NATNAEL TESFAZION BRILLA SUL MONTE GRAPPA!

giugno 5, 2022 by Redazione  
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Natnael Tesfazion (Drone Hopper – Androni) conquista la tappa regina dell’Adriatica Ionica Race 2022 grazie ad una condotta di squadra perfetta, gli uomini di Gianni Savio prima logorano i diretti avversari e poi mettono il giovane eritreo in condizione di sfoggiare le sue doti veloci per imporsi su Filippo Zana (Bardiani-CSF Faizané), nuovo leader della corsa, e Vadim Pronskiy (Astana Qazaqstan).

Seconda frazione dell’Adriatica Ionica Race 2022 con arrivo in quota al Monte Grappa, la fuga di giornata questa volta tarda un po’ a formarsi, bisogna infatti attendere il chilometro venti di corsa per vedere un allungo di Santiago Umba (Drone Hopper – Androni), David Lozano (Team Novo Nordisk), Matteo Zurlo (Zalf Euromobil Fior) ed Eugenio Sánchez (Equipo Kern Pharma). Il gruppo lascia fare, concedendo ai tre un vantaggio massimo di 2’. In testa, come ieri, le squadre faro a tenere stabile il vantaggio sono la Bardiani-CSF Faizané e la Astana Qazaqstan. La corsa vive l’attesa dell’imbocco dell’unica salita di giornata ben 28,3 Km con pendenza media del 4,9%, qui sono attesi gli scalatori a darsi battaglia con il leader Chistian Scaroni (Nazionale italiana). Salita del Monte Grappa che fa subito selezione proprio nel tratto più duro dei primi chilometri, la selezione avviene da dietro e già al secondo chilometro il gruppo dei migliori, ripresa la fuga, resta di soltanto sedici unità, in testa abbiamo: Christian Scaroni (Nazionale italiana), Giovanni Carboni (Nazionale italiana), Samuele Zoccarato (Bardiani-CSF Faizané), Filippo Zana (Bardiani-CSF Faizané), Luca Covili (Bardiani-CSF Faizané), Eduardo Sepúlveda (Drone Hopper – Androni), Natnael Tesfazion (Drone Hopper – Androni), Jefferson Cepeda (Drone Hopper – Androni), Vadim Pronskiy (Astana Qazaqstan), Antonio Nibali (Astana Qazaqstan), Lorenzo Fortunato (Eolo Kometa), Alessandro Fancellu (Eolo Kometa), Riccardo Lucca (Work Service Vitalcare Vega), Paul Double (Mg.K Vis-Color for Peace-VPM), Mikel Bizkarra (Euskaltel Euskadi) ed Edoardo Sandri (Cycling Team Friuli ASD). Il ritmo in testa è scandito soprattutto dai Bardiani con, in particolare, Zoccarato che insieme agli Androni sono in superiorità numerica. Quando a fare il ritmo è Cepada l’andatura fa male a tanti, in testa per un lungo tratto della salita si porta Fancellu a fare un ritmo regolare per Fortunato. Il ritmo in testa diventa più sostenuto quando a tirare il gruppetto dei migliori sono Sepulveda e Cepada ed infatti a 10Km dall’arrivo in testa restano soltanto Scaroni, Zana, Covili, Pronskiy, Tesfazion, Cepeda, Bizkarra e Fortunato quest’ultimo un po’ dolorante dopo la caduta subita ieri. Il leader Scaroni è sempre in coda al gruppo ed ai meno otto chilometri è costretto ad alzare bandiera bianca, stessa sorte accade anche a Fortunato sotto i colpi di pedale di Zana prima e Cepada dopo. Ai meno cinque perde contatto Bizkarra, subito dopo provano un allungo Cepeda e Pronsky ma Zana riesce a portare il gruppetto sotto. Davanti restano in cinque, Zana, Covili, Pronskiy, Tesfazion, Cepeda il terreno per scattare non c’è più e quindi sarà volata ristretta. Gli Androni riescono a tenere alta l’andatura, Cepada si mette al comando a spingere il rapportone fin dentro l’ultimo chilometro, ai meno 150m a lanciare la volata è Zana ma Tesfazion lo affianca e lo salta nettamente andando a tagliare il traguardo a braccia alzate, secondo Zana, terzo arriva Pronskiy, quarto Covili e quinto Cepada. In classifica generale balza al comando Zana, seguito in seconda posizione proprio da Tesfazion a 21”, mentre terzo a 27” sale Pronskiy, al quarto posto a 39” Covili, quinto Cepada a 43”, sesto Bizkarra a 50”. Domani terza tappa nervosa da Ferrara a Brisighella di 141,3 Km.

Antonio Scarfone

Natnael Tesfatsion esulta sul Monte Grappa (Foto: Sprint Cycling Agency)

Natnael Tesfatsion esulta sul Monte Grappa (Foto: Sprint Cycling Agency)

VAN AERT APRE IL DELFINATO CON UNA VOLATA DELLE SUE. TAPPA E MAGLIA PER IL CAMPIONE BELGA

giugno 5, 2022 by Redazione  
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Wout van Aert (Team Jumbo Visma) vince la prima tappa del Giro del Delfinato 2022 battendo nella volata di Beauchastel Ethan Hayter (Team INEOS) e Sean Quinn (Team EF Education EasyPost). Il belga è la prima maglia gialla ed ha già dichiarato che cercherà di difenderla fino all’ultimo, nonostante la presenza in squadra di gente come Primoz Roglic e Jonas Vingegaard. Un antipasto di Tour davvero niente male.

