LA VAN VLEUTEN A CESENA DETTA LA SUA LEGGE
Il Giro donne riparte nel segno della Van Vleuten che si è imposta a Cesena dove si è disputata la quarta tappa. Sono salite sul podio Mavi García e Marta Cavalli, staccate rispettivamente di 1 e di 43 secondi
Successo in solitaria per l’olandese Annemiek Van Vleuten del Team Movistar nella quarta tappa del Giro d’Italia Donne, disputatasi oggi sull’appennino con partenza ed arrivo a Cesena. La fuoriclasse olandese si è imposta nella prima tappa verità di questo Giro, una frazione appenninica che si è dimostrata un giudice severo. La seconda piazza è andata alla campionessa spagnola in linea e a cronometro Mavi García (UAE Team ADQ), che ha chiuso a 1” dalla vincitrice e nuova maglia rosa. Terza si è piazzata l’italiana Marta Cavalli (FDJ Nouvelle-Aquitaine Futuroscope), chw ha accusato un ritardo di 43”. Quarta è giunta Silvia Persico (Valcar – Travel & Service), che è transitata sotto lo striscione d’arrivo dopo 4’51”. Sesta piazza per Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo), arrivata alle spalle dell’australiana Amanda Spratt (Team BikeExchange – Jayco). Grazie al piazzamento odierno, la ciclista di Ornavasso ha scalato due posizioni in classifica, attestandosi al quarto posto alle spalle della Cavalli.
Le prime tre di giornata, che adesso sono anche le prime della classifica generale,, sono state protagoniste dell’attacco decisivo portato salendo verso il GPM del Colle del Barbotto, salita simbolo di questa tappa. Insieme a loro era presente anche la statunitense Kristen Faulkner, ma l’atleta del Team BikeExchange – Jayco non è riuscita a tenere il passo delle altre tre e si è staccata ancora prima di scollinare. Nelle fasi finali la Van Vleuten e la García hanno staccato l’italiana, che comunque facendo un po’ l’elastico e senza mai mollare è riuscita a chiudere entro il minuto dalla vincitrice.
La tappa di Cesena ha visto la campionessa del mondo Elisa Balsamo (Trek – Segafredo) perdere quella maglia rosa che indossava dalla seconda frazione. La cuneese avrà, però, la possibilità di rifarsi già oggi nella quinta tappa, la Carpi-Reggio Emilia di 126 km che ha tutte le caratteristiche per sorridere alle ruote veloci del plotone.
Mario Prato

La Van Vleuten e la Garcia in azione nella tappa di Cesena (Getty Images)
GRONEWEGEN AL FOTOFINISH CON COLPO DI RENI, MA PROTAGONISTA È LA NOIA
Dylan Groenewegen conquista la vittoria nella terza tappa danese del Tour de France, riuscendo a superare la maglia gialla al fotofinish, grazie al colpo di reni. Per il resto, la noia l’ha fatta da padrona per 180 km, con una fuga velleitaria del corridore di casa Magnus Cort Nielsen. Terzo secondo posto di fila per Wout Van Aert che si consola mantenendo la maglia gialla.
Nei Frandi giri solitamente la domenica vanno in scena delle tappe importanti per consentire agli appassionati che lavorano durante la settimana di seguire in diretta le tappe più significative.
Al contrario, il Tour de France propone tutti gli anni una tappa pianeggiante sia la prima che la terza domenica.
La frazione di oggi, ultima in terra danese, è stato un invito agli appassionati per schiacciare un pisolino pomeridiano, perché sino ai 10 Km all’arrivo non è successo nulla e l’emozione più grande, eccetto la volata, è stata appunto la caduta ai -10 che ha aperto un buco nel quale sono rimasti attardati Rigoberto Uran e Damiano Caruso, che hanno accusato un ritardo di 39 secondi all’arrivo.
In fuga è andato da solo Magnus Cort Nielsen che, come padrone di casa, ha ricevuto l’affetto del pubblico sulle strade e ha raggranellato punti per la maglia a pois su strappetti sinceramente imbarazzanti che il Tour de france classifica come GPM appunto per assegnare la maglia dedicata agli scalatori durante le piatte frazioni danesi.
Negli anni ‘90, del resto, il motivo era sempre quello di presentare la prima settimana pressoché interamente pianeggiante con i GPM piazzati in cima ai cavalcavia.
Va poi sottolineato un altro problema ricorrente al Tour de France. I finali delle prime tappe pianeggianti si svolgono sempre su stradoni da altissime velocità, con ostacoli come spartitraffico e altre simili amenità tipiche delle viabilità urbane in cui le squadre sgomitano per conquistare posti migliori con conseguenti rischi di cadute a velocità pericolosissime per l’incolumità dei corridori.
Non si comprende per quale motivo ci sia una esagerata ritrosia ad inserire discese normalissime giudicate non sicure, mentre invece si inseriscono tranquillamente finali pieni di pericoli che davvero il singolo corridore può far poco per evitare, visto che il gruppo arriva compatto e sparato.
Tappe come quella di oggi dovrebbero essere del tutto bandite dai grandi giri.
La cronaca ha davvero poco da dire, se non che Magnus Cort Nielsen se ne va da solo sin dai primi chilometri, con il gruppo che lascia fare. Il danese si prende il suo bagno di folla tra i connazionali e tutti i traguardi validi per il GPM, ad altitudini inferiori ai 100 metri s.l.m.
Unica nota da segnalare lo sprint per il secondo posto (il primo era stato conquistato dal fuggitivo) al traguardo volante che assegna punti validi per la maglia verde, vinto dalla maglia gialla su Jakobsen, con Laporte in terza posizione davanti a Sagan ed Ewan, tutti uomini che possono aspirare alla classifica a punti.
Cort Nielsen, che aveva avuto un vantaggio massimo di 6 minuti e mezzo, viene raggiunto senza problemi quando al traguardo mancano ancora 50 chilometri.
Ne consegue una lunga transumanza verso la volata finale, senza nemmeno la minima emozione di una fuga tenuta a tiro fino ai chilometri finali.
A spezzare un po’ la monotonia ci pensa una caduta che divide il gruppo in due tronconi. Davanti restano in 80, con tutti gli uomini di classifica, ma nel plotone degli attardati ci sono nomi di importanti outsider come Caruso, Uran, Pinot e Ciccone, che accuseranno un ritardo di 39 secondi.
Negli ultimi chilometr iniziano le grandi manovre per lanciare la volata, con le squadre che organizzano i treni a folli velocità.
