano corse di un giorno o a tappe da sempre il meglio di sè. Vince una tappa, la seconda a Nizza, e conquista la maglia gialla per tre giorni. Con l’inizio delle salite perde maglia e posizioni. Avrà altre occasioni per vincere delle tappe, si renderà protagonista di varie fughe, ma senza seguito. VOTO: 7

DAMIANO CARUSO: Con l’ottima prova nella crono de La Planche des Belles Filles il siciliano conquista una meritata decima posizione nella classifica generale che gli rende molto onore. Una vita da gregario, sempre a disposizione del capitano di turno; pochi i Grandi Giri in carriera corsi da capitano, sempre senza un team a sua completa disposizione, ma in questo Tour ha dimostrato che con la sua regolarità, su di lui si può sempre contare. Per il trentaduenne siciliano della Bahrain-Merida si tratta di un bellissimo risultato, considerando che non sono mancate le occasioni in cui a dovuto lavorare per il compagno di squadra Mikel Landa. VOTO: 7

CALEB EWAN: Con due vittorie in volata dimostra di essere uno dei velocista più forti in circolazione. Purtroppo stecca la prima tappa dove non riesce a sprintare come si deve e deve rinunciare alla maglia gialla in favore di Kristoff. VOTO: 7

MARC HIRSCHI : Il ventiduenne ariva secondo alle spalle di Alaphilippe nella seconda tappa, non ci sta e andrà sempre all’attacco, in ogni tappa, finché riuscirà a vincere a Sarran. Alla fine vincerà anche lo speciale premio della combattività. VOTO: 7

SOREN KRAGH ANDERSEN: il corridore del Team Sunweb esce presto di classifica per sfruttare le fughe nella seconda e terza settimana. E grazie a queste fughe riesce a vincere due tappe, a Lione e a Champagnole. VOTO: 7

ENRIC MAS: Il corridore della Movistar, classe 95, riesce ad arrivare 5° a Parigi. Con la sua gamba e corsa regolare riesce a scavalcare fior fiori di ciclisti in classifica e cogliere un piazzamento finale importante. Certo, in futuro, per vincere dovrà cambiare tattica di corsa, ma ha tutte le qualità per farlo.
VOTO: 7

TOM DUMOULIN: All’inizio del Tour si sprecano le voci per chi sia il capitano della Jumbo-Visma, Roglic o Dumoulin; alla fine l’olandese mette tutti a tacere quando nell’ottava tappa si mette a lavorare di sua volontà per lo sloveno, per poi staccarsi e perdere terreno in classifica. Il problema che poi rientra facilmente in classifica, nonostante il suo lavoro di gregario per Roglic, tanto che a Parigi finirà settimo con poco meno di otto minuti da Pogacar. Col senno di poi è sempre facile parlare, ma nella terza settimana per la forma non sembrava inferiore a nessuno, Pogacar escluso: una situazione che poteva valutare meglio. Arriva secondo nella crono finale. VOTO: 6,5

LENNARD KÄMNA E NANS PETERS: Entrambi protagonisti delle fughe di giornata, riescono meritatamente a trovare una vittoria a testa. VOTO: 6,5

ALEXANDER KRISTOFF: Primo ciclista ad indossare la maglia gialla al Tour de France grazie alla vittoria in volata nella tappa d’apertura di Nizza. Purtroppo per lui non arriveranno altre occasioni per festeggiare. VOTO: 6,5

MICHAEL KWIATKOWSKI: Con la vittoria a La Roche-sur-Foron riesce a salvare un Tour de France 2020 che altrimenti sarebbe stato disastroso per l’Ineos Grenadiers. Un edizione dove il capitano designato Bernal, nonché campione in carica, si ritira per vari problemi fisici, Carapaz (voto 5,5) – che doveva esserne il vice – non riesce ad esprimersi e rimane sempre nel limbo. Amador (4,5) e Sivakov (4,5) sono impalpabili e mai nel vivo della corsa, tanto che finché Bernal stava bene più volte gli ultimi uomini in salita erano proprio il polacco e Castroviejo (6). VOTO: 6,5

MIKEL LANDA: Alla vigilia era dato come uno dei favoriti. Non riesce a scappare alle maglie della Jumbo-Visma e piano piano, tappa dopo tappa, si accomoda a ruota provando solo a portare a casa una posizione di prestigio. Non riesce ad arrivare sul podio ma trova un quarto posto che gli rende onore. VOTO: 6,5

MIGUEL ANGEL LOPEZ: Tra scivolate, cadute e bucature varie che lo accompagnano perennemente, anche stavolta il capitano dell’Astana riesce a terminare un Grande Giro con una buona posizione. Dispiace per lui che alla fine raccolga solo il sesto posto a causa di una prestazione alla crono che gli ha fatto perdere il podio. Lascia il segno imponendosi sul Col de la Loze. VOTO: 6,5

LUIS LEON SANCHEZ : Averlo in squadra è una garanzia, la sua esperienza e la sua duttilità sono manna per qualsiasi capitano. VOTO: 6,5

TONY MARTIN: Il tedescone della Jumbo-Visma è una garanzia per Roglic, sempre in testa nelle prime fasi della corsa. VOTO: 6,5

ALEXEY LUTSENKO: Un cacciatore di tappe come lui riesce sempre a trovare il bersaglio grosso e in Francia riesce ad aggiudicarsi la tappa con arrivo in salita sul Mont Aigoual.
Successivamente sarà costretto più volte a stare vicino al capitano Lopez, ma quando ha il via libera non riesce più a trovare il guizzo giusto. VOTO: 6

