22-05-2025

maggio 22, 2025 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

L’olandese Olav Kooij (Team Visma | Lease a Bike) si è imposto nella dodicesima tappa, Modena – Viadana (Oglio-Po), percorrendo 172 Km in 3h55′40″, alla media di 43.791 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Casper van Uden (Team Picnic PostNL) e il britannico Ben Turner (INEOS Grenadiers). Miglior italiano Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling Team), 10°. Il messicano Isaac Del Toro (UAE Team Emirates – XRG) è ancora in maglia rosa con 33″ sullo spagnolo Juan Ayuso (UAE Team Emirates – XRG) e 1′09″ sull’italiano Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious)

TOUR OF JAPAN

L’italiano Simone Raccani (JCL Team UKYO) si è imposto nella quarta tappa, circuito di Iida, percorrendo 120.9 Km in 3h06′01″, alla media di 38.997 Km/h. Ha preceduto di 2″ il britannico Mark Stewart (Team Solution Tech – Vini Fantini) e di 47″ l’italiano Valerio Conti (Team Solution Tech – Vini Fantini). Raccani è il nuovo leader della classifica con 2″ su Stewart e 9″ sull’italiano Alessandro Fancellu (JCL Team UKYO)

RONDE DE L’ISARD (Under23)

Il belga Jarno Widar (Lotto Development Team) si è imposto nella seconda tappa, Luz-Saint-Sauveur – Cauterets, percorrendo 132.1 Km in 3h09′20″, alla media di 41.866 Km/h. Ha preceduto di 6″ gli italiani Mattia Negrente (XDS Astana Development Team) e Ludovico Maria Mellano (XDS Astana Development Team). Widar è il nuovo leader della classifica con 8″ sul britannico Huw Buck Jones (Bourg-en-Bresse Ain Cyclisme) e 12″ su Negrente

VUELTA A BURGOS FEMINAS

L’olandese Lorena Wiebes (Team SD Worx – Protime) si è imposta nella prima tappa, Burgos – Poza de la Sal, percorrendo 125 Km in 3h22′31″, alla media di 37.034 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiana Elisa Balsamo (Lidl – Trek) e la belga Lotte Kopecky (Team SD Worx – Protime). La Wiebes è la prima leader della classifica con 4″ sulla Balsamo e 6″ sulla Kopecky

OLAV KOOIJ VINCE A VIADANA. ISAAC DEL TORO CONSERVA LA MAGLIA ROSA

maggio 22, 2025 by Redazione  
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Nella scontata volata di Viadana, arrivo della dodicesima tappa de Giro 2025. Olav Kooij (Team Visma Lease a Bike) vince di mezza ruota la volata davanti a Casper van Uden (Team Picnic PostNL) e Ben Turner (Team INEOS Grenadiers). Isaac Del Toro (UAE Team Emirates XRG) conserva la maglia rosa

Il Giro d’Italia 2025 si addentra nella seconda settimana con una tappa – la dodicesima – apparentemente disegnata per i velocisti ma il cui percorso rivela qualche insidia. SI parte da Modena a e si arriva a Viadana dopo 172 km. Le insidie di cui parlavamo sono concentrate grosso modo dal km 35 al km 95 in cui i ciclisti troveranno due gpm di terza categoria (Baiso e Borsea) ed una strada con diversi saliscendi. Se partirà una fuga consistente le squadre dei velocisti dovranno saper dosare le forze, non dargli troppo vantaggio e riprenderla negli ultimi 70 km totalmente pianeggianti. Finora nelle due volate di massa già disputatesi in questo Giro si sono avute le vittorie di Casper van Uden (Team Picnic PostNL) a Lecce e di Kaden Groves (Team Alpecin Deceuninck) a Napoli. Resta il fatto che al termine di questa tappa Isaac Del Toro (UAE Team Emirates) continuerà a vestire senza grossi patemi la maglia rosa. Dopo la partenza da Modena si registravano le prime fasi di corsa concitate con diversi ciclisti che attaccavano per andare in fuga. Dopo 4 km si formava un terzetto in testa con Giosuè Epis (Team Arkea B&B Hotels), Andrea Pietrobon (Team Polti VisitMalta) e Manuele Tarozzi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè). Nel giro di un paio di km i tre battistrada aumentavano decisamente il vantaggio sul gruppo maglia rosa che si disinteressava, almeno per il momento, dell’inseguimento. Tarozzi scollinava in prima posizione sul primo gpm di Baiso posto al km 40.5 mentre Pietrobon si aggiudicava il primo traguardo volante di Felina posto al km 59.5. Tarozzi scollinava in prima posizione sul gpm di Borsea, dopodichè iniziava il lungo tratto pianeggiante che conduceva al traguardo di Viadana con il gruppo che teneva costantemente nel mirino i tre battistrada. Epis vinceva il traguardo volante di Sant’Ilario d’Enza posto al km 118.6 mentre Pietrobon si aagiudicava il terzo ed ultimo traguardo volante di Brescello posto al km 139.1. A 26 km dalla conclusione la fuga veniva ripresa ed iniziavano le grandi manovre tra le squadre dei velocisti per la volata finale. La Visma Lease a Bike dominava gli ultimi km specialmente con Wout van Aert che lanciava alla perfezione Olav Kooij. Il ciclista olandese batteva di mezza ruota Casper van Uden (Team Picnic PostNL) che aveva provato ad anticipare la volata mentre terzo era Ben Turner (Team INEOS Grenadiers). Chiudevano la top five Mads Pedersen (Team Lidl Trek) in quarta posizione e Kaden Groves (Team Alpecin Deceuninck) in quinta posizione. Per Kooij è la quarta vittoria stagionale mentre la classifica generale vede sempre in maglia rosa Isaac Del Toro davanti ad Ayuso e Tiberi. Domani è in programma la tredicesima tappa da Rovigo a Vicenza di 181.4 km con un finale esplosivo adatto a finisseur e velocisti più che resistenti e dove anche gli uomini di classifica possono dire la loro. L’arrivo a Vicenza sul Monte Berico (800 metri al 7.6 di pendenza media) sarà garanzia di spettacolo.

Antonio Scarfone

Olav Kooij vince a Viadana (foto: Getty Images)

Olav Kooij vince a Viadana (foto: Getty Images)

LE TRASMUTAZIONI DI BISMANTOVA: DALLO SBRINDELLIO SBUCA CARAPAZ

maggio 22, 2025 by Redazione  
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Il pezzo forte della seconda settimana intrattiene ma non troppo. Tappa che cambia faccia più volte, specchio di un Giro promettente ancora in cerca di identità.