Il Giro del Delfinato 2022 propone otto tappe interessanti ed aperte a molte soluzioni. Spiccano su tutte la cronometro individuale della quarta tappa da Montbrison – La Bâtie d’Urfé lunga quasi 32 km e l’ottava ed ultima tappa con il duro arrivo in salita sul Plateau de Solaison, che con le sue pendenze spesso in doppia cifra determinerà quasi certamente il vincitore della breve corsa francese. Alla partenza sono presenti molti attesi protagonisti del prossimo Tour de France come Damiano Caruso (Team Bahrain Victorious), David Gaudu (Team Groupama FDJ), Tao Geoghegan Hart (Team INEOS), Enric Mas (Team Movistar) e Brandon McNulty (UAE Team Emirates). Da segnalare la Jumbo Visma che schiera una tridente fenomenale con Primoz Roglic, Wout van Aert e Jonas Vingegaard. Non manca neanche qualche reduce dal recente Giro d’Italia come Wilco Kelderman (Team BORA Hansgrohe) e Jan Hirt (Team Intermarchè Wanty Gobert). La prima tappa da La Voulte-sur-Rhône a Beauchastel presenta già quattro GPM. Dopo la partenza da La Voulte-sur-Rhône si affronteranno i GPM del Col de Leyrisse e della Cote des Baraques prima di entrare al km 88 nel circuito finale da ripetere due volte in cui si affronterà la doppia scalata della Cote du Chambon de Bavas. L’ultimo scollinamento avverrà ad una trentina di km dall’arrivo ed è probabile che la vittoria se la contenderà in volata un gruppo compatto ma non troppo. La corsa si animava già sulle prime rampe del Col de Leyrisse ed erano molti gli attacchi per provare a evadere da gruppo e formare la fuga di giornata. Pierre Rolland (Team B&B Hotels KTM) era il primo a scollinare sul primo GPM di tappa. Alle ruote del francese si accodavano Laurens Huys (Team Intermarchè Wanty Gobert) e Maxime Bouet (Team Arkea Samsic). Si segnalava intanto il primo ritiro del Giro del Delfinato. A dover mettere il piede a terra dopo una quarantina di km era Imanol Erviti (Team Movistar), malconcio per una caduta precedente. Rolland scollinava in prima posizione anche sulla successiva Cote de Baraques posta al km 41. Il gruppo manteneva la fuga ad una distanza di sicurezza. Era il Team BikeExchange Jayco a dettare il ritmo dell’inseguimento. All’entrata del circuito finale la fuga aveva poco più di due minuti di vantaggio sul gruppo. Rolland scollinava in prima posizione sul primo dei due passaggi sulla Cote du Chambon de Bavas posta al km 93.1. Era invece Bouet ad aggiudicarsi il traguardo volante di Beauchastel posto al km 129.1. All’inizio della seconda ed ultima scalata verso il GPM della Cote du Chambon de Bavas, il vantaggio del terzetto di testa era sceso a 1 minuto e 50 secondi. Rolland scollinava ancora in prima posizione mentre il gruppo aveva ormai annullato il vantaggio sui fuggitivi proprio dopo lo scollinamento. Il ritmo del gruppo era aumentato decisamente anche perchè Dylan Groenewegen (Team BikeExchange Jayco) era segnalato in difficoltà nelle retrovie. L’olandese scollinava con oltre un minuto di ritardo sul gruppo e tutta la sua squadra si impegnava in un difficilissimo inseguimento. Nel frattempo in testa alla corsa si era portato Mikkel Honorè (Team Quick Step Alpha Vinyl) che sfruttava le sue buone doti di discesista per guadagnare qualcosa sul gruppo. Il gruppo, tirato dal uomini della INEOS, riprendeva Honorè a 22 km dall’arrivo. Anche la Jumbo Visma e la Trek Segafredo davano man forte in testa al gruppo per mantenere una velocità costante e impedire il rientro di Groenewegen. Il gruppo Groenewegen cercava fino alla fine di rientrare sul gruppo principale ma quest’ultimo manteneva un vantaggio di 30-40 secondi che non veniva più eroso dagli inseguitori. Nella volata sul traguardo di Beauchastel era Wout van Aert (Team Jumbo Visma) a vincere davanti a Ethan Hayter (Team INEOS) e Sean Quinn (Team EF Education EasyPost). Chiudevano la top five Hugo Page (Team Intermarchè Wanty Gobert) in quarta posizione ed Edvald Boasson Hagen (Team TotalEnergies) in quinta posizione. Van Aert ricomincia a mietere successi anche in una corsa a tappe dopo la Campagna del Nord che lo aveva già visto trionfare all’Omloop Het Nieuwsblad ed all’E3 Saxo Bank Classic, per non dimenticare la vittoria nella cronometro individuale della quarta tappa della Parigi – Nizza ed i podi della Parigi – Roubaix e della Liegi-Bastogne-Liegi. Il belga veste la prima maglia gialla del Giro del Delfinato 2022 con 4 secondi di vantaggio su Hayter e 6 secondi di vantaggio su Quinn. Domani è in programma la seconda tappa da Saint-Péray – Brives-Charensac, per un totale di 170 km. E’ una tappa che presenta quattro GPM, non durissimi ma posizionati in punti che potrebbero portare a qualche attacco o scaramuccia tra i big. In particolare dopo il Col de Mezilhac, quasi 12 km al 4% di pendenza media, la strada presenta diversi saliscendi sui quali chi ha voglia può provare qualche attacco, anche se mancheranno ancora una cinquantina di km all’arrivo.

Giuseppe Scarfone

Wout van Aert vince a Beauchastel (foto: Getty Images Sport)

Wout van Aert vince a Beauchastel (foto: Getty Images Sport)

SPLENDE D’AZZURRO MONFALCONE, CHRISTIAN SCARONI PRIMA VITTORIA TRA I PROFESSIONISTI!

giugno 4, 2022 by Redazione  
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Bellissimo acuto di Christian Scaroni (Nazionale italiana) nella tappa di apertura dell’Adriatica Ionica Race 2022 con arrivo a Monfalcone. Per il bresciano prima vittoria tra i professionisti conquistata grazie ad uno sprint vincente su un drappello di cinque atleti avvantaggiatisi nei chilometri finali. Il 24enne si è imposto su Filippo Zana (Bardiani CSF Faizanè) e Raul Garcia Pierna (Equipo Kern Pharma). Il gruppo dei migliori ha chiuso con un ritardo di 19”.

Prende il via l’edizione 20022 dell’Adriatica Ionica Race con la prima frazione, delle cinque previste, da Tarvisio a Monfalcone per 193,8 Km. Fin dal chilometro zero tanti i tentativi per portare via la fuga buona. A riuscirci sono in quattro: Matteo Donegà (Cycling Team Friuli), Adriano Brogi (Giotti Victoria-Savini Due), Federico Burchio (Work Service-Vitalcare-Dynatek) e Matteo Zurlo (Zalf Euromobil Fior). Il quartetto in testa arriverà ad avere un vantaggio massimo di 4’:25”. Dietro in testa al gruppo le formazioni più attive per ricucire sono soprattutto la bardiani CSF e la selezione della Nazionale italiana. Poco prima di metà gara, il vantaggio degli attaccanti scende a 3’:20”, oscillando fino a 3:35” al passaggio dallo sprint intermedio di Capriva del Friuli, vinto da Zurlo. La seconda parte della tappa offre un’orografia più mossa ed il gruppo si porta a 1:30 sulla testa della corsa quando i battistrada iniziano l’ascesa verso San Floriano del Collio, salita breve di 2,7 Km al 6,5% di pendenza media. Il gruppo dei migliori inizia a sfilacciarsi, il ritmo sempre più sostenuto fa sì che la fuga viene annullata nella successiva difficoltà altimetrica di giornata, segnata come unico GMP, la salita che porta in cima a San Michele del Carso 3,5 km al 6.5% di media. In vista dello scollinamento provano un allungo Paul Double (MG.K Vis Colors for Peace), Edoardo Zardini (Drone Hopper-Androni Giocattoli), Luca Covili (Bardiani CSF Faizanè) e Veljko Stojnic (Team Corratec). I nuovi quattro contrattaccanti riescono subito a guadagnare una trentina di secondi che diventano 20” alla fine della discesa. Il gruppo riesce a ritornare sotto, e assorbire i quattro, a 6Km dall’arrivo. Il profilo altimetrico non offre più alcuna difficolta tanto che si pensa ad una volata con gruppo compatto, ma ai meno cinque un terzo allungo in testa al gruppo viene promosso da: Christian Scaroni (Gazprom-Rusvelo), Filippo Zana (Bardiani CSF Faizanè), Raul Garcia Pierna (Equipo Kern Pharma), Riccardo Lucca (Work Service-Vitalcare-Dynatek) e Mikel Iturria (Euskaltel-Euskadi). Dietro la rezione del gruppo è tardiva, tanto che nessuno riesce ad organizzare l’inseguimento. I cinque arrivano all’arco dell’ultimo chilometro con 20” di vantaggio, lo sprint ristretto è vinto da Scaroni, che si impone in modo netto su Zana e Garcia Pierna. Il giovane bresciano va quindi al comando della classifica generale grazie agli abbuoni con 4” di vantaggio su Zana e 6” su Garcia Piena. Domani seconda tappa da Castelfranco Veneto a Monte grappa per un arrivo in salita che potrà rivoluzionare la classifica generale.

