DI BASILICA IN BASILICA LA CONQUISTA DI PRIMOZ ROGLIC IN ITALIA! A SUPERGA ALTRO TRIONFO DELLO SLOVENO.
Continua la conquista delle corse italiane da parte di Primoz Roglic (Jumbo-Visma) che dopo aver fatto sua quella con arrivo al San Luca al Giro dell’Emilia vince con la solita prova di forza l’arrivo a Superga nella Milano Torino; unico a resistergli è Adam Yates (Ineos Grenadiers) secondo, più indietro João Almeida (Deceuninck-QuickStep) che ha regola sul traguardo Tadej Pogacar (UAE Team Emirates).
Dall’Emilia in Piemonte l’ultima parte di stagione ciclistica vede le corse italiane assolute protagoniste in vista del Giro di Lombardia di sabato. Oggi è andata di scena la Milano Torino con l’arrivo in salita a Supergache si è corsa sotto un tiepido sole. L’avvio di gara ha subito favorito l’attacco di Mattia Frapporti (Eolo-Kometa), Oier Lazkano (Caja Rural-Seguros RGA), Joan Bou (Euskaltel-Euskadi) e Davide Orrico (Vini Zabù) raggiunti dopo diversi chilometri a bagnomaria da Kevin Vermaerke (Team DSM) e Juri Zanotti (Bardiani-CSF-Faizanè). La fuga dei sei uomini arriva alle porte di Torino con un vantaggio massimo di 3 minuti e 20 secondi con il gruppo ad inseguire. Intorno a 70 Km dall’arrivo in testa agli inseguitori si porta la Deceuninck-QuickStep per disporsi a ventaglio visto il forte vento laterale, la squadra belga grazie alla sua azione in testa spezza il gruppo in diversi tronconi, davanti bravi a non farsi sorprendere Julian Alaphilippe, João Almeida, Dries Devenyns, Fausto Masnada, Pieter Serry, Mauri Vansevenant (Deceuninck-QuickStep), Dario Cataldo, Alejandro Valverde (Movistar), Valerio Conti, Marc Hirschi, Rafal Majka, Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), Tobias Foss, Michel Hessmann, Primož Roglič (Jumbo-Visma), Chris Froome, Ben Hermans, Reto Hollenstein e Michael Woods (Israel Start-Up Nation). Questa prima parte del gruppo dopo circa 15 km si porta sulla testa della corsa. Dietro a dover inseguire è soprattutto la Ineos Granadiers di Adam Yates rimasto attardato insieme anche a Michael Woods (Israel Start-Up-Nation) che a Superga vinse nel 2019. Il gruppo davanti riesce ad accumulare 50” di vantaggio ma dietro grazie anche al lavoro della Trek-Segafredo per Bauke Mollema e della Qhubeka-NextHash per Domenico Pozzovio la seconda parte del gruppo principale va a riprendere le ruote del gruppo di testa quando al primo passaggio da Superga mancano pochi chilometri. Una vera e propria volata porta la corsa all’imbocco delle prime rampe della salita piemontese e subito la corsa esplode, tutti i velocisti iniziano subito a fare gruppetto mentre in testa ancora la Deceuninck-QuickStep con Vansevenant e Masnada che dettano un ritmo molto alto tale da portere allo scollinamento il solo Vansevenant con i migliori ad inseguire ad una dozzina di secondi. L’azione del belga si esaurisce all’inizio dell’ultimo passaggio verso Superga, ripreso inizialmente da Rafal Majka (UAE Team Emirates) e dal compagno di squadra Julien Alaphilippe. Al francese si francobolla subito dopo Adam Yates, seguito poco dopo da Pogacar, Almeida, Valverde, Roglic e Woods. Ma quello di Alaphilippe era un ultimo scatto per portare in testa ALmeida, il vero capitano oggi a Torino. A 3 km dall’arrivo Yates e Roglic allungano mentre si fanno più pesanti le andature di ALmeida e Pogacar. Ancora più in difficoltà Valverde e Woods che restano ancora più dietro. Sotto il triangolo rosso dell’ultimo km Yates e Roglic hanno oltre 10 secondi di vantaggio sulla coppia formata da Almeida e Pogacar. Yates tenta lo scatto ai meno 400 metri ma Roglic gli va subito sotto e lo supera a velocità tripla andando a vincere la sua seconda Milano Torino dopo quella del 2019. In seconda posizione arriva Yates mentre al terzo posto più staccato si piazza Almeida davanti a Pogacar. Chiude la top five Michael Woods. Un antipasto con i fiocchi prima del Giro di Lombardia di sabato anche se domani c’è il Gran Piemonte che vedrà le una bella lotta tra i velocisti sul traguardo di Borgosesia.
Antonio Scarfone
Primoz Roglic vince la Milano Torino 2021 (foto: Bettini Photo)
BERNOCCHI E TRE VALLI ALL’INSEGNA DEGLI ATTACCANTI. VINCONO EVENEPOEL E DE MARCHI
Le prime due gare del Trittico Lombardo vedono gli attaccanti protagonisti. Lunedì a Lissone, dopo una fuga di oltre 100 km, con gli ultimi 30 in solitaria, Remco Evenepoel (Team Deceuninck Quick Step) vince alla grande la 102° edizione della Coppa Bernocchi. Martedì invece è Alessandro De Marchi (Team Israel StartUp Nation) che batte in una volata a due Davide Formolo (UAE Team Emirates) aggiudicandosi la Tre Valli Varesine giunta all’edizione numero 100.