Nonostante il lavoro di Senechal, Jakobsen si trova intruppato intorno alla decima posizione ed è impossibilitato ad uscire. A questo punto Laporte lancia lo sprint per la maglia gialla, che viene però superata sul traguardo dal colpo di reni di Gronewegen, vincitore al fotofinish dopo uno slalom per riprendere le prime posizioni.
Dopo il traguardo in leggera curva Sagan protesta all’indirizzo di Van Aert, reo secondo lui di averlo stretto contro le transenne, cosa che viene poi smentita dalla immagini. Van Aert va effettivamente un po’ ad avvicinarsi alle transenne, ma non fa alcuna deviazione di traiettoria irregolare ed è anzi Sagan che tenta di spostare il capoclassifica per inserirsi.
Per la terza volta consecutiva, Wout Van Aert manca così la vittoria di tappa e si classifica secondo. Alle interviste sembra piuttosto contrariato, anche se può consolarsi avendo mantenuto la maglia gialla e anche la titolarità della maglia verde (suo vero obbiettivo), che è vestita in prestito da Fabio Jakobsen.
Domani riposo e trasferimento in Francia, dove andrà in scena una tappa con arrivo a Calais, movimentata da 6 GPM, tutti di quarta categoria. Benché sia classificata come tappa collinare, si tratta in realtà di una frazione di pianura mossa, in cui ancora una volta gli uomini di classifica dovranno badare a stare davanti per non rimanere coinvolti in eventuali cadute.
La prima tappa interessante sarà quella di mercoledì sul pavé, anche se gli organizzatori, come nel 2014, non hanno avuto il coraggio di inserire la foresta di Arenberg, avendo invece preferito piazzare l’arrivo poco prima dell’imbocco del mitico settore a cinque stelle.
Benedetto Ciccarone

Groenewegen vince allo sprint l'ultima tappa danese del Tour 2022 (Getty Images)
MARIANNE VOS CHIUDE LA PRIMA PARTE DEL GIRO DONNE
Vittoria per Marianne Vos nell’ultima tappa in terra sarda della corsa a tappa italiana. Sul podio Charlotte Kool ed Elisa Balsamo, che rimane in rosa. Domani riposo e Lunedì si ripartirà da Cesena
La terza ed ultima tappa sarda del Giro d’Italia donne ha visto il successo in volata dell’olandese Marianne Vos (Team Jumbo-Visma), che vendica il secondo posto di ieri alle spalle di Elisa Balsamo. La cuneese della Trelk-Segafredo non ha saputo ripetersi, dopo essersi imposta ventiquattore fa a Tortolì, ma grazie alla terza piazza ha mantenuto la maglia rosa di leader della classifica generale. In seconda posizione si è piazzata l’olandese Charlotte Kool (Team DSM), terza ieri. Sul podio di giornata sono così salite le stesse protagoniste della seconda tappa, anche se in posizioni diverse.
Queste tre atlete non sono state le uniche protagoniste. Nei 113,4 km di gara c’è stata, infatti, gloria anche per Marketa Hajkova (Bepink), Asia Zontone (Isolmant – Premac – Vittoria) e Alice Palazzi (Top Girls Fassa Bortolo), autrici della fuga di giornata partita dopo una quarantina di chilometri dal via da Cala Gonone. Alle spalle delle tre fuggitive si è formato un gruppetto forte di 8 unità, dal quale solo Alessia Vigilia (Top Girls Fassa Bortolo) e Katia Ragusa (Liv Racing Xstra) sono riuscite a riportarsi sulle battistrada.
Per le cinque cicliste, peròm non c’è stata fortuna e la prevista volata ha avuto luogo dopo che il plotone aveva messo fine all’avventura delle fuggitive.
Oltre alle già citate Vos, Kool e Balsamo, hanno completato la topten Rachele Barbieri (Liv Racing Xstra), Sofia Bertizzolo (UAE Team ADQ), Lotte Kopecky (Team SD Worx), Emma Norsgaard (Movistar Team), Silvia Zanardi (Bepink), Georgia Baker (Team BikeExchange – Jayco) e Chiara Consonni (Valcar – Travel & Service).
In classifica generale Elisa Balsamo precede di 6” Marianne Vos, che con il successo odierno ha scalato tre posizioni, e di 12” Georgia Baker. Nella TopTen troviamo stabile in sesta posizione un’altra Elisa del ciclismo italiano, la Longo Borghini (Trek – Segafredo), che oggi ha chiuso in tredicesima posizione.
Domani il Giro donne fruirà di un giorno di riposo per permettere alla carovana di raggiungere Cesena, dove lunedì si disputerà la quarta tappa, lunga quasi 121 Km. Quello che le atlete troveranno sotto le loro ruote ha tutta l’aria di portare ad una tappa interessanta vista la presenza dei 3 GPM di Bertinoro, Barbotto e Monteleone, oltre ad altre salite non classificate.
Mario Prato

Lo sprint che ha messo i sigilli alla parentesi sarda del Giro d'Italia femminile (foto Getty Images)
LA PRIMA VOLTA DI JAKOBSEN: L’OLANDESE VINCE LO SPRINT DI NYBORG. VAN AERT NUOVA MAGLIA GIALLA.
Si sa, una delle massime aspriazioni per uno sprinter è vincere almeno una tappa al Tour de France. Una sorte di consacrazione che oggi è toccata a Fabio Jakobsen vincitore della sua prima frazione alla Grand Boucle. Il corridore della Quick Step Alpha Vinyl ha superato in rimonta Wout Van Aert (Jumbo-Visma) e Mads Pedersen (Trek-Segafredo) sbucando alle spalle del belga negli ultimi 50 metri e tagliando il traguardo di Nyborg a braccia alzate. Per l’olandese, reduce da un inizio di stagione in cui aveva già ottenuto 10 successi, si tratta della fine di un ideale percorso iniziato dopo la terribile caduta al Tour de Pologne del 2020 che lo aveva ridotto letteralmente in fin di vita. Per Van Aert invece un altro secondo posto dopo quello ottenuto nella crono d’apertura che però porta in dote la maglia gialla grazie ai 6 secondi d’abbuono ottenuti sul traguardo, abbastanza per strappare il simbolo del primato dalle spalle di Yves Lampaert (Quick Step Alpha Vinyl), ora 2° in classifica generale ad appena 1″ dal connazionale.