Antonio Scarfone

La vittoria di Scaroni a Monfalcone allAdriatica Ionica Race 2022 (Foto: Sprint Cycling Agency)

La vittoria di Scaroni a Monfalcone all'Adriatica Ionica Race 2022 (Foto: Sprint Cycling Agency)"

04-06-2022

giugno 4, 2022 by Redazione  
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ADRIATICA IONICA RACE

L’italiano Christian Scaroni (nazionale italiana) si è imposto nella prima tappa, Tarvisio – Monfalcone, percorrendo 169.2 Km in 3h43′48″, alla media di 45.361 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Filippo Zana (Bardiani CSF Faizanè) e lo spagnolo Raúl García (Equipo Kern Pharma). Scaroni è il primo leader della classifica con 4″ su Zana e 6″ su García

RONDE DE L’OISE

Il Jason Tesson (St Michel-Auber 93) si è imposto nella terza tappa, La Croix-Saint-Ouen – Ressons-sur-Matz, percorrendo 176.7 Km in 4h26′27″, alla media di 39.79 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Valentin Tabellion (GO Sport-Roubaix Lille Métropole) e Killian Théot (C.C.Nogent-sur-Oise). Unico italiano in gara Alessio Gasparini (Java Kiwi Atlántico), 71° a 3′16″. Il neozelandese James Fouché (Bolton Equities Black Spoke) è ancora leader della classifica con 47″ sullo spagnolo Aritz Bagües (Caja Rural-Seguros RGA) e 1′27″ sul connazionale Aaron Gate (Bolton Equities Black Spoke). Gasparini 72° a 14′01″

HEYLEN VASTGOED HEISTSE PIJL

Il belga Arnaud De Lie (Lotto Soudal) si è imposto nella corsa belga, Vosselaar – Heist-op-den-Berg, percorrendo 192.8 Km in 4h08′54″, alla media di 46.476 Km/h. Ha preceduto allo sprint l’italiano Giacomo Nizzolo (Israel-Premier Tech) e il britannico Mark Cavendish (Quick-Step Alpha Vinyl Team)

TOUR OF MALOPOLSKA (Polonia)

Il polacco Patryk Stosz (Voster ATS Team) si è imposto nella seconda tappa, Niepolomice – Nowy Targ, percorrendo 141 Km in 3h28′05″, alla media di 40.657 Km/h. Ha preceduto allo sprint il connazionale Marceli Boguslawski (HRE Mazowsze Serce Polski) e il danese Sebastian Nielsen (Restaurant Suri-Carl Ras). Miglior italiano Francesco Di Felice (Gallina Ecotek Lucchini). L’italiano Walter Calzoni (Gallina Ecotek Lucchini) è ancora leader della classifica con 1″ sul tedesco Jonas Rapp (Hrinkow Advarics) e 12″ sul ceco Jakub Otruba (Elkov-Kasper)

TOUR OF ALBANIA

L’albanese Ylber Sefa (nazionale albanese) si è imposto nella quinta ed ultima tappa, Argirocastro – Fier, percorrendo 109 Km in 2h24′10″, alla media di 45.36 Km/h. Ha preceduto di 13″ l’azero Elchin Asadov (nazionale azera) e il croato Antonio Barac (Meridiana Kamen Team). Nessun italiano in gara. Sefa si impone in classifica con 2′08″ sul rumeno Cristian Raileanu (CSA Steaua Bucuresti) e 2′28″ sul connazionale Mikel Demiri (nazionale albanese).

COURSE DE LA PAIX (Repubblica Ceca – Under23)

Il belga Lennert Van Eetvelt (nazionale belga) si è imposto nella seconda tappa, Bruntál – Dlouhé Stráně, percorrendo 134.6 Km in 3h48′27″, alla media di 35.351 Km/h. Ha preceduto allo sprint lo spagnolo Alejandro Franco (nazionale spagnola) e l’australiano Rudy Porter (nazionale australiana). Miglior italiano Davide Piganzoli (nazionale italiana), 10° a 1′02″. Van Eetvelt è il nuovo leader della classifica con 13″ su Porter e 14″ sul ceco Mathias Vacek (nazionale ceca) Miglior italiano Piganzoli, 10° a 1′23″

TOUR DU CAMEROUN

Il camerunense Artuce Jodele Tella (SNH Velo Club Cameroun) si è imposto nella prima tappa, circuito di Douala, percorrendo 123.3 Km in 2h51′33″, alla media di 43.124 Km/h. Ha preceduto di 41″ il ruandese Didier Munyaneza (nazionale ruandese) e il burkinabè Paul Daumont (nazionale burkinabè). Nessun italiano in gara. Tella è il primo leader della classifica con 41″ su Munyaneza e Daumont

VUELTA A COLOMBIA

Il colombiano Nelson Andrés Soto (Colombia Tierra de Atletas) si è imposto nella seconda tappa, Cartagena – Sincelejo, percorrendo 176.7 Km in 4h00′17″, alla media di 44.123 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Johan Antonio Colon (Orgullo Paisa) e Luis Carlos Chia (Supergiros-Alc.Manizales). Nessun italiano in gara. Chia è ancora leader della classifica con 4″ su Oto e 8″ sul connazionale Juan Alejandro Umba (Boyaca Avanza)

03-06-2022

giugno 3, 2022 by Redazione  
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RONDE DE L’OISE

Il portoghese Iuri Leitao (Caja Rural-Seguros RGA) si è imposto nella seconda tappa, Le Plessis-Belleville – Ribécourt-Dreslincourt, percorrendo 205.7 Km in 4h48′45″, alla media di 42.743 Km/h. Ha preceduto allo sprint i francesi Jason Tesson (St Michel-Auber 93) e Valentin Tabellion (GO Sport-Roubaix Lille Métropole). Unico italiano in gara Alessio Gasparini (Java Kiwi Atlántico), 70° a 7′04″. Il neozelandese James Fouché (Bolton Equities Black Spoke) è ancora leader della classifica con 47″ sullo spagnolo Aritz Bagües (Caja Rural-Seguros RGA) e 1′27″ sul connazionale Aaron Gate (Bolton Equities Black Spoke). Gasparini 73° a 10′45″

TOUR OF MALOPOLSKA (Polonia)

L’italiano Walter Calzoni (Gallina Ecotek Lucchini) si è imposto nella prima tappa, Wieliczka – Góra Chelm, percorrendo 131 Km in 3h20′52″, alla media di 39.13 Km/h. Ha preceduto allo sprint il tedesco Jonas Rapp (Hrinkow Advarics) e l’olandese Lars Quaedvlieg (UWTC de Volharding-Wilton). Calzoni è il primo leader della classifica con 4″ su Rapp e 6″ su Quaedvlieg

TOUR OF ALBANIA

Il bulgaro Lachezar Angelov (Hemus 1896) si è imposto nella quarta tappa, Valona – Argirocastro, percorrendo 130.8 Km in 2h59′33″, alla media di 43.709 Km/h. Ha preceduto di 2″ l’olandese Antonie Van Noppen (Global Cycling Team) e il rumeno Cristian Raileanu (CSA Steaua Bucuresti). Nessun italiano in gara. Raileanu è il nuovo leader della classifica con 20″ sugli albanesi Ylber Sefa (nazionale albanese) e Mikel Demiri (nazionale albanese).