La Tre Valli Varesine 2021, seconda prova del trittico lombardo che segue la Coppa Bernocchi di ieri, giunge alla 100° edizione e si conferma una delle classiche più longeve del calendario ciclistico italiano. Il percorso ricalca a grandi linee quello del Mondiale 2008 con la salita di Montello da percorrere 10 volte all’interno del circuito di Varese. Le condizioni meteorologiche avverse che hanno caratterizzato la Coppa Bernocchi sono attese anche oggi a Varese e dintorni ed i 196 km che i ciclisti dovranno percorrere dopo la partenza da Busto Arsizio potrebbero riservare sorprese ad ogni angolo. Ieri infatti una pioggia costante per tutta la giornata ha condizionato e non poco la prima corsa del trittico, la Coppa Bernocchi, giunta all’edizione numero 102, che si è snodato da Legnano a Legnano per 197 km. Il circuito centrale è stato il clou della corsa, con la salita di Morazzone, conosciuta col nome più amichevole di Piccolo Stelvio, sulla quale la corsa è esplosa già sul primo passaggio, a 140 km dall’arrivo. Remco Evenepoel (Team Deceuninck Quick Step) non ci ha pensato due volte ed è andato all’attacco portandosi con sé Thibaut Pinot (Team Groupama-FDJ), Samuele Battistella (Team Astana-Premier Tech), Alessandro Covi (UAE Team Emirates), Antonio Puppio (Team Qhubeka NextHash) e Fausto Masnada (Deceuninck-Quick Step). La fuga ha raggiunto un vantaggio che si è stabilizzato intorno ai 4 minuti dopo un centinaio di km e nonostante gli sforzi del gruppo, tirato da INEOS Grenadiers ed EOLO Kometa, il vantaggio è addirittura aumentato negli ultimi 70 km di corsa. Evenepoel ha sfruttato l’ottimo lavoro di Masnada ed ha salutato la compagnia a 32 km dall’arrivo, sulla salitella di Gorla Maggiore. Il belga si è involato a modo suo guadagnando quasi due minuti sugli ex compagni di fuga e trionfando sul traguardo di Legnano con quasi 2 minuti di vantaggio su Covi, mentre chiudeva il podio Masnada. E’ la seconda affermazione di un ciclista belga alla Coppa Bernocchi dopo il bis di Rik Van Looy nel 1957 e nel 1958. La Tre Valli Varesina iniziava invece con una fuga già dopo 2 km dalla partenza di Busto Arsizio. Erano Matthew Holmes (Team Lotto Soudal) ed Erik Fetter (Team EOLO-Kometa) a prendere l’iniziativa ed ad attaccare molto presto con il beneplacito del gruppo. Alle spalle del duo di testa si lanciavano all’inseguimento Giulo Masotto (Team Vini Zabù) e Robin Plamondon (Team Israel StartUp Nation) che riuscivano a raggiungere la testa della corsa dopo una ventina di km. Dopo 30 km i quattro uomini al comando avevano 3 minuti e 50 secondi di vantaggio sul gruppo. Al termine del secondi giro, il vantaggio della fuga era sceso a 1 minuto e 25 secondi. Il gruppo era tirato dagli uomini del Team AG2R. Nel gruppo allungavano Tim Wellens (Team Lotto Soudal) e Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), che raggiungevano i battistrada al km 78. In testa restavano quattro uomini visto che si staccavano dia Masotto che Plamondon. Alle spalle del quartetto di testa si formava un altro quartetto composto da Rigoberto Uran (Team EF Education Nippo) Lorenzo Rota (Team Intermarchè Wanty Gobert), Nelson Oliveira (Team Movistar) e Davide Formolo (UAE Team Emirates). Il primo gruppo inseguitore raggiungeva la testa della corsa a poco più di 100 km dall’arrivo con il gruppo che inseguiva a circa 40 secondi. A 60 km dall’arrivo Formolo staccava la testa della corsa e si involava da solo, ma sul veronese ritornavano Rota, Pogacar, Oliveira e Uran. Alle spalle del quintetto di testa si muovevano Alessandro De Marchi (Team Israel StartUp Nation), Aurelien Paret-Peintre (Team AG2R) ed Andreas Kron (Team Lotto Soudal). Il terzetto all’inseguimento raggiungeva i cinque di testa a 48 km dall’arrivo. Una foratura tradiva Pogacar che veniva ripreso dal gruppo inseguitore, che comprendeva una trentina di ciclisti con EOLO Kometa e Trek Segafredo che tiravano in testa. Al termine della prima ascesa sulla salita di Morisolo scattava Kron e metteva in fila i compagni di testa che a 35 km dall’arrivo avevano 45 secondi di ritardo sul primo gruppo inseguitore in cui Alexandr Vlasov (Team Astana) si sacrificava in testa a tirare per il compagno Alexey Lutsenko. A 20 km dall’arrivo restavano in testa Paret-Peintre, Kron, Formolo, Oliveira, Rota e De Marchi. Al loro inseguimento il gruppo era tirato adesso dal Team EF Education Nippo. A 10 km dall’arrivo De Marchi e Formolo allungavano mentre dal gruppo inseguitore allungavano a loro volta Mark Hirschi e Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), Sergio Higuita, Benoit Cosnefroy (Team AG2R) e David Gaudu (Team Groupama FDJ). La coppia di testa collaborava dandosi cambi regolari e la presenza di Formolo consentiva all’UAE di fare da stopper con Hirschi e Pogacar. De Marchi e Formolo si giocavano così la vittoria a Varese ed era il ciclista dell’Israel StartUp Nation a battere in una volata a due Formolo. In terza posizione a 38 secondi di ritardo si piazzava Pogacar davanti a Cosnefroy mentre quinto era Kron. De Marchi vince la prima corsa ‘individuale’ del 2021 dopo aver vinto la cronosquadre della Settimana Internazionale Coppi e Bartali e la staffetta mista agli Europei. Ancora Italia e soprattutto Piemonte protagonista nell’immediato con Milano – Torino e Gran Piemonte, prima dell’attesissimo Giro di Lombardia di sabato 9 Ottobre.
Giuseppe Scarfone
Alessandro De Marchi vince la tre Valli Varesine 2021 (foto: Bettini Photo)
SONNY, E’ QUASI MAGIA. LA PARIGI – ROUBAIX PARLA ITALIANO DOPO 22 ANNI
Un’edizione autunnale ma soprattutto spettacolare della Parigi – Roubaix 2021 va in scena sul pavè nell’inferno del Nord. Pioggia, fango e appunto pavè restano simbolicamente e non nelle gambe e nel cuore di tutti i ciclisti che vi hanno partecipato e degli appassionati che li hanno seguiti. L’Italia è grande protagonista prima con Gianni Moscon (Team INEOS Grenadiers) che va prima in fuga insieme ad una trentina di coraggiosi per poi essere ripreso nell’attraversamento del Carrefour de l’Arbre dopo una foratura e una scivolata. A giocarsi la vittoria un terzetto con Sonny Colbrelli (Team Bahrain Victorious) che batte in una volata ristretta una delle tante promesse belghe Florian Vermeersch (Team Lotto Soudal) e Mathieu Van der Poel (Team Alpecin Fenix).