DANIEL FELIPE MARTINEZ: Dopo la vittoria del Delfinato ci aspettavamo qualcosa di più al Tour, ma non riesce a far classifica. Lascia il segno con la splendida vittoria sul Puy Mary. VOTO: 6

JAN POLANC E DAVID DE LA CRUZ : Dopo il ritiro di Aru e di Formolo, rimangono loro due come gregari di montagna per Pogacar. Fanno quel che possono e non sfigurano nonostante non siano dei mostri. VOTO: 6

RIGOBERTO URAN : Avete presente il Tour de France 2019 di Rigoberto Uràn? Bene, cambiate la data e il risultato è sempre lo stesso, solo una posizione cambia, quest’anno ottavo. VOTO: 6

ADAM YATES: Inizia bene, con costanza. Sgambetta agilmente durante le prime salite del Tour. Porta la maglia gialla per quattro tappe, per poi iniziare a spegnersi ed appannarsi lentamente. Termina la corsa al nono posto in classifica generale a quasi nove minuti da Pogacar. VOTO: 6

PRIMOZ ROGLIC: La beffa subita è un macigno che sarà dura da digerire e che potrà segnare in negativo il suo rendimento. Sul primo arrivo in salita, ad Orcières-Merlette, metteva tutti in riga, conquistando anche la leadership interna alla Jumbo-Visma, senza malumori esterni tra l’altro. Purtroppo per lui quando hai la corsa in pugno e vedi i diretti rivali mollare piano piano, con una squadra che ti mette a disposizione dei gregari formidabili tra cui Tom Dumoulin, hai la strada spianata verso il successo e non puoi sbagliare. Arrivare all’ultima crono con 57” di vantaggio dal secondo in classifica su un percorso a te congeniale e non riuscire a vincere il Tour è una vera e propria débâcle. Speriamo per Primoz che superi la beffa psicologicamente. VOTO: 5,5

EGAN BERNAL: Non prende il via alla diciassettesima tappa a causa di non specificati problemi. Una crisi Gran Colombier dal terzo posto in generale lo aveva fatto scivolare al sedicesimo posto a oltre 8 minuti da Roglic. La tappa successiva si era rivelata come un’altra via crucis finché per il vincitore del Tour de France 2019, non si è deciso insieme al Team Ineos di alzare bandiere bianca. Il talento c’è, non sarà una nube ad offuscare il futuro di Bernal, dove ne vedremo delle belle nei duelli con Pogacar. VOTO: 5

DANIEL MARTIN: Doveva essere l’uomo di classifica per la Israel Start-Up Nation, esce presto di classifica e non riesce nemmeno ad andar vicino alla vittoria di tappa. VOTO: 5

PETER SAGAN: Non arriva alla partenza di Nizza con i migliori auspici dopo un 2020 in cui ha corso male e lontano dal vero Sagan. Più volte sul podio di tappa, ma mai con l’impressione di poter vincere realmente una frazione di questo Tour de France. Belle le sue scaramucce con Bennett, ma queste non impediscono all’irlandese di portare a casa la maglia verde proprio ai danni dello slovacco. VOTO: 5

MADS PEDERSEN: Quando sei campione del mondo in carica non puoi correre un Tour de France anonimo come ha fatto il danese. Eppure il secondo posto nella prima tappa di Nizza poteva essere un buon auspicio; invece poi il nulla, lo si rivede solo nella tappa finale a Parigi con un altro secondo posto. VOTO: 5

MATTEO TRENTIN : L’italiano in forza al CCC Team coglie solo qualche piazzamento di tappa. Terzo nella classifica per la maglia verde, conclude un Tour senza nessuna azione degna di nota. VOTO: 5

ALEJANDRO VALVERDE: Lo spagnolo conclude una corsa senza nessun guizzo. Fuori dalla top ten della generale, lontanissimo dal vincere una tappa. L’età si fa sentire per tutti. VOTO: 5

EMANUEL BUCHMANN: Veniva dal quarto posto nella classifica generale dell’anno scorso e i presupposti affinché potesse ripetersi o almeno centrare la top ten c’erano tutti. Il tedesco della Bora, invece, non entra mai in corsa, sempre fuori fase e lontano dai migliori. VOTO: 4,5

NAIRO QUINTANA: L’ombra di se stesso. Ormai il treno per vincere il Tour de France è passato e ripassato più volte e non tornerà mai più, ma terminare diciassettesimo a più di un’ora dal vincitore era impensabile alla vigilia. VOTO: 4,5

THOMAS DE GENDT: Il belga è un’attaccante nato per natura, ma non si vedono sue tracce per tutta la durata della corsa. VOTO: 4

THIBAUT PINOT: Il francese conclude il Tour de France nell’anonimato più assoluto. Esce subito fuori di classifica e non riesce a farsi perdonare vincendo, o almeno provando a farlo, una tappa. VOTO: 4

ELIA VIVIANI: Per l’Italia le speranze erano racchiuse tutte in lui. Il velocista della Cofidis purtroppo stecca tutte le volate e il massimo che riesce a fare è un quarto posto nella frazione con arrivo a Saint-Martin-de-Ré. Per lui un’involuzione preoccupante. VOTO: 4

FABIO ARU: Che cosa dire riguardo il sardo, ha detto tutto il buon Saronni. L’augurio è quello di rivederlo presto in corsa con la grinta e la gamba di qualche stagione fa. VOTO: S.V.

Luigi Giglio

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