COURSE DE LA PAIX (Repubblica Ceca – Under23)

Il danese Sebastian Kolze Changizi (nazionale danese) si è imposto nella prima tappa, Jeseník – Rýmařov, percorrendo 131.5 Km in 3h20′10″, alla media di 39.417 Km/h. Ha preceduto allo sprint il ceco Pavel Bittner (nazionale ceca) e il britannico Samuel Watson (nazionale britannica). Miglior italiano Davide Piganzoli (nazionale italiana), 22° a 4″. Bittner è il nuovo leader della classifica con 1″ su Watson e su Kolze Changizi. Miglior italiano Lorenzo Germani (nazionale italiana), 23° a 12″

VUELTA A COLOMBIA

Il colombiano Luis Carlos Chia (Supergiros-Alc.Manizales) si è imposto nella prima tappa, Barranquilla – Cartagena, percorrendo 123.4 Km in 2h50′08″, alla media di 43.519 Km/h. Ha preceduto allo sprint i connazionali Juan Alejandro Umba (Boyaca Avanza) e Jordan Parra (Team Petrolike). Nessun italiano in gara. Chia è il primo leader della classifica con 4″ su Umba e sul panamense Carlos Samudio (Sistecredito-GW)

GIUGNO 2022, TRA GIRO E TOUR

giugno 3, 2022 by Redazione  
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Il Giro d’Italia è appena terminato ed è già ora di pensare al Tour de France. La Grande Boucle scatterà tra un mese e i 30 giorni precedenti sono da sempre scanditi da brevi corse a tappe gettonate da chi punta a far bene in terra di Francia. Si comincia con il Giro del Delfinato e si prosegue con i giri di Svizzera, di Slovenia e d’Occitania. Si corre anche in Italia, con la quarta edizione dell’Adriatica Ionica Race e i Giri riservati a dilettanti e donne, con quest’ultimo che anticiperà di un paio di settimane il ritorno in calendario del Tour riservato alle cicliste.

Il Giro è appena finito e già scalpitano i puledri di razza che saranno schierati al via del Tour de France. In attesa della partenza della Grande Boucle, prevista per venerdì primo luglio da Copenaghen, nel mese di giugno si succedono una serie di corse a tappe che costituiscono un’eccellente palestra per coloro che ambiscono ad ottenere il massimo risultato sulle strade di Francia. Proprio su queste ultime dal 5 al 12 giugno andrà in scena la 75a edizione del Giro del Delfinato, che da quando l’onere dell’organizzazione è passato nelle mani dello stesso gruppo che allestisce il palcoscenico del Tour è divenuto una vera e propria prova generale della Grande Boucle, per tracciato – spesso vengono proposte salite che si affronteranno anche a luglio – e per partecipazione. Mancherà il due volte vincitore uscente del Tour Tadej Pogacar, che ha scelto di partecipare al Giro di Slovenia, mentre dovrebbero essere della partita il suo connazionale Primoz Roglic e il danese Jonas Vingegaard, rivelazione della scorsa edizione del Tour con il piazzamento al secondo posto della classifica. L’Italia, invece, schiererà al via il “vecchio” Damiano Caruso, il giovane Andrea Bagioli e soprattutto Filippo Ganna che, in previsione della conquista della maglia gialla nella prima tappa del Tour, punterà in questa corsa ad “allenarsi” nella lunga crono inserita nel tracciato, quest’anno meno accondiscendente verso gli scalatori. Rispetto al recente passato gli organizzatori hanno, infatti, deciso di ridurre il numero delle tappe di alta montagna da tre a due (anche se tre rimarranno comunque gli arrivi in salita previsti) e di allungare la distanza della prova contro il tempo. La prima maglia gialla sarà assegnata a un velocista, di quelli che sanno rimanere a galla nei percorsi esigenti perché la frazione d’apertura, 192 Km da La Voulte-sur-Rhône a Beauchastel, proporrà lungo il tracciato quattro salite non particolarmente difficili, l’ultima delle quali da scavalcare a una trentina di chilometri dall’arrivo. Si salirà in quota già il giorno successivo per arrivare fino ai quasi 1400 metri delle sorgenti della Loira, ai piedi del monte Gerbier de Jonc, ma anche le salite che si affronteranno nel corso della Saint-Péray – Brives-Charensac non presenteranno inclinazioni insormontabili e la tappa potrebbe concludersi con una volata ristretta, stavolta senza velocisti. Chi punta alla vittoria finale potrebbe mettere il naso fuori dalla finestra per la prima volta il terzo giorno, quando sarà in programma – dopo la partenza da Saint-Paulien – l’arrivo in salita nella piccola stazione di sport invernali di Chastreix-Sancy, percorsa un’ascesa finale leggermente più impegnativa di quel che suggeriscono i suoi dati numerici (6.2 Km al 5.6%), in parte falsati dagli ultimi 1200 metri in falsopiano. I big al via potrebbero, però, cercare di non sprecare troppe energie in questo finale perché l’indomani è prevista la cronometro, 32 Km di perfetta pianura per andare da Montbrison al castello della Bâtie d’Urfé, una vera e propria croce per gli scalatori. Spazio per la seconda volta ai velocisti con la Thizy-les-Bourgs – Chaintré, altimetricamente movimentata ma in maniera meno pressante rispetto alla prima tappa, poi il Delfinato si fermerà ai piedi della catena alpina con la tappa che scatterà da Rives per terminare a Gap e che presenterà un percorso di media montagna ideale per una fuga promossa da corridori lontani dai piani alti della classifica, anche se non va esclusa a priori la vittoria di uno spinter, di quelli resistenti. L’anteprima del Tour de France sarà trasmessa il giorno successivo nel corso della prima delle due tappe d’alta montagna perché, prima di arrivare a Vaujany (ascesa finale di 5700 metri al 7.2%), partendo da Saint-Chaffrey si andrà a ricalcare gran parte del tracciato del tappone dell’Alpe d’Huez – in programma il 14 luglio – affrontando le mitiche salite ai colli del Galibier (2642 metri, 23 Km al 5.1%) e della Croix de Fer (29 Km al 5.2%). All’ultimo giorno si disputerà, infine, la frazione più impegnativa, che da Saint-Alban-Leysse condurrà sul Plateau de Solaison, percorsa un’ascesa finale di 11 Km al 9.2% che nel 2017 fu determinante per assegnare la vittoria al Delfinato al danese Jakob Fuglsang, che su questo traguardo strappò la maglia di leader per soli 10 secondi all’australiano Richie Porte.

Lo stesso giorno della tappa conclusiva del Delfinato scatterà l’85a edizione del Giro di Svizzera (12-19 giugno), il cui percorso sembrerebbe a prima vista un clone di quella della corsa francese per la presenza di una cronometro pianeggiante di 25 Km e di due tappe d’alta montagna, anche se in realtà la corsa elvetica favorirà maggiormente gli scalatori per la scelta di inserire arrivi in salita molto più impegnativi di quelli che si affronteranno al Delfinato. L’apertura sarà affidata a una frazione collinare che si disputerà in circuito attorno a Küsnacht, nel Canton Zurigo, e che già potrebbe ispirare qualche corridore di classifica per la presenza della salita del Küsnachter Berg (2700 metri all’8.2%) da ripetere quattro volte, l’ultima a poco meno di 5 Km dal traguardo. Meritevole d’attenzione sarà anche il finale della successiva frazione di Aesch, non tanto per le pendenze della salita del Challpass (6.3 Km al 6.2%, con gli ultimi 2 Km all’8.4%), quanto per le inclinazioni della picchiata successiva, 2.6 Km all’8.8% contenenti un muretto al contrario di mezzo chilometro al 12.4% di media e che si concluderanno a 11 Km dal traguardo. La terza sarà la frazione meno impegnativa tra le otto in programma ma non saranno comunque una passeggiata i 177 Km da percorrere alla volta di Grenchen, movimentati da una serie di otto brevi ascese – la più difficile piazzata lontana dal traguardo – che di fatto escludono la possibilità di un arrivo in volata in un’edizione del Giro di Svizzera che chiude del tutto le porte ai velocisti. Dopo la tappa di Brunnen, che prevede la breve ma ripida salita di Sattel (3 Km all’8.5%) a 15 Km dall’arrivo, la carovana del Tour de Suisse giungerà in Canton Ticino, sulle cui strade si svolgerà per intero la quinta tappa, una delle più interessanti tra quelle secondarie: si partirà da Ambrì per giungere a Novazzano, alle porte dell’Italia, dopo aver affrontato tre giri di un nervoso circuito frutto della rielaborazione di quello che ospitò i mondiali del 2009 e che prevede di affrontare, in aggiunta alle originarie salite di Castel San Pietro (2 Km al 5.1%) e di Novazzano (1.9 Km al 5.8%), le più pendenti ascese di Morbio Inferiore (1 Km all’8.6%) e di Pedrinate (2.6 Km al 7.3%). Da Locarno l’indomani prenderà le mosse la prima delle due tappe d’alta montagna che, dopo la salita ai 2478 metri del Passo della Novena (13 Km al 7.8% per raggiungere il secondo valico stradale per altitudine della Confederazione Elvetica), si concluderà con l’inedita ascesa alla stazione sciistica di Moosalp, traguardo a 2046 metri di quota dopo aver affrontato negli ultimi 17 Km una pendenza media del 7.7%. Si farà quindi ritorno ad Ambrì per il via della penultima frazione che, dopo esser salita fino ai quasi 2000 metri del Passo del Lucomagno (29 Km al 4.3%) a una settantina di chilometri dal via, si concluderà sulle strade del principato del Liechtenstein con un arrivo in quota ancora più difficile di quello affrontato ventiquattrore prima, essendo in programma i 12.6 Km dell’ascesa all’8.7% verso Malbun, per la quarta volta nella storia proposta quale sede d’arrivo di una frazione del Tour de Suisse (nel 2004 vittoria dell’austriaco Georg Totschnig, nel 2007 del lussemburghese Frank Schleck e nel 2011 dell’olandese Steven Kruijswijk). Si rimarrà nel piccolo stato incastonato nel cuore delle alpi anche il giorno dopo per la frazione conclusiva, una veloce cronometro di circa 25 Km tracciata nei pianeggianti dintorni della capitale Vaduz.