Una Parigi Roubaix autunnale, una settimana prima del Giro di Lombardia, è una delle novità più interessanti del calendario ciclistico 2021. La classica del pavè ritorna dopo quasi due anni e se ne sentiva la mancanza. Il percorso è lungo quasi 260 km ed i tratti in pavè saranno 30. A complicare il tutto, ci si aspetta una corsa fangosa dopo le precipitazioni nel nord della Francia – e già ieri nella corsa riservata alle donne se n’è visto molto, di fango. Ai nastri di partenza è presente Philippe Gilbert (Team Lotto Soudal), ultimo vincitore della corsa nel 2019, ma il campione belga dovrà fronteggiare una nutrita schiera di avversari, a cominciare dalla coppia terribile Wout Van Aert (Team Jumbo Visma) – Mathieu Van der Poel (Team Alpecin Fenix), che potrebbero andare entrambi a nozze con una sede stradale più simile a quella per una corsa da ciclocross/mtb che da ciclismo su strada. Le speranze degli italiani, peraltro alquanto flebili, ricadono su Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka ASSOS), Sonny Colbrelli (Team Bahrain Victorious), Gianni Moscon (Team INEOS Grenadiers) e Matteo Trentin (UAE Team Emirates). Il primo attacco deciso dopo la partenza da Compiegne lo portavano Max Kanter (Team DSM) ed Edward Theuns (Team Trek Segafredo), che guadagnavano circa 30 secondi sul gruppo, il quale però reagiva sulla spinta del Team Deceuninck Quick Step. Il gruppo riprendeva la coppia di testa dopo 29 km. Ripartivano scatti e contro scatti con Greg Van Avermaet (Team AG2R) molto attivo. Si formava un gruppo di 31 ciclisti con all’interno ben cinque italiani: Luca Mozzato (team B&B Hotels), Daniel Oss (Team Bora Hansgrohe), Gianni Moscon (Team INEOS Grenadiers), Edoardo Affini (Team Jumbo Visma) e Davide Ballerini (Team Deceuninck Quick Step). Tra gli altri nomi interessanti, oltre al già citato Van Avermaet, vi erano quelli di Tosh Van der Sande (Team Lotto Soudal), Jasper Philipsen (Team Alpecin Fenix), Stefan Kung (Team Groupama FDJ), Max Walscheid (Team Qhubeka ASSOS), Luke Rowe (Team INEOS Grenadiers), Matteo Jorgenson (Team Movistar), Stefan Bissegger (Team EF Education Nippo) e Vegard Stake Laengen (UAE Team Emirates). Dopo 60 km il gruppone di testa aveva 1 minuto di vantaggio sul gruppo. Kung era vittima di una scivolata nell’imbocco di una rotonda e veniva riassorbito dal gruppo. Le squadre più attive all’inseguimento della fuga erano il Team Bora Hansgrohe e Team Arkea Samsic. Marco Haller (Team Bahrain Victorious) era vittima di una foratura ed era costretto a fermarsi per cambiare la ruota, perdendo così la testa della corsa come già accaduto a Kung. Il primo settore in pavè di Troivilles à Inchy veniva affrontato dal gruppo di testa con di vantaggio di 1 minuto e 50 secondi sul gruppo. Nils Politt (Team Bora Hansgrohe), secondo nel 2019 dietro Gilbert, era in coda al gruppo principale e si staccava poco dopo, dovendo dire addio ai sogni di gloria. Florian Vermeersch (Team Lotto Soudal), Luke Rowe (Team INEOS Grenadiers), Nils Eekhoff (Team DSM) e Max Walsheid (Team Qhubeka ASSOS) si avvantaggiavano nel gruppo di testa, mentre il gruppo principale all’inseguimento iniziava a spezzettarsi decisamente. Anche Mathieu Van der Poel (Team Alpecin Fenix) veniva rallentato da un problema meccanico ed era costretto a rincorrere aiutato dal compagno di squadra Rickaert. In una curva verso destro, una gruppetto di quattro o cinque ciclisti cadeva e tra di loro era Peter Sagan (Team Bora Hansgrohe) che si remetteva in sella ma sembrava abbastanza dolorante e difficilmente sarebbe rientrato in gruppo. Nel successivo tratto in pavè cadeva nuovamente Kung e subito dopo Yves Lampaert, uno dei capitani della Deceuninck Quick Step. Le condizioni del tempo e i tratti di pavè ricoperti di fango confermavano che l’edizione 2021 della Parigi Roubaix sarebbe stata una corsa ad eliminazione. Walscheid era vittima di una caduta e Rowe si staccava a sua volta. In testa restavano Vermeersch ed Eekhoff. Nel gruppo principale, formato da una quarantina di unità, era ancora molto nutrita la presenza di uomini Deceuninck con Asgreen, Lampaert, Stybar e Senechal. La corsa si avvicinava verso l’undicesimo ed il dodicesimo settore in pavè, la difficile accoppiata D’Havelluy à Wallers – Trouée d’Arenberg, di quattro e cinque stelle. Un’altra rotonda era fatale per Oliver Naesen (Team AG2R) e Maximilian Schachmann (Team Bora Hansgrohe), che scivolavano entrambi. La coppia di testa affrontava il mitico settore della Foresta di Arenberga con 40 secondi di vantaggio sul primo gruppo inseguitore e 1 minuto e 50 secondi di vantaggio sul secondo gruppo inseguitore che comprendeva i big. Lo sparpaglio continuava anche nella Foresta di Arenberg con Sonny Colbrelli (Team Bahrain Victorious) e Mathieu Van der Poel attentissimi, mentre Van Aert era rallentato da una caduta di altri ciclisti. A 84 km dall’arrivo la coppia di testa veniva ripresa dal primo gruppo inseguitore. Alle loro spalle dal gruppo Van Aert-Van der Poel usciva un quartetto con Colbrelli, Guillaume Boivin (Team Israel StartUp Nation), Baptiste Planckaert (Team Intermarchè Wanty Gobert) e Jeremy Lecroq (Team B&B Hotels). A 70 km dal termine in testa restavano Walscheid, Tosh Van der Sande (Team Lotto Soudal), Jasper Philipsen (Team Alpecin Fenix), Gianni Moscon, Tom Van Asbroeck (Team Israel StartUp Nation) e Stefan Bissegger. Alle loro spalle il gruppo Colbrelli veniva raggiunto da Van der Poel. Autore di una violenta accelerazione nel settore di Tilloy à Sars-en-Rosières. Moscon accelerava nel gruppo di testa e riusciva a staccare i suoi compagni. All’entrata del terribile settore a cinque stelle di Mons-en-Pévèle il trentino aveva 35 secondi di vantaggio sugli immediati inseguitori ed 1 minuto e 10 secondi su un terzetto formato da Van der Poel, Colbrelli e Boivin. Questi tre raggiungevano Vermeersch e Van Asbroeck e sembravano ormai poter competere soltanto per il secondo posto a 35 km dall’arrivo. Ma la Parigi Roubaix è una corsa a sé stante ed a 30 km dall’arrivo Moscon era vittima di una foratura alla ruota posteriore ed era costretto a fermarsi a bordo strada per cambiare la bici grazie all’intervento della propria ammiraglia. Dopo aver ripreso la corsa, il trentino cadeva nel settore in pavè di Cysoing à Bourghelles e veniva ripreso da Van der Poel, Colbrelli e Vermeersch durante l’attraversamento del Carrefour de l’Arbre, a 16 km dall’arrivo. Colbrelli accelerava e si avvantaggiava insieme a Vermeersch e Van der Poel nei confronti di Moscon che si staccava dalla testa della corsa. A questo punto la vittoria era una questione a tre tra un belga, un italiano ed un’olandese. Era Colbrelli a vincere nel velodromo di Roubaix davanti a Vermeersch e Van der Poel. Chiudevano la top five Moscon in quarta posizione e Lampaert, che regolava il gruppetto davanti a Van Aert. L’Italia torna protagonista in una delle corse simbolo del ciclismo dopo 22 anni – l’ultima volta fu Andrea Tafi nel 1999 mentre Colbrelli dopo la vittoria dei Campionati Italiani e di quelli Europei può dire a buon diritto che il 2021 sia stata una delle annate migliori della sua carriera ciclistica.