“¡Latinoamérica!” esclama il colombiano Nairo Quintana quando gli si chiede un commento sulla tappa di cui è stato protagonista, ma che ha perso assieme agli altri compagni di fuga giusto nel finale, travolti sull’ultima salitella dal gruppo in rimonta – e proprio in quell’istante esatto, dal cuneo dei migliori già stirati sotto un passo sferzante si è fiondato a vincere con lunga azione da finisseur l’ecuadoriano Carapaz.
Ah, America Latina. Quanta ce n’è nella tappa di oggi, una tappa di sogni che si trasmutano in altro e poi in altro ancora, ricordandoci quella vecchia domanda – “un sogno che non si realizza è solo una bugia o è qualcosa di ancor peggiore?”.
Era un quarto di secolo che l’Appenino Tosco Emiliano attendeva il ritorno del San Pellegrino in Alpe, dalle parti del Giro del Diavolo, luogo di schiaffoni e giravolte fra, appunto, santi pellegrini e satanassi. Piccolissime Ande rosse di devozione e comunismo. La speranza, per la riapparizione mistica di questa ascesa giustamente leggendaria quanto a durezza, era che anche al Giro d’Italia partisse qualche schiaffone e s’innescasse qualche diabolico giro narrativo, nonostante i cento o quasi km alle spalle e cento da fare, divisi dal GPM come un gigantesco spartiacque, pianura di qua, mangia e bevi di là, il monumentale valico proprio di mezzo.
C’è il giovanissimo messicano Del Toro in maglia rosa a 21 anni, anche se il suo capitano sarebbe lo spagnolo Ayuso, maggiore di un solo anno e fra i favoritissimi alla partenza. Ayuso è finito acciaccato, Del Toro risulta poco collaudato sulle tre settimane; e poi: uno dei due capoccia del team, Matxin, pure spagnolo, ha in Ayuso il proprio pupillo, però Del Toro ha lo stesso procuratore (italiano) dell’onnipotente Pogi, il cui profilo “tagga in Instagram” una foto assieme al messicano. Investitura papale? Sorrisi e serpenti in squadra, il pubblico si frega le mani sperando in un culebrón (telenovela) di ripicche e tradimenti, un po’ meno gli atleti.
E poi ci sarebbe il grande rivale Roglic, vincitore nel 2023, che ha perso il suo più solido gregario (Jai Hindley, che addirittura il Giro lo aveva già vinto in prima persona pure lui nel 2022, e proprio all’ultimo giorno su Carapaz) e si trova quindi scortato, a corrente alternata, dal pur bravo scalatore italiano Pellizzari nelle vesti di scudiero più fidato. Roglic fra l’altro ha già fatto registrare una discreta quota parte del suo bilancio fisso di cadute con un paio di ruzzoloni non da poco, quindi anche lui è ammacatissimo come e più di Ayuso. Si attarda, recupera fulmineo, pare sganciato, rientra, un Giro finora enigmatico che tuttavia lo vede, guarda un po’, ancora in agguato nell’altissima classifica.
Tiberi e Ciccone le speranze italiane, e poi, come detto, ancora America Latina con altri due grandi campioni già vincitori del Giro: Egan Bernal (2021), sempre disciplinatissimo, sempre animato da una volontà d’acciaio, protagonista di un infinito ritorno verso i vertici del ciclismo dopo l’incidente potenzialmente mortale di qualche anno fa; e Carapaz (2019), che pure lui ha trascorso l’ultima mezza dozzina di stagioni a perdersi e ritrovarsi, a volte unico a tenere il passo di Pogi e Vingo in salita come nel 2021 o campione olimpico a Tokyo, altre volte ridimensionatosi a cacciatore di tappe extralusso magari con annessa maglia a pois, altre volte ancora mestamente attardato in un’abulia da poca gamba.
Da tutti questi si sogna uno squillo sull’Alpe di San Pellegrino, che svegli dal torpore tutti i diavoli del peloton e ci regali una corsa indemoniata nei cento km finali di discese, contropendenze, valli e agguati. Insomma, un tradimento di Ayuso al compagno leader in rosa, o un tradimento del gregario Del Toro al capitano spagnolo, oppure una rivoluzione campesina che scuota il vespaio e faccia cascare qualche testa coronata a favore dei peones, o al meno delle seconde linee, sia pure rientrando poi nei ranghi.
Questi i sogni del pubblico. I sogni del gruppo sono più modesti e concreti: macché classifica generale, macché tradimenti, siamo tutti già stracchi e un po’ sbatacchiati, niente ¡viva Zapata!, semmai “Viva la fuga!”. Che se ne vada una bella fuga e che si giochi la tappa.
Il problema però è che quando in gruppo sognano tutti quanti assieme, il sogno si fa rumoroso e affollato, scivoloso e profondo, convulso quasi, anche perché il sogno è lo stesso per tutti, ma nel sogno spazio per tutti non c’è: insomma, se tutti sanno che la fuga deve partire, finisce che non parte e non ci va nessuno. Perché chi resta fuori tira alla morte e riporta sotto il gruppo. Perché quando sembra chiaramente andata, allora dal gruppo anche i più dubbiosi si lanciano in avanti per agganciarla, e altri sulle loro ruote, e così facendo si tirano dietro quel che resta del gruppo grosso, e di nuovo siamo da capo, tutto da rifare. Trascorre così più di un’ora di gara sempre al di sopra dei 50 km/h nonostante sporadici strappetti e un fondovalle ascendente. Alla fine se ne va una fuga grande praticamente quanto il gruppo, quasi quaranta atleti che si precipitano contro le pendenze del San Pellegrino, da subito durissimo, come un fascio di particelle che si schianta contro un altro, sostanzialmente esplodendo in un caos di confusione tattica, pigrizia, opportunismo, e crisi immediate di chi alla fuga ci era arrivato già al gancio. Per capirci, sull’8-9% c’è in testa a tirare il colosso Pedersen per il suo gregario Vacek.
In meno di 3 km Lorenzo Fortunato, a caccia di punti pesanti per la maglia di miglior scalatore, capisce che così non va, e parte da solo. Saluti a tutti e cronoscalata solitaria. Bravo, folle e naturalmente fortunato, si prenderà in cima il bottino grosso e poi, tutto di guadagnato, in tal modo favorisce pure che si selezioni un bel quartetto di inseguitori, che lo raggiungeranno in discesa per proseguire assieme verso la meta: il più propositivo Pello Bilbao, compagno di Tiberi, che dà così adito a speranze fantasmagoriche di un attacco dell’italiano con testa di ponte davanti; il più solido in salita, Nairo Quintana, proprio lui, vincitore del Giro oltre dieci anni fa, probabilmente lo scalatore puro più forte della seconda metà degli anni ’10, in particolar modo quando il fondo la fa da padrone. C’è poi l’altresì granitico Poels, in supporto a Fortunato in casa Astana, e l’invece giovane australiano Plapp, trionfatore sabato scorso in una tappa molto simile. Ma la Storia non ama ripetersi: se non come sogno o incubo ricorrente, se non in America Latina o nelle Americhe Latine di tutto il mondo.
Il gruppo pare avviato a un controllo rigido da parte dallo squadrone UAE, perché oltre a Del Toro e Ayuso vi militano un altro paio di gregari che fanno pure classifica. Ma, proprio sulle rampe più dure, allunga secco Egan Bernal, con la maglia di campione colombiano da lui stesso disegnata ispirandosi a quelle dei grandi colombiani degli anni Ottanta. Lo sparpaglio è immediato, resta una decina scarsi di ciclisti. L’immagine è fantastica perché con tutti quegli uomini davanti che erano in fuga, e che ora stanno scivolando quasi all’indietro sulle pendenze impervie come in un cartone animato di scivoli insaponati… la confusione è subito enorme sulla strada. I migliori accelerano e rispondono a Bernal (poi supportato da Castroviejo che era in fuga), ma il trenino dei più forti deve serpeggiare fra i residuati della fuga che gli si parano davanti alla metà della velocità.
Chi c’è? Chi non c’è? Dov’è Roglic? In crisi i gemelli Yates (ciascuno in un superteam diverso)! Roglic isolato! Ayuso ingolfato! Reattivissimi Tiberi e Carapaz. Vuoi vedere che…?
Niente da fare. Allo scollinamento, ci si ferma, si scende tranquilli, che rientrino tutti i gregari. E con loro gli attardati. La rivoluzione non è oggi. Domani sicuramente no, e dopodomani men che meno. Pensiamoci forse per domenica prossima: dopo la Messa e il Grappa, o la grappa, magari. O martedì sul Santa Barbara, patrona del fuoco alle polveri. Grazie lo stesso Egan per averci fatto sognare: una tappa diversa sarebbe stata possibile.
E allora? Arriva la fuga? Vince Nairo? Vince Fortunato? Nemmeno, niente Nairo e niente fortuna. Perché, in una simmetria delirante, dopo aver tirato in salita per la prima metà del San Pellegrino in Alpe, e poi essersi arenato bello che sfondato, piomba dalle vette a tutte velocità un metorite ciclamino. Mads Pedersen riprende la testa del gruppo. E si mette a tirare. Supponiamo perché così magari il compagno e capitano per la classifica generale Ciccone potrebbe puntare alla tappa con relativi abbuoni. O semplicemente perché Pedersen sembra averci preso gusto, ha una gamba della madonna e gli altri dietro a stringere i denti. Il vantaggio della fuga evapora. Un lunghissimo ponte sul vasto greto di un piccolo fiume, il Secchia, basta da solo a tirar giù mezzo minuto fra i Gessi Triassici. Milioni di anni sono un nonnulla, figuriamoci trenta secondi. Carapaz mette pure lui la squadra. Presagi.
Tocca salire alla Pietra di Bismantova, altare titanico baciato da sole su un fondo di nuvoloni neri. E ritorniamo all’incipit del pezzo. La fuga è immolata, Carapaz – che come li sceglie lui, gli attimi fuggenti, nessun’altro – parte mani basse, fuorisella e denti stretti. Del Toro accenna un non so che. No, non può, che resti nel recinto. Non tocca oggi la sfuriata. Carapaz guadagna mezzo minuto. Dietro tira la UAE. Trenta secondi sono un nonnulla: dopo la salita non c’è discesa, perché si arriva a Castelnovo ne’ Monti con cinque km di dentelli e saliscendi. Trenta secondi non sono niente quando ti insegue il gruppo dei migliori. Ma Carapaz è un cagnaccio e sul traguardo ci arriva con dieci secondi. Dieci secondi sono tutto! Con pure i dieci di abbuono risale un po’ la classifica e vai a sapere che cosa ci combinerà la terza settimana, se viene a galla il suo fondo naturale. Magari con la voglia da campione di Bernal. Magari con lo stoicismo di Quintana. Magari con il peso piuma che vola all’insù di Einer Rubio. Magari con un Del Toro unchained, per scelta della squadra… o del “perfido” procuratore (Del Toro che fa la volata per il secondo posto col torso letteralmente girato all’indietro, come cercando platealmente Ayuso, il giro del Diavolo insomma). Insomma, magari alla terza settimana si fa la Rivoluzione – o magari vince Roglic. E la Rivoluzione la lasciamo per la quarta settimana e i suoi illustrissimi, magnifici sognatori.

Gabriele Bugada

Carapaz vince ai piedi della spettacolare Pietra di Bismantova (foto Dario Belingheri/Getty Images)

Carapaz vince ai piedi della spettacolare Pietra di Bismantova (foto Dario Belingheri/Getty Images)

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): MODENA – VIADANA

maggio 22, 2025 by Redazione  
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Inizia la traversata della Pianura Padana per trasferire la carovana del Giro dagli Appennini alle Alpi. Oggi i protagonisti saranno i velocisti, ma attenzione al vento nel finale.