La seconda tappa del Tour 2022 era almeno da un punto di vista altimetrico piuttosto semplice. I 202,2 km che hanno condotto i corridori da Roskilde a Nyborg erano infatti quasi completamente piatti, ad eccezione di 3 gpm di 4a categoria posti nella parte iniziale del percorso. Le insidie di giornata erano così concentrate nel Great Belt Bridge, una colossale opera ingegneristica formata da due lunghissimi ponti, l’East Brigde ed il West Bridge (lunghi rispettivamente 6,6 e 6,8 km) che i corridori dovevano affrontare da est ad ovest per passare dalla Selandia alla Fionia. Lungo i due ponti i corridori erano attesi dal forte vento che spesso insiste nel tratto di mare compreso tra le due isole. Il traguardo di Nyborg era posto a pochissimi km dal termine del West Bridge ed era presumibilmente destinato a premiare un velocista.
La fuga di giornata è partita subito, praticamente al km zero. Ad animare la tappa sono stati Magnus Cort Nielsen (EF Education-EasyPost), Sven Bystrom (Intermarchè-Wanty-Gobert Materiaux) e il duo della B&B Hotels-KTM formato da Pierre Rolland e Cyril Barthe. Il quartetto ha subito ricevuto il via libera dal gruppo ma non è mai riuscito a portare il gap oltre i 3 minuti, complice il nervosismo in testa al plotone che sempre mantenuto un’andatura piuttosto sostenuta. I fuggitivi, che non coltivavano particolari velleità per quel che riguardava la vittoria di tappa, si sono concentrati nella lotta per i tre gran premi della montagna che avrebbero sancito la prima maglia a pois di questo Tour. Lungo il primo dei tre gpm, la Cote d’Asnaes Indelukke (km 62), il duo della B&B ha perso contatto da Cort e Bystrom, col danese che ha poi agilmente battuto il corridore dell’Intermarchè in cima allo strappo (1,1 km al 5,1%) conquistando il primo punto. Vista anche la vicinanza del secondo gpm, la Cote d’Hove Straede (900 m al 5,7%) posta 10 km dopo, il duo scandinavo non si è rialzato, anzi ha aumentato il ritmo impedendo a Rolland e Barthe di rientrare. Cort è transitato per primo anche sul secondo gpm, gudagnandosi matematicamente la prima maglia a pois, ed ha poi completato l’opera vincendo a braccia alzate anche il terzo (Karup Strandbakke, km 84) in mezzo al tripudio del numerorissimo pubblico danese. In questa fase i due battistrada sono riusciti a portare ad oltre 3′ il gap su un gruppo maglia gialla che in precedenza si era avvicinato fino ad 1′40″. Il gruppo ha però iniziato ad aumentare il ritmo in vista dello sprint intermedio di Kalundborg, posto ai -75. Il traguardo voltante è andato a Bystrom grazie anche al disinteresse di un Cort evidentemente soddisfatto dopo aver centrato l’obiettivo di giornata. La volata del gruppo è invece andata a Caleb Ewan (Lotto-Soudal), davanti a Wout Van Aert (Jumbo-Visma) e Peter Sagan (TotalEnergies). Proprio l’accelerazione prodotta nell’avvicinamento allo sprint intermedio ha fatto crollare il vantaggio dei due fuggitivi, sceso addirittura a 20″. A questo punto Bystrom ha rilanciato l’andatura, mentre Cort si è rialzato, lasciando il norvegese da solo in testa alla corsa. Bystrom è rimasto a lungo con pochi secondi di vantaggio sul gruppo, prima di essere ripreso quando al traguardo mancavano 31 km.
Il lungo tratto di avvicinamento all’imbocco del ponte è stato caratterizzato dal nervosismo e da numerose cadute. Una di queste ha coinvolto Rigoberto Uran, capitano della EF Education-EasyPost. Il colombiano, aiutato dai compagni di squadra, è stato poi protagonista di un lungo inseguimento. L’agitazione è continuata anche una volta raggiunto il Grand Belt Bridge e così altri corridori sono finiti per terra. Tra questi anche la maglia gialla Yves Lampaert (Quick Step Alpha Vinyl) che è prontamente rientrato grazie all’aiuto prestato dai compagni di squadra Michael Morkov e Mikkel Honorè. Proprio quando ci si aspettava che la corsa potesse esplodere, si è capito che il vento era forte ma spirava in direzione prevalentemente opposta alla marcia dei corridori. Ciò ha spento ogni eventuale idea di attacco, consentendo man mano il rientro di quasi tutti i corridori che erano caduti, tra cui lo stesso Uran.
La tensione in testa al gruppo però non è calata neanche una volta usciti dal ponte e così ne sono venute fuori nuove cadute. La più rilevante ha tagliato in due il gruppo ma è giunta quando i corridori erano già transitati sotto lo striscione dei -3, che sanciva la neutralizzazione dei tempi in caso di cadute.
La Quick Step, grazie al lavoro di Kasper Asgreen, Mattia Cattaneo e Yves Lampaert ha condotto il gruppo fino ai 500 metri quando, esaurito il lavoro della maglia gialla, sono arrivati in testa gli uomini della Trek-Segafredo con Jasper Stuyven in versione ultimo uomo di Mads Pedersen. E’ stato proprio il danese ha lanciare la sua lunghissima volata ai -250. Van Aert si è subito posto a ruota dell’ex-campione del mondo uscendo a sua volta ai -150. Il belga ha superato il danese ma proprio quando la vittoria sembrava in pugno alle sue spalle è spuntato come una saetta Jakobsen che ha superato Van Aert solo negli ultimi 30 metri. Per l’olandese è la prima affermazione in assoluto al Tour, mentre la Quick Step ottiene il secondo successo di tappa in due giorni. Alle spalle di Jakobsen giungono nell’ordine Van Aert e Pedersen. 4° posto per Danny Van Poppel (Bora-Hansgrohe), davanti a Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck) e al redivivo Peter Sagan (TotalEnergies). Quindi troviamo Jeremy Lecroq (B&B Hotels-KTM) al 7° posto, seguito da Dylan Groenewegen (Team BikeExchange-Jayco), Luca Mozzato (B&B Hotels-KTM) e Hugo Hofstetter (Team Arkea-Samsic). Grazie all’abbuono ottenuto sul traguardo Wout Van Aert scavalca Yves Lampaert in classifica generale e ora guida con 1″ sullo stesso Lampaert, 8″ su Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), 11″ su Filippo Ganna (Ineos Grenadiers) e 12″ su Mads Pedersen. Seguono Mathieu Van der Poel (Alpecin-Deceuninck) a 14″, Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) a 16″, Primoz Roglic (Jumbo-Visma) a 17″, Bauke Mollema (Trek-Segafredo) a 18″ e Dylan Teuns (Bahrain-Victorius) a 22″.