Giuseppe Scarfone
Sonny Colbrelli vince la Parigi - Roubaix 2021 (foto: Bettini Photo)
MARK CAVENDISH IN VERSIONE ROUBAIX ALLA SPARKASSEN MÜNSTERLAND GIRO
In una giornata eroica vissuta nella Parigi-Roubaix, anche allo Sparkassen Münsterland Giro la corsa è scoppiata da lontano con una fuga dove André Greipel (Israel Start-Up Nation) ha celebrato al meglio il suo addio alle corse in una sfida con l’eterno rivale Mark Cavendish (Deceuninck – Quick Step) il quale ha raccolto il successo finale battendo in volata Alexis Renard (Israel Start-Up Nation) e Morten Hulgaard (Uno-X Pro Cycling Team).
La sedicesima edizione della Sparkassen Münsterland Giro prevedeva come di consueto un percorso adatto ai velocisti con i suoi 188.5 chilometri da Enschede a Münster. Durante il percorso era prevista qualche breve salita, in particolare nella fase centrale di corsa col circuito da affrontare due volte attorno a Coesfeld, e un finale relativamente piatto con un brevissimo strappo che culminava a due chilometri dalla linea d’arrivo.
I favoriti principali della corsa erano Pascal Ackermann (BORA – hansgrohe) e Mark Cavendish (Deceuninck – Quick Step), che aveva la competizione interna del campione uscente Álvaro José Hodeg. Altri possibili papabili erano Danny Van Poppel (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux), Alberto Dainese (Team DSM) e soprattutto André Greipel (Israel Start-Up Nation) alla sua gara d’addio.
Dopo una ventina di chilometri si generava un tentativo di fuga sotto una forte pioggia con Albert Gathemann (Dauner D&DQ-Akkon), Timo De Jong (VolkerWessels Cyclingteam), Alexander Tarlton (Team Lotto – Kern Haus), Adriaan Janssen (ABLOC CT), Jakob Geßner (Selezione nazionale tedesca), Rune Herregodts (Sport Vlaanderen – Baloise) e Philipp Walsleben (Alpecin-Fenix), il quale era alla sua ultima corsa da professionista.
Sulla prima salita di giornata, il Coesfelder Berg, a un centinaio di chilometri dall’arrivo il gruppo si spezzava con una trentina di atleti tra i quali alcuni degli atleti più quotati come Hodeg, Cavendish, Ackermann e Greipel, nel frattempo in fuga si attardava Gathemann.
Nella sezione successiva il gruppo si andava a spezzare ulteriormente con solo tredici atleti nel gruppo principale, oltre ai favoriti menzionati prima, erano presenti anche Josef Černý, Iljo Keisse e Stijn Steels (Deceuninck – Quick Step), Andreas Schillinger e Rüdiger Selig (BORA – hansgrohe), Alexis Renard (Israel Start-Up Nation), Niklas Märkl (Team DSM), Martin Urianstad e Morten Hulgaard (Uno-X Pro Cycling Team).
I corridori in fuga venivano ripresi ai -65 dal gruppo dei nuovi attaccanti formando così un gruppo di 18 atleti con un minuto circa sul resto del gruppo, ristretto ad una ventina di corridori che venivano guidati da Alpecin, Wanty e Team DSM.
Sullo Schöppinger Berg, a 37 chilometri dall’arrivo, attaccava Cavendish venendo chiuso da Renard e di conseguenza dal resto del gruppo, escluso De Jong, che proprio in questo momento rimaneva vittima di una foratura. Dal gruppo si formava un quartetto inseguitore formato da Georg Zimmermann (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux), Nico Denz (Team DSM), Dries De Bondt (Alpecin-Fenix) e Aaron Van Poucke (Sport Vlaanderen – Baloise) che progressivamente andavano a recuperare terreno e alcuni attardati dal gruppo di testa.
Ai quindici dal termine, Cavendish attaccava nuovamente con Renard alla sua ruota, ma venivano chiusi da Märkl. La corsa a questo punto era definitivamente scoppiata con anche Greipel che provava un attacco venendo inseguito da Černý e Hulgaard, che a loro volta venivano chiusi dal resto del gruppo.
Tra gli inseguitori erano Schillinger, De Bondt, Tarlton e Keisse a provare a recuperare, ma ormai il ritardo era oltre il mezzo minuto rispetto ad un gruppo ristretto a dieci unità con Renard che provava ad andarsene in solitaria. Hodeg e Hulgaard riuscivano a chiudere su questo tentativo, con Märkl che partiva in contropiede inseguito nuovamente da Černý, le responsabilità degli inseguimenti si alternavano tra le varie squadre con in questo caso la Israel che si sacrificava con un grande lavoro di Renard. Improvvisamente era Ackermann in prima persona a provare ad attaccare, ma usciva sull’erba in una curva rallentando la sua azione, con lui c’erano Renard, Hodeg e Märkl, andando però così a consentire al gruppo di rientrare più facilmente.