Chiusa la “pratica Appennini” il Giro guarda ora alle Alpi, sulle quali la Corsa Rosa sbarcherà domenica prossima. Nell’attesa del ritorno sulle montagne andranno in scena tre classiche tappe di trasferimento, frazioni interlocutorie ideali per i cacciatori di tappe (ed è il caso di quella che si correrà domani) o votate all’arrivo allo sprint, come accadrà oggi in quel di Viadana e tra un paio di giorni sul traguardo sloveno di Nova Gorica. Non sarà tutto in pianura il percorso odierno, però, perchè in partenza ci sarà un ultimo assaggio di appennini, sotto la forma delle tre pedalabili ascese che movimenteranno l’altimetria nei primi 100 Km. Superato il GPM di Borsea e percorsa la successiva discesa, più nessuna difficoltà farà la comparsa sotto le ruote nei rimanenti 70 Km, nei quali si dovrà soltanto fare attenzione alle “apparecchiature stradali”, cordoli, rotatorie e curve che sono sempre meritevoli di considerazione e in particolare l’inversione a U che a 450 metri dal traguardo introdurrà nel rettilineo d’arrivo, alla quale i corridori arriveranno quasi sicuramente ad altissima velocità, provenienti da un rettifilo lungo 2 Km. I veri problemi, però, potrebbero arrivare dal vento, spesso in agguato anche nella Pianura Padana e soprattutto nelle zone adiacenti ai corsi d’acqua, come il fiume Po che scorre placido accanto alla cittadina di Viadana: per domani pomeriggio sono attese folate fino a 44-45 Km/h che nel vorticoso finale di gara potrebbero innescare i temuti ventagli.

Mauro Facoltosi

Il fiume Po all’altezza di Viadana e l’altimetria della dodicesima tappa (Google Street View)

Il fiume Po all’altezza di Viadana e l’altimetria della dodicesima tappa (Google Street View)

I VALICHI DELLA TAPPA

Sella Baiso (539 metri). Si trova nei pressi dell’omonima località. Il Giro vi è transita finora una sola volta, durante la tappa Montecatini Terme – Reggio Emilia del 2001, vinta dal veronese Pietro Caucchioli.

Maestà del Morto (537 metri), Sella di Castagneto (509 metri). Vengono toccate dalla Strada Provinciale 7 “Pratissolo – Felina” tra Baiso e Carpineti. Il Giro li ha attraversati nel 2001, durate la pocanzi citata tappa di Reggio Emilia

SALA STAMPA

Italia

Giro d’Italia, le classifiche: Carapaz recupera, Del Toro allunga su Ayuso

Gazzetta dello Sport

Slovenia

Carapaz pustil vse za sabo. Roglič v času rožnate majice (Carapaz lasciò tutto alle spalle. Roglič al tempo della maglia rosa)

Delo

Regno Unito

Carapaz solos to stage 11 win as Del Toro stays in pink jersey (Carapaz vince da solo l’undicesima tappa, mentre Del Toro resta in maglia rosa)

The Guardian

Francia

Carapaz s’offre sa première victoire de la saison, Del Toro toujours en rose (Carapaz conquista la prima vittoria stagionale, Del Toro ancora in rosa)

L’Équipe

Spagna

Carapazo di nuovo

AS

Belgio

Richard Carapaz behaalt eerste seizoenszege na spannende finale in de Giro (Richard Carapaz conquista la prima vittoria stagionale dopo un emozionante finale del Giro)

Het Nieuwsblad

Paesi Bassi

Richard Carapaz wint met indrukwekkende uitbarsting 11e etappe Ronde van Italië (Richard Carapaz vince l’undicesima tappa del Giro d’Italia con uno scatto impressionante)

De Telegraaf

Germania

Carapaz gewinnt nach Attacke – Zwei Youngster führen Giro an (Carapaz vince dopo l’attacco – Due giovani guidano il Giro)

Kicker

Repubblica Ceca

Carapaz zaskočil na Giru soupeře, v posledním stoupání dne zaútočil a slaví (Carapaz sorprende i rivali al Giro, attacca sull’ultima salita della giornata e festeggia)

Mladá Fronta Dnes

Usa

Carapaz triumphs in Giro d’Italia stage 11 as Del Toro extends overall lead (Carapaz trionfa nell’undicesima tappa del Giro d’Italia, Del Toro aumenta il vantaggio nella classifica generale)

The Washington Post

Colombia

Giro de Italia: Nairo Quintana avisó en la montaña y Egan Bernal dio pelea en la etapa atrapante que ganó Carapaz (Giro d’Italia: Nairo Quintana protagonista in montagna ed Egan Bernal combattivo nell’avvincente tappa vinta da Carapaz.)

El Tiempo

Ecuador

¡Nadie detiene a la Locomotora del Carchi! Richard Carapaz gana la etapa 11 del Giro de Italia 2025 (Nessuno ferma la Locomotiva del Carchi! Richard Carapaz vince l’undicesima tappa del Giro d’Italia 2025)

El Universo

Messico

Del Toro mantiene la ‘maglia’ rosa en el Giro de Italia tras la etapa 11 (Del Toro conserva la maglia rosa al Giro d’Italia dopo l’undicesima tappa)

La Jornada

Australia

Carapaz special at Giro after Aussie breakway bid fails (Carapaz speciale al Giro dopo il fallimento del tentativo di fuga australiano)

The West Australian

GLI ORARI DEL GIRO

13.25: partenza da Modena
14.20-14.30: GPM di Baiso
14.45-14.55: traguardo volante di Felina
15.30-15.50: GPM di Borsea
16.00-16.20: traguardo volante di Sant’Ilario d’Enza
16.25-16.45: traguardo volante di Brescello (con abbuoni)
16.30-16.55: primo passaggio dal traguardo
17.00-17.30: arrivo a Viadana

METEO GIRO

Modena : cielo coperto, 20°C, vento moderato da SE (10-24 Km/h), umidità al 70%
Baiso (GPM – Km 40.5): pioggia debole (0.1 mm), 16°C, vento moderato da SO (14-32 Km/h), umidità al 69%
Sant’Ilario d’Enza (traguardo volante – Km 118.6): parzialmente nuvoloso, 21°C, vento moderato da SO (17-36 Km/h), umidità al 55%
Viadana: parzialmente nuvoloso, 20°C, vento moderato da SO (17-43 Km/h), umidità al 62%

DISCOGIRO

Colonna sonora dei film di Don Camillo (Alessandro Cicognini)

GIRO AL CONTRARIO

L’ordine d’arrivo dell’undicesima tappa

1° Paul Magnier
2° Josef Cerný s.t.
3° Maikel Zijlaard a 44″
4° Alexander Krieger s.t.
5° Olav Kooij a 51″

Miglior italiano: Mattia Cattaneo, 22° a 1′10″

Classifica generale

1° Alexander Krieger
2° Niklas Märkl a 16′17″
3° Jensen Plowright a 17′27″
4° Gerben Thijssen a 19′57″
5° Enrico Zanoncello a 22′12″

L’ULTIMO GIRO DI MAGNI

Riviviamo l’edizione 1955 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose per la terza ed ultima volta in carriera Fiorenzo Magni

25 MAGGIO 1955 – 11a TAPPA: ROMA – NAPOLI (242 Km)

GIORNATA DI LIBERTÀ PER I GREGARI CHE STACCANO GLI ASSI A NAPOLI

Sviene per la gioia e l’emozione il vincitore della volata all’Arenaccia

Nella volata è primo Zucconelli seguito da Piazza e Grosso – Albano in festa per il primato del “suo” Monti – Prima di Capua fuggono 6 corridori tra l’indifferenza del gruppo – La classifica generale non muta – Oggi la Napoli – Scanno (Km 216) – Guidava i trattori prima di fare il corridore – Dice di avere ventiquattro anni in piano… ma sessanta sulle salite – I guai di Coletto

21-05-2025

maggio 21, 2025 by Redazione  
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GIRO D’ITALIA

L’ecuadoriano Richard Carapaz (EF Education – EasyPost) si è imposto nell’undicesima tappa, Viareggio – Castelnovo ne’ Monti, percorrendo 186 Km in 4h35′20″, alla media di 40.533 Km/h. Ha preceduto di 10″ il messicano Isaac Del Toro (UAE Team Emirates – XRG) e l’italiano Giulio Ciccone (Lidl – Trek). Del Toro è ancora in maglia rosa con 31″ sullo spagnolo Juan Ayuso (UAE Team Emirates – XRG) e 1′07″ sull’italiano Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious)

TOUR OF JAPAN

Il giapponese Rui Udagawa (Aisan Racing Team) si è imposto nella terza tappa, circuito di Mino, percorrendo 137.3 Km in 3h09′35″, alla media di 43.453 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’indonesiano Aiman Cahyadi (Terengganu Cycling Team) e il tedesco Jon Knolle (REMBE | rad-net). Miglior italiano Andrea D’Amato (JCL Team UKYO), 9° a 16″. L’italiano Alessandro Fancellu (JCL Team UKYO) è ancora leader della classifica con 16″ sul danese Mathias Bregnhøj (Terengganu Cycling Team) e 33″ sul giapponese Atsushi Oka (Utsunomiya Blitzen)