Domani è il programma la terza tappa, l’ultima in territorio danese prima del trasferimento in Francia. I corridori affronteranno la Vejle-Sonderborg per un totale di 182 km. Anche in questo caso il percorso sarà quasi totalmente piatto ad esclusione di tre strappetti classificati come gpm di 4a categoria. I velocisti saranno nuovamente chiamati in causa.
Pierpaolo Gnisci

LAMPAERT SIRENETTO (ALL’ASCIUTTO) IN GIALLO, IL BELGA STRACCIA A SORPRESA IL CONNAZIONALE VAN AERT
Lampaert vince a sorpresa la crono di apertura del Tour de France grazie alle migliori condizioni meteo e di asfalto trovate lungo il percorso rispetto ai favoriti. Il tracciato, molto tecnico nella seconda parte, favorisce Van Aert, più sicuro nelle curve rispetto a Filippo Ganna. Pogacar viaggia sui tempi dei migliori ed inizia ad infliggere distacchi ai rivali in classifica generale.
Alla fine la decide il meteo, anche se solo Lampaert riesce a far meglio degli specialisti, partiti sotto la pioggia battente. Specialisti che hanno visto inserirsi nella lotta un Tadej Pogacar che già l’anno scorso aveva mostrato di aver effettuato il salto di qualità anche nelle prove contro il tempo. In effetti oggi si è classificato terzo dietro a Yves Lampaert e a Wout Van Aert e davanti al campione del mondo di specialità Filippo Ganna, rifilando anche 8 e 9 secondi rispettivamente al padrone di casa Jonas Vingegaard e al connazionale Primoz Roglic.
La prova si presentava abbastanza tecnica, specialmente nella seconda parte dove curve strette secche e insidiose rendevano il tracciato una vera e propria gimcana. La pioggia, caduta copiosa sui big, ha reso ancor più difficile il tracciato e il rischio di finire a terra nei punti in cui si doveva piegare la bicicletta era sicuramente alto.
E’ stato questo a parere di chi scrive l’elemento che ha determinato la sconfitta di “Super Pippo”, non tanto nei confronti di un Lampaert che ha disputato la prova in condizioni meteo decisamente migliori rispetto a quelle che ha trovato il piemontese, ma anche nei confronti di Van Aert, partito solo un minuto dopo, e di Pogacar, anch’egli partito nel giro di pochissimi minuti.
Guardando la corsa si è avuta la netta impressione che Ganna non fosse molto sicuro nelle curve più difficili, rallentava molto e cercava di non inclinare la bicicletta per non rischiare cadute. Le traiettorie scelte da Van Aert e Pogacar sono sembrate decisamente migliori, più pulite, con meno cali di velocità e quindi con meno energie da spendere per rilanciare la velocità in uscita.
Non può sottacersi il fatto che Ganna abbia anche patito una foratura che non lo ha costretto a fermarsi grazie ad una innovazione tecnologica (i copertoncini che si autoriparavano grazie ad un gel), tuttavia l’impressione è stata di una scarsa sicurezza nelle curve a causa dell’asfalto bagnato.
Van Aert del resto è uno migliori in gruppo quanto a capacità di guida del mezzo e quindi, in una situazione come quello odierna, era naturale aspettarsi un piccolo vantaggio per il belga.
Probabilmente anche Van Aert è rimasto male per il secondo posto, ma probabilmente la mancata maglia gialla potrebbe essere un vantaggio per la corazzata Jumbo, che così potrà esimersi dal controllare la corsa lasciando l’ingrato compito alla Quick Step oltre che alle formazioni dei velocisti.
In particolare, nella tappa di domani, che prevede nel finale un ponte di 18 Km completamente esposto ai venti, gli uomini di Roglic e Vingegaard potranno compattarsi intorno ai propri capitani per tenerli davanti in caso di ventagli.
Per quanto riguarda la questione big, il copione è stato abbastanza rispettato, con Pogacar che – nonostante abbia cercato di non rischiare troppo – è riuscito a distanziare di qualche secondo i due rivali della Jumbo.
Adam Yates ha fatto una buona prova perdendo solo 16 secondi da Pogacar e precedendo di 2 secondi un quasi specialista come Geraint Thomas.
Aleksandr Vlasov ha concluso la prova con un ritardo di 31 secondi da Lampaert e di 24 da Pogacar.
Un po’ peggio hanno fatto Damiano Caruso ed Enric Mas che hanno accusato 48 secondi dal leader della UAE.
Molto male, invece, è andato Ben O’Connor, che era sembrato in grande spolvero al Delfinato e che ha invece concluso la prova con oltre un minuto di ritardo dal vincitore.
Dopo questa frazione, la lotta per a generale sembra già un affare a tre e, anche se gli outsiders forti in montagna potranno certamente tentare di inventarsi qualcosa, le differenze sembrano piuttosto nette.
Da domani, però, inizierà una girandola di tappe in cui fare molta attenzione, cosa che potrebbe comportare un dispendio notevole di energie – più a livello mentale che fisico – fino alla tappa con arrivo alle soglie della foresta dell’Arenberg, che sarà il primo vero banco di prova dopo le anticipazioni di oggi.
Benedetto Ciccarone

Lampaert sfreccia accanto alla Sirenetta nel corso della cronometro di Copenhagen (Yves Lampaert (foto Luca Bettini/SprintCyclingAgency)
L’IRIDE DELLA BALSAMO ILLUMINA TORTOLÌ
Successo della campionessa del mondo Elisa Balsamo nella prima tappa in linea del Giro d’Italia Donne 2022. Nello sprint a ranghi compatti la cuneese ha avuto la meglio su Marianne Vos e Charlotte Kool. Nella TopTen anche le “nostre” Consonni, Barbieri, Bastianelli e Zanardi. Per la piemonte questo successo è valso anche la conquista delle leadership della classifica generale e di quella a punti
Nella prima tappa in linea del Giro d’Italia Donne a primeggiare è stata la campionessa del mondo Elisa Balsamo. La portacolori della Trek-Segafredo si è imposta al termine della Villasimius-Tortolì regolando in una volata a ranghi compatti Marianne Vos (Team Jumbo-Visma), Charlotte Kool (Team DSM), Lotte Kopecky (Team SD Worx), Chiara Consonni (Valcar – Travel & Service), Isotta Barbieri (Servetto – Makhymo – Beltrami TSA), Georgia Baker (Team BikeExchange – Jayco), Marta Bastianelli (UAE Team ADQ), Silvia Zanardi (Bepink) e Lea Lin Teutenberg (Ceratizit-WNT Pro Cycling), che ha completato la TopTen.