A 5 chilometri dalla fine si creava un po’ di confusione con due gruppetti che si formavano, da questa situazione provava Cavendish ad attaccare con Hulgaard che si agganciava alla sua ruota rilanciando l’andatura. Dietro era il solito Renard che provava ad inseguire aiutato da Märkl, il quale però si fermava proprio pochi metri prima di chiudere il buco lasciando il lavoro sulle spalle di un Greipel che sembrava a corto di energie e quindi in versione gregario. Infatti, sullo strappo negli ultimi 2000 metri era direttamente Renard ad attaccare chiudendo sui due fuggitivi. A questo punto era Ackermann che ci riprovava attaccando ai -1400, evidentemente non sentendosi le gambe per una volata. Era ancora il lavoro del ceco Černý a consentire un fallimento di questo attacco, col tedesco che non aveva più energie e non provava nemmeno la volata. Renard lanciava lo sprint negli ultimi 150 metri con Cavendish pronto alla sua ruota a sopravanzarlo negli ultimi metri, portando quindi a casa una bellissima vittoria al termine di una corsa durissima. Renard quindi si piazzava secondo con Hulgaard terzo. Greipel terminava la sua carriera da protagonista, facendo un bel salito al pubblico di casa arrivando al traguardo al decimo posto.
Carlo Toniatti.

Il successo di Mark Cavendish al Sparkassen Münsterland Giro (Guillaume Horcajuelo/Getty Images)
E’ ROGLIC SHOW SUL SAN LUCA. ALLO SLOVENO IL GIRO DELL’EMILIA 2021
Scatti e contro scatti già sul primo dei cinque passaggi sul San Luca rivoluzionano la corsa e rendono appassionante e combattutissimo il Giro dell’Emilia 2021. Rimane a giocarsi la vittoria un gruppetto di cinque ciclisti ed a spuntarla, grazie a uno scatto micidiale a 200 metri dall’arrivo, è Primoz Roglic (Team Jumbo Visma) che trionfa davanti a Joao Almeida (Team Deceuninck QUick Step) e Michael Woods (Team Israel StartUp Nation).
Una stagione ciclistica come al solito molto intensa, caratterizzata anche da nuove calendarizzazioni e riproposizioni di corse annullate durante la pandemia, ha la sua degna conclusione in un Ottobre che porta con sé il fresco dell’autunno ma offre allo stesso tempo competizioni ancora infuocate sulle strade. Terminato ieri il Giro di Sicilia con la bellissima vittoria di Vincenzo Nibali, ecco che in questo primo week end del mese sono di nuovo protagoniste corse storiche del calendario internazionale. Sabato il Giro dell’Emilia vedrà la consueta lotta appassionante sul San Luca, mentre domenica ritorna in versione autunnale e dopo quasi due anni una attesissima Parigi – Roubaix, con un’appendice in Germania dove si correrà lo Sparkassen Munsterland Giro. Per quanto riguarda il Giro dell’Emilia, si parte da Casalecchio di Reno e si arriva a Bologna, in cima al San Luca, dopo oltre 195 km di corsa. Il circuito cittadino del capoluogo emiliano dovrà essere percorso in totale per quattro volte con cinque scalate verso il celebre santuario, in cima al quale è posta la linea del traguardo. La novità del tracciato 2021 è l’inserimento della salita del Monte Luminasio che si affronterà dal versante di Marzabotto: cinque km molto impegnativi con pendenze quasi costantemente in doppia cifra e punte fino al 18%. Dallo scollinamento, mancheranno ancora oltre 70 km all’arrivo e circa 40 km all’ingresso nel circuito di Bologna. Sono 25 le squadre al via, di cui 14 WT ed alcune di essere sfornano roster davvero di primo livello come ad esempio il Team Jumbo Visma e il Team Deceuninck Quick Step. Sulla carta potrebbe essere una lotta proprio tra Primoz Roglic e Remco Evenepoel, ma entrambe le squadre hanno al loro interno due coppie di validissime alternative come Jonas Vingegaard, Sepp Kuss, Andrea Bagioli e Joao ALmeida. Anche l’UAE Team Emirates non starà a guardare con la coppia formata da Tadej Pogacar e Diego Ulissi in pole position. Da segnalare anche la presenza ai nastri di patenza di Aleksander Vlasov (Team Astana), vincitore nel 2020. Dopo la partenza da Casalecchio di Reno si formava la fuga di giornata grazie all’azione di nove ciclisti: Natnael Tesfatsion (team Androni Giocattoli – Sidermec), Andrea Garosio e Giovanni Carboni (Bardiani-CSF-Faizanè), Davide Bais (Team EOLO-Kometa), Joab Schneiter (Team Vini Zabù), Lorenzo Milesi Team (Beltrami TSA – Tre Colli), Matteo Baseggio (Team General Store Essegibi F.lli Curia), Paul Wright (Team Mg.k Vis VPM) e Filippo Dignani (Work Service Marchiol Vega). I fuggitivi iniziavano la salita di Ca’ Bortolani con oltre 4 minuti di vantaggio sul gruppo. Dignani si staccava sulle prime rampe della salita e così i battistrada restavano in otto, ma per poco tepo visto che dal gruppo attaccava Ide Schelling (Team Bora Hansgrohe) che prima raggiungeva Dignani e successivamente si riportava sulla testa della corsa. Allo scollinamento sul GPM di Passo Brasa, i fuggitivi avevano un vantaggio di 4 minuti e 22 secondi sul gruppo. A circa 50 km dalla conclusione, dopo lo scollinamento su Monte Luminasio, restavano in testa Carboni, Garosio, Schelling, Milesi e Bais con circa 2 minuti di vantaggio sul gruppo tirato dagli uomini del Team EF Education Nippo. I battistrada entravano nel circuito di Bologna e affrontavano la prima scalata verso il San Luca con 1 minuto e 25 secondi di vantaggio su un gruppo molto allungato e davanti al quale era molto attivo anche il Team Deceuninck Quick Step. In testa restavano Garosio e Carboni con 45 secondi di vantaggio sul gruppo. A 33 km dall’arrivo sulla coppia di testa si portavano Primoz Roglic e Sepp Kuss (Team Jumbo Visma), Adam Yates (Team INEOS