RONDE DE L’ISARD (Under23)

Il britannico Huw Buck Jones (Bourg-en-Bresse Ain Cyclisme) si è imposto nella prima tappa, Saint-Mont – Bagnères-de-Bigorre, percorrendo 149.2 Km in 3h30′02″, alla media di 42.619 Km/h. Ha preceduto allo sprint il francese Victor Loulergue (Bourg-en-Bresse Ain Cyclisme) e il belga Niels Driesen (Lotto Development Team). Miglior italiano Simone Zanini (XDS Astana Development Team), 4°. Buck Jones è il primo leader della classifica con 4″ su Loulergue e 6″ su Driesen. Miglior italiano Zanini, 5° a 10″

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): VIAREGGIO – CASTELNOVO NE’ MONTI

maggio 20, 2025 by Redazione  
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Dopo 25 anni il Giro torna ad inerpicarsi sulle scoscese pendenze di San Pellegrino in Alpe. La durissima salita toscana sembra quasi relegata in un angolo, ma anche i molti chilometri che si dovranno percorrere per andare al traguardo e il San Pellegrino potrebbe comunque iservarci delle sorprese

È una tappa che gli appassionati di ciclismo attendevano da ben 25 anni. Dal 2000, infatti, il Giro non osava avventurarsi verso i 1600 metri e rotti del Passo di San Pellegrino in Alpe, salita tra le più dure della catena appenninica in virtù dei suoi quasi 14 Km d’ascesa all’8.8% di pendenza media, che relegano nel finale i tratti più aspri, sotto la forma di un troncone di 2.6 Km nel quale l’inclinazione media schizza al 12.1% e poi ancora più in alto fino a raggiungere un picco massimo del 19%. La gioia dei tifosi delle grandi salite si è, però, ben presto spenta nel vedere la collocazione che è stata data a questa salita, sulla quale si scollinerà quando al traguardo mancheranno ancora 92 Km. Messa così sembra una tappa mal disegnata, ma vi assicuriamo che potrà far danni se a qualche “big” si spegnesse d’improvviso la luce sulle rampe del San Pellegrino, che potrebbero esser sfruttata da quei corridori bisognosi di recuperare il tempo perduto: è il caso di Roglic, che ieri a crono ha già rintuzzato parte del distacco subito da Ayuso nella tappa di Siena, ma anche lo stesso corridore spagnolo potrebbe voler ricacciare indietro il rivale. E se qualche corridore fosse riuscito sulle prime a digerire il San Pellegrino, potrebbe poi soffrirne gli effetti nei rimanenti 92 Km, che prevedono una serie di salite non dure come la precedenti, ma sulle quale si rischia di perdere terreno. Nello specifico sono concentrate negli ultimi 50 Km e saranno introdotte dai pedalabili 11 Km al 4.9% verso il borgo di Toano, un nome che vi ricorderà qualcosa perchè lo scorso anno vi è terminata una tappa del Giro d’Italia femminile vinta dalla neozelandese Niamh Fisher-Black. Una quindicina di chilometri più avanti si andrà a caccia di abbuoni al traguardo volante di Villa Minozzo, collocato al termine di uno strappo di 3 Km al 5%, poi rimarrà solo la salita verso la Pietra di Bismantova, la montagna simbolo di Castelnovo ne’ Monti: i suoi 5.8 Km al 5.8% non sono durissimi ma non sono nemmeno “bruscolini” al termine di una tappa del genere e potranno essere considerati alla stregua di un arrivo in salita, poichè sotto lo striscione del GPM mancheranno soli 6.5 Km al traguardo, tratto conclusivo caratterizzato da un brevissima discesa e da altri due tronconi in ascesa piazzati negli ultimissimi 2000 metri. E il meteo anche oggi potrebbe condizionare la giornata, poichè le previsioni meteo annunciano pioggia dall’arrivo alla partenza, pur se in maniera meno intensa rispetto al temporale che ha bersagliato il finale della cronometro di Pisa.

Mauro Facoltosi

La Pietra di Bismantova presso Castelnovo ne’ Monti e l’altimetria dell’undicesima tappa (www.montagna.tv)

La Pietra di Bismantova presso Castelnovo ne’ Monti e l’altimetria dell’undicesima tappa (www.montagna.tv)

I VALICHI DELLA TAPPA

Colle di Montemagno (224 metri). Quotato 214 metri sulle cartine del Giro 2025, è valicato dalla Strada Provinciale 1 “Francigena” tra Camaiore e Monsagrati. Il Giro d’Italia vi è transitato in diverse occasioni ma solo lo scorso anno sì è deciso di rendere il passaggio valido come traguardo GPM, conquistato dal danese Michael Valgren nel finale della tappa Genova – Lucca (vinta dal francese Benjamin Thomas). Anche alla Tirreno-Adriatico è stato spesso inserito nel percorso, ma in una sola occasione fu assegnato in vetta il GPM: accadde nel 2018 nei chilometri iniziali della tappa Camaiore – Follonica, vinta dal tedesco Marcel Kittel dopo che sul Montemagno era scollinato per primo il valtellinese Nicola Bagioli.

Foce di Boccaia (1194 metri). Viene toccata durante la salita a San Pellegrino in Alpe

Passo del Pradaccio (1617 metri). Quotato 1623 sulle cartine del Giro 2025, è valicato dalla SP 71 “di San Pellegrino in Alpe ” tra San Pellegrino in Alpe e la Foce delle Radici. Questo è il nome ufficiale della salita che più comunemente viene chiamata “Passo di San Pellegrino in Alpe”, ma sono stati utilizzati anche i toponimi di Passo del Lagadello e di Passo del Giro del Diavolo. Scoperta nel 1989, questa durissima salita è stata finora inserite tre volte nel percorso della Corsa Rosa: nell’anno del debutto fu inaugurata dal belga Claude Criquielion durante la tappa La Spezia – Prato, vinta da Gianni Bugno; nel 1995 fu per la prima volta inserito nelle fasi chiave di una tappa del Giro, la Pietrasanta – Il Cicco conquistata dal bresciano Enrico Zaina, che aveva scollinato in testa anche la cima del San Pellegrino; nel 2000 farà doppietta anche il toscano Francesco Casagrande, primo al GPM e primo al traguardo della Prato-Abetone.

Foce delle Radici (1529 metri). Nota anche come Passo delle Radici e quotata 1527 sulle cartine del Giro d’Italia 2023, vi transita l’ex Strada statale 324 “del Passo delle Radici” tra Pievepelago e Castelnuovo di Garfagnana. Inoltre vi confluisce la provinciale proveniente da San Pellegrino in Alpe. È stata affrontata cinque volte come GPM. Il primo corridore a espugnare la cima della Foce delle Radici è stato il bresciano Michele Dancelli durante la tappa La Spezia – Prato del Giro del 1967, vinta dallo stesso corridore. Nel 1971 sarà lo scalatore spagnolo Josè Manuel Fuente a scollinare in testa e anche in questo caso sarà il conquistatore delle Radici a far sua la tappa, partita da Forte dei Marmi e terminata con l’arrivo in salita a Pian del Falco, sopra Sestola. Fuente si imporrà anche nel 1974 nella tappa che prevedeva la Foce delle Radici (Modena – Il Ciocco), ma stavolta non sarà lo spagnolo a transitare per primo in vetta, conquistata dal ligure Giuseppe Perletto. Il penultimo corridore a mettere la firma sul valico tosco-emiliano sarà lo spagnolo Andrés Oliva nel 1976, nel corso della Porretta Terme – Il Ciocco che terminerà con la vittoria del belga Ronald De Witte. Infine, nel 2023 sarà il trentino Davide Bais a far sua questa montagna durante la tappa Scandiano – Viareggio, vinta dal danese Magnus Cort Nielsen

Valico Madonna di Pietravolta (1154 metri). Coincide con l’omonima località

Sella delle Vescie (1174 metri), Sella dell’Osteria al Monte (1172 metri). Toccata dalla Strada Provinciale 37 “di Frassinoro” tra Madonna di Pietravolta e Frassinoro

Selletta della Verna (734 metri). Toccata dalla Strada Provinciale 37 “di Frassinoro” tra Frassinoro e Montefiorino

Sella di Montefiorino (765 metri). Vi sorge l’omonimo abitato

Sella Toano (842 metri). Vi sorge l’omonimo abitato

Passo Collina (862 metri). Vi transita la Strada Provinciale 8 “Cerredolo – Toano – Villa Minozzo” tra Cerredolo e Toano

Sella Costabona (787 metri). Vi transita la Strada Provinciale 8 “Cerredolo – Toano – Villa Minozzo” tra Costabona e Villa Minozzo

Selletta Minozzo (672 metri). Quotata 680 metri sulle cartine del Touring Club Italiano, coincide con la località di villeggiatura di Villa Minozzo. Mai affrontato come GPM, il Giro d’Italia vi è transitato l’ultima volta nel 2001, nel corso della tappa Montecatini Terme – Reggio Emilia, vinta dal veneto Pietro Caucchioli: il passaggio da Villa Minozzo era valido come traguardo volante Intergiro, conquistato dall’umbro Fortunato Baliani.