Il successo odierno ha permesso alla cuneese di scalzare la vincitrice del cronoprologo di ieri Georgia Baker, oggi settima, e di insediarsi in vetta alla generale andando ad indossare la maglia rosa. Dopo queste due prime tappe la classifica vede alle spalle della Balsamo proprio la Baker a 9″. Seguono la Kopecky a 10″ la Vos a 12″, Elisa Longo Borghini (Trek – Segafredo) a 15″, Emma Norsgaard (Movistar Team) a 18″, Kristen Faulkner (Team BikeExchange – Jayco) a 19″, la Kool a 21″, Lucinda Brand (Trek – Segafredo) e Annemiek van Vleuten (Movistar Team), entrambe classificate con 23″ di ritardo dalla Balsamo.
La maglia rosa non è l’unica ad arricchire il “guardaroba” della vincitrice odierna perchè la Balsamo ha conquistatro anche quella ciclamino della Classifica a punti.
Grazie al passaggio sull’unico GPM di giornata, nonchè primo di questo Giro, la teutonica Franziska Brauße (Ceratizit-WNT Pro Cycling) è andata ad indossare la maglia verde della speciale classifica.
Domani il Giro d’Italia donne saluterà la Sardegna con l’ultima tappa sulle strade isolane. È in programma la Cala Gonone-Olbia di 113,4km, che percorrerà la costa orientale della Sardegna per un arrivo fotocopia di quello odierno, ancora favorevole alle velociste.
Mario Prato

Elisa Balsamo indossa la maglia rosa al termine della seconda tappa (foto Dario Belingheri / Getty Images)
GIRO DONNE 2022, KRISTEN FAULKNER PRIMA MAGLIA ROSA
Successo “Stars and Stripes” nella prima tappa del Giro d’Italia donne 2022. Terza piazza per Elisa Balsamo, al suo debutto sulle strade del Giro d’Italia femminile. Sul secondo gradine del podio è salita Georgia Baker, compagna di squadra della vincitrice
La corsa rosa dedicata al “gentil sesso”, organizzata da PMG Sport/Starlight, ha preso il via oggi dalla Sardegna e precisamente da Cagliari con un cronoprologo di poco meno di 5 km. La vittoria è andata alla statunitense Kristen Faulkner della Team BikeExchange – Jayco, che ha impiegato 5’45” a percorrere i 4,7 km del circuito del Poetto. La seconda piazza è andata a Georgia Baker, compagna di squadra della vincitrice, che deteneva il miglior tempo con 5’48” fino all’arrivo della Faulkner. La prima delle italiane è Elisa Balsamo, in forza alla Trek – Segafredo, che si è piazzata terza. Quinta piazza, invece, per un’altra rappresentante della Trek – Segafredo, la campionessa italiana di specialità Elisa Longo Borghini, che ha chiuso con il tempo di 5’54”. Quarta si è piazzata Lotte Kopecky (Team SD Worx), campionessa belga a cronometro.
Segue nell’ordine d’arrivo un blocco dei Paesi Bassi formato da Annemiek van Vleuten della Movistar Team (6a), da Lucinda Brand della Trek – Segafredo (7a) e D Riejanne Marku del Team Jumbo-Visma (8a). Nona si è piazzata la statunitense della Trek – Segafredo Leah Thomas mentre chiude la TopTen un’altra olandese, Anouska Koster (Team Jumbo-Visma).
Grazie al successo odierno Kristen Faulkner è la prima ad indossare la maglia rosa con la scritta UNHCR dell’Agenzia ONU per i Rifugiati. La scritta che campeggia sulla maglia, infatti, non è quella di una sponsor “tradizionale” ma è un chiaro messaggio di pace e di speranza che gli organizzatori del Giro d’Italia Donne vogliono lanciare dalle strade italiane al mondo.
Domani il Giro Donne ha in programma la prima tappa in linea. Lungo i 106,5 km che da Villasimius condurranno a Tortolì il gruppo troverà un tracciato vallonato con un unico GPM, quello di 4a categoria di Castiadas, dopo neanche 8 km di gara. Tutto fa pensare ad un arrivo a ranghi compatti, anche se l’insidia del vento potrebbe riservare qualche sorpresa.
Mario Prato

Kristen Faulkner lanciata verso il successso sul lungomare di Cagliari (foto Getty Images)
ZANA E I SUOI “FRATELLI”
Dall’Europa – e non solo – provengono conferme e sorprese dai Campionati Nazionali di Ciclismo su Strada 2022. Ecco la consueta panoramica de ‘Ilciclismo’ a meno di una settimana da uno degli eventi più attesi nel calendario internazionale, ovvero il Tour de France, in cui alcuni ciclisti vestiranno proprio la maglia di campione nazionale appena conquistata.