Oltre a queste due prestigiose corse, a metà mese si collocano altre corse a tappe meno blasonate ma non meno interessanti e in particolare i riflettori dei media sportivi saranno puntati sul Giro di Slovenia (15-19 giugno), principalmente perché è stato scelto da Tadej Pogacar quale trampolino di lancio in vista del Tour, un trampolino che lo sloveno è riuscito a utilizzare alla perfezione lo scorso anno, quando portò a casa la vittoria finale nella corsa di casa e poi andò a prendersi il bis alla Grande Boucle. La 28a edizione della corsa scatterà al confine con l’Italia con una prima frazione di media montagna che si correrà tra Nova Gorica e Postumia, la cittadina delle celeberrime grotte dove si giungerà dopo aver affrontato un paio di colli di seconda categoria, l’ultimo dei quali piazzato a una quindicina di chilometri dal traguardo. La successiva tappa da Ptuj a Rogaška Slatina sarà l’unica freccia a disposizione dei velocisti, che poi potrebbero lasciare subito il palcoscenico a Pogacar perché la terza frazione sarà la fotocopia di quella che lo scorso anno utilizzò per balzare in testa alla classifica e con un vantaggio rivelatosi incolmabile nonostante un percorso non particolarmente difficile che, dopo la partenza da Žalec, propone il GPM di 2a categoria di Svetina (5.2 Km al 7.7%) – sul quale partì all’attacco lo sloveno – a una ventina di chilometro da Celje, dove il traguardo sarà posto al termine di un’ascesa di 2 Km al 7%. Stavolta, però, Pogacar potrebbe aspettare a ripetersi perché – a differenza dell’anno scorso – nel tracciato è stata inserita ventiquattrore dopo una tappa di montagna nella quale avrà maggiori possibilità di stracciare la concorrenza, offertegli dall’arrivo in salita alla stazione di sport invernali di Velika Planina, che accoglierà i corridori provenenti da Laško al termine di un’ascesa di 7.7 Km al 7.9%. Sarà il penultimo atto della breve corsa a tappe balcanica, che il giorno successivo concluderà il suo cammino a Novo Mesto, fin dal 1996 (con l’eccezione del 2012) sede d’arrivo della frazione conclusiva con la tradizionale passerella per velocisti che quest’anno non ci sarà perché la tappa, che scatterà da Vrhnika, non presenterà il solito circuito cittadino da ripetere più volte ma una sola tornata nel mezzo della quale spicca la collina di Trška Gora, vero e proprio muro di 1300 metri al 10.5% che svetta a 9 Km dal traguardo.

In contemporanea allo Slovenia si disputerà la 46a edizione della Route d’Occitanie (16-19 giugno), corsa che fino al 2017 era nota con il nome di “Route du Sud” e che è di fatto il contraltare del Delfinato, disegnata sui Pirenei, meno blasonata e impegnativa e per questo gettonata dai corridori di punta che vogliono avvicinarsi al Tour con una gara meno stressante. Così quest’anno al via si schiereranno i colombiani Quintana e Uran, mentre per le volate c’è attesa tra gli italiani per vedere cosa riuscirà a combinare Elia Viviani, che quest’anno ha conquistato una sola affermazione, nella prima tappa del Giro della Provenza. Proprio ai velocisti sarà dedicata la tappa d’apertura, che si snoderà per 174 Km tra Séméac e L’Isle-Jourdain, e poi li ritroveremo in azione al traguardo della quarta e ultima tappa, che da Les Angles condurrà in 188 Km ad Auterive. Al secondo giorno ci sarà spazio per i finisseur sul traguardo della Graulhet – Roquefort-en-Aveyron mentre la terza sarà l’immancabile tappa di montagna, quest’anno disegnata con mano non troppo pesante nella parte meno nobile dei Pirenei, con la partenza fissata a Sigean e l’arrivo in salita a monte della stazione di sport invernali di Les Angles, al termine di un’ascesa di quasi 3 Km al 6.8% che cela al suo interno un piccolo muro di mezzo chilometro all’11.2% e che sarà preceduta da due colli pirenaici poco abituali, il Jau (21 Km al 5.3%) e l’Hares (11 Km al 6.2%).

In questo periodo si correrà anche la quarta edizione dell’Adriatica Ionica Race (4-8 giugno), la corsa ideata dall’ex corridore veneto Moreno Argentin che nei suoi primi anni di vita è stata sballottata qua e là nel calendario tra giugno e luglio e che quest’anno è stata posizionata a inizio mese, pochi giorni dopo la fine della Corsa Rosa. In attesa che si concretizzi il progetto del campione del mondo di Colorado Springs (1986) di dilatare la corsa a una decina di giorni e di portarla fino in Grecia attraversando i Balcani, quest’anno l’AIRace per la prima volta andrà ad abbracciare le Marche. Il via dal Friuli con una prima frazione dal finale mosso ma favorevole ai velocisti, che scatterà da Tarvisio, all’estremità nordorientale della nazione italiana, per terminare in quel di Monfalcone. Subito al secondo giorno si disputerà la tappa regina, che scatterà da Castelfranco Veneto in direzione del Monte Grappa, affrontato da un lato diverso rispetto alla tappa vinta nel 2021 dal bolognese Lorenzo Fortunato in questa stessa corsa: dodici mesi fa si salì dal versante di Semonzo, quest’anno si salirà da quello di Caupo, sulla carta apparentemente pedalabile (la pendenza media non arriva al 5%) ma lungo quasi 30 Km e caratterizzato da inclinazioni impegnative nella prima parte. Se la celebre montagna veneta non avrà emesso verdetti significativi potrebbe rivelarsi determinante la successiva Ferrara – Brisighella, i cui ultimi 75 km saranno costituiti da una successione di sette colline romagnole proposte senza respiro, ascese sulle quali spiccano i primi 2 Km al 9.6% del Monte Casale e soprattutto i 2.8 Km al 9.8% del Valico della Valletta, salita la cui punta massima al 18% negli anni ’70 costrinse Eddy a scendere di bicicletta e percorrere un tratto a piedi. Un percorso collinare caratterizzerà anche la prima delle due tappe marchigiane, Fano – Sirolo, nel complesso meno impegnativa rispetto a quella del giorno prima e che, nonostante l’ascesa di Poggio (1300 metri al 7.5%) da ripetere due volte nel finale, potrebbe terminare con una volata a ranghi ristretti. L’indomani la corsa terminerà così com’era partita, con una frazione votata ai velocisti disegnata tra Castelraimondo e Ascoli Piceno.