Grenadiers), Remco Evenepoel e Fausto Masnada (Team Deceuninck Quick Step). Subito dietro, quando iniziava il terzultimo giro, si segnalavano Jonas Vingegaard (Team Jumbo Visma) e Joao Almeida (Team Deceuninck Quick Step). Si riportavano sul gruppo di testa, oltre che ai due ciclisti appena citati, anche Clement Champoussin (Team AG2R), David Gaudu (Team Groupama FDJ) e Michael Woods (Team Israel StartUp Nation), mentre si erano ormai staccati Garosio e Carboni, fuggitivi della prima ora. Erano 15 i secondi che il drappello di testa aveva sul gruppo inseguitore, quando mancavano 19 km alla conclusione. Gaudu restava vittima di una foratura ed anche Champoussin e Masnada si staccavano. Yates, Evenepoel, Vingegaarg, Roglic, Almeida e Woods iniziavano la penultima scalata verso il San Luca con 30 secondi di vantaggio su una coppia formata da Steven Kruijswijk (Team Jumbo Visma) e Daniel Martin (Team Israel StartUp Nation). Un attivissimo Almeida scattava un paio di volte e metteva in crisi Evenepoel e Vingegaard che si staccavano poco prima del passaggio sul traguardo che inaugurava l’ultimo giro. La coppia alle spalle rientrava però nella discesa. Evenepoel faceva un gran ritmo in discesa e Vingegaard alzava definitivamente bandiera bianca. In cinque si sarebbero contesi il Giro dell’Emilia 2021 con Evenepoel che iniziava in testa e si metteva al servizio di Almeida. Il giovane belga finiva il suo lavoro a poco più di un km dall’arrivo dopodiché iniziavano gli scatti, prima con Almeida e poi con Woods. Ma era Roglic che piazzava uno scatto mortifero, quello decisivo, a circa 200 metri dall’arrivo ed andava ad imporsi nettamente davanti ad Almeida a 3 secondi di ritardo, mentre terzo era Woods a 5 secondi di ritardo. Chiudevano la top five Yates in quarta posizione ed Evenepoel in quinta posizione. Roglic si riconferma ad altissimi livelli bissando il successo del 2019 e si candida ad essere il grande favorito per il Giro di Lombardia di sabato prossimo.
Giuseppe Scarfone
Primo Roglic vince il Giro dell'Emilia 2021 (foto: Bettini Photo)
GIRO DI SICILIA, LO SQUALO AZZANNA ANCORA
Vincenzo Nibali si aggiudica tappa finale e classifica generale della corsa di casa con un capolavoro solitario. Alle sue spalle Ravanelli e Covi completano il podio odierno, per Valverde solo secondo posto finale
Quarta ed ultima frazione dell’edizione 2021 del Giro di Sicilia, quest’oggi da Sant’Agata di Militello a Mascali per un totale di 180 km ricchi di emozioni. Percorso ricco di difficoltà altimetriche con la lunghissima ascesa verso Portella Mandrazzi nella fase centrale della tappa: anche oggi alla partenza in molti hanno velleità di vittoria e fin dalle fasi iniziali si susseguono tentativi di fuoriuscita dal gruppo. Si forma per qualche chilometro un drappello numeroso al comando composto da Andreas Leknessund (Team DSM), Filippo Fiorelli (Bardiani-CSF-Faizanè), Alvaro Cuadros (Caja Rural-Seguros RGA), Vincenzo Albanese (Eolo-Kometa), Ben King (Rally Cycling), Marco Frapporti (Vini Zabù), Iuri Filosi (Giotti Victoria Savini Due), Michele Gazzoli (Colpack Ballan), Stefano Di Benedetto (Work Service-Marchiol-Dynatek) e Matteo Zurlo (Zalf Euromobil Fior), ma il plotone resta sempre a tiro di schioppo e non lascia prendere il largo ai battistrada.
Nella breve discesa seguente l’abitato di Tindari, giunti nuovamente in circostanza di gruppo compatto, a farsi vedere è un nome pesante: Vincenzo Nibali (Trek – Segafredo) dimostra già in questa fase di avere una grande gamba oggi tentando un attacco con Romain Bardet (Team DSM), che il gruppo però si perita rapidamente di chiudere prima che inizino i 25 km di ascesa verso Portella Mandrazzi.
Iniziata la salita ci provano in diversi: a prendere un vantaggio di circa 1 minuto è un gruppetto assortito composto da Chris Froome (Israel Start – Up Nation), Alessandro Tonelli (Bardiani-CSF-Faizanè), Julen Amezqueta (Caja Rural – Seguros RGA) e Joan Bou (Euskaltel-Euskadi), ai quali in un secondo momento si aggiungono anche Marco Brenner (Team DSM), Edward Ravasi (Eolo – Kometa), Riccardo Verza (Zalf Euromobil Fior) e la coppia Gazprom-RusVelo Cristian Scaroni e Roman Kreuziger.
Il grosso del plotone scollina con circa 1 minuto e mezzo di ritardo, guidato dalla Movistar a difesa della maglia rossa Alejandro Valverde. Non sono finite però le asperità di giornata: dopo la salita di Castiglione di Sicilia il gruppo si lancia verso l’ultimo GPM della corsa, Sciara di Scorciavacca, 10 Km al 7 % medio alle pendici dell’Etna. Giunti in questa fase il distacco del plotone dai battistrada è ormai nell’ordine dei 30″, è proprio in vista dello scollinamento da dietro esce un gruppetto inseguitore composto da David de la Cruz (UAE Team Emirates), Vincenzo Nibali, Alessandro Covi (UAE Team Emirates), Romain Bardet, Davide Villella e il suo capitano Alejandro Valverde (Movistar), i quali in una manciata di chilometri raggiungono e distanziano i fuggitivi di giornata.
L’attacco decisivo a questo punto è portato in discesa da un Vincenzo Nibali dei tempi migliori che si lascia alle spalle tutti i compagni di fuga e si lancia in solitaria verso il traguardo di Mascali e la conquista della classifica generale. Dietro a nulla servono i tentativi di Lorenzo Fortunato (Eolo – Kometa), rientrato in ritardo sul gruppetto al comando, e lo stesso Valverde alza ben presto bandiera bianca preoccupandosi più di chiudere gli attacchi in difesa della seconda piazza in classifica generale piuttosto che tentare di rientrare sull’eroe di casa al comando.