In Italia Filippo Zana (Team Bardiani CSF) ha vinto la prova in linea dei Campionati Nazionali al termine di una corsa dove gli attacchi nel circuito finale di Alberobello sono stati decisivi. In Europa già venerdì si era disputato il campionato nazionale olandese con la vittoria di Pascal Eenkhoorn (Team Jumbo Visma) davanti a Daan Hoole (Team Trek Segafredo) e Taco van der Hoorn (Team Intermarchè Wanty Gobert). In Ungheria Attila Valter (Team Groupama FDJ) ha la meglio su Marton Dina (Team EOLO – Kometa) mentre più staccato è Barnabas Peak (Team Intermarchè Wanty Gobert). Location estiva per i Campionati Nazionali Spagnoli. A Palma de Maiorca nell’impegnativo circuito finale restano in tre a giocarsi il titolo. Carlos Rodiguez (Team INEOS) attacca e si invola verso il suo primo titolo nazionale su strada, battendo Jesus Herrada (Team Cofidis) ed Alex Aranburu (Team Movistar), che giungono ad oltre 50 secondi di ritardo. In Belgio corsa scoppiettante e caotica nonostante la pressoché totale assenza di insidie altimetriche e soprattutto del campione uscente Wout van Aert. A Middelkerke, Tim Merlier (Team Alpecin Fenix) ottiene il suo secondo titolo nazionale battendo in volata Jordi Meeus (Team BORA Hansgrohe) e Jasper Philipsen (Team Alpecin Fenix). In Francia sul circuito di Cholet lo svolgimento della corsa francese è simile a quello italiano, con attacchi e contrattacchi nel finale che vedono un gruppetto ristretto di quattro uomini giocaesi la vittoria in volata. E’ Florian Senechal (Team Quick Step Alpha Vinyl) ad avere la meglio su Anthony Turgis (Team TotalEnergies) ed Alex Zingle (Team Cofidis), mentre chiudono la top five Warren Barguil (Team Arkea Samsic) in quarta posizione ed un po’ più staccato Benjamin Thomas (Team Cofidis) in quinta posizione. In Gran Bretagna è volata con Mark Cavendish (Team Quick Step Alpha Vinyl) che nonostante i 37 anni suonati mette in fila ciclisti molto più giovani di lui. Cannonball vince davanti a Samuel Watson (Team EC Groupama FDJ) ed Alexandar Richardson. In Danimarca sull’impegnativo circuito di Aalborg si impone Alexander Kamp (Team Trek Segafredo) con un attacco nel finale. A 14 secondi di ritardo si piazza in seconda posizione il compagno di squadra Mads Pedersen che precede Mikkel Frolich Honorè (Team Quick Step Alpha Vinyl). In Germania lo spunto vincente è invece di Nils Politt (Team Bora Hansgrohe), che sfrutta le sue doti da passista per sbarazzarsi della concorrenza. A 47 secondi termina in seconda posizione Nikias Arndt (Team DSM) mentre Simon Geschke (Team Cofidis) è terzo a quasi 3 minuti di ritardo. In Slovenia, con l’assenza di ciclisti del calibro di Pogacar, Roglic e Mohoric, il titolo nazionale va a Kristijan Koren (Team Adria Mobil), abile a rilanciare l’azione e resistere all’inseguimento di un gruppetto di quattro uomini formato da Matevz Govekar (Team Bahrain Victorious), Luka Mezgec (Team BikeExchange – Jayco) e Jaka Primozic (Team Hrinkow Advarics Cycleang). In Norvegia. Nella volata ristretta di sette uomini nella località di Skogn, Rasmus Tiller (Uno-X Pro Cycling Team) sorprende gente sulla carta più veloce di lui. Alexander Kristoff (Team Intermarchè Wanty Gobert) deve accontentarsi della seconda posizione, mentre Edvard Boasson Hagen (Team TotalEnergies) è terzo. In Polonia vince Norbert Banaszek (Team HRE Mazowsze Serce Polski) davanti a Szymon Rekita (Voster ATS Team) e Lukasz Owsian (Team Arkea Samsic). Da segnalare il sesto posto di Cesare Benedetti (Team BORA Hansgrohe). Peter Sagan (Team TotalEnergies) torna a dettare legge nel suo paese ed è campione slovacco con un vantaggio importante sul secondo classificato, Lukas Kubis (Team Dukla Banska Bystrica), ad oltre 1 minuto e 40 secondi di ritardo. Negli USA Kyle Murphy (Team Human Powered Health) è il nuovo campione a stelle strisce davanti a Tyler Stites e Magnus Sheffield (Team INEOS). Poco più a nord, e precisamente in Canada, è un compagno di squadra di Murphy a vincere la prova in linea: Pier-André Cotè è il nuovo campione canadese. In Irlanda è invece Rory Townsend (Team WiV SunGod) a vincere il titolo con 26 secondi di vantaggio su Cormac McGeough (Wildlife Generation Pro Cycling). Poco più a nord, e precisamente in Canada, è un compagno di squadra Viene dalla Svizzera una delle più grandi sorprese dei Campionati Nazionali 2022. Robin Froidevaux (Tudor Pro Cycling Team), classe 98, diventa uno dei più giovani Campioni Nazionali della Confederazione. Froidevaux batte in una volata a tre Sebastien Reichenbach (Team Groupama FDJ) e Colin Stussi (Team Vorarlberg). In Austria vince Felix Grossschartner (Team BORA Hansgrohe), che ha la meglio su quattro compagni di squadra (nell’ordine Gamper, Postlberger, Konrar e Haller). In Portogallo il circuito non lunghissimo di Mogadouro – quasi 168 km . premia Joao Almeida (UAE Team Emirates). Nomi nuovi in Lussemburgo. Finiti i tempi degli Schleck e dei Kirchen, troviamo nuovo campione lussemburghese Colin Heiderscheid (Team Leopard Pro Cycling). Concludiamo questa rassegna con un po’ di esotismo. In Eritrea vince Merhawi Kudus (Team EF Education EasyPost) davanti a Natnael Tesfatsion (Team Drone Hopper Androni Giocattoli), mentre in Giappone Yukiya Arashiro (Team Bahrain Victorious) vince per l’ennesima volta i campionati giapponesi.
Giuseppe Scarfone

Kyle Murphy è il nuovo campione nazionale USA (foto: SnowyMountain Photography)
AD ALBEROBELLO FILIPPO ZANA E’ CAMPIONE D’ITALIA 2022
Filippo Zana (Team Bardiani CSF) è Campione d’Italia di ciclismo su strada 2022 al termine di una corsa anarchica condizionata dal grande caldo. Gli attacchi ed i contrattacchi sono stati decisivi nella seconda parte della corsa ed hanno premiato il ciclista della squadra più nutrita alla partenza. Zana vince sul traguardo di Alberobello battendo in una volata ristretta Lorenzo Rota (Team Intermarchè Wanty Gobert) e Samuele Battistella (Team Astana Qazaqstan).