SALA STAMPA

Italia

Il Giro a Pisa sotto il diluvio: crono a Hoole, Del Toro resta rosa ma Roglic gli recupera 1′07″

Gazzetta dello Sport

Slovenia

Hoole zmagal, Roglič iztržil največ (Vince Hoole, Roglič guadagna di più)

Delo

Regno Unito

Ayuso and Roglic close on Del Toro as Hoole prevails in Pisa (Ayuso e Roglic si avvicinano a Del Toro, Hoole prevale a Pisa)

The Guardian

Francia

Le chrono pour Hoole, Del Toro perd gros mais reste en rose (La crono a Hoole, Del Toro perde alla grande ma resta in rosa)

L’Équipe

Spagna

Ayuso acaricia el rosa (Ayuso accarezza il rosa)

AS

Belgio

Primoz Roglic profiteert van rotweer: dit zijn de nieuwe verschillen tussen de klassementsmannen na uitgeregende tijdrit (Primoz Roglic trae vantaggio dal maltempo: ecco le nuove differenze tra i contendenti alla classifica generale dopo la cronometro condizionata dalla pioggia)

Het Nieuwsblad

Paesi Bassi

Daan Hoole (26) stunt met zege in tijdrit Giro d’Italia en zorgt voor nieuw Nederlands succes (Daan Hoole (26) stupisce con la vittoria nella cronometro del Giro d’Italia e assicura un nuovo successo olandese)

De Telegraaf

Germania

Hoole gewinnt Zeitfahren – Del Toro verteidigt Rosa – Roglic macht Zeit gut (Hoole vince la cronometro – Del Toro difende Rosa – Roglic recupera tempo)

Kicker

Repubblica Ceca

Ayuso se přiblížil růžové, Vacek v dešti nebláznil. Časovku v Pise ovládl Hoole (Ayuso si è avvicinato al rosa, Vacek non si è dato per vinto sotto la pioggia. Hoole domina la cronometro di Pisa)

Mladá Fronta Dnes

Usa

Hoole wins Giro time trial on stage 10, Del Toro keeps overall lead (Hoole vince la cronometro del Giro nella 10a tappa, Del Toro mantiene la testa della classifica generale)

The Washington Post

Colombia

Egan Bernal se cayó, pero ‘sobrevivió’ a la lluvia y al piso mojado en la peligrosa contrarreloj del Giro de Italia (Egan Bernal è caduto, ma è sopravvissuto alla pioggia e alle condizioni umide nella pericolosa cronometro del Giro d’Italia)

El Tiempo

Ecuador

Daan Hoole gana la décima etapa del Giro de Italia y Richard Carapaz se mantiene entre los 10 mejores de la clasificación general (Daan Hoole vince la decima tappa del Giro d’Italia e Richard Carapaz rimane nella top 10 della classifica generale)

El Universo

Messico

Del Toro conserva la ‘maglia’ rosa en Pisa, presionado por Ayuso (Del Toro conserva la maglia rosa a Pisa, sotto la pressione di Ayuso)

La Jornada

Australia

Time trial triumph just eludes Aussies in Giro d’Italia (Il trionfo a cronometro sfugge agli australiani al Giro d’Italia)

The West Australian

GLI ORARI DEL GIRO

12.20: partenza da Viareggio
13.15-13.25: traguardo volante di Borgo a Mozzano
14.40-15.05: GPM di Alpe San Pellegrino
15.35-16.00: traguardo volante di Cerredolo
15.55-16.30: GPM di Toano
16.20-16.55: traguardo volante di Villa Minozzo (con abbuoni)
16.50-17.30: GPM di Pietra di Bismantova
16.55-17.35: arrivo a Castelnuovo ne’ Monti

METEO GIRO

Viareggio: pioggia debole (0.2 mm), 19°C, vento moderato da O (12-27 Km/h), umidità al 79%
Borgo a Mozzano (sprint – Km 46.3): pioggia debole (0.2 mm), 20°C, vento moderato da SO (6-22 Km/h), umidità al 68%
Alpe San Pellegrino (GPM – Km 93.6): pioggia debole (0.2 mm), 11°C, vento debole da SO (5-18 Km/h), umidità al 81%
Toano (GPM – Km 146.9): pioggia debole (0.4 mm), 16°C, vento debole da NO (5-19 Km/h), umidità al 73%
Castelnovo ne’ Monti: pioggia debole (0.9 mm), 17°C, vento debole da NO (4-19 Km/h), umidità al 72%

DISCOGIRO

Fiore di maggio (Zucchero Fornaciari)

GIRO AL CONTRARIO

L’ordine d’arrivo della decima tappa

1° Marco Brenner
2° Mikkel Honore a 6″
3° Alexander Cepeda 22″
4° Fabio Van den Bossche a 25″
5° Albert Torres a 39″

Miglior italiano: Kevin Colleoni, 8° a 58″

Classifica generale

1° Alexander Krieger
2° Niklas Märkl a 15′51″
3° Jensen Plowright a 17′01″
4° Gerben Thijssen a 19′31″
5° Enrico Zanoncello a 21′46″

L’ULTIMO GIRO DI MAGNI

Riviviamo l’edizione 1955 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose per la terza ed ultima volta in carriera Fiorenzo Magni

24 MAGGIO 1955 – 10a TAPPA: ROMA (Ponte Linaro) – ROMA (Ponte Linaro) (207 Km)*

*Sugli albi d’oro questa tappa è segnalata come Frascati – Frascati. In realtà Frascati era semplicemente luogo di passaggio del circuito, che ricalcò quello dei campionati del mondo disputati quello stesso anno (in quel caso l’arrivo era previsto proprio a Frascati)

MONTI NUOVA “MAGLIA ROSA” DEL GIRO DOPO LA VITTORIA DELLO SPAGNOLO RUIZ A ROMA

L’entusiasmo alla fine travolse tutto ed i corridori scomparvero nella calca

L’attacco del romano è stato scatenato all’ultimo dei dieci giri del circuito di Frascati – Disperata resistenza di Magni che scende al quarto posto nella classifica, preceduto anche da Geminiani e Nencini – Coppi conserva il sesto posto – Oggi si corre la Roma-Napoli (km. 242) – Un colloquio di Binda con Coppi, ma non si è parlato del Tour – Soddisfazione per il circuito – Ruiz è al suo quarto Giro e alla prima vittoria di tappa

LA PIOGGIA DI PISA FA “PENDERE” LA CRONO DALLA PARTE DI DAN HOOLE E ROGLIC

maggio 20, 2025 by Redazione  
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L’importante appuntamento con la prova contro il tempo che si concludeva nella spettacolare Piazza dei Miracoli di Pisa, all’ombra del Duomo, del battistero e soprattutto della Torre pendente, ha regalato la vittoria di tappa ad un outsider che è riuscito a spuntarla sullo specialista Tarling mentre tra i big l’orario ha favorito Roglic, che ha differenza di Ayuso e Del Toro ha disputato quasi tutta la prova su strada asciutta.