Come da tradizione l’ultimo appuntamento che conta prima del “Grand Départ” del Tour sarà rappresentato dai campionati nazionali, che per l’Italia si svolgeranno tra il Friuli (dove si disputeranno le cronometro) e la Puglia, dove il 26 giugno è prevista la gara più attesa, quella dei professionisti: il percorso non è stato ancora annunciato nei dettagli, ma è già noto che la partenza verrà data da Marina di Castellaneta mentre l’arrivo sarà ad Alberobello e questo lascia intendere che la maglia tricolore con tutta probabilità sarà indossata da un velocista.

UNDER23 E DONNE

Giugno sarà un mese importante anche per gli Under23, la categoria che fino a qualche decennio fa era nota come “dilettanti” e che scenderanno in campo nel Giro d’Italia Giovani, calendarizzato dall’11 al 18 del mese e quest’anno ancora più favorevole agli scalatori rispetto allo scorso anno per la scelta di togliere dal percorso la tappa a cronometro. I protagonisti nei primi due giorni di gara saranno i velocisti, ai quali strizza l’occhio in particolare il tracciato della Gradara – Argenta, la tappa d’apertura, ma che potrebbero riuscire a imporsi anche al termine della più movimentata frazione che scatterà da Rossano Veneto per concludersi a Pinzolo, ai piedi delle Dolomiti di Brenta. Da quest’ultimo centro si ripartirà l’indomani alla volta di Santa Caterina Valfurva, primo dei due arrivi in salita (12.1 Km al 4.3%) che i futuri professionisti affronteranno dopo essersi inerpicati sino ai 1855 metri del Passo di Guspessa, ascesa inedita e durissima (10.7 Km all’11.5%) che nulla ha da invidiare al parallelo Mortirolo, del quale si percorrerà subito dopo la discesa verso Grosio (la stessa della tappa dell’Aprica del Giro dei “grandi”). Si rimarrà in Valtellina per la Chiuro – Chiavenna, terza e ultima occasione riservata agli sprinter, poi la corsa osserverà una giornata di riposo trasferendosi in Piemonte per il gran finale. Si ripartirà con la Busca – Peveragno, tappa di montagna disegnata al contrario con l’impegnativa salita al Colle di Valmala (10.9 Km al 7.5%) da affrontare in partenza e poi tanta pianura di raccordo verso il circuito finale, nel quale si dovrà ripetere per tre volte lo strappo del Pilone del Colletto (1300 metri al 4.4%). Nella direzione corretta, invece, si correrà il giorno dopo la seconda delle due tappe “regine” che, dopo la partenza da Boves, si concluderà ai 2480 metri del Colle Fauniera, sedotto e abbandonato dal Giro dei professionisti una ventina d’anni fa e che sarà affrontato dal versante più impegnativo, quello della Val Grana, 21.2 Km al 7.5% per arrivare fino al monumento dedicato a Marco Pantani inaugurato nel 2004, nel decimo anniversario della scomparsa del “Pirata”. L’ultimo atto del Giro Under23 sarà la Cuneo-Pinerolo, nulla a che spartire con il tappone della celebre impresa di Coppi al Giro del 1949 ma nemmeno solita passerella di fine corsa perché il traguardo sarà posto al termine dell’arcigno muro di San Maurizio, mezzo chilometro al 12.2% parente prossimo delle verticali del Giro delle Fiandre anche per la presenza del pavé.

All’ultimo giorno del mese scatterà il Giro d’Italia Donne (30 giugno – 10 luglio), quest’anno disegnato con mano più tenera del solito per invogliare la partecipazione anche alle cicliste che hanno messo nei loro programmi il Tour de France, di ritorno nel calendario dopo ben 13 anni d’assenza e che prenderà il via una ventina di giorni dopo la fine della corsa rosa, una vicinanza che potrebbe venire meno già nel 2023 perché RCS Sport – organizzatore del Giro maschile – vorrebbe chiedere alla federazione di far spostare la corsa ai primi del mese e creare quasi un “unicum” con le due gare. Come nella corsa riservata agli Under23 sarà favorita chi andrà forte in montagna, anche se nel tracciato è stata inserita una cronometro, quasi sicuramente ininfluente perché poco meno di cinque saranno i chilometri che si dovranno percorrere contro il tempo il primo giorno a Cagliari. Dopo altre due tappe in Sardegna (VIllasimius – Tortolì e Cala Gonone – Olbia, entrambe occasioni per le velociste), con un inevitabile giorno di riposo si volerà in continente per ripartire con l’insidiosa frazione collinare di Cesena, nella quale si ricalcherà un tratto della celebre granfondo Nove Colli e in particolare si andrà ad affrontare l’impegnativa salita del Barbotto (4.5 Km all’8.1%).Seguiranno due tappe di trasferimento, la prima totalmente pianeggiante da Carpi a Reggio Emilia, la seconda da Sarnico a Bergamo che prevede di ripercorrere il finale del Giro di Lombardia con la salita in acciottolato della Boccola verso la Città Alta (1200 metri al 7.9%). Tra Lombardia e Trentino si disputeranno le tre tappe decisive, cominciando con quella che da Prevalle condurrà fino al Rifugio Bonardi, presso il Passo Maniva, percorsa un’ascesa finale di una decina di chilometri al 7.9% di pendenza media. Breve ma intensa e concentrata sarà la Rovereto – Aldeno, 92 Km che porteranno le “girine” prima ai 1250 metri del Passo Bordala (14.5 Km al 6.9%) e poi ai 900 metri del Lago di Cei (9.5 Km al 7.1%), raggiunto il quale inizierà la discesa che condurrà al traguardo. Per ultima si disputerà la tappa più impegnativa e, pur non presentando un arrivo in salita particolarmente difficile, la San Michele all’Adige – San Lorenzo Dorsino stimolerà le note delle scalatrici con la presenza del duro Passo Daone, 6 Km al 10.3%, non plus ultra del Giro 2022 per quanto riguarda l’entità delle pendenze. Nulla potrà cambiare nella conclusiva passerella della Abano Terme – Padova, dove torneranno protagonista le ruote veloci.