Per Nibali, visibilmente commosso ed emozionato dopo il traguardo, si tratta di un dolce ritorno alla vittoria dopo oltre due anni. Alle sue spalle secondo e terzo chiudono Simone Ravanelli (Androni Giocattoli-Sidermec) e Alessandro Covi, con Alejandro Valverde che riesce nell’intento di difendere il secondo posto finale davanti allo stesso Covi, da lui distanziato di soli 3 secondi.
Lorenzo Alessandri
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Vincenzo Nibali trionfa in solitaria sul traguardo di Mascali. Photo Credit: Bettini Photo
GIRO DI SICILIA, IL GIORNO DI DON ALEJANDRO
Alejandro Valverde fa sua tappa e maglia nella terza frazione del Giro di Sicilia. Battuti Covi e Restrepo
Terza tappa del Giro di Sicilia 2021, 181 Km da Termini Imerese a Caronia con diversi metri di dislivello ed una salita finale di 4 km al 6 %. Pronti via ed è subito serrata la bagarre per entrare nella fuga giusta: il primo gruppetto che riesce a prendere un discreto margine è composto da David Gonzalez (Caja Rural-Seguros RGA), Samuele Rivi (Eolo-Kometa), Ben King (Rally Cycling), Davide Orrico (Vini Zabù) e Damiano Cima (Gazprom-Rusvelo). Dietro però non lasciano fare, così che se ne vanno dal gruppo principale anche Alex Tolio (Zalf Desirée Fior) e Paul Double (MG.K Vis VPM), mentre sul primo tratto di salita odierno davanti perde leggermente contatto Cima che però non demorde e rientra insieme ad un altro attaccante appena evaso dal plotone, Francesco Zandri (Work Service Marchiol Dynatek).
Terminate queste difficoltà altimetriche il gruppo finalmente si rialza e lascia crescere il margine dei battistrada che raggiunge un massimo di 6 minuti. A questo punto a prendersi le responsabilità dell’inseguimento sono tre compagini, Trek – Segrafredo, Israel – Startup Nation e Movistar, grazie alle quali il distacco si dimezza intorno ai 3 minuti dopo non molti chilometri. Sulla salita di Pollina si susseguono attacchi nel gruppetto di testa ma senza nessuno che riesca veramente a fare la differenza e a resistere al prepotente rientro del gruppo, ridotto a poco più di una trentina di unità dal ritmo forsennato imposto dagli uomini di Alejandro Valverde.
Giunti allo strappetto finale ci provano in successione Antonio Nibali (Trek – Segafredo) ai -2 e Brandon McNulty (UAE Team Emirates) poco dopo, ma senza riuscire a distanziare gli uomini Movistar con un Davide Villella straordinario a pilotare il suo capitano e rientrare sulle primissime posizioni. Parte così la volata finale a ranghi ridotti ed ancora una volta Alejandro Valverde (Movistar) è il più veloce di tutti, battendo un ottimo Alessandro Covi (UAE Team Emirates) e Jhonatan Restrepo (Androni-Sidermec). Successo doppio per il murciano che indossa anche la maglia di leader della classifica generale sul podio e che subito dopo il traguardo è incappato in una caduta senza grosse conseguenze.
Lorenzo Alessandri
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Alejandro Valverde conquista tappa e maglia. Photo Credit: Bettini Photo
EUROMÉTROPOLE TOUR 2021, VITTORIA DI FABIO JAKOBSEN
Fabio Jakobsen (Deceuninck – Quick Step) ha vinto in volata a Tournai l’Eurométropole Tour davanti a Jordi Meeus (BORA – Hansgrohe) e Mads Pedersen (Trek – Segafredo) al termine di una corsa molto movimentata. Ottavo Luca Mozzato (B&B Hotels p/b KTM) è stato il migliore degli italiani all’arrivo.
L’edizione numero 80 dell’Eurométropole Tour prevedeva un percorso di 177 chilometri da La Louvière a Tournai con un percorso considerato per velocisti, ma che presentava alcune salite, in particolare nella prima parte del percorso c’era una sequenza di cinque salite che culminava con il duro Mont Saint Laurent, salita in parte su pavè con pendenze in doppia cifra.
Dopo 103 chilometri di corsa i corridori raggiungevano il circuito finale di 15 chilometri da disputare cinque volte con il Col de La Croix Jubaru, 1500 metri al 5%, nella prima parte del percorso che terminava a 10 chilometri dall’arrivo.
I favoriti della vigilia erano i due sprinter Fabio Jakobsen (Deceuninck – Quick Step) ed Elia Viviani (Cofidis, Solutions Crédits) con Mads Pedersen (Trek – Segafredo), Fernando Gaviria e Alexander Kristoff (UAE-Team Emirates), Nacer Bouhanni (Team TotalEnergies) e Danny Van Poppel (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux). Alcuni possibili outsider che volevano anticipare la volata erano Maximilian Schachmann (BORA – hansgrohe), Matteo Trentin (UAE-Team Emirates), Michael Valgren (EF Education – Nippo) e Michał Kwiatkowski (INEOS Grenadiers).
La fuga di giornata di sei elementi prendeva piede dopo 10 km con Thomas Bonnet (Team TotalEnergies), Julian Mertens (Sport Vlaanderen – Baloise), Kobe Goossens (Lotto Soudal), Robin Carpenter (Rally Cycling) e Sergei Chernetski (Gazprom – RusVelo). Andrea Pasqualon (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux) si univa a loro poco dopo. Questo tentativo prendeva un vantaggio massimo di tre minuti e 20 secondi, ma veniva velocemente controllato a distanza di sicurezza e progressivamente il ritardo andava a perdere.
A 95 chilometri dalla conclusione Luke Rowe (INEOS Grenadiers) attaccava poco dopo la sezione di cinque salite, ma il gruppo chiudeva su di lui poco dopo. A 68 chilometri dall’arrivo, sul primo passaggio della salita nel circuito finale, attaccavano Reinardt Janse Van Rensburg (Team Qhubeka NextHash) e Julius Van den Berg (EF Education – Nippo) creando delle fratture in gruppo. L’azione che però alterava completamente la corsa era quella di Mads Pedersen nel giro seguente andando anche a chiudere sulla fuga di giornata. Si creava così un gruppo di una trentina di atleti all’attacco tra i quali Pedersen, Bouhanni, Van Poppel, Kwiatkowski e Sep Vanmarcke (Israel Start-Up Nation).