Dopo il giorno di riposo, eccoci alla tappa a cronometro di metà giro e gli appassionati sanno quanto sia difficile affrontare una corsa contro il tempo dopo il giorno di riposo.
Si tratta di una prova di 28 chilometri, sostanzialmente pianeggiante dato che la breve ascesa presente nelle fasi centrali può essere considerata trascurabile, sia per chilometraggio, sia per pendenze.
La collocazione alla decima tappa è ottima in quanto arriva a metà Giro, a fare da spartiacque tra una prima parte movimentata e una seconda in cui saranno presenti le grandi salite e quindi a costituire una cesura, anche da punto di vista della classifica generale che, dopo la cronometro, acquista la fisionomia con cui ci si presenterà ai piedi delle montagne.
Il chilometraggio, invece, è decisamente insufficiente, specialmente considerando che l’altra prova contro il tempo prevista in questo giro misurava solo 13 chilometri. Con una situazione del genere, la prova di oggi doveva misurare non meno di 40/45 chilometri, in modo da portare il chilometraggio complessivo sui 60.
Vero che nei tempi moderni gli organizzatori dei grandi giri tendono a diminuire i chilometraggi nelle prove contro il tempo, tuttavia non si può ignorare che le crono aiutano a scavare distacchi che poi costringono chi li subisce ad attaccare senza ridursi agli scatti negli ultimissimi chilometri.
Piuttosto il problema principale delle cronometro che oggi ha inciso pesantemente è proprio il fatto che molti corridori non corrono con le stesse condizioni meteo e, specialmente in caso di piogge sparse, anche corridori che partono a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro possono trovare condizioni differenti e questo può essere determinante anche per la vittoria in un Giro d’Italia in caso di distacchi risicati.
Per quel che riguarda la vittoria di tappa essa è stata appannaggio di quei corridori che hanno corso del tutto all’asciutto. Il successo è andata a sorpresa a Daan Hoole (Lidl – Trek), che non era indicato tra i favoriti da nessun opinionista. L’olandese è riuscito a battere il superfavorito Joshua Tarling (INEOS Grenadiers), che è forse partito troppo veloce e ha pagato nel finale visto che al primo intertempo aveva un buon vantaggio.
Per quel che riguarda gli uomini di classifica, Primoz Roglic (Red Bull – BORA – hansgrohe) ha avuto il vantaggio di affrontare la prova quasi completamente all’asciutto e la cosa si è rivelata molto importante nel finale, tratto nel quale ha guadagnato su tutti gli avversari e in particolare su Juan Ayuso (UAE Team Emirates – XRG): al secondo intertempo, lo spagnolo aveva un vantaggio di 12 secondi sullo sloveno ma poi ha chiuso con un ritardo di 19 secondi, cedendo quindi 31 secondi in 8 chilometri, il che significa quasi 4 secondi al chilometro (più o meno quello che uno scalatore puro perde da uno specialista).
Egan Bernal (INEOS Grenadiers), caduto nella prima parte della prova, ha accusato un grave ritardo al primo intertempo (53 secondi da Roglic) ma si è ripreso nella seconda parte, chiudendo la prova con 1′43″ dallo sloveno, il che significa che Bernal ha accumulato 6 secondi al chilometro nei primi 8 Km e solo 2,5 nei 20 chilometri successivi. Considerando la caduta, la sua prova è stata ottima, visto che è stato tra quelli che hanno accusato meno ritardo dal capitano della Bora nella parte finale.
Al contrario di Bernal, Richard Carapaz (EF Education – EasyPost) è andato in calando, specialmente dal secondo intermedio all’arrivo: al primo intertempo accusava solo 21 secondi da Roglic (eccetto Ayuso, si era trattato del miglior risultato tra i big), al secondo il ritardo era lievitato a 48 secondi e addirittura a 1′37″ all’arrivo. L’ecuadoriano ha così preso da Roglic 2,6 secondi al chilometro nei primi 8 chilometri, 2,2 nei successivi 12 chilometri e ben 6 secondi al chilometro negli ultimi 8.
Per quel che riguarda gli italiani, si può dire che Giulio Ciccone (Lidl – Trek) ha disputato una prova tutto sommato sui suoi livelli: anche l’abruzzese ha pagato un dazio altissimo nel finale (4,75 secondi al chilometro da Roglic tra il secondo intertempo e l’arrivo) mentre nel tratto centrale, che prevedeva anche una dolcissima ascesa, è stato superlativo, limitando i danni che invece erano stati consistenti anche al primo intertempo. Alla fine, considerando le sue caratteristiche, il ritardo complessivo di 1′43″ da Roglic (3,6 secondi ai chilometro) può considerarsi in linea con le aspettative.
Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious), miglior italiano della classifica, è partito con la strada bagnata e questo sembra aver messo un po’ di timore al laziale, che non è andato bene nei primi chilometri accusando 29 secondi da Roglic al primo intermedio r perdendo 3,6 secondi al chilometro, troppi per uno come Tiberi che nelle prove contro il tempo se l’è sempre cavata egregiamente. Nel secondo tratto, invece, si è ripreso davvero bene, diminuendo addirittura a soli 17 secondi il distacco da Roglic (un secondo al chilometro meglio dello sloveno). Di nuovo, nel finale, la pioggia ha penalizzato il laziale che è tornato a perdere dallo sloveno, anche se non come nel primo tratto, cedendo alla fine 38 secondi in totale.
Infine, per quel che riguarda la coppia di testa della UAE, Ayuso è andato molto bene sino al secondo intermedio. Nei primi 8 chilometri, nonostante la pioggia, ha ceduto solo un secondo al chilometro a Roglic mentre, nel secondo tratto, gli ha inflitto addirittura un distacco di 20 secondi recuperando 1,6 secondi al chilometro. Anche nel caso di Ayuso, la pioggia battente nel finale ha influito non poco dato che negli ultimi 8 chilometri lo spagnolo non solo ha perso il vantaggio che aveva al secondo intertempo, ma ha anche accusato un distacco di 19 secondi all’arrivo, perdendo quindi 31 secondi negli ultimi 8 chilometri.
La maglia rosa Isaac Del Toro ha, invece, avuto qualche difficoltà, anche se forse, come ha affermato il suo direttore sportivo, ha badato a non prendere troppi rischi, specie nei primi 8 chilometri, lungo i quali ha lasciato ben 34 secondi a Roglic, un secondo peggio di Ciccone.
Al secondo intermedio, la maglia rosa si è ripresa recuperando addirittura 3 secondi a Roglic mentre, nel finale, a causa della pioggia intensa ha accusato un ulteriore ritardo di 36 secondi e ha chiuso a 1′07″ dallo sloveno.
La classifica generale, rivoluzionata nei distacchi più che nelle posizioni, vede ancora Del Toro in maglia rosa, ma il ritardo del compagno di squadra Ayuso è ora di soli 25 secondi, mentre Tiberi conserva la terza posizione con un ritardo di un minuto; a soli 2 secondi c’è Simon Yates (Team Visma | Lease a Bike), autore di una buona prova, mentre Roglic è in quinta posizione con 1′18″ di ritardo.
La coppia di gregari di lusso dell’UAE (Brandon McNulty e Adam Yates) al sesto e settimo posto mette ancor più in risalto la forza di questa squadra, orfana di Pogacar, e nondimeno in grado di piazzare quattro uomini in top ten. Scivolano in ottava e nona posizione Ciccone e Carapaz, che ora accusano rispettivamente 2′07″ e 2′10″ dalla maglia rosa.
Con questa situazione di classifica, si può star certi che Ciccone e Carapaz attaccheranno in montagna, ma anche un classico attendista come Roglic non potrà limitarsi allo scattino all’ultimo chilometro nelle tappe con arrivo in salita, anche perché non ci sono i classici arrivi che lui predilige. Tecnicamente, l’arrivo in salita vero è proprio c’è solo a San Valentino e a Sestriere ma, nel secondo caso, le pendenze sono tutt’altro che severe.
Domani, invece, è prevista una tappa molto interessante con la terribile ascesa all’alpe di San Pellegrino che, anche se piazzata a 93 chilometri dall’arrivo, potrebbe lasciare il segno nei successivi chilometri se affrontata a ritmo elevato. Come frazione sembra disegnata apposta per favorire una fuga, ma attenzione alla imboscate perché già a Siena si è visto cosa può accadere.

Benedetto Ciccarone

Hoole corre allasciutto e vince la cronometro Lucca - Pisa (foto Dario Belingheri/Getty Images)

Hoole corre all'asciutto e vince la cronometro Lucca - Pisa (foto Dario Belingheri/Getty Images)

20-05-2025

maggio 20, 2025 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO D’ITALIA

L’olandese Daan Hoole (Lidl – Trek) si è imposto nella decima tappa, cronometro individuale Lucca – Pisa, percorrendo 28.6 Km in 32′30″, alla media di 52.800 Km/h. Ha preceduto di 7″ il britannico Joshua Tarling (INEOS Grenadiers) e di 10″ il britannico Ethan Hayter (Soudal Quick-Step). Miglior italiano Mattia Cattaneo (Soudal Quick-Step), 4° a 23″. Il messicano Isaac Del Toro (UAE Team Emirates – XRG è ancora in maglia rosa con 25″ sullo spagnolo Juan Ayuso (UAE Team Emirates – XRG) e 1′01″ sull’italiano Antonio Tiberi (Bahrain – Victorious)

TOUR OF JAPAN

L’italiano Alessandro Fancellu (JCL Team UKYO) si è imposto nella seconda tappa, circuito di Inabe, percorrendo 127 Km in 2h59′32″, alla media di 42.443 Km/h. Ha preceduto di 4″ il danese Mathias Bregnhøj (Terengganu Cycling Team) e di 22″ l’italiano Nicolò Garibbo (JCL Team UKYO). Fancellu è il nuovo leader della classifica cin 16″ su Bregnhøj e 33″ sul giapponese Atsushi Oka (Utsunomiya Blitzen)

DURANGO – DURANGO EMAKUMEEN SARIA (Donne)

La canadese Isabella Holmgren (Lidl – Trek) si è imposta nella corsa spagnola, circuito di Durango, percorrendo 113 Km in 2h48′59″, alla media di 40.122 Km/h. Ha preceduto di 8″ la francese Évita Muzic (FDJ – SUEZ) e di 44″ l’olandese Thalita de Jong (Human Powered Health). Miglior italiana Barbara Malcotti (Human Powered Health), 7° a 44″

LA TAPPA DEL GIORNO (e altro ancora): LUCCA – PISA (ITT)

maggio 20, 2025 by Redazione  
Filed under Approfondimenti

All’ombra della Torre Pendente si concluderà la seconda ed ultima cronometro del Giro 2025, una tappa che si annuncia appassionati alla luce degli “danni” provocati in classifica dalla tappa degli sterrati