Visto che ne abbiamo accennato ecco il tracciato del Tour de France Femmes, la cui nuova vita inizierà ufficialmente domenica 24 luglio, nello stesso luogo dove poche ore più tardi si concluderà l’annuale cammino della corsa maschile. Le donne effettueranno così la prima tappa a Parigi sullo storico circuito degli Champs-Élysées, dove la prima maglia gialla sarà vestita da una velocista. Un altro arrivo allo sprint sarà atteso il secondo giorno al termine della Meaux – Provins, il cui finale sarà più impegnativo di quello parigino perché il traguardo sarà posto al termine di una rampa di 600 metri al 4.5%. Interessanti saranno gli ultimi chilometri della Reims-Épernay, nei quali si ripercorrerà il finale della tappa vinta da Julian Alaphilippe al Tour del 2019, con il muro di Mutigny (900 metri al 12.1%) da scavalcare a una quindicina di chilometri dal traguardo, a sua volta preceduto dal più accessibile Mont Bernon (1 Km al 4.6%). Ci sarà anche lo sterrato al Tour femminile e farà la comparsa per la prima volta nella quarta frazione, una tappa collinare tracciata fra Troyes e Bar-sur-Aube, meta alla quale si giungerà dopo aver affrontato una serie di brevi ascese e, soprattutto, aver percorso quasi 15 Km sulle “strade bianche”, suddivisi in quattro settori, il più lungo dei quali caratterizzato anche da una leggera pendenza. Dopo la tappa di Saint-Dié-des-Vosges, la più lunga (175 Km) ma anche una delle meno impegnative, la corsa sbarcherà sulla catena dei Vosgi, protagonista delle ultime tre frazioni. Se la prima di queste avrà un aspetto ancora collinare – traguardo a Rosheim, dove la fuga di giornata potrebbe anticipare la volata del gruppo – nelle due rimanenti si decideranno le sorti della corsa grazie alla presenza di salite storiche come il Col du Platzerwasel (1193 metri, 7.1 Km all’8.3%), il Grand Ballon (1336 metri, 13.5 Km al 6.7%), il Ballon d’Alsace (1173 metri, 8.7 Km al 6.9%) e la Planche des Belles Filles (1140 metri, 7 Km all’8.7%). Le prime due ascese saranno affrontate – assieme al poco noto Petit Ballon (1163 metri, 9.3 Km all’8.1%) – nella Sélestat - Le Markstein, che per la categoria donne costituirà un vero e proprio tappone forte di poco meno di 5000 metri di dislivello, con l’ultima difficoltà da scalare a 7 chilometri e mezzo dal traguardo. L’ultimo giorno si partirà da Lure per raggiungere l’Altopiano delle Belle Figlie (questa la traduzione letterale del toponimo Planche des Belles Filles) che, come nella tappa del Tour dei maschietti disputata due settimane prima, sarà raggiunto percorrendo l’intera ascesa, compresa la ripidissima rampa finale in sterrato dove la pendenza raggiunge un picco del 24%.

Mauro Facoltosi

I SITI WEB DELLA CORSE

Critérium du Dauphiné

www.criterium-du-dauphine.fr/en

Tour de Suisse

www.tourdesuisse.ch

Tour of Slovenie

https://tourofslovenia.si/en

La Route d’Occitanie – La Dépêche du Midi

www.laroutedoccitanie.fr

Adriatica Ionica Race

https://airace.it/

Giro d’Italia Giovani Under23

www.giroditaliau23.it

Giro d’Italia Donne

www.giroditaliadonne.it/it/home

Le Tour Femmes

www.letourfemmes.fr/en

Tour de France

www.letour.fr/en

Laltopiano di Solaison, sede darrivo della tappa regina del Delfinato (www.dronestagr.am)

L'altopiano di Solaison, sede d'arrivo della tappa regina del Delfinato (www.dronestagr.am)

GIRO DELL’APPENNINO, MEINTJES RITORNA AL SUCCESSO

giugno 2, 2022 by Redazione  
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Louis Meintjes (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux) ha vinto il Giro dell’Appennino con un attacco all’interno degli ultimi dieci chilometri. Al secondo posto si è classificato Natnael Tesfatsion (Drone Hopper – Androni Giocattoli) e terzo Georg Zimmermann (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux). Il classe 2001 Alessandro Verre (Team Arkéa Samsic) è stato il migliore degli italiani chiudendo al quinto posto.

L’edizione 83 del Giro dell’Appennino presentava un percorso molto impegnativo rispetto alle precedenti edizioni, con un dislivello di 3000 metri dispersi su 192 chilometri di corsa.
La partenza avveniva da Pasturana con un percorso pianeggiante nei primi 60 chilometri, per iniziare una lunga sequenza di salite con Franconalto, 5.5 chilometri al 6.8%, e Crocefieschi, 5 chilometri al 6.7%, seguite da una lunga discesa e la salita di Crocetta d’Orero, 5.2 chilometri al 5.5% al chilometro 120 di gara. A questo punto i corridori scendevano a Pontedecimo per iniziare il complicato finale di 50 chilometri, la prima asperità era quella di Pietralavezzara, 6.2 chilometri al 7.7%, seguita dalla Madonna della Guardia, 6.9 chilometri al 7.9%, collocata a 25 chilometri dalla conclusione, dei quali 10 in discesa che portavano al traguardo conclusivo di Genova.

I favoriti della vigilia erano Alessandro Covi (UAE Team Emirates) e il blocco della Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux che schierava diversi atleti di livello tra i quali Lorenzo Rota, Quinten Hermans e Louis Meintjes. Alcuni dei principali outsiders potevano essere Simon Clarke (Israel – Premier Tech), Filippo Zana e Henok Mulubrhan (Bardiani-CSF-Faizanè), Natnael Tesfatsion (Drone Hopper – Androni Giocattoli), Alessandro Verre e Nicolas Edet (Team Arkea Samsic).

La fuga prendeva immediatamente il largo con la presenza Pietro Aimonetto (Beltrami TSA – Tre Colli), Alessandro Motta (Biesse – Carrera), Mattia Viel (D’Amico – UM Tools), Paul Wright (Mg.K Vis-Color for Peace-VPM), Davide Baldaccini (Team Corratec), Lukas Meiler (Team Vorarlberg) e Riccardo Ricci (Work Service Vitalcare Vega). L’inseguimento era a carico della Israel-Premier Tech e della Intermarché-Wanty-Gobert che lasciavano un ritardo di tre minuti circa sulla fuga nella quale riusciva a unirsi in un secondo momento Kyrylo Tsarenko (Gallina Ecotek Lucchini Colosio).
Sulla salita di Franconalto il gruppo dei fuggitivi perdeva i primi componenti, ovvero Aimonetto e Viel, il primo riusciva però a rientrare grazie alla fiscesa, ma si tornava a staccare sulla salita di Crocefieschi insieme a Ricci. Nel lungo tratto transitorio il gruppo recuperava velocemente andando a scollinare la Crocetta d’Orero con una situazione di gruppo compatto. Lungo la discesa il gruppo si allungava dividendosi in più gruppi con un azione intensa imposta da parte della Intermarché. Sulle prime rampe di Pietralavezzara scattava Meintjes con Sebastian Berwick (Israel-Premier Tech), Dayer Quintana (Team Arkéa Samsic) e Alexis Guerin (Team Vorarlberg). Questa azione causava un importante aumento del ritmo nel gruppo che riusciva a recuperare su questi atleti andando però a scremare il gruppo di testa a una quindicina di atleti guidati sempre dalla Intermarché.
Durante la tecnica discesa avveniva ulteriore selezione con solo Clarke, Meintjies, Hermans e Tesfatsion rimasti al comando ai piedi della salita finale. Nei primi chilometri si riportavano su di loro Verre, Guerin, Georg Zimmermann (Intermarché-Wanty-Gobert), Michael Ries (Team Arkea Samsic), Ivan Romero (Equipo Kern Pharma), Alessio Martinelli (Bardiani-CSF-Faizanè) e Paul Double (Mg.K Vis-Color for Peace-VPM).
Ries provava ad attaccare con Meintjes alla sua ruota, mentre Tesfatsion si riportava su di loro seguito da Verre, mentre Zimmermann rientrava in un secondo momento. Ai -28 attaccava Verre con il solo Meintjes capace di seguirlo, Tesfatsion provava nuovamente a rifarsi sotto di passo, ma una volta che stava per chiudere il buco Verre scattava nuovamente lasciando il corridore eritreo in compagnia di Ries e Zimmermann, il quale restava però coinvolto in un salto di catena che gli faceva perdere il momento giusto. Tesfatsion riusciva con Ries a riportarsi nel gruppetto di testa proprio al momento dello scollinamento. Lungo la discesa si avvicinavano Martinelli e Clarke permettendo il ricompattamento ai -15. Ai -10 anche Zimmermann, Double e Moreno riuscivano a riportarsi al comando, poco dopo attaccava Zimmermann, ma veniva chiuso facilmente. Era quindi il turno di Meintjes che partiva secco ai -7 in maniera convinta con un gruppo che non riusciva a reagire permettendo allo scalatore sudafricano di ritrovare il successo dopo un attesa di sette anni. Per il secondo posto era Tesfatsion ad anticipare Zimmermann. Verre era il migliore degli italiani chiudendo quinto.