Nella fase che seguiva iniziava un forte testa a testa tra il gruppo di testa guidato principalmente da Ineos e Lotto Soudal, mentre dietro era la Sport Vlaanderen ad inseguire con una quarantina di secondi di ritardo.
All’inizio dell’ultima salita, attaccava dal gruppo di testa Edward Planckaert (Alpecin-Fenix), mentre da dietro nel gruppo era la EF a 20” di distanza a inseguire con un grande Valgren, fresco medagliato ai mondiali di Leuven. Sulla cima attaccava Kwiatkowski dalla fuga salvando il gruppo di testa dal ritorno di Valgren e un gruppo ristretto di atleti. La Deceuninck inseguiva però con forza da un altro gruppetto più attardato andando a riprendere prima il gruppo Valgren ai -6 e poi il gruppo di testa ai -4. Il gruppo procedeva in lunghissima fila indiana condotto dalla Wanty per Danny Van Poppel lasciando il gruppo principale nel quale erano rimasti attardati Viviani, Kristoff e Gaviria, a distanza di sicurezza.
Otto Vergaerde (Alpecin-Fenix) attaccava ai -2 sorprendendo il gruppo, al suo inseguimento si portavano poi Kwiatkowski con Florian Vermeersch (Lotto Soudal). La Deceuninck si metteva quindi a controllare la corsa chiudendo su questi attacchi entro l’ultimo chilometro. Schachmann prende la testa del gruppo lasciando poi la Trek lanciare la volata per Mads Pedersen, il quale partiva troppo lungo venendo sopravanzato nel finale con Jakobsen ad infilarsi al momento giusto per conquistare l’ennesima vittoria per il velocista olandese. Al secondo posto si piazzava Jordi Meeus (BORA – Hansgrohe) su Pedersen e Danny Van Poppel. Luca Mozzato (B&B Hotels p/b KTM) si classificava all’ottavo posto come migliore degli italiani, l’unico presente nel gruppo di testa.
Carlo Toniatti

Fabio Jakobsen a braccia alzate sul traguardo di Tournai (Getty Images Sport)
GIRO DI SICILIA, ANCORA MOLANO
Juan Sebastian Molano bissa il successo di tappa di ieri e consolida la maglia di leader. Alle sue spalle Moschetti e Mareczko
Seconda frazione del Giro di Sicilia 2021, da Selinunte a Mondello con un percorso vallonato simile a quello della prima tappa. Le difficoltà altimetriche della parte centrale della corsa strizzano l’occhio agli attacchi da lontano, così che già dopo 10 km si è formata la fuga di giornata composta da 6 corridori: Txomin Juaristi (Euskaltel – Euskadi), Emerson Oronte (Rally Cycling), Giacomo Cassarà (Amore&Vita-Prodir), Niccolò Salvietti (Mg.k Vis VPM), Eric Paties Montagner (Work Service Marchiol Vega) e Stefano Gandin (Zalf Euromobil Fior).
Il gruppo lascia fare e il vantaggio sale fino ad un massimo di 5 minuti. Il gruppo controlla sornione sotto l’azione della UAE Emirates, alla quale si aggiunge la Trek – Segafredo salendo verso il GPM di Portello della Ginestra. Il vantaggio è ormai quasi annullato nei pressi dello strappo di Carini: a poco servono gli ultimi sussulti dei fuggitivi che vengono riassorbiti dal plotone proprio in vista del traguardo volante conquistato da Davide Gabburo (Bardiani CSF Faizanè).
Si giunge così alla volata finale, dove ancora una volta il più forte di tutti è Davide Molano (UAE – Emirates), nonostante un grande lavoro della Trek – Segafredo con Vincenzo Nibali ultimo uomo d’autore per Matteo Moschetti. Inizialmente secondo giunge Filippo Fiorelli (Bardiani-CSF-Faizanè) poi declassato per irregolarità in volata, davanti a Matteo Moschetti (Trek-Segafredo) e Jacub Mareczko (Vini Zabù), nuovi secondo e terzo di tappa post revisione della giuria di corsa. Per Molano si consolida anche il primato in classifica generale.
Lorenzo Alessandri
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Juan Sebastian Molano vince in volata anche la seconda frazione. Photo Credit: Bettini Photo
GIRO DI SICILIA, LA PRIMA A MOLANO
Juan Sebastian Molano vince la prima tappa del Giro di Sicilia 2021. Battuti in volata Albanese e Richeze
Prima tappa della kermesse siciliana targata RCS, quest’oggi al via da Avola con arrivo a Licata dopo 180 km ondulati. La maggior parte delle difficoltà altimetriche concentrata nella fase iniziale di corsa favorisce i tentativi da lontano, che però il gruppo inizialmente tarda a far evadere.
Ci riescono finalmente in tre: Charles-Etienne Chretien (Rally Cycling), Jacopo Cortese (Mg.K Vis VPM) e Matteo Zurlo (Zalf Euromobil Fior). I tre raggiungono un vantaggio massimo di addirittura 8 minuti, poca prima del Gran Premio della Montagna di oggi posto a Ragusa. Dietro a prendere le redini dell’inseguimento sono principalmente UAE Emirates e Giotti Victoria-Savini Due, grazie ai quali il distacco inizia ad assottigliarsi vertiginosamente. A questo punto ci prova da solo Zurlo, il quale dopo un paio di tentativi riesce a sbarazzarsi dei due compagni di fuga e si lancia in solitaria verso il traguardo. Il plotone però è ormai sotto la soglia dei 2 minuti di distacco, e chiude definitivamente il tentativo dell’ottimo 23enne di Bassano del Grappa.
Proprio quando la volata finale appare inevitabile ci prova Vincenzo Albanese (Eolo – Kometa) con un grande tentativo da finisseur che sembra essere decisivo. Il 24enne campano stava già assaporando la vittoria, ma non ha fatto i conti con la volata lanciata magistralmente alle sue spalle dalla UAE Emirates: Maximilian Richeze fa un lavoro straordinario per pilotare Juan Sebastian Molano che proprio sulla linea del traguardo raggiunge e mette alle proprie spalle il portacolori della Eolo, indossando così anche la maglia di leader della classifica.
Lo stesso Richeze completa il podio finale di oggi.
Lorenzo Alessandri
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Juan Sebastian Molano beffa sul traguardo Vincenzo Albanese. Photo Credit: Bettini Photo