La tappa degli sterrati ha provocato un piccolo terremoto in classifica e ora gli appassionati non vedono l’ora di assistere alla svolgimento della tappa a cronometro prevista oggi pomeriggio, frazione contro il tempo nella quale corridori come lo spagnolo Juan Ayuso e soprattutto lo sloveno Primoz Roglic dovranno recuperare il tempo perduto a Siena. La sfida di annuncia appassionante, anche per vedere se gli italiani meglio piazzati in classifica, Antonio Tiberi e Giulio Ciccone, avranno la possibilità di competere per la vittoria finale, considerato che al momento sono entrambi avvantaggiati rispetto allo sloveno in classifica. Il palcoscenico della sfida non sarà meno spettacolare della tenzone stessa poichè si gareggerà tra Piazza Napoleone di Lucca e Piazza dei Miracoli a Pisa, tra le quali era già andata in scena una cronometro nel 1977, praticamente sul medesimo tracciato (quest’anno si percorreranno 3.6 Km in più), al termine della quale si era imposto il norvegese Knut Knudsen il quale, viaggiando ad un media di 48.550 Km/h, staccò di poco più di un minuto l’atteso Francesco Moser. Da quel giorno sono trascorsi quasi 50 anni, notevoli migliorie sono state apportate alle bici e oggi si “volerà” a medie decisamente più alte, se si pensa che gli organizzatori hanno previsto circa mezz’ora di permanenza in sella per i corridori più veloci, tempistica che corrisponde a velocità che potrebbero tranquillamente superare i 54 Km/h. Il percorso le favorisce – è tutta pianura con l’intrusione di un tratto in discesa di 2.3 Km al 3.6%, movimentato da alcuni ampi tornantoni – ma il maltempo potrebbe metterci lo… zampone! Domani, infatti, è prevista pioggia per tutto il pomeriggio, con un progressivo peggioramente delle condizioni man mano che si avvicinerà l’ora di partenza dei primi della classifica

Mauro Facoltosi

Piazza dei Miracoli a Pisa e l’altimetria della decima tappa (www.pisatoday.it)

Piazza dei Miracoli a Pisa e l’altimetria della decima tappa (www.pisatoday.it)

SALA STAMPA

Italia

Giro, che spettacolo a Siena: vince Van Aert, Del Toro primo messicano in maglia rosa

Gazzetta dello Sport

Slovenia

Van Aertu etapa. Roglič zaostal več kot dve minuti – Rogliču po kalvariji na belih cestah preostane le napad (Palcoscenico per Van Aert. Roglič è indietro di oltre due minuti – Dopo il calvario sulle strade bianche, a Roglič resta solo un attacco

Delo

Regno Unito

Van Aert wins stage nine as Del Toro moves into overall lead (Van Aert vince la nona tappa mentre Del Toro passa in testa alla classifica generale)

The Guardian

Francia

Van Aert vainqueur à Sienne, Del Toro nouveau leader (Van Aert vince a Siena, Del Toro nuovo leader)

L’Équipe

Spagna

Del Toro cornea, Van Aert renace (Del Toro incorna, Van Aert rinasce)

AS

Belgio

Primoz Roglic als grootste slachtoffer: dit zijn de nieuwe verschillen tussen de klassementsmannen na spectaculaire gravelrit (Primoz Roglic la vittima più grande: ecco le nuove differenze tra i contendenti alla classifica generale dopo una spettacolare corsa su sterrato)

Het Nieuwsblad

Paesi Bassi

Van Aert bezorgt Visma eerste succes in Giro, Roglic verliest tijd door val (Van Aert regala alla Visma il primo successo al Giro, Roglic perde tempo per caduta)

De Telegraaf

Germania

Roglic verliert nach Sturz Zeit – Van Aert siegt, Toptalent del Toro in Rosa (Roglic perde tempo dopo l’incidente – Van Aert vince, il talento Del Toro in rosa)

Kicker

Repubblica Ceca

Konec druhých míst Van Aerta. Ovládl etapu Gira po šotolině, Vacek znovu zářil (Fine dei secondi posti di Van Aert. Ha dominato la tappa sterrata del Giro, Vacek brilla ancora)

Mladá Fronta Dnes

Usa

Del Toro becomes first Mexican to lead Giro d’Italia, Van Aert wins dusty stage (Del Toro primo messicano a guidare il Giro d’Italia, Van Aert vince una tappa polverosa)

The Washington Post

Colombia

Egan Bernal fue monumental en el ’sterrato’: Van Aert ganó la etapa 9 y Del Toro es nuevo líder (Egan Bernal è stato monumentale sullo sterrato: Van Aert ha vinto la nona tappa e Del Toro è il nuovo leader)

El Tiempo

Ecuador

¡La Locomotora del Carchi sin freno! Richard Carapaz arriba cuarto en la novena etapa del Giro de Italia 2025 y ya está en el ‘top 5′ de la clasificación general (La locomotiva del Carchi senza freni! Richard Carapaz conclude al quarto posto la nona tappa del Giro d’Italia 2025 e ora è tra i primi 5 della classifica generale.)

El Universo

Messico

Isaac del Toro hace historia: primer mexicano en portar la Maglia Rosa del Giro de Italia (Isaac del Toro entra nella storia: il primo messicano a indossare la Maglia Rosa del Giro d’Italia)

La Jornada

Australia

Roglic and Aussie hope Storer crash at Giro d’Italia (Roglic e la speranza australiana Storer cadono al Giro d’Italia)

The West Australian

GLI ORARI DEL GIRO

13.15: partenza del primo corridore da Lucca
13.49: arrivo del primo corridore a Pisa
16.43: partenza della maglia rosa da Lucca
17.14: arrivo della maglia rosa a Pisa

METEO GIRO

Lucca – partenza primo corridore (ore 13.15): pioggia debole (0.8 mm), 21°C, vento moderato da SE (11-32 Km/h), umidità al 66%
Lucca – ore 14: pioggia debole (1.1 mm), 19°C, vento moderato da SE (7-32 Km/h), umidità al 84%
Lucca – ore 15: pioggia debole (0.5 mm), 20°C, vento moderato da SE (8-26 Km/h), umidità al 77%
Lucca – ore 16: pioggia moderata (4.4 mm), 18°C, vento moderato da S (7-26 Km/h), umidità al 87%
Lucca – partenza maglia rosa (ore 16.45): temporale (5.5 mm), 17°C, vento moderato da SO (9-27 Km/h), umidità al 90%
Pisa – arrivo primo corridore (ore 13.49): temporale (2 mm), 20°C, vento moderato da S (11-34 Km/h), umidità al 78%
Pisa – ore 15: pioggia debole (1.6 mm), 20°C, vento moderato da S (14-31 Km/h), umidità al 36%
Pisa – ore 16: temporale (8.5 mm), 19°C, vento moderato da S (13-33 Km/h), umidità al 84%
Pisa – arrivo maglia rosa (17.14): temporale (6.4 mm), 18°C, vento moderato da SO (12-33 Km/h), umidità al 88%

DISCOGIRO

L’uomo volante (Marco Masini)

GIRO AL CONTRARIO

L’ordine d’arrivo della nona tappa

1° Lucas Plapp
2° Paul Double s.t.
3° Orluis Aular s.t.
4° Lucas Hamilton a 2″
5° Albert Torres a 5″

Miglior italiano: Kevin Colleoni, 7° a 1′08″

Classifica generale

1° Alexander Krieger
2° Jensen Plowright a 14′56″
3° Niklas Märkl a 14′58″
4° Gerben Thijssen a 18′50″
5° Gijs Van Hoecke a 19′48″

Miglior italiano: Enrico Zanoncello, 6° a 21′22″

L’ULTIMO GIRO DI MAGNI

Riviviamo l’edizione 1955 della Corsa Rosa attraverso i titoli del quotidiano “La Stampa”. Quell’anno si impose per la terza ed ultima volta in carriera Fiorenzo Magni

23 MAGGIO 1955 – 9a TAPPA: PERUGIA – ROMA (174 Km)

IN UN CONVULSO FINALE DI TAPPA NENCINI STRAPPA LA VITTORIA A ROMA

Arrestato a Viareggio per contrabbando il direttore tecnico della squadra spagnola

Erano in quattro all’ingresso dello stadio, poi tre caddero e fu primo l’unico rimasto in sella – Due ore di fuga di Fornara – L’attacco di Koblet nell’ultimo tratto – Coppi al 2° posto – Magni conservala Maglia rosa – L’ordine era stato trasmesso dalla Procura di Torino per una condanna risalente al 1950 – I corridori iberici vorrebbero ritirarsi – Oggi si corre sul percorso del prossimo campionato del mondo

GIRO D’UNGHERIA 2025: LOPEZ DOMINA LA GENERALE, COVI SECONDO

maggio 19, 2025 by Redazione  
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La 46ª edizione del Giro d’Ungheria si è confermata una corsa avvincente e ricca di emozioni, con cinque tappe intense tra salite, volate e percorsi impegnativi. Harold Martin Lopez ha conquistato la maglia gialla dopo una gara solida e tattica, resistendo fino all’ultimo chilometro sulle strade di Esztergom. A impreziosire la corsa le vittorie di tappa del colombiano Juan Sebastian Molano e l’ottima performance dell’italiano Alessandro Covi, che ha chiuso secondo in classifica generale. Una competizione che ha visto emergere giovani talenti e confermare la supremazia sudamericana.