Per Meintjes è solo la quinta vittoria in carriera, le prime 4 ottenute tutte tra i 21 e 23 anni a testimonianza di una prospettiva di carriera decisamente diversa, soprattutto dopo come vinse l’ultima tappa e la classifica generale della Coppi e Bartali 2015, da quel giorno sono passati 2622 giorni, Geraint Thomas era ancora un uomo da classiche del nord avendo vinto da due giorni la E3 Harelbeke, e Alberto Contador vinceva il suo ultimo Grande Giro.

Carlo Toniatti.

Louis Meintjes solleva le braccia al cielo sul traguardo di Genova (Tommaso Pelagalli/SprintCyclingAgency)

Louis Meintjes solleva le braccia al cielo sul traguardo di Genova (Tommaso Pelagalli/SprintCyclingAgency)

02-06-2022

giugno 2, 2022 by Redazione  
Filed under Ordini d'arrivo

GIRO DELL’APPENNINO

Il sudafricano Louis Meintjes (Intermarché-Wanty-Gobert) si è imposto nella corsa italiana, Pasturana – Genova, percorrendo 191.7 Km in 4h56′30″, alla media di 38.793 Km/h. Ha preceduto di 1′37″ l’eritreo Natnael Tesfazion (Drone Hopper-Androni Giocattoli) e il tedesco Georg Zimmermann (Intermarché-Wanty-Gobert). Miglior italiano Alessandro Verre (Team Arkéa-Samsic), 5° a 1′37″.

RONDE DE L’OISE

Il neozelandese James Fouché (Bolton Equities Black Spoke) si è imposto nella prima tappa, Labruyère – Liancourt, percorrendo 142.8 Km in 3h20′07″, alla media di 42.815 Km/h. Ha preceduto di 44″ lo spagnolo Aritz Bagües (Caja Rural-Seguros RGA) e di 1′19″ il connazionale Aaron Gate (Bolton Equities Black Spoke). Unico italiano in gara Alessio Gasparini (Java Kiwi Atlántico), 77° a 3′29″. Fouché è il primo leader della classifica con 47″ su Bagües e 1′27″ su Gate. Gasparini 79° a 3′41″

TOUR OF ALBANIA

Il rumeno Valentin Plesea (CSA Steaua Bucuresti) si è imposto nella terza tappa, Elbasan – Valona, percorrendo 122.3 Km in 3h19′54″, alla media di 36.708 Km/h. Ha preceduto allo sprint il serbo Dorde Duric (nazionale serba) e il connazionale Daniel Crista (CSA Steaua Bucuresti). Nessun italiano in gara. L’albanese Ylber Sefa (nazionale albanese) è ancora leader della classifica con 5″ sul rumeno Cristian Raileanu (CSA Steaua Bucuresti) e 7″ sul connazionale Mikel Demiri (nazionale albanese).

TROFEO ALCIDE DE GASPERI

Il tedesco Pierre-Pascal Keup (Team Lotto-Kern Haus) si è imposto nella corsa italiana, Pergine Valsugana – Bassano del Grappa, percorrendo 165.1 Km in 3h50′19″, alla media di 43.01 Km/h. Ha preceduto di 31″ il belga Luca Van Boven (Lotto Soudal U23) e il danese Anders Foldager (Biesse-Carrera). Miglior italiano Sergio Meris (Team Colpack Ballan), 5° a 31″

COURSE DE LA PAIX (Repubblica Ceca – Under23)

Il ceco Mathias Vacek (nazionale ceca) si è imposto nel prologo, circuito a cronometro di Jeseník, percorrendo 3.4 Km in 4′12″, alla media di 48.571 Km/h. Ha preceduto di pochi centesimi di secondo il belga Lennert Van Eetvelt (nazionale belga) e di 1″ il britannico Samuel Watson (nazionale britannica). Miglior italiano Lorenzo Germani (nazionale italiana), 27° a 6″. Vacek è il primo leader della classifica con lo stesso tempo di Van Eetvelt e 1″ su Watson. Miglior italiano Germani, 27° a 6″

01-06-2022

giugno 1, 2022 by Redazione  
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TOUR OF ALBANIA

L’olandese Guus van Schipstal (Global Cycling Team) si è imposto nella seconda tappa, Korçë – Elbasan, percorrendo 153.4 Km in 3h31′01″, alla media di 43.617 Km/h. Ha preceduto allo sprint i serbi Dusan Kalaba (nazionale serba) e Jovan Divnic (Meridiana Kamen Team). Nessun italiano in gara. L’albanese Ylber Sefa (nazionale albanese) è ancora leader della classifica con 5″ sul rumeno Cristian Raileanu (CSA Steaua Bucuresti) e 7″ sul connazionale Mikel Demiri (nazionale albanese).

MERCAN’TOUR CLASSIC, SI RIVEDE FUGLSANG

giugno 1, 2022 by Redazione  
Filed under News

Jakob Fuglsang torna alla vittoria nella classica francese. Dietro di lui Woods e Gaudu

Seconda edizione della classica di un giorno nel dipartimento delle Alpi Marittime in Francia.
La fuga di giornata è propiziata al km 15 da Théo Delacroix (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux) e Sebastian Schönberger (B&B Hotels – KTM), ai quali si aggiungono in seconda battuta Alessandro Verre (Team Arkéa – Samsic), Valentin Ferron (TotalEnergies) e Lawrence Warbasse (AG2R Citroën Team). I cinque raggiungono un vantaggio massimo di 6 minuti sul plotone già ridotto consistentemente sulla prima salita di giornata, nonostante un ritmo di controllo. Sulla seconda salita del Col de la Couillole è la Groupama – FDJ a prendere in mano seriamente le redini della corsa, riducendo sensibilmente il divario e poi riassorbendo completamente la fuga quando al traguardo mancano circa 40 km.
Sull’ultima asperità di giornata lavorano in sequenza Pinot e Reichenbach, imprimendo un ritmo insostenibile per Chris Froome (Israel – PrimerTech) costretto a lasciarsi sfilare. Ai -7 iniziano gli attacchi: Gaudu è il primo a provarci portandosi appresso Woods, Cras, Herrada e Fuglsang. Gli Israel possono giocare sulla superiorità numerica, così dal gruppetto formatosi prima ci prova Woods e poi Fuglsang. Gaudu è il più pimpante oggi, ma una volta rientrato sul canadese non riesce a rispondere anche al nuovo attacco del danese, che guadagna così 20″. Vantaggio che sarà decisivo per il portacolori della Israel – PrimerTech conducendolo alla vittoria in solitaria.
Alle sue spalle Woods non molla di un centimetro le ruote del transalpino, indisposto dal gioco di squadra perfetto della coppia avversaria che lo ha messo in mezzo, tanto che giunti alla volata per il secondo posto è proprio il canadese a prevalere e completare la doppietta Israel – PrimerTech.

Lorenzo Alessandri

Jakob Fuglsang sferra lattacco decisivo per la vittoria. Photo Credit: Dario Belingheri Getty Images

Jakob Fuglsang sferra l'attacco decisivo per la vittoria. Photo Credit: Dario Belingheri Getty Images

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