La Puglia è la protagonista della prova in linea dei Campionati Italiani di Ciclismo su strada. Si parte da Marina di Ginosa e si arriva ad Alberobello dopo 237 km. Un percorso complessivamente esigente, privo di salite lunghe ma con diversi strappetti presenti un po’ dappertutto ed anche un muro vero e proprio, quello di Mottola, anche se lontano dal traguardo. Sono diverse le tipologie di ciclisti che possono ambire alla vittoria. Sicuramente i finisseur e gli scattisti veloci hanno maggiori possibilità di fare bene, ma anche i velocisti più resistenti possono dire la loro, purchè siano in buona forma e non patiscano i cambi di ritmo e gli attacchi che potranno essere sferrati nel finale, soprattutto in caso di gruppo ridotto. Alla partenza sono presenti 124 ciclisti e le squadre più rappresentate sono la Bardiani CSF con 16 atleti, la Drone Hopper Androni Giocattoli con 8 atleti, l’EOLO Kometa con 11 atleti e la Work Service con 9 atleti. Spicca in quest’ultima squadra la presenza di Davide Rebellin, di gran lunga il più longevo ciclista alla partenza. Dopo una decina di km dalla partenza si formava una fuga grazie all’azione di tre ciclisti: Manuele Tarozzi ed Alessio Martinelli (Team Bardiani CSF) e Jacopo Cortese (Team MG K Vis). Dopo un’altra decona di km rientravano sul gruppetto di testa Francesco Zandri (Team Work Service), Alessandro Tonelli e Martin Marcellusi (Team Bardiani CSF), Stefano Gandin (Team Corratec) e Lorenzo Ginestra (Team Work Service). Dopo una trentina di km il gruppo di testa aveva circa 3 minuti di vantaggio sul gruppo principale, tirato dagli uomini del Team Astana Qazaqstan e del Team Eolo-Kometa. Intorno al km 120, all’inizio del primo circuito intermedio di Noci, restavano in testa in sei: Tarozzi, Marcellusi, Tonelli, Gandin, Zandri e Ginestra, mentre si erano staccati Cortese e Martinelli. Anche Gandin veniva ripreso dal gruppo principale dopo essere stato vittima di una foratura. A 60 km dall’arrivo restava in testa un terzetto della Bardiani CSF: Tonelli, Marcellusi e Samuele Zoccarato, quest’ultimo evaso dal gruppo e riportatosi sulla testa della corsa. A 50 km dalla conclusione restavano in testa Zoccarato e Marcellusi mentre il gruppo inseguitore era segnalato ormai a soli 20 secondi di ritardo. Proprio dal gruppo iniziavano gli scatti e si riportavano sulla coppia di testa Lorenzo Rota (Team Intermarchè Wanty Gobert), Samuele Battistella (Team Astana Qazaqstan), Filippo Zana (Team Bardiani CSF), Andrea Piccolo (Team Drone Hopper Androni Giocattoli) e Marco Tizza (Team Bingoal Pauwels). A 30 km dall’arrivo il gruppo di testa, dal quale si era staccato Marcellusi, aveva 30 secondi di vantaggio su un gruppo allungatissimo. All’inseguimento del gruppo di testa si portavano Davide Ballerini (Team Quick Step Alpha Vinyl), Cristian Scaroni (Team FCI) e Giovanni Aleotti (Team BORA Hansgrohe). A 20 km dall’arrivo Battistella, Rota, Piccolo, Zana e Tizza avevano una trentina di vantaggio su Ballerini, Scaroni ed Aleotti. Sul penultimo strappo di Coreggia i tre contrattaccanti venivano ripresi ed il gruppo di testa aveva aumentato il vantaggio sul gruppo a 40 secondi. All’inizio dell’ultimo dei quattro giri del circuito finale di Alberobello il quintetto di testa aveva 46 secondi di vantaggio sul gruppo inseguitore. Tizza si staccava dal gruppo di testa sull’ultimo strappo di Coreggia. Erano così in quattro a giocarsi i Campionati Italiani su strada. Era Filippo Zana ad avere la meglio su Rota e Battistella, mentre Piccolo era quarto. In quinta posizione terminava Filippo Baroncini (Team Trek Segafredo) a 27 secondi di ritardo da Zana. Chiudevano la top ten Filippo Fiorelli (Team Bardiani CSF) sesto, Marco Tizza settimo, mentre più indietro quel che restava del gruppo vedeva Vincenzo Albanese (Team EOLO – Kometa) in ottava posizione davanti a Marco Canola (Team FCI) nono e Giovanni Aleotti decimo. Zana, alla prima vittoria stagionale – e che vittoria! – succede così a Sonny Colbrelli e potrà sfoggiare la maglia di Campione Italiano per i prossimi 365 giorni.
Giuseppe Scarfone

Zana indossa sul podio la maglia tricolore conquistata ad Alberobello (Sprint Cycling Agency)
GIRO UNDER23, LE ULTIME MONTAGNE NON SCALZANO HAYTER
Le cronache delle ultime tre tappe del Giro d’Italia Giovani Under23, vinta dal britannico Leo Hayter grazie al consistente “tesoretto” conquistato nel tappone di Santa Caterina Valfurva
BUSCA – PEVEREGNO
La Busca-Peveragno passerà alla storia di questo Giro Baby come la tappa del grande attacco portato alla maglia rosa Leo Hayter (Hagens Berman Axeon) dalla formazione francese Groupama-FdJ. È stato, infatti, un attacco di squadra quello attuato oggi per mettere in difficoltà il giovane britannico, comunque ben supportato dalla sua Hagens formazione e da qualche altro alleato trovato strada facendo.
L’avvio di tappa ha visto l’attacco di Walter Calzoni (Gallina Ecotek Lucchini), ma la sua avventura è durata giusto il tempo di segnarsi il nome sul taccuino. Meglio è andata ad Emanuele Ansaloni (#inEmiliaRomagna Cycling Team), avvantaggiatosi subito dopo e capace di mettere tra sè stesso e gli inseguitori una cinquantina di secondi salendo verso il Santuario di Valmala. Questo tentativo è stato il preludio dell’attacco perpetrato dalla transalpina Groupama-FdJ. A riportarsi sul battistrada è stato in prima battuta Lenny Martinez, sempre in caccia dei punti dei GPM. Nella successiva discesa sui due si sono riportati altri tre compagni di squadra di Martinez, ovvero Romain Grégoire, Lorenzo Germani e Reuben Thompson. Al blocco Groupama si erano anche accodati Lorenzo Milesi (Development Team DSM) e Felix Engelhardt (Tirol KTM Cycling Team). Nonostante il vantaggio massimo di 2’35”, i fuggitivi non sono riusciti nel loro intento. Tutta una serie di interessi intrecciati ha fatto sì che, oltre alla squadra del leader della classifica, si si siano incaricati dell’inseguimento altri team, con l’intenzione di difendere le posizioni in classifica dei loro uomini. Con questi presupposti la fuga si è così esaurita al secondo giro del circuito finale, dopo circa 100 km di fuga. Il gruppo è così tornato compatto, forte di una quarantina di unità.
I giochi, peròm non erano finiti. C’è ancora il tempo per il tentativo infruttuoso di Mattia Petrucci (Team Colpack Ballan), raggiunto da Gil Gelders (Bingoal Pauwels Sauces WB) e Martin Marcellusi (Bardiani-CSF-Faizanè). Ripresi anche loro l’azione decisiva è avvenuta ai meno dieci, quando l’attacco di Gelders, Sergio Meris (Team Colpack Ballan), Simon Dalby (Uno-X Dare Development Team), Xabier Berasategi e Hannes Wilksch (Development Team DSM) ha tutti i crismi per avere successo. I 5 si presentano così sul traguardo e se la giocano in volata con Gelders che regola i compagni di viaggio.
BOVES – COLLE FAUNIERA
L’arrivo sul Fauniera, nell’ultima tappa di montagna di questo Giro d’Italia Giovani Under 23, ha sorriso al belga Lennert Van Eetvelt (Lotto Soudal Development Team), vincitore di tappa, e ad Hayter che, alla vigilia della settima e ultima tappa, ha conservato la “sua” maglia rosa, arrivando quarto. Ora in classifica il più insidioso degli inseguitori è proprio il vincitore di tappa Van Eetvelt, che tallona il britannico a 2’55”, avendo quasi dimezzato il ritardo che aveva alla partenza da Boves.
Le caratteristiche orografiche della tappa, pianeggiante fino all’imbocco della dura salita finale, ha fatto sì che si partisse velocissimi, con un gruppetto forte di ben 26 unità che si è avvantaggiato strada facendo. A formarlo erano Alex Baudin, Petr Kelemen, Fabian Weiss (Tudor Pro Cycling Team), Giosuè Epis (Carnovali – Rime), Andrea Montoli, Francisco Muñoz, Marcel Camprubi (Eolo Kometa Cycling Team U23), Van Eetvelt, Ramses DeBruyne, Vincent Van Hemelen (Lotto Soudal Development Team), Samuel Watson (Groupama-FDJ), Carlo Francesco Favretto, Samuele Carpene, Francesco Busatto (General Store – Essegibi – F.lli Curia), Matteo Freddi (Beltrami TSA Tre Colli), Kasper Andersen, Ivan Romeo (Hagens Berman Axeon), Yeisson Casallas Rincon (Colombia Tierra de Atletas), Ben Granger (Zappi Racing Team), Lorenzo Ginestra (Work Service Group Vitalcare Vega), Martin Marcellusi (Bardiani-CSF-Faizanè), Davide Toneatti, Nicolas Vinokourov (Astana Qazaqstan Development Team), Edo Goldstein, Alastair MacKellar (Israel Cycling Academy) e Lorenz Van de Wynkele (Elevate P/B Home Solution-Soenens).
Nel frattempo i battistrada hanno cominciato a perdere i pezzi, fin quando sulla salita che conduceva al traguardo Van Eetvelt, terzo in classifica a 5’56”, è rimasto solo e ha proseguito la sua azione fin sotto il traguardo.
Secondo si è piazzato il francese Martinez a 1’16”, terzo è arrivato William Junior Lecerf (Lotto Soudal Development Team) a 2’45” dal vincitore. La maglia rosa ha saputo controllare bene la situazione, nonostante la più che perentoria azione portata dal belga, e ha chiuso in quarta posizione con un ritardo dal vincitore di 2’51”.
Ora Giro Baby si chiude sempre in terra piemontese con la settima e ultima tappa. È di scena la Cuneo-Pinerolo di 121 km. Cuneo e Pinerolo, due nomi che quando sono uniti come sede di partenza e di arrivo attivano ricordi epici, anche se il tracciato odierno non ha nulla di quello della cavalcata epica di Fausto Coppi, entrata prepotentemente nella memoria collettiva. Dopo la partenza da Cuneo, si toccheranno il Colletto di Rossana e il GPM di terza categoria di Paesana prima di giungere al traguardo di Pinerolo, posto in cima al ripido muro in pavè di via Principi d’Acaja (pendenza massima del 20%), al quale si tornerà dopo un circuito finale di 21 Km da affrontare una sola volta.
CUNEO – PINEROLO
Il vincitore dell’iconica tappa disputata tra Cuneo e Pinerolo è stato il transalpino Grégoire. Il portacolori della Groupama-FDJ ha messo in campo tutte le sue doti di scattista dopo che il muro di via Principi d’Acaja aveva spento le velleità del duo che al momento conduceva la gara con qualche metro di vantaggio sul plotone, Lorenzo Milesi (Development Team DSM) e Fran Miholjevic (CT Friuli), che proprio nel passaggio precedente avevano iniziato la loro avventura come fuggitivi.
Prima di questo combattuto epilogo la gara non è stata certamente corsa tranquillamente.
Poco dopo la partenza si è avuto il tentativo, subito smorzato, di Emanuele Ansaloni (#inEmiliaRomagna Cycling Team), che rispetto a chi aveva tentato prima di lui ha avuto la possibilità di rimanere – seppur per poco – davanti a tutti.
A seguire si è avuto il tentativo di Gabriele Petrelli (CT Friuli), Davide Pinardi (#inEmiliaRomagna Cycling Team), Alexander Tarlton (Team Lotto – Kern Haus) e Mason Hollyman (Israel Cycling Academy), ma anche per loro non c’è stato spazio. Più consistente è stato l’attacco portato da Simone Lucca (Sissio) e Daniil Pronskiy (Astana Qazaqstan Development Team), azione prontamente seguita da Petr Kelemen (Tudor Pro Cycling Team), Walter Calzoni (Gallina Ecotek Lucchini), Alastair MacKellar (Israel Cycling Academy), Negasi Abreha (Team Qhubeka), Andrea Piras (Beltrami Tsa Tre Colli), Siebe Deweirdt, Lorenz Van de Wynkele (Elevate P/B Home Solution-Soenens), Gabriele Petrelli (CT Friuli), Gabriele Porta (Hopplà – Petroli Firenze – Don Camillo), Nicholas Agostini (UC Trevigiani Energiapura Marchiol) e Francesco Galimberti (Interregionale). Questo tentativo aveva tutti i crismi per fare bene e, infatti, altri corridori hanno pensato di agganciarsi a quello che al momento sembrava il treno vincente. Sono infatti rientrati Pietro Aimonetto (Beltrami-TSA Tre Colli), Lecerf e Van Eetvelt, il vincitore di ieri e secondo nella generale.
La loro avventura è terminata prima dell’imbocco del primo passaggio sul muro che conduceva al traguardo, quando si è avuto il tentativo di Milesi e Miholjevic, di cui si è già parlato.
In tutto questo bailamme la maglia rosa Hayter ha fatto il suo, ha controllato, allungato più o meno il guinzaglio dei fuggitivi e ha fatto sì che chi poteva costituire un pericolo per la sua leadership non guadagnasse un vantaggio tale che potesse nuocergli, per poi chiudere in quarta posizione la tappa conclusiva.
Per quanto riguarda le classifiche accessorie, grazie al successo nella frazione conclusiva il francese Grégoire strappa in extremis ad Hayter la maglia di leader della classifica a punti, mente Martinez si conferma al vertice di quella destina agli scalatori. Anche la classifica destinata ai giovani finisce nel carniere di Martinez, la cui formazione si impone nella speciale challenge riservata alla squadre precedendo di quasi un quarto d’ora la Eolo Kometa Under23.
Mario Prato

La premiazione di Leo Hayter, vincitore dell'edizione 2022 del Giro d'Italia destinato agli Under23 (© Giro dItalia Giovani Under 23)

