LAMPAERT SIRENETTO (ALL’ASCIUTTO) IN GIALLO, IL BELGA STRACCIA A SORPRESA IL CONNAZIONALE VAN AERT

luglio 1, 2022
Categoria: News

Lampaert vince a sorpresa la crono di apertura del Tour de France grazie alle migliori condizioni meteo e di asfalto trovate lungo il percorso rispetto ai favoriti. Il tracciato, molto tecnico nella seconda parte, favorisce Van Aert, più sicuro nelle curve rispetto a Filippo Ganna. Pogacar viaggia sui tempi dei migliori ed inizia ad infliggere distacchi ai rivali in classifica generale.

Alla fine la decide il meteo, anche se solo Lampaert riesce a far meglio degli specialisti, partiti sotto la pioggia battente. Specialisti che hanno visto inserirsi nella lotta un Tadej Pogacar che già l’anno scorso aveva mostrato di aver effettuato il salto di qualità anche nelle prove contro il tempo. In effetti oggi si è classificato terzo dietro a Yves Lampaert e a Wout Van Aert e davanti al campione del mondo di specialità Filippo Ganna, rifilando anche 8 e 9 secondi rispettivamente al padrone di casa Jonas Vingegaard e al connazionale Primoz Roglic.
La prova si presentava abbastanza tecnica, specialmente nella seconda parte dove curve strette secche e insidiose rendevano il tracciato una vera e propria gimcana. La pioggia, caduta copiosa sui big, ha reso ancor più difficile il tracciato e il rischio di finire a terra nei punti in cui si doveva piegare la bicicletta era sicuramente alto.
E’ stato questo a parere di chi scrive l’elemento che ha determinato la sconfitta di “Super Pippo”, non tanto nei confronti di un Lampaert che ha disputato la prova in condizioni meteo decisamente migliori rispetto a quelle che ha trovato il piemontese, ma anche nei confronti di Van Aert, partito solo un minuto dopo, e di Pogacar, anch’egli partito nel giro di pochissimi minuti.
Guardando la corsa si è avuta la netta impressione che Ganna non fosse molto sicuro nelle curve più difficili, rallentava molto e cercava di non inclinare la bicicletta per non rischiare cadute. Le traiettorie scelte da Van Aert e Pogacar sono sembrate decisamente migliori, più pulite, con meno cali di velocità e quindi con meno energie da spendere per rilanciare la velocità in uscita.
Non può sottacersi il fatto che Ganna abbia anche patito una foratura che non lo ha costretto a fermarsi grazie ad una innovazione tecnologica (i copertoncini che si autoriparavano grazie ad un gel), tuttavia l’impressione è stata di una scarsa sicurezza nelle curve a causa dell’asfalto bagnato.
Van Aert del resto è uno migliori in gruppo quanto a capacità di guida del mezzo e quindi, in una situazione come quello odierna, era naturale aspettarsi un piccolo vantaggio per il belga.
Probabilmente anche Van Aert è rimasto male per il secondo posto, ma probabilmente la mancata maglia gialla potrebbe essere un vantaggio per la corazzata Jumbo, che così potrà esimersi dal controllare la corsa lasciando l’ingrato compito alla Quick Step oltre che alle formazioni dei velocisti.
In particolare, nella tappa di domani, che prevede nel finale un ponte di 18 Km completamente esposto ai venti, gli uomini di Roglic e Vingegaard potranno compattarsi intorno ai propri capitani per tenerli davanti in caso di ventagli.
Per quanto riguarda la questione big, il copione è stato abbastanza rispettato, con Pogacar che – nonostante abbia cercato di non rischiare troppo – è riuscito a distanziare di qualche secondo i due rivali della Jumbo.
Adam Yates ha fatto una buona prova perdendo solo 16 secondi da Pogacar e precedendo di 2 secondi un quasi specialista come Geraint Thomas.
Aleksandr Vlasov ha concluso la prova con un ritardo di 31 secondi da Lampaert e di 24 da Pogacar.
Un po’ peggio hanno fatto Damiano Caruso ed Enric Mas che hanno accusato 48 secondi dal leader della UAE.
Molto male, invece, è andato Ben O’Connor, che era sembrato in grande spolvero al Delfinato e che ha invece concluso la prova con oltre un minuto di ritardo dal vincitore.
Dopo questa frazione, la lotta per a generale sembra già un affare a tre e, anche se gli outsiders forti in montagna potranno certamente tentare di inventarsi qualcosa, le differenze sembrano piuttosto nette.
Da domani, però, inizierà una girandola di tappe in cui fare molta attenzione, cosa che potrebbe comportare un dispendio notevole di energie – più a livello mentale che fisico – fino alla tappa con arrivo alle soglie della foresta dell’Arenberg, che sarà il primo vero banco di prova dopo le anticipazioni di oggi.

Benedetto Ciccarone

Lampaert sfreccia accanto alla Sirenetta nel corso della cronometro di Copenhagen (Yves Lampaert (foto Luca Bettini/SprintCyclingAgency)

Lampaert sfreccia accanto alla Sirenetta nel corso della cronometro di Copenhagen (Yves Lampaert (foto Luca Bettini/SprintCyclingAgency)

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