14 maggio – 1a tappa: Budapest – Győr (210.3 Km)

Danny van Poppel anticipa tutti a Győr. Lo sprinter olandese fratello e figlio d’arte ha dimostrato tutta la sua esperienza nella lettura dei finali più compless anticipando i velocisti all’ultima curva e aggiudicandosi la prima tappa del Giro di Ungheria. Il corridore della Red Bull-BORA-hansgrohe, inizialmente al servizio del compagno di squadra Sam Welsford, ha colto l’occasione per tornare al successo dopo quasi due anni.
La tappa inaugurale, partita dalla capitale e lunga 210 chilometri, ha visto una fuga di quattro corridori — Matteo Ambrosini (MBH Bank Ballan CSB), Siebe Deweirdt (Team Flanders – Baloise), János Pelikán (Team United Shipping) e Michale Vanthourenhout (Pauwels Sauzen – Cibel Clementines) — con il gruppo che ha mantenuto il vantaggio sempre sotto controllo, grazie all’attività della Red Bull-BORA e del Team Jayco AlUla. Deweirdt si è imposto sui due GPM di terza categoria previsti, mentre Pelikán ha vinto gli sprint intermedi, conquistando preziosi secondi di abbuono e la maglia di miglior corridore ungherese.
Nella volata finale, con il UAE Team Emirates a guidare il treno per Juan Sebastián Molano, Van Poppel ha saputo sfruttare il momento giusto, superando Rui Oliveira (UAE Team Emirates – XRG) all’ultima curva e mantenendo il vantaggio fino al traguardo. Dietro di lui, secondo posto per Tim Torn Teutenberg (Lidl – Trek) e terzo Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla). Tra gli italiani, buon piazzamento per Matteo Malucelli (XDS Astana Team), Giacomo Nizzolo (Q36.5 Pro Cycling Team) e Luca Colnaghi (VF Group – Bardiani CSF – Faizanè), rispettivamente quinto, settimo e decimo.

15 maggio – 2a tappa: Veszprém – Siófok (177.5 Km)

La seconda tappa si è conclusa con un arrivo allo sprint dominato ancora una volta da Van Poppel, che ha bissato il successo della frazione inaugurale superando all’ultimo istante Groenewegen e Teutenberg, gli stessi avversari sconfitti il giorno precedente (anche se in ordine inverso).Il miglior italiano al traguardo è stato ancora Malucelli, stavolta decimo. La tappa è stata animata dalla fuga dell’italiano Luca Cretti (MBH Bank Ballan CSB Colpack), del ceco Michal Schuran (Team United Shipping), del belga Deweirdt (che consolida così il primato nella classifica dei GPM) e degli ungheresi Pelikan e Balázs Rózsa (Epronex Hungary Cycling Team).
A circa metà gara il gruppo è stato coinvolto in una maxi-caduta che ha messo fuori gioco circa trenta corridori, tra cui alcuni dei favoriti come Pablo Torres (UAE Team Emirates XRG) e Rainer Kepplinger (Bahrain Victorious), oltre a tre uomini della Red Bull-Bora hansgrohe, Welsford, Ryan Mullen e Frederik Wandahl, quest’ultimo trasportato in ospidale con l’elicottero Con il vantaggio della fuga ridotto a meno di un minuto negli ultimi 50 km, il gruppo ha riassorbito gli attaccanti a 30 km dall’arrivo. Nel finale le squadre dei velocisti hanno controllato la corsa con precisione: il Team Jayco AlUla ha lavorato per lanciare Groenewegen, ma Van Poppel ha ritrovato ancora lo spunto vincente negli ultimi metri. Grazie alla seconda vittoria consecutiva e agli abbuoni, l’olandese consolida la maglia gialla, che ora veste con 8 secondi di vantaggio su Pelikan e 10 secondi su Groenewegen e Teutenberg

16 maggio – 3a tappa: Gödöllő – Gyöngyös (Kékestető) (162.8 Km)

Al terzo giorno si disputa la tappa regina della corsa magiara, che prevede l’arrivo sul Kékes, la montagna più alta dell’Ungheria. La cima è a 1014 metri sul livello del mare, il traguardo a quota 989 metri, nel luogo dove l’ecuadoriano Harold Martín López (XDS-Astana) giunge in solitaria, con un leggero vantaggio, dopo aver fatto la differenza con uno scatto decisivo a due chilometri dal traguardo. Miglior scalatore al via e fresco di ottime prestazioni, il sudamericano conquista così la sua seconda vittoria stagionale in una corsa a tappe dopo il recente successo al Giro di Grecia.
La fuga iniziala – composta da sei corridori, tra i quali l’italiano Gabriele Raccagni (Team Polti VisitMalta) – viene controllata con attenzione dalla squadra di López, che gestisce il ritmo fino alla salita finale. A circa 3 km dall’arrivo i grandi favoriti iniziano gli attacchi e tra questi si segnalano Sergio Higuita (XDS Astana Team), Ivo Oliveira (UAE Team Emirates – XRG) e Alessandro Covi (UAE Team Emirates – XRG). A -2 km López lancia il suo scatto vincente, staccando gli inseguitori e mantenendo un margine di 7” fino al traguardo.
Dietro, Covi conquista la volata per il secondo posto, mentre Albert Withen Philipsen (Lidl – Trek) sale sul terzo gradino del podio per la prima volta in una gara professionistica. L’ordine d’arrivo coincide con quello della nuova classifica generale, che López comanda con 11” su a Covi e 13” su Withen Philipsen.

17 maggio – 4a tappa: Tata – Székesfehérvár (153.6 Km)

A Székesfehérvár Groenewegen torna al successo dopo quasi un anno, regolando allo sprint il connazionale Van Poppel e Teutenberg. La tappa si è rivelata molto combattuta, con vento e strategie aggressive a movimentare il gruppo. Una fuga iniziale composta da sei corridori – tra i quali l’italiano Riccardo Lucca (Karcag Cycling ÉPKAR Team) – ha guadagnato fino a 2’30”, ma è stata neutralizzata a circa 30 km dal traguardo. Nel finale il vento ha spezzato il gruppo, con le squadre dei velocisti a spingere forte per proteggere i propri uomini. Covi si è messo in mostra con un paio di attacchi negli ultimi 25 km, ottenendo anche preziosi secondi di abbuono che lo avvicinano alla maglia gialla di Harold Martin López (XDS Astana), dalla quale lo separano ora solo 8 secondi. Dal canto suo, l’ecuadoriano ha gestito con attenzione la leadership, mentre la sua squadra ha lavorato per proteggere la corsa e il capitano.
La volata finale, come dicevamo, ha visto Groenewegen lanciare la sprint al momento giusto, superando Van Poppel e Teutenberg. Bene anche gli italiani con Malucelli quinto, Nizzolo sesto e Alberto Bruttomesso (Bahrain-Victorious) decimo.

18 maggio – 5a tappa: Etyek – Esztergom (169.5 Km)

Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates-XRG) conquista la quinta e ultima tappa del Giro di Ungheria, imponendosi nettamente in volata a Esztergom. Il colombiano, supportato in modo impeccabile da Ivo Oliveira, ha bruciato la concorrenza con uno sprint irresistibile. Dietro di lui Van Poppel si conferma secondo, mentre Teutenberg completa il podio di giornata. Il capoclassifica Lopez resiste agli attacchi nel finale impegnativo e si aggiudica la classifica generale. Sul podio finale salgono anche Covi, ottimo decimo nella tappa e secondo in classifica a 7 secondi da Lopez, e Withen Philipsen, terzo a 16 secondi.
La quinta frazione è stata caratterizzata da un percorso impegnativo con tre ripetizioni della dura salita di Pilisszántó (1,8 km all’8,7%) e un finale particolarmente selettivo grazie a tre tratti di pavé in salita che hanno messo a dura prova i corridori. La maglia gialla ha controllato con la squadra e neutralizzato ogni tentativo di fuga, difendendo il vantaggio fino all’ultimo metro.
La classifica a punti premia Van Poppel, che grazie a due vittorie di tappa e due secondi posti ha conquistato la maglia verde, mentre la maglia rossa di miglior scalatore va a Deweirdt, protagonista di fughe e grande protagonista in montagna. E’ stato, infine, il team francese Unibet Tietema Rockets a portarsi a casa la vittoria nella speciale classifica riservata alle squadre, nella quale ha preceduto di 20″ il team spagnolo Caja Rural – Seguros RGA.

Mario Prato

Lecuadoriano Lopez si impone sul monte Kékes, traguardo della tappa più impegnativa del Giro dUngheria (www.ciclismoafondo.es)

L'ecuadoriano Lopez si impone sul monte Kékes, traguardo della tappa più impegnativa del Giro d'Ungheria (www.ciclismoafondo.